Page 40 - 41 - La Repubblica.it
Transcript
Page 40 - 41 - La Repubblica.it
la Repubblica la Repubblica MARTEDÌ 29 GIUGNO 2010 MARTEDÌ 29 GIUGNO 2010 @ ■ 40 Dossier Minicar Microcar M.GO Addio per sempre alle linee spigolose TUTTA nuova la M.GO con la quale la Microcar abbandona le linee spigolose della precedenti versioni per una vetturetta che sembra una raffinatissima city car. Dalla marca che è stata la prima a montare le cinture di sicurezza (nel 1985) su queste macchinine arriva insomma un modello molto elegante, con tre anni di garanzia, un doppio telaio rinforzato e un pianale in materiale composito. Da segnalare anche il sistema di frenata con recupero dei giochi del freno a mano e la possibilità di avere anche la versione totalmente elettrica. Quest’ultima ha un’autonomia di 140 Km e può ricaricare completamente le batterie in meno di 4 ore. I motori Le microcar possono avere solo due tipi di motori: i cosiddetti quadricicli leggeri con potenza massima di 4 kW (5,6 cavalli) e con velocità massima inferiore a 45km/h, mentre i quadricicli leggeri possono arrivare al massimo fino a 15 kW (20,4 Cv) L’età del guidatore La sicurezza Il grande rischio è la sindrome della mini auto FABIO ORECCHINI e microcar saranno sempre più acquistate ed utilizzate come piccole auto e sempre meno come quadricicli, cioè versioni a quattro ruote dei ciclomotori. Questo semplicissimo elemento di evoluzione del mercato è sufficiente a dare una risposta alla questione sicurezza che indubbiamente le riguarda. Se le vetturette sono percepite, quindi acquistate ed utilizzate come mini-automobili, devono rispondere alle elevate aspettative di sicurezza di chi le compra, le guida o vi viene trasportato, oltre che a quelle – molto simili – di chi vi circola attorno con la sua “grande” auto, oppure a piedi, in bici o in motorino. Il livello di sicurezza attualmente fornito dai quadricicli leggeri non è affatto compatibile con lo status di “auto in miniatura” che ormai viene loro diffusamente attribuito. Esiste il problema delle modifiche, che fa ampiamente superare i 45 km/h di velocità massima previsti dalla normativa, facendo conseguentemente saltare su strada tutti i calcoli di progetto elaborati in fase di sviluppo. Sia per la tenuta di strada, sia per la capacità di assorbimento degli urti in caso di incidente, sia per la sollecitazione stessa del telaio e degli elementi portanti durante la marcia. Una lotta seria da parte di costruttori, riparatori, autorità di controllo ed anche di genitori e figli nel caso siano i loro ragazzi o i loro padri (il maggior numero di possessori di minicar ha più di cinquant’anni) ad andare in giro con vetturette truccate, sicuramente eviterebbe molti incidenti ed anche numerose morti causate proprio dal funzionamento “fuorilegge” di microcar. Eppure l’azione principale, necessaria soprattutto in vista della sempre maggiore diffusione di micro-automobili nelle nostre città, è più radicale e riguarda l’inquadramento stesso di questi mezzi di trasporto. La leggerezza, innanzitutto, è oggi una caratteristica necessaria per l’omologazione, consentita soltanto a veicoli con massa a vuoto inferiore ai 350 chili. La limitazione di peso porta in dote una limitazione dei consumi, ma anche un’alta vulnerabilità in caso d’impatto, specialmente se contro veicoli di L massa nettamente maggiore. Un’auto pesa oggi mediamente tre volte e mezza una microcar, e può arrivare tranquillamente ad avere un peso di cinque volte quello di un quadriciclo. È intuitivo individuare chi ha la peggio, e di quanto, in caso d’urto violento. È vero che una bici, un ciclomotore o uno scooter soffrono un rapporto ancora più penalizzante da questo punto di vista, ma la grande differenza è che nel traffico vengono percepiti come molto leggeri e vulnerabili, ed a questo si adatta lo stile di guida di chi è a bordo e di chi è di fianco. L’obbligatorietà di crash test che riproducano le potenzialità d’urto con veicoli di massa superiore ed il condizionamento al superamento di queste prove dell’omologazione dei quadricicli leggeri appare come il minimo dei requisiti necessari per la circolazione in condizioni di sicurezza di piccole auto, quali ormai questi mezzi sono diventati a tutti gli effetti. Il superamento dei crash test frontali e laterali non è immaginabile