giornalinoMAGGIO 2010
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giornalinoMAGGIO 2010
Il mondo in una scuola Scuola Media “Umberto I” Lanciano Il nostro “caro” giornale “IL MONDO IN UNA SCUOLA”, il giornale del istituto, è giunto ormai alla sua nona edizione . Ciò significa che per noi ragazzi è diventata una tappa importante e coinvolgente sia dal punto di vista sociale che culturale. Non pensate che scrivere sia una cosa facile … anzi !!! E’ un’attività che richiede impegno e ci fa sentire dei piccoli adulti alle prese con il nostro lavoro. Noi ragazzi rappresentanti delle seconde insieme alla Prof.ssa Madonna, che ringraziamo per la sua disponibilità e amabilità, ci siamo divisi i ruoli e abbiamo lavorato duramente per realizzare questo progetto: ognuno di noi ha svolto il proprio compito con impegno e responsabilità . Abbiamo organizzato incontri, selezionato articoli, fatto interviste, foto, raccolto di materiale e tant’altro. Abbiamo affrontato tante tematiche riguardanti noi ragazzi e non: sport, attualità, cultura,musica, cinema, e tanto di tutto ciò che riguarda il nostro mondo nella scuola. Volevamo ringraziare la nuova dirigente, Prof.ssa Marilena Bellisario, giunta quest’anno nella nostra scuola con tanto entusiasmo nell’affrontare nuovi progetti ed iniziative rivolte a noi ragazzi, tra le quali l’esperienza dei mini-sindaci che abbiamo deciso di introdurre come “inserto speciale” del nostro giornalino . Non è cambiata solo la preside quest’anno … ma la nostra scuola è diventata un “istituto comprensivo” favorendo in questo modo il passaggio tra i due ordini di scuola. Noi, come redazione, siamo onorati di aver preso parte a questa straordinaria avventura. Il direttore responsabile. Menna Andrea GIORNALE D’ISTITUTO - Anno scolastico 2009/2010 ISTITUTO COMPRENSIVO “UMBERTO I” - LANCIANO Centro Territoriale Educazione Permanente Scuola Media “Umberto I” Lanciano Umberto I: una scuola che cambia La storica Scuola Media “Umberto I” di Lanciano con annessa sede di Frisa, da quest’anno scolastico è stata dimensionata in Istituto Comprensivo “Umberto I” attraverso l’acquisizione di due Scuole dell’Infanzia, quella di Villa Gaeta e quella di Frisa e una Scuola Primaria, sempre di Frisa. Ai più questo cambiamento può apparire come un’operazione solo formale, dettata da una semplice aggregazione numerica, in realtà rappresenta una modifica di più importante natura culturale e formativa. Da alcuni anni, infatti, in tutto il territorio nazionale si stanno diffondendo sempre più tali tipologie d’Istituti, che rappresentano al meglio la possibilità di praticare concretamente la continuità tra i diversi ordini di scuola che costituiscono il Primo Ciclo d’Istruzione. La presenza di insegnanti dei vari segmenti scolastici che progettano un Curricolo di scuola senza soluzione di continuità dai tre ai tredici anni, che costruiscono un unico POF, coerente e coeso per finalità, scelte educative, didattiche ed organizzative, individuano linee progettuali comuni e scelte di valutazione condivise, consente di dare un assetto unitario alla scuola e di favorire e monitorare il percorso formativo di tutti gli alunni. In questo senso il nostro Istituto si è arricchito di risorse umane e professionali eterogenee, ha acquisito la possibilità di un maggior confronto dialettico con un reciproco arricchimento, per perseguire il delicato compito di accompagnare tutti gli alunni, dai più piccini ai preadolescenti, a maturare i propri talenti, a conseguire brillanti risultati formativi e a realizzare i propri desideri migliori, in modo che la scuola sia vissuta da ciascuno di loro non come necessità ineludibile, ma come fonte di scoperta, di conquista, di realizzazione, di piacere. Si tratta di una scuola dove gli alunni esercitano non solo il loro diritto alla formazione, ma vedono anche realizzarsi le loro necessità di crescita umana, personale e sociale, la fonte di