Il Ginnasta Set_Ott:Layout - Federazione Ginnastica d`Italia
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Il Ginnasta Set_Ott:Layout - Federazione Ginnastica d`Italia
5 FATE LE VALIGIE, ANDIAMO A PECHINO! U n anno dopo il trionfo della nazionale di Calcio, tocca all’Italia della Ginnastica sorprendere la Germania. La Delegazione azzurra parte alla carica guidata dal Vice Presidente Guido Menchi. Eppure, quello di Stoccarda era un mondiale pieno di insidie. Oltre al rischio di non rientrare nella metà olimpica di quell’eccellenza di 24 team preselezionata ad Aarhus, vanificando il lavoro di un quadriennio, ci si è messa anche la Spieth, la marca tedesca di attrezzature che per l’occasione aveva creato una linea speciale, ai più sconosciuta. La pedana del corpo libero è risultata subito insidiosa e a pagarne le conseguenze più gravi è stato il campione olimpico in carica nella specialità, il canadese Kyle Shewfelt, che ci ha rimesso entrambe le ginocchia. Anche l’oro mondiale Marian Dragulescu si fa male alla schiena in allenamento ed esce mestamente di scena. Poi c’era una trave traballante che ha fatto incetta di cadute. La più rovinosa, quella in uscita della Moreno, probabilmente, è costata alla Spagna rosa il pass per Pechino. “Assomigliava alla «Gigia» - dirà la Bergamelli - un’asse oscillante che usiamo a Brescia per lavorare sugli equilibri”. A tutto questo l’Italia ha dovuto aggiungere le non perfette condizioni fisiche della Ferrari, della Zanolo, di Cassina e di Morandi. In un ambiente blindato, con l’accesso alle training halls interdetto ai giudici e agli allenatori di troppo, non c’è voluto molto perché si creasse un vero e proprio clima da thrilling. La bravura dei nostri due staff tecnici è stata proprio quella di gestire questa tensione, monitorando con il medico federale Matteo Ferretti e il fisioterapista Salvatore Scintu, i vari acciacchi dei ginnasti azzurri. Ebbene, a telecamere Rai ancora spente, in attesa di ricevere per le finali la visita annun- La Delegazione azzurra sui gradini della Porsche Arena (foto Vanda Biffani) ciata del Presidente del Coni Gianni Petrucci, i nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno affrontato l’enorme responsabilità del Concorso I, ottenendo la qualificazione di entrambe le Sezioni. La femminile, addirittura, con un 5° posto storico destinato poi a diventare il 4° nella finale del mercoledì. Un risultato mai visto prima, se si esclude il bronzo ai Mondiali di Basilea nel 1950 e l’argento del ’23 ai Giochi di Amsterdam. Ma quella era un’altra Ginnastica, con attrezzi e specialità completamente diverse. È vero, Vanessa ha perso il titolo nel Concorso Generale, ma forse sarebbe più giusto dire che ha vinto un bronzo, per certi versi, ancora più bello dell’oro. “Quando sono salito alla sbarra - racconta, invece, Cassina - non avevo capito che il mio punteggio era decisivo per portare i miei compagni in Cina, altrimenti avrei provato la stessa emozione di Fabio Grosso nel battere l’ultimo rigore a Berlino”. 6 A STOCCARDA LA GINNASTICA È DAVVERO MONDIALE È ormai calato il sipario sui Campionati del Mondo GAM/GAF che hanno decretato le 12 squadre ammesse ai Giochi Olimpici di Pechino. Finalmente la nostra Federazione è riuscita, ed in modo più che brillante, a conquistare la qualificazione contemporanea di entrambe le Sezioni di Artistica. L’ultima volta che si verificò una partecipazione congiunta dei due team ai Giochi Olimpici avvenne nel 1972, a Monaco di Baviera. All’epoca non era previsto alcun meccanismo di ammissione, che, invece, fu introdotto, seppure in modo molto differente da quello attuale, dall’edizione successiva, quella di Montreal ‘76. Per l’Italia, in Canada, andò soltanto la squadra femminile. Successivamente, nel 1980, mentre gran parte del mondo occidentale boicot- tava Mosca per ragioni politiche, i nostri atleti non parteciparono in conseguenza del ritiro, nel 1979, dai Mondiali qualificanti di Fort Worth, per protesta contro un sistema di valutazione che già denunciava tutti i suoi limiti. Nel 1984 mancammo il pass per Los Angeles con tutte e due le squadre e così la partecipazione italiana fu solo a titolo individuale, in entrambe le sezioni. Si giunse quindi alla qualificazione per i Giochi del 1988 a Seoul. Fu in quella occasione che la maschile, composta da una nuova generazione di ginnasti, proiettati in un futuro colmo di grandi soddisfazioni, centrò l’obiettivo così come avvenne poi per Barcellona ’92 ed Atlanta ’96. In nessuna delle tre avventure, invece, fu presente la femminile, che ritornò alle Olimpiadi solo nel 2000, a Sydney, dove i maschi, però, andarono a livello individuale. Per Atene 2004 si invertono le posizioni, con tut- (foto Vanda Biffani) di Roberto Pentrella ti i ragazzi e solo due ragazze. Siamo ormai alla storia recente: Stoccarda. Le 24 squadre selezionate dal Mondiale prequalificante di Aahrus 2006 si contendono i dodici posti disponibili per l’appuntamento olimpico del 2008. In questa occasione, più che in tutte le precedenti, si percepisce come il movimento sportivo della Ginnastica di alto livello abbia ampliato notevolmente i suoi confini e contemporaneamente metta in discussione, a suon di risultati, le grandi egemonie del passato. La Gran Bretagna, il Brasile, il Venezuela, Israele, i Paesi Bassi conquistano, per la sezione maschile, importanti accessi nelle finali di specialità. Contemporaneamente perdono terreno le tradizionali potenze dell’Est europeo, che registrano inconsuete assenze anche in finali nelle quali solitamente primeggiavano. Le informazioni, soprattutto quelle di carattere tecnico, viaggiano sempre più rapidamente e ciò facilita, in un certo senso, quel processo di “globalizzazione” che il nostro sport sembrerebbe stia vivendo. È pur vero che l’Europa Orientale soffre da qualche anno una evidente difficoltà nel ricambio dei tecnici. Ormai molti allenatori provenienti da quei paesi sono impegnati altrove e qualcuno contribuisce non solo con il lavoro ma anche con il proprio DNA, come nel caso di Lyukin o Artemov, che presentano sotto un’altra bandiera i propri figli d’arte. In qualche caso la difficoltà del ricambio sembra estendersi anche agli atleti, soprattutto là dove le spinte motivazionali, necessariamente profonde e determinate per affrontare uno sport come la ginnastica, cominciano ad indebolirsi in relazione ad un generale miglioramento della condizione sociale. Tali aspetti, che contribuiscono a distribuire in modo geograficamente più omoge- 7 rea del Sud. D’altronde la carriera di un ginnasta è certamente più longeva rispetto a quella di una ginnasta e questo evidentemente offre alle rappresentative maschili una maggiore stabilità di risultato in termini di squadra. Curiosa la ricorrenza dei numeri nelle classifiche dell’All Around: nella maschile i 24 finalisti appartengono, sia nel 2003 che nel 2007 a 17 nazioni diverse, mentre nella femminile in entrambi i casi a 16. Da sinistra M. Bergamelli, S. Zanolo, F. Benolli e F. Macrì - (foto Vanda Biffani) neo le difficoltà da affrontare, riteniamo producano effetti positivi ed utili al movimento ginnico internazionale. Sono ancora vivi i ricordi dei periodi in cui il ruolo di molte nazioni, nonostante gli impegni profusi, era relegato a quello di comparsa accanto alle grandi potenze sportive, sempre le stesse. Per quanto ci riguarda più direttamente riteniamo, per esempio, che fra i tanti meriti di Jury Chechi ci sia stato anche quello di aver dimostrato che il titolo mondiale non fosse un’esclusiva di russi, romeni, cinesi o giapponesi. Certo, occorre lavorare molto, seriamente e con fatica, ma, comunque, è possibile. Prima di Birmingham ’93, quando Jury vinse il suo primo Campionato del Mondo, sembrava davvero inverosimile che l’Italia potesse scalzare dal gradino più alto del podio le solite scuole. Da allora, e in entrambe le sezioni, si sono susseguite importanti affermazioni italiane sia a livello europeo che mondiale ed olimpico. E la consapevolezza che il nostro piccolo Paese, con tutte le sue contraddizioni e difficoltà, sia riuscito, e possa continuare a farlo, a ridisegnare i confini del mondo della ginnastica di alto livello non può che rendere orgoglioso ogni componente del nostro movimento. LA CINA È VICINA: NUMERI A CONFRONTO Le qualificazioni di squadra ed il Concorso Generale Solamente 8 nazioni al mondo saranno presenti a Pechino con entrambe le Sezioni di Artistica, come avvenne anche per Atene 2004 e Sydney 2000. Tra queste 8, 6 nel 2000 e 5 nelle edizioni successive, sono europee. Una di queste è l’Italia! I 24 posti disponibili (12 per Sezione) in ognuna delle ultime tre Olimpiadi sono state appannaggio di 16 nazioni, e tra le 8 che di edizione in edizione l’hanno ottenuta in entrambe le sezioni sono sempre presenti solo U.S.A., Cina, Russia, Romania e Francia. A Stoccarda, infatti, le clamorose esclusioni dell’Ucraina maschile e della Spagna femminile hanno impedito a queste due prestigiose Federazioni di aggiungersi alle 5 regine della Ginnastica Artistica mondiale (Tab.1 e 2). In una analisi comparativa tra Anaheim 2003 e Stoccarda 2007 si può constatare come nella maschile 11 delle 12 squadre qualificate per Atene andranno anche a Pechino, mentre nella femminile si registra un turn over del 25%. Difatti Italia, Germania e Giappone subentrano a Spagna, Canada e Co- Le finali di specialità GAM (Tab.3) CORPO LIBERO Gli 8 finalisti del Campionato del mondo 2003 appartenevano a 8 nazioni diverse, nel 2007 a 6, ma tra questi spicca l’insolita presenza dell’atleta israeliano. Solo Brasile e U.S.A. sono presenti, dopo quattro anni, nella stessa finale. CAVALLO CON MANIGLIE Nel 2003 e nel 2007 sono sempre 6 le nazioni degli 8 finalisti; novità assolute sono l’assenza di atleti romeni dopo anni di importanti risultati (Urzica e Suciu) e per contro la presenza di ben 2 atleti britannici, dei quali uno vince la medaglia di bronzo. Cina, Bielorussia e Giappone sono le 3 nazioni che dopo Anaheim inseriscono in finale i propri ginnasti anche a Stoccarda. ANELLI La competizione tedesca vede aumentare il numero delle nazioni di appartenenza degli atleti da 6 del 2003 a 8; d’insolito ci sono i Paesi Bassi e il Venezuela, mentre si confermano Bulgaria, Giappone e U.S.A.. Tra le assenze da registrare quella degli atleti italiani che hanno focalizzato la loro attenzione sul risultato di squadra, sacrificando le chance individuali: l’appuntamento è quindi solo rimandato a Pechino. VOLTEGGIO 8 atleti di 7 nazioni nel 2003 e di 6 nazioni nel 2007, edizione in cui Romania e PRK sono ammesse con 2 atleti ciascuna. Un grande ricambio di passaporti, insomma, giustificato dalle particolarità tecniche dell’attrezzo; solo la Romania 8 rappresentanti nella femminile così come nella maschile e ciò evidenzia, indipendentemente dalle medaglie, la superiorità di questa scuola nella specialità; Corea del Sud e Russia erano presenti nella omologa finale del 2003, ma c’è da registrare la doppia presenza della Chusovitina che ha cambiato federazione di appartenenza; sorprendente l’assenza delle ginnaste romene. PARALLELE ASIMETRICHE Situazione davvero curiosa: nel 2003, nel pieno dell’Era “Khorkina”, causa un suo errore in qualificazione, la Russia non partecipa a questa finale mentre oggi, con diversi problemi in più, conquista il titolo; sono 4 le nazioni che confermano dopo quattro anni la loro presenza in finale: U.S.A., Cina, Corea del Sud e Gran Bretagna (unica europea). TRAVE Da 7 nazioni rappresentate nel 2003 si scende a 6; Cina, U.S.A., Australia e Romania confermano la loro presenza anche nel 2007 ed è da notare l’ampia distribuzione che tocca quattro continenti diversi. CORPO LIBERO Come alla trave si passa da 7 a 6 nazioni; si confermano due Federazioni europee: Romania e Francia; insolita, almeno per quanto riguarda le statistiche dal 2001 ad oggi, l’assenza di atlete brasiliane. La squadra maschile durante le qualificazioni (foto Vanda Biffani) vanta 2 ginnasti anche nel 2003; la medaglia d’oro del polacco conferma come questa specialità possa vantare confini più “aperti” di altre. PARALLELE SIMMETRICHE 6 nazioni per 8 finalisti contro le 7 del 2003; Cina, Corea e Slovenia sono le Federazioni presenti entrambe le volte. A vincere il titolo è l’inossidabile specialista sloveno, onnipresente nelle finali più importanti. SBARRA Giappone e Italia sono le 2 nazioni delle 6 presenti nella finale tedesca che si confermano rispetto al 2003, quando le nazioni erano 8; sorprendente l’assenza degli atleti russi e l’inconsueta presenza di ben 2 olandesi. Il riepilogo delle presenze alle finali offre però una più chiara percezione di quanto si siano allargate le frontiere della ginnastica di alto livello: se nel 2003 le nazioni che avevano conquistato almeno una finale di specialità erano 19, nel 2007 diventano 24 con un incremento quindi del 26 %. Le finali di specialità GAF (Tab.4) VOLTEGGIO Nel 2003 e nel 2007 risultano sempre 7 le nazioni presenti in questa finale; la Corea del Sud, a Stoccarda, entra con due Il riepilogo delle fi- nali evidenzia una situazione stabile; 14 le nazioni rappresentate nel 2003 e 13 nel 2007, ma c’è da considerare la già citata situazione della Chusovitina, la quale, passando alla Federazione tedesca, riporta ad un sostanziale pareggio le due edizioni dei campionati. La lettura generale dei dati si fa quindi interessante. Ad una sostanziale stabilità del risultato delle squadre maschili (11 nazioni su 12 sono le stesse del 2003) e del numero della nazioni rappresentate nel Concorso Generale (sempre 17) si accompagna un notevole incremento delle nazioni rappresentate nelle 6 finali di specialità (+ 26% rispetto al 2003); è un evidente riscontro che la “specializzazione” degli atleti di alto livello si sta imponendo sempre più, offrendo agli stessi la possibilità di una carriera sportiva più longeva. Nella femminile, al contrario, si evidenzia un maggiore ricambio nelle Federazioni qualificate (3 nazioni su 12, pari al 25%) ma per contro risultano stabili i riferimenti numerici relativi alle nazioni rappresentate nel Concorso Generale e nelle finali di specialità. La femminile sembrerebbe quindi offrire meno spazio alle “specialiste”, esigendo dalle ginnaste una preparazione completa sui quattro attrezzi, indipendentemente poi dall’effettivo utilizzo. Utilizzo che risponde, ovviamente, alle esigenze di una strategia di squadra. Da sinistra Maurizio Allievi ed Enrico Casella, responsabili, rispettivamente, della squadra maschile e femminile - (foto Vanda Biffani) 9 Tab. 1 RIEPILOGO NAZIONI QUALIFICATE AI GIOCHI OLIMPICI GAM 2000 1 BLR 2 BUL 3 4 CHN 5 ESP 6 FRA 7 GER 8 9 JPN 10 KOR 11 ROM 12 RUS 13 UKR 14 USA 2004 BLR 2008 CAN CHN ESP FRA GER ITA JPN KOR ROM RUS UKR USA CAN CHN ESP FRA GER ITA JPN KOR ROM RUS 1 2 3 4 5 6 7 8 USA 9 14 nazioni in totale presenti nelle ultime tre edizioni dei G.O.; nel 2004 si confermano 10 nazioni delle 12 del 2000; per il 2008 si confermano 11 nazioni delle 12 del 2004; sono 9 le nazioni che vantano la qualificazione nelle ultime tre edizioni. GAF 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 2000 AUS BLR CAN CHN ESP FRA GBR 2004 AUS 2008 AUS BRA CAN CHN ESP FRA GBR BRA ITA PRK ROM RUS UKR USA ROM RUS UKR USA 1 Tab. 2 CHN 2 FRA GBR GER ITA JPN 3 4 ROM RUS UKR USA 5 6 7 8 16 nazioni in totale presenti nelle ultime tre edizioni dei G.O.; nel 2004 si confermano 10 nazioni delle 12 del 2000; per il 2008 si confermano 9 nazioni delle 12 del 2004; sono 8 le nazioni che vantano la qualificazione nelle ultime tre edizioni. Tab. 3 CAMPIONATI DEL MONDO QUALIFICANTI 2003 E 2007 - FINALI DI SPECIALITÀ GAM Corpo Libero Cavallo con maniglie 2003 BRA BUL CAN HUN LAT MAS ROM USA 2007 BRA CHN ESP ISR JPN USA 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 2 1 2003 BLR CHN FRA JPN ROM RUS Anelli 2003 BUL FRA GRE ITA JPN USA 1 2 2 1 1 1 Volteggio 2007 BUL CHN JPN NED RUS USA VEN Parallele simmetriche 2007 2003 CHN CHN 2 FRA CUB 1 JPN JPN 1 KOR KOR 1 SLO RUS 1 UZB SLO 1 USA 1 1 1 1 2 1 2 2007 BLR CHN GBR HUN JPN USA 1 2 1 1 2 1 1 2 1 1 1 1 1 2003 BRA CAN CHN CUB HUN ROM RUS 2007 ESP GER POL PRK ROM UKR 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 2 2 1 NAZIONI QUALIFICATE AI GIOCHI OLIMPICI DAL 2000 AL 2008 2000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 2 1 1 2 1 1 BLR CAN CHN ESP FRA CAN CHN ESP FRA JPN KOR GER ITA JPN KOR GER ITA JPN KOR ROM RUS UKR USA ROM RUS UKR USA ROM RUS CHN ESP FRA GER 2003 AUS BLR BRA BUL CAN CHN CUB FRA GRE HUN ITA JPN 2007 BLR BRA BUL CHN ESP FRA GBR GER GRE HUN ISR ITA N 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 CAN CHN ESP FRA GBR 2004 AUS 2008 AUS BRA CAN CHN ESP FRA GBR BRA ITA ROM RUS UKR USA PRK ROM RUS UKR USA 1 1 1 2 2 1 CHN 1 FRA GBR GER ITA JPN 2 ROM RUS UKR USA 3 4 5 Si evidenziano in verde le cinque nazioni presenti in entrambe le sezioni in ognuna delle ultime tre edizioni dei Giochi Olimpici. Tab. 4 CAMPIONATI DEL MONDO QUALIFICANTI 2003 E 2007 FINALI DI SPECIALITÀ GAF Volteggio 2003 CUB FRA PRK ROM RUS UKR UZB* Parallele asimmetriche 2007 BRA CHN CZE GER* PRK RUS USA 1 1 1 1 2 1 1 2003 AUS CHN ESP ROM RUS UKR USA 1 1 1 1 2 1 1 2003 CHN GBR PRK UKR USA 1 2 1 1 1 1 1 2007 CHN GBR GER ITA PRK ROM RUS USA 2 1 1 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 Corpo Libero 2007 AUS BRA CHN FRA ROM USA RIEPILOGO PRESENZE NELLE FINALI N 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 USA 2000 AUS BLR Trave 2007 GER GRE ITA JPN NED SLO 1 1 1 1 1 1 1 1 GAF 2008 BLR BUL Sbarra 2003 AUS BLR CAN CHN FRA ITA JPN RUS GAM 2004 1 1 1 1 2 2 2003 BRA ESP FRA NED ROM RUS UKR 2007 CHN FRA GBR ITA ROM USA 1 1 1 1 2 1 1 2 1 1 1 1 2 RIEPILOGO PRESENZE NELLE FINALI 2003 KOR LAT MAS ROM RUS SLO USA 2007 JPN KOR NED POL PRK ROM RUS SLO UKR USA UZB VEN N 1 2 3 4 5 6 7 2003 AUS BRA CHN CUB ESP FRA GBR 2007 AUS BRA CHN CZE FRA GBR GER* N 8 9 10 11 12 13 14 * si tratta della stessa ginnasta che ha cambiato cittadinanza. 2003 NED PRK ROM RUS UKR USA UZB* 2007 GER ITA PRK ROM RUS USA 10 I SOLITI SOSPETTI di David Ciaralli S ono sempre loro. Ricercati e conosciuti da tutti i giudici internazionali. Elementi pericolosi per gli avversari, con una fedina sportiva zeppa di precedenti. Nell’ambiente lì davano per spacciati, cotti, bolliti. La Giuria di Stoccarda aveva un verdetto di condanna già scritto: quella banda azzurra è troppo stagionata perché gli riesca il colpo a cinque cerchi. Invece, il piano studiato da Maurizio Allievi è andato liscio come l’olio e l’operazione “10° posto” si è conclusa con la spartizione del bottino: sei biglietti per Beijing. “Eravamo troppo uniti, non potevamo fallire dirà il Responsabile della squadra maschile ai cronisti increduli - arrivare all’appuntamento decito pare i soliti sospetsivo senza acciacchi per noi era ti italiani sono come già un successo, vista l’età meil vino, migliorano dia della truppa, così come esseinvecchiando. re riusciti ad amalgamare un Quella cinese, per Busnari e Cassina, gruppo di specialisti. La concorsarà la terza fuga renza altissima non ci consentiolimpica e Igor si riva margini di errore o individuapresenterà con il lismi di alcun genere. La posta Matteo Angioletti malloppo greco ansul piatto era troppo alta, per cora in tasca. Per Angioquesto da Porto S.Giorgio al ritiro anletti, Morandi e Pozzo, invece, è la seticipato di una settimana a Schwabisch conda volta, mentre Coppolino entra ufGmund abbiamo lavorato sul corpo e sulficialmente nella lista CIO di quelli da tela mente dei ragazzi. Fuoner d’occhio. “Negli Stati Uniti avevamo ri non ci credeva nessuno, ottenuto la qualificazione commettendo per questo ora c’è più guAlberto Busnari degli errori - confessa sotto interrogatosto”. Recidivi, come ad rio il DTN Fulvio Vailati, come persona a Anaheim nel 2003, conoscenza dei fatti - Con un quadrienquando gli stessi imnio in più sulle spalle questi ragazzi hanputati finirono 11esino compiuto, in Germania, la migliore premi, grattando il pass stazione di squadra degli ultimi otto anni. di Atene. Ora la queDopo gli Assoluti di Ancona sono entrati in stione si fa seria. A quan- Da sinistra: Cassina detto “Bilo”, Pozzo “il Piero”, Abe Busnari, Paolino Ottavi, Coppola, Angelo e Dog Morandi - (foto Vanda Biffani) 11 sufficiente. L’unico a scoprirsi è Enrico un clima di Pozzo, che quest’anno le ha davvero determinata combinate troppe. Dopo il titolo italiaserenità che li no e lo scudetto, l’aviere di Biella rimaha portati ad ne implicato nel Concorso Generale (16° un’impresa per con 89.550) e soprattutto finisce alla molti ancora sbarra (7° con 15.225), daincredibile. Alvanti al Mondo intero. Il lievi ha sempiano è molto rischioso. pre creduto in L’Italia è inserita nella pequesto grupnultima suddivisione, con po, riuscendo l’Ucraina, la Grecia e due a tenerlo al rigruppi misti. Lo schema è paro da tanti il 6-5-4: ne rimane fermo piccoli problemi e sterili polemiche”. Il diuno a rotazione e un colpo rettissimo Stoccarda-Pechino, insomma, dei restanti è a salve. Non era l’ultimo treno e che bisognasse assaltarlo con decisione, questo, i nostri, ci sono alibi, alle 16.00 lo sapevano bene. Che i mandanti fosspaccate sono tutti al corAndrea sero altri poco importa, nonostante si po libero. Cassina fa il paCoppolino stia indagando sull’operosa attività dei lo, mentre gli altri, con Bucollaboratori del boss di Meda: Marco snari in testa, svaligiano la pedana (17° Fortuna, Giovanni Innocenti, Flavio Mancon 58.325). “Angelo” resta a piedi dich, Serguei Oudalov, Andrea Sacchi e quando i compagni tentano la fuga al di molti altri rimasti nell’ombra. Tutta cavallo. Pur con l’inciampo del “Coppogente di poche parole, la” l’attrezzo più ostico avanzi di palestra che coviene domato con il 9° Matteo Morandi noscono il Codice a mepunteggio (57.875) e si moria. Tanto da sapere passa al pezzo forte. Stache non conviene rischiavolta è “Abe” che rimane re troppo per un gruzzofuori dal castello, ma i lo di decimi. E allora via le nostri anellisti si accoruscite e gli elementi più gono tardi di essere fipericolosi! Le finali mondianiti in una trappola. I li sono specchietti per le algiudici come cecchini lodole. Alle gazze azzurre sparano basso e senza interessa arraffare almeno un sedici non riusciamo 356 punti, anche se poi a forzare la finale monquesta quota si rivelerà indiale. Non c’era bisogno Igor Cassina LA CAVALCATA OLIMPICA DELLA SQUADRA MASCHILE (CONCORSO I): Squadra TOT. BUSNARI 13.875 15.200 COPPOLINO 14.200 12.500 15.875 14.850 14.000 MORANDI 14.075 14.075 15.550 15.900 15.050 13.800 88.450 (31°) POZZO 15.300 14.325 14.075 15.700 14.925 15.225 89.550 (16°) ANGIOLETTI 14.750 13.225 59.650 (189°) 15.100 72.150 (165°) CASSINA Tot. Italia - 14.275 58.325 (17) 57.875 (9) - - 15.025 - 14.575 - 15.725 15.950 14.075 14.025 14.675 61.225 (4) 62.40 (17) 59.675 (12) 58.80 (5) 58.775 (192°) 71.425 (168°) 358.30 di soffiate per sapere che ci giocavamo molto in quella specialità ed il 4° totale (61.225) complica tutto. È il momento di tirar fuori gli attributi. Uno dopo l’altro, Busnari vede i suoi complici volteggiare nell’aria come mai avevano fatto prima e la squadra mette nel sacco altri 62.400 punti (17°). Il rischio è scampato ma è alle parallele che facciamo bingo. Il Matteo di Monza assiste incredulo alla performance degli altri cinque (59.675 - 12°), prima di ributtarsi nella mischia al posto di Coppolino alla sbarra. È l’ultimo ostacolo. “Bilo”, non in perfette condizioni fisiche per un’infrazione sterno costale dovuta ad un’insaccata, attira tutta l’attenzione su di sé, mentre “Angelo”, Dog Morandi, “Busna” e, soprattutto, un Pozzo da finale si portano a casa la qualificazione (58.700 e 5° risultato all’attrezzo), sotto il naso di Canada, Francia e Gran Bretagna. Non c’è nemmeno bisogno di aspettare la fine, con 358.30 punti gli italiani non li prende più nessuno. Quei ragazzacci irriverenti, vecchietti finiti, fanno ciao con la mano ai Canadesi, ai Bielorussi, agli Svizzeri, agli Australiani e agli Ucraini, che ad Aarhus 2006 gli erano davanti, con gli ultimi tre che rimangono addirittura fuori dai 12. Proprio in Danimarca c’era pure quel Paolo Ottavi, che allo Enrico Pozzo Shleyer Halle ha dimostrato, se pur da riserva, di essere sempre nel giro. È giovane, ma, come si dice, chi va con lo zoppo… (foto Vanda Biffani) 12 UN’OTTIMA ANNATA “L a migliore stagione della mia carriera!” così Enrico Pozzo ha salutato l’exploit personale alla fine del suo quarto mondiale: 15° con 89.400 nel Concorso Generale e 5°, in ex aequo con Jeffrey Wammes, alla sbarra (15.150). Dopo la forte lombalgia che lo aveva tenuto lontano dalle pedane di Aarhus, l’aviere di Biella si è ripreso a Stoccarda la sua Nazionale. Le medaglie di Cassina e Coppolino ad Amsterdam avevano fatto passare in secondo piano l’11° posto del piemontese nell’All-around continentale ed il 6° nella finale al Corpo libero, ma il ginnasta cresciuto da Andrea Sacchi ha sempre saputo di essere uno dei punti di forza della Enrico P ozzo in finale alla sba rra - (foto Va nda Biffa ni) squadra maschile. Professionista serio, acuto e saccente, al punto che i compagni lo chiamano Piero Angela, Enrico è un leader naturale, solare e generoso, eccetto quando gioca alla Play Station. Al suo compagno di stanza, Matteo Morandi, potrebbe cedere un titolo italiano ma non la pole a GP4, il gioco sulle moto con il quale si sfidavano regolarmente, nelle serate tedesche. I due sono amici da sempre ed oltre ad essere i migliori generalisti italiani condividono anche la passione per la velocità. “Avevo giurato che se Casey Stoner avesse vinto il Mondiale e noi fossimo andati tutti insieme ai Giochi Olimpici mi sarei comprato una Ducati” - ci racconta Dog, il cagnaccio di Vimercate, come l’avevano ribattezzato da piccolo per via del suo fisico possente. Pozzo, invece, ha una Yamaha 600 e siamo certi che non si nasconderà dietro un problema di gomme quando l’amico gli lancerà la sfida. D’altra parte Enrico è uno che non lascia nulla al caso. Ogni salita all’attrezzo per lui è importante. La Ginnastica l’ha chiamato all’età di 6 anni e vent’anni dopo continua ad essere il suo più grande amore, nonostante qualche acciacco alla schiena, che negli ultimi tempi, lo costringe ad un programma specifico, agli ordini del fi- sioterapista Armando Barchi. Un po’ più di stretching prima di iniziare il lavoro e passa la paura. Che vuoi che sia per uno che fino a due anni fa si faceva 60 km al giorno da Cavaglià, in provincia di Biella, fino a Novara? Alla Libertas Vercelli, con un castello troppo basso e senza buche era impossibile allenarsi.“Quinto al mondo nella sbarra, ancora non ci posso credere!” - confessa l’atleta dell’Aeronautica Militare, consapevole di aver regalato un’altra bella soddisfazione al suo Gruppo Sportivo, a pochi giorni dall’argento di Andrew Howe ad Osaka - “Non ho preso un collegamento tra un movimento e un salto ma per il punteggio di partenza del mio programma non avrei potuto ottenere di più. Ho pur sempre recuperato due posizioni rispetto al 7° posto delle qualifiche. Ora lavoreremo per aumentare la difficoltà dell’esercizio e competere alla pari con gli altri. Magari in Cina, dove sarebbe splendido centrare una finale insieme ad Igor. Senza nulla togliere a Cassina, che rimane un punto di riferimento in questa specialità, è sempre un bene che ci sia un ricambio di ginnasti tra i migliori otto. A livello d’immagine si lancia così il messaggio di un movimento in salute”. Con un Kovacs avvitato in più Pozzo partirebbe alla pari di Fabian Hambuechen, ossia da 17, anziché dal 16.4 di Stoccarda. Con tre decimi in più al corpo libero ed un volteggio come si deve, infiammazione al piede destro permettendo, Enrico potrebbe davvero scalare la classifica del Concorso II, con un occhio di riguardo alle medaglie d’apparato. La resistenza fisica e mentale sono dalla sua. Chiunque altro, dopo il raggiungimento dell’obiettivo olimpico avrebbe mollato qualcosa psicologicamente. E, invece, l’azzurro ha sostenuto 13 prove mondiali in una settimana, confermandosi in stabilità ed uniformità di livello. In confronto al Concorso I 13 tuale sta insieme dal 2001. Forse non sarà un buon segnale in termini di ricambio generazionale ma finché otteniamo questi risultati riusciamo a nasconderlo bene”. Sull’argomento è d’accordo pure Cassina, che poco prima della partenza per Schwabisch Gmund aveva compiuto 30 anni: “Io mi diverto ancora come il primo giorno - aveva detto Igor, ben contento di ritrovarsi in casa un rivale in più alla sbarra - Anzi, a chi mi Enrico esulta con il dottor Ferretti e il suo tecnico Andrea Sacchi - (foto Vanda Biffani) prendeva in giro, il 15 agosto (16° con 89.550), nella gara a 24 Pozscorso, chiamandomi zo si è ripetuto al cavallo con 14.325, vecchio, ho dato apha migliorato al corpo libero (15.400 puntamento a Londra contro 15.300), agli anelli (14.150 2012”. Intanto, pe14.075) e al volteggio (15.800 rò, quest’Italia si go15.700), mentre ha perso due decimi e de il presenmezzo alla sbarra (14.975 - 15.225) e te. La due alle parallele (14.725 - 14.925), scalando complessivamente una posizione. “È vero, alla sbarra di venerdì ho pagato un passo in uscita e un errore sul primo elemento, ma per il resto mi sembrava di aver fatto anche meglio del pri- mo giorno. Quel che contava di più, però, era la qualificazione per Pechino. Tutti i nostri esercizi erano stati tarati per questo obiettivo. In molti ci davano per spacciati e questo ci ha dato una carica in più. Il gruppo atPozzo al cavallo con maniglie (foto Vanda Biffani) 29^ Olimpiade è lontana, almeno quanto le prestazioni dei cinesi, fortissimi in tutti gli apparati, eccetto forse alla sbarra. Wei Yang, con 93.675, conserva la corona individuale maschile conquistata nel 2006, nonostante una rovinosa caduta dallo staggio nell’ultima rotazione. Con questa medaglia, la quarta della sua storia, la Cina porta a casa il 4° oro maschile, dopo il titolo di squadra (281.900), davanti a Giappone (277.025) e Germania (273.525), quello al cavallo di Xiao (16.300) e agli anelli di Yibing Chen (16.700). Pozzo li guarda ancora dal basso in alto, mentre si degusta la sua annata DOC. Con lo scudetto sul petto, strappato ai fortissimi rivali di Meda, lo scettro degli Assoluti, soffiato al commilitone Morandi, un bronzo al corpo libero nella World Cup di Cottbus, ogni impresa pare possibile all’Enrico nazionale, che a Pechino c’era già stato nel 2001 per le Universiadi. Lo aspettiamo, l’anno prossimo, all’esame di laurea. 14 Qualificazione Concorso per Nazioni Finale All-around TOT TOT. 1 JOHNSON Shawn USA 15.175 15.375 15.900 15.425 61.875 2 NISTOR Steliana ROU 14.875 15.225 15.550 14.975 60.625 3 BARBOSA Jade BRA 15.900 14.950 15.700 14.000 60.550 3 FERRARI Vanessa ITA 15.125 14.475 15.650 15.300 60.550 5 LIUKIN Anastasia USA 14.750 16.100 14.575 14.675 60.100 6 YANG Yilin CHN 14.700 15.575 15.075 14.675 60.025 7 XIAO Sha CHN 14.625 14.975 15.650 14.350 59.600 8 LOZHECKO Yulia RUS 14.700 14.150 15.625 14.775 59.250 9 IZBASA Sandra Raluca ROU 14.650 14.075 15.325 15.175 59.225 10 JOURA Daria AUS 15.175 14.400 14.350 14.875 58.800 11 TWEDDLE Elizabeth GBR 14.575 15.925 13.375 14.850 58.725 12 HONG Su Jong PRK 15.550 14.750 14.200 13.825 58.325 13 KRAMARENKO Ekaterina RUS 14.025 15.450 14.025 14.350 57.850 14 HINDERMANN M. GER 14.675 15.800 13.200 14.125 57.800 15 TSURUMI Koko JPN 13.875 15.050 15.000 13.600 57.525 16 PETIT Marine FRA 14.550 14.175 14.275 14.300 57.300 17 DE SIMONE Lenika ESP 13.975 14.625 14.600 13.950 57.150 18 BRINKER Anja GER 14.125 15.600 13.475 13.350 56.550 19 MACRI Federica ITA 14.800 13.925 13.475 14.150 56.350 20 PALESOVA Kristina CZE 14.200 14.675 14.625 12.750 56.250 21 MOREL Pauline FRA 13.875 13.950 14.125 14.100 56.050 22 KAESLIN Ariella SUI 14.325 14.525 12.825 13.700 55.375 23 HONG Un Jong PRK 15.100 14.225 13.150 12.725 55.200 24 HOLENKOVA Valentina UKR 13.500 13.600 14.550 13.500 55.150 1 Stati Uniti 2 Cina 3 Romania 4 Russia 5 Italia 6 Gran Bretagna 7 Francia 8 Brasile 9 Ucraine 10 Germania 11 Australia 12 Giappone 60.650 (1) 59.475 (2) 59.125 (4) 58.775 (6) 58.600 (7) 58.150 (9) 58.250 (8) 59.300 (3) 57.100 (13) 59.000 (5) 57.300 (11) 54.900 (19) 60.925 (3) 63.800 (1) 59.650 (1) 60.950 (2) 61.550 (3) 59.200 (2) 59.100 (10) 63.025 (2) 58.625 (3) 61.200 (1) 61.150 (4) 56.875 (6) 59.900 (6) 58.175 (11) 57.750 (4) 60.250 (5) 58.125 (12) 56.500 (9) 57.575 (12) 59.250 (6) 57.625 (5) 57.075 (14) 59.175 (8) 56.700 (7) 60.375 (4) 58.525 (10) 55.425 (12) 58.875 (11) 56.725 (13) 56.525 (8) 57.575 (12) 59.625 (5) 56.350 (10) 59.450 (8) 59.250 (6) 54.575 (13) 245.025 Q 241.175 Q 239.875 Q 238.000 Q 234.425 Q 233.025 Q 232.700 Q 232.250 Q 231.425 231.125 230.850 228.175 Finale Concorso per Nazioni TOT. 1 Stati Uniti 2 Cina 3 Romania 45.950 (1) 47.325 (1) 45.800 (4) 45.325 (1) 44.375 (5) 46.650 (2) 48.150 (1) 44.275 (2) 44.825 (4) 44.175 (5) 45.850 (3) 43.250 (3) 4 Italia BERGAMELLI Monica BENOLLI Francesca FERRARI Vanessa MACRÌ Federica PAROLARI Lia ZANOLO Silvia 44.950 (3) 44.575 (4) 43.425 (6) 42.500 (7) 175.450 14.525 14.525 15.050 14.525 29.575 15.100 14.775 29.875 14.800 14.225 14.125 43.150 15.275 14.675 14.475 44.425 13.900 13.900 5 6 7 8 45.000 (2) 43.900 (6) 43.825 (7) 28.850 (8) Brasile Francia Gran Bretagna Russia 42.650 (7) 43.150 (6) 42.575 (8) 46.175 (3) 44.850 (5) 43.325 (7) 42.225 (8) 46.450 (2) 42.625 (6) 43.225 (4) 40.550 (8) 43.050 (5) 184.400 183.450 178.100 175.125 173.600 169.175 164.525 MEDAGLIERE Ranking (foto Vanda Biffani) FINALI DI SPECIALITÀ Volteggio 1 2 3 4 5 6 7 8 CHENG Fei HONG Su Jong SACRAMONE Alicia HONG Un Jong BARBOSA Jade CHUSOVITINA Oksana KOMRSKOVA Jana ZAMOLODCHIKOVA Elena Parallele asimmetriche CHN PRK USA PRK BRA GER CZE RUS TOT 15.937 15.812 15.412 15.200 15.162 14.687 14.412 13.875 Trave 1 2 2 4 5 6 7 8 LIUKIN Anastasia NISTOR Steliana LI Shanshan PONOR Catalina MITCHELL Lauren SEVERINO Isabelle BARBOSA Jade JOHNSON Shawn 1 2 3 4 5 6 7 8 SEMENOVA Ksenia LIUKIN Anastasia YANG Yilin WEDDLE Elizabeth HINDERMANN M. NISTOR Steliana HONG Su Jong FERRARI Vanessa RUS USA CHN GBR GER ROU PRK ITA TOT 16.350 16.300 16.150 16.125 15.875 15.800 15.650 14.700 Corpo libero USA ROU CHN ROU AUS FRA BRA USA TOT 16.025 15.900 15.900 15.700 15.425 14.675 14.575 14.475 1 2 3 4 5 6 7 8 JOHNSON Shawn SACRAMONE Alicia VERICEL Cassy JIANG Yuyan CHENG Fei FERRARI Vanessa TWEDDLE Elizabeth IZBASA Sandra Raluca TOT 15.250 15.225 15.125 15.100 15.075 15.050 14.900 14.525 TOTALE Cina 5 1 2 8 2 USA 4 2 1 7 3 Germania 1 1 1 3 4 Slovenia 1 1 5 Brasile 1 6 Corea 1 1 Polonia 1 1 Russia 1 9 Romania 2 1 2 1 3 1 4 10 Giappone 1 4 5 11 D.P.R. per Corea 1 1 2 12 Ungheria 1 1 Olanda 1 1 Spagna 1 15 USA USA FRA CHN CHN ITA GBR ROU Federation 1 Bulgaria 1 1 1 Francia 1 1 Gran Bretagna 1 1 Italia 1 1 Uzbekistan 1 1 15 Qualificazione Concorso per Nazioni Finale All-around TOT. TOT. 1 2 3 4 5 6 7 8 8 10 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 YANG Wei HAMBUECHEN Fabian MIZUTORI Hisashi HORTON Jonathan KIM Dae Eun MARTINEZ Rafael KOCZI Flavius LIANG Fuliang YANG TaeYoung SELARIU Dorin Razvan FUENTES Jose Luis TOMITA Hiroyuki RYAZANOV Yury SAVITSKI Dzmitry POZZO Enrico FOKIN Anton DURANTE David BOY Philipp CAPELLI Claudio KIKUCHI David MARAS Vlasios UDE Filip SANDY Casey DEVIATOVSKI Maxim CHN GER JPN USA KOR ESP ROU CHN KOR ROU VEN JPN RUS BLR ITA UZB USA GER SUI CAN GRE CRO CAN RUS 15.350 15.550 16.400 16.425 16.350 13.600 93.675 15.475 14.225 14.350 16.300 15.800 16.050 92.200 15.500 14.975 14.350 15.875 15.750 14.950 91.400 15.625 13.975 15.250 16.075 15.450 14.825 91.200 15.800 14.500 14.575 15.875 16.050 14.250 91.050 15.800 14.825 14.825 15.750 15.300 14.525 91.025 15.275 15.275 14.550 16.475 15.025 14.275 90.875 15.850 14.575 14.550 16.025 15.525 14.325 90.850 15.250 14.925 14.700 16.100 15.525 14.350 90.850 15.525 14.375 15.125 16.175 14.550 14.600 90.350 14.600 15.325 15.075 15.525 15.300 14.525 90.350 14.225 14.300 16.050 15.700 15.900 13.975 90.150 14.400 14.625 15.075 15.900 15.400 14.475 89.875 15.175 15.000 15.350 15.275 15.650 12.950 89.400 15.400 14.325 14.150 15.800 14.725 14.975 89.375 14.825 13.425 14.875 15.750 15.900 14.500 89.275 13.700 14.750 14.875 15.725 15.300 14.475 88.825 14.900 14.525 14.875 14.775 15.025 14.550 88.650 14.775 14.175 14.425 16.125 14.925 13.800 88.225 14.575 13.900 14.900 15.575 15.100 14.100 88.150 14.850 12.850 14.275 15.750 15.000 15.050 87.775 15.450 13.525 13.650 15.725 15.100 14.175 87.625 14.700 13.725 14.475 15.650 15.125 13.700 87.375 15.275 14.925 15.525 16.100 3.725 65.550 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Cina Giappone Germania Stati Uniti Russia Romania Spagna Corea Francia Italia Canada Bielorussia 61.850 (2) 62.275 (1) 62.075 (1) 59.300 (4) 60.500 (6) 58.550 (8) 61.125 (4) 58.600 (7) 57.300 (22) 58.675 (6) 59.975 (12) 60.225 (2) 61.775 (3) 56.825 (13) 60.775 (5) 57.875 (10) 60.000 (10) 55.750 (18) 58.325 (17) 57.975 (9) 60.250 (9) 57.825 (11) 59.650 (13) 58.825 (5) 63.425 (1) 64.325 (2) 63.900 (1) 58.500 (7) 60.775 (7) 63.775 (6) 63.775 (2) 61.025 (1) 60.300 (8) 64.175 (4) 61.425 (7) 59.400 (2) 61.250 (3) 63.225 (9) 61.275 (9) 58.525 (6) 61.475 (2) 63.450 (8) 62.400 (4) 58.875 (3) 60.900 (5) 64.875 (1) 59.475 (14) 56.175 (18) 60.875 (6) 64.275 (3) 59.675 (12) 57.300 (9) 58.025 (18) 62.875 (12) 63.650 (3) 57.200 (10) 59.325 (10) 63.700 (7) 62.375 (5) 58.750 (4) 61.225 (4) 62.400 (17)59.675 (12) 58.700 (5) 58.550 (14) 63.225 (9) 61.350 (8) 56.500 (17) 59.125 (11) 62.050 (18) 61.475 (6) 55.550 (20) 374.275 Q 370.725 Q 364.350 Q 364.000 Q 362.175 Q 361.625 Q 360.725 Q 360.400 Q 359.900 358.300 357.700 356.675 (foto Vanda Biffani) Finale Concorso per Nazioni TOT. 1 2 3 4 5 6 7 8 Cina Giappone Germania Stati Uniti Corea Spagna Russia Romania 46.175 (2) 45.750 (6) 45.975 (4) 46.800 (1) 45.900 (5) 46.100 (3) 44.250 (8) 44.600 (7) 47.025 (1) 45.700 (2) 44.000 (3) 43.525 (6) 43.825 (4) 43.500 (7) 42.275 (8) 43.550 (5) 47.525 (1) 44.875 (6) 44.450 (7) 46.350 (2) 42.625 (8) 45.200 (5) 45.975 (3) 45.250 (4) 48.375 (2) 47.475 (6) 47.925 (4) 47.300 (7) 47.525 (5) 48.050 (3) 46.625 (8) 48.850 (1) 48.050 (1) 47.250 (3) 46.150 (4) 46.100 (5) 47.475 (2) 44.500 (7) 45.850 (6) 43.375 (8) 44.750 (3) 45.975 (1) 45.025 (2) 42.200 (6) 42.600 (5) 42.050 (8) 44.225 (4) 42.125 (7) 281.900 277.025 273.525 272.275 269.950 269.400 269.200 267.750 FINALI DI SPECIALITÀ Corpo libero 1 2 3 4 5 6 7 8 HYPOLITO Diego DEFERR Gervasio MIZUTORI Hisashi ALVAREZ Guillermo SHATILOV Alexander ZOU Kai LIANG Fuliang OKIGUCHI Makoto Cavallo con maniglie BRA ESP JPN USA ISR CHN CHN JPN TOT 16.150 15.950 15.650 15.600 15.575 15.550 15.125 14.925 POL ROU PRK PRK UKR GER ROU ESP TOT 16.512 16.500 16.387 16.362 16.250 15.975 15.825 15.387 Volteggio 1 2 3 4 5 6 7 8 BLANIK Leszek POPESCU Ilie Daniel RI Se Gwang RI Jong Song ISAYEV Andriy HAMBUECHEN Fabian KOCZI Flavius BOTELLA PEREZ Isaac 1 2 3 4 5 6 7 8 XIAO Qin BERKI Krisztian SMITH Louis YANG Wei TOMITA Hiroyuki ARTEMEV Alexander KEATINGS Daniel IHNATOVICH Alexei CHN HUN GBR CHN JPN USA GBR BLR Anelli TOT 16.300 15.700 15.600 15.475 15.325 15.175 14.750 14.700 Parallele simmetriche 1 1 3 4 5 6 7 8 PETKOVSEK Mitja KIM Dae Eun FOKIN Anton YOO Won Chul HUANG Xu YANG Wei HOSHI Yosuke CUCHERAT Yann SLO KOR UZB KOR CHN CHN JPN FRA 1 2 3 4 5 6 7 8 CHEN Yibing VAN GELDER Yuri JOVTCHEV Jordan TAN Kai Wen CARMONA Regulo YANG Wei SAFOSHKIN Alexander TOMITA Hiroyuki CHN NED BUL USA VEN CHN RUS JPN TOT 16.700 16.625 16.575 16.325 16.175 16.150 16.075 15.925 GER SLO JPN NED NED ITA GRE JPN TOT 16.250 15.825 15.775 15.700 15.150 15.150 14.275 13.300 Sbarra TOT 16.250 16.250 16.200 15.975 15.950 15.900 15.850 15.350 1 2 3 4 5 5 7 8 HAMBUECHEN Fabian PEGAN Aljaz MIZUTORI Hisashi ZONDERLAND Epke WAMMES Jeffrey POZZO Enrico MARAS Vlasios TOMITA Hiroyuki ni) 16 CIASCUNO È ARTEFICE DELLA PROPRIA FORTUNA L a Kramarenko è pronta alla rincorsa. 25 metri la separano dal cavallo del volteggio. La sua squadra è in lotta con Stati Uniti, Cina e Romania per un posto sul podio mondiale, ma la russa perde il passo ed interrompe la corsa poggiando le mani sull’attrezzo. Lo sguardo di Ekaterina è perso nel vuoto, mentre la compagna Elena Zamolodcikova, campionessa olimpica al volteggio nel 2000, si scioglie in un pianto impotente, che finisce sui maxi schermi del Hanns Martin Schleyer Halle. L’hara kiri della Russia schiude all’Italia le porte di uno storico 4° posto, dietro le superpotenze della Ginnastica internazionale. A Mosca non la prenderanno bene, come dimostrano le espulsioni, al rientro in patria, della Lozhecko e dell’oro continentale Maxim Deviatovskyi, rei di non aver seguito le indicazioni del tecnico Andrei Rodionenko. Uno stato di confusione ge- nerale, insomma, di cui avevamo avuto qualche avvisaglia quando in occasione della World Cup di fine aprile negarono il visto alla Ferrari. Ma anche per le azzurre, all’inizio, le cose non si erano messe tanto bene. REWIND A Stoccarda la stella di Genivolta è apparsa subito offuscata per un dolore al piede sinistro, che solo al rientro in Italia, dopo nuove lastre, si scoprirà essere una microfrattura. Incertezza e un po’ di frustrazione cominciano a strisciare tra le stanze del Mercure City Center. La Zanolo risentiva ancora del leggero stiramento all’adduttore destro per il quale aveva precauzionalmente saltato gli Assoluti. La prova podio è da cardiopalma con la Bergamelli che cade due volte dalla trave e la Ferrari che soffre al corpo libero, sbagliando il secondo tsukahara. “Ho pianto - dirà un mese dopo - ero delusa. Vedere le americane che mi facevano corag- di David Ciaralli gio mi dava tanto fastidio. Ma con quella fratturina cosa potevo fare?”. Sulle minute spalle di Vany monta non solo la responsabilità di difendere il titolo ma il peso tremendo della qualificazione olimpica del resto della squadra. Circolavano voci di un esercizio al corpo libero semplificato, che gli avrebbe pregiudicato la finale di specialità. Arriva il momento delle scelte. La Bradaschia finisce in tribuna. “Ho lavorato per farmi trovare pronta - dichiara Sara - Mi dispiace non dare il mio contributo ma farò il tifo dagli spalti”. L’ingresso di Silvia fa uscire la Benolli dal quintetto al corpo libero, in modo che la giuliana abbia più tempo per recuperare tra la trave e il “suo” volteggio. Lo staff tecnico - Casella, i coniugi Pecar, Francia, Di Rienzo e Zifcak - è un blocco di granito, tutte le decisioni vengono prese collegialmente e motivate alle ragazze. Partiamo al mattino del pri- Da sinistra: L. Parolari, M. Bergamelli, S. Zanolo, M. Francia, Zifcak, S. Bradaschia, F. Benolli, F. Macrì, V. Ferrari, D. Pecar, T. Macrì, E. Casella e S. Scintu - (foto Vanda Biffani) 17 mo dei due giorni di gara, prima ancora della cerimonia di apertura, nella seconda di 10 suddivisioni. Il pericolo è che la Giuria, per stanchezza o assuefazione, allenti progressivamente il livello di guardia. Scintu, tra una rotazione e l’altra, modifica le fasciature al piede malato della Ferrari con la stessa velocità con cui cambiano le gomme alla rossa di Maranello. Ma è a questo punto che l’Italia ginnica scopre attorno al suo astro sofferente una vera e propria costellazione. Le compagne si stringono a protezione della loro fuoriclasse e nonostante un suo errore alla trave conquistano, con uno storico 5° posto, il pass per Pechino e la finale a otto per nazioni. Monica, parte per prima in tutti gli attrezzi e tira fuori una delle più bella gara della sua lunga carriera, infondendo alle altre la sicurezza della veterana. Una Macrì altrettanto decisa entra con un 57.575 tra le migliori 24, nonostante fatichi un po’ a domare quella trave, a detta di tutte, traballante e venga pagata meno del dovuto al corpo libero. Anche Lia e Francesca danno un contributo decisivo, eccellendo, rispettivamente, alle parallele e al volteggio, mentre la Zanolo, con una musica troppo bassa e una preparazione spezzata dall’infortunio, non riesce ad esprimersi come vorrebbe. E la Ferrari? Con una gamba sola è 5ª, davanti alla Barbosa e alla Izbasa, a circa un punto dalla leader provvisoria, la Nistor. Il mondo, però, scopre un’altra qualità di Vanessa: il sacrificio. La Memmel e la Liukin, ad Aarhus, in non perfette condizioni fisiche, preferirono Francesca Benolli Monica Bergamelli Federica Macrì Lia Parolari non andare incontro a brutte figure. La campionessa azzurra, invece, non si è tirata indietro, completando il programma standard e conquistando con due sesti posti sia la finale al corpo libero che quella alle parallele. A questo punto, però, prima dell’All-around l’aspetta un’altra fatica, il concorso IV per nazioni. La femminile italiana non è mai andata oltre il nono posto e la squadra ora non ci sta, seppur con le olimpiadi in tasca, a fare una semplice passerella. “Si può togliere un sogno ad un gruppo così?” si chiede Casella. Subentrano allora i tatticismi: Vany viene risparmiata alla trave e al corpo libero. La formula del 6-3-3, quella che ci aveva favoriti a Volos, ossia tre salite secche per attrezzo senza scarti di punteggio, può tornare ancora utile. Con la Ferrari part-time, le altre si sentono più responsabilizzate, soprattutto la Macrì e la Parolari, le uniche impegnate in tre apparati. L’Italia, con il 3° totale al volteggio e, nonostante la caduta della Ferrari, il 4° alle parallele stava confermando la propria posizione dietro i quattro dream team. Poi la Russia, nell’ultima rotazione, è salita al volteggio. “È tutto merito della preparazione - dichiara in mixed zone il responsabile azzurro, tradendo i suoi studi d’ingegneria. Ogni volta che facciamo bene un esercizio in palestra è come se mettessimo in un vaso una pallina bianca. Ogni errore, invece, è una pallina nera. Più si lavora, quindi, e più si riducono le probabilità di pescare in gara la pallina sbagliata”. Faber est suae quisque fortunae, dicevano gli antichi. LA CAVALCATA OLIMPICA DELLA SQUADRA FEMMINILE (CONCORSO I): Silvia Zanolo Squadra Vanessa Ferrari VO PA TR CL 13.825 BERGAMELLI 13.825 14.075 14.725 BENOLLI 15.050 14.975 13.950 - TOT. 56.450 (32ª) 43.975 (153ª) FERRARI 14.950 15.750 14.800 15.050 60.550 (5ª) MACRI’ 14.775 14.200 14.250 14.350 57.575 (20°) 14.975 14.400 PAROLARI - ZANOLO - Tot. Italia 58.600 (7) 59.900 (6) 58.175 (11) 14.525 43.900 (154°) 13.525 13.525 (211°) 57.750 (4) 234.425 18 LO SHOW DI VANESSA NEL GIORNO DI SHAWN A ll’alba del 6 settembre si spegne Luciano Pavarotti. La scomparsa del maestro sembrava un cattivo presagio per la ginnasta che trionfò sulle note del “Nessun Dorma”. Malconcia e provata, dopo quasi due anni di invincibilità negli All Around nazionali ed internazionali, la campionessa del Mondo si lecca le ferite, al termine delle battaglie di squadra. Ora è sola. “Non sono una macchinetta - risponde con coraggio a chi cerca di fornirgli alibi per l’errore alla trave in qualifica e quello alle parallele nella Concorso IV - Ho sbagliato e basta, il dolore al piede non c’entra”. Ma non è vero e lo scoprirà più tardi. “Quello che era parso un risultato importante per noi tutti, adesso diventa un’impresa epica - dichiarerà Casella, con le laVanessa Ferrari alle parallele e a sinistra Federica Macrì al corpo libero - (foto Vanda Biffani) stre in mano - Vincere un bronzo ai Campionati del Mondo con un piede fratturato è la conferma di quanto sia brava e forte questa ragazza, della sua inedita capacità di soffrire a dispetto della giovanissima età”. Nelle training halls, finché erano in gara anche le compagne, Vanessa stava a guardare, con la borsa del ghiaccio. Un po’di stretching, 17 minuti di attesa al corpo libero, ancora allungamenti, un nuovo bendaggio di Scintu, altri 17 minuti di pausa alla trave, una rincorsa, forse un salto al volteggio e finalmente le parallele, con una condizione fisica, però, inevitabilmente calante. Un’altra scusa per giustificare le tre cadute al Comaneci? Non è nello stile Ferrari e poi sbagliò anche in finale ad Amsterdam. Il volto è tirato ma la tigre ferita entra nell’arena. C’è un’esordiente americana - una di quelle primedonne d’oltreoceano che le appaiono così smorfiose - che dicono sia più forte di lei. La Ferrari (15.125) supera il volteggio a mezzo decimo dalla Johnson (15.175), ma è la Barbosa (15.900) a tentare la prima fuga. Vany è nel gruppo delle migliori, insieme alla Liukin, alla Nistor e alla Tweddle, oltre a Shawn e a Jade, naturalmente. Fuori, da tener d’occhio, ci sono le due cinesi, Yang e Xiao, la Izbasa e la Lozhenko. Alla trave, invece, c’è la Macrì, che zitta zitta, mentre gli occhi sono tutti puntati sulla bresciana, prova a migliorare il 20° posto del Concorso I. “Il mio obiettivo non era certo quello di vincere una medaglia - dichiara Federica ai giornalisti - Questa fina- le mi ripaga dell’impegno profuso durante tutto l’anno ed in particolare nell’ultimo periodo. Abbiamo lavorato tanto per ottenere questi risultati, non sono frutto del caso”. Nella seconda rotazione la Ferrari parte per 4^ alle parallele. Neanche il tempo di trattenere il fiato e dall’appoggio frontale slancia il corpo minuto all’indietro ed 19 esegue un salto giro avanti a gambe divaricate, ma non impugna lo staggio e finisce in terra. Ecco, non c’è due senza tre, avrà pensato, non sapendo che ci sarebbe stato un quarto tonfo nella finale di specialità. Vanessa incassa un 14.475 e le avversarie le passano sopra come un carro armato. La Liukin aggancia in vetta la brasiliana (30.850), poi ci sono le cinesi e l’altra statunitense (30.550). L’azzurra (29.600) scivola in nona posizione, nel traffico. Fede, intanto, esegue un buon corpo libero (14.150), sopravanzando la Brinker, con la quale si gioca la 18esima piazza. Dicesi “sorpasso”, nel dizionario italiano, la manovra con cui si passa oltre qualcosa che precede. Nella situazione della Ferrari, a metà percorso, serviva, piuttosto, una rimonta e la trave ballerina di Stoccarda non era certo il posto più idoneo per mettere la freccia. Eppure con un esercizio senza sbavature e 15.650 punti l’italiana si riporta al sesto posto, complici i capitomboli di “Nastia” (14.575) e della Tweedle. La Barbosa (46.550) rimane sola al comando, con la Johnson, artefice di un programma da applausi (15.900), staccata di un decimo. La Macrì al volteggio, con un salto da 14.800 sembra avere definitivamente la meglio sulla tedesca (14.125). La sfida all’ultimo apparato vede le prime sette ginnaste compresse in un punto e mezzo. La Barbosa (14.00) parte per prima al corpo libero ma fallisce una diagonale e getta clamorosamente alle ortiche la meda- glia d’oro. Tocca a Vany che con una buona esecuzione (15.300) aggancia al vertice la brasiliana (60.550), sopraffatta dalle lacrime. Dopo la coppia pari merito, passano solo la Nistor, argento con 60.625, e la nuova campionessa mondiale, la ginnasta stelle e strisce di Liang Chow, che con una prova da 15.425 chiude a 61.875. Shawn Johnson aggiunge così il titolo del Concorso Generale a quello a squadre, ma prima di tornare nell’Iowa incrementerà il suo bottino personale con l’oro al corpo libero. Il bronzo dell’azzurra, invece, si apprezza sulla borsa ginnica con il passare delle ore. Il titolo di Vanessa, nonostante la deposizione, subisce un ulteriore rialzo. Il Presidente del Coni, Gianni Petrucci, presente in tribuna d’onore accanto al prof. Agabio, si complimenta personalmente con il gioiello italiano. È stata una rincorsa emozionante e se entrava quel Comaneci, forse, saremmo qui a raccontare un’altra impresa. “Quel salto, in allenamento, mi riesce 10 volte su 10 dice in mixed zone con La Ferrari al volteggio. In basso Salvatore Sciuntu verifica le condizioni di Vanessa - (foto Vanda Biffani) il viso finalmente sereno - Sono riuscita, comunque, a recuperare la concentrazione. Credo che molte altre, al posto mio, avrebbero mollato”. Un sesto posto nella finale al corpo libero, con un 15.050 discusso e discutibile, e l’ultimo alle parallele (14.700), dopo l’ennesima caduta, chiudono l’avventura in Germania della ginnasta brixiana. “è ora di cambiare body ed esercizi - aggiunge guardando a Pechino - Via il Comaneci e nuova musica per il corpo libero. Ho sentito male al piede soltanto nel warm up, però adesso ho voglia di vacanze”. È contenta anche Federica che conclude 19esima (56.350) a due decimi da Anja Brinker, incontenibile alle parallele. Al rientro in Italia una risonanza magnetica trova una microfrattura nel piede della Ferrari. “L’abbiamo fermata, il gesso non era necessario, basta un po’ di riposo - spiega Casella il giorno della presentazione della Palestra di Brescia - Ma intanto, tornando indietro con la mente, ancora non riusciamo a capire come abbia fatto a salire sul podio in quelle condizioni”. 20 TRE TRIESTINE ENTRARONO A… BEIJING “C ’erano 3 Bresciane, 3 Triestine ed una Bergamasca…” Non è una barzelletta, né uno scioglilingua ma la spina dorsale lombardo-giuliana della squadra femminile italiana, venutasi a creare dopo i raduni estivi di Rimini, Trieste e Brescia, il forfait dell’imolese Carlotta Giovannini, infortunata alla schiena, e la rinuncia alla romana Lorena Coza, per ragioni tecniche. Un asse geografico vincente che, seppur impreziosito da Lia Parolai - la ginnasta dell’Estate ’83 Travagliato, nata ad Orzinuovi e cresciuta a Cossirano, nella provincia bresciana - ricalca in gran parte l’attuale predominio di Brixia ed Artistica ’81 nelle ultime edizioni del campionato di Serie A1. Quella della società triestina, in particolare, è stata una spedizione segnata da momenti di grande trasporto emotivo, a cominciare ioll en B a sc ce n Fra ) alli iar .C D to (fo Da sinistra: Sara, Fede e Francy scrivono 18 con le mani e l’aiuto di Lia dai compleanni della Bradaschia, il 7 agosto, della Macrì il 22 e della Benolli, il 26. Tre agostane - un leoncino, una cuspide ed una vergine - con un sogno di mezza estate chiuso nello stesso cassetto: “All’oroscopo non ci credo ma ogni tanto non mi dispiace leggere cosa dice - confessa Francesca, che come Sara, ha compiuto 18 anni - Dicono che è tipico del mio segno l’essere troppo perfezionista. A me, in effetti, piace far bene le cose e con un certo ordine”. Il compleanno della maggiore età, per una donna, è il giorno più importante, naturalmente dopo quello delle nozze. Il destino ha voluto che fosse un debutto ginnico nel Mondiale di Artistica e non un ballo in uno sfavillio di luci, specchi e stucchi dorati, a consacrare l’ingresso della Benolli nella società degli adulti. Sono tre anni che Francy sogna una festa serena, dopo il ges- so del 2005 - a poche settimane sia dal trionfo di Debrecen che dall’incidente di Trieste - e la grande paura al rientro, con un nuovo infortunio nell’incontro con la Russia del 2006. “Non avrei potuto chiedere di meglio che spegnere le candeline con le mie compagne di Nazionale - ci disse commossa l’azzurra. Francesca è un fiore di ragazza, restituita alla vita agonistica grazie anche all’impegno dei suoi allenatori, Diego Pecar e Teresa Macrì, che le sono stati vicini nel lungo decorso post-traumatico, evitando che mollasse psicologicamente. “Sia io che Fede gli abbiamo dato qualche dritta - ci confida la Bradaschia, che non avrà vinto un oro continentale come la Benolli, ma che, rispetto alla compagna, poteva già vantare l’esperienza di Aarhus - Questo è un gruppo molto unito e pure se io non ho gareggiato, per noi triestine è stato già un successo essere qui tutte insieme”. Per i coniugi Pecar la soddisfazione principale, però, è stata quella di vedere le loro tre ragazze diventare grandi nel far grande l’Italia intera. “In due gare mondiali e 32 esercizi complessivi - ci fa notare Diego - abbiamo avuto soltanto due cadute. Questo è lo specchio di una squadra solida che fa della stabilità all’attrezzo il suo 21 MONY, L’ALLENATRICE IN CAMPO S Teresa Macrì ed Enrico Casella in Germania (foto Vanda Biffani) punto di forza. Le ginnaste sono insieme dal 22 giugno e non è sempre facile, quando si vive così in simbiosi per tanto tempo, mantenere un clima sereno. Loro, invece, sono diventate inseparabili. I due blocchi, quello bresciano e quello triestino, hanno fatto di tutto per aiutarsi reciprocamente, in quanto, conoscendo le rispettive potenzialità, nessuno voleva vanificare l’impegno altrui. I successi della nazionale sono frutto di questo lavoro congiunto”. Anche a livello individuale l’amicizia è stato un collante decisivo, come nel caso della Macrì che, nella finale All-around, insieme a Pecar, ha voluto al suo fianco, nell’inedito ruolo di allenatrice, pure la Benolli. “Abbiamo preso queste ragazze all’età di 5 anni per avviarle alla specialità quando ne avevano 8 - conclude Teresa, che era con Enrico Casella a bordo pedana dello Schleyer Halle in tutte e otto le rotazioni dei due concorsi di squadra - Per noi sono come delle figlie. Quando ad una capita di essere in difficoltà, ci sono le altre a sostenerla. Devo dire che in Germania questo discorso è valso soprattutto per Sara, che, rimanendo fuori, ha avuto l’affetto e il sostegno di Francy e Fede”. Tutti per uno ed uno per tutti, insomma, senza dimenticare il presidente Fulvio Bronzi e molti dei 550 iscritti alla Artistica’81, che hanno atteso il ritorno a casa delle loro beniamine per celebrare un’unica grande festa a cinque cerchi. e le avessero predetto, con due Olimpiadi alle spalle - Sydney 2000 ed Atene 2004 - un titolo europeo a squadre e ben 7 mondiali, che sarebbe passata alla storia come la compagna di squadra di un’altra azzurra, fino a qualche tempo fa Monica avrebbe risposto in bergamasco: “chè diset sö po’?!” (ma che stai dicendo?!). Eppure la vita, così come lo Casella e la Bergamelli a Stoccarda - (foto Vanda Biffani) sport, a volte è bizzarra ed allora la Bergamelli, un’icona della Ginnastica Artistica italiana, per risultati e longevità, ha accettato, serenamente, di mettere la sua esperienza al servizio del fenomeno Ferrari. “Ad Aarhus dovevo semplicemente prepararle lo staggio alle parallele asimmetriche, poi Casella mi ha lasciata in campo per tutta la gara e non ne sono più uscita. Ora sono felice di stare accanto a Vany, perchè sento di poterla aiutare più di chiunque altro, in quei momenti. Ben inteso, le indicazioni tecniche le dà sempre Enrico, mentre io mi limito a qualche consiglio, senza prendere mai iniziative. Vanessa è un tipo molto riservato ed io rispetto i suoi equilibri. Se ne ha bisogno è lei che viene da me”. Mony si sente ancora un’atleta e il suo valore lo ha dimostrato anche a Stoccarda, c’è tempo per appendere il body al chiodo. “La Ferrari, prima di ogni altra cosa, è una mia compagna di squadra ed un’amica. Lei non mi vede come un tecnico, anche se, eccetto che per l’assistenza nei salti alle parallele, non avrei problemi ad accompagnarla da sola in pedana. Tra noi c’è molta complicità. Siamo due tipe introverse e ci capiamo al volo. La conosco dall’età di 7 anni e da quando è senior dividiamo la camera in tutte le trasferte. Ormai c’è quasi un rapporto telepatico. I consigli che le do? Concentrarsi, non pensare mai alla globalità dell’esercizio, ma ad ogni singolo elemento”. E poi Vanessa è molto curiosa delle carriera di Monica. “È vero, ogni tanto mi chiede cosa facevo alla sua età. Lei immagina il suo futuro in base a quello che è stato il mio passato”. La Ferrari, per una che ha conosciuto tante campionesse, è una 17enne come le altre ma con una forza di volontà fuori dal comune. “Con la testa è sempre in palestra. Ogni tanto al mattino mi racconta di aver pensato ad una nuova combinazione. Se Enrico accetta le sue proposte, ci prova subito e se l’elemento non le viene bene, si arrabbia pure. Qualora, per quaMony carica Vanessa - (foto Vanda Biffani) lunque ragione, non potessi esserle vicino a Pechino le direi, prima di partire, di stare tranquilla, di fare come sempre, senza pensare che è un’Olimpiade: È una gara come le altre, Vany! non guardare le avversarie e concentrati sul tuo repertorio”. di Irene Castelli
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