L`Auto di Domani 2015
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L`Auto di Domani 2015
L‘Auto di Domani 2015 Valutazioni, aspettative e anticipazioni © Daimler AG 2 Indice © Audi AG 1 2 3 4 5 Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Il mercato automotive . . . . . . . . . . . . . . 6 Mobilità individuale . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 I requisiti dell‘auto di domani. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Sistemi di alimentazione alternativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 6 Pilota automatico 7 Costi di mobilità 8 Sommario e prospettive 9 Metodologia di indagine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 . . . . . . . . . . . . 28 . . . . . . . . . 30 3 1 Prefazione © Volkswagen AG Cari lettori, 4 la « seconda rivoluzione dell‘automobile » è un tema caldo ormai da tempo. Con questo termine, in particolare, ci si riferisce all‘evoluzione tecnologica attualmente in corso. Da oltre cento anni, il settore automobilistico è stato sottoposto a un costante sviluppo, al quale sono seguite innumerevoli innovazioni – in termini di sicurezza, comfort e prestazioni - ma il principio base di funzionamento è rimasto pressoché invariato: fino a qualche anno fa, gli automobilisti potevano affidarsi unicamente a motori diesel o benzina. È proprio in questo campo che è in atto un grande cambiamento: il petrolio non è più il carburante per eccellenza, bensì è affiancato da alternative come il gas metano o l‘alimentazione a idrogeno. A ciò si aggiunge il costante miglioramento delle tecnologie disponibili: le automobili sono già fornite di facilities orientate all‘automazione, come il sistema di frenata intelligente o l‘assistenza al mantenimento di corsia. Al sondaggio, hanno partecipato i rappresentanti di sette paesi europei, i quali hanno espresso le proprie idee circa l‘auto e la mobilità attese per il prossimo quarto di secolo. Tuttavia, le risposte mostrano anche che le aspettative sono fortemente correlate alle conoscenze attuali, pur a fronte di un‘incessante ricerca tecnica. Sviluppare una visione realistica dell‘auto del futuro non è semplice: nel 2040 potrebbero esserci tecnologie oggi del tutto impensabili. D‘altra parte, chi nel 1990 avrebbe potuto prevedere che le mappe cartacee sarebbero state sostituite da sistemi di navigazione satellitare? A volte, poi, la rapida diffusione di una particolare funzione si dimostra totalmente casuale. Basti pensare all‘ESP per il controllo elettronico della stabilità, sviluppato da Mercedes-Benz per migliorare l‘aderenza stradale della sua Classe A. Pochi anni più tardi, tale sistema fece la sua apparizione su alcune berline di lusso fino a diventare obbligatorio per le auto di nuova omologazione. Accolto come una vera e propria rivoluzione, il rapido avanzamento in campo tecnologico non accenna assolutamente ad arrestarsi. Per il futuro si prospettano migliorie che non si limitano a perfezionare l‘auto di domani, ma a stravolgere l‘intero concetto di mobilità. Da qui, si solleva la questione riguardo al percorso evolutivo dell‘automobile nei prossimi 25 anni, quali requisiti dovrà possedere e a quali aspettative dovrà rispondere. Lo studio di AutoScout24, giunto alla sua quarta edizione, cerca di analizzare le esigenze dei guidatori e di offrire un‘anteprima sull‘auto di domani. Il limite alla fantasia non ha comunque nulla a che fare con una diffidenza nei confronti della tecnologia, al contrario: soprattutto nel campo della guida autonoma, della mobilità elettrica e del car sharing, gli intervistati hanno mostrato una mentalità decisamente più aperta rispetto a pochi anni fa. © Honda Con ogni probabilità, molti dei desideri espressi dagli intervistati per l‘auto di domani saranno soddisfatti in meno di due decenni. Le altre richieste possono essere accolte come un prezioso suggerimento per l‘industria automobilistica. In primis, l‘esigenza di una guida facilitata e più confortevole. AutoScout24 analizza quindi il vasto mercato europeo dell‘auto, condividendo le considerazioni emerse nel presente studio e rivolgendosi a tutti coloro che lavorano nel settore, allo scopo di fornire un importante contributo allo sviluppo della nostra futura mobilità. Con l‘augurio di un‘appassionata e stimolante lettura, Ihr Michael Gebhardt Direttore Editoriale di AutoScout24 Michael Gebhardt è direttore editoriale ed esperto automobilistico di AutoScout24, dove affronta le innumerevoli questioni relative al tema dell‘auto di ieri, di oggi e di domani. Eccelle regolarmente nella top ten dei rally di auto d‘epoca, è costantemente aggiornato sulle ultime novità introdotte dall‘industria automotive e partecipa attivamente ai principali Saloni e agli incontri di settore, alla ricerca di nuove tendenze e sviluppi. 5 2 Il mercato automotive © Audi AG È la fase di acquisto a sancire l‘inizio di ogni rapporto tra l‘auto e il suo futuro proprietario. Oggigiorno, i potenziali acquirenti preferiscono consultare preventivamente il web per reperire informazioni e anticipazioni di mercato, quindi recarsi presso una concessionaria fisica, dove richiedere consigli, brochure, listini e magari approfittare di un giro di prova. Una volta individuata l‘auto dei propri sogni, quest‘ultima è pronta per essere configurata e ordinata. Sempre più frequentemente la ricerca preliminare avviene su internet, per evidenti vantaggi: oltre alla maggiore praticità rispetto al consulto presso una concessionaria, è possibile esplorare un‘offerta maggiormente assortita, comprensiva anche delle soluzioni proposte dal mercato estero. Alla fine, tuttavia, l‘auto desiderata viene acquistata localmente. Ma quale sarà l‘evoluzione del processo di acquisto in futuro? Internet o Concessionaria Secondo il 57,3% degli europei partecipanti allo studio, il mercato del futuro sarà online, sia per quanto riguarda l‘acquisto di auto nuove sia per il settore dell‘usato. Tuttavia, gli intervistati si aspettano che la piattaforma web offra la possibilità di interagire con esperti del settore automobilistico, ad esempio tramite video chat. Soprattutto per l‘acquisto di un‘auto usata, gli intervistati hanno sottolineato l‘esigenza di un parere autorevole, manifestando diverse remore riguardo un‘incauta compravendita fra privati. Una percentuale di poco inferiore, vale a dire il 56,3% degli intervistati, crede che le concessionarie tradizionali non andranno comunque incontro a un‘inevitabile estinzione. Tuttavia, ci si aspetta che il processo di vendita sia coadiuvato da adeguati servizi online. Oltre ai consigli d‘acquisto, 6 il potenziale cliente desidera ricevere informazioni su diversi aspetti, quali, ad esempio, la sicurezza e le ultime novità in campo tecnologico. Più della metà dei partecipanti (55,3%) ritiene che, per presentare le proprie automobili, le concessionarie future dovrebbero dotarsi di tecnologie ottiche come l‘olografia o adeguati sistemi di proiezione. Il cliente potrà così godere di una visione maggiormente realistica dell‘auto desiderata, optional compresi. A queste apparecchiature ludiche sono interessati soprattutto gli uomini (58,3%), mentre per le donne la percentuale scende al 52,5%. I canali di vendita futuri non pregiudicano, tuttavia, un apprezzamento diffuso anche per la