Leghe in oro bianco
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WOR/7165 Peter Rother 27 30/6/00 9:49 am Page 34 Leghe in oro bianco: come soddisfare le richieste della legislazione internazionale PETER ROTHERAM, C. ENG., MIM, BSC. Direttore Tecnico e per lo Sviluppo, Cookson Precious Metals Ltd, Birmingham, UK Attualmente i metalli bianchi sono di moda: la gioielleria in oro bianco è molto richiesta sui principali mercati e ciò dà ai produttori molte buone occasioni per l’esportazione. Tuttavia, molti produttori sono confusi a causa della legislazione internazionale contro l’uso del nichel, che è già in vigore o è prossima a diventarlo, ed a causa dei problemi che sorgono nella produzione di determinati tipi di oro bianco. In questo articolo si esaminano la metallurgia e la lavorazione di leghe commerciali adatte per produrre gioielleria che sia conforme alla legislazione internazionale. In origine, le leghe di oro bianco a 18 K sono state messe a punto negli anni seguenti il 1920 per sostituire le leghe di platino. Vi sono numerosi elementi che sbiancano l’oro, ma i principali attualmente usati per le leghe ad alta caratura sono il nichel ed il palladio con l’aggiunta di argento per le leghe a caratura più bassa. Sulle leghe in oro bianco sono già stati scritti molti eccellenti articoli e rassegne, in particolare da McDonald e Sistare (1) sulle leghe al nichel, da Susz (2, 3) sulle leghe al palladio, da Normandeau (4, 5) sui compromessi nelle prestazioni e da O’Connor (6) sulle proprietà e sulla caratterizzazione delle leghe. In questo momento la sensibilizzazione al nichel è il principale problema da risolvere. E’ stato riferito che dal 10 al 15% delle donne e circa il 2% degli uomini soffrono di reazioni allergiche cutanee alle leghe contenenti nichel. Una volta sensibilizzato, chi indossa queste leghe può manifestare reazioni allergiche anche in altre parti del corpo. Perciò, per proteggere i consumatori, alcuni stati europei hanno già approvato leggi che limitano l’uso del nichel nei materiali che vengono in contatto con la pelle 34 e la Comunità Europea ha ora preparato una direttiva che proibisce o limita l’uso del nichel in tutti i prodotti. Questa è nota come “Direttiva sul nichel”. Gli USA potrebbero seguire l’esempio ed in Giappone è già in vigore un sistema su base volontaria. La Direttiva sul nichel La “Direttiva sul nichel” europea è stata pubblicata nel luglio 1999. Dal gennaio 2000 questa direttiva rende obbligatorie per legge le sue norme in tutti gli stati membri per tutti i prodotti, siano essi fabbricati sul posto o importati. La direttiva stabilisce che il nichel non può essere usato nei seguenti casi: 1. Negli insiemi dei pernetti che vengono inseriti nelle orecchie o in altre parti del corpo che vengono forate, nel periodo di cicatrizzazione della ferita causata dalla foratura, sia che vengano o non vengano rimossi in seguito, a meno che questi non siano omogenei e che la concentrazione di nichel sia inferiore allo 0,05% in peso. 2. Nei prodotti destinati a venire in contatto diretto e prolungato con la pelle, se la velocità di rilascio del nichel supera 0,5 µg/cm2/settimana. Questi prodotti includono orecchini, collane, braccialetti, catene, bracciali da caviglia, anelli per dito, casse di orologi da polso, bracciali per orologi da polso e fibbie. 3 Nei prodotti e per gli usi di cui alla sezione 2 che hanno un rivestimento esente da nichel, a meno che questo rivestimento non sia sufficiente a garantire che il rilascio di nichel non superi 0,5 µg/cm2/settimana per un periodo di almeno due anni di uso normale. Ciò viene determinato sottoponendo i prodotti ad un ciclo di usura che simula 2 anni di uso. Nota: una volta pubblicate, tutte le norme di cui sopra sono disponibili presso qualsiasi Ufficio Europeo per gli Standards. I punti seguenti si riferiscono agli ori bianchi al nichel: • La sezione 1 esclude da questo uso tutti gli ori