i pirenei - Vagabondo
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i pirenei - Vagabondo
I PIRENEI Parco de Ordesa y Monte Perdido Sommario: Introduzione Descrizione itinerario Elenco rifugi Trasferimenti Bibliografia INTRODUZIONE Giunti al quarto anno di trekking abbiamo deciso, in occasione del nostro 25° anniversario, di dare un’impronta internazionale all’itinerario scelto. Dalle Dolomiti faremo un salto di più di 1000 Km nel cuore dei Pirenei, nella regione di Aragona, all’interno del Parco Nazionale di Ordesa e Monte Perdido. Il parco rispecchia abbastanza quello che noi perseguiamo, cioè la ricerca di posti incontaminati e di grande bellezza, anche se, proprio per gli stupendi scenari che offre, gli accessi alle valli sono molto frequentati. Quest’anno non ci sarà la possibilità di effettuare ferrate, che nei Pirenei non offrono la sicurezza riscontrabile in quelle alpine, così per compensare si è scelto un itinerario estremamente vario: è proprio questa la caratteristica principale del trekking 2000. La maestosità degli ambienti attraversati è una garanzia di successo, avvalorata da numerose cascate, grandi pinete e canyon profondi più di 1000m che rappresentano il simbolo del parco. Come accennato sopra, saremo nel centro della catena pirenaica, sia geografico ma anche per importanza, infatti quello di Ordesa è, per estensione, il secondo parco a livello nazionale. Fortemente voluto dall’allora re di Spagna Alfonso XIII, fu fondato il 15 agosto 1918 con un’area di 2.100 ettari, portati nel 1995 a 15.608, comprende l’intero massiccio del monte Perdido, dichiarato patrimonio mondiale dall’UNESCO, e le numerose valli, Ordesa, Anisclo, Pineta e Bujaruelo le maggiori, che si aprono intorno a raggiera. Mentre la parte più alta è costituita da un ampio ed ondulato paesaggio, quella inferiore è profondamente scavata dai ghiacciai e dall’erosione, formando così stretti e vertiginosi canyon. La valle di Ordesa, simbolo del parco e anch’essa patrimonio mondiale, è un vero e proprio giardino botanico di un perfetto profilo ad U con una lunghezza di 13 Km e 800 m di larghezza. Le pareti si ergono verticalmente, offrendo uno spettacolo formidabile, impreziosito dalle innumerevoli cascate, torrenti e rapide che si trovano ovunque all’interno del parco. Molti sono gli animali che ancora lo popolano. Vi si possono trovare numerosi esemplari di sarrio o izoard (il camoscio pirenaico), marmotte, capre selvatiche dei Pirenei e perfino alcuni orsi e linci. Il gipeto vola ancora fra le alte pareti, nel cielo con aquile reali, falchi e avvoltoi. DESCRIZIONE ITINERARIO PREFAZIONE Le descrizioni dei percorsi viene fatta giorno per giorno, riportando il dislivello complessivo in salita (+) e in discesa (-), la difficoltà e i tempi di marcia complessivi dall’inizio alla fine degli itinerari. 1|Pagina SCALA DELLE DIFFICOLTÀ’ T = turistico (comodi e larghi sentieri con pendenze pressoché nulle) E = escursionistico (sentieri ben segnalati anche su ghiaioni e con pendenze moderate) EE = escursionisti esperti (sentieri o tracce di sentiero, esposti o stretti anche con forti pendenze) EEA = escursionisti esperti attrezzati (ferrate) Le ferrate, non previste in questo percorso, vengono classificate in base a 4 parametri. T = tecnico (in base all’esperienza alpinistica richiesta) O = pericoli oggettivi (caduta sassi o roccia friabile) F = impegno fisico (secondo la lunghezza dell’itinerario) P = impegno psichico (secondo l’esposizione dei passaggi) Le Lettere sono seguite da un valore in base alla difficoltà complessiva dell’itinerario: 1 = facile 2 = impegnativo 3 = difficile e continuativo 1° GIORNO - SABATO 29 LUGLIO GAVARNIE ( 1380 m.) - RIF. ESPUGUETTES (2027 m.) Difficoltà’ Dislivello (m) Tempo (h) E +647 2h30’ Tappa facile che inizia nel paesino di Gavarnie. Raggiunti l’ultimo campeggio si prende, prima della zona di Pont de Nadau, il sentiero a sinistra seguendo le indicazione del H.R.P. (Houte Route des Pyrenees) verso il rifugio des Espuguettes. Siamo già dentro il Parque National des Pyrenees, ai piedi del Cirque de Gavarnie, una spettacolare cattedrale di roccia dichiarata patrimonio mondiale dall’UNESCO, dalle cui pareti, alte fino a 1000m, scende la Grand Cascade che con i suoi 400m di salto senza toccare la roccia è la più alta d’Europa. Proseguendo si costeggia il torrente Pailla fino alla capanna omonima (1800 m. - 1h30’). Dopo circa 800m si prende una deviazione a sinistra, raggiungendo in breve la meta della prima tappa (2027 m. - 2h30’). 2° GIORNO - DOMENICA 30 LUGLIO RIF. ESPUGUETTES (2027 m.) - RIF. PINETA (1250 m.) Difficoltà’ Dislivello (m) Tempo (h) E +642; -1419 6h30’ Si perdono circa 100m. di quota per riprendere il sentiero lasciato il giorno precedente. Giunti ad un bivio in circa 1h di cammino, si prosegue sulla destra verso il colle Horquette d’Alans (2430 m. - 1h30’). Appena scollinati si entra nel Cirque d’Estaubè, passando ai piedi dei ghiacciai di Pailla e Astazou, su di un pianoro ricco di torrenti e cascate, tra cui l’imponente de Pla d’Ahitet. Giunti al laghetto les Doux Bornes (2270 m. - 2h) si devia a destra verso la Breca de Tucarroya (2669m.) posta tra il Pic de Pineta (2861m.) e il Pic de Tucarroya (2819m.). Passato il colle e l’omonimo bivacco, iniziamo a scendere verso la valle di 2|Pagina Pineta. Dal lago di Marmore (2595m.), posto nell’immediata vicinanza del passo, inizia il famoso Balcon de Pineta, un vero e proprio balcone naturale che offre una stupenda visuale dell’omonima valle, la più grande e trafficata del parco. Superate le rovine della Casas Iberduero, si devia a sinistra iniziando la faticosa discesa che con 900 m. di dislivello in 2Km ci porta nel Cirque di Pineta. Finita la discesa (1700m. - 4h30’) si giunge ad un quadrivio, dove si imbocca il sentiero di destra, chiamato Faja de la Tormosa, che, rimanendo in piano per circa 3Km, ci porta ad incrociare il torrente Castiecho e, prendendo a sinistra il sentiero GR11 (Grand Randoneè n° 11), inizia l’ultima discesa fino al rif. Pineta (1250m. - 6h30’). 3° GIORNO - LUNEDÌ’ 31 LUGLIO RIF. PINETA (1250 m.) - RIF. DE GORIZ (2200 m.) Difficoltà’ Dislivello (m) Tempo (h) EE +1871; -921 8h Questa tappa ci porterà dritti nel centro del parco, al cospetto del maestoso massiccio Las Tres Soroes, di cui fa parte, come cima più alta, il Monte Perdido. Non si può di certo dire che l’inizio sia facile, infatti appena usciti dal rifugio inizia una estenuante salita di 1200m. di dislivello che per circa 1400m. di lunghezza che "ci porta", con una pendenza media del 90%, fino al passo di Anisclo (2440m. - 3h30’). Se qualcuno non fosse convinto della durezza della salita, basti sapere che su questo percorso vengono portate le truppe specializzate di artiglieria di montagna ad allenarsi! Giunti in cima lo spettacolo che si apre ai nostri occhi ci ripaga dello sforzo. Siamo infatti in cima alla valle di Anisclo, la più bella e selvaggia del parco. Oltre alla flora particolare, è qui presente l‘ormai raro pino nero, sono presenti alcuni esemplari di orso bruno, più facile da incontrare sul versante spagnolo per la presenza di greggi, molti izoard (i camosci pirenaici), molte coppie di aquile, grifoni ed anche alcuni gipeti.Giunti in