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86 Le nostre prestazioni Case management – infortunio Concentrarsi sulla guarigione senza preoccupazioni Dopo una grave caduta in montagna, Brigitte Wolff (54 anni) temeva che non sarebbe più stata in grado di lavorare normalmente. L’attiva biennese ricorda come il case management di Helsana le abbia permesso di reinserirsi nel mondo del lavoro gradualmente e senza pressioni. E soprattutto senza gravare sul proprio datore di lavoro. «Mi sento ancora in colpa per aver causato tutto quel disturbo. È dovuto persino intervenire l’elicottero della Rega! Avevo la convinzione che avrei sempre potuto cavarmela da sola. Basta stringere i denti, pensavo. Nei dodici anni in cui ho lavorato come segretaria medica non ho mai avuto cedimenti. Due anni fa mi hanno addirittura regalato due giorni di vacanza perché in tutto l’anno non ero mancata neppure una volta. — L’infortunio, il 27 ottobre 2011, capitò in un periodo particolarmente sereno dal punto di vista personale. Ero in pace con me stessa, mi sentivo perfettamente in forma. Quel giorno avevo appuntamento con un’amica nelle montagne sopra Grenchen per fare un’escursione dall’Obergrenchenberg fino al ristorante Oberes Brüggli passando per l’‹Ängloch›. L’idea era di fare una passeggiata non troppo lunga. Ci incamminammo su un piccolo sentiero in direzione dell’Oberes Brüggli, dove intendevamo sostare per una pausa. Il terreno era ricoperto dalle foglie autunnali appena cadute. Tutto a un tratto scivolai e rotolai a valle per 20 metri, come in un film d’azione. Mentre ruzzolavo giù per il pendio pienamente cosciente pensai che soltanto un albero avrebbe potuto fermarmi. E poi, come per miracolo, spuntò fuori un ramo che frenò la mia corsa. Un recupero difficoltoso Le operazioni di salvataggio furono complicate. Non potevo muovermi, ero letteralmente aggrappata alla parete. La mia amica allarmò immediatamente l’ambulanza. Fino al suo arrivo mi diede sostegno morale il padrone dell’Oberes Brüggli, che era accorso dal ristorante. Mi tenne la mano e cercò di distrarmi raccontandomi storielle – è stato il mio eroe. Respiravo appena, non potevo muovere la testa e ogni movi→ «Nel reparto di cure intensive mi chiesi: la mia vita tornerà mai come prima?» Brigitte Wolff 88 Le nostre prestazioni Le nostre prestazioni Brigitte Wolff «Helsana mi assicurò che non avrei dovuto preoccuparmi del lato finanziario – un grande sollievo.» mento era estremamente doloroso. Mi disse che due giorni prima aveva nevicato e che sotto il fogliame alcuni tratti di terreno erano ancora umidi e sdrucciolevoli. Probabilmente era stata quella la causa della mia caduta. — L’ambulanza non poteva arrivare fino al punto in cui mi trovavo perché il pendio era troppo ripido. Dovettero chiamare l’elicottero di soccorso: siccome non poteva posarsi su quel terreno impervio, mi trasportarono con la rete. Mi passarono per la testa strane immagini. Più tardi scoprii che mi avevano spruzzato un farmaco allucinogeno per evitare che rimanessi traumatizzata. Nei momenti in cui ero più cosciente avevo un unico pensiero: ‹Tutto questo lavoro, solo a causa mia!› Momenti carichi di emotività Mi portarono nel centro ospedaliero di Bienne, dove lavoro. I dolori erano terribili. Nella parte superiore del corpo quasi tutte le ossa del lato destro avevano subito fratture, anche multiple. Inoltre avevo riportato una contusione polmonare. Durante la prima notte nel reparto di cure intensive mi chiesi: la mia vita tornerà mai come prima? A fine anno avrei dovuto partecipare a un progetto d’aiuto nelle Filippine. Ormai dovevo metterci una pietra sopra. Riuscii però a trovare anche degli aspetti positivi: sapevo che, nonostante le lesioni, non ero in pericolo di vita. — Sedersi, sdraiarsi, respirare, ogni movimento era infinitamente doloroso. Mi applicarono diversi cateteri, tra cui uno per drenare l’acqua dal polmone. Ci furono tuttavia anche dei momenti carichi di emotività. Quando un’amica mi lavò per 89 la prima volta i capelli, mi misi a piangere. Fu così toccante! — Dopo due giorni in cure intensive mi trasferirono in un reparto