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sommario rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA SIMEUP Anno 8 - numero 2 / luglio 2014 Periodico quadrimestrale di informazione e dibattito della Società Italiana di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP) Registrazione al Tribunale di Napoli n. 79 del 1-10-2008 numero 2 Direttore Responsabile Antonio Vitale Direttore Scientifico Salvatore Renna Comitato di Redazione Gianni Messi – Nicola Monterisi Danilo Vicedomini – Giovanna Villa EDITORIALE pag. 3 SIMEUP Una nuova emergenza: l’ingestione (e non solo...) di batterie a disco - la nostra esperienza Presidente Antonio Urbino A. Mazzei, M. N. Pullano, A. Centonze, S. Capillo, L. Madonna, R. Miniero, S. Zampogna, I. P. Aloi Vice Presidente Riccardo Lubrano pag. 4 Past President Gianni Messi Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta Tesoriere Stefania Zampogna Segretario Francesco Pastore Consiglieri Alberto Arrighini – Francesco Bellia – Antonio Cualbu Luciano Pinto – Simone Rugolotto – Giuseppe Ruscetta L. Indinnimeo, G. Rossi, S. Renna, R. Lorini, S. Macciò, S. Parmigiani, A. Vitale, M. Marasini, G. Magnano, S. Ruffoni, A. Rimini, A. Di Coste, O. Sacco, M. Magnani, P. Gianiorio, E. Lampugnani, M. Mancardi, M.S. Vari, E. Capuano, P. Di Pietro pag. 7 Revisori dei conti Giovanni Capocasale – Agostino Nocerino – Pietro Scoppi Per invio contributi, commenti e richiesta ulteriori informazioni, si prega contattare la Direzione Scientifica: Tel. 0825.503417 – Fax 0825.203459 E-mail: [email protected] Una rara causa di dispnea: quando tutto diventa emergenza F. Gallarotti, V. De Donno, R. Lerda, G. Pomero, A. Talenti, M. Chiossi pag. 17 ® Direzione Editoriale Marco Iazzetta Le urgenze midollari non traumatiche in età pediatrica T. Giacomini, A. Rossi, M.M. Mancardi, S. Renna pag. 21 Marketing e Comunicazione Stefania Buonavolontà Redazione Francesca Casadei Maria Grazia Cassese Interpretazione ragionata dell’emogasanalisi M. Doglio, D. Pirlo, S. Renna, T. Bellini pag. 26 Amministrazione Andrea Ponsiglione Grafica e impaginazione Diego Vecchione La patologia oculare in pronto soccorso Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o conservata in un sistema di recupero o trasmessa in qualsiasi forma, o con qualsiasi sistema elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, registrazioni o altro, senza un’autorizzazione scritta da parte dell’Editore. Morso di vipera © 2014 Menthalia Srl Piazzale V. Tecchio, 49 80125 Napoli Tel. 081 621911 Fax 081 622445 e-mail: [email protected] E. Priolo, L. Sposetti S. Lega, S. Norbedo pag. 34 pag. 38 Informare per formare C. Debbia pag. 44 Istruzioni per gli Autori ISTRUZIONI GENERALI La lunghezza raccomandata per ogni articolo è di circa 12000 battute totali* (4 pagine circa ad articolo). Le tabelle e le immagini vanno considerate come parte integrante del testo, calcolando per ognuna di esse almeno 2000 battute. Esempio: • Testo 6000 battute • 2 immagini 4000 battute • 1 tabella 2000 battute • Totale 12000 battute TESTO Deve essere riportato il titolo dell’articolo, l’Autore (nome, cognome), le affiliazioni e l’indirizzo completo (con telefono, fax, e-mail) per l’invio della corrispondenza. Indicare allo stesso modo anche gli eventuali collaboratori. ICONOGRAFIA L’iconografia è costituita da grafici, foto e tabelle, corredate di didascalie. Saranno quindi riportate, separatamente dal documento di testo, in file distinti in formato .doc/.docx e /o .xls/.xlsx. Le relative didascalie, in lingua italiana, dovranno essere riportate separatamente in un ulteriore documento di testo (.doc/.docx). Per ogni tabella sottrarre 2000 battute dal computo totale. Nel caso la tabella risultasse strutturata in più di 20 righe, è opportuno sottrarre dal computo totale 3000 battute. BIBLIOGRAFIA Riferimenti alla letteratura rilevante. Dovrà essere citata in ordine progressivo e redatta secondo lo stile consigliato dalla National Library of Medicine per il suo database (MEDLINE). Gli articoli a firma di tre o più autori riporteranno i nomi degli stessi seguiti da “et al.”. Esempio: Citazione articolo Hoxhaj S, Jones LL, Fisher AS, et al. Nurse staffing levels affect the number of Emergency Department patients that leave without treatment. Acad Emerg Med 2004; 11 (5): 459-45c. Citazione di libro Foto e grafici Dovranno essere indicati in ordine progressivo con numeri arabi, con riferimento nel testo, secondo l’ordine in cui vengono citati. Saranno quindi riportati, separatamente dal documento di testo, in file distinti in formato .jpg, .bmp, .pdf ad alta risoluzione. Si prega di non utilizzare immagini in Power Point o in Word. Le foto che riproducono pazienti non dovranno riportare l’identità del soggetto e comporteranno l’accettato consenso alla pubblicazione da parte del genitore o di chi fa le veci del paziente. Per ogni immagine sottrarre 2000 battute dal computo totale. Le relative didascalie dovranno essere riportate in un ulteriore documento di testo (.doc/.docx) e indicate in ordine progressivo con numeri arabi. Tabelle Dovranno essere indicate con numeri romani, con riferimento nel testo, secondo l’ordine in cui sono citate. *In Microsoft Office Word 2007 e versioni successive, per verificare il numero esatto di battute, nel gruppo Strumenti di correzione della scheda Revisione, selezionare Conteggio parole, quindi consultare la voce Caratteri (spazi inclusi). 2 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA Vehaskarivivm, Robson AM. Proteinuria. In: Pediatrie Kidney Disease, edited by Edelman CM Jr, Boston, Little, Brown and Co., 1992; 531-51. Citazione atti di Convegno Murray C. AIDS and the Global Burden of Disease. Presented at the 19th Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI), Seattle, USA, March 5-8, 2012. Paper 128. LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO Deve essere acclusa al lavoro con le firme degli Autori che dichiarano l’originalità del materiale. INVIO MATERIALE Il materiale, in formato elettronico (contenente la versione finale del Lavoro), dovrà essere inviato direttamente alla Redazione Scientifica Menthalia, a mezzo e-mail, all’indirizzo [email protected], con oggetto Rivista di Emergenza e Urgenza Pediatrica. NOTE AGGIUNTIVE Si possono riportare alla fine del lavoro. ANNO 8 - numero 2 EDITORIALE Antonio Urbino Presidente Nazionale SIMEUP 320 iscritti, 78 partecipanti ai corsi precongressuali, 30 volontari del soccorso, 95 ospiti, oltre 100 abstract inviati sono solo alcuni dei numeri che dimostrano il grande successo del 10° Congresso Nazionale della SIMEUP. La sede scelta, l’arsenale della pace (SERMIG) di Torino, ha dato un tocco di suggestione che è stato apprezzato da tutti i congressisti. Grazie al lavoro dell’ufficio stampa, grande è stata l’eco mediatica dell’evento con servizi televisivi e articoli riportati da molte testate nazionali. Ritengo che, durante i lavori congressuali, abbia avuto particolare importanza il coinvolgimento dei presidenti regionali che si sono confrontati con il direttivo nazionale e tra di loro, permettendo uno scambio di opinioni e di esperienze che sicuramente porterà grandi frutti alla vita societaria. A tutti loro va il mio ringraziamento personale per l’impegno e la dedizione che dimostrano verso la SIMEUP. L’assemblea nazionale dei soci ha permesso uno scambio di opinioni sull’attività della società nell’ultimo anno. I coordinatori delle commissioni e dei gruppi di lavoro hanno relazionato sulle attività svolte e sui programmi futuri, permettendo ai soci di conoscere il grande impegno che nei vari settori viene profuso. Durante l’assemblea è stato approvato anche il bilancio della società e a questo proposito vorrei sottolineare l’importante aumento di capitale della SIMEUP: i soci sono aumentati di circa il 10% e il grande lavoro che la società ha svolto sulla formazione negli ultimi anni sta portando i suoi frutti non solo culturali. Inoltre, vorrei citare il successo ottenuto dall’instructor meeting che per la prima volta ha permesso di riunire molti istruttori SIMEUP, dando loro l’opportunità di confrontarsi sui problemi della formazione e in particolare sui bisogni formativi futuri che ci permetteranno di essere al passo con l’evoluzione della pediatria d’urgenza. Dopo le soddisfazioni dell’ultimo Congresso Nazionale bisogna però pensare al futuro. A questo proposito ho il piacere di annunciare che il Direttivo ha scelto la sede dell’11° Congresso Nazionale che si svolgerà dal 1 al 3 ottobre 2015 a Catanzaro. Sono sicuro che sarà un’altra grande occasione di confronto culturale e di amicizia. Vorrei anche annunciare una nuova iniziativa della SIMEUP: il piano formativo nazionale. Si tratta di un progetto che ha l’obiettivo di creare un pacchetto di corsi organizzati a livello nazionale che andranno a integrare le offerte formative della rete esistente. Vi sarà la possibilità di raggiungere sedi dove alcune opportunità formative mancano o sono difficili da organizzare. La collaborazione della Biomedia ci permetterà di sfruttare anche una comunicazione dettagliata e capillare per veicolare più facilmente le informazioni sulle opportunità formative che la SIMEUP metterà a disposizione. Credo che quest’offerta organizzata a livello nazionale rappresenti un completamento degli sforzi che la SIMEUP ha fatto in tutti questi anni per creare una rete formativa territoriale. Molti corsi organizzati centralmente si avvarranno della collaborazione di materiali e istruttori locali e così tutti potranno contribuire alla realizzazione di questo nuovo, grande obiettivo della SIMEUP. Infine, vorrei sottolineare che questo numero della Rivista di emergenza e urgenza pediatrica è particolarmente ricco di argomenti interessanti, che potranno essere utili nella vita professionale dei soci e, quindi, ringrazio tutti coloro che ne hanno reso possibile la pubblicazione. Auguro a tutti una buona lettura e delle meravigliose vacanze. ANNO 8 - numero 2 rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 3 CASE REPORT Una nuova emergenza: l’ingestione (e non solo…) di batterie a disco - la nostra esperienza A. Mazzei1, M. N. Pullano2, A. Centonze1, S. Capillo1, L. Madonna1, R. Miniero2, S. Zampogna3, I. P. Aloi1 1 Centro delle Chirurgie Pediatriche, Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Cattedra di Pediatria, Università degli Studi “Magna Græcia” di Catanzaro 3 S.O.C. Pediatria, A.O. “Pugliese Ciaccio”, Dipartimento dell’Integrazione e della Tutela della Maternità e dell’Infanzia-Catanzaro 2 Introduzione L’ingestione di “disk batteries” (DB) rappresenta una minaccia sempre più diffusa per la salute dei bambini, soprattutto sotto i 5 anni di età (60-70% dei casi). Le DB possono avere un diametro variabile da 7.9 a 23 mm, un peso da 1 a 10 g, una diversa composizione (mercurio, cadmio, acciaio, rame, zinco, manganese, ottone, argento, ossido di zolfo o litio) e sono usate solitamente in orologi, calcolatrici, telecomandi, etc. Le DB al litio, rispetto alle altre pile a disco, sono più leggere, offrono una maggiore efficienza elettrochimica, una più lunga durata e una più alta densità di energia, soprattutto quelle di diametro ≥ 20 mm che hanno un voltaggio pari a 3 V (doppio rispetto alle DB di diversa composizione). Sono, inoltre, più pericolose delle comuni batterie stilo, poiché non essendo “corazzate” vi è un notevole rischio di rottura e/o di rilascio di sostanze tossiche. Le DB al litio possono dar luogo a una vera e propria ustione fisica causata dalla fuoriuscita di un liquido alcalino che dopo aver determinato una necrosi da pressione a carico dei tessuti corporei sui quali si posizionano, creano una corrente elettrolitica esterna che produce idrossido (potente caustico alcalino) al polo negativo della batteria (anodo) con successiva colliquazione del tessuto. È molto importante eseguire un esame radiografico al fine di poter evidenziare la posizione dell’anodo rispetto alla mucosa, poiché se adeso a essa, la lesione si forma più velocemente. Le ustioni più gravi, le successive perforazioni e le fistole si verificano nella zona adiacente al polo negativo della batteria. 4 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA L’insulto continua per giorni o settimane dopo la rimozione della batteria a causa degli alcali residui e/o dei tessuti indeboliti. Casistica Nel 2013 quattro piccoli pazienti sono giunti alla nostra osservazione presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro per ingestione e/o ritenzione di DB al litio tutte con un diametro pari a 20 mm. Case report 1. Paziente di 9 mesi, proveniente da un altro ospedale calabrese, giunge alla nostra osservazione per ingestione accidentale della DB contenuta nel telecomando. Quando arriva al Pronto Soccorso, dopo più di 3 ore dall’ingestione, si presenta sveglio, agitato, ma con evidenti difficoltà respiratorie, cianotico con presenza di tirage, tachicardico (FC 160 bpm). L’addome è trattabile, a pareti cedevoli, non dolente alla palpazione superficiale e profonda, peristalsi presente. Si assiste in maschera facciale, si procede a intubazione oro-tracheale con tubo di diametro 3.5 cuffiato e si accompagna d’urgenza in sala operatoria. Alla radiografia del torace eseguita al letto del paziente già intubato si evidenzia un corpo opaco tondeggiante che si proietta subito al di sopra delle clavicole e che, rispetto al precedente radiogramma eseguito all’ospedale dal quale il bambino proviene in due proiezioni qualche ora prima, lo stesso sembra essere lievemente più basso e in proiezione L-L potrebbe localizzarsi a livello esofageo posteriormente ANNO 8 - numero 2 Una nuova emergenza: l’ingestione (e non solo…) di batterie a disco - la nostra esperienza alla via aerea corrispondente. L’EGA capillare eseguito all’ingresso mostra i seguenti valori: pH 7.45, pCO2 41 mmHg, pO2 122 mmHg, Na+ 128 mmol/L, K+ 3.2 mmol/L, Ca++ 0.64 mmol/L, Glu 97 mg/dl, Lat 1.0 mmol/L, Hct 28%; HCO3- 28.5 mmol/L; BE 4.1 mmol/L, SO2 99%. L’emocromo mostra una leucocitosi con neutrofilia e una modesta anemia. L’esame EsofagoGastroDuodenoScopico (EGDS), eseguito in urgenza in sala operatoria, evidenzia la presenza a livello dello sfintere esofageo superiore di materiale nerastro adeso alla mucosa (da probabile elettrocuzione) che non consente la visione del lume né il passaggio dello strumento pediatrico; il resto della mucosa esofagea e quella dello stomaco si presentano nella norma. Il corpo estraneo incastrato al primo restringimento esofageo viene estratto dopo vari tentativi con pinza di Magill, purtroppo a distanza di 5 ore dall’ingestione quando era già presente una grave lesione della mucosa esofagea anteriore. Il piccolo rimane ricoverato in rianimazione sedato con Fentanest e Midazolam, intubato e collegato al respiratore per 5 giorni, allorquando si esegue tracheostomia, e viene sospesa la sedazione. Successivamente resta collegato al respiratore in modalità SIMV per altri 6 giorni dopo i quali è in respiro spontaneo tramite cannula tracheostomica. L’EGDS di controllo mostra a livello dello sfintere esofageo superiore un tramite fistoloso di circa 10 mm con bordi iperemici e facilmente sanguinanti. Ottenuta rapidamente la stabilizzazione clinica del paziente, istituita terapia antibiotica ad ampio spettro e con inibitori di pompa protonica, una volta isolata la via digerente da quella respiratoria con posizionamento di sondino naso-gastrico e nutrizione parenterale, si procede al trasferimento presso il PS dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma per la mancanza della Chirurgia Toracica Pediatrica presso il nostro nosocomio, dove si procederà alla chiusura diretta della fistola mediante accesso toracotomico. Case report 2. Bambina di 17 mesi giunge alla nostra osservazione per aver ingerito la DB di una calcolatrice un’ora prima del ricovero. L’esame obiettivo all’ingresso rileva: cute integra e rosea, sensorio integro, non segni neurologici in atto. Addome a pareti cedevoli non dolente alla palpazione superficiale e profonda. Anche gli esami di laboratorio eseguiti risultano tutti nella norma. La piccola pratica una radiografia diretta dell’addome, che evidenzia formazione radiopaca in presunta sede gastrica che si proietta in corrispondenza di L2. Si procede comunque a intervento di estrazione per via endoscopica del corpo estraneo dallo stomaco che mostra erosioni da contatto in sede antrale e in sede prepilorica, dove