Giugno da correggere.pmd
Transcript
Giugno da correggere.pmd
dal 1967 in anteprima l’informazione artistico-culturale Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali www.artecultura.org e-mail: [email protected] Anno XLVIII - N. 6 Giugno 2015 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa Paolo Baratella ARTECULTURA 1 Il tempo è scaduto Il mare è aperto Dove andare dunque? Mi sporcherò le mani di colore Chiedo una zattera L'onda anomala m'insegue Tutto si fa pittura Fino al più lontano orizzonte Nel radioso apparire di Pan Io sono Paolo Baratella LA SECONDA NAVIGAZIONE di Marco Palamidessi Non basterebbe venire al mondo più e più volte, magari prendendoci pure un certo gusto, per numerare, e perché no “catalogare”, gli enigmi che hanno scatenato, fecondato, afflitto, illuminato, turbato, scosso, plasmato lo spirito orgoglioso e le gesta di Paolo Baratella. Non basterebbe forse nemmeno la sua pittura, nella sua complessità, per fondare il seppur vano tentativo di tracciare un profilo netto e definitivo dell'artista come dell'uomo. È sempre più raro trovare oggi una personalità che sappia affrontare e sostenere un discorso tanto vario e articolato come quello di Baratella, personalità straordinaria, poliedrica, ideologica e intransigente, che ha voluto fare della grande arte una missione cui consacrare la vita nella sua totalità. Un gigante sulle spalle di altri ciclopi, un pittore che dice moltissimo di quanto il dentro di un'immagine si riverberi al di fuori, nel mondo di chi la contempla. Fermento spirituale, dinamismo intellettuale, talento inventivo, innata inquietudine creativa, indole visionaria, monumentalità formale di esasperato colorismo veneto-ferrarese: è in questi termini che si può e si deve circoscrivere, pur nel suo perenne divenire, questa multiforme e luminosa figura, il cui profilo si staglia inafferrabile sul panorama artistico contemporaneo. Esploratore inesausto del pensiero, dotato di uno spirito in continua e irreversibile espansione, Baratella è acceso da un incendio inestinguibile, sacro e profano a un tempo, da una fiamma tremenda e purificatrice, distruttiva e rigenerativa, che fa parte della sua natura, di una vocazione che, essendo artistica, è tutto fuorché una benedizione. Tutta la sua opera - refrattaria alla perentorietà di qualsiasi definitivo inquadramento - è pervasa da una saggezza primordiale, irrorata da una vena di sapere che scorre sotterranea lungo tutto il suo corpo vastissimo e vitale. Al contrario di quanto si potrebbe credere ad una prima e sommaria analisi della sua individualità, Baratella non si compiace affatto dell'apparente indecifrabilità segnica della sua produzione, che, più semplicemente, riflette la complessità del mondo che ci circonda. La singolarità dello stile, le sconfinate dimensioni dei cicli dipinti, l'onda d'urto con cui le immagini ci raggiungono e s'infrangono sul nostro essere, ci lasciano sbigottiti, sconcertati, risucchiati nei vortici di una pittura urlante e coltissima, in continua evoluzione a partire solo e soltanto da se stessa, e che in se stessa rinviene le ragioni dell'impegno umano, etico e culturale. Baratella è un artista che tende alla perfezione di un fine morale irraggiungibile, che fa di questa tensione il motore supremo del fare creativo. Intendendo rappresentare un monito per tutti coloro che preferiscono veleggiare in acque 2 ARTECULTURA La copertina: Fante 2012 -13 cm. 270x450, tecnica mista su tavola Pagina 2, a sinistra dall’esterno: Ich bin 2013 cm. 100x100 tecnica mista su tela segue: Resti 2012 cm. 75x90, tecnica mista su tela Pagina 3: Dal basso di sinistra in senso orario: Sarajevo 2013 cm.100x200, tecnica mista su tela Gas 2013 cm. 100x100, tecnica mista su tela s. t. 2014 cm. 50x50, collage e pittura su tela tranquille, che si guardano bene dalla ricerca della Verità, egli mette in atto la platonica seconda navigazione. La forma pittorica è disinvolta, talvolta spregiudicata: la sua inarrivabilità scaturisce da un'indiscutibile padronanza tecnica, con cui i vari mezzi espressivi vengono fra loro contaminati al fine di rappresentare, di getto e senza pentimenti, le immagini del suo sconfinato repertorio, del suo racconto interminabile, allusivo e impietosamente realistico ad un tempo. Al fianco del brano di pittura tradizionale, troviamo la trasposizione sulla tela del documento fotografico, l'intervento ad aerografo, l'inserto di scultura o quant'altro risulti utile al processo creativo. Capacissimo assembleur d'images, Baratella attraversa il tempo in cui viviamo tramite la colta citazione artistica e filosofica e l'appropriazione-manipolazione delle immagini desunte dall’universo contemporaneo. Per il suo realismo visionario, egli non fa che attingere a piene mani dallo sterminato patrimonio della nostra cultura visiva, parlando per allegorie, per aforismi iconografici, per metafore e simbologie; nutrendo il suo discorso di ricercati rimandi all'arte antica, alla storia e alla letteratura, fondendo le frammentazioni etiche ed estetiche del passato con le frenetiche suggestioni dell’attualità; mescolando altresì le dotte reminiscenze con i reperti figurativi del circuito della comunicazione di massa, del sistema giornalistico, del cinema e della cronaca fotografica, della propaganda murale e via dicendo. Scopritore inesausto di orizzonti celati dalle nebbie delle convenzioni sia artistiche che di senso, i suoi soggetti sono da sempre legati alla realtà, alla storia, alla mitologia, all’antichità classica esaltata come riparo, come esilio volontario, come ragionevole fuga da una società in cui già da tempo egli non si riconosce più. Baratella viaggia dal sublime alla lotta contro il potere, in una congerie di situazioni sovrapposte, con punti di vista originali e diversificati; dal laido al sacro dei valori utopici, dall'antagonismo alle dichiarazioni ideologiche, con la volontà della dissacrazione tendente allo svelamento della Verità. Attraversatore impavido di frontiere enigmatiche, portatore di una figuratività simbolicamente rivelatrice, Baratella opera tuffi, incursioni negli oscuri e silenti territori del pensiero. L'affiorare inestinguibile dell'immagine dal fervore interiore, dall'ebollizione mentale che da sempre agita il suo spirito, fa sì che i dipinti diventino superfici su cui l'artista proietta di volta in volta le proprie visioni: tutto proviene come da voragini apertesi a seguito di scosse telluriche avvenute nelle remote contrade dell’anima, a partire da un epicentro pressoché impossibile da individuare. Ne risultano spettacolari catastrofi pittoriche che non lasciano scampo, in cui tutto è fluttuante, allucinato, indefinito e indefinibile. I dipinti sono pervasi da un'atmosfera apocalittica attraversata ARTECULTURA 3 da rossi abbaglianti, dove i colori sono così carichi di energia da sembrare lave sgorganti da un vulcano in eruzione. È come se la tela fosse un bianco e abbacinante schermo da inondare con la fluidità di un colore istintivo, indomabile, che schizza come sangue da un'arteria femorale, preda costante delle turbolenze della psiche e dei sommovimenti dell’intelletto. Un colore che vive nei suoi valori puramente pittorici, svincolato da qualsiasi aderenza al reale, che fa sentire il tuono, il rombo, il potentissimo lampo sonoro che schianta il muro di un silenzio infinito, che regna in quegli interminabili spazi che servono alla manifestazione della Verità. La materia cromatica è posta sotto il dominio di una luce talvolta abbagliante e dirompente, al limite della fluorescenza, talaltra oscura e scaturita dalle abissali profondità a cui ritorna; una luce innaturale, fredda, che tornisce le figure e le evidenzia, le stacca, le materializza quasi tattilmente o, per contro, le rende evanescenti, dinamiche e sempre sul punto di dissolversi nell’infinità di una galassia indescrivibile. “In questo umanesimo a un passo dal delirio, l'uomo è posto al centro dell'universo in quanto essere che tende o partecipa alla ricerca della Verità. Le narrazioni sono cariche di senso, quasi sempre crude, ossessive, in cui l'estetica costituisce il fine morale, il valore supremo a cui tendere, pur nella consapevolezza della sua irraggiungibilità. Alla realtà Baratella porge lo specchio, deformato e deformante, della sua arte: non certo per rimirarsi, ma per cercare di comprendersi, di riconoscersi e, forse, migliorarsi. Per mezzo di un abbrivio immaginativo senza pari, nella sua narrazione fluente e potentissima egli manifesta l'indicibile in tutto il suo sublime splendore. Oggi come da sempre, vive in lui la consapevolezza di voler compendiare non soltanto la contemporaneità con i suoi paradossi e le sue inquietudini, ma anche e soprattutto l'essere umano come creatura che racchiude in sé un cosmo reale e simbolico in continua evoluzione e rinnovamento spirituale. Offrendoci i frutti di una profondissima meditazione, ci ritroviamo di fronte a ciò che siamo, ai nostri torpori e ai nostri incanti, alle nostre incolmabili vacuità, alle nostre insanabili angosce esistenziali: ecco perché l'arte di Baratella incute tanta soggezione e crea stati d'ansia difficilmente arginabili. Opere che per la loro vastità ci fanno soccombere sotto il loro peso, rendendoci ancora più minuscoli e forse insignificanti, come l'infinito del periodo romantico; restituendoci un diffuso senso di nullità e d'impotenza, prima di salvarci e di travasare in noi, anfore da colmare, il nettare di una miracolosa saggezza. 4 ARTECULTURA Pagina 4 dal basso di sinistra in senso orario Filo spinato 2013 cm.100x100, tecnica mista su tela Babele 2012 cm.200x150, tecnica mista su tela Trauma 2013 cm. 100x200 tecnica mista su tela Se questi sono uomini, 2013 cm. 100x100, tecnica mista su tela Pagina 5 da sinistra in senso orario Obice 2013 cm. 118x185, tecnica mista su tela Quattordiciquindicidiciotto 2012 cm. 100x120, tecnica mista su tela Esplosione 2012 cm. 120x100, tecnica mista su tela Un'arte seducente e terribile, forte della volontà di potenza dell'enigma. Baratella non concede rasserenamenti o conforti, né pause né momenti per tirare il fiato: adagiarsi sugli allori è impossibile, tenendoci lui non sulle spine, ma su chilometri di filo spinato. Siamo costantemente ai piedi di una torre di Babele insormontabile, minacciosa eppure circondata dalla grande luce della Salvezza; nel pronao di un tempio greco, a fissare le colonne o un torso marmoreo di cui s'indovina la parte mancante; a leggere epigrafi su frontoni di templi sull'orlo di rovinarci addosso, oppure davanti a cattedrali sventrate, con le navate invase dalla furia di onde inarrestabili. Di fronte a labirinti di luce, a tramonti infernali, a volti trasfigurati di personaggi mitologici, a statue mutile, frantumate, scheggiate, sparse a terra come riaffiorate da uno scavo che ancor prima di essere archeologico è psicanalitico. L’innata attitudine analitica di Baratella, quando non genera soggezione, provoca comunque un certo timore in coloro che, avvicinandosi all'immagine nel tentativo di decifrarla, si sentono a loro volta giudicati. L'opera è suscitatrice, più che di sentimenti, di sospese inquietudini e di sublimi stati mentali: è creatura pensante, attiva e reattiva, viva e pulsante, attraversata dal fulmine, che ci fissa, ci guarda dritta negli occhi, e a noi non resta che fissarla di rimando, mentre ci interroga e non ci lascia andare. Una Sfinge che ci chiede la soluzione dell'arcano, pena, se non la vita, un rimorso, un rimpianto, un'inquietudine perenne. Di fronte alle opere di Baratella siamo tutti Edipi erranti - non necessariamente in fuga dall'uccisione del padre e dall'unione con la madre -, assetati di Verità o di una qualche verità, amara o soave che sia, in cerca di certezze cui aggrapparsi anche solo per un istante. Terribile come l'abisso sotto il ponte di Kafka, potente come la Nona di Beethoven, perfetto come le Variazioni Goldberg, maudit come Verlaine, non finito come Rodin, cogitabondo come Amleto, astuto come Ulisse, bello come Zarathustra, più saggio di Salomone, terrificante come Caronte, apocalittico come Bosch, visionario come Blake, intransigente come Savonarola, acceso come Paolo e Francesca, irascibile come Mosè che fissa Michelangelo, universale come se stesso, dopo averlo incontrato siamo tutti reduci, sollevati di essere anche stavolta scampati al cataclisma. Grazie a lui saremo sicuramente migliori, in un modo o in un altro. Prima o poi ci ritroveremo sulle sue forti spalle di gigante: voltarsi o guardare al futuro, sarà il salto nel vuoto della nostra scelta. Bologna, 8 marzo 2014 ARTECULTURA 5 Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano LIBERAZIONE. MILANO INAUGUGURA LA CASA DELLA MEMORIA Pisapia: “Un luogo fondamentale, che rende concreto l’impegno della città a non dimenticare” Il 24 aprile 2015 in occasione delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo - alla presenza del Sindaco Giuliano Pisapia, del vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno e delle associazioni che coltivano il ricordo della conquista della libertà e della democrazia in Italia - è stata inaugurata in via Confalonieri 14 la Casa della Memoria, voluta e ideata dal Comune di Milano per accogliere e raccontare la memoria cittadina: un luogo aperto a tutti coloro che si impegnano per preservare e diffondere la storia che ha reso Milano testimone e simbolo dei valori democratici e di ripudio della violenza su cui si fonda il nostro Paese. Info: www.casamemoria.org CULTURA. Comune, debutta il progetto “Renata Tebaldi e il Melodramma”, sinergia tra Istituzioni e Scuola per la Valorizzazione del Patrimonio della Musica Italiana. All’incontro di presentazione sono intervenuti:Filippo Del Corno, presidente del Comitato Renata Tebaldi; Alfredo Padovano, responsabile del progetto; Giovanni Gavazzeni, direttore artistico; Riccardo Mauri, vicario del Liceo Classico Tito Livio; Andrea Di Mario, dirigente dell’IIS Marelli-Dudovich; Giovanna Gambazza, Sindaco di Busseto (PR). Il Comitato Renata Tebaldi, col patrocinio del Comune di Milano, attraverso un protocollo d’intesa con il Liceo Classico Tito Livio e l’Istituto Marelli Dudovich di Milano, ha avviato un complesso e articolato progetto didattico-documentale della durata di tre anni che promuoverà la musica ed il melodramma nelle scuole di Milano fino a tutto il 2017, attraverso laboratori, speciali programmi di educazione all’ascolto, produzioni di cortometraggi, creazioni di network telematici, partecipazione ed eventi. Info: 02 884 50 150 TURISMO. Comune, Ufficialmente presentata “MILANO LA CITTA’ D’ARTE IN SEDIE A ROTELLE”; la prima guida per turisti con disabilità motoria Il 27 aprile u.s., presso la Sala Conferenze di Palazzo Morando, in via Sant’Andrea,6, si è tenuta la presentazione di “Milano la città d’arte in sedia a rotelle” la prima guida turistica dedicata al capoluogo lombardo, espressamente pensata per i turisti con disabilità motoria.Info: 0288450150 Triennale Xtra In viaggio con la Triennale di Milano undici mostre di architettura, arte e design nei capoluoghi lombardi Il progetto consiste nella realizzazione di una serie di mostre di architettura, arte e design da allestirsi nei principali capoluoghi di provincia ( Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Sondrio, Varese) e a Sesto San Giovanni. Triennale Xtra estende al territorio lombardo, durante lo svolgimento di Expo 2015, l’attività della Triennale di Milano. Info: tel. 02-72434247 6 ARTECULTURA Parco dell’Arte all’Idroscalo Ingresso Punta dell’Est, Via Circonvallazione Segrate-Mi in occasione di Expo la scultura Vento di Maria Cristina Carlini. Un’imponente opera della scultrice Maria Cristina Carlini intitolata “Vento”, collocata su proposta della critica e curatrice Martina Corgnati, arricchisce il percorso scultoreo del Parco Dell’Arte della Città metropolitana di Milano, l’esposizione permanente che si snoda per circa un chilometro lungo via est del Parco Idroscalo e che dà vita a un inedito “museo a cielo aperto”. L’opera, in linea con le tematiche di Expo 2015 è inclusa fra gli eventi in città e invita alla riflessione sulla salvaguardia ambientale e sull’ecosostenibilità. Info www.idroscalo.info Sciami di api su EXPO 2015 Sabato 6 Giugno, nel giardino della Rotonda di Via Besana, Green Island-Alveari Urbani, in collaborazione con Conapi-Mielizia, organizza un laboratorio insieme al MUBA (Museo Bambini Milano), alla scoperta delle arnie partendo dai fiori del territorio. I bimbi potranno indossare la maschera di protezione degli apicoltori, ci saranno degustazioni di miele, piccoli gadget e il quaderno dell’Ape Milli, percorso didattico pedagogico per avvicinarsi al mondo di questi incredibili insetti. Giochi, divertimento e merenda per tutti. Per info e prenotazioni [email protected], costo 5 euro a bambino, dalle 16,00 ale 18,00 Giovedì 11 Giugno, al Politecnico di Milano di via Durando, una giornata laboratorio aperta a tutti in collaborazione con l’università Middlesex di Londra. Si parlerà di alveari, eo-design e rigenerazione dello spazio urbano attraverso pratiche di creatività ecologica. Info: 393.0552272, email: [email protected] LA ROCCA DI SUBIACO Il recupero di un bene culturale che parte dal basso Avviata la campagna di sensibilizzazione, aperta a tutti, sulla rinascita dello storico monumento entrato nella disponibilità del Comune dopo 950 anni. Parte dal basso, e dalla stessa popolazione sublacense, la voglia di tornare a far risplendere uno dei più preziosi e storici monumenti della cittadina laziale: la Rocca di Subiaco, nota anche come Rocca dei Borgia [email protected] - NASCE L’ASSOCIAZIONE ITALIANA ARCHIVI D’ARTISTA Obiettivo: tutelare e valorizzare i lasciti di autori che spaziano da Giorgio Morandi a Filippo de Pisis, passando per Pinot Gallizio, Ennio Morlotti, Enrico Prampolini, Bruno Cassinari, Remo Bianco, Gianni Dova, Cesare Andreoni, Michelangelo Pistoletto. Mettere in sicurezza e rendere più trasparente il mondo dell’arte, garantire la memoria e la valorizzazione degli artisti italiani di ieri e di oggi mettendo a sistema nuove specifiche normative e procedure. Questo l’obiettivo della neonata Associazione Italiana degli Archivi d’Artista, che si propone di operare in ambito sia nazionale sia internazionale. Tessendo una rete che mette in dialogo collezioni e archivi pubblici e privati. Info: 334.7382992 ALINARI. LA FOTOGRAFIA RIPARTE DALL’ITALIA. Noi degli Alinari siamo di nuovo qui, in verità non siamo mai andati via, se non per una ragione semplice e schietta di mercato: quanto vale la “Memoria storica” di un’impresa in un mondo in cui frenesia e consumismo sembrano trionfare sopra la storia e la cultura del mondo? Poco, a guardare i fatti di ogni giorno. Noi degli Alinari viviamo di un credo ostinato che fa parte della nostra storia da oltre centocinquant’anni da che insomma è nata la fotografia: essere testimoni fedeli del nostro tempo. E oggi continuiamo a crederci perché queste sono le nostre radici, tanto è che dopo un periodo di esperienza altalenante a contatto di un mercato compulsivo abbiamo deciso di riabbracciare il nostro canone migliore, il nostro pensiero di eccellenza con cui abbiamo a lungo rappresentato la storia del nostro Paese nel modo che tutti oggi si riconoscono. E lo facciamo per come siamo capaci, vale a dire invitando a collaborare con noi un gruppo di autori che ha sempre fatto del proprio linguaggio fotografico un connotato di ricerca e professionalità ispirata ai nostri stessi valori. (...) Per Alinari insomma , la Fotografia riparte dall’Italia. Info: www.alinari.it - [email protected] Bologna Design Week Prima edizione: 30 settembre - 3 ottobre 2015 Da mercoledì 30 settembre a sabato 3 ottobre 2015, la città di Bologna entrerà nel circuito internazionale degli appuntamenti dedicati al design con la prima edizione di Bologna Design Week (BDW), articolata piattaforma di networking e percorso culturale dedicato all’innovazione e alla promozione attraverso la forza propulsiva del design, che prenderà vita nel centro storico di Bologna, in concomitanza al Salone Internazionale del CERSAIE, appuntamento che da oltre 30 anni attira visitatori e professionisti del settore da tutto il mondo. Bologna Design Week nasce dalla lungimirante iniziativa di YOUTOOL.IT //design out of the box, rete di professionisti del settore che ha individuato nella tradizione legata al design che Bologna conserva da decenni, e sulla forte comunità locale di addetti ai lavori, una leva competitiva e un’operazione di marketing territoriale, dedicata alla promozione della città. Info 338 7276702/[email protected] Verso il Grande Bo - da giugno 2015 Da giugno si potrà visitare l’intero complesso del Bo, storica sede dell’Università di Padova. Saranno aperti anche gli spazi novecenteschi, con i loro capolavori di arte, architettura e design. Dal mese di giugno, l’intero complesso monumentale del Bo, storica sede dell’Università di Padova, sarà aperto alle visite. Questa apertura straordinaria sarà concentrata nei fine settimana, ovvero tutti i sabati e le domeniche, dato che nel percorso di visita sono compresi uffici, aule e sale che nei giorni lavorativi continuano ad ospitare la consueta attività didattica e gestionale dell’Ateneo. Le visite saranno guidate e avranno una durata di circa un’ora. Nelle prossime settimane sarà on line, all’interno del sito dell’Università www.unipd.it, una pagina che illustrerà il percorso e le modalità di visita.