se non con l’innalzamento della soglia minima di peso ben oltre i 350 kg, o con l’utilizzo di materiali e tecnologie fuori mercato per i numeri di produzione attuali. La questione della manomissione dei limitatori o dei motori, giustamente indicata come motivo di grande pericolosità, visto che i mezzi “truccati” arrivano a velocità superiori ai 100 km/h, invece dei 45 km/h per i quali è progettato il veicolo, ha una possibile soluzione nell’evoluzione in senso ambientale dei sistemi di trazione. I quadricicli leggeri, infatti, hanno già oggi un sistema di omologazione legato al tipo di motore: possono essere al massimo di 50 cc di cilindrata se a benzina, oppure con un motore di massimo 4 kW se diesel. Il passaggio ad una trazione esclusivamente elettrica, particolarmente adatta al ciclo di guida urbano ed alle distanze mediamente percorse proprio dalle microcar, oltre al grande vantaggio di portare su strada veicoli ad emissioni zero consentirebbe una più semplice limitazione della velocità massima, senza nessuna rinuncia ed anzi con dei vantaggi in termini di coppia, ripresa e quindi di prestazioni del veicolo nella guida urbana. © RIPRODUZIONE RISERVATA La carrozzeria La carrozzeria della Microcar è sempre di plastica, come quella degli scooter. Il telaio, anche qui di origine motociclistica, è tubolare. Ci troviamo quindi a tutti gli effetti di fronte a mezzi costruiti come il più classico dei due ruote. Ma l’aspetto è da vera city car: elegante e raffinato Per legge i quadricicli leggeri possono essere guidati a 14 anni (muniti di patentino), mentre per i quadricicli pesanti l’età minima è 16 anni (ma occorre avere anche la patente A o equivalente, quella per guidare moto di 125 cc) PER SAPERNE DI PIÙ www.casalini.eu www.aixam.com ■ 41 Bellier Jade Come una vera city car da grandi SI CHIAMA Jade e sul fronte del design ha davvero poche concorrenti perché su questo suo nuovo modello la Bellier ha lavorato a lungo per scimmiottare nel migliore dei modi lo stile delle vere auto da cui eredita tutta la fanaleria a parte della componentistica. Molto riuscito lo scalino che corre su tutta la fiancata e i fari posteriori che si allargano fino a coprirne una parte. La mascherina cromata, come se non bastasse, si estende con due profonde nervature fino alla fine del cofano motore, proprio come avviene sulle Bmw e le Mercedes. Perché sì “Meglio di uno scooter” per i genitori scelta obbligata eglio del motorino». In questa considerazione si racchiude tutto il successo delle microcar, ma anche tutta l’ansia dei genitori che pur di evitare che i propri figli viaggino sui mezzi più pericolosi d’Italia fanno qualsiasi sacrificio. Va detto che le microcar sono davvero meglio del motorino. In primo luogo perché garantiscono una protezione assoluta contro le intemperie, in secondo luogo perché oltre agli ovvi vantaggi in tema di sicurezza passiva (il pilota è comunque protetto da un telaio di acciaio in caso di incidente) l’uso della microcar è propedeutico a quello dell’auto. Nei piccoli spostamenti in città i quattordicenni hanno infatti modo di familiarizzare con i principali comandi - sterzo, freno e acceleratore - che poi ritroveranno pari pari anche nell’auto. Anche la percezione degli spazi è la stessa ed è chiaro che un minorenne, dopo anni di guida al volante di una vetturetta, arriva più preparato all’appuntamento con la patente. I vantaggi delle microcar però non finiscono qui: avere in famiglia una quat- «M tro ruote del genere rende possibile entrare nei centri storici e poter parcheggiare senza dover pagare le tariffe per la striscia blu. Sempre più spesso così padri e mamme ‘rubano’ la microcar ai propri figli regalando a queste vetturette il vero ruolo di seconda auto da famiglia. Non solo: i quadricicli leggeri hanno consumi record ed emissioni altrettanto basse. I nuovi modelli dichiarano 83 g/km di CO2, mentre per percorrere 100 chilometri richiedono poco più di tre litri di carburante. Prestazioni in linea con la lunga evoluzione tecnica di questi mezzi visto che i primi quadricicli leggeri sono apparsi in Francia verso la fine degli anni Settanta. Ecco perché poi, pur non avendo nessun obbligo di legge, i costruttori iniziano a proporre mezzi che hanno telai rinforzati, barre anti-intrusione nelle porte e impianti frenanti a