Selviana - Benvenuto su alpeselviana.com

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Cooperativa Agricola
Il Glicine
Alpe
Selviana
Ecomuseo del
Lago d’Orta e Mottarone
Guida al sentiero didattico
INDICE
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Anteprima
pg. 3
Se è vero come è vero
pg. 4
Attenzione
pg. 5
La posizione geologica
pg. 6
Alpe Selviana – storia
pg. 8
Cooperativa agricola “Il Glicine”
pg. 9
La cooperativa all’Alpe Selviana
pg. 10
Che cos’è l’agricoltura biologica?
pg. 14
Percorso didattico
pg. 15
1 gli alberi del piazzale
pg. 17
2 Il lamponeto
pg. 19
3 Il mirtilleto
pg. 21
4 La gestione del terreno
pg. 23
5 Lo stagno nella vasca
pg. 25
5b Lo stagno
pg. 26
6 Irrigazione a goccia e rete antigrandine
pg. 32
7 La vegetazione spontanea e l’intervento dell’uomo
pg. 34
8 Le felci
pg. 36
9 Il trovante
pg. 39
9b Il granito ed i suoi minerali principali
pg. 41
9c I licheni
pg. 43
10 Alberi pionieri e bosco stabile
pg. 46
11 Il torrente Pescone
pg. 48
12 La casera
pg. 50
13 La stalla
pg. 52
14 I cumuli
pg. 54
bibliografia
pg. 57
ANTEPRIMA
Questa guida ha lo scopo di illustrare ai visitatori alcuni punti giudicati
particolarmente degni di attenzione sparsi lungo il sentiero didattico che si snoda
attraverso il territorio dell’Alpe Selviana.
La guida è preceduta da una breve introduzione che tocca alcuni punti conosciuti della
storia dell’Alpe Selviana, altri accenni sono frutto di fantasie che hanno preso spunto
da situazioni reali riscontrabili in loco.
L’introduzione dovrebbe consentire al visitatore di prendere coscienza del luogo in
cui si trova leggendo queste righe e del momento storico locale in cui sta vivendo
questa piccola avventura.
Preghiamo il lettore di questa pagina di tenere
presente che il “qui-adesso” è un attimo in
continuo mutamento, sia da un punto di vista fisico
che da un punto di vista emotivo. Sapendo che il
mondo che viviamo è quanto resta dopo il filtraggio
cultural-emotivo attraverso cui guardiamo ciò che
ci circonda può essere interessante guardarci
attorno… adesso… e prendere coscienza della
sensazione che stiamo provando rispetto all’Alpe
Selviana.
Ripetere l’esercizio
didattico.
al
ritorno
dal
sentiero
Buon divertimento
Argynnis paphia
La stesura di questa guida è stata terminata a metà giugno del 2003; può darsi che, al
momento della lettura, alcune cose siano cambiate.
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GUIDA AL SENTIERO DIDATTICO – ALPE SELVIANA
Coop. Agric. “Il Glicine” Via Selviana 42 – 28887 Agrano (VB) Tel: 0323 81287 E-mail: [email protected]
ECOMUSEO CUSIUS Tel: 0323 89622 E-mail: [email protected] www.lagodorta.net
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Se è vero, come è vero, che in un granello di sabbia sono
compresi tutti i principi che regolano l’universo, allora è
altrettanto vero che in un’azienda agricola biologica si
possono individuare i principi che regolano il rapporto fra
l’uomo ed il resto della natura.
L’Alpe Selviana, sede della cooperativa agricola “Il Glicine”, è un’azienda agricola di
produzione biologica.
Visitabile in ogni fase produttiva “Il Glicine” si propone come elemento di studio per
migliorare le conoscenze, oltre che dell’agricoltura e dell’allevamento di montagna,
anche della natura locale. In questo modo offre un’occasione di analisi delle leggi che
regolano il rapporto fra l’uomo ed il resto della natura.
Durante le visite all’Alpe Selviana si tende a stimolare l’attenzione verso le cose
piccole, verso i particolari, ed a chiedersi il perché delle cose cercando di aprire la via
verso nuove conoscenze.
BUON VIAGGIO
La nostra galassia:
uno dei puntini che forma la “nebbia” è il
sistema solare.