“Nella percezione del turista, ma anche del padovano, il Bo è solo quello”storico”, ovvero il comparto più antico del Palazzo concentrato intorno al Cortile antico afferma il Rettore professor Giuseppe Zaccaria. Per Padova si tratta certamente di un suggestivo risultato di riqualificazione ambientale e culturale. Info: 049.8273520 Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano Preziosa 2015 - Florence Jewellery Week Connettere mondi - Identità/Diversità Una settimana dedicata alla ricerca orafa. In occasione dei festeggiamenti per i 30 anni di attività, LAO - Le Arti Orafe Jewellery School presenta il progetto Florence Jewellery Week, una settimana di confronti ed incontri interamente dedicata alla creazione orafa e alle complesse relazioni tra ricerca artistica, artigianato e design. Il progetto vuole contribuire a riavvicinare questa realtà, mettendo a confronto il lavoro di alcuni artisti e designer europei, cinesi e russi, e ospitando due sezioni speciali dedicate all’Africa e all’India, con gioielli in mostra, presentazioni e artigiani che lavoreranno in pubblico secondo le antiche tradizioni. L’evento è realizzato in collaborazione e con il Patrocinio del Comune di Firenze, Assessorato allo Sviluppo Economico, Turismo e città metropolitana, e con il Patrocinio del MIBACTMinistero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Info:Tel. 055 2280131 A MERANO (BZ) 29 aprile 2015 Inaugurato il progetto FIGURE UMANE Tre artisti contemporanei - Stephan Balkenhol, Aron Demetz, Urs Lüthi - omaggiano altrettante importanti personalità della cultura particolarmente legate a Merano, con tre sculture poste ‘open air’ sulla Passeggiata Lungo Passirio. Un importante appuntamento d’arte, un percorso della memoria che omaggia e ricorda alcune figure chiave dello sviluppo intellettuale di Merano, la cui presenza ha contribuito notevolmente al suo arricchimento culturale. Questo è quanto si prefigge il progetto FIGURE UMANE, promosso dal Comune di Merano col coordinamento di Merano Arte, che inaugurato il 29 aprile 2015 presso la Passeggiata Lungo Passirio, abbraccia un arco temporale di molti anni. Info: www.kunstmeranoarte.org Festival Letterario Sardegna XII Edizione - Gavoi, 2 - 5 luglio 2015 Preludio, Gavoi, 13 e 14 giugno 2015 La stagione letteraria barbacina si apre come da tradizione con il Festival Letterario della Sardegna che da dodici anni si tiene a Gavoi (NU) il primo fine settimana di luglio dal 2 al 5 - e che per il secondo anno consecutivo raddoppia l’appuntamento con una due giorni di Preludio al Festival, il 13 e 14 giugno. Mentre il primo ospite svelato per il Preludio di giugno è lo scrittore, umorista e sceneggiatore bolognese, Stefano Benni, dal 2 al 5 luglio il Festival propone un articolato e ricco programma di incontri, mostre, musica e cinema che accompagna il pubblico in un interessante percorso narrativo fatto di storie, voci, vite, attualità, finzione e realtà. T. +39078452207 MUSEO DELLA MERDA Il Museo della Merda nasce da un’idea di Giovanni Locatelli, proprietario dell’azienda agricola di Castelbosco: un’azienda che ospita 2500 bovini destinati alla produzione di latte per il Grana Padano. Dalla gestione quotidiana dei capi, della loro produzione e dei loro rifiuti è sorta la necessità di trasformare l’azienda stessa in un progetto ecologico e industriale avveniristico. Dallo sterco viene oggi ricavato metano, concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni attraverso sistemi di nuova concezione che, oltre a ridurre l’inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, seguono un principio che ridisegna il ciclo della natura in un circolo virtuoso, restituendo ad agricoltura e allevamento l’importanza di sempre. Accanto alla sede dell’azienda, all’interno di un castelletto ristrutturato dall’Architetto Luca Cipelletti, trovano spazio reperti, manufatti e opere d’arte di interesse estetico e scientifico. Info: 02 36565 133 IL CAMMINO DI SAN BENEDETTO MANIFESTOINTELLETTUALI,EBREI E CATTOLICI PRO ARMENIA.SOLIDARIETA’ AL POPOLO ARMENO, AL CATHOLICOS E AL PAPA. Tutti coloro che condividono il principio e desiderano avere il testo integrale del Manifesto annunciato possono rivolgersi al seguente indirizzo e-mail:[email protected] FESTIVAL DI VERBIER con la presenza di 6 grandi direttori d’orchestra Per questa nuova edizione, dal 17 luglio al 2 agosto 2015, Il Festival di Verbier è riuscito ancora una volta a riunire nel cuore delle Alpi Svizzere un gruppo di artisti invidiato dai più grandi festival. “In cartellone ci saranno sei dei più grandi direttori d’orchestra del nostro tempo” dichiara con grande soddisfazione Martin T. Engstroem, Fondatore e Direttore Generale del Verbier Festival presentando il programma della 22.ma edizione. In apertura del Festival, il maestro americano James Levine ha scelto Verbier per il suo ritorno dopo otto lunghi anni di assenza dalle scene europee. Oggi “Conductor Laureate” dell’Orchestra del Festival di Verbier, James Levine ha contribuito, sin dal 2000, al successo della nostra orchestra e le ha premesso di diventare una delle migliori orchestre al mondo. Un altro significativo ritorno, il grande maestro indiano Zubin Mehta, figura essenziale della musica d’oggi. Info .+41 (0) 219259060 Presentato a Subiaco in dettagli lo storico percorso di Spirito e Natura che da Norcia arriva a Montecassino. Prospettive e sviluppi su un progetto tutto italiano di crescita ed incentivo sul turismo culturale. Una sala gremita ed entusiasta ha accolto la presentazione del Cammino di San Benedetto: trecento chilometri in sedici tappe, da Norcia a Cassino passando per Subiaco, attraverso i luoghi più significativi del percorso spirituale e umano di San Benedetto. “Un progetto in cui crediamo davvero” - ha detto in apertura dell’incontro Francesco Pelliccia, Sindaco del Comune di Subiaco che ha ospitato l’iniziativa. Info: http://www.camminodibenedetto.it/ I restauri nella Libreria Piccolomini le vetrate e l’affresco di Pinturicchio raffigurante Enea Silvio parte alla volta di Basilea. Siena, Libreria Piccolomini Cattedrale di Santa Maria Assunta . Sono stati presentati lo scorso aprile i recenti restauri nella Libreria Piccolomini commissionati dall’Opera della Metropolitana ed eseguiti tra il settembre 2014 e il marzo 2015 dal Laboratorio di Restauro di Fabrizio Iacopini e dalla Diana vetrate d’arte - mosaici, con la direzione dei lavori da parte dell’architetto Annalisa Pisaneschi e l’alta sorveglianza della dottoressa Anna Maria Emanuele della Soprintendenza. La Libreria Piccolomini si presenta, per più versi, come un unicum nel panorama artistico del Rinascimento: la posizione della biblioteca all’interno della cattedrale, gli affreschi. Info: t. 055 290383 SIRO BRONDONI giornalista, critico d’arte ed animatore culturale ci ha lasciato il 1 gennaio 2015. Ne riceviamo la notizia solo in questi giorni e lo ricordiamo a quanti ebbero relazione di collaborazione con lo scomparso personaggio formulando le condoglianze alla Famiglia Brondoni da parte di quanti lo conobbero anche tramite Artecultura e dalla redazione della Rivista che ne formula il triste annuncio. Artecultura Il Museo Nicolis di Villafranca per Expo di Milano 2015 Saranno infinite le suggestioni sul tema di Expo Milano 2015 che porteranno milioni di visitatori a scoprire innovazioni, prodotti, tecnologie, testimonianze, idee su come nutrire il nostro pianeta e renderlo vivibile e fruibile per miliardi di abitanti. Un tema che, nella interpretazione affascinante e visionaria di Expo Milano 2015, dà spazio a molteplici forme di nutrimento del corpo, della mente e dell’anima. Per questo non è arbitraria o non coerente la partecipazione del Museo Nicolis di Villafranca - oggi uno dei più importanti Musei privati in Italia e in Europa con 7 collezioni di auto, moto e biciclette d’epoca, strumenti musicali, macchine fotografiche e per scrivere, accessori da viaggio - ospite della grande Mostra “Arts & Foods. Rituali dal 1851”, curata da Germano Celant alla Triennale di Milano, dal 10 aprile al 1 novembre. Informazioni: 045 630 32 89 Petravia, la Puglia si mostra ad Expo Ancora una volta il binomio Casillo Group e Carlos Solito si ripropone su uno scenario internazionale, dopo il primo feat avvenuto lo scorso anno in occasione della presentazione newyorkese dello spot pubblicitario “la luce, il vento, la tradizione”. Per inaugurare la sua partecipazione a Expo Milano 2015, l’azienda di Corato (Bari) , il più grande gruppo agroalimentare del centrosud Italia, main partner dell’official sponsor ExpoFarine Varvello, dal 7 maggio, a partire dalle ore 18.00, nella cornice del Cluster Cereali e Tuberi lancia la mostra fotografica “Petravia, viaggio in Puglia”. Un viaggio in Puglia tra colori e luci meridiane raccolto in 32 fotografie la cui forza espressiva, ancora una volta, marca il talento narrativo del photoreporter, viaggiatore, scrittore e filmaker salentino all’ennesimo banco di prova con la sua regione, i luoghi natii, il Mediterraneo. Info: 800198416 LEDRO LAND MUSIC e Pursimuove E’ sempre visitabile la “mostra all’aria aperta” nascosta nel folto pineto del piccolo borgo trentino. 20 installazioni cariche di suggestione e magia . Info: 0464592729. ARTECULTURA 7 ARTECULTURA Mensile d’informazione artistica e culturale Abbonamenti 2015 Abbonamento euro 50,00 Abbonamento sostenitore euro 100 con omaggio di una Grafica a colori, cm. 50x70 di Artisti Contemporanei disponibili: Alfieri, Fomez, Kodra Milano, Galleria Credito Valtellinese 10 giugno - 20 settembre 2015 Tra le numerose mostre previste durante il semestre Expo, quindi dedicate al cibo, spicca per la sua forte originalità “Cibo di carta”, prodotta dalla Fondazione Gruppo Cre- CIBO DI CARTA Intestare Artecultura c.c.postale n. 84356302 Via Ciovasso 19, 20121 Milano Da 48 anni, dal 1967, l’Informazione Artistica su Artecultura è presente in anteprima e per un intero anno su Internet. Il pdf è scaricabile dal sito www.artecultura.org Da ottobre del 2014 ad oggi, la rivista mensile ha dato un nuovo risalto all’arte contemporanea, pubblicando la copertina ed un ampio servizio all’interno di 4 pagine a colori di artisti, pittori e scultori senza limiti anagrafici né di tendenze, puntando sulla qualità delle opere. La cronologia delle uscite è la seguente: 1) Artecultura n. 7 ottobre 2014: Antonio Fomez 2) Artecultura n. 8 novembre 2014: Sergio Sarri 3) Artecultura n. 9 dicembre 2014: Fernando De Filippi 4) Artecultura n. 1 gennaio 2015: Umberto Mariani 5) Artecultura n. 2 febbraio 2015: Luca Lischetti 6) Artecultura n. 3 marzo 2015:Mario Benedetti 7) Artecultura n. 4 aprile 2015: Carlo Nangeroni 8) Artecultura n. 5 maggio 2015: Paolo Scirpa 9) Artecultura n. 6 giugno 2015: Paolo Baratella 10) Artecultura n. 7 luglio 2015:Gabriele Amadori Possibili contatti per visite allo studio Quotazioni redatte da esperto perito di Tribunale Le offerte del mese a sostegno rivista Servizi redazionali su mostre ed eventi artistici di novità. ARTECULTURA Via Ciovasso 19 - 20121 Milano Tel. 02.864.64.093. www.artecultura.org - [email protected] 8 ARTECULTURA Copertina rivista “Touring Club” febbraio 1920 Pubblicità del Caffé Cirio dito Valtellinese e allestita nei suoi prestigiosi spazi espositivi milanesi in Corso Magenta. Originale e inedita perché muove ricordi, entra nella quotidianità come un fiume di curiosità raccontando il cibo attraverso le rappresentazioni che di esso si sono diffuse grazie a pubblicità, etichette, figurine, gadget, menu, riviste, libri, ma anche a documenti di trasporto, bandi, carte intestate o scatole e manifesti di cinema.Una lunga ricerca che ha consentito la selezione di oltre 500 pezzi, in parte inediti e mai prima visti, che saranno esposti nell’ex refettorio delle Stelline per cento giorni, dal 10 giugno al 20 settembre. (Aoristias) Info Tel. 02 4800 8015 SOTHEBY’S 1 GIU 2015 - 2 GIU 2015 | HONG KONG | Chinese Art 2 GIU 2015 | BEIJING | Modern and Contemporary Chinese Art 2 GIU 2015 | LONDRA | Russian Pictures 2 GIU 2015 | LONDRA | Russian Works of Art, Fabergé & Icons 2 GIU 2015 | ZURICH | Schweizer Kunst / Swiss Art 2 GIU 2015 - 3 GIU 2015 | PARIGI | Art Contemporain 3 GIU 2015 | PARIGI | Art Impressionniste et Moderne 3 GIU 2015 | NEW YORK | Egyptian, Classical, and Western Asiatic Antiquities 4 GIU 2015 | NEW YORK | Old Master Paintings 9 GIU 2015 | NEW YORK | 20th Century Design 9 GIU 2015 - 10 GIU 2015 | LONDRA | Modern & Post-War British Art 17 GIU 2015 | PARIGI | Tableaux, Sculptures et Dessins Anciens et du XIXe siècle 24 GIU 2015 | PARIGI | Arts d'Afrique et d'Océanie 25 GIU 2015 | LONDRA | Impressionist & Modern Art Day Sale 1 LUG 2015 | LONDRA | Contemporary Art Evening Auction 2 LUG 2015 | LONDRA | Contemporary Art Day Auction 7 LUG 2015 | LONDRA | Medieval and Renaissance Manuscripts 8 LUG 2015 | LONDRA | Treasures 8 LUG 2015 | PARIGI | Rencontres Couture à Paris de la Collection Didier Ludot info: www.sothebys.com ASTE Da giugno 2015 FARSETTI ARTE MAISON BIBELOT ARTE MODERNA E CONTEMP. Asta: 29 - 30 maggio Esposizione: A MILANO (selezione): 14 -20 maggio Orario: 10.00 – 19.00 (mercoledì: 10.00-16.00) A PRATO: 23 maggio - 30 maggio Orario: 10.00 – 19.30 (festivi compresi) info: www.farsettiarte.it Firenze 11-12 giugno 2015 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA. ARREDI E GIOIELLI Corso Italia 6 [email protected] CASA D’ASTE IL PONTE Milano Via Pontaccio 10 giugno 2015 ASTA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA 11 giugno 2015 ARTI DECORATIVE DEL ‘900 e DESIGN Milano Via Pitteri 8-10 30 giugno 1 e 2 luglio 2015 DECORAZIONE D’INTERNI mobili, dipinti ed oggetti Modernariato 7-8-9-10 luglio 2015 DECORAZIONE D’INTERNI mobili, dipinti ed oggetti Modernariato T. 02 863 141 - www.ponteonline.com CAMBI Casa d’Aste Genova 22 giugno 2015 DESIGN Mura di San Bartolomeo 16 info: T. 010 8395029 BABUINO Casa d’Aste 9 giugno, ore 15.30 Dipinti sculture disegni e grafiche 10 giugno, ore 15.30 Dipinti e arredi del XIX secolo Roma, [email protected] HAMPEL Aste 25 e 26 giugno Mobili & Arredamento / Sculture ed Artigianato /Dipinti XVI - XVIII secolo / Arte russa / Dipinti XIX - XX secolo / Arte asiatica/ Arte moderna/ Asta di beni di lusso Info: GALLERIA PACE Milano 25 giugno 2015 h. 21 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Milano 16 luglio 2015 h. 21 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Piazza San Marco 1 - T.02 659 0147 BOLAFFI Torino 28-29 maggio 2015 FILATELIA Torino 10-11 giugno 2015 NUMISMATICA Milano 24 settembre 2015 FOTOGRAFIA Torino, Via Camillo Benso di Cavour 17 T.011 5576 320 PANDOLFINI Firenze 9 giugno 2015 IMPORTANTE COLLEZIONE DI GRAFICA MODERNA E CONT. Firenze 10 giugno 2015 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA - ARTI DECORATIVE Firenze 11 giugno 2015 LIBRI ANTICHI Borgo degli Albizi, 26 [email protected] Monaco di Baviera www.hampel-auctions.com DOROTHEUM 9 giugno Arte Moderna - Palais Dorotheum 10 giugno Arte Contemp. - Palais Dorotheum 11 giugno Arte Contemp. - Palais Dorotheum 11 giugno Arte Antiquariato e Gioielli St. Polten 11 giugno Arte e Antiquariato Gioielli Grasz 11 giugno Gioielli - Palais Dorotheum 13 giugno Autoveicoli d’epoca Fahrzeug - Technik Zentrum Wien - Vösendorf 15 giugno Libri e Grafica decorativa. Palais Dorotheum 16 giugno Francobolli - Palais Dorotheum 18 giugno Arte Asiatica- Palais Dorotheum www.dorotheum.com Le date, come i programmi delle aste, possono essere soggetti a variazioni per cui Artecultura a riguardo non assume nessuna responsabilità. ARTECULTURA 9 - RISORGIMENTO POETICO Solo la Proporzionale pura è partecipazione di rinnovamento democratico alla vita del Paese il resto è reazionario, comunque camuffato! Nei fatti: quando l’Italia usciva distrutta materialmente e moralmente dal secondo conflitto mondiale, con la partecipazione popolare alla vita del Paese tramite la legge Proporzionale pura, nel giro di un ventennio il Paese si trasformava da agricolo in industriale avanzato. Il piano Marshall fu certamente un aiuto, inutile negarlo, ma con ipoteca di sudditanza agli Stati Uniti d’America. Di fatto, però l’aiuto che per davvero risollevò l’Italia dalle piaghe della guerra, furono le rimesse di denaro degli emigranti che ora nessuno menziona. Quegli emigranti che, al caso, nella ricostruzione della Germania, dovevano poi trovarsi nei cantieri dove erano presenti quegli stessi aguzzini che tanto avevano tormentato la loro prigionia. E non fu un solo caso... Anche se dalla Germania, dove erano espatriati per necessità di lavoro, potevano spedire alle famiglie rimaste in Italia il sostenimento della paga mensile. E furono centinaia di migliaia che andarono a lavorare in Germania a far riflettere sul cumulo di denaro che mensilmente giungeva in Italia. E non solo dalla Germania, ma anche dalla vicina Francia, dall’Argentina da tutta l’America Latina e dagli stessi Stati Uniti d’America. Senza dimenticare gli italiani che per un posto di lavoro espatriavano persino nella lontana Australia ed in altri Paesi ancora. Ma quello che qui si vuole sottolineare è il cumulo del denaro che gli emigranti facevano giungere mensilmente nel loro Paese e che serviva al mantenimento delle rispettive famiglie e con in esso l’implicito incorporamento di un alto contributo per la reale ricostruzione nazionale. In Italia allora vigeva la legge Proporzionale pura e, all’epoca, malgrado l’arretratezza politica in cui sostava il Paese dopo vent’anni di dittatura, era naturale 10 ARTECULTURA affidarsi soprattutto al buon senso come la guida migliore per la nuova democrazia. La burocrazia che inquieta l’Italia di oggi non esisteva, era ridottissima. La strategia della cattiveria politica è incominciata con il defenestramento della Proporzionale pura per sostituirla con il voto maggioritario e la soglia di sbarramento parlamentare: due atti di principio fondatamente anticostituzionali che limitano la libertà e con essa l’uguaglianza dei cittadini. E non è affatto vero, ma solo strategicamente ingannevole, sostenere