Presentazione Carl Orff - Carmina Burana
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Presentazione Carl Orff - Carmina Burana
CARL ORFF – CARMINA BURANA .1. Nella Germania nazista Carl Orff (1895-1982) fa parte di un gruppo di musicisti di buona cultura e buone doti musicali, e ancora troppo giovani per essersi compromessi (agli occhi del regime) con la “musica degenerata” (per esempio quella proveniente dagli USA, con i ritmi sincopati del jazz, il canto degli spiritual, il blues...). Il linguaggio musicale di Carl Orff, all’inizio degli anni Trenta, fa parte di quell’indirizzo musicale europeo denominato “vitalismo” a cui si possono ascrivere altri compositori come Shostacovich, Kabalevsky, Petrassi ed altri. Si tratta di una corrente musicale caratterizzata dall’immediatezza comunicativa, che punta sugli aspetti motori e ritmici della musica, ispirata a un irriducibile ottimismo. La musica di Orff non ha “contaminazioni” con elementi dodecafonici, con questioni disgregatrici della tonalità tradizionale, procede per affermazioni decise, nette contrapposizioni, ripetizioni ossessive di ritmi, masse corali e orchestrali che propongono frasi musicali rudi e isoritmiche (tutte le linee musicali si muovono sul medesimo schema ritmico), ben sostenute dalle percussioni come nei Carmina Burana. I Carmina Burana formano una “cantata profana” per soli (soprano, tenore, baritono, basso), coro e orchestra del 1937, e si basano su testi tratti da una raccolta di canti in latino maccheronico, francese e tedesco medievale degli studenti del XIII secolo, custodita nell’Abbazia di Benediktebeuren. Il lavoro è articolato in un Prologo (l’invocazione iniziale alla Fortuna signora del mondo), e tre parti, ognuna delle quali tocca un tema della raccolta di canti dei clerici vagantes medievali. La prima parte è dedicata alla natura e alla primavera “paganamente intese” (riferimenti a soggetti mitologici, nessuna convenzione moralistica), e anche alla danza, come momento di gioia collettiva e ricerca del partner. La seconda parte tratta del bere e del divertimento sfrenato nell’ambiente conviviale dell’osteria; si inneggia al gioco, alla liberazione dalle catene dei propri doveri, e c’è posto anche per il divertente canto di un cigno finito nella padella del cuoco! La terza parte, Cours d’amours (Corte d’amore), è tutta dedicata alle invocazioni e celebrazioni dell’amore, passando dalle spirituali richieste d’aiuto rivolte agli dei fino all’esaltazione dell’amore più terreno e carnale. Come in una magica ruota i Carmina Burana terminano così come sono cominciati, il venticinquesimo quadro musicale è infatti Fortuna Imperatrice del mondo.
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