bianchi al nichel. Il termine “cicatrizzazione” si riferisce alla guarigione ma non vi sono indicazioni su quando questa debba considerarsi completa o se debba anche riferirsi a lesioni del foro successive al completamento della prima fase di guarigione. Vi sono ancora alcune discussioni sull’interpretazione di “insieme del pernetto” e se le superfici anteriore e posteriore dell’orecchino, adiacenti al pernetto, siano anche incluse in questa parte della direttiva. A meno che non abbiate completa fiducia nella vostra interpretazione della Direttiva, la regola generale deve essere “nel dubbio, non usatelo”. • Anche la sezione 2 richiede una interpretazione per i risultati delle prove di rilascio del nichel. La determinazione dell’area superficiale di un oggetto può essere complicata e portare a differenze nel calcolo della velocità di rilascio di un dato oggetto, in funzione del metodo usato per calcolare l’area della sua superficie: come dovrà essere determinata l’area superficiale di un bracciale per orologio da polso fatto con elementi di catena? Un produttore ha sottoposto a questa prova tutte le sue leghe contenenti nichel ed ha trovato che tutte superano la prova con buon margine, anche con contenuto di nichel fino al 12%. WOR/7165 Peter Rother 27 30/6/00 9:49 am Page 35 Tabella 1 - Requisiti per una lega di oro bianco a 18 carati per gioielleria Requisiti principali Limitazioni note Requisiti secondari Buon colore e buon potere riflettente Basso rame Facile da brasare Durezza <200 HV e preferibilmente compresa tra 120 e 150 HV Limitazione per il nichel Adatta per la placcatura e la lucidatura elettrolitica Adeguata lavorabilità a freddo, Allungamento >= 25% Limitazione per lo zinco Resistente alla fragilità a caldo Temperatura di liquidus <= 1100°C Esente da metalli refrattari Facile da riciclare Adatta per il colaggio Esente da metalli volatili (per il colaggio sotto vuoto) Facile da lucidare Costo competitivo Esente da metalli del gruppo del platino Bassa suscettibilità alla macchiatura ed alla corrosione NICKEL ATOMIC PER CENT °C 10 20 30 40 50 60 70 80 90 1600 Limitazioni note Esente da metalli reattivi o volatili 95 1455° 1400 1064° SOLID SOLUTION }(Au, Ni) 1000 -17.5 800 600 821° 54.4% }(Au) 400 Au }(Ni) IMMISCIBILITY }(Au)+ }(Ni) 10 20 30 40 50 Leghe di oro bianco In origine le leghe di oro bianco sono state studiate come sostituto meno costoso del platino. I metalli colorati quando sono allo stato puro sono solo due: l’oro ed il rame. Tutti gli altri metalli sono di colore bianco o grigio. Perciò l’aggiunta di altri metalli tenderà a sbiancare l’oro in modo più o meno pronunciato. Il nichel ed il palladio sono i due principali metalli per sbiancare l’oro nelle leghe ad alta caratura (14/18 K), mentre per le leghe a caratura più bassa (8, 9, 10 K) si usa anche l’argento. Anche altri elementi sbiancano l’oro, ma non con la stessa efficacia del palladio o del nichel. Spesso queste ultime leghe non possiedono adatte caratteristiche fisiche o meccaniche. Requisiti per le leghe O’Connor (1) ha specificato i requisiti primari e secondari per le leghe di oro bianco. Questi sono mostrati nella tabella 1. E’ difficile soddisfare tutti questi requisiti in una sola lega e spesso si devono accettare dei compromessi. LIQUID 1200 ed è punibile con ammenda e/o carcere. Come già detto, la Direttiva si applica anche ad oggetti importati negli stati membri. E’ possibile che gli importatori esigano la certificazione da parte di un ente accreditato come prova di conformità alla Direttiva. 