che con la Proporzionale pura non si possono avere governi stabili. Una menzogna che nella sua sostanza nasconde la finalità autoritaria di una Repubblica Presidenziale, che poi si equivarrebbe ad una personale monarchia assoluta, lo stato nel quale i cittadini esistono solo per ubbidire all’impositivo delle tasse, privati di una loro attiva partecipazione alla vita del Paese. Un giuoco reazionario che dura fin dal sorgere della nostra Costituzione, anche sostenuto allora, pensiamo in buona fede, dal costuituente Randolfo Pacciardi, combattente antifascista in Spagna, ma che non incontrò la credibilità tra i suoi colleghi costituenti. Quello che in effetti si vuole è la distruzione della poetica del lavoro che incontra il suo più alto sviluppo solo con la massima evoluzione culturale del lavoro, come del resto sosteneva quel grande sindacalista italiano che fu Giuseppe Di Vittorio. Altro che padronato assoluto: ti assumo quando voglio, ti do quello che mi pare e ti caccio quando mi fa comodo. Questa prepotenza non è più possibile perché quando un lavoratore entra sul posto di lavoro, non deve sentirsi un estraneo, ma un componente della positiva attività, sentirsi a casa sua in quanto il lavoro nella sua finalità sociale, è da considerare il luogo migliore per conoscere l’equilibrio della libertà, la responsabilità di sentirsi creativi. Forse i Sindacati hanno fatto troppo poco a questo riguardo, non hanno saputo procurare posti di lavoro dando avvio ad opportune iniziative anche favorite dalle leggi operaie volute persino dalla socialità di fine Ottocento. Gravissimo a questo riguardo è che i sindacati non abbiano pensato ad una propria banca per i depositi dei lavoratori in modo da poter affrontare quelle iniziative che incentivassero i posti di lavoro o riducessero l’orario affinché non vi fossero più disoccupati né giovani, né vecchi. Un campo nel quale soprattutto la politica ha persino fatto giungere la corruzione in parlamento rendendolo di raccomandati e non di eletti secondo il principio della Proporzionale pura. Così che l’attuale Parlamento di nominati per lo più da logge di potere potrebbe benissimo essere sciolto per esplicita contraddizione con il Parlamento nato dalla Costituente in spirito di sacrificio con la Resistenza, di tutta la Resistenza. Una Resistenza che potrebbe ancora risorgere per portare a termine quanto nel campo del lavoro rimasto incompiuto per comprensibili ragioni, riferite alla specificità del diritto al lavoro, fatto salvo per il pensiero presente nell’impegno del sindacalista Giuseppe Di Vittorio. Per cui solo una legge elettorale democratica come la Proporzionale pura che già esiste..., deve valere! E’ per noi degna di essere votata e partecipata di positiva attività da tutti i cittadini. Il resto è da respingere senza esitazione perché contro lo spirito costituzionale. Artecultura In questo numero GIUGNO 2015 6 CORRISPONDENZA CULTURALE 8 CIBO DI CARTA 9 ASTE 10 RISORGIMENTO POETICO 11 SOMMARIO 12 INTERLUDI 16 INAUGURATA LA DARSENA 17 ARTISTI PER MILANO Madre Terra 20 AZERBAIJAN - CLAVE’ 21 Premio Lissone - INTERVENTISMO 22 NEI LUOGHI DELL’IMMAGINE 23 GUTTUSO - FORNARA 24 GORMELY - Epigrafia Romana 25 ARTE e SURF - BUREN 26 ARTE NATURA STORIA 27 L’AUTODIDATTA NELLA STORIA 28 L’UOMO CONTEMPORANEO 29 SULL’ESPRESSO A VENEZIA 30 IMPLACABILE STRAVOLGIMENTO 31 UMANITA’ POETICA 32 LIBRI 33 CONCORSI 34 MENTE E DISARMO 35 IPOTESI D’ARTE di nuova poetica La copertina: Paolo Baratella FANTE. 2012-2013 tecnica mista su tavola 270 x 450 Inserto redazionale: -MOSTREA MILANO -POSTACATALOGO ARTECULTURA libero accesso da Brera... per il mondo sostienila con l’abbonamento [email protected] PAOLO BARATELLA di Marco Palamidessi ELENA BELLAVITI - MICHELE GIANNATTASIO - SILVANA TESTA - GIOVANNI JURATO - di Marpanoza LELLA PUPILLO di Pino di Silvestro INSERZIONI: - GALLERIA PONTE ROSSO GIANFRANCO RONTANI. ARTECULTURA Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali Anno XLVIII N. 06 Giugno 2015 Registrazione Tribunale di Milano n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della Stampa n. 5359 - Direttore responsabile: Giuseppe Martucci - ARTECULTURA Edizioni - Codice Fiscale MRT GPP 26M24 G616U -Partita IVA: 03093710154 - Direzione: via Ciovasso 19 - 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 Fax 02/860.833 - 02/896.573.02 www.artecultura.org e-mail:[email protected] Diffusione gratuita (10 numeri annui) senza impegno fisso di recapito mensile. I lettori che desiderano ricevere ARTECULTURA in modo continuativo al proprio domicilio sono invitati ad abbonarsi. Intestare: ARTECULTURA di Giuseppe Martucci C.C. Postale n. 84356302 Via Ciovasso 19 - 20121 Milano Non si restituisce la quota di abbonamento se esigenze di forza maggiore costringessero la sospensione o la cessazione della pubblicazione. Abbonamento annuo Euro 50,00 Non disdetto tramite raccomandata un mese prima della scadenza si ritiene tacitamente rinnovato con invio della nuova quota. Non valide le disdette effettuate per telefono. ARTECULTURA non riceve pubbliche sovvenzioni Finito di stampare il 15-05-2015 Fotolito e stampa Press Point Via L. Cagnola, 35 Abbiategrasso ARTECULTURA, liberamente consultabile e scaricabile al sito www.artecultura.org. Sito che si suggerisce di visitare ad artisti, biblioteche, circoli culturali, gallerie, musei ed a tutti gli operatori artistici. ARTECULTURA edita dall’ottobre 1967. Gli argomenti che_ contraddistinguono La Rivista: - CORRISPONDENZA CULTURALE - COSTUME POETICO - 24 OTTOBRE GIORNATA MONDIALE DISARMO - INFORMAZIONE ARTISTICO CULTURALE - POESIA DELLA NATURA - POESIA PACE - PSICOPOESIA ARTE PER L’UMANITÀ Installazione video su IL QUARTO STATO di Giuseppe Pellizza da Volpedo Milano, 23 aprile 2015 – SEA, in collaborazione con il Museo del Novecento di Milano, presenta dal 23 aprile al 30 giugno 2015, a La Porta di Milano all’aeroporto di Milano Malpensa, il progetto Arte per l’umanità, interamente dedicato al Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, a cura di Aurora Scotti, presidente dell’Associazione Pellizza da Volpedo. Dopo il successo delle esposizioni del gruppo scultoreo dei Sette Savi di Fausto Melotti e di Cavallo e Cavaliere di Marino Marini, il rapporto che lega lo scalo milanese alla più importante istituzione di arte contemporanea di Milano, prosegue con un’installazione video sul capolavoro divisionista, conservato proprio al Museo del Novecento. Il Quarto Stato, realizzato da Giuseppe Pellizza da Volpedo tra il 1898 e il 1901, è l’icona selezionata per annunciare l’inizio di Expoincittà, il palinsesto di eventi che animerà Milano durante i sei mesi dell’Esposizione Universale, primo passo di un viaggio che coinvolgerà l’umanità intera. In questa direzione si rafforza l’intenzione di promuovere La Porta di Milano come un unicum nel panorama delle aerostazioni mondiali, in quanto progettato come struttura funzionale di accesso all’aeroporto e, allo stesso tempo, come spazio espositivo in grado di arricchire la già importante offerta culturale di Milano, accogliendo iniziative d’arte con cadenza periodica. “Valorizzare il patrimonio culturale di Milano – dichiara Pietro Modiano, Presidente SEA - è l’obiettivo di SEA che, grazie all’accordo siglato con il museo del Novecento di Milano, propone annualmente un appuntamento con l’arte che oggi consiste in una vera e propria anticipazione dell’opera “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo” scelta quale icona di Expo- inCittà per il primo mese dell’esposizione. Un’installazione video unica che ospitiamo alla Porta di Milano, ormai non solo luogo di passaggio tra la stazione e il terminal, ma anche un luogo che emoziona passeggeri di tutte le nazionalità. Info: 02-232323 Marpanoza ARTECULTURA 11 INTERLUDI D'ARTE ITALIA, FASCINO E MITO ITALIA: FASCINO E MITO. DAL CINQUECENTO AL CONTEMPORANEO Monza Villa Reale, 23 aprile - 6 settembre 2015 Per almeno tre secoli, dall’inizio del Seicento a tutto l’Ottocento, l’Italia è stata meta privilegiata degli aristocratici e degli uomini di cultura di tutta Europa e nel XIX secolo anche del nuovo mondo, in quanto il viaggio in Italia - il famoso Grand Tour - costituiva una tappa ineludibile del processo di formazione delle classi dirigenti europee. Ad attirare erano non solo monumenti e le opere d’arte, ma anche lo splendore del paesaggio mediterraneo e la dolcezza del clima, le feste e le cerimonie religiose, la pittoresca umanità della popolazione e la ricca varietà delle tradizioni popolari, così come la bellezza delle donne che evocava quella delle divinità antiche o delle Madonne dipinte dai grandi artisti come Raffaello. Si creò così il mito dell’Italia, depositato nell’immaginario collettivo dell’Europa colta. Ma almeno dal secolo precedente, già dal 1520, data della morte di Raffaello, l’arte italiana, che a sua volta si era riferita all’esempio dell’antichità classica , cominciò a essere presa a modello dagli stranieri. Questo gusto, codificato sotto l’insegna del “bello ideale”, avrà diverse manifestazioni lungo il corso dei secoli nella storia della pittura, della scultura, delle arti decorative e dell’architettura internazionali. In occasione di Expo 2015, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con il sostegno di Regione Lombardia, ha voluto realizzare la grande mostra: Fascino e mito, dal Cinquecento al contemporaneo aperta dal 23 aprile alla Villa Reale di Monza, e prodotta da Consorzio Villa Reale e Parco Monza, editore Skira e Cultura Domani. Una mostra da visitare, per l’attività che ha caratterizzato il territorio lombardo nelle varie relazioni che sono state motivo di incontro soprattutto per il suo interesse storico e di riflessione sui motivi strettamente legati all’arte in tutte le sue manifestazioni di suggestiva e culturale espressione. Info 199151140 12 ARTECULTURA H. Matisse, ODALISQUE SUR LA TERRASSE, 1922 VEDUTE DI FRANCIA NELLA VILLA DEI CAPOLAVORI. Renoir Monet Cézanne Matisse De Staël Fondazione Magnani Rocca Mamiano di Traversetolo (Parma) dal 4 aprile al 13 settembre 2015 Renoir, Monet, Cézanne, Matisse, De Staël, pittori celeberrimi che fecero della Costa Azzurra la patria d’elezione artistica, si incontrano nelle sale della pittura francese presso la Fondazione Magnani Rocca. Dal Musée d’Orsay di Parigi, grazie a un rapporto di collaborazione con la Magnani Rocca, arriva l’opera di Renoir La Seine à Champrosay: è l’occasione per un inedito percorso sulla figura di Luigi Magnani appassionato collezionista con tanti interessi, fra cui anche la pittura di paesaggio. Lo splendido dipinto, realizzato en plein air nel 1876, viene esposto in un rinnovato allestimento al primo piano della Villa dei Capolavori insieme a Dalaises à Pourville di Monet, Paysage de Cagnes e Les Poissons di Renoir, della collezione permanente della Fondazione Magnani Rocca. Nella stessa sala il pubblico può ammirare anche due opere di Matisse, tra cui Odalisque sur la terrasse, mai esposta in precedenza e restaurata per l’occasione, dove il fascino per l’Oriente viene unito all’incanto dei colori della Costa Azzurra. Il percorso prosegue con cinque acquerelli e un olio su tela di Cézanne - fra i quali due splendidi paesaggi della Provenza tra le pochissime opere del maestro francese conservate nel nostro Paese. L’intensa, raffinata esposizione si conclude con un omaggio a Nicolas de Staël, nel cinquantesimo anniversario della sua tragica morte avvenuta ad Antibes: in Vue des quais de Paris, un grande olio su tela del 1954, l’artista, uno dei più amati da Roberto Tassi, “interna la luce alla materia, fonde il terrestre e l’aereo’’. Info e prenotazioni: 0521 848327 Alberto Burri, GRANDE FERRO CELLE Burri a Pistoia La Collezione Gori e le fotografie di Amendola a cura di Bruno Corà Pistoia, Palazzo Sozzifanti 9 maggio - 26 luglio 2015 A cento anni dalla nascita, molti Paesi - e su tutti gli Stati Uniti - renderanno omaggio al grande artista umbro che, come afferma Bruno Corà, “ha demolito e riconfigurato la pittura occidentale”. Un anniversario che anche la città di Pistoia si appresta a celebrare con una grande mostra. Il percorso espositivo presenta un nucleo significativo di lavori appartenente alla collezione di Giuliano Gori, grande amico di Burri fin dagli anni Sessanta, e una serie di fotografie di Aurelio Amendola, che con lui ha avuto un lungo sodalizio professionale. Istantanee che forniscono un fedele ritratto dell’artista di Amendola: parte di una spettacolare serie di scatti delle “Combustioni” realizzate nell’atelier di Morra nel 1976. Il rapporto di Alberto Burri con la città di Pistoia è testimoniato anche dal Grande Ferro Celle, scultura progettata espressamente dall’artista nel 1986 per lo spazio aperto e lungo la strada che unisce Montale a Pistoia, nel punto di accesso alla Fattoria di Celle di Santomato, sede della Collezione Gori. Perfettamente inserita nell’ambiente circostante, la scultura, attraverso l’incrocio di ogive metalliche, dà origine a differenti inquadrature e punti d’osservazione del paesaggio. “Fa parte della serie di sculture che Burri soleva realizzare in occasione di avvenimenti straordinari - afferma Gori - quali la Biennale di Venezia o Kassel”. In mostra, oltre ai notevoli pezzi della Collezione Gori, riferibili in parte agli anni Cinquanta, si potrà ammirare l’opera di rilevante valenza storica Sacco, del 1952, prestata dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello. I sacchi rappresentano un pezzo importante della storia di Burri e dell’Italia dopo l’ultima guerra. Possono essere considerati la risposta dell’arte italiana ai linguaggi dell’informale. L’allestimento porta la firma di Tiziano Sarteanesi. Info: +39 02.8052151 Bruno Walpoth NELLA NEVE VORREI STARE,legno di tiglio BRUNO WALPOTH. L’EMOZIONE DEL SILENZIO Pietrasanta, Accesso Galleria 14 giugno - 26 luglio 2015 Dal 14 giugno al 16 luglio una piccola comunità di dieci personaggi accoglie il visitatore nelle sale della galleria: dieci presenze scolpite nel legno di tiglio, di noce, di olmo che non interagiscono tra loro, assorte nei loro pensieri e nella loro vita interiore. All’osservatore è richiesto di porsi in ascolto, in silenzio, di quel dialogo interno che le sculture instaurano con loro stesse. Bruno Walpoth proviene dalla lunga e gloriosa tradizione degli scultori della Val Gardena: quattrocento anni di storia che negli ultimi decenni ha ritrovato ampio slancio grazie all’opera di grandi artisti come i Demetz, Willy Verginer, Walter Moroder e lo stesso Walpoth. Come le sue opere, Bruno Walpoth è un artista silenzioso che ama lavorare nella solitudine del suo studio a Ortisei. L’intento delle sculture - che si ispirano a modelli reali delle sue figure va alla ricerca di una bellezza universale: “I corpi o i mezzibusti perfetti nella loro aderenza al reale - scrive Danila Serafini in un suo testo - si sostanziano del silenzio che l’artista ricerca e si sublimano nella rigorosa pulizia della forma che il legno di tiglio sigilla. Walpoth li pone spesso su di una base colorata che scolla le sagome da qualsiasi riferimento spaziale o temporale oppure, circonda le plastiche intere di vuoto assoluto”. Ne sono un esempio, tra le opere esposte a Pietrasanta, le opere “Nadia” e “Valentina”. Il suo metodo di lavoro è molto lento ed estremamente accurato: nella fase iniziale del lavoro utilizza una motosega per sbozzare la figura, poi passa agli scalpelli. Infine lavora la superficie con una raspa. Una volta terminata la fase scultorea stende sulla pelle delle figure un leggero strato di colore acrilico bianco, che non va a celare la texture del legno sottostante ed è finalizzato ad accentuare la carica espressiva dei lineamenti della scultura. Bellissime le parole dell’artista a tale proposito: “Preferisco levare materia invece che aggiungerla: il processo che mi porta a togliere un po’ alla volta mi riesce meglio ed è più consono a me” Accesso Galleria tel. +39 340 410 4004 Mitrophan Grekov (1934), PORTABANDIERA E TROMBETTIERE L’IMPERATORE COMMODO in età giovanile GUARDANDO ALL’URSS. Realismo socialista in Italia dal mito al mercato Mantova, Fruttiere Palazzo Te 30 maggio - 4 ottobre 2015 Per la prima volta a Palazzo Te a Mantova, un progetto espositivo che indaga le relazioni, gli scambi, gli sguardi e i “fuochi incrociati” tra arte italiana del secondo dopoguerra e arte sovietica del realismo socialista, riflettendo su affinità elettive e divergenze culturali e linguistiche, in una mostra di grande respiro internazionale e ricca di documenti, video e fotografie, manifesti e libri, poco o per nulla conosciuti al pubblico. La mostra riconduce il visitatore agli anni della frontale contrapposizione politica tra comunisti e democristiani, quelli di don Camillo e Peppone, di Dio ti vede e Stalin no. Agli anni in cui per metà degli italiani l’URSS era il mito, il paradiso della giustizia sociale e il demonio per l’altra metà. Gli anni in cui grandi intellettuali italiani (Levi, Calvino, Moravia tra i tanti) compivano il loro pellegrinaggio laico a Mosca. Gli anni in cui lunghe code si formavano all’Hermitage per ammirare Guttuso. Lo fa in modo del tutto originale: al centro di questa proposta è infatti la riflessione sull’immagine mitica dell’URSS nell’Italia del secondo dopoguerra e sul ruolo assunto dall’iconografia realista nella sua diffusione e veicolare. Due gli ambiti scelti dal progetto per indagare questa vicenda ancora inedita e affascinante: da un lato l’iniziativa del Premio Suzzara, voluto da Dino Villani e dal sindaco comunista Tebe Mignoni con Cesare Zavattini e destinato, dal 1948 per quasi trent’anni, a far riflettere sul linguaggio realista e sul tema del lavoro. Gli artisti partecipanti e premiati (da Guttuso a Zigaina, da Gorni a Borgonzoni, da Mucchi a Pizzinato, da Fabbri a Sughi, solo per fare alcuni nomi) introducono il tema del ruolo dell’arte figurativa all’interno della politica culturale del PCI. Una seconda sezione della mostra si propone di ricostruire l’immagine dell’URSS in Italia nel secondo dopoguerra, con uno sguardo particolare rivolto alla ricostruzione delle opere e alla loro influenza in Italia. Info 0376 3232 66 L’ETA’ DELL’ANGOSCIA da COMMODO a DIOCLEZIANO Roma, Musei Capitolini sino al 4 ottobre 2015 La mostra “L’Età dell’Angoscia. Da Commodo a Diocleziano (189-305 d.C.), Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è il quarto importante appuntamento del ciclo “I Giorni di Roma”, progetto quinquennale di mostre che alterna esposizioni a carattere prettamente monografico (Ritratti. Le tante facce del potere, Costruire un Impero), a mostre dal taglio diacronico (L’Età della Conquista, L’Età dell’Equilibrio). L’Età dell’Angoscia si sofferma sui profondi cambiamenti che segnarono il III secolo d. C., secolo ritenuto tradizionalmente di “crisi” dell’impero, ma in realtà contenente in nuce alcuni dei germogli più fecondi destinati a mutare per sempre le età successive e ad aprire le porte verso la società tardo-antica. Il titolo della mostra trae spunto da un’opera di Eric Dodds intitolata “Pagani e cristiani in un’epoca di angoscia”, edita del 1965, dedicata nello specifico proprio al III secolo d.C, Dodds era amico del poeta anglo-americano W.H. Auden, che nel ‘47 aveva pubblicato The Age of Anxiety, poema capace di mettere in luce il vuoto dell’esistenza nel periodo della seconda guerra mondiale, caratterizzato dalla conversione o ritorno al Cristianesimo e dalla volontà di aderire a un credo religioso, da un “salto di fede”. La mostra racconta la diffusa crisi spirituale e religiosa che in un clima di ansia generalizzata portò a un abbandono delle religioni tradizionali e all’adesione sempre più massiccia al culto di divinità provenienti dall’Oriente: Iside, Cibele, Mithra, Sabazio. Oltre a loro, naturalmente, Cristo. L’ansia derivava da alcuni problemi concreti. Info 0639967800 ARTECULTURA 13 Elena Bellaviti La voce della natura Un tessuto di laboriose foglie che s’incontrano a spina di pesce per formare quell’allusione di profondità che sembra come trovarsi in una virtuosa scena compositiva della natura. Un fogliame forte e congiunto a colpi d’estro di un verde che movimenta un sussulto come se fosse una danza tutta presa in serrato dialogo con il vento. L’aspetto del dipinto “VIALE PER SALISBURY” che la pittrice Elena Bellaviti propone in questo mese di giugno di avanzata primavera con l’auspicio di una salutare estate con il verde della natura. Un dipinto che annovera simili facoltà estetico-morali strutturati su un lungo fondo marrone in cui la tonalità accentua ancora in modo mirabile la spinta evocativa. La caratteristica di ritmate campiture come punto d’incontro in un emblematico vertice che nel dipinto addita la profondità e l’armonia che lo compone dove le foglie dispongono l’opera come se dovessero essere lette in un testo alfabetizzato. Una spontanea prodezza pittorica. (Marpanoza) Elena Bellaviti “VIALE PER SALISBURY” Olio su tela, cm. 30x40 Info:[email protected] Michele Giannattasio L’architettura del sogno Eruzione tonale Persevera nell’architettura del fertile immaginario l’ideazione che muta il simbolo nella costante orientativa della ricerca che attesta un metodo dell’indagine avanzata nella quale si coniugano il remoto e l’attuale desiderio. L’evento pittorico che scopre nelle snellite strutture di un pino con chioma in festa d’artista che sembra voler dialogare con un futuro in armonia di stelle.Trattasi di uno stato d’animo innovativo dal punto di vista formale che sorprende per la natura estrosa della composizione e la vitalità futuribile dell’azzurro che maggiormente incolora l’opera. Un pino, il quale si erige ritto verso l’alto del cielo come per cantare al vento del destino l’energia d’una creatività pittorica che sorprende, appunto, per il prodigio dell’intuizione e la determinazione del realizzato. Voluto da innata novità che contraddistingue l’operato di tavolozza che fa animazione pittorica in Michele Giannattasio, che in “RINASCITA DEL PINO” pone in tutta evidenza il suo nuovo dipinto, carica del pittore nato e formato in vari corsi di specializzazione, Accademia di Brera compresa. Marpanoza Michele Giannattasio “RINASCITA DEL PINO” Olio su tela. 14 ARTECULTURA Silvana Testa Itinerario ignoto E’molto probabile che l’uomo abbia avuto origine dall’acqua miliardi di anni fa quando il sole riscaldò la Terra e le acque degli oceani con il calore generarono le prime cellule organiche. Poi l’acqua nella pittura a tutt’oggi è tutto poiché è impossibile realizzare un’opera senza la presenza dell’acqua. Sono per noi i motivi della pittrice ricercatrice Silvana Testa che in questo caso presenta, appunto, il dipinto “ACQUA”. Su un fondo di azzurro prussiano l’artista condensa gli elementi di composizione acquatica (idrogeno ed ossigeno). Un dipinto - scomposto ed ordinato caratterizzato da sviluppi di fantasia creativa disposti come se legati per unità di sezione e di appartenenza al corpo completo dell’opera. Una composizione anche divertente per il suo estroso artificio di movimento e di richiami culturali che lasciano bene intendere come nella pittura di Silvana Testa vi sia operante una spinta di ricerca verso l’ignoto che bussa alla porta del mare per conoscere dove è buio. Marpanoza Silvana Testa “ACQUA” 2013 olio su tela, cm. 120x90 Giovanni Jurato Gianfranco Rontani L’intrasparenza della materia luminosa Tra le personalità dell’arte del XX Secolo Un’atmosfera in foschia di sole mediterraneo che dipinge per giugno il noto pittore di vissuta esperienza Giovanni Jurato,“LA BALATA - MARZAMEMI” 2014. Una lirica caratteristica che dipinge il quadro con il colore e l’odore che evapora dal tessuto della terra di salmastra allusione. Tipica tavolozza dell’artista che si sente legato al luogo siculo per istinto d’origine e di vera formazione artistica. Un dipinto dalle tensioni antiche nel quale il rustico classico di tonalità marrone luminoso secco, dal quale nella composizione delle campiture respira l’eterno dialogo con la luce, l’a-datato di tempo vissuto. Non di meno per le case disposte in fila indiana le mura incorniciano le porte come per offrire una carezza d’unità e di solidarietà alle emozioni che nei secoli si sono susseguite. Emozioni che la storia non menziona ma che sono attive e vive nelle biblioteche delle menti che da millenni custodiscono i fatti della vita, i respiri dei giorni e il destino mediterrano incantato dal sole. (Marpanoza) Referenze: ARTECULTURA Via Ciovasso 19 20121 Milano tel. 02-86464093 GALLERIA DEGLI ARTISTI Via Nirone 1 20123 Milano tel. 02-867841 ASTARTE Via C. Scalia 33 96018 PACHINO-Sr. tel. 3391363178 La pittura - come si sa - è molto sensibile alla primavera tanto da potersi persino dire che non esista operatore visivo che non formuli un suo elogio alla nuova primavera. Naturalmente ogni pittore la simboleggia a modo proprio e il maestro Gianfranco Rontani, che ARTECULTURA segue da decenni, dipinge una figura in tutta sintonia della nuova stagione che, per appunto, intitola “RISVEGLIO”, olio su tela di cm. 30x40, un un ritmo di forme in grigio-nero-giallo da limpido contrappunto al corpo femminile. Una donna che si colloca tra lo spazio della mente e del sogno, realizzata da una composizione piuttosto pastosamente materica. Un dipinto che respira tutta l’atmosfera che annovera la personalità del maestro che nella sua vita si è ben distinto per le sue scelte operative espresse in direzione delle donne e della campagna, senza ovviamente dimenticare le opere realizzate in grandi formati come il Carnevale di Viareggio o l’Inferno di Dante, dipinti nei quali Rontani si è ben segnalato fino ad annoverarsi tra i maestri storici che firmano la pittura del XX secolo. Una vita per la tavolozza che davvero elogia in profondità l’uomo e la natura. Marpanoza Segromigno di Piano (Lu) Cell. 3349020404 Artecultura tel. 02-864.64.093 Gianfranco Rontani “RISVEGLIO” olio su tela, cm. 30x40 GALLERIA PONTE ROSSO dal 1973GALLE GALLERIA PONTE ROSSO dal 18 giugno al 18 luglio 2015 Viaggio in Italia Savino Labò Lungomare in Versilia, 1962 Inaugurazione giovedì 18 giugno ore 18 Giovanni Jurato LA BALATA-MARZAMEMI 2014 Olio su tela, cm. 50x70 20121 - Milano via Brera 2 Corrisp. via Monte di Pietà 1A Tel./Fax 02.86461053 E-mail: [email protected] www.ponterosso.com Orario di apertura: 10-12,30 / 15,30-19 Chiuso domenica e lunedì ARTECULTURA 15 DARSENA Milanesi e non in festa per la riapertura della fascinosa via fluviale Una grande giornata di festa per dare il bentornato ad uno dei luoghi storici più amati e suggestivi della città. Sono davvero tantissimi i milanesi che hanno partecipato alla giornata inaugurale alla Darsena per celebrare la sua rinascita. Le celebrazioni, che sono iniziate il 26 aprile alle 10.30 con il discorso del Sindaco, hanno visto la partecipazione della vicesindaco Lucia De Cesaris e degli assessori Franco D’Alfonso, Carmela Rozza, Pierfrancesco Maran, Daniela Benelli, Chiara Bisconti, Filippo Del Corno, Cristina Tajani e Francesco Cappelli. Secondo i dati della polizia locale, tra le 10 e le 16 di oggi, circa 50mila persone sono passate ad omaggiare la Darsena riqualificata in occasione di Expo 2015. I festeggiamenti, resi possibili grazie alla collaborazione tra Comune di Milano, Consigli di Zona 5 e 6, DUC Navigli, Navigli Lombardi Scarl, Fondazione Milano, Fondazione Triennale, Associazioni di categoria, nonché le tre storiche Canottieri di Milano (Olona, Milano e San Cristoforo), sono continuati fino a tarda sera. Ricco e variegato il programma della giornata offerto a milanesi e turisti, tra jam session, concerti musicali, dj set, laboratori per bambini, mostre fotografiche, esposizioni artistiche, gare di canottaggio, gite in battello sui Navigli e degustazioni di piadine romagnole grazie alla partecipazione del Comune di Cervia. Proprio nella giornata del 26 aprile 2015, infatti, la città del ravennate ha sottoscritto con il Comune di Milano un protocollo di collaborazione per la reciproca promozione turistica dei territori. La giornata è stata anche un’occasione per presentare la pregevole operazione artistica di Paolo Ferrari dal titolo “Un nuovo paesaggio nutre il viandante”. Natura/Narrazione-Astrazione/Trasfigurazione. Asystemic Composition inAbsence N. 14. Si tratta di un’installazione composta di 26 opere di ampie dimensioni situate lungo un percorso che si estende nei centri storici di Gaggiano e Cisliano, a sud-ovest di Milano, e lungo 16 ARTECULTURA Una panoramica dell’alto della giornata inaugurale della nuova Darsena Il Sindaco di Milano Pisapia in battello affiancato da alcuni suoi collaboratori le antiche vie d’acqua e di comunicazione da e per Milano. Tra gli eventi più attesi per la serata, il suggestivo concerto a cura dell’Orchestra Verdi di Milano, che è stato eseguito all’Auditorium a partire dalle 19.30, e il gran ballo presso l’Associazione Marinai d’Italia in viale Gorizia. L’auspicio è che questa attesa inaugurazione possa segnare davvero l’avvio di un efficace e partecipato percorso di riqualificazione ambientale di Milano per renderla non solo più bella, ma anche più sana e nel contempo contribuire ad avviare una più positiva socializzazione. Rilevante poi è anche la possibilità di iniziare un orientamento verso una viabilità meno congestionata da traffico, smog. Con questa iniziativa Milano sembra voler ritornare alle sue migliori radici, a quel mondo leonardesco che con largo anticipo sui tempi seppe già allora intuire uno spazio urbano diverso, più creativamente versatile, aperto alle suggestioni dell’arte, della scienza e della tecnica. Da questo punto di vista Milano può incamminarsi verso un futuro forse più sereno, maggiormente sensibile a quelle che sono le vere istanze dei cittadini, i quali sanno che un incontro tra città e natura è oramai una esigenza fondamentale della vita sociale in tutte le sue concrete e molteplici manifestazioni. (Aoristias) Info 02 884 50 150 Milano Spazio PwC 14 maggio - 5 giugno 2015 Madre Terra è il progetto espositivo per EXPO2015 a cura di Fabrizia Buzio Negri, la quale unisce in una grande collettiva con una trentina di opere gli artisti di Officina Lombarda, una factory di ultima generazione, nata tra Varese, Milano e la Svizzera. Le idee di ogni singolo artista convergono in un unico e vasto tema: la Terra, fonte di vita, di creatività, di benessere e di visione. Questo gruppo mobile, che ha esposto nelle città d’arte più celebri, come Parigi, ARTISTI PER MILANO Arte e Design espolorano la storia e l’anima della città MADRE TERRA Barcellona, Roma e Berlino, presenta il proprio progetto nello spazio espositivo PwC in uno degli edifici più belli e prestigiosi di Milano: Palazzo Renzo Piano, che ospita la sede del Sole 24 Ore, definito dallo stesso architetto “un edificio in ascolto”. Attraverso lo Spazio Espositivo PwC, si entra in contatto con l’arte e la cultura, ospitando da sempre esposizioni artistiche e convegni. In dettaglio: Vanni Bellea e il riuso artistico di migliaia di gabbiette dello spumante; Pierangela Cattini e l’immaginario femminile dedicato all’Acqua e alla Terra; la libertà di Mirko Cervini nell’assolutezza meditativa Zen. La venezuelana Gladys Colmenares con il colore nell’energia primaria del vivere; Elda Francesca Genghini tra materiali di recupero in progress; Luca Ghielmi e la carta per sfuggire la rappresentazione tradizionale. Martina Goetze di Amburgo, con il simbolismo del collage; Peter Hide 311065 e l’ironia del denaro in scatole-vetrina; Giordano Redaelli con il packaging neo-pop del consumismo quotidiano; Isabella Rigamonti e la fotografia per luoghi e non-luoghi. Giuseppe Sassi e l’esaltazione della Natura più amata; Massimo Sesia nella metafisica del paesaggio umano; 3RE (Trezza-Regidore) a quattro mani dentro la materia e il colore assoluto.Una installazione unica e complessiva di tutti gli artisti “mixa” i linguaggi espressivi verso l’infinito del creato con i FIORI. Info cell. 335 5443223 Vanni Cuoghi, Monolocale 21 3 giugno 2015 al 27 giugno Fabbrica del Vapore 3 giugno 2015 al 24 luglio Antonio Colombo Arte Contemp. In un momento topico per Milano, per la seconda volta sede dell’Expo Universale dopo la storica edizione del 1906, artisti, designer e writer sono chiamati a interpretare, attraverso le loro opere, splendori e miserie di una città in continua evoluzione. Terra di mezzo della pianura subalpina e luogo di transito tra il mediterraneo e il continente europeo, Milano ha sempre rivestito un importante ruolo di crocevia di culture, segnando, con la sua crescita, il passo della Storia. Fondata dai Celti nel IV secolo a.C., la città circondata dai fiumi Olona, Lambro e Seveso, già capitale dell’Impero Romano, del Regno Longobardo e della Repubblica Cisalpina, fu non solo uno dei luoghi simbolo del Risorgimento, ma anche l’epicentro del Movimento Futurista e della Rivoluzione Industriale. Nel Novecento Milano è stata un luogo di radicali trasformazioni socio-culturali, un’officina del pensiero e dell’arte contemporanea, dal Ritorno all’Ordine del Novecento fino alle sperimentazioni ottiche e cinetiche di Azimuth e del Gruppo N. All’ombra della Madoninna è, inoltre, cresciuto il mito della città sobria e operosa, ma anche quello della Milano da Bere degli anni Ottanta che divenne l’emblema dell’edonismo. Centro nevralgico per la moda e il design, Milano è oggi una città globale, terza urbe europea per estensione, dopo Londra e Parigi, e più visitata città italiana. Mentre l’Expo affronta un tema di vasta portata, come la questione delle risorse agroalimentari, questa mostra s’interroga sull’odierna identità della città che la ospita. Ci si domanda, infatti, se alla medianità geografica e territoriale che Milano reca nel suo stesso toponimo (Mediolanum – terra di mezzo) corrisponde ancora un ruolo centrale e strategico. Nessuno più degli artisti, è in grado di compiere tale valutazione, proprio perché le loro visioni, in bilico tra fantasia e cultura di progetto, tra nostalgia e utopia, sono le sole in grado di dare finalmente un volto e un’immagine a una realtà dinamica, in costante evoluzione. La mostra, ispirata al titolo di un noto racconto di Dino Buzzati (La famosa invasione degli orsi in Sicilia) è suddivisa in due sedi espositive, la Sala delle Colonne alla Fabbrica del Vapore e la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea di via Solferino. Info 02 290 60 171 ARTECULTURA 17 Tempo addietro, mi parve d’essermi avvicinato allo spirito creativo di Lela, quando sintetizzai la sua ricerca col termine di “segnica”. Userei ancora la stessa espressione, se non ci fosse altro, se nel frattempo non avessi saputo di Richard Taylor che, trovandosi alla National Gallery di Camberra a cospetto d’una delle opere di Pollock, non avesse pensato ai frattali. Pollock, insomma, senza essere un matematico, aveva saputo collegare la sua pittura gocciolata al calcolo matematico. Ecco che quel brulichio che vibra e s’attorciglia nelle superfici dei cosiddetti target di Lela Pupillo, d’incanto mi sottraggono alla geometria perfetta d’Euclide, per precipitarmi nella bellezza dei frattali, nell’autosimilitudine che Dorazio ha praticato nelle sue calligrafie pittoriche. Nel cadere a precipizio, mi pare d’annegare nei gialli di Mathieu, negli azzurri di Wols, nello spazio chiaro creato dal nostro Santomaso. scritto di Pino Di Silvestro da L’altrovesconosciuto 18 ARTECULTURA Lela Pupillo, le opere Pagina di sinistra, in alto, da destra, in senso orario: Quadrato 5, 2015, acrilico su tela cm. 60x60 Frattale, 2008, cm. 100,15x100,10 Venus Venus 8, 2006, acrilico su tela, cm.100x100 Venus Venus 5, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100 Venus Venus 3, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100 Pagina di destra, in alto, da sinistra in senso orario: Venus Venus 7, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100 Venus Venus 6, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100 Venus Venus 1, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100 Venus Venus 2, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100 Venus Venus 4, 2006, acrilico su tela, cm. 100x100 ARTECULTURA 19 PADIGLIONE ARZEBAIJAN alla 56^ Esposizione Internazionale d’Arte – Biennale di Venezia Quest'anno alla 56^ Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia sarà presente per la seconda volta l’Arzebaijan, sostenuto dalla Fondazione Heydar Aliyev. Per l'edizione 2015 della Biennale Arte, l'Azerbaijan presenterà due mostre rivolte al pubblico internazionale che celebrano le voci di artisti che trattano di questioni sociali, di politica e ecologia di rilevanza globale. De Pury e Emin Mammadov curano la prima mostra, Beyond the Line che mette in luce lo spirito che ancora permane di artisti le cui vite e il cui lavoro nella metà del XX secolo furono oscurati dal regime repressivo sovietico. Susie Allen, Laura Culpan, e Dea Vanagan di Artwise curano invece la seconda mostra Vita Vitale, con la quale l’Arzebaijan mette insieme artisti contemporanei internazionali il cui lavoro esprime la preoccupazione per il destino del nostro pianeta. Se le si guarda insieme, le due mostre rivelano un paese che contempla il suo passato e il suo futuro, attento all'impatto che le trasformazioni sociali e industriali del XX secolo hanno sul suo stesso suolo e su quello del mondo intero. Beyond the Line rivisita un momento cruciale della storia dell'Arzebaijan, facendo sentire le voci degli artisti di questo paese della metà del secolo scorso che erano state fatte tacere o ignorate dalle regole del Soviet. Con Vita Vitale, l'Arzebaijan guarda avanti e oltre i propri confini geografici costituendo una piattaforma internazionale per artisti e scienziati, che combatte le sfide ecologiche che stiamo affrontando oggigiorno a livello globale e, domani, per effetto delle nostre conquiste tecnologiche e del conseguente aumento del consumismo. Le mostre presentano entrambe la voce di artisti che gravitano attorno a temi sociali e ambientali che definiscono non solo passato, presente e futuro dell'Azerbaijan ma del pianeta tutto. Beyond the Line L'Arte può parlare della situazione ambientale in maniera diretta e allegoricamente. Dovendo lavorare in condizioni di forte controllo gli artisti azeri d'avanguardia della metà del XX secolo spesso hanno finito per usare l'allegoria. Con gli anni ‘60 gli artisti che avevano atteggiamenti “di ribellione” e che deviavano dall'ideologia comunista non venivano più arrestati, giustiziati o banditi. Venivano puniti in maniera differente: il loro lavoro veniva ignorato, semplicemente non potevano tenere delle mostre e non era loro consentito viaggiare all'estero. In questo modo venivano esclusi dalle strutture dello Stato che regolavano l'arte ufficiale. L'Arzebaijan presenta con orgoglio la loro opera in Beyond the Line esponendo le opere di artisti non conformisti del periodo sovietico: Javad Mirjavadov, Tofik Javadov, Ashraf Murad, Rasim Babayev, e lo scultore Fazil Najafov. In mostra sarà presentato il film Stepping over the horizon, di Shamil Najafzada. T. + 49 30 48496350 Antoni Clavé (Barcellona 1913 – Saint Tropez 2005), è tra gli artisti più interessanti su cui si accenderanno i riflettori durante la 56^ Biennale di Venezia. È infatti protagonista di una grande retrospettiva organizzata dalla Galleria d'Arte Maggiore di Bologna presso i magnifici spazi della Scoletta dei Battioro, sul Canal Grande. Tra i maggiori protagonisti dell'arte dello scorso secolo, Clavé è un artista dalla personalità poliedrica capace di scarti inaspettati e di inesauribile complessità, uno spirito curioso e sempre voltato verso la sperimentazione. La mostra veneziana vuole mettere in luce la continua sfida ai processi artistici tradizionali operata da Clavé per tutto l'arco della sua carriera, spaziando attraverso le di- ANTONI CLAVE’ Beyond the Line: Oil Workers, 1958-1959, oil on canvas, 250x300 cm., Museum of Modern Art, Baku Antoni Clavé: Vu a` Vicky Street, 1990, cm 145 x 130 - olio su alluminio verse produzioni dell'artista. Pochi sono gli artisti che nel corso del XX° secolo sono riusciti, come Antoni Clavé, a coniugare un'altissima coerenza artistica e intellettuale con una mai sopita tendenza alla sperimentazione. Ed è proprio quest'unità, nella complessità, ad essere protagonista della mostra organizzata durante la 56.