modalità di acquisto corrente. Il 54,1% immagina che il processo di acquisto resterà inalterato ma che, alla concessionaria, si affiancherà uno showroom virtuale del rivenditore, comodamente consultabile su Internet. Ordinare e configurare autonomamente la propria auto online è concepibile solo per circa un terzo degli intervistati (35,9%). Una quota inferiore (29,5%) immagina sia necessario rivolgersi a consulenti privati, ai quali destinare un compenso a fronte del loro lavoro di selezione. A rifiutare questa idea sono soprattutto coloro che vivono in zone rurali (40,5%) o nelle città con meno di 20.000 abitanti (38,6%) e – a sorpresa – anche gli intervistati con un reddito superiore alla media (33,8%). Per il 22,3% degli europei, la concessionaria del futuro sarà unicamente relegata a luogo in cui ospitare manifestazioni ed eventi speciali. A tal proposito, i più alti indici di gradimento si riscontrano fra i giovani dai 18 ai 29 anni (26,6%) sebbene, anche in questa fascia di età, il 45,1% dimostra di non gradire tale iniziativa. Almeno il 30% delle famiglie con bambini ritiene l‘idea particolarmente allettante. Acquisto di un‘auto in futuro 57,3 % 56,3 % « Voglio rivolgermi a una piattaforma online, dove trovare il supporto di un esperto e una valutazione accurata dei veicoli disponibili, soprattutto per quanto riguarda l‘usato. » « Preferirei acquistare una macchina presso una concessionaria, a patto che quest'ultima sia dotata di supporti interattivi che mi permettano di orientarmi preventivamente nella scelta. » 55,3 % 54,1 % « In futuro, preferirei fare a meno di un consulente personale presso una concessionaria. » « Oltre a un salone espositivo, la concessionaria del futuro dovrebbe integrare tecnologie innovative – come ologrammi o proiezioni – che mi permettano una visione in anteprima dei dettagli e degli optional di mio interesse. » 39,3 % « Immagino di configurare la mia auto online, quindi ordinarla e riceverla direttamente a domicilio. » 29,5 % 35,9 % « Invece di recarmi presso un concessionario fisico, desidererei approfittare di una sua variante virtuale, dove consultare un catalogo online e recarmi successivamente dal rivenditore per ulteriori consigli o per prenotare un Test Drive. » « Non voglio rivolgermi a un classico concessionario, ma rendere il processo d‘acquisto un momento rilassante: per questo desidero avvalermi di un consulente privato che identifichi i miei bisogni e selezioni i veicoli che meglio rispondono alle mie esigenze, a fronte di una commissione per la sua attività. » 22,3 % « La concessionaria del futuro si trasformerà in un luogo destinato esclusivamente ad esposizioni ed eventi. » 16,4 % « Non ho in previsione l‘acquisto di un‘automobile in futuro, quindi non posso rispondere a questa domanda. » Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » 7 Forte fidelizzazione dell’acquirente Anche se gran parte degli intervistati immagina che Internet sia destinato a diventare il principale canale di vendita per l’auto del futuro, gli europei si auspicano la coesistenza dei rivenditori tradizionali. In Spagna, ad esempio, i concessionari fisici la fanno da padrone, con una prefernza del 61,1%; d’altra parte, gli stessi iberici si piazzano al secondo posto (dietro gli italiani) come favorevoli all’integrazione di strumenti interattivi quali ologrammi o simili. Sempre gli spagnoli considerano essenziale il supporto di un sito web dedicato (72,1%); un dato che si contrappone alla limitata percentuale tedesca, contenuta al 48,3%. I più fedeli al concessionario sono gli austriaci (64,4%), sebbene quasi i due terzi degli intervistati immagina sarà al contempo possibile acquistare la propria auto online. © Volkswagen AG « Immaginare un futuro senza internet è impensabile. Gli europei mostrano un‘apertura riguardo l‘acquisto di un‘auto online e si aspettano siti web e servizi dedicati ma, al tempo stesso, non vogliono abbandonare la tradizionale concessionaria. Per rimanere in gara, tuttavia, il rivenditore fisico deve aggiornarsi: sono molti i clienti che nei futuri showroom, oltre a un limitato salone espositivo, ambiscono all‘integrazione di rappresentazioni interattive dell‘offerta e alla possibilità di personalizzare visivamente il veicolo secondo i propri desideri. Una tendenza che l‘industria automobilistica sta già provvedendo a soddisfare: sono infatti in netta crescita le opzioni di personalizzazione, con un‘ampia varietà di colori, materiali e funzionalità extra fra cui scegliere. » 8 Michael Gebhardt 3 Mobilità individuale © Daimler AG Mobilità, un fattore in costante evoluzione uno stile di vita sempre più frenetico incide anche negli spostamenti, che aumentano di frequenza e coprono distanze sempre più lunghe. Questo influenza ovviamente anche la stessa circolazione: al traffico, in origine limitato agli orari di punta, si sostituiscono veri e propri ingorghi stradali; dove in passato si poteva facilmente trovare parcheggio, oggi si è costretti a un‘estenuante ricerca, mentre, anche un semplice tamponamento, può provocare lunghe code. La macchina è parte del nucleo familiare Per gran parte della popolazione è difficile immaginare una mobilità svincolata dall’esigenza di disporre di un proprio mezzo. Per i prossimi 25 anni, infatti, l’86% degli intervistati si aspetta che la maggioranza delle auto in circolazione sia ancora di proprietà. Pur con due punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente, il 61,4% degli europei manifesta la sua preferenza per un’auto che soddisfi quante più esigenze possibili. Tuttavia, emerge anche l’importanza di poter contare su La mobilità individuale in futuro 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % 61,4% « Voglio possedere un‘auto che risponda il più possibile ai miei bisogni e desideri. » 24,6% « Voglio poter contare su un veicolo che soddisfi le mie esigenze essenziali. » 9,1% « Non vorrei un veicolo di proprietà. » 4,8 % Non risponde Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » 9 © Toyota un veicolo versatile, adatto a tutte le situazioni e studiato per ogni finalità, come dimostra il 66,2% degli intervistati. Questo dato mostra come l’auto privata non sia l’unica alternativa per la mobilità urbana, ma che possederne una risulta comunque essenziale, specie per le famiglie numerose con bambini. In generale, continua ad aumentare il numero di chi manifesta interesse per i multi-purpose vehicle, secondo i quali questa configurazione rappresenta il miglior compromesso fra discrete dimensioni ed esigenze quotidiane di mobilità urbana. In crescita anche la percentuale di coloro che vagliano il noleggio di un veicolo adatto per occasioni particolari, ad esempio in caso di traslochi, e l’uso di mezzi alternativi, come il treno o la bicicletta. Il 24% degli intervistati è giunto infatti alla conclusione che l’auto privata non debba essere un tuttofare. Quasi la metà degli europei (47,3%) ritiene che l’auto non sia che un elemento del complesso scenario della mobilità. Essi prevedono altresì che l’evoluzione dei mezzi di trasporto alternativi tenga conto dei più moderni pacchetti sulla mobilità urbana, magari consentendo di prenotare un posto sul treno o noleggiare auto e biciclette attraverso il proprio smartphone. Al contempo, aumenta anche la