il nuovo miracolo italiano - Federazione Ginnastica d`Italia
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il nuovo miracolo italiano - Federazione Ginnastica d`Italia
5 IL NUOVO MIRACOLO ITALIANO di David Ciaralli L a Ferrari non vince tutto quello che avrebbe potuto, ma dopo l’oro conquistato nel Concorso Generale, bissando il titolo mondiale, fa sua anche la finale del corpo libero, diventando a tutti gli effetti la “reginetta d’Olanda”. “Sono riuscita a confermare la vittoria di Aarhus, era il mio obiettivo, la cosa più difficile - dice la nuova stella del firmamento internazionale - Se vinci una volta può essere fortuna. Ora sono una certezza”. Vanessa è l’unica ginnasta a salire due volte sul massimo gradino del podio di Amsterdam. L’inno di Mameli, grazie a l’exploit di Carlotta Giovannini al volteggio suona invece per ben tre volte. Niente male se si considera che la bandiera rumena non tocca mai il pennone più alto e quella russa lo fa quanto la nostra. L’Italia è seconda nel medagliere, grazie al secondo posto agli anelli di Coppolino e al terzo alla sbarra di Cassina, ma la Russia ci precede soltanto per due bronzi e la Romania ci pareggia in quantità, non in qualità. Questa è la fotografia: la ginnastica azzurra ha raggiunto corazzate che fino a pochi anni addietro facevano scuola nel Vecchio Continente. “È importante creare un’immagine vincente - ci spiega il tecnico Enrico Casella - Basti pensare ai ginnasti dell’Est e all’alone di invincibilità che li circondava per capire l’influenza psicologica di certi meccanismi. L’accoglienza che ora ci riservano è molto cambiata. Noi, però, dobbiamo rimanere con i piedi ben saldi in terra. C’è grande ammirazione e rispetto per il nostro lavoro. Abbiamo dimostrato che anche un Paese «normale», con l’impegno e la passione, può raggiungere risultati importanti. Prima si pensava che le medaglie d’oro fossero la conseguenza di certe strutture so- ciali di nazioni come Cina o Unione Sovietica oppure delle disponibilità economiche di superpotenze come gli Stati Uniti. Il fatto che una squadra dell’Europa occidentale, con i problemi atavici di quest’area geografica, legati principalmente all’impiantistica e alle risorse umane, sia riuscita a battere una tale concorrenza infonde fiducia in tutte le altre. Certo, esistono scuole diverse anche all’interno dell’Unione Europea. Il miracolo italiano, in qualunque disciplina, è sempre nato dalla libera iniziativa personale, dalla creatività e dalla buona volontà dei singoli. Per questo stiamo cercando di rendere organica questa caratteristica, riproducendo, o meglio, promuovendo la nascita spontanea di tante fucine artigianali. L’atleta d’interesse nazionale, quindi, senza trasferimenti in contesti artificiosi, rimane a lavorare nel suo ambiente naturale, quello societario, con i suoi stessi scopritori, assistiti e collegati ad un sistema integrato federale”. I prossimi appuntamenti europei saranno a Clermont-Ferrand (Francia), dal 3 al 6 aprile del 2008, per la femminile, e a Losanna (Svizzera), dall’8 all’11 maggio dello stesso anno, per la maschile. Ma prima l’Artistica azzurra dovrà passare sotto le forche caudine di settembre, quando a Stoccarda, in gioco, non ci sarà solo il titolo mondiale ma il pass olimpico. Dalla fine dell’era Chechi non avevamo più vinto nulla in Europa, fino a Debrecen 2005 con Coppolino e, soprattutto, con la Benolli, la rondine che ha fatto primavera. Prima la squadra rosa a Volos, poi i trionfi nella terra dei tulipani ci inseriscono di diritto nell’elite ginnica dall’Atlantico agli Urali. 8.000 spettatori, 230 giornalisti accreditati, sei ginnasti di sei nazioni diverse che si aggiudicano i titoli di specialità, a dimostrazio- ne di un equilibrio rotto solo dalle ragazze italiane, questi i numeri di un evento che ha appassionato soprattutto per gli episodi che lo hanno caratterizzato. La mancata qualificazione agli anelli dell’idolo di casa Jury Van Gelder, la tremenda insaccata di Dragulescu all’arrivo da un Twist nella finale al corpo libero, l’affermazione a sorpresa nell’All-around di Maxim Deviatovski, gli errori di Vanessa alla trave e alle parallele, e la Tweddle a mezzo servizio dopo l’intervente alla spalla. Per quanto ci riguarda, ricorderemo le quattro ginnaste su quattro finite tra le prime 15 nel Concorso I (Ferrari 1ª con 61.575, Macrì 10ª, Bergamelli 12ª e Giovannini 15ª), Matteo Morandi che butta l’oro uscendo male dal castello, Alberto Busnari che paga col nono posto al cavallo con maniglie la lunga assenza dai palcoscenici che contano e Matteo Angioletti terzo finalista italiano di una finale che ne ammette solo due con lo stesso passaporto. Vanessa aspetta il suo turno al corpo libero (foto Jasmin Schneebeli-Wochner) 