GUIDA AL SENTIERO DIDATTICO – ALPE SELVIANA
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ATTENZIONE
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Il percorso didattico agricolo – naturalistico dell’Alpe Selviana si snoda attraverso piantagioni e
pascoli veri, anche i boschi ed i burroni sono autentici, sono quindi altrettanto reali anche i pericoli
che si possono incontrare camminando lungo il percorso.
Ai visitatori è permesso visitare interamente il territorio dell’Alpe Selviana assumendosi il rischio
delle proprie azioni.
Dato che LA COOPERATIVA IL GLICINE DECLINA OGNI RESPONSABILITA’ PER DANNI A
PERSONE, ANIMALI ED OGGETTI CHE POTREBBERO VERIFICARSI DURANTE LE VISITE
riteniamo utile elencare alcuni dei pericoli a cui si va incontro:
-
-
-
I rovi, i lamponi, le robinie, i biancospini, i
ricci ed altre piante hanno le spine.
Le vipere (velenose) esistono in tutta Italia
e quindi anche all’Alpe Selviana. Per sicurezza
bisogna camminare dove c’è l’erba bassa o dove
si vede la terra, mai nella vegetazione alta dove
le bisce si possono nascondere fuggendo
dall’uomo.
La zona delle cascate è affascinante ma
pericolosa. Attenzione a non scivolare o ad
inciampare. I bambini vanno tenuti per mano.
Non è proibito avvicinarsi e dare da
mangiare agli animali, purché si faccia attenzione
a non farsi mordere. Non entrare nella stalla
perché i vitelli possono scalciare. Potrebbero
essersi slegati.
Riccio con castagne
PER FAVORE ATTENERSI AI GIORNI ED AGLI ORARI DI APERTURA DELL’AGRITURISMO
GUIDA AL SENTIERO DIDATTICO – ALPE SELVIANA
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LA POSIZIONE GEOLOGICA
L’Alpe Selviana si trova circa ad 1 Km a monte dell’abitato di Agrano lungo una strada che
porta ad alcune cave di granito. La porzione di montagna che accoglie l’alto bacino del
torrente Pescone, sino a giungere alla cima del Mottarone, è infatti composta da questo
tipo di roccia.
Il granito è una roccia di origine “magmatica intrusiva”: magma raffreddatosi e lentamente
consolidatosi in profondità, circa 290 milioni di anni fa.
I movimenti della crosta terrestre hanno spinto questo blocco di roccia verso l’alto fino ad
incunearsi, circa 40 milioni di anni fa, nello strato di micascisti (roccia ricca di mica che
deriva dalla trasformazione di sedimenti argillosi) che in questo punto copriva la superficie
terrestre.
Altri fattori sono successivamente intervenuti, ed intervengono tuttora, a modificare il
paesaggio: l’erosione, dovuta agli agenti atmosferici e al continuo scorrimento delle acque
dei fiumi, e le glaciazioni che si sono succedute nelle varie ere, sono infatti elementi
determinanti nella modificazione del territorio. Il ghiaccio nel suo lento procedere dalla
Valle Ossola a Gravellona, spingendosi poi fino alla profonda vallata fluviale (l’attuale bacino
del Lago d’Orta), ha trascinato a valle i più svariati materiali lapidei: dai massi enormi al
limo.
Le montagne sono un ostacolo sul lungo
cammino del ghiaccio che causa un effetto
di erosione trascinando con sé del
materiale; il versante Nord del Mottarone
risulta così avere in superficie proprio il
granito, materiale molto resistente e
compatto che ha ben resistito al passaggio
del ghiaccio.
Raggiunta una zona con un clima più mite il
ghiaccio si sciolse liberando il materiale
sospeso che andò depositandosi a terra: il
Ghiacciaio con massi erratici
cosiddetto deposito morenico. Il ghiacciaio
a volte manteneva la stessa conformazione
per alcune migliaia di anni ammassando sui bordi e sul fronte una quantità di materiale tale
da formare addirittura delle intere colline (le colline moreniche). E’ in questo modo che la
valle di Orta si è sbarrata, e il bacino creatosi con il ritiro del ghiacciaio si è colmato
d’acqua andando a formare il Lago d’Orta, che ha poi trovato uno sbocco verso nord. Il
fronte dell’ultimo ghiacciaio ha formato il deposito morenico che delimita il lago a Sud.
