La musica della vita - School for Dreamers

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La musica della vita - School for Dreamers
La MUSICA della VITA
Sei la canzone che tu stesso canti. La tua musica modella la tua esistenza e tutto ciò che vedi, tocchi e
senti. Esiste una massa umana che canta un canto di dolore e proietta un mondo sull’orlo del precipizio.
Ci sono individui che cantano un canto d’amore e di vittoria. L’immensità della loro musica modella i
destini e le società e influenza profondamente le radici dello spirito umano.
Brueghel Jan, il Vecchio: Il senso dell’udito
Sei pronto a condurre un esperimento decisamente interessante? Sei disponibile ad essere lo scienziato di
questo esperimento e al contempo la cavia? Perfetto! Allora scegli una delle tue giornate, una qualsiasi della
tua vita. Analizzala con attenzione. Esplorane i dettagli. Prendi nota delle parole che dici. Classificale.
Estrapola quelle che usi con maggior frequenza…Scannerizza i sentimenti che provi. Classificali. Estrapola
quelli più ricorrenti…Ora dai un’occhiata ai tuoi pensieri. Classificali. Estrapola quelli più persistenti, quelli più
ricorrenti. Proprio come una singola cellula, l’ unità più piccola della vita, contiene le informazioni biologiche
di tutto il tuo organismo, allo stesso modo, se la tua ricerca è sincera e intendi davvero conoscere te stesso,
ognuno dei tuoi giorni può raccontarti qualcosa di te. Quel piccolo segmento della tua esistenza è l’epitome,
la sintesi stessa della tua vita e conosce il tuo destino, sepolto sotto spessi strati di bugie. E’ come avere a
portata di mano l’Oracolo di Delfi, averlo a tua completa disposizione quando lo vuoi e se lo vuoi.
Siamo esseri monotoni
Molto probabilmente, tale ricerca ci farà capire che le nostre parole, i nostri pensieri e sentimenti sono
ricorrenti; ci limitiamo a ripeterli meccanicamente, giorno dopo giorno, in continuazione. Potremmo scoprire
che, nel complesso, siamo esseri piuttosto monotoni. Prova a estrapolare le sensazioni fisiche che provi in
una giornata. Se presti attenzione, ti renderai conto che non c’è nulla di nuovo in quello che provi. Inoltre
questa ricerca ci renderà consapevoli della nostra natura meccanica. Rimarremo senza fiato alla terribile
scoperta che la nostra “macchina” è già programmata per provare quelle sensazioni, quelle emozioni, per
formulare quei pensieri, per pronunciare quelle parole. Come uno strumento musicale che vibra ad una data
frequenza e può emettere solo quel suono, noi occupiamo solo una larghezza di banda molto limitata
rispetto all’infinità di possibili chiavi, vibrazioni e suoni.
Che canzone canti?
Ti renderai conto che ogni giorno canti la stessa canzone e che il mondo esterno, ciò che tu chiami “la
realtà”, non fa altro che ubbidire a quel ritmo, a quel suono, a quella vibrazione. La realtà di un uomo, la sua
abilità di fare e, quindi, di avere, il suo grado di felicità nonché il suo destino finanziario, corrispondono
perfettamente alla sua “velocità di vibrazione”. Il mondo è più o meno stretto, più o meno largo in base
all’ampiezza della nostra canzone. Chiedersi “Che canzone canti?” equivale a farsi domande sul proprio
destino. Quando sarai in grado di ascoltarla, di prestare attenzione alle note che emetti, ti renderai conto
della sua mono-tonia. Se ti renderai conto di questo, allora troverai in te la capacità di ampliare lo stretto
pentagramma in cui vivi. Come un pianoforte, che rispetto agli altri strumenti ha una tale ampiezza di ottave
da occupare due pentagrammi, così ci sono uomini che hanno una gamma espressiva superiore ad altri.