6 UN TRIS D’ORO SUL TAVOLO D’EUROPA S i era presentata con un 61.575 nel Concorso I. Il suo record personale in campo internazionale. La Ferrari, per i bookmaker del settore, è la favorita anche per il titolo continentale. Al suo fianco, come sempre, Monica Bergamelli, due volte olimpionica e pronta a portarle la borsa tra una rotazione e l’altra nel Rai Congress Centre di Amsterdam. La bergamasca con 56.400 aveva chiuso in 12^ posizione la sua avventura olandese, tre decimi dietro la Macrì (56.725), ma in finale è, comunque, in pedana a preparare con acqua e magnesia le parallele alla campionessa del Mondo. Sugli spalti la Giovanni (15^ nelle qualificazioni del giovedì con 55.975) fa il tifo per le compagne, pensando alla sua finale al volteggio. Le quattro azzurre, così, in un modo o nell’altro, all’inizio del week end sono ancora tutte in gioco, l’ennesimo segnale di un gruppo forte, brioso ed unito. La cavalcata di Vanessa nell’All-around inizia alla trave. Sale per sesta, l’ultima di un raggruppamento in cui non ha avversarie dirette, e questo non le piace. Il salto giro con un avvitamento che l’aveva tradita ad Aarhus è ormai una formalità, anche se lei è fra le pochissime ad eseguire un movimento così difficile. Superato lo scoglio la ginnasta di Genivolta è stranamente imprecisa in alcuni elementi più semplici e alla fine strappa alla rigida giuria un 15,375. In testa alla classifica dopo il primo attrezzo balza l’ucraina Dariya Zgoba, che alle parallele coglie 15,575 punti. In terza posizione si attesta la russa Kramarenko, che precede l’ex campionessa europea Alina Kozich e le rumene Steliana Nistor e Sandra Izbasa, rispettivamente quinta e sesta. Purtroppo solo diciannovesima l’altra azzurra Federica Macrì, che, complice una caduta al corpo libero, non va oltre un 13,350. La Zgoba apre la seconda rotazione sbagliando alla trave, dalla quale però la Izbasa con 15.625 vola al comando della classifica provvisoria. Vany le risponde al corpo Vanessa Ferrari al corpo libero del All-around (foto Vanda Biffani) libero (15,075), nonostante convinca poco un passaggio artistico e l’arrivo del “doppio carpio” con cui chiude il suo esercizio. Al quarto posto resiste la Nistor (29.800), che alle parallele si era ben disimpegnata con 15,425. La Macrì (14.275 al volteggio) scala addirittura dieci posizioni e si attesta al nono posto con un totale di 27.625. Al terzo giro escono di scena l’ucraina e, soprattutto, la Nistor, male alla trave (14.625). Il duello, oramai, è tra Sandra e Vanessa, che al volteggio si supera ottenendo un punteggio per lei inusuale in questa specialità, 14.925. Ma il bronzo mondiale, nel suo attrezzo preferito, il corpo libero, fa ancora meglio e con 15.475 sorpassa l’italiana di cinque centesimi: 45.425 contro 45.375. Federica cede qualche posizione e dopo la routine alle parallele (14,125) è decima con un parziale di 41.750. È il momento di scoprire le carte. La rumena al volteggio non può fare più di 14,475 e la Ferrari se non sbaglia alle parallele ha il titolo in tasca - padrona, come al solito del proprio destino. Casella e Michela Francia le consiglierebbero un atteggiamento conservativo ma al “cannibale” non basta vincere, lei vuole stupire. E così, volteg- 7 Da sinistra Michela Francia, Carlotta Giovannini, Giacomo Zuffa, Vanessa Ferrari, Enrico Casella, Federica Macrì, Monica Bergamelli e Diego Pecar - (foto David Ciaralli) giando fra gli staggi con la freccia lampeggiante coglie il punteggio più alto della giornata (15,700) e all’esordio europeo si incorona da sola, come Napoleone a Notre Dame (61.075). Alle altre non rimane che lottare per il gradino più basso. La piazza d’onore, infatti, è di Sandra Izbasa, che conferma con l’argento (59.900) tutta la sua classe. L’ex iridata di Amsterdam 2004, Alina Kozich, soffia il podio all’altra rumena, quella Nistor che agli Europei juniores di tre anni fa seppe imporsi sulla nostra Ferrari. La Macrì alla fine è 14esima (55.600). Con un paio di errori in meno Federica poteva addirittura ambire alla settima piazza, ma anche per lei questo debutto tra le Top 24 è più che positivo. Archiviato tra i flash e i titoloni dei giornali il Concorso Generale, è già tempo di pesare alle finali di specialità. La giornata incominciata benissimo. L’imolese Carlotta Giovannini con 14.812 mette in fila la tedesca Chusovitina (14.725) e la russa Grudko (14.625) nella gara al volteggio. È il secondo oro per l’Italia e con Vanessa nelle altre tre finali questa trasferta può trasformarsi in un trionfo storico. La Ferrari ha il poker in tro con un avvitamento, lo stesso movimento fallito ad Aarhus, le fa poggiare i piedi a terra (8ª 13.550). Agli occhi della tigre, per la prima volta, spuntano le lacrime. Casella la porta fuori e quando la rivediamo sulla pedana del corpo libero si capisce che la regina è tornata. È la settima a salire ma con 15,400 scioglie gli enigmi della Turandot e non ce n’è per nessuno. Per la Izbasa che aveva già dato forfait, per Betty Tweddle (15.250), acciaccata e d’argento, e per la Kozich, terza a 15.050.