percentuale di coloro che non prevedono di intestarsi alcun nuovo veicolo nei prossimi 25 anni. Con due punti percentuali in più rispetto al 2012, il 9,1% degli intervistati si dice infatti aperto a nuove soluzioni, come il car sharing e il noleggio di auto telematico. Questa idea trova terreno fertile soprattutto in Germania (12,6%) e in Austria (10,8%), dove, pur attestandosi su volumi bassi, raggiunge la doppia cifra percentuale. « Pur rimanendo intatto il desiderio di possedere un auto di proprietà, si assiste a una maggior apertura verso il cambiamento. Sempre più acquirenti sono interessati a veicoli che rispondano ai propri bisogni quotidiani, piuttosto che alle soluzioni multiuso. Per esigenze particolari è possibile affidarsi ad altri mezzi di trasporto o a servizi come il car sharing o il noleggio auto. Con la proposta di formule „all-inclusive“ sotto forma di pacchetto, produttori come Mercedes-Benz, BMW, Citroen o Peugeot, stanno certamente ampliando la loro offerta nella giusta direzione. » 10 Michael Gebhardt affermarsi, a causa della carenza dei mezzi pubblici. Sempre a tal proposito, il car-sharing è considerato come una valida alternativa da circa un terzo dei conducenti fra i 18 ai 29 anni; tuttavia, dai 30 anni in avanti la percentuale diminuisce, con ogni probabilità correlata ai minori spazi a disposizione a fronte di un più ampio nucleo familiare. L’auto e il fattore Privacy Oltre la metà degli europei (54%) riconosce come di fondamentale importanza la privacy offerta da un’automobile, indipendentemente che quest’ultima sia di proprietà o presa a noleggio. Per molti, l’auto è a tutti gli effetti un rifugio personale e si è spesso restii a caricare ulteriori passeggeri o a prestare il proprio veicolo. Questo bisogno di riservatezza si manifesta soprattutto fra austriaci, tedeschi e italiani, dove 6 intervistati su 10 considerano la privacy un diritto irrinunciabile. Riguardo tale questione, sono i francesi i meno intransigenti: il 36% si dichiara disposto ad offrire un passaggio anche a coloro che non appartengono al nucleo familiare o alla propria sfera di conoscenze. Sono numerosi i proprietari di auto a dirsi disponibili al noleggio del proprio veicolo nei momenti di inutilizzo, ad esempio durante il lavoro o i periodi di vacanza, a patto che sussista un’ulteriore copertura assicurativa. L’affitto della propria automobile è preso in considerazione dal 28,8% degli intervistati, con un picco del 31,5% fra coloro che vivono nelle grandi città; tale percentuale si riduce invece al 24,4% tra i residenti dei Comuni con meno di 5.000 abitanti. Il 24,7% degli intervistati considera, inoltre, attuabile la condivisione dei propri posti liberi con passeggeri interessati a percorrere il medesimo tragitto, riducendo così le spese di viaggio. A sorpresa, questa modalità di trasporto è più radicata nelle grandi città piuttosto che nei piccoli comuni, dove il car pooling avrebbe ben più ragioni di La mobilità individuale in futuro 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % 54,0 % « Desidero possedere un‘auto personale per soddisfare pienamente le mie esigenze di privacy. » 47,3 % « Per il futuro, prevedo una mobilità più flessibile: non intendo rinunciare a un‘auto di proprietà, ma posso anche contare su mezzi ditrasporto alternativi. » 28,8 % « Qualora la mia auto fosse inutilizzata, sarei disposto ad affittarla. » 24,6 % « In futuro non prevedo di possedere un'auto di proprietà, ma sono disposto a noleggiarne una, se necessario. » Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » « Gli abitanti dei grandi centri urbani si mostrano decisamente più aperti a nuove forme di mobilità. Questo dato non è affatto sorprendente, vista la crescente varietà di offerte alternative facilmente accessibili – dal noleggio di biciclette al car sharing. Eppure, molti continuano a sottolineare l‘importanza riservata alla privacy, sia che si tratti di un‘auto privata o noleggiata. Tale esigenza è soprattutto manifestata dagli intervistati dell‘Europa occidentale e meridionale. Nei paesi scandinavi, infatti, l‘esperienza ha dimostrato che ci sono molte meno remore a caricare un estraneo sulla propria auto: l‘autostop è ancora un modo comune di viaggiare. » Michael Gebhardt 11 4 I requisiti dell‘auto di domani © Volkswagen AG senza compromessi, mentre il 95% la riconosce come un aspetto di fondamentale importanza. Il desiderio di sicurezza ha persino subito un incremento, aumentando di 2,6 punti percentuali nel giro di un anno. Le richieste degli automobilisti risultano invariate Oltre a un maggior assortimento di optional e personalizzazioni, quello che gli automobilisti si aspettano dall‘auto di domani sono spostamenti più rapidi, una maggiore capacità di carico, il massimo piacere di guida e un‘attenzione particolare all‘aspetto ecologico. Al secondo posto, nella classifica dei requisiti attesi, si piazza la sostenibilità economica: per il 90,5% degli intervistati, l’auto del futuro dovrà quindi avere costi di mobilità contenuti. Ad eccezione della Spagna, dove è slittato al quarto posto, il fattore riguardante i costi di mobilità, complice la crisi economica, ha assistito a un aumento La sicurezza al primo posto Come negli anni precedenti, la sicurezza è l’elemento al quale gli automobilisti europei dedicano priorità assoluta: per il 78,2% degli intervistati è indiscutibilmente al primo posto e va preservata Cosa si aspettano gli europei dall‘auto di domani 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % Totale 78,2 61,6 52,6 57,0 41,7 36,6 11,0 Stime basate sulle risposte 12 17,2 95,4 % Massima sicurezza 28,9 90,5 % Costi di mobilità accessibilit 37,3 89,9 % Comfort 88,1 % Sostenibilità ecologica 81,4 % Praticità 76,1 % Piacere di guida 33,4 % Possibilità di esprimere il proprio status sociale 31,1 39,7 39,5 22,4 « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » Ciò che gli europei si aspettano dalla macchina del futuro Europa Austria Belgio Francia Germania Italia Paesi Bassi Spagna 1 1 1 1 1 1 1 1 Massima sicurezza 2 2 2 2 2 2 2 4 Costi di mobilità accessibili 3 4 3 3 3 3 3 2 Comfort 4 3 4 4 4 4 4 3 Sostenibilità ecologica 5 5 6 5 5 5 6 5 Praticità 6 6 5 6 6 6 5 6 Piacere di guida 7 7 7 7 7 7 7 7 Possibilità di esprimere il proprio status sociale significativo rispetto all’anno precedente. Un incremento analogo si è registrato anche per parametri quali il comfort e la sostenibilità ambientale, che raggiungono rispettivamente quote dell’89,9% e dell’88,1%. Solo gli austriaci sono disposti a sacrificare la loro comodità in favore della tutela ecologica. Al quinto e al sesto posto gli europei collocano la praticità e viaggi piacevoli, preferendo comunque la funzionalità (81,4%) all’esperienza di guida (76,1%). Fanno eccezione i belgi e gli olandesi, per i quali i due criteri di giudizio risultano invertiti. Occorre, inoltre, segnalare che è spesso l’età a fare la differenza: mentre per i giovani dai 18 ai 29 anni la praticità raggiunge una quota del 77,5%, quest’ultima riveste un ruolo di primo piano per i conducenti di età superiore ai 50 anni (84%). © Volkswagen AG « La prima auto ha un valore intrinseco, che supera la semplice esigenza di mobilità. Non è un caso, quindi, che quasi la metà degli intervistati di età compresa fra i 18 e