Poste Italiane Spa - Spedizione in ap DL 353/2003 (conv
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Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46), Art. 1, comma 1, DCB-Modena € 4,00 SOMMARIO Assemblea Enc di Alessandro Serena I Fratellini p. 4 Il circo alla Fenice di Alessandro Serena p. 23 di Flavio Michi p. 24 Circusfans on line p. 13 Circo Web Site: www.circo.it - E-mail: [email protected] Nuova serie - Anno XXXVIV - N. 3 Marzo 2007 Direttore responsabile Egidio Palmiri Redazione Alessandro Serena, Claudio Monti Collaboratori Serena Bassano, Roberta Battistin,Dario Duranti, Roberto Fazzini, Antonio Giarola, Luciano Giarola, Jordì Jané, Michele Laganà, Ruggero Leonardi, Massimo Malagoli, Flavio Michi, Francesco Mocellin, Alessandra Litta Modignani, Ettore Paladino. Con la collaborazione di Circus Zeitung (Germania) Circus Planet (Germania) Direzione, redazione, pubblicit , amministrazione Ente Nazionale Circhi - Via Garbini 15, 37135 Verona Tel. 045-500682 - Fax 045-8233483 Registrazione Tribunale di Livorno n. 344 del 25.5.1980 Pubblicit Inferiore al 45% Progetto grafico La Cage aux Folles Modena Fotolito e Stampa Italiana Produzioni - Castelfranco Emilia Abbonamento 2006 Italia: 30 euro; estero: 40 euro. Versamento sul ccp di Verona 55814610 (specificando la causale) Intestato a: Ente Nazionale Circhi, Via di Villa Patrizi 10, 00161 Roma. Tutti i diritti di propriet sono riservati. Fotografie e manoscritti non richiesti non saranno restituiti. di Alberto Fontanella Amici del circo in rete p. 10 Stato e Circo di Nerea Colonnelli p. 16 Artistes da Bouglione p. 8 Romualdo Simili di Ruggero Leonardi di Massimo Lo curatolo di Dario Duranti p. 26 Mezzo secolo di presidenza per Egidio Palmiri e nuovi traguardi per l’Enc. A cavallo nel Gran Teatro La Fenice. Nerea Colonnelli traccia una dettagliata fotografia del settore di ieri e di oggi. Il clown Romualdo Simili e i Fratellini attraverso il ritratto di Ruggero Leonardi e la “traduzione” di Massimo Locuratolo. Artistes al Cirque d’Hiver. Tracce di segatura sul web: due casi di successo. Non delude il piccolo festival di Monte Carlo. In copertina: L ingresso di Mario Luraschi nel Teatro La Fenice (pag. 8) Foto di Michele Crosera Enis Togni consegna le onorificenze al presidente Palmiri ENC Era il 1954 quando per la in questo lasso di tempo prima volta Egidio Palnella categoria circenmiri veniva eletto se? Palmiri nella presidente delsua relazione ha l’Ente Nazionale parlato di orgoglio per gli obCirchi. È pasbiettivi raggiunti sato mezzo see rammarico per colo, si sono di Alessandro Serena quelli falliti. Tensuccedute tre o tiamo un bilancio quattro generazioni. della sua “gestione Sei papi. Nove presidenti record” dell’Enc, iniziando con della Repubblica. Una cinun parallelo con l’estero. Non esiste in quantina di Governi (ma il numero è in continua crescita). È cambiato il modo di vivere. Cin- tutto il mondo un’associazione di imprenditori anche solo quant’anni fa gli associati dell’Enc per comunicare ai loro lontanamente paragonabile. Non in Francia, dove il circo famigliari il nome del nuovo presidente dovettero prenotare è tenuto nella massima considerazione dagli organismi una chiamata in teleselezione. Questa volta è bastato un centrali. Non in Germania dove il mercato circense e sms. Nel frattempo siamo andati sulla Luna e paracircense è forse il più ricco del mondo. Nell’Italia, di mandato un robot su Marte. E il computer ha solito fanalino di coda nelle classifiche di ogni tipo, fa mutato il nostro modo di vivere. Cosa è cambiato eccezione questo particolare primato. Senza timore di 4 smentite si può affermare che l’Ente Nazionale Circhi sia un caso unico al mondo. In merito ai rapporti con le istituzioni centrali, il 21 aprile 1968 la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana pubblicava la legge numero 337. Da questo momento in avanti si susseguono una serie di “conquiste” importantissime dal punto di vista normativo. E oggi? Palmiri ha ricordato come il nuovo Ministro Francesco Rutelli si sia presentato con ottimi intenti, integrando subito 50 milioni di euro al FUS e promettendo di continuare in questa direzione negli anni a venire. L’Ente ha instaurato ottimi rapporti con il vice sindaco di Roma Monica Cirinnà (attiva animalista) e sta tentando di fare lo stesso con il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Più in generale quando un Dicastero deve emanare un provvedimento che in qualche modo riguarda il settore, non manca di interpellare l’Associazione, come fanno i principali Comuni italiani. Per capire in quale conto sia tenuta dagli organismi centrali basti ricordare che di recente l’Ente Nazionale Circhi è stato autorizzata a rilasciare le dichiarazioni di qualifica richieste dal Ministero del lavoro per gli artisti stranieri. Ma lo spirito di Palmiri resta liberale e meritocratico. Se uno spettacolo piace al pubblico lo stato deve agevolare piuttosto che sostenere. Invece dei contributi propugna una politica di sgravi fiscali e di agevolazioni. Come riduzioni sul costo del carburante, dell’energia elettrica, delle aree pubbliche. Ha ottenuto il rimborso degli oneri previdenziali (di Enpals, Inps e Inail), partendo dal 30% per arrivare sino al 75%, prossimo obbiettivo il 90%. E l’Enc ha ottenuto di cambiare più volte la metodologia di attribuzione dei contributi, segnalando di volta in volta modifiche al passo con i tempi e col mutare del “Novità importante è una più convinta adesione all’ECA, l’Associazione Europea dei Circhi”. panorama. Anche col rischio di lacerazioni interne, come nel caso del famigerato “rinnovo attrezzature”. Non ha mancato di prendere delle posizioni difficili come la battaglia per l’esonero dall’obbligo del registratore di cassa. Prossimo importante obbiettivo, la redazione e la stipula di un contratto nazionale dei lavoratori che permetterà, oltre alla tutela dei diritti del personale, anche un migliore controllo delle pratiche di assunzione. Un momento dell Assemblea che si tenuta presso l Agis 5 Insomma, mezzo secolo i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti e l’attività dell’associazione di categoria è stata un tutt’uno con quella del presidente. Che pare godere di gran stima anche presso alti livelli della Repubblica, visto che ha di recente ricevuto il titolo di Grand Ufficiale e le onorificenze gli sono state date dal consigliere anziano Enis Togni durante l’assemblea. Fabio Montico “Le cariche sociali sono state confermate con poche eccezioni, fra le quali la presenza di Fabio Montico, fra i responsabili del successo del Festival del Circo di Latina” In quanto all’assemblea, si è trattato di una tra le più tranquille di sempre. Il dibattito si è limitato al riscontro dell’esigenza di riscrivere le regole di alternanza dei complessi nelle piazze. A tale riguardo, il regolamento interno dell’Enc risale a 15 anni or sono, come segnalato dallo stesso Palmiri. Nel frattempo il numero dei complessi attivi è quasi raddoppiato e di conseguenza sono mutate le problematiche. Per questo verrà formata una commissione che presenterà poi al Consiglio la proposta di un nuovo regolamento. Novità importante è una più convinta adesione all’ECA, l’Associazione Europea dei Circhi. La presidenza dell’ente continentale è stata assunta da Urs Pils e ci sono ora tutti i presupposti affinché possa farsi sentire in Europa. Uno dei primi passi di Pils è la formazione di un consiglio direttivo forte, del quale è stato invitato a far parte anche lo stesso Palmiri. In merito ai conti, il bilancio consuntivo del 2006 è tornato in attivo e il preventivo 2007, pur con metodi prudenziali, indica già un pareggio. Si trattava di un’assemblea elettiva, ma dopo un inizio del genere il risultato delle elezioni pareva scontato. Le cariche sociali sono state confermate con poche eccezioni, fra le quali la presenza di Fabio Montico, fra i responsabili del successo del Festival del Circo di Latina, che diventa il più giovane consigliere di questa tornata. Al termine della propria relazione Palmiri aveva detto: “Il merito maggiore dei buoni risultati è vostro. Se non mi aveste seguito ed appoggiato non avremmo raggiunto nessun obbiettivo. Oggi vi confermo che finché avrò salute, fiducia e la vostra stima, sarò qui per aiutarvi.” C’è da credere che sarà ancora per lungo tempo. I NUOVI ORGANI DIRETTIVI DELL’ENC: Consiglio direttivo: Presidente Egidio Palmiri, vice presidente Antonio Buccioni, consiglieri: Enis Togni, Elio Casartelli, Walter Nones, Fabio Montico, Nevio Errani, Mike Togni, Pietro Coda Prim. Consiglio di presidenza: Enis Togni, Elio Casartelli, Walter Nones, Mike Togni. Revisori dei conti: Luciano Giarola, Giorgio Montico, Eugenio Busnelli. Desidero ringraziare di cuore tutti gli associati per il modo in cui si è svolta la nostra assemblea generale. il rispetto, la collaborazione, lo spirito di amicizia e la fattiva partecipazione alle varie fasi dei lavori, sono per me motivo di profonda riconoscenza. Egidio Palmiri 6 Il Circo a La Fenice Torna un’antica tradizione di Alessandro Serena Mario Luraschi in platea a La Fenice (Le foto a colori sono di Michele Crosera) Luraschi e Snegina Medaeva gruppo olandese I Frappanti con Carla van der Steen in una romantica acrobazia con sedie, così come il gioco con le bolle dell’olandese Arno e il percussionista Paul van der Heijden forse un po’ penalizzato dall’aria condizionata della sala. Ma la vera protagonista, definita “étoile del balletto” dai giornalisti presenti in sala, è stata Snegina Nedaeva che prima in coppia con Luraschi e nella seconda parte con un numero aereo ai tessuti, ha confermato un talento artistico straordinario. La serata è stata magistralmente condotta da Bob R. White nel ruolo di presentatore-affabulatore. Molti i personaggi che hanno animato le sale di ingresso e Apollinee del teatro, per lo più appartenenti alla celeberrima compagnia de calza “I Antichi” che, come nel loro motto, hanno saputo “divertire divertendosi”. Il successo della serata, confermata da tutti i media presenti, anche internazionali, fa ben sperare, dopo la rinascita, in una lunga vita di questo gran ballo mascherato che contribuisce al prestigio all’arte circense. EVENTI Mario Luraschi, in sella al suo stallone spagnolo, ha attraversato la platea del Teatro La Fenice per poi salire sul palco e dare inizio ad un poetico pas des deux con la ballerina-acrobata Snegina Nedaeva. Un inizio entusiasmante dello spettacolo circense ideato e diretto da Roberto Bianchin e Antonio Giarola che ha costituito il cuore del Ballo della Cavalchina, l’evento più esclusivo e sfarzoso di quest’ultimo carnevale di Venezia. Famosissima nell'Ottocento, celebrata da pittori, poeti e scrittori, e ripresa una sola volta dalla Fenice in tempi moderni, all'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso quando segnò la resurrezione del Carnevale veneziano, la Gran Cavalchina del 2007, la prima del nuovo secolo, ha fatto rivivere per una sera il fascino e l'atmosfera del passato con un’orchestra di quaranta elementi, quasi cinquanta artisti e oltre cinquecento ospiti per lo più in costume. Bianchin e Giarola, esperti in produzioni legate al carnevale veneziano, hanno creato un cast di ottimo livello che ha intrattenuto gli ospiti con animazioni ed un vero e proprio spettacolo in due tempi sul palco. Tra i principali artisti, oltre alla straordinaria performance di Mario Luraschi che segnerà la storia della Fenice, vanno ricordati gli interventi di David Larible (arrivato appositamente da Las Vegas), dei Pellegrini Brothers e i Los Manducas. Meno famosi ma di alto livello anche gli interventi della contorsionista mongola Assiya che si è esibita “senza veli” con una coreografia appositamente preparata per l’occasione sulla celebre aria “Ombra mai fu” dal Serse di Georg F. Händel. Così come il duo Pekino con un lavoro di equilibrio con candele e l’accompagnamento dal vivo della soprano Cristina Pastorello che ha interpretato un’aria dell’opera La Wally di Catalani. Interessante e utile nella preparazione dei vari attrezzi, anche l’intervento del 9 Romualdo Simili al Medrano (foto di Gianluigi Di Napoli) ritratti Sfoglio, per caaccolto i milaso, il numero di nesi il circo che Circo datato aveva piantato le di Ruggero Leonardi novembre 1981 e tende per Natale subito ho un susdopo un autunno sulto. Alle pagg. 30 – egemonizzato dai 34 Giovanni Sanquirico successi del Medrano. Ma propone ai lettori un quiz fotoil circo era quello di Cesare Togni grafico: “Sapete riconoscere l’augusto di e l’entusiasmo