“Sono arrabbiatissima ed anche abbastanza delusa - dirà l’atleta della Brixia in conferenza stampa - Cioè, sono contenta per aver vinto il corpo libero e di lasciare Amsterdam con due medaglie d’oro, ma se penso a quello che ho combinato negli altri due attrezzi mi viene da piangere”. La sindrome da perfezionismo è un’incurabile patologia del genio che a noi comuni mortali non è dato capire, ma solo applaudire, applaudire, applaudire! mano, come Menichelli ad Anversa 1965. Due cadute, però, prima alle parallele e poi alla trave, tappano le ali della bresciana. È il black out del giorno dopo, come a Volos e in Danimarca. Il boato del pubblico, Vany Carlotta Giovannini nella rincorsa al volteggio non ci crede. Sugli staggi calco(foto Vanda Biffani) la male il tempo in una “kippe” e il movimento successivo, il salto acrobatico “comaneci”, non le riesce alla perfezione. Piedi a terra e addio sogni di medaglia (il 14,375 vale solo il sesto posto). L’oro va a Dariya Zgoba (15.775), che per un’inezia supera Steliana Nistor (15.725), mentre il bronzo, a sorpresa, finisce al collo della russa Kramarenko (15.425). L’incubo prosegue due ore più tardi. L’azzurra è nervosa, cammina avanti e indietro a bordo pedana, mentre, sulla trave, sfilano la russa Lozhecko (1ª con 15.675), la Izbasa (2ª con 15.525), la greca Stefani Bismpikou e la Nistor (terze pari merito a 15.475). Tocca alla Ferrari. Nella prima serie acrobatica un grosso sbilanciamento dopo il salto giro indie- 8 6 FINALI PER 4 CON IL RESTO DI 2 U no è tornato, l’altro non ci aveva mai lasciato. Dopo l’oro di Parigi Igor Casina ritrova se stesso ed un podio europeo, anche se su un gradino più basso rispetto a Debrecen 2005. Andrea Coppolino, che in Ungheria fece meglio di tutti, conferma con l’argento, seppur in ex aequo con Jovtchev (16.200), il suo posto tra i primi tre anellisti del continente. Il bronzo alla sbarra del campione olimpico, dopo l’acceso in finale con il miglior parziale (15.525), dimostra due cose: a) anche senza il movimento Cassina, Igor ha una routine vincente; b) il ginnasta di Meda ha ancora tanta voglia di stupire, e questa, in prospettiva mondiale, per noi è la notizia più bella. Il podio di Cassina con 15.575, dietro a Pegan (15.675) e ad un Hambuechen (16.025), che in qualifica si era un po’ nascosto, tirando fuori l’esercizio vero solo in finale, arIgor Cassina - (foto V. Biffani) riva nonostante una microfrattura al dito della mano che gli aveva impedito di gareggiare al cavallo con maniglie. ”La routine alla sbarra finalmente è stabile - precisa il Responsabile delle Squadre maschili Maurizio Allievi - Togliere un kovacs non ha abbassato più di tanto la difficoltà di partenza, garantendo al ginnasta maggiore sicurezza. Abbiamo aggiunto una nuova infilata con un giro che facevano già molti suoi avversari, collegandola con un Voronin. Naturalmente continueremo a provare il «suo» salto in palestra, un asso nella manica da tirar fuori al momento giusto”. “Sono molto soddisfatto - gli fa eco l’azzurro - per me era importante tornare nel giro dei medagliati. Questo terzo posto, dopo quello che ho passato negli ultimi anni, vale oro. L’importante è essere sempre tra i primi, pronti ad approfittare di ogni situazione favorevole”. Coppolino in finale era entrato in punta di piedi, sempre incollato a Jovtchev (16.025), e a 5 centesimi da Vorobyov. Davanti, col ruolo di favorito, tirava la volata Matteo Morandi, autore di due ottimi esercizi, sia nel Concorso I che nell’Allaround. Purtroppo nella gara decisiva, orfana a sorpresa dell’idolo di casa Van Gelder, l’aviere di Vimercate non stoppa l’arrivo e poggia le mani in terra. L’errore porta Matteo al 5° posto con 15.375, spalancando all’ucraino la strada per il titolo. “Avevamo aggiunto un avvitamento alla sua uscita - riprende Allievi proprio per avere una Enrico Pozzo - (foto D. Ciaralli) chance in più di medaglia. Il doppio teso avvitato indietro è una difficoltà D che permette a Morandi di partire da un punteggio più elevato. Così facendo sono aumentati anche i rischi, ma in una gara individuale potevamo permettercelo. Il programma di Coppolino, al contrario, prevede un’uscita più semplice con dei movimenti all’interno dell’esecuzione che la rendono molto più competitiva e affidabile”. Matteo, comunque, delusione a parte, è stato autore di un ottimo Concorso Generale. L’Italia, a questa competizione, aveva iscritto