i 29 anni desidera che l‘auto del futuro rispecchi il proprio status sociale. Un vezzo, tuttavia, che non va a discapito della sicurezza: è questa la priorità per gli intervistati di ogni fascia di età e di tutte le nazioni. Questo dato dovrebbe incentivare i produttori a investire maggiormente nella ricerca della massima sicurezza. Grazie ai rivelatori di distanza, agli avvisi di cambio corsia, alla frenata d‘emergenza automatica e agli altri sistemi di assistenza sviluppati negli ultimi anni, la prospettiva di una guida senza incidenti non è più un lontano miraggio. » Michael Gebhardt 13 Identificare il pericolo ed evitare il traffico Il desiderio di una maggiore sicurezza influenza anche le funzionalità attese sull’auto del futuro: l’84,4% degli intervistati si aspetta che la propria auto sia in grado di riconoscere i pericoli stradali e di intervenire attivamente per scongiurare eventuali incidenti. Un risultato ottenibile, ad esempio, attraverso interventi frenanti e movimenti automatizzati dello sterzo, due sistemi di assistenza già attualmente disponibili su alcuni veicoli. Grande interesse riveste poi il sistema di comunicazione car-to-car che, con un tasso di approvazione del 76,2%, si colloca al terzo posto di gradimento. Attraverso la connessione in rete, ci si aspetta uno scambio diretto di informazioni, ad esempio la segnalazione della presenza di un mezzo fermo scarsamente visibile o della condizione del traffico in tempo reale. Un anno fa, soltanto il 72,4% aveva ritenuto importante questo sistema di comunicazione. Come per l’anno passato, è unanime la scarsa importanza attribuita alla possibilità di riflettere il proprio status: solo il 33,4% degli intervistati riconosce l’esigenza di esprimere, attraverso la propria auto, una particolare condizione sociale ed economica. Rispetto all’ultimo studio condotto, questo valore è sceso ulteriormente di 3,3 punti percentuali, attestandosi così in ultima posizione. Se è vero che al riguardo non si riscontrano differenze significative fra i vari paesi, vale la pena analizzare i diversi dati emersi in funzione della fascia di età degli intervistati: il 43,3% dei giovani fra i 18 e i 29 anni pensa che, anche in futuro, l’auto sarà ancora uno status symbol; questa percentuale si riduce drasticamente dopo i 60-65 anni, calando al solo 22%. Ciò che è interessante notare è poi la forte correlazione fra coloro che ritengono la macchina uno status symbol e chi riserva grande importanza al piacere di guida (89,3%), valore che scende al 69,5% tra chi è disinteressato ad esprimere la propria immagine sociale. Le funzioni dell‘auto di domani 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % Totale 84,4 % Riconoscimento automatico del pericolo 80,0 % Prevenzione intelligente del traffico 76,2 % Comunicazione Car-to-Car 66,3 % Sistema di parcheggio automatico 51,3 % Accesso internet ad alta velocità 31,4 48,0 % Funzioni di intrattenimento 29,3 47,5 % Assistente privato digitale 45,6 % Consegna itinerante 33,2 % Nessuna esigenza della patente di guida 31,2 % Ufficio mobile 50,9 33,5 39,5 40,5 39,2 37,0 31,1 22,3 29,0 16,6 18,2 19,5 26,1 15,9 10,6 17,3 20,6 Stime basate sulle risposte 14 35,2 « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » che possono vantare una connessione internet ad alta velocità. L’auto come ufficio mobile, tuttavia, è una richiesta che interessa solo il 31,2% degli intervistati, circa la stessa percentuale riscontrata lo scorso anno. Seconda solo all’integrazione di più efficaci sistemi di sicurezza, la prevenzione del traffico è cresciuta di quasi 3 punti percentuali, dimostrandosi un’esigenza fondamentale per l’80% degli intervistati. Nel corso dei prossimi 25 anni, si prevede un’auto intelligente, in grado di scegliere autonomamente il percorso più rapido. I due terzi degli intervistati (66,3%), oltre ad aspettarsi che il proprio veicolo li conduca a destinazione evitando gli ingorghi, desiderano, inoltre, un sistema per il rilevamento delle aree di sosta libere e la funzionalità di parcheggio automatico. Quasi la metà degli europei (45,6%) prevede, per i prossimi 25 anni, innovazioni fino ad oggi inconcepibili: ad esempio, la consegna itinerante, un’ottima soluzione per impostare – con un semplice comando – percorsi su misura. Questo dato è in linea con quanto emerso circa il pilota automatico, una funzionalità che sarebbe apprezzata da circa la metà degli intervistati. Se la fiducia nella tecnologia è davvero ben riposta, lo si scoprirà fra un paio di decenni, periodo per il quale si prevede il lancio del pilota automatico su larga scala. Gran parte degli europei concorda sul fatto che la guida non dovrebbe mai rivelarsi noiosa: i sistemi di intrattenimento hanno, infatti, incontrato il favore del 48% degli intervistati, con una maggioranza dell’utenza maschile (53,2%) rispetto a quella femminile (43,1%). L’accesso alla TV, ai videogiochi, a internet e ai social network renderebbe il viaggio più emozionante. Anche la richiesta di una connessione internet a banda larga è in aumento rispetto al 2013/2014, di circa due punti percentuali e mezzo: complessivamente, il 51,3% degli intervistati ha espresso questo desiderio. È sorprendente che questa esigenza sia percepita determinante soprattutto dalla fascia di età dei 30-49 anni, piuttosto che dal gruppo più giovane dai 18 a 29 anni. A tal proposito, ci sono comunque buone premesse: con ogni probabilità non occorrerà attendere a lungo l’integrazione di questa funzionalità, specie considerando che tuttora esistono auto Confronto fra paesi: apertura verso le nuove funzioni 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % Totale 25,4 35,5 60,9 % Spagna 52,4 % Italia 50,7 % Francia 40,5 % Belgio 25,9 39,0 % Austria 27,4 39,0 % Germania 36,7 % Paesi Bassi 20,1 32,3 15,7 12,2 13,1 11,6 9,9 Stime basate sulle risposte 35,0 28,3 26,8 « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » « Identificare preventivamente i pericoli, evitare il traffico e navigare in internet ad alta velocità: sono molte le funzioni dell‘auto del futuro che nei prossimi 25 anni potrebbero diventare realtà. Anche per i sistemi di intrattenimento è atteso un significativo sviluppo, sebbene resti ancora aperta la questione se la tecnologia futura sarà direttamente integrata all‘interno dell‘auto o attraverso l‘ausilio di smartphone e ulteriori dispositivi mobili. Ad ogni modo, gli accessori tecnologici dovranno essere aggiornati per offrire funzionalità più rapide ed efficaci di quelle odierne. » Michael Gebhardt 15 A sostenerlo sono soprattutto Spagna, Italia e Francia, con indici di gradimento che spaziano dal 50 al 60%, contro una più risicata percentuale del 40% riscontrata in Belgio, Austria, Germania e Olanda. Soprattutto in quest’ultimo caso, il dato si rivela piuttosto sorprendente, a fronte del fatto che gli olandesi riservano generalmente una grande attenzione alla tecnologia e utilizzano quotidianamente gadget high-tech. Ci si aspetta che l’avviso provenga dalla stessa direzione in cui è stato riscontrato il rischio, in modo tale che il guidatore possa individuare ed evitare la minaccia in maniera reattiva. Molti desiderano, inoltre, che la propria auto offra informazioni sui consumi, sulle prestazioni in fase di accelerazione o sugli interventi