per l’arte circense con il serata ritratto in queste immagini?” La prendo come una loro arrivo non scemò per nulla, anzi. Me ne diede la provocazione che giunge con 26 anni di ritardo. Figuriamoci spiegazione il mio direttore a Oggi, Vittorio Buttafava, non se non mi ricordo di quel mascherone con sorriso che esperto di circo ma cronista di teatro di squisita sensibilità. tagliava la faccia in due, di quell’immenso posteriore che C’era tanta giovinezza in quello spettacolo, giovinezza non si aggirava sulla pista con le movenze di una chioccia. come puro dato anagrafico ma come metafora della gioia Devo a Romualdo Simili una riflessione sulla complessità d’essere circo. L’esempio lo fornivano i figli di Cesare con dei fattori che possono giocare sulla buona riuscita di uno la loro allegria del saltare: Italo fenomenale nella battuta spettacolo di circo. Anche un clown che non è Grock e all’americana, Alex capace di tripla piroetta, Elvio che si non è Charlie Rivels può rivelarsi elemento prezioso faceva fiondare a colpi di zampa da una elefantessa dalla se “clown giusto nella compagine giusta”. Mi bascula alla testa di un’altra elefantessa, Viviana reginetta riferisco alla memorabile stagione in cui Leonida a cavallo. Casartelli aveva portato a Milano un Medrano E Romualdo? Dentro a capofitto in questo “mare magnum” in cui non solo c’erano gli Sforzi, i Larible, i Bello, di giovinezza incurante dei dislivelli dell’età. Che gioiello, i Romanus ma anche i Caroli che tornavano in per esempio, l’entrata comica del dentista, con Romualdo Italia dopo tanti anni di permanenza all’estero. cavadenti e alcuni giovani attorno a lui a fargli da assistenti. C’era da tremare al pensiero di come avrebbero Il paziente di turno, che non ha nessuna voglia di essere 10 paziente, viene adagiato su una poltrona. Quattro giovanotti con faccia colorata e camice bianco lo tengono fermo. Romualdo, che ha in mano una tenaglia smisurata, prende la rincorsa dal bordo della pista perché l’operazione abbia più “slancio”. Quando il paziente si trova davanti la tenaglia, urla, scalcia e si dibatte. Ne nasce una mischia generale, in cui il paziente va sopra e il dentista finisce sotto. Qualche arnese vola via, Romualdo vola via e tutti si buttano a far confusione ai bordi della pista, qualche volta anche fra le gambe di qualche spettatore (meglio se spettatrice). Sono spinte, ruzzoloni, ognuno recita a soggetto e se lo spettatore non capisce, nemmeno adesso, che cosa si intende per spirito di circo, perde la grande occasione della sua vita e qui lo salutiamo. Il paziente è ormai a terra esanime. Due infermieri lo caricano su una barella e poi se ne vanno senza paziente perché la tela della barella è rimasta sotto il suo corpo e loro hanno in mano solo le stanghe. Il poveraccio deve alzarsi e correre dietro ai barellieri, con inciampiconi di ogni genere, augurandosi che un dentista come Romualdo non gli capiti più. Romualdo Simili aveva stipulato con il tempo un rapporto tutto suo. Dei Simili già fa menzione Alessandro Cervellati in “Questa sera grande spettacolo” parlando di una famiglia di pertichisti. E con l’arte della pertica, assai ben custodita dalle sorelle maggiori, aveva fatto esperienza anche Romualdo, figlio di circo senza discussioni anche perché sua madre era una Caroli. Purtroppo apparteneva alla generazione destinata ad arruolarsi nell’esercito per partecipare alla Seconda Guerra Mondiale e non si può certo dire che a lui la sorte avesse fatto sconti: fronte francese, raccontava, poi fronte jugoslavo, e infine fronte russo. Un bel carico di guerra preso sulle spalle per intero, con il non trascurabile privilegio, tuttavia, di esserne uscito vivo a differenza di tanti commilitoni. Nel dopoguerra aveva stretto un rapporto con Ugo Togni che non si sarebbe mai più sciolto. Ma importante, ovviamente, era stata anche la successiva esperienza americana. Si può anzi dire che il Romualdo come noi l’abbiamo conosciuto nasce lì. Se qualcuno vuol prendersi il gusto di sfogliare un album dei clown americani anni ’50 non può non sobbalzare davanti al faccione di uno dei più famosi e dire: “Ma questo è Romualdo!” No, questo è Lou Jacobs, ma la somiglianza non è casuale. Romualdo laggiù si era innamorato della clownerie americana ricca di illustri esponenti e l’aveva fatta sua. La faccia manipolata così da costituire una maschera con tutti i richiami della tradizione clownesca, La troupe Simili (foto archivio Cedac) ritratti ”Anche un clown che non è Grock e non è Charlie Rivels può rivelarsi elemento prezioso se “clown giusto nella compagine giusta”. 11 “Romualdo laggiù si era innamorato della clownerie americana ricca di illustri esponenti e l’aveva fatta sua. La faccia manipolata così da costituire una maschera con tutti i richiami della tradizione clownesca, il corpo addobbato di marchingegni così da consentirgli di essere sempre vero e sempre finto in ogni suo gesto”. ritratti il corpo addobbato di marchingegni così da consentirgli di essere sempre vero e sempre finto in ogni suo gesto. Certo doveva anche a questo travestimento la popolarità cui doveva la sua longevità in pista. Ricordo i bellissimi ritratti di Dario Berisso, che era riuscito a smascherare un certo quale tocco di voglia bambina dietro la fissità del grande trucco. Ricordo il dipinto di lui accanto a un’ara macao, faccione rosso in concorrenza con il pappagallo, eseguito da Ivan Berlendis e pubblicato sulla copertina del numero di marzo 1978 di Circo. Ricordo quando raccontava di Federico Fellini, che a lungo si era intrattenuto con lui per parlare della sua maschera, dei suoi trucchi, da cui era rimasto affascinato. Ecco, è lì che Romualdo aveva sigillato il suo patto con il tempo, recuperando gli anni che gli erano stati sottratti quando avrebbe potuto fare tanto buon circo anziché la guerra. Lì, in quell’enorme viluppo in cui si rifugiava durante lo spettacolo e per muoversi in mezzo ai ventenni dimentico di averne 50 di più. Ho in mente una sera al termine di uno spettacolo, quando più non aveva un ruolo ma poteva, con tutto il suo armamentario di clown, presentarsi al pubblico nel gran finale per salutare bambini di ogni età. “Questo ancora me lo concedono”, mi disse con un sospiro: ma era chiaro che, fosse stato per lui, non avrebbe esitato a impugnare di nuovo le spropositate tenaglie del dentista e a buttarsi nella mischia. 12 Concludo con un piccolo flash familiare. Quella sera al circo di Cesare Togni si era concluso lo spettacolo ma era iniziata una di quelle sue feste di cui ho vivo il ricordo. Claudio, il più piccolo dei miei tre figli, si era addormentato ai bordi della pista e Cesare lo aveva ricoperto con il suo mantello. Si risvegliò d’improvviso e io temevo che si mettesse a piangere. Ma sul suo volto era chino il faccione di Romualdo e allora sorrise, come altre volte aveva sorriso quando il clown, porgendogli la mano, aveva illuminato il suo naso rosso. Ben lontani dall’addormentarsi, invece, gli altri miei figli: Marco, pure lui gratificato dal naso rosso, e Marzia che invece, essendo fanciulla, faceva battere il cuore elettrico del clown. Claudio è oggi giornalista professionista come suo padre, Marco è sanitario della Protezione Civile e Marzia animatrice di spettacoli per bambini e anziani. Ma a tutti e tre, quando nomino Romualdo, spunta il sorriso anche se in quel momento hanno ben altro per la testa. Lou Jacobs, il clown a cui si ispir Simili f) incentivare la circuitazione e la diffusione dell’attività circense; di Nerea Colonnelli g) favorire il rinnovo degli impianti, macchinari, attrezzature e beni strumentali; Pubblichiamo ampi stralci dell intervento pronunciato da h) attuare il riequilibrio territoriale, favorendo le iniziative Nerea Colonnelli, Dirigente del Servizio Danza, Circhi e realizzate nelle aree meno servite; Spettacolo viaggiante - Direzione Generale Spettacolo dal i) sostenere la promozione internazionale della tradizione Vivo - del Ministero per i Beni e leAttivit Culturali,in occasione circense italiana all’estero. del V Simposio dell Eca. L incontro si svolto a Monte Carlo La legge del 1968 prevedeva il rilascio di un’autorizzazione il 19 gennaio scorso e la Dirigente ha portato il saluto del ministeriale per l’esercizio dell’attività circense, che veniva Ministro Francesco Rutelli e del Direttore Generale dello rilasciata in presenza di determinati requisiti tecnicoSpettacolo dal Vivo dr. Salvatore Nastasi. professionali. Nel 1998 è stata eliminata creando difficoltà per i Comuni che dovevano rilasciare le licenze di occupazione Nell’illustrare un breve excursus storico sulla normativa che di suolo pubblico, in quanto nell’autorizzazione ministeriale regola l’attività circense, occorre ricordare che, dopo l’abro- era indicata la categoria di appartenenza del circo individuata gazione per referendum popolare, del Ministero del Turismo sulla base del numero dei posti e dei dipendenti. In mancanza e Spettacolo, a partire dal 1998 la materia dello spettacolo della indicazione della categoria il Comune può avere problemi è entrata nelle competenze del Ministero per i Beni e le Attività ad autorizzare il circo idoneo alla grandezza della città. Culturali. Lo spettacolo ottiene dunque l’ufficiale riconoscimento Con la legge del 1968 vengono introdotte le prime tipologie di attività culturale. Tra le Attività Culturali del Ministero sono di sostegno economico al settore. compresi i vari settori dello spettacolo, Cinema, Musica, Prosa, Il primo contributo statale a favore dei circhi equestri è quello Danza, Attività circensi e spettacolo viaggiante. Per esigenze a titolo di concorso nelle spese per la ricostituzione degli di organizzazione amministrativa l’Ufficio Attività circensi e di impianti distrutti o danneggiati per effetto di eventi fortuiti, spettacolo viaggiante nel 2005 è stato unificato all’Ufficio quali gli eventi naturali e climatici (nevicate, nubifragi, ecc.). Danza, con il quale presenta elementi di affinità artistica. La stessa legge prevede contributi anche per difficoltà di La prima legge di riferimento del settore circhi, per la cui gestione dell’impresa circense, ai quali si fa poco ricorso per approvazione molto si adoperò Egidio Palmiri attraverso l’AGIS, la difficoltà di esibire documentazione contabile idonea a è la legge n° 337 del 1968, che seguì gli inquadramenti dimostrare la difficoltà economica. legislativi del cinema con la legge del 1965 e della musica Un importante nuovo riconoscimento statale al settore si ha con la legge del 1967. nel 1980 quando vengono previsti contributi per l’acquisto E’ una legge importante che ha riconosciuto al circo dignità di nuovi impianti, macchinari ed attrezzature, tra cui gli di spettacolo artistico alla pari della musica, della prosa e chapiteaux ed anche le carovane-abitazione. della danza. Al circo è stata inoltre assegnata dallo Stato una Nel 1982 viene compiuto un ulteriore passo avanti nel “funzione sociale”, cioè è stato riconosciuto che con i suoi riconoscimento della dignità artistica del circo, con l’introduzione valori di sano divertimento, l’arte circense può concorrere alla di contributi per la realizzazione di spettacoli circensi, così formazione etica e culturale dei giovani e della società. come già da tempo avveniva per i settori musica e prosa. Nella stessa legge viene enunciato il principio che “lo Stato La stessa legge introduce contributi per la strutturazione di sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore”. La normativa attualmente vigente, il D.M. 21 dicembre 2005 enuncia gli obiettivi che lo Stato si pone nel suo intervento finanziario: a) favorire la qualità artistica e il costante rinnovamento dell’offerta dello spettacolo circense italiano e consentire ad un pubblico sempre più ampio, con particolare riguardo alle nuove generazioni ed alle categorie meno favorite, di accedere alla cultura circense; b) promuovere nella produzione dello spettacolo circense la qualità, l’innovazione, la ricerca, la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi stili, anche favorendo il ricambio generazionale; c) agevolare la valorizzazione della tradizione italiana ed europea; d) sostenere la funzione sociale, ricreativa e pedagogica dell’attività circense; e) sostenere la formazione e tutelare le professionalità in Nerea Colonnelli campo artistico, tecnico ed organizzativo; Lo Stato e il Circo in Italia 13 Alcuni relatori al Simposio dell ECA 14 un centro di eccellenza per la formazione artistica circense, a livello dell’Accademia Nazionale di Danza e