Esistono uomini che suonano musica la cui ampiezza si estende a tre, quattro, cinque pentagrammi…
perché il loro “sogno” è troppo grande per essere contenuto nella larghezza di banda limitata che invece è
sufficiente al resto dell’umanità. Due uomini conducono affari tra di loro per via della fusione dei ritmi, della
coerenza dei suoni…dell’armonia. E un’azienda ne rileva un’altra per l’ampiezza della sua musica; una
civiltà ne conquista un’altra e l’assorbe per l’immensità del suo canto, l’ampiezza delle ottave, la qualità dei
suoni, la ricchezza e potenza della sua musica.
E’ più facile muovere una montagna
Nota come sia difficile cambiare anche una singola parola del tuo vocabolario di tutti i giorni, un accento, una
frase abituale; oppure quanto sia impossibile modificare un atteggiamento, una reazione o spezzare la
routine, uscire dalla ripetitività meccanica di gesti o suoni. Immagina cosa potrebbe significare trasformare
un pensiero, cambiare un’emozione … Nota quanto ti sia impossibile recepire una nuova idea,
accettarla…tuffarti nell’invisibile, pensare a qualcosa di originale, sognare qualcosa di apparentemente
impossibile…suonare una singola nota al di fuori del pentagramma in cui sei stato portato a vivere. Ti
renderai conto che è più facile muovere una montagna.
Ogni sforzo intenzionale, persino il più piccolo, fatto per modificare un’azione ripetitiva, una reazione
meccanica o per spezzare un’abitudine, è una vittoria sulla monotonia, uno sgambetto alle abitudini ripetitive
e ricorrenti della nostra vita.
Ti renderai conto che l’invecchiamento, il processo di progressivo irrigidimento della tua vita, è iniziato tanto
tempo fa, e sebbene tu possa essere ancora giovane, presto non sarai più in grado di invertire tale
processo. Ricchi e barboni, politici e dipendenti, vincitori di premi Nobel e gente comune – tutti portano in
giro la propria canzone. Tutti sono rinchiusi in prigioni, auto create, di ruoli, sigillati in bolle di emozioni
negative, imbalsamati nelle proprie abitudini. La maggioranza dell’umanità ubbidisce a un programma
impostato dalla nascita, riconfermato durante l’infanzia da genitori che non sono in grado di fare altro che
trasmettere ai propri figli la canzone che, a loro volta, hanno ricevuto dai propri genitori e rafforzato a scuola,
all’università dove imparano una musica ipnotica insegnata da cattivi musicisti, insegnanti noiosi e profeti di
sventura. Attraverso i millenni, le tradizioni di saggezza hanno elaborato e trasmesso ogni tipo di “trucco” per
contrastare la rigidità e la ripetitività verso cui l’uomo tende inevitabilmente. La genuflessione verso la Mecca
cinque volte al giorno, il rituale del digiuno del Ramadan nel nono mese del calendario lunare islamico; in
realtà, gli attuali rituali di ogni tradizione religiosa potrebbero tutti essere considerati come comportamenti
meccanici di “intervento”. La loro funzione è quella di nutrire l’intelligenza intorpidita e la comprensione
latente del genere umano rompendo la routine; spingendo l’uomo a deviare dalle sue abitudini fortemente
radicate.
Come un grammofono inceppato
Ci sono musicisti grandiosi, individui visionari che suonano senza fatica tutte le note dei pentagrammi
dell’esistenza, che creano e attingono la loro musica dall’immensità, da sopra di loro, mentre esiste una
massa umana rassegnata alla propria esistenza triste e tremolante, uomini e donne simili a un grammofono
inceppato che ripetono la loro lagna lamentosa e triste imparata sin da bambini e mai modificata. La loro vita
è una canzone elementare, semplice, suonata premendo pochi tasti solo con un dito. Se ci prendessimo la
briga di prestare un minimo di attenzione ai nostri movimenti, scopriremmo quanto le nostre vite siano
meccaniche e ripetitive. Ogni mattina, con scrupoloso rigore, intraprendiamo una serie di azioni che sono
sempre le stesse: scendiamo dal letto con lo stesso piede, iniziamo a rasarci dallo stesso lato, ci laviamo i
denti ripetendo lo stesso numero di movimenti, nello tesso modo e sempre con la stessa mimica facciale.