si ANNO 8 - numero 2 trova la pila che viene estratta con cestello a rete. La rimozione endoscopica è avvenuta entro 3 ore dall’ingestione. Case report 3. Bambino di 4 anni arriva in PS per aver ingerito una pila a disco contenuta nella bilancia pesapersone da circa 3 ore. Esame obiettivo all’ingresso: addome a pareti cedevoli, lievissima dolenzia in epigastrio alla palpazione profonda. Non segni riferibili a peritonismo. Fegato e milza nei limiti, peristalsi presente. Gli esami di laboratorio eseguiti (emocromo completo, indici di funzionalità d’organo, indici di flogosi) risultano tutti negativi e/o nella norma. La radiografia dell’addome rivela la presenza di un corpo estraneo radiopaco che si proietta in addome a livello della III vertebra lombare verosimilmente in sede prepilorica. L’estrazione della DB dallo stomaco viene eseguita in urgenza in sala operatoria con paziente intubato. L’esofago appare con lume regolare e pareti elastiche con presenza di 2 erosioni longitudinali di 2 cm nel III inferiore. Nello stomaco vi è la presenza di abbondanti ingesti, si procede, quindi, a lavaggio e aspirazione. A livello dell’antro si evidenzia la pila e la mucosa sottostante appare erosa con alcuni coaguli. Si procede a esportazione con cestello a rete. In questo caso la rimozione endoscopica è avvenuta entro 6 ore dall’ingestione. In questo paziente abbiamo riscontrato lesioni della mucosa gastrica ed esofagite in assenza di sintomatologia soggettiva/oggettiva. Case report 4. Bambina di 4 anni arriva in PS per presenza di secrezione brunastra similfecale dai genitali esterni, intenso dolore addominale e in sede perineale, febbre (T.C. 37,8°C). All’ingresso l’esame obiettivo evidenzia genitali esterni normoconformati, un’intensa flogosi vulvare e tracce di materiale brunastro nella vulva; ano normoposizionato, continente. Gli esami di laboratorio mostrano leucocitosi con neutrofilia e aumento della PCR. Il primo sospetto è di una fistola retto-vaginale. Dopo una più accurata anamnesi veniamo a conoscenza che, tre giorni prima dell’arrivo in PS, la piccola giocando con il telecomando della televisione ha aperto il contenitore della batteria e una volta estratta la pila ha iniziato a giocarci fino a inserirla in vagina. Si procede dunque a intervento di uretrocistoscopia + vaginoscopia. Si introduce il cistoscopio in vagina, individuando un corpo estraneo costituito da pila a disco scomposta in più frammenti, uno dei quali risulta particolarmente sfrangiato e tagliente. Le pareti della vagina appaiono a tratti di colorito nerastro come esito di ustione elettrochimica da pila. Si rimuovono tutti i frammenti e si procede al lavag- rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 5 Una nuova emergenza: l’ingestione (e non solo…) di batterie a disco - la nostra esperienza gio della vagina. Si prescrive alla piccola terapia antibiotica con amoxicillina + acido clavulanico per una settimana e un rammollitore fecale. Esistono casi in letteratura di DB inserite nelle cavità nasali o nelle orecchie ma non risultano altri casi di ritenzione di DB in vagina. Conclusioni e discussione La gravità dei danni riportati in seguito a ritenzione di batterie, se non rimosse nel più breve tempo possibile, sembra avere avuto un progressivo aumento negli ultimi anni, come dimostrato da numerosi riferimenti presenti in letteratura, per la comparsa sul mercato delle più pericolose DB al litio. L’ingestione delle DB provoca complicanze soprattutto nelle localizzazioni esofagee, con esiti anche infausti secondari a ustioni elettriche sulla parete; in questi casi è indicata una rimozione endoscopica in urgenza (entro 2 ore dall’ingestione). Le Linee Guida Italiane (Consensus Statement sulle urgenze endoscopiche non emorragiche in età pediatrica - Progetto Airone, SIGENP 2008) suggeriscono che la rimozione delle batterie in sede gastrica deve avvenire dopo 48 ore, qualora entro questo tempo la batteria non abbia ancora attraversato il piloro e non vi sia sintomatologia associata. Le Linee Guida Americane sull’ingestione delle DB pubblicate su Pediatrics nel 2010 suggeriscono, invece, per la rimozione delle batterie in sede gastrica un’attesa anche di 4 giorni se il paziente non è sintomatico e se la batteria con diametro < 15 mm è stata ingerita da un bambino con meno di 6 anni. Secondo la nostra esperienza, invece, sarebbe opportuna una rimozione in urgenza oltre che delle DB localizzate in esofago anche di quelle con localizzazione gastrica/vaginale, visti i danni riportati. Avendo preso atto della potenza delle nuove DB e data la limitata efficacia dei mezzi terapeutici per contenere il danno, sarebbe opportuno implementare misure di informazione/prevenzione più efficaci. Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale 1. Toby Litovitz, Nicole Whitaker, Lynn Clark, et al Emerging Battery-Ingestion Hazard: Clinical Implications – Pediatrics. 2010; 125; 1168. 4. Toby Litovitz, Nicole Whitaker and Lynn Clark- Preventing Battery ingestions: an analysis of 8648 cases- Pediatrics. 2010; 125; 1178. 2. Consensus Statement sulle urgenze endoscopiche non emorragiche in età pediatrica – Progetto Airone – SIGENP 2008. 5. 3. Yanoh K, Yonemura Y. - Severe vaginal ulcerations secondary to insertion of an alkaline battery. - J Trauma. 2005 Feb; 58 (2): 410-2. James S. Reilly - Coin-size lithium batteries can cause serious injury, death in a matter of hours if swallowed - AP News. 2013; 34; 13. 6 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta Seminario tenuto al Convegno SIMEUP nel maggio 2012 a Genova L. Indinnimeo1, G. Rossi2, S. Renna3, R. Lorini4, S. Macciò5, S. Parmigiani6, A. Vitale7, M. Marasini8, G. Magnano9, S. Ruffoni10, A. Rimini8, A. Di Coste1, O. Sacco2, M. Magnani11, P. Gianiorio3, E. Lampugnani12, M. Mancardi13, M.S. Vari13, E. Capuano4, P. Di Pietro3 1 Dipartimento Integrato di Pediatria e NPI, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – 2UOC Pneumologia IRCCS “G. Gaslini”, Genova – 3DEA IRCCS “G. Gaslini”, Genova – 4Clinica Pediatrica Università di Genova – 5UOC Pediatria Ospedale Villa Scassi, Genova – 6UOC Pediatria Ospedale S. Andrea, La Spezia – 7UOC Pediatria Ospedale S. Giuseppe Moscati, Avellino 8 UOC Cardiologia IRCCS “G. Gaslini”, Genova – 9UOC Radiologia IRCCS “G. Gaslini”, Genova – 10Responsabile Centrale Operativa 118, Genova – 11Pediatra di Famiglia – 12Dipartimento Alta intensità di Cure IRCCS “G. Gaslini”, Genova – 13UOC Neuropsichiatria Infantile IRCCS “G. Gaslini”, Genova ANNO 8 - numero 2 rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 7 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta 8 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta ANNO 8 - numero 2 rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 9 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta 10 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta BAMBINO CON DISPNEA ACUTA A) ANAMNESI • Storia clinica pregressa e recente • Durata e caratteristiche dei sintomi • Sintomi clinici associati • Età del paziente • Presenza di eventi stressanti • Esposizioni ambientali • Farmaci D) DIAGNOSI DIFFERENZIALE • Corpo estraneo • Angioedema • Croup • Epiglottite • Traumi • Inalazione da tossici/lesioni da caustici B) ESAME OBIETTIVO • Osservazione pattern respiratorio (es. utilizzo mm accessori, reperti ascoltatori, etc.) • Monitoraggio parametri vitali • Valutazione pervietà delle vie aeree • Triage • Apparato cardiorespiratorio F) CAUSE CARDIOVASCOLARI • Cardiopatie congenite • Stenosi/Insufficienza valvolare • Aritmie • Cardiomiopatie • Miocardite/Pericardite • Versamento pericardico • Tamponamento • Embolia polmonare • Ipertensione polmonare • Malformazioni vascolari • Anelli vascolari E) CAUSE POLMONARI GRADIENTE A-a NORMALE • Anemia • Acidosi metabolica • Iperventilazione psicogena • Pleurite (può essere aumentato) • Pneumotorace molto piccolo Figura 1. Algoritmo esteso C) TEST DIAGNOSTICI • Pulsossimetria • Emogasanalisi con ossimetria • Emocromo, indici di flogosi, coagulazione • Funzionalità epatica, renale, ammonio, acido lattico, aminoacidemia, glicemia, dosaggio carbossiemoglobina, screening tossicologico • Rx torace, ecografia torace, drenaggi o toracentesi, endoscopia • ECG, ecocardiogramma • Sospetto patologia neurologica: rachicentesi, EEG GRADIENTE A-a AUMENTATO • Polmonite • Pleurite • Aspirazione • Pneumotorace • Asma G) CAUSE METABOLICHE H) CAUSE PSICOGENE I) CAUSE NEUROLOGICHE ARRIVO AL PS DEL BAMBINO CON DISPNEA Valutazione primaria • FR, FC, SaO2, Refill, PA, T°, AVPU • Modalità insorgenza, durata, 1° episodio/ricorrenza • Patologia di base Stabilizzazione • Disostruzione • RCP/Ventilazione • Accesso venoso • Valutare somministrazione O2 • Fluidi EV • Farmaci (beta2, adrenalina, inotropi) Si Trauma? No No Si Febbre? Si Completamento Anamnesi, E.O., segni clinici associati Si Paziente stabile? No Stridore/cambiamento di voce/disfagia? No Wheezing/Rantoli? Rumori polmonari? Si PTX ipertensivo Sospetto CE? No Volet costale Tamponamento cardiaco Lesione SNC Emorragia massiva Si No CE Epiglottite Croup Ascesso peritonsillare/ retrofaringeo Tracheite CE No Febbre/Stridore? Si Figura 2. Diagramma di flusso ANNO 8 - numero 2 Epiglottite Quadro acuto? Si Trauma (fisico, chimico, termico) Anafilassi CE No Si Febbre? No Si Ipertrofia tonsillare Disfunzione corde vocali Laringotracheomalacia Anomalie vie aeree Massa Ipocalcemia tetanica Causa psicogena Bronchiolite Polmonite (Vedi Tab.3) No Asma Bronchiolite Polmonite virale/atipica CE Aspirazione Atelettasia Anafilassi Polmonite da ipersensibilità FC BPD Massa mediastinica Malattia cardiaca RGE Immunodeficienza CE = corpo estraneo; PTX = pneumotorace; FC = fibrosi cistica; BPD = displasia broncopolmonare; SNC = sistema nervoso centrale; RGE = reflusso gastro esofageo rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 11 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta Dispnea Valutazione primaria - FR, FC, sat, Refill, PA, T°, AVPU - Modalità insorgenza - Durata - 1° episodio/ricorrenza - Patologia di base - Trauma NO Paziente stabile? SI Stabilizzazione - Disostruzione - RCP/ventilazione - Accesso venoso - Ossigeno - Fluidi EV - Farmaci (beta2, adrenalina, inotropi) Completamento anamnesi Esame obiettivo - segni e sintomi associati Dispnea inspiratoria Dispnea espiratoria Rumori respiratori Alterazione trasmissione respiro Laringite Epiglottide Ascesso retrofaringeo Tracheite batterica Disfunzione CV Corpo estraneo Asma Bronchiolite Corpo estraneo Disfunzione CV Polmonite/BPN Pleurite Versamento pleurico Atelettasia Edema polmonare PNX Massa Dolore Soffio cardiaco Alterazione ritmo Sfregamenti Pleurite PNX Pericardite Embolia polmonare Miocardite Pericardite Scompenso cardiaco Cardiopatia Avvelenamenti Età: elemento che orienta nel senso della prevalenza di patologia Febbre: elemento che orienta verso patologie ad eziologia prevalentemente infettiva e che connota di gravità gli altri segni/sintomi Emottisi Ingestione sangue (esofagonaso /orofaringe) TBC Infezioni polmonari Corpo estraneo Massa Alterazione sensorio Alterazioni ossee Astenia muscolare Habitus ansioso Encefalite Meningite Avvelenamento Massa Mielopatia Patologia metabolica Patologia neuromuscolare Alterazioni gabbia toracica Dispnea psicogena Cause più pericolose per la vita: - Corpo estraneo - Epiglottite - PNX iperteso - Tamponamento cardiaco Figura 3. Algoritmo semplificato 12 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta Esami procedure Patologia respiratoria Patologia cardiaca Patologia metabolica Patologia neurologica Emocromo Indici di flogosi EGA Imaging Endoscopia Drenaggio/toracentesi Emocromo Indici di flogosi e di emolisi Coagulazione con D-Dimero EGA ECG/Ecocardio Test iperossia Screening tossicologico Funzione epato-renale Ammonio Acido lattico EGA Aminoacidemia Screening tossicologico Rachicentesi EEG Imaging Screening tossicologico Figura 4. Algoritmo semplificato Cause di dispnea Nella tabella seguente si descrivono l’eziologia, i segni e sintomi, gli esami di laboratorio e strumentali e il trattamento delle possibili patologie delle vie aeree superiori e inferiori che possono essere causa di dispnea in età pediatrica. Tabella I. Dispnea in età pediatrica: considerazioni diagnostiche PATOLOGIE DELLE VIE AEREE SUPERIORI Patologia Eziologia Segni e sintomi Esami strumentali e di laboratorio Commenti/trattamento INFEZIONI Laringite epiglottica H. Influenzae. Stato tossico, febbre, dispnea á Leucociti (deviazione disfonica, voce rauca, cianosi, a sinistra), Rx laterale abbassamento di voce, scialorrea, del collo positivo. respirazione faticosa, epiglottide color rosso-ciliegia. Sta seduto con il collo proteso in avanti. Visualizzazione diretta della laringe ed intubazione, meglio se in sala operatoria; antibiotici. Croup (tracheo-laringo - bronchite) Virus: parainfluenzale, respiratorio sinciziale. Stridore inspiratorio, voce roca, tosse croup, respirazione variabilmente faticosa. Leucociti variabili, Rx laterale del collo negativo. Aria umida fresca; necessità di far inalare adrenalina nebulizzata/ budesonide nebulizzata. Gli steroidi sistemici sono controversi. Ascesso peritonsillare Str. ß haemoliticus Gruppo A. Febbre forte, mal di gola, stridore inspiratorio tardivo, scialorrea, disfagia, spostamento delle tonsille, massa retro faringea, testa reclinata verso il lato affetto. á Leucociti. Ampicillina protetta; drenaggio. Ascesso retrofaringeo / esofageo S. aureus, Str. ß haemoliticus Gruppo A. V. ascesso peritonsillare. Possibile opistotono. á Leucociti, Rx laterale del collo positivo. Glicopeptide, incisione e drenaggio chirurgico; generalmente bambino < 3 anni. Tracheite batterica S. aureus. Febbre alta, stato tossico, stridore inspiratorio, tosse metallica, non risponde alla terapia per il croup. á Leucociti (deviazione a sinistra). Glicopeptide. Può essere necessaria intubazione per rimuovere le secrezioni dense. Difterite C. difteriae. Tossico, febbricola, membrane, voce roca. Coltura. Storia di esposizione; paziente non immunizzato; antitossina e penicillina. ANNO 8 - numero 2 rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 13 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta PATOLOGIE DELLE VIE AEREE SUPERIORI Patologia Eziologia Segni e sintomi Esami strumentali e di laboratorio Commenti/trattamento Rx torace (in posizione inspiratoria o espiratoria) e del collo: corpo estraneo, mediastino allargato; reperti variabili a seconda della localizzazione. Percussione con 5 pacche nella zona interscapolare alternate con 5 compressioni toraciche sotto l’anno. Manovra di Heimlich oltre l’anno. Rimozione meccanica, via aerea chirurgica. TRAUMI Corpo estraneo (faringe, laringe, trachea, esofago) Aspirazione di L’anamnesi riflette il livello vegetali o di oggetti dell’ostruzione, stridore inspiratorio vari. o espiratorio, cianosi, respirazione faticosa, sibilo, arresto respiratorio variabile. Lesioni del collo Storia e sintomi di trauma, instabilità del collo, stridore laringeo variabile. Stabilizzazione delle vie aeree e del Colonna cervicale normale, ricercare i segni collo. Eventuale tracheoscopia. di lesione laringea. Acuta o cronica, cambiamento della voce, stridore inspiratorio, distress respiratorio. Laringoscopia diretta. Paralisi delle corde vocali Congenita, traumatica, iatrogena. Se acuta, intubazione, o via aerea chirurgica. Stenosi sottoglottica Trauma della glottide, Distress respiratorio spesso insidioso; Laringoscopia diretta. es. da intubazione; può essere aggravato da infezioni raramente congenito. respiratorie. Angioma. Ci può essere necessità di via aerea chirurgica. Anelli vascolari Membrane o polipi laringei Micrognatia (Pierre Robin) Macroglossia (ipotiroidismo) Congeniti o acquisiti. Stridore inspiratorio o espiratorio cronico, distress respiratorio variabile (o entrambi), sibili. Approccio medico o chirurgico alla patologia di base. Tracheomalacia Collasso anomalo dell’area sopraglottica. Stridore espiratorio. Laringomalacia Trachea floscia. Stridore inspiratorio. Pseudocroup Esposizione ad agenti irritanti e sensibilizzanti. Rapido esordio dello stridore inspiratorio, tosse croupy, respirazione faticosa variabile. Aria fredda umida; nebulizzazioni di adrenalina. Edema angioneurotico Risposta allergica, ereditario. Rapido esordio dopo il pasto, puntura d’ape, esposizioni ambientali. Sostegno delle vie aeree, adrenalina, ecc.. Carcinoma, Progressione