Bollettino Interparrocchiale n.2 2013
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Bollettino Interparrocchiale n.2 2013
Anno LXXXVIII Poste It. s.p.a. Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) art. 1, c. 2, DCB Bl Dicembre 2013 - n. 2 BOLLETTINO delle parrocchie dei SS. Apostoli Pietro e Paolo in Sospirolo e di S. Stefano in Gron - 32037 Sospirolo (BL) - C.C.P. 10167328 - Tel. 0437/89168 Carissimi! Sono fortunato! Come sacerdote, avvicino tante persone e scopro tante prove dell’esistenza, in mezzo a noi, del Regno di Dio! Così, come i Pastori videro la Presenza di Dio nel Bimbo avvolto in fasce! Lo vedo in casa di Noemi che dà ospitalità alla badante ammalata, la fa assistere da un’altra badante che aiuta tutte e due: la padrona di casa e l’ammalata, e pur essendo una moldava e l’altra ucraina, condividono la stessa stanza come due sorelle! L’ho visto, ad Agosto, nel libro del Bivacco Feltre Walter Bodo (m.1930), leggendo il nome di Ezio, seguito da quello dei suoi quattro figli, saliti tra le vette feltrine per gustare insieme la bellezza della montagna. L’ho sentito nelle parole di Fede, che Mirella ha rivolto ad un ammalato privo di Speranza sulla vita eterna: “Sì, mi ghe crede!”… Lo contemplo nella figlia di Anna che, nonostante tutto, legge a sua madre i racconti del foglietto settimanale, che le porta Francesca… racconti che danno gioia a chi li legge, a chi li ascolta e… a chi li stampa. Lo vedo nella signora che tutti i giorni si mette a disposizione dell’amica per assistere il marito. Anche in Kadija che accompagna ogni sabato alla Messa la sua famiglia e prega con noi , anche se di religione diversa. E nella nonna eritrea venuta a vedere il nipotino, che, anche se copta, partecipava con fede alla Messa Festiva, indossando con fierezza il suo vestito tradizionale.. …e in mille volti e situazioni personali, familiari, comunitarie, di ogni giorno: invisibile ai distratti ma reale e concreto come il Bimbo di Maria nella stalla di Betlemme! Il Natale è realtà! La Fede è fatto concreto! Il Regno di Dio è presente nella vita, non nei libri o nei cervelli!... Padre: venga il Tuo Regno! Venga attraverso le nostre mani, le nostre azioni! Aiutaci a far nascere ogni giorno la tua Parola di Amore! Buon Natale e Buone Feste a tutti e a ciascuno! Coraggio, non siamo più soli: è arrivato il Salvatore! don Alfredo Malala Yousafzai di Gerolamo Fazzini L’ultimo Bollettino riportava, in prima pagina, la foto di Papa Francesco. Questa volta il posto d’onore lo offro ad una ragazza meravigliosa che rende questo nostro mondo più umano e più ricco di futuro! Avrei, forse, dovuto cederlo al Bimbo del Natale: ma nel cuore della giovane musulmana è presente il Suo Spirito di pace e di amore! Al di là della religione, della razza, della cultura: dove c’è Amore c’è Dio! ’è stata anche Malala Yousafzai tra i candidati al premio Nobel per la pace 2013: un gruppo di parlamentari norvegesi l’aveva candidata al prestigioso riconoscimento, vedendo nella sedicenne pachistana un’icona della lotta per l’istruzione. Di più: un esempio di coraggio e determinazione nel cammino verso l’emancipazione femminile, specie in un contesto - come quello pachistano - pesantemente segnato dall’analfabetismo e dall’ingerenza dell’estremismo islamico. Alla fine, l’ambìto premio è andato ad altri. Ma ciò non toglie che l’impegno di Malala e la sua straordinaria vicenda abbiano fatto entrare, già da ora, la ragazza nei libri di storia. Come oggi leggiamo di Gandhi, di C Martin Luther King o, in tempi più recenti, di Aung San Suu Kyi, presto anche ai nostri figli diverrà familiare il volto mite ma deciso di questa ragazza finita nel mirino degli estremisti giusto nell’ottobre di un anno fa. La battaglia di Malala, infatti, è già diventata “patrimonio dell’umanità”: da quando, nel luglio scorso, la ragazza è stata invitata a parlare davanti all’Assemblea generale dell’Onu. «I talebani non mi ridurranno mai al silenzio e non uccideranno i miei sogni», aveva scandito, pronunciando le parole con una fermezza insolita per una ragazza così giovane. Coperta da uno scialle di Benazir Continua a pag. 2 Bollettino interparrocchiale 2 Continua da pag. 1 Bhutto (ex premier pachistano donna, ucciso nel 2007), Malala affermò, rievocando l’attentato che l’ha costretta a mesi di degenza in ospedale: «Pensavano che quel proiettile ci avrebbe fatto tacere per sempre, ma hanno fallito». Un’ovazione dell’assemblea accolse quelle parole, cui fece seguito il commento dell’ex premier britannico Gordon Brown, ora inviato delle Nazioni Unite per l’educazione: «Ecco la frase che i talebani non avrebbero mai voluto sentire». Ai talebani, peraltro, Malala aveva indirizzato una frase acuminata: «Pensano - aveva detto - che Dio sia un piccolo, piccolo essere conservatore che manda le ragazze all’inferno solo perché vanno a scuola. I terroristi stanno utilizzando il nome dell’islam per i propri scopi personali». Vale la pena, a questo punto, di rileggere i passi salienti di questo discorso: un concentrato di coraggio e passione, che andrebbe riproposto nei libri di educazione civica del futuro. «Migliaia di persone sono state uccise dai terroristi e milioni sono state ferite. Sono una di loro. Alzo la mia voce non perché io possa gridare, ma in modo che coloro che non hanno voce possano essere ascoltati». Colpiscono i toni non violenti dell’appello di Malala e i riferimenti a personaggi di varie tradizioni religiose: «Cari fratelli e sorelle, io non sono contro nessuno. Né sono qui a parlare in termini di vendetta personale contro i talebani o qualsiasi altro gruppo di terroristi. Sono qui a parlare per il diritto all’istruzione i tutti i bambini. Voglio l’istruzione per i figli e le figlie di tutti gli estremisti, soprattutto dei talebani. Non odio nemmeno il talib che mi ha sparato. Anche se avessi una pistola in mano e lui si trovasse di fronte a me, io non gli sparerei. Questa è la compassione che ho imparato da Maometto, il profeta della misericordia, Gesù Cristo e Buddha. Questa è l’eredità di cambiamento che ho ereditato da Martin Luther King, Nelson Mandela e Muhammad Ali Jinnah (politico e “padre fondatore” del Pakistan, ndr). Questa è la filosofia della nonviolenza che ho imparato da Gandhi, Bacha Khan (filosofo della nonviolenza pachistano - ndr) e Madre Teresa. E questo è il perdono che ho imparato da mia madre e mio padre. Questo è ciò che la mia anima mi dice, essere in pace e amore con tutti». Sì, abbiamo preso nota! Anche quest’anno, assieme a tutte le Parrocchie della Diocesi, abbiamo preso ”NOTA” di ciò che il Vescovo propone per la vita pastorale. Interessantissimo e attualissimo il tema della Lettera : L’EDUCAZIONE! Ma sentiamo la parola del Vescovo: “Pensando la realtà attuale e accogliendo le parole del Papa: «La fede guarda dal punto di vista di Gesù, con i suoi occhi: è una partecipazione al suo modo di vedere» sento che l’argomento scelto non è facile. L’educare è quasi assente dalla mentalità diffusa e dalle mode culturali di oggi. Si propongono immagini frivole di vita che inseguono il successo e il benessere, l’affermarsi e lo star bene. Non se ne vuol sapere della questione educativa, si vogliono ignorare gli interrogativi radicali della coscienza: da dove veniamo, dove andiamo, che cosa significa amare? Noi adulti ci illudiamo troppo spesso di far crescere i ragazzi senza metterci in discussione domandandoci quale speranza ci sostiene. Una signora del Consiglio Pastorale mi ha segnalato un suo studio nel quale trovo questa affermazione: “L’uomo è un essere che vive di speranza. [...] La speranza è la molla principale della vita e della storia. [...] L’uomo che opera costantemente per il proprio compimento in tutte le sue azioni è sostenuto e sospinto dalla speranza”. Un educatore è chiamato a costruirsi così: persona di speranza.” La lettera prosegue invitando gli adulti a domandarsi qual è la speranza che li anima. Poiché non si può comunicare un progetto di vita ai giovani se non ne viviamo uno, anche se con fatica. Diceva un saggio:«Si educa bene con quel che si si dice, si educa meglio con quel che si fa, si educa ancora meglio con quel che si è». L’azione educativa mette in moto l’educatore che in primo luogo deve educare se stesso.” Con le Catechiste ci siamo fermati sul richiamo che il Vescovo ci fa a pag. 10 della Nota Pastorale. Perché ci sia una conversione della mentalità e dello stile di vita, dobbiamo educarci ad alcuni passaggi necessari e concreti: . ASCOLTARE ED ESSERE ASCOLTATI . VEDERE ED ESSERE VISTI . FARSI VICINI ANCHE DA LONTANO . CAMMINARE INSIEME . SOSTARE . SAPERE E FARE . GUSTARE . DOMANDARE E ancora: «Cari fratelli e sorelle, ci rendiamo conto dell’importanza della luce quando vediamo le tenebre. (...) Allo stesso modo, quando eravamo a Swat, nel nord del Pakistan, abbiamo capito l’importanza di penne e libri quando abbiamo visto i cannoni. Il saggio disse: “La penna è più potente della spada”. Era vero. Gli estremisti hanno paura di libri e penne. Il potere dell’educazione li spaventa. Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa. (...) Questo è il motivo per cui stanno facendo saltare le scuole ogni giorno. Perché avevano ed hanno paura del cambiamento, paura dell’ uguaglianza che porteremo nella nostra società». Malala aveva concluso con una frase-slogan: «Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo». Logico chiedersi quale impatto avrà la lotta di Malala sull’opinione pubblica pachistana. Difficile rispondere, ma un segnale di speranza c’è: la candidatura al Nobel per la pace è stata salutata con favore anche nel suo Paese natale, specie in alcuni siti web di giornali. Un blogger locale l’aveva commentata con un entusiastico «Ben fatto!», mandando a Malala idealmente «un bacio sulla fronte». Sospirolo - Gron 3 Questa prima parte dell’anno pastorale la dedicheremo al primo passo: ASCOLTARE ED ESSERE ASCOLTATI. Ed iniziamo con il Catechismo delle Elementari e Medie. A gruppetti, guidati dalle Catechiste e da persone adulte, entreremo nelle case di sette frazioni –ROSOLINVOLPEZ-PASCOLI-MIS-REGOLANOVA-CASE AL LAGO- MEZZATERRA e ci fermeremo ad ASCOLTARE le persone e cercheremo di FARCI ASCOLTARE. Questo per educarci a creare COMUNIONE tra le persone, RICONOSCENZA per chi ha faticato per la Comunità, AIUTO per non seguire altre strade nella vita. La nostra Comunità parrocchiale è vasta, dispersa: conoscerne le persone, i luoghi, i paesi, le varie realtà è indispensabile per creare unione! Con una Messa ogni tanto non si costruisce Comunità! Ringrazio quindi tutti coloro che collaboreranno ad accogliere i ragazzi, a dialogare con loro, ad educarli alla conoscenza della vita qui dove siamo! A gruppetti di 7-8 ragazzi, con le catechiste passeranno circa 40 minuti nella case prescelte e, attraverso domande, cercheranno di conoscere le persone sotto l’aspetto sociale, familiare e anche spirituale. Si farà poi una foto e a casa si stenderà una relazione che verrà discussa in gruppo….Le prime esperienze sono buone e tutti partecipano con entusiasmo e interesse…Non è la soluzione a tutti i problemi dell’Educazione, ma un passo su quella strada mi pare di sì! Anche le Medie avranno un percorso tutto loro per vivere la propria fede mettendola a contatto con le varie realtà locali. Ci saranno incontri con persone che daranno la loro testimonianza. Visite a qualche Associazione o Gruppo impegnati nel vivere la Carità. Discussioni su film dal forte messaggio umano. Saranno guidati da educatori dalla lunga e provata esperienza: i coniugi Walicki Andrea e Pieranna e De Riz Nino e Maria Teresa. Si ritroveranno ogni quindici giorni circa a Sospirolo o a Gron e sono invitati tutti i ragazzi che frequentano le Medie. Per quanto riguarda i GIOVANI. Continua il Gruppo della Parrocchia di Gron, guidato da Elvio De Dea , sempre il venerdì sera ore 20.30. Siccome il Gruppo è diventato troppo numeroso, è stato chiesto di crearne uno anche a Sospirolo. Ci si sta muovendo su questa strada: appena troveremo un responsabile o, meglio, un’equipe di responsabili, prenderà il via con la nostra benedizione e attenzione. Angelo e Ida a Volpez hanno accolto con grande cordialità i ragazzi di Quarta che sono rimasti a bocca aperta ad ascoltare le loro esperienze di vita, di lavoro e di Fede. Ai Pascoli siamo entrati anche in casa di Marcella: quante cose ci hanno raccontato lei e la sua famiglia! Un bell’incontro che ci lega ancora di più nella conoscenza e nell’amicizia! Quinta rassegna della mostra “PRESEPE POVERO MA BELLO” SOSPIROLO NATALE 2013 Sull’esempio e la parola di Papa Francesco che richiama alla sobrietà e alla verità, vogliamo vivere con particolare impegno il NATALE DEL SIGNORE GESU’! Uno dei modi che suggeriamo, è la PARTECIPAZIONE ALLA MOSTRA DEL PRESEPIO POVERO MA BELLO. Per togliere a questa Festa tutto ciò che è consumismo, sperpero, ostentazione e mettere in risalto il suo grande significato di Amore, chiediamo a tutti: ADULTI, ANZIANI E BAMBINI di PARTECIPARE AL CONCORSO: Sarà un’esposizione di presepi, nella chiesa Parrocchiale di Sospirolo e saranno fatti con materiali semplici, poveri appunto. Le opere dovranno essere composte, ad esempio, con carta, cartone, pasta, riso, tappi di sughero, gusci di noce, pane, sassi, conchiglie, fili di ferro, lana, stoffe, paglia, legno, tappi di bottiglia, creta e tutti quei materiali possibilmente non comperati in bottega ma riciclati da casa propria. È un modo anche per ritrovare negli oggetti del quotidiano una poesia profonda. E’ anche una grande occasione per preparare il Natale insieme ai bambini, nonni, genitori. Chi desidera partecipare alla rassegna (anche da fuori Parrocchia!) , è pregato di ritirare la tavoletta in canonica e dare il proprio nome, per avere poi un riconoscimento alla Premiazione. C’è tempo fino al 24 dicembre per dare vita al proprio presepe. Le opere devono essere portate e allestite in chiesa nella mattina della vigilia di Natale. Resteranno esposte in chiesa fino all’Epifania. La premiazione dei migliori presepi sarà effettuata il 6 gennaio 2014 al termine della Messa Parrocchiale delle 10.00. Bollettino interparrocchiale 4 a CRONACA PARROCCHIALE l l e d o l o ng A ’ Sospirolo L Festa della Trasfigurazione Da qualche anno con un piccolo gruppo di persone festeggio la Trasfigurazione del Signore in un luogo particolarmente suggestivo, possibilmente in mezzo alla natura, su un monte. Questo per rivivere un po’ le emozioni e il messaggio della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. ”E’ bello per noi restare qui” esclamò d’istinto Pietro alla visione del Cristo Glorioso, “Facciamo qui tre tende…!”. Il 6 agosto di quest’anno, la festa della Trasfigurazione, avevamo deciso di celebrarla in uno dei posti più belli della nostra Comunità: a San Daniele. Il giorno prima sono salito a controllare che il sentiero e il luogo fossero agibili, anche per chi di montagna non è molto esperto… Purtroppo mi resi conto che il sentiero presentava effettivamente alcune difficoltà in uno o due punti. Soprattutto il luogo, chiamato San Daniele, non era agibile. I bravi volontari di Regolanova avevano cercato di ripulire dalle sterpaglie e rami secchi la grande pietra detta appunto di San Daniele, ma… avevano sbagliato pietra. Sarà per la prossima volta. Non scoraggiamoci, perché il luogo è incantevole e merita di essere riscoper- to. Certamente se i proprietari del terreno ci daranno il permesso. Ancora però non son riuscito a conoscerne il nome. Mi scuso subito se ho “balegà” il luogo senza chiedere il permesso. Dopo l’esperienza di Santa Giuliana, con tante giornate di lavoro e tanti progetti in testa… ora siamo tutti più cauti! Ma come dice anche il Papa in un suo discorso alla Giornata Mondiale dei Giovani:” Nel fare il bene è meglio sbagliare che non fare niente!”