dell’Accademia “Silvio D’Amico” per la prosa. Lo stesso CEDAC, Centro di documentazioni delle arti circensi, che ho avuto modo di visitare personalmente, così come l’Accademia, è un completo, efficiente e professionale Archivio della memoria storica del circo. La legge del 1985 ha introdotto i contributi per le tournée all’estero, che vengono calcolati in prevalenza sulle spese di viaggio e trasporto, tenendo anche conto delle dimensioni del circo, del numero di dipendenti e degli oneri previdenziali. I paesi europei più visitati sono Francia, Grecia, Spagna, Slovenia e Belgio. I contributi per gli spettacoli circensi in Italia vengono assegnati sulla base della determinazione di alcuni dati quantitativi (una percentuale degli oneri sociali e quote a rappresentazione differenziate in relazione alle dimensioni dell’impresa circense). Sono inoltre previsti incentivi se il 50% delle rappresentazioni è effettuato in Comuni compresi nelle Regioni dell’obiettivo 1 come definito nel Regolamento dell’U.E. Oltre che dalla parte quantitativa, il contributo è determinato dalla valutazione qualitativa, effettuata da una Commissione consultiva per i circhi composta da esperti del settore istituita presso il Ministero, che esprime un parere sulla validità artistica del progetto prendendo in esame vari elementi. Tale valutazione qualitativa può determinare la variazione in aumento o in diminuzione fino al 50% dell’ammontare dei costi ammessi per la determinazione della parte quantitativa. Sotto il profilo della gestione amministrativa del settore circense, devo riconoscere che negli ultimi anni la capacità organizzativa, gestionale e di rapportarsi con gli Uffici amministrativi, degli esercenti circensi è molto cresciuta e l’Ufficio cerca di venire incontro alle difficoltà operative di una categoria che svolge un lavoro itinerante. Dal 2006, nell’ottica di un progetto di snellimento e semplificazione dell’attività amministrativa, è stato introdotto il sistema on-line di presentazione delle domande di contributo, che dopo un’iniziale difficoltà, DIBATTITI aree attrezzate per l’esercizio di attività circense. A quest’ultimo tipo di contributo hanno fatto ricorso in realtà pochi soggetti. Infatti il problema principale per i Comuni (che pure potrebbero richiedere tale contributo) non è quello finanziario di attrezzare le aree, ma quello di individuare le aree da destinare ad attività circense, che la legge del 1968 poneva come obbligo annuale per i Comuni ma che di fatto è stata poi raramente attuata e questo è uno dei principali ostacoli in Italia per gli imprenditori circensi. Con la legge 30 aprile 1985 n° 163 viene istituito il Fondo Unico per lo Spettacolo, che dà stabilità finanziaria allo spettacolo ed è finanziato annualmente con la legge di Bilancio dello Stato. Il circo ottiene la sua definitiva consacrazione a spettacolo d’arte, meritevole del sostegno statale, con la previsione che una quota del Fondo Unico dello Spettacolo, sia destinata al settore circense e dello spettacolo viaggiante. In verità si tratta di un’aliquota molto bassa, circa l’1,5% dell’intero Fondo, che varia di anno in anno in relazione allo stanziamento del Bilancio dello Stato, e che negli ultimi anni ha subito notevoli riduzioni. Per il 2007 il FUS è stato reintegrato ai livelli degli anni precedenti, così le risorse destinate complessivamente al circo ed allo spettacolo viaggiante sono passate dagli oltre 8 milioni di euro del 2004 ai circa 6 milioni del 2006. Ogni anno più della metà (in media circa 4 milioni e 500 mila euro) viene destinata alle esigenze dei circhi. Del fondo destinato ai circhi le risorse finanziarie più consistenti vengono finalizzate all’attività circense in Italia. Va evidenziato che le richieste di contributo per acquisto possono essere presentate ogni 3 anni, requisito che determina un contenimento della spesa annuale per l’acquisto di impianti. Un’altra voce importante degli interventi statali a favore del circo è quella per le iniziative promozionali ed educative che concorrono allo sviluppo del settore. Per il 2006 sono stati assegnati a tale titolo oltre 800.000 euro per Festival, pubblicazioni editoriali ed iniziative di formazione quali l’Accademia del Circo di Verona, considerata nazionale, la promozione di fondi di garanzia per l’accesso al credito. Un articolo specifico è riservato agli ausili finanziari indiretti (interventi fiscali) a sostegno dell’economia dello spettacolo dal vivo. L’art. 12 della proposta di legge quadro per lo spettacolo dal vivo disciplina specificatamente il settore circhi, spettacolo viaggiante, artisti di strada e spettacolo popolare. In esso si legge “La Repubblica promuove la tutela della tradizione circense, degli spettacoli viaggianti, degli artisti di strada e dello spettacolo popolare, di cui riconosce il valore sociale e culturale”. La Repubblica tutela e valorizza queste attività di spettacolo nelle diverse tradizioni ed esperienze e ne sostiene lo sviluppo attraverso: - la produzione di spettacoli di significativo valore artistico e impegno organizzativo, realizzati da un complesso organizzato di artisti, con un itinerario geografico che valorizzi l’incontro tra domanda ed offerta, anche con particolare riguardo alle aree del Paese meno servite, in un’ottica di equilibrio, omogeneità e pari opportunità per la collettività nella fruizione di un servizio culturale; - iniziative promozionali, quali festival nazionali e internazionali e attività editoriali; - iniziative di consolidamento e sviluppo dell’arte di strada e della tradizione circense e popolare mediante un’opera di assistenza, formazione, addestramento e aggiornamento professionale; - la diffusione della presenza delle attività circensi all’estero; - il parziale risarcimento di danni conseguenti ad eventi fortuiti occorsi in Italia e all’estero; - l’acquisto di nuovi impianti, macchinari, attrezzature e beni strumentali; - la ristrutturazione di aree attrezzate. Un altro importante punto della proposta di riforma normativa è la previsione per i Comuni dell’obbligo di predisporre periodicamente l’elenco delle aree disponibili ad ospitare tali attività e di regolamentare le concessioni stesse. Questa riforma normativa, unitamente alla previsione di sgravi fiscali e di contributi a vario titolo per l’attività circense, potrebbe contribuire sostanzialmente al definitivo riconoscimento dello spettacolo circense quale arte da tutelare come patrimonio culturale della nazione e da sostenere nel suo concreto svolgimento. DIBATTITI dovrebbe facilitare gli adempimenti burocratici degli utenti. Nonostante la concessione dei contributi di vario tipo per le distinte finalità, non sembra che l’intervento finanziario dello Stato a favore del circo abbia risolto i problemi operativi della categoria. Spesso sentiamo i circensi riferire che rinuncerebbero ai contributi statali in cambio di maggiori facilitazioni per lo svolgimento della loro attività, quali la disponibilità di aree attrezzate non periferiche, agevolazioni fiscali. Le leggi vigenti, in particolare la n° 337 del 1968, che pure al momento della sua approvazione era all’avanguardia, sembrano non essere più in linea con i tempi e idonee a rispondere alle esigenze lavorative di questo importante settore dello spettacolo quale è considerato il circo e ad allontanare i rischi di crisi. Così dopo varie proposte di legge presentate in Parlamento negli anni passati, che prevedevano la separazione del settore circense dallo spettacolo viaggiante, c’è attualmente una proposta di legge di riforma organica di tutto lo spettacolo dal vivo, che contiene i principi generali della disciplina del teatro, musica, danza, circhi e spettacolo viaggiante. Infatti con la riforma del Titolo V della Costituzione introdotta dalla legge costituzionale del 2001 n° 3, è stata attribuita alla potestà legislativa delle regioni la materia dell’organizzazione delle attività culturali, per cui si rende necessario adeguare le politiche pubbliche in favore dello spettacolo dal vivo a tutela dell’interesse socio culturale della collettività. La proposta della legge quadro che contiene i principi generali per la disciplina dello spettacolo, è ispirata al principio della legislazione concorrente Stato-Regioni, necessario per garantire una visione unitaria della cultura e capace di valorizzare lo spettacolo italiano e quel patrimonio di tradizioni regionali e locali sempre più fondamentale nell’era della integrazione e della globalizzazione dei popoli e delle nazioni, onde evitare il rischio della perdita della propria identità. La proposta di legge riconosce lo spettacolo dal vivo, nel quale è compreso il circo, lo spettacolo viaggiante e popolare, quale componente fondamentale del patrimonio artistico e culturale del Paese. Il primo obiettivo da perseguire è quello della definizione di un programma per la presenza omogenea e diffusa dello spettacolo dal vivo su tutto il territorio al fine di favorire l’affermazione dell’identità culturale nazionale e regionale, salvaguardandone il valore sociale e formativo della collettività. Nella legge quadro di riforma dello spettacolo spetta alla Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni definire, fra le altre cose, gli indirizzi generali per il sostegno dello spettacolo dal vivo, secondo principi di qualità, progettualità, imprenditorialità ed economicità. La proposta di legge prevede per le Regioni la promozione nelle scuole dell’insegnamento della storia dello spettacolo (musica, teatro, danza e tradizione circense), la tutela del patrimonio dello spettacolo dal vivo attraverso progetti di catalogazione e di conservazione audiovisiva in rete con l’archivio 15 Le anime del clown I Fratellini I clown organici di Massimo Locuratolo Foto tratta da: Trois clown légendaires. Les Fratellini, di M. Serrault e P. R. Levy Formatosi nel 1909, il trio dei clown Fran ois, Paul e Albert Fratellini ha rappresentato per una trentina d anni la maggiore attrazione comica del circo europeo, raggiungendo una fama pari a quella di Grock nel Music-Hall. Solo mezzo secolo dopo la prima apparizione assoluta dell Augusto,attribuita per convenzione aTom Belling,Albert Fratellini ebbe il merito di portare alla perfezione carattere e aspetto del personaggio. Con lui l archetipo del paesano balordo, invadente e sprovveduto vessato dal Clown si era trasformato in quello del ridicolo furbastro in grado di voltare le situazioni a suo favore, e di vendicarsi. Albert irrompeva in pista per scombinare quanto Fran ois il Clown e Paul il Controaugusto avevano gi impostato,portando la stravaganza nella loro vita, il demenziale e la frenesia nella fantasiosa atmosfera che avevano precedentemente creato per il pubblico. Lo faceva attraverso l accumulazione di colori sul volto e l utilizzo di accessori strampalati, e con l esagerazione dei dettagli. Se Grock utilizzava un trucco che permetteva di leggere le espressioni del volto — una scelta fondamentale, questa, dato che Wettach giocava molto sulle smorfie e sulle deformazioni facciali per ottenere gli effetti comici - Albert Fratellini nascondeva invece le sue caratteristiche somatiche sotto un trucco molto elaborato, che ne celava le fattezze come una maschera. Una volta ritiratosi dalla pista,Albert ha scritto Nous,les Fratellini (Grasset,1955),in cui ripercorre i percorsi del trio. Di seguito, nella traduzione di Massimo Locuratolo, alcuni brani da cui emerge il genere di lavoro compiuto per dare forma a una poetica e a dei meccanismi scenici che avrebbero fatto scuola. questa, ma… tanto peggio! Mi sento a disagio col mio volto quotidiano, dato che il mio vero personaggio è quello che avete visto in pista. Nell’applicarmi nella creazione di una maschera non ho fatto che accentuare i miei tratti veri, dove il buonumore, la gaiezza e la stessa scapestrataggine predominano. Non avevo niente da nascondere: essendo il mio mestiere far ridere, credo che la prima virtù di un clown sia innanzitutto amare ridere, sentirsi bene nella vita e apprezzarne ogni gioia. Alla conquista del pubblico La buffoneria è un dono di natura: è una certa maniera di vedere le cose dal lato comico direttamente accessibile al pubblico nel suo insieme, e rivelarlo attraverso mezzi che a qualcuno potrebbero sembrare grossolani ma che, se trattati finemente per chi ama gustare con aria da intenditore le sottigliezze, non scatterebbero all’istante. Tra certi clown parlanti (quelli che cercano di distillare goccia a goccia una comicità che invece nasce da una visione grottesca, di cui loro hanno