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Il Contributo del Politecnico di Milano alle ricerche spaziali Introduce il Rettore del Politecnico Prof. Adriano De Maio I1 Politecnico di Milano ha una grande tradizione di sviluppo e applicazione di tecnologie in campo spaziale. In particolare, i tre dipariimenti promotori di questo convegno rappresentano l'anima "spaziale" del nostro ateneo, essendo impegnati da tempo nell'ambito delle telecomunicazioni, dell'osservazione della Terra, della progettazione di strutture per moduli orbitanti e, più recentemente dell'analisi quantitativa del comportamento motorio dell'uomo durante l'esposizione prolungata alla microgravità. Questo convegno è stato organizzato nell'ambito di quest'ultimo settore ed è specificatamente dedicato allo studio del comportamento motorio dell'uomo in microgravità con la partecipazione di esperti nazionali ed internazionali del settore. Ringrazio il Professor Pedotti, Direttore del Dipartimento di Bioingegneria, per aver contribuito a far si che questo Convengo, di cui è principale promotore, sia anche un'occasione per presentare il ruolo che il Politecnico di Milano ha svolto nell'ambito del Programma Spaziale Internazionale. E un onore e un piacere avere con noi il Capitano Michael Baker, comandante dello Space Shuttle e veterano delle missioni spaziali. La sua visita è uii'opporiuniti unica per avere una diretta testimonianza delle attività dell'uoino nello spazio, che in questo caso, hanno riguardato l'ultima missione del comandane Baker, culminata con il quinto dockiiig della navetta Shuttle Atlantis alla Stazione Spaziale Mir, nell'ambito del programma congiunto russo-americano "Shuttle to Mi". Di seguito interverranno il Capitano Baker e quattro colleghi dei Dipartimenti di Bioingegneria, Elettronica e Aerospaziale, che illustreranno le diverse aniine dell'attività del Politecnico di Milano in campo spaziale. Ringrazio i relatori e i partecipanti a questo convegno e vi auguro un proficuo lavoro. "Human Performance" in microgravità Antonio Pedotti. Guido Baroni, Giancarlo Ferrigno Dipartimento di Bioingegneria Introduzione Dall'avvento dell'Era dell'esplorazione spaziale segnata dal lancio dello Sputnik 40 nel 1957 e in seguito dal volo di Juri Gagarin nel 1961, la ricerca scientifica e tecnologica in rnicrogravità ha assunto dimensioni ed importanza sempre crescenti. Per il mondo medico-scientifico delle Scienze della Vita, l'assenza di gravità è vista come una condizione sperimentale unica, in grado di far emergere in una diversa e spesso più illuminante prospettiva aspetti del- I iirtemi firiologiu pii initcrrati dagli oHem delreiporiuonr alla miuograviti Sistema xhelttrito listenta medare listema cardiorartolarc * lirtema rtrpiratorio * Sa imi wnrPnali Sistema rnnoro autonoirio * Sistema mnoso unink la fisiologia degli organismi biologici. I primi voli con equipagjo umano hanno dato il via allo studio degli effetti che l'esposizione alla microgmviti comporta sull'uomo. L'interesse si è sviluppato sotto l'aspetto dell'approfondimento delle conoscenze fisiologiche, ma anche più propriamente sulla prevenzione delle degenerazioni indotte dalla microgravità su molti sistemi dell'organismo di astronauti e cosmonauti. Accanto a fenomeni di degenerazione a carico del sistema muscolo-scheletrico,cardiovascolare e respiratorio, l'interesse primario del Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano è stato rivolto ad aspetti neurofisiolgici di adattamento dei meccanismi di integrazione seusori-motoria e delle strategie posturali au'ambiente rnicrogravitario. In questo senso, le tecnologie di analisi del movimento sviluppate presso il nostro Dipartimento hanno trovato un'iniportante applicazione in ambito spaziale, unendo all'interesse prettamente scientifico una stimolante sfida tecnologica. Analisi del movimento in microgravità L'analisi auantitativa tridiniensionale del movimento di soggetti in assenza di gravità rappresenta un'aiiività soerinientale di estremo interesse in anibito scientifico e tecnologico. In particolare, la caratterizzazione delle sirategie di movimento investe aspetti di approfondimento conoscitivo nel campo delle neuroscienze di base e pone obbiettivi più specificatamente di applicazione clinica e di ottimizzazione delle prestazione dell'uomo in ambiente microgravitario. La raccolta di informazioni di natura cinematica sul movimento dell'equipaggio di missioni spaziali è stata basata in esperienze precedenti sull'analisi di fotogmfie e di video acquisiti in volo. Metodiche di osservazione qualitativa o video digitalizzazione bidimensionale (una telecamera) non hanno tuttavia consentito di ottenere risultati ailidabili in termini di accuratezza e ripetibilità, precludendo ogni possibilità di osservare in modo quantitativo e sistematico l'attività motoria degli astronauti, sia durante attività lavorative di routine, sia durante l'esecuzione di specifici protocolli di movimento. Una possibile alternativa è la cosiddetta "tuta biomeccanica" ("raiige of i~ioiioiisirit ") che compare come facilif~,disponibile per attività sperimentali a bordo di ISSA. L'esperimento tecnologico T3 della missione ESAEUROMIR '95 basato proprio su uno strumento del genere (ANBRE), ha tuttavia evidenziato i limiti di tale tecnoloeia. " La costrizione dei movimenti, la necessità di sviluppare un modello HW specifico per ogni soggetto, una diilicile e poco stabile calibrazione del sistema ed una accuratezza che ammette errori anche di IO0 nella misura degli angoli articolari precludono la possibilità di raggiungere l'obbiettivo di una accurata e sistematica valutazione quantitativadelle performance motorie. qilnY m i r I I"'" Il sistema ELITE-S In configurazione di volo. 11ruolo del Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di M a n o Le tecnologie opto-elettronicheper l'analisi del movimento (sistema ELITE, Elaboratore di Analisi Televisive) sviluppate dal Dipartimento di Bioingegneria e dal Centro di Biongegneria della Politecnico di Milano e della Fondazione Pro Juventute Don Gnocchi, sono emerse come shumenii capaci di offrire consistente afidabilità, accuratezza e flessibilità opemionale per l'impiego su piattaforme orbitanti. I1 sistema ELITE consente di devare la presenza nell'ambiente di marcatori attivi o passivi, di registrarne le coordinate bidimensionali e, attraverso metodiche di stereofotogrammetria, di ricostruirne la posizione tridimensionale. I1 vantaggio operativo per l'installazione e l'impiego a bordo di moduli orbitanti consiste nel fatto che al conhaio di sttumentazionida calibrare sul soggetto("ratlge of tiiotios sirits") il sistema ELiTE è realizzato in modo da operare nell'ambito di uno specifico volume calibrato, senza alcun contatto con il soggetto e senza limitarne in alcun modo i movimenti. In questo senso, le tecnologie opto-elettronichesu cui è basato il sistema emergono come particolarmente adatte per la realizzazione di facilities per l''analisi quantitativa tidimensionale del movimento umano in microgravità,con specifiche finalità in campo seientifico e tecnologico: Iapprofondimento delle conoscenze sui meccanismi di controllo e apprendimento motorio, con risvolti sulla L'equipaggio della missione EUROMIR '95. Da sinistra a destra: Juri Gidzenko. comandante; Thomas Reiter ingegnere di bordo; Sergei Avdeev ingegnere di bordo. P014L md CiR00UD Iirn YIR Layout del sistema ELITE-S nel Core Module della Stazione orbitante MIR. La forma di calibrazlone & riportata in dettaglio. definizione delle shulture ed identificazione dei paramehi di modelli interpretativi dei sistemi fisiologici; W approfondimento della diagnostica di patologie selezionate, sulla base di una maggiore comprensione dei meccanismi di adattamento, e conseguentemente degli effetti che palologie a diversa uiologia possono indurre sul comportamento motono del paziente; 1trasferimentodelle conoscenze in riabilitazione per lo sviluppo di procedure innovative e pianificazione di specifici programmi per il recupero di mobilità in pazienti con deficit motori o sensoriali; progettazione ergonomica di veicoli spaziali, di componentistica e sistemi di intemione uomo-macchina destinati a moduli orbitauti abitati, che tenga conto delle prestazioni dell'astmnauta; W definizione di programmi di attività fisica come contromisura agli effetti della microgravità sull'uomo, in preparazione di missioni di lunga durata. La stazione orbitante russa MlR L'esperimento tecnologico T4 "Human Posture in Micmgraviiy" parte del programma sperimentale della missione EUROMIR'95 ha dimostrato la praticabilità d'impiego di una versione space-qiral$ed a quattro telecamere (ELITE-S) del siitema ELITE, installata a bordo del Modulo principale della stazione spaziale russa MIR ed utilizzato nell'arco dell'intera durata della missione (I 79 giorni). Olire alla raccolta di dati di riferimento prima del volo dopo il rientro a terra dell'equipaggio, sono state realizzateotto sessioni sperimentali in volo, che hanno consentito di acquisire 100 Mb di dati di movimento tridimensionali in microgravità su due soggetti. Il programma sperimentale dell'esperimento T4, articolato in diecio protocolli, è stato progeitato per lo studio di perJorn~ance motorie di estremo interesse (postura ed equilibrio, coordinamento occhi-testamano, coordinamento testa-tronco, movimenti assiali, respirazione, ergonomia). L'esperimento ha rappresentato la prima esperienza di installazione e ripetuto impiego di un siitema automatico di analisi del movimento durante una missione di lunga durata. I risultati ottenuti confermano la possibilità di impie gare con successo una tecnologia opto-elettronica di analisi del movimento a bordo di moduli orbitanti e hanno consentito di evidenziare una serie di interventi in campo tecnologico e metodologico volti alla valorizzazione dell'accuratezza dell'analisi cinematica, athxverso l'incremento dell'affidabilità e della semplicità d'impiego del sistema. La missione EUROMLR'BS La collaborazione tra Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano nasce in occasione della missione EUROMIR'95, realizzata dall'Ente Spaziale Europeo (ESA) e dalllAgenzia Spaziale Russa (RKA). La missione ha comportato la permanenza per 179 o Avdeev) e di giorni di un cosmonauta ~ s s (Sergiei un astronauta europeo (Thomas Reiter) a bordo della stazione spaziale russa MIR C la realizzazione di un denso programma sperimentale, articolato in due raggruppamenti principali: esperimenti medico-scientifici ed esperimenti tecnologici. VASI ha curato dinamente la pianificazione di tre esperimenti tecnologici, che prevedevano attività di implementazione di specitico hardware di volo e una conseguente attività sperimentale sia a terra prima e dopo il volo (BDC pregight e post-j'ight) sia durante la missione a bordo della stazione orbitante. Lo scheduledella missione si t. articolatosu alcune tappe fondamentali: nel Luglio 1995, la capsula cargo Pmgress, carica del materiale scientificoper gli espximenti di EUROMIR'95 partiva dal cosmodromo di Baykonour in Kazahstan. Nell'Agosto 1995 venivano realizzate le sessioni di trairiirig all'equipaggio e le acquisizioni sperimentali pre-fliglit (Baseline Data Collection) nella base di Start City, nei pressi di Mosca, alle quali ha partecipato il tema di ricercatori del Dipartimento di Bioingegneria, coiinvolti anche nella definizione di aspetti tecnici ed operativi dell'esperimento T4, simulando l'installazione, la calibrazion~ l'impiego del sistema ELITE-S all'intemo del inock-up della Stazione MIR. Il 3 Settembre 1995 l'equipaggio decollava da Baykonour a bordo di un vettore Soyuz. Dopo 179 giorni di permanenza nello spazio, il 29 feb braio 1996, gli uomini di ELIROMIR'95 rientravano felicemente a temi. Dal 29 febbraio al 5 Marzo venivano realizzate le acquisizioni post-flight presso Star City, con la diretta partecipazione di ricercatori del Dipartimentodi Bioingegneria. iì progetto "Human Posture in greak" L'esperimento T4 "Human Posture in Microgravity" ha coinvolto il Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano, in collaborazione con ALENIA Spazio Torino sia per la pianificazione scientifica dell'esperimento, sia per la progettazione e realizzazione dell'harhwre (ELITE-SI e del s o h a r e di volo. ii sistema ELÌTE-S, è iato adaiiato alle esigenze di peso ed ingombro richieste per I'uploading ed è stato realizzato con componentistica space-qualijied e secondo gli standard richiesti per soddisfare i requisiti di resistenza meccanica, termica e di EMC imposti per il funzionamentoa bordo della stazione MIR. La configurazione finale del sistema comprendeva quatiro TV camere, un box contenente I'eleitmnica dedicata del sistema, un Expansion Tray per I'interfacciamento con il computer di volo. Accessori fondamentali quali la forma di calibrazione, brackets per il fissaggio delle TV camere al modulo orbitante, marcatori ed adesivi per il loro fissaggio sul corpo del soggetto, completavano l'equipaggiamento sperimentale. Il s o h a r e di volo. realizzato oresso il Dioartimento di Bioingegneria ha consentito di impostare automaticamente i paramehi di acquisizione del sistema in hnzione di una predefinita sequenza di esperimenti per ogni sessione sperimentale La fase di installazione del sistema all'interno del Core Module della stazione MiR ha previsto il fissaggio delle TV camere in opportune posizioni in modo da assicurare la possibilità di definire un opportuno campo di vista per una conveniente visibilità del oggetto durante la realiazione degli esperimenti in programma. Il ridotto