. Come altare avevamo la “MUSSA”, come ambiente il Colle di Santa Giuliana, come discepoli i più coraggiosi, come caratteristica la gioia sui volti e nel cuore! La “Pietra di San Daniele” si intravede appena tra le erbe e un grosso “noselèr”: era effettivamente difficile scoprirla! Consiglio pastorale parrocchiale - Sospirolo Verbale n.5 del 20 ottobre 2013 L’ordine del giorn, prevedeva i seguenti punti: resoconto iniziative estate 2013; esame della situazione pastorale della parrocchia; Catechismo Medie ed Elementari; proposte foraniali, Nomadelfia; proposte parrocchiali, suggerimenti; varie. Durante l’estate, con l’approvazione di don Alfredo, alcuni giovani hanno portato la Bibbia e libri di stampa cattolica nelle famiglie, si trattava di una iniziativa di carattere commerciale. La FESTA DELLA FAMIGLIA è ben riuscita, sarà importante fare propaganda tra quelli che mancano a questa festa per la prossima terza domenica del mese di Maggio. La PEREGRINATIO MARIAE si terrà ogni cinque anni e per il prossimo la Madonna di Fatima visiterà i luoghi significati- vi della Parrocchia. IL CAMPEGGIO A CEREDA è stato l’ultimo guidato da don Alfredo, che lo affida ad un altro sacerdote che si renderà disponibile. Il parroco sottolinea l’importanza di essere vicini tutto l’anno ai bambini che partecipano e agli animatori che lo seguiranno, ad esempio vivere un’esperienza parrocchiale di amicizia al mare, andare come famiglie, creare un gruppo per un cammino pastorale. IL GIORNO DELLA TRASFIGURAZIONE ci si è recati a Santa Giuliana,che ospita la cappella di San Daniele, la cui località sarà meta del prossimo anno. C’è stata la ripresa DEI GRUPPI DEL CATECHISMO, alle funzioni si nota un po’ di assenza che è dovuta al fatto che la comunità sta invecchiando e che di domenica ci sono molte altre iniziative. Bisogna avvicinarci ai genitori, affinché accompagnino i loro figli a vivere nella Comunità Cristiana che si riunisce nella Santa Messa. Alvise segnala che non è un problema solo della parrocchia di Sospirolo, però non bisogna abbattersi. Le SANTE MESSE nel periodo di dicembre e di tutto L’INVERNO SI TERRANNO IN CASA INCONTRO, escluse le feste solenni e le esequie. Il CATECHISMO DELLE MEDIE sarà seguito da Walicki Andrea e Pieranna Casanova, De Riz Nino e Maria Teresa Vedana, il venerdì sera per far vivere insieme qualche esperienza. Alle elementari il catechismo seguirà la nuova evangelizzazione, che insegna a vivere la fede, a trovarsi insieme per parlare di Gesù. La visita a delle famiglie ha l’obiettivo di vedere la presenza di Dio nella vita delle persone e dire ciò che abbiamo nel cuore. Il primo giorno di catechismo è andato bene. Per il gruppo giovani si cercherà di crearne uno a Sospirolo. Ad oggi, l’iniziativa di Nomadelfia non ha avuto molte adesioni, forse sarebbe opportuno ospitarli per capire la loro esperienza. Per il centenario di San Pio X il parroco propone un pellegrinaggio di mezza giornata a Riese, per visitare i luoghi del Santo. Adorazione eucaristica nella festa di Cristo Re, Messe animate durante l’Avvento, Daniele Casanova ricorda la celebrazione del trentennale gruppo scout di Sospirolo, con eventi di zona, festa, serata sul tema educativo. Il parroco propone una festa di accoglienza per le famiglie venute ad abitare a Sospirolo da poco tempo. Con la preghiera si conclude la riunione. Il Parroco don Alfredo Levis La Segretaria Ilenia Moretti Sospirolo - Gron 5 Progetto restauro chiesa Sospirolo In data 29 dicembre 2012, l’architetto Mauro Vedana, presentò il “PROGETTO DI RESTAURO: realizzazione di un giunto scorrevole tra volta della navata e presbiterio ed alcuni consolidamenti”. Arrivato sul tavolo della Soprintendenza di Venezia, è iniziato il “calvario” delle richieste ulteriori: prima la classificazione della Chiesa come Bene Culturale, poi una serie ulteriore di foto dell’interno, infine la relazione geologica del terreno su cui la Chiesa è costruita. Ecco il perché della presenza, per una decina di giorni della Ditta specializzata in sondaggi, attorno all’edificio in questione. Sono stati effettuati dieci sondaggi, raggiungendo tutti la profondità di dieci metri. In tutti e dieci la roccia (marna) è alla media di 5 metri. Perciò possiamo tranquillizzarci: la chiesa poggia sulla roccia! (sia quella in pietre sia… soprattutto quella dello Spirito, dove la Roccia è Cristo Signore!). Ora aspettiamo ancora… Verranno esaminati i dati forniti dalla trivellazione, poi ci saranno altre richieste. Solo le spese vanno avanti sicure e continue…Speriamo che vadano avanti anche il nostro amore e la nostra attenzione a questo monumento straordinario e prezioso. Sarei così contento di poter entrare in chiesa ed ammirarla senza quel grande lenzuolo appeso al soffitto…! Ma, a ben pensarci, anche se non ci fosse più il grande lenzuolo al soffitto, sarei lo stesso preoccupato… nel vedere troppi banchi vuoti alle nostre Messe festive ! Questo Progetto di Restauro è quello che conta di più: riunire i credenti nella LODE E GIOIA DEL LORO SIGNORE! LA NUOVA CHIESA-1889-IL 1° MAGGIO I n questi giorni, mentre venivano eseguiti i sondaggi lungo le mura della chiesa parrocchiale di Sospirolo, ho voluto consultare i documenti della sua costruzione. Il primo documento è stato una lettera che l’architetto Fr. Marco Maria Pogliaghi Certosino manda all’Arciprete di Sospirolo e porta la data 4 maggio 1889 e dice: Certosa di Vedana 4 maggio 1889 “Eccole lo schizzo fatto in misura dell’uno per cento come il disegno, il quale credo servirà anche per altri dati che non ho segnati coi numeri. Ho tracciato anche il tetto del Coro perché questo viene ad essere naturalmente più basso e ristretto. Spero di aver soddisfatto alle domande fattemi. Sto lavorando alla facciata per ultimare la pianta, ma incontro parecchie difficoltà che spero però poter superare. Riceva i miei rispettosi saluti anche per l’ottimo Signore che ieri ebbi il bene di conoscere, e mi creda sempre suo Devotissimo Servo in Cristo FIRMA Due sono state le parole che suscitano curiosità: chi era “l’ottimo Signore”? e la data 4 maggio 1889. Per quanto riguarda il Signore, sicuramente si riferiva al Capomastro Cervo Luigi fu Michele con quale doveva collaborare. Infatti il secondo documento da me consultato si riferisce al Conttratto tra l’Arciprete don Gregorio De Lotto e il suddetto Cervo Luigi. Riporto alcune righe del molto dettagliato scritto: Provincia di Belluno Comune di Sospirolo Sospirolo addì due giugno 1889 Tra il Reverendo Don Gregorio De Lotto Arciprete di Sospirolo agente in nome e per conto dei Reverendi Padri Certosini di Vedana e Cervo Luigi fu Michiele muratore di Sospirolo dall’altra parte, si addiviene al seguente PRELIMINARE CONTRATTO con cui: Il Sig. Cervo Luigi fu Michiele assume ed obbliga di costruire con tutte le regole d’arte tutta la muratura della nuova Chiesa parrocchiale che deve erigersi nel fondo detto all’Altariol in proprietà del Sig. Domenico Balest, facendovi poi relativi intonachi a Bollettino interparrocchiale 6 greggio e fino con relativa tinta; la costruzione sarà basata al disegno fornito dai Reverendi Padri Certosini di cui sopra, del quale disegno il Cervo Luigi dichiara aver preso piena cognizione. I prezzi stabiliti tra le due parti e che il Rev.do Arciprete dovrà corrispondere al Sig. Cervo Luigi sono i seguenti: Per ogni metro cubo di muro sotto il piano della Chiesa e cioè fino al pavimento, Lire 4,00 (quattro); per ogni metro cubo di muro in elevazione sopra il pavimento Lire 7,00 (sette); Per ogni metro cubo di scavo per le fondazioni Lire 0,40 (centesimi quaranta) fino alla profondità di due metri dal piano naturale del terreno, e centesimi settanta per ogni metro cubo di scavo al di sotto di tale profondità; più centesimi sette per ogni metro cubo per lo spandimento del materiale sul sito; resta inteso che la quantità di metri cubi di materiale sarà quella stessa che risulta dai metri cubi di scavo. (Seguono altre quattro pagine come questa con i relativi impegni delle due parti. Le riporteremo prossimamente.) Anche su questo documento, mi fermo su due piccole considerazioni: la data 2 giugno 1889 e il grande numero di lavoratori che sarebbero occorsi nel costruire la Chiesa e che di fatto sono stati occupati. Immaginiamo la fatica: senza una gru, non esisteva il cemento, il trasporto solo con carri, ecc, gli attrezzi, ecc.)… Tutto questo mi ha spinto a cercare di scoprire un po’ quale fosse il contesto storico, politico, sociale dell’anno in cui si ponevano le fondamenta all’edificio. Internet in questo è un mezzo formidabile: in pochi secondi hai innumerevoli pagine di storia e di dati! Mi ha colpito questo articolo che ci riporta la maggio del 1889: nasce la festa del 1° MAGGIO ORIGINI DEL PRIMO MAGGIO Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l’idea è il congresso della Seconda In- ternazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese: “Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del “Congresso di Parigi”. Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Man mano che ci si avvicina al 1 maggio 1890 le organizzazioni dei lavoratori intensificano l’opera di sensibilizzazione sul significato di quell’appuntamento. “Lavoratori - si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 - ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l’Internazionale!”. Monta intanto un clima di tensione, alimentato da voci al- larmistiche: la stampa conservatrice interpreta le paure della borghesia, consiglia a tutti di starsene tappati in casa, di fare provviste, perché non si sa quali gravi sconvolgimenti potranno accadere. Da parte loro i governi, più o meno liberali o autoritari, allertano gli apparati repressivi. In Italia il governo di Francesco Crispi usa la mano pesante, attuando drastiche misure di prevenzione e vietando qualsiasi manifestazione pubblica sia per la giornata del 1 maggio che per la domenica successiva, 4 maggio. In diverse località, per incoraggiare la partecipazione del maggior numero di lavoratori, si è infatti deciso di far slittare la manifestazione alla giornata festiva. Del resto si tratta di una scommessa dall’esito quanto mai incerto: la mancanza di un unico centro coordinatore a livello nazionale - il Partito socialista e la Confederazione generale del lavoro sono di là da venire - rappresenta un grave handicap dal punto di vista organizzativo. Non si sa poi in che misura i lavoratori saranno disposti a scendere in piazza per rivendicare un obiettivo, quello delle otto ore, considerato prematuro da gran parte dei dirigenti del movimento operaio italiano o per testimoniare semplicemente una solidarietà internazionale di classe. Proprio per questo la riuscita del 1 maggio 1890 costituisce una felice sorpresa, un salto di qualità del movimento dei lavoratori,che per la prima volta dà vita ad una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata ad un’iniziativa di carattere internazionale. In numerosi centri, grandi e piccoli, si svolgono manifestazioni, che fanno registrare quasi ovunque una vasta partecipazione di lavoratori. Un episodio significativo accade a Voghera, dove gli operai, costretti a recarsi al lavoro, ci vanno vestiti a festa. “La manifestazione del 1 maggio - commenta a caldo Antonio Labriola - ha in ogni caso superato di molto tutte le speranze riposte in essa da socialisti e da operai progrediti. Ancora pochi giorni innanzi, la opinione di molti socialisti, che operano con la parola e con lo scritto, era alquanto pessimista”. Anche negli altri paesi il 1 maggio ha un’ottima riuscita: “Il proletariato d’Europa e d’America - afferma compiaciuto Fiedrich Engels - passa in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti”. Visto il successo di quella che avrebbe dovuto essere una rappresentazione unica, viene deciso di replicarla per l’anno successivo. Il 1 maggio 1891 conferma la straordinaria presa di quell’appuntamento e induce la Seconda Internazionale a rendere permanente quella che, da lì in avanti, dovrà essere la “festa dei lavoratori di tutti i paesi”. Perciò la nostra Chiesa è legata ad una delle date più significative della storia del lavoro! Ora anch’essa è in crisi come il mondo del lavoro…ha delle crepe, delle profonde rughe! Ma vuole riprendere il suo servizio a favore delle persone che lavorano insieme per dare al mondo più sicurezza e più fraternità! E lo fa con Colui che ha lavorato e ha così reso sacro il lavoro umano! Sospirolo - Gron 7 lla CRONACA PARROCCHIALE e d lo o g n Gron L’A lL GREST di Gron 2013 Eravamo in tanti anche quest’anno al GREST: una settantina di ragazzi e ragazze e più di 20 animatori: “vecchietti e vecchiette”, giovanotti e giovanotte e novità… apprendisti animatori. 24 luglio 2013, ragazzi e ragazze del Grest accompagnati da don Giuseppe Minella e da padre Girolamo sulla gradinata del santuario dei santi Vittore e Corona Abbiamo avuto il piacere di allargare la squadra degli animatori con persone che hanno portato una ventata di novità oltre che di competenze specifiche. In cucina non sempre riuscivamo a sfornare biscotti, torte, pizze in quantità tale da accontentare tante bocche golose, ma per fortuna arrivavano spesso le mamme con torte, angurie o frutta varia. La collaborazione, quasi tradizionale ormai, delle famiglie è stato un altro elemento positivo in questo GREST: grazie quindi a chi ci ha aiutato “a sfamare la folla” e a chi ci ha accompagnato nelle gite. Sono state gite che hanno fatto bene sia al corpo che allo spirito. La faticosa escursione alla chiesetta di San Mauro si è conclusa con la messa celebrata da don Giuseppe Minella di fronte ad un panorama mozzafiato e la visita al santuario dei santi Vittore e Corona ha messo insieme esercizio fisico, cultura e preghiera. E non è mancata nemmeno quest’anno la classica gita al Cavallino… Il tempo è trascorso in fretta, in un clima di allegria e di fermento e accompagnato dalla figura biblica Giuseppe, che ci ha insegnato ad amare e ad avere fiducia in Dio. Nel laboratorio del legno sono state realizzate opere pazze e costruzioni avveniristiche, mentre le ragazze del ricamo, più pazienti e precise, hanno eseguito centrini e pizzetti. C’è stato poi l’interessantissimo laboratorio in cui la carta di giornale arrotolata ed intrecciata si è trasformata in sfiziose borsette. Ma la novità assoluta è stato il laboratorio di pittura in cui maschi e femmine si sono potuti misurare con varie tecniche espressive sia individualmente che collettivamente. Alla fine dell’incontro erano tutti impiastricciati, ma soddisfatti ed orgogliosi delle loro opere. È stata un’avventura per tutti, grandi e piccoli, con i suoi piccoli incidenti di viaggio, ma siamo arrivati alla meta con un importante bagaglio di nuove relazioni significative e, perché no, di conoscenze e competenze! Laurea e pubblicazione su chiesetta di santo Stefano Elvio De Dea si è laureato lo scorso 27 settembre presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Belluno (Facoltà Teologica del Triveneto), discutendo la tesi “La chiesa di santo Stefano in Gron: valore storico e artistico”. Elvio, accompagnato dal relatore don Davide Fiocco, ha voluto approfondire la conoscenza della storia della chiesa di santo Stefano in Gron, piccolo tempio tanto caro alla devozione locale. L’intervento di restauro attuato nel decennio 1998-2008 ed i ritrovamenti di particolare pregio storico (gli affreschi che decorano alcune delle mura interne e una porzione di pavimento datato all’epoca romana) effettuati in quell’occasione hanno infatti confermato il valore, non solo religioso, ma anche culturale, della chiesetta. I risultati della ricerca scrupolosa e approfondita eseguita da Elvio De Dea saranno raccolti in una pubblicazione che sarà presentata alla comunità e a tutti i cultori di storia locale nel pomeriggio di domenica 22 dicembre presso la chiesa parrocchiale di Gron. Si