cima al passo di Anisclo, anziché scendere in valle, si prosegue a destra rimanendo alla stessa altezza. Dopo circa 1Km si arriva ad un passaggio obbligatorio in ferrata lungo circa 50m da poco attrezzato con una fune metallica. Superati il tratto si continua in costa sulla faixa d’as Solas, un sentiero molto aereo sospeso a più di 600m. d’altezza che ci permetterà di ammirare il canyon di Anisclo in ogni sua parte, in un’ambiente che per la spettacolarità rappresenta uno degli angoli più belli. Continuando si raggiunge in breve il passo Arrablo (2329m. - 5h30’) sulla Serra Custodia, la barriera fra i canyon di Anisclo e quello di Ordesa (2329m. - 7h). Dal colle il percorso inizia a scendere arrivando in breve al rif. Goriz (2200m. - 6h30’). 4° GIORNO - MARTEDÌ’ 1 AGOSTO RIF. GORIZ (2200 m.) - M.te PERDIDO (3355 m.) Difficoltà’ Dislivello (m) EE +1155; 1155 Tempo (h) - 5h Il monte Perdido, letteralmente "monte perso", rappresenta, con la valle di Ordesa, il simbolo del parco. La salita non presenta alcuna difficoltà ed offre, essendo la terza cima dei Pire3|Pagina nei, un panorama a 360° su tutto l’arco pirenaico. L’altra faccia della medaglia è costituita dalla grande affluenza di persone che, proprio per quanto scritto sopra, vogliono godere dello stupendo paesaggio. Per evitare la massa e soprattutto il gran caldo pomeridiano, sarà necessario partire di buon ora al mattino, dandoci così la possibilità, per chi lo volesse, di avere un pomeriggio di tutto relax. Lasciato il rif. Goriz alle nostre spalle, procediamo lungo l’impervio sentiero con un continuo alternarsi di tornati entrando a tutti gli effetti nel gruppo Las Tres Sorores, costituito dalle cime El Cilindro (3325m.), il Monte Perdido (3355m.) e dal Sum de Ramond o Pico de Anisclo (3259m.) disposti come a formare l’enorme schiena di un gigante in direzione NE-SW. Attorno al monte sono nate numerose leggende, come nella migliore tradizione popolare, molto diverse fra loro. Una di queste narra che ai piedi del monte viveva un uomo molto devoto e buono di nome Atland; durante un litigio con un cacciatore fu ucciso, e l’assassino andò in paese a vantarsi della sua impresa. Non iniziò mai nemmeno il racconto perché un fulmine lo colpì dal cielo e tutte le montagne attorno crollarono sul suo corpo, dando vita a quello che è oggi il monte Perdido. Tralasciando le strade che si dipartono dal sentiero principale, si arriva al lago Helado, che con i suoi 2.989m. è il più alto dei Pirenei, e da qui al colle del Cilindro (3074m. - 2h). A proposito del lago gelato, nel 1948 un gruppo di speleologi di Montpelier scoprì, tramite un tracciante colorato, che è direttamente collegato con la Gran Cascade del Cirque di Gavarnie, posta circa 3Km ad est. Poco prima del colle si devia a destra, dove inizia un breve tratto innevato. In questo punto, chiamato "La Escupiera", bisogna prestare particolare attenzione non solo per la neve, ma anche per la particolare condizione della roccia, generalmentee marcia. Superato il passaggio si giunge finalmente in vetta (3355m. - 3h) dove potremo finalmente ammirare l’intero parco e la sua particolarissima conformazione geologica. Il ritorno verrà effettuato lungo lo stesso itinerario di salita. Dato che molti sono i posti visitabili nei dintorni del rif. Goriz, chi volesse potrà effettuare un’escursione lungo tutto il Cirque de Goriz raggiungendo qualche altra cima (punta Tobacor 2779m. - 2h), oppure dal lago Helado dirigersi, aggirando il Cilindro nella parte SW, verso il Pico del Marborè (3252m. 2h30’) posto sul confine francese. 