di frenata, così da perfezionare, di conseguenza, il proprio stile di guida. Questi dispositivi conoscono oggi un momento di ascesa, soprattutto nel campo delle auto elettriche, quasi sempre equipaggiate da misuratore dei consumi e relativi sistemi di analisi. Sistemi di controllo più semplici Quali comandi di guida supporteranno il cond cente nei prossimi 15 anni? Circa i tre quarti degli intervistati (73,7%) desiderano un display minimalista, che mostri solo le informazioni essenziali; forse in risposta al fatto che molte auto odierne restituiscono innumerevoli avvisi e messaggi. Il 65,7% degli intervistati – con una prevalenza dell’utenza maschile – desidera, inoltre, che le informazioni vengano comodamente proiettate sul parabrezza: una tecnica già nota come head-up display. Il 68,8% degli europei preferirebbe che tutte le funzioni fossero accessibili tramite un unico pannello. Un’esigenza che i produttori stanno già prendendo in considerazione, sostituendo, alle innumerevoli manopole e interruttori, più pratici schermi touch-screen e sistemi di riconoscimento vocale o visivo. Un esempio perfettamente riuscito è quello dell’americana Tesla Model S, dotata di un ampio display multifunzione nella consolle centrale. Il 68,6% degli europei si dice, inoltre, interessato a un sistema di rilevazioni 3D, che informi il conducente tramite segnale acustico in caso di pericolo. Le funzioni richieste all‘auto del futuro 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % Totale 31,3 42,4 Visualizzazione limitata alle informazioni essenziali 28,6 40,2 68,8 % Gestione attraverso un unico pannello di controllo 28,7 39,9 68,6 % Sistema 3D per il riconoscimento dei pericoli 41,0 68,0 % Informazioni sullo stile di guida 65,7 % Informazioni proiettate sul parabrezza 58,3 % Gestione di un profilo utente 27,0 28,2 24,5 Stime basate sulle risposte 16 73,7 % 37,5 33,8 « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » © Robert Bosch GmbH Meno richiesta, ma tuttavia apprezzata dal 58,3% degli intervistati è la possibilità di gestire un proprio profilo utente, dove registrare dati personali come l’altezza dello schienale, le impostazioni standard per l’aria condizionata o le stazioni radio preferite, memorizzando tali dati su un dispositivo mobile e potendo così esportarli su qualsiasi auto. Anche in questo caso, non occorrerà attendere a lungo: sono molti i produttori che stanno attualmente sviluppando adeguati sistemi di configurazione di questo genere. © Continental AG « Una cosa è chiara: gli europei sono pronti a sacrificare i numerosi interruttori e pulsanti, in favore di un pannello di controllo semplificato. Soprattutto, vogliono una soluzione senza troppi fronzoli, che riporti soltanto le informazioni essenziali, idealmente tramite un display headup. A tal proposito, Saab si è già mostrata lungimirante da decenni con il suo Black Panel che, con un solo pulsante, permetteva di oscurare tutti gli strumenti e gli avvisi, escluso il tachimetro. » Michael Gebhardt 17 5 Sistemi di alimentazione alternativi © Volkswagen AG Mentre i motori a combustione interna, alimentati a benzina o diesel, continuano a perdere terreno, è difficile immaginarne un futuro sulle prossime auto. Su questo punto, sono d‘accordo quasi tutti gli intervistati: solo il 6,3% crede che questi due carburanti domineranno il mercato nei prossimi 25 anni. Un discorso analogo vale anche per i cosiddetti biocarburanti, come GPL e gas naturale compresso, con una quota limitata al 10,7%. Sistemi di alimentazione dei prossimi 25 anni 0 10 20 30 40 50 60 % 26,7 % Motore elettrico 24,0 % Auto ibride 18,2 % Non sa rispondere 14,1 % Sistema a idrogeno 7,8 % Biocarburanti 6,3 % Benzina, Diesell 1,6 % Gas di petrolio liquido (GPL) 1,3 % Gas naturale compresso (GNC) Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » A guadagnarsi maggiori favori, anche a fronte dell’esauribilità dei combustibili fossili, sono le auto elettriche e quelle ibride, votate rispettivamente dal 26,7% e dal 24% del totale. Con il 14,1% prende piede anche il nuovo sistema delle celle a combustibile con alimentazione a idrogeno. Tuttavia, vi è da segnalare un importante percentuale del 18,2% che si dice incerta, quasi a testimoniare l’inevitabile imprevedibilità circa il prossimo sviluppo tecnologico. 18 coprire l’80% degli spostamenti giornalieri. È ancora più interessante notare come il limite dei 50 km sia oggi quasi inaccettabile, mentre nel 2012 è stato ritenuto sufficiente dall’1,3% degli intervistati. Alla ricerca di una maggiore autonomia Se l’auto elettrica sembra guadagnarsi il prossimo scenario, sono enormi i progressi da compiere per soddisfare le esigenze attuali dell’utenza. Oltre il 70% degli intervistati ha dichiarato di aspettarsi che l’auto futura possieda un’autonomia di almeno 500 km; fra questi, quasi la metà (34,8%) vorrebbe poter guidare la propria auto per 800 km o più. Mentre il 19,6% degli intervistati ritiene che una batteria della durata di 250 km sarebbe sufficiente, il 5,7% si accontenterebbe di un’autonomia pari a 100 km e un gruppo ancor meno pretenzioso (0,9%) riterrebbe accettabile una durata di 50 km. Il 3,6% degli europei dichiara, infine, di non essere interessato a questo sistema di alimentazione alternativa. L’analisi specifica per paese mostra che sono soprattutto gli spagnoli a ritenere che sia quella elettrica l’auto del futuro; inoltre, più di un terzo (37,4%) pensa che, nel 2040, questo tipo di alimentazione soppianterà i sistemi più datati. Ciò è sorprendente, specie considerando che la Spagna è fra le nazioni in cui si registrano tragitti quotidiani più lunghi. Decisamente più basso il consenso dei francesi, dove l’auto elettrica è scelta soltanto dal 18,5%; qui, tuttavia, la soluzione ibrida si guadagna il primo posto. Che i sistemi a celle a combustibile possano dominare le strade dei prossimi 25 anni lo sostengono soprattutto gli olandesi (20,8%), mentre, in Francia, questo scenario è probabile solo per il 7% degli intervistati. In Germania, la tecnologia a idrogeno (16,6%) si contende la scena con la mobilità elettrica (25,7%). Confrontando i dati attuali con quelli raccolti nel 2012, è evidente un aumento delle aspettative, così che il divario fra le ambiziose prestazioni e la realtà appare ancor più incolmabile. Allora, il 6,6% riteneva sufficiente un’autonomia di 100 km – una distanza che, secondo le statistiche, potrebbe Argomentazioni relative ai sistemi di alimentazione alternativi 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % Totale 49,5 51,2 49,5 44,1 30,9 Stime basate sulle risposte 34,8 84,3 % Costi di mobilità 32,8 84,0 % Tutela ambientale 34,2 83,7 % Salute e sicurezza 81,3 % Comfort / Divertimento di guida 71,4 % Nessuna dipendenza economica dai carburanti tradizionali 37,2 40,5 « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » « Come alternativa ai motori a combustione interna, sono i propulsori elettrici e quelli ibridi ad essere citati più di frequente. Così, in risposta alle aspettative emerse, alle case automobilistiche sarà richiesto un duro lavoro di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda la durata delle singole batterie. I prototipi attualmente disponibili in commercio, sebbene soddisfino le esigenze della maggior parte del