spazio a disposiiione e la necessità di semplificazione procedurale per gli operatori hanno imposto l'implementazione di una procedura di calibrazione del sistema non convenzionale, necessaria per la ricostruzione delle coordinate iridimensionali dei marcatori acquisiti durante uno specifico movimento. Tale metodica è stata basata sull'acquisiizione di un oggetto tridimensionaleportante 22 marcatori opportunamente dishibuiti sulla forma stessa. L'obbiettivo primario dell'esperimento è stato I'acquisizione delle coordinate di specifici punti di repere anatomici del soggetto, sui quali erano fissati i marcatori riconoscibili dal sistema, secondo opportuni modelli di specifici per ogni protocollo. A partire dalle coordinate tridimensionali dei marcatori, ottenute dopo un post-processi~igconvenzionale a terra, il movimento eseguito o la postura assunta è stata caratterizzata sia attraversouna analisi cinematica completa (stima della cinematica del baricentro corporeo, calcolo di angoli ira segmenti corporei, velocità ed accelerazioni angolari e lineari, quantità di moto totale, momento della quantità di moto) sia mediante metodi di analisi di covarianza (metodo delle componenti principali). L'intento è quelio di individuare opportuni parametri che consentano di descrivere quantitativamente il movimento o la postura in analisi, mettendo in luce modificazioni nelle strategie di controllo motorio e l'instaurarsi di processi di adattamento alla condizione di microgravità. L'esperimento nel suo complesso è stato organizzato in diversi raggnippamenti di protocolli specifici. Esperimenti di neurofisiologia: prevedono movimenti classici per i'analisi di pmmetri neurofisjologici di controllo e strategia di movimento. In particolare, movimento di perturbazione volontaria della postura eretta (movimenti assiali, sollevamento arto inferiore, osciljazioni del tronco) consentono di valutare il ruolo che i canali informativi rivestono nel quadra generale dell'organizmione del movimento nell'uomo e nell'apprendimento di nuove shategie motorie in assenza del riferimento gravitario. Esperimenti di analisi posturale: forniscono una descrizione posturale della percezione della verticalità del soggetto (esperimento di postura eretta) e della cosiddetta 'posizione indifferente" intesa come condizione di massimo rilassamento muscolare. Misurazioni antropometriche del soggetto a partire dalle posizioni dei marcatori acquisiti consentono di effettuare valutazioni sulle modificazioni anatomiche dovute all'assenza di sfom a carico degli arti inferiori e della colonna vertebrale, evidenziando una possibile correlazionetra tali modificazioni ed una ceda categw ria di sintomi da "spacesicRnRFs". L'awio dell'era della Siazione Spaziale internazionale richiede la progettazione e la realizzazione di sitemi intensi come veri e propri laboratori orbitanti. Questo deve necessariamente prevedere una attenta analisi quantitativa del comportamento motorio e posturale dei soggetti in micrograviià, condizione fondamentale per I'ottimizzazione ergonomica delle postazioni di lavoro e l'affuiamento delle contromisure agli effetti della micmgravità sull'uomo. L'obbiettivo dei protocolli di valutazione di posture di lavoro a bordo della stazione spaziale. ~s~erimento di respirazione: il protocollo di analisi cinematica dei movimenti respiratori, messo a punto in campo c l i c o come applicazione del sistema ELITE convenzionale, ha consentito di valutare modificazioni a breve e lungo termine di parametri fisiologici di respirazione. L'obbiettivo di tale protocollo è stata la valutazione della meccanica respiratoria dei soggetti nelle vari fasi della missione, evidenziando gli effetti del 'tJliiihshifE'sulla funzione respiratoria. Collaborazione con esperimento di l$ science 38-D: il sistema ELITE-S è stato utilizzato oltre che per le già citate acquisizioni proprie dell'esperimento T4, anche nell'ambito di una collaborazione con il Dipartimento di Neurologia del19UniversitàLudwig Maximilian di Monaco di Baviera (Prof. Thomas Brandt, Prof. Marianne Dietrich). I1 sistema è stato impiegato per l'acquisizione di dati cinematici dei soggetti a terra ed in volo durante I'esperimento tedesco di video oculografia e di stimolazione optocinetica. L'intento è stato quello di verificare se alcune disfunzioni di controllo motorio e posturale, riscontrate in pazienti con patologie a carico del tronco encefalico, possano essere indotte su soggetti sani dall'assenza di gravità e correlate con alcuni sintomi di disorientamento e mal di spazio accusati da alcuni astronauti . Risultati L'esperimento T4 "Human Posture in Mimgravity" ha rappresentato la prima esperienza in assoluto di analisi quantitativa tridimensionale del movimento umano a bordo di una stazione orbitante, durante una F missione di lunga durata. La sua realizzazione è stata resa possibile daUa particolare flessibilità del sistema di analisi preso in considerazione e dalle previste modalità di calibrazione ed esercizio. Dal ounto di vista tecnologico, l'esperimento ha riscosso un pieno successo: Hardware e Soiìware hanno funzionato seE za inconvenienti per tutta la durata della missione. Dal punto di vista delle procedure a bordo, l'esperienza di EUROMiRP5 ha evidenziato la necessità di snellire le attività sperimentali, sia in termini di tempo da allocare per ogni sessione sperimentale, sia in termini di impatto sulle attività a bordo deUa stazione, a causa della necessita di utilizzare completamente lo spazio disponibile all'interno del modulo prescelto per gli esperimenti. L'equipaggio della missione è stato comunque ampiamente all'altezza del compito e, nonostante le intrinseche difficoltà deil'esperimento, tutte le sessioni in programma sono state realizzate, acquisendo circa 50 minuti (2.986 sec) di acquisizioni in volo e 105.860 fotogrammi di posture dei soggetti, che si stanno rivelando del tutto sufficienti per il raggiungimentodegli obbienivi tecnico-scientifici dell'esperimento. Controllo posturale in microgravita il molo del vettore gravità per il corretto posizionamento corporeo è un argomento di attuale dibattito nell'ambito della neurofisiologia posturale. In questo ambito, i'ambiente microgravitario rappresenta una condizione sperimentale estremamente utile per isolare le variabili ritenute alla base dei meccanismi di regolazione posturale. Due ipotesi contrastanti vengono attualmente discusse. Secondo la prima, la postura eretta viene ottenuta allineando l'asse del tronco (asse Z) lungo la direzione verticale assoluta. L'ipotesi alternativa afferma invece che la postura eretta venga regolata posizionando la proiezione del centro di massa (CM) all'intemo della superficie di appoggio. Con la specifica finalità di verificare come le due variabili in questione fossero regolate nel corso di una prolungata esposizione alla microgravità, a partire dai dati cinematici raccolti sui due soggetti, sono stati verificati gli angoli articolai e la posiiione del centro di massa. L'evidenza di un controllo del CM anche in ambiente microgravitario avrebbe supportato l'ipotesi del CM come variabile controllata. I risultati moshano che l'inclinazione del tronco rimane consistentemente stabile e fornisce al Il cosmonauta russo Sergei Avdeev impegato neli'esecuzione del protocollo di movimenti assiali a bordo della stazione MIR. Sono evidenti le telecamere e i marcatori passivi di ELITE-S e la massa aggiuntiva prevista per causare una perturbazione artificiosa nella distribuzione delle masse corporee. I l I Posizione della proiezione del centro di massa sul piano di appoggio rispetto all'asse dell'articoiazione della caviglia (media e deviazione standard) in condizioni di visione normale (EO) e visione occlusa (EC). I dati sono relativi alle acquisizioni di riferimento pre-volo (F- 17) a 4 sessioni in volo (FD) e ad una sessione dopo il volo (R+5). Rappresentazione a stick-diagram della posizione indifferente (Neutra1 Body Posture). corrispondente al massimo rilassamento muscolo-articolare in microgravità, acquisita al 69 giorno di volo. L'accurag caratterizzazione quantitativa posturale in assenza di gravita assume una rilwanza particolare la progettazione ergonomica di moduli e sistemi destinati ad impiego in orbita. soggetto un riferimento posturale affidabile. La posizione del cenm di massa, invece, inizialmente sensibilmente al di fuori della superficie di appoggio, appare essere gradualmente recuperata, evidenziando il riemergere di strategie posturali più tipicamente terrestri organizzate su meccanismi di distribuzione delle mas se corporee nello spazio. Human Factors Engineering-Human Machine Interface: a partire dati relativi a posture di lavoro (t)ping, ivriting, traiislatioiis).L'intento è quello di costituire un database di movimenti, che possano essere di riferimento perla progettazione di componentistica e postazioni di lavoro per moduli orbitanti. Con questa finalità i dati tridimensionali acquisiti sono utilizzati come parametri nell'ambito di s o h a r e di simulazione del movimento umano (Robcad, Jack) e di rappresentazione grafica (SofiImage) in ambiente Unix, capaci di fomire indicazioni quantitative per la progettazione ergonomica. Prospettive future Il successo del sistema ELITE-S nell'ambito deUa missione EUROMIR '95, ha destato l'interesse di agenzie spaziali e di ricercatori impegnati in programmi di Life Science, soprattutto in riferimento alla aper- tura di una nuova era in campo spaziale, segnata dalVawento della Stazione Spaziale Internazionale(ISS). E innegabile che la disponibilità di un sistema di analisi tridimensionaledel movimento, validato per impieghi a bordo di moduli orbitanti, apra un vasto campo di possibili sperimentazioni tecnologiche e scientifiche. in questo senso, la sfida tecnologica e scientifica dell'immediato futuro è la progettazione e la realizzazione di un siitema di analisi quantitativa del movimento tridimensionale che possa essere installato permanentemente a bordo deUa Stazione Spaziale ed impie gato come faciity di analisi del movimento nell'ambito di sperimentazioniproposte dalla comunità scientifica internazionale. In questo ambito sono state awiate fattive collaborazioni tra il Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano ed istituzioni tecnico scientificheinternazionali ed agenzie spaziali: * Department of Aeronautics and Astronautics del Massachusetts Institute of Technology nella persona della Profssa Dava Newman, Principal Investigaior dell'esperimento Enhanced Dynamic Load Sensors (EDLS) già impiegato con successo a bordo della Stazione MIR. L'obbiettivo è quello di realiire un sistema integrato per effettuare un'analisi multiparametrica quantitativa di specifici taskmotori eseguiti da soggetti in microgravità. National Space Biomedical Research lnstitute (NSBRI) nell'ambito di un accordo quadro tra NSBRI e il Politecnico di Milano, finalizzato a ricerche biomediche per l'esplorazione umana nello spazio. ELITE42 su European Physiology Module; la versione avanzata del sistema ELITE-S, ELITE-S2,k stata proposta dall'Agenzia Spaziale Italiana comefacili@ nazionale in campo delle Life Science e accettata ufficialmente dall'Agenzia Spaziale Europea per far parte del modulo europeo European Physiology Module (EPM) che sarà a bordo del modulo europeo Columbus della Stazione Spaziale Internazionale. in questo quadro ASI sta finanziando uno studio di fattibilità per I'implementazionedel sistema. * Accordo CNES-ASI per ELITE-S2 neli'ambito degli accordi europei per lo sviluppo delle facility destinate alla Stazione Spaziale Internazionale, l'Agenzia Spaziale Italiana e il Centre National d'Etudes Spatiales (CNES) hanno raggiunto un accordo ufficiale per lo sviluppo congiunto di una sistema di analisi del movimento tridimensionale, in cui convergano le esperienze maturate dalle due agenzie e dalle università ed industre nazionali in seno ad EUROMIR'95 (ELITE-SZ : ASI e Politecnico di Milano con Alenia Spazio, Bioengiee~gtechnology and Systems) e più recentemente in seno a Neurolab (KinElite: CNES, Matra-Marconi). Conclusioni Lo scenario pdcolannente positivo a livello nazionale ed internazionale garantisce al Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano di assumere un molo da protagonista nello sviluppo di un sistema di analisi del movimento destinato ad impieghi in micmgravità sulla Stazione Spaziale Internazionale. Questo successo si deve principalmente alle caratteristiche delle tecnologie opto-elettroniche sviluppate in seno al Dipartimento che le rendono ideali candidate come faciliij~permanenti a bordo di moduli orbitanti. E nostro auspicio che le collaborazioniavviate a livello di Agenzie nazionali e sovranazionali, così come con Istituzioni tecnico-scientifichenell'ambito di progetti comuni di sviluppo tecnico-scientifico ottengano quel supporto necessario per la realimione e I1insta!lazione del sistema a bordo della Stazione Spaziale. E nostra convinzione che la disponibilità di un'adeguata tecnologia sia condizione necessaria per poter shttare appieno le opportunità di ricerca scientifica in ambiente microgravitario offerte dall'awento della Stazione Spaziale Internazionale, concretizzando finalità di e l e vato profilo in campo rtecnologicoe scientifico. BibliogaRa G. Andreoni, G. Ferrigno, G. Baroni, N Colford, V. Cotronei and A. Pedotti (1996) Postirral Modifications iri Micrograviiy, Proc. of VIth European Symp. On Life Sciences Research in Space, ESA SP-390,99-103 G. Baroni, G. Femgno, G. hdreoni, F. Bracciafem and A. Pedotti (1996) Acci~raqassessnient Ni microgravi01 hirriiaii iiioveineiit aiialysis, In Proceedings Vlth Eumpean Symposium on Life Sciences Research in Space. Tmndheim, Nonvay, ESA SP-390, pp.129-134. G. Fenigno and A. Pedotti (1985) ELITE: a Digital Dedicated Hardiilare Systeiitjir Moveiiient Aiialysis via Real-Tiiiie TV-Signal Processing, IEEE Trans. Biomed. Eng., BME 32,943-950 G. 