Morandi (86.225) ed Enrico Pozzo (87.350), i due ginnasti più completi della scuderia, campioni assoluti degli ultimi due anni, che chiuderanno rispettivamente al 19esimo e all’11esimo posto, dopo una maratona lunga e difficile. Vittoria a sorpresa di Maxim Deviatovski, il quale, con il punteggio di 90.250 si aggiudica l’oro dopo essere entrato nella finale a 24 solo con il quinto personale. Il russo si impone sul grande favorito della vigilia, il tedesco Hambuechen (89.675), il quale, nonostante la migliore sbarra di giornata, si gioca il titolo al cavallo, agli anelli e al volteggio, dove il rivale è stato di gran lunga superiore. Terzo l’altro russo, Yury Ryazanov (89.000), che approfitta de- 9 Da sinistra Andrea Coppolino sul podio degli anelli, Maurizio Allievi aiuta Coppolino nella salita al castello, Igor Cassina medaglia di bronzo alla sbarra - (foto V. Biffani) gli errori di Rafael Martinez al corpo libero e di quelli del rumeno Koczi agli anelli e alle parallele. “Pozzo non si è potuto preparare come avrebbe voluto - ci svela il tecnico azzurro - per via di una fastidiosa tendinite del flessore dell’alluce del piede destro, comparsa per la prima volta in allenamento e poi riacutizzatasi a pochi giorni dal test preeuropeo con la Svizzera. Ad ogni modo un’accurata terapia antinfiammatoria dello staff medico azzurro ed un bendaggio funzionale lo hanno rimesso in piedi a tempo di record”. Stringendo i denti Enrico è riuscito a giocarsi anche una finale al corpo libero. Si parte con l’incidente a Dragulescu che picchia pericolosamente il capo sulla pedana all’arrivo da un twist e si ritira. Fuori gioco il rumeno la gara diventa più incerta. Alla fine vince l’oro lo spagnolo Martinez, che si riscatta dopo il fallimento nel Concorso II, battendo il francese Bouhail, argento con 15.350, e la coppia pari merito composta dal tedesco Fahrig e al greco Kosmidis, bronzo con 15.275. L’azzurro non stoppa l’ultimo salto della serie da tre sulla diagonale lunga e chiude al 6° posto (15.125). “Di solito in quella diagonale sbaglio finendo fuori pedana, che in termini di penalità è molto peggio. Allora questa volta ho pensato di frenare un po’ e sono arrivato scarso. Comunque, se penso che due settimane fa non stavo neppure in piedi, sono molto soddisfatto - ha dichiarato il campione biellese che al rietro da Amsterdam si Coppolino in postazione Rai con Andrea Fusco e Jury Chechi (foto D. Ciaralli) consolerà con la Libertas Vercelli vincendo lo scudetto - Ho fatto bene sia nelle qualificazioni, sia nelle due finali. Questo risultato per me rappresenta un punto di partenza importante, un piazzamento che mi dà fiducia. Ora lavoreremo per poter aumentare il valore dell’esercizio. Ho visto Dragulescu nella palestra del warm up ed era ancora stordito. Sono cose che succedono ma molto pericolose”. Una menzione particolare se la meritano pure Matteo Angioletti e Alberto Busnari. Il primo aveva fatto il suo, centrando la finale agli anelli con 15.675. Come terzo italiano ha visto la gara dalla tribuna. Il secondo è finito nono al cavallo con maniglie. “Ero partito molto bene - ci racconta l’aviere di Melzo - tenendo un buon ritmo, con camminate pulite ed una buona parte alla maniglia. Forse dovremmo migliorare un po’ la forbice e l’uscita, per renderle più dinamiche”. Al di là di tutto rimane il dato dei quattro azzurri in sei finali, con una prima riserva ed un ginnasta escluso solo per regolamento. Una squadra solida, insomma, in previsione di Stoccarda. Considerando, poi, anche la femminile la Ginnastica italiana chiude l’avventura olandese con 5 medaglie. Solo in altre tre occasioni avevamo raggiunto un tale obiettivo in Europa: nel 1961 a Lussemburgo, nel 1965 ad Anversa e nel 1967 a Tampere. 10 TRE METRI SOPRA IL CIELO DI AMSTERDAM di David Ciaralli “M i sento tipo Babi quando incontra Step”. Questa è Carlotta Giovannini, una teenager come tante, con al collo, al posto di un ciondolo a forma di cuore, una medaglia d’oro europea. “L’ho detto fin da subito, senza paura o scaramanzia: voglio il titolo al volteggio”. Et voilà! Uno “Yurchenko” con due avvitamenti e mamma Chusovitina è servita. IL SOLE E LA LUNA “Otta”, come la chiamano le compagne, è l’altra faccia della Ginnastica azzurra. Da una parte c’è la Ferrari, fredda e calcolatrice, dall’altra la Giovannini, istintiva, passionale. Sembra di rivedere la coppia Mclaren di fine anni ’80, con il professor Prost e il fantasioso Senna, compagni e rivali per il titolo iridato. Una bresciana, l’altra romagnola, le due azzurre tradiscono in ogni cosa le rispettive origini. Laboriosa e refrattaria alle vetrine medianiche Vanessa, solare e brillante Carlotta, soprattutto davanti ad una telecamera. “Domande, autografi, fotografie, maga- In