costruzione ed arricchimento di amicizie e relazioni tra pari. L’intento comune è quello di attivare tutte le risorse personali, prima ancora che professionali, per evitare un rapporto formale e trasmissivo con il sapere e con la cultura e per favorire invece, attraverso canali empatici, modalità di relazione positiva, costruzione di legami di stima e fiducia, un significativo traguardo educativo, condiviso e non subito né dagli alunni né dalle loro famiglie. L’auspicio è che questo nuovo assetto si possa sempre più consolidare per rafforzare la qualità dell’Umberto I come polo di eccellenza sul territorio. IL DIRIGENTE SCOLASTICO Prof.ssa Marilena Bellisario I N S E R T O S P E C I A L E “L’ha detto e l’ha fatto”... Pensava proprio a noi di Frisa la dolce “Mariastella” PREMIO “GIORNALISTA” PER UN GIORNO ALLʼUMBERTO I Lanciano - 8 Giugno 2010 a PAOLA CODAGNONE - 3 F UNA SCUOLA VINCENTE!! 1° PREMIO CENTRO SPORTIVO STUDENTESCO: ex aequo con la Tanti modi per Mazzini per il progetto - Terzi classificati raccontare il Lanciano Cultura Coppa Speranza Pinocchio che è in te “FIAT” 1° PREMIO premio individuale indetto dalla CRI - Campioni Provinciali Progetto Diritti a Sezione Femminile Atletica leggera Cat. BOMBA ILENIA 3 A Umani Lanciano Ragazzi e Ragazze - Qualificazione fase La Scuola partecipa a Concorsi, Mostre, Attività sia a livello Regionale Cadetti/e locale che regionale registrando sempre notevole successo. 1° PREMIO CHOCOVILLAGE “Il vademecum del cioccolato” 1° PREMIO alla classe 1 C “NOTIZIE DALL' INTERNO” - La COMUNITA’ SCOLASTICA dell’Umberto I saluta con affetto la PROF.SSA PINA PALLINI, docente di EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE che quest’anno lascia la scuola per il meritato e,di questi tempi, agognato pensionamento. Grazie Pina per il rigore educativo che ha spesso celato la sensibilità del cuore; grazie per non esserti mai appiattita su posizioni conformiste ma hai sempre cercato nei valori del bello e del vero la strada maestra per te e i tuoi alunni. 2 • Il mondo in una scuola • COMBATTENDO I CENTRO OLI INTRODUZIONE: Ormai tuttʼItalia è a conoscenza della costruzione del Centro Oli ad Ortona. Si sono fatte tantissime manifestazioni a sfavore. Il progetto rientra in un Attualità ampio disegno governativo, vorrebbero costruire pozzi petroliferi in mezzo al mare che bagna le coste da Ortona a Vasto con la funzione di estrarre il petrolio. Hanno scelto proprio lʼAbruzzo perché essa insieme alla Basilicata hanno maggior riserva di petrolio. Queste iniziative prodotte dal governo influenzerà molto lʼAmbiente. Nonostante tutto non si è ancora a conoscenza della struttura dellʼimpianto e dei materiali utilizzati e come verrà effettuato il trasporto. Sicuramente sappiamo che il centro OLI è un Centro petrolifero ma il petrolio che è presente nel nostro mare è detto “amaro” cioè impuro e perciò viscoso e corrosivo, una specie di fanghiglia; sappiamo anche che il suo trasporto sarebbe molto complicato e costoso e che il processo di raffineria che dovrebbe essere fatto in mare consiste in varie fasi e ha come obiettivo la emissione di “idrogeno solforato” nellʼaria, sostanza altamente nociva per la salute. La nostra è una terra ricca di olio, vino, ortaggi, pesce: il mare e il suolo sono i nostri tesori più grandi… perché rischiare di perderli? La raffineria inoltre rovinerà la costa che assomiglierà sempre più ad uno scalo petrolifero ma, ed è questa la cosa più grave e più seria, avrà l conseguenze devastanti per la nostra salute. Ho letto infatti che esperti del Mario Negri sud hanno parlato di tumori, malformazioni al fegato, malattie cardio-respiratorie, malformazioni genetiche… LE MANIFESTAZIONI. Come sapete si sono fatte moltissime manifestazioni per combattere la costruzione di questa petroliera. Fra le tante quella di San Vito ad Aprile a cui hanno partecipato più di 3000 persone e lʼultima a Lanciano il 30 maggio