auspica che da questo lavoro possa derivare un rinnovato interesse e coinvolgimento della comunità intera per il completamento dei lavori di restauro della chiesetta e dell’area adiacente. MELITA TROIAN Bollettino interparrocchiale 8 Le “nostre” rose, le rose della canonica… Chi di voi non si è mai stupito, meravigliato, o addirittura incantato di fronte alle rose che tutti gli anni fioriscono davanti alla nostra Canonica? Sono belle, eleganti, solenni. Spesso al guardarle nasce in noi un’emozione, un senso di riconoscenza per la gratuità della bellezza! Alle volte esprimono addirittura ciò che a parole non sappiamo dire. Le rose della nostra canonica sono le rose che di domenica in domenica Danilla predispone sull’altare della chiesa parrocchiale. Sempre fedele al suo servizio, al sabato Danilla sceglie le rose più belle, le raccoglie e insieme a qualche ramo verde le usa per ornare l’altare e l’ambone. L’”estro” artistico di Danilla non manca mai… e mai ci lascia delusi! A nome di tutti, Danilla, sul nostro altare porta rose “nostre”, “nostre” un po’ come il Piccolo Principe sente sua la “sua” rosa. Sono state piantate da alcune nostre parrocchiane e tutt’oggi ricevono cura e attenzione da alcuni altri… Rose “made in Gron”. Rose “nostre” perché siamo noi ad averle volute, ad averle curate, ad averle ammirate. L’aiuola che le ospita, però, ora ha bisogno di una manutenzione radicale. E’ addossata al muro della canonica e la terra a contatto con quest’ultimo porta solo che umidità. Agli occhi di chi vede le rose giunge giovamento, al muro invece… un gran tormento! Durante la stagione invernale poi, lo scrostamento delle malte è sotto gli occhi di tutti. Non c’è dubbio: è necessario intervenire. E’ in programma la manutenzione dell’aiuola entro Natale… e se per caso il bollettino giungesse a lavori già ultimati, ben lo stesso. Avrà la funzione di informare che… qualcuno di quelle rose si è preso cura e che a nome di tutti qualcuno le porta all’altare. A queste rose poste sull’altare possiamo affidare un compito prezioso: siano il segno del nostro vivere, magari e soprattutto dei vissuti interiori, gioiosi o dolorosi che siano, quelli che a parole non riusciamo a esprimere. Quelli che Lui ben conosce e che solo Lui ben capisce. Sentiamoci allora responsabili di quelle rose, sentiamole come le “nostre” rose! Elvio De Dea Andate, portate la Buona Novella! Oggi Signore… vorrei pregarti davanti la porticina della vecchia canonica di Lourdes, che Bernardette ha varcato spesso con il batticuore per portare al parroco il messaggio della Signora della grotta. Non sapeva di porsi sulla scia di coloro che nella storia della chiesa hanno accolto il Tuo comando al momento di salire al cielo: “Andate, portate la buona novella…” Anch’io mi sento interpellato da Te ma ho tante perplessità, tante scuse, tanti alibi: Signore...io vorrei, ma ho tante cose da fare E Tu mi dici: “Figlio mio, non ti chiedo di fare di più, ma di farlo in un altro modo...questo puoi farlo. Allora Io ti mando! “Signore…io vorrei, ma la mia fede è scarsa, sono pieno di dubbi e di ignoranza. E Tu mi dici: “TI chiedo di credere una cosa sola, che Io ti amo come un Padre. Questo lo puoi credere. Allora Io ti mando! “Signore...io vorrei, ma vedi come sono pieno di peccato? tante volte ti ho rinnegato! E Tu mi dici: “Solo chi ha molto peccato, può capire il prezzo del perdono. Solo il figliol prodigo può parlare del Padre misericordioso. Dato che tu sei peccatore, questo lo hai sperimentato. Allora Io ti mando! “Signore...io vorrei, ma vedi come sono vecchio, malato, inchiodato su una carrozzella, non posso far nulla. E Tu mi dici: “Guardami sulla croce, non potevo fare più nulla, ma è allora che ho salvato il mondo. Tu puoi offrire la tua sofferenza, la tua nullità. Allora Io ti mando! Signore...io vorrei, ma ho tanta paura, non avrò mai il coraggio di continuare fino alla fine. E Tu mi dici: “Lo so bene che a volte cadrai, ma Io ti rialzerò, perché il mio amore è fedele, non contare sulle tue forze, ma conta su di Me, smettila di avere paura, perché Io ti mando! Allora Signore...eccomi...manda anche me! (Preghiera recitata davanti alla Grotta di Lourdes) Le parole dal cuore Il Gruppo di “Insieme si può..” di Sospirolo Gron lascia la parola a questa amica sospirolese, che con poche parole suggerite dal cuore, coglie l’essenza del messaggio e delle opere della nostra associazione. Nino De Riz Cuore Ho dipinto un cuore ma senza amore, pensando con dolore alla povera gente maltrattata e dolente in mezzo ad una guerra piena di odio e cattiveria. Ho di nuovo dipinto il cuore con una speranza che forse un domani ci sarà più tolleranza. Così il mio cuore gioirà d’amore per una gente che non aveva niente. Con un abbraccio il mio cuore canterà d’amore e insieme alla gente che non aveva niente. Alice F. Sospirolo - Gron 9 Cresima 2013 I cresimati con i loro genitori Il 15 settembre nella chiesa di Gron, quattordici giovani, di Sospirolo e di Gron, hanno condiviso un momento importante della loro vita di cristiani: il sacramento della Cresima. Il vescovo Giuseppe Andrich, durante l’incontro personale con ogni ragazzo, ha usato parole di incoraggiamento invitando ognuno a riflettere con attenzione su questo significativo e importante momento della loro vita, da non considerare un punto d’arrivo, ma un’esperienza su cui improntare la propria crescita spirituale. Don Alfredo ne ha ripercorso il cammino di preparazione, l’espe- rienza con i giovani di Gron, con il gruppo estivo e il ritiro a Col Cumano. Un ringraziamento particolare a tutte le catechiste che li hanno seguiti in questo cammino. I giovano cresimati sono: Andrea Colladon – Marta Sanniti – Noemi Gamper – Valentina Casanova – Cristina Buzzatti – Martina Cadore – Annalisa Moretti – Stefano De Cian – Mattia Pioggia – Stefano Cibien – Aurora Pilotti – Mauro De Donà – Isaac Castellan – Alessandro Caviola. Riflessione di un cresimato Il 15 settembre scorso io, assieme ad altri 13 compagni, ho ricevuto il Sacramento della Confermazione, tappa fondamentale per la vita di ogni persona. L’importanza di tale avvenimento richiede un’adeguata preparazione. Dopo l’ importante percorso catechistico negli anni delle medie, improntato in modo particolare alla preparazione per la Cresima, abbiamo partecipato al gruppo giovani di Gron guidato da Elvio: è stata questa un’esperienza di crescita a cui abbiamo preso parte con interesse e animo pronto a confrontarci e condividere dei momenti insieme. Altrettanto utile è stato il ritiro spirituale a Col Cumano. Guidati in varie meditazioni da Suor Manuela abbiamo potuto riflettere profondamente sulla scelte che ci accingevamo a compiere e dare uno sguardo alla nostra vita presente e futura. Un messaggio importante che ho colto da questo incontro è che la Cresima non è un punto d’arrivo; è invece un evento che ci deve lanciare nella vita: cioè non è un Sacramento questo, dopo il quale possiamo dire conclusa la nostra esperienza da cristiani, ma al contrario ci deve stimolare a vivere sempre secondo l’esempio di Cristo. La cerimonia presieduta dal Vescovo e concelebrata da don Alfredo, solenne e semplice allo stesso tempo, è stata per me un momento ricco di grande emozione, dovuta alla vera consapevolezza di ciò che significava compiere quel passo. Riconosciuti dalla comunità come cristiani completi abbiamo cominciato un nuovo percorso di vita in Cristo, adesso veramente responsabili delle nostre scelte in quanto membra vive della Chiesa. Stefano D.C. Bollettino interparrocchiale 10 Gli anziani in festa 2013 L’iniziativa “Gli anziani fan festa”, con celebrazione della messa, pranzo e intrattenimento pomeridiano organizzato dall’Amministrazione comunale per gli anziani del Comune è diventata oramai un appuntamento consolidato, avendo trovato negli anni sempre maggiore riscontro. L’obiettivo degli organizzatori è quello di far trascorrere piacevoli momenti in compagnia offrendo, anche a chi non esce spesso di casa per ragioni di età, la possibilità di incontrare amici e conoscenti. L’edizione 2013 si è svolta domenica 18 agosto. Dopo la S.Messa oltre 250 persone, fra anziani ed accompagnatori, si sono ritrovate nel tendone di Prà de la Melia presso la struttura della Pro Loco. Il pranzo è stato preparato e gestito dai Comitati delle frazioni, dal Gruppo Alpini e Pro Loco. Il pomeriggio è stato allietato da un momento di intrattenimento con la grande tombola. Un ringraziamento va a tutti, organizzatori, partecipanti e i tanti volontari, con un arrivederci al prossimo incontro. I. Moretti Cereda: CAMPEGGIO 2013 Quest’anno le premesse erano più che buone: mese di agosto, giornate già da settimane piene di sole, calde, ideali per la montagna, gli iscritti in numero ottimale, animatori esperti e pronti…Invece abbiamo “beccato” la settimana più piovosa della stagione! Ma CEREDA è sempre Cereda! Se non ti dà da una parte ti ricompensa da un’altra! E tutto è filato liscio e pieno di allegria! A guidarci quest’anno c’era HASHALE con la sua tribù: Wakanda, Maneta, Wapi,Leyati, Wachpanne, Edmund Andros, Nuna, Nitis, Aponi, Chenoa…si sono inseriti nei nostri Gruppi e ci hanno divertito, istruito, sostenuto, educato. L’Inno di Hashale ci rimarrà nel cuore e nelle orecchie per molto! Così il canto Il Segno del Sogno! Bravissimi gli animatori che ogni sera impersonavano le vicende della tribù dei Munsee, gli abitanti dell’isola della futura isola di Manhattan… Siamo riusciti anche a vivere una giornata di GITA tra boschi e panorami incantevoli! Al termine della settimana vi è stata la GIORNATA CON LE FAMIGLIE: più di 220 persone a pranzo! Anche quest’anno il nostro carissimo cuoco Paolo ci ha preparato pranzi, cene, merende indimenticabili. Un bel gruppetto di donne forti, fedeli, generose , con due giovani in gamba, Giuseppe e Alberto, hanno completato lo staff : GRAZIE A TUTTI! Per me è l’ultimo campeggio, ma Cereda vivrà sicuramente altre avventure e sarà sempre luogo di incontro e di allegria! Sospirolo - Gron 11 CRONACA della COMUNITÀ Giovani e volontariato: “noi nella realtà” Venti giovani volontari sospirolesi sono stati premiati per la loro disponibilità gratuita, offerta durante l’estate in varie attività utili al territorio, ai bambini e agli anziani. I ragazzi sono stati accolti in Municipio, in apertura del consiglio comunale di fine settembre. Il sindaco Mario De Bon ha espresso il suo ringraziamento per il servizio reso alla comunità unitamente ai loro tutor per il supporto educativo. “Invito i ragazzi a continuare in questo genere di esperienze sicuramente formative che aiutano a diventare cittadini responsabili, che sanno prendersi cura del prossimo e dell’ambiente in cui vivono. La nostra comunità e la società in generale, ha bisogno di cittadini impegnati in questo senso” ha spiegato il sindaco. Questa opportunità, offerta ai ragaz- zi, è rientrata nell’ambito del progetto “Noi nella realtà” finanziato dalla Regione Veneto, che ha interessato, oltre a Sospirolo, altri quattro Comuni limitrofi. Nel concreto, alcuni giovani hanno curato la manutenzione e la tinteggiatura dei giochi della scuola materna di Maras, la pulizia delle aree adibite a verde pubblico a Gron e nel bosco comunale, nonché la manutenzione delle panchine poste nella piazza del capoluogo. Le giovani si sono adoperate nel sociale con l’assistenza ai bambini del centro estivo, al Grest e nelle case di riposo di Sedico e Meano. Tutti i volontari sono stati premiati e meritano di essere qui nominati per un ideale applauso: Giulia Seno, Simone Andolfatto, Sonora Cadore, Valentina Casanova, Alessandro Caviola, France- sco Celato, Giulia D’Isep, Giada De Bortoli, Francesco Garlet, Letizia Malaspina, Luca Merlino, Thomas Moretti, Elia Moro, Gaia Paniz, Aurora Pilotti, Mattia Pioggia, Jenny Rivolta, Marta Sanniti, Lisa Seno, Paolo Minute. NUSIEDA ALTA 1993-2013 Domenica 20 ottobre sono stati festeggiati a Casera Nusieda i 20 anni di attività dall’inaugurazione del restauro della zona. Posta a 968 metri sul livello del mare, sul lato prospiciente il lago del Mis, Nusieda è un’oasi di pace tenuta in vita dall’amore dei volontari sospirolesi appassionati di questo territorio. Anche se la prima idea dell’intervento risale al 1989 e i primi lavori iniziarono nel 1991, fu nell’estate del 1993, il 20 giugno, che venne inaugurata la casera e fu anche collocata la caratteristica fontana in legno, ancora oggi presente in loco. Francesco Bacchetti è intervenuto ringraziando quanti hanno reso possibile questo recupero, per primi i nostri eccezionali volontari, in particolare Angelo Tegner, Mario Monaia e l’indiscusso trascinatore Italo Pellizzari, i singoli e le associazioni Ana, Aib e il Corpo Forestale dello Stato. Un ringraziamento è andato anche al dottor Antonio Andrighetti, attuale responsabile dell’ufficio per la biodiversità di Belluno, e alla Comunità Montana Valbelluna per l’annuale contributo per lo sfalcio dei prati. All’incontro erano presenti Andrea Ferroni, del comando Forestale della stazione di Candaten, e il dottor Lino Sief, primo dirigente che all’epoca teneva i contatti con le operazioni di restauro. La cerimonia del ventennale è iniziata con la messa celebrata dal padre certosino padre Gerolamo Preuss a cui ha fatto se- guito il pranzo con “dei boni bocoi a la moda de Sospiroi”, e la presenza del coro Monti del Sole che ha allietato i presenti con il proprio repertorio. Per l’occasione è stata anche ricreata, nelle fattezze originali, una foto del 1952 raffigurante un padre certosino e l’ultimo malgaro dell’epoca, presente nel libro “Certosa di Vedana”, riproposta nuovamente oggi con don Gerolamo e Agostino Tegner, pronipote di quel malgaro. Oltre a tener in vita e in ordine la casera, ora l’obiettivo è quello di pensare a una valorizzazione dei Monti del Sole rendendone, ad esempio, più agevole la traversata, segnando l’anello del monte Peron, perlustrando il colle di san Daniele alla ricerca di altri possibili recuperi da realizzare. Bollettino interparrocchiale 12 Grido di dolore, carezza alla memoria Nel cinquantesimo anniversario della tragedia del Vajont, la Pro Loco “Monti del Sole” e il Comune di Sospirolo hanno presentato il 21 settembre al Centro Civico “Grido di dolore, carezza alla memoria”, serata dedicata a Giuseppe Piaz, Dolores Troian e Giuseppe Troian, sospirolesi deceduti nella tragedia. Viviana Vazza, superstite del Vajont nata a Longarone, ha presentato per la prima volta nel contesto sospirolese il libro “Le scarpette di vernice nera”. L’opera è un racconto autobiografico, significativo documento personale e storico dell’’autrice che ha ripercorso con la memoria quanto le era accaduto nei giorni immediatamente precedenti la tragedia e il drammatico e doloroso periodo successivo. Alla presentazione del libro ha fatto seguito la proiezione del video-documentario, realizzato dalla Vazza, con interventi di superstiti e testimoni. Al Centro Civico è stata allestita la mostra “I giornali del Vajont” curata da Mario Battiston, informatore della memoria, con l’Associazione culturale “Tina Merlin”, che ha voluto rappresentare la realtà successiva al disastro del 9 ottobre 1963 attraverso le informazioni fornite dagli organi di stampa dell’epoca. In visione, durante l’apertura, il documentario “Vajont ‘63. Il coraggio di sopravvivere”. PIC-NIC DEL DONATORE Nelle settimane scorse si è svolta a Prà de la Melia, la XVª edizione del pic-nic del donatore con la celebrazione della messa e il pranzo. E’ un’iniziativa portata avanti dalle sezioni di Sedico, Bribano-Longano, Mas e Sospirolo. Lo scorso anno c’è stato un buon incremento di volontari con otto nuovi donatori anche se, a causa di 14 accantonamenti, il numero complessivo è passato dai 132 ai 125 donatori effettivi. Stabile è rimasto il numero dei prelievi , dai 212 del 2011 ai 211 dello scorso