OGGETTO POSSIBILITÀ DI REVOCA DEL NULLA OSTA AL

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OGGETTO POSSIBILITÀ DI REVOCA DEL NULLA OSTA AL
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OGGETTO
POSSIBILITÀ DI REVOCA DEL NULLA OSTA AL TRASFERIMENTO
QUESITO
(posto in data 5 settembre 2012)
A seguito di mia domanda di trasferimento presso altra Azienda
ospedaliera della stessa Regione ho ottenuto il nulla osta dell'Azienda
di appartenenza, ed il nulla osta della Regione. Successivamente
nell'imminenza del trasferimento il Direttore Generale dell'Azienda
di appartenenza ha revocato il nulla osta precedentemente accordato,
per motivi di servizio. Il Direttore Generale dell'Azienda di destinazione,
invece, afferma che non è possibile revocare il nulla osta perché l'iter
della mobilità è ormai concluso.
Può il Direttore Generale dell'Azienda di appartenenza revocare il nulla
osta precedentemente accordato e può questo impedire il mio
trasferimento?
RISPOSTA
(inviata in data 7 settembre 2012)
La normativa vigente in materia di mobilità subordina la possibilità
del trasferimento per mobilità da una amministrazione ad un’altra
previo assenso non solo dell’amministrazione di appartenenza, ma
anche dei direttori delle strutture di appartenenza e di destinazione.
Questa norma, finalizzata ad assicurare la rispondenza dei requisiti
professionali del dipendente trasferito rispetto alle funzioni che ad
esso saranno attribuiti nella struttura di destinazione, è stata inserita
nel comma 1 dell’articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001,
n. 165, dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, in sostituzione
della precedente formulazione il trasferimento è disposto previo
consenso dell’amministrazione di appartenenza, e rende ancor più
difficile l’applicazione dell’istituto della mobilità. Né può essere
invocato il fatto che l’articolo 20 del CCNL 1998_2001 prevedeva che
la concessione del nulla osta al trasferimento fosse un obbligo per
l’azienda di appartenenza, precisando che qualora non fosse concesso
entro 10 giorni dalla richiesta fosse sostituito dal preavviso.
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In virtù del principio generale della gerarchia delle fonti normative un
decreto legislativo, qual è il decreto 30 marzo 2001, n. 165, deve
ritenersi sovraordinato ad una norma contrattuale, a meno che non
siano precisati nel decreto gli ambiti di autonoma determinazione che
sono lasciati alla contrattazione collettiva. Ed il comma 2 del citato
articolo 30 precisando che I contratti collettivi nazionali possono
definire le procedure e i criteri generali per l'attuazione di quanto
previsto dal comma 1 lascia alla contrattazione collettiva la possibilità
di definire procedure e criteri applicativi delle norme di cui al comma
1, tra le quali il previo consenso dell’amministrazione. Tale previo
consenso appare quindi assolutamente ineludibile.
Ferma restando la facoltà dell’Azienda di appartenenza di non
concedere il necessario nulla osta al trasferimento per oggettive
esigenze di carattere organizzativo, il problema giuridico che il quesito
pone concerne la revocabilità o meno di un atto (la concessione del
nulla osta) con il quale l’azienda formalizza la cessione del contratto
di lavoro di quel dirigente ad un’altra amministrazione.
A questo riguardo dirimente appare l’articolo 21-quinqies della legge 7
agosto 1990, n. 241, che nel testo attualmente vigente conferisce ad
una amministrazione pubblica la facoltà di revocare un provvedimento adottato Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero
nel caso di mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione
dell'interesse pubblico originario.
Il trasferimento per mobilità, secondo quanto precisa il comma 1
dell’articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si
sostanzia nella cessione del contratto di lavoro del dipendente
trasferito dall’amministrazione di appartenenza all’amministrazione
di destinazione. Tale cessione si perfeziona solo all’atto della firma del
contratto individuale di lavoro che il dipendente trasferito deve
sottoscrivere con l’amministrazione di destinazione. Fino a quel
momento l’amministrazione di appartenenza, applicando alla lettera
quanto disposto dal comma 1 del citato articolo 21-quinquies può
revocare il nulla osta concesso. La revoca del nulla osta può
determinare il diritto ad un indennizzo, laddove sia dimostrabile e
quantificabile un effettivo danno economico conseguente al mancato
perfezionarsi del trasferimento per mobilità.