traffico giornaliero, non appaiano abbastanza appetibili ai potenziali acquirenti. In questo caso, l‘industria automobilistica, i media e le istituzioni pubbliche si trovano ad affrontare una vera e propria opera educativa, per aumentare la consapevolezza su questa nuova tecnologia di motore. » Michael Gebhardt 19 Una mobilità a prezzi accessibili Secondo gli europei, è soprattutto l’alto costo di carburante il principale motivo per cui i motori a combustione interna avranno poco futuro. La diminuzione delle riserve di petrolio, d’altra parte, porterà a un inevitabile aumento del prezzo della benzina e del gasolio. L’84,3% degli intervistati ritiene i sistemi di propulsione alternativi come una soluzione dall’ottimo rapporto costo-efficienza, già accessibile per la mobilità dei prossimi 25 anni. Fra le argomentazioni a supporto delle auto elettriche, più dell’80% chiama in causa anche la salute, la tutela ambientale e climatica. Un’ulteriore motivazione, particolarmente cara agli europei, sta poi nella conquista dell’indipendenza economica dai fornitori di petrolio e gas. L’81,3% degli intervistati crede inoltre che i motori alternativi garantiscano un maggior comfort e il massimo piacere di guida. Sono soprattutto gli spagnoli e gli italiani – con una quota del 77,9% e del 76,5% – a sottolineare questo aspetto; in Olanda, solo il 59,2% è dello stesso parere. © Continental AG Quale autonomia minima dovrebbe garantire un‘auto elettrica affinché risulti appetibile? 0 10 20 30 40 50 60 % 3,6 % Non ho mai valutato l‘acquisto di un‘auto a propulsione alternativa 19,5 % Oltre 800 km 15,3 % 800 km 35,5 % 500 km 19,6 % 250 km 5,7 % 100 km 0,9 % 50 km Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » 20 « È soprattutto la prospettiva di un aumento dei costi del carburante a spianare la strada ai sistemi di propulsione alternativi. Molti europei temono che i prezzi di diesel e benzina continueranno a salire, pertanto il passaggio a veicoli ibridi e elettrici appare una soluzione piuttosto conveniente. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che anche il fabbisogno energetico ha il suo prezzo, e le stesse auto elettriche sono più costose di quelle tradizionali. Inoltre, occorre considerare la spesa per lo sviluppo delle infrastrutture (stazioni di ricarica, stazioni di rifornimento di idrogeno, ecc), e, ultimo ma non per importanza, il vincolo a nuovi fornitori di materie prime: anche il litio per le batterie ha provenienza extra-europea! » Michael Gebhardt 6 Pilota automatico © BMW AG Un‘auto che trasporta i passeggeri senza un vero posto guida, munita solo del freno a mano e dell‘acceleratore, riassume l‘arte della guida automatica. Prototipi opportunamente attrezzati sono attualmente in fase di sperimentazione; entrano in funzione dopo che è stata inserita la destinazione voluta e sono in grado di accelerare, frenare, lampeggiare, sterzare, effettuare cambi di corsia e fare tutto così bene da muoversi, senza incidenti, nel flusso del traffico, come si può osservare nella Silicon Valley. Non potevano che essere Mercedes-Benz e Google Maps a dimostrare che ciò è possibile. Tuttavia, i risultati positivi sembrano non impressionare più di tanto gli automobilisti europei. L‘idea di cedere il controllo ad un insieme di sistemi tecnologici di assistenza, telecamere e sensori, viene accettato solo da un quinto degli intervistati (20,8%). Di questi, poco più della metà si dichiara a favore del pilota automatico a prescindere, mentre il 9,9% sarebbe disposto a passare alla nuova tecnologia in cambio di vantaggi economici, quale, ad esempio, una riduzione del costo dell‘assicurazione. In Italia, la percentuale degli intervistati disposti ad accettare la guida autonoma, subordinata ad una riduzione dei costi, è del 14,9%. In Austria, l‘incentivo finanziario convince soltanto il 7,2% degli automobilisti e anche nei restanti paesi ilconsenso rimane confinato in percentuali ad una sola cifra. Uso del pilota automatico: 11,0 % Si, a prescindere 45,1 % Voglio avere la libertà di scegliere 9,9 % Si, se è più conveniente 17,4 % No, non mi fido della tecnologia 16,7 % No, voglio guidare da solo 21 Tuttavia, in Austria (50,9%), in Germania (51,3%) e in Spagna (56%) più della metà degli intervistati si dichiara disposta ad installare almeno una volta il pilota automatico; negli altri quattro paesi, invece, la valutazione di approvazione varia dal 36% della Francia al 44% dei Paesi Bassi. La media europea è risultata pari al 45,1%, significativamente superiore al sondaggio del 2011/2012: in quell‘occasione, nemmeno un terzo degli intervistati si era dichiarato a favore dell‘opzione. Il rifiuto della guida automatica è all‘incirca pari fra quanti diffidano della tecnologia (17,4%) e chi preferisce guidare da sé (16,7%). Nel 2011, questo aspetto influiva ancora sul 23,7% degli intervistati, quale motivo preponderante per rifiutare la guida automatica. In linea di massima, si può affermare che gli uomini presentano una più lieve apertura sull‘argomento, mentre fra le donne permane una diffidenza più marcata. Il fattore decisivo sono le remore circa la nuova tecnologia, mentre la paura di perdere il piacere della guida riguarda solo 15 donne su 100 (per gli uomini, la percentuale sale al 18,4%). In Francia, la causa principale del rifiuto è la sfiducia; per italiani e olandesi, invece, prevale la gioia di voler guidare in autonomia. In tutta Europa, i partecipanti più giovani e più anziani del sondaggio hanno concordato (rispettivamente col 38,2% e il 38,5%) nel bocciare la tecnologia della guida automatica. Nel sondaggio precedente, le variazioni fra il campione più giovane e quello più anziano, oscillavano fra i 5 e i 7 punti percentuali. A influenzare il verdetto, concorrono anche le dimensioni del luogo di residenza: il 22,9% delle persone che vivono nelle città con più di 100.000 abitanti si sono dichiarati potenziali utenti della propulsione mobile automatica. Nelle cittadine inferiori a 5.000 abitanti, invece, si è riscontrata una maggiore resistenza; allo stesso tempo, vi è anche una sfiducia sproporzionata rispetto alla media (22,7%) e un numero di indecisi particolarmente elevato (23,1%). Analisi delle risposte 0 10 20 30 40 50% Nessun produttore si dedicherà alla distribuzione su larga scala di veicoli completamente autonomi: 16,9 % 18 –29 anni 19,0 % 30 –39 anni 23,2 % 27,1 % 30,8 % 40 –49 anni 50 –59 anni 60 –65 anni L’industria automobilistica più che il settore IT (Google, Intel, etc.): 29,1 % 25,7 % 16,0 % 18 –29 anni 30 –39 anni 40 –49 anni 12,3 % 50 –59 anni 9,8 % 60 –65 anni « Nel campo del settore automobilistico, il pilota automatico risolverebbe molti dei problemi che attualmente rendono la guida una tortura. Nonostante la sua positività, però, il fenomeno non ha ancora preso corpo. All‘idea che la propria auto diventi un taxi senza conducente, infatti, attualmente solo una minoranza è disposta ad abituarsi. Grande favore, invece, riscontrerebbe quella tecnica che potrebbe permettere al conducente di scegliere quando guidare in prima persona e quando passare al pilota automatico. Tuttavia, quantunque oggi le auto siano tutte guidate individualmente, il futuro si prospetta ben diverso. Nel giro di 25 anni, arriveremo a viaggiare in jet compatti, in