quattro dischi potenziati ben oltre il teorico sforzo al quale dovrebbero essere sottoposti. Fra l’altro la nuova normativa che per entrare in vigore anche in Italia renderà di fatto impossibile che un quadriciclo leggero superi la velocità massima consentita di 45 Km/h ed una potenza limitata a 4 kW (5.5 Cv). Perché no Più incidenti di auto e moto le statistiche le condannano Casalini M10 Aixam City Ecco la leader del made in Italy La più amata dai nostri teenager LA NUOVA M10 nasce dall’esperienza della Casalini, una marca italiana che da oltre 70 anni produce e vende microcar. Fra i suoi punti di forza oltre al design particolarmente ricercato (il muso sfoggia anche una mascherina simil-Audi) c’è un bagagliaio tra i più capienti della categoria. E’ anche l’unica minicar che offre il climatizzatore montato direttamente in fabbrica, mentre dell’equipaggiamento di serie fanno parte i fondamentali quattro freni a disco. Importante segnalare anche il fatto che la M10 - nonostante la legge non preveda nulla del genere - è stata progettata dopo aver effettuato crash test su diversi prototipi. SI CHIAMA City l’ultimo modello della Aixam, besteller della categoria delle microcar per la grande attenzione al design e alle finiture. Nonostante le dimensioni ultra compatte la City riesce infatti a sfoggiare un design elegante, arricchito da finiture da vera auto come gli specchi cromati, i cerchi in lega da 14’’, i sensori di parcheggio e le maniglie montate a filo della carrozzeria. Fra le finezze della City anche la plancia soft touch come nelle migliori creazioni automobilistiche e una particolare attenzione all’insonorizzazione dell’abitacolo, storico difetto di tutte le microcar. I NUMERI parlano chiaro: secondo l’Istat le microcar sono molto più pericolose di ciclomotori, bici e moto: l’indice di mortalità delle microvetture è infatti del 2,66 per cento, contro l’1,98 delle moto, l’1,85 delle bici, l’1,03 dei ciclomotori e lo 0,78 delle auto. Non solo: anche analizzando le statistiche in altro modo non c’è scampo perché in rapporto al circolante le microcar, hanno il doppio degli incidenti rispetto alle auto, (fonte Aci-Istat): l’1,5% delle microcar circolanti nell’ultimo anno ha subito un incidente contro solo lo 0,8% delle auto. Basterebbe questo a stroncare sul nascere qualsiasi ‘pretesa’ di sicurezza delle microcar ma non si può ignorare il fatto che queste macchinine viaggiano letteralmete come vasi di coccio in mezzo a vasi d’acciaio: senza cellula di sicurezza, airbag, Abs o sistemi elettronici di controllo della stabilità ogni microcar in caso di incidente con una qualsiasi auto (anche la più piccola) avrebbe di sicuro la peggio. Non fosse altro per una questione di massa visto che — per legge — un quadriciclo leggero ha un peso massi- mo a vuoto di 350 Kg, mentre una normale auto è a quota 1000 kg, con Suv e maxi berline intorno alle due tonnellate. Esiste poi un altro fenomeno, oggettivamente pericoloso: le microcar sono spesso guidate da anziani e da persone a cui è stata ritirata la patente (sia pure solo per il superamento dei limiti di velocità, anche se questa è la violazione più frequente fra tutti gli automobilisti). Certo, noi delle microcar abbiamo un’immagine di vetturetta da giovani, di giovanissini, ma non è così. O meglio lo è solo in determinati (e particolarmente ricchi) quartieri delle grandi città dove l’identificazione delle microcar con la “macchina da ragazzini” è totale: nel resto d’Italia vince l’idea che con queste “auto” si sfugge alla patente a punti e, soprattutto, c’è la possibilità di guidarle anche quando il permesso di guida è stato revocato. Non a caso chi le usa nel 59 per cento dei casi è un ultra 50enne (solo il 5% ha un’età compresa tra i 16 e i 25 anni) e nel 48% dei casi è un pensionato: altro che macchinine da teen ager…
Documenti analoghi
Micro-Car - PidiErre
boom delle cosiddette micro-car, o quadricicli per usare la terminologia ufficiale del Codice della
Strada. Fino ad allora si potevano guidare anche senza patente: poi fu varato per la guida di que...
tesina finale - Quelli di Informatica
retronebbia) integrate, nuovo specchietto e nuovi gruppi ottici posteriori. Gli pneumatici 135/70R13
diedero una migliore guidabilità alla vettura, le cui prestazioni erano migliorate (120 km/h). Q...