alto la Ferrari scherza con Carlotta su un tram di Amsterdam, in basso la Giovannini e la Macrì sul volo di andata per l’Olanda - (foto E. Casella e D. Ciaralli) ri! Ma non dite che invidio la celebrità di Vany. Voglio meritarmi tutto questo sul campo, proprio come ha fatto lei. L’interesse dei media arriva solo se hai raggiunto traguardi importanti, anzi ne è la prima conseguenza. E allora come potrei dire di non desiderarlo? Nella squadra, però, non esistono gelosie. La Ferrari ha fatto cose straordinarie e grazie alle sue imprese i giornalisti parlano un po’ più di Ginnastica. Ecco, io vorrei dar loro altro da scrivere, tutto qui”. L’imolese è una di quelle atlete che butta il cuore oltre l’ostacolo e dà tutto, fino all’ultima briciola di benzina in corpo, per raggiungere i suoi obiettivi. Potente, travolgente, in pedana come nella vita di tutti i giorni. Una leader per le compagne di squadra, che le vogliono un gran bene, perché è simpatica e coraggiosa, una di quelle, insomma, che fanno “spogliatoio”. Nel calcio sarebbe un mediano con i piedi buoni, una specie di Gattuso, che al posto del ringhio però ha un bel sorriso. LA FILOSOFIA DI GARA E LA IELLA “Il mio atteggiamento in gara è quello di spingere al massimo il piede sul pedale, poi alla fine si vede chi ha tagliato per primo il traguardo. Nella finale di Amsterdam ho sofferto più a guardare 11 le altre cinque dopo di me da bordo pedana, che nell’esecuzione vera e propria dei miei due salti”. Il primo, il doppio avvitamento indietro, le mette ancora ansia, perché è il più difficile. Con quello in avanti, invece, nonostante l’abbia imparato da poco tempo, si sente più sicura. “Serve meno spinta e mi viene più naturale. Dopo Parigi avevo acquisito maggiore consapevolezza nelle mie possibilità ma quando ti trovi davanti ginnaste del calibro della Chusovitina e della Grudko i dubbi tornano”. E poi, oltre alle avversarie, da battere nello sport c’è pure la iella. “Secondo me va esorcizzata prendendola di petto, oppure con qualche amuleto segreto. In gara uso sempre lo stesso elastico per i capelli. Lo comprai prima di andare in Grecia per gli Europei. Abbiamo vinto e non l’ho più tolto”. FRANCY, FEDE E LA TWEDDLE Nel volteggio in Italia la Giovannini è solo l’ultima stella di una scuola vincente. Nel 2005, non dimentichiamolo, sul gradino più alto del podio continentale c’era la Benolli. “Spero che il mio oro sia un ulteriore stimolo per lei. La stiamo aiutando, tutte insieme, a riprendersi e piano piano sta tornando ai suoi livelli. Ho capito cosa ha passato quando anch’io ho subito un leggero infortunio alla caviglia sinistra, nella seconda tappa di Serie A. Avevo l’angoscia di perdere l’Europeo. Francy è rimasta ferma ai box proprio nel periodo in cui abbiamo vinto tutto. Deve essere tremendo ma l’aspetto in squadra per i mondiali”. Intanto, in Olanda, l’amica del cuore della Benolli, provava a difendere il blasone giuliano dell’Artistica ‘81. “Fede (Macrì, ndr.), rispetto a me, riesce a ritardare di più l’avvitamento, spingendo bene sul cavallo, mentre io anticipo troppo, dilapidando un po’ del mio slancio. La mia esecuzione, d’altro canto, è più pulita e riesco comunque ad andare più in alto di lei”. L’imolese è una ginnasta completa, che può far bene anche negli altri tre attrezzi. Lo dimostra il 15° posto nell’All-around di qualificazione con 55.975. “Mi sarebbe piaciuto entrare in finale alle parallele e finire sul podio con Vanessa, anche su un gradino più basso, tanto io sono più alta di lei. In questa specialità mi ispiro alla Tweddle. Dopo la Ferrari, Elizabeth è la mia ginnasta preferita. Peccato non averla vista in azione, ma si era operata da poco ad una spalla”. Carlotta, poi, detiene alla trave un curioso primato. “Il mio esercizio è il più corto della competizione. Dura solo un minuto perché è un attrezzo che non amo particolarmente e così, facendo in fretta, mi stresso di meno. Il risultato è comunque buono, l’esecuzione bella e pulita, ed allora cosa sto lì su a fare? Non sono una travista, la mia principale caratteristica è la potenza, quindi, è inutile inserire nel programma eleganti componenti artistiche, che soffro tremendamente e che potrebbero comportarmi una caduta”. UN CUORE DI GINNASTICA Lucida, coerente, determinata, anche nelle scelte più difficili, quelle di tutti i giorni come quelle che potrebbero condizionare un’esistenza. L’amore, prima di tutto. Si ma non per un ragazzo in particolare, bensì per la sua Ginnastica. “Per nessuna cosa al mondo rinuncerei alla Ginnastica, figuriamoci per un 12 IL FUTURO IN PUGNO Il motto “volere è potere” sembra incarnarsi alla perfezione in questa ragazzotta, nata a Castel San Pietro quasi 17 anni fa. “In verità non è che