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RIFERIMENTI NORMATIVI
CCNL 1998_2001
ARTICOLO 20
mobilità volontaria
1. assenso dell’azienda di destinazione quale unico vincolo
La mobilità volontaria dei dirigenti tra le aziende e tutti gli enti del
Servizio Sanitario Nazionale, anche di Regioni diverse, in presenza
della relativa vacanza di organico, avviene a domanda del dirigente
che abbia superato il periodo di prova, con l'assenso dell'azienda
di destinazione e nel rispetto dell'area e disciplina di appartenenza
del dirigente stesso.
2. possibilità di sostituire il nullaosta col preavviso di tre mesi
Il nulla osta dell'azienda o ente di appartenenza, qualora non venga
concesso entro dieci giorni dalla richiesta, è sostituito dal preavviso
di tre mesi.
I commi 1 e 2 risultano di fatto disapplicati per effetto delle modifiche al comma 2
dell’articolo 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 apportate dall’articolo 1,
comma 1, della legge 4 marzo 2009, n. 15, che ha ripristinato la priorità della legge
rispetto al contratto, precisando che le norme di legge non sono derogabili dalla contrattazione collettiva, a meno che la legge espressamente non lo preveda. Questo principio ha
reso ineludibile l’assenso dell’amministrazione di appartenenza, già previsto dal comma 1
dell’articolo 30 del decreto legislativo 165 (che disciplina la mobilità dei dipendenti
pubblici) fin dalla prima versione, e ribadito nel testo modificato dal decreto legislativo 27
ottobre 2009, n. 150, che prevedeva che il trasferimento fosse disposto previo parere
favorevole dei dirigenti responsabili dei servizi e degli uffici cui il personale è o sarà
assegnato sulla base della professionalità in possesso del dipendente in relazione al posto
ricoperto o da ricoprire.
3. continuità del rapporto di lavoro in caso di mobilità
La mobilità non comporta novazione del rapporto di lavoro.
Il fascicolo personale segue il dirigente trasferito e nel conferimento
dell’incarico dirigenziale che deve essere conferito al dirigente tra
quelli previsti dalla normativa vigente, l'azienda di destinazione
tiene conto dell'insieme delle valutazioni riportate dal dirigente
anche nelle precedenti amministrazioni. Il conferimento dell’
incarico deve essere perfezionato attraverso la stipula del contratto
individuale.
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RIFERIMENTI NORMATIVI
CCNL 1998_2001
ARTICOLO 20
4. perdita dell’incarico di struttura complessa in caso di mobilità
La mobilità di cui al presente articolo se richiesta da un dirigente
con incarico di direzione di struttura complessa comporta
nel trasferimento, la perdita di tale incarico. L'azienda o l'ente
di destinazione provvederanno all'affidamento al dirigente trasferito
di un incarico di struttura semplice o di un incarico professionale,
anche di alta specializzazione, tenuto conto della clausola
precedente. L'incarico di direzione di struttura complessa potrà
essere conferito dalla nuova azienda previo espletamento
delle procedure previste dalla normativa vigente (avviso pubblico,
valutazione di idoneità formulata da una commissione appositamente nominata, scelta motivata del direttore generale).
LEGGE 23 dicembre 2005, n. 266
Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006).
230. All'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,
dopo il comma 5, è inserito il seguente: "5-bis. I vincitori dei
concorsi devono permanere nella sede di prima destinazione per un
periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione
costituisce norma non derogabile dai contratti collettivi".
DECRETO LEGISLATIVO 30 marzo 2001, n. 165
Norme generali sull'ordinamento del lavoro
alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.
Articolo 35
Reclutamento del personale
5-bis. I vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima
destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti
collettivi.
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RIFERIMENTI NORMATIVI
Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165
articolo 2, comma 2, ultimo periodo
testo vigente fino al 19 marzo 2009
Eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata
ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, o a categorie di essi,
possono essere derogate da successivi contratti o accordi collettivi e,
per la parte derogata non sono ulteriormente applicabili, salvo che
la legge disponga espressamente in senso contrario.
testo vigente dal 20 marzo 2009
a seguito della modifica apportata dall’articolo 1, comma 1,
della legge 4 marzo 2009. n. 15
entrata in vigore il 20 marzo 2009
Eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata
ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, o a categorie di essi,
possono essere derogate da successivi contratti o accordi collettivi e,
per la parte derogata, non sono ulteriormente applicabili, solo qualora
ciò sia espressamente previsto dalla legge.