anno. Prioritario comunque resta l’impegno ad incrementare l’informazione e le iniziative pubblicitarie onde consentire il ricambio generazionale dei donatori. Il Presidente, rivolto ai donatori, ha fissato quale obiettivo per l’anno 2013, la promozione e l’informazione soprattutto dei giovani, nonché di amici e parenti, sull’importanza della donazione. Il ricavato della lotteria che ha animato il pomeriggio dell’incontro è stato di 1000.00 euro, che al netto dalle spese e con l’aggiunta di 100 euro da parte di ogni sezione ha raggiunto un totale di 900 euro, donati al Comune di Sedico e che verranno utilizzati per aiutare famiglie finanziariamente in difficoltà. Ci auguriamo vivamente che la nuova legge Fornero non abbia conseguenze negative sul nostro volontariato. Il segretario Diego Lovat SARANNO FAMOSI Manfroi Andrea, il nostro vignettista, questa volta ci porta nel bosco. Molti di noi sono alle prese con la motosega, il trattore, la circolare, le piante, ecc.: troveranno nella vignetta parecchie situazioni divertenti …ma non sempre frutto di fantasia, leggendo certe notizie di improvvisati e imprudenti boscaioli! Il bosco è anche luogo di pericolo, oltre che di sudore e fatica. Speriamo che, pensando alla divertente vignetta di Andrea, la fatica sia minore e l’attenzione sia maggiore! Buon lavoro a tutti e ATTENZIONE! Sagre paesane Sagra di san Bartolomeo a Maras Doppia festa a Maras Quest’anno la festa di San Bartolomeo ha avuto un motivo davvero speciale per essere ricordata. Sabato 24 agosto nella chiesetta della frazione è stato solennemente inaugurato l’altare ligneo recentemente restaurato. Erano presenti la restauratrice, Cristine Lamoreax che ha curato il prezioso lavoro di pulitura e conservazione dell’opera, ed il responsabile diocesano di Arte Sacra, don Giacomo Mazzorana. Secoli di polvere e sporco sono stati rimossi dal legno e per la pulitura delle superfici dorate sono stati usati idonei solventi, per le parti policrome la farina fossile e per il paliotto solvente sverniciante ed acetone nelle parti ridipinte, il tutto rifinito con il bisturi. Per la stuccatura delle lacune, si è usato impasto di gesso di Bologna e colla di coniglio e reintegrata con leggere velature ad acquarello. La fissatura finale è stata eseguita con vernice Retoucher della Lefranc e Bourgeois. A lavori ultimati sono emersi colori vivi, dal blu al rosso, che con la lucentezza della foglia d’oro rende ora l’opera più luminosa e bella. Gli interventi della restauratrice e di don Mazzorana, hanno preceduto la solenne celebrazione della Messa in onore del Santo, molto sentita e partecipata dalla popolazione. Grazie al Comitato costituitosi appositamente ed al contributo di tanti benefattori di Maras e non solo, questo progetto si è potuto realizzare in tempi brevi considerando che da alcuni anni si pensava di portarlo a termine. Dopo il rinfresco, svoltosi a conclusione della celebrazione, i partecipanti si sono riuniti sotto al tendone per il pranzo di San Bartolomeo. Le iniziative collegate alla sagra, iniziate il mercoledì precedente la festa del S. Patrono, hanno preso il via con l’inaugurazione della mostra fotografica di Romeo D’Isep ed una passeggiata notturna molto partecipata lungo il sentiero dei Longobardi, con meta “ Ai Pilotti”, dove la presenza del gruppo di falconeria ha appassionato grandi e piccoli. Le serate di musica e buona cucina a base di pesce si sono succedute senza intoppi con grande soddisfazione per l’Associazione San Bartolomeo che con crescente successo di pubblico, ormai da anni, organizza questo appuntamento con entusiasmo e grande impegno. Non sono mancati i “panoiot” distribuiti a tutti i commensali nonostante l’annata non proprio favorevole! L’intera Associazione con collaboratori, aiutanti e familiari, ha festeggiato con un viaggio a Mantova il 29 Settembre la soddisfacente riuscita della festa. Annarosa San Remedio Sagra di san Michele Arcangelo ai Pascoli San Remedio o Remigio o Remì è vissuto in Francia tra il 400 e il 500, ha evangelizzato e battezzato numerosi Franchi con il loro re Clodoveo ma non ha mai operato nel territorio italiano. Come mai in Val del Mis, presso la cascata della Soffia sorge questo luogo di culto in cui si venera questo Santo? Nella celebrazione della messa il 1° ottobre, don Alfredo ha affermato che non vi è una risposta certa a questa domanda ma è importante sottolineare come si sia creato un legame di fede tra fratelli di terre diverse. Remedius in latino significa “medicina” e con l’affidarsi a questo Santo e alla forza del nostro battesimo possiamo rinvigorire il nostro spirito e il legame tra fratelli. I. Moretti Un “timido” sole ha accompagnato i fedeli partecipanti alla festa patronale che si è tenuta sabato 28 settembre presso la chiesetta frazionale dei Pascoli. La Santa Messa è stata concelebrata da Don Alfredo con Padre Gerolamo e ha visto la partecipazione di molti fedeli. Su tutti è scesa la benedizione affinché possiamo essere rafforzati nella fede per intercessione degli Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele. In particolare Michele che è il nostro difensore in ogni avversità della vita. Dopo la celebrazione, molti si sono fermati per un pranzo che ha saldato un vincolo di fratellanza intorno alla stessa mensa. Un grazie a tutti i volontari che hanno reso possibile la realizzazione di questa giornata di festa. I.Moretti Bollettino interparrocchiale 14 FELICI ANNIVERSARI 25 ANNI DI MATRIMONIO 25 ANNI DI MATRIMONIO DAL PONT CARLA e SOPPELSA OLIVER hanno festeggiato le Nozze d’Argento, il 22 settembre nella Chiesa Parrocchiale, riconoscenti al Signore per questo grande Dono e condividendo la loro gioia con tutta la Comunità. L’augurio di tutti noi è che il cammino, mano nella mano, sia sempre felice e pieno di tante consolazioni! E corrano sempre primi… in maglia rosa! ANNAROSA ISMA e STEFANO SANNITI attorniati dai loro quattro figli Chiara, Francesco, Marta, Caterina e dagli amici, hanno festeggiato le Nozze d'Argento con una messa nella chiesa frazionale di Maras il 26 ottobre 2013. Splende l’Altare della chiesetta, ma molto più splende la bella famiglia SannitiIsma: e così splende anche tutta la Comunità di Sospirolo per la loro presenza attiva, responsabile, fedele e discreta! Carissimi: tutta la Comunità vi ringrazia e formula gli auguri più fraterni di lunghi anni pieni di amore e …belle sorprese! 50 ANNI DI MATRIMONIO CADORE BENITO e SOVILLA IOLE, hanno celebrato le Nozze d’Oro il 18 agosto, attorniati dall’affetto della famiglia ma anche di tutta la Comunità. Bello il bouquet in mano alla Sposa, e preziosa la pergamena del Papa Francesco in mano allo Sposo: ma infinitamente più bella e preziosa la corona dei nipoti attorno ai nonni d’oro! La gioia di una famiglia unita, prolifica e sana, ripaga ogni fatica e ogni sacrificio! Complimenti vivissimi a Benito e Iole per l’ambìto traguardo raggiunto e gli auguri più calorosi e affettuosi per i prossimi: impegnativi ma ancora più preziosi! 60 ANNI DI MATRIMONIO CANAL BRUNO e DAL PONT LINDA (Maras) assieme al figlio Pietro hanno festeggiato i 60 anni di matrimonio e il figlio di vita! Grande festa quindi in casa Canal: soprattutto perché l’albero dell’AMORE e della VITA li ha arricchiti di frutti e fiori preziosissimi e vari! Così Bruno e Linda si deliziano di due figli ( altri due deceduti ) Nipoti e ben 8 Pronipoti. Eccoli tutti alla festa assieme alla consuocera del figlio. Giungano ai due sposi di diamante gli auguri di tutta la Comunità che si rallegra per questa bella festa! Un DONO che ben vi meritate per tutto il lavoro, le sofferenze e l’impegno che in questi anni avete continuamente prodigato ai vostri cari! Sospirolo - Gron 15 Laurea LUCHINI FRANCESCA di Luca e Laura Ripoli si è laureata il 9 luglio in Storia dell’Arte a Firenze, con votazione 110 e lode. La tesi intitolata “La Certosa di Vedana” è stata seguita dal relatore Prof. Giovanni Leoncini e correlatore Giovanni Cipriani. All’interno dell’elaborato si è soffermata ad analizzare l’aspetto architettonico del monastero, cercando di ricostruire e ripercorrere i cambiamenti architettonici che si sono susseguiti nel corso dei secoli dalla fondazione quattrocentesca sino ai giorni nostri. DENISE DE ZANET di Roberto e Capraro Raffaela si è laureata brillantemente in Bioingegneria il giorno 8 ottobre 2013, presso l’Università degli Studi di Padova, con una tesi sperimentale dal titolo ‘’CGMLab: una GUI MatLab per l’analisi e l’elaborazione di segnali misurati da sensori continui della glicemia’’. Il lavoro di tesi è stato svolto sotto la supervisione del Prof. Giovanni Sparacino e dell’Ing. Andrea Facchinetti e riguarda la realizzazione di un’interfaccia utente ad utilizzo intuitivo in cui sono codificati algoritmi di denoising, calibrazione e predizione temporale applicati al segnale glicemico continuo. Serata sulla Certosa di Vedana LOTTO MORENO di Franco e Baldi Silvana si è laureato in Architettura ( indirizzo Conservazione) conseguendo il Dottorato all’Univ. IUAV di Venezia il 28-10-2013 con il massimo dei voti. Il titolo della tesi era: “Il forte di corte di Livinallongo: una proposta di recupero tra memoria e riuso”. Ecco ciò che dice nel suo messaggio:“Con grande gioia annuncio che il 28 ottobre mi sono laureato .Vorrei anche ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre sostenuto in questi anni, mio fratello Denis per esserci sempre stato come riferimento importante e sicuro anche quando non lo vedevo, i miei nonni e zii sempre entusiasti dei risultati che ottengo, i miei amici senza i quali non avrei raggiunto questo risultato e che mi danno molta gioia, la comunità di Sospirolo in cui sono cresciuto e a cui sento di appartenere. Tutti voi siete la prova più grande che posso avere dell’amore che Dio ha per me, è in voi che rivedo Lui!” Venerdì 18 ottobre, presso la sala “F. Pellizzari” del Centro civico di Sospirolo si è svolta la presentazione della tesi di laurea di Francesca Luchini. La neo laureata si è soffermata ad analizzare l’aspetto architettonico del monastero, cercando di ricostruire e ripercorrere i cambiamenti architettonici che si sono susseguiti nel corso dei secoli dalla fondazione quattrocentesca sino ai giorni nostri. Per chi volesse consultare la copia della tesi, la trova disponibile nella biblioteca di Sospirolo. Nel corso della serata, condotta dalla professoressa Alba Barattin, è intervenuto padre Gerolamo parlando della storia e della spiritualità dell’Ordine Certosino, partendo dal IX secolo quando la struttura, denominata Ospizio di San Marco, dava ospitalità a pellegrini e viandanti, giungendo ai nostri giorni, con la presenza dal 1977, non più dei monaci certosini ma delle suore di clausura. Il “nostro astronomo” Giuseppe De Donà ha infine parlato dell’orologio solare situato all’interno della Certosa di Vedana, la cui illustrazione dettagliata la si può trovare nell’angolo dell’Astronomia in questo numero. Bollettino interparrocchiale 16 IL MATRIMONIO DELL’ANNO Non è una notizia di gossip, i protagonisti non sono vip famosi, ma due paesani e il 14 settembre con una cerimonia assai originale “al Fabio e la Michela” si sono sposati con rito religioso a Col Molin. Hanno coronato così 25 anni di vita assieme, in quanto sposati civilmente l’8 ottobre 1988. Don Alfredo ha celebrato la messa sul prato antistante la loro abitazione e il pozzo che domina il giardino è servito da altare. I compari non potevano essere che due persone rassicuranti ed esemplari per la loro lunga ed amorevole unione, come Bepi e la Angelina. La cerimonia, sotto un cielo azzurrissimo e un sole splendido, è stata commovente ed emozionante. Don Alfredo piacevolmente sorpreso per il clima composto e partecipativo dei presenti, ha auspicato di poter celebrare ancora matrimoni in mezzo alla natura, magari su per la montagna come ama fare alle Rogazioni ed in altre celebrazioni. Al Fabio e la Michela sognavano da tempo di celebrare le nozze d’argento con una cerimonia riservata a pochi intimi e in uno scenario d’altri tempi: l’epoca contadina. E gli oltre 100 invitati li hanno accontentati presentandosi con vecchi vestiti, cotole, travese, braghe e giachete tarmade, scialli, cappelli di paglia, scarpet e galosce di legno e cuoio, scovati in qualche baule della soffitta. Gli sposi erano vestiti con splendidi abiti contadin-tirolesi di buona fattura. In questo festoso clima agreste non potevano mancare loro, gli amici delle stalle, delle stie e dei cortivi: una mucca, un vitellino, un capretto, un maialino, galline e oche hanno a modo loro festeggiato gli sposi sorpresi da questa inaspettata e simpatica invasione, il tutto orchestrato da alcuni amici. Al Fabio ha dovuto pure cimentarsi a mungere del buon latte fresco per la sua Michela! Sotto il tendone arricchito per l’occasione con utensili ed oggetti del tempo andato, si è consumato il lauto pranzo preparato dall’ormai famoso cuoco Fabio e dal suo staff, il tutto accompagnato da musica e balli fino a tarda notte. Auguri Fabio e Michela, che possiate volervi sempre bene. È nata Sara Miriam! Questa bella notizia ci è giunta da Perugia! Dal Centro di Aiuto alla Vita “Maria di Guadalupe” presso il quale avevamo sottoscritto l’Adozione Prenatale in febbraio u.s. Ecco la lettera che poco dopo ci era giunta: Ed ecco che in questi giorni ci è giunta la notizia della nascita della piccola Sara Miriam. Lascio la parola alla signora Giovanna Menichelli che scrive : Gentile Rev.do don Alfredo Levis ed amici di Sospirolo e Gron, come promesso, vi invio la foto della bimba di Amrane, nata il 15 agosto u.s.. Quando abbiamo conosciuto personalmente la bambina, la sua mamma ci ha confessa- to che suo marito, quando è andato a registrare la nascita della bambina in ospedale, l’ha chiamata Sara perché a lui piace questo nome, ma Amrane continua a chiamarla Miriam. La situazione ci è sembrata un po’ buffa, ma l’importante è che la bambina, come potete vedere, è proprio bella e la sua mamma dice che è anche buona, sta bene e cresce regolarmente. E’ la gioia della famiglia!!! Vi ringrazio nuovamente per quanto state facendo per loro e vi saluto con affetto anche a nome di Amrane. Giovanna Menichelli Perugia, 9 ottobre 2013 Credo sia una grande gioia per tutta la Comunità, essere riusciti a togliere ormai quattro bambini all’aborto e dare alle mamme la gioia di portare alla luce il proprio bambino! Nel 2009 ab- biamo accolto Emanuela (Novara), nel 2010 Isabel (Torino), nel 2012 Saul De Silva (Milano), quest’anno 2013 Sara Miriam. Per ognuna di loro abbiamo donato 2.880,00 Euro. Circa la metà sono stati offerti da alcune persone di Sospirolo personalmente. L’altra metà è stata presa nelle offerte alle porte della chiesa in occasione di funerali, in memoria di chi ci ha lasciato. Le nostre due Comunità sono PER LA VITA! Con i fatti, non solo con parole. Sospirolo - Gron 17 MATURITÀ 2013 12 giovani della nostra Comunità hanno conseguito il diplo- che stiamo vivendo: cercare un lavoro. La Comunità augura ma statale di scuola media superiore. Alcuni di loro prose- a tutti di poter realizzare al meglio il proprio futuro e si com- guiranno gli studi, altri hanno fatto una scelta non meno im- plimenta con le loro famiglie per l’aiuto e il sostegno mai fat- pegnativa e sicuramente difficile, in questo momento sociale to mancare ai propri ragazzi. BENVEGNÙ Nicole di Giuliano e Nadia Piol da Gron Istituto Professionale “Catullo” di Belluno - Cerca lavoro BULZ Voicu di Florin e Terezia Bulz da Susin Istituto Tecnico Industriale “Segato” di Belluno –Cerca lavoro DA LAN Beatrice di Paolo e Franca Dall’O’ da Regolanova Istituto Statale d’Arte “Bruno Munari” di Vittorio Veneto - Orientata per Storia dell’Arte all’estero (Scozia) DE CIAN Valentina di Enzo e Maura Doria da San Zenon-Roe Liceo Classico “Dal Piaz” di Feltre Facoltà di Matematica a