^ Biennale d'Arte di Venezia. Aperta dalla grande scultura in bronzo, “Guerrier et bouclier”, in esposizione si troveranno gli oli in omaggio al grande maestro Greco, assieme alle sperimentazioni degli anni '70 a tecnica mista, con l'utilizzo del collage e dei rilievi su foglia d'alluminio e le grandiose tele degli anni '90. Se la scultura ha per tema la figura umana – un guerriero, ultimo erede di una civiltà scomparsa, una composizione ricca di mistero eppure pervasa di ironia -, le opere degli anni '70 recano, letteralmente, in assenza le tracce degli oggetti che compongono la quotidianità dell'artista 20 ARTECULTURA INTERVENTISMO 2015-1915 ANTONI CLAVE’ UNITA’ D’ITALIA E 1a GUERRA MONDIALE Valerio Adami, Camel, 1967 IL PREMIO LISSONE 1946-1967 A settant’anni dalla sua prima edizione, la rassegna ripercorre la vicenda del più innovativo e rivoluzionario dei premi italiani di pittura, che ha accompagnato l’evoluzione del linguaggio artistico del secondo Novecento. Il percorso espositivo, diviso per gruppi e correnti, presenta 48 opere di autori quali Emilio Vedova, Antoni Tàpies, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Karel Appel, Luis Feito, Mario Schifano e altri. In occasione di EXPO 2015, Lissone celebra l’evento culturale che, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, ha posto il centro brianzolo nel cuore del dibattito culturale europeo ed è stato testimone della nascita e dello sviluppo delle tendenze più innovative del ventennio postbellico. A settant’anni dalla sua prima edizione, il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone ripercorre la storia del Premio Lissone, la cui natura attiva e propositiva doveva rimanere, secondo le parole di Guido Le Noci, “polemica e di estrema avanguardia”, e che ha seguito l’evoluzione del linguaggio creativo del secondo Novecento, grazie alla partecipazione di autori quali Emilio Vedova, Antoni Tàpies, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Karel Appel, Luis Feito, Mario Schifano e altri. La mostra, in programma dal 24 maggio al 1° novembre 2015, curata da Alberto Zanchetta, direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, presenta 48 opere, tutte appartenenti alla collezione del Premio Lissone. Info www.museolissone.it Giacomo Balla, Sventolio di Bandiere Gorizia, Musei Provinciali Sino al 6 gennaio 2016 Con l’apertura della nuovissima sezione del Museo della Grande Guerra dedicata all’Interventismo, i Musei Provinciali di Gorizia si sono assicurati una “prima” culturale d’eccezione. Si tratta di un dipinto, mai esposto in precedenza al pubblico, di uno dei protagonisti assoluti del Futurismo: Giacomo Balla.Raffaella Sgubin, che dei Musei Provinciali è il Direttore, chiarisce che non si tratta di un dipinto “qualunque” di Balla ma di un’opera appena scoperta, anzi svelata, e dalla storia davvero particolarissima. L’olio, esposto per la prima volta a Gorizia, è rimasto per quasi un secolo sepolto sotto uno strato di pittura nera, sul retro di un’opera ben nota di Balla, la “Verginità” del 1925. E’ osservando con luce radente il retro di questa celebre opera, che gli esperti si sono resi conto che la superficie tutta nera sembrava nascondere un altro dipinto. Così un intervento di restauro ha portato alla scoperta di un dipinto antecedente, eccezionalmente conservato, che rappresenta, come afferma Fabio Benzi, la più importante novità su Giacomo Balla emersa negli ultimi anni, ma anche una fondamentale acquisizione per la storia stessa del Futurismo. Il dipinto messo in luce dalla pulitura della vernice nera si è rivelato infatti appartenere a una precisa serie di opere eseguite da Balla tra la fine del 1914 e la primavera del 1915, da lui stesso definite “pitture interventiste”, perché eseguite nel momento di grande tensione politica e culturale che vide la maggior parte de- gli intellettuali italiani schierati a favore dell’intervento dell’Italia, che si realizzò infine con la dichiarazione di guerra del 23 maggio 1915. Il Futurismo, è noto, giocò un ruolo di punta all’interno dell’interventismo italiano e Balla ebbe ad affermare, nel manifesto Il vestito antineutrale del settembre 1914, che “La neutralità è la sintesi di tutti i passatismi”: alle parole fece seguire i fatti, partecipando attivamente alle manifestazioni interventiste e venendo anche arrestato. Il dipinto riscoperto, Dimostrazione interventista, si colloca all’interno della fase astrattista futurista, in cui, assente ogni riferimento alle forme naturali, l’artista si serve di linee astratte e colori smaltati e puri per esprimere il dinamismo conflittuale tra forze innovative interventiste e forze di resistenza neutralistica, laddove le forze positive sono simboleggiate dalle componenti cromatiche del tricolore italiano e quelle neutraliste, al contrario, da una tramatura nera che opprime la nazione mentre il nodo sabaudo sancisce l’unità nazionale.La pittura di Giacomo Balla a tema patriottico è rappresentata, oltre che da Dimostrazione interventista, da altri dipinti: Sventolio di bandiere, dal bozzetto per Dimostrazione XX settembre.Analogamente a quanto avvenne negli altri Stati europei, molti disegnatori si posero al servizio della propaganda di guerra; altre volte, invece, funsero da coscienza critica nei confronti di un avvenimento che consideravano solo una grande sciagura. Info 0481 533926 ARTECULTURA 21 Nei luoghi dell’immagine a cura di Aoristias M. Benedetti, Senza titolo, 1999/2011, eliografia, acquatinta, punta secca su rame, cm. 50 x 35 BENEDETTI - N. VARGA Si è conclusa lo scorso aprile alla Galleria Scoglio di Quarto di Milano l’interessante esposizione che ha visto il limpido confronto tra le raffinate calcografie di Mario Benedetti e le poetiche visioni di Miklos N. Varga. Per Benedetti si sviluppa un linguaggio visivo dal battito neo-informale in cui serrata e dinamica diventa la dialettica tra bianchi e neri, pieni e vuoti, che lasciano libero spazio all’evocazione di orientarsi con la sua imprevedibilità. Nelle sue composizioni si avverte, inconsapevole, la forza di un evento che con la sua misteriosa energia contagia la genesi e lo sviluppo dell’immagine. Varga nelle sue ritmate espressioni poetiche, valorizzate anche da un’acuta articolazione spaziale, lascia campo libero all’allegoria, alla sua lucida forza che sottolinea verso per verso l’hinc et nunc della situazione, in un senso del tempo dall’acuta vertigine ciclica. In catalogo acuta presentazione di Stefano Soddu. Info 02 5831 7556 PIETRO’S BAG Mercoledì 1 aprile – Carola Costella ha presentato la sua nuova collezione “Un quadro a portata di mano 2015” presso lo Showroom Butturini, via Tortona 14. La nuova limited edition, dopo il grande successo della prima linea lanciata nel 2014, comprende non solo borse come pochette, bauletti, tracolle e cartelle unisex, ma anche bracciali donna, cinture uomo-donna e porta iPad, tutto rigorosamente dipinto a mano e in pelle pregiata. La caratteristica assolutamente unica di questa artista è quella di utilizzare la tela da lei dipinta e applicarla poi sui suoi modelli. Un 22 ARTECULTURA vero e proprio “quadro a portata di mano”. info www.carolocostella.it AGNETTI Una parabola che si apre con un capolavoro del 1967, data della sua prima personale, e si chiude con creazioni del 1980, un anno prima dell’improvvisa e prematura scomparsa. In mezzo la storia, straordinaria, di una delle figure capitali per l’arte concettuale. Lo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano dedica a Vincenzo Agnetti (1926-1981) una completa mostra antologica, in scena dal 19 maggio al 15 novembre sotto il titolo di Testimonianza, per la curatela di Bruno Corà, con il patrocinio dell’Archivio Agnetti e in collaborazione con la Galleria Il Ponte di Firenze. Ad essere esposte sono 32 opere fondamentali per entrare nell’immaginario creativo di un protagonista assoluto del secondo Novecento. Info 02 795 251 QIU ZHIJIE Dall’8 maggio al 31 agosto il Caffè Florian di Venezia presenta la XIII edizione di “Temporanea - Le Realtà possibili del Caffè Florian”, con la mostra “So, we’ll go no more a roving” dell’artista Qiu Zhijie curata da Stefano Stipitivich. Il titolo della mostra di Qiu Zhijie è tratto da una poesia di Lord Byron. Zhijie davvero reinterpreta la Sala Cinese del Caffè più antico del mondo con un’opera site specific realizzata in esclusiva per la collezione Florian: pareti, soffitto, pavimento, tavolo e sedie sono rivestiti con specchi sui quali sono state incise frasi di frequentatori famosi del Florian che rievocano conversazioni avvenute all’interno della Sala. Le scritte appaiono rovesciate e quindi possono essere lette soltanto attraverso lo specchio situato in posizione opposta. Info 041 520 5641 pone l'accento su un autore che ha segnato la pittura europea dell'Ottocento. L’esposizione si sofferma sulla maturità del Piccio, attraverso una selezione di dodici capolavori, disposti secondo un percorso cronologico e tutti provenienti da prestigiose collezioni private, alcuni inediti o assenti dal panorama espositivo da decenni. Milano, Galleria Maspes. Sino al 28 giugno 2015 PORTELLI “Lasciando tracce...” è il titolo della bella mostra personale di Santina Portelli in programma dal 16 al 28 maggio alla Galleria Eustachi di Milano. Nelle opere presentate si ha modo di constatare il carattere riflessivo ed intimo della sua pittura, così ricca di interrogativi e di stimolanti spunti di meditazione. Decisamente la pittrice si orienta verso un linguaggio che coinvolge l’osservatore al di là della pura rappresentazione, per concretizzare invece, sul filo della metafora, un reciproco dialogo e confronto. Non è un caso che allora l’artista insista in particolar modo su una visione che diventa atmosfera, ma lontano da ogni eccheggiamento neo-romantico, piuttosto sul filo di un sensibile ed esistenziale realismo. info [email protected] Santina Portelli, Vita tra i fiori DYNYS Chiara Dynys, tra le artiste italiane più note nel mondo, celebre per le sue suggestive installazioni, porta al Museo Carlo Bilotti di Roma, nella cornice bellissima dell’Aranciera di Villa Borghese, Pane Al Mondo: in mostra dal 14 maggio al 28 giugno cinque lavori realizzati negli ultimi anni, strettamente connessi alle tematiche di EXPO 2015. La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. I Servizi Museali sono di Zètema Progetto Cultura. PICCIO (1804-1873) La mostra, curata da Francesco Luigi Maspes, è accompagnata da un catalogo che attraverso un saggio introduttivo di Francesco Rossi, già direttore per oltre trent’anni della Pinacoteca dell’Accademia Carrara di Bergamo, e alle schede critiche di ogni opera di Pierluigi De Vecchi e Maria Piatto, autori del Catalogo ragionato dell’artista, YUDZON “A ROOM FOR THE NIGHT” è la prima mostra in Italia dell’artista russo/americano Alex Yudzon. Un’esposizione che s’inaugura sabato 30 maggio allo spazio LABottega di Marina di Pietrasanta. Nell'autunno del 2015, è invece prevista la prima statunitense presso la sarahcrown, New York.Alex Yudzon, artista russo/americano vive e lavora a New York. Yudzon combina nelle sue opere immagini tradizionali della cultura russa e americana, rappresentando la rotta di collisione tra le due. Inscenando spesso un’atmosfera assurda, in cui tutto è possibile, i suoi disegni, dipinti e le tecniche miste commentano il trauma collettivo e le vuote promesse lasciate sulla scia del crollo Sovietico. Essendo immigrato da un paese a un altro in giovane età, Yudzon è sempre stato affascinato dall'idea di luogo, identità e instabilità.La mostra è in programma sino al 19 luglio 2015. Info 0584 22502 Guttuso, Ritratto di Moravia, 1982 Guttuso, Ritratto di Mimise con il cappello rosso, 1940 GUTTUSO Ritratti ed Autoritratti Bagheria, Museo Guttuso - Villa Cattolica 18 aprile - 21 giugno 2015 L’esposizione, curata da Fabio Carapezza Guttuso e Dora Favatella Lo Cascio, è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività e del Turismo. E’ promossa, dalla Regione Siciliana - Assessorato Regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana (Sicilia Pofesr 2007- 2013), dalla Città di Bagheria e dagli Archivi Guttuso. Grazie al lungo lavoro di ricerca compiuto dagli Archivi Guttuso, le opere sono state scelte tra quelle presenti nei più importanti musei, tra i quali la Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma e il Museo degli Uffizi, oltre che nelle collezioni private più rappresentative. Sarà così possibile ammirare i ritratti di scrittori come Alberto Moravia, Michael Angel Asturias, Nino Savarese, Carlo Levi, critici come Natalino Sapegno, Santangelo, poeti come Montale, Neruda, attori come la Magnani, Zeudi Araja, intellettuali e politici come Amendola, Bufalini, Alicata artisti come Picasso, Turcato, Consagra, Leoncillo, Fontana, Manzù che al pittore ha dedicato il grande monumento funebre, posto nel giardino del museo Guttuso. Una galleria di personaggi che testimonia la straordinaria capacità dell’artista di intessere rapporti dai quali sarebbero nati sodalizi, e si sarebbero sviluppati movimenti artistici, come Corrente e il Fronte nuovo delle arti. Bagheria, la città natale, e la Sicilia, che l’artista abbandona precocemente, spesso riaffiorano nei numerosi ritratti dedicati al padre culminanti nel visionario Gioacchino Guttuso Agrimensore,1966 colto nell’esercizio della sua professione; nel Ritratto della madre,1940, Giuseppina d’Amico, emerge il dramma della recente scomparsa del marito e la tristezza per il figlio lontano. Attraverso l’esposizione degli autoritratti sarà possibile scrutare nell’animo dell’artista, seguirlo, dagli esordi fino alla maturità, nella costruzione della sua identità, vedere riflessa, nel suo bel volto, la condizione umana con le sue sofferenze, i suoi miti, le sue passioni.Da segnalare anche l’importante inedito Ritratto di Giovanni Pirelli, 1959, l’intellettuale che rinunziò ad assumere la guida dell’azienda di famiglia per seguire le proprie passioni intellettuali e politiche, che ebbe con Guttuso un forte legame ricostruito nel catalogo sulla base di documenti inediti.La presenza di Picasso nella vita di Guttuso è come una camera oscura nella quale l’uomo si sovrappone alle immagini più pregnanti delle sue opere, i quadri dedicati dall’artista all’amico, dopo la sua morte, sono come sogni dove si intersecano immagini e persone come nella Colazione con la Dama di Cranach, 1973 o nello struggente Lamento per la morte di Picasso.A Mimise, la compagna della vita, che sposerà nel 1950, è dedicata una galleria di ritratti tra i quali Mimise con il cappello rosso,1938, e l’Autoritratto con Mimise,1966 nel quale l’artista si ritrae con la moglie, costruendo una composizione che, sul filo della autobiografia, unisce il suo Autoritratto del 1940 e il ritratto di Mimise, del 1947. I ritratti e gli autoritratti saranno contestualizzati in un allestimento che prevede la proiezione di filmati d’epoca, messi a disposizione dalla RAI e dall’Istituto Luce materiale documentario, in gran parte inedito, fornito dagli Archivi Guttuso. Info 091 943902/06 Troubetzkoy, Ragazza sul lago Domodossola, Casa De Rodis 31 maggio - 31 ottobre 2015 L’esposizione presenta 65 opere, tra dipinti, disegni e sculture, provenienti dalla Collezione Poscio e da altre raccolte private in grado di approfondire il tema della ritrattistica italiana di fine Ottocento e il legame tra Carlo Fornara e la tradizione figurativa sviluppata in valle Vigezzo.Il percorso espositivo propone anche un confronto tra i maggiori espo- Carlo Fornara E IL RITRATTO VIGEZZINO nenti di questo genere di pittura, attraverso lavori di autori quali Gaetano Previati, Tranquillo Cremona, Giovanni Segantini, Giovanni Boldini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Emilio Longoni, Angelo Morbelli e altri. Un viaggio intimo nella ritrattistica di fine Ottocento, guidati dagli occhi e dagli sguardi di Carlo Fornara, tra i maggiori interpreti dell’arte italiana della prima metà del XX secolo.Le sale di Casa de Rodis, palazzetto di origine medievale nel cuore di Domodossola, accoglie del 31 maggio al 31 ottobre 2015, la mostra Carlo Fornara e il ritratto vigezzino, curata da Annie-Paule Quinsac, che presenta 65 opere, tra dipinti, disegni e sculture, provenienti dalla Collezione Poscio e da altre collezioni private. L’itinerario allestito all’interno di Casa de Rodis propone una prima sezione sulle radici della ritrattistica vigezzina, quindi le origini e la formazione della vera e propria Scuola di Belle Arti che si costituisce nell’Ottocento. Qui saranno presentate anche due tele del pittore francese Adolphe Monticelli,che seppe trasmettere agli allievi della Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, le folgorazioni coloristiche del maestro di Marsiglia. (Aoristias) [email protected] ARTECULTURA 23 HUMAN OR NOT HUMAN ? Le Sculture-Ambiente di Antony Gormley HUMAN, Forte di Belvedere, Florence, Italy, Photograph by Emiliano Cribari Dal 26 aprile Firenze ospita le opere di Antony Gormley, uno dei più apprezzati scultori viventi. La mostra dal titolo Human, segue i grandi successi delle esposizioni di Zhang Huan che ha accompagnato la riapertura del Forte di Belvedere nel 2013 e di Giuseppe Penone nel 2014. Curata da Sergio Risaliti e Arabella Natalini, Human vede riunite più di cento opere di Gormley nelle sale interne della palazzina, sui bastioni, sulle scalinate e le terrazze, occupando ogni lato della fortezza cinquecentesca con le sue straordinarie viste sulla città e le colline circostanti.Tra le opere in mostra l’importante installazione Critical Mass, un “anti-monumento che evoca tutte le vittime del XX secolo”. L’opera, ideata originariamente nel 1995, per un vecchio deposito di tram a Vienna e farne un punto di riflessione su un momento buio della storia della Germania. Visibile sulla terrazza inferiore del Forte, Critical Mass, acquisisce una nuova forza nel confronto con la città rinascimentale, la storia dell’umanesimo e la continua e onnipresente relazione tra denaro e potere militare. Da notare che Le figure più naturalistiche di Critical Mass, derivate da modelli presi direttamente dal corpo dell’artista, sono in dialogo con le recenti opere conosciute come Blockworks, che restituiscono l’ana- 24 ARTECULTURA tomia umana attraverso suggestivi volumi architettonici mentre ogni scultura è posizionata per entrare in risonanza con la struttura del Forte.La grande esposizione, la più grande mai concepita in uno spazio storico, trova la sua collocazione “naturale” a Firenze, città nella quale, tra Quattrocento e Cinquecento, artisti come Donatello, Michelangelo, Bandinelli e Cellini si sono dedicati allo studio della rappresentazione dell’uomo “ideale” in rapporto all’architettura. Human rinnova e conferma la determinazione della città a promuovere la cultura contemporanea, cercando una limpida e cruciale interazione