ORGOGLIO ITALIANO - Coral Electronic
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ORGOGLIO ITALIANO - Coral Electronic
54 FDS 227 ▼ Il Regno degli Ascolti DIFFUSORI DA PAVIMENTO INDIANA LINE DIVA 665 di Alberto Guerrini ORGOGLIO ITALIANO Ho scritto per ben due volte dei prodotti di questo prolifico quanto longevo marchio italiano e per ben due volte ho tenuto a sottolineare l’obiettivo di proporre diffusori che non superassero i mille Euro di spesa per la coppia. Questa è la prima volta, per il brand di origine Torinese, in cui si è superata la soglia psicologica delle tre cifre per il prezzo! N iente di fantascientifico ovviamente, nulla che faccia nemmeno realmente gridare allo scandalo, eppure questo dimostra un grande coraggio e probabilmente una grande scommessa, basata sulla grande fiducia riposta nelle abilità del proprio entourage progettuale e nella solidità della propria posizione di mercato! Addentrarsi nelle più che turbolente acque del mercato posto sopra l’entry level è tutt’altro che un esperimento sicuro, la concorrenza è evidentemente agguerritissima e soprattutto ha dimostrato di poter proporre oggetti talmente ben suonanti e un’applicazione sempre più frequente (anche se in formato ridotto) di soluzioni veramente innovative e inusuali per la fascia di prezzo, da far tremare le gambe solo a pensarci. Ciò premesso diciamo che comunque cercare di sbloccare un nuovo ambito di mercato, è ragionevole e a dir poco inevitabile per una altrimenti stagnante situazione di target economico, dovuta anche alla congiuntura tutt’altro che favorevole! Indiana Line ha dimostrato, con il costante successo dei propri prodotti, di aver sempre azzeccato le proprie mosse forte anche di una posizione radicatissima del suo “core business”. Dove non teme confronti in quanto a catalogo. La strategia è chiara per queste full tower, si è puntato su una finitura di pregio che utilizza una laccatura “high gloss” e dei fianchi in vero palissandro, mutuati dalla galassia degli strumenti musicali, oltre ad una realizzazione raffinata ed intelligente dell’interno del mobile. L’oggetto “out of the box” appare effettivamente ben realizzato e pensato. L’ASCOLTO L’ascolto stato effettuato inserendo la coppia di Indiana Line Diva 665 nella mia catena di ascolto così composta: sorgente digitale per musica liquida: Mac Mini, convertitore D/A USB 24/96, Emm Labs DAC2X, cablaggio USB Audioquest Chocolate Dbs 7, cavi RCA e alimentazione Emm Labs, Nordost Valhalla; diffusori: Martin Logan SL3, Lumen White Silver Flame; sorgenti digitali: CD Teac VRDS-10 modificato a valvole Emmebi, lettore ibrido DVD-DVDA- INDIANA LINE DIVA 665 ▼ FDS 227 DESCRIZIONE 55 Queste Diva sono un progetto da pavimento a tre vie con doppio woofer in parallelo e tweeter posto inferiormente rispetto al midwoofer. Il carico è di tipo bass reflex con accordo anteriore, che le dovrebbero rendere quasi esenti dal posizionamento rispetto alla parete posteriore, ma che ahimè il condizionale ha reso bene l’idea del non esserlo affatto! Quanto meno non così terribilmente come quelle con accordo posteriore, mettiamola pure così. Rispetto al modello 655 è stato aumentato il volume complessivo del mobile (da 39 litri lordi circa a 53 lordi) e anche maggiorato il diametro dei woofer che passa da 14 a ben 18 centimetri di diametro. Il posizionamento del midwoofer sovrastante il tweeter è stato ottimizzato mettendo in contro fase i due driver. I tagli del crossover, particolarmente semplice come concezione, sono stati scelti rispettivamente a 300 Hz e 2800 kHz. Particolare attenzione è stata riservata al tweeter, che ha un supporto posteriore smorzante in materiale polimerico che lo interfaccia al mobile e di fatto assorbe da quest’ultimo le vibrazioni deleterie, senza permettere ad esse di comprometterne l’emissione. È comunque un cupola con camera di risonanza radiale e materiali smorzanti che agiscono anche sulla faccia interna del duomo e sulla parete piana anteriore dove esso insiste. Il magnete è al Neodimio. Il midwoofer ha un cono che, ad un primo sguardo, sembrerebbe realizzato in composito di Kevlar, complice anche l’ogiva