fossi partita con l’intenzione di arrivare in Nazionale. Mi divertivo e questo già mi bastava. Ho iniziato La Giovannini alla guida di un barcone sui canali di Amsterdam- (foto E. Casella) a crederci dopo la uomo. I Giochi Olimpici li organizzano vittoria di Volos. Vincere all’esordio la ogni quattro anni, il fidanzato me lo tro- prima medaglia d’oro a squadre della vo in cinque minuti. E poi a che serve il storia del tuo Paese significherà qualco«moroso» quando hai tanti amici? I miei sa? Sarò mica una predestinata? Schersono fantastici, me li porterei dietro in zi a parte, quando nella vita decidi di tutte le trasferte. Come i miei genitori imboccare una strada, conviene valutache mi seguono spesso, anche se per me re bene i primi riscontri, perché, evenla loro presenza non è fondamentale. Il tualmente si è ancora in tempo per tormio obiettivo è sempre quello di far ve- nare indietro. Al momento non ci sono dere a tutti quanto valgo, poi, se tra que- segnali negativi, voi che dite?”. Carlotsti ci sono anche mamma e papà tanto ta guarda in faccia il suo futuro con la meglio”. Ma papà Gianluca e mamma stessa decisione con cui fissa il cavalGiuditta lo sanno già quanto vale lo del volteggio al vertice opposto delCharlie, e non solo in pedana. I timo- la striscia della rincorsa. “Prenderò un ri di ogni genitore sull’avvenire dei fi- diploma da privatista in un Istituto gli sono stati subito fugati dalla grin- Socio-Pscico Pedagogico, una ta e dall’impegno di Carlotta. “Mi ci di quelle scuole che serhanno portato loro in palestra, perché vono per diventare inin casa facevo sempre la ruota e poi mi segnanti d’asilo, arrampicavo sugli alberi. Ora ci passo ma da grande sei ore e mezza al giorno, insieme ai miei vorrei fare tutt’alallenatori, Giacomo Zuffa e sua moglie tro. Una laurea Eleonora Gatti. Mi alleno sola, perché le in Scienze Mo- torie e poi, magari, apro una palestra di fitness con mio fratello. Sarebbe un modo di rimanere nell’ambiente senza lo stress dell’agonistica. Una volta che smetto posso continuare a dare una mano, se serve, ma non ad alti livelli. Preferisco la formazione di base”. TI SCATTERÒ UNA FOTO… A PECHINO In ogni caso Carlotta, quindi, farà l’insegnante. A meno che, tra uno studio televisivo e l’altro, non incontri Riccardo Scamarcio che le propone una parte nel prossimo film. “Mi piacerebbe tanto cono- Carlotta ad Aarhus, in occasione dei mondiali 2006 - (foto D. Ciaralli) mie compagne della Bincoverde sono troppo piccole. Comunque io non ho problemi di spazio come Vanessa, al massimo da noi manca l’aria condizionata”. 13 scerlo. 3MSC è il mio film preferito. Quando sono venuta a Roma ho messo il lucchetto a Ponte Milvio insieme a Lorena Coza, in segno di eterna amicizia. Intanto a «Cominciamo Bene» su Rai Tre ho parlato al telefono con Tiziano Ferro. «Ti scatterò una foto», naturalmente, è la mia canzone preferita”. La Giovannini è una ragazza normale. Vive in palestra, si impegna al massimo per realizzare i suoi sogni nel cassetto, ma non c’è niente di male se poi tradisce pulsioni tipiche della sua età. La discoteca e i panini di Mc Donalds vengono dopo Pechino, per ora. Il suo sacrificio, queste debolezze rendono le sue imprese ancora più eroiche, perché non c’è merito dove non c’è rinuncia. “Con il risultato di Amsterdam quel cassetto è leggermente socchiuso. Tengo duro, non voglio distrazioni prima del 2008. Mi sono regalata il brillantino al naso per l’esame di terza media. Ora penso a due tatuaggi. Saranno il regalo per la Cina. Uno a cinque cerchi ed un altro speciale. Però non vi dico dove”. E se qualcuno in famiglia dovesse fare storie, patti chiari ed amicizia lunga. “I miei sanno cosa voglio in cambio, C A R L O T T A G I O V A N N I N I e` nata il 5 luglio 1990 a Castel San Pietro BO, ma vive con la famiglia ad Imola. E` alta 1.58 e pesa 51 chili. Gareggia per lA.G.Biancoverde Imola, allenata da Giacomo Zuffa ed Eleonora Gatti, marito e moglie. Ha cominciato con la ginnastica nel 1994, a livello agonistico nel 96. E` esplosa nel 2006 con il titolo italiano al volteggio. Sempre nel 2006 ha fatto parte della squadra campione dEuropa a Volos, piazzandosi 5 nella finale al volteggio. Nel 2007 ha vinto in coppa del mondo a Parigi. Ama ballare e le piace chiacchierare al cellulare. Papa` Gianluca e` consulente aziendale e mamma Giuditta insegna alla Materna. La famiglia e` composta pure dal fratello 21enne Pierfrancesco e dalla sorellina Eva, 4 anni. un cane boxer”. Così Eva, la piccola di casa, avrà altre orme da seguire oltre quelle della sorella. “Ma va, non farà mai ginnastica, a 4 anni è già troppo imbranata”. La solita rivalità femminile. Di certo Carlotta va molto d’accordo con il fratello grande, Pier, un 21enne che l’ha