insidiosa dello stridore. teratoma, emangioma, polipo. Valutazione radiologica e chirurgica. CAUSE CONGENITE Laringoscopia/ Broncoscopia. Possibile necessità di ossigeno fino alla stabilizzazione con controllo ossimetria: generalmente si risolve spontaneamente; possono esserci problemi con l’alimentazione. CAUSE ALLERGICHE NEOPLASIE Trachea, laringe, esofago, collo 14 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta PATOLOGIE DELLE VIE AEREE INFERIORI Patologia Eziologia Segni e sintomi Esami strumentali e di laboratorio Commenti/trattamento Polmonite Virale Batterica; Str. pneumoniae, H. influenzae Altri. Febbre, recente esordio della tachipnea, tosse, rumori respiratori diseguali o ronchi, dolore toracico variabile. Leucociti variabili; Rx torace: infiltrati; emocoltura (se stato tossico). Antibiotici, se opportuno. Bronchiolite Virale: V. parainfluenzale, respiratoriosinciziale, Rhinovirus. Febbre variabile, molto tachipnoico, non stato tossico, sibili, cianosi variabile, rumori umidi. Rx torace: iperespansione, infiltrati variabili. Sostegno: idratazione, ossigeno, nebulizzazione di adrenergici (adrenalina-salbutamolo), soluzione salina ipertonica al 3%. Versamento pleurico Infezioni (virali o batteriche); ICC, s.nefrosica, insufficienza epatica. Non febbre, tachipnea con rumori respiratori diseguali, dolore toracico variabile. Rx torace (anche in decubito laterale), ecografia (versamento corpuscolato/quantità). Può richiedere l’aspirazione. Empiema S. Aureus. Febbre, stato tossico, tachipnea, dolore variabile, rumori respiratori diseguali. Rx torace, colture del liquido, emocoltura, ecografia torace. Toracentesi diagnostica, poi drenaggio chiuso e antibiotici. Insuffucienza cardiaca congestizia Cardiopatie congenite o acquisite. Stancabilità, anoressia, tosse, ortopnea, rantoli alle basi, edemi declivi. Rx torace, ECG, Emogas, Ecocardiodoppler. Diuretici, ossigeno, SI, consulenza cardiologica. Edema polmonare Patologia cardiaca, epatica, renale e vascolare. Tachipnea, rantoli alle basi, stancabilità, tosse, ortopnea, sibili espiratori. Rx torace, proteinemia, azotemia, SGOT, elettroliti, es. urine. Valutare organi coinvolti, diuretici. Embolia polmonare Alterazione della coagulazione, traumi, pillola anticoncezionale. Tachipnea, emottisi, dolore toracico, febbre variabile. D-Dimero, Rx torace, Emogas, ventilazione/ perfusione. Immediata terapia anticoagulante. Policitemia Patologia cardiaca, epatica, renale, Hb anomala. Pletora. Emocromo con indici eritrocitari. Consulenza ematologica; può essere necessaria l’exsanguinotrasfusione parziale. Anemia Pallore, facile stancabilità, scarsa â Produzione tolleranza allo sforzo, tachicardia, o á perdite; insufficienza ad alta ittero. gittata. Emocromo con indici eritrocitari, reticolociti, test di Coombs diretto, emogruppo. Consulenza ematologica, trasfusione. INFEZIONI CAUSE VASCOLARI CAUSE ALLERGICHE Asma Esposizioni ad agenti irritanti o sensibilizzanti; infezioni, stress emotivi. Esordio insidioso o rapido della tachipnea, sibili, tosse. ß2-agonisti per via inalatoria, steroidi, ossigeno. Anafilassi Esposizione ad agenti sensibilizzanti. Rapido esordio dello stridore, distress Rx torace, respiratorio, sibili, Emogasanalisi. tachipnea, orticaria, angioedema, sintomi gastrointestinali, neurologici, shock. Allontanamento agente sensibilizzante; ß2-agonisti, antistaminici, (anafilassi lievemoderata). Adrenalina i.m./ev (anafilassi grave). ANNO 8 - numero 2 rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 15 Approccio diagnostico al paziente pediatrico con dispnea acuta PATOLOGIE DELLE VIE AEREE INFERIORI Patologia Eziologia Segni e sintomi Esami strumentali e di laboratorio Commenti/trattamento Corpo estraneo (bronchiale) Sostanze vegetali o oggetti. Storia, tosse, sibili, rumori respiratori asimmetrici. Rx torace: in inspirazione ed in espirazione; fluoroscopia. Broncoscopia. Pneumotorace Ferite al torace, spontaneo. Tachipnea, dolore toracico, rumori respiratori asimmetrici. Rx torace, ecografia torace. Aspirazione con ago, drenaggio toracico. Autosomica recessiva, razza caucasica. Malattia polmonare progressiva (emottisi, atelectasie, pneumotorace, patologia polmonare ostruttiva, infezioni ricorrenti); scarso accrescimento, problemi GI (steatorrea, pancreatite, prolasso rettale), iponatremia. Rx torace, test del sudore. Consulenza pneumologica. Malattia polmonare progressiva. Rx torace. Consulenza oncologica. Malattia polmonare progressiva, ipoventilazione secondaria. Rx torace, Emogas, test di funzionalità respiratoria. Consulenze neurologica e neuromuscolare, pneumologica, ortopedica. TRAUMI CAUSE CONGENITE Fibrosi cistica NEOPLASIE CAUSE DEGENERATIVE Cifoscoliosi, malattie Multipla. progressive del SNC Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale 1. Allen HD, Driscoll DJ, Shaddy RE, et al. Moss and Adams’ Heart Disease in Infants, Children, and Adolescents: Including the Fetus and Young Adults. Edited by Lippincott Williams & Wilkins, 7th Edition, 2008. 2. Dahlem P, Van Aalderen WM, Bos AP. Pediatric acute lung injury. Paediatr Respir Rev 2007; 8 (4): 348-62. 3. Frye AD. Acute lung injury and acute respiratory distress syndrome in the pediatric patient. Crit Care Nurs Clin North Am 2005; 17 (4): 311-8. 4. Hsu DT, Pearson GD. Heart failure in children: part I: history, etiology, and pathophysiology. Circ Heart Fail 2009; 2 (1): 63-70. 5. Hsu DT, Pearson GD. Heart Failure in Children part II: diagnosis, treatment, and future directions. Circ Heart Fail 2009; 2 (5): 490-8. 6. Law YM, Hoyer AW, Reller MD, et al. Accuracy of plasma B-type natriuretic peptide to diagnose significant cardiovascular disease in children: the Better Not Pout Children! Study. J Am Coll Cardiol 2009; 54 (15): 1467-75. 7. Mower WR, Sachs C, Nicklin EL, et al. Pulse oximetry as a fifth pediatric vital sign. Pediatrics 1997; 99 (5): 681-6. 16 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA 8. Niggemann B. How to diagnose psychogenic and functional breathing disorders in children and adolescent. Pediatr Allergy Immunol 2010; 21 (6): 895-9. 9. Prabhakaran P. Acute respiratory distress syndrome. Indian Pediatr 2010; 47 (10): 861-8. 10. Thomas P. “I can’t breathe” – assessment and emergency management of acute dyspnoea. Aust Fam Physician 2005; 34 (7): 523-9. 11. Timmons O. Infection in pediatric acute respiratory distress syndrome. Semin Pediatr Infect Dis 2006; 17 (2): 65-71. 12. Weinberger M, Abu-Hasan M. Assessment and management of fatigue and dyspnea in pediatric palliative care. Pediatr Clin North Am 2007; 54 (5): 735-56. 13. Weinberger M, Abu-Hasan M. Pediatric respiratory diseases: 2011 update for the Rogers’ Textbook of Pediatric Intensive Care. Pediatric Crit Care Med 2011; 12 (3): 325-38. 14. Weinberger M, Abu-Hasan M. Pseudo-asthma: when cough, wheezing, and dyspnea are not asthma. Pediatrics 2007; 120 (4): 855-64. ANNO 8 - numero 2 CASE REPORT Una rara causa di dispnea: quando tutto diventa emergenza F. Gallarotti1, V. De Donno1, R. Lerda2, G. Pomero3, A. Talenti4, M. Chiossi1 ASO S. Croce e Carle Cuneo - 1Pediatria, 2Anestesia e Rianimazione, 3Terapia Intensiva Neonatale, 4Radiologia Introduzione La dispnea costituisce sempre un’emergenza che si può complicare in senso clinico ma anche gestionale, con una serie di problemi associati quando si verifica in un bambino piccolo, preceduta da sintomi a carico di apparati differenti da quello respiratorio e perciò confondenti dal punto di vista interpretativo anche nell’attribuzione di un preciso atteggiamento terapeutico. Ma la problematicità del caso risulta aggravata quando esso si verifica in un centro relativamente lontano da un ospedale pediatrico, implicando delle problematiche di stabilizzazione e trasporto che possono risultare di soluzione non facile e immediata. Infine, un ulteriore motivo di complessità è rappresentato dalla causa di dispnea e dal suo trattamento. Il caso che viene discusso è emblematico, in quanto è costituito dalla somma di tutti gli elementi sopra riportati e vuole anche riflettere, pur nella rarità della patologia alla base del caso, una quotidianità di impegno in un Pronto Soccorso Pediatrico (PSP) in un Ospedale Generale. Caso clinico La paziente di due anni e quattro mesi e del peso di kg 10 viene trasportata dal 118 al PSP dell’Ospedale S. Croce di Cuneo per un episodio sincopale avvenuto a domicilio circa 1 ora prima dell’arrivo e preceduto da vomiti con alvo chiuso a feci e gas dal giorno precedente. In anamnesi risulta un precedente ANNO 8 - numero 2 episodio di gastroenterite con risoluzione in 24 ore in corso di terapia reidratante, trattato in degenza temporanea nello stesso PSP circa 40 giorni prima del nuovo accesso. In quell’occasione i genitori avevano segnalato una non meglio precisata malformazione vista all’ecografia in corso di gravidanza e non più riscontrata a un controllo successivo; per tale motivo, nel corso della stessa degenza temporanea veniva ripetuta un’ecografia addominale che non riportava alcun elemento patologico. A parte ciò i dati riguardanti la nascita, il periodo post-natale e l’anamnesi patologica prossima non offrono informazioni di rilievo in grado di poter orientare verso una patologia precedente il nuovo ricorso al PSP. All’arrivo in PS i segni vitali sono: PA 118/72 mmHg; FC 210/min; T 37,5°C; Saturazione 98% in aria ambiente; dal punto di vista obiettivo la paziente si presenta vigile, sofferente, lamentosa con conati di vomito durante la visita e dolore addominale di tipo crampiforme. Viene, quindi, eseguito clistere di pulizia che determina fuoriuscita di abbondanti feci e gas ma non la risoluzione del quadro di dolore addominale che persiste sostanzialmente invariato. All’auscultazione del torace viene percepita una ridotta trasmissione del respiro con rumori apparentemente umidi e di timbro peculiare a sinistra mentre a destra la trasmissione del respiro sembra nella norma. È presente distress respiratorio. All’auscultazione addominale vi sono scarsi borborigmi presenti in quadro di apparentemente diffuso meteorismo intestinale. Non vengono riscontrati segni neuropatologici. rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 17 Una rara causa di dispnea: quando tutto diventa emergenza La sintomatologia di non facile interpretazione in prima battuta presentata dalla paziente ha fatto sì che venisse richiesta una valutazione radiologica quanto più possibile completa e includente: 1) Ecografia dell’addome, risultata negativa salvo per il riscontro di un film liquido pericolecistico, 2) Rx del torace con richiesta di inclusione anche dell’addome visto il forte sospetto di addome acuto. Le immagini ottenute attraverso Rx torace-addome hanno dimostrato che i due terzi inferiori dell’emitorace sn risultano occupati da una struttura a contenuto aereo a pareti nette riferibile in prima ipotesi a stomaco mal ruotato. A livello del terzo superiore dell’emitorace omolaterale non appare osservabile trama polmonare e si osserva, inoltre, modesto versamento pleurico con livello idroaereo; il reperto è riferibile in prima ipotesi a idropnx. L’ombra mediastinica appare dislocata controlateralmente. Si consiglia approfondimento diagnostico per mezzo di TC (Figure 1 e 2). Un’ulteriore precisazione è stata effettuata con TAC del torace nel cui referto viene riportato che a sinistra si conferma la risalita nei due terzi inferiori del torace verosimilmente dello stomaco. Si conferma la presenza di pneumotorace disposto anteriormente a paziente in posizione supina. Si conferma la presenza di versamento pleurico e la dislocazione controlaterale del mediastino. Appare riconoscibile scarso parenchima polmonare parzialmente addensato per verosimile collasso e possibile ipoplasia preesistente. Modesto versamento pleurico anche a destra (Figura 3 A, B e C). A questo punto è stata richiesta la consulenza del rianimatore e del neonatologo intensivista per stabilire le modalità di ventilazione nel corso del trasporto protetto verso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino che avviene dopo aver posizionato un sondino naso gastrico, un accesso venoso periferico e gli esami preoperatori richiesti dai chirurghi dell’ospedale di riferimento. La paziente è stata trasportata in ambulanza con supplementazione di O2 per via pronges nasali. I due terzi inferiori dell’emitorace sn risultano occupati da una struttura a contenuto aereo a pareti nette riferibile in prima ipotesi a stomaco mal ruotato. A livello del terzo superiore dell’emitorace omolaterale non appare osservabile trama polmonare e si osserva, inoltre, modesto versamento pleurico con livello idroaereo; il reperto è riferibile in prima ipotesi a idropnx. L’ombra mediastinica appare dislocata controlateralmente. Si consiglia approfondimento diagnostico per mezzo di TC. Figure 1 e 2. RX torace - addome 18 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Una rara causa di dispnea: quando tutto diventa emergenza A B C A sinistra si conferma la risalita nei due terzi inferiori del torace verosimilmente dello stomaco. Si conferma la presenza di pneumotorace disposto anteriormente a paziente supina. Si conferma la presenza di versamento pleurico e la dislocazione controlaterale del mediastino. Appare riconoscibile scarso parenchima polmonare parzialmente addensato per verosimile collasso e possibile ipoplasia preesistente. Modesto versamento pleurico anche a destra. Figura 3 A, B e C. TAC torace - addome Discussione Il caso clinico permette di fare luce su una patologia che, a torto, si ritiene essere sempre di pertinenza delle prime ore di vita o dei primi giorni di vita, dopo che generalmente è stata individuata nel corso delle ecografie morfologiche che vengono svolte in gravidanza. La definizione accettata è quella di una forma di ernia diaframmatica congenita diagnosticata dopo il periodo neonatale a causa di sintomi iniziali dopo quell’età. La presentazione tardiva dell’ernia diaframmatica congenita, infatti, riguarda una percentuale di casi che varia dal 5 al 25% e fino al 45% di tutte le ernie diaframmatiche(1, 2). Ma la rarità di questa patologia può essere meglio apprezzata se si pensa a una casistica di 7 pazienti operati per questo motivo in 30 anni(2) oppure ai 30 pazienti individuati nel corso di 10 anni in una singola istituzione(3). Gli elementi di maggior interesse riguardano ancora le caratteristiche demografiche per la distribuzione di genere con un rapporto maschi/femmine di 2:1 e d’età, essendo la fascia d’età tra 1 e 5 anni la seconda per numero di casi(1). La correlazione tra la sede d’erniazione e la fascia d’età corrisponde poi a una maggioranza di pazienti tra 1 e 5 anni in cui il lato sinistro risulta maggiormente colpito(1). Su questa base di complessiva rarità di patologia, come riferito dalla letteratura, il caso della nostra paziente si colloca così tra quelli con incidenza meno frequente. La sintomatologia all’esordio viene definita in lette- ANNO 8 - numero 2 ratura come acuta o cronica, con la possibilità di casi asintomatici in cui la diagnosi avviene in modo del tutto occasionale. La presentazione acuta corrisponde a sintomi a carico dell’apparato digerente, di quello respiratorio o mista. In modo significativo l’esordio acuto viene messo in correlazione all’81% con la localizzazione sinistra. Nella nostra paziente si è trattato di sintomatologia mista respiratoria, genericamente definita come dispnea e gastrointestinale, suggestiva di un’occlusione intestinale in buon accordo con quanto riferito nei diversi lavori(3). Ma difficilmente solo sulla base della clinica sarebbe stato possibile porre il sospetto della patologia. Nel nostro caso è stato determinante il ruolo della radiologia tradizionale che ha permesso di far diagnosi. Tuttavia le immagini tradizionali possono prestarsi a interpretazioni non univoche che, portando a una diagnosi sbagliata, conducono a situazioni di estrema gravità. In questo senso l’errore più frequente è quello di identificare un pneumotorace con posizionamento di tubo di drenaggio(4). In effetti la prima ipotesi diagnostica è stata proprio di un pneumotorace per cui è risultato importante eseguire le immagini TC del torace che hanno permesso di giungere a una diagnosi complessa. Inoltre, va fatto rilevare che la diagnostica per immagini può essere del tutto normale in fasi antecedenti l’esordio della sintomatologia(1) per rimarcare la complessità di