rifasatrice; in realtà le fibre sono di polipropilene di spessore infinitesimo e in- trecciate in guisa di trama e ordito, mantenendo le ottime capacità assorbenti del materiale ma conferendo una certa rigidità maggiorata rispetto alla realizzazione tradizionale, il materiale è stato battezzato “Curv”. I woofer sono di tipo classico in polpa di cellulosa con diametro maggiorato, sono stati collegati in parallelo, con evidente giovamento per la sete di corrente nei confronti di un eventuale ampli. Il mobile è in un classico MDF, a sezione rettangolare, costante in altezza e profondità, con pareti laterali ulteriormente irrigidite da uno strato addizionale di vero palissandro, materiale ligneo ben conosciuto dai musicisti di ogni dove. L’interno è rinforzato da setti sia orizzontali che verticali, gli spessori sono buoni, il rivestimento di materiale fonoassorbente abbondante. Per tutti questi motivi il cabinet è piuttosto sordo rispetto alla sollecitazione di impatto. La camera del midwoofer è separata rispetto a quella che ospita i Woofer. L’accordo reflex è a doppia svasatura, sia anteriore che posteriore, per minimizzare le turbolenze. La finitura laccata “high gloss” rappresenta una preziosa miglioria al look generale, altrimenti un po’ troppo anonimo rispetto alla concorrenza. Il peso di oltre 19 kg è buono. La vaschetta posteriore ospita i binding post con serraggio a vite e configurazione biwire. La griglia anteriore parapolvere è quasi a tutt’altezza e si connette mediante inserti in metallo, voglio evidenziare questa scelta che risparmierà arrabbiature infinite a chi ama effettuare gli ascolti senza di esse, rimuovendole di conseguenza ripetutamente. ◾ SACD Labtek Aurora; sorgente analogica: giradischi Michell Gyrodec, braccio SME 309, testina Clearaudio Titanium MC, con cablaggio Audioquest Wel Signature; preamplificatore: Convergent Audio Technology Legend, con stadio phono MM, MC; due amplificatori finali a valvole: McIntosh MC275 in configurazione mono; cavi di potenza: Nordost SPM Reference; cavi di segnale tra pre e finali mono: Audioquest Horizon Dbs 72V; cavo di segnale tra CD VRDS-10 e pre: Nordost Spm Reference; cavi di segnale tra Labtek Aurora e pre: Audioquest Horizon Dbs 7; cavo di alimentazione pre: Nordost Valhalla; cavo di alimentazione Labtek Aurora: Nordost Brahma con terminazioni Furutech; cavi di alimentazione finali: Nordost Valhalla; cavo di alimentazione CD Vrds-10: Nordost Shiva. Sostanzioso e molto prolungato è stato il rodaggio per questi massicci diffusori a torre. Li ho sottoposti prima ad una settimana di utilizzo nel mio impianto home theatre di riferimento a sostituire le mie Chario Reference 200T come frontali, questo ha permesso rapidamente di scrollar loro di dosso i “cross linking” che in genere affliggono le sospensioni, poi li ho messi in loop per un’altra setti- 56 FDS 227 ▼ INDIANA LINE DIVA 665 Il cabinet delle Diva 665, con elegante finitura laccata lucida “High Gloss” e fianchetti in vero palissandro. Le griglie parapolvere quasi a tutta altezza, sono assicurate al baffle mediante inserti in metallo, finalmente una scelta semplice e felice! mana, ruotando i dischi utilizzati in maniera random. George Benson “Guitar Man” (Concord Jazz Records, High res file 24/96): già dai primi arpeggi del brano di apertura si nota quanto lo strumento semiacustico del grande chitarrista sia particolarmente congeniale alle Diva, il suono è molto vicino al riferimento in quanto ad impostazione timbrica. Nonostante il volume maggiorato la chitarra non appare particolarmente gonfia o troppo colorata. I transienti di attacco e rilascio sono molto ben valutabili in queste condizioni, appaiono buoni e discretamente pendenti nelle curve rappresentative. L’intervento dello strumento è delicato e particolarmente dolce. Non caratterizzato da un dettaglio “razor sharp” ma di certo piuttosto buono, sia al livello macro che micro. La tecnica impeccabile, che questo “virtuoso dal profilo basso”, come mi piace definirlo, è certamente verificabile nella rappresentazione fornita in sala d’ascolto. I brani si fanno più complessi e nel secondo, in particolare, appare