tra la Firenze del Rinascimento e la città attuale in uno stretto dialogo tra scultura e una rinnovata concezione dell’ambiente antropico. In questi ultimi anni l’artista ha reinterpretato l’immagine dell’uomo nelle sue sculture attraverso una profonda esplorazione del corpo, inteso come spazio di memoria e di trasformazione. A partire dagli anni ‘90 Antony Gormley sviluppa il suo particolare interesse per l’analisi della condizione umana e nel contempo indaga il corpo collettivo e la relazione tra il sè e gli altri nelle installazioni sviluppate su interventi a larga scala. Aoristias Info 055 055 Torino, Biblioteca Reale Sino al 26 giugno 2015 Perché l’illustre Theodor Mommsen, accademico delle scienze di Berlino, padre del diritto romano e politico di punta nella Germania di Bismarck, quasi ogni anno in primavera scendeva a Torino e si sistemava in casa di Carlo Promis, professore di architettura? Che cosa lo spingeva a compiere faticose gite nelle campagne cuneesi con il treno, il calesse, a piedi, da solo o in compagnia di oscuri parroci di campagna e di studiosi di antichità locali? La passione per l’epigrafia, per quel patrimonio di iscrizioni lasciate dagli antichi romani anche sul territorio piemontese, così importanti per conoscere le abitudini, i costumi, la politica, l’economia, la devozione del mondo romano. Per questo, negli anni SessantaOttanta del XIX secolo, lo storico Mommsen aveva bisogno di vedere di persona i monumenti antichi, dispersi nelle campagne e nelle collezioni pri- PAROLE E PIETRE L’Epigrafia Romana a Torino vate, nei salotti e nelle stalle, e aveva soprattutto bisogno di un sostegno logistico per muoversi in una regione sconosciuta. Una storia raccontata dalla mostra “Carlo Promis e Theodor Mommsen, Cacciatori di pietre fra Torino e Berlino”, curata da Silvia Giorcelli Bersani dell’Università di Torino e aperta alla Biblioteca Reale dal 31 marzo al 26 giugno 2015. Un’occasione per rivivere la storia della nascita in Piemonte delle collezioni di epigrafi romane attraverso un’eccezionale raccolta di opere manoscritte e a stampa che testimoniano l’evoluzione degli studi sull’antichità in Piemonte fra il XVI e il XIX secolo. Protagoniste anche le lettere tra Mommsen e Promis che consentono di ricostruire la metodologia di ricerca di questi ‘cacciatori di pietre’ del XIX secolo.Tra le testimonianza più preziose, inoltre, una notevole, e pressoché inedita, collezione di epigrafi cristiane e la splendida iscrizione di un soldato britanno, per la prima volta esposta a Torino. Info 011 543855 10 artisti californiani tutti provenienti da Los Angeles, tutti uniti oltre che dall’arte, dalla passione e dalla pratica del Surf, si sono riuniti alle Hawaii nel mese luglio 2013 per vivere e condividere tutti insieme un’avventura di sport e arte. Sono stati riuniti dalla curatrice e direttrice del museo MOHA di Lancaster, Andi Campognone, per vivere un’esperienza di sport e arte insieme e per girare un film che li vede indiscussi protagonisti. Il film è stato girato dal filmaker di Los Angeles Eric Minh Swenson, in Kona, Hawaii e nella California meridionale, e conduce gli spettatori in un viaggio attraverso gli stili, gli studi e i processi creativi dei 10 artisti, uniti nella visione del mondo e guidati dalla famiglia, dall'amicizia, dalla passione: “aloha” e MANA: il potere A NAPOLI Tra Arte e Surf L’abile surfista cavalca l’onda universale della terra e del mare. Interessante è sperimentare, come il surf non è per queste persone solo una pratica sportiva, ma un modo di essere, e un modo di pensare alla vita e come le loro interazioni con le dinamiche del mare influenzano le loro opere d'arte. Pertanto l’interesse che questi artisti suscitano è da ricercarsi nel complesso della loro personalità sia artistica che sportiva, che comportamentale: l’espressione di un credo che si estrinseca nella quotidianità della vita e nelle varie forme artistiche ed espressive e che non li lega affatto sotto un unicum artistico, ma anzi li differenzia nelle loro individualità, ma li sottende nel modo di pensare e di atteggiarsi nella vita. La mostra delle opere d’arte, curata da C. Penna e A. Campognone, si svolgerà nelle sale di Villa di Donato di Napoli dal 28 Maggio al 10 Giugno 2015. Il film della durata di circa un’ora sarà proiettato in loop nella sede della mostra. Info 081 660216 Daniel Buren,come un gioco di bambini DANIEL BUREN Come un gioco di bambini Napoli, Museo Donna Regina 24 aprile - 31 agosto 2015 Il museo MADRE è lieto di presentare il primo dei progetti che, nel corso del 2015, saranno appositamente commissionati all’artista francese Daniel Buren (Boulogne-Villancourt, 1938) per celebrare la relazione fra museo e il suo pubblico, tra l’istituzione e la sua comunità. Uno dei massimi artisti contemporanei, Daniel Buren è autore di un’opera in cui la valenza visiva è sempre associata a quella teorica, e il cui elemento emblematico potrebbe essere riassunto nella sua comprensione e utilizzo della nozione di in situ: espressione con cui l’artista stesso indica la stringente interrelazione fra i suoi interventi e i luoghi espositivi (ma anche urbani) in cui essi sono realizzati. Formatosi all'Ecole des Métiers d'Art di Parigi, Buren ha basato tutta la sua produzione su una stoffa da tende a righe di 8,7 cm, alternativamente bianche e colorate. Più recentemente, dagli anni Ottanta, Buren ha progressivamente accostato la realizzazione di opere di formato tradizionale in favore delle installazioni architettoniche in spazi pubblici. Profondamente legato anche alla città di Napoli dove è intervenuto più volte, come a Palazzo dell’Arin ora ABC nel quartiere Ponticelli e con una mostra personale alla Reggia di Capodimonte nel 1989, nel 1986 Buren ha partecipato alla Biennale di Venezia aggiudicandosi il Leone d'Oroper il miglior Padiglione Nazionale. Da aprile a agosto 2015 l’artista interverrà nella sala Re_PUBBLICA MADRE con la grande installazione in situ intitolata Come un gioco da bambini (2014-2015, in collaborazione con Musée d’Art Moderne et Contemporain, Strasburgo). Con questo intervento Buren accoglie tutti i visitatori nella grande sala al piano terra del museo, trasformandola in uno spazio di gioco, un vero e proprio gioco di costruzioni a grandezza reale. L'opera – risultato della collaborazione fra l’artista e l’architetto Patrick Bouchain – si propone come un sottile dialogo con l'architettura, che diventa quasi viva, performativa: i visitatori hanno la possibilità di passeggiare all'interno di una città fatta di cerchi ipnotici (su cui appaiono le righe di 8,7 cm che sono il segno ricorrente e distintivo delle opere di Daniel Buren), archi colorati, torri cilindriche, basamenti quadrati, timpani triangolari, collocati simmetricamente fra loro quasi fossero parte dell'architettura stessa del museo, dotata di una sua ipotetica ad alternativa potenzialità fantastica e immaginativa. Info 081 19313 016 ARTECULTURA 25 ARTE-NATURA-STORIA Lo stimolo intuitivo nell’esperienza cosciente Uno degli aspetti di maggior dibattito concernente l’arte contemporanea e che da tempo stimola la riflessione di artisti, critici, storici, sociologhi dell’arte, consiste proprio nella definizione dell’arte, in che cosa e come essa si costituisca in quanto arte e di conseguenza in che cosa si differenzi da ciò che arte non è. Però, nel contempo, occorre precisare che il problema nell’epoca contemporanea si presenta con caratteri nuovi rispetto al passato, in quanto non si tratta più di come interpretare l’arte e le sue opere, quanto proprio di identificarla l’arte. Infatti nel passato a livello teorico, come nell’ambito della sfera del gusto, si davano varie interpretazioni dell’arte, ma a partire comunque, dalla constatazione che si sapeva cosa era l’arte, soltanto che poi ne variano i giudizi sulla sua essenza. Oggi, proprio la definizione dell’arte sembra essersi smarrita e da un certo punto di vista in tutte le varie rassegne che all’arte internazionale sono dedicate (Documenta, Biennale, Basilea etc.) si avverte consapevolmente o meno la presenza di quel convitato di pietra che appunto risponde alla domanda “che cos’è l’arte ?”. Un tempo il campo era ben delimitato, arte era l’affresco, la pittura, il disegno, l’architettura, la scultura, poi venivano le arti minori: l’oreficeria, la ceramica etc. Quello che variava era il giudizio filosofico sull’arte, in riferimento alle diverse correnti del pensiero estetico. Nel mondo di oggi, questa domanda, resta ancora aperta e del resto lo si deduce non solo dal carattere del tutto particolare delle principali manifestazioni d’arte, quelle per inciso che fanno tendenza, ma anche dallo smarrimento di una parte rilevante dell’opinione pubblica, anche di quella cosiddetta “colta”. Spesso persino per persone dotate di elevata cultura come medici, ingegneri, avvocati, liberi professionisti, addentrarsi nel campo dell’arte contemporanea, appare un’operazione non facile. Una situazione che del resto ha del para- 26 ARTECULTURA dossale, in quanto si verifica in un contesto storico e sociale in cui l’arte tende a prendere sempre più piede, trascendendo quello che un tempo erano i luoghi e le motivazioni tradizionali del suo linguaggio e del suo operare, per evadere in altri ambiti: come la pubblicità, il mondo dell’industria, lo spazio urbano, il territorio, l’informazione, la televisione. Gallerie, musei, atelier d’artista, non bastano più e forse sono in via di superamento, la nuova spinta dell’arte, una volta uscita da questi riconoscibili luoghi, diventa irriconoscibile infiltrandosi nei nuovi ambiti, su accennati. Del resto dire che l’arte è irriconoscibile, non vuol dire affatto che non ci sia, ma soltanto che essa ha smarrito le sembianze di un tempo e ritrovarle, ammesso che esistano, dato il loro mutamento, non è affatto facile. Da questo punto di vista non aiuta la critica d’arte, neppure quella specializzata, che non offre all’osservatore degli indizi congruenti per una vera esamina del problema, ma spesso si limita ad una sorta di difesa d’ufficio di queste realizzazioni, a ripetere cosa essa è e non perché e in che modo essa è diventata quello che è. Neppure è vero che arte ed esistenza si compenetrano al punto tale da non essere più praticamente distinguibili, perché ne consegue che se l’arte arrivasse al punto di identificarsi senza ombra di dubbio con ciò che non è arte, essa sparirebbe e si ritornerebbe al punto di partenza: un mondo senza arte. L’arte, infatti, rispetto alla realtà, intesa in tutte le sue varie dimensioni come psicologia, storia, natura, paesaggio ha il compito non di seguirla ma di marcarne sempre una differenza. Il problema è se oggi essa è in grado e/o se vuole farlo. Il problema su accennato concerne soprattutto le arti visive tradizionali, quelle che un tempo erano dette pittura, scultura, disegno etc, mentre in riferimento ad altre espressioni come cinema, design, fotografia, televisione, il problema non si pone in quanto questi stru- menti di odierna comunicazione ed intrattenimento sono definiti a priori dalla loro oggettiva consistenza tecnica, in quanto lì risiede in un certo senso la loro percepibile evidente riconoscibilità. Ma l’arte contemporanea, lo ripetiamo, sembra aver davvero smarrito il suo ubi consistam, piegata dal filo prolisso di tautologie che come una sorta di matrioska inghiottono la potenzialità liberatrice dell’arte. Ne consegue che l’arte non è più in grado di rivolgersi alle sue fonti primarie, la natura, in primo luogo, che pur con tutti i suoi mutamenti, non ha ancora trovato il suo nuovo impressionismo che possa rilevarne grandezza e visioni, anche se naturalmente oggi il paesaggio non è più quello non solo dell’ottocento ma neppure quello degli anni sessanta del secolo scorso. Neppure è, a nostro avviso, molto sensato parlare di fine della pittura, in quanto essa non finirà mai, le sue forme muteranno, come sempre sono mutate sotto l’incalzare della storia, dei nuovi eventi, come anche di nuovi popoli e civiltà. Occorre comprendere che oggi le relazioni che legano l’uomo alla natura, al suo passato storico, come anche all’imprevedibilità del futuro sono mutate e di conseguenza anche l’arte deve mutare i suoi registri. Ciò che fu fatto da Duchamp, con tutte le sue ricadute nell’ambito delle varie tendenze concettuali è oramai consacrato alla storia, al museo. Da qui sorgono per gli artisti consapevoli di vivere veramente nel loro tempo e non avvinti superficialmente da mode o condizionamenti, nuovi stimoli di ricerca e di riflessione. Tutto è già stato fatto o visto, ovviamente, non ha alcun fondamento, in quanto è vero l’esatto contrario, poiché questo significa sempre l’apertura a nuove prospettive della storia, come dell’arte e del pensiero. Da queste contraddizioni sarà probabilmente caratterizzata l’arte di questo inizio di millennio, nel cui groviglio si cela l’arte del futuro. Aoristias L'AUTODIDATTA NELLA STORIA La vita di Tolstoj fu lunga e tragica, nell'accezione più vera del termine, ossia nel senso che essa fu dominata da una profonda, segreta tensione: la si potrebbe definire una tragedia dell'anima. Tolstoj ebbe un'incessante, tormentosa evoluzione interiore, lottò con se stesso e con il mondo, e questa lotta, talora impetuosa, alimentò senza sosta l'impulso creativo. Perciò lo studio della sua vita, come ha scritto Igor Sibaldi, richiede impegno e fatica.Nel 1844 si iscrive all'università di Kazan (nell'attuale Tatarstan), prima alla facoltà di filosofia (sezione di studi orientali, dove supera gli esami di arabo e turco), poi, l'anno dopo, a quella di giurisprudenza, ma per via dello scarso profitto non riuscirà mai ad ottenere la laurea; provvede quindi da solo alla propria istruzione, ma questa formazione da autodidatta gli provocherà spesso un senso di disagio in società.La giovinezza dello scrittore è disordinata, tempestosa: a Kazan passa le serate tra feste e spettacoli, perdendo grosse somme al gioco d'azzardo (circa dieci anni dopo, a Baden-Baden, perderà ancora rovinosamente al gioco e lo salverà l'amico Turgenev concedendogli un prestito) ma intanto legge molto, soprattutto filosofi e moralisti.Particolare influenza ha su di lui Jean-Jacques Rousseau.Non a caso, l'opera della conversione di Tolstoj, scritta trent'anni dopo, si intitolerà appunto – similmente all'autobiografia rousseauiana – La confessione (1882). Autori come Rousseau, Sterne, Puškin, Gogol' insegnano allo scrittore in erba un principio fondamentale: in letteratura sono importanti soprattutto la sincerità e la verità. Proprio sotto questi influssi nascono le opere letterarie di Tolstoj: nel 1851 avviene la prima redazione del racconto Infanzia (che uscirà sulla rivista di Nekrasov Sovremennik nel 1852, firmato con le sole iniziali) e la stesura di un altro racconto, incompiuto, Storia della giornata di ieri. Lo scopo di quest'ultimo, secondo le parole dell'autore, era estremamente semplice ed insieme complicatissimo, quasi irrealizzabile: «descrivere una giornata, con tutte le impressioni e i pensieri che la riempiono». Da questo germe si può già intravedere lo sviluppo della possente pianta: tendenza all'introspezione e alla vita reale. Tolstoj resterà fino alla fine un incrollabile realista. L'immaginazione slegata dalla realtà è quasi inesistente nei suoi libri. L'unica possibilità di utilizzare la fantasia consiste nell'elaborazione di qualche particolare, di qualche sfumatura che appartiene però ad un oggetto assolutamente reale. Anche il successivo racconto, pubblicato sempre su Sovremennik, è ispirato a criteri TOLSTOJ (1828-1910) di verità quasi naturalistici: L'incursione (1853), che nasce dal ricordo di un'autentica scorribanda compiuta da un battaglione russo in un villaggio caucasico. Nel 1856 Tolstoj assiste il fratello Dmitrij, che muore di tubercolosi. Si interessa poi per migliorare le condizioni dei contadini di Jasnaja Poljana, ma questi sono diffidenti e rifiutano le sue proposte, come accade al protagonista de La mattinata di un proprietario terriero, racconto che Tolstoj pubblica in quell'anno, e come accadrà anche al protagonista di Resurrezione, romanzo di molti anni più tardi, di ispirazione parzialmente autobiografica.Il 1863 è anche l'anno di pubblicazione de I cosacchi – opera ispirata ai ricordi del Caucaso e lungamente rielaborata nel corso di un decennio – in cui sono evidenti gli echi della lettura rousseauiana ed in cui si esprime, con entusiasmo, la nostalgia per la vita a contatto con la natura, semplice e felice. Intanto, lo scrittore viaggia per l'Europa, dove ha modo di conoscere Proudhon, Herzen, Dickens.Il destino di Tolstoj, dopo il matrimonio, non poteva essere quello di un tranquillo proprietario di campagna, tanto più che la vita familiare, all'inizio felice, stimolava persino i suoi istinti creativi: in sette anni portò a termine Guerra e pace, (1863-1869). La scelta di un tema storico, di fatti avvenuti cinquant'anni prima, non era un rifiuto a partecipare ai dibattiti sulle "grandi riforme", sullo scontro tra liberali e conservatori, sui primi attentati ter- roristici (o anarchici come allora venivano chiamati), anzi era una risposta proprio a quei dibattiti, agli attacchi dei democratici contro la struttura nobiliare, alla campagna per l'emancipazione della donna. Molte delle nuove idee furono accolte da Tolstoj con scetticismo. Il suo ideale era una società "buona" e patriarcale, era la purezza della vita secondo natura. In Guerra e pace Tolstoj affrontò questioni fondamentali di carattere storico-filosofico, come il ruolo del popolo e dell'individuo nei grandi avvenimenti storici. Contrapponendo Napoleone a M.I.Kutuzov, l'autore volle polemicamente dimostrare la superiorità di Kutuzov, che aveva capito lo spirito delle masse e aveva afferrato l'andamento degli eventi che vanno assecondati e non contrastati. Il romanzo successivo, Anna Karenina (1873-1877), è un'opera aggressiva e polemica, che affronta gran parte dei problemi sociali di quegli anni. L'azione del romanzo si svolge in un ambiente che Tolstoj conosceva perfettamente: l'alta società della capitale. Tolstoj denuncia tutte le segrete motivazioni dei comportamenti dei personaggi, le loro ipocrisie e le loro convenzioni, e forse, quasi senza volerlo, mette sotto accusa non Anna, colpevole di aver tradito il marito, ma la società, colpevole di averla annientata.In Resurrezione (1889-1899) Tolstoj descrive l'angoscia profonda dell'uomo di coscienza (e in primo luogo dell'autore) stretto nel meccanismo della burocrazia statale, nel ferreo "ordine delle cose". Il romanzo denuncia in particolare la disumanità delle condizioni carcerarie e l'insensatezza delle vigenti istituzioni giudiziarie. L'ultimo decennio vede allinearsi una serie di piccoli capolavori letterari, tra cui Chad•i-Murat (1896-1904, pubblicato nel 1912), La cedola falsa (19021904, pubblicato nel 1911), Dopo il ballo (1903, pubblicato nel 1911), Appunti postumi dello starec Fedor Kuz'mic (1905, pubblicato nel 1912), Il divino e l'umano (1905) e il dramma Il cadavere vivente (1900, pubblicato nel 1911). Morì ad Astàpovo il 20 novembre 1910. Decine sono state le manifestazioni organizzate per la ricorrenza dei cento anni della morte dello scrittore, dalla Germania agli Stati Uniti, con la pubblicazione di nuove traduzioni delle sue opere. La tenuta di Jasnaja Poljana rimane il centro dell'attività degli studiosi di Tolstoj e della sua famiglia. Nell'estate 2010 si sono riuniti più di 350 discendenti dello scrittore. Aoristias ARTECULTURA 27 ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’ L’uomo contemporaneo nella crisi delle Rappresentanze E’ stato riportato più volte in questo spazio di rubrica, ma lo dobbiamo ripetere per necessità