normale, dove rimasi per tre settimane fino a metà novembre. Seguirono altre tre settimane di riabilitazione presso la Berner Klinik Montana. Solo al termine del ricovero ebbi nuovamente la forza di preoccuparmi per il futuro. Volevo, dovevo ricominciare a lavorare! Ripresa del lavoro a scopo terapeutico Durante questo periodo un aiuto inestimabile mi fu dato dal case management di Helsana. Evelyne Bruchez, una signora molto attenta e disponibile, come prima cosa mi assicurò che non avrei dovuto preoccuparmi del lato finanziario – un grande sollievo. Fino a quel momento non ero a conoscenza della figura del case manager. Fui molto sorpresa dell’utilità di questo servizio. — Se quest’estate ho potuto ricominciare a lavorare al 70 per cento come prima dell’infortunio, lo devo a Evelyne Bruchez e al suo case management. Inizialmente temevo che non sarei riuscita a reinserirmi nel mondo del lavoro, anche perché non potevo stare seduta troppo a lungo e il dolore diminuiva solo sdraiandomi. Soffrire di dolori lancinanti continui rende tutto più difficile e impedisce di concentrarsi. Il tragitto per recarmi al lavoro, di soli dieci minuti, era diventato un’impresa quasi impossibile. Evelyne Bruchez mi ha aiutato a riabituarmi all’attività lavorativa a piccoli passi e senza gravare sul mio datore di lavoro. Per me questa era la cosa più importante. Ha elaborato, coinvolgendo me e il mio superiore, un piano di lavoro ad → Evelyne Bruchez «Una situazione win-win.» Segnatamente nell’ambito dell’assicurazione contro gli infortuni, l’obiettivo principale del case management è la ripresa del lavoro il più presto possibile. «Brigitte Wolff era estremamente motivata», afferma Evelyne Bruchez, case manager presso Helsana. In questi casi si presta una ripresa del lavoro a scopo terapeutico in cui l’indennità giornaliera è finanziata interamente o parzialmente dall’assicurazione. «Una situazione win-win: Brigitte Wolff non ha dovuto preoccuparsi del lato finanziario e ha potuto concentrarsi esclusivamente sul percorso di guarigione. E per il datore di lavoro non ne è risultato alcun costo.» Evelyne Bruchez ritiene che sia indispensabile incoraggiare la comunicazione tra tutte le parti interessate e soprattutto coinvolgere il datore di lavoro. Anche il superiore di Brigitte Wolff si è lasciato convincere e le ha addirittura prestato la sua poltrona direzionale. 90 Le nostre prestazioni hoc e ha organizzato e coordinato una cosiddetta ripresa del lavoro a scopo terapeutico. In linea di principio, il paziente svolge le attività che le sue condizioni di salute gli consentono di fare e l’assicuratore continua a versare interamente o parzialmente l’indennità giornaliera. In questo modo il datore di lavoro può impiegare personale supplementare senza costi aggiuntivi. Ritorno alla vita lavorativa Inizialmente riuscivo solo a lavorare due ore due volte alla settimana, ma ho continuato a fare progressi. Il finanziamento da parte di Helsana delle prestazioni Spitex fino a marzo è stato un sollievo enorme. Senza esitazioni e senza riserve. — Devo veramente molto a Evelyne Bruchez e al mio datore di lavoro. Non ho dovuto preoccuparmi del lato finanziario nemmeno per un secondo. Sono una madre sola e non immagino cosa sarebbe successo se non mi fosse stato dato questo preziosissimo aiuto. — E poi è finalmente arrivato il giorno x: il 1° maggio 2012 ho ricominciato a lavorare come prima dell’infortunio, la vita era tornata a sorridermi! Benché il polmone non fosse del tutto guarito, a inizio maggio ho partecipato a tre esibizioni con la mia corale ‹Chœur Symphonique›. Non posso stare senza cantare! A dire il vero mi è rimasta qualche scheggia di osso nella colonna vertebrale, ma non è grave, dicono i medici. Con l’infortunio ho imparato ad apprezzare maggiormente le piccole cose. Passo dopo passo, sono riuscita ad appropriarmi della mia nuova vita. E come dice un proverbio: ‹Ognuno di noi ha mille desideri, un malato ne ha solo uno!›» < Il fotografo Christian Schnur ha ritratto i clienti di Helsana a casa loro e ha fotografato i collaboratori.
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