capsule piene di gente sparate in un tubo pneumatico da città a città? » 22 Michael Gebhardt Di tutti gli intervistati, quelli laureati si dichiarano a favore della guida automatica per circa un quarto; degli utenti di Internet, quasi un terzo. Questi gruppi, descritti generalmente come aperti alle innovazioni, affermano anche di aver meno desiderio di guidare da soli. Esaminando, poi, le risposte in relazione al reddito, è da notare che un bilancio familiare medio-basso porta ad un maggiore rifiuto della guida automatica (37,5%), mentre la maggior parte dei suoi sostenitori (24,2%) si trovano nella fascia di reddito più alta. secondo italiani e spagnoli (rispettivamente 24,4% e 24,7%). Ancora più ottimismo si riflette sulla fiducia in un prossimo sviluppo tecnologico. Che una casa automobilistica riesca a produrre, entro i prossimi 25 anni, i veicoli in questione ne dubita ormai solo il 22,5% di tutti gli intervistati. In Austria e in Germania, la percentuale arriva a un picco di circa il 30%. In Spagna e in Italia, invece, solo per il 15,3% e il 14,9% l’ipotesi non è realistica. Industria automobilistica in avanti del settore IT Il settore IT dell’automobile consentirà all’industria automobilistica di sviluppare la nuova tecnologia della guida automatica, in modo rapido e affidabile, per chiunque nel giro di 25 anni: così pensa il 53,5% degli europei. Maggiore è il consenso fra gli intervistati con un reddito superiore ai 3.000 euro al mese. Il settore IT, che persegue gli stessi piani, è significativamente meno conosciuto (19,6%) e risulta più probabile rispetto alla media Chi ti ispira maggiore fiducia per la produzione del pilota automatico? 0 10 20 30 40 50 60 % 53,5 % Industria automobilistica 22,5 % Qualsiasi azienda specializzata 19,6 % Settore IT 4,4 % Un altro settore industriale Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » © Rinspeed « Che si tratti dell‘industria automobilistica o del settore IT - tutti coloro che esplorano le possibilità di guida automatica si scontrano con la diffidenza del cliente e con evidenti ostacoli legali. Per accettare l‘idea che l‘autista possa voltare le spalle alla strada e conversare coi passeggeri, mentre la vettura procede da una destinazione all‘altra, probabilmente dovrà passare più di un quarto di secolo. Per il momento, non bisogna pensare a questo: è già un passo avanti che le norme internazionali permettano all‘autista di togliere le mani dal volante e i piedi dai pedali, sebbene solo a condizione che in ogni momento sia pronto a intervenire, qualora la tecnica dovesse sfuggire di mano. » Michael Gebhardt 23 7 Costi di mobilità © Honda Le forme alternative di mobilità soppianteranno presto i sistemi di alimentazione tradizionale, secondo la maggior parte degli intervistati. Tuttavia, occorre considerare un‘ulteriore questione, legata allo sviluppo di infrastrutture adeguate: per il loro funzionamento, le auto elettriche necessitano di stazioni di ricarica, così come i sistemi a celle a combustibile richiedono la presenza di stazioni di rifornimento di idrogeno. L‘installazione di impianti adeguati prevede pertanto un significativo investimento. Abbiamo quindi chiesto agli intervistati chi, a loro parere, dovrebbe sostenere tali costi. Qualcuno deve pagare Su questo tema gli europei sono lontani dall’essere concordi, sebbene una maggioranza di poco superiore al 36% ritiene che l’adeguamento delle strutture sia responsabilità dello Stato e vada quindi finanziato con i soldi dei contribuenti. Lo scorso anno, questa opzione era considerata accettabile dal 34,8% degli intervistati. Tuttavia, nelle diverse nazioni si riscontrano marcate differenze: mentre in Italia (41%) e in Germania (37,4%), questo modello di finanziamento trova un buon favore, in Belgio e in Francia la percentuale si riduce al 25,9% e al 21,5%. Ad approvare tale sistema sono poi soprattutto i residenti dei grandi centri urbani, con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti (37,3%). Il 21,6% ritiene, invece, che i costi di sviluppo delle infrastrutture debbano essere coperti da chi utilizza i nuovi sistemi di mobilità. Una percentuale di poco inferiore (19,2%), più o meno stabile rispetto allo scorso anno, sostiene il contrario: a pagare deve essere chi rifiuta le energie alternative, restando ancorato a fonti non sostenibili come diesel o benzina. 24 Altrettanto elevata (21,1%) è la percentuale di coloro che pensano che lo sviluppo di adeguate infrastrutture sia a carico delle imprese operanti nel settore energetico e dei produttori di auto a propulsione alternativa. Tutto sommato, le forme alternative di mobilità stanno guadagnandosi un favore crescente. Rispetto allo scorso anno, la percentuale di coloro che rifiutavano categoricamente i sistemi di alimentazione alternativa è calata dal 7,1% al 4,6%. Ciò che colpisce, però, è che a essere diffidenti sono soprattutto le donne (6,2%) rispetto all’utenza maschile (2,9%). Un tasso ancora più elevato lo si riscontra fra i non guidatori (9,2%) e, non a caso, fra chi si definisce nemico del progresso tecnologico (14.1%). Chi è responsabile dei costi infrastrutturali per le nuove forme di mobilità? 0 10 20 30 40 50 % 33,6 % Contribuenti/Società 21,6 % L‘utenza di fonti energetiche alternative 21,1 % I produttori e i fornitori di energia 19,2 % L‘utenza che rifiuta le fonti energetiche alternative 4,6 % Nessuno, considero inutili i sistemi di propulsione alternativa Stime basate sulle risposte « Pienamente d‘accordo » e « Abbastanza d‘accordo » © Audi AG Contributo tramite tassazione urbana 45,0 % No, gli automobilisti hanno già abbastanza imposte da pagare 2,6 % Si, perché le città dispongono di risorse economiche limitate 12,9 % Si, voglio contribuire alla riduzione del traffico 26,4 % Si, se il denaro è investito nei trasporti pubblici 13,1% No, voglio contribuire alla riduzione del traffico « Chi dovrebbe pagare? Su questa domanda le opinioni si dividono. In Europa, un terzo degli intervistati immagina che il costo per lo sviluppo delle infrastrutture sia responsabilità di tutti i cittadini e richieda quindi un‘adeguata tassazione. Ma anche l‘idea che sia lo stesso costruttore a farsene carico incontra parecchi consensi. Quest‘ultima alternativa è, tuttavia, assai improbabile. „ Michael Gebhardt 25 Riserve sulla tassazione urbana Un quadro chiaro emerge quando agli intervistati viene chiesto di esprimere il proprio parere sulla tassazione della congestione del traffico, un progetto già attivo in alcune città come Londra o Milano allo scopo di ridurre gli ingorghi e l’inquinamento nei centri urbani. Transitare nella capitale inglese, ad esempio, costa 15 euro al giorno. Sull’eventualità di pagare un pedaggio, una netta maggioranza degli europei (58,1%) si dice contraria. Uno sguardo più attento rivela che il 45% degli automobilisti ritiene di pagare già abbastanza tasse e il 13,1% rifiuta tale imposta per principio. Non sorprende che, a mostrarsi favorevoli alla tassazione, siano soprattutto i residenti delle città con oltre 100.000 abitanti (47,7%); la percentuale cala significativamente fra chi vive, invece, nelle zone rurali e in centri urbani con meno di 5.000 abitanti (36,4%). È interessante notare come il livello di istruzione incida sulla decisione: mentre quasi il 