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OV-104. is launching toward a rendezvous with the Russlan Space Station Mir which is silhouetted in the background. Atlantis and the STS-81 crew spent several days docked to Mir during which time Astronaut Jerry Linenger replaced Astronaut John Blaha as the U.S. crew member on board the Russian Space Station. Scientific experimenu and logistics also were transferred between Atlantis and Mir. The U.S. and Russian flags are depicted along with the names of the shuttle crew members. Space Shutile Atlantis Jan~ary12-22,1997 Commander: Michael Baker Puoi: Brent Jen Mission: John Grunsfeld Specialists: Marsha Iviis, Jeff Wisoff, Jeny Linenger, John Blaha With John Blaha back on Earth the American presence on the Russian space outpost Mir continued 4 t h Jeny Linenger. Blaha amved back on terra firma after a total of 128 days in orbit, 118 of those spent-for al1 intents and purposes-in a foreign country. "Welcome! Welcome! Welcome!" Blaha said on Januaw 14. when the hatches between Atlantis and Mir ol;ened and a raucous round of greetiigs began. "Welcome to space station Mir, a truly intemational space station." Moments earlier, STS-81 Commander Mike Baker and Mir 22 Commander Valery Korzun had embraced in the docking adapter comecting the hvo spacecraft, and pilots, flight engineers and mission specialists reveled in each other's companionship. In addition to the exchange of crew members, Mission Specialist Marsha Ivins, Jeff Wisoff and the rest of the crew toted three tons of equipment, supplies and experiment samples back and forth between the two space- craft. Another 1,600 pounds of drinking water were transferred to Mir's tanks using contingency liquid containers. The supplies and equipment will be used by Linenger and his crew mates as they conduct research over the next several months. During a joint news conferente, the Mir commander said, "We have the greatest impression of the work we did together and the friendship \ve developed over the four months onboard." "I think this program is not only about space exploration but also about the relationship between our two counlries and that's ihe most important thiig," Blaha agreed. "In the course of ihis flight, our relationship among ourselves built up very well and 1 have the best of impressions of Russia and the Russians." As Blaha rode back to Euth in a special middeck seat designed to make his readaptation to Earth's gravity more comfortable, Linenger was unpackinghis gear and getiing used to his new orbita1 home. As of January 24, 1997, Americans had spent 306 consecutive days onboard Mir. Mission Events NASA's first shuttle mission of 1997 began with the Atlantis' launch at 3:27 a.m. CST, January 12. The first full day on orbit was spent activating the experiments in the Spacehab module, filling water As seen from the Space Shuttie Atlantis. this 35mm frame affords a full view of Russia's Mir complex during approach for docking. contàiers with drinking water and checking out the tools to be used during the rendezvous and docking operaiions. Prior to docking with Mir, the STS-81 crew activated a radiati00 monitor in addition to the Biorack multipurpose facility designed to investigate the effects of microgravity and radiation on plant, tissue, cell and hngw growth. In addition, a significant portion of flight day two was spent setting up and testing the onboard treadmill, which is designed for use in the Russian Service Module of the International Space Station (ISS). These tests evaluated the restraint system, motorization, mnning surface stability, and effectiveness in reducing diiiurbances to the microgravity environment during exercise. Commander Mike Baker and Pilot Brent Jett guided Atlantis to the fifth linkup with Mir at 955 p.m. CST, January 15. The hatches were opened two hours later at 1157 p.m. After an infomal welcoming ceremony in the Mir's core module, the crewmembers conducted a safety bnefing and went right to ivork, hauling top priority resupply items into the Russian station. Atlantis and Mir undocked at 8:15 p.m. CST, January 19. After the shuttle separated from Mi,Pilot Brent Jett initiated a two-revolution fly around of the Russian complex at a distance of about 560 feet. At - b Cosmonaut Valeri Korzun (second left), along with astronauts Michael Baker (second rlght) and Brent Jett. unstow a gyrodyne. a device used for attitude convol. for transfer to Mir. Astronaut Marsha Ivins lwks over a lengthy inventory of supplies to be msferred. As their respective roles are switched,jerty Linenger (left) partakes of one of his first meels of Mlr f w d while John Blaha has one of his final snacks aboard Russia's Mir space statlon. 10 p.m., Jett fired maneuvering jets to separate Atlantis h m Mir to begii the journey home. The fifih joint mission between the U.S. Space Shuttle and the Russian Space Station Mir concluded with a landing at Kennedy Space Center at 8:23 a.m. January 22, 1997. This ended 128 consecutive days in space for astronaut John Blaha, 118 of those were spent as a Mir crew member. I Payload Descriptions Fundamental biology: The micmgravity enviroment on a long duration mission pmvides an ideal oppominity to determine the role gravity plays in molecular mechanisms at a cellular level and in regulato~yand sensory mechanisms, and how this affects development and fundamental biologica1 growth. Fundamental biology also is responsible for characterizing the radiation of the Mir environment and determining how it may effect station-based science. Environmental Radiation Measurements: Exposure of crew, equipment, and experiments to the ambient space radiation envimnment in low Earth orbit posa one of the most significant problems to long-term space habitation. As part of the coilaborative NASAIMir Science program, a series of measurements is being compiid of ihe ionizing radiation levels aboard Mir. During the mission, radiation was measured in six separate locations thronghout the Mir using a varieiy of passive radiation detectors. This experiment will continue on later missions to measure and map the ionking radiation environment of Mir. These measurements wii yield detailed information on spacecraft shielding in the 51.6-degree-orbit of the Mir. Comparisons will be made with predictions h m space environment and mdiation transport models. Greenhouse-integmted Plant Experiments: The micm gravity envimnment of the Mir space station provides researchers an outstanding opporiuniiy to study the effects of gravity on plants, spifically dwadwheat. The greenhouse experiment detennines the effects of space flight on plant pwth, reproduction, metabolism, and pmduction. By studyiig the chemical, biochemical, and stniciural changes in plant tissues, researchers hope to understand how pmcesses such as photosynthesis, respiration, transpiration, stomatal conductance, and water use are affected by &e space station environment. This study is an important area of research, dire to the fact that plants could eventually be a major contributor to l i e support systems for space flight Plants produce oxygen and M,while eliminating carbon dioxide and excess humidity from the environment. These functioos are vital for sustaining life in a closed environment such as the Mir or the Intematiorni Space Station. Wheat is planted and grown in the "Svet," a Russian/Slovakian developed plant growth facility, wvhere photosynthesis, transpiration, and the physiological state of the plants are monitored. The plants are observed daily, and photographs and video images are taken. Samples are also collected at certain developmenta1 stages, fixed or dried, and returned to Earth for analysis. Human Life Sciences: The task of safely keeping men and women in space for long durations, whether they are doing research in Earth orbit or exploring other planets in our solar system, requires continued improvement in our understanding of the effects of space flight factors on the ways humans live and work. The Human Life Sciences (HLS) project has a set of investigations planned for the Mir 23NASA 4 mission to determine how the body adapts to weightlessness and other space flight factors, includ i g the psychological and micmbiological aspects of a confined environment and how they readapt to Earth's gravitational forces. The results of these inve stigations will guide the development of ways to minimize any negative effects so that crew members can remain healthy and efficient during long flights, as well as afier their return to Earth. Assessment of Humoral Immune Function During Long Duration Space Flight: Experiments concerned with the effects of space flight on the human immune system are important to protect the health of long duration crews. The human immune system involves both humotal (blood-bome) and cell-mediated responses to foreign substances known as antigeas. Humoml responses include the production of antibodies, which can be measured in samples of saliva and serum (blood component). The cell-mediated responses, which involve specialized white blood cells, appear to be suppressed during long duration space missions. Preflight, baseline saliva and blood sample are collected. While on Mir, the crew is administered a subeutaneous antigen injection. in flight and post flight, follow-up blood and saliva samples are collected to measure the white blood cell activation response to the antigen. Diffusion-Controlled Crystallization Apparatus for Microgravity: Protein crystals are used in basic biole gical research, phannacology and dnig development. Left n, Righc, astronautsjerry Linenger. Marsha Ivins and Peter Wisoff check out the treadrnill vibration isolarion stabillzation system (TVIS) onboard Atlantis. Eaith's gravity affects the purity and stnictural inte- gdy of crysials. The low gravity environment in space allows for the growth of larger, purer crystals of greater stnictural integrity. Therefore, the analyses of some protein crystals groivn in space have revealed more about a protein's molecular stnicture than crystals grown on Earth. During STS-Il, astmnauts will retrieve proteii samples that have been growing on Mir since the STS-79 docking on September 19 and replace them with new samples. h the experiment chamber called the Difision-controlled Crystallization Apparatus for Microgravity (DCAM), crew members will remove the "growing" samples and replace them with 162 new samples. The DCAM is designed to grow protein crystals in a microgravityenvironment. It uses the liquidniquid and dialysis methods in wvhicb a precipitant solution diffuses into a bulk solution. In the DCAM, a "button" eovered by a semi-permeable membrane holds a small protein sample but allows the precipitant solution to pass into the protein solution to initiate the crystallization process. The DCAM is a method to passively control the crystallization process over extended periods of time. The Principal Investigator is Dr. Daniel Carter of Marshall Space Flight Center in Huntsville, AL. Gaseous Nitrogen Dewar: Frozen protein samples will be transported to the Russian Mir space station in a gaseous niirogen Dewar (GN2 Dewar) on STS-81, and the existing protein crystals on board Mir from the STS-79 mission will be retumed to Earth for laboratoxy analysis. The Dewar is a vacuum jacketed container with an absorbent inner liner saturated with liquid nitrogen. The protein samples will remain h z e n for approximately hvo weeks, until the liquid nitrogen has completely boiled off. This pmvides ample time to transpori and transfer the Dewar to the Mir station. Afler the liquid nitrogen is completely discharged, the samples will thaw to ambient temperature and pmtein crystals will nucleate and start growing over the fourmonth duration of the mission. The Principal Investigator is the University of California - Riverside. Liquid Metal Diffusion (LMD) using MIM: Tbe LMD experiment will measure the ditlùsion rate of molten indium at approximately 392 degrees F. Diffision is the process by which indivi- dual atoms or molecules move as a result of random collisions with neighboring atoms and molecules. Diffusion is difficult to study on Earth because gravity masks the effect of the collisions, that is, hot poekets of liquid rise while the more dense, cooler area sink. Radiation detectors in the LMD hardware will measure the diffusive motions of a radioactive tracer in nonradioactive indiurn. The Microgravity Isolation Mount (MIM) will be used to isolate the experiment from vibrations which could disturb the liquid indium d u ~ the g experiment and induce motions which are not diffisive. The MIM also will be used io provide measured vibrations for some samples to determine how easily d i s i o n can be affected by these forces. A total of five samples wdl be processed. The information obtained from difhsion measurements can be used to determine the rate at which material travels behveen hvo bodies of fluids separated by a stagnant layer which the material must d i i e through. This is a common occurrence for some types of crystal growvth and aUoy processing on Earth. The Pnncipal Investigator is the University of Alabama - Huntmille. Optical Properties Monitor (OPM): OPM is the first