60 70 80 90 Ni NICKEL WEIGHT PER CENT Figura 1 - Diagramma di stato oro-nichel • La sezione 3 si applica solo se viene usato un oro bianco al nichel rivestito poi con rodio o con qualche altro elemento. La presenza di un rivestimento di rodio non esonera l’oggetto dalla prova e prima della prova di rilascio esso deve essere sottoposto al ciclo di usura che simula 2 anni di uso. La Direttiva è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea nel luglio 1999 e tutti gli stati membri dispongono di sei mesi per convertire la Direttiva in legge nazionale. Dopo questo periodo, produttori, importatori e grossisti hanno sei mesi per garantire che tutti i prodotti interessati siano conformi alla Direttiva. Trascorso questo periodo sarà illegale vendere prodotti non conformi. Grossisti e dettaglianti disporranno poi di ulteriori dodici mesi per liquidare tutte le giacenze di prodotti non conformi, dopo di che sarà illegale vendere prodotti non conformi. Il mancato rispetto della Direttiva è considerato come infrazione penale 35 WOR/7165 Peter Rother 27 °C 1100 30/6/00 9:49 am Page 36 del rame e rafforzare l’effetto sbiancante del nichel. Lo zinco agisce anche da disossidante durante il colaggio a cera persa ed accresce la bagnabilità del refrattario usato in questo processo. Le aggiunte di zinco tendono ad essere limitate poiché durante la ricottura queste leghe sono soggette a fragilità a caldo. Inoltre durante la fusione lo zinco tende a volatilizzarsi e può creare ulteriori problemi per il riutilizzo del rottame e con la perdita di duttilità. GOLD ATOMIC PER CENT 10 20 30 40 50 60 70 80 90 1084° 1064° 1050 LIQUID 1000 950 SOLID SOLUTION }(Au, Ni) 900 911°, 80.1% 450 390°, 50.8% 400 410°, 75.6% 385° La lavorazione degli ori bianchi al nichel richiede una riduzione di sezione >50% tra le ricotture. Si devono evitare riduzioni minori o disomogenee. Dopo la ricottura, le leghe devono essere raffreddate all’aria fino a che non sono più luminose e poi devono essere temprate in acqua. Gli ori bianchi al nichel sono usati per tutte le carature standard da 8 a 18 K. In tabella 2 sono mostrate composizioni tipiche: si vede che, per conservare le caratteristiche delle leghe, a mano a mano che si riduce la caratura, è necessario aumentare le aggiunte di rame e di zinco. 350 AuCu3 AuCu 285° 300 250 240° 200 Cu 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Au GOLD WEIGHT PER CENT Figura 2 - Diagramma di stato oro-rame Leghe di oro bianco al nichel Queste leghe si avvantaggiano di un basso costo e di una temperatura di liquidus inferiore a 1100°C, che permette di colarle con relativa facilità. Inoltre hanno un bel colore, anche se con l’aspetto freddo dell’acciaio. E’ difficile unire un bel colore con una buona lavorabilità. La metallurgia delle leghe di questo tipo è stata discussa da McDonald e Sistare (1). Queste leghe sono basate sul sistema oro-ramenichel con aggiunte di zinco e/o palladio. Il loro comportamento metallurgico è determinato dai sistemi binari oro-nichel e oro-rame. Il sistema oro-nichel (fig. 1) è caratterizzato dalla completa solubilità reciproca allo stato solido ad alta temperatura. A temperatura più bassa si ha invece una lacuna di solubilità: la soluzione solida si decompone in due fasi, una ricca di oro, l’altra ricca di nichel. La decomposizione fa aumentare la durezza delle leghe e queste diventano difficili da lavorare. Le leghe ad alto nichel sono molto dure e si incrudiscono rapidamente, per cui devono essere ricotte frequentemente. Al contrario, le leghe a basso nichel hanno colore meno buono, ma sono più facili da lavorare. Vi sono anche problemi causati dalla scarsa resistenza alla corrosione della fase ricca in nichel. 36 Il rame viene aggiunto agli ori bianchi al nichel per migliorarne la lavorabilità. La caratteristica saliente del sistema oro-rame (fig. 2) è la presenza della transizione ordinedisordine. A circa 400°C si forma la fase intermetallica dura AuCu, che fa aumentare la durezza della lega. L’entità dell’aggiunta di rame è frutto di un compromesso tra colore e duttilità. Elevate aggiunte di rame riducono l’effetto sbiancante del nichel, ma migliorano la lavorabilità della lega. Leghe con piccole aggiunte di rame hanno un buon colore, ma sono difficili da lavorare. Nella fig. 3 si può vedere che la lacuna di miscibilità