stravolto il linguaggio) e me, c’è la stessa differenza tra una foto posata, che non rappresenta altro che un personaggio irrigidito, e una foto scattata invece a velocità ridottissima. Non ho mai preteso la sottigliezza. Un diavolo che esce da una scatola non ne ha. Innanzitutto sorprende – e poi innesca un’esplosione di risate. Si fa ridere senza preparazione preliminare, senza trucco, istantaneamente. E mantenere questo stato di riso, infallibilmente, fino all’uscita di pista, è ciò che ho voluto: credo di esserci riuscito. Non da solo, comunque. I miei fratelli, con mezzi diversi, e per gradi successivi clown La preparazione della maschera di Alber t Il mio trucco era particolarmente lungo, durava almeno un’ora. Innanzitutto applicavo del fondotinta più o meno evidente su tutto il viso, a seconda dell’illuminazione della sala. Poi, in certe zone attorno alla bocca e agli occhi, bisognava cancellarlo, per far si che il bianco e il rosso potessero essere ben applicati. Passavo quindi del sapone sulle sopracciglia, per incollarle. A questo punto indossavo una delle mie parrucche. Fatto ciò, iniziava il vero trucco, che consisteva nel disegnare in nero sulla pelle e sulla fronte della parrucca i due archi delle false sopracciglia, che eseguivo con tratti di identica dimensione. Le labbra, esageratamente allungate, erano eseguite in nero e vermiglio. Infine mi asciugavo il volto per attenuare la brillantezza del fard, prima di passarvi uno strato di cipria. Non mi restava che scegliere nella mia collezione di nasi rossi in cartone quello che mi serviva, e fissarlo alle orecchie con due cordicelle. Tuttavia, quando esamino il mio trucco degli inizi, mi accorgo che manca qualche cosa. Il naso a patata non c’era e la linea delle mie false sopracciglia, ad ali di farfalla, mi allungava il viso. La bocca non era abbastanza rossa e non avevo per nulla l’aria dell’allegro ubriacone che avrei adottato in seguito. In cima al cranio avevo una calotta da rabbino e le aree bianche che circondavano la bocca non si riunivano: si sarebbe detto che avevo baffi e barba come un vecchio. Il sorriso sembrava un po’ forzato e il tocco finale definitivo dell’artista ancora non c’era. Però in questo schema c’era in potenza la maschera comica che avrebbe contribuito in buona parte alla gloria dei Fratellini. Forse è meglio non dire cose come 17 Albert, Francois e Paul che però alla fine facevano sempre capo ad Albert Fratellini, a me, vi riuscivano ugualmente con maestria, dal momento che possedevano quei tesori inestimabili che si chiamano gaiezza e invenzione comica – una gaiezza che rappresentava oro colato per coloro che lo venivano ad attingere da noi e che, cosa rara credetemi, era accessibile a tutti, a tutte le classi sociali, al vecchio insensibile come al bambino. Per noi era un gioco deridere i più recalcitranti e non tolleravamo che tra il pubblico il divertimento non fosse unanime. Pensate forse che, presi dall’atmosfera delle nostre “entrée”, le vostre reazioni ci sfuggissero? Vi sbagliate. François e Paul mi segnalavano discretamente lo spettatore che continuava a leggere il suo giornale o che sbadigliava ostentatamente. Questi atteggiamenti ci mortificavano profondamente e ci facevano pensare che qualcosa, nel numero, non funzionava; di conseguenza dovevamo modificarla. Una sera, al Medrano, ho sentito un signore dall’aria severa che indicandomi diceva: “Non è sicuramente quello là che mi farà ridere!” Ebbene, toccato nel vivo, non ho lavorato che per lui, sorvegliando le minime reazioni e andando alla grande. Nell’arco di un quarto d’ora il suo viso si illuminò e il riso sgorgò. Prima di lasciare la pista gli posi una mano sulla spalla e dissi: “Vi ho catturato!” Lui convenne. E’ stato al circo Busch che ottenemmo un vero trionfo con la famosa entrée dei Pompieri, che fu in seguito uno dei numeri di base dei Fratellini. Certo, non la presentavamo come al Medrano. Ma va detto che nel nostro mestiere niente è assolutamente prefissato, e che l’improvvisazione quotidiana, i ritocchi, le rifiniture se si vuole, vengono compiuti ogni istante. Il pubblico di Amburgo, Copenhagen, Lisbona o di Parigi non 18 è sensibile ai medesimi effetti, e il sabato sera, da Medrano, sebbene cambiassimo ogni giorno programma, facevamo attenzione a non presentare le stesse entrée del venerdì, riservato agli intellettuali e alla gente di mondo, che non concepiscono lo stesso registro comico del pubblico popolare. Allo stesso modo, i bambini hanno una visione ancora diversa. Abbiamo dovuto rinunciare a certe fantasie macabre, costatando che le loro reazioni erano opposte a quanto ci aspettavamo. Non bisogna credere, d’altronde, che la semplice vista dei clown basti a divertire i piccoli, suscitandone le risate. La grotta dei miracoli Per penetrare nel nostro camerino non c’erano lunghi corridoi da attraversare; dopo qualche gradino scivoloso vi trovavate sotto le gradinate del circo in una stanza stretta, alta, ingombra di oggetti come un negozio di cose usate. I visitatori ci lasciavano poco posto, dentro questa foresta di costumi ammucchiati ovunque, di innumerevoli accessori, di ciotole col trucco, di fotografie, ritratti, ritagli di giornale, di souvenir di ogni tipo. Ma, per ingombro che questo sottoscala fosse, non conteneva tuttavia che una piccola parte dei nostri strumenti di lavoro. Coloro che sono scesi nell’antro del Medrano ricordano, senza dubbio, quello strano magazzino in cui stavano tutti gli oggetti truccati. La nostra attrezzeria si andava sempre più ammucchiando, perché il nostro repertorio superava le centottanta entrée; avevamo inaugurato al Medrano un ritmo di lavoro che ben pochi clown si erano imposti. Ci tenevamo infatti a presentare ogni sera numeri differenti – e non li sceglievamo seguendo le nostre fantasie, ma secondo i pubblici che dovevamo affrontare: gli intellettuali non avrebbero apprezzato le buffonerie, le farse grossolane, come quella del pasticciere – dove arrivavo a mangiare un vassoio con sessanta paste. Questo exploit non era il solo – ma si trattava, di fatto, di meringhe fatte con carta di seta che poi sputavo in quinta. Ho già parlato della testa di elefante, ma il camerino era pure decorato con cinque teste di cavallo per “La corsa dei tori” e di un toro completo (non in carne e ossa, rassicuratevi!). In pista l’animale finiva la carriera sventrato, e le sue budella si allungavano come una lunga striscia rossastra. Non lontano da lì, sospese alle travi, pendevano le spoglie di un cavallo, sotto le quali scivolavano i bambini che l’animavano e facevano muovere le orecchie della bestia nella parodia dell’addestramento. Tra il personale volante posso citare uno sciame di mosche e uno di vespe. Questa arca dell’alleanza era completata da un cigno, un asino, una giraffa, una scimmia, un leone, un orso e un cane surrealista fatto di tubi articolati. Delle grosse cimici strisciavano sui bordi di uno dei bauli semiaperti di Francois, dove risplendevano i suoi ricchi costumi, uno dei quali era opera di un sarto alla moda, Paul Poiret. Il nostro ingegno a immaginare e a realizzare nuove entrée rendeva indispensabile questo immenso spiegamento di accessori. Sono ben lontano dall’aver enumerato tutti gli oggetti, da noi spogliati del loro significato originario, che usavamo. Bisognerebbe sicuramente citarne ancora qualcuno, come questo voluminoso orologio, che estraevo dal taschino quando mi si domandava l’ora e che poi mi cadeva di mano e si recava in quinta per conto suo. Come potrete ben capire, non è che queste astuzie venivano inventate tutto d’un colpo, tanto meno il meccanismo complicato di questa sveglia che faceva giravolte, beccheggiava su se stessa e finiva per esplodere tra il fumo dei fuochi d’artificio con cui l’avevo riempita. “Alice nel paese delle meraviglie” avrebbe apprezzato queste chitarre che si rompevano sulla mia testa o esplodevano bruscamente, svelando agli occhi del pubblico i prosciutti e i salami che contenevano. Avevamo pure confezionato una mazza enorme piena di crusca, di cui comunque ci servivamo raramente poiché anche il colpo meno pesante ci stordiva. Naturalmente, non avendo più questi accessori sotto gli occhi, si stanno sgretolando, arrugginiscono, o sono preda delle tarme in fondo a una rimessa. Non riesco a descriverveli tutti. Tuttavia non posso dimenticare la mia minuscola bicicletta da bambino, che sprofondava sotto il mio peso e di cui non riuscivo mai a rimontare i singoli pezzi sparsi per tutta la pista. Ci sono pi cose fra il cielo e la terra Per la scena del duello utilizzavamo una barella. Uno dei miei fratelli fingeva di uccidermi con una pistola a tappo. E mentre François con Paul, suo complice, portavano via la vittima con la barella, io resuscitavo e con una corona tra le mani seguivo la mia sepoltura versando lacrime amare. Mentre col cuore spezzato eseguivamo questa parodia con la nostra solita verve, una sera d’inverno queste lacrime sgorgarono sul serio. La nostra cara mamma, “il mio gioiello”, era appena spirata a casa di Paul, dove lei divideva l’esistenza con mio fratello, sua moglie e i loro figli: Victor, Regina, Violette, Tosca e il piccolo Emmanuel, che sarebbe morto prematuramente mentre Paul si trovava in pista con noi. I Fratellini al Dal Verme nel 1928 (Archivio Cedac) 19 XXXI Festival di Montecarlo: l'Open Air Circus Show Sarah Houcke e le tigri di Flavio Togni Si è svolta sabato 20 gennaio a partire dalle 14:30 l'Open Air Circus Show, una delle manifestazioni collaterali del XXXI° Festival International du Cirque de Monte-Carlo. Lo spettacolo all'aperto si è svolto sulla darsena nord di Port Hercule, "alle piscine" tanto per intendersi! Hanno preso parte allo spettacolo il clown Francesco, i coloratissimi ragazzi-cagnolini del Circo Nikulin, il giocoliere in "bouncing" Dustin Huesca, l'equilibrista sul monociclo Steven Caroli, i ballerini rumeni, l'equilibrista "in charlot" della troupe Voladas e la donna proiettile Robin Valencia. La manifestazione ha attirato migliaia di persone! XXVIII Festival du Cirque de Demain: il Palmares Queste le medaglie d'Oro, Argento e Bronzo del XXVIII Festival du Cirque de Demain che si è concluso domenica 4 febbraio a Parigi. Medaglia d’Oro - Troupe di Shandong: Icariani (Cina) - Dima Shine: Verticali (Russia) - Sebastien Soldevila e Emilie Bonnavaud: “mano a mano” (Canada) Medaglia d’Argento - Troupe della Mongolia interna: Gionglaggio su monocicli (Cina) - Ambassador: Verticalista (Russia) - Mikis Minnier-Matsakis e Anne de Buck: “mano a mano” (Francia) Medaglia di Bronzo - Mike Leclair: Giocoliere (Francia) - Pavel Ruzhilo: Giocoliere (Russia) - Erika Lemay: Cerchio aereo (Canada) 20 La bella Sarah Houcke si trova attualmente al Cirque d'Hiver per presentare le tigri di Flavio Togni. Hans Ludvig Suppmeier, che le presentava fino a metà gennaio, è passato invece al nuovo spettacolo di Arlette Gruss con il nuovo numero di tigri del Circo Americano, presentato da Flavio anche a Roma fino all'Epifania. In uno Stadio dei Marmi chiuso agli estranei e vestito a festa per la circostanza, 500 dipendenti della FIAT provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato alla realizzazione della nuova auto, si sono dati appuntamento per assistere alle prove dello spettacolo del Cirque du Soleil che ha fatto da filo conduttore alla sei giorni organizzata dal Lingotto a Roma per la sua ultima nata. Alla presentazione sono intervenuti il presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo e l'amministratore a cura di Flavio Michi delegato Sergio Marchionne. Un po' 'tempi moderni', un po' Marcel Marceau. Un po' circo, un po' mimo, molto spettacolo. Così, sotto un’enorme tensostruttura in grado di 'mettere a tavola' 1700 persone (fra cui 800 concessionari e 800 giornalisti), il Cirque du Soleil ha rappresentato la “nascita” di un’automobile. B ra s i l e , c a gnetta adotta cuccioli di tigre In Brasile, Lilica, una cagnetta bastardina, ha adottato due cuccioli di tigre del Bengala appartenuti ad un circo e rifiutati dalla madre. Ora è stata comprata dallo stesso circo, il Circo Bremer con il compito di allattare per due mesi i "figli adottivi". Prima apparteneva ad un povero raccoglitore di cartone nel paese di Casca (Rio Grande del Sud). Tra funamboli e giocolieri E’ stata in tournee in teatro una troupe acrobatica cinese. Si tratta di “The Peking Acrobats”, un ensemble composto da acrobati, giocolieri, funamboli, contorsionisti e ginnasti della grande tradizione circense cinese, accompagnati sul palco da musicisti che suonano