GUIDA AL SENTIERO DIDATTICO – ALPE SELVIANA
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Riassumendo: l’Alpe Selviana si trova su un deposito morenico che poggia su di un
terrazzamento di granito situato a monte di Agrano. Poco più a valle dell’Alpe Selviana si
può notare il contatto fra il granito e il micascisto preesistente al granito stesso.
Sopra il materiale morenico, formato soltanto da sostanze minerali, si trova uno strato di
humus in continua formazione (variabile tra i 5 e i 20cm) formato di sostanze organiche
decomposte.
L’Alpe Selviana è delimitata verso Sud da uno strapiombo di granito, ad Est dalle cascate
del torrente Pescone, ad Ovest da un pendio ripido con un muro a secco di contenimento, ed
a Nord dalla strada che porta nell’alta valle del Pescone; i pascoli lungo la strada sono cinti
da un muro a secco.
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Alpe Selviana - STORIA
Della storia passata dell’Alpe Selviana non si hanno molte notizie: l’Alpeggio era di proprietà
della famiglia Isotta-Cappia di Agrano che lo donò all’asilo infantile del paese.
Successivamente il paese di Agrano diventò una frazione del comune di Omegna e quindi
tutti i possedimenti diventarono di proprietà dello stesso comune.
Alcune tracce rinvenute all’Alpe Selviana ci inducono ad immaginare storie antiche:
- la posizione geografica permetteva l’osservazione di persone ed animali in transito nel
fondovalle, nel contempo lo strapiombo che separa l’Alpe dal fondovalle funge in
qualche modo da difesa dall’eventuale rischio di briganti o da danni dovuti a greggi
nomadi di passaggio.
- durante la preparazione dei terreni sono stati rinvenuti una vasca (il cui utilizzo è
incerto) ed, in mezzo al bosco, un acciottolato che non trova giustificazione con
l’utilizzo attuale del sito.
- durante i lavori di pavimentazione dell’attuale sala di trasformazione sono venuti alla
luce i resti di un muro che non trova riscontro con l’attuale forma della casa.
Presumendo che la pianta di castagno che attualmente si trova davanti alla casa
avesse una funzione ombreggiante già alla sua messa a dimora, si può dedurre che già
300/400 anni fa (età attribuita al castagno), nel punto in cui è situata la struttura
attuale, ci fosse una costruzione.
Queste ed altre tracce ci fanno supporre che il territorio dell’Alpe Selviana avesse un
utilizzo differente rispetto all’attuale, anche se non si sono trovate testimonianze scritte
né “memorie d’uomo” a tal proposito.
Il lago d’Orta e il Monte
Mottarone
nel cerchio l’Alpe Selviana
guida
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Cooperativa agricola “Il Glicine”
Si è costituita a Novara nel 1977.
Alla cooperativa è stato dato il nome di un grosso glicine che si trovava sulla proprietà che i
soci fondatori speravano di ottenere in affitto. Quando si resero conto che questa
speranza non avrebbe avuto seguito il presidente di allora individuò nell’Alpe Selviana, di
proprietà del Comune di Omegna, il posto adatto per realizzare i progetti dei soci della
cooperativa.
Sin dalla stesura dello statuto della cooperativa ai soci fu chiaro che l’attività agricola
condotta sarebbe stata di tipo biologico. La cooperativa “Il Glicine” fu una delle prime
aziende biodinamiche in Italia.
A quel tempo erano poche le persone interessate ai problemi ecologici, alla qualità del cibo
ed alla qualità della vita, alcuni di questi si interessavano anche alle filosofie orientali ed al
cibo macrobiotico. La cooperativa è nata nell’ambito culturale di un’associazione di Novara
denominata CI.CA.MO. che promuoveva la qualità della vita attraverso l’interscambio
culturale tra città, campagna e montagna. Spostando la sede legale e l’attività pratica ad
Agrano sono cambiati anche i soci, ma è rimasto vivo l’interesse per la natura e la ricerca
della qualità della vita eco-compatibile.
Nel corso degli anni svariate esigenze hanno portato la Cooperativa ad evolversi e a
trasformarsi sul piano organizzativo. Inizialmente veniva denominata e vissuta come una
“comune”, successivamente è emersa la necessità di stabilire delle regole comportamentali
sia per quanto riguardava la vita comune che l’attività lavorativa.
Attualmente alcuni soci abitano all’Alpe Selviana ed altri abitano nei paesi vicini.