Bologna DE DONÀ Sharon di Serafino e Patrizia Roldo da Regolanova Istituto Professionale “Catullo” di Belluno – Cerca lavoro LISTAN Luca di Valentino e Catia Tibolla da Oregne Liceo Scientifico “Galilei” di Belluno Facoltà di Economia-Commercio Mercati Finanziari a Trieste PAGANIN Luca di Alfonso e Maria Antonia Vedana da Sospirolo Istituto Tecnico Industriale “Negrelli” di Feltre – Cerca lavoro SALVADORI Cecilia di Davide e Barbara De Bona dai Fant- Gron Istituto Professionale “Catullo” di Belluno - Cerca lavoro SANCI Marta di Faustino e Roberta Arquati da Oregne Istituto Professionale “Catullo” di Belluno – Cerca lavoro SANNITI Francesco di Stefano e Annarosa Isma da Maras Liceo Scientifico “Galilei” di Belluno Facoltà di Ingegneria dell’Energia a Padova VALLET Melanie di Oscar e Patrizia Da Rold da Susin-Vignole Liceo Psico-Pedagogico “Ranier” di Belluno - Facoltà di Scienze Sociali a Venezia WALICKI Veronica di Andrea e Pieranna Casanova da Sospirolo Liceo Scientifico “Galilei” di Belluno Facoltà di Lingue Straniere a Venezia Bollettino interparrocchiale 18 “Diario del mio viaggio” di PIETRO DE CIAN (1941-1946) - Settima puntata ome Dio volle, cominciarono le partenze, quella vita era venuta insopportabile i viveri sempre i soliti e la sporcizia aumentava. Le due spedizioni prime per via mare, ebbero cattiva sorte, una nave affondata al largo del porto e l’altra in porto, mentre partiva colpita da una mina galleggiante. C 29-12-41 Con la terza spedizione partii anch’io e per fortuna, per via terra. La colonna si mosse alle nove, la mattina inoltrandosi nel deserto, fatti pochi km di strada, le macchine presero la marcia a ordine sparso, facendosi strada ognuna per conto proprio sollevando una fitta nuvola di polvere. La notte si passò in pieno deserto, sdraiati per terra come una mandria di pecore, circondati da sentinelle armate, ci fu impossibile dormire, il freddo e l’umidità foravano le ossa. 30-12-41 La colonna si staccava da Sidi Omar, percorrendo il deserto tra dune e cespugli, però difficilmente avveniva l’insabbiamento con quel tipo di macchine veramente adatte per quel terreno. Alla sera ci buttarono in un serraglio di filo spinato, nel deserto a pochi km da Sidi Barani (Egitto?). Ricominciava farsi sentire la sete, due giorni di viaggio senza un goccio d’acqua e neanche per quella sera non si vide. Scavato una piccola buca a forza di sgraffiare con le dita, si aspettò l’alba rigirandoci nella sabbia senza coprirsi. Spuntò l’alba dell’ultimo dell’anno festeggiato con una scatoletta di carne e un gavettino d’acqua; ciò costituiva l’alimento per quella giornata, dopo altre due di dieta, e così per altri due giorni, l’ultima notte per ricompensa piova e vento. 2-1-42 Dopo tre penose giornate aprirono la sbarra raggomitolata di filo spinoso, si uscì uno dopo l’altro di corsa infilando il corridoio che formavano due cordoni di guardie armate, percorso quel tratto di strada tra beffe e caman (come on) si arrivò vicino alla ferrovia, dove un lungo treno bestiame ci attendeva, ultimato il carico si partì per Massa Matruc ( Marsa Matrhu ?). Da poco era calata la notte che si entrò nella stazione; pioveva e tirava vento dal mare, ci fecero scendere e inquadrati si prese per un viale deserto tra case bianche a un piano arrivando in pochi minuti sul punto d’alloggio. Una gabbia di poche diecine di metri quadrati con un pantano fino al ginocchio, a ciel sereno; se così fosse stato, invece acqua e vento, appena entrato riempii la borraccia d’acqua raccolta un cucchiaio dietro l’altro dalle pozzanghere formate dal calpestio di altri prigionieri precedentemente, preso il mio pacchetto di medicazione, l’adibii per filtro asciugando la borraccia in pochi secondi. Ringraziando Iddio mai un dolore soffrii in quel periodo che a certi gli costò anche la vita. La notte procedeva con lentezza secolare, l’aria intirizziva le membra grondanti d’acqua, per caso quella notte mi son trovato vicino a tre compaesani con i quali condivisi parecchi mesi (De Marco Innocente Zoldo Alto, Gorza Antonio Mugnai Feltre, Sonego Arcangelo Mas); incoraggiandoci a vicenda sulla oscura situazione, si cercò di fare giorno. Prima di ripartire portarono alcune gallettine e un po’ di carne per il viaggio, e ri- portarono fuori dalla gabbia due corpi raccolti nel fango, uno morto e l’altro in fin di vita, la triste notte ebbe così la sua fine. 3-1-42 Il viaggio riprese tra deserto e qualche piccole oasi circondate da palmizi e piccoli villaggi. Arrivati ad Alessandria, il pomeriggio del giorno seguente pareva che la situazione si cambiasse alquanto, appena entrati nella gabbia e presi i nostri posti nelle tende ci potemmo dissetare, che l’acqua non mancava, per cena ci distribuirono due fettine di pane e una tazzina di the, e dopo, lavati la faccia che cominciavano a venirci le croste, si andò a godere le due coperte che da tempo eravamo privi ben riparati dalla brezza sotto le bianche tende di cotone Egiziano. Il giorno seguente ci passarono una minutissima rivista, passati in un’anti-gabbia uno per uno, ci esaminarono, tutti si guardava di fare in modo di nascondere soldi e oggetti personali, anch’io cercavo di fare il mio meglio, ma ecco che mi sento afferrato alle spalle da due manacce e tra un tempestio di “caman” mi spinse davanti a tutti, mi fece spogliare nudo e poi mi allontanò di pochi passi, comincio a guardare un capo alla volta scaraventandomeli poi in faccia, però riuscii a farlo fesso: mi rimase metà dei pochi soldi che tenevo e la stilografica, forse avrà creduto che stessi nascondendo qualche arma. Si passò poi in un’altra gabbia, si piantò le tende e, nel tempo che si aspettava il rancio, si cominciò a disfarsi di quelle graziose bestioline che succhiavano quel po’ di sangue che ancora ci rimaneva. Inquadrati per compagnie da cento iniziò la distribuzione del rancio, un gavettino di minestrone e una pagnotta, un rancio leggerino, ma almeno l’acqua non mancava, però nei giorni che seguirono sentivo che il corpo soffriva, le gambe tremavano, non mi reggevano più in piedi, e in più continuavano a sfot- Sospirolo - Gron 19 terci con la conta tutto il giorno. Dopo qualche giorno ci matricolarono M. 184.679, e ci fecero riempire un telegramma che veniva trasmesso a mezzo radio Vaticano ai nostri famigliari. Il settimo giorno ci portarono ad Alessandria per il bagno e disinfezione. La Città era bella, ma per noi si presentava sotto un brutto aspetto: ci deridevano, ci beffeggiavano, lanciavano pietre e sputacchi, certamente quella era gente di poca comprensione, nei nostri panni avrebbero reagito diversamente. 12-1-42 All’alba si attraversò di nuovo il concentramento, sempre tra due cordoni di guardie, si arrivò alla ferrovia, il convoglio si mosse attraversando lentamente le dune crostacee per poi entrare nella stazione di Alessandria. Dopo un’ora riprese di nuovo la corsa. Lungo la costa si vedeva la bella città sparsa lungo i folti palmizi, nel porto grosse navi da battaglia e passeggere le facevano corona, era differente la cosa però guardando dalla parte opposta, si estende una grande palude ricoperta di folti canneti, piccoli laghetti stagnanti, emanano un odore acre, in più rami si vede incanalato il Nilo che porta al mare le sue acque dopo aver percorso centinaia di km. Fatto qualche km si entra nella fertilissima pianura Egiziana, le campagne si presentavano con una floridezza incantevole la primavera era ormai in pieno sviluppo, soltanto le abitazioni davano un senso di malessere, piccole capanne o casupole a pian terreno, costruite di terra, circondate da fango dove spesso si vedevano salterellare piccoli esseri sporchi, seminudi. Ogni tanto, qualche paese gremito di gente di più razze, avvolti in mille diversi costumi. In una di quelle stazioni aspettando coincidenza, potei convertire quei pochi soldi rimastemi in quattro pinze di farina nera, mal cotta alla araba, di contrabbando da un arabo, la fame era tanta e gli amici ancora di più, così non fu pericolo di una congestione. Dopo qualche ora di viaggio si lasciò la linea che porta al Cairo; e con essa poco dopo sparì pure la fertilissima e verdeggiante pianura, percorrendo la linea che porta a Suez, si entrò di nuovo nel deserto. A notte fatta si arrivò in un piccolo villaggetto “ Geneifa” (Gireifa?) dove davanti rispecchia uno dei laghetti del canale di Suez, poco più avanti il treno si fermò, si scese e si fecero quei pochi metri di strada che separano il concentramento. Quella notte si prese alloggio in una gabbia dove c’erano poche tende provvisorie. 13-1-42 Giorno del mio compleanno; dopo la rivista personale entravo assieme ad altri settecento prigionieri nella gabbia N. 23. Ci fu assegnata la nostra tenda, composta ognuna di venti uomini, certamente la nuova dimora richiedeva del lavoro, allora tutti all’opera: rinforzare i picchetti, tirar le corde, spianar la sabbia, che doveva servire da letto. A un metro dalla tenda, si alzava il rustico filo spinato, alto più di tre metri che circondava la gabbia, abbastanza limitata di spazio, cento metri per settanta. Guardandomi attorno mi si gonfiava il cuore sentivo il bisogno di sfogarmi in pianto come un bambino, rinchiuso in una gabbia vera e propria, con più guardie armate che giravano intorno giorno e notte, spiando ogni nostro movimento che appena si fosse presentato fuori regolamento non avrebbero esitato a sparare. Non si vedeva un filo d’erba, nè dentro nè fuori, soltanto sabbia, a qualche km si vedeva il lago di Gireifa e al di là le collinette palestinesi anch’esse sabbiose, bruciate dal sole; dall’altra parte del concentramento, una bassa corona di montagnette frastagliate, pure esse prive di un filo d’erba o di un cespuglio ricoperte di bianca sabbia. In quei momenti tristi, il pensiero vagava lontano oltre il deserto, di la del mare. Se- duto, quasi nascosto dietro ad una tenda, chiudevo gli occhi per sfuggire momentaneamente da quanto mi circondava, parevami alleggerito e portato lontano in mezzo ai miei cari che, forse ancora ignoravano la mia sorte, se non mortale, come si affacciò a parecchi miei amici, mi era serbata una assai dura prova. Ritornando in me e guardando in faccia alla realtà delle cose, non restava che mettersi nelle mani di Dio e aspettare con santa rassegnazione quella che poteva essere la fine. Le giornate passavano con lentezza, il pensiero più grande, dopo la famiglia, era di esaminare lo stomaco alla sera prima di coricarmi, ma le più volte risultava malpieno, allora alla notte erano continui sogni di ricche vivande, invece il giorno dopo non erano che poche lenticchie e scarso riso, una pagnotta e un gamellino di tè amaro, poi capitavano i giorni che le cucine non ardevano, il perché veniva subito detto, un colpo di fischietto dal capo campo e tutti eravamo attorno a lui, ragazzi il motivo è questo, o che mancava l’acqua, o la legna, o la gabbia era punita perché l’ufficiale d’ispezione aveva trovato la gabbia non in ordine per diversi motivi, qualche sassetto, o fiammifero lungo le stradicciole, o le coperte non abbastanza allineate sui muretti tra una fila di tende e l’altra, o i muretti d’abbellimento non ultimati, e così via cento mila altre scuse per farci saltare, intanto lo stomaco languiva, la vista s’intorbidiva per mancanza di vitamine, era una agonia lenta lenta come dicevano pure chi più si ne intendeva. Finalmente dopo più di un mese, ci diedero il permesso d’acquistare qualche cosa allo spaccio con le piastre che ci pagavano, in più io m’arrangiavo con le sigarette della razione non avendo per fortuna quel vizio. Continua. Bollettino interparrocchiale 20 FOTO STORICHE A cura di Benito Cadore FAMIGLIA DAL MOLIN FIORAVANTE (FIORI) Questa è una foto degli anni cinquanta e ritrae la famiglia di Angelo Fioravante (Fiori). Da sx in alto: la figlia Romana, Fiori, il figlio Pietro, la moglie De Donà Toscana, la figlia Renata. Da sx in basso: il figlio Giuseppe, la madre Casanova Lucia, il padre Dal Molin Giuseppe e la figlia Teresa. FAMIGLIA TROIAN ANGELO (MASI) Nella foto – primi anni cinquanta- è ritratta la famiglia di Angelo Troian (Masi). In alto da sx: Albino Balzan fisarmonicista a tutte le feste di quegli anni, il figlio Ubaldo, Angelo, la moglie Giuditta Balzan, le figlie Lina, Nella, il genero Augusto Tegner. In basso da sx : la nipote Danila Tegner, il suocero Carlo Balzan, la nipote Eugenia Soppelsa, la suocera Maria Viezzer, il nipote Franco Soppelsa, seduti un ragazzo con la fisarmonica di cui non si conosce il nome e il figlio Arturo. Alcune di questi sono emigrati in Canada da più di cinquant’anni. Colgo l’occasione per mandare i miei saluti personali e anche a nome di tutta la Comunità di Gron e Sospirolo. Spero sia gradito per loro quando leggeranno il nostro bollettino, ritrovarsi in bella vista ancora giovani! 1913 -FAMIGLIA TROIAN GIUSEPPE MIS Pierangelo Troian giorni fa mi fece ammirare questa bella foto di famiglia: è del 1913, quindi ha un secolo di vita! Ma quello che la rende ancor più bella è il fatto che siano conservati i nomi e le circostanze della foto. Sul retro ci sono anche le note apprese dalla bocca della nonna a suo nipote che ce l’ha così trasmesse, rendendola quindi ancor più viva! Di bisnonno Bepi diceva” E’ nato alle Rosse “su un Cason de canne! “ morto nel 1929. Di nonna Nene diceva: “An diaol con tutti, ma la ghe olea ben ai soi!” Ecco i nomi: Da Sx in alto: Troian Gini, Troian Onorina;….; Troian Angelo (Leti) nonno, Troian Giuseppe (Iunior), Troian Maria. Da Sx in basso: Beati Assunta con il piccolo Troian Severino, Maddalena (Nena) moglie di bisnonno Bepi, Troian Cesare, Troian Giuseppe Bepi (bisnonno), De Donà Angela Tonet (nonna) con il papà di Pierangelo Troian Gino. CASA DI MARES GIACOMO- CAMPAZ NARES GIACOMO ( 1846-1948), sta impagliando il cesto, MARES BRUNO (1914-2001) futuro papà di Agostino e Tiziano Mares) MARES LUIGIA ( 1921), SOGNE ANGELA (1891-1966), MARES CELESTINA “Mora” ( 1890-1963) sposata Fontanive di S. Gregorio e MARES LINA (1917- sposata poi con Piccolin Guerrino e mamma di Piccolin Gianni Diacono. La casa attualmente è abitata da Tiziano ed è stata rimodernata, mentre il fienile alla destra è ancora tale e quale. I travi sono stati tagliati e portati dalla montagna di San Gregorio con grande fatica. Sulla particolarità della costruzione e dei materiali, Frescura Cristian, nipote della Giovannina,ha dato la tesi per la sua laurea! Quanta storia nei muri e nelle pietre delle vecchie case! Sospirolo - Gron lla e d lo o g n L’A ome vengono ricordati i momenti di vicinanza fisica e di tenerezza, altrettanto avviene in senso negativo, per i casi in cui ci siamo sentiti soli perché l’altro non era presente o non era disponibile. E’ questo vuoto da colmare, questa solitudine vissuta, che riemergerà nei momenti di crisi. Qui non è tanto l’attrazione del corpo che porta a toccare l’altro, ma una vicinanza di cuore. Io ti tocco, ti accarezzo, ti abbraccio, perché attraverso il corpo desidero entrare in contatto con le tue emozioni, con i tuoi sentimenti, con le tue paure. Può essere che qualcuno non abbia mai detto al proprio coniuge che gli piaceva essere toccato/a, sebbene dentro di sé lo desiderasse fortemente. E’ evidente che queste persone hanno dei condizionamenti che impediscono loro di vivere serenamente il contatto fisico, magari lo considerano una cosa poco seria. 21 FAMIGLIA a cura di Gianni e Rita Il contatto fisico C (seconda puntata) Eppure siamo sinceri, quando eravamo fidanzati il contatto fisico era cosa piacevole ed eravamo pronti a prendere l’iniziativa. E anche dopo sposati è così almeno per un certo periodo, ma poi subentrano dei periodi in cui si alternano vicinanza e distacco. E’ facile che in questi casi si cominci a considerare l’atteggiamento dell’altro/a come un fatto personale del tipo: “non mi tocca perché non mi considera più attraente”. A questo punto è molto facile decidere di non prendere più iniziative, perché non si vuole sentirsi rifiutati, e di questo passo possono passare anche settimane senza avere dei contatti fisici.. Proviamo ad analizzare anche solo per un momento il rapporto tra le emozioni e il contatto fisico. Ci accorgiamo per esempio che talvolta con il nostro serbatoio d’amore è in riserva, allora desideriamo un abbraccio, una carezza, specialmente quando ci sentiamo feriti. In altre circostanze invece non vogliamo assolutamente essere toccati, specie quando siamo irritati. Dobbiamo fare attenzione agli stati d’animo, agli atteggiamenti, al tono della voce, perché influiscono sul nostro desiderio di essere toccati. In particolare dobbiamo fare attenzione a quello che abbiamo più volte sentito condividere tra le coppie: “tu cerchi di fare la pace solo in questo modo”. Se avete fatto del male al vostro sposo/a, anche in modo lieve, chiedetegli per prima cosa perdono e proponetevi un maggior autocontrollo e una maggior responsabilità per il futuro. Se al- cune forme di contatto fisico sono risultate fastidiose abbandonatele, e sostituitele con altre più positive e piacevoli. In ogni caso cerchiamo di eliminare le forme negative del contatto fisico. Soddisfare il bisogno d’amore del nostro coniuge è una scelta da compiere ogni giorno, è un dono reciproco che ci rende più forti. Ora ci fermiamo ad ascoltare un brano della Parola di Dio che ci parla del contatto fisico e spirituale con Gesù. Da non dimenticare! Con l’arrivo del Natale e dei primi mesi dell’anno, Gesù ha occasione di raggiungere tanti poveri attraverso la nostra generosità! Abbiamo in noi il Suo stesso Spirito! Nelle quattro settimane di Avvento raccoglieremo l’Offerta “AVVENTO DI CARITA’” che aiuterà le famiglie con problemi di mancanza di lavoro, nella nostra Comunità. Ormai il FONDO PER LA FAMIGLIA è ridotto a qualche decina di Euro, purtroppo! E le richieste sono numerose! Nella MESSA DELLA NOTTE DI NATALE: tutte le Offerte saranno devolute per sostenere il “BABY HOSPITAL” della CHARITAS DI BETLEMME che cura i piccoli palestinesi. NELLE MESSE DELL’EPIFANIA: quello che verrà raccolto in Chiesa sarà donato ai BAMBINI DELLE MISSIONI, seguiti dalle Opere Pontificie per la Santa Infanzia. Diffusione della Lebbra nel mondo Nell’ULTIMA DOMENICA DI GENNAIO: soccorreremo i MALATI DI LEBBRA, raccogliendo BENDE FATTE A MANO, COPERTINE e denaro per le medicine. Gli ammalati di lebbra sono ancora milioni e molti non hanno NESSUN AIUTO nelle loro Nazioni! NELLA PRIMA DOMENICA DI FEBBRAIO: FESTA DELLA VITA. Con la speranza di poter ADOTTARE UNA MAMMA che accetta di rinunciare all’aborto. Sarà’ la quinta ! AFFIDO tutte queste iniziative al buon cuore delle due Comunità. Mi rendo conto che già tanto si fa, ma queste iniziative sono COMUNITARIE: qualificano le Comunità! Bollettino interparrocchiale 22 el d lo o g L’An PERSONAGGIO Nuovo insediamento agricolo hiunque, nel fare la rotonda di Gron in direzione Belvedere, avrà notato che dalla scorsa primavera, la collina a sinistra dove è situata la casa di Rita De Min è invasa da una fitta palificazione: è la prima traccia di un vigneto. L’artefice di questo impianto è Adriano De Martin, un giovane trentenne di S.Vito di Cadore, trasferitosi per ragioni di lavoro a Gron dove vive con lo zio Ezio Casanova, figlio di Elia Casanova, mancata recentemente. L’attuale sistema economico, dove il lavoro è sempre più difficile da trovarsi e spesso risulta essere precario o mal pagato, può spiegare la scelta fatta da Adriano di investire le sue energie e parte del suo futuro in questo progetto che un tempo era un’attività comune nel nostro territorio. “Non passa giorno che non sentiamo notizie catastrofiche sull’andamento della nostra economia, fabbriche che chiudono, imprese che falliscono e imprenditori che si suicidano per i debiti. Pil, Spread e Mib sono termini ridondanti e ricorrenti ma C non servono a soddisfare i nostri bisogni primari, in primo luogo la salute. Ci siamo dimenticati da dove veniamo, le nostre radici, il sapere antico che si preoccupava del benessere psico-fisico dell’uomo in armonia con l’ambiente in cui viveva. Oggi quel legame si è allentato ma basta guardarsi intorno per accorgerci delle straordinarie risorse di cui in Italia disponiamo: terre fertili, fiumi, boschi e sole”. Questa sentita riflessione di Adriano è stata sicuramente la causa scatenante che lo ha spinto in questa direzione, favorita anche da un suo viaggio in Irlanda. Partito per imparare la lingua inglese aveva trovato alloggio in un’azienda agricola con metodo biologico in cambio di un aiuto nell’azienda. Da questa esperienza durata circa tre mesi, è nato il desiderio di creare una propria attività agricola. Ritornato a casa, ha assunto informazioni presso la Coldiretti per quanto riguardava sia la burocrazia che i finanziamenti, (finalizzati ai giovani imprenditori). Sulla scelta del vigneto, piut- tosto che di un frutteto o di un allevamento, decisivo è stato l’incontro con Marco De Bacco di Feltre, proprietario, insieme alla sorella Valentina, di numerosi vitigni e della omonima Cantina, che lo ha consigliato sia sul tipo di vite da coltivare, sia sul progetto impiantistico da lui stesso realizzato. La scelta del luogo, sicuramente strategico, non è stata casuale, in quanto la coltivazione dei vigneti, fin dai tempi dei romani, va fatta se possibile, in zone collinari e in forte pendenza dove anche i terreni sono i migliori. Esaminato il terreno, in parte ghiaioso e in parte argilloso, fissate le distanze dove porre le piante, preparata la terra e sistemata la palatura di sostegno, tra maggio e giugno, poco meno di un ettaro di terreno ha accolto 3.000 piccole piante di vite di cui circa 2.400 sono Pavana e Bianchetta, viti autoctone del feltrino, recuperate da antichi vigneti della famiglia De Bacco e il rimanente Merlot e Traminer. La coltivazione è in gran parte effettuata manualmente. In questo periodo autunnale, si preparano le piantine per il riposo invernale coprendole con il letame su cui viene sparsa della paglia che limita la crescita delle erbacce infestanti. Per poter godere del raccolto dei primi grappoli d’uva, devono trascorrere almeno tre anni. Adriano è molto orgoglioso della scelta fatta e di questo pezzo di terra che gli auguriamo di cuore possa dargli tanta soddisfazione e premi così il suo coraggio e la sua volontà nell’affrontare questa nuova esperienza e avventura. DBD Sospirolo - Gron ll’ e d lo o g n L’A Siamo in casa di Adriano Canal, a Mis. Una piccola intervista, pensavo suonando il campanello…Invece le ore sono passate in fretta e le informazioni si sono moltiplicate all’infinito. Con Adriano e sua moglie Ottilia è bello intrattenersi a colloquio: sono una miniera di notizie e conoscenze. Riduco a qualche domanda e alla relativa risposta le tante cose che ci siamo detti. Come mai sei entrato a far parte dell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto? Prima di scegliere l’Associazione le ho esaminate tutte. Tutte sono molto buone e all’altezza del loro compito. Quella che più di ogni altra poteva servire a me, a mio parere, ho ritenuto fosse ‘Ass. Regionale Apicoltori del Veneto, perché molto più organizzata e frequentata e mi sembrava avesse più capacità di apertura al futuro. Con questo non giudico le altre. Ci confrontiamo con tutte. Siamo circa 1040 iscritti. La Sede Provinciale è a Feltre per la Provincia di Belluno in via Peschiera n. 31. IL Presidente è De Martin Gerardo di Cavaso del Tomba e la Sede della associazione è a Vicenza.La quota per diventare socio è di 25€ ed è inclusa la rivista di apicoltura LAPIS. 23 APIICULTURA a cura di Adriano Da Canal Breve intervista con l’apicoltore Quale è il servizio di questa Associazione? In sintesi. ISTRUZIONE: corsi, aggiornamenti, convegni per tutti gli iscritti. ASSISTENZA TECNICA: un Tutor segue il principiante e l’Ass. è sempre pronta ad aiutare gratuitamente tutti coloro che hanno problemi.. Ci sono poi tre Centri di vendita materiali e attrezzature per apicoltori, a prezzi agevolati per i Soci. FORMAZIONE PROFESSIONALE e AGGIORNAMENTO CONTINUO. Una volta al mese a Feltre o Crespano del Grappa ALLEVAMENTO API REGINA Quale posto hai nell’Associazione? Sono Consigliere Regionale di Belluno. Sono molto occupato nel portare avanti i corsi di Formazione nelle varie sedi e nel seguire coloro che iniziano il lavoro con le Api. Ci sono altri membri da Sospirolo o Belluno nell’Associazione? Da Sospirolo nessuno. Dalla Provincia parecchi. Mia moglie è entrata a far parte di APIDOLOMITI e segue questa, perché è la più diffusa qui da noi ed è molto contenta. . . E’ proibito appartenere a due associazioni nello stesso tempo e dalla stessa persona. Questo per evitare che i contributi Europei o Statali vadano dispersi. Tengo a ribadire che non giudico le altre Associazioni. Vipera aspis Per quanto riguarda la stagione di quest’anno, come è andata? Purtroppo male: il 30% in meno per il miele di acacia a causa del freddo e delle piogge all’inizio. Il tiglio poi non è fiorito bene. Meglio per il millefiori. Importante era l’acacia perché il suo miele è più limpido, più bello: è simile all’immagine data dalla TV della goccia che cade sulla fettina tostata…La gente non capisce che migliore sarebbe il castagno e il millefiori. Ma danno un miele più scuro e la gente storce il naso. Nel campo delle Api: bene. Abbiamo raddoppiato le famiglie. Però ora le dobbiamo aiutare nel superare l’inverno… Bene anche nella produzione di propoli , della pappa reale , del polline, della cera… Scusa se interrompo: potresti richiamare l’importanza di questi prodotti? Il PRO POLI: è molto utile nel togliere mal di denti, infezioni, mal di gola, ecc. La PAPPAREALE: è un buon ricostituente in chi è convalescente. Purché con sia operato di tumore, perché moltiplica le cellule. IL POLLINE: si mette sul gelato nel dolce nello yogurt e fa bene all’intestino, combatte le coliche.. LA CERA: mia moglie con la cera crea statuine, profumate e molto belle. Serve anche nel fare pomate e nella cosmesi. Così anche nel preservare i mobili e renderli splendenti. La cera viene adoperata in tanti campi. Ed ora che le Api stanno “in casa”? Per prima cosa dobbiamo fare il trattamento contro la VARROA: un acaro o zecca delle api che è una vera calamità! Indebolisce le api e le rende soggette a tante malattie. Con il trattamento anti-varroa, riusciamo a salvarne dal 95 a 98 %. Pensi che in 25 giorni la varroa si triplica! Quando nella casetta ve ne sono 1500 tutte le api sono morte.. Le api vanno fuori a morire e lei trova la casetta vuota! La VARROA è terribile! Facciamo un trattamento verso luglio e agosto e uno ai Santi per, l’inverno. Secondariamente controlliamo le scorte e stringiamo gli spazi della casetta togliendo dei telaini e avviciniamo le scorte perché non abbiano da fare troppa strada nel cercare il cibo. ( Le api anche in inverno devono avere una temperatura di 35° per vivere..) Infine ci sono i corsi da fare o frequentare, gli aggiornamenti, i convegni…E Tutto il resto, come per qualsiasi agricoltore e abitante di Sospirolo. Grazie per la bella chiacchierata , ma soprattutto perla passione che mettete nel vostro lavoro e il rispetto per queste splendide creature che sono le Api. Continueremo il discorso, sicuramente. L’angolo della natura a cura di Nicola Cadore Lunga al massimo 94 cm, presenta testa più o meno distinta dal collo, con l’apice del muso leggermente rivolto all’insù, ed occhi di dimensione media con la pupilla verticale ellittica. La colorazione varia a seconda dell’individuo dal grigio chiaro al marronerossiccio Il veleno viene prodotto da speciali ghiandole velenifere poste in fondo al palato e inoculato attraverso denti del veleno cavi al loro interno Come le altre tre specie di viperidi presenti in Italia Vipera aspis è ovovivipara; nascono da 6 a 8 piccoli di 15-20 cm, che sono autosufficienti e possiedono già ghiandole velenifere. Possono raggiungere anche i vent’anni di vita. L’areale della specie si estende dai Pirenei alla Germania alla Sicilia. La si trova facilmente nei Monti Del Sole, in posti soleggiati e con vegetazione medio fitta. Bollettino interparrocchiale 24 li g e d o l go n L’A ALPINI GLI ALPINI E I GIOVANI Il mese di luglio ha visto gli Alpini impegnati con alcuni giovani delle scuole superiori nelle varie attività al servizio della comunità. Sotto la guida di Angelo De Donà e Giorgio Macchietto, è stato sistemato il parco giochi della Scuola Materna, sono stati sistemati libri della Biblioteca, verniciate le panchine della Piazza, taglio delle siepi e pulitura dalle erbacce. MESSA DEGLI ALPINI Il 14 agosto si è svolto il tradizionale e partecipato appuntamento presso la Chiesetta degli Alpini per la celebrazione della messa in ricordo dei Caduti oltre a festeggiare la Sezione Alpini locale a cui ha fatto seguito la cena. GITA ANNUALE A VERONA L’8 settembre si è svolta la gita annuale organizzata dagli Alpini a Valeggio sul Mincio. Località questa che in epoca medioevale era posto di transito e confine tra le signorie degli Scaligeri, dei Gonzaga e dei Vi- sconti. Sono stati visitati i ruderi del Ponte Visconteo e i bellissimi scorci sulle ruote dei mulini ad acqua, nonché il Castello Scaligero (XIII/XIV sec.), con i resti della singolare Torre Tonda del XII secolo. Per il pranzo, il gruppo sospirolese è stato accolto dagli Alpini nella locale sezione. IL CUORE GRANDE DEGLI ALPINI E’ questo il titolo che più rappresenta la giornata di domenica 6 ottobre che ha visto protagonisti una decina di ragazzi della comunità “Il Sorriso” della cooperativa sociale “Portaperta” di Feltre, ospiti a pranzo del gruppo Alpini che hanno avuto così l’opportunità di fare un’esperienza emotivamente nuova con il mondo della disabilità,. «La giornata si è rivelata ricca di piccoli e grandi gesti che hanno reso speciale l’incontro, conclusosi con lo scambio del gagliardetto tra il gruppo Ana e la comunità, “dove d’ora in poi ci sarà un po’ di cuore alpino” ha spiegato l’educatrice Marianna Wohlgemuth che opera nella comunità alloggio feltrina “Il Sorriso” dove vengono accolti una ventina di ragazzi disabili, ospitati anche dai centri diurni “Noialtri” di Mel e “La Birola” di Feltre, tutti gestiti dalla onlus “Portaperta”. L’incontro con i nostri Alpini fa parte del progetto della cooperativa, al fine di migliorare le capacità cognitive e di socializzazione dei ragazzi. Sospirolo - Gron gli e d lo o g n L’A IL GRUPPO SCOUT FESTEGGIA I SUOI 30 ANNI E’ ancora nitida nella mia memoria quella domenica di febbraio del 1984 durante la quale, davanti alla chiesetta di Santa Giuliana, ho ricevuto la mia promessa scout. Insieme a me quel giorno e poi negli anni successivi molti ragazzi hanno avuto la fortuna di fare questa esperienza. Il gruppo scout Sospirolo – Gron festeggia quindi i suoi trent’anni di attività. Un bel traguardo davvero! Desideriamo fare festa perché siamo consapevoli che lo scoutismo è una occasione per vivere e radicare nella propria vita valori importanti come la condivisione, la lealtà, la essenzialità , la fiducia. Desideriamo fare festa per dire grazie: grazie al Signore che ci ha accompagnato lungo questo cammino e grazie anche a tutti coloro che hanno messo a disposizione il proprio tempo ed i propri talenti. Desideriamo fare festa non solo tra di noi ma coinvolgendo la comunità: ci saranno molte occasioni di incontro, di scambio e di approfondimento su temi educativi, culturali, di fede. Tutti i momenti di incontro verranno ampiamenti pubblicizzati così chi desidera vi potrà partecipare. Auguro al gruppo scout (ini cui ora sono coinvolta come mamma e non più come capo) che questi siano i primi di molti e molti anni di attività. Annalisa 25 SCOUT Scrivi la tua storia… Pronti, partenza… via!!! Si parte per il campo… Partenza…VIA!!! Tutti in direzione Arson. Domenica 30 giugno inizia sotto i migliori auspici, il campo estivo 2013 per il Reparto “la Soffia” di Sospirolo. Pomeriggio tranquillo, scarico materiale, montaggio tende… e il tutto fila liscio senza creare nessun problema; i più “anziani” insegnano ai più “giovani” e in un batter d’occhio le tende sono montate… magari non proprio in piano ma per una notte basta ... e avanza. Tutto il lunedì è dedicato al montaggio degli angoli; un gruppo estremamente efficiente crea in poche ore un vero campo scout con tutti i comfort e gli scomfort del caso. Manca poco anche per la grandiosa opera ingegneristica degli Aironi… Ma dovrà attendere perché l’indomani si esce e si cammina. Si cammina e si pesca. Le trote ammaestrate non tardano ad abboccare e i più coraggiosi provvedono alla pulizia del pesce che poco dopo verrà cotto e mangiato come il cibo più buono del mondo. Nei giorni successivi ci saranno, oltre alla conclusione della sopraelevata ( è il caso di dire: quando i giovani insegnano ai meno giovani che sognare non è poi così sbagliato, che la forza di volontà e la determinazione sono un motore che si ha il diritto e forse anche il dovere, di far correre a gran velocità), la scoperta del fuoco con una competizione apparentemente facile ma rivelatasi estremamente ardua, la costruzione di rifugi di emergenza sfruttati solo in parte e per fortuna, la sporadica apparizione di Darwin: colui che detta il tema e lancia continue sfide evolutive per culminare con la ricerca dell’oro, tema centrale del Grande Gioco, che, tra ladrocini, scherzi, nascondigli si protrae fin quasi alla chiusura del campo coinvolgendo tutti… capi compresi. In mezzo a tutto ciò troviamo Ilaria che con la sua pinzetta magica e la sua bravura ci ha salvati dall’invasione delle zecche e Luca, il genio che ha tanto desiderio di caffè da accendere il fuoco in mezzo al torrente. Non sono passate inosservate le Olicampiadi ma soprattutto l’Hike, nuova esperienza per alcuni, ultima avventura per Aurora. E poi tutti noi … Che questo campo lo abbiamo progettato, schematizzato, incasellato, reinventato… Noi che abbiamo giocato, bluffato, cantato, unto e fritto … Noi che ci siamo divertiti, arrabbiati, commossi… Noi che abbiamo superato prove inaspettate o non ce l’abbiamo proprio fatta e magari bastava solo un po’ di coraggio. Noi che questo campo lo abbiamo vissuto, lo abbiamo amato… Noi , il Reparto “ La Soffia”! L’Alta Squadriglia Bollettino interparrocchiale 26 ella d lo o g L’An RECENSIONE a cura di Denise De Zanet Una lacrima mi ha salvato (Angèle Lieby con Hervé de Chalendar) alvata da una lacrima. La storia di Angèle Lieby inizia nel luglio del 2009, quando sente una forte emicrania e si reca all'ospedale di Strasburgo. La donna in breve tempo perde conoscenza e la diagnosi porta i medici a decidere di intubarla e lasciarla cadere in coma farmacologico. Il coma la rende fisicamente un vegetale, ma Angèle è perfettamente cosciente di ciò che le accade intorno. Capisce di essere attaccata ad una macchina, di essere alimentata da un sondino; sente la presenza dei parenti e degli amici, ma soprattutto sente che i medici la danno ormai per morta. Infatti, dopo S tre giorni di coma in cui il suo fisico continua a peggiorare, un dottore consiglia al marito Ray di contattare le pompe funebri e di prepararsi a staccare la spina. Angèle sente tutto. Prova a gridare, ma la sua voce è muta; sente che il marito le tiene la mano, ma lei è immobile e non riesce a muoversi; prova dolori strazianti mentre le infermiere testano la sua reattività fisica, ma la sua sofferenza rimane dentro di lei. “Non accetteremo mai di staccare la spina”: questa è la ferma risposta del marito di Angèle, comunicata ai medici proprio mentre la donna recitava il Padre Nostro. Tutto sembra irrimediabilmente statico, quando il 25 luglio, giorno dell'anniversario del suo matrimonio, in presenza del marito e della figlia che le parlano, Angèle versa una lacrima. Studi più approfonditi identificano la sindrome rara che ha colpito il corpo della donna, quel corpo che non aveva mai smesso di vivere, di sentire. La seconda parte del libro testimonia la fase di rieducazione, quel periodo lungo e faticoso che la porterà alla completa guarigione. Il marito la assiste costantemente, mentre lei re-impara lentamente a trasmettere i propri sentimenti e a fare i gesti quotidiani più elementari. Così per Angèle inizia una nuova primavera. Oggi, grazie all'aiuto del giornalista Hervé de Chalendar, Angèle racconta la sua storia di lotta e sofferenza, di smarrimento e tenacia. Il libro è un coraggioso inno alla vita e alla speranza, che invita il lettore a confrontarsi su grandi temi: salute, sanità, vita. Durante la lettura si avverte costante- mente un senso di sconvolgimento e di impotenza, dovuto al fatto che il corpo può funzionare a volte in maniera del tutto inspiegabile e reagire imprevedibilmente. A questo proposito, la figura del medico, dell'infermiere, di un qualunque paramedico ricopre un ruolo indispensabile, ma spesso non sufficiente. Angèle punta il dito contro quei professionisti che guardano solo alla cura del corpo e non alla cura della persona. Un buon medico non si distingue solo per un'ottima preparazione tecnica, ma anche e soprattutto per la capacità di stabilire una sana empatia con il paziente, per la capacità di ascoltare e di dare dignità alla malattia. Con questa testimonianza in prima persona Angèle spinge chiunque a non perdere mai la speranza, perché la vita è una benedizione. Al di là delle opinioni su eutanasia e diritto alla vita, per le quali bisognerebbe delicatamente prendere in considerazione anche le specifiche situazioni sulle quali ci si esprime, il nostro compito è quello di celebrare la vita giorno per giorno, consapevoli che gli affetti e la famiglia rappresentano certezze insostituibili e che la Fede in Dio non può essere messa in discussione a causa delle imprevedibilità e delle sfortune della vita, ma deve essere coltivata e alimentata per fare in modo che essa possa darci forza non solo nella quotidiana normalità ma anche nei momenti più bui. (Una lacrima mi ha salvato, di Angèle Lieby con Hervé Chalendar, San Paolo 2013, 168 pagine, 14.90 euro) GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO Il 17 novembre nelle nostre Comunità si è celebrata la bella FESTA DEL RINGRAZIAMENTO per i frutti della terra. La zona di Sospirolo è particolarmente fertile, lo si è visto anche per i tanti alimenti raccolti nell’occasione e portati alla MENSA DEI POVERI sostenuta dai Padri Francescani di Mussoi e una piccola parte anche ALLE SUORE DI VEDANA. Tutte e due queste Comunità RINGRAZIANO per la generosità sempre avuta nei loro confronti. Tutti noi sentiamo il dovere di riconoscere nel Creatore, l’origine di ogni cosa buona e nella Messa della Domenica abbiamo cantato e invocato la Provvidenza del Padre. Quest’anno, la schiera dei trattori mi è sembrata più numerosa e bella! Così anche la Chiera fiera di averli per un momento come “guardie” del corpo alle porte! Terminata la Messa e la Benedizione ai trattori, ci siamo poi ritrovati all’Agriturismo di Campaz per il pranzo. A tutti i nostri LAVORATORI DELLA TERRA: BUON LAVORO E che la vostra fatica sia premiata “DAL CIELO E DALLA TERRA!”. Sospirolo - Gron lla e d olo g n L’A 27 FOTO D’ARTE Guardare oltre l’immagine Inizia con questo numero del bollettino la creazione di uno spazio dedicato a tutti gli appassionati di fotografia che attraverso questa forma di espressione riescono a creare delle vere e proprie opere d’arte, fissando nello scatto irripetibili aspetti ed emozioni. Chiunque desidera condividere questi aspetti può inviare una o più foto all’indirizzo del bollettino con un breve commento. Non è così facile, come potrebbe sembrare in un primo momento, avere a disposizione uno spazio come questo attraverso il quale condividere un’ immagine, e dover sceglierne una fra tante. Risulta ancora più difficile poi, se attraverso essa ci si vuole avvicinare alle persone che avranno modo di osservarla, ognuno con la propria sensibilità. Una foto coglie un momento che spesse volte è messaggio esclusivo per chi ne è artefice; difficilissimo condividere lo stesso messaggio, in termini di emozioni, con chi poi la osserva. Mi piace pensare che questa mano possa esprimere un desiderio, la necessità e la riscoperta del contatto con la propria terra e con le proprie radici, senza il timore di “sporcarsi” e per questo essere giudicato; proprio come succede naturalmente ad un bambino quando si trova libero nel suo semplice mondo da scoprire. Si potrebbe scegliere un paesaggio suggestivo, un particolare curioso, un volto di un vecchio o di un bambino, tutte immagini che possono, anche solo per un attimo, farci trasportare dalla fantasia, donarci un attimo di spensieratezza, o addirittura far leva sulle nostre emozioni. Io ho scelto di condividere questo particolare. DONATELLA VIEL - Jonathan non aveva inizialmente nessun amico con il quale poter vivere le sue avventure. Egli scoprì di non essere portato per la ricerca del cibo come i suoi simili, ma di avere esclusivamente la passione per il volo; - Jonathan era in mare aperto per trovare un nuovo modo di vivere cioè quello del volo e per questo motivo, i suoi compagni, ritenendolo diverso da loro, lo isolarono ed esclusero dal gruppo; - Jonathan era tutto solo su due scogli in balia di se stesso e dei suoi allenamenti e nessuno andava a vedere come stava, nemmeno i suoi genitori. Siamo noi a imporre dei limiti agli altri e soprattutto a noi stessi. Dobbiamo provare a superarli andando sempre avanti in qualunque occasione. Non consideriamo “diversa” una persona solo perché ha talenti o passioni particolari differenti da quelli che hanno la maggior parte delle altre persone. (Riflessioni di Andrea Macchietto dal libro “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach) Bollettino interparrocchiale 28 ella d lo o g L’An POESIA e delle FAVOLE Carissimi lettori, si apre da questo numero del Bollettino Parrocchiale la pagina intiolata L’Angolo della poesia e delle favole. a cura di Patrizia Andrich Uno spazio aperto a chiunque voglia pubblicare le sue poesie e non solo. Spero siate in numerosi a collaborare con me a questa pagina! Nella fede del Signore Vivo nella fede del Signore Ascolterò nella fede del Signore anche se ho dimenticato le parole del Vangelo. come si fa a pregare. Sono parole di vita So che lui è misericordioso e di speranza e se io glielo chiedo per un futuro migliore mi sa che è capace ricco di fede nel cuore. anche di perdonarmi. Penserò nella fede del Signore Cerco nella fede del Signore al mio domani di vivere al meglio la mia vita e cercherò di far si cercando sempre che in questo mio domani di compiere azioni giuste ci sia più posto nel mio cuore a lui gradite. per te Signore. Camminerò nella fede del Signore Invecchierò nella fede del Signore cercando di far si e preparerò la mia ora che il mio cammino pregando con forza sia compiuto nel modo giusto. e volontà nel cuore. La mia Biografia Spero nella fede del Signore Ti chiederò predono di trovare al più presto dei miei peccati Sono nata il 17 luglio 1968 e vivo a San Gregorio Nelle Alpi in provincia di Belluno (Veneto Italy). Il mio hobby preferito è: scrivere. Il 3 marzo del 2010 ho presentato il mio primo libro di favole: FAVOLE DAL REGNO DELLA FANTASIA. A seguito della pubblicazione di questo libro ho vinto il premio Pro Loco per la cultura quale autrice del suddetto libro. Il 3 marzo del 2012 ho presentato invece la mia raccolta di poesie: I SILENZI DELLA MIA VITA. Non mi ritengo una vera scrittrice, ma sono solo una persona a cui piace scrivere. Ho un sito internet: www.patriziaandrich2.webnode.it Il 1 novembre 2012 sono stata Selezionata al Concorso Letterario “Libri Di - Versi In Diversi Libri” Edizione 2012 – 2013 dedicato al poeta Corrado Tiralongo. Concorso lanciato dalla Libreria Editrice Urso di Francesco Urso. Come pre- la pace nel mio cuore e nella fede del Signore e di condividere questa serenità finalmente chiuderò con le persone che amo. i miei occhi stanchi. mio del concorso ho avuto l’opportunità di pubblicare il mio libro di poesie: Ho visto due cuori. Il libro è uscito il 25 marzo. 7 novembre 2012 sono stata selezionata al Primo Concorso Nazionale di Poesia “La collana del pensiero poetico” indetto dalla casa editrice Edizioni SI in collaborazione con la rivista SI. A dicembe del 2012 sono stata selezionata nel concorso “In cerca d’autore” edito dalla casa editrice Pagine. Sette mie poesie entreranno nell’antologia “I poeti contemporanei” volume 102. Il 24dicembre 2012 sono stata selezionata al concorso di Catanzaro Premio Alda Merini. Una mia poesia è stata premiata con il Premio Merini ed è presente nell’Antologia “Mille voci per Alda”. Il 28 luglio 2013 mi è stato assegnato un premio al Concorso Internazionale ‘’Città di Sarzana” per la silloge “Amore e Malinconia‘’. Nell’ottobre 2013 sono stata selezionata al concorso letterario “Libri di-versi in diversi libri”, come premio del concorso avrò l’opportunità di pubblicare un mio libro di poesie che uscirà a marzo del 2014. Il 26 ottobre 2013 una mia poesia riceverà un diploma di merito al concorso Premio Letterario Internazionale ‘’Parete- Città della Poesia‘’. Sospirolo - Gron ll’ e d lo o g n L’A el catalogo-guida dei quadranti solari italiani dal titolo “Meridiane dei Comuni d’Italia” curato da Enrico Del Favero e Claudio Garetti e stampato nel 2001 con il patrocinio dell’UAI (Unione Astrofili Italiani) e dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), a pag. 187 è registrato l’orologio polare SOS0007, nel comune di Sospirolo in località Certosa di Vedana. L’autore di questa esposizione, nonostante la vicinanza dal luogo in cui abita, la sua passione per l’astronomia e la sua attuale funzione di responsabile della sezione di ricerca Quadranti Solari, non ha mai potuto vedere lo strumento, poiché la Certosa di Vedana ospita Monache di Clausura. L’accesso è vietato a tutti, eccezion fatta per coloro che vi entrano per servizi necessari al Convento. Recentemente, durante le pulizie annuali esterne e interne al Monastero compiute dal Gruppo Alpini di Sospirolo, è stato possibile vedere e fotografare l’orologio, murato nell’angolo di nord-ovest del Giardino e Chiostro esterni. L’ispezione dell’orologio è stata veloce e sommaria. Sono state annotate alcune misure, ma non è stato possibile compiere un rilievo accurato dell’orientamento ed elevazione del quadrante. Malgrado ciò, si può ragionevolmente dedurre che il quadrante è rivolto verso sud e che il piano su cui è disegnata la linea lemniscata del tempo medio locale coincide col piano che passa per il polo nord celeste. Si conferma pertanto che, come indicato nel catalogo-guida, l’orologio è di tipo polare. 