disturbi femoro-rotulei - Palestra Forma Mentis
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www.formamentisrc.it RECONDITIONING CENTER Prof. Giuseppe Florio DISTURBI FEMORO-ROTULEI I disturbi femoro-rotulei (dolore anteriore del ginocchio) sono, dopo il mal di schiena, la patologia più frequente del sistema muscoloscheletrico oggetto di consultazione presso gli ambulatori ortopedici e di medicina generale. Tra queste, la sindrome dolorosa femoro-rotulea o sindrome dolorosa rotulea (SDR) che è di difficile inquadramento. Infatti, non esiste attualmente alcun consenso su una definizione certa di questi disturbi, basti pensare alle diverse classificazioni presenti in letteratura: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Classificazione di Outerbridge Classificazione di Ficat e Hungerford Classificazione di Goodfellow Classificazione di Insall Classificazione di Casscells Classificazione di Bandi Classificazione di Bentley Classificazione di Bauer e jackson Classificazione di Noyes e Stabler In letteratura vi è confusione riguardo alla classificazione dei disturbi femororotulei. Wilk e collaboratori (1998) hanno indicato che uno schema completo della classificazione femororotulea dovrebbe designare chiaramente le classi diagnostiche, favorire la scelta del trattamento più consono e permettere il confronto dei programmi riabilitativi per una diagnosi specifica. Instabilità rotulea • Lussazione acuta della rotula • Sublussazione cronica della rotula • Lussazione recidivante della rotula Sindromi da sovraccarico • Tendiniti rotulee (ginocchio del saltatore) • Tendinite del quadricipite • Malattia di Osgood-Schlatter (tubercolo tibiale) • Sindrome di Sinding-Larsen-Johanssen (polo inferiore della rotula) Sindromi da compressione della rotula • Sindrome da eccessiva compressione laterale della rotula (SCLR) • Sindrome da pressione globale della rotula (SCGR) Lesioni dei tessuti molli • Sindrome da frizione della benderella ileotibiale • Sindrome sintomatica della plica • Infiammazione ipertrofica del cuscinetto adiposo (malattia di Hoffa) • Borsiti • Dolore del legamento femororotuleo mediale Problemi biomeccanici • Iperpronazione del piede • Dismetria degli arti inferiori • Perdita di estensibilità Trauma diretto • Lesioni della cartilagine articolare (isolate) • Fratture • Fratture e lussazioni • Osteocondrite dissecante • SDR Valutazione dell’articolazione femororotulea Sintomi Il paziente lamenta un dolore sulla faccia anteriore del ginocchio, che aumenta nel tentativo di salire le scale. Tante volte il ginocchio fa male dopo essere stati a lungo seduti con le ginocchia flesse a 90° (segno del cinema); qualche paziente avverte dei rumori sospetti (crepitii) ed è spesso preoccupato perché pensa che sia affetto da artrosi. In effetti, il crepitio è dovuto a rigidità dei retinacoli. Alcuni pazienti lamentano un cedimento del ginocchio mentre salgono le scale (a differenza del cedimento dovuto alla lesione della LCA mentre si effettua dei cambi di direzione durante un’attività sportiva). In presenza di problemi femoro-rotulei, si può verificare un modesto versamento, dovuta ad una sinovite o a flogosi dei cuscinetti adiposi. www.formamentisrc.it RECONDITIONING CENTER Prof. Giuseppe Florio DISTURBI FEMORO-ROTULEI ESAME CLINICO Il paziente è esaminato inizialmente in posizione eretta per determinare l’allineamento dell’arto inferiore. Si valuta l’angolo a Q L’angolo Q (quadricipite) è un angolo formato dall’intersezione delle linee tracciate dalla spina iliaca antero-superiore al centro della rotula e dal centro della rotula al tubercolo tibiale. Il valore massimo dell’angolo Q è di 15° nelle femmine e di 12° nei maschi. La sua misurazione è statica. I Tessuti molli che stabilizzano la rotula In aggiunta agli stabilizzatori ossei, vi sono bloccaggi costituiti dai tessuti molli mediali e laterali alla rotula. I boloccaggi mediali sono rappresentati dal retinacolo mediale, dal legamento femoro-rotuleo mediale e dal VMO. Il VMO è il più importante stabilizzatore dinamico degli spostamenti laterali della rotula. Le sue fibre sono orientate