experiment capable of relaying on-orbit data which will measure the effect of the space environment on optical pmperties like those of m i m used in telescopes, and structural eletnents like the coatings used on space hardware. OPM instniments will measure various optical properties of the overall experiment, shonring to what extent the samples deteriorate over the course of the experiment. Once aboard Mi, American astronauts and Russian cosmonauts mounted the monitor to the outside of the space station. This marked the first experiment deployed jointly by the U.S. and Russia. Information gathered was used to improve designs of optical and shuctural elements of spacecraft, particularly the Intemational Space Station. It also will be used to plan maintenance schedules for in-orbit satellite~,based on measured rates of degradation. OPM tvas developed by NASA's Marshall Space Flight Center and AZ Technology of Huntsville, AL. It is scheduled to be retrieved from Mir in Febmary 1998 during the STS-89 mission. The Principal Investigatorwas AZ Technologyin Huntmille, AL. KIDSAT The electric still cameras aboard Atlantis supported the second flight of KidSat, as part of NASA's threeyear pilot education program designed to bring the fiontiers of space exploration to 15 U.S. middle school classmms via the Intemet. The pilot program is a parinership between NASA's Jet Propulsion Laboratory (JPL), the University of California at San Diego (UCSD), and the Johns Hopkins University Institute for the Academic Advancement of Youth (JHU-IAAY). During the shuttle flight, the KidSat mission operations center at UCSD will be s t a M by undergraduate and high school students. The center has capabilities similar to those of Mission Control at NASA's Johnson Space Center (JSC) in Houston. The students receive telemetrv h m the shuttle on their comouter monitors and can iisten t0 and receive instructions fromNASA's flightcontro1lers aver direct channek t0 JSC. The KIDSAT mission operations team monitors the shuttle's progress around the clock and continually provides up-todate information to the middle schools, who are using the Intemet to send instructions to phe tograph specific regions of the Earth. S i c e any chan ge in the shuttle's orbit can affect stu&nts9 selections, UCSD constantly updates this information so that the middle schools may re-plan their photopph requests if necessary. This is done through a sophisticated web site that allows middle school students access to interactive maps of orbit ground tracks and other mources to aid in photo selection. When the image instructions have been verified by KidSat mission operations, they are compiled into a single camera control fde and fonvarded electronically to the KidSat representatives at JSC. They pass this fde on to flight controllers who uplink it to an 1BM Thinkpad comected to the KidSat camera. Software on the thinkpad, developed by students working at JPL, uses these commands to control the camera. These same students trained the asimnauts on the use of the sofiware and the installation of the KidSat camera in the shuttle's overhead window. After the photographs are taken, they are sent back down to the KidSat Data System at JPL, staffed by high school students during the mission, and posted on the wvorld wide web for the middle school students to study and analyze. The cumculum used by the middle school students and teachers was developed by the JHU-IAAY and UCSD. Teachers pariicipatiig in the mission leam to use the cumculum during summer training workshops. Biography Commander: Michael A. Baker (Capt., USN). Baker, 43, was born in Memphis, TN,but considers Lemoore, CA, to be his hometown. He graduated from Lemoore Union High School, and received a bachelor of science degree in aerospace engineering from the University of Texas. Baker completed flight training and eamed his Wings of Gold at Naval Air Station Chase Field, BeeviUe, TX. Baker was selected for the astronaut program in June 1985. He wvs a veteran of three space flights including, STS43 in 1991, STS-52 in 1992, and STS-68 in 1994, and with the completion of STS-81 has logged more than 964 hours in space. From March to October 1995, Baker was the Director of Operations for NASA at the Gagarin Cosmonaut Training Center in Star Ciiy, Russia, responsible for the coordination and implementation of mission ope rations activities in the Moscow region for the ShuttleMi pmgram. Crew in flighc Left t0 Right at bottom of frame. Peter Wisoff. John Blaha, Marsha Ivins. Aleksandr Kaleri. In the top half of Scene, from top leff Brentjett John Grunsfeld, Jerry Linenger. Michael Baker and Valeri Korzun. TabeUa 1 al) Equazione -=- PT i2) P~ PT - Limitato da: G ~ A ~ 4,l' c"xumcna di G ~ A ~ rnrrimaanniconh d u r r m i di .ntenoasbado 4,l' Appiicdone tipica Rapporto di trarmissione pimiamcnto oC ~ U r s aauotenadipmamerd a m a anni eonh dimmriardi mnnm dimemimedi a n i c m Introduzione Considerando le limitate capacità dei primi vettori di lancio, le comunicazioni satellitari sono cominciate con satelliti sperimentali LE0 (Low EartA Orbit)(Telstai e Rela~i). A questa fase segui una dimostrazione di fattibilità e una diffusa applicazione dei GEO (satelliti geosiazionari) i cui vantaggi, identificati chiaramente fin dall'iniziale proposta di Clarkel, si identificano nella loro capacità di definire un sistema "fisso" rispetto alla Terra. Ciò permette di richiedere unicamente la presenza di tre satelliti per ottenere una copertura globale (con esclusione delle regioni polari). Questo vantaggio è apparso così importante, da porre in secondo piano le perplessità riguardo la considerevole propagazione del ritardo che, nonostante fosse di un livello accenabile, produce effetti percettibili sulla velocità di comunicazione. Di. particolare rilievo tra le succitate applicazioni è stata la rete Intelsat, che realizzò il sogno di connettere tutti gli stati nel mondo, anche se isolati o in via di sviluppo. A causa delle limitazioni nella potenza e misura dei satelliti, erano tuttavia necessari imponenti terminali di terra, con antenne del diametro di 30 metri. Questo requisito è risultato accettabile anche se ben lontano da un'ottimiiione economica, perché queste stazioni potevano essere condivise a livello di un intero Stato. L'evoluzione dei sistemi satellitari ha portato comunque verso terminali più piccoli che potessero servire un'area più ristretta o addirittura un singolo utente. Inoltre, è cresciuta la tendenza verso l'uso di più alte frequenze, per ottenere maggiori capacità di comunicazione. A questo pmposito permettetemi di fare qualche considerazione. In Figura 3 Funzioni di accesso ed interconnessione in un sistema multisatellitare: il sistema corrisponde ad una rete terrestre in cui le stazioni di base, le stazioni di controllo e le reti di interconnessione sono state trasferite nello spazio. Una singola stazione gateway b sufficiente in linea di principio per connettere il sistema alla rete terrestre (ad esempio la soluzione IRIDIUM, vedi Tabella I). Tabella l sono riportate le maggiori caratteristiche concernenti alcuni sistemi GEO, ME0 e LE0 esistenti o proposti, che usano frequenze a partire dalla banda L (1-2 GHz) alla banda Ka (20-30 G~Z)~". in ciascuna delle categorie GEO, ME0 e LEO, le prime due colonne sono relative a sistemi mobili o mobili personali, dove il temine "mobile" indica operazioni con piccoli terminali di tetra capaci di essere montati e utilizzati su veicoli e di usare, moderatamente, antenne direzionali; il termine "mobile-personale" indica operazioni con terminali palmari che usano antenne omnidirezionali per evitare problemi di puntamento. L'ultima colonna relativa ai satelliti GEO e LE0 riguarda sistemi a larga banda che usano piccoli terminali da installarepresso siti predefiniti dall'utente. Copertura completa versus copertura "a spotn L'architettura dei sistemi satellitaripuò essere classificata, in principio (Figura 2) in due categorie concettualmente differenti: a) sistemi che usano un transponder trasparente ed un'antenna a copertura completa (cioè un'antenna che copra I'inera area di nutenza); b) sistemi cellulari che usano antenne multifascio e on-boardnvitchirig. Da notare è che sebbene i satelliti multifascio producono una copertura cellulare concettualmente identica alla copertura di sistemi cellulari terrestri, c'è una difirenza fondamentaleriguardo alla dimensione della cellula, che è molto più elevata nel caso dei satelliti. La soluzione a) è ottimale quando lo stesso segnale èinviato a tutti gli utenti connessi in "broadcastiiig". E tuttavia lontana dalla soluzione 0thmale quando segnali differenti sono inviati ad utenti differenti e, nel caso estremo, quando ogni segnale particolare è inviato ad un siigolo utente; questo chia- Figura 4 Funzione di accesso solo In sistema mutisatellitare: corrisponde ad una rete terrestre in cui le stazioni di base sono state trasierite nello spazio (ad esempio la soluzione Globestar. vedi Tabella I). ramente awiene in conversazioni bilaterali, cioè nei classici sistemi di telecomunicazioni. In effetti, inviando dappertuito un segnale che abbia una specifica destiiazione, si produce dispersione di potenza e di spettro di frequenza. In questo caso, la soluzione b) è più conveniente perché permette di: risparmiare potenza da satellite e da tetra concentrando e f o c a l i d o l'irradiazione e la captazione del segnale lungo la direzione di interesse, di riutilizzare le medesime frequenze su fasci non adiacenti. Questi vantaggi, tuttavia, vengono raggiunti a costo di una maggiore complessità e di una flessibilità molto ridotta. Con riferimento all'ultimo punto, si consideri ad esempio che la soluzione a), al contrario di b), consente di cambiare, in un determinatosistema satellitare anche se gia operativo, il metodo di modulazione e di accesso senza la necessità di variare il segmento di spazio. Broadcasting Sulla base delle considerazioni precedenti e valutando le potenzialità dei satelliti che posso essere costnllti e lanciati ai nostri giorni, è immediato concludere che i satelliti GEO sono particolarmente adatti ad ofire, con configurazioni semplici e flessibili, broadcastitig televisivi con l'impiego di terminali a ridotta apertura (antenne con diametri di pochi decimetri). La menzionata flessibilità permette oggi di variare in un deteminato satellite la trasmissione di segnali visivi da analogica a digitale, approfittandoin questo modo delle tecniche moderne ed avanzate di compressionea larghezza di banda. E possibile la allocazione di almeno cinque canali digitali in vece di un canale analogico. Comunicazionibilaterali Quando, contrariamenteal puro broadcasti~~g, è necessaria la trasmissione di ritorno da un piccolo terminale, nascono notevoli difficoltà a causa delle limitazioni di potenza nei terminale stesso. Casi estremi sono : Catiale di iitortio coli tiiolta riiiriore capacità rispelto al canale diretto Questa è una situazione che nasce ad esempio in sistemi di teleeducazione, quando un segnale video è trasmesso da un centro di insegnamento ad una comunità di utenti mentre un segnale audio è messo a disposizione per una comunicazione di ritorno (per domande, osservazioni etc.). ,Alcuni sistemi V-SAT, rientrano in questa categoria. E in effetti la modesta capacità del canale di ritorno che consente di mantenere entro limiti accettabili la potenza di trasmissione da piccoli terminali di terra. Un'ulteriore riduzione di tale potenza pub essere ottenuta usando un sistema multifascio sulI'irplink, a patto che tale riduzione sia così importante da giustificare l'incremento di complessità. Comirriicazioiii bilanciate bilaterali irtente-iriente Come già rilevato, questa soluzione è tipica di classiche telecomunicazioni per le quali la soluzione ottimale in termini di potenza e spettro di frequenza k un sistema multifascio (o cellulare). Daremo attenzione a questo aspetto nei prossimi paragrafi. in Figura 2, si fa riferimento a soluzioni che sono tipiche dei sistemi GEO e particolarmente di un satellite GEO che serve una determinata regione. Se si considerano sistemi multiisatellitari (e questo è sempre più il caso per sistemi ME0 e LEO) i collegamenti intersatellitari possono dare la possibilità di -hhlld Probabilitàdi raggiungimento per la quale la attenuazionetotnle non varia con la frequenza G H ~ 11.6 15 20 25 30 35 40 45 50 Figura 5 Distribuzionidi attenuazionea 1 1.6 GHz per diverse stazioni italiane (angolo di elevazione 33 gradi). - interconnettere utenti connessi a diversi satelliti (Figura 3). Questa è la soluzione adottata per la rete IRiDlUM, e i sistemi Spaceway e Teledesic. Funzioni di commutazione possono essere trasferite dallo spazio a terra in una stazione hirb attraverso la quale vengono allestite connessioni doppio-liop. In questo caso, come riportato in figura, anche le connessioni tra diversi satelliti possono essere reaiiiate attraverso la rete terrestre. Questa soluzione, che coinvolge le connessioni doppio-hop, non è adeguata per la trasmissionevocale in sistemi GEO a causa dell'elevata propagazione del ritardo; al contrario puii essere adottata per sistemi LEO, a patto che venga allestito un numero sufficientedi stazioni di terra. Lario 8 1U' 101 1.4IO-' 1.710' 1.9 10j 2 10' 2.2 10' 22 lo3 Genova 7 10-1 10' 1.5 10' 2 io-> 2.3 10' 2.6 10' 2.7 10' 2.7 10' ricezione. Per il caso a) devono essere considerati due sottocasi (al e a2). 