di coerenza: “Nessun uomo in cuor proprio si sente sottoposto ad un altro”. Una naturale predisposizione della persona che entra in conflitto con le regole della società in cui vive, nel suo inevitabile contrasto con la civiltà. E non c’è adattamento che tenga, le leggi della natura sono superiori a tutte le ricerche dei laboratori. Posta così la domanda ci fa subito sostenere che tutta l’attuale inquietudine del mondo è causa di un rigetto di Rappresentanza sentita, sofferta e sopportata per forzate ragioni oppressive in cui il potere primeggia per struttura di arroganza con la paura delle armi. Così i giorni della vita nascono e si consumano in un dissapore che non ha rivalsa di serenità. Troppe usurate sono le regole che disciplinano la società odierna, sfiduciata d’ogni tangibile segno di equilibrio, persa in un divenire con le saracinesche abbassate sulla discriminazione permanente. Una repressione di potere, difficile se non impossibile da trasformare in una democrazia di fatto, se prima non si evolve culturalmente il costume nel quale ora si vive e che attualmente poggia la sua arroganza sulle armi di cui per legge il potere si dota. E se con la dovuta prevenzione non si disarma prima la polizia e poi l’esercito, l’uguaglianza dei cittadini resta una raccapricciante beffa! Una situazione che con i suoi alti e bassi delle epoche dura da millenni, ma che attualmente potrebbe diventare esplosiva come non mai, se il senso della responsabilità non pone l’incontro per discutere fondatamente sul problema e cercare la soluzione migliore con premessa di finalità il disarmo. Iniziando, gradualmente con la polizia e poi sperimentando la prevenzione della responsabilità personale e collettiva al fine di attuare il disarmo 28 ARTECULTURA di tutte le forze armate. Questo perché nelle sommosse d’inquietudine italiane ed europee, americane, ed africane, dell’Occidente come dell’Oriente, sia pure nei modi diversi che fanno richiamo ai costumi ed altre varie cause, il denominatore che unisce la protesta è comune, nel porre le popolazioni contro le proprie Rappresentanze governative e che per obiettiva soluzione coincidono nella finalità improrogabile del disarmo. Un disarmo che deve diventare la strada dell’incontro capace di promuovere nuovi rapporti di convivenza nella quale spesso inestricabilmente ancora s’intrecciano le matasse delle contraddizioni remote ed attuali che si possono superare. Specie quando viene a sussistere la comprensione degli effettivi condizionamenti che oscurano la coscienza dell’uomo mediante false ideologie e pretese di ascese miliardarie. Una follia incapace di autocontrollo, questo il punto, incapace di comprendere che il cervello dell’uomo non è un minerale morto, se pure esiste. Ma una continua sua emozione in costante ricerca di equilibrio di convivenza. Così per affermare che le attuali Rappresentanze di tutti gli Stati del mondo agiscono al di fuori della ragione, la cui la gravità fa pensare che lo facciano anche senza accorgersene. Non sono capaci di prendere atto che questo troppo contrastato modo di vivere tra banche e miserie, tra inquietudini e indifferenza fa parte di un linguaggio che non ha più motivo di esistere. Se non come esaltazione di rivolta dei più diseredati. Ma di quale valore di Rappresentanza di tutti gli Stati aderenti all’O.N.U. si deve parlare quando si sono mostrati totalmente indifferenti a delineare un piano d’intervento affinché le migliaia di migranti per mancato nutrimento non annegassero per fame eterna nel Mediterraneo ed altrove. Pure in diversi rapporti relativi ai costumi nei quali si nasce, ci si forma e si vive, un filo di ragione la possono avere tutti anche se questo sotto ogni punto di vista non giustifica i bombardamenti mirati dall’alto che massacrano anche bambini e tanti altri innocenti. L’uomo del Terzo Millennio ha piena coscienza di sé ed ha ben presente che il diritto della vita nella persona è fondatamente intoccabile per legge di natura. E senza tener presente questa primaria legge umana di principio universale, non è possibile parlare di civiltà, di evoluzione della vita quando stiamo precipitando in una barbarie atomica che l’uomo non ha mai conosciuta. Ma è davvero questo che ci fanno desiderare gli arsenali atomici dell’Occidente? Ci rifiutiamo di crederlo! Per cui cercare l’incontro tra Oriente ed Occidente per valorizzare insieme un equilibrio di vita in cui vengano tenute presenti l’esigenze di tutti, pensiamo che sia possibile. Almeno per svelenire il nostro inquieto vivere da razzismi di ogni natura, avendo però come base di partenza la finalità culturale di valorizzare, senza ritocchi di parte, l’universale coscienza dell’uomo attualmente troppo limitata ai soli interessi particolari di singoli o di comunità. Un aspetto fondamentale che per ragione o per positiva paura, qualche Rappresentanza degli attuali Stati dovrà pur prendere in considerazione, passando dal tentennamento al coraggio della prima pietra posta in direzione del disarmo. L’incontro accennato, ai nostri giorni, è indispensabile e chi prima lo inizia sarà considerato non il più debole che agisce per paura, ma il più forte a cospetto l’umana coscienza universale, e di sicuro sarà stato il più saggio a comprendere i significati della Nuova Storia. Sappiamo benissimo che il problema si presenta talmente intricato di contraddizione in cui si combattono politica, religioni, etica, tradizioni e costume e a prima vista si presenta persino scoraggiante porsi il problema dell’incontro, ma il coraggio della necessità sa fare davvero miracoli. E le Rappresentanze di tutti gli Stati questo lo sanno benissimo ed è solo la decisione d’incominciare sulla quale occorre decidere subito prima che sia troppo tardi. Naturalmente per affrontare il problema di far divenire una realtà di vita quotidiana, uomini che vivano per stretta di mano e senza fucili, bisogna comprendere che la persona del secolo Tremila non è più l’arretrato della protostoria che se la faceva nei pantaloni al solo scatenarsi di un tuono. Ed a questo riguardo, grazie soprattutto a Darwin, l’uomo ha compreso molto sulla sua possibile evoluzione e certe conoscenze che assicurino il suo equilibrio di vita quotidiana potrà condividerle benissimo se messo in condizione di poterlo fare. Anche da Freud ci sono venute delle ottime indicazioni su come sentirsi tranquilli e vivere di fiducia con l’altro. E qui non si tratta di pretendere una popolazione di psicanalisti ma di domandarsi solo sullo spirito poetico della natura per comprenderlo e incominciare a vivere nella libertà civilizzata della Nuova Storia. Non è difficile come si possa pensare perché la Poesia della natura è un valore innato che contraddistingue la personalità dell’uomo dalla bestia. La Poesia della natura è già un costume di vita equilibrato per suo innato fattore che differenzia l’uomo dai lupi, dai serpenti e da tanti altri animali, se non tutti. E nemmeno sarebbe difficile divulgarne la conoscenza, una volta che le Rappresentanze all’O.N.U, si facessero davvero promotrici della proposta qui solo succintamente avanzata. La sua divulgazione tradotta in tutte le lingue ai tempi di Internet sarebbe facilissima. Non è questo il vero problema, ma di comprendere che fin tanto che l’uomo avrà un fucile, farà la guerra. Ed il disarmo al quale le Rappresentanze degli Stati dovrebbero prestare la massima attenzione consiste nella semplicità di scoprire la Poesia della natura per equilibrare di sicurezza la vita del Pianeta. Altrimenti la sfiducia generalizzata nelle Rappresentanze può favorire pericolose esplosioni su scala planetaria, incontrollabili. Giuseppe Martucci Sull’Espresso a Venezia. Alla Biennale di Venezia il giorno precedente l’inaugurazione per il pubblico viene riservato ancora adesso esclusivamente alla stampa ed agli espositori. Nel 1968 fui accreditato dall’Ente quale critico d’arte, per scrivere un articolo che poi pubblicai sulla rivista”Formaluce” di Milano. Venezia in quei giorni era tappezzata di tanti manifesti, tra i quali ce n’era uno molto grande e segnaletico di Remo Bianco, che esponeva nel Padiglione dell’Italia. Al centro dello spazio bianco del manifesto il pittore aveva collocato un bel gruppo di bambolotti come quelli che utilizzavo io in quel periodo, insanguinati di rosso, sicuramente di forte impatto visivo. Dal traghetto alle sale, tutti i conoscenti che incontrai si complimentarono con me perché pensarono che il quadro del manifesto citato l’avessi dipinto io… e mi assicurarono che sarebbero passati dal Padiglione dell’Italia dove c’era la mia personale, che in realtà non esisteva. Nel pomeriggio, come tutti i comuni mortali, mi concessi un Antonio Fomez. “Omino che sbraita”(part.), 1964, tela acrilico, cm. 60 x 70. attimo di relax nell’affollato bar dei Giardini, sedendomi ad un tavolo per gustare un caffé con alcuni conoscenti o amici, come Vittorio Fagone, Gianni Bertini e tanti altri. Molti avventori avevano in mano L’Espresso”del 31 marzo del 1968, in quei tempi in formato gigante, e taluni mi lodarono. Altri mi chiesero se fossi amico di Bruno Zevi o di Renato De Fusco, in quanto sul numero appena uscito della rivista c’era una recensione del primo che occupava metà pagina del giornale, con due grandi quadri riprodotti, uno dei quali era il mio del 1964 che campeggiava col fotomontaggio di un market (vedi foto simile) e con un omino ribelle sbraitante dalla scatola di un noto detersivo; l’altro era “Torre di Babele”di Bruegel, entrambi ripresi dal libro di Renato De Fusco “Architettura come mass medium” (Dedalo Libri, Bari, 1967). Cascai dalle nuvole e risposi che li conoscevo solo di nome e Antonio Fomez che non li avevo mai visti. ARTECULTURA 29 UN IMPLACABILE STRAVOLGITORE DI VALORI CHIAMATO MICROFONO Quando iniziammo a frequentare i teatri d’opera immolando la magrezza delle nostre disponibilità economiche sopra altari di cartapesta e polistirolo espanso eravamo ancora studenti, e l’entusiasmo ci dava la forza di lottare, a volte fuor di metafora, per poterci procurare al minore costo possibile un biglietto d’ingresso, cosa non facilissima vista la combattività dei bagarini. Spesso finivamo per rassegnarci al prezzo pieno, il che limitava la vastità dei nostri orizzonti, anche perché a questa spesa abbinavamo l’acquisto dei 33 giri dell’opera in questione mediante i quali ci preparavamo all’evento. Tuttavia, a fronte di tanto sacrificio, era ricorrente il capitombolare dagli empirei del volare alto a inquietanti realtà, in quanto i cantanti che si esibivano sul palcoscenico troppo spesso apparivano non in serata, quando non del tutto sfiatati. La differenza fra i suoni che uscivano dagli altoparlanti del giradischi e ciò che arrivava alle nostre orecchie in teatro appariva vistosa, e con imbarazzo dobbiamo riconoscere di non averne compreso subito il perché. Pensavamo che i dischi (allora esistevano solo quelli) almeno nel campo della lirica fossero frutto di una semplice registrazione, e non di un lavoro tecnico finalizzato all’ottimizzazione del risultato. Sono passati molti anni, nel corso dei quali non ci era mai capitato di vedere la registrazione di uno spettacolo cui avevamo assistito, eccezione fatta per uno strabiliante “King Arthur” del 2004 a 30 ARTECULTURA Maria Callas interpreta Violetta nella Traviata 1958 Salisburgo, tuttavia non indicativo data l’esiguità delle parti soliste cantate. È stato “Lucio Silla” di Mozart, di cui abbiamo parlato nel numero precedente, a richiamarci al problema, in quanto tre delle quattro voci femminili erano decisamente sotto tono, il che faceva ancora più risaltare quella di una brava Marianne Crebassa. Il teatro (per intenderci: la Scala), era zeppo di telecamere e microfoni, e nell’arco di una settimana RAI 5 ha replicato il tutto la bellezza di quattro volte. A noi è riuscito di seguirle tutte, esterrefatti, perché non solo le tre flebili voci femminili non sembravano flebili, e d’accordo, i microfoni dovranno ben servire a qualcosa, ma la voce significativa della Crebassa finiva appiattita sulle altre, annullando qualsiasi differenza. Ciò solo per ribadire il concetto che il valore di un cantante si misura attraverso le sue prestazioni dal vivo, e che le registrazioni servono solo a offrire un prodotto commerciale di livello. La cosa ha implicazioni un tempo pericolose da mettere in evidenza, e che gli anni trascorsi ci consentono invece di affermare senza rischio per la nostra incolumità. Cioè si può parlare con una certa libertà della Callas, che quando si chiamava Maria Meneghini Callas aveva una voce, e quando è diventata la Maria Callas reginetta del jet set ne ha avuta un’altra. Ebbene, la Callas è stata grande, anzi grandissima (finché lo è stata, perciò non per molto) in teatro. Le sue registrazioni possono invece lasciar sfuggire blasfemi “tutto qui?” capaci di mandare in bestia i superstiti ma ancora bellicosi “vedovi Callas” nonostante, sia su vinilico (che rende meglio) che su CD, non mostrino vette di eccezionalità e invece sottolineino lo “strabismo di Venere” di qualche difetto. Perciò che dire: le registrazioni sono fondamentali per la conoscenza delle opere, anche perché in teatro, oltre a orchestra, coro e cantanti, ci sono i registi, e chi ama la lirica tutto può augurarsi fuorché qualcuno creda che “Don Giovanni” di Mozart sia quello brutalizzato dalla regia di Robert Carsen, e che “Carmen” di Bizet abbia a che fare con l’immaginifico mausoleo alla irrilevanza scostante innalzato dalla regia di Emma Dante, ma non possono rendere il valore di una voce, che si misura solo dal vivo e, beninteso, non in un salotto, dove bisogna essere proprio negati per non sembrare all’altezza, ma in un teatro da 2000 posti, con quelli dell’ultima fila che coltivano la pretesa si sentire come fossero in prima. Giovanni Chiara Umanità poetica - Costume poetico “La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni” Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione. Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali. HINTERLAND DI SESSO E CANTO Nei miei vagabondaggi mi ritrovo a camminare in un vecchio rione. Rivedo i piccoli cortili e case con ballatoi. Il talamo un impero deserto che vigilo sovrana frantumando sementi e frutti ingordi di vita nelle notti sgranate dal buio possente... Così allieto ogni senso di sesso e canto! Infine ricompongo il mosaico di vento brumoso per una luce che si approssima al tutto! (per chi ama e non più) Olga Matera Strette vie, cascine in parte ristrutturate. Odore antico. E mi ritrovo nell’atmosfera dei vecchi paesi ormai agglomerati nella città, ma che hanno ancora il loro fascino semplice di povera gente. Marialda Ciboldi Rosa gialla Grande caldo, notti insonni, crampi alle gambe, sete. Giorni trascorsi in attesa di una piccola bava di vento. Ecco, arriva. Ma il suo scopo è solo quello di illuderci e di far cadere i petali gialli della rosa profumata e abbandonarli sul prato. Desiderio Le mie nostalgie le cupe malinconie in una lunga giornata fredda piovosa e ventosa sono addolcite da un’amicizia sincera che viene dal Nord. Le strade del mondo sono addobbate con striscioni arcobaleno. Chiedono pace silenzio, amicizia solidarietà che lega con un filo luminoso tutte le creature del mondo. Alessandra Prat E’ PACE Petali profumati che gioivano il cuore. Marialda Ciboldi IL TEMPO DELLE ANIME Un aroma amaro* porta il vento da dietro la collina, dal mare ai monti in un giardino. L’aria si sposta si annoda.... luce sulle nostre anime pazze muta il colore. *Poesia d’auto-analisi Corrado Montalto Quando ci si scambia la pace in Chiesa... Silenzio e pace al mattino presto, neanche il rumor delle macchine. Sento il verso dei corvi e il cantar degli uccelli. E’ una meraviglia di notte non sentir nulla... Al mattino e alla sera godo di ascoltar gli uccelli cinguettare! Clarissa Boccabella SPIRAGLIO Aveva un cuore un buio sconosciuto, non era mio quell’inatteso vuoto, quel povero vagare in cerca d’altro. Sostavo nel generico con pena o ricadevo in mille desideri. Ho chiusi gli occhi con decisa forza, ho ricalcato i giorni miei passati pigramente ho ripreso nuovi passi. E ne l’incerto greve camminare riscopro ancora che son piena / d’ardore; io te lo dono accettalo se puoi vi troverai dentro il nome tuo. Maria Teresa Mosconi CIAO! Sorride da tutte le soglie Aprile di fiori e di foglie E può mai, schietto sole essere indifferente allla Sua Innamorata Sorridente !? Giambattista Vignato LUMINOSO GIUGNO Salire per la selva dei sospiri arrampicandosi con le mani al tronco della speranza pensando alla fuga con le ali della fortuna e fuggire dal terrore prepotente nelle notti della calunnia e riscattarsi con la luce di giugno così lirica e infinita la sua rinascita una festa di creazione in danza d’azzurro son le rondini mentre disperato fugge il guerriero Giuseppe Martucci ARTECULTURA 31 ...LIBRI....LIBRI.. a cura di Aoristiass IL BONAMI DELL’ARTE. Incontri ravvicinati della jungla contemporanea Electa Edizioni “Il mondo dell’arte è un mondo a parte, è una piccola famiglia incestuosa, dove quasi tutti vogliono poche cose, sempre le stesse:successo, visibilità, soldi. In cambio sono disposti a vivere nella noia eterna. Ogni mondo – dall’arte, alla moda, dal cinema, alla politica all’economia – è un brutto mondo, dove ognuno ha gli occhi puntati su ciò che fa l’altro.” (F. Bonami) Electa pubblica Il Bonami dell’arte. Incontri ravvicinati della giungla contemporanea, il nuovo libro di Francesco Bonami, una raccolta di ritratti di personaggi che l’autore ha incontrato viaggiando per il mondo, curando e visitando mostre. Francesco Bonami è “l’enfant terrible” del mondo dell’arte, uno dei critici e curatori più autorevoli e ricercati nel panorama internazionale. Nel libro racconta gli incontri con 65 protagonisti dell’arte contemporanea provenienti dai 5 continenti: quelli che intuiva sarebbero diventati famosi, quelli che lo sono effettivamente diventati, quelli che si sono persi per strada, quelli che hanno deluso le sue aspettative, quelli che del talento hanno abusato, quelli che la fama ha rovinato... Non solo artisti ma anche galleristi,collezionisti, architetti, critici, stilisti, “insomma un po’ tutte quelle bestie che popolano la giungla dell’arte” che l’autore prova ad osservare raccontando come le ha viste, qual è stata la sua prima o ultima impressione. A ogni persona corrisponde un luogo, un lavoro che Bonami ha avuto modo di vedere, pregi e difetti che ha potuto constatare. Alcune persone le ha incontrate appena, altre le ha conosciute meglio, alcune sono diventate amiche, altre nemiche. Da Kai Althof “il peggior tipo di artista che possa esistere al mondo”; a Kaspar König maestro di carisma; a Charles Ray che ricorda come a contare non sia tanto il tempo impiegato per fare un’opera quanto invece quello impiegato nel viaggio verso l’opera; Una panoramica attuale, che offre una graffiante visione dell’arte contemporanea con un linguaggio semplice e accessibile anche al pubblico non specialistico. Un viaggio intrigante con le più significative e discusse personalità dell’arte d’oggi. 32 ARTECULTURA Catherine Ingram, MATISSE COME NON LO AVETE MAI VISTO Electa Edizioni “Ho sempre cercato di occultare i miei sforzi e di conferire alle mie opere la gioiosità impalpabile della primavera, cosicché nessuno sospetti mai delle fatiche che mi è costato...”