si estende in gran parte del sistema ternario oronichel-rame. Lo zinco viene aggiunto a queste leghe come sbiancante secondario per compensare l’effetto colorante Tabella 2 - Ori bianchi al nichel tipici Au % Cu % Ni % Zn % Durezza Hv Liquidus °C 18K 75 75 75 2,2 8,5 13,0 17,3 13,5 8,5 5,5 3,0 3,5 220 200 150 960 995 950 14K 58,5 22,0 12,0 7,4 150 995 10K 41,7 32,8 17,1 8,4 145 1085 9K 37,5 40,0 10,5 12,0 130 1040 WOR/7165 Peter Rother 27 30/6/00 9:49 am Page 37 allo stato solido, cioè sono tutti monofasici. Di conseguenza non presentano problemi di segregazione e di indurimento da precipitazione. Negli ori bianchi di questo tipo, per ottenere un bel colore bianco, è necessaria la presenza di 10-12% di palladio. Nella tabella 3 sono mostrate composizioni tipiche relative al sistema oro-palladioargento. Au 10 90 80 CE PE R HT WE IG 50 50 IMMISCIBILITY a(Au-Cu)+ a(Ni-Cu) 60 40 70 76 0° C 30 80 C °C 0° 5 54 31 90 Ni 10 Ori bianchi misti Dalla tabella 3 si vede che alcune leghe al palladio contengono anche nichel. Analogamente alcuni ori bianchi al nichel contengono anche palladio. Perciò gli ori bianchi al palladio non sono automaticamente esenti da nichel ed infatti molte delle leghe attualmente in uso contengono sia nichel che palladio. Si tratta di ori bianchi misti. Spesso le leghe a 18 K basate sul palladio con basso contenuto di nichel soddisfano i requisiti della prova di rilascio del nichel, ma non possono essere classificate come “esenti da nichel”. T EN EL 60 40 RC PE CK 70 30 HT IG WE NI LD GO NT 20 20 20 SOLID SOLUTION a(Au,Cu,Ni) 60 70 30 40 50 COPPER WEIGHT PER CENT 80 10 90 Cu Figura 3 - Proiezione sul piano della temperatura ambiente del diagramma di stato ternario oro-rame-nichel Leghe di oro bianco alternative Aggiunte di altri metalli, che hanno colore bianco/grigio, tenderanno a sbiancare l’oro in modo più o meno marcato. Del nichel è stato detto che è uno dei principali sbiancanti dell’oro ed il palladio (con il platino) è l’altro principale metallo che sbianca bene l’oro. Gli altri metalli proposti o usati sono l’argento, che ha azione sbiancante moderata, lo zinco, il manganese, il ferro, l’indio ed il cobalto. Questi sono i più importanti tra gli sbiancanti secondari dell’oro. Ori bianchi al palladio Queste leghe hanno un piacevole e caldo colore bianco-grigio. Esse sono poco dure, duttili e facili da lavorare. Le loro caratteristiche meccaniche variano gradualmente con la composizione e possiedono eccellente resistenza alla corrosione. Tuttavia, a causa dell’attuale alto prezzo del palladio, sono costose e, per la loro alta densità, la gioielleria con esse prodotta è più pesante e contiene più oro. Esse hanno anche alta temperatura di fusione (> 1100°C). Ciò le rende più difficili da lavorare per fusione e colaggio. La maggior parte di queste leghe è basata sul sistema oro-palladioargento, che è stato discusso da Susz (3) e da Normandeau (4). Esse vengono mescolate con rame, zinco e nichel per ottenere le caratteristiche meccaniche e fisiche richieste. Il loro uso si va diffondendo in Europa per sostituire gli ori bianchi al nichel. Si deve notare che alcuni ori bianchi al palladio non sono esenti da nichel. Il comportamento metallurgico di queste leghe è determinato dalle caratteristiche dei rispettivi sistemi binari (fig. 4, 5 e 6). Tutti questi sistemi mostrano completa miscibilità Tabella 3. Leghe tipiche con palladio e argento Au % Pd % Ag % 75 75 75 75 75 75 20 15 10 10 6,4 15 5 10 15 10,5 9,9 14K 58,3 58,5 20 5 10K 41,7 28 9K 37,5 18K Cu % Zn % Ni % 0,9 1,1 7,0 Durezza Liquidus Hv °C 100 100 80 95 140 180 1350 1300 1250 1150 1040 1150 3,5 5,1 3,0 0,1 3,5 6 32,5 14,5 3 1 1 160 100 1095 1100 8,4 20,5 1,4 160 1095 52 4,9 4,2 85 940 1,4 37 WOR/7165 Peter Rother 27 1600 30/6/00 9:49 am Page 38 1552°C 1500 TEMPERATURE °C LIQUID 1400 1300 1200 SOLID SOLUTION a(Au, Pd) 1100 1064°C 1000 900 Pd 90 80 70 60 50 40 30 PALLADIUM, WEIGHT PER CENT 20 