secondo un angolo di 50-55° circa rispetto all’asse maggiore del femore. Si inserisce normalmente sull’aspetto superomediale della rotula per circa un terzo o un mezzo della sua lunghezza. Tuttavia, in alcuni casi di instabilità il muscolo può essere assente o ipotrofico oppure inserirsi prossimalmente alla rotula. I bloccaggi laterali consistono nel retinacolo laterale, nelvasto laterale e nella bende letta ileotibiale. La retrazione di una qualsiasi di queste strutture potrebbe esercitare un effetto limitante alla rotula e deve essere esaminata correttamente nella valutazione della regione femoro-rotulea. Orientamento delle fibre del muscolo quadricipite. RF, retto femorale; VL, vasto laterale; VML, vasto mediale laterale; VMO, vasto mediale obliquo. (Da Wilk KE, Davies GJ, Mangine RE, Malone TR: Patellofemoral disorders: a classification system and clinical guidelines for nonoperative rehabilitation. J Orthop Sports Phys Ther 28:307-322, 1998.) Valutazione radiografica Si devono richiedere tre proiezioni della rotula: una AP, una laterale a 30° di flessione del ginocchio e un’immagine assiale. Protocollo riabilitativo Linee guida generali per il trattamento del dolore femoro-rotuleo. Obiettivi • Ridurre i sintomi e l’instabilità. • Aumentare la forza e la resistenza del quadricipite (VMO > strutture laterali). • Utilizzare tutore tipo Palumbo, bendaggio adesivo tipo McConnell) per aumentare la stabilità. www.formamentisrc.it RECONDITIONING CENTER Prof. Giuseppe Florio DISTURBI FEMORO-ROTULEI Tutore Palumbo Bendaggio McConnel • Aumentare la stabilità della rotula con una stabilizzazione dinamica o con meccanismi passivi. • Modificare o evitare le attività che peggiorano o provocano i sintomi (corsa, esercizi di squat, salire le scale, salto, attività ad alto impatto). • Quadricipite • Ischiocrurali. • Tricipite della sura. • Evitare la mobilizzazione del retinacolo mediale. • Ripristinare la propriocettività del ginocchio. Esercizi • Riposo, ghiaccio, elevazione dell’arto inferiore. • Uso di canadesi o stampelle, se necessario. • FANS prescritti dal medico (se non vi sono controindicazioni) per gli effetti antinfiammatori; non iniezione di steroidei. • Tecniche per modificare il dolore, ridurre l’effusione e l’edema. • Elettrostimolazione. • Uso del biofeedback per il rinforzo del VMO. • Tutore esterno laterale tipo Palumbo o bendaggio adesivo tipo McConnell), in base alle preferenze del paziente e alla tolleranza della cute al cerotto. • Tutore posto in posizione neutra della sottoastragalica per controllare la pronazione del piede, ridurre l’angolo Q e correggere la dismetria degli arti inferiori. • Allenamento generale e sul campo • Esercizi in acqua, corsa in acqua profonda. • Nuoto. • Non utilizzare la bicicletta nella fase iniziale. • Esercizi di rinforzo del quadricipite, senza dolore, ponendo attenzione al rinforzo del VMO. • Non eseguire esercizi isolati per il rinforzo del VMO, ma esercizi generali che portano a un aumento dell’attività elettromiografica del VMO. • Leg press. • Step up laterali. • Rinforzo isometrico del quadricipite. • Esercizi di adduzione dell’anca. • Recupero graduale dell’estensibilità (stretching) • Bendeletta ileotibiale. REFERENZE Wallace L: Rehabilitation following patellofemoral surgery. In: Davies GI (ed), Rehabilitation of the Surgical Knee, pp 60-62. Ronkonkoma, NY: Cypress, 1984. 733. Whitelaw GPIr, Rullo Dl, Markowitz HD, Marandola MS, DeWaele MI: A conservative approach to anterior knee pain. Clin Orthop 246:234-237,1989 Brunet ME, Stewart GW: Patellofemoral rehabilitation. Clin Sports Med 8(2):3 19-329, 1989. 1 I. Callaghan MJ, Oldham )A: The role of quadriceps exercise in the treatment of patellofemoral pain syndrome. Sports Med 2 1 (5):384 -39 1, 1996. 12. Cerny K: Vastus medialis oblique/vastus lateralis muscle activity ratios for selected exercises in persons with and without patellofemoral pain syndrome. Phys Ther 75(8):672- 683, 1995. Fulkerson JP, Shea KP: Disorders of patellofemoral alignment. J Boneloint Surg 72A(9): 1424 - 1429, 1990.
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