(Henri Matisse) Il libro arricchisce la collana dedicata alle biografie dei grandi artisti del Novecento narrate tramite il racconto visivo. I testi di Catherine Ingram e le illustrazioni di Agnès Decourchelle mostrano il percorso artistico di Matisse, che affonda le sue radici nella cultura artigiana della sua città natale, Bohain-en-Vermandois, un piccolo paese nella Francia nordorientale. Senza musei e gallerie d’arte, gli stimoli visivi per il giovane Matisse provenivano dai tessuti lavorati ed esposti per le strade. Da qui nasce quel gusto per l’arte decorativa e per il colore che caratterizzerà tutta la produzione del pittore: dalla Natura morta con tovaglia blu del 1909 passando per La Danza del 1910, ispirata agli spettacoli innovativi della ballerina Loie Fuller, fino al grande murale La Danza del 1932-33, commissionato dal collezionista americano Alfred Barnes che Matisse fu costretto a rifare dopo aver sbagliato le dimensioni a lavoro quasi ultimato. Oltre ad analizzare i capolavori dell’artista il libro si sofferma sulle vicende personali di Matisse, il fallimento della prima relazione sentimentale, il matrimonio decennale con Amelie, i viaggi e l’amore per il collezionismo e gli ultimi anni trascorsi con Lydia, la giovane musa. Flavio Favelli, GRAPE JUICE Mercoledi 1 aprile, in concomitanza con l'inaugurazione del progetto speciale di Flavio Favelli al museo MAXXI di Roma, Gli Angeli degli Eroi, AlbumArte ha annunciato l’uscita del significativo libro Flavio Favelli Grape Juice, con testi di Cristina Cobianchi, Flavio Favelli, Cristiana Perrella e Vittorio Urbani, edito da Maretti Editore e prodotto da AlbumArte e Nuova Icona.Il libro riporta l’esperienza della residenza a Istanbul di Flavio Favelli con AlbumArte (progetto Anteprima#3 aprile - maggio 2014) e della mostra Grape Juice che ne è stata l’esito, allestita alla Galata Rum Okulu (maggio giugno 2014), in cui l’artista ha presentato una nuova serie di opere realizzate in rapporto diretto con la città, da lui vissuta in un momento di particolare tensione socio-politica. La residenza e la mostra sono state realizzate da: AlbumArte, Ambasciata d’Italia in Turchia, Istituto Italiano di Cultura di Istanbul, Yapi Kredi Cultural Activities Arts and Publishing, Camera di Commercio Italiana in Turchia. Il libro è stato pubblicato con il sostegno di Nuova Icona e Maretti Editore. Info 063243882 Romano Prodi MISSIONE INCOMPIUTA Feltrinelli Editore “Ci sono momenti storici in cui l’Italia ha bisogno di un’auto-illusione ed è disposta a non guardare per nulla in avanti pur di continuare a illudersi. Attraversiamo spesso questi momenti nella nostra storia nazionale...». Romano Prodi è da decenni un protagonista della vita nazionale, con ruoli diversi. Per molti è il fondatore dell’Ulivo, l’unico presidente del Consiglio di centro-sinistra arrivato a Palazzo Chigi con il voto popolare, dopo aver sconfitto per due volte alle elezioni Silvio Berlusconi. Ma è stato anche lo studioso di economia che negli anni Sessanta ha scoperto e dato un’identità alle piccole imprese italiane. Il presidente dell’Iri che ha ristrutturato la grande impresa pubblica e avviato le privatizzazioni. E poi, all’inizio del nuovo secolo, il presidente della Commissione europea nel momento dell’avvio dell’euro e dell’allargamento ai paesi dell’Est. Infine, l’inviato dell’Onu, l’italiano che conosce i popoli nuovi del XXI secolo, dalla Cina all’Africa. Prodi ripercorre la sua biografia che coincide con settant’anni di vita democratica: speranze, entusiasmi, paure, gli anni del miracolo e quelli del declino. Il racconto di come eravamo quando pensavamo di farcela e di quando si è smarrito il filo. Per concludere che uno dei più radicati mali nazionali è la tentazione di rifiutare la realtà e di scegliere «la via facile, non la via difficile». Anche perché, spesso, «l’alternativa credibile non c’è». Un libro colmo di rivelazioni importanti e di retroscena gustosi e soprattutto un’intervista che è anche un manifesto a favore di quella ‘strada scomoda’, di quella lunga fatica che il nostro paese stenta a imboccare e a preferire rispetto a chi addita i nuovi miracoli italiani. Antonietta Dell’Arte I DESIDERI DELLA FIABA Passigli Poesia Che tra poesia e fiaba non sussistano differenze di sostanza ma solo di mezzi espressivi è un fatto intuitivamente avvertibile che, ora, nella recente opera di Antonietta Dell’Arte, diventa oggettiva realtà, racchiusa tra le pagine di un libro. Contaminando ritmicamente e concettualmente i due registri (fiaba e poesia) l’autrice elabora una sua particolare cosmogonia interiore in cui storia, natura, morale, si dispiegano nel flusso narrativo del verso. Dalla lettura emergono i sentimenti della poetessa, riflessioni sulla realtà con le sue asprezze e contraddizioni ma anche improvvisi accenti di speranza, sollecitati da una sottile vena ironica. Introduce il significativo volume un approfondito testo di Giò Ferri che analizza con competenza il mondo fiabesco/poetico dell’autrice. CONCORSI CONCORSI PITTURA - SCULTURA - CINEMATOGRAFIA - FOTOGRAFIA - MUSICA - VIDEO Concorso fotografico internazionale dedicato al mondo agricolo in tutte le forme ed espressioni Data ultima ricevimento delle opere il 30 giugno 2015- c/oArea Coldiretti PADIGLIONE ITALIA EXPO 2015 MILANO.Ha preso il via la settima edizione di Obiettivo Agricoltura, il concorso fotografico internazionale promosso da Fata Assicurazioni Danni S.p. A. con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali della Fédération international de l’Art Photographique e della FIAF, Federazione Italiana Associazioni Fotografiche. Articolazione su tre temi: 1) Il paesaggio agricolo 2) Il lavoro nei campi ed i suoi frutti 3) Agricoltura fonte di alimentazione.La scadenza per l’invio delle proprie opere è il 30 giugno p.v. e la premiazione finale si terrà a Milano, il 12 settembre p.v., con un’esposizione presso l’Area Coldiretti del Padiglione Italia di EXPO 2015 Milano. Info: +39.02.84560801 IV Mostra Internazionale di Arte Contemporanea che apre la strada per Londra. Marina di Pisa - Villa Bondi 9/15 Luglio 2015 Materia, idee ed emozioni trasformate in arte. Scadenza iscrizioni 5 Giugno 2015 - Guarda come potrai vincere una mostra a Londra. Fra tutti i partecipanti una giuria qualificata in collaborazione con l’Università degli Studi di Pisa sceglierà coloro che saranno invitati ad esporre in una galleria londinese gratuitamente per una settimana. Informazioni cellulare 348 5103772 CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI ARTISTI TORNA A MANTOVA “DIRITTI A COLORI”. Coinvolti bambini e ragazzi dai 3 ai 16 anni.La premiazione a giugno, durante la prima edizione dell’International Children’s Rights Festival, con madrina Ellen Hidding. Scadenza 8 Giugno. Circa 50 nazioni coinvolte, più di venti solo quelle europee;per un numero di partecipanti che si aggira attorno alle 11.000 unità. Un fitto calendario di incontri, talks, laboratori, performances,dibattiti. Info tel.0376 49951 [email protected] Partecipazione alla mostra “APPRODI” al Museo del Mare di Genova 20 luglio - 5 agosto 2015 - www.ok-art.it/galata L’Associazione Divulgarti in compartecipazione con OK-Art La invita alla selezione delle sue opere per la prestigiosa mostra al Galata Museo del Mare di Genova.Prenda visione della proposta espositiva al sito www.ok-art.it/galata. I posti disponibili sono limitati. Per qualunque informazione scriva a : [email protected] dovranno pervenire esclusivamente via e-mail all’indirizzo di posta elettronica qua indicato [email protected] allegando al testo della mail, due files: il primo contenente il racconto in formato MS Word per Windows XP o OpenOffice Writer o txt, il secondo contenente la scheda di partecipazione. La casella di posta elettronica è attiva solo per la durata del concorso. Info: www.prolococeriale.it - cell. 338.5453805 POESIA LETTERARI PREMIO NAZIONALE di POESIA, NARRATIVA, FOTOGRAFIA; e CORTOMETRAGGI AlberoAndronico 2015. Scadenza invio delle opere entro il 30 giugno 2015. Tutti possono partecipare. AlberoAndronico nasce per iniziativa di un gruppo di persone con l’obiettivo di promuovere e tutelare la partecipazione dei cittadini alla vita culturale, civile e sociale del territorio. Tra le attività dell’Associazione figurano la promozione della cultura in tutte le sue forme (tra cui quella letteraria, teatrale, musicale e cinematografica), le iniziative rivolte alle fasce più deboli, la pratica dello sport, l’organizzazione con comitati di quartiere e organismi scolastici, lo sviluppo di forme di assistenza sociale, di tutela civica e ambientale. Informazioni e regolamento: ASSOCIAZIONE CULTURALE, SOCIALE E SPORTIVA ALBEROANDRONICO Via Teresa Gnoli , 42 - 44 00135 Roma [email protected] 5º Edizione del Concorso Nazionale “POETIKA”, indetto da Onirica Edizioni in collaborazione con l’Associazione culturale Creazione, Comune di Castellina Marittima, Provincia di Pisa.Il Premio è relativo ad opere di poesia che si contraddistinguono per stile, contenuto e originalità. La Partecipazione al premio con massimo tre poesie inedite, non superiore a 30 versi ciascuna. Il concorso è aperto a tutti, anche ad autori stranieri, purché presentati in lingua italiana. Scadenza del concorso 30 giugno 2015.Ogni concorrente dovrà inviare tre copie dattiloscritte anonime delle opere con le quali intende partecipare. I dati personali (Cognome, Nome, Indirizzo, Data di nascita, Email e Telefono), l’autorizzazione al trattamento degli stessi, nonché la dichiarazione di appartenenza dell’opera, dovranno essere inseriti in una piccola busta la quale dev’essere spedita a: Onirica Edizioni Concorso “POETIKA 2015” Casella Postale 2 - 56040 Castellina Marittima (PI). Info: [email protected] CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE “ONDA D’ARTE” 2015. Scadenza 30 giugno Non è richiesta alcuna tassa di partecipazione. Si concorre inviando un’opera di lunghezza non superiore alle 5 cartelle dattiloscritte (equivalenti a 9000 battute, spazi compresi) che dovrà prendere le mosse dall’incipit dello scrittore Luca Bianchini tratto dal suo romanzo “Io che amo solo te”. I lavori PREMIO LETTERARIO CAVALLARI DI PIZZOLI UNDICESIMA EDIZIONE: La Pro Loco “Le Tre Montagne” di Pizzoli con il patrocinio del Comune di Pizzoli indice la undicesima edizione del premio Letterario Nazionale CAVALLARI DI PIZZOLI. Il premio si articola in 4 sezioni: A - POESIA EDITA inviando da 1 a 5 poesie a tema libero; BNARRATIVA INEDITA invio da 1 a 5 racconti; C- MICRO NARRATIVA inviando da 1 a 5 microracconti; D POESIA RAGAZZI non superiori ai 14 anni. Informazioni ulteriori : 3383176575 ARTECULTURA abbonamenti 2015 Un mensile semplice con tanta informazione culturale abbonati e consiglialo ai tuoi amici Chi ha l’abbonamento scaduto è invitato al rinnovo Abbonamento normale Euro 50,00 Con segnalazione culturali varie nelle specifiche rubriche di Artecultura Abbonamento sostenitore Euro 100,00 Omaggio di 1 grafica di maestri contemporanei disponibili: Alfieri, Fomez, Kodra Abbonamento sostenitore Euro 500,00 Servizio di 2 pagine su Artecultura con testo critico e foto con premessa d’invio del materiale indispensabile alla realizzazione redazionale del servizio e il ritiro di 20 copie di Artecultura da parte dell’abbonato interessato Abbonamenti accumulativi con sconto del 50% Euro 25,00 cadauno da commissionare a partire da un minimo di 5 (cinque) per: Accademie, Associazioni, Circoli, Ditte, Enti, Gallerie d'Arte, fatti pervenire su carta intestata. ARTECULTURA: un mensile di attualità artistico-informativa Abbonati e sostieni il suo sentito impegno culturale Intestare ARTECULTURA - c.c. postale n. 843 56 302 Via Ciovasso 19 - 20121 Milano o servirsi di assegno bancario o vaglia postale. Informazioni, tel.: 02/864.64.093 www.artecultura.org - e-mail: [email protected] ARTECULTURA 33 Mente e Disarmo a costume poetico XLIII Edizione Poesia Pace. Scadenza 15 luglio 2015 non per vincere ma creare equilibrio di convivenza Patrocinio Comune di Cantalupo Ligure-Al. ...LIBRI....LIBRI.. Aderire per conoscersi e compenetrarsi di fiducia con la spontaneità dello stimolo poetico della natura che ci coinvolge e ci accompagna nel battito creativo universale della vita equilibrata, serena e pacifica. La poesia della natura non ha gerarchia ma si struttura nel libero collegamento della purezza spirituale che manifesta l’unità del valore umano nella concordanza etico-sociale di un costume poetico che sublima la coscienza da ogni oppressione di violenza, di armi, di potere. Mente-Disarmo-Poesia costituiscono l’insostituibile equilibrio che caratterizza di pace l’infinito divenire della civiltà. Il fucile non spara se la mente non ordina all’indice di tirare il grilletto. Così a riflettere per un realismo culturale alternativo. Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa Mente e Disarmo a costume poetico può essere effettuata tramite 1 (uno) componimento che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga di commento (non più di otto) sul suo perché da riprodursi a fondo pagina dello stesso componimento. Saggistica: l’invio di una sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 20 righe A-4 per essere accettata ed inserita esclusivamente in formato DOC ). In modo che il breve saggio sia di stimolo per successivi incontri promossi dall’Autore ovunque opportuna la divulgazione di “Cultura per la pace”. Artecultura, informata, divulgherà prontamente la notizia per un impegno sempre più decentrato. 1) L'adesione alla XLIII: Edizione di Poesia Pace: Mente e Disarmo a costume poetico è gratuita. L'iniziativa si autogestisce nello spirito di Artecultura orientata a stimolare una serena convivenza sociale tra le persone. 2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca della Pace, ideale di ogni libera persona umana. L'iniziativa non assegna premi di classifica e gli Autori delle liriche o dei saggi formalmente prescelti per l'inserimento nel volume antologico "Cultura per la pace" 2015 riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una riproduzione artistica della copertina del volume. 3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo di verifica formale, una Commissione composta da membri di varie attività sociali. 4) La presentazione del volume sarà a fine novembre in data e luogo opportunamente comunicati come per le passate edizioni. 5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che intende acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume a parziale sostegno di realizzazione ed il restante del volume a collocazione gratuita particolarmente nelle scuole ed ospedali. Alla presentazione del volume antologico di Mente e Disarmo a costume poetico 2015 tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad essere presenti ovvero rappresentati da persone di loro fiducia per il ritiro dei volumi ordinati e il dovuto per regolamento. 6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia 6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso 19 - 20121 Milano o servirsi dell'indirizzo - [email protected] 19 20121 Milano o servirsi dell'indirizzo [email protected] Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per via e-mail all’indirizzo: [email protected] [email protected] via all’indirizzo: Pere-mail le Scuole si richiede l'invio di componimenti a firma Per le Scuole si richiede l'invio a firma colletcollettiva in modo da favorire la di piùcomponimenti ampia presenza scolastica tiva in modo da favorire la più ampia presenza scolastica nel nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio nel nuovo volume antologico. Previste Simboliche Borse di studio 7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale 7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale ispirazione e composizione ed attinenti al tema Costume Poetico ispirazione e composizione ed attinenti al tema Mente e Disarmo per il Disarmo nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni sono a costume poetico piùfirma ampiadilibertà di pensiero. I minorenni accettati solo con la nella prevista chi esercita su di loro la tutela. sonosono accettati con lacomponimenti prevista firmadedicati di chi esercita su diviventi. loro la tutela. Non accettati a persone Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi. 8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali 8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali 9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire 9) In caso diche nuove esigenze, il presente regolamento potrà per subire modifiche migliorino l'attività di Costume Poetico il modifiche-che migliorino Mente e Disarmo a costume Disarmo "Cultura per l'attività la pace"di2014. poetico 2015. Si può ad partecipare ad entrambe le sezioni. L’adesione è limitata una sola sezione per Autore. 10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte. Poesie e Saggi fatti pervenire per spirito di solidarietà all'iniziativa 10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte. non vengono ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura Poesie e Saggirestituiti fatti pervenire per spirito di solidarietà all'iniziativa per vengono la pace"restituiti di ARTECULTURA. non ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura per lanella pace" di ARTECULTURA. Sede quale permane l’Archivio di cui tutti possono prendeSede nella quale permane cui tuttidi possono re visione consultiva. La l’Archivio proprietà di letteraria tutti gliprendeelabore visione consultiva. proprietà letteraria di tutti gli elaborati è ad ogni effetto La pertinente agli Autori dei medesimi. rati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi. PARTECIPA E FAI PARTECIPARE! Informazioni ulteriori e invio componimenti: Mente e Disarmo a costume poetico 2015 c/o Artecultura Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 http://www.artecultura.org 34 ARTECULTURA e-mail: [email protected] IPOTESI D’ARTE DI NUOVA POETICA E’ in fase di studio alla periferia di Milano un progetto per nuovi rapporti con l’arte, incontri culturali, esposizioni d’arte, iniziative di proposte collettive, mostre personali, in un ambiente che dalla tradizione si fa eco di novità contemporanee mediante le iniziative annunciate per le quali gli artisti e quanti interessati possono rivolgersi anche per accordi di visite in luogo. Una location ideale per agevolare il confronto arte-natura di cui nell’epoca attuale si sente in maniera particolarmente condivisa la necessità. Da questo punto di vista il luogo si presenta quanto mai suggestivo e aperto ad inedite esplorazioni artistiche, culturali, ambientali proprio per sottolineare l’importanza di una ricerca che effettivamente non abbia confini. Quindi in fase nascente un nuovo possibile approccio espositivo che si pone ben al di là di situazioni o condizionamenti più convenzionali. Pertanto visitare questa invitante architettura si presenta già come un eccellente stimolo a quel dialogo con la realtà del paesaggio, della pura emozione che affascina chi si sente davvero sensibile all’arte e alle sue infinite espressioni di oggi e l’animazione creativa domani. (Marpanoza) Visite: [email protected] ARTECULTURA 35 Dall’alto in basso, in senso orario: le quattro riproduzioni che fanno struttura architettonica con la cascina ristrutturata nell’insieme delle varie aree coltivate e giardino in fiore. GRANDE CILIEGIO IN FIORE In armonia di primaverile estetica della Cascina dove è in fase programmatica lo studio ideale di un progetto artistico. PORTICO DELLA CASA PADRONALE CON GLICINI IN FIORE Uno straordinario spettacolo della poesia della natura. IL PORTONE D’INGRESSO DELLA CASCINA con allo studio per designare interessanti eventi artistici e culturali ROSE DI MAGGIO. Particolare di un significativo portico inserito nella interessante ristrutturata Cascina 36 ARTECULTURA
Documenti analoghi
dal 1967 in anteprima l`informazione artistico-culturale
culturale per la Città di Jesi.
La Fondazione Federico II Stupor Mundi di Jesi ha,
tra le proprie finalità istituzionali, quella di valorizzare, promuovere e divulgare la vita, le attività,
la figu...