10 Au Figura 4 - Diagramma di stato oro-palladio 1600 1552°C 1500 TEMPERATURE °C LIQUID 1400 1300 1200 SOLID SOLUTION a(Ag, Pd) 1100 1000 961°C 900 Ag 90 80 40 30 70 60 50 SILVER, WEIGHT PER CENT 20 10 Pd Figura 5 - Diagramma di stato argento-palladio TEMPERATURE °C 1100 1064°C 1050 LIQUID 1000 961°C SOLID SOLUTION a(Au, Ag) 950 900 Au 90 80 70 60 50 40 30 GOLD, WEIGHT PER CENT Figura 6 - Diagramma di stato oro-argento 38 20 10 Ag Ori bianchi all’argento Per carature basse (8, 9, 10 K) si usa come sbiancante l’argento in forte concentrazione, che permette di ottenere leghe che hanno un bel colore e sono tenere e duttili. Per migliorare le caratteristiche di queste leghe, si possono aggiungere palladio, rame, zinco e nichel. Queste leghe tollerano solo piccole aggiunte di rame e zinco prima che il colore peggiori. Esse si comportano in modo simile all’argento sterling (92,5% Ag), nel senso che hanno scarsa resistenza alla corrosione e reagiscono con lo zolfo presente nell’atmosfera, allo stesso modo dell’argento sterling, macchiandosi con una pellicola scura. Altri tipi di oro bianco Negli ultimi 30 anni sono stati compiuti sforzi coordinati per sostituire il nichel ed il palladio come principali sbiancanti dell’oro. Molti altri elementi sono stati presi in esame come sbiancanti secondari. Vent’anni fa, in un ampio programma di studio, un’azienda prese in esame 103 elementi del sistema periodico e li scartò tutti tranne 12 che si considerò avessero delle possibilità. Dopo di che furono esaminate con scarso successo più di 60 differenti leghe, poiché la maggior parte di esse fu scartata per via del brutto colore e/o della scarsa lavorabilità. Similmente MacCormack e Bowers (7) studiarono, con limitato successo, 206 composizioni differenti per osservare l’effetto di sbiancanti secondari in leghe con palladio o nichel. WOR/7165 Peter Rother 27 30/6/00 9:49 am Finora 5 sistemi di leghe si sono dimostrati sufficientemente promettenti. Questi includono aggiunte di platino, ferro, manganese ed indio. Gli studi stanno proseguendo, ma si devono ancora superare notevoli problemi. Il platino è un buon sbiancante dell’oro. Per molti anni esso è stato usato in odontoiatria per comporre delle leghe, spesso insieme al palladio. Queste leghe sono bianche e spesso sono dure o possono essere indurite per precipitazione, per le esigenze relative al loro uso. Attualmente in Giappone la gioielleria in oro bianco si vende bene e, nel campo dei metalli preziosi bianchi, occupa una fetta del mercato dominante della gioielleria in platino. Una lega a 18 K contenente 10% platino, 10% palladio, 3% rame e 2% zinco offre una serie di caratteristiche favorevoli per l’uso nella produzione di gioielleria e sta ottenendo un certo successo sul mercato, grazie alla differenza di prezzo rispetto al platino. L’uso del ferro è stato studiato e può trovare applicazione come sbiancante secondario, ma, particolarmente nel caso delle carature più basse (14 K), per conservare il colore e la lavorabilità della lega, sono comunque necessarie considerevoli aggiunte di palladio. Inoltre il sistema oro-ferro è bifasico, per cui si possono presentare problemi di indurimento e di suscettibilità alla corrosione. L’indio in piccole quantità (2-3%), sempre in unione con il palladio, è usato come sbiancante ausiliario dell’oro. Esso ha il vantaggio di un basso punto di fusione e contribuisce ad abbassare gli alti intervalli di fusione delle leghe con il palladio. Le leghe con alto contenuto di indio sono dure e difficili da lavorare. In una lega a 18 K al palladio, aumentando il contenuto di indio dal 2,5% al 7,5%, la duttilità (misurata come allungamento %) si riduce dal 30% al 5%. L’uso del manganese come sbiancante per le leghe d’oro è noto da molto tempo, anche se finora sono state messe in commercio solo pochissime leghe di questo tipo. Esso offre le migliori possibilità per lo sviluppo di nuove leghe, anche se, Page 