questa malattia e allo stesso tempo spiegare la negatività dell’ecografia eseguita alla paziente 40 giorni prima dell’esordio. Peraltro, rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 19 Una rara causa di dispnea: quando tutto diventa emergenza nel corso dello stesso episodio in cui è stata fatta diagnosi, l’ecografia addominale eseguita non ha dimostrato alterazioni riferibili a risalita dello stomaco, dimostrandosi tecnica non del tutto affidabile almeno in questo contesto. Una volta stabilita la diagnosi, la problematica successiva è stata trasportare la paziente. La distanza di circa 80 km nello specifico e di circa 1 ora e 30 minuti di tempo di percorrenza è stata coperta in ambulanza dopo aver scartato la possibilità di trasporto per elicottero per i rischi di decompressione del mezzo, in quanto deve essere evitato in ogni modo il baro trauma. In letteratura le modalità terapeutiche vengono riferite soprattutto agli aspetti chirurgici, che sono quelli risolutivi, riflettendo l’origine dei dati e della ricerca. Il punto di vista pediatrico è, invece, quello di intervenire sulle manifestazioni cliniche in circostanze che chiaramente sono riferibili a una situazione di periarresto. Nel caso particolare la modalità di ventilazione con pallone di Ambu e maschera va evitata(5) e così bisogna sincerarsi di impiegare una tecnica di ventilazione “gentile”, ottimizzando la strategia di ventilazione(6). Nel nostro caso la paziente è stata stabile dal punto di vista respiratorio, sia durante la degenza che durante il trasporto, con O2 somministrato per pron- ges nasali a 0,5 L/Min. Modalità di trattamento dell’ipoossigenzione come Extra-Corporeal Membrane Oxigenation (ECMO) o High-Frequency Oscillatory Ventilation (HFOV), che vengono consigliate in condizioni critiche, non sono utilizzabili per un trasporto in emergenza su di un paziente dalle caratteristiche cliniche piuttosto peculiari. Piuttosto interessante e alla portata di tutti, risulta, invece, il posizionamento di un sondino naso-gastrico con aspirazione intermittente al fine di ridurre l’intrappolamento d’aria e di liquidi all’interno dei visceri erniati e comprimenti il polmone(7). Conclusioni Il caso che abbiamo presentato è effettivamente complesso ed è stato analizzato solo dal punto di vista del medico che si trova ad affrontare una problematica rara che si presenta con una serie di elementi associati, fortemente condizionanti l’atteggiamento gestionale e terapeutico. Per giungere a conclusioni circa le scelte terapeutiche prese, occorrerebbe poter disporre di casistiche più ampie nelle quali fossero individuate quelle questioni a cui abbiamo accennato e che abbiamo cercato di risolvere nel breve tempo concesso dall’emergenza. Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale 1. Bagdaj M. Late-presenting congenital diaphragmatic hernia in children: a clinical spectrum. Pediatr Surg Int. 2004; 20: 659-669. 5. Pober BR, Russel MK, Ackerman KG Congenital Diaphragmatic hernia Overview NCBI Bookshelf pag 1-22, Gene Reviews. 2. Kim DJ, Chung JH Late presenting Congenital Diaphragmatic Hernia in Children: the Experience of Single Institution in Korea. Yonsei Med J. 2013; 54:1143-1148. 6. 3. Baerg J, Kanthimathinathan V, Gollin G. Late -presenting congenital diaphragmatic hernia: diagnostic pitfalls and outcome. Hernia. 2012; 16: 461-466. Van den Hout L, Sluiter I, Gischler S, De Klein A, Rottier R, Ijsselstijn H, Reiss I, Tibboel D Can we improve outcome of congenital diaphragmatic hernia. Ped Surg Int. 2009; 25: 733-743. 7. Shandling B Diaphragmatic hernia in Peritoneum and allied strucures sec. 13103 pag 1032-1033. Nelson textbook of Pediatrics.14 ed. 1992. 4. Mei-Zahav M, Solomon M, Trachsel D, Langer JC. Bochdalek diaphragmatic hernia: not only a neonatal disease. Arch Dis Child. 2003; 88: 532-535. 20 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Le urgenze midollari non traumatiche in età pediatrica T. Giacomini1, A. Rossi2, M.M. Mancardi1, S. Renna3 1 U.O. Neuropsichiatria Infantile, 2U.O. Neuroradiologia, 3DEA - IRCCS G. Gaslini, Genova Premesse Il midollo spinale per le sue caratteristiche anatomofisiologiche presenta un’estrema vulnerabilità al danno ischemico. La sofferenza acuta/subacuta del midollo spinale costituisce, pertanto, una condizione di emergenza, poiché un ritardo nella diagnosi e, quindi, nel trattamento può comportare danni irreversibili e gravemente invalidanti. Il riconoscimento precoce in questi casi è il principale fattore che condiziona la prognosi e la RM del midollo spinale rappresenta il gold standard diagnostico. Avviare un trattamento empirico è soprattutto giustificato se si sospetta una patologia tumorale o infettiva, laddove non sia praticabile l’esecuzione di una RM in urgenza per la conferma dell’ipotesi diagnostica(1, 2). Il quadro clinico della compressione midollare acuta/ subacuta è, peraltro, indistinguibile da quello di altre eziopatogenesi (es. infiammatorie) e, pertanto, qualsiasi quadro acuto di pertinenza midollare va considerato alla stregua di una patologia compressiva fino a prova contraria. Eziologia Le possibili cause di mielopatie a esordio acuto/subacuto in età pediatrica si possono suddividere a seconda che la sintomatologia insorga nell’ordine di alcuni minuti-ore (cause traumatiche/vascolari) oppure di alcune ore/giorni (eziologie compressive tumorali e non e cause infettivo/infiammatorie). Per quanto riguarda i tumori si possono suddividere a seconda della localizzazione in: ANNO 8 - numero 2 • extradurali: prevalentemente neuroblastoma, sarcoma di Ewing, rabdomiosarcoma, linfoma, leucemia; • intradurali: prevalentemente medulloblastoma, astrocitoma, glioma. Approccio diagnostico-terapeutico in regime di urgenza Quando si sospetta la presenza di una patologia acuta/subacuta di pertinenza midollare, la raccolta anamnestica deve essere orientata alla valutazione di: • segni e sintomi di pertinenza midollare; • modalità di esordio della sintomatologia (acuta/ subacuta) e della sua evoluzione nel tempo; • fatti antecedenti l’insorgenza dei sintomi con particolare attenzione a traumi, infezioni, anamnesi positiva per neoplasie; • patologie croniche di base associate; • eventuali modificazioni della sintomatologia in risposta alla somministrazione di farmaci. Costituiscono segni e sintomi di allarme da ricercare all’esame obiettivo: 1) il dolore acuto/subacuto localizzato o irradiato al rachide o radicolare. Rappresenta generalmente il sintomo d’esordio o comunque uno dei sintomi precoci (nell’80% dei casi), soprattutto per quanto riguarda le patologie compressive. I movimenti e la tosse possono esacerbare o peggiorare il dolore che spesso può svegliare il bambino di notte. Il dolore è prevalentemente urente o a scarica elettrica diffusa lungo il rachide sia nei movimenti del capo, rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 21 Le urgenze midollari non traumatiche in età pediatrica sia in seguito a flessione passiva del capo da parte dell’esaminatore (segno di Lhermitte). Quando è a distribuzione radicolare, può essere accompagnato da iporeflessia tendinea, deficit motori, disturbi sensitivi in corrispondenza dell’area delle radici nervose danneggiate. N.B.: il dolore riferito (per esempio: metastasi vertebrali localizzate in L1 che causano dolore in regione sacroiliaca) può essere un falso segno di localizzazione della lesione. 2) L’ipostenia correlata a ipotonia con o senza ipo/areflessia e con una possibile rapida evoluzione in ipertonia, iperreflessia, clono e Babinski positivo. Tipicamente in questi casi l’ipostenia è meno evidente a paziente supino e alle prove di forza segmentali. In caso di sofferenza del midollo cervicale si può verificare quadriplegia con compromissione dei muscoli respiratori e dispnea/insufficienza ventilatoria. L’astenia e i deficit motori sono il secondo sintomo come frequenza. 3) Le turbe della deambulazione possono essere rappresentate da trascinamento dei piedi, inciampo, fino a impossibilità a deambulare o a mantenere la postura eretta. 4) I disturbi della sensibilità possono aiutare nella discriminazione del livello lesionale. Una lesione del tratto spino-talamico provoca ipoestesia termica, tattile o dolorifica, mentre una lesione dei cordoni posteriori è evidenziata da ipoestesia delle sensibilità profonde. Spesso però sono difficilmente valutabili e discriminabili in età pediatrica. 5) I disturbi autonomici si presentano come turbe della sudorazione, delle risposte vasomotorie, del controllo sfinterico con ritenzione o perdita del controllo per urine e feci e nel danno acuto grave con ipotensione. Insorgono tardivamente nel 60% dei pazienti e si associano a una prognosi sfavorevole. Non sempre sono facilmente valutabili in età pediatrica (specie nel bambino piccolo). 6) I disturbi della motilità del rachide si presentano solitamente come rigidità del rachide con difficoltà alla flessione anteriore della colonna, talora associata a scoliosi o torcicollo antalgici. Nei bambini pre-verbali e in particolare in quelli che non hanno ancora acquisito la deambulazione prima dell’insorgenza della sintomatologia, bisogna prestare maggiore attenzione al dolore come sintomo principale (anche se non strettamente riferito al rachide) e al rifiuto del carico. L’esame diagnostico dirimente è costituito dalla RM del rachide. La puntura lombare non è raccomandata se non in casi fortemente evocativi di patologie infettivo-infiammatorie; è tuttavia indagine essenziale nell’iter diagnostico, qualora la 22 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA RM indichi una problematica in tale ambito. L’indicazione alla RM del rachide in urgenza è data da dolore al rachide o radicolare acuto intenso o se associato a ipostenia ingravescente non altrimenti spiegata, con o senza altri sintomi di sospetta patologia midollare e, nel bambino pre-verbale, da sintomatologia algica non spiegata, associata a rifiuto del carico o perdita della deambulazione. In caso di sintomatologia acuta/subacuta, isolata, di possibile pertinenza midollare come turbe dell’andatura, deficit sensitivi, deficit autonomici e/o sfinterici e rigidità del rachide, l’indicazione a eseguire in urgenza un’indagine RM deve essere valutata da caso a caso, con particolare attenzione soprattutto ai dati anamnestici oltre che a quelli clinici. In figura 1, si propone un percorso diagnostico. Se la RM non è disponibile in urgenza e sussiste un significativo sospetto clinico di patologia neoplastica, è indicato l’avvio di corticosteroidi ad alte dosi, finché non sarà possibile ottenere una conferma diagnostica. Se sono presenti segni di infezione, bisogna avviare terapia antibiotica successivamente a esecuzione di emocolture (agenti eziologici più frequenti: Stafilococchi MRSA e non, Streptococchi e anche Gram negativi, in caso di anamnesi positiva per recenti interventi neurochirurgici)(1). Il beneficio dei corticosteroidi per quanto riguarda l’outcome funzionale motorio è stato dimostrato da modelli sperimentali: riducono l’edema e migliorano in modo significativo, anche se transitorio, la funzione neurologica, mentre in letteratura non c’è accordo sul prolungamento della sopravvivenza. Sulla posologia non c’è un consenso generale: solitamente si utilizzano desametasone (0,4 mg/kg ogni 12 ore e.v.) oppure metilprednisolone ad alte dosi (30 mg/kg/die in bolo)(1,3). Se è disponibile la RM midollo in urgenza e si ottiene una conferma diagnostica di compressione da causa neoplastica, è indicato trattamento specifico (con radio/chemioterapia o exeresi chirurgica a seconda dei casi) e avvio, comunque, di corticosteroidi ad alte dosi nella fase che precede il trattamento, previo parere oncologico(3,4). Anche nel caso di erniazione discale acuta o di patologie a eziologia infiammatoria quali la mielite trasversa, la terapia elettiva è generalmente costituita nella fase acuta da corticosteroidi ad alte dosi(1, 5). Per quanto riguarda l’ematoma spinale (da malformazioni artero-venose o coagulopatie), esistono controversie sulle tempistiche di intervento(6). Nel caso di eziologia infettiva, i corticosteroidi possono essere utilizzati durante il trattamento per ridurre l’edema, se la localizzazione è intramidollare(1). In figura 2, viene indicato un algoritmo clinico postRM. ANNO 8 - numero 2 Le urgenze midollari non traumatiche in età pediatrica Accesso in PS per sintomatologia acuta o subacuta caratterizzata da: • Dolore al rachide/radicolare • Ipostenia, disturbo deambulazione, rifiuto carico • Disturbo sensibilità; turbe autonomiche; rigidità del rachide PEDIATRA: Anamnesi – Esame obiettivo e neurologico Ricerca e definizione dei segni e sintomi sospetti per disfunzione midollare acuta/subacuta, valutazione della modalità di insorgenza e dell’evoluzione temporale à sospetto di mielopatia acuta/subacuta Richiesta urgente di valutazione specialistica NPI o NCH (se c’è un pregresso trauma) Anamnesi ed esame obiettivo indirizzano verso patologie non neurologiche Approfondimenti strumentali e/o consulenze specialistiche in altri ambiti, ad esempio: - Valutazione ortopedica - Eco anche - Eco addome - Ematochimici con indici di flogosi - .................... Se conferma del dubbio clinico di compromissione midollare à RM rachide urgente Figura 1. Percorso diagnostico RM rachide urgente Evidenza di anomalie strutturali o masse à Consulenza NCH urgente se non ancora effettuata Da valutare trattamento con metilprednisolone ev Figura 2. Algoritmo clinico post-RM 1° Caso clinico Maschio di 13 mesi, portato in Pronto Soccorso per “dolori addominali e rifiuto di camminare” da circa 2 settimane. In altro Ospedale: ricovero con esami ANNO 8 - numero 2 Non evidenza di anomalie strutturali/masse o alterazioni di segnale compatibili con patologie infiammatorie: rivalutazione clinica e specialistica a seconda dei casi, formulazione di nuovo sospetto diagnostico Da valutare caso per caso: - Puntura lombare con richiesta di bande oligoclonali e virus neurotropi; considerare la possibilità di mielopatia infiammatoria all’esordio a liquor negativo (ripetere PL dopo 2-7 giorni) - Elettrofisiologia - RM encefalo - Eventuali altre consulenze e/o approfondimenti con tempistica programmabile ematochimici, ecografia addominale, ecografia articolare risultate negative. In Pronto Soccorso: valutato come codice verde, FLACC 3, vigile, irritabile, pianto difficilmente consolabile, nulla di obiettivabile rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 23 Le urgenze midollari non traumatiche in età pediatrica a carico di vari organi e apparati, trofismo e stenia conservati (visitato sdraiato sul lettino), ROT di difficile evocazione (non collaborante), mantiene la posizione seduta autonoma, posto in stazione eretta deambula sulle punte per pochi passi e arresta la marcia con pianto (sospetto dolore). Viene somministrata terapia antalgica e disposto ricovero presso l’U.O. di Medicina d’Urgenza. Il giorno successivo è stata eseguita RM encefalo-midollo (oltre che Rx torace, valutazioni neurologica e ortopedica) che ha evidenziato una lesione neoplastica intramidollare (Figure 3 e 4). 2° Caso clinico Maschio di 11 mesi, portato in Pronto Soccorso perché “rifiuta di camminare” da 3 giorni (in un al- tro Ospedale, eseguita ecografia articolare delle anche con riscontro di ispessimento capsulo-sinoviale dell’anca destra; somministrata, inoltre, terapia antidolorifica con FANS senza beneficio). In Pronto Soccorso: valutato come codice verde, FLACC 3, vigile, reattivo, temperatura di 37,5°C, molto agitato durante la visita, modesta rigidità nucale; rifiuta di assumere la posizione eretta; non chiari deficit neurologici, ROT normali, nulla di obiettivabile a carico di vari organi e apparati. Durante la visita, evacuazione e minzione contemporanei. Si richiedevano visita neurologica, RM encefalo e rachide e veniva disposto ricovero presso l’U.O. di Medicina d’Urgenza. Alla RM, riscontro di massa neoplastica toracica con compressione midollare (Neuroblastoma), figure 5 e 6. Figure 3 e 4. RM encefalo-midollo 24 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Le urgenze midollari non traumatiche in età pediatrica Figure 5 e 6. RM encefalo-rachide Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale 1. 2. 3. O’Phelan KH, Bunney EB, Weingart SD, Smith WS. Emergency Neurological Life Support: Spinal Cord Compression (SCC). Neurocrit Care. 2012; 17: S96-S101. Singhi SC, Sankhyan N, Shah R, Singhi P. Approach to a Child with Acute Flaccid Paralysis. Indian J Pediatr. 