1 casi a) e b) avevano o avranno applicazioni pratiche come indicato ;il caso C) sarà di interesse per futuri sistemi ad elevate capacità, come discusso più avanti. Consideriamo come la capacità di trasmissione cambia aumentando la Frequenza. La capacità di trasmissione Tabella 3 Fattori moltiplicativi a 11.6 GHz per scalhig in attenuazione di frequenza 30 45 SO Frequenza (GHz) 20 FattoreMoltipl 2.45 4.5 6.3 7.5 C su una certa area può essere definita come : dove B è la banda a disposizione e k è il numero di volte che viene riutiliita. Ricordiamo ora che, come regola di base : Roma Cagliari 5 lo' 7 lo' 9 10-1 1.1 10' 1.210' 1.4 10' 1.4 io3 1.45 le3 1.4 lU' 2 10-1 2.7 lff 3.4 lo< 3 lo-' 4 lo< 5.1 113' 5.2 10' che principali di tali distribuzioni dell'attenuazione da pioggia sono come segue : * il margine di potenza necessario aumenta sempre più rapidamente quanto più si decresce la probabilità di raggiungimento (da notare è, a questo proposito, che I'attenuazione da pioggia aggiuntiva è tremendamente differente dalla ben nota attenuazione aggiuntiva a causa della propagazione ~tiirltipatIi,sperimentata per esempio in relays radio terrestri, dove cresce con incremento costante di 10 dsldecade); * I'attenuazione è maggiore in regioni cliiaticamente sfavorevoli ; l'attenuazione aumenta con la hquenza: in Tabella 3 sono riportati i coeilicienti per i quali I'attenuazione (in dB) a 11.6 GHz deve essere moltiplicata per ottenere I'attenuazione ad altre frequenze; I'attenuazione varia con l'elevazione dell'aneolo del " satellite; per tempi di raggiungimento non troppo piccoli (diciamo >IO-3) ed angoli di elevazione g maggiori di lo0, l'attenuazione è più o meno proporzionale al cosec(g). I dati di figura e tutti i dati a cui si fari dove f è la frequenza centrale; inoltre k è inversamente propoiuonale all'area di cellula, cioè al quadrato dell'ampiezza angolare q dei fasci di antenna; per suo conto, q è, per una data dimensione di antenna, inversamente proporzionale a f così che : Figura 6 Differenze di sito. Questa è ad esempio la soluzione adottata nel sistema Globestar. E da rilevare che rispetto ai sistemi cellulan terrestri la soluzione di Figura 4 corrispondead inviare nello spazio la stazione base cosl che il satellite diventi trasparente e venga usato per realizzare l'accesso radio alla rete terrestre. Frequeoze In questo paragrafo, viene proposto di esaminare cid che awiene quando la frequenza di operazione del sistema satellitm viene aumentata per shttare nuove larghe bande di frequenza. Consideriamo innanzitutto il caso di libera propagazione ne10 spazio. La Tabella 2 mostra cosa awiene al rapporto di trasmissione, variando la frequenza di operazione, mentre si mantiene costante il guadagno G o l'area effettiva A delle antenne di trasmissione e ed in conclusione : CP 0 (4) L'equazione 4 mostra il grande vantaggio nel muoversi verso più alte frequenze quando si necessita di sistemi ad elevata ca~acità. Ad ogni modo, quando si arriva a frequenze oltre i 10 GHz, entra in gioco l'attenuazione da pioggia (da aggiungere all'atienuazione da spazio vuoto) Molti esperimenti ad elevate frequenze sono stati realizzati, alcuni dei quali presso il Politecnicodi Milano usano i satelliti Sino, OTS ed Italsat (21. Esempi di distribuzioni di attenuazione (ottenuti direttamente o per estrapolazione) sono riportati in figura 6 ; come ben noto, tali distribuzionidanno la probabilità che I'attenuazi~ ne sia più elevata del valore riportato in ascissa ;dal punto di vista ingegneristico, forniscono in ascissa il margine di potenza da introdurre le dimensionamento di link per assicurare che la probabilità di raggiungimento sia nei limiti riportati in ascissa. Le caratteristi- Figura 7 Copertura terrestre da parte di un satellite ad altitudine h (RE raggio terrestre). riferimento, sono relativi ad una angolo di elevazione di 33 gradi. Nella progettazione di sistemi a queste f i quenze, in presenza di una penalimione di potenza a causa della pioggia che aumenta con la frequenza, è importante evitare approcci che possano penalizzare le alte frequenze anche in una situazione di spazio vuoto. 11caso C)di Tabella 2, che mostra un guadagno all'aumentare della frequenza, è rilevante per tali applicazioni. Naturalmente tale approccio fa nascere problemi riguardo il puntamento del antenne ad alta diizionalità a onde millimetriche e riguardo la precisione p mehica delle strutture. Ad ogni modo, io ritengo che sia fondamentale che questi problemi vengano ridotti una probabilità di raggiungimento POL leggermente inferiore a 10'. Naturalmente il guadagno in probabilità produce a sua volta un guadagno in margine di potenza che può essere derivato dalla distribuzione di attenuazionee che diventa via via maggiore con la frequenza. Il fatto che con la diversità d sito possiamo ottenere un probabilità globale di raggiungimento minore di 10' usando due stazioni con una probabilità di raggiungimento WL leggermente inferiore a IO'ha come conseguenza che possiamo nuovamente raggiungere (vedi Tabella 4) le condizioni di non essere penalizzati da un incremento in frequenza, patto che si mantenga ostante la dimensioni dell'antenna, come nel caso C)di tabella 2. Un ulteriore metodo per guadagnare in probabilità è la diversità di freq~enzaj.~. Riguardo a metodi di guadagno in margine di potenza, possono essere ricordati 2 esempi: odapiive codi~ig, nel quale viene introdotto un'aumentata protezione error-correciiong-code (a spese della banda di frequenza) nella direzione soggetta a intense piogge; controllo di potenza, per la distribuzione della potenza a bordo lungo le varie direzioni in base alle necessità che emergono dall'attenuazione da pioggia. I1 guadagno in potenza che può essere raggiunto con tali procedure ha un limite indipendente dalla frequenza, per esempio intorno ai 10 dB. Ciò può esser adeguato a frequenze relativamente basse, ma perde di interesse molto rapidamente all'aumentare della frequenza. Per comunicazioni user-orieriied, può essere accettabile una probabilità di raggiungimento di poche unità nell'ordine di grandezza di 110'. Al contrario, per sistemi di intemmessione e connessione con stazioni di gatmlay di sistemi mobili (feedm) (vedi Tabella l), sono necessari valori intorno ai 10' o alle poche unità nell'ordinedi grandezza dei 10'. La località alla quale si è fatto riferimento finora (Genova in Tabella 4) appartiene alle regioni mondiale definite come regioni L dalla ITUIR (International TelecommunicationsUnion/Radiocommunications). Questa regione e regioni che mostrano condizioni migliori coprono gran parte del mondo, con eccezione delle regioni N (che includono la Florida ,i Caraibi, la costa Atlantica del Brasile, la penisola indiana, la penisola indocinese, parte delllAfrica equatoriale, Hong Kong eccetera) e delle regioni P (che includono località con eccezionali precipitazioni come I'hazzonia, parte dell'AFrica equatoriale, il Borneo, Ceylon eccetera). Per le regioni N la probabilità riportata in Tabella 4 rimane minore o uguale a IO3, mentre per le regioni P diventano maggiori di IO2per hquenze di 20 GHz o maggiori. Orbite Dopo 25 anni di operazioni di grande successo con satelliti di comunicazione GEO, negli ultimi 5 anni sono stati realizzati satelliti in orbite più basse. Vengono ora discussi alcuni vantaggi che provengono dall'abbassare l'orbita. Qualsiasi sia l'approccio adottato in tabella 1, il rapporto di potenza nello spazio libero risulta essere inversamente proporzionale a 12 ove 1è la distanza tra il satellite e il terminale di terra (figura 8). Questa distanza, quando q non è troppo piccolo, è maggiore rispetto all'altitudine h del satellite dalla terra e il rapporto 1M/h (con IM il massimo valcre di I) aumenta con il diminuire del minimo angolo di elevazione gmin e, per un dato angolo di elevazione, viene diminuita l'altitudine h7 (Figura 8). Inoltre, se tutti i fasci sono identici, la forma e la dimensione delle impronte cambia a passaggio dalle cellule centrali alle cellule periferiche; reciprocamente, per ottenere cellule identiche, è necessaria un'opportuna o m e intensità dei fasci. Dalla figura 8 è possibile derivare il guadagno in potenza trasmessa (sia dal satellite che a terra) che si può ottenere rispetto al comspondente valore in sistemi GEO. Questo guadagno è di pariice lare rilevanza quando la stazione di terra è costretta ad avere un'antenna molto ridotta e una potenza molto bassa di trasmissione; ancora di più quando, per evitare problemi di puntamento, l'antenna di terra deve essere omnidizionale, che è il caso di sistemi mobili e personali che usano terminali palmari (caso a2 o caso b in Tabella I). La citata riduzione di attenuazie ne di path è solo uno dei vantaggi che possono essere ottenuti abbassando l'orbita (vedi Tabella 5): un altro vantaggio importante è infatti la riduzione del ritardo di propagazione che nei LE0 raggiunge valori tipici di connessioni terrestri: bisogna comunque fare attenzie ne quando si introducono soiirce coders con elevaii rapporti di compressione di ampiezza di banda, perché introducono notevoli ritardi di per sé stessi. La riduzione del ritardo è importante non solo per le comunicazioni vocali ma anche per i dati, perché i protocolli sviluppati per la trasmissione dati non possono essere usati nei sistemi GEO, in particolare quei protocolli di correzione dell'errore che richiedono la rilevazione dell'errore e la ritrasmissione dei blocchi con mre. Tabella 5 Vantaed della riduzione dell'altitudine di orbita riduzione dell'attenuazione di path riduzione del ritardo di propagazione possibilità di incrementare l'angolo di elevazione possibilità di realizzare un reale sistema globale Un altro vantaggio elencato in Tabella 5 è la possibilità di operare con elevati angoli di elevazione, che facilitano il superamento di ostacoli come palazzi, alberi eccetera. Questo aspetto diventa via via pii rilevante, man mano che la Frequenza di trasmissione viene incrementata; si ricordi anche che a frequenze oltre i 10 GHz, l'attenuazione da pioggia decresce al diminuire dell'angolo di elevazione. In questo contesto si consideri che la copertura assicurata dai siitemi GEO sarebbe molto ridotta se fosse richiesto un elevato angolo di elevazione (Figura 9): la figura mostra ad esempio che un angolo di elevazione minimo gmin=lf restringerebbe la coperiura a latitudini di i65", mentre per un gmin=4O0 la coperiura sarebbe limitata a meno dei i45", escludendo dunque iutte le principali capitali europee. Allo stesso tempo, sarebbe richiesto un numero maggiore di satelliti. Con sistemi non GEO, è possibile ottenere facilmente un elevato angolo di elevazione, a patto che venga impiegato un maggiore numero di satelliti. (Figuralo). A questi vantaggi si oppongono tuttavia i seguenti svantaggi : * non appena il satellite si muove lungo I'orbita rispetto alla terra, l'altitudine decresce sempre più, vedi ad esempio I'ascissa in Figura 8, richiedendo p m d u r e di switch e handover da un satellite al seguente il numero di satelliti richiesto aumenta al decrescere dell'altitudine (vedi Figura IO), * mentre, usando satelliti GEO che sono fissi rispetto Fiira 8 Rapporto Ilh come funzione du h. L'altitudine di orbita può essere ridotta fina all'incirca 500 Km. ci06 di un valore sufficientemente elevato per evirare interferenze atmosferiche. È importante tuttavia. stare al di fuori della cintura di Van Allen (figura 10, ( che può danneggiare componenti elettronici e celle solari. Come conseguenza. sono disponibile due range di altitudine: 500 e 2000 Km che definiscono le orbite basse terrestri (Low-altitute Earch Orbitis. LEOs). m) Fiira 9 Angular haltidth of the swath width. ciob latitudini nord e sud che limitano la fascia raggiunta da sistemi GEO in funzione del numero di satelliti. Figura 10 Numero minimo di satelliti nel sistema in funzione dell'altitudine. alla terra, è possibile distribuire la capaciti di traffico dei satelliti, in funzione delle necessità delle varie patti della regione servita, i satelliti LE0 tendono a dishibuire evenly la loro capaciti di comunicazione sulla Terra, senza tenere conto che 2/3 della superficie terrestre b coperta da oceani. Secondo quanto esposto, i satelliti LE0 hanno come caratteristica positiva la capaciià di allestire un sistema globale vero, ma aUo stesso tempo necessitano di un accurato sistema di progetto per evitare un eccessivo spreco di capacità di comunicazione in regioni con modesto flusso di traffico e di sorgenti. Un concetto basilare appare essere che la loro capaciià di comunicazione deve essere scelta per essere ade- guata al massimo fabbisogno di regioni sostanzialmente non servite da altri mezzi, e di fornire una funzione complementare piuttosto che competitiva in regioni ad alto sviluppo. I satelliti ME0 sono, sotto questo punto di vista, in una posizione intermedia perché, viaggiando lungo l'orbita, possono puntare la loro antenna verso le regioni di interesse; questa è la soluzione adottata per Odissey (vedi Tabella 1). Considerazioni sui dimensionamento di poteoza Riferendosi nuovamente alla Tabella 1, due casi richiedono particolare attenzione: il caso personalmobile, in cui sono usati i terminali terrestri palmari con antenne omnidiizionali e limitata potenza di trasmissione (0.5 W); il caso personal-f~ed,in cui piccoli terminali terrestri usano un'antenna direzionale e una limitata potenza trasmessa, con una libertà di scelta rispetto al caso precedente. 