scorso. Bagnati ma soddisfatti perché eravamo più di 5000 persone in marcia contro il petrolio dal quartiere Santa Rita fino in Piazza Plebiscito. Un corteo variopinto di colori e banbiere, di uomini politici anche di partiti diversi, di tante associazioni e persone normali , tutti dietro ad un unico slogan:NO AL PETROLIO IN ABRUZZO! NO AL PETROLIO, come già ho scritto, per molti motivi ma quello più importante per non distruggere il nostro futuro e il nostro piacere di vivere tra le cose semplici, belle, e buone. EDOARDO GAMMARACCIO 1C SOMMARIO Attualità Adolescenza Vita della scuola Natura pag. pag. pag. pag. 2 4 6 13 Insieme per accogliere... (inserto) I-IV Creatività pag. 14 Musica e Sport pag. 18 IL TIFO? SÌ, MA SENZA ESAGERARE In questi giorni in televisione si sentono sempre notizie su tifosi che aggrediscono normalissime persone o su poliziotti che arrestano o malmenano persone che fanno una passeggiata e vengono scambiate per tifosi!! Io penso che fare il tifo ad una squadra di calcio è una bella cosa però deve avere un certo “equilibrio” e non si deve andare oltre le regole di un tifo “normale”; vorrei, inoltre, che la giustizia non scambiasse normali persone, che forse nemmeno si trovano allo stadio, con i tifosi che picchiano i sostenitori della squadra avversaria. Inoltre, non penso che un giocatore del Milan abbia mai menato un giocatore dellʼInter, pur essendo squadre acerrime nemiche! ANTONY CASTORA I E LA LETTURA COME RISORSA Condividere emozioni e sentimenti, confrontarsi sugli argomenti più vari, scambiare amicizie, viaggiare in luoghi diversi, allargare le proprie conoscenze, formarsi delle opinioni… tutto questo è un libro. Leggere un libro infatti è avere tutto il mondo in una stanza, è parlare stando in silenzio, è stabilire una sorta di comunicazione mentale con lʼautore e la sua storia, è tessere un sottile filo emozionale che ci lega a lui fintanto che leggiamo e anche altro. Lungi dal sembrare unʼattività noiosa o inutile, la lettura, al contrario, ci arricchisce un poʼ alla volta e risulta essere piacevole per la mente e lo spirito. È importante rilevare la stretta connessione tra lingua e lettura. La lingua, come strumento del pensiero, è il nostro veicolo di espressione e il modo di stabilire rapporti sociali. Senza di essa saremmo estranei al mondo e del tutto isolati. Si comprende, così, quale sia lʼimportanza della lettura e quale sia la sua utilità nel fornire mezzi linguistici adeguati, nellʼaiutare ad acquisire consapevolezza delle nostre esperienze, sviluppare il pensiero e favorire la capacità di destreggiarsi in vari contesti di comunicazione. Ma non solo: un buon libro, oltre che intrattenerci piacevolmente, ci aiuta ad interpretare criticamente la realtà. Ma per arrivare a questo non ne basta uno solo, ne occorrono tanti, perché credo che, come per lʼalimentazione, anche per la cultura si debba rispettare un fabbisogno, un bilancio, così se introduciamo tanto e bene, otteniamo tanto. Infatti un organismo ben nutrito si mantiene in salute; questo vale anche nel campo del sapere, che si alimenta di lettura. Personalmente interpreto la lettura come un atto dʼamore nei miei confronti, perché leggere mi nutre di soddisfazione. È una sorta di complicità che si stabilisce tra me, le parole scritte e lʼimmaginazione. È un discorso muto che vale fiumi di parole, che si possono condividere o sulle quali si può dissentire; è un incontro con unʼaltra persona, lʼautore, che aggiunge alle mie esperienze e conoscenze le sue, in uno scambio che mi aiuta a crescere. Purtroppo sono pochi, specie tra ragazzi, quelli che si appassionano alla lettura o, se lo fanno, è solo un interesse momentaneo, magari di un determinato libro collegato ad un film del momento e che quindi attrae lʼattenzione perché è “di moda”. Nessuno, insomma, leggerebbe un libro culturale o un classico della letteratura e della narrativa. Il problema, alla base, è la