2012; 79: 1351-1357. Simon T, Niemann CA, Hero B, Henze G, Suttorp M, Schilling FH, Berthold F. Short- and long- term outcome of patients with symptoms of spinal cord compression by neuroblastoma. Dev Med Child Neurol. 2012; 54: 347352. ANNO 8 - numero 2 4. 5. 6. Wilne S, Walker D. Spine and spinal cord tumours in children: a diagnostic and therapeutic challenge to healthcare systems. Arch Dis Child Educ Pract Ed 2010; 95:47-54. Frohman EM, Wingerchuk DM. Clinical practice. Transverse myelitis. N Engl J Med. 2010; 363: 564–72. Kalani MYS, Ahmed AS, Martirosyan NL, Cronk K, Moon K, Albuquerque FC, McDougall CG, Spetzler RF, Bristol RE. Surgical and Endovascular Treatment of Pediatric Spinal Arteriovenous Malformations. World Neurosurgery. 2012; 78: 348-354. rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 25 Interpretazione ragionata dell’emogasanalisi Doglio M, Pirlo D, Renna S, Bellini T UOC PS-Medicina d’urgenza IRCCS G. Gaslini, Genova L’emogasanalisi (EGA) è un’indagine rapida e poco costosa che fornisce in tempi rapidi importanti informazioni riguardanti gli scambi gassosi e il metabolismo. Tipologie di campioni ematici e differenze Campioni ematici Le informazioni fornite dall’EGA sono principalmente influenzate dalla tipologia di campione ematico analizzato; quest’ultimo può essere di tre tipi: arterioso, venoso o capillare. L’EGA arterioso rappresenta il gold standard, soprattutto nel paziente critico e in corso di ventilazione meccanica. Tuttavia, per una maggior facilità di prelievo e per la minore invasività, il sangue venoso è il campione più spesso analizzato. Tipo di vaso e conversione dei valori Il sangue venoso ha una composizione differente rispetto alla controparte arteriosa, soprattutto in termini di gas disciolti (O2 e CO2) e di bicarbonati (e conseguentemente di pH), frutto del metabolismo tissutale. Tuttavia, diversi studi clinici hanno evidenziato come sia possibile stimare la composizione del sangue arterioso, partendo da un campione venoso e conoscendo il sito di prelievo. L’analisi di sangue venoso da vasi centrali è da preferire, in quanto la correlazione con il sangue arterioso è più conosciuta. In alternativa, può essere utilizza- 26 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA bile un vaso periferico: in tale caso appare consigliabile effettuare il prelievo dopo circa un minuto dalla rimozione del laccio emostatico (se utilizzato), al fine di minimizzare eventuali alterazioni da ischemia locale. Il sangue arterioso misto ottenuto mediante un catetere posizionato in arteria polmonare o capillare rappresenta una valida alternativa. La tabella I riporta il confronto fra diversi tipi di campioni ematici; la tabella II, invece, la conversione tra EGA arterioso e venoso. Attualmente in letteratura non sono presenti studi riguardanti correlazioni tra pO2 e SatO2 tra sangue arterioso e venoso. Limitazioni La più grossa limitazione dello studio dei gas venosi è l’impossibilità di misurare la pO2. Un’alternativa è rappresentata dall’utilizzo combinato di EGA venoso e pulsossimetria. In letteratura sono presenti dati contrastanti sull’affidabilità dell’EGA venoso nei pazienti con un’instabilità emodinamica. Per tale motivo, appare consigliabile effettuare preferenzialmente EGA arteriosi nei pazienti ipotesi. Composizione del referto EGA (sangue venoso) • pO2: non ha valore pratico nella valutazione degli scambi respiratori. Valori abituali: 35-45 mmHg. • pCO2: utile per valutare la ventilazione e lo status acido-base. Valori normali: 45-50 mmHg. ANNO 8 - numero 2 Interpretazione ragionata dell’emogasanalisi Tabella I. Confronto tra diversi tipi di campioni ematici Parametri Unità Arterioso Capillare Venoso pH - 7.38-7.42 7.38-7.42 7.36-7.40 mmHg 80-100 >80 35-45 kPa 12-13.3 >10,6 4.6-6.0 mmHg 37-43 40 45-50 kPa 4.6-6.0 5.3 5.3-6.6 % 95-97 95-97 55-70 HCO3 mmol/L 21-29 21-29 24-30 BE mmol/L ±2 ±2 ±2 pO2 pCO2 SatO2 - Tabella II. Conversione tra EGA arterioso e venoso Tipo vaso pH pCO2 HCO3- Centrale/sangue misto 0.03-0.05 â 4-5 mmHg á Invariati Periferico 0.02-0.04 â 3-8 mmHg á 1-2 mEq/L á • SvO2: saturazione venosa di ossigeno/concentrazione di ossiemoglobina. Utile nelle fasi iniziali di shock severo come indice di riperfusione. Valori normali: 55-70%. • pH: indica lo stato dell’equilibrio acido-base. Valori normali: 7,35-7,45. • HCO3-: concentrazione venosa di bicarbonati. Utile per stimare meccanismi tampone ed equilibrio acido-base. Valori normali: 22-26 mEq/L. • Anion gap (AG): misura degli anioni non quantificabili disciolti nel plasma. Utile in corso di acidosi metabolica. Valori normali: 8-16 mmol/L. • Base excess (BE): distinto in Actual Base Excess (ABE) e Standard Base Excess (SBE). ABE rappresenta la quantità di basi o acidi da aggiungere al sangue per ottenere pH 7.4 e pCO2 40 mmHg. SBE ottenuto con ⅓ di sangue e ⅔ di plasma, più simile al potere tamponante del liquido extra-cellulare. Parametro utile per impostare la correzione con bicarbonato di sodio. Valori normali: ±2. • Elettroliti. • Glicemia. • Lattati: espressione del metabolismo cellulare. Aumentati in caso di metabolismo anaerobio. • Emoglobina (Hb): fornisce una stima del livello di Hb ematico. • Ematocrito (Hct). • Bilirubina. ANNO 8 - numero 2 Analisi dell’equilibrio acido-base Fasi di interpretazione dell’EGA: 1. analisi del pH, 2. valutazione della CO2, 3. valutazione dei bicarbonati, 4. compenso atteso, 5. valutazione dell’AG. I disordini dell’equilibrio acido-base possono essere distinti in semplici, in cui le modificazioni della pCO2 e dei bicarbonati sono nello stesso senso (aumento o diminuzione di entrambi) e misti, in cui le modificazioni della pCO2 e dei bicarbonati sono in senso opposto (aumento di uno e diminuzione dell’altro). Nel primo caso l’alterazione è causata da un solo meccanismo fisiopatologico; nel secondo caso, vi sono diverse cause alla base delle alterazioni evidenziate. 1. Analisi del pH Riflette la concentrazione di ioni H+. Il range fisiologico è di 7.35-7.45. Si definisce: • Acidemia con pH < 7.35; • Alcalemia con pH > 7.45; • Acidosi: un processo che tende ad abbassare il pH dei fluidi extra-cellulari (e conseguentemente ad aumentare la concentrazione di ioni H+) che può essere causato da una riduzione dei bicarbonati sierici e/o da un incremento della CO2; • Alcalosi: un processo che tende ad aumentare il pH dei fluidi extra-cellulari (e conseguente- rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 27 Interpretazione ragionata dell’emogasanalisi mente a diminuire la concentrazione di ioni H+) che può essere causato da un incremento dei bicarbonati sierici e/o da una riduzione della CO2. I disordini dell’equilibrio acido-base possono primitivamente essere definiti come metabolici o respiratori a seconda del processo fisiopatologico di base. Nelle forme metaboliche la principale alterazione è legata alla concentrazione del bicarbonato sierico, cui consegue una secondaria alterazione della CO2, espressione del compenso respiratorio. Nelle forme respiratorie la principale alterazione è legata alla CO2, cui consegue una secondaria alterazione della concentrazione dei bicarbonati sierici, espressione del compenso renale. In generale, il compenso respiratorio è più rapido a instaurarsi e si completa in circa 12-24 ore. Un compenso renale ottimale è più lento e impiega circa 3-5 giorni per completarsi (figura 1). 3. Valutazione dei bicarbonati Il livello sierico dei bicarbonati riflette il compenso renale. L’aumento dei bicarbonati si rileva in corso di alcalosi metaboliche o nella fase di compenso di acidosi respiratorie. La diminuzione dei bicarbonati si rileva in corso di acidosi metabolica o di alcalosi respiratoria in corso di compenso renale. Il compenso renale avviene a livello del tubulo contorto prossimale con aumento del riassorbimento dei bicarbonati liberamente filtrati e a livello del tubulo contorto distale con rigenerazione endoluminale dei bicarbonati utilizzati come tampone. 4. Compenso atteso All’interno dell’organismo il rapporto tra la concentrazione dei bicarbonati sierici e quella degli idrogenioni è costante e fisso a 20:1. Per tale motivo, in corso di disordine dell’equilibrio acido-base è possibile calcolare il compenso atteso, utilizzando alcune formule matematiche. Esistono molteplici varianti per ogni formula, nessuna delle quali risulta essere migliore delle altre. Di seguito sono elencate alcune delle suddette formule: • Acidosi metabolica: pCO2 attesa = 1,5 x [HCO3-] +8 ± 2 • Acidosi respiratoria acuta: per ogni á pCO2 di 10 mmHg = á [HCO3-] 1 mEq/L • Acidosi respiratoria cronica: per ogni á pCO2 di 10 mmHg = á [HCO3-] 3.5 mEq/L 2. Valutazione della CO2 La CO2 riflette il compenso polmonare e il lavoro respiratorio. L’aumento del livello ematico di anidride carbonica si rileva in corso di acidosi respiratorie acute o croniche o in corso di alcalosi metaboliche come compenso. La diminuzione dei livelli ematici di anidride carbonica si riscontra in corso di alcalosi respiratoria acuta o cronica o in corso di acidosi metabolica compensata. 60 56 100 90 80 70 60 50 40 30 Sangue arterioso [H+] 120 110 100 90 80 70 (nmol/l) 20 60 50 40 52 35 Sangue arterioso [HCO3-] (mmol/l) 48 30 Alcalosi metabolica 44 Acidosi respiratoria cronica 40 36 32 28 Acidosi respiratoria acuta 24 20 Range di normalità 20 16 12 8 25 Acidosi metabolica Alcalosi respiratoria acuta Alcalosi respiratoria cronica 4 0 15 10 PCO2 mmHg Sangue arterioso pH 7.0 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 7.7 7.8 Figura 1. Disordini dell’equilibrio acido-base 28 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Interpretazione ragionata dell’emogasanalisi • Alcalosi metabolica: per ogni á [HCO3-] di 10 mEq/L = á pCO2 7 mmHg • Alcalosi respiratoria acuta: per ogni â pCO2 di 10 mmHg = â [HCO3-] 2 mEq/L • Alcalosi respiratoria cronica: per ogni â pCO2 di 10 mmHg = â [HCO3-] 4 mEq/L Il compenso atteso è sempre rispettato nei disordini semplici dell’equilibrio acido-base. Qualora questo non accada ovvero quando le conversioni sopra riportate non vengano rispettate, si è in presenza di più di una causa eziologica, rientrando nei quadri misti di alterazione dell’equilibrio acido-base. Nonostante i meccanismi di compenso, il pH non si normalizza mai completamente tranne che nell’alcalosi respiratoria cronica (compenso raggiunto). 5. Anion gap (AG) Si calcola in presenza di acidosi metabolica per definirne l’eziologia. Per l’interpretazione dell’AG si rimanda all’addendum alla fine della trattazione. 6. Base Excess (BE) Riflette l’eccesso o il deficit di bicarbonati. Si altera in corso di forme metaboliche e in occasione di compenso metabolico in forme respiratorie croniche. Utile per discriminare in acuto tra una forma metabolica e una respiratoria, in quanto in corso di acidosi o alcalosi respiratoria acuta non si è ancora verificato il compenso renale atteso. Le alterazioni in corso di disordini semplici dell’equilibrio acido-base sono schematizzate in tabella III. Alterazioni miste dell’equilibrio acido-base Si parla di disordine misto quando sono presenti più fattori in grado di alterare l’equilibrio acido-base. L’approccio iniziale richiede l’identificazione del disordine principale e la valutazione dell’appropriatezza del grado di compenso. Un compenso non adeguato è suggestivo di una forma mista. In generale si può dire che: • se l’acidosi metabolica è il disordine principale, la presenza di una pCO2 più elevata del previsto può identificare la contemporanea presenza di un’acidosi respiratoria (esempi: arresto cardiopolmonare, edema polmonare grave, intossicazione da sedativi), mentre una pCO2 più bassa dell’atteso può indicare la presenza di acidosi metabolica associata ad alcalosi respiratoria (intossicazione da aspirina, cirrosi epatica con o senza insufficienza d’organo, sindrome epatorenale, sepsi). • Se l’acidosi respiratoria è il disordine principale, una concentrazione di bicarbonati meno elevata del previsto può identificare la contemporanea presenza di un’acidosi metabolica. Al contrario, bicarbonatemia più elevata del previsto può indicare la contemporanea presenza di un’acidosi respiratoria e di un’alcalosi metabolica. Tabella III. Schema riassuntivo delle alterazioni in corso di disordini semplici dell’equilibrio acido-base Disturbo pH pCO2 HCO3- BE Forme primitivamente respiratorie Acidosi acuta â á Normale Normale Acidosi cronica Normale á á á Alcalosi acuta á â Normale Normale Alcalosi cronica Normale â â â Forme primitivamente metaboliche Acidosi acuta â Normale â â Alcalosi acuta á Normale á á Acidosi parzialmente compensata â â â â Alcalosi parzialmente compensata á á á á Acidosi compensata Normale â â â Alcalosi compensata Normale á á á In rosso è evidenziato il difetto fisiopatologico primitivo ANNO 8 - numero 2 rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 29 Interpretazione ragionata dell’emogasanalisi â HCO3Forma mista: acidosi respiratoria e acidosi metabolica á pCO2 (acidosi respiratoria) Risposta attesa Forma semplice: acidosi respiratoria á HC03Forma mista: acidosi respiratoria e alcalosi metabolica Acidemia â pCO2 Forma mista: acidosi metabolica e alcalosi respiratoria â HC03(acidosi metabolica) Risposta attesa Forma semplice: acidosi metabolica á pC02 Forma mista: acidosi metabolica e acidosi respiratoria Valutare pH â HC03Forma mista: alcalosi respiratoria e acidosi metabolica â pCO2 (alcalosi respiratoria) Risposta attesa Forma semplice: alcalosi respiratoria á HC03Forma mista: alcalosi respiratoria e alcalosi metabolica Alcalemia â pCO2 Forma mista: alcalosi metabolica e alcalosi respiratoria á HC03(alcalosi metabolica) Risposta attesa Forma semplice: alcalosi metabolica á pC02 Forma mista: alcalosi metabolica e acidosi respiratoria Figura 2. Schema riassuntivo dei disordini misti 30 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA ANNO 8 - numero 2 Interpretazione ragionata dell’emogasanalisi • Un alto valore di anion gap in presenza di acidosi metabolica può essere indicativo di un disordine misto da acidosi metabolica e alcalosi metabolica (esempio: diarrea con vomito). I disordini misti sono schematizzati in figura 2. Tabella IV. Contenuto di cationi di una soluzione fisiologica Cationi mEq/l + Na 140 K+ 4 ++ 6 Ca ++ 3 Mg Anion Gap (AG) Per il principio di elettroneutralità, le cariche positive devono essere bilanciate da uguali cariche negative. AG è dato dalla differenza della somma dei cationi e degli anioni titolabili plasmatici. Questo principio vale in qualsiasi momento, anche se la singola concentrazione di un elemento può cambiare; in questo caso sarà “corretta” dal cambiamento uguale e contrario di un altro elemento con stessa carica. AG = ([Na+] + [K+]) – ([Cl-] + [HCO3-]) à AG = 12 ± 4 + + Altri (H , Litio , paraproteine) TOT Tabella V. Contenuto di anioni di una soluzione fisiologica Anioni mEq/l - Cl 105 HCO3- 24 Proteine- 16 Acidi organici (lattico, urico, citrico, chetoacidi) Pertanto, l’AG è la misurazione degli anioni non utilizzati nella formula (e che, quindi, non vengono comunemente misurati); in omeostasi Na+ e K+ corrispondono al 94% della carica cationica, mentre HCO3- e Cl- solo all’84% della carica anionica), con una quota non trascurabile di anioni non misurati. La formula reale per il rispetto del principio di elettroneutralità, quindi, è: ([Na+] + [K+] + [CNM]) = ([Cl-] + [HCO3-] + [ANM]) = 154 mEq/l (CNM = Cationi non misurabili; ANM = Anioni non misurabili) Per questo motivo la soluzione fisiologica allo 0,9% frequentemente utilizzata nella pratica clinica contiene 154 mEq/L di Na+ e 154 mEq/L di Cl- (Tabelle IV e V). Le proteine plasmatiche hanno carica negativa (soprattutto l’albumina), di conseguenza nell’interpretazione ragionata di un AG bisogna considerare che un’ipoproteinemia (e più comunemente un’ipoalbuminemia) determina una diminuizione dell’AG (la riduzione di albumina “libera spazio” nella colonna anionica, con aumento di HCO3- e/o di Cl- per mantenere l’elettroneutralità). Questa condizione può far sottostimare un’acidosi causata da aumento degli ANM (ad esempio acidosi per aumento degli acidi organici). Come regola pratica ricordare che per ogni riduzione di un grammo di albumina/dl bisogna aumentare l’AG di 2.5 punti. Condizioni con AG aumentato non necessariamente legato a un’acidosi metabolica 1. Riduzione dei CNM nell’AG (ad es. IpoMg, IpoCa, con variazione max AG +2-3). ANNO 8 - numero 2 1 154 Acidi inorganici (fosforico, solforico) TOT 6 3 (2 + 1) 154 2. Disidratazione con emoconcentrazione (Na+ aumenta più di altri, con aumento di AG). 