Il Glicine ed il Lago d’Orta immersi nel sole,
la base per le etichette dei prodotti della coop. agric. “Il Glicine”
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La coop. agricola “Il Glicine”
all’Alpe Selviana.
I soci della coop. “Il Glicine” hanno iniziato i primi lavori all’Alpe Selviana nel 1979.
Allora l’Alpe si trovava in un pietoso stato d’abbandono. I pascoli non esistevano più; al
loro posto c’era un intreccio fittissimo di rovi e felci, alcuni castagni secolari giganti
erano stati tagliati chissà quando ed erano rimasti per terra così come ci erano caduti.
In mezzo ai rami morti, ognuno dei quali era grosso come un tronco, erano cresciuti
altri alberi di 30 – 40 cm di diametro.
All’Alpe c’erano tre immobili:
L’Alpe vera e propria: costruzione antica, il
tetto abbastanza in ordine copriva dei muri
vecchi con grosse crepe, i serramenti non
serravano più niente, ogni volta che pioveva
si formava un lago in tutto il piano
interrato; il bagno, che era stato aggiunto
in un secondo tempo, si stava letteralmente
sbriciolando.
Della stalla c’era solo la parte vecchia con il
porticato, tutto il pavimento a ciottoli.
All’uscita della stalla
Vapori acidi avevano corroso l’armatura
della soletta del locale sovrastante la stalla e si è dovuto puntellare il pavimento.
La casera esisteva ancora ma era invasa da limo e terra, niente porta e le tegole
erano rotte.
La colonia è la costruzione che attualmente ospita la sede legale della cooperativa. Il
tetto era coperto nella sua parte centrale con coppi marci e spezzati e da tegole nelle
ali laterali, costruite evidentemente in un secondo tempo. I serramenti sbilenchi, dove
esistevano ancora, erano senza vetri. Il bagno scaricava logicamente a cielo aperto.
La strada per raggiungere l’alpe poteva essere ottimisticamente definibile come
“trattorabile”, in realtà assomigliava di più ad un greto di torrente.
I soci della cooperativa hanno vissuto all’Alpe Selviana per i primi sei anni senza
corrente elettrica (niente lampadine, niente TV, frigorifero, aspirapolvere,
asciugacapelli, lavatrice, telefono ecc.). L’illuminazione funzionava a candele, ognuno si
portava in giro la sua.
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I tubi che portavano in casa l’acqua erano completamente intasati di ruggine, i soci
coop. hanno dovuto ricostruire tutto l’impianto idraulico, dalla presa della sorgente nel
bosco alle case.
I soci di allora si erano conosciuti grazie all’idea
“cooperativa agricola”, che li accomunava era la voglia di
vivere nella natura e di gestire in proprio la vita; tutto il
resto era da costruire. Data la mancanza cronica di
mezzi di sostentamento era necessario lavorare fuori
cooperativa ed investire così il ricavato in falcetti, zappe
e picconi, capre e galline, tegole, vetri, tubi e candele,
oltre,
ovviamente,
a
provvedere
al
proprio
sostentamento. Ben presto si è evidenziata la necessità
di fare dei progetti a lungo termine, che, almeno in tempi
lunghi, risolvessero il problema economico di chi faceva
parte della cooperativa. Si sono allora fatte tante prove
di allevamento e di coltivazione: erbe aromatiche e
officinali, asparagi, orticoltura, fragole, more, lamponi e
mirtilli, capre, pecore, tacchini anatre e galline, conigli, maiali. Alcune proposte sono
state scartate perché non realizzabili nella realtà del posto, o per mancanza di una
persona di riferimento: allevamento lombrichi, lumache e trote, coltivazione kiwi, riso,
grano saraceno.
Data la realtà climatica del posto e chimica del terreno è emersa una spiccata
vocazione del sito per la coltivazione di piante acidofile. In effetti, attorno al Monte
Mottarone ci sono molte aziende floricole che sfruttano queste caratteristiche per
coltivare azalee, rododendri e camelie. Abbiamo però optato per la coltivazione di
piante che fornissero del cibo, tanto più che si coltivava con il metodo biologico, e del
resto sembrava eticamente errato vendere anche la terra come si fa con i vasi di
fiori.
