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Erving Goffman Nato a Manville, in Canada, l’11 giugno 1922, compì gli studi accademici tra Toronto (1945) e Chicago (1953) L'opera di Goofman è uno dei contributi più interessanti alla sociologia nordamericana relativa allo studio della vita quotidiana Dispense a cura della Dott.ssa Torrisi Enrica Modello drammaturgico La teoria di Goffman è stata così definita poiché egli vede le situazione sociali come drammi in cui i singoli sono attori che usano fondali e scenari per creare determinate impressioni Tutti, nella rappresentazione sociale, conoscono a grandi linee il canovaccio (ruoli e regole culturali) del copione, ma sono liberi di darne la propria interpretazione Attore = esprime la parte più autonoma e libera del soggetto. È l'uomo psicologico, mosso dall'ansia di dare agli altri una rappresentazione convincente di se stesso. Deve apprendere varie parti. Prevale nell'individuo quando non è sul palco Personaggio = maschere che l'individuo indossa nelle diverse situazioni Prevale quando recita. È ciò che appare dell'individuo. Ogni personaggio deve tener conto di tutto ciò che gli viene comunicato dagli altri in ogni momento della rappresentazione e deve utilizzare i metodi e le tecniche drammaturgiche per mettersi nella luce più favorevole ed essere apprezzato e stimato da chi lo circonda Controllo delle impressioni Ogni personaggio è costretto ad indossare tante maschere, così riuscirà ad essere adeguato ad ogni situazione, ad essere apprezzato dagli altri. Il personaggio più apprezzato è chi indossa in ogni momento la maschera giusta, chi svolge il proprio ruolo nel modo più credibile ed accettabile agli occhi degli altri ● ● Ribalta = scena, il palcoscenico del mondo in cui si svolgono le interazioni sociali tra i personaggi, dove, vengono gestite dai personaggi le tecniche di controllo delle impressioni reciproche. Sul palcoscenico ogni soggetto deve controllare i propri comportamenti, ma anche i propri atteggiamenti, le emozioni e le espressioni Retroscena = Luogo chiuso, nascosto alla platea, isolato rispetto alla ribalta. Nel retroscena il soggetto può permettersi di non recitare, ed essere semplicemente se stesso, abbandonando le maschere. I problemi emergono quando l'attore che c'è dentro ogni personaggio tende a manifestarsi anche sulla scena, allora, il personaggio può vedere compromessa la sua capacità di dare un'interpretazione sufficientemente valida del proprio ruolo scenico. La mancanza di una netta distinzione tra attore e personaggio può far emergere sulla scena pubblica ciò che dovrebbe restare dietro il sipario Conseguenza: INADEGUATEZZA DEL PERSONAGGIO, CONDANNA DA PARTE DELL'OPIONIONE PUBBLICA Dualismo tra: soggettività individuale e realtà privata ● ● ● L'attore ha la caratteristica fondamentale di “prepararsi una parte” Maschera = è sia il travestimento che copre l'individuo di fronte agli altri, sia il simbolo della immedesimazione del soggetto in quello specifico ruolo che egli è tenuto a svolgere nelle situazioni sociali. Il ruolo, allora, diventa parte integrante della personalità del soggetto. Goffman - Pirandello ● ● Contatto tra il pensiero di Goffman e quello di Pirandello, per la tematica della maschera, per la bipolarità presente in ogni individuo, relativa alla discrepanza tra immagine pubblica e realtà privata. Ma se in Pirandello la reazione alla maschera-finzione è caratterizzata da un pessimismo privo di soluzioni e di speranza, in Goffman vi è un atteggiamento ironico ed un certo ottimismo ● Devianza = non adesione alle norme, regole del gioco, sempre possibile, evento normalmente presente ogni volta che esiste un divieto, o una prescrizione. È, inoltre, una diretta conseguenza dal fatto che spesso le norme sociali sono contraddittorie ed ambigue, e la struttura sociale male integrata ● Stigmatizzazione = attribuzione ad un individuo di una o più caratteristiche negative, cui consegue un atteggiamento di discredito. Questo provoca delle reazioni nell'individuo stigmatizzato (esempio: vergogna, risentimento,tentativi di correzione, svolgere attività preclusa) Asylums 1968 Tratta il problema delle istituzioni totali (carceri, ospedali psichiatrici ecc.) e di come il paziente reagisce all'istituzionalizzazione. Le istituzioni totali distruggono il sé e l'identità dell'individuo e gli attribuiscono un'identità modificata, attraverso la privazione di tutta una serie di strumenti scenici (il nome, l'abito, la possibilità di ritirarsi nel retroscena) che permettono al soggetto di affermare la propria identità e attraverso l'obbligo di assumere altre caratteristiche (il pigiamadivisa, il non lavoro) il soggetto si vede costretto ad assumere un ruolo scenico diverso, quello che l'istituzione vuole da lui Film “Qualcuno volò sul nido del Cuculo” “Quanto più un paziente rifiuta di accettare l'immagine di sé che gli viene imposta dallo staff ospedaliero e rivendica la propria qualità di persona-individuo, tanto più tenderà a comportarsi in modo ritenuto non idoneo rispetto alle regole istituzionali, disturbando, mettendosi in conflitto con le prescrizioni nell'istituzione totale. Ma, così facendo, l'internato finisce con il confermare ai medici la diagnosi di incapacità di avere relazioni sociali adeguate, di personalità rigida o patologicamente incapace di adattamento alle richieste e alle norme sociali; quindi, si conferma sempre più nel ruolo del paziente, del malato, del deviante”.
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