39 per ottenere leghe adatte (8), probabilmente richiederà ancora l’uso del 5% o preferibilmente del 10% di palladio. Le leghe così ottenute sono tenere e bianche. Possono soffrire di problemi di resistenza alla corrosione a causa della formazione di un ossido molto tenace. Le leghe ad alto contenuto di manganese sono piuttosto fragili, sono suscettibili alla rottura per tensiocorrosione e reagiscono con il carbonio usato nei crogioli per la fusione. Colore Per ora non vi sono norme internazionali relative al colore delle leghe d’oro. Naturalmente ciò porta a problemi tra fornitori e clienti. Tuttavia attualmente in generale il colore viene misurato usando il sistema CIELAB secondo il quale uno spettrofotometro misura 3 coordinate L, a e b, dalle quali si ottiene una misura del croma, C, del campione (7). Questo sistema è utile solo nel caso di superfici piane ed estese e, come tale, il suo grado di sviluppo non è sufficiente per permettere misure dirette su pezzi di gioielleria, che per loro natura hanno forma complicata. Come abbiamo visto in precedenza, il colore delle leghe di oro bianco è spesso frutto di un compromesso tra la composizione e la lavorabilità delle leghe. Sia le leghe a basso nichel che quelle a basso palladio hanno colore giallicciobrunastro, per cui normalmente queste leghe sono elettroplaccate con rodio (metallo del gruppo del palladio), che conferisce loro un eccellente colore bianco. Se lo strato di rodio è abbastanza spesso, il gioiello resterà bianco per molti anni, prima che compaia il colore gialliccio-brunastro della lega d’oro sottostante. A questo punto i gioielli possono essere nuovamente rodiati. La rodiatura può causare difficoltà per la messa a misura degli anelli. Occorre eliminarla prima di mettere a misura l’anello, che deve poi essere di nuovo rodiato, ma questo aumenta il costo dell’operazione. Leghe di oro bianco per brasatura Le principali leghe di oro bianco per brasatura attualmente in commercio si basano sul nichel come agente sbiancante primario. Spesso queste leghe hanno tenore in oro specifico, scelto per le esigenze della marchiatura, tipicamente 83,3%, 58,0% e 50% per i vari stadi di brasatura. Dal momento che si tende ad usare le leghe per brasatura nel campo da 650 a 850°C, in generale non si usa il palladio che, con il suo alto punto di fusione, tende a far salire il punto di fusione delle leghe, rendendole di uso difficile. Nelle leghe per brasatura si usano anche altri metalli a basso punto di fusione, come zinco, indio, gallio e cadmio, più argento e/o rame come aggiunte. Il manganese, con concentrazione di 3-5%, può offrire ulteriori possibilità per preparare leghe esenti da nichel (8). Colaggio a cera persa di ori bianchi Dal momento che grandi quantità di gioielleria vengono prodotte con il colaggio a cera persa, vale la pena di considerare anche l’applicazione di questo processo per l’oro bianco. Le leghe a base nichel possono reagire con i refrattari a legante gesso, causando superfici rugose e, spesso, porosità da gas causata dalla formazione di anidride solforosa. Similmente le leghe al palladio, a causa del loro alto punto di fusione, possono reagire e danneggiare il refrattario. In queste leghe, i principali elementi aggiuntivi sono argento, rame e zinco. Queste aggiunte sono fatte per migliorare le caratteristiche delle leghe, cioè la resistenza, ma possono avere considerevole effetto sul comportamento al colaggio a causa delle loro reazioni con il gesso del refrattario e con l’atmosfera di colaggio. 