7.1 ~e&nal-mobile L'equazione a2 di Tabella I si applica, con Gs=l e PT fisso. Per una data capacità di comunicazione a una determinata densità di rumore del ricevitore, anche Pr è fisso, così che è fissato il rapporto ASn2 indipendentemente dalla frequenza1'. Per esempio, per tra- II Direzionare i fasci per mantenere le cellule fisse a terra Figura smissioni vocali a 4.8 kbitls, ASn2 è dell'ordine di 1.6 104, cosa che implica DA=2 10-7, con D il diametro dell'antenna a bordo. Considerando la Figura 9, per un elevazione dell'angolo di 15", D deve essere 8 metri nel caso di satelliti GEO e 0.4 metri nel caso di sistemi LE0 a 800 Km di altezza. Per un angolo di elevazione di 40'71 valore di D diventa rispettivamente 7.6 e 0.22 metri. Da notare è che per elevati angoli di elevazione, le dimensioni delle cellule a terra tendono rimanere le stesse per ogni altitudine. Chiaramente, variano proporzionalmente con I, al variare della frequenza. I valori riportati delle dimensioni delle antenne satellitari,, corrispondono ad operazioni senza alcun margine rispetto alla propagazione nello spazio libero; se si introduce questo margine, l'antenna di un sistema GEO, può facilmente raggiungere i 15-30 metri di diametro. In effetti, i margini di p o t w sono necessari per supemre ostacoli, in particolare quando l'angolo di elevazione è piccolo; in sistemi satellitari mobili, può essere dificile adottare margini di potenza così elevati da assicurare le operazioni in ogni località del terminale: in questo caso, è richiesto un atteggiamento di cooperazione da parte dell'utente , nel senso che l'utente, quando si trova in una localith con difficoltà di propagazione, si deve muovere per cercare una posizione più favorevole. La situazione per i siitemi Geo diviene ancor più critica quando la potenzi ricewta deve essere incrementata per incrementare la capacità di comunicazione 7.2 Peisonal-fixd o mobili cooperativi Si applica l'equazione C) in tabella 1. Un piccola antenna di terra, diciamo 25x25 centimetri possiede un'apertura equivalentecirca 10 volte superiore dell'a pertura 1214p di un'antenna omnidirezionale a 1.5 GHz. Un terminale grande quanto una valigia, possibilmente con più potenza dei terminali palmari, può fornire comunicazione vocale anche con un sistema GEO senza necessità di una antenna a bordo troppo ampia. L'interesse a muoversi verso bande di frequenza più elevate, 20-30 GHz o 40-50 GHz, continua ad essere un aspetto importante, come detto precedentemente, a patto che siano assicurate condizione di diretta visibilità. Un confronto con quanto detto poc'anzi mostra chiaramente che nel caso di terminali palmari, sarebbe importante abbandonare il vicolo cieco in cui ci stiamo avventurando adottando antenne omnidirezionali : è necessario condurre ricerche sul possibile impiego di almeno una direzionaliili paaiale. Problemi di commutazione e relative soluzioni in sistemi non-GEO Un satellite non GEO, può essere usato in certe l w liti fmtanto che si trova nel rniige consentito di angoli di elevazione. Quando esce da questo range, è necessario commutare su un nuovo satellite. Questo è chiamatocommutazie ne a livello di copertura. Sistemi multifascio, comunque possono richiedere un maggior numero di commutazioni. infatti, nel caso che fasci multipli siano fissi al satellite, questi formano un insieme di cellule che scivola sopra la terra; la commutazone di un terminale deve essere eseguita ogni volta che questo lascia una cellula ed entra nella successiva. Questo processo può essere denominato commutazione a livello di cellula. In questo caso l'intervallo di commutazione è proporzionale al rapporto tra la dimensione della cellula e la velocità del satellite: concordemente, la situazione tende a diventare più critica con il decrescere della dimensionedella cellula (questo succede in particolare quando vengono impiegate frequenze più elevate) e con il crescere della velocità del satellite, cioè viene decrementata l'altitudine, per esempio passando da sistemi ME0 a sistemi LEO. La commutazione a livello di cellula può essere resa meno critica, utilizzando, invece di cellule circolari, celle allungate nella direzione dei moto (Globalstar) o può essere del tutto evitata mantenendo le cellule fisse rispetto alla Terra mentre il satellite si muove intorno all'arco di copertura: questo può essere ottenuto (Figura I I) usando fasci sieering. Teledesic presenta infatti un soluzione sofisticata in cui i fasci sono pilotati per m m di una matrice fasata (Figura 11). Ho menzionato precedentemente che in un sistema personal-mobile deve essere introdotto un margine di potenza per superare ostacoli lungo la traiettaria, specialmentenel caso di bassi angoli di ele vazione. in effetti è possibile alleviare questo proble- ma nel caso in cui più di un satellite siano siiultaneamente a disposizione e, atiraverso un'opportuna c o n mutazione, sia scelto il più favorevole ad ogni istante (diversitàdi satellite). Conclusioni Sono stati esaminati molteplici aspetti riguardanti l'impiego di nuove orbite e di nuove bande di ikquenza in sistemi avanzati di comunicazione satellitare. Parìicolareenfasi è stata data agli aspetti di radio engineering e di conseguenza non sono stati considerati molti altri problemi, particolarmentea livello di siste ma, come i metodi per l'accesso e il roirting, l'integrazione con la rete terrestre eccetera. Con riferimento agli aspetti tecnologici, appare chiaro che lo sviluppo di matrici di antenne attive sia un aspetto cruciale per sistemi efficienti che utilizzino nuove orbite e nuove bande di frequenza. In conclusione, è importante rilevare che , mentre le comunicazioni satellitari hanno cominciato a soddisfare il sogno di una comunicazione globale con soluzioni che hanno permesso di connettere stati e nazioni, I'impiego di tecnologie moderne consentirà di soddisfare il sogno$ una interconnessioneglobale a livello di individuo. E altresì evidente che sarebbe molto utile aver sistemi geostazionari LEO; questa è la ragione per cui ci sono proposte per I'impiego, anziché di satelliti, di piattaforme ad altitudini di decine di chilometri, alimentati e stabilizzati da terra attraverso fasci di onde millmetriche. Bibliografia I. A.C. Clarke, "Extraterrestrial relays", Wireless World, Oct. 1945, p. 305. 2. Alta frequenca, "Special Issue on the Sirio Programme in the tenth Year of Satellite Life", Alta Frequenca, LVI, 1-2,1987. 3. F. Carassa, "New satellite Systems and Higher Frequency Utilisation", Alta Frequenca, LVI, 1-2, 1987. 4. F. Carassa "Application of Millimeter Waves to Satellite Systems", Alta Frequenca, LVIII, 5-6, 1989, p. 405. 5. F. Carassa "Technical Aspects in the fuhue development of satellite communicationssystems with particular reference to the use of frequencies above 10 GHz." 19th Convegno Internazionale Scientifico sullo Spazio, Roma, 1979. 6. F. Carassa, "Adaptive Methods to Counteract Rh Attenuation Effects in the 20-30 GHz Band", Space Communication adn Broadcasting, 2,3,1984, p.253. Studi sul radar ad apertura sintetica (SAR) Gianni Ferretti. Andrea Monti Guarnieri. Claudio Prati, Fabio Rocca Diportimento di Oemnico ed Informazione Introduzione Lo scopo del SAR è fornire immagini elettromagnetiche (a frequenze comprese tra SOOMHz e IOGHZ) della superficie terrestre con risoluzione spaziale di qualche metro. Uno dei vantaggi di tale sistema di telerile vamento dallo spazio rispetto ai piii noti sistemi ottici è la possibilità di osservazione continua sia di giorno che di notte (essendo un sistema attivo) e anche in presenza di copertura nuvolosa (le frequenze utilizzate penetrano senza sensibili attenuazioni attraverso le nuvole). Il secondo vantaggio risiede nel fatto che, come tutti i sistemi di illuminazione coerente, anche le immagini SAR sono caratterizzateda un'ampiezza e da una fase. Proprio la fase dei dati consente al SAR di essere uno strumento molto utile per generare mappe digitali di elevazione del terreno con precisione di qualche metro e, soprattutto, di essere uno strumento unico per fornire misure di deformazioni crostali di vaste aree (centinaia di chilometri quadrati) con precisione centmetrica e con elevata densità (una misura ogni poche decine di metri a terra). 11 gruppo di elaborazione numerica dei segnali presso il Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano ha iniziato ad occupmi del problema dell'elaborazione di dati Radar ad Apertura Sintetica (SAR) nel 1985. Dal 1986, la ricerca del gruppo è proseguita di pari passo con la possibilità di avere a disposizione dati reali con i quali verificare quanto sviluppato in teoria. All'epoca l'unica piattaforma che avesse fornito dati SAR per uso civile era il satellite americano SEASAT (lanciato nel 1979 e spento dopo solo 78 giorni) operante alla frequenza di ciuca 1GHz e con banda di circa 20MHz. I dati del SEASAT sono stati utilizzati dal gruppo per mettere a punto nuove tecniche di focalizzazione dei dati e per studiare le possibilità offerte dall'interfemmetria SAR per generare mappe di elevazione digitale del terreno (DEM). Nel maggio 1991 veniva lanciato il primo SAR europeo a bordo del satellite ERS-1 (frequenza centrale di circa SGHz e banda di poco inferiore ai 20MHz). Per primo, nell'agosto dello stesso anno, il gruppo ne ha verificato le capacità interferometriche per conto dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), utih t o i dati per sviluppare nuove tecniche di elaborazione dei dati interferometrici che hanno portato poi ad un brevetto registrato dall'ESA negli USA, e ha poi valutato le capacità offerte dal sistema per misurare moti crostali con precisione centimetrica. Nel 1995 veniva lanciato il secondo satellite europeo ERS-2, gemello di ERS-I. Su suggerimentodel nostro gruppo i due satelliti vennero posti sulla stessa orbita in modo da poter operare sulla stessa zona a distanza di un giorno. Con questa disposizione (TANDEM) dei satelliti sono stati acquisiti ripetutamente dati di tutta la superficie terrestre che oggi costituiscono una base di dati unica al mondo e che consente di generare DEM di vaste zone della superficie terrestre. Prima di questa attività di ricerca sul SAR il gruppo si era occupato di trasmissione televisiva digitale da satellite. Questa attività di ricerca è culminata nel 1984 con il primo esperimento di trasmissione televisiva codificata a 2Mbls con il satellite SiRiO! Introduzione al SAR Il sistema. Il radar ad apemira sintetica (SAR) è uno strumento costituito da un radar di tipo convenzionale montato su una piattaforma mobile (un aeroplano o un satellite). L'antenna del radar è puntata verso terra ortogonalmente alla dizione di moto della piaitaforma con un angolo compreso tra 20 e 80 gradi rispetto alla direzione di Nadir (detto di off-nadir). Differenze rispetto alle immagini ottiche. I vantaggi del SAR rispetto ai consueti sistemi ottici sono legati alla capacità di operare di notte e in presenza di nuvole (ci sono aree della terra di cui non esistono immagini ottiche da satellite a causa della copertura nuvolosa perenne); ancora, il SAR può fornire immagini coerenti e ci& l'immagine contiene sia l'informazione d'intensità (legata alla rifleiiività degli oggetti) che I'informazione di fase (legata alla distanza tra bersaglio e radar). La coerenza del sistema SAR consente alcune applicazioni di grande interesse pratico, ma è causa del cosiddetto fenomeno di "speckle" visibile come una variazione casuale dell'intensità dell'immagine intorno al valor medio della retrodiffusione (lo stesso effetto di granulosità che si nota puntando un laser su una parete non perfettamente liscia). Questa vaiiazione è dovuta alla ricombinazione casuale dei ritorni radar dai vari retrodiffusoricontenuti nella cella di risoluzione dell'immagiie. Un esempio della diierenza visibile tra un'immagine ottica e una SAR è mostrato in figura 1. Figura I - Confronto tra un'immagine ottica (satellite SPOT) a desta e una SAR (satellite ERS-I) a sinistra dell'area dei Campi Flegrei (Napoli). L'immagine ottica B stata messa nella geometria SAR per rendere possibile il confronto. Deformazioni geomehiche. Le due dimensioni spaziali dell'immagiie SAR sono legate alla distanza degli oggetti dal sensore ("slarif range") e alla posizione della piattaforma lungo la direzione di moto ("azimuth"). A causa di questa rappresentazione l'immagine SAR è affetta da deformazioni geometricheeguali a quelle di un sistema ottico che osservasse la superficie terrestre con angolo di vista complementare. Gli oggetti disposti su un terreno con pendenza pari all'angolo di oflrtarlir (cioè parallela all'antenna del radar) risultano essere tutti alla stessa distanza dal radar e quindi rappresentati nella stessa cella di risoluzione (non c'é possibilità di discriminare oggetti anche molto distanti tra loro se contenuti nel piano con questa pendenza). Queste zone vengono dette di 'tforesliorteriirig". Nel caso ottico, al contrario, questa disposizione consente la miglior risoluzione spaziale. Esattamente l'opposto accade per terreni con pendenza opposta dove il SAR consente la miglior risoluzione e il sistema ottico "schiaccia" tutti gli oggetti in un solo punto deli'immagine (come in una cartolina vista di profilo). La f o c a l i i o n e . Durante il moto della piattaforma il radar emette impulsi di breve durata ad intervalli regolari. La risoluzione spaziale in distanza r (slaiit range) è proporzionale alla durata degli impulsi trasmessi t: - Figura 2 Immagine SAR ERS-I della parte orientale della Sicilia comprendente il monte Etna La fase interferomevica6 rappresentata a colori, mentre il modulo è rappresentato con l'intensità. La fase interferomeuica 6 stata ottenuta come differenza tra due passaggi ERS-I ed ERS-2 del 5 e 6 Settembre 1995 con un baseline di circa 1 10 metri. Si nota come le frange interferomeulcheseguono Bene le curve di livello. - Figura 3 Immaglne SAR ERS-I del Vesuvio (Napoli). La fase interferometrica 6 rappresentata a colori, mentre il modulo 6 rappresentato con i'intensitd. Il basellne b di circa I35 metri. Si nota come le frange interferomeuicheseguono bene le curve di livello. d 2 dove c'è la velocità della luce. Quindi per ottenere risoluzioni in distanza inferiori a 10 metri è necessario trasmettere impulsi di durata inferiore a 66 ns o, equivalentemente, utilizzare una banda maggiore di 15MHz. in pratica si trasmettono impulsi modulati linearmentein Frequenza di durata molto maggiore che poi vengono compressi con un filtro adattato nell'elabomione numerica dei dati. Per quanto riguarda inve ce la direzione di azimuth, si sfrutta il moto della piattaforma rispetto agli oggetti a terra per "sintetire" tramite calcolatore un'antenna di dimensioni molto maggiori rispetto a quella fisica. Infatti per avere una risoluzione di 10 metri alla frequenza di IGHz e alla dislanza di 8 0 0 h (la quota detle orbite generalmente utilizzate per il SAR da satellite) sarebbe necessaria un'antenna lunga più di 10 h,owiamente non realizzabile praticamente. 