motivazione, ossia manca quel profondo piacere che la comprensione di un testo può dare. Credo che se si riuscisse a pensare ad una pagina scritta come ad un testo musicale e si comprendesse “la musica delle parole”, se si leggesse usando non solo la vista, ma tutti i sensi, allora la lettura potrebbe finalmente occupare il posto che merita. FLAVIA FIORETTI – III E • Il mondo in una scuola • 2012 LA FINE DEL MONDO. MA SARÀ VERO??? Molta Gente crede che, il 21 dicembre 2012, il mondo entrerà in una fase di cambiamento o che, addirittura, scomparirà. Ma cosa dicono gli scienziati a riguardo? Scopriamolo insieme. Una delle teorie più famose è quella del calendario Maya. I Maya, in realtà, non hanno previsto la fine del mondo, ma una festa, come il nostro capodanno. In- fatti il giorno dopo la probabile fine, tutto ritorna come prima e si vive un nuovo giorno ma, questa volta, di una nuova era. Unʼaltra ipotesi è quella dello scontro della Terra con un corpo celeste. Un asteroide che potenzialmente potrebbe colpire e devastare il nostro pianeta dovrebbe essere già visibile da molteplici macchinari di cui lʼuomo dis- pone, ma per ora non se ne vede neanche lʼombra. Una teoria molto accreditata è quella dellʼallineamento del Sistema Solare con la via Lattea ma, non cʼè da preoccuparsi. Infatti questo processo accade ogni anno nella fase che noi chiamiamo più comunemente solstizio dʼinverno. Hanno tentato di riprodurre lʼapocalisse della Terra in di- versi e noti film, tra cui “2012” e “Segnali dal Futuro”, suscitando anche la curiosità dei tanti diffidenti e degli increduli. E ora non ci resta che aspettare il fatidico 21 dicembre 2012 per scoprire cosa il Fato ha in serbo per nostro destino e per confermare eventualmente una di queste ipotesi. ALESSANDRO DI NUNZIO – I C CELLULARE SEMPRE IN MANO… COSA BUONA O CATTIVA? Noi ragazzi, oggi, abbiamo sempre il cellulare a portata di mano, ma non solo per telefonare, ma per messaggiare, fare foto, video ed altro. Ma questo è un buon uso del cellulare? Inizialmente il telefono serviva esclusivamente per telefonare, mentre ora ha molti più usi. Basta pensare che il primo sms della storia è stato inviato in Inghilterra nel dicembre 1992, per augurare Buon Natale. Invece oggi si inviano circa 1000 sms a persona ogni giorno. Ma ci sono anche degli aspetti negativi, come i danni alla nostra salute: Malattie della pelle, problemi agli occhi ed altre patologie. Tutta colpa delle onde elettro-magnetiche prodotte dal cellulare. Il cellulare, però, ha anche aspetti positivi: se abbiamo bisogno di aiuto perché ci troviamo in difficoltà, possiamo sempre cercare soccorso; se abbiamo bisogno di informazioni possiamo sempre cercarle su di esso. Grazie alle moderne tecnologie il cellulare si è trasformato in un “mini computer”: può fare da navigatore satellitare, puoi connetterti immediatamente ad internet, puoi inviare dati ad altre persone… Quindi il cellulare può essere usato sia per scopi positivi che per scopi negativi, però è sempre meglio usarlo per cose utili Katia Angelucci e Sara di Rado – II C ESISTONO GLI UFO? Sin dallʼantichità, i Maya hanno predetto che, nel 2012, la terra scomparirà e, cioè, finirà il mondo. La fine del mondo può avvenire, e detto dai Maya possono succedere molte cose, come invasioni aliene, trombe dʼaria potentissime, terremoti, uragani ed altro. Ma secondo me il fatto dellʼinvasione degli alieni non è una cosa reale, però ho sentito dai telegiornali che molta gente ha visto con i propri occhi gli “ufo”. Queste persone, secondo me, hanno visto davvero delle scie luminose o delle luci abbaglianti, ma nessuno ha mai visto un “Extraterrestre”, come del signore degli anelli che abbiamo visto in TV. Anche mio padre mi ha raccontato che, quando era giovane, durante una partita di calcio, ha visto una sfera nera che si muoveva e dopo un poʼ è scomparsa. Ora siamo nel 2010, ed il 2012 è molto vicino. Aspetterò questi