Tra tutte le prove eseguite spiccava per fattibilità quella dei mirtilli: piante perenni,
che non richiedevano il movimento continuo della terra con relativo rischio di
dilavamento, frutto con tantissime proprietà terapeutiche, una relativa facilità di
coltivazione ed un mercato, quello turistico, a portata di mano. Oltre ai mirtilli i
lamponi hanno dimostrato necessità di coltivazione simili, pur essendo i frutti
estremamente più delicati nella conservazione.
Questi sono i due piccoli frutti su cui è stato investito in quantità tale da prevedere,
secondo i nostri calcoli, il sostentamento per due persone.
Un'altra persona avrebbe ricavato il suo reddito dalla trasformazione dei frutti non
venduti freschi e da pranzi e merende (attuale agriturismo).
Una quarta persona avrebbe ricavato il guadagno dall’allevamento di animali e dalla
trasformazione dei loro prodotti, questa persona si sarebbe anche dedicata
all’orticoltura per uso interno della cooperativa.
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Gli ambiti sono stati assegnati ai rispettivi coordinatori che hanno potere decisionale
per le questioni ordinarie del proprio settore; per le decisioni straordinarie, o
comunque per organizzare i vari lavori in comune, è prevista una riunione ogni
settimana.
Per realizzare questo obiettivo si è reso necessario per alcuni soci lavorare fuori
cooperativa per portare “a casa” il denaro da investire e con cui mantenere i soci che,
nel frattempo, preparavano il terreno. Potenzialmente questo meccanismo si sarebbe
potuto ripetere all’infinito se ci fosse stata la necessità di allargare la cooperativa ad
altre sedi e se ci fosse stata richiesta di partecipazione da parte di altra gente.
Nell’anno 1980 la coop.agricola “Il Glicine” ha firmato un regolare contratto d’affitto
agrario con il proprietario dell’Alpe Selviana, il Comune di Omegna.
Da allora ad oggi, anno 2000, sono successe un’infinità di cose, alcune prevedibili e
molte imprevedibili, ma possiamo prendere atto che i risultati prefissati sono stati
raggiunti, seppur con qualche variante.
Infatti le piantagioni sono in piena attività, pur prevedendo
una riduzione della superficie coltivata a Lamponi abbiamo
però aumentato la produzione dei Mirtilli (biologici s’intende,
controllati ICEA). Possiamo vantarci di avere inventato il
primo marchio “del Mottarone”in assoluto, da cui “Mirtilli del
Mottarone”, “Lamponi del Mottarone”, “Miele del Mottarone”
ecc..
L’allevamento degli animali è passato dalle capre, troppo
Etichetta “del Mottarone”
dannose per le piante e difficili da gestire, alle pecore. Da
registrata
qui abbiamo messo in piedi una stalla con cinque mucche da
latte e relativo giro di vitelli e manze: con il latte si faceva il formaggio che
stagionava nella casera. Non avendo fondi sufficienti per adeguarci alle norme igienico
- sanitarie richieste dalla CEE, ed a causa del problema delle quote latte, abbiamo
venduto le mucche e ci limitiamo ad allevare vitelli da carne per uso agrituristico, pur
mantenendo anche le pecore, i conigli ed i maiali sempre per lo stesso uso. Abbiamo
fatto due conti per quanto riguarda il pollame: per come alleviamo gli animali noi un
pollo dovrebbe costare dai 20 ai 25 euro. E’ un po’ difficile spiegarlo ad un acquirente
quando al supermercato li vendono a € 4 già cotti. Risultato: ogni socio alleva i pennuti
in proprio, per uso familiare. Anche per l’orto abbiamo adottato questo principio:
poiché per un lavoro di tipo cooperativistico ci sarebbe voluta un’organizzazione
ulteriore, ogni socio che lo desiderava si coltivava il proprio orticello.
Per quanto riguarda la trasformazione della frutta, per stare al passo con i prezzi di
mercato, avremmo dovuto mettere in piedi una vera e propria industria di
trasformazione, con strutture e macchinari estranee alla nostra realtà agricola (ed
economica). Trasformiamo quindi, con pochi mezzi, per la vendita locale e per uso
agrituristico.
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L’agriturismo è il settore in cui abbiamo investito di più in questi ultimissimi anni. Per
adeguarci alle norme igienico – sanitarie moderne abbiamo dovuto costruire un salone
nuovo, rinnovare la cucina, adattare un locale a dispensa, ricavare i bagni per i turisti
ed altri per il personale. Riteniamo l’agriturismo importante per noi non solo per le
entrate economiche dirette, grazie ai pranzi ed alle merende, ma anche perché ci
permette di vendere i nostri prodotti direttamente in azienda.