11 trattamento dei dati "grezzi" che consente di comprimere gli impulsi e di s i i t e t i i re l'antenna viene indicata con il termine di "focalizmione" SSAR L'atiivith del gruppo La nuova tecnica di focalizzazione. Da un punto di vista deli'elaborazione numerica dei dati, il problema della focalizzazione dei dati SAR è molto simile a quello della migrazione di dati sismici ottenuti con onde acustiche. L'esperienza del gruppo ha suggetito di modificare le tecniche sismiche (molto più avanzate di quelle radar sia perchè studiate da molto tempo con consistenti finanziamentida parte dell'industria petrolifera sia perchè il problema sismico richiede accuratezze più elevate di quello SAR) per renderle adatte alla focalinazione di dati SAR. Quindi, nel 1987 è stata messa a punto e verificata con i dati SEASAT una tecnica di focalizzazione che rispetto alle precedenti è risultata essere più efficiente computazionalmente, più semplice (il cuore dell'algoritmo occupava 20 righe di Fortan 77), più precisa e, soprattutto, esente da distorsionidi fase del dato (condizione essenziale per le applicazioni interferometriche)'. La nuova tecnica è diventata presto punto di riferimento per i nuovi prodotti software e la sua pubblicazione ha avuto come effetto non trascurabilequello di far uscire il settore da un regime di oligopolio con una conseguente radicale riduzione dei costi. L'interferometria e le sue applicazioni. Ad ogni pixel di un'immagine SAR è associato un numero complesso risultato della combinazione delle retmdiffusionidi tutti gli oggetti appartenenti ad una cella di risoluzione a terra e della rotazione di fase dovuta al percorso. In particolare la fase di ogni piiel è formata dalla somma di due termini: il primo legato ai retrodiffusori fs, il secondo dato da k=pr/I, dove r è la distanza piattaforma-cella di risoluzione e l è la lunghem d'onda del radar (pari alla velocità di propagazione divisa per la frequenza del radar). Dato che le lunghezze d'onda generalmente utilizzate sono di pochi centimetri e la distanza sensorecella di risoluzione è di qualche centinaio di chilometri (alme no nel caso di SAR da satellite) il secondo temine di fase contiene decine di milioni di angoli giro. Inoltre, il termine di fase legato ai retrodiffusori è casuale. In conclusione la fase di una siigola immagine SAR è assolutamente inutihbile. Se ora si considera la differenza di fase tra due immagini SAR riprese da angoli di vista leggermente differenti (generalmente viene indicata la distanza tra i due satelliti in direzione normale a quella di vista -baseline invece che la separazione angolare) il termine di fase dovuto ai retrodiffu" sori si cancella (almeno in prima approssimazione se la differenza d'angolo è molto piccola) e il termine di fase residuo è dato da j=ilpDr/I dove Dr è la differenza dei percorsi tra i sensori e la stessa cella di risoluzione a tena. La fase j contiene ancora un numem molto e l e vato di angoli giro (è quindi nota a meno di un elevato multiplo intero di 2p), tuttavia passando da una cella di risoluzione ad una contigua (pochi metri di distanza) la variazione di j è generalmente sufficientemente piccola da non presentare ambiguità di 2p. La fase j viene detta fase interferometrica e ad essa è legata l'informazione di variazione di Dr (misurata in frazioni di lunghezza d'onda 1) tra pixel dell'immagine SAR. Un esempio relativo alla zona dell'Etna è mostrato in Figura 2. Un altro esempio relativo al Vesuvio è mostrato in figura 3. Nota la posizione dei due satelliti, la misura di Dr può essere utilizzata per ricavare l'elevazione relativa tra i pixel dell'immagine e, quindi, generare una mappa numerica di elevazione pigital Elevation Model). Oppure, noto il DEM è possibile risali da Dr a eventuali deformazioni millimeiricbe della superficie terrestre intercorse tra due osservazioni successir ve. La precisionedella misura di Dr è legata al rumore di fase presente sulle immagini SAR. Se le immagini SAR utilizzate per calcolare la fase interferometrica sono riprese simultaneamente (e quindi il contributodi fase dei retrodiffusori si cancella) il rumore di fase è generalmente inferiore a 30 gradi e la precisione di misura di Dr migliore di V20 (pochi millimetri). DaUa misura di Dr e dalla parallasse si risale al DEM con una forte diiuzione di sensibilità,passando da errori di pochi millimetri su Dr a errori di vari metri sul DEM. Se invece le immagini SAR sono riprese con un certo intervallo temporale (questo è il caso dell'interferomehia da satellite sia nel caso SEASAT che ERSIIERS-2) il rumore di fase dipende essenzialmente dal cambiamento dei retrodiffusori sul terreno e la precisione di misura di Dr presenta una forte variabilità spaziale. Se per alcune applicazioni (come la generazione di DEM o la misura di deformazioni crostali) questa variabilità è un inconveniente, per la classificazione d'immagini e per l'estrazione di alcuni parametri geofisici può essere un vantaggio (per primo il gruppo ha proposto la generazione d'immagiii di coerenza per questo tipo di applicazioni). Per quanto riguarda le tecniche di elaborazione numerica per la generazione di immagini di fase interferometrica, il contributo innovativo del gruppo è conosciuto (e utilizzato) internazionalmente con il nome di "spectral shifi principle" o "common band filtering'u'. Consiste in un filtraggio spazio variante delle due immagini SAR al f i e di eliminare quel contributo di rumore causato dalla non completa cancellazione del termine di fase dovuto ai retrodiffusori (che in effetti cambia al cambiare dell'angolo di vista). Questo principio è stato poi applicato nella realizzazione di due pacchetti sohvare per conto dell'ESA: il primo per la generazione di immagini di fase a piena risoluzione (disponibile via rete tramite ESA-ESRiN), il secondo per la generazione di immagini di a m p i m , di fase e di coerenza a risoluzione intermedia (40 metri), ma con tempi di calcolo molto ridotti (l0 minuti su un PC per immagini 100x100km). Le immagini di coerenza Se i retrodifiori sul terreno cambiano tra un'osserva- - Figura 4 Immagine di coerenza della parte nord orientale della Sicilia. - - Figura 5 Mappa numerica di elevazione dell1Etna ottenuta a partire da 7 coppie d'immagini ERS-I ed ERS-2. Figura 6 Mappa numerica di elevazione dell'Etna ottenuta a partire da 7 coppie d'immagini ERS- I ed ERS-2 ascendenti e 3 discendenti. zione SAR e la successiva, la fase interferometrica risulta affetta da un rumore casuale. L'entità di questo rumore viene valutata attraverso le immagii di coeren2a cioè della stima del coeffciente di cmss-correlazione locale delle immagini SAR. In teoria ad ogni pixel delle immagini è legato un valore di coerenza differente, ma in pratica, avendo a disposizione solo due immagini per stimare la coerenza, si suppone che il segnale sia siazionario in un'area di qualche pixel. La risoluzione dell'immagine di coerenza è così ridotta rispetto a quella delle inimagini di partenza. La coerenza è compresa tra O (retrodiffusori completamente diversi nelle due immagii come, per esempio, nel caso del mare) e 1 (stessi retrodisori nelle due immagini come, per esempio, nel caso di rocce esposte). Un esempio di immagine di coerenza è mostrato in Figura 4. L'immagine mostra la parte nord orientale della Sicilia e la coerenza è rappresentata con una scala di grigi che va dal nero (coerenza nulia) al bianco (coerenza unitaria). I dati utilizzati sono stati ripresi dai satelliti ERSI ed ERS-2 a distanza di un giorno nel settembre del 1995. Si nota come il mare risulti totalmente incoerente, mentre sull'isola si notano diversi livelli di coerenza, scarsa nella parte nord più vegetata, elevata sulllEtna in corrispondenza delle colate di lava che vengono così chiaramente identificate. La coerenza varia anche in funzione della situazione climatica. In generale in aree vegetate la coerenza è più elevata nei periodi secchi (estivi alle nostre latiiudini) . immagini, si aumenta la percentuale di zone che hanno alta coerenza nell'una o nell'altra situazione e, conseguentemente, si riescono ad ottenere DEM di zone più estese. Una volta ottenuta una mappa di elevazione in coordinate SAR, questa deve essere posta in un sistema di riferimento convenzionale (generalmente UTM) tramite un'operazione di geocodifica. Un esempio di DEM della zona dell'Etna generato a partire da 7 c o p pie d'immagini SAR è mostrato in Figura 5. Owiamente a causa delle deformazioni geometriche delle immagini SAR, le zone difireslior~eiiirig risultano essere fortemente interpolate e di scarsa affidabiliti. Per ovviare a questo inconveniente sono state combinate mappe di elevazione ottenute con coppie d'immagini SAR riprese durante passaggi sia ascendenti (da Sud a Nord) sia discendenti (da Nord a Sud) dei satelliti ERS-1 ed ERS-2. Le deformazioni geome triche nei due casi sono quasi complemen!ari (nei passaggi ascendenti l'antenna è puntata verso Est, in quelli discendenti verso Ovest) quasi tutta la superficie di una zona montuosa come quella dell'Etna t rappresentata con buon dettaglio. La mappa di elevazione di Figura 6 mostra il risultato di questa combinazione. Nella stessa figura sono mostrate un'immagie SAR ascendente e una discendente per mettere in risalto le differenti deformazioni geometriche. L'accuratezza di elevazione valutata indipendentementedall'ESA è risultata essere di cima 8 metri. Un problema non trascurabile nella generazione dei DEM con immagini SAR non simultanee (come nel caso di ERS-1 ed ERS-2) è quello del cambiamento del contenuto di vapor d'acqua nella troposfera tra un'osservazione e I'altra e10 tra una zona e l'altra nella stessa osservazione. Questi fenomeni causano delle variazioni locali della lunghezza d'onda del sistema e, conseguentemente, degli artefatti topografici. Ancora una volta l'uso di più immagini interferometriche è d'aiuto per ridurre questi effetti. Il gruppo ha messo a punto una tecnica basata sull'elaborazione multi-risoluzione degli interferogrammi SAR (filiraggio wavelet bidimensionale)per stimare la potenza degli artefatti atmosferici sulle singole coppie interferomemche. In base a queste stime è possibile trovare la miglior combinazione lineare delle siigole coppie interferometriche per ridurre al minimo gli effetti atmosf&cis. Generazione di DEM Dalla fase interferometrica è possibile risalire alla mappa di elevazione (relativa) di tutti i pixel. Per ottenere questo risultato sono necessarie due operazioni: lo srotolamento della fase interferometrica ("pliase irriivrappi~ig")la geocodifica del DEM. La prima operazione si rende necessaria in quanto la fase interfeminetrica presenta dei salti di 2p che non sono legati ad un'effetiiva differenza di quota tra pixel, ma dipendono dalla rappresentazione della fase che è nota a meno di multipli di 2p. A partire dal 1987, il gruppo ha sviluppatozdelle tecniche originali di ')/las e un~~~rappilig" bidimensionali che sfruttano sia l'informazione di fase sia quella d'ampiezza delle immagini SAR. Più recentementes il gruppo ha individuato una tecnica di phase rrriwmpping più affidabile di quelle %adionali" perchè basata sull'informazione di fase di più immagini SAR. Inoltre, con più Misura di moti crostali Se la topografia è nota, il suo contributo alla fase interferomeirica può essere eliminato. Il residuo di fase interferomeirica può essere messo in relazione a piccoli sposiamenti relativi della superficie t m t r e nella d i zione del satellite. Nel caso dei satelliti ERS-I ed ERS2, per esempio, uno spostamento relativo di 2.8 cm (pari a meta della lunghezza d'onda del sistema) produrrebbe una variazione di fase interferomeirica di 2p. Se la coereuza nella zona d'interesse è sufficientemente elevata, si capisce come questa tecnica sia in grado di misurare movimenti di pochi millimetri. II gruppo ha verificato sperimentalmentequesta possibilità proponendo nel 1992 un esperimento controllato sulla'area di Bonn in collaborazionecon I'ESA per la pianificazione delle accensioni del satellite ERS-I e I'università di Stoccarda per la preparazione dell'esperimento a terra. Nell'espehento di Bonn il gruppo di Stoccarda ha collocato su un terreno agricolo diciannove riflettori molto brillanti (comer reflectors) e quindi ben identificabili sull'immagine SAR. La scena è stata ripresa dieci volte nel mese di Marzo del 1992 e nel Frattempo due riflettori sono stati spostati verticalmente di un centimetro. Dall'elaborazione delle dieci immagini SAR, il gruppo di Milano ha correttamenteidentificato quali riflettori erano stati mossi e di quanto con un errore di 2 millimetri. La tecnica è stata poi applicata dal gruppo per rilevare fenomeni naturali come nel caso delle grossa Frana di St. Etienne de Tinee poco a nord di Nim. in figura 7 è mostrata la singola immagine SAR ripresa da ERS-I; la zona interessata dalla Frana è evidenziata nel riquadro. In Figura 8 è invece - Figura 7 Immagine SAR ERS- I della zona interessata dalla frana di St. Etienne de Tinee. - Figura 8 Fase interferometricaottenuta da due immagini SAR ERS-I riprese a distanza di 9 giorni. Nei riquadro sono ben visibili le frange causate dalla deformazione superficiale awenuta in seguito al moto franoso. m1: i.r," i "s L i,ii.