5° GIORNO - MERCOLEDÌ’ 2 AGOSTO RIF.GORIZ (2200 m.) - SAN NICOLAS DE BUJARUELO (1338 m.) Difficoltà’ Dislivello (m) Tempo (h) T-E +338;-1200 7h Durante la tappa odierna attraversiamo l’intera valle Ordesa. Infatti verrà percorsa per l’intera lunghezza, 13Km, fino alla valle di Bujaruelo. Il sentiero scelto si chiama faja de Pelay, probabilmente è il più spettacolare del parco, costituito per più di 6Km da un tratto molto aereo posto nella sinistra orografica del canyon a 500m d’altezza. Lasciato il rifugio raggiungiamo in breve una delle numerose grotte del gruppo, la Gueva de Carses di 450m. di sviluppo, e perdendo altri 100m. si arriva al bivio dove parte la faja de Pelay. Giunti al bivio abbiamo la possibilità di scendere alcuni metri di ferrata per poter ammirare da vicino la Cola de Caballo, una delle più belle cascate di cui la valle è piena, così chiamata perché le acque scendendo sulla roccia formano una enorme coda di cavallo. Ritornati sul sentiero originario continuiamo a procedere attraversando alcuni impetuosi torrenti che scendo lungo le 4|Pagina ripide pareti, fino a giungere al bivacco de Calcillaruego (1900m. - 4h). Ora ci troviamo sulla senda de los cazadores (sentiero dei cacciatori), il bivacco in origine era un ricovero per cacciatori, sentiero famoso per lo spettacolo che offre. Seduti sul muretto possiamo ammirare a nord le cime del Taillon (3143m.), la Punta Bazillac (2978m.), la Breca de Roland (2807m.), la Torre del Marborè (3089m.), il Picos de la Cascada (3075m.) che insieme formano l’incredibile palcoscenico posto dietro all’alta parete del canyon. Lasciato il il punto panoramico purtroppo dovremo fare circa 2 Km di asfalto per raggiungere la valle di Bujaruelo, costeggiando l’impetuoso rio d’Arazas, spesso interrotto dalle forti rapide e cascate (1000m. - 5h). Giunti all’inizio della valle, continuiamo a destra seguendo il rio Ara fino a raggiungere il paesino di San Nicolas de Bujaruelo, meta della quinta giornata (1338m. 7h). Visto che sarebbe troppo lungo elencare tutti i torrenti, le cascate, i ponti e le grotte che vedremo, racchiusi in così pochi chilometri di percorso, vi lascio la curiosità di vederli di persona. 6° GIORNO - GIOVEDÌ’ 3 AGOSTO SAN NICOLAS DE BUJARUELO (1338 m.) - RIF. SERRADETS (2587 m.) Difficoltà’ Dislivello (m) Tempo (h) EE +1200 4h Subito dopo le ultime case dell’abitato, prendiamo il sentiero che porta alla grotta di Bujaruelo e da lì si prosegue verso il bivacco Piana de Sanderualo (1680m.). Poco prima di raggiungerlo si imbocca il sentiero di destra che parte dal primo bivio incontrato. Il paesaggio che ci circonda è più tranquillo e meno maestoso di quello del giorno precedente, siamo infatti nel fondo di una vallettina fra due monti, la Excusaneta di 2611m. e la Sum Blanc des Especieres di 2685m., dal profilo molto dolce. Il sentiero termina al passo di Bujaruelo o di Gavarnie (2273m. - 2h30’) che rappresenta anche il confine francese, che corre per 15Km all’interno del parco. Dal colle si prosegue prendendo il sentiero H.R.P che, in leggera salita, arriva fino al rif. des Serradets (2587m. - 4h). La particolare posizione del rifugio lo rende uno dei più belli della catena, siamo infatti ai piedi della famosa Breca de Roland, un intaglio di 50m. che divide un’immensa lama rocciosa che sembra essere stata piantata da una gigantesca mano. Visto che la tappa odierna si può concludere nel primo pomeriggio, abbiamo la possibilità, lasciati gli zaini al rifugio, di proseguire per andare a visitare due delle più caratteristiche e spettacolari conformazione del parco: la Breca de Roland e la grotta Helada. Breca del Roland: raggiungere la