tradizionali strumenti. Questo gruppo è diventato una compagnia acrobatica professionale nel 1958. L’addio alla pista di Susan Lacey: “Time to say goodbye” Grande festa il 31 gennaio scorso al Krone-Bau di Monaco di Baviera alla conclusione del primo degli spettacoli invernali a cui erano presenti moltissime personalità del mondo del circo internazionale. La serata è diventata ancora più speciale per la festa di addio alla pista della bravissima addestratrice di animali feroci Susan Lacey. Susan si è esibita con 8 tigri bianche davanti ai tre figli Alex, Martin e Richard che le hanno reso il giusto omaggio insieme a tutto il pubblico e a moltissime personalità dell'ambiente del circo. I nostri complimenti alla signora Susan per la sua lunga e bella carriera, anche se ci dispiace non vederla più in gabbia: per fortuna ha pensato bene di lasciarci una discendenza eccellente! Susan Lacey ha lasciato la pista dopo 30 anni di lavoro con le belve. Dal 1992 ha presentato le tigri bianche in molti circhi in giro per il mondo. Martin ha salutato sua madre in modo emozionale per i tanti bei momenti legati alla pista ed ha anche ringraziato la direttrice Christel Sembach-Krone per l'ingaggio dei tre Lacey per quello che si può considerare un Festival degli animali feroci nei tre spettacoli invernali del Circus Krone. Circus Kuwait. È possibile scegliere tra due circhi attualmente in Kuwait. Uno è l'Aqua Park Circus, sulla Gulf Road accanto alle Kuwait Towers, che presenta principalmente shows con animali selvatici come tigri, leoni e serpenti. L'altro, più grande e più tradizionale è l'International Circus che si trova a Salmiya. Questo circo è popolare per le famiglie e i bambini per i suoi shows ed è aperto durante tutto l'inverno e la primavera. La tenda è riscaldata! Durante le feste di Eid e il fine-settimana, l'International Circus presenta tre spettacoli al giorno. La compagnia viene cambiata ogni anno. Tre tigrotti nati a Gozo Malta, al Circo Bellucci A Gozo probabilmente è stata la prima nascita di cuccioli di tigre. Due femmine e un maschio sono nati al Circo Bellucci. Uno dei cuccioli è stato chiamato Victoria mentre gli altri due Valletta e Malta. I tre cuccioli sono l'undicesima generazione di tigri nata in cattività al Circo Bellucci. La loro mamma aveva già partorito altri due cuccioli circa un anno e mezzo fa. I nastri azzurri e rosa saranno usati Cannavaro e "Alegria" presto di nuovo circo giocatore dato che due tori scozzesi due "Cannavaro è il al miglior di tutta Europa" ehanno titolato i sono giornali. Il bravissimo difensore della nostra cammelli in attesa e ci si aspetta che partoriscano nazionale di calcio e del Real Madrid ha vinto il pallone nelle prossime settimane. d'oro. Prima dell’assegnazione IldelKrone-Bau febbraio prestigioso apremio, Fabio Un ottimo programma anche si è concesso un momentonel di mese stato svago die, febbraio insieme èalla suaprefasentato al Krone-Bau Monaco miglia, ha assistito addiuno degli di Baviera. di Ecco gli artisti che ne spettacoli Alegria a Madrid. fanno parte: I ROSSYANN, Clowns (Francia), NIKOLAI TOVARICH, Presentatore (Gran Bretagna), PUYANG-TROUPE, "ruota tedesca" (Cina), ALESSIO, Pappagalli (Italia), FLORIAN-RICHTERTROUPE, Volteggio sui cammelli (Ungheria), DUO BOBROVI, Corda verticale (Russia), PUYANG-TROUPE, combinazione di Pertiche fisse e Trampolino elastico (Cina), FLORIAN-RICHTER, Cavalli in libertà (Ungheria), PEDRO-CARRILLO-TRIO, Funamboli (Stati Uniti, Colombia, Lettonia), ALEX LACEY, Tigri e Leoni (Gran Bretagna), JANA MANDANA, Elefanti (Germania), ANTHONY GATTO, Giocoliere (Stati Uniti),DUO CARRILLO, Trapezio (Colombia, Lettonia), FLORIAN-RICHTER-JOCKEYTROUPE, Jockey (Ungheria). Allagamento al Circo di Saratov Durante lo spettacolo del Circo Acquatico di Krasnodar a Saratov si è rotta la piscina e 250 metri cubi di acqua si sono riversati nella sala degli spettatori, inondando parte del locale fino ad uscire nella strada. Due delfini che si trovavano nella piscina sono rimasti coinvolti nell'incidente. Gli animali sono stati portati fuori in barella, e attualmente stanno bene, ha riferito a RIA Novosti il direttore del Circo di Saratov, Iván Kuzmin. Sul luogo dell'incidente si sono recati soccorritori e pompieri, ma non c'è stata necessità del loro aiuto: l'acqua è uscita dai boccaporti posti nel suolo del circo. Nei prossimi giorni a Krasnodar arriverà una nuova piscina e gli spettacoli riprenderanno. 21 “Artistes” al Cirque d’Hiver di Alberto Fontanella 23 Durante lo smontaggio della rete l’attenzione viene captata da una ripresa di Fumagalli che esegue un numero di magiaclownerie, dimostrando di essere davvero poliedrico. Sono di nuovo i giovani a prendere il controllo della pista, con l’esibizione del giocoliere Ives Nicols dallo stile aggressivo e con l’abito pieno di borchie anziché paillettes. Il numero successivo è presentato dai fratelli Huesca, antipodisti dallo stile molto simile a quello degli Errani, pur se di tecnica non uguale. Come dice Sergio durante un intermezzo, nessuno spettacolo classico è completo senza un numero di cavalli, ed ecco Regina e Joseph Bouglione in esercizi di alta scuola a tempo di musica, che riesce sempre a sottolineare gli istanti cruciali degli esercizi. Soprattutto quelli eseguiti da Joseph si distinguono per eleganza e discrezione nell’impartire i difficili comandi. L’entrata comica finale è la beffa di “Jolie petite abeille”, la nostra “Ape dammi il miele” in cui il trio FumagalliDarix-Caroli dà il meglio di sé. Fumagalli, vero mattatore della pista, si prende gioco del pubblico in maniera molto confidenziale. E’ abile nel creare la sensazione della pista come “Casa Fumagalli” e corona il finale dello spettacolo presentandosi al pubblico in camicia da notte e papalina, salutando i suoi “ospiti” e annunciando “q’il va se coucher”. Lo spettacolo è godibile e unitamente alla visita al Cirque d’Hiver resta un tassello fondamentale per un percorso cognitivo dell’arte circense nelle sue espressioni classiche. spettacoli Una domenica pomeriggio come tante altre, a Parigi, ed il Cirque d’Hiver apre i battenti per un pubblico numeroso che in ordinate file attende all’esterno. Fortunati i parigini a poter assistere ad uno spettacolo in un edificio che ha alle spalle 150 anni di storia. Già, un circo stabile la cui vita è stata continua e prolifica dai tempi di Napoleone è cosa davvero rara, è un vero e proprio monumento che tuttora “vive” e produce. Entrando nell’edificio, salendo le scale in legno ci si allontana dal mondo esterno e contemporaneo. E’ una sensazione diversa da quella che si prova sotto uno chapiteau, è tutto più solido e dà un senso di affidabilità. Una volta seduti sappiamo cosa aspettarci, la gabbia circolare preannuncia il numero delle belve, presentato da una giovane domatrice molto abile considerato che le tre tigri sono di razze differenti. Terminato il numero c’è una breve gag di ripresa per dare il tempo ai tecnici di smontare la gabbia, seguita da un rapido stacco del corpo di ballo ed ecco entrare in pista il Duo Yingling che presenta un numero di antipodismo con ombrelli molto ben eseguito ed accompagnato in maniera egregia dall’orchestra. Seguono due numeri di giovani artisti, uno di portati e pose plastiche su uniciclo ed uno, presentato da Sampion Bouglione junior, in cui l’artista miscela bouncing con tip tap. Entrambi questi numeri hanno un’aria ancora “acerba”, anche a causa dei costumi che finiscono per sminuire gli effetti della tecnica, invece notevole. Lo spettacolo procede con un’entrata di Fumagalli e altri due numeri divertenti: Ingo Stiebner e la sua otaria Lola ripetutamente si scambiano attrezzi, affettuosità, baci e abbracci in pista lasciando poi il posto al ventriloquo Willer Nicolodi, che presenta uno spettacolo differente ogni sera in quanto la parte migliore del suo numero prevede la partecipazione del pubblico, grande variabile che influenza la riuscita dello spettacolo. Notevole l’abilità di Nicolodi. Il corpo di ballo annuncia la fine del primo tempo, e durante l’intervallo si possono incontrare tutti gli artisti nell’area ristoro e scambiare tranquillamente due chiacchiere con lo storico ringmaster Sergio (40 anni di attività) o con il clown bianco Alberto Caroli (anche regisseur di pista). La seconda parte dello spettacolo si apre con la troupe Flying Michael al trapezio volante. Numeri di tecnica e tensione come questo solitamente si riservano per il gran finale, ma probabilmente la scelta è dettata dalla necessità tecnica di montare la rete di sicurezza senza perdere tempo. Il numero è classico, con tanto di orchestra che fa rullare i tamburi al momento del triplo mortale eseguito bendato, ma prima di abbandonare la pista l’agile si esibisce in qualche colpo di scena come un rimbalzo dalla rete fino ad aggrapparsi nuovamente al trapezio da cui si è lasciato cadere. media Era da molto tempo che senti(www.amicidelcirco.net) ha covamo l’esigenza di un nostro minciato a prendere corpo, spazio su internet. Ne soprattutto con articoli parlavamo insieme, pubblicati su “Circo” soprattutto con negli anni preceFrancesco Modenti, anche cellin e con gli “molto” precealtri Amici in ocdenti, fino dalla casione dei nostri sua nascita nel di Flavio Michi 1969. Abbiamo incontri, dei concosì iniziato un lavoro sigli direttivi e dei molto laborioso a cui raduni annuali del club. dedichiamo parecchio tempo Finalmente prendemmo una ogni giorno, ma che non ci costa poi decisione e la scelta per la gestione tanta fatica. Tutta la passione che abbiamo per cadde su di me. Ma la partenza non è stata poi tanto semplice. Volevamo soprattutto dare visibilità al il circo, il suo ambiente, lo spettacolo, l’amicizia con i nostro Club, farlo conoscere ai navigatori del web, circensi, ci aiutano e ci stimolano a dare sempre il massimo, avere uno spazio in cui gli Amici, ma non solo, anche quando non ci sarebbero né il tempo né la voglia. potessero ritrovarsi, reperire notizie utili, comunicati, Ma anche dopo una pesante giornata di lavoro interagire col mondo del circo attraverso il nostro portale può essere novità, materiale da consultare. Così nell’estate del 2003 il nostro sito una valvola di sfogo. Anzi, lo è sicuramente. E poi lo 24 facciamo per i nostri Amici e i visitatori che sono sempre più numerosi. All’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica a trovare il nostro spazio. Bisognava farsi conoscere, far sapere che ci siamo, far sapere agli altri il nostro indirizzo web. Fortunatamente internet è sempre più presente nelle case e nei posti di lavoro e le informazioni arrivano con sempre maggior rapidità. Anche quelle di un nuovo sito sul mondo del circo. Poi c’è radio-circo, il classico tam-tam tra gli appassionati italiani e stranieri, che questo funziona sempre. Ci sono gli Amici che aiutano, che contribuiscono, che danno una mano in molte cose. E sono preziosi, come tutti gli amici veri dovrebbero essere. Con loro e per loro si va avanti, ogni giorno. Ne voglio ricordare uno soltanto. Per il suo contributo, la sua passione, la sua ironia, la sua grande esperienza, il divertimento che metteva in ogni cosa facesse: Roberto Pandini. In questi giorni sono due anni che “non si fa sentire”, ma è qui con noi. Chiamava il nostro sito “michi-circus” e naturalmente mi faceva piacere. Ma voleva dire qualcos’altro. Quando un sito, di qualsiasi genere sia, è troppo legato ad una sola persona rischia molto. Rischia che il suo gestore si stufi, che non abbia tempo, che perda l’entusiasmo per tutto il lavoro che c’è da fare. E aveva sicuramente ragione. E per questo è prezioso e fondamentale il supporto di tutti gli Amici. Ogni contributo con notizie, foto, curiosità, articoli di giornale e tutto quello che possa concernere il circo. Ed il supporto, molto limitato inizialmente, è diventato sempre più grande e ci dà veramente una mano. Anche gli addetti ai lavori, gli artisti, le ditte che lavorano per i circhi dall’Italia e dall’estero ci contattano, ci scrivono, inseriscono il loro link nello spazio apposito. Già, i links. Sono uno dei nostri vanti. Ne abbiamo 1350 tra circhi, artisti, clubs, portali, compagnie, festivals, agenzie…E quasi ogni giorno ne arrivano di nuovi. Una bella soddisfazione. Poi le telecamere posizionate su “piazze” dove arrivano i circhi, soprattutto all’estero. I video sono sicuramente il nostro vanto. Ce ne sono ben 550 e molti altri sono già programmati per i prossimi mesi. Ormai l’informazione deve essere, ed è, multimediale. E’ interessante leggere una notizia, vedere