50% dei laureati si mostra concorde, solo il 31% di chi ha completato una formazione scolastica base si dice favorevole alla tassa anti-congestione. Le differenze di reddito, tuttavia, non sembrano influenzare la scelta. Il 40% degli intervistati non muove obiezioni riguardo la tassa anticongestione. Tuttavia, circa i due terzi (26,4%) si dicono concordi a patto che le entrate vengano reinvestite nei trasporti pubblici. Il 12,9% si dice disposto a pagare un pedaggio, se questo può essere effettivamente utile a contenere il traffico. « La tassa anti-congestione resta un mezzo controverso per la lotta agli ingorghi stradali e alle emissioni inquinanti. Tale imposta, comunque, trova ragione d‘essere solo se applicata in maniera capillare. A Londra, per esempio, sono circa due terzi coloro che pagano il pedaggio previsto per entrare nella Congestion Charge Zone, il resto risulta esente grazie a speciali normative. D‘altra parte, l‘adozione di un‘imposta potrebbe servire da incentivo per il passaggio a fonti di propulsione alternativa. » © « London Congestion Charge » by Mariordo (Mario Roberto Durán Ortiz) (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons. org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons 26 Michael Gebhardt © Rafael Neddermeyer/SP-X Accettazione della tassa anti-congestione 0 10 20 30 40 50 Dimensioni del comune (popolazione): oltre 100.000 abitanti 0 10 20 30 40 50% Livello di istruzione: 47,7 % Laurea 49,7 % tra i 20.000 e i 99.000 abitanti 40,9 % Diploma di scuola superiore tra i 5.000 e i 19.999 abitanti Diplomati di scuola secondaria 32,7 % Meno di 4.999 abitanti 40,2 % 36,4 % Licenza elementare Senza istruzione 42,3 % 31,0 % 28,0 % 27 8 Sommario e prospettive © Rinspeed Per gli europei, l‘auto resta un elemento irrinunciabile del proprio stile di vita. Questo a conferma degli studi precedenti già condotti da AutoScout24, che hanno già identificato la mobilità come un diritto fondamentale. La proprietà del mezzo, tuttavia, non è più così importante. Sono soprattutto gli abitanti delle grandi città e coloro che vantano un reddito superiore alla media a mostrarsi disposti a riorganizzare la propria mobilità individuale, in modo diverso rispetto alle generazioni precedenti. L‘auto rappresenta tuttora un punto di riferimento centrale per gli spostamenti ma, rispetto al passato, non ha più carattere esclusivo: dal noleggio ai mezzi pubblici, sono molte le alternative a cui oggi è possibile fare affidamento. Il quadro che emerge è chiaro: sebbene resti ancora molta strada da percorrere in termini di progressi tecnologici, lo scenario atteso per il 2040 è soprattutto quello di una mobilità sostenibile. Lo studio di quest’anno mostra, in primo luogo, una maggiore apertura degli automobilisti nei confronti del cambiamento, sebbene non sia semplice stravolgere le proprie abitudini. Gli intervistati si aspettano, inoltre, un nuovo approccio di vendita, incentrato sull’uso di internet e sull’adozione di offerte interattive, al fine di semplificare il processo di personalizzazione della propria auto. 28 Impatto della mobilità sulla qualità di vita nei prossimi 25 anni 10,9 % Tendenzialmente negativo 89,1 % Leggermente positivo Ancora una volta, si assiste alla riconferma che i conducenti più anziani non sono necessariamente sprezzanti delle nuove tecnologie. Lo scetticismo del gruppo senior si presenta più in risposta ai tempi di attuazione – forse perché memori di innovazioni promesse e mai portate a termine o giunte estremamente in ritardo. Fra queste, figura ad esempio la questione delle auto elettriche – il cui sviluppo, già annunciato a partire dal 1990, non è stato promosso se non da un’esigua nicchia di mercato. Per la metà degli intervistati, appare chiaro che il futuro dell’auto sarà orientato verso l’adozione di energie alternative, sotto forma sia di auto elettriche pure, sia di veicoli ibridi o con tecnologia a celle a combustibile. Tuttavia, si ricerca un’autonomia significativamente più lunga rispetto a quella offerta dalle auto elettriche odierne – con ogni probabilità difficilmente raggiungibile. Per questo, occorre sensibilizzare i guidatori con un lavoro educativo: a molti non è ancora chiaro che le auto elettriche sono già in grado di soddisfare la maggior parte delle esigenze, coprendo gran parte dei percorsi quotidiani. © Rinspeed Uno sguardo fiducioso La buona notizia è che l’89,1% degli europei guarda positivamente al futuro e ritiene che, nei prossimi 25 anni, l’auto contribuirà a una migliore qualità di vita - grazie ai progressi in termini di impatto ambientale, costi, flessibilità e sicurezza. Sebbene si registri un calo di 0,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente, non viene meno un clima di ottimismo diffuso. Solo il 10,9% degli intervistati si aspetta un andamento negativo compresi coloro che si definiscono nemici della tecnologia: il 22,7% di questo gruppo teme che le auto di domani possano rendersi responsabili di un peggioramento della loro qualità di vita, come ad esempio centri urbani congestionati e costi più elevati. 29 9 Metodologia di indagine © AutoScout24 Per questo studio, la società di ricerche di mercato GFK ha intervistato 8.811 europei di età compresa fra i 18 e i 65 anni, residenti in Belgio, Germania, Francia, Italia, Olanda, Austria e Spagna. Questi paesi rappresentano oltre i due terzi delle nuove immatricolazioni nell‘UE su base annua. Il sondaggio è stato condotto quattro volte, al fine di garantire un risultato rigoroso e realmente rappresentativo. Nell’autunno del 2014, per ogni paese, circa 1001 - 1456 partecipanti di ambo i sessi hanno risposto a 13 blocchi di domande riguardanti le « Auto del futuro ». Le risposte degli intervistati sono state valutate in funzione della popolazione di ognuno dei sette paesi partecipanti, così da rappresentare il volume del mercato automobilistico di ogni singola nazione. Lo studio raccoglie le richieste e i requisiti attesi dalla popolazione odierna per l’auto e la mobilità di domani. Le dichiarazioni non sono differenziate solo per paese, ma anche secondo criteri quali sesso, età, dimensione demografica del luogo di residenza, presenza di bambini in famiglia al di sotto dei 15 anni, livello di istruzione e reddito netto mensile. I ricercatori GFK hanno condotto l’indagine mediante il metodo CAWI (Computer-Assisted Web Interview). La scelta di ripetere la medesima procedura e di coinvolgere lo stesso campione partecipante agli studi precedenti permette di identificare con maggior precisione tendenze e sviluppi. 30 Per esprimere il diverso grado di approvazione o replica, la maggior parte delle domande prevedeva opzioni di risposta graduate su una scala da 1 a 5 punti. Nei casi in cui le risposte non oscillavano tra i poli « Pienamente d’accordo » e « Completamente in disaccordo », gli intervistati hanno potuto scegliere una risposta fra le alternative proposte. 31 AutoScout24 Italia srl Via Battaglia, 71/C 35020 Albignasego (PD) [email protected] www.autoscout24.it
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domani possa offrire mobilità a basso costo...
Rapporto 2005
Raymond Aron, commentando Weber, scrive: «L’azione scientifica è, dunque, una combinazione di
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