breccia è molto facile, visto che il rifugio si trova proprio ai suoi piedi. Con poco più di un’ora di cammina si raggiungono i 2907m. del passo, attraversando il ghiacciaio "de la Breca", facilmente superabile senza nessuna attrezzatura. Com’è facile immaginare, numerose leggende sono nate attorno al famoso intaglio. Secondo la mitologia pirenaica, la fenditura della Breca de Roland deve la sua origine al colpo infertogli dalla spada Durandal, appartenente ad Orlando, il paladino di Carlomagno. Ferito a morte in terra spagnola dalle truppe mussulmane egli lanciò la sua spada contro la roccia e la breccia che si formò gli permise di vedere per l’ultima volta la sua amata Francia. Grotta Helada o di Casteret: dalla breccia di prosegue sul sentiero, ritornando della parte spagnola del parco. Il paesaggio intorno a noi è di tipo dolomitico, pieno di guglie, picchi e 5|Pagina appunto numerose grotte. Scendendo dal passo si raggiunge in breve la zona dove si trova l’ingresso della grotta (2650m. - 45’). Il nome "Helada", in italiano "gelata", deriva dalla sua principale caratteristica: infatti le pareti sono ricoperte da ghiaccio fossile, risalente al quaternario!!! Purtroppo la visita della grotta è riservata agli speleologi, ma abbiamo comunque la possibilità di entrare e vedere quell’incredibile spettacolo dato dalla luce e dal ghiaccio percorrendo alcuni metri in un ambiente unico, veramente magico. La storia della grotta iniziò per caso nel luglio del 1925 dallo speleologo Norbert Casteret. Dopo aver passato la notte con la famiglia nei pressi della Breca, il tecnico francese decise di girovagare nei dintorni, incontrando così l’entrata della grotta. Immaginatevi lo stupore dell’uomo quando vide le pareti ricoperte da ghiaccio ed i bagliori che dava la luce del sole entrando nella grotta. Considerando che il tragitto per raggiungere queste due meraviglie è piuttosto breve, il consiglio che posso dare è di non perdere l’occasione di vederli perché nessuna descrizione o foto potranno mai sostituire il paesaggio reale, men che meno degli spettacoli della natura come quelli che andremo a vedere. 7° GIORNO -VENERDÌ’ 4 AGOSTO RIF. SERRADETS (2587 m.)- GAVARNIE ( 1380 m.) Difficoltà’ Dislivello (m) Tempo (h) E -1387 3h Nella giornata odierna ritorneremo nel paese che ci ha visto partire sette giorni fa: Gavarnie. Il percorso, esclusivamente in discesa, ci riserba una nuova meraviglia da visitare: il Cirque de Gavarnie e la Grand Cascade. Dal rifugio ci incamminiamo proseguendo lungo l’alta via dei Pirenei abbandonata il giorno precedente, raggiungendo dopo un dislivello di 800m. il famoso "cirque" (1750m. - 2h). Vista l’altezza delle pareti, dobbiamo prima aggirarlo in direzione N-W, per poi penetrarvi una volta raggiunta la base. Non appena entrati, lo spettacolo davanti ai nostri occhi sarà rappresentato da immenso anfiteatro le cui pareti sono formati da un precipizio di roccia alto più di 1000m.! Non per nulla l’Unesco ha deciso di dichiararlo patrimonio mondiale dell’umanità, per preservarlo dagli innumerevoli scempi che l’uomo compie verso quelle opere della natura meta, come le nostre Dolomiti, di un vero e proprio pellegrinaggio. Ma non sono solo le pareti le protagoniste del luogo: nel centro si trova la Grand Cascade, la cascata più alta d’Europa. Per più di 400m. l’acqua non tocca la roccia, formando un incredibile arco bianco e spumeggiante. Dai piedi della cascata possiamo riprendere il sentiero, raggiungendo in poco tempo l’abitato di Gavarnie (1380m. - 3h), concludendo così il nostro trekking. CONCLUSIONI Sette giorni forse sono pochi per poter capire un ambiente montano così diverso dalle nostre Alpi. Nei giorni che passeremo all’estero avremo però la possibilità di iniziare a conoscere nuovi posti, nuove persone, culture e tradizioni che da sempre caratterizzano ogni valle, di qualunque gruppo o nazione. Questo trekking, come i precedenti tre, non vuole essere un punto d’arrivo, ma piuttosto l’inizio di un’esplorazione che ognuno di noi può fare partendo dalle nostre montagne fino agli angoli più lontani, in base alle proprie possibilità e interessi. 