Nel 1983 abbiamo stilato un accordo
con il Comune di Milano: tutti i giorni,
nel mese di maggio, classi di
ragazzini di 1° elementare sono
venute all’Alpe Selviana per fare una
visita scolastica.
Quest’occasione è stato l’inizio di
una
nuova
attività:
l’attività
didattica.
Da quell’anno è stato un crescendo di
scuole che vengono a visitare l’Alpe,
Il piazzale
nel 1994 abbiamo definito l’Alpe
Selviana “Ecomuseo” (museo dell’ambiente agricolo naturalistico). Quando nell’anno
1995 è stata varata la L. R. n. 31 che disciplina gli ecomusei la coop. il Glicine ha
contribuito alla costituzione dell’ ”Ecomuseo Cusius”, Ecomuseo del Lago d’Orta e
Mottarone, di cui ora l’Alpe Selviana fa parte. Attualmente all’Alpe c’è anche un locale
adibito ad aula didattica – museo naturalistico con reperti locali.
Uno dei problemi non previsti all’inizio della nostra cooperativa agricola è la mole
inimmaginabile di pratiche burocratiche necessarie a mantenere in piedi l’attività.
E’ pazzesca la quantità di carte che si deve produrre, è da matti la quantità di moduli
che chiedono tutti le stesse cose, ma impostate in un modo diverso, che si devono
compilare continuamente. All’inizio della cooperativa avevamo dei problemi economici
totali ma la mente era libera di fantasticare e quindi di fare progetti, sembrava che i
problemi grossi fossero produrre e vendere e quindi si potevano fare prove e cercare
soluzioni. Attualmente il problema di produrre e di vendere appare come secondario, la
mente è occupata a risolvere questionari ed a compilare formulari, che in questa
civiltà schizofrenica ogni ufficio inventa ex nova, cui si pensa perfino mentre si fanno
lavori manuali.
Da un po’ di anni a questa parte possiamo valutare il lavoro burocratico come 1/4 di
tutto il lavoro svolto in cooperativa (da sottolineare agricola); in queste condizioni è
difficile fare dei progetti a lungo termine, è già un risultato rimanere in piedi (la
maggior parte delle aziende agricole di montagna ha infatti chiuso).
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CHE COS’E’ L’AGRICOLTURA BIOLOGICA?
L’agricoltura biologica è un metodo di produzione che esclude
qualsiasi trattamento chimico di sintesi (fertilizzanti, pesticidi,
diserbanti, additivi zootecnici, ecc.) in ogni sua fase di
produzione, trasformazione, conservazione.
I prodotti che provengono da agricoltura biologica sono quindi
ottenuti senza alcuna sostanza chimica di sintesi e nel pieno
rispetto dell’ambiente.
Per attenersi a tali obiettivi l’agricoltura biologica ha adottato
tecniche che rispettano gli equilibri ecologici naturali: la difesa
dagli insetti dannosi viene effettuata con l’impiego di insetti
utili, l’utilizzo di sostanze di origine minerale, vegetale, animale e
di piante resistenti; la fertilità del terreno viene mantenuta e
potenziata con concimi naturali; la difesa dalle malerbe viene
effettuata senza alcun pesticida.
Gli animali vengono allevati con tecniche che rispettano il loro
benessere ed alimentati con prodotti vegetali ottenuti secondo i
principi dell’agricoltura biologica. Vengono evitate tecniche di
forzatura della crescita e metodi industriali di gestione di
allevamento. La salute degli animali viene inoltre salvaguardata
con l’utilizzo di rimedi omeopatici e fitoterapici.
L’obiettivo di tali pratiche è principalmente la produzione di
alimenti, siano essi di origine vegetale che animale, privi di
residui tossici ed integri nel loro valore nutritivo.
Il prodotto biologico garantisce qualità e genuinità, prerogative
indispensabili per nutrire in modo equilibrato, completo e sano.
L’agricoltura biologica è regolamentata dal Reg. Cee 2092/91
che impartisce indicazioni ben precise riguardo al campo di
applicazione, l’etichettatura dei prodotti, le norme di produzione
e il sistema di controllo.
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