3. Utilizzo di antibiotici a contenuto sodico (Carbenicillina, che presenta anche un metabolita anionico, e Penicillina G Sodica). 4. Terapia con Sali di Sodio (Citrato, Lattato, Acetato), che si comportano come ANM e con aumento di Na. Cause che possono determinare un AG diminuito 1. Diminuizione ANM (emodiluizione) con aumento di HCO3 e Cl. 2. Sottostima della [Na] (malfunzionamenti, iperviscosità, iperlipidemia-pseudoipoNa). 3. Sovrastima della [Cl] (ipoalbuminemia, intossicazione da Bromo, iperlipidemia). 4. Aumento CNM (Ca+, Mg+, Litio, paraproteine). Acidosi Respiratoria Meccanismo fisiopatologico: aumento primitivo di CO2. Quadro clinico: cianosi, sudorazione profusa, cefalea, torpore, agitazione, tachicardia, vasodilatazione arteriosa, convulsioni, tremori, allucinazioni, sonnolenza fino al coma ipercapnico, ipotensione, shock. Cause 1. Qualsiasi malattia polmonare, acuta o cronica, che determina uno scambio gassoso insuffi- rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 31 Interpretazione ragionata dell’emogasanalisi ciente (polmoniti, bronchioliti, asma, versamenti pleurici, pneumotorace, edema polmonare). 2. Ipoventilazioni di natura centrale sia su base disautonomica che su base tossica/iatrogena con depressione dei centri respiratori (per somministrazione di oppiacei/barbiturici/anestetici/ ossigeno). 3. Patologia ostruttiva laringo-tracheo-bronchiale. 4. BPCO. 5. Insufficienza della muscolatura toracica da cause locali o sistemiche, come sindrome di Guillain-Barrè, poliomelite, miastenia grave, altre malattie muscolari. Indicazioni terapeutiche: correzione della patologia di base con supporto ventilatorio, se necessario. La correzione con HCO3- non è indicata e può essere anche controproducente, con eccesso e accumulo nel terzo spazio. Alcalosi Respiratoria Meccanismo fi siopatologico: iperventilazione con â della CO2. Quadro clinico: cefalea, torpore, vertigini, parestesie, tetania (latente o manifesta). Cause 1. Ansia (stimolo psicogeno del respiro). 2. Iperventilazione in corso di ventilazione meccanica, invasiva o non invasiva. 3. Stimolo del centro del respiro: tumori cerebrali, emorragia subaracnoidea, encefaliti, febbre, sepsi da gram negativi, cirrosi epatica, fase iniziale dell’intossicazione da salicilati. 4. Ipossiemia acuta: condizioni che causano aumento della frequenza respiratoria (polmonite, principalmente interstiziale, asma, edema polmonare, embolia polmonare, ipotensione). 5. Ipossiemia cronica: condizioni che riducono l’ossigenazione del sangue circolante (scompenso cardiaco, cardiopatie con shunt dx à sx, fibrosi polmonare, anemia, elevata altitudine). Indicazioni terapeutiche: correzione della patologia di base; può essere utile respirare in un sacchetto per á la CO2 inspirata; se non presente ipossiemia si possono somministrare benzodiazepine. Alcalosi Metabolica Meccanismo fi siopatologico: eccesso di basi (HCO3-) assoluto o relativo alla perdita di H+. Quadro clinico: astenia, respiro lento e superficiale (ipoventilazione), vertigini, parestesie, stato confusionale, coma, tetania (latente o manifesta). 32 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA Cause • Cloro-responsive – Riduzione del LEC (sudorazione profusa con emoconcentrazione, somministrazione, diuretici dell’ansa e diuretici tiazidici, che causano aumentato riassorbimento di HCO3-). – Perdite di H+ (perdite renali, vomito protratto con perdita di HCl). – Compenso a una acidosi respiratoria, soprattutto se rapido ripristino della funzionalità respiratoria in un malato ipercapnico. • Non cloro-responsive – Deplezione di K+ (scambiato con H+ a livello plasmatico): cause nutrizionali (anoressia), iperaldosteronismo, sindrome di Cushing, sindrome di Bartter). – Eccesso di HCO3-: eccesso di somministrazione esogena, anche di antiacidi (milk alkali syndrome). Indicazioni terapeutiche: correzione della ipovolemia e della ipocloremia (risultato del mantenimento dell’elettroneutralità) con NaCl a 0,9% e della ipokaliemia. Se la fluidoterapia è controindicata (ad esempio pazienti edematosi in terapia con diuretici), usare Acetazolamide (diuretico che agisce come inibitore dell’anidrasi carbonica) che provoca diuresi con eliminazione di HCO3-. Acidosi Metabolica Meccanismo fisiopatologico: aumento degli acidi (organici e inorganici), sia assoluto che relativo a una eccessiva perdita di basi. Quadro clinico: i sintomi sono spesso mascherati e difficili da distinguere da quelli della malattia di base; possono manifestarsi nausea, vomito, vaga astenia. Il respiro di Kussmaul (tachipnea di compenso per eliminare CO2) è il precoce segno di acidosi severa. Cause: vedere tabella VI. Indicazioni terapeutiche: la terapia correttiva è da impostare solo se il pH è < 7.1; l’obiettivo è ottenere [HCO3-] > 10 mEq/l; si usa la seguente formula: [deficit di basi] x [P in Kg] x 0,3 il deficit di basi è (basi desiderate) – (basi attuali) I rischi della terapia, se non corretta e monitorata, sono iperosmolarità, ipervolemia, diselettrolitemia ed edema cerebrale (il bicarbonato di sodio è sostanza “elettroneutrale”, perche HCO3- è anione mentre Na+ è catione; considerando che Na+ è il principale composto che determina l’osmolarità plasmatica, un’ec- ANNO 8 - numero 2 Interpretazione ragionata dell’emogasanalisi cessiva somministrazione può causare gravi conseguenze). Nelle acidosi da perdita netta di HCO3- (ad esempio in corso di diarrea), è importante mantenere [HCO3-] a circa 10 mEq/l; in questo modo si concede al rene il tempo di “rigenerare” (riassorbire) nuovi bicarbonati. Tabella VI. Schema riassuntivo delle cause dell’acidosi metabolica Acidosi metabolica con AG normale (ipercloremiche) [perdita di bicarbonati] Acidosi metabolica con AG aumentato (ipo/normocloremiche) [aumento di uno o più ANM nel sangue] 1. Perdite gastrointestinali di HCO3(diarrea acuta, fistole pancreatiche, uretero-sigmoidostomia) 1. Acidosi Uremica (insufficienza renale terminale che porta ad accumulo di acidi fissi per insufficiente escrezione) 2. Perdite renali di HCO3(acidosi tubulare renale prossimale o distale, disfunzione renale per IRA per nefrite, ipoaldosteronismo/insufficienza surrenalica, idronefrosi, disordini ereditari del nefrone tipo Fanconi) 3. Iatrogene utilizzo di inibitori della AC (acetazolamide) o diuretici risparmiatori di K (amiloride, spironolattone) 2. Acidosi Lattica (aumentata produzione metabolica di acidi per shock, anemia, infezioni, difetti enzimatici, epatiti acute, avvelenamento da CO) 3. Chetoacidosi Diabetica (produzione di chetoacidi: alcuni casi di DKA, soprattutto se in trattamento con insulina, possono presentarsi con acidosi metabolica con AG normale) 4. Ostruzione Intestinale (aumentato assorbimento di acidi nel tratto intestinale) 4. Intossicazione Esogena da HCl (cloruro di ammonio, cloruro di calcio, aminoacidi cationici, arginino cloridrato, lisina cloridrato, colestiramina) 6. Insufficienza epatica 5. Rapida Idratazione Endovenosa (diluizione) 7. Intossicazione da: acido salicilico, paraldeide, metanolo (a. formico), toluene, glicole etilenico (antigelo), cloruro di ammonio, etanolo, isoniazide 6. Associazione con Ipocapnia/Alcalosi respiratoria (fase di compenso) 8. Alcoolismo 5. Digiuno protratto KUSMALERP (cause di acidosi metabolica con AG aumentato) Ketoacidosi, Uremia, Salicilati (intossicazione), Metanolo/etanolo (intossicazione), parAldeide, Lattato, Etilene Glicole (antigelo), Rabdomiolisi, iperProteinemia (es. massiva fibrinolisi) Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale 1. Schwartz W. B., Relman A. S. A critique of the parameters used in the evaluation of acide-base disorders. N. Engl. J. Med., Vol. 268, 1382-1388, June 1963. 2. Bates R. G. Determination of pH. Theory and practice. London, John Wiley & Sons, Inc., 1964. 3. Kassie J. P., Bleich H. L. Rapid estimation of plasma carbon dioxide tensione from pH and total carbon dioxide content. N. Engl. J. Med., Vol. 272, N 20, 1067-1068, May 1965. 4. Lennon E. J., Lemann J. Jr: Defense of hydrogen ion concentration in chronic metabolic acidosis. A new evaluation of an old approach. Ann. Inter. Med., Vol. 65, N.2: 265274. August 1966. 5. Narins R. G., Emmett M. Simple and mixed acide-base adisorders: a practical approach. Medicine-Analytical reviews. Vol. 59, N.3, 161-187, May 1980. ANNO 8 - numero 2 6. Kellum J. A.: Disorders of acid-base balance. Crit. Care Med., Vol. 35: 2630–2636, 2007 7. Kraut J. A., Madias N. E.: Serum anion gap: its uses and limitations in clinical medicine. Clin. J. Am. Soc. Nephrol., Vol. 2: 162–174, 2007. 8. Kurtz I., Kraut J., Ornekian V., et al. Acid-base analysis: a critique of the Stewart and bicarbonate-centered approaches. Am. J. Physiol. Renal. Physiol., Vol. 294: F1009–F1031, 2008. 9. Palmer B. F.: Approach to fluid and electrolyte disorders and acid-base problems. Prim. Care, Vol. 35: 195–213, 2008. 10. Kliegman R. M. Nelson textbook of Pediatrcs, 19th edition - Philadelphia, Elsevier Saunders, 2011. rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 33 La patologia oculare in pronto soccorso E. Priolo-L. Sposetti UOC Oculistica, I.G.G. Genova Vengono delineati alcuni quadri clinici di pertinenza oculistica che più frequentemente ricorrono nella pratica di P.S. (in primis “occhio rosso”). Non si farà cenno alle lesioni traumatiche. Inizierei con il dare qualche indicazione sull’uso del test alla fluoresceina utile per evidenziare patologie corneali che possono essere associate a occhio rosso. giuntivale senza interessamento corneale oppure presentare una cheratite che colorata con fluoresceina assume un aspetto dendritico (Figura 1). In questa patologia è vietato l’uso dei cortisonici, mentre è da utilizzare la terapia con antivirali locali, pomata o colliri, da associare sempre ad antivirali per via sistemica. Test alla fluoresceina Il test alla fluoresceina si esegue colorando le lacrime con fluoresceina (esistono delle confezioni sterili) e valutando mediante luce blu (esistono pennette con luce blu). Il deposito del colorante sulla cornea evidenzia una lesione in tale sede. Questo test deve essere usato dai pediatri del Pronto Soccorso. Occhio rosso Prima considerazione sull’occhio rosso: se entrambi gli occhi sono arrossati si può escludere che si tratti di una patologia herpetica (e non è poco). Al contrario se è arrossato un solo occhio, va fatta la diagnosi differenziale con tutte le cause di occhio rosso dalla cheratocongiuntivite herpetica a quella batterica o virale fino al corpo estraneo e alle uveiti. Congiuntivite herpetica associata o no alla cheratite Le forme erpetiche possono essere associate a vescicole palpebrali di aspetto tipico e all’iperemia con- 34 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA Figura 1. Cheratite colorata con fluoresceina Congiuntiviti batteriche e virali La congiuntivite batterica (Figura 2) è una malattia benigna autolimitante, risolvibile in pochi giorni attraverso l’applicazione topica (direttamente nell’occhio) di antibiotici. È caratterizzata da abbondante secrezione muco purulenta (“occhio appiccicato”). ANNO 8 - numero 2 La patologia oculare in pronto soccorso Figura 2. Congiuntivite batterica La congiuntivite virale si distingue dalla variante batterica per la lacrimazione sempre abbondante e piuttosto acquosa, la scarsa secrezione e la spiccata intolleranza alla luce (fotofobia). L’origine virale della congiuntivite è confermata dall’eventuale presenza di segni tipici di infezione virale delle vie aeree, essendo l’Adenovirus l’agente eziologico più frequente. Le congiuntiviti virali possono interessare anche la superficie corneale. Il test alla fluoresceina è dirimente per confermare tale interessamento (cheratite). Il meccanismo che produce la lesione corneale è immunologico in quanto gli anticorpi formatisi per la presenza del virus riconoscono la struttura corneale come estranea. La cheratite ha un aspetto tipico: presenta lesioni corneali stromoepiteliali che si evidenziano al test della fluoresceina e vengono denominate “numuli”. Sono lesioni cortisono-dipendenti e possono persistere per vari mesi. La terapia per entrambe le patologie va gestita con farmaci antibiotici e cortisonici locali. Nelle forme virali l’uso del cortisone topico aiuta a contenere le lesioni corneali. Congiuntiviti allergiche Vasto gruppo di condizioni allergiche che possono avere andamento acuto (Stagionale-Perenne) o cronico (Vernal-Atopica-Gigantocellulare). Accenneremo alle forme acute. Le congiuntiviti allergiche acute sono caratterizzate da iperemia, edema e ipertrofia papillare delle congiuntive, soprattutto tarsali e dei fornici con associato prurito intenso e fastidioso (Figura 3). L’anamnesi risulta di fondamentale importanza per l’aspetto diagnostico-differenziale (spesso può essere riferito che “il bambino era in campagna e ha giocato tutto il giorno nel prato”). Tutte queste forme di con- ANNO 8 - numero 2 giuntivite o cheratocongiuntivite allergica necessitano di due fondamentali terapie: 1. eliminazione dell’allergene; 2. terapia con antistaminici locali e sistemici e steroidi topici e sistemici in modo tale da raggiungere la minima dose terapeutica di mantenimento che consente al bambino una normale vita di relazione. La terapia d’attacco necessita di uso topico di antistaminici e cortisonici, associati a terapia per via generale antistaminica per alcuni giorni fino a ottenere una completa remissione dei sintomi. Ottenuto tale risultato, la terapia va proseguita riducendo la dose dei farmaci fino a individuare la dose minima terapeutica necessaria a controllare il prurito e la sensazione di corpo estraneo, caratteristici della patologia allergica. Il cortisone topico è il primo farmaco che deve essere sospeso o portato alla minima dose efficace perché nelle terapie prolungate può determinare gravi effetti collaterali (cataratta e glaucoma). Va ricordato che nelle forme allergiche dipendenti dal cortisone esiste la possibilità di sostituire il cortisone topico con colliri galenici a base di ciclosporina. Figura 3. Congiuntivite allergica Corpo estraneo Iperemia da corpo estraneo: il CE spesso si evidenzia anche senza lampada a fessura ma utilizzando solo una luce tangente alla cornea. Se il test alla fluoresceina evidenzia abrasioni corneali lineari e parallele, molto probabilmente il CE è appoggiato alla congiuntiva della palpebra superiore e a ogni ammiccamento il CE produce un’abrasione. Rovesciare la palpebra è purtroppo una manovra non sempre facile, soprattutto nei bambini, ma può con- rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 35 La patologia oculare in pronto soccorso sentire di evidenziare il corpo estraneo infisso sulla congiuntiva e in tal caso è possibile rimuoverlo con un cotton fioc. Il CE corneale, invece, necessita sempre di rimozione da parte di uno specialista. Attenzione alle spine: si vedono male e sono pericolose perchè possono essere causa di ascessi corneali. Importante è l’anamnesi: spesso viene riferito contatto con pianta grassa. Ulcera e ascesso corneale Un’altra causa di occhio rosso sono le ulcere e gli ascessi corneali. L’ulcera è di origine batterica o virale spesso associata a microtraumi come, ad esempio, un uso improprio di lenti a contatto. Si caratterizza per intensa lacrimazione, fotofobia e dolore, sintomi cui si accompagna una sensazione di corpo estraneo (Figura 4). È una lesione infetta più profonda della sola disepitelizzazione corneale, interessa l’epitelio e lo stroma corneale e se non trattata può degenerare in un ascesso corneale con possibile interessamento degli strati più profondi fino alla perforazione. La terapia varia da pomate oftalmiche antibiotiche locali prescritte ogni 4 ore nella semplice ulcera, alla terapia con colliri antibiotici ogni ora associata a terapia antibiotica per via sistemica nell’ascesso. Anche nell’ulcera e nell’ascesso è importante il test alla fluoresceina, ma è necessaria una valutazione con la lampada a fessura da parte dell’oculista per valutare la profondità della lesione. Figura 4. Ulcera corneale Uveiti Altra causa di occhio rosso, sono le uveiti anteriori, malattia subdola perchè spesso non provoca un’iperemia particolarmente intensa, anche se è persistente 36 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA e non si associa a secrezione, per cui spesso viene trascurata (Figura 5). L’uveite anteriore o iridociclite è molto frequentemente una manifestazione di malattia sistemica e se non riconosciuta precocemente, può portare a danni irreversibili al segmento anteriore, adesione (sinechie) fra iride e capsula anteriore del cristallino con irregolarità della pupilla. Figura 5. Iridociclite Calazio Il calazio è una cisti (precisamente un lipogranuloma) localizzata nella palpebra ed è dovuta all’infiammazione cronica (orzaiolo) della ghiandola di Meibonio, a causa dell’ostruzione del dotto escretore della ghiandola stessa (Figura 6). In genere è in causa un’eziologia stafilococcica. Il problema del calazio nei bambini è la calaziosi, un’infezione ricorrente con comparsa di numerosi calazi migranti resistenti alla terapia antibiotica. La cronicizzazione può causare ulcere corneali dei settori inferiori della cornea per meccanismo traumatico e immunologico. La terapia più efficace sarebbe la rimozione chirurgica del calazio ma le recidive sconsigliano l’approccio chirurgico anche perchè nel bambino è necessaria un’anestesia totale. Pertanto, è necessario ricorrere a una terapia con antibiotici e antinfiammatori topici associata a terapia antibiotica generale e a pulizia del bordo ciliare mediante impacchi con acqua tiepida e uso di salviette imbevute di soluzioni saponose. Sono questi gli unici rimedi prima della decisione, dopo magari mesi di “calvario” per il paziente e lo stesso medico, di ricorrere alla soluzione chirurgica. ANNO 8 - numero 2 La patologia oculare in pronto soccorso Principi attivi dei farmaci indicati nel testo Antibiotici: topici: tobramicina, netimicina, ofloxacina; sistemici: amoxicillina-clavulanato, ceftriaxone. Cortisonici: topici: desametasome, loteprednololo, fluorometolone; sistemici: betametasone, prednisone. Antivirali: topici: acyclovir; sistemici: acyclovir. Antistaminici: topici: ketotifene, levocabastina; sistemici: cetirizina, desloratadina. Figura 6. Calazio Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale 1. Joseph C. Segen. Concise Dictionary of Modern Medicine, New York, McGraw-Hill, 2006. 