6|Pagina La natura offre sempre spettacoli stupendi, e questo parco ne è un vero e proprio museo, ricco di opere d’arte formate dal paziente lavoro degli elementi nell’arco dei millenni, davanti alle quali è facile rimanere meravigliati. L’acqua, così abbondante in queste valli, è qui il vero artista. I canyon, le cascate, i torrenti, le grotte e le stesse montagne, sono il risultato del suo movimento, e la sua voce, dal giocoso suono di un ruscello al possente grido di una cascata, ci accompagnerà per tutta la durata del giro. Camminare, e pensare, senza fretta non è facile, tutti sentono sempre la necessità di correre, bisogna concentrarsi per rallentare. Ma qui non sarà così. La montagna, come il deserto ed il mare, impone il proprio ritmo che è fatto dal lento muoversi delle cose. Correre, non solo con le gambe, ma anche non la testa, significherebbe ostacolare quanto può insegnarci. Non abbia quindi paura chi ha timore di essere l’ultimo sostenendo che noi del C.A.I. "andiamo forte". Il nostro trekking non è una gara, ma un viaggio all’insegna della natura e del divertimento, che ci darà la possibilità di passare alcuni momenti indimenicabili con altre persone che come noi condividono la passione per la montagna. Paolo Meraviglia ELENCO RIFUGI Rif. ESPUGUETTES 2027 m. – Parque Nacional de los Pirineos Località: Gavarnie (F) N° posti: 60 tel. 0033-562-924063 tel. 0033-562-924824 Rif. RONATIZA-PINETA 1250 m. – F.A.M. Località: Bielsa - valle di Pineta (E) N° posti: 90 tel./fax 0034-974-501203 Costo mezza pensione: 1900 pts soci CAI Rif. DE GORIZ 2200 m. – F.A.M. Località: Torla - valle di Ordesa (E) N° posti: 99 tel./fax 0034-974-341201 Costo mezza pensione: 2600 pts soci CAI Camping valle de BUJARUELO 1338 m. Località: Torla - S.N. de Bujaruelo (E) N° posti: camping tel. 0034-974-486348 Costo mezza pensione: 3250 pts Camping valle de Bujaruelo 22376 - Torla (Huesca) Rif. SARRADETS (o de la Breca de Roland) 2587 m. – C.A.F. Località: Gavarnie (F) N° posti: 57 tel. 0033-683-381324 Mme Lacheford 7|Pagina Refuge de la Breche de Roland 65120 Gavarnie F.A.M. = Federacion Aragonesa de Montanismo C.A.F. = Club Alpin Francaise TRASFERIMENTI ANDATA 28-29/7/2000 TRENO IC Milano Centrale 15.10 Nizza 19.55 Nizza 22.15 * Lourdes 8.02 PULLMAN 0 Km Lourdes 8.07 10.15 12.15 12.36 14.25 20.3 Km Pierrefitte 15.00 Pierrefitte 16.50 31.9 Km Luz-St-Sauveur 8.52 11.15 13.15 13.30 17.10 Luz-St-Sauveur 9.00 17.30 51.4 Km Gavarnie 9.40 18.10 RITORNO 4-5/8/2000 PULLMAN Gavarnie 11.40 18.30 Luz-St-Sauveur 12.20 19.10 Luz-St-Sauveur 13.00 15.18 15.07 15.48 16.20 19.25 Pierrefitte 13.20 16.38 19.45 Pierrefitte 13.25 16.43 19.50 Lourdes 14.00 15.46 16.00 16.47 17.25 20.25 TRENO Lourdes 20.54 * Nizza IC Nizza 10.01 Milano 14.50 NOTE: * = treno cuccetta 2° classe 6 letti per scomparto BIBLIOGRAFIA CARTINE Prames - Parque Nacional de Ordesa y M.te Perdido 1:40.000 Editorial Alpina - Ordesa y Monte Perdido 1:40.000 TESTI Trekking in Spagna Marc Dubin ed. CDA Parque Nacional de Ordesa y M.te Perdido 8|Pagina Eduardo Vinuales Cabos ed. Prames Rivista ALP n° 160 ed. Vivalda 9|Pagina