Siamo abitudinari; esprimiamo preconcetti con gli stessi gesti, parole e inflessioni che utilizziamo da sempre.
Anche le nostre emozioni sono prevedibili, come fossero riflessi incondizionati nella nostra anima. Nell’uomo
ordinario la volontà è sepolta. Il suo comportamento è il riflesso di un’intelligenza meccanica e potrebbe
essere studiato più proficuamente da scienze come l’etologia o la robotica che non dalla psicologia. Una
volta compreso questo, un uomo non può avere altro scopo nella vita se non quello di fuggire da questa
larghezza di banda limitata, in cui tutto il genere umano è tenuto prigioniero – di fuggire dalla monotonia e
dalla povertà della propria musica. Non esiste progetto più grande, guerra più santa che quella di contrastare
i propri limiti elevando il proprio canto. L’allontanamento di Adamo ed Eva, il peccato originale, il paradiso
perduto non si sono verificati una volta sola, in un lontano passato, ma si verificano ogni volta che l’umanità
solleva un canto di paura e di dolore e continua a cantarlo ripetutamente, senza sosta. Il mondo è così
perché tu sei così.
Cambia la tua musica
Questa canzone infernale che scaturisce da un buco nero dell’anima dell’uomo spiega tutti i conflitti, la
povertà, la criminalità e ogni malattia morale e materiale del pianeta, tra cui la maledizione millenaria
dell’umanità di invecchiare, ammalarsi e morire. Se vuoi cambiare la tua realtà, devi cambiare la tua musica
e dedicare anima e corpo a espandere il tuo “sogno”. Il sogno è la cosa più reale che ci sia. E’ il sogno che
crea la realtà. E soltanto il sogno può liberarci da questa condizione limitata dell’Essere, dalla monotonia del
nostro canto che si materializza in dolore nei nostri corpi, paura nei nostri sentimenti e dubbio nelle nostre
menti. Un giorno il nostro essere sarà così vasto da essere in grado di sentire non solo la nostra canzone
ma anche quella di altri…i suoni che altri emettono…la profondità e l’altezza delle loro ottave…il colore,
timbro e ritmo delle loro note. Quando siamo pronti per assumerci la responsabilità di tale verità, scopriremo
che l’umanità pensa e sente in modo negativo; canta una canzone di sventura, dolore, dubbio e paura. Il
mondo intero è nella tua testa, proprio come la musica che suoni e la canzone che canti dentro di te. E il tuo
destino è registrato come nei solchi di un LP.
Fai un bellissimo sogno
Se studierai te stesso, se ti osserverai, imparerai a conoscerti meglio e, giorno dopo giorno, sarai in grado di
espandere il tuo sogno, arrivando a creare e a cantare una nuova melodia. Ogni giorno ti renderai sempre
più conto che il “sogno” è più reale della nostra illusione di essere gli attori della nostra vita. Sognando
creerai relazioni, risolverai problemi e entrerai in mondi inaccessibili. Imparerai a tuffarti nell’invisibile. La
realtà seguirà a ruota e prenderà la forma e le dimensioni del tuo sogno. Imparando a conoscere noi stessi
capiremo che l’uomo è solo nell’universo, l’unico responsabile di quanto gli accade nella vita. La vita è come
tu la sogni. La tua canzone modella la tua esistenza. Potrai vivere in paradiso o in inferno. Dipende da te.
Abbi il coraggio di fare un bellissimo sogno. Abbi il coraggio di cantare una melodia unica, fuori dal coro,
come un uccello solitario. Sii un individuo e conquista tutto quanto è possibile conquistare…nella tua testa.