4. Frezzotti R., Guerra R. Oftalmologia essenziale CEA ed. 2006. 2. Hovding G. Acute bacterial conjunctivitis. Acta Ophthalmol. 2008; 86 (1): 5-17. 5. Fauci et al., Harrison. Principi di Medicina Interna, 17ma edizione, Mc Grew Hill, 2008. 3. Shekh A, Hurwitz B. Antibiotics versus placebo for acute bacterial conjunctivitis. Cochrane Database Syst Rev. 2006 (2): CD001211. ANNO 8 - numero 2 rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 37 Morso di vipera Sara Lega1, Stefania Norbedo2 1 Specializzanda in Pediatria, Università di Trieste Pediatra IRCCS Burlo Garofolo, Trieste 2 I serpenti velenosi presenti in Italia Esistono 4 specie di serpenti velenosi, tutte appartenenti alla famiglia dei Viperidi(1): Vipera Aspis, Vipera Berus, Vipera Ammodytes, Vipera Ursinii. Nel bacino del mediterraneo è presente una quinta specie velenosa, il Colubro lacertino (Malpolon monspessulanus). Per la particolare collocazione delle zanne velenifere, questa specie è tuttavia praticamente inoffensiva per l’uomo, anche se un suo morso prolungato può provocare qualche lieve bruciore e gonfiore locale(2). Il veleno La composizione del veleno è specie-specifica ma varia anche nell’ambito della stessa specie in base alla localizzazione geografica del rettile(3). È una miscela di proteine ed enzimi litici comuni alle diverse specie: • emotossine: principali responsabili degli effetti locali e sistemici del morso di vipera. Si tratta di enzimi che interferiscono con i meccanismi emostatici a più livelli e in grado di indurre il rilascio di bradichinine. Causano: attivazione di fattori pro e anticoagulanti, induzione e inibizione dell’aggregazione piastrinica, degradazione del fibrinogeno; emolisi e piastrinolisi, vasodilatazione periferica. Sono causa, inoltre, di CID, di trombosi venose, di sanguinamenti (sottocutanei, mucosi) e di ipotensione. • Necrotossine: enzimi proteolitici, ialuronidasi, metalloproteasi(4). Provocano danno cellulare, endoteliale diretto e della matrice extracellulare. Sono funzionali alla diffusione sistemica del veleno. Sono causa di edema, infiammazione e necrosi tissutale dell’arto colpito. • Neurotossine: fosfolipasi A con attività presinaptica bloccante il rilascio di acetilcolina. Sono prodotte da alcuni gruppi di vipere della specie Ammodytes e Aspis(5). Sono responsabili di manifestazioni per lo più a carico dei soli nervi cranici (ptosi, diplopia, oftalmoplegia, disartria)(6). L’assorbimento e la diffusione del veleno avvengono prevalentemente per via linfatica. La velocità di assorbimento è maggiore nelle prime 24 ore dopo l’inoculazione, più lenta nelle successive 72 ore. L’e- SPECIE DISTRIBUZIONE Vipera Aspis (vipera comune) Presente in tutta Italia Vipera Berus (marasso) Italia settentrionale, arco alpino, fino ad alta quota Vipera Ammodytes (vipera dal corno) Nord-est Italia, arco alpino e prealpino Penisola balcanica, Grecia e Turchia occidentale Vipera Ursinii Appennino 38 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA CARATTERISTICHE La più diffusa e responsabile della maggioranza dei casi di avvelenamento La più pericolosa perché inietta gran parte del veleno prodotto La meno pericolosa perché dotata di un apparato velenifero molto debole ANNO 8 - numero 2 Morso di vipera mivita terminale (il tempo necessario per dimezzare la concentrazione plasmatica) è di circa 32 ore. L’escrezione per via renale è inferiore al 5%(7, 8). Come riconoscere il morso di vipera Vipera Due fori più profondi degli altri = denti veleniferi. Possibile anche solo un foro più profondo, se la vipera ha perso un dente velenifero. Se si manifesta edema tissutale importante, i fori possono non vedersi. Serpente non velenoso L’impronta non presenta i due fori maggiori, ma il segno dell’intera arcata dentaria. Cosa aspettarci • Esiste la possibilità che la vipera morda senza iniettare veleno. Raramente è possibile la comparsa di sintomi sino a 12 ore dal morso, anche se solitamente esordiscono entro 2-3 ore. • Anche i piccoli di vipera possono causare avvelenamenti gravi. ANNO 8 - numero 2 • Fattori che contribuiscono alla severità dell’avvelenamento(9): - rapporto dose veleno/peso. I bambini sono più a rischio di avvelenamento grave; - comorbidità; - sede del morso: collo, testa, inoculazione diretta nel circolo venoso; - attività fisica svolta dopo l’inoculazione del veleno (il movimento ne facilita la diffusione); - caratteristiche del morso: numero, profondità (cute esposta o protezione di scarpe e vestiti). Manifestazioni locali La maggioranza degli avvelenamenti si presenta con i soli sintomi locali che generalmente compaiono a breve distanza (10-30 minuti), anche se sono stati descritti casi di comparsa tardiva, sino a 12 ore dal morso(10). L’inoculazione del veleno causa dolore urente cui segue la comparsa di edema infiammatorio. Talvolta possono comparire lesioni bollose emorragiche nella sede di inoculo del veleno (grado I). La maggior parte degli avvelenamenti si stabilizza al grado I e regredisce spontaneamente nelle 24-72 ore. Nel 15-20% dei casi l’edema progredisce sino a interessare tutto l’arto ed eventualmente il tronco e si associa alla comparsa di sintomi sistemici (grado II)(11-12). In assenza di manifestazioni locali a distanza di 2-3 ore, se il dolore è moderato, localizzato alla sede del morso e non vi è progressione dei sintomi, è probabile che si tratti di un morso secco. La complicanza locale più temuta è la sindrome compartimentale (evenienza rara in caso di morso da vipere Europee). Manifestazioni sistemiche Si presentano in circa il 15-20% dei casi di avvelenamento(8,11) e sono molto variabili. Possono essere: • immediate: si verificano nei primi 30 minuti dal morso e possono precedere la comparsa dei segni locali. Si tratta di reazioni sia IgE che non IgE mediate(13, 14) quali: ipotensione, angioedema, orticaria, broncospasmo, dolore addominale e vomito. I soggetti sensibili al veleno di imenotteri sono a rischio di reazione anafilattica. • Ritardate: possono verificarsi tra le 6 e le 16 ore dall’inoculo del veleno(10). Quando il veleno diffonde in circolo compaiono vomito, dolore addominale, diarrea, sensazione di malessere generale. rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 39 Morso di vipera Sono possibili le seguenti manifestazioni: • sintomi gastrointestinali (vedi sopra). • Instabilità emodinamica: secondaria a vasoplegia e aumento della permeabilità vascolare. • Turbe della coagulazione: alterazione delle prove emogeniche senza sintomi, fenomeni trombotici (attivazione del fibrinogeno) o emorragici (attivazione della plasmina), CID. • Insufficienza renale acuta per ipovolemia e possibile concomitanza di emolisi e rabdomiolisi. • Edema polmonare: nei casi più gravi per l’aumentata permeabilità vascolare. • Sintomi neurologici: compaiono generalmente a 4-12 ore successive ma sono descritti fino a 30 ore dal morso. Le manifestazioni neurotossiche comprendono disfonia, dispnea, disfagia, disturbi di accomodazione, oftalmoplegia, ptosi palpebrale bilaterale, paralisi bilaterale simmetrica del facciale, deficit dei muscoli masticatori, sternocleidomastoidei e nucale e sono state finora osservate unitamente ad altri effetti sistemici moderati o gravi. • Rabdomiolisi: da ipertensione del compartimento mio-fasciale e azione citotossica del veleno. • Alterazioni dell’ECG: sono riportate in caso di morso da Vipera Berus, per cui è descritta la possibilità di inversione o appiattimento dell’onda T, elevazione del tratto ST, blocco atrio-ventricolare di II grado, bradi/tachiaritmie, fibrillazione atriale, infarto miocardico(14). Cosa fare prima dell’arrivo in ospedale(9, 11) 1. Chiamare il 118. 2. Tranquillizzare la vittima: l’attivazione adrenergica e il movimento facilitano la diffusione sistemica del veleno. 3. Sfilare anelli e bracciali (subito prima che l’arto si gonfi). 4. Disinfettare o lavare la ferita con acqua fredda. 5. Bendaggio linfostatico dell’arto colpito, partendo sotto il morso ed estendendo il più alto possibile; in caso di morso al tronco, al collo o alla testa; applicare un tampone rigido sulla sede del morso e fissare. Lo scopo è bloccare il flusso linfatico. Deve, quindi, essere un bendaggio morbido. 6. Immobilizzare l’arto. 7. Trasportare la vittima al più vicino punto di assistenza sanitaria, evitando di farla camminare. 8. Se è stato possibile uccidere il serpente, portarlo con sè per l’identificazione. 40 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA Cosa non fare 1. Non applicare il laccio emostatico (non blocca il flusso linfatico). 2. Non tentare rimozione meccanica del veleno (suzioni, incisioni). Efficacia non dimostrata. 3. Non utilizzare disinfettante a base di alcool. Cosa fare in ospedale A. Come stabilire la gravità(9, 11) SE VEDI GRAVITÀ COSA FARE Tracce del morso, assenza di dolore o dolore moderato nella sede del morso senza progressione dei sintomi GRADO 0 Medicazione locale (vedi oltre) Probabile morso secco Osservazione per 12-24 h Dolore, edema ed GRADO I ecchimosi localizzati alla zona del morso (5-15 cm) Assenza di segni generali I bambini più piccoli vanno tenuti in osservazione per 24 ore poiché possono inizialmente non manifestare i segni di avvelenamento e avere poi una evoluzione inaspettata 1. Medicazione locale 2. Terapia del dolore 3. Accesso venoso 4. Esami ematici (vedi oltre) 5. Monitoraggio clinico per progressione dei sintomi (vedi oltre) Osservazione clinica per 24 ore Estensione dei segni GRADO II locali a tutto l’arto e/o comparsa di sintomi sistemici e alterazioni laboratoristiche di grado lieve/moderato 1. Sostegno del circolo 2. Trasferimento in terapia intensiva 3. Trattamento Antidotico Progressione dei sintomi GRADO III locali, sistemici e delle alterazioni di laboratorio (ipotensione grave, edema polmonare respiratorio, con Diselettrolitemie, CID) 1. Sostegno del circolo 2. Trattamento Antidotico Classificazione di Audebert, 1992 B. Esami ematici Quando? • All’ingresso • Ripetuti dopo l’eventuale somministrazione dell’antiveleno(16) • In caso di progressione dei sintomi ANNO 8 - numero 2 Morso di vipera Quali? • Sangue: - emocromo: leucocitosi neutrofila indicativa di diffusione sistemica del veleno, possibile piastrinopenia da consumo e anemia da perdite e più raramente da emolisi; - coagulazione: utile nel definire la gravità dell’avvelenamento e la risposta all’antiveleno; - proteine totali, albumina: possibile ipoalbuminemia per passaggio di albumina nell’interstizio; - enzimi muscolari (CPK, LDH, mioglobina); - creatinina, azotemia, elettroliti; - emogasanalisi, glicemia; - gruppo sanguigno: raramente si trasfonde ma nel caso dovesse essere necessario, i campioni di sangue raccolti successivamente, una volta che il veleno è entrato in circolo, non sono più adatti alla tipizzazione del gruppo sanguigno; • Urine: proteinuria, emoglobinuria, mioglobinuria. • ECG. C. Gestione dell’arto colpito Medicazione locale: disinfettare la ferita e immobilizzare l’arto, ponendolo in una valva morbida all’altezza del cuore. Nel caso in cui vi sia una progressione rapida dei segni di avvelenamento, riapplicare il bendaggio, lasciandolo in sede sino all’infusione del siero(12). Se il paziente si presenta all’ingresso con sintomi sistemici (grado II o III), il bendaggio va lasciato in sede sino all’avvio della terapia antidotica(17). Monitoraggio clinico(11, 17) • All’ingresso: - valutare segni di iniezione del veleno ovvero: edema, petecchie, bolle, sanguinamento protratto della ferita; - delineare su cute l’estensione dell’edema; - misurare la circonferenza dell’arto. • Successivamente: - valutare la progressione dei segni locali e l’eventuale comparsa di linfoadenomegalia nei distretti che drenano l’arto colpito: la linfoadenomegalia indica che il veleno sta diffondendo lungo i vasi linfatici; - misurare la circonferenza dell’arto ogni 15 minuti sino a che la progressione dei segni locali non si sia arrestata. In caso di rapida progressione dell’edema, l’indicazione terapeutica principale è relativa all’utilizzo del siero antidotico per via generale. ANNO 8 - numero 2 NB: la sindrome compartimentale è un’evenienza rara in caso di morso da vipera Europea. Le sedi più a rischio sono le dita e il compartimento tibiale anteriore. La diagnosi di certezza si basa unicamente sulla misurazione cruenta della pressione intracompartimentale e la presenza dei polsi non esclude questa complicanza. In mani esperte l’eco-doppler può essere uno strumento utile: l’assenza di flusso venoso avvalora il sospetto clinico ma la sua presenza, al contrario, non è sufficiente a escludere la diagnosi. Fasciotomia Di utilità controversa, trova raramente indicazione nel morso da vipere Europee. In passato veniva raccomandata in caso di edema esteso, al fine di ridurre il rischio di ischemia; tuttavia la somministrazione dell’antiveleno sarebbe di per sé efficace nell’indurre rapidamente la regressione dell’edema, minimizzando questo rischio(11). D. Trattamento antiofidico È indicato negli avvelenamenti di grado II e III. Nello specifico, sono considerate indicazioni(12): • alterazioni dei parametri emocoagulativi; • instabilità emodinamica progressiva, scarsamente responsiva alla fluidoterapia; • sintomi gastroenterici importanti e prolungati; • aritmie cardiache; • rapida progressione dell’edema e/o dell’ecchimosi dell’arto coinvolto; • alterazione dello stato di coscienza; • sintomi neurologici. Cos’è? Miscela di antitossine iperdepurate, ottenuta dal siero di sangue di cavalli iperimmunizzati contro i veleni delle vipere Europee (Aspis, Berus, Ammodytes e Ursinii). Caratteristiche È immunogeno, presenta un rischio di anafilassi immediata e malattia da siero nelle settimane successive all’infusione. Per questo motivo l’utilizzo è indicato solo nelle forme di avvelenamento con coinvolgimento sistemico e grave compromissione locale dell’arto interessato dal morso del rettile. Va utilizzato in un ambiente predisposto a gestire l’eventuale anafilassi. In caso di avvelenamento di Grado II e III è comunque importante ricordare che il siero è l’unica terapia efficace e che il rapporto rischio-beneficio nelle forme gravi di avvelenamento è favorevole al suo utilizzo. rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 