una serie di strumenti di accompagnamento quali archi e fiati (nello specifico il flauto, il flauto alto ed il clarinetto), anch’essi particolarmente gradevoli e tenui, dal sapore ambrato ma solido dal punto di vista di corpi e presenza. Il flauto in particolare lo definirei soave per quanto sia buono, ottimamente descritto e suonato rispettivamente. La batteria scandisce il tempo con carattere e corpo, i piatti sono rapidi e setosi, abbastanza ben dettagliati e contrastati. I passaggi di Benson sono ben cesellati e con attacco piuttosto deciso. Il chiaroscuro che si crea è discreto e sostanzialmente privo di alternanze e incertezze di sorta. Il brano nel suo complesso è avvolgente e rende accogliente per godibilità la sala d’ascolto, ottima l’energizzazione di armoniche all’interno di essa. Diamo il benvenuto alla bellissima voce di Benson in “My Cherie Amour”, cover del celeberrimo singolo di Stevie Wonder, una vera sorpresa per la complessità che queste Diva sono riuscite egregiamente a dipanare. Le caratteristiche vocali sono tutt’altro che semplici, c’è una componente in campo alto con una leggera nota rauca in alcuni passaggi, questo è stato colto appieno, con una delica- 58 FDS 227 ▼ INDIANA LINE DIVA 665 Particolare del mid woofer (con membrana in “Curv” e ogiva rifasatrice), del tweeter (con magnete in neodimio, camera radiale e materiale smorzante posteriore) tezza notevole e un contrasto dinamico, frutto di un’azione accurata da parte del tweeter, che si amalgama chiaramente al meglio con l’unità mid da 140mm di diametro. Si è ottenuta di conseguenza una più che buona articolazione della gamma media, unita ad un’estrema pulizia e trasparenza. Le frasi pronunciate sono del tutto esenti da sibilanti e soffi anomali, il cantato è ben distinto e fruibile con estrema facilità. I passaggi attraverso lo spettro sono abbastanza fluidi senza apparenti buchi o inversioni di fase, specialmente nei punti critici degli incroci del crossover. Il pianoforte della traccia successiva è molto bello, ovviamente fa tutta la differenza del mondo il litraggio notevole ed il passaggio a diametri da 180mm dei woofer, a maggior ragione visto che sono in configurazione in parallelo. Il corpo vibrante è tutto lì, ma senza cancellare affatto le componenti in gamma media e medioalta, dando un insieme omogeneo e credibile. La trasparenza è buona e non si notano evidenti difetti in questo campo, nemmeno in presenza del basso elettrico che, in genere, quando vengono fatti sforzi progettuali per aumentare l’escursione verso il basso dei trasduttori, diventa invadente e sproporzionato. Non sembra succedere per nulla e anzi il “roll” procede agile e senza grandiose code o oscillazioni. La riproduzione di questa porzione di banda è agevole e non pare affaticare affatto l’amplificatore di turno per la prova. Nemmeno il piccolo push pull di EL34 Emmebi custom (che si aggira al limite inferiore della potenza suggerita), è stato in difficoltà, anzi se l’è cavata con un controllo da manuale. Nella traccia “Don’t Know Why” c’è un’introduzione con una conga veramente molto ben resa, appena un po’ piena, ma molto ben dettagliata e precisa. La star assoluta del pezzo è il triangolo che compare con una chiarezza e dettaglio notevoli, assieme ai campanelli tubolari. Definiti e quasi olografici, ce ne sono ben due distinti e perfettamente resi da questo tweeter che si dimostra ottimo e preciso e che ovviamente beneficia grandemente del disaccoppiamento rispetto al resto del cabinet. Nel brano in cui si intrecciano una chitarra acustica di 60 FDS 227 ▼ INDIANA LINE DIVA 665 Particolare dei due woofer (dal cono tradizionale in polpa di cellulosa) accompagnamento con la principale Ibanez di George, abbiamo un’ulteriore conferma di trasparenza e correttezza tonale. Entrambi gli strumenti sono di giuste dimensioni e, anche se intervengono contemporaneamente nel contesto del discorso sonoro, mantengono inalterate le proprie peculiarità a livello di liuteria. Chiarissime sono le vibrazioni pure delle corde in presa, in contrasto con la rotondità della cattura da parte dei pickup e della conseguente emissione dell’ampli. “My One And Only Love” è una canzone in cui la voce, è differentemente impostata da Benson: in stile anni ’50, con grandi vibrati e emissione di diaframma, tenuta volutamente profonda e nonostante ciò, le Diva tengono ancora botta e di nuovo danno il meglio di sé, riproducendo quelle nuance tipiche già sentite in precedenza. Accondiscendenti solo a mostrare che di forzatura da parte dell’artista trattasi e non subendone alcun decadimento di prestazione emissiva. Nemmeno nella traccia successiva “Paper Moon” lo strumento grave, in questo caso si tratta del contrabbasso, si impone alla scena, rimane cesellato nei dettagli, ancora una volta, dall’intervento preciso del tweeter e ne consegue una rappresentazione credibile e soprattutto godibile. Il pianoforte, stavolta impegnato su ottave più alte, è dinamico e ben preciso. Sono chiari i passaggi e sempre caratterizzati da una discreta agevolezza di riproduzione. “Since I Fell For You” è un’altra canzone che, oltre ad essere assolutamente bellissima, ci fornisce un’ulteriore sfaccettatura delle doti di cantante di Benson, stavolta pienamente centrata in gamma media, con escursioni in medioalta durante i pieni. Ha una grana seducente e molto ben arricchita di dettaglio e articolazione. I crescendo dinamici che impone l’artista, sono ben supportati da tutti i driver, che, sinergicamente, intervengono tradendo l’ottimo lavoro fatto sia a livello di filtraggio, che di scelta di materiali costruttivi e componenti elettromeccanici. Il brano finale ritmico di buon passo, ci dona un complessivo dove ritorna la considerazione sulla trasparenza di questi full tower. Buona è la distribuzione in ampiezza degli strumenti, con le percussioni leggere all’estrema INDIANA LINE DIVA 665 ▼ FDS 227 Particolare del cestello posteriore, che ospita i binding post di potenza con serraggio a vite in configurazione bi-wire 61 bile, persino quando hanno a che fare con il rock più pesante e selvaggio. Sono casse estremamente versatili in grado di ben figurare con la musica classica (prediligono orchestrale e grandi rappresentazioni), così come con il jazz ed il rock. Si interfacciano facilmente sia con i valvolari che con gli stato solido mantenendo sempre le proprie peculiarità poc’anzi descritte. La loro grande dinamica e la capacità di scendere in basso in maniera importante, ne fanno un competitor per questa categoria di prezzo da non sottovalutare! Caratteristiche tecniche Tower Diva 665 Tipologia di progetto: reflex a 3 vie con doppio woofer bass reflex; Numero di driver: 4; Tipologia dei driver: 1 x tweeter da 26 mm di diametro, a cupola; 1xmidwoofer da 140mm di diametro 2xwoofer da 2 x 180 mm di diametro; Numero di vie: 3 bass reflex con accordo anteriore; Risposta in frequenza: 35 Hz - 22 kHz; Sensibilità: 92 dB; Impedenza nominale: 8 Ohm; Impedenza minima: 4 Ohm; Potenza raccomandata: 30 - 170 W Terminali: Biwire, con serraggio a vite dorati; Taglio crossover: 300 Hz 2.8 kHz destra che sono comunque a fuoco, ed una profondità della scena piuttosto ben sviluppata. CONCLUSIONI Probabilmente a causa della inusuale configurazione con tweeter posto sotto al midwoofer e alla contro fase tra di essi, ho dovuto particolarmente accentuare il “toe in” dei diffusori ben oltre l’usuale, rispetto a quanto faccio di solito con le mie Chario Reference, che peraltro adottano il medesimo espediente tecnico. Tutto ciò al fine di ottenere una migliore focalizzazione ed un aumento della profondità complessiva della scena. Quando è necessario, forniscono un’emissione potente affiancata ad una tenuta indistorta notevole, sono facilmente in grado di raggiungere pressioni sonore elevate. Il timbro è gentile e ambrato, mai tagliente ma sempre garbato ed ama- Cabinet: MDF con rinforzi interni e fianchi a doppio materiale: massello di palissandro e MDF; Finiture disponibili: laccata nera high gloss fianchi in vera essenza di Palissandro; Dimensioni (LxPxA): mm187x300x950 Peso:19,8 Kg ciascuno; Prezzo (IVA inclusa): Euro 1.403 la coppia; Distributore: Coral Electronic srl Tel. 011 959 44 55 Web: www.indianaline.it.
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