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RIFERIMENTI NORMATIVI
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165
Norme generali sull'ordinamento del lavoro
alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.
Articolo. 30
Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse
1. la mobilità volontaria quale cessione del contratto di lavoro
Le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico
mediante cessione del contratto di lavoro di dipendenti appartenenti alla stessa qualifica in servizio presso altre amministrazioni,
che facciano domanda di trasferimento. Le amministrazioni devono
in ogni caso rendere pubbliche le disponibilità dei posti in organico
da ricoprire attraverso passaggio diretto di personale da altre
amministrazioni, fissando preventivamente i criteri di scelta. Il trasferimento è disposto previo parere favorevole dei dirigenti responsabili dei servizi e degli uffici cui il personale è o sarà assegnato
sulla base della professionalità in possesso del dipendente in relazione al posto ricoperto o da ricoprire.
1-bis. misure per agevolare i processi di mobilità
Fermo restando quanto previsto al comma 2 per quanto concerne
la nullità con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione
e l'innovazione, di concerto con il Ministro dell'economia, previa
intesa con la conferenza unificata, sentite le confederazioni
sindacali rappresentative sono disposte le misure per agevolare
i processi di mobilità, anche volontaria, per garantire l'esercizio
delle funzioni istituzionali da parte delle amministrazioni che
presentano carenze di organico.
2. ruolo e limiti dei contratti collettivi nazionali di lavoro
I contratti collettivi nazionali possono definire le procedure e
i criteri generali per l'attuazione di quanto previsto dal comma 1.
In ogni caso sono nulli gli accordi, gli atti o le clausole dei contratti
collettivi volti ad eludere l'applicazione del principio del previo
esperimento delle procedure di mobilità rispetto al reclutamento
di nuovo personale.
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RIFERIMENTI NORMATIVI
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165
Norme generali sull'ordinamento del lavoro
alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.
Articolo 30
Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse
2-bis. procedure di mobilità e procedure concorsuali
Le amministrazioni, prima di procedere all'espletamento di procedure concorsuali, finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, devono attivare le procedure di mobilità di cui al comma 1,
provvedendo, in via prioritaria, all'immissione in ruolo dei dipendenti, provenienti da altre amministrazioni in posizione di comando
o di fuori ruolo, appartenenti alla stessa area funzionale, che
facciano domanda di trasferimento nei ruoli delle amministrazioni
in cui prestano servizio. Il trasferimento è disposto, nei limiti
dei posti vacanti, con inquadramento nell'area funzionale e posizione economica corrispondente a quella posseduta presso le amministrazioni di provenienza.
Articolo 35
Reclutamento di personale
5-bis. permanenza quinquennale nella sede di prima destinazione
I vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima
destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti
collettivi.
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RIFERIMENTI NORMATIVI
LEGGE 7 agosto 1990, n. 241
Nuove norme in materia di procedimento amministrativo
e di diritto di accesso ai documenti amministrativi.
Articolo 21-quinquies
Revoca del provvedimento
1. casi in cui è possibile la revoca di un provvedimento adottato
Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero nel caso
di mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione
dell'interesse pubblico originario, il provvedimento amministrativo
ad efficacia durevole può essere revocato da parte dell'organo che
lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge. La revoca
determina la inidoneità del provvedimento revocato a produrre
ulteriori effetti. Se la revoca comporta pregiudizi in danno dei soggetti direttamente interessati l'amministrazione ha l'obbligo di provvedere al loro indennizzo.
1-bis. revoca di un atto che incida su rapporti negoziali
Ove la revoca di un atto amministrativo ad efficacia durevole o
istantanea incida su rapporti negoziali, l'indennizzo liquidato
dall'amministrazione agli interessati è parametrato al solo danno
emergente e tiene conto sia dell'eventuale conoscenza o conoscibilità da parte dei contraenti della contrarietà dell'atto oggetto
di revoca all'interesse pubblico, sia dell'eventuale concorso dei contraenti o di altri soggetti all'erronea valutazione della compatibilità
di tale atto con l'interesse pubblico.
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