~L, I "q' -m -"-.-."-' .. ' i" t i- . %m W .,- - . . , . . . . . i i :, - - Figura 9 Immagine SAR ERS-I della Valle del Bove (ha). Figura 10 Mappa delle veloci6 del terreno (in cm all'anno) della Valle del Bove (Etna). mostrata la fase interferometrica ottenuta a distanza di nove giorni che evidenzia le rapide variazioni di fase in corrispondenza della frana. Questi dati sono stati analizzati dal gruppo IPGP di Parigi per ricavame un modello della frana. Avendo a disposizione più immagini è anche possibile seguire lo sviluppo temporale delle deformazioni. Se poi esiste un modello per questo sviluppo, è possibile misurare con precisione movimenti d a m molto modesti. Con questa tecnica abbiamo misurato gli spostamenti del terreno nella Valle del Bove suIl'Etna causati essenzialmente dal peso delle recenti colate di lava. L'immagine SAR della Valle del Bove è mostrata in Figura 9, menire la mappa deiie velocità del terreno (in cm all'anno) è mostrata in Figura 10. Come ulteriore esempio, si mostra come con I'interferometria SAR di ERS-I ed ERS-2 sia stato possib'ie individuare un fenomeno di subsidenza nell'area vicino ad Annifo in Umbria causato dal terremoto del 26 Settembre 1997. Il fenomeno di subsidenza è mostrato in Figura l l. L'abbassamento del terreno al centro dell'imrnagine stimato dalla fase interferometricaè di circa 8 cm rispetto ai bordi. Infine in Figura 12 si mostrano le h g e d'interferenza relative alla deformazione crostale causata dal terremoto del 1992 di Landers in Califomia. Tali frange sono state ottenute dalla differenza di due immagini ERS riprese prima e dopo il sisma. hterferometria con SCANSAR a bassa risoluzione. Nell'anno 2000 verrà messo in orbita il satellite europeo ENVISAT cbe avrà a bordo un sistema SAR di nuova generazione detto SCANSAR Questo sistema, a differenza di quelli pre cedenti consentirà di acquisire striscie d'immag'i larghe 500 km invece dei 100 attualmente disponibili. Il gruppo è stato incaricato da ESA-ESTEC di ottimizzare i parametri di questo strumento. Inolire il gruppo è stato incaricato d'investigare le possibili applicazioni d'interferometia SAR-SCANSAR. I dati SCANSAR sono stati simulati a partire dai dati della missione ERS e sono stati utilizzati per verificare la validità di tecniche d'interferometia innovative. Riferimenti bibliograllci 1. C. Cafforio, C. Prati, F. Rocca, 1991,SAR datafocusittg using seistttic ~ttigrationtecliniqlies, LEEE Transactionson AES, Vo1.27-2, pp194-207. Conclusioni Abbiamo riassunto i principali risultati di una ricerca durata più di 12 anni e fmanziata per un totale di circa 2.2 miliardi di lire principalmente dall'Agenzia Spaziale Europea @SRN e ESTEC), daUa Comunità Europea e dall'Agenzia Spaziale Italiana. Tale lavoro è stato reso possibile dal contributo di 48 studenti di Laurea e Dottorato (4) descritto in 37 tesi e progetti di laurea. I risultati principali di questa attività ricerca sono raccolti in 15 pubblicazioni su riviste htemazib nali e sono coperti da due brevetti. 2. C. Prati, F. Rocca,A. Monti Guarnieri, E. Damonti, 1990, Seisniic tttigration for SAR focirsittg: In~etferot~tetncal applications, IEEE Transactions on Geoscience and Remote Sensing, Vol.28, N.4, pp.627-640. 3. F. Gatelli, A. Monti Guarnieri, F. Parizzi, P. Pasquali, C. Prati, F. Rocca, 1994, Use of the spectral shifi i11 SAR intei$erottte~ry:applications lo ERS-I, IEEE Transactio~tson Geoscience and Reniote Sensing, Vol. 32, No 4, July 1994, pp.855-865. 4. C. Prati, F.Rocca, 1994, Process for generatirig Synthelic Aperture Radar Inte~frograms, U.S. Patent N.5,332,999, July 26,1994. 5. A. Ferreiii, C. Prati, F.Rocca, 1998, Multi-Baseline MSAR DEM reconstruction: b e wavelet approach, IEEE Transactions on Geoscience and Rettlote Sensing, in stampa. 6. S. Brofferio, C. Cafforio, F. Rocca, "Communication Experinents in the SIRIO program", Alta Frequenza ,Numero speciale sull'esperllnento SIRIO, 1984. - Flgura I 2 Faselnterfemrnetrica relativa al terremoto di Lan&rs in Californi& - Figura I I Fase interferometricarelativa alla subsidenza nella zona di Annlfo causata dal recente terremoto In Umbria. Space field research activities at the aerospace department of Politecnico di Milano Moon Exploration Since a new interest for lunar exploration and exploitation is risen up in recent years severa1 topics are under study to better design a mission to the Moon. Three are the main areas of interest: WSB Transfer Trajectories. Weak Stability Boundaries (WSB) are a new and inhiguing altemative to classica1 Hohmann transfers. Proposed for the Cst time by Belbmno, this kind of transfer trajectory exploits regions of transition between stable and unstable manifolds, providing a meaningful saving of propellant An efficient procedure to design an optimal transfer by WSB is under development along with a stability analysis of the designed trajectory. Orbit Maintenance. The non-uniform gravity field of the Moon yields strong periurbiig effects on low perilune orbits leadig to a hard landing a h r few revolutions. A siudy of long and medium term effects aimed Io identify periodic stable solutions and stabilising minimum Dv manoeuvres has been camed out. * Optimal Landing. Minimum mass homing trajectory to a desired target from a given coasting orbit is ofprimary for the actual reaiisation of the mission. Optiial control law and optimal initial conditions have been denved to perform the d e s i i landing trajectory keeping into account orbita1 and attitude dynamics and constraints. Figure I: Periodic solutions Figure 2: Optirnal thrust program Figure 3: w o link planar manipulator MicrosafeiiitesDesign: PalaMede Program PalaMede aims to put in a sun-synchronous polar orbit a micmsatellite entirely designed by students inside the Department of Aerospace Engineering of the Politecnico di Milano. PalaMede is an educati& nal program and is intended Io be an important chance for students to apply in practise what they have learned in theory. Furthermore PalaMede is designed to be a basic platform to test new concepts for future small and cheap satellites. In pariicularly N o basic ideas are lead i g the entire project: first of al1 the subsystems are made by standard components not design for space and second PalaMede will be a muhipurpose bus fora wide range of payloads. Two cameras repwmt present payload: one CCD colour camera, which shaU take pictures of the Earth, and an infrared wnera, which shaU take picture of the outer space. The prehmmy design of al1 the suhystems is complete, at present, and part of the power system and HDCS is going to be built and tested. Fiexible Manipdators Space robots will play an increasing important role in space missions of the Intemational Space Station era. Space robot arms are very light and slender: then the flexibility, causiig long period elastic vibration during maneuvering, is a critica1 issue to dea1 with. The foilowing arguments are being studied : * Path Optimiition. Different kind of optimization are beiig investigated, e.g. time and energy consumption minimintion. Flexibility Control. Both standard optimal control system, as LQR, and modern method, as Neural Networks, are applied to contml links and joints flexibili@. * Interaction between manipulator dynamics and base strutture. Experimental tests are earried out on a two rotational degrees-of-freedomplanar manipulator with highly flexible links, which has been purposely designed and set up in our laboratories. Active Control of h r g e Fìexible Struciures Space struciures must be characterized by a very higb efficiency, measured by the launch costs and the possibili@of being assembled directly on orbit. This calls for the adoption of modular tniss shuctures in al1 the cases where more functional elements must be wnnected but kept at a certaii relative distance. a force and a displacement transducer, wnnected to a local contro1 circuit far decentralized contro1 and topology, the mnsors and acl~atorsduptwl and the eventwlly to a global contro1 system for the coonliacontro1tdniquedl h i g d . ks expwienoe was gai- timofail theaeiuato~s.l'h activerod~ephandened,thetat&ucbmbecamemorecomplicatedan8 ment of the truss stiuctm, so it includes ihe screw a t p i e m t t h e m o s i a a $ M e a r e ~ ~ e m u l a - adapietsaad oftfie p i d c temiinril of the jwsive ting free fl& stiUdiires. M 1991, a Iarge element, in order to have globally the appropriate modular ttuss 8trncture has Been devebpd also at the le@. The proof mass actmtor is desiped as a voice coi1aciuator moving on a sled, including a servo acaDipartimento di Ingegneria Aerospaziale of PolitecmcodiMilaw.The~is19m~longand Immefer and a displacement trans8ucer b qmìent an mdepeadentunit.The a c w r is c o d using weigh only 75 kg. It is composed by 54 cubic bays made ofpiastic materiai. The suspion system is a eolocateddirect velocity feedbadc contro1law. composed of 6 mft aprings, which assure an acceptable decoupling of the rigid body pendulum rnodes from the elastic vibration modes (0.3 Hz agairist 1.1 Hz appmximately). For the activecontro1of ihe tniss smichirethe structure. is equipped with a system of electrovdves connected to a pressurized air system, emulating air jet thrus m . Another fareseen solution is the construction of dedicateti actuators, such as active rods capable of Figure 5: elernena of the adve member replacing any of the passive eìements of the shuchm or p m f mass actuatm. The shape and position contro1 of the stnicture will be performed by adopting s d different contro1strate gies, ninging fmm the most traditional linear robust controiiersto the non-conventionalprediciivdadaptive and h y eomllers, making use of hybrid acluation experiments re.lated to the active m t m l of LSS. The experha& differfor thed a l s used,the siructural m I Figure 4: TESS expreriment These stnictures, called Large Spiice S t r u c m (LSS), am b c k M by their high slendemess, low weight and high flexiiility. n e requirements on the pointig stability of LSS are vesy ofien so stringent that some mrt of active eonirol must be pmmt on the shucture. In this way the transient response to extemai disturbanees can decay d%ciently fast even in presence of maneuvers like docking and cmw movernenis. S i 1985 severa1 research centers bave undertakm W-. Design of Actuatm for Strochiml Contro1 Two kinds of actuatm have been studied in partioular: o f mass acniator. The core of the active mds and p adve rod may be eithe~a p i & ~ c or a magnetestrictive element, while the e m W sensors wiU be Figure 6: proof mass actuator Convegno Internazionale "Human Motor Performance in Reduced Gravity" Introduce il Professar Antonio Pedoni. Direttore del Dipartimento di Blolngegneria A seguito deila prima giornata di lavori dedicata alla presentazione delle attivita del Politecnico di Milano nelle ricerche spaziali, la seconda giornata di lavori & dedicata al tema specifico del comportamento motorio dell'uomo in microgravità. l'obbiettivo specifico è quelio cii discutere i risultati di programmi sperimentali gi8 realizzati ed, in particolare, definire una strategia tecnico-scientifica comune per affrontare l'era della sperimentazione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. In particolare, i diversi conhsbuti affrontano tematiche relative ad aspetti fisiologici di base; all'identificazionedi tecnologie di analisi del movimento qualificate per impiego spiale; alle neuroscienze di base, con riferimento a processi di adattamento a cm&zioni ambientali alterate (plasticità neuromotocia) all'apprendimento mobxio. Intervengono ah seconda giornata di lavori i seguenti relatori: a.G. Andreoni- Bioeugineering Dept.- Poiitecnìco di Milano - Milano Dr, G. Aotonuffo - Science and Biomedical Technology Dept - Univmitii di Udine - Udine Dr. G, Baroni - Bioengiineering Dept.- Politecnico di Milano - Milano Ing. D.B d i - hternational Space University ing. L. Binnchi - Human Physiology a d KiAesiology - Ciinica S. Lucia - IRCSS - Roma Iog. A.A. Borghese - Laboratofyof Human Motiin Study istituto Nemienze e Bioimmagini - CNR Milano Proi. G. Ferrigno- Bioengineering Dept- Potitecnico diMilaao-Mih Prof d. Ma&n- Leboratoire deN&logie et Mowement CiW - Mamille -Fm& M. G. Mkocchi- PhysiologyDept.- Univefsilh Statale di Milano Milano - - Dr. K. Money- Toronto - Canada Dr. L. Mooehnino - Laboratory of Movement and Perception - UNversiiy of the Meditemnean - Marseille Fmoce Prof. DJ. Newman- Dept. of keronauties and Astronautics - M.I.T. - Basbn, MA -U.S.A. Prof. M. Paiva- Biomedical Physics Laborabry, Unimitè Libre de Brwelles - Brussels, Belgium Dr. 'C. Pozzo- Groupe Analyse du Mouvement (G.A.M.), U.F.R. S.T.A.P.S., CampusUniversitaire, Universitè de Eourgogne Duon - F m e -
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