fatta appassionare al basket. “Però seguo anche il pattinaggio artistico, mentre non tifo per alcuna squadra di calcio. Per la Nazionale, certo, e in particolare per Buffon”. Un’altra icona maschile, un altro poster appeso alla parete, come ne hanno tanti le ragazzine di 16 anni. Per ora però sono i manifesti della Giovannini a tappezzare la città di Imola e tanti Step scavezzacollo avrebbero difficoltà a portarsi dietro la moto una come lei. E poi, caro Scamarcio, chi dice che il Carlotta non ce l’abbia già il «moroso»?! Martedì 15 maggio la sala del Consiglio comunale di Imola, strapiena come non mai, ha accolto Carlotta Giovannini per la consegna del Grifo da parte del Sindaco Massimo Marchignoli. “Sei l’orgoglio della nostra città” - le ha detto il primo cittadino imolese. “I giovani devono prendere esempio da te e dal tuo spirito di sacrificio. Per la ginnastica hai rinunciato a molte cose, in un Paese dove le ragazze sognano di fare le veline e i ragazzi i calciatori”. Il Grifo è il simbolo della Città di Imola ed è stato consegnato nel corso degli anni, fra gli altri, al patron della F1 Bernie Ecclestone, Vasco Rossi e Gian Carlo Minardi. 14 Women's Individual All-Around Final TOT. 1 FERRARI Vanessa 2 IZBASA Sandra Raluca 3 KOZICH Alina 4 NISTOR Steliana 5 KRAMARENKO Ekaterina 6 CHUSOVITINA Oxana 7 PALESOVA Kristina 7 PRAVDINA Kristina 9 VAN DE LEUR Verona 10 BRINKER Anja 11 ZGOBA Dariya 12 BISMPIKOU Stefani 13 VERICEL Cassy 14 MACRI Federica 15 MORENO Patricia 16 MYS Gaelle 17 WONG Lichelle 18 KARPENKO Victoria 19 WAGNER Veronica 20 CLOWES Hannah 21 PECHANCOVA Nicole 22 ZANEVSKAJA Jelena 23 ALCAIDE Mercedes 24 MARACHKOUSKAYA N. ITA ROU UKR ROU RUS GER CZE RUS NED GER UKR GRE FRA ITA ESP BEL NED BUL SWE GBR CZE LTU ESP BLR 14.925 14.475 14.675 14.375 14.175 14.850 14.000 14.125 13.950 13.875 12.725 13.675 13.950 14.275 13.450 13.725 13.950 13.500 14.075 13.850 13.075 13.000 13.400 - 15.700 14.325 14.250 15.425 15.025 14.500 15.175 13.300 14.050 15.550 15.575 13.450 14.025 14.125 13.575 12.300 13.175 13.750 12.425 13.825 14.275 13.975 13.075 11.650 15.375 15.625 15.675 14.625 14.850 13.800 14.175 14.900 14.650 12.625 14.250 14.900 13.000 13.850 15.050 14.700 13.750 13.950 13.950 13.100 13.100 13.250 13.150 12.000 15.075 15.475 14.700 13.750 13.775 14.300 13.325 14.350 13.575 13.975 13.275 13.725 14.650 13.350 13.400 14.175 13.950 13.525 14.150 13.775 13.450 13.600 14.050 - 61.075 59.900 59.300 58.175 57.825 57.450 56.675 56.675 56.225 56.025 55.825 55.750 55.625 55.600 55.475 54.900 54.825 54.725 54.600 54.550 53.900 53.825 53.675 23.650 Da sinistra S. Izbasa, V. Ferrari e A. Kozich (foto F. Donati) FINALI DI SPECIALITÀ Specialità trave 1 2 3 3 5 6 7 8 LOZHECKO Yulia IZBASA Sandra Raluca BISMPIKOU Stefani NISTOR Steliana KOZICH Alina PRAVDINA Kristina KRASNIANSKA Iryna FERRARI Vanessa Specialità corpo libero RUS ROU GRE ROU UKR RUS UKR ITA TOT 15.675 15.525 15.475 15.475 15.450 15.250 15.225 13.550 Specialità parallele simmetriche 1 2 3 4 5 6 7 8 ZGOBA Dariya NISTOR Steliana KRAMARENKO Ekaterina LINDOR Katheleen SIKULOVA Jana FERRARI Vanessa BRINKER Anja WONG Lichelle UKR ROU RUS FRA CZE ITA GER NED TOT 15.775 15.725 15.425 14.700 14.675 14.375 13.600 12.925 1 2 3 4 5 6 7 FERRARI Vanessa TWEDDLE Elizabeth KOZICH Alina VERICEL Cassy NISTOR Steliana CHUSOVITINA Oxana MORENO Patricia IZBASA Sandra Raluca ITA GBR UKR FRA ROU GER ESP ROU TOT 15.400 15.250 15.050 14.625 14.600 14.450 14.375 - Specialità volteggio 1 2 3 4 5 6 7 8 GIOVANNINI Carlotta CHUSOVITINA Oxana GRUDKO Anna LOZHECKO Yulia KOMRSKOVA Jana KING Marissa KORCSMAROS Enikoe IZBASA Sandra Raluca ITA GER RUS RUS CZE GBR HUN ROU TOT 14.812 14.725 14.625 14.450 14.350 14.175 14.012 13.975 ALBO D’ORO FGI CAMPIONATI EUROPEI DI ARTISTICA Maschile e Femminile ORO 1961 Lussemburgo 1961 Lussemburgo 1963 Belgrado 1963 Belgrado 1965 Anversa 1965 Anversa 1965 Anversa 1965 Anversa 1971 Madrid 1990 Losanna 1992 Budapest 1994 Praga 1996 Copenaghen 2005 Debrecen 2005 Debrecen 2006 Volos 2007 Amsterdam 2007 Amsterdam 2007 Amsterdam Franco Menichelli Giovanni Carminucci Franco Menichelli Giovanni Carminucci Franco Menichelli Franco Menichelli Franco Menichelli Franco Menichelli Giovanni Carminucci Jury Chechi Jury Chechi Jury Chechi Jury Chechi Andrea Coppolino Francesca Benolli Squadra femminile Vanessa Ferrari Carlotta Giovannini Vanessa Ferrari (corpo libero) (volteggio) (corpo libero) (parallele) (conc. generale) (corpo libero) ( anelli) (sbarra) (parallele) (anelli) (anelli) (anelli) (anelli) (anelli) (volteggio) (concorso per nazioni) (corpo libero) (volteggio) (concorso generale) ARGENTO 1961 Lussemburgo 1965 Anversa 1967 Tampere 1967 Tampere 1981 Roma 2004 Lubiana 2005 Debrecen 2006 Volos 2007 Amsterdam Franco Menichelli Franco Menichelli Franco Menichelli Franco Menichelli Rocco Amboni Alberto Busnari Igor Cassina Vanessa Ferrari Andrea Coppolino (volteggio) (parallele) (corpo libero) (parallele) (anelli) (cavallo con maniglie) (sbarra) (corpo libero) (anelli) BRONZO 1961 Lussemburgo 1961 Lussemburgo 1963 Belgrado 1967 Tampere 1967 Tampere 1967 Tampere 1981 Roma 1990 Losanna 1992 Budapest 2002 Patrasso 2002 Patrasso 2002 Patrasso 2004 Amsterdam 2004 Lubiana 2006 Volos 2007 Amsterdam Giovanni Carminucci Giovanni Carminucci Franco Menichelli Franco Menichelli Franco Menichelli Giovanni Carminucci Rocco Amboni Jury Chechi Jury Chechi Alberto Busnari Igor Cassina Squadra femminile Maria Teresa Gargano Matteo Morandi Andrea Coppolino Igor Cassina (parallele) (conc. gen.) (parallele) (concorso generale) (sbarra) (parallele) (volteggio) (concorso generale) (corpo libero) (c.m.) (sbarra) (concorso per nazioni) (corpo libero) (anelli) (anelli) (sbarra) 15 MEDAGLIERE Men's Individual All-Around Final 1 2 3 4 5 6 6 6 9 10 11 11 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 DEVIATOVSKI Maxim HAMBUECHEN Fabian RYAZANOV Yury MARTINEZ Rafael KOCZI Flavius ZONDERLAND Epke CAMPOS Manuel SELARIU Dorin Razvan WAMMES Jeffrey SAVITSKI Dimitri GIORGADZE Ilia POZZO Enrico KEATINGS Daniel JUCKEL Robert KARBANENKO Dimitri CAPELLI Claudio UDE Filip AALTO Sami MORANDI Matteo VAHAG Stepanyan BOESCHENSTEIN N. SHATILOV Alexander BREWER Ross HETROVICS Marcell RUS GER RUS ESP ROU NED POR ROU NED BLR GEO ITA GBR GER FRA SUI CRO FIN ITA ARM SUI ISR GBR HUN 14.525 15.225 14.475 13.975 14.800 14.175 14.700 15.100 15.175 14.575 14.325 14.875 14.450 14.350 14.650 15.100 14.500 14.500 12.925 13.850 13.725 14.050 14.100 13.850 14.925 13.575 14.275 13.675 14.900 14.000 14.275 14.525 12.875 12.700 13.650 13.925 15.600 14.775 13.950 14.225 15.200 14.025 13.200 14.225 12.525 13.600 13.275 13.950 15.100 14.450 15.075 14.900 13.750 13.750 14.150 14.650 13.875 15.200 14.525 13.950 13.075 14.950 13.025 13.800 13.575 14.325 16.050 14.600 13.800 13.700 14.175 13.050 16.250 15.825 15.650 16.075 16.550 15.650 15.300 16.150 16.250 16.100 15.650 15.625 15.550 14.975 16.125 15.150 15.500 15.625 15.525 14.275 15.850 15.475 14.825 15.225 15.575 15.200 15.100 15.200 13.775 15.375 15.050 14.625 14.475 14.725 15.125 13.825 15.075 13.950 14.725 14.875 13.925 14.075 14.825 15.100 15.175 13.975 14.375 14.650 13.875 15.400 14.425 14.600 14.050 14.725 14.200 12.625 14.950 14.250 14.075 15.150 13.475 14.200 14.650 13.725 13.975 13.825 13.700 12.700 13.500 13.700 13.300 12.475 TOT. Ranking Federation 90.250 89.675 89.000 88.425 87.825 87.675 87.675 87.675 87.600 87.550 87.350 87.350 87.225 87.200 87.125 86.875 86.675 86.375 86.225 84.750 84.575 84.500 84.050 83.200 1 RUSSIA 2 3 TOTALE 3 1 ITALIA 3 1 UCRAINA 2 4 GERMANIA 1 5 SPAGNA 1 6 UNGHERIA 1 7 SLOVENIA 1 8 ROMANIA 9 GRECIA 10 INGHILTERRA 2 2 11 FRANCIA 2 2 12 BULGARIA 1 13 OLANDA 2 3 7 1 5 2 4 1 4 1 1 1 3 2 2 5 2 2 1 2 2 La Delegazione Azzurra agli Europei di Amsterdam - (foto D. Ciaralli) La torcida italiana al Rai Congress Centre - (foto F. Donati) FINALI DI SPECIALITÀ Specialità corpo libero 1 2 3 3 5 6 7 8 MARTINEZ Rafael BOUHAIL Thomas FAHRIG Matthias KOSMIDIS Eleftherios GOLOTSUTSKOV Anton POZZO Enrico DRAGULESCU Marian KOCZI Flavius ESP FRA GER GRE RUS ITA ROU ROU Specialità sbarra TOT 15.550 15.350 15.275 15.275 15.175 15.125 14.300 14.250 Specialità cavallo con maniglie 1 2 3 4 5 5 7 8 BERKI Krisztian KEATINGS Daniel KOCZI Flavius SMITH Louis KRYUKOV Nikolai TRUYENS DonnaDonny UDE Filip SELIGMAN Robert HUN GBR ROU GBR RUS BEL CRO CRO 1 2 3 4 4 6 7 8 HAMBUECHEN Fabian PEGAN Aljaz CASSINA Igor KARBANENKO Dimitri CUCHERAT Yann KULESZA Roman SAMILOGLU Umit SCHAERER Christoph Specialità parallele GER SLO ITA FRA FRA POL TUR SUI TOT 16.025 15.675 15.575 15.250 15.250 14.875 14.600 14.050 UKR BUL ITA RUS ITA GER BLR BLR TOT 16.325 16.200 16.200 15.800 15.375 15.350 15.025 14.850 Specialità anelli TOT 15.800 15.450 15.325 15.300 14.975 14.975 14.325 12.425 1 2 2 4 5 6 7 8 VOROBYOV Olexander JOVTCHEV Jordan COPPOLINO Andrea PLUZHNIKOV K. MORANDI Matteo ANDERGASSEN Thomas SAVITSKI Dimitri KASPIAROVICH Dimitri 1 2 3 4 5 6 7 8 PETKOVSEK Mitja KRYUKOV Nikolai ZONDERLAND Epke CUCHERAT Yann KHOROKHORDIN Sergei KARBANENKO Dimitri KASPIAROVICH Dimitri MARTINEZ Rafael SLO RUS NED FRA RUS FRA BLR ESP TOT 15.875 15.450 15.400 15.325 15.175 15.075 14.900 14.750 Specialità volteggio 1 2 3 4 5 6 7 8 GOLOTSUTSKOV Anton WIGNANITZ Raphael WAMMES Jeffrey FAHRIG Matthias DRAGULESCU Marian BLANIK Leszek KASPIAROVICH Dimitri YAKUBOVSKY Oleksandr RUS FRA NED GER ROU POL BLR UKR TOT 16.537 16.312 16.237 16.175 16.100 15.987 15.650 15.512
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