fenomeni misteriosi, ma io per adesso continuo a non credere negli alieni. Simone Canala – I C E U R O PA U N I TA ? S Ì G R A Z I E Ci si trova di fronte ad un progetto grandioso e nel contempo di non facile realizzazione, quando si pensa allʼUnione Europea come ad una vera e propria federazione. Certo, non cʼè cosa più bella che potersi sentire “Cittadino Europeo” e connazionale di altri popoli, coltivando nuove relazione, affacciandosi a nuove culture, allargando gli orizzonti, in unʼottica di vita comunitaria in cui insieme si affrontano i problemi e, cooperando, si cerca di risolverli. LʼUnione Europea, in mezzo secolo ha realizzato tanto a favore dellʼintegrazione, ma resta ancora tanto da fare. Infatti, da un punto di vista politico ed economico, lʼEuropa si confronta con colossi internazionali come la Cina, il Giappone, gli Stati Uniti e se non sa presentarsi unita non riuscirà a compe- tere né a tenersi al passo. Fino a quando gli Stati europei saranno divisi dagli egoismi nazionali e da rivalità, mancherà la coesione necessaria e lʼEuropa rivestirà sempre un ruolo marginale. Quindi, in primo luogo, bisogna avere la profonda coscienza di questa situazione e prenderne atto. Poi maturare la volontà di assomigliare sempre più ad uno stato federale, assumendo posizioni ferme riguardo alle grandi questioni politiche, trovando soluzioni armoniche per lʼeconomia, munirsi di una linea di difesa comune. Continua a sussistere in molti, i cosiddetti “Euroscettici”, molto riserbo nei confronti del progetto “Europa unita”. In effetti cʼè paura, poca convinzione, dubbio per la struttura troppo burocratizzata dellʼUnione, che viene rite- nuta inefficace nel risolvere i concreti interessi del cittadino; per le procedure troppo macchinose attuate per decidere lʼapprovazione delle leggi; per le migrazioni interne ed il timore di disoccupazione e criminalità; per motivi religiosi, come nel caso della Turchia, che da anni viene respinta dallʼUnione, poiché si teme che una commissione di religioni giudaico-cristiane e musulmana possa generare tensioni pericolose. In conclusione lʼEuropa unita è un progetto meraviglioso si, ma ancora incompiuto. Forse se lʼumanità riuscirà ad affrontare sacrifici in nome di un grande ideale comune, lʼorganismo europeo avrà trovato la sua vera ragione di essere e la sua identità. Flavia Fioretti – III E 3 4 • Il mondo in una scuola • L’ADOLESCENZA…QUANTI CAMBIAMENTI!!!... Adolescenza Nellʼalbum dei ricordi Mi è capitato diverse volte di vedere le foto del mio papà che pratica il suo sport preferito: il Baseball. Lo vedevo lì,pronto a battere, con il viso concentrato e gli occhi fissi sul lanciatore. Ricordo che in ogni cosa era molto preciso,come per la scuola: quando si è laureato in ingegneria,ad esempio. Quando però non aveva nessun libro su cui contare,metteva tutta la sua energia,la sua potenza. A volte avrei voluto essere lì con lui a sostenerlo e incitarlo. La mamma mi racconta che quando l’ha conosciuto era stimato da tutti proprio per il suo carattere attento ed educato. Aveva capelli neri e folti che quando giocava gli coprivano spesso la visuale. Tutti dicevano che era molto bravo,ma lui non se ne vantava, perché l’importante secondo lui era giocare solamente per divertirsi e mettere il meglio di sé. Come me, modestamente…..!!!!! Giulia Codagnone IA L’adolescenza è quella fase in cui il bambino,dalla fanciullezza,inizia a prendere coscienza di sé; in questo periodo avvengono cambiamenti fisici,caratteriali e soprattutto a livello sociale e psicologico. Durante questa fase iniziano i primi conflitti con i genitori e ci si inizia a sentire indipendenti opponendosi alle loro scelte; non si accettano più rimproveri e intromissioni ma si tende a seguire il gruppo. Questo distacco provoca una sensazione di “vuoto” emotivo nella vita dei giovani,un vuoto che viene colmato dai propri amici. Essi,giorno dopo giorno,assumono un importanza sempre maggiore e i ragazzi tendono a seguire la moda del momento e lo stile del proprio idolo. Ci si inizia a comportare in modo diverso,a volte si manifestano anche atteggiamenti non molto rispettosi,causati maggiormente dai coetanei che si frequentano o dal senso di appartenenza a un determinato gruppo. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello fi- sico,infatti il corpo cambia più velocemente di quanto ci si aspetta e nasce così un inquietudine profonda e si fa fatica ad accettarsi. Lo specchio diventa un nemico,ma non per tutti: per alcuni diventa un elemento essenziale,soprattutto per le ragazze che diventano consapevoli del cambiamento e cercano di valorizzarsi. Altri che invece appaiono sicuri e senza problemi spesso hanno un cattivo rapporto con il proprio corpo e cercano di metterlo in risalto in maniera esagerata,quasi a voler cercare negli altri la conferma della propria bellezzaL’inquietudine non passa inosservata:è come se l’adolescente si trovasse di fronte a una linea di confine e dovesse scegliere se oltrepassarlo e affrontare il futuro oppure restare un “Peter Pan”e rimanere attaccati all’infanzia che appare più rassicurante dove il punto fermo è e deve essere la famiglia. Benedetta Di Nunzio & Noemi Ruscello IIC ADOLESCENZA Adolescenza è un termine che deriva dal latino “Adolesco = Crescere”. È senz’altro un periodo stupendo, fantastico e indimenticabile della nostra vita. Iniziamo a crescere,a creare una nostra personalità,a vedere dei cambiamenti caratteriali e fisici;nelle ragazze si sviluppano forme più accentuate,non si ha più il corpo di una bambina. Nei ragazzi invece non solo cambia il fisico, ma anche la voce si trasforma. Iniziano anche i problemi che non avevamo mai avuto finora: il nostro corpo non è come vorremmo o come quello di una modella o di un amica e ci si sente in soggezione per non essere belle,alte e magre come loro. Di solito si pensa che questi problemi si presentino solo nelle ragazze,ma oggi giorno non è più così. Tutto questo è valido anche per i ragazzi. Ogni cosa che si dice viene fraintesa,per un brutto voto a scuola piangiamo per ore e ore,i genitori ci sembrano invadenti ma in realtà non lo sono, non ci si sente capiti e si va a cercare l’aiuto e il conforto dei propri amici,ma a volte loro diventano falsi e nel momento in cui ci si sente soli si viene a sapere che tutte le cose che abbiamo confidato loro, le hanno rivelate a tutti e ci parlano male alle spalle. In quel momento si va in depressione e si sfoga le proprie frustrazioni sugli altri,si crede di avere sempre ragio- ne,non si ammette quando si sbaglia e appena si riceve un NO dai genitori si pensa che il mondo ci crolli addosso ma…non è così! Proprio per questi motivi si presentano malattie come anoressia e bulimia. Le preoccupazioni di un adolescente sono tante anche se se si pensa che questa fase sia serena e spensierata: risolvere questi problemi non è semplice,ma se non lo si fa si può arrivare a un punto critico. Innanzitutto bisogna cercar di far capire ad un adolescente,almeno secondo il mio punto di vista,che non bisogna desiderare il fisico di un modello o di un gruppo di amici,perché si è belli così come si è,e che non bisogna farsi influenzare dalle stupidaggini e senza dare troppa importanza all’aspetto esteriore,ma di valorizzare la propria personalità. Anche iniziare a selezionare le proprie amicizie e considerare gli adulti come punto di riferimento è importante, in modo da poter imparare a capire chi ci vuole davvero bene e chi non se ne importa niente di noi,è un passo verso la maturità. Ogni persona ha un proprio carattere ed ha le sue carte da giocare in società per quello che è,non per la “maschera” che indossa. Patrizia Ruggiero IIE LʼADOLESCENZA… Lʼadolescenza è considerata da sempre lʼetà piu dura da affrontare per un ragazzo Questo per I nuovi amici le nuove conoscenze e le conoscenze un po piu importanti. Eʼ di questo che volevo parlarvi quando pensi che nellʼanno scolastoco,studierai sempre,sa rai sempre presente,e non ti distrarrai mai,è proprio lì che conosci una persona che già dal primo momento ti appare simpatica e unica. In quel momento perdi la testa, e non ci capisci più niente,magari di quella persona ti attrae il suo modo di esprimersi e di salutare. Poi fai di tutto per conoscerlo magari per parlarci ed esserci amica,cerchi di avere anche il suo numero di telefono,per parlarci. Dopo vedi che tutte le mattine ti saluta sorridendo in quel momento non sai che fare, se salutarlo,sorridere o fare naturalmente entrambe le cose. Poi dopo una settimana circa riesci ad ottenere il suo numero e sei al massimo della felicità e pensi : Che voglio di pùù??. Bè lʼadolescenza è questa,una cosa bellissima ma anche dura da affrontare. Dafne Antonini II A • Il mondo in una scuola • NON CʼE PEGGIOR SVENTURA DI PENSARE MALE DI SE STESSI.. Noi adolescenti viviamo in uno dei momenti piu difficili della vita. In questa fase di crescita che stiamo vivendo non è facile trovare persone che ci aiutano a diventare aduti. Spesso cerchiamo aiuto nei compagni, ma non sempre troviamo chi capisce il nostro disagio interiore a volte accade che il nostro migliore amico ci tradisca,magari andando a raccontare un segreto che gli avevamo confidato. Gi adulti ci accusano di essere superficiali e privi di ideali...Accade così che le delusioni e le incomprensioni ci portano alla sfiducia in noi stessi. Molti condizionamenti ci impediscono di realizzare I nostri e sogni e ciò che vogliamo realizzare,la paura di non riuscire puo provocare in noi uno stato di depressione che è difficile da tollerare e così si verificano anche conseguenze estreme come droga,alcol, bulemia e anoressia. La sfiducia in se stessi è una vera e propria malattia.legata a ciò che ciascuno sente e pensa a proposito di sè e a volte la critica peggiore è proprio la nostra. Sì, la prima persona con cui dobbiamo fare i conti siamo noi,noi abbiamo la cultura delle bellezze estetiche del primo della classe creiamo continuamente competizioni che ci allontanano dalla reale coscenza di noi stessi molti di noi ragazzi si sentono inadeguati e soli ed hanno molto bisogno di essere aiutati ad aquistare un vero senso di autostima, altrimenti saremo sempre alla ricerca della perfezione. Lʼautostima di sè è importante per arrivare a credere in noi stessi. Ma accettarsi è un processo difficile. Molte cose condizionano la nostra mente: la pubblicità,il giudizio degli altri,lʼunione personale, lʼmmagine che ci siamo fatti di noi,le aspettative degli altri. Quando una persona non sì accetta pensa che tutti gli altri non la accettino. Abbiamo il diritto di fare tutto cio che ci fa stare meglio ma se una FOTOGRAFIA DEI TEENAGER OGGI Noi giovani siamo considerati da sempre una gioventù bruciata che pensa solo a cose frivole e prive di senso, ma è proprio così? Una recente indagine (GFK Eurisko) dimostra il contrario: i giovani d’oggi sono idealisti,determinati e concreti e al denaro e al successo preferiscono amicizia, amore e famiglia. L’indagine,che ha fatto un sondaggio a 600 ragazzi tra i 14 e i 20 anni, scatta una “fotografia diversa dei ragazzi italiani: idealisti e romantici,ma molto concreti quando si parla del loro futuro. L’indagine è concentrata soprattutto sul come sia intesa la libertà tra i ragazzi. Chi si aspetta che per i ragazzi la libertà sia l’andare controcorrente o contrapporsi agli adulti si sbaglia. Per il 58% degli intervistati essere liberi significa poter fare scelte importanti, come iscriversi alla scuola superiore o all’università. Essere liberi significa seguire le proprie passioni e non per questo trasgredire le regole. L’importanza che i teenager danno alla libertà sta innanzi- tutto nel legame con la natura nel contatto con essa,nei momenti di condivisione con il gruppo ma anche nello stare soli per