41 Morso di vipera Come si usa? La somministrazione dei sieri in commercio è per lo più endovenosa. La somministrazione intramuscolare e sottocutanea, anche in vicinanza della lesione, dà poche garanzie di efficacia e non riduce il rischio di shock anafilattico. Prima di avviare l’infusione predisporre il necessario per la gestione dell’eventuale anafilassi (adrenalina, cortisone, antistaminico, fluidi; Appendice 1). La posologia varia in base al tipo di siero. Andrà, quindi, consultato il foglietto illustrativo. l’utilizzo dell’eparina è controverso(21). Le linee guida proposte dalla British Society of Hemathology del 2009(22) indicano l’utilizzo dell’eparina in caso di CID associata a condizioni a rischio di trombosi ovvero porpora fulminante con ischemia delle estremità o infarti dei vasi cutanei. In questi casi è consigliato l’utilizzo dell’eparina non frazionata (perché ha emivita breve) in infusione continua. La dose indicata in base al peso è di 10 gamma/kg/h. Risposta al trattamento Definita dalla risposta clinica e delle prove emogeniche. Il PT tende ad accorciarsi già nelle 4-6 ore successive all’infusione del siero. Il fibrinogeno invece può impiegare sino a 24 ore(18). Il deteriorare dei parametri coagulativi dopo un iniziale miglioramento indica la persistenza del veleno in circolo (per neutralizzazione del siero o diffusione dal sito di inoculo). In questo caso è indicata una seconda somministrazione di siero(17) (controllare comunque sempre le indicazioni riportate sul foglietto illustrativo del siero a disposizione). Cortisone, antistaminico, adrenalina: come e quando? • Nella profilassi delle reazioni avverse all’iniezione dell’antiveleno: le esperienze sono molto limitate e attualmente non c’è indicazione ad alcun trattamento profilattico. Un RCT su popolazione adulta dimostrerebbe invece l’efficacia dell’adrenalina per via sottocutanea somministrata prima dell’infusione del siero(23, 24) nel ridurre l’incidenza di reazioni avverse moderate e gravi (RR 0.11). La dose impiegata nello studio era di 0.25 ml di adrenalina 1:1000. Non vi sono esperienze nel bambino. In alcuni paesi (Australia), tuttavia, viene raccomandata, anche nei bambini la premedicazione con adrenalina 0.005-0.01 mg/Kg per via sottocutanea. • Riduzione dell’edema: l’utilizzo dello steroide non sembra efficace a questo scopo(25). • Trattamento delle reazioni ritardate da immunocomplessi (reazione da siero): utili sia antistaminico che steroidi(20). E. Terapie di supporto Supporto del circolo: • monitoraggio della diuresi, parametri vitali; • somministrazione di liquidi ev (soluzione fisiologica o ringer) in base alle condizioni del circolo; • in caso di instabilità del circolo, nonostante l’infusione di fluidi, seguire gli schemi in caso di shock emodinamico. Correzione della coagulopatia In caso di sanguinamento, esso si risolve in pochi minuti dalla somministrazione del siero. Le prove emogeniche si correggono nelle successive 4-12 ore(19). Nei casi eccezionali di sanguinamento severo considerare: plasma fresco, fibrinogeno, PLT ed emazie concentrate(20). Eparina Anche se in un recente studio prospettico l’utilizzo dell’eparina nei morsi di vipera Europea era associato a una più lunga ospedalizzazione(21), alcuni autori ne suggeriscono l’impiego in due circostanze(11): • in caso di localizzazione del morso agli arti inferiori con edema esteso e prospettiva di immobilizzazione protratta; • nei pazienti con avvelenamento di Grado III che presentano i segni di una coagulazione intravascolare disseminata (CID). Nella CID, indipendentemente dalla causa che l’ha indotta, 42 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA Antibiotici Le complicanze infettive successive al morso di vipera sono rare in Europa. La terapia antibiotica è, pertanto, indicata formalmente solo nel caso di comparsa di segni di infezione locale(11). Vaccino antitetanico Verificare sempre lo stato della vaccinazione e ripetere se in regola. Antidolorifici In caso di inoculazione del veleno, il dolore è in genere di entità moderata-severa. ANNO 8 - numero 2 Morso di vipera Bibliografia essenziale Bibliografia essenziale 1. Chippaux JP. Epidemiology of snakebites in Europe: a systematic review of the literature. Toxicon. 2012 Jan; 59 (1): 86-99. 2. Management of snakebites in France. De Haro L.Toxicon. 2012 Sep 15; 60 (4): 712-8. 3. Roberts JR, Otten EJ. Snakes and other reptiles. Ch. 101: 1552–1567, Goldfrank’s Toxicologic Emergencies. 7th Edition. McGraw Hill 2002. 4. Gutierrez JM, Rucavado A. Snake venom metalloproteinases: their role in the pathogenesis of local tissue damage. Biochimie. 2000; 82: 841–50. 5. Ferquel E, de Haro L, Jan V, Guillemin I, Jourdain S, Teynié A, d’Alayer J, Choumet V. Reappraisal of Vipera aspis venom neurotoxicity. PLoS One. 2007 Nov 21; 2 (11): e1194. 6. Lonati D1, Giampreti A, Rossetto O, Petrolini VM, Vecchio S, Buscaglia E, Mazzoleni M, Chiara F, Aloise M, Gentilli A, Montecucco C, Coccini T, Locatelli CA. 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Available from: http://www.searo.who.int/ LinkFiles/SDE_mgmt_snake-bite.pdf. [last accessed on 2007 Jul 12]. 21. Hunt BJ. Bleeding and coagulopathies in critical care. N Engl J Med. 2014 Feb 27; 370 (9): 847-59. doi: 10.1056/NEJMra1208626. 7. Audebert F, Urtizberea M, Sabouraud A, Scherrmann JM, Bon C.Pharmacokinetics of Vipera aspis venom after experimental envenomation in rabbits. J Pharmacol Exp Ther. 1994 Mar; 268 (3): 1512-7. 22. Levi M, Toh CH, Thachil J, Watson HG. Guidelines for the diagnosis and management of disseminated intravascular coagulation. Br J Haematol. 2009; 145: 24-33. 8. Audebert F, Sorkine M, Robbe-Vincent A, Bon C.Viper bites in France: clinical and biological evaluation; kinetics of envenomations. Hum Exp Toxicol. 1994; 13: 683-638. 9. Ahmed SM, Ahmed M, Nadeem A, Mahajan J, Choudhary A, Pal J.Emergency treatment of a snake bite: Pearls from literature.J Emerg Trauma Shock. 2008 Jul; 1 (2): 97-105. doi: 10.4103/0974-2700.43190. 23. 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Reading CJ.Incidence, pathology, and treatment of ANNO 8 - numero 2 rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 43 L’INVIATO SPECIALE Informare per formare Debbia C. UOC, P.S. Medicina d’Urgenza - IRCSS G. Gaslini, Genova Defendit numerus. Nei numeri è la sicurezza. (Decimo Giunio Giovenale, Satire, II, 46) Già i nostri antenati conoscevano la potenza, la sicurezza dei numeri. Dalla loro conoscenza e analisi nascono infinite, sorprendenti informazioni che possono cambiare e migliorare la nostra vita. Da ciò deriva l’importanza delle raccolte dati epidemiologiche. Complessivamente gli infortuni sono un problema prioritario di sanità pubblica, perché rappresentano la quarta causa di morte in Europa dopo le malattie cardiovascolari, oncologiche e respiratorie. In età pediatrica gli infortuni sono la prima causa di morte in Europa e la seconda in Italia (20,3%), dopo le neoplasie (30,9%). Il 16 e 17 Maggio 2014 l’IGG, in collaborazione con l’ISS e il Ministero della Salute, ha organizzato il convegno Nazionale: “La sorveglianza ospedaliera degli incidenti in Italia ed in Europa”. 44 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA Nella prima giornata sono stati forniti i dati inerenti alla rete rilevazione dati dei PS degli Ospedali Generali e Pediatrici della rete SINIACA, che coinvolge 11 Regioni Italiane (Piemonte, Valle d’Aosta, P.A. Trento, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Sardegna). Il SINIACA è un sistema nazionale di rilevazione dati costituito dall’ISS. La rete SINIACA è collegata al sistema IDB Europeo, in cui confluiscono tutti i dati forniti dalle Nazioni Europee. L’Injury Database (IDB) è un database consultabile su internet sviluppato dalla DG SANCO (Salute e Protezione del Consumatore) della Commissione Europea nell’ambito del Programma di Prevenzione degli Infortuni partito nel 1999, allo scopo di fornire un accesso centralizzato ai dati rilevati dagli Stati Membri dell’Unione Europea sulla base della specifica Raccomandazione Europea sulla Prevenzione degli Infortuni, che indica il sistema IDB quale standard di riferimento di qualità per le rilevazioni nazionali e internazionali. Alla rete di sorveglianza IDB contribuiscono oltre 100 ospedali in 22 Paesi Europei. Nella prima giornata sono stati evidenziati i progressi fatti in SINIACA dal suo inizio nel 2006. I PS collegati forniscono trimestralmente, attraverso l’accesso al sito informatico dedicato a ciascuno sul sito dell’ISS, i propri dati e da esso possono scaricare i dati generali. Nell’ambito di un accordo con il Dipartimento Centrale di Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute sono state studiate le informazioni sanitarie contenute nelle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), in particolare per la valutazione della gravità delle lesioni e per la quantificazione dei costi sanitari, oltre che, naturalmente, per dimensionarne correttamente il fenomeno. Attualmente in centri pilota di PS sono state collegate le SDO con i referti del PS, onde avere elementi sulla causa esterna (l’incidente che ha provocato la lesione), informazione non recuperabile solamente tramite le SDO. Questo costituisce il nuovo Progetto ANNO 8 - numero 2 Informare per formare INTEGRIS - http://www.rp7integris.eu - studio pilota condotto in 6 Paesi membri UE (A, DE, DK, IE, IT, UK). Il SINIACA ha stimato gli accessi in PS in Italia per incidente o violenza in circa 7.378.000 casi l’anno; di questi, oltre 1.825.000 si sono verificati in casa. in circa 135mila il numero di ricoveri ospedalieri per infortunio domestico, cifra congrua con il 23% degli incidenti domestici su tutti i ricoveri per traumatismi osservata nel sistema delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO: registro nazionale dei ricoveri ospedalieri). Accessi al Pronto Soccorso Il tasso medio di accesso in PS ospedaliero per infortunio domestico è di 3.075 pazienti l’anno ogni 100.000 abitanti, di cui i gruppi età-sesso specifici a rischio sono: • i bambini sotto i 5 anni d’età (più i maschi che le femmine): 8.137 casi ogni 100.000/anno; • gli anziani a partire dai 65 anni (più le donne che gli uomini): 5.582 casi ogni 100.000/anno, con tassi progressivamente maggiori al crescere dell’età; • le donne in età lavorativa (18-64 anni) impegnate in attività di lavoro domestico: 2.114 casi ogni 100.000/anno; • gli adulti (più uomini che donne) tra i 15 e i 49 anni: 2.043 casi ogni 100.000/anno. La seconda giornata è stata dedicata alla Pediatria. Erano presenti i Rappresentanti di tutti gli Ospedali Pediatrici e delle maggiori UO di Pediatria Italiane, di tutte le Società Scientifiche e di Ricerca Nazionali. Dai dati finora raccolti si evince che le morti per incidenti in età pediatrica sono, in Europa e in Italia, solo “la punta dell’iceberg” di una situazione di danni e lesioni, molto più diffusa e importante. Oltre al danno “acuto” (la necessità di recarsi in PS, il dolore e la malattia contratta, il tempo impiegato, l’eventuale ricovero) risulta impegnativa anche la “cronicizzazione” dello stesso. Infatti, un elevato numero di bambini e adolescenti restano affetti da conseguenze a lungo termine degli incidenti: disabilità fisica, effetti psicosociali a lungo termine. Tutto questo rappresenta un enorme costo in termini umani di salute, stress, impegno e anche economico per la famiglia e la società. Ci sono due livelli di sorveglianza in PS degli incidenti pediatrici: un livello sintetico e uno analitico. Al livello sintetico, tutti gli ospedali di determinate Sempre dal sistema SINIACA-IDB risulta che la proporzione dei ricoveri è pari al 7,5% degli accessi in Pronto Soccorso circa, per cui è possibile stimare ANNO 8 - numero 2 rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 45 Informare per formare Regioni osservano i casi di accesso in PS per incidente (o violenza) e rilevano la diagnosi (ad es. trauma cranico) e la tipologia generale d’incidente. Dai dati di PS di queste Regioni possiamo stimare che in Italia ogni anno accedono in PS per incidente (o violenza) oltre 1.160.000 bambini all’anno (età 0-14). Di questi circa il 31% cioè 365.000 bambini accedono al PS a causa di un incidente domestico. A livello analitico si analizzano tutti i dati: sesso, età, orario dell’incidente, dinamica dell’evento, causa, luogo, tipo di lesione e trattamenti in PS, prognosi, esito e codice ICD9 di dimissione da PS ed eventualmente la SDO di dimissione ospedaliera da UO di degenza. Dalle casistiche risulta che nei bambini circa il 50% degli incidenti domestici sono dovuti a caduta. Molto importanti sono nei più piccoli, sotto l’anno di età, le cadute dal fasciatoio (il 50% di cadute avviene all’età di 0-1 anno). Per i più piccoli, oltre alla caduta, le dinamiche d’incidente rilevanti sono l’inalazione o l’ingestione di corpo estraneo, le ustioni e le intossicazioni (ad es. per i maschi sotto i 5 anni d’età: contatto corpo estraneo 4,8%; ustione 3,1%, avvelenamento/intossicazione 2,8%). Nei bambini più grandi prevalgono le ferite (ad es. nei maschi di 10-14 anni, le ferite sono il 10,8% della casistica) o le fratture (9,8%). Riguardo all’attività svolta dal bambino infortunato, essa consiste prevalentemente nel gioco (circa 40% degli incidenti domestici): se ne deduce che la qualità e l’integrità del gioco devono essere controllate e il bimbo deve essere sorvegliato mentre gioca. Oltre il 7% degli incidenti avviene all’atto del nutrirsi per i rischi legati alla cucina. Per i bambini il luogo domestico di maggior frequenza degli incidenti è il soggiorno/camera da letto. Ad es. per i maschi sotto i 5 anni d’età, il 40,0% degli incidenti avviene in camera da letto/soggiorno, il 16,4% in cucina e il 13,8% nelle altre pertinenze interne dell’abitazione. Tali proporzioni rimangono simili nelle femmine fino ai 14 anni d’età. Nei maschi del gruppo 10-14 anni, invece, le aree esterne assumono sostanzialmente la stessa importanza (18,6%) del soggiorno e della camera da letto (21,1%). Riguardo ai traumi in Pronto Soccorso si registra il 92,8% delle dimissioni a domicilio, poiché un elevato numero di lesioni sono superficiali (24,2% di contusioni, 15,3% di fratture lievi e chiuse, principalmente a carico degli arti superiori, 11,4% di traumi cranici, 7,4% di ferite al volto). È stato evidenziato il problema emergente dell’ingestione delle pile al litio, come evento straordinariamente pericoloso, se non letale, in continuo aumento per la straordinaria diffusione di questi strumenti e le loro piccole dimensioni. 46 | rivista di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA Obiettivi e proposte Per prevenire queste morti evitabili e la morbosità indotta dagli incidenti è necessario rafforzare la sorveglianza epidemiologica e lo studio di questi eventi. Durante il Convegno sono intervenuti i Rappresentanti di tutti i PS Pediatrici dell’AOPI (Rete degli Ospedali Pediatrici Italiani) che intendono integrarsi nelle rete di SINIACA e nella Rete Europea IDB. Parte dal Gaslini la realizzazione di una Rete Pediatrica Epidemiologica dei Pronto Soccorso degli Ospedali Pediatrici Italiani finalizzata alla sorveglianza degli incidenti, costituendo insieme all’Istituto Superiore di Sanità un vero e proprio gruppo permanente di lavoro integrato a livello Europeo. Peraltro, attualmente esiste in tutto il mondo un’unica rete pediatrica in Canada e l’iniziativa del Gaslini risulta la seconda nel mondo. Durante il Convegno, inoltre, si sono presi gli accordi per l’elaborazione delle Linee guida e di Indirizzo Internazionali per la prevenzione incidenti in età pediatrica. Ogni Società Scientifica nominerà i suoi rappresentanti a un Tavolo Scientifico per l’elaborazione delle proposte all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra i molti suggerimenti, spunti, accordi e sollecitazioni, è stato previsto un gruppo di lavoro che si occupi della semplificazione degli ICD9 utilizzati nei PS pediatrici. Il Convegno ha suscitato molto interesse, vivaci discussioni e sollecitato in tutti la voglia di collaborare e partecipare. Nasce così, dalla raccolta e comprensione dei numeri (epidemiologia), l’informazione dei Pediatri che a sua volta genera formazione sul campo da estendere ai genitori e all’intera popolazione. Historia magistra vitae. La storia è maestra di vita. (Cicerone De oratore Lib. II, 9, 36) ANNO 8 - numero 2