delle immagini, ma i video sono sicuramente il massimo. Non tutti magari riescono a vederli, ma la tecnologia va sempre più avanti insieme ai sistemi operativi, alla memoria del computer, alla sua potenza. E allora bisogna aggiornarsi, altrimenti rimaniamo indietro e non solo per vedere i video che segnaliamo!. Aggiornarsi non è un optional, ma una necessità. Abbiamo voluto dare molto spazio alla rassegna stampa internazionale. Articoli da inglese, spagnolo, francese e tedesco vengono segnalati e tradotti. Navighiamo molto su internet sui siti del settore e dobbiamo dire che l’Italia e la Francia hanno i siti più attivi del panorama internazionale. “Circusfans” e “Club Amici del Circo” in Italia, “Burguscircus” e “Aucirque” in Francia. “Cirkusskandinavia” per la Danimarca e “Circusnews” per gli Stati Uniti per citarne alcuni. Poi ce ne sono parecchi altri, in tutti i paesi del mondo, ma non sempre sono costanti con l’aggiornamento dei dati. A volte rimangono inattivi per qualche mese. Secondo noi è fondamentale avere il sito internet attivo, sempre, anche quando non ci siamo e non possiamo aggiornarlo. In questo ci aiuta molto la programmazione degli articoli, che vengono pubblicati automaticamente nel giorno e nell’ora stabiliti. Anche così le visite giornaliere si “fidelizzano” e aumentano. Sono diverse centinaia ogni giorno, rilevate statisticamente. Teniamo molto ai dati. Si tratta di visite “effettive”, non di numero di “click” come in altri casi. E se si parla di 180.000 visite rilevate da maggio 2004 possiamo essere molto soddisfatti. Non solo: 550.000 pagine viste, 4500 articoli pubblicati, 10.000 foto viste 430.000 volte. Ogni articolo rimane sulla “home page” per circa una settimana poi viene archiviato e può essere rintracciato tramite una semplice ricerca, attraverso gli argomenti o proprio dall’archivio catalogato mese per mese. E’ incredibile constatare quanti siti di carattere circense ci hanno inserito nei loro links e quanti accessi abbiamo proprio attraverso loro. E quante letture. Le sezioni dedicate alla rassegna stampa, le Mostre, l’Ente Nazionale Circhi, l’Accademia, la fotografia, il modellismo i festivals vantano dei veri e propri records. L’articolo più letto tra le “novità” vanta oltre 1000 letture. Ma anche gli altri, sui vari argomenti, non sono poi così distaccati. Quello che più ci impressiona probabilmente sono le connessioni dai vari paesi del mondo. A settembre festeggeremo 4 anni di vita, ma quanta strada è stata fatta. Ce lo dimostrano le connessioni da paesi come le Isole Vergini, Corea, Taiwan, Antigua e Barbuda, Perù, Isole Marianne Settentrionali (!), Giappone, per citarne alcuni dei più “strani”. Le immagini e gli articoli dei raduni presenti e passati hanno trovato un loro spazio e sempre più ne troveranno. Ci vuole solo il tempo di inserire tutto il materiale che abbiamo e che vogliamo “distribuire” a tutti. Essere Amici del Circo, avere una collezione, non vuol dire solo essere gelosi e custodirla quasi segretamente, ma anche farne partecipi gli altri. Lo stesso vale per le novità, le curiosità, le immagini. E’ l’evoluzione della nostra “maniacalità” per tutto quello che è e che parla di Circo! 25 media Il Circusfans soffia in questi giorni le sue prime otto candeline: dei primi collegamenti a Internet (magari lenti e ancora un traguardo non da poco per un sito Internet che lo rende problematici) hanno trascorso serate intere e magari notti probabilmente il più anziano dei portali dedicati al circo di attaccati al monitor. E ore e ore le ha passate anche Gaetano tutto il web. Nel 1999, quando vide la luce per iniziativa di preso dall’entusiasmo di tenere aggiornato il maggior numero Gaetano Pappalardo, Internet in Italia era ancora poco possibile di sezioni: le foto di tutti i complessi italiani, la diffuso, quasi un privilegio per pochi. Sulla scia di altri portali, vasta galleria di programmi da collezione, la pagina dei allora molto quotati ed aggiornati come Andi’s Circuswelt o modellini in miniatura e le tanto consultate news. Man mano Circusweb.de, Pappalardo decise di fondare un che cresceva il numero di contatti, aumentava la sito che desse informazioni sui comquantità di sezioni e l’aggiornamento del sito che cresceva con la plessi italiani e aggiornasse, settimanalmente sugli stessa rapidità con cui una spostamenti dei nostri piccola pallina di neve complessi. Probache rotola dalla cima bilmente non imdi una montagna diventa valanga. maginava neanc h e Attraverso il sito lontanamente sono nate amicosa stava per cizie, si sono creati creare e quale rapporti umani di Dario Duranti duraturi cementati movimento avrebbe suscitato quella sua con gli anni, aldilà della idea tanto spontanea mera passione per il circo. quanto geniale. Quelle pagine E talvolta si è abbattuto il muro dall’inconfondibile colore giallo-rosse che separa “gaggi” e “dritti” favorendo la comunicazione e lo scambio tra gli appassionati coagularono attorno a sé in breve tempo un vero e proprio pool di appassionati che trovavano finalmente un e i circensi. Con questo scopo nacque il forum () che divenne modo per tenersi aggiornati, scambiandosi i recapiti, oltre un punto di incontro, una vera e propria piazza virtuale. Uno che informazioni e notizie sull’Italia e sull’estero. Ricordiamoci spazio aperto e senza limitazioni di sorta corre spesso il che allora (sembra passato un secolo anche se sono solo rischio di degenerare e dopo un primo momento critico in otto anni!) i telefoni cellulari non erano ancora alla portata cui chiunque utilizzava questo spazio per lanciare accuse e di tutti ed era ancora esperienza comune viaggiare per vedere diffamazioni coprendosi con l’anonimato, il forum entrò nella un circo e scoprire o che aveva spiantato prima o che seconda fase della sua vita: una nuova interfaccia, più l’indicazione era errata. Non c’era altro da fare che girare i controllabile e dotata di restrizioni permetteva di ammettere tacchi e tornare mesti a casa, sgridando chi con superficialità (e di conseguenza anche bloccare) gli utenti attraverso una ci aveva dato un’informazione fuorviante. registrazione che di fatto ha elevato il livello degli interventi Il Circusfans stava per influire sulle abitudini di molti e come e ha reso il sito più interattivo ai fruitori di questo spazio, tutte le novità riscosse subito l’entusiasmo dei più nonostante sia ancora presente qualche intemperanza. giovani. Ricordo di essermi più volte incollato al Abbiamo fin qui omesso uno dei fiori all’occhiello del computer dell’università o di qualche Internet Point Circusfans: le Tournée. Non ci risulta che nessun sito europeo che disponeva della tanto agognata connessione offra ai suoi utenti un servizio capillare e preciso come il alla Rete per scoprire la nascita di un nuovo circo, servizio Tournée di Circusfans. Ogni settimana questa pagina l’ingaggio di un numero straniero o l’uscita di una riporta in ordine alfabetico le piazze di circa un centinaio di nuova pubblicazione. I privilegiati che disponevano complessi italiani, dalla più piccola arena all’aperto al circo 26 a tre piste, oltre a riportare informazioni su numerosi complessi europei. Un servizio di monitoraggio affidato a Luciano Ricci, uno dei primi ad aver colto la portata di questo strumento e che quotidianamente mettono ore di lavoro al servizio della community. Oggi è naturale clickare su Circusfans per sapere dove si trovi un circo, ma solo otto anni fa si dovevano fare svariate telefonate sperando di non fare un viaggio a vuoto. Ci teniamo a sottolineare che un sito come Circusfans il cui sterminato archivio oggi contiene centinaia di pagine e diverse migliaia di immagini, non può essere il risultato del lavoro di una sola persona. I meriti di Pappalardo sono innumerevoli, primo di tutto l’aver concepito un sito con questa struttura (inalterata negli anni), ma anche e soprattutto di aver contagiato con la propria passione e il proprio entusiasmo una vasta schiera di collaboratori senza i quali il sito non sarebbe arrivato laddove si trova oggi. Ma abbiamo parlato di “squadra” e questo non solo perché anche qui ci sono dei colori (appunto il giallo-rosso), un inno (la ormai celebre sigla di apertura di Sabato al Circo) e dei numeri (e che numeri come vedremo più avanti!), ma perché c’è una divisione di compiti e tutti i giocatori sono uniti da una stessa motivazione e da un unico scopo. La promozione del circo e la diffusione della sua cultura. Abbiamo già menzionato Pappalardo e Ricci tra i più “anziani” collaboratori, ma a fianco ad essi è doveroso menzionare chi dalle retrovie fornisce e pubblica news e immagini a tutto spiano. A partire da Antonio Vanoli, Stefano Bracchi, Maurizio Tramonti, Maurizio Colombo e il sottoscritto. A fianco a questi collaboratori fissi, ci sono gli informatori e coloro che con una “soffiata”, una foto o una mail forniscono lo spunto per dare uno scoop o un aggiornamento. Ecco perché si parlava di un lavoro collettivo, perché se non ci fosse questa rete di collaboratori non sarebbe possibile garantire una simile capillarità informativa. L’esempio più emblematico è lo “Speciale Natale” che da alcuni anni informa non solo gli appassionati, ma anche il cosiddetto “grande pubblico” della dislocazione di tutti i circhi italiani sull’intero territorio nazionale. Di ciascuno è possibile trovare il nome della piazza, gli orari degli spettacoli, i recapiti pubblicati sulla pubblicità e magari la locandina natalizia. Un servizio completo che viene sovente linkato anche da siti non direttamente collegati con il circo. L’ultima novità consiste nella possibilità per gli utenti di collaborare alla crescita del sito inviando, attraverso delle apposite caselle e-mail, news ([email protected]), tournée () e fotografie () così da rendere ancora più pratica e aperta a tutti la collaborazione al sito. Sarà poi cura degli amministratori selezionare il materiale ricevuto, valutando cosa sia più interessante e pubblicabile sia in base a criteri di attualità, attendibilità e interesse, sia a seconda della qualità delle immagini. che quotidianamente suscita questa enciclopedia on line del circo italiano. Se Barnum fosse in vita non esiterebbe a far stampare un enfatico manifesto su cui imprimere a caratteri cubitali le cifre che seguono: un gigabyte di spazio occupato sul server, oltre 45.000 file (tra pagine, immagini ed eseguibili), 13.222 messaggi nel forum, oltre 4.000 news, un archivio delle tournée dei circhi italiani degli ultimi tre anni divisi per settimana, le gallerie fotografiche di oltre 200 complessi italiani (attuali o del recente passato), una media di circa 1300 visite al giorno, provenienti da tutto il mondo, oltre 1200 links verso siti inerenti al circo di tutto il mondo. Oggi il Circusfans è raggiungibile oltre che dal dominio “storico” anche dal “.net” in seguito allo spostamento su un server più moderno e potente. Sovente viene contattato da redazioni e testate giornalistiche (soprattutto nel periodo natalizio) per effettuare servizi su giornali, televisioni e radio o chiedere consulenze di vario tipo. Il sito ha costi di gestione piuttosto alti che vengono sostenuti attraverso la vendita saltuaria di locandine e programmi o l’inserzione di qualche banner da parte di circhi, artisti e ditte che producono chapiteau e attrezzature che danno così la possibilità al Circusfans di coprire le spese minime. Tutto questo è il Circusfans di oggi. Uno strumento che sin dalla sua creazione in un lontano giorno del 1999 è cresciuto, cambiato e maturato interrogandosi sullo stato di salute del circo e sul proprio futuro. Oggi dunque ci godiamo (in compagnia di centinaia di utenti che ci seguono con fedeltà da anni) la festa di compleanno con un occhio al passato, uno al futuro e un altro sull’inseparabile monitor che giornalmente ci tiene informati… Numeri eccezionali In comune col circo il Circusfans vanta numeri davvero mozzafiato, cifre “virtuali” che danno un’idea dell’interesse 27 Brian Casartelli premiato dal sindaco di Montecatini (foto Flavio Michi) FESTIVAL Nel 2001 infatti è Grande trionfo per stata abbandola famiglia Canata la classica sartelli e per il statuetta a cui nostro Circo eravamo ormai Medrano al Feabituati e affestival di Monte zionati e che Carlo 2007. Il di Flavio Michi nacque proprio col XXXI, che sarà riFestival nel 1974. cordato per un unico Fa ancora parte delle clown d’oro dopo 10 decorazioni dei palchi dello anni esatti. Ed il nuovo chapiteau di Fontvieille la bella clown d’oro si va ad aggiungere scultura di Paule Malè, ma il suo posto a quello conquistato nel 1996 dai Casartelli con la magnifica “Festa del Cavallo”, nella premiazione è stato preso dalla nuova statuetta. l’insieme di alta scuola, cavalli in libertà, piramidi I nostri Casartelli vantano così un nuovo primato. Non a cavallo e jockey che portò in pista tutta la nuova sono i soli italiani ad aver conquistato due statuette del generazione di artisti della famiglia e meravigliò prezioso metallo ma con la Troupe acrobatica di Pyong per l’entusiasmo che sprizzava da ogni parte. Un Yang e quelle provenienti dalla Cina sono gli unici ad avere altro clown d’oro quindi, ed è anche diverso dal- i due clowns d’oro di diversa foggia! Unici occidentali, unica famiglia circense europea, unici l’altro! 