29 ASTRONOMIA a cura di Giuseppe De Donà L’orologio solare della Certosa di Vedana N L’autore e l’utilizzo dello strumento Sul piedistallo in marmo non è riportata nessuna data, ma alla sua base c’è la firma dell’autore, J. Chavin, uno gnomonista francese, forse un certosino, che ha installato orologi simili a quello di Vedana in Francia, nella regione dell’Isere, in paesi vicini a Grenoble, città dove ha sede la Gran Certosa dei certosini di San Bruno, Ordine di cui fa parte il Monastero di Vedana. Alcuni di questi orologi recano date comprese tra il 1865 e il 1874. Si può ritenere pertanto che anche lo strumento della Certosa di Vedana sia stato costruito in quel periodo. In passato, prima dell’invenzione dell’orologio meccanico, i quadranti solari furono i principali indicatori dello scorrere del tempo. I primi orologi meccanici, in genere collocati sulle torri campanarie, risalgono alla fine del XIII secolo. Nei secoli successivi la loro avanzata fu lenta ma inesorabile, ma l’orologio solare rimase ancora il deus ex machina della misura del tempo dando il segnale orario all’orologio meccanico per rifasarlo quando necessario, cioè molto spesso. Quando gli orologi meccanici migliorarono i loro meccanismi anche la taratura con una linea meridiana divenne incerta, vediamo perché. Su ogni quadrante solare a ora locale la Figura 1. L’orologio polare diretto non declinante di Joseph Chavin della Certosa di Vedana. linea oraria delle 12 indica il transito del Sole sul meridiano del luogo. In quel momento il Sole raggiunge in cielo la massima altezza del suo arco diurno e si trova esattamente in direzione del punto cardinale Sud. Il giorno solare, cioè l’intervallo tra due transiti del Sole in meridiano, dura in media 24 ore, ma, a causa della differente velocità di rivoluzione della Terra attorno al Sole e dell’obliquità dell’eclittica, il valore non è costante e varia ogni giorno. Pertanto, il giorno vero è superiore o inferiore a 24 ore, mai di 24 ore esatte. La differenza arriva fino a ±30 secondi ogni giorno. Pochi secondi, che, accumulandosi tra loro, durante l’anno giungono a totalizzare differenze di ± 15 minuti che costituiscono la cosiddetta “equazione del tempo”. A cavallo tra il 1600 e 1700, constatata la differenza dovuta all’equazione del tempo, forse proprio per una migliore taratura degli orologi meccanici, fu introdotta la lemniscata del tempo medio, la strana curva a otto incisa sul marmo dello strumento installato alla Certosa di Vedana. Con essa, il tempo che intercorre tra il passaggio dell’immagine sulla linea tra due giorni successivi, dura sempre esattamente 24 ore permettendo, se c’è il Sole, l’esatta taratura di un orologio meccanico. L’orologio di Vedana, come detto, misura il tempo locale, un tempo adottato nel nostro paese fino al 10 agosto 1893, quando, con Regio Decreto, fu assunto come riferimento il Meridiano dell’Europa Centrale (o dell’Etna), situato alla longitudine 15° Est rispetto a Greenwich. Funzionamento dello strumento Lo strumento di Vedana, oggi all’apparenza quasi incomprensibile, segnò per molti anni lo scorrere del tempo all’interno del Convento, scandendo i ritmi della giornata e indicando con precisione l’ora delle preghiere e di tutte le altre funzioni religiose. Il blocco di marmo ha la faccia inclinata di 46° 10’ rispetto all’orizzonte nord, lo stesso valore della latitudine geografica della Certosa. Lateralmente, due bracci metallici ortogonali al piano del quadrante, si elevano in direzione dell’equatore celeste unendosi al centro a sostegno di una piastrina in cui è ricavato un piccolo foro stenopeico. Quando il Sole si avvicina al mezzodì locale, la luce che entra nel forellino dà origine a una luminosa macchia di luce che, quando passa sulla linea curva della lemniscata, indica il mezzogiorno medio locale. D’inverno, quando il Sole è basso in cielo, l’immagine colpisce la parte alta del quadrante, d’estate, quando il Sole è più alto, illumina la parte bassa. La piccola macchia percorre trasversalmente lo strumento muovendosi da sinistra verso destra. Nel suo percorso essa intercetta entrambe le due linee che incrociandosi formano il disegno a forma di otto della lemniscata. Evidentemente solo una è corretta. Chavin ha eluso l’ambiguità nella lettura segnando a fianco della lemniscata i nomi di tutti i mesi dell’anno. Ogni nome è inciso nella posizione in cui l’immagine del Sole passa il giorno 1, il primo del mese. Pertanto, l’orologio polare di Vedana svolge anche una funzione calendariale in quanto, oltre all’ora, è possibile ricavare con sufficiente precisione anche il giorno del mese. Volendo confrontare l’orologio di Joseph Chavin con l’ora letta su un orologio da polso, considerando che la longitudine della Certosa di Vedana è 12° 06’ 32” E, bisogna sommare alle ore 12 (le 13 in estate) un tempo pari a [(15° 00’ 00” 12° 06’ 32”) · 4m/°] = 11m 34s. Pertanto, se l’orologio è collocato correttamente, l’immagine del Sole passa ogni giorno sulla linea lemniscata alle 12h 11m 34s del nostro orologio, d’estate alle 13h 11m 34s. La speranza è di potere, un giorno, avere un riscontro. Considerazioni finali In mancanza di una nota scritta che precisa il periodo dell’installazione, le indicazioni fornite sono di carattere ipotetico. Il costruttore dello strumento e il periodo in cui ha fatto gli altri orologi, sono una testimonianza sufficiente per datare anche il piccolo quadrante di Vedana. Il collegamento con Grenoble è indicativo, ma non si sa con esattezza chi e quando lo abbia installato a S. Marco di Vedana. L’orologio potrebbe essere stato costruito per ordine della Certosa nel periodo delle ristrutturazioni eseguite nel 1882 dai Padri certosini di Pavia col contributo dell’architetto francese Jean François Pichat, ma potrebbe anche essere stato in precedenza installato in altro luogo e, solo in seguito, trasferito a Vedana. Su questo aspetto sarebbe d’aiuto conoscere la data di morte di Chavin. Infatti, l’orologio polare diretto non declinante indicante l’ora media locale, è uno dei rari strumenti solari che può essere adattato in qualsiasi luogo inclinando opportunamente il piano polare. La latitudine francese degli altri strumenti installati da Joseph Chavin è simile a quella di Sospirolo (la differenza è inferiore a un grado), per cui, l’eventuale piccola modifica di livello sulla base d’appoggio sarebbe difficile da riscontrare. Bollettino interparrocchiale 30 lla e d lo o g n L’A LOVATEL KEVIN (Pascoli) STATISTICA PARROCCHIALE BATTESIMI: SOSPIROLO MARIN GIULIA (Maras-Berlino) di Francesco e di Brennecke Christiana. Nata a Berlino (D) il 22 febbraio 2013 e battezzata il 22 settembre 2013 in Chiesa Parrocchiale a Sospirolo . BARP MAURO (Oregne ) di Jonny e di Deltedesco Sara. Nato a Belluno il 21 Febbraio 2013 e battezzato il 29 Settembre 2013 in Chiesa Parrocchiale a Sospirolo . RODRIGUEZ TINOCO DOMINIQUE di Remo e Burigo Ilenia. Nato il 4 febbraio 2013 a Belluno e Battezzato il 25 Agosto 2013 in Chiesa Parrocchiale a Sospirolo . PETITO NOEMI (Oregne) di Pasquale e di Govigli Chiara. Nata a Feltre il 7 Novembre 2012 e battezzata il 20 Ottobre 2013 in Chiesa Parrocchiale a Sospirol. ANDOLFATTO VALENTINO CHIESA GAIA (Tuses) TESTINI LUNA DEVA MARIA (Pascoli) di Alessio e di Dell’Agnola Michela. Nato il 16 agosto 2013 e battezzato il 20 ottobre 2013 in Chiesa Parrocchiale a Sospirolo. di Luca e Nart Sara. Nata il 27 settembre 2012 e battezzata il 10 Novembre 2013 in Chiesa Parrocchiale a Sospirolo. (San Zenon –Moldoi) di Tanya Nata il 29 novembre 2010 e battezzata in Chiesa Parrocchiale il 23 novembre 2013 (Mezzaterra) di Pablo e di Conte Nadia. Nato a Feltre il 7 Agosto 2011 e battezzato il 29 Settembre 2013 in Chiesa Parrocchiale a Sospirolo . Annunci di nascite Con grande gioia annunciamo la nascita di ELISA FAI (Belluno 0201-2013) di Michele e Stefania Lovat, residenti a Belluno, un tempo anche a Sospirolo. Grazie per averci comunicato la bella notizia! Ci uniamo alla vostra gioia e inviamo i nostri più cari auguri di ogni bene! SIMONE RECH di Nicola e Federica Roldo nato il 30 maggio 2013 e battezzato il 22 settembre 2013 a Sedico. La bella sorpresa di essere tanto amato e atteso illumina il suo sorriso! Mares Federico con la moglie Guidolin Maella annunciano la nascita del primogenito MICHELANGELO MARES il 17 luglio 2013 a Feltre e il suo Battesimo il 13 ottobre ad Arsiè dove abitano. Immaginando la gioia e la soddisfazione anche dei nonni Augusto e Giuseppina e zii, inviamo ai fortunati genitori i nostri più cordiali rallegramenti e auguri! Alberioli Marisa e De Donà Luciano annunciano la nascita della nipote ELEONORA LOCULLO di Antonio e De Donà Monica il 10 luglio 2013 da Canè di Limana. All'Ospedale di Feltre sono nate tre Gemelle il giorno 11/04/2013, Giulia, Emma e Aurora figlie di De Nes Giuliano e Sacchet Cristina! La nonna materna delle bimbe, Vigne Mariarosa, è originaria di Sospirolo e insieme alla sorella Luciana e la mamma De Donà Ida (accolta nella Casa di Riposo di Meano) hanno la grande gioia di annunciare alla comunità di Sospirolo questo lieto e raro evento! Nella foto insieme alle tre gemelline ci sono la sorella Elisa (9 anni) e il fratello Daniele (5 anni). Sospirolo - Gron 31 DEFUNTI: SOSPIROLO FAI LIDIA (Oregne) GARLET GRAZIELLA (Mezzaterra) ARGENTA GIOVANNI (Susin) nata il 23 giugno 1925 e deceduta il 6 luglio 2013. Vedova di Bristot Italo. nata l’8 giugno 1929 e deceduta il 6 agosto 2013. Vedova di Bogo Giovanni. nata il 30 settembre 1928 e deceduta il 17 agosto 2013. Vedova di Conte Adone. nato il 28 febbraio 1950 e decduto il 10 settembre 2013. Coniugato con Paganin Raffaella. CENTELLEGHE ITALO (Oregne) DANZA MARGHERITA (Volpez) LOVAT RENATO (San Zenon) MIARI MATTEO (Susin) nato il 2 novembre 1923 e deceduto il 16 ottobre 2013. Coniugato con Dall’O’ Giovanna. nata l’1 agosto 1926 e deceduta il 18 ottobre 2013. Nubile. nato il 6 marzo 1937 e deceduto l’8 novembre 2013. Celibe. nato il 31 luglio 1991 e deceduto sul Gran Zebrù (m.3857) il 23 giugno 2013 NESSENZIA CORINNA (Piz) FRIZZI ROSA “NINA” (Piz) nata il 29 maggio 1917 e deceduta il 13 luglio 2013. Vedova di Moro Gino. nata il 16 aprile 1921 e deceduta il 17 luglio 2013. Coniugata con De Donà Italo. FUORI PARROCCHIA FUORI PARROCCHIA BARP GIUSEPPINA (Oregne) DEFUNTI: GRON FUORI PARROCCHIA FACCHIN ROSA in Signer, nata il 9 Giugno 1937 a Maras morta il 1 settembre 2013 a Unteràgeri Svizzera. Di fu Angelo e di Binelli Giuseppina da Maras. CASANOVA ANTONIA (Torbe) NESELLO FELICE (Torbe) MASOCH SAVINA (Gron) nata il 19 aprile 1920 e deceduta il 14 agosto 2013. Vedova di De Cassan Carlo Armando nato il 27 febbraio 1949 e deceduto l’11 settembre 2013. Coniugato con Panigas Norma. nata il 18 gennaio 1929 e deceduta il 2 ottobre 2013. Coniugata con Casanova Romano. CASELLATO CARLO (Catena di Treviso- Piz) nato il 19 febbraio 1939 e deceduto il 30 agosto 2013. Coniugato con Cesaro Mirella. Bollettino interparrocchiale 32 OFFERTE SOSPIROLO PER CHIESA dal 16/06/2013 al 31/10/2013 Per Progetto Gemma Famiglia Tegner Massimo ; In memoria di Troian Emanuele e Luisa il figlio Gianni; Pro Loco; Soppelsa Anita; Famiglia Pison Remigio; in memoria Sogne Rina i figli; in onore S. Cuore Rosa Di Misa; in memoria Nonato Anna e Gino da amici; in memoria Moretti Guerrino da Marcella; in memoria Giurici Albina le figlie; in memoria Moretti Narciso Liliana e Angelo; in memoria Pagani Eride la famiglia; in memoria Barp Giuseppe dai figli; in memoria Rossa Mario dalla famiglia; in memoria De Donà Arturo dalla moglie; N.N.; sposi Dassi Enrico e Dalla Riva Barbara; Famiglia F. Dino; in memoria Benito e Costante Caviola; in memoria Cipriano Tibolla i genitori; Mares Giovannina; in memoria Lotto Romano la famiglia; Mares Luigia,; in memoria Bacchetti Augusto e Clara dalle figlie; famiglia Canal Bruno; per chiesa De Zanet Graziella; in memoria Primo e Lisa dal figlio Luigi L.; in memoria Triches Daniele e Nella la figlia; in memoria Pison Anna I figli; in memoria ingegner Giuseppe Cassol i nipoti; in memoria Ada Lise da Paola Caldart; in memoria Lise Albina dal figlio; in memoria suoi Defunti da Canzoneri Carmela; famiglia Colombo; in memoria Tibolla Natalina i figli; in memoria Nessenzia Gelindo e Albina i familiari; in memoria Fai Lidia dai figli; in memoria Lovatel Luisa da cugina Antonia; in memoria Moretti Damiano dalla moglie; Gruppo Alpini Sospirolo; in onore S.Rocco da Teo; per S.Rocco da Burlon Italo e Licia; in memoria di Rosa e Angelica da Cugnac Mario; Famiglia Serra; in occasione Battesimo di Lovatel Kevin dai genitori; in memoria De Marchi Francesco la moglie; in memoria Garlet Marcella i figli; in memoria Adele e Bruna da sorella Delia; Mazzucco Lorena in memoria genitori; in memoria di Cassol Giuseppe i familiari; Cacco Modesto per la chiesa; in memoria Giuseppe e Sonia De Donà la famiglia; in memoria di Kita, Anna e Carlo Bozzetti; in memoria di Pasqua Maria dalla figlia; in memoria suoi Defunti, famiglia Olivotto Elio; in memoria Defunti di Di Misa Benigno Rosa; in memoria Marin Arcangelo la famiglia; in memoria Zanolla Anita i genitori; in occasione del 25° di Carla e Oliver Soppelsa; in memoria di Cadore Rino la moglie; in memoria Defunti di Lovat Liduina; in memoria Defunti di Triches Angelina, in memoria di Don Mario Moretti la sorella; nel Battesimo di Marin Giulia i genitori e la nonna Argenta M. Angelica; in memoria suoi Defunti Mioranza Angelo; in memoria De Donà Vigile moglie e famiglia; nel 25° Matri- monio Colle Fabio e Decima Michela; nel Battesimo di Barp Mauro da Tommy e Sara Del Tedesco; in memoria di Croda Pietro la famiglia; in memoria Casanova Antenore e Rita le nipoti; in memoria Nessenzia Corinna i familiari; in memoria Cadorin Giulio e Troian Nerina e Lisetta i familiari, in memoria Broi Vittorino la famiglia; per i 90 anni da Tormen Maria; in memoria Pilotti Elsa ed Orazio da figlia Stefania; in memoria Argenta Giovanni la moglie; in memoria Moretti Romeo la moglie; in memoria De Donà Augusto e Triches Maria da Matilde; in memoria suoi Defunti da Mazzucco Lorena; in memoria Argenta Guido la moglie; in onore Vergine Maria da Talin Maria; in memoria Troian Vittorio, Rosa e Angelo i familiari; Rita Bordignon in memoria dei suoi Defunti; nel Battesimo Petito Noemi i genitori; nel Battesimo Andolfatto Valentino i genitori; classe 1973; in memoria di Rizzo Giuseppe la sorella; Aldo Tegner per la chiesa; in memoria Rina e Alvise Caldart i figli; nel Battesimo del nipote Andolfatto Valentino la nonna Franca; in memoria defunti Caviola Costante, Benito e Clementina. PER BOLLETTINO dal 16/06/2013 al 31/10/2013 Garlet Giuliana (CH); Casanova Davide(RE); N.N.; Lise Jean (F); De Donà Lidio (Valdidentro); in memoria Zapparoli Maria la figlia; Vigne Luciana (S.Giustina); Specia Giovanna (MI); Casanova Natalina (Roe); De Bortoli Anna (Pedavena); De Donà Italia (TO); Cesaro Mirella (TV); Sogne Maria (Niardo). GRON PER CHIESA dal 16/06/2013 al 31/10/2013 In memoria Moretti Erminio la famiglia; Caldart Mario; in memoria Frizzi Nina dalla famiglia; nel 50° di matrimonio Cadore Benito e Iole; in memoria Corinna Nessenzia dai figli; in memoria Poloni Corina la famiglia; in memoria Riposi Pietro e Fagherazzi Maria da figlia e genero; in memoria defunti di Romano Casanova e Savina; in memoria De Cassan Antonio la famiglia; in memoria Murer Romeo la figlia; in memoria di Frizzi Rosa la famiglia; in memoria dei suoi Defunti la famiglia Franceschet; in memoria Defunti Barp Bruno; Gruppo S. Stefano; in memoria Masoch Savina marito e figli; Aldo Tegner. PER BOLLETTINO dal 16/06/2013 al 31/10/2013 Mezzacasa Zen Dolores e Roberta (CH); Mezzacasa Giustina (CH); Mezzacasa Tarcisia (TV); Cadore Maurizio e Lucia (Mas); “INSIEME PER IL BENE” BOLLETTINO INTERPARROCCHIALE DI SOSPIROLO - GRON (BL) Direttore responsabile: don Alfredo Levis Responsabile ai sensi di legge: don Lorenzo Dell’Andrea Iscrizione al Tribunale di Belluno n. 14/85 Stampa: Tipografia Piave srl – Belluno Hanno collaborato: Adriano Da Canal, Annalisa Casanova, Annarosa Isma, Andrea Manfroi, Angelo De Donà, Benito Cadore, Delia De Bon, Denise De Zanet, Diego Lovat, Donatella Viel, Elvio De Dea, Federico Brancaleone, Giuseppe De Donà, Ilenia Moretti, Luigi Cadore, Maria Teresa Vedana, Mario Sogne, Nicola Cadore, Paola Carlin, Patrizia Andrich, Sara Viel, Stefano De Cian, Andrea Macchietto. Il bollettino è pubblicato anche sul sito: www.sospirologron.it NB: Tutti gli articoli dovrebbero essere firmati. Quelli non firmati sono dell’Direttore. ATTENZIONE Il prossimo Bollettino uscirà per Pasqua 2014. Invitiamo i collaboratori e quanti desiderano pubblicare foto, notizie, annunci, aarticoli a far pervenire il tutto entro il 10 marzo 2014. Le notizie a gli articoli siano brevi, concise, firmate e documentate con una foto al massimo di buona qualità. La Redazione