39 WOR/7165 Peter Rother 27 30/6/00 9:49 am Normandeau ha studiato le reazioni tra metallo e stampo (9) per le leghe di oro bianco a 14 K al nichel ed al palladio. L’incidenza delle reazioni era maggiore con le leghe al nichel: con queste leghe egli ha osservato danni estesi causati dalla formazione di anidride solforosa gassosa. Normandeau ha avanzato l’ipotesi che lo zinco contenuto nella lega reagisca con il gesso per formare anidride solforosa. Nella lega con palladio sembra che l’argento presente si combini con lo zolfo derivante dalla decomposizione del refrattario per formare solfuro di argento. Questo si presenta come uno strato superficiale liscio sul getto e lo protegge da una ulteriore reazione con il refrattario. Tuttavia questo strato superficiale è duro ed è difficile da asportare durante le operazioni di finitura. Il rame tende ad ossidarsi se non è protetto da un gas adatto come l’argon. Gli ossidi di rame durante la lucidatura sono distribuiti in tutto il getto e appaiono come inclusioni, deteriorando la finitura del prodotto. Lo zinco protegge il rame dall’ossidazione, ma ad alta temperatura si volatizza facilmente e tende a formare sull’apparecchiatura uno strato di zinco metallico o di ossido di zinco, provocando una contaminazione delle fusioni successive. L’introduzione delle apparecchiature per il colaggio sotto vuoto ha portato ad un miglioramento della qualità dei getti. Il riscaldamento a induzione, con un buon controllo della potenza ed un preciso controllo della temperatura, 40 Page 40 ha contribuito a migliorare la riproducibilità del processo. Fusione e colaggio sotto vuoto permettono di trattare le leghe in atmosfere esenti da ossigeno, eliminando così il grosso problema dell’ossidazione del rame. I recenti progressi nello sviluppo di refrattari con legante gesso per temperature più alte, che possono essere usati con successo fino a 1200°C, permettono ora di colare con successo gli ori bianchi al palladio che fondono ad alta temperatura. In precedenza queste leghe reagivano con i refrattari con legante gesso tradizionali, per cui si ottenevano getti di cattiva qualità. Così si doveva usare refrattario con legante ai fosfati, del tipo normalmente usato per colare le leghe di platino. Conclusioni I produttori di gioielleria dispongono di numerose leghe di oro bianco e la scelta tra queste leghe dipende dai preventivi di costo e dalle finalità d’uso. Sono disponibili in commercio leghe bianche al nichel, che non richiedono rodiatura e sono poco costose rispetto alle leghe alternative contenenti palladio; però queste leghe possono essere difficili da lavorare e non rispettano alcune parti della Direttiva Europea sul Nichel, che ne limita l’uso. Leghe con minor contenuto di nichel, che rientrano anche in questa categoria, in generale sono più facili da lavorare, ma devono essere rodiate. Le leghe bianche al palladio rispettano la Direttiva sul Nichel. Però i tipi di lega disponibili variano molto in base al costo ed all’uso previsto: attualmente il prezzo del palladio ha un effetto notevole sul costo intrinseco delle leghe. Sono disponibili in commercio eccellenti leghe con alto contenuto di palladio, che non richiedono rodiatura e resistono molto bene alla macchiatura. Tuttavia il loro uso può trovare dei limiti nel processo usato per la lavorazione: con le leghe a punto di fusione più alto, il colaggio a cera persa può presentare problemi. Le leghe con contenuto di palladio più basso sono, per definizione, meno costose, ma in generale richiedono una rodiatura finale. Anche se tutti i tipi di leghe discussi presentano vantaggi e svantaggi, la sola cosa certa è che, qualunque sia il processo di lavorazione, il cliente ha un ampio campo di scelta. Bibliografia 1 A.S. McDonald & G.H. Sistare, Gold Bull. 11(4), 128-131, 1978, 2 G. Susz & M. Lincker, Gold Bull., 13 (1), 15-20, 1980 3 C.P. Susz, Aurum, 4, 11-18, 1980 4 G. Normandeau, Gold Bull. 25(3), 94-103, 1992 5 G. Normandeau & R. Roeterink, Gold Bull., 27 (3), 70-86, 1994 6 G.P. O’Connor, Gold Bull. 11(2), 35-39, 1978 7 I.B. MacCormack & J.E. Bowers, Gold Bull. 14(1), 19-24, 1981 8 P. Bagnoud, S. Nicoud & P. Ramoni, Gold Technology N° 18, 11-19, aprile 1996 9 G. Normandeau & R. Roeterink, Atti del Simposio di Santa Fe del 1997, 245-291
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