riflettere su sé stessi. Gli adolescenti desiderano un ritorno alle origini e alla natura che nelle metropoli è ormai inesistente. Il mare viene associato,per la maggior parte degli intervistati,a un senso di libertà che internet altri mezzi multimediali non possono dare. Beh, certamente ci sono ragazzi che amano questo tipo di svago e di intrattenimento ma sono comunque in minoranza rispetto a quanto ci si aspettava. Altro che freddi tecnofili! I giovani amano apprezzare tramonti e paesaggi suggestivi, e non è un caso che al cinema i film simbolo della libertà siano “Alice nel Paese delle Meraviglie” e la pellicola a sfondo naturalistico “Into the Wild”,seguiti da classici come “ L’attimo fuggente”. Anche i personaggi che incarnano il valore della libertà sono ritenuti simboli di pace e altruismo. Fra essi troviamo: Nelson Mandela e il neo presidente Barack Obama,ma anche Vasco Rossi,visto come provocatore dalla generazione degli anni Novanta. Tra le paure recenti dei giovani ci sono la recessione e la disoccupazione. Il futuro però non deve far paura: il più della metà degli intervistati si sente già libero,la percentuale aumenta per quelli che sperano in un futuro più libero e, fondamentale per questo scoop, resta per loro la realizzazione individuale nel poter svolgere il lavoro che sognano. Per quanto riguarda l’attività pratica i giovani si sentono liberi stando insieme agli amici,facendo sport oppure curando la propria persona. Questa ormai è una generazione che ama descriversi come romantica e sognatrice e in versione naturalistica. Quindi inutile stupirsi se i valori appena citati ricoprono i primi 5 posti in classifica, mentre soldi e fama sono scesi nelle ultime posizioni. LA MORGIA GABRIELA IIID persona non capisce che non esiste unʼimmagine perfetta di come dovrebbe essere rimarrà perennemente frustrato e perciò capirà che la vita non è quella che dovrebbe essere, quella che ci costruiamo nella testa ma è quella che è nella realtà con le sue ombre, con I suoi difetti I suoi limiti.Eʼ il modo con cui lʼaffronti che fa la differenza. La vera stima in sè si aquista quando riusciamo ad accettare noi stessi e ad integrare I punti deboli con quelli forti. Dobbiamo credere in noi stessi.Superando la distanza di sè si arriva a scoprire un grande segreto. Non è la vita ad impararci dei blocchi ma piuttosto la convinzione di essere. Ragazzi vi diamo un consiglio pensate positivo e credete in voi stessi. Cercate di realizzare sempre I vostri sogni Mancini Benedetta Donatella Abbonizio 3°D LʼADOLESCENZA… We we ragà ma vi state accorgendo che stiamo crescendo a dismisura?!?!. Comunque volevo parlarvi della pre-adolescenza che ormai conosco bene..Credo.. Eʼ il periodo più bello..ma anche il piu schifoso della nostra vita..1° findanzati...1°bacio...veri amori..1° gelosie..Ma anche cose molto brutte...Discussioni serie..Primi litigi,ed è a quel punto che capisci che il mondo è bruttissimo...E per andare avanti bisogna solo guardare il lato positivo della vita!..A questa età di 11-12-13 anni ti sembra che tutto vada male...Tutti contro di te.. I pianti.. Le paure..Le figuracce..Tutto a tee! Qesto lo pensa magari la maggior parte delle persone di questa scuola : Facciamo il conto : ai 3|4 della scuola succede (21x16=336 3|4 x366=552) 252 ragazzi che la pensanoogniuno fa 5 figuracce al mese (5x25=1260) in un anno a scuola si fanno circa 1260 figuracce o anche meno..forse ho esagerato: la metà (1260:2:630) comunque sono tante ed ecco che concludo la 1° parte del discorso. Non sei solo tu quello a cui succede tutto. Passiamo al secondo argomento : Tutti questi psicologi che parlno di preadolescenza ma che vi inventate??Allora non si puo immaginare cosa pensa un ragazzo preadolescente..Ma chi ve le dice le cose che scrivete? Vi leggo una frase a caso “ I maschi sono generalente contenti di quello che gli sta succedendo,le femmine no!” Ma che dite? Io sono contentissima! Ