LA DISTRIBUZIONE
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LA DISTRIBUZIONE
MARKETING LA DISTRIBUZIONE INDICE - - - La politica distributiva I canali di distribuzione tradizionali La scelta del canale di distribuzione Il trade marketing L’apparato distributivo italiano Le formule distributive all’ingrosso Le formule distributive al dettaglio La grande distribuzione organizzata (GDO) Il commercio elettronico Il dettaglio associato La regolamentazione del commercio La rete di vendita L’agente di commercio Gli altri ausiliari del commercio L’analisi dei costi di distribuzione Prof. Luigi Trojano 2 LA POLITICA DISTRIBUTIVA Consiste in una serie di scelte di marketing riguardanti i canali di distribuzione e il numero e il tipo di intermediari commerciali da utilizzare per raggiungere determinati obiettivi di vendita. 3 Prof. Luigi Trojano I CANALI DI DISTRIBUZIONE TRADIZIONALI Il canale di distribuzione è il percorso tecnicoeconomico che i beni compiono per trasferirsi dai magazzini sino ai consumatori. 4 Prof. Luigi Trojano A seconda del percorso che i beni seguono, i canali di distribuzione possono dividersi in tre tipi: 1) 2) 3) canale diretto canale corto canale lungo 5 Prof. Luigi Trojano CANALE DIRETTO Il canale diretto produttore – consumatore è quello che collega direttamente i produttori con gli utilizzatori industriali o consumatori finali tramite negozi, filiali proprie, vendite a domicilio, cataloghi, reti telematiche. Torna 6 Prof. Luigi Trojano CANALE CORTO Il canale corto produttore – dettagliante – consumatore è quello che prevede un solo intermediario (il dettagliante) per far arrivare i beni al consumatore. Torna 7 Prof. Luigi Trojano CANALE LUNGO Il canale lungo produttore – grossista – dettagliante – consumatore prevede l’inserimento di due intermediari (grossista e dettagliante) per far giungere i beni al pubblico. Prof. Luigi Trojano Torna 8 LA SCELTA DEL CANALE DI DISTRIBUZIONE La politica della distribuzione comporta la scelta del canale di distribuzione. I vincoli alla scelta del canale distributivo sono diversi: - Deperibilità dei beni - Vastità dell’assortimento - Complessità dei prodotti - Caratteristiche del sistema produttivo 9 Prof. Luigi Trojano LA SCELTA DEL CANALE DI DISTRIBUZIONE 1) 2) 3) In base al numero di intermediari, si possono avere tre diversi tipi di distribuzione: intensiva selettiva esclusiva 10 Prof. Luigi Trojano DISTRIBUZIONE INTENSIVA Tende a ottenere il massimo grado di copertura del mercato sfruttando i vari segmenti della domanda. Torna 11 Prof. Luigi Trojano DISTRIBUZIONE SELETTIVA Si rivolge a un target specifico e in questo caso è opportuno individuare l’intermediario giusto. Torna 12 Prof. Luigi Trojano DISTRIBUZIONE ESCLUSIVA Implica la scelta di pochi intermediari, ognuno dei quali è l’unico a ricevere i prodotti in una certa zona. Torna 13 Prof. Luigi Trojano TRADE MARKETING È l’insieme delle strategie e delle attivatà che i produttori di beni realizzano per gestire i rapporti con i canali di distribuzione. 14 Prof. Luigi Trojano Tra le più importanti leve di trade marketing rientra il MERCHANDISING 15 Prof. Luigi Trojano MERCHANDISING Consiste in un insieme di tecniche di comunicazione usate per sollecitare nel consumatore un determinato comportamento di acquisto. 16 Prof. Luigi Trojano Al fine di sollecitare i consumatori all’acquisto, il machandising si avvale prima di tutto delle attività di promozione nel punto vendita. Poi usa anche altri strumenti, come: - Il layout delle attrezzature Il layout merceologico Il display 17 Prof. Luigi Trojano IL LAYOUT DELLE ATTREZZATURE Consiste nel risolvere i problemi relativi all’attribuzione della superficie ai diversi reparti merceologici, alla disposizione delle attrezzature e alla definizione del percorso della clientela. Torna 18 Prof. Luigi Trojano IL LAYOUT MERCEOLOGICO Affronta i problemi della dislocazione delle merci nel punto vendita che deve essere tale da consentire il più alto volume di ricavi. Torna 19 Prof. Luigi Trojano IL DISPLAY Con questo termine si indicano i criteri che guidano le modalità di esportazione delle diverse linee di prodotti di una data categoria merceologica. Torna 20 Prof. Luigi Trojano L’APPARATO DISTRIBUTIVO ITALIANO Le scelte di distribuzione devono tener conto della concentrazione degli intermediari commetrciali e delle tipologie di distributori esistenti nel nostro paese. L’apparato distributivo al dettaglio del nostro paese si presenta polverizzato. La polverizzazione del commercio al dettaglio comporta che a causa delle dimensioni ridotte del negozio, il dettagliante può offrire assortimenti limitati e che il grande numero di punti vendita porta ad un frazionamento della domanda, per cui ogni negozio serve un numero ridotto di clienti. 21 Prof. Luigi Trojano LA POLVERIZZAZIONE La polverizzazione del commercio al dettaglio consiste nella sua frammentazione in un numero eccessivo di negozi, per lo più a conduzione familiare e di modeste dimensioni. Torna 22 Prof. Luigi Trojano FORMULE DISTRIBUTIVE Indicano l’insieme delle tecniche operative e gestionali delle imprese della distribuzione. 23 Prof. Luigi Trojano FORMULE DISTRIBUTIVE ALL’INGROSSO Le imprese commerciali all’ingrosso acquistano le merci dai produttori o da altri commercianti e le rivendono alle altre imprese. 24 Prof. Luigi Trojano Vi sono due tipi di grossisti: 1) Interindustriali (se acquistano materie prime dalle fonti originarie della produzione per rivenderle alle industrie) 2) Distributori (se acquistano beni di consumo dai produttori per rivenderli ai dettaglianti) Tra le varie formule distributive si impone oggi sul mercato quella del grossista a libero servizio (Cash and carry) 25 Prof. Luigi Trojano CASH AND CARRY Sono grandi punti di vendita a servizio libero, localizzati in aree periferiche alle città, riservate ai dettaglianti che possono accedervi solo se in possesso di un particolare tesserino di riconoscimento con i dati personali e la partita IVA. Torna 26 Prof. Luigi Trojano FORMULE DISTRIBUTIVE AL DETTAGLIO Le imprese commerciali al dettaglio acquistano le merci dai produttori o dai grossisti e le rivendono ai consumatori finali. 27 Prof. Luigi Trojano Per quanto riguarda l’assortimento, i punti di vendita si distinguono in: - Specializzati Despecializzati Multispecializzati 28 Prof. Luigi Trojano NEGOZI SPECIALIZZATI Offrono al pubblico poche linee di prodotti caratterizzate da un elevato numero di varianti per ogni linea. Pertanto l’assortimento è poco ampio ma profondo. (Profumerie, salumerie, fruttivendoli) Torna 29 Prof. Luigi Trojano NEGOZI DESPECIALIZZATI Presentano assortimenti molto ampi con linee di prodotti non necessariamente collegate tra di loro. (supermercati, magazzini popolari) Torna 30 Prof. Luigi Trojano NEGOZI MULTISPECIALIZZATI Costituiscono una variante di quelli specializzati, in quanto offrono assortimenti molto ampi e molto profondi. (ipermercati) Torna 31 Prof. Luigi Trojano In base ai metodi e tecniche di vendita si distinguono i: - Negozi a pieno servizio (consistono nel poter ordinare telefonicamente e avere la consegna a domicilio) - Negozi a libero servizio (prevale il lavoro dipendente e la vendita si esegue a self service) Con il mix di questo service distributivo si ha il piccolo dettaglio tradizionale (rappresentato da imprese specializzate) e la grande distribuzione (rappresentata da imprese che dispongono di vasti assortimenti di merci differenziate) 32 Prof. Luigi Trojano LA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA (GDO) I centri commerciali al dettaglio (shopping center) sono medio – grandi strutture di vendita formate da ampi raggruppamenti di imprese al dettaglio. La distribuzione automatica riguarda gli acquisti di emergenza e gli acquisti d’impulso, come sigarette, fiori, alimentari. I convenience store sono punti di vendita abbinati alle stazioni di servizio, come i bar, tabacchi, edicole, prodotti per viaggi. I superstore hanno le caratteristiche funzionali degli ipermercati, ma presentano referenze (ogni tipo di prodotto offerto dall’impresa, come gli spaghetti offerti in varie marche) soprattutto alimentari, venduti anche singolarmente o al taglio. I factory outlet sono grandi centri commerciali che ospitano negozi di abiti, calzature, accessori e vendono capi di fine serie o di seconda scelta con sconti intorno al 50% e dispongono di servizi complementari (cinema, ristoranti) aperti spesso anche di domenica. 33 Prof. Luigi Trojano BUSINESS TO BUSINESS Consente alle imprese di entrare direttamente in contatto tra di loro per scambiarsi prodotti e servizi, grazie a Intranet (collega le unità elaborative presenti in un’impresa tra di loro) e Internet. Con questo si sono ridotti i tempi tra ordine e arrivo di merci. Torna 34 Prof. Luigi Trojano BUSINESS TO CONSUMER È un canale diretto tra produttore e consumatore che consente al cliente di scegliere prodotti e servizi nella comodità della propria casa. Torna 35 Prof. Luigi Trojano IL DETTAGLIO ASSOCIATO Per difendere la propria posizione sul mercato dall’attività di grande dettaglio, Molti titolari di negozi tradizionali al dettaglio hanno scelto la via dell’associazionismo e della cooperazione. 36 Prof. Luigi Trojano Abbiamo diversi tipi di associazioni e cooperative: - - Prof. Luigi Trojano - Le unioni grossisti – dettaglianti, che consistono nel collegamento stabile di numerosi commercianti al dettaglio con un’impresa grossista che effettua gli acquisti di prodotti dai produttori. I gruppi locali di acquisto, che sono forme di cooperazioni che i dettaglianti mettono in atto spontaneamente per acquistare a basso prezzo. Le cooperative tra dettaglianti, anche loro con l’obiettivo di comprimere i costi di approvigionamento. Una particolare forma di dettaglio associato è il franchising. 37 FRANCHISING È un contratto stipulato tra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti. Uno dei due concede all’altro la disponibilità di conoscenze, beni immateriali e materiali allo scopo di commercializzare determinati beni o servizi. Da un punto di vista economico il contratto di franchising prevede il pagamento da parte dell’affiliato di un diritto di entrata (entry fee) e di una remunerazione periodica (royalty) 38 Prof. Luigi Trojano Torna Il franchising si distingue in: - - - - Franchising di produzione (l’affiliante è un produttore) Franchising di distribuzione ( l’affiliante è un’azienda di distribuzione) Franchising di servizi (l’affiliato offre la prestazione di servizi) Franchising industriale (affiliante e affiliato sono due imprese industriali, uno produce e l’altro vende) 39 Prof. Luigi Trojano LA - REGOLAMENTAZIONE DEL COMMERCIO La necessità di modernizzare il sistema distributivo italiano ha spinto le autorità di Governo a varare una profonda riforma della legislazione in materia di commercio caratterizzata dalle seguenti innovazioni: Semplificazione burocratica e liberalizzazione Delegificazione Decentramento di funzioni agli Enti locali e in particolare alle Regioni. Per quanto riguarda i requisiti morali, viene stabilito che non possono esercitare attività commerciale coloro che sono stati dichiarati falliti o condannati per reati (frode in commercio, usura). 40 Prof. Luigi Trojano L’ATTIVITÀ COMMERCIALE È SEGMENTATA IN DUE GRANDI RAGGRUPPAMENTI (TABELLE MERCEOLOGICHE) Settore alimentare (food) Settore non alimentare (non – food) 41 Prof. Luigi Trojano VENDITE STRAORDINARIE Le vendite Straordinarie Sono le Vendite di liquidazione Vendite di fine stagione Vendite promozionali Vendite sottocosto 42 Prof. Luigi Trojano VENDITE DI LIQUIDAZIONE Hanno lo scopo di vendere tutte le merci in caso di cessazione dell’attività, cessione dell’azienda, rinnovo dei locali. Torna 43 Prof. Luigi Trojano VENDITE DI FINE STAGIONE Si riferiscono a prodotti di moda, che, se non venduti entro un certo periodo di tempo, possono deprezzarsi largamente. Torna Prof. Luigi Trojano 44 VENDITE PROMOZIONALI Possono essere effettuate per tutti o parte dei prodotti del mix per limitati periodi di tempo. Torna 45 Prof. Luigi Trojano VENDITE SOTTOCOSTO Sono vendite nelle quali la vendita al pubblico avviene a un prezzo inferiore a quello effettivo di acquisto, comprensivo di IVA, al netto di sconti. Queste sono vietate se effettuate da esercizi che detengono più del 50% della superficie di vendita della propria provincia. Torna 46 Prof. Luigi Trojano Il commercio su aree pubbliche viene esercitato nell’ambito di: - MERCATI - FIERE 47 Prof. Luigi Trojano MERCATI Per mercato, s’intende l’area composta da più posteggi destinata all’attività commerciale per uno o più o anche tutti i giorni della settimana o del mese. Torna 48 Prof. Luigi Trojano FIERE La fiera è una manifestazione caratterizzata dall’afflusso, in giorni prestabiliti, di operatori autorizzati al commercio su aree pubbliche, in occasione di particolari ricorrenze, eventi o festività. Torna 49 Prof. Luigi Trojano LA RETE DI VENDITA È l’insieme elle risorse umane di cui l’impresa si avvale tramite gli intermediari del canale di distribuzione scelto. Un’impresa industriale si avvarrà quindi della forza di vendita per raggiungere i consumatori finali (canale diretto), i dettaglianti (canale corto) e i grossisti (canale lungo). 50 Prof. Luigi Trojano LA RETE DI VENDITA È possibile fare la distinzione tra: - rete di vendita diretta rete di vendita indiretta Ai venditori possono essere assegnati i compiti di distribuzione, di raccolta ordini, di promozione e compiti innovativi (consulenza). 51 Prof. Luigi Trojano RETE DI VENDITA DIRETTA È caratterizzata dall’utilizzazione di venditori legati all’impresa da un rapporto di lavoro subordinato: - I COMMESSI VIAGGIATORI - I PIAZZISTI Torna 52 Prof. Luigi Trojano RETE DI VENDITA INDIRETTA È contraddistinta dall’impiego di collaboratori autonomi, non vincolati all’impresa da un rapporto di dipendenza. (agenti e rappresentanti di commercio, commissionari, mediatori, procacciatori d’affari) Torna 53 Prof. Luigi Trojano L’AGENTE E IL RAPPRESENTANTE DI COMMERCIO Entrambi sono legati all’impresa, per conto della quale agiscono sotto contratto. All’agente di commercio viene dato l’incarico di promuovere la conclusione dei contratti di vendita. Al rappresentante di commercio viene dato l’incarico di concludere contratti di vendita. 54 Prof. Luigi Trojano L’AGENTE E IL RAPPRESENTANTE DI COMMERCIO L’attività di agente o rappresentante di commercio può essere esercitata solamente da coloro che sono iscritti nell’apposito ruolo tenuto presso le Camere di Commercio. All’agente di commercio spetta una retribuzione, detta provvigione, che viene calcolata sugli affari conclusi. Il compenso non viene distribuito in caso le vendite risultino insolventi per gli stessi clienti. 55 Prof. Luigi Trojano CAMERE DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA (CCIAA) Sono enti pubblici che svolgono funzioni di interesse generale per le imprese: - Istituzionali (tenuta del Registro delle Imprese, registro informatico dei protesti) - Promozionali (fiere e mercati) Informative (statistiche, notiziari economici) 56 Prof. Luigi Trojano Torna L’AGENTE E IL RAPPRESENTANTE DI COMMERCIO Il compito principale dell’agente o rappresentante è di sviluppare le vendite nella zona territoriale che gli è stata affidata. Egli contatta i clienti, propone gli affari, discute le condizioni sulla base delle istituzioni ricevute, descrivendo le caratteristiche dei prodotti. Il contratto viene concluso tra preponente e cliente e non tra agente e cliente. Ogni ordinazione dà luogo a una nota di commissione nella quale sono indicati i prodotti ordinati dal cliente, le relative qualità e i prezzi, sono inoltre precisate le condizioni generali di vendita e le condizioni particolari concordate con i clienti. Il preponente infine verifica se l’ordine è eseguibile e provvede a emettere la conferma d’ordine. 57 Prof. Luigi Trojano ALTRI AUSILIARI DEL COMMERCIO Esistono altre figure di ausiliari del commercio: - Mediatore Commissionario Procacciatore d’affari 58 Prof. Luigi Trojano MEDIATORE È colui che mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare, senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza. Torna 59 Prof. Luigi Trojano COMMISSIONARIO È un ausiliario commerciale che si impegna a compiere atti di commercio in nome proprio e per conto del committente. Torna 60 Prof. Luigi Trojano PROCACCIATORE D’AFFARI È un ausiliario che occasionalmente promuove la conclusione di affari per conto di una o più imprese, senza che gli sia attribuita una zona specifica. La sua attività è remunerata con una provvigione sugli affari andati a buon fine e da lui procurati. Torna 61 Prof. Luigi Trojano L’ANALISI DEI COSTI DI DISTRIBUZIONE La rete di vendita, insieme ai diversi soggetti che operano nel processo produttivo, concorre a formare il costo della distribuzione, che è un concetto divisibile in due sottoclassi: 1) Il costo sociale di distribuzione 2) Il costo aziendale di distribuzione 62 Prof. Luigi Trojano IL COSTO SOCIALE DI DISTRIBUZIONE È rappresentato dalla differenza tra il costo che i consumatori finali devono sostenere per disporre di un certo bene e il relativo costo di produzione. Torna 63 Prof. Luigi Trojano IL COSTO AZIENDALE DI DISTRIBUZIONE È costituito dai costi che la singola impresa sostiene dal momento in cui ha prodotto o acquistato un bene sino a quando lo colloca presso gli acquirenti e riscuote il relativo prezzo di vendita. Torna 64 Prof. Luigi Trojano L’ANALISI DEI COSTI DI DISTRIBUZIONE Le principali classi di costi aziendali attribuibili al processo distributivo sono: - Costi per lo stoccaggio dei prodotti (comprese le retribuzioni dei magazzinieri, gli affitti, l’illuminazione, gli oneri finanziari e di movimentazione interna) - Costi per gli imballaggi e le confezioni - Costi per i trasporti - Costi per il personale di vendita - Costi diversi (assicurazioni, costi per i locali di vendita, pubblicità) 65 Prof. Luigi Trojano L’ANALISI DEI COSTI DI DISTRIBUZIONE I costi di distribuzione possono essere: Diretti (immediatamente riferiti a un dato oggetto) Semidiretti (contengono alcuni elementi di diretta imputazione e altri di carattere comune che devono essere ripartiti) Indiretti (sono comuni a più oggetti e pertanto possono essere ripartiti tra diversi oggetti) 66 Prof. Luigi Trojano L’ANALISI DEI COSTI DI DISTRIBUZIONE Le analisi effettuate dalle imprese sono: Analisi per le aree di smercio (dividere in diverse zone l’area geografica in cui l’impresa compie il suo esercizio di vendita) Analisi per agenti e rappresentanti (per Analisi per prodotti (per accertare il rendimento Analisi per categorie di clienti (consente di individuare il rendimento di ciascun ausiliario commerciale di cui l’impresa si serve per effettuare le proprie vendite) dei diversi prodotti che costituiscono l’assortimento dell’impresa) calcolare il rendimento di ciascun gruppo omogeneo di clienti) 67 Prof. Luigi Trojano 68