28 Giacomo Niemen ( Bonfiglio ) E’ il caso di Peppino Anselmi, il vecchio acrobata e poi clown che risiede da anni in Toscana e che ha fatto parte della compagnia per più di 40 anni. Oggi, alla bella età di 86 anni, può godersi il circo dai palchi e festeggiare i vecchi amici applaudendo le nuove generazioni in pista. Anche Giacomo Niemen, “Bonfiglio”, un po’ più giovane, ha voluto essere presente in uno dei primi spettacoli al “In carovana ci sono sempre tantissime cose. La famiglia è grande, lo spazio un po’ meno, ma per le due statuette non ci sono problemi. Sono al loro posto una accanto all’altra anche se non vengono ostentate”. artisti italiani. Beh, c’è da essere ancora più soddisfatti, no? Un po’ come noi appassionati, “maniaci” di tutto il materiale da collezione circense “ce l’ho, mi manca”. Loro li hanno, ma anche se ne hanno due sembra che non vogliano cambiare il “doppione”! Ah, già è diverso dall’altro. E’ vero. In carovana ci sono sempre tantissime cose. La famiglia è grande, lo spazio un po’ meno, ma per le due statuette non ci sono problemi. Sono al loro posto una accanto all’altra anche se non vengono ostentate. Ma chi non ha potuto assistere al Festival monegasco vuole certamente vedere l’ultima arrivata, un po’ come si fa per i neonati. Ed è una festa, ogni giorno, di parenti, amici, ospiti che vogliono essere presenti, far sentire il loro affetto e magari bersi un buon caffè che “dalla Wally” non manca mai, a qualsiasi ora! ritorno in patria dei “nostri” dall’avventura monegasca. Non c’è bisogno di vederli applaudire, ma basta guardarli per vedere come brillano gli occhi davanti ai vecchi compagni di lavoro, ma soprattutto davanti ai numeri di cavalli, alla pantomima di Aladino, ai leoni dello straniero della squadra (Martin Lacey Jun., naturalmente). Un po’ di nostalgia per chi non può togliersi la segatura dal sangue, ma tanto tanto entusiasmo. Visite molto gradite dalla famiglia ricambiate anche con un bell’omaggio in pista. Il vecchio artista viene ricordato e presentato generosamente al pubblico che gli regala ancora un applauso. E’ un po’ come voler distribuire agli altri, alle persone care che hanno passato una vita con te, un po’ di quegli applausi ricevuti a Monte Carlo. Ma ce ne vorrà di tempo per poterli distribuire tutti! “I nostri Casartelli vantano così un nuovo primato. Non sono i soli italiani ad aver conquistato due statuette del prezioso metallo ma con la Troupe acrobatica di Pyong Yang e quelle provenienti dalla Cina sono gli unici ad avere i due clowns d’oro di diversa foggia!” E questa proverbiale ospitalità non poteva tener lontani i personaggi che hanno gravitato intorno al “pianeta Medrano” per anni e anni e che oggi si godono un po’ di riposo dopo tanto lavoro. I due Clown d Oro dei Casartelli (foto Flavio Michi) 29 festival E’ diventata ormai una consuetudine: terminato il Festival meritatissimo. L’altro “K” d’Oro a 6 acrobati della Troupe International du Cirque de Monte Carlo c’è solo il tempo per Acrobatica di Hebei alle prese con le “meteore”, uno dei cambiare l’impianto luci, l’orchestra, che viene spostata in numeri classici dell’acrobazia cinese, arricchito in questo basso davanti alla controporta, e via di nuovo con un altro caso da elementi acrobatici del tutto nuovi come un salto in Festival. Meno di una settimana dopo il Festival più importante terza colonna dalla banchina, sempre riprendendo al volo la del mondo prende il via la “Premiere Rampe” giunta quest’anno “meteora”! Molto applaudita, veloce ed originale l’esibizione alla sua XIXª edizione.Ottime luci anche in questo caso, come delle due giovanissime contorsioniste mongole in versione del resto l’orchestra, diretta da Carmino d’Angelo. La Principessa “tigrotto”. Un meritato argento anche per loro come pure per Stephanie che segue con grande passione tutta la kermesse il giovane Alberto Atayde, giocoliere molto classico di buon monegasca del Festival du Cirque, partecipa con lo stesso livello alle prese con cinque clave e otto cerchi, molto applaudito slancio anche al Festival dei giovani under 18 organizzato dal dai suoi folkloristici familiari e amici arrivati dal Messico per Kiwanis Club di Monaco, ma soprattutto, come sempre, da l’occasione. Belli anche i due numeri aerei delle due “Ekatarina” Jean Claude Gondeau. L’edizione 2007 può essere considerata della Premiere Rampe. La Shoustova ai tessuti, già al Festival come una delle migliori in tanti anni di attività. Il livello artistico di Latina, e la Kornyeva al cerchio aereo con esercizi di medio degli artisti in gara era decisamente alto: un giudizio contorsionismo. Due bei numeri indubbiamente che sono unanime di tutti gli addetti ai lavori che si sono dati appun- stati premiati con un “K” di Bronzo. Ancora “da Latina” tamento allo chapiteau di Fontvieille lo scorso 3 febbraio. Clemence e Amaury, i due belgi al trapezio visti nell’ultima Pubblico molto numeroso come sempre e a così poca distanza edizione del Festival lo scorso ottobre. Ovazione finale del dal festival maggiore: un altro bel pienone! Peccato pubblico a tutti i giovani artisti partecipanti. La “Premiere che esattamente negli stessi giorni si Rampe” non è solo un’occasione per svolga a Parigi il Festival du Cirque artisti molto giovani, ma anche de Demain. Questo non inper chi assiste allo spettacide certo sull’affluenza colo! Complimenti agli del pubblico, ma siorganizzatori per curamente sulla l’edizione 2007 con presenza di dil’augurio di manrettori, addetti ai tenere e, perché lavori e giornalisti no, di migliorare che frequentano il livello artistico da anni la madi quest’anno. nifestazione padi Flavio Michi rigina. La giuria ErikNiemen presieduta dal Dr. Alain Frere comprendeva tra gli altri lo svizzero Franz Nock, Eugene Chaplin, Peter Dubinsky oltre a personalità provenienti dalla Cina, dalla Mongolia e dal Messico. Un buon spettacolo condotto da Frederic Colnot, in “prestito” dal Cinque Pinder, veramente ricco di buoni numeri provenienti da Russia, Cina, Messico, Mongolia, Ucraina, Argentina, Germania, Belgio e… Italia! Erik Niemen, del nostro Circo Niuman, ha partecipato con il suo bel numero di filo “basso” ed è stato molto applaudito e apprezzato. Il suo buon stile e la tecnica, di tutto rispetto per la sua giovane età, gli hanno fatto conquistare un “K” d’argento. Dato il buon livello medio dei partecipanti il suo premio acquista un valore ancora maggiore! La piroetta sul filo e il bel salto mortale indietro, molto ben eseguiti, hanno colpito la giuria. Una bella soddisfazione per lui, la sua famiglia e per il circo italiano che a pochi giorni dall’Oro dei Casartelli porta a casa, sempre dal Principato, un bell’Argento. “K” d’Oro a due numeri cinesi: Jin Ying, una straordinaria verticalista contorsionista di soli 13 anni che ha sbalordito tutti per esercizi veramente incredibili! Un oro scontato e 30 Clown e pigmei della foresta Il riso nelle culture del messico. di Marco Martini Come già segnalato (Circo, agosto/settembre 2000, pp. 24/25), tra i popoli di interesse etnologico esistono figure istituzionalizzate di pagliacci solo nel sud-ovest degli USA e nel nord-ovest del Messico. Le origini di questo personaggio affondano però le loro radici in società più primitive di quelle dei sopra citati agricoltori amerindi, e troviamo figure di clown già abbozzate sin dal livello dei cacciatori-raccoglitori, il più arcaico sistema di vita della specie homo: nei popoli artici (dalla Siberia agli Eschimesi) e tra i pigmei BaMbuti della foresta equatoriale africana. Quest’ultima etnia è caratterizzata da un elemento arcaicissimo: l’autorità non ha gerarchie fisse, ma viene assunta di caso in caso da chi “dimostra di possedere l’abilità di interpretare e soddisfare i desideri della Grande Foresta” (Colin Turnbull, Wayward servants, 1966, p. 82), uomo o donna che sia. Già, perché il loro Essere Supremo è proprio lei, la Foresta, l’unico ambiente in cui si sentono al sicuro come nel grembo di una madre e dal quale attingono ogni cosa di cui hanno bisogno. Piacere alla Foresta significa anche possedere capacità tecniche, predisposizioni ed abilità particolari a seconda dell’ attività da svolgere. Tutti possono provarsi a risolvere le dispute e le questioni che inevitabilmente insorgono in ogni gruppo umano, e l’esperienza ha con il passare del tempo insegnato ai BaMbuti che il miglior mezzo per venirne a capo è di stemperare il clima, di polarizzare l’attenzione generale attorno a qualche altro elemento. Si possiedono esempi di uomini e donne qualsiasi che hanno seguito questa strada, tuttavia esiste tra loro un vero e proprio maestro specializzato nel settore, con capacità mimiche e teatrali superiori alla media: il clown. Non viene investito di tale compito ufficialmente, non esiste un termine della lingua indigena per definirlo, non è una figura rituale, ma al momento opportuno compare. Generalmente, spiega Turnbull, è il più maldestro nella caccia che, evidenziando capacità di ridere di se stesso e degli errori che compie, mostra più di tutti questa inclinazione; e da quel momento, all’insorgere di qualsiasi questione, accorre a sedarla servendosi della comicità. Un’arma quasi sempre infallibile. E pare che la sua abilità fosse ben vista, oltre che dalla Sacra Foresta, anche dai monarchi degli antichi e gloriosi regni africani dei Bantu, in alcuni dei quali sono stati segnalati da storiografi e viaggiatori dei buffoni di corte appartenenti appunto alla etnia pigmea. Nella nostra società i pigmei hanno fatto invece solo fugaci apparizioni, non arrivando mai a poter dimostrare queste loro qualità. In Italia li vedemmo per la prima volta nel 1874, come mostra la copertina di una rivista dell’epoca, ma furono oggetto solo di studi scientifici (per lo più antropometrici) e, semmai, di curiosità e meraviglia. Siamo tanti e veniamo da lontano Il “gruppo esotico” di Ettore Paladino Fantasia tzigana dei Casartelli (tutte le foto sono di: Centre de Presse/Charly Gallo) suscita molta ammirazione. Un messaggio estetico e culturale confacente alla nuova sensibilità nei confronti degli animali nata proprio in quel periodo. Cerchiamo adesso di conoscere meglio queste specie, cominciando col precisare che, se gli animali che vediamo sono tutti, o quasi, esotici, nel senso che vivono abitualmente nei paesi extra-europei, non tutti, anzi pochi, sono selvatici. Molte delle specie addestrate nei circhi sono addomesticate da secoli presso le loro terre d’origine, al punto che non esistono più popolazioni allo stato selvatico; per altre se ne è iniziato l’allevamento più di recente, e spesso anche in Europa. Oltre allo stato di domesticità, un’altra caratteristica importante da considerare è la diversa intelligenza ed adattabilità delle specie. In molte di esse prevalgono comportamenti istintivi, in quanto legati alle caratteristiche genetiche; anche in natura il comportamento è poco modificato dagli stimoli ambientali e quindi dall’apprendimento. Proprio la minore intelligenza, intesa come capacità di associazione mentale, rende più difficile l’addestramento e meno eclatanti i risultati. Alcune di queste specie animali non hanno abitudini sociali, e anche questo complica i rapporti con l’uomo. Facciamo adesso una carrellata sulle specie più tipiche dei circhi. I dromedari, le navi del deserto, citati anche nella Bibbia, sono stati addomesticati sin dal tempo degli Egiziani. Originari dell’Africa settentrionale, furono e sono tuttora importantissimi per le popolazioni indigene come indispensabili animali da lavoro nelle zone desertiche, ma utilizzati anche come fonte di carne e latte. Proprio per le sue caratteristiche preziose, l’area di diffusione di questo animale si è allargata ad opera dell’uomo in tutta l’Asia minore. Anche in Italia, in Toscana, nel 1660 fu attivato un allevamento di dromedari, che si mantenne fino alla fine dell’‘800. Sono animali intelligenti, docili dopo l’addestramento, molto veloci e plastici nei movimenti. Il cammello ha una diffusione limitata ad alcune zone dell’Asia centrale; di corporatura più massiccia rispetto al dromedario, ha caratteristiche simili, ma di carattere è più pauroso, meno docile; è più lento nei movimenti, più adatto su terreni impervi di montagna. Più volte è stato usato nei circhi per numeri di jockey; fra i vari addestratori ricordiamo Romano Bellei, di origini italiane. In Sud America vivono i parenti stretti dei cammelli: vigogna, guanaco, alpaca e lama. Questi ultimi sono animali Degli attuali numeri dei circhi i gruppi esotici sono forse quelli che più affondano le radici nell’antichità e negli spettacoli dell’epoca romana. Se già presso le corti di Faraoni e Persiani erano in voga le collezioni di animali, simili ai nostri zoo, furono i Romani a creare veri spettacoli, eventi importanti e destinati a un vastissimo pubblico popolare. A volte era solo un mostrare gli animali catturati nei territori più lontani dell’immenso impero, in altri casi erano lotte sanguinarie con i gladiatori o invece esercizi presentati dai mansuetari, precursori dei nostri domatori. Nel clima generale di decadenza e austerità del Medio Evo gli spettacoli popolari più sontuosi furono abbandonati, per ritornare in auge dal 1600 in poi. Già nel ‘700 si hanno testimonianze di addestramento di specie animali insolite (alla fiera di Saint-Germain, sobborgo di Parigi, nel 1770 un addestratore presentò un numero con varie specie di uccelli, lepri, topi e api). L’‘800 fu l’epoca d’oro dei serragli girovaghi, che attraevano un folto pubblico per la varietà di animali selvatici ed esotici, anche se venivano esibiti soltanto all’interno dei carrozzoni-gabbia. Karl Hagenbeck, spinto dalla sua passione per tutti i tipi di animali e per l’addestramento, concepì una forma di spettacolo in cui gli animali del serraglio venivano esibiti sotto uno chapiteau, con esercizi più o meno evoluti o con semplici passerelle, puntando sul fatto che anche solo il movimento libero di tanti animali crea un quadro di eccezionale fascino e bellezza. L’impresa si chiamò Zoo-Circo, nacque nel 1893 ma durò poco. Le spese erano eccessive e presto si arrivò al fallimento. Con il ‘900 e le due guerre gli spettacoli kolossal conobbero una giustificata crisi; un po’ in tutta Europa i circhi, scampati con pochi mezzi alla II guerra mondiale, investirono prima in strutture e animali più tipici per lo spettacolo. Fu negli anni ’60 che, soprattutto nei paesi dell’area anglosassone, tornarono in voga i numeri con animali esotici. Fra i precursori del genere vanno ricordati i Knie, che si cimentarono per primi con una giraffa, con un rinoceronte e con tanti e svariati animali, tant’è che crearono un vero e proprio zoo di appoggio a Rapperswill, sede del quartiere invernale. In Italia pionieri del genere furono i Casartelli; Leonida investe molto nel parco zoologico del proprio circo, e accanto ad animali destinati necessariamente solo allo zoo, altri vengono affidati al figlio Heros che crea il primo numero di gruppo esotico del circo italiano del dopoguerra. Si cominciò con cammelli, cavalli e zebre, e poi via via arricchito da altri animali fino a giraffa e rinoceronte. Fu solo all’inizio degli anni ’80 che il gruppo esotico divenne in Italia un’attrazione di punta e diffusissima. Nascono numeri importanti nei grandi circhi: Moira Orfei, Lidia Togni, il Florilegio, ma anche circhi piccoli e medi acquistano parecchi animali e creano numeri più o meno ricchi. Probabilmente il successo di tali numeri fu dovuto a un meccanismo simile a quello suscitato dai primi domatori dell ‘800. Se ormai ci eravamo abituati a vedere lavorare elefanti, leoni e tigri, scopriamo che anche zebre, giraffe, ippopotami, rinoceronti e quant’altro possono essere addestrati, e quindi possono instaurare un rapporto con l’uomo. Ovviamente il pubblico non vuole adesso vedere nello spettacolo la supremazia dell’uomo sull’animale, ma piuttosto la possibilità di superare ulteriori limiti, di poter costruire un’intesa con specie ritenute intrattabili o addirittura pericolose per l’uomo e fra loro stesse. Certo l’insieme di animali così diversi che diventa in pista un insieme armonioso 5 animali usati soprattutto come animali da soma, hanno un carattere docile, sono obbedienti, ma vanno trattati con molta dolcezza. Li vediamo spesso nei circhi, anche perché si riproducono facilmente; l’esibizione classica sfrutta i loro movimenti agili e soprattutto l’abilità nel saltare. Più rari a vedersi guanachi e alpaca, facili ad addomesticarsi solo da giovani; le vigogne, celebri soprattutto per la lana pregiata, più che addomesticate vengono catturate e allevate, ed infatti è raro vederle nei circhi. Parecchi bovidi vengono spesso presentati nei gruppi esotici. L’unica specie veramente selvatica è il bisonte, anche se in America e adesso anche in Europa sono nati molti allevamenti per la produzione di carne. E’ un animale timido, pauroso, poco irritabile ma difficile da fermare se in preda a un accesso di rabbia o di paura. I primi bisonti che arrivarono negli zoo europei si spaventavano solo all’avvicinarsi di persone; ma nel giro di pochi mesi si abituarono alla gente e prendevano il cibo dalle mani dei guardiani. In Italia uno dei primi fu presentato, legato, nel circo di Darix Togni in un semplice giro di pista con altri animali. In realtà dai bisonti non si è mai potuto ottenere molto di più che qualche giro veloce di pista, anche se da liberi e non più legati. Le altre specie esotiche sono comunque domestiche come yack e zebù, preziosissimi nelle loro terre d’origine, e il bufalo indiano, allevato già dai Persiani e oggi soprattutto nel Sud-Est asiatico ma anche in Italia. Dalla mole possente e dall’aspetto poco rassicurante, in realtà è un animale docile, calmo e poco reattivo agli stimoli dell’ambiente che lo circonda. Spesso sono stati usati nei numeri di circo anche comunissimi bovini presenti nei nostri allevamenti, o razze più insolite come i pelosissimi e buffi Higland scozzesi. Dai primi 6 numeri degli Hagenbeck a fine ‘800 arriviamo fino a quelli di Monica Georgi, visto a Monte Carlo ’85, e dei Knie nel simpatico numero della fattoria (1988). Spesso infatti i nostri animali domestici vengono presentati insieme, a costituire veri e propri “gruppi misti”; fra le specie più comuni le capre, molto intelligenti e disponibili al rapporto con l’uomo, ed i maiali. Il maiale vanta una lunga storia nell’addestramento: Piovitt nell’‘800 presentò un maiale funambolo, Uwe Schwichtenberg li fece lavorare con animali esotici, J.A.Hoppe li utilizzò con le oche in un eccellente numero visto anche in Italia. Animale intelligente ma irascibile, viene presentato soprattutto in chiave comica; molti celebri clown lo ebbero come loro partner: Billy Hayden, Giacomino, i Durov, clown politici, con vere e proprie pantomime insieme ad altri animali. L’addestramento in clown fu molto in voga nell’‘800 ma poi divenne sempre più raro; in realtà è una presentazione che dietro una cornice di allegria nasconde molta difficoltà. Tutto ciò che sembra improvvisato deve invece essere ben preparato ed avere un decorso fisso. Parente del maiale, l’ippopotamo è molto più lento e molto meno adattabile, anche se i Romani riuscivano a catturarlo e trasportarlo a Roma per gli spettacoli negli anfiteatri. Dal temperamento tranquillo, vive in branchi e trascorre la maggior parte del giorno in acqua, preferendo muoversi di notte per la ricerca del cibo. Si adatta comunque bene alla cattività. Forse i primi addestratori ad utilizzarlo furono i Durov, che riuscirono a fargli fare persino una capriola su se stesso! Darix Togni ne portava uno nella pista inondata del suo Circo nell’Acqua, semplicemente a bearsi di quel lago artificiale. Il rinoceronte condivide lo stesso habitat dell’ippopotamo, ma vive fra gli arbusti della savana. Poco sociale, non forma branchi e tende a muoversi solo se stimolato dal cibo, anche se nella corsa è parecchio agile. Cervellati nel 1961 lo definiva “bestione stupido, feroce e indomabile”, ma già gli Egiziani e i Romani riuscivano a catturarli e presentarli in spettacoli. Ed anche il Brehm li considerava ammansibili se trattati bene. Ed infatti nel 1966 arriva il primo rinoceronte in un circo europeo, da Knie. Era un esemplare femmina, Ceyla, giustamente entrato nella storia; dopo soli due anni debuttò in pista, con Fredy che gli saliva in groppa, e nel 1972 si esibì in un numero con una tigre. Exploit incredibile e a tutt’oggi non più ripetuto. Anche se il nostro Davio Togni creò un esercizio simile saltando in groppa al suo rinoceronte tenendo un leopardo sulle spalle. E Flavio Togni fu in cartellone da Ringling con un quadro simile. Altri animali africani sono le giraffe e le zebre. Le prime hanno un carattere tranquillo, si abituano alla cattività e si riproducono facilmente; animali sociali, instaurano un buon rapporto con l’uomo. La loro particolare conformazione fisica limita certamente la possibilità di imparare esercizi e movimenti particolari. In Italia il primo circo a possederne una fu il Medrano dei Casartelli,nel 1972. Le zebre viceversa, pur vivendo in branchi numerosi, anche insieme con altri animali, mantengono un carattere restio all’addestramento. I primi a cimentarsi con esse incontrarono parecchie difficoltà; Eros Casartelli nel suo numero esotico doveva tenerle per ultime nella fila, perché la presenza di altri animali alle spalle le rendeva troppo nervose. Col passare degli anni, vuoi la maggiore esperienza degli addestratori vuoi una certa selezione e abitudine delle zebre allevate nei circhi, hanno portato a risultati sicuramente notevoli, impensabili qualche decennio fa. Le antilopi si sono viste in Italia solo al circo di Moira Orfei, sotto la guida sicura di Stefano. Belle e armoniche in pista, docili nei movimenti, anche se addestrabili solo con molto tempo e pazienza. Dall’Australia arrivò in Italia il primo canguro nel 1897 al circo Roussier; animali sociali, i canguri sono abbastanza docili ma molto paurosi. L’addestramento è complicato dal fatto che ogni stimolo nuovo tende a provocare stress, anche forte. In realtà le esibizioni dei canguri più che da un addestramento vero e proprio nascono dal seguire le loro inclinazioni naturali: corsa con salto di ostacoli, o la lotta in posizione eretta che, fatta con una persona, diventa la parodia di un incontro di boxe. Numero parecchio in voga in passato, riproposto negli anni ’80 al circo di Moira Orfei con notevole successo, e comunque non privo di difficoltà perché il canguro tende spesso a esagerare e grazie alla sua notevole forza fisica può fare parecchio male al suo addestratore. Dopo un decennio di grande fortuna dei numeri esotici, negli ultimi anni il fenomeno si è molto ridotto; i circhi che mantengono il numero presentano meno specie, di solito le più comuni e domestiche. Passati a miglior vita ippopotami, rinoceronti, bisonti, difficilmente vengono rimpiazzati. In realtà i problemi esistono, non solo per l’approvvigionamento, ma anche per la detenzione: ci vogliono spazi e attrezzature adeguate, difficilmente per le specie più rare si riesce a formare un gruppo o almeno una coppia, venendo meno a una necessità importante di tutti gli animali, quella di una relazione sociale con i propri simili. Anche l’estetica dei numeri tende un po’ a segnare il passo: al pubblico non basta più la semplice visione dell’animale o qualche semplicissimo esercizio. Nello spettacolo vogliamo vedere ormai una interazione sempre più stretta con l’addestratore ed un lavoro fatto insieme, cose oggettivamente non possibili con alcune specie. Per questo, seguendo la tendenza generale dei numeri con animali, credo che nel futuro si dovrebbe puntare più che alla quantità e alla rarità degli animali, a una sempre maggiore interazione con l’uomo, utilizzando le specie più domesticate e docili, da cui si può ottenere di più. Anche i nostri animali domestici potrebbero essere una via da seguire visto che chi vive nelle città vede sempre più raramente gli animali da fattoria, che nel circo potrebbero trovare una nuova dimensione. L’obiettivo è sempre lo stesso; con animali che ci sono vicini, o con quelli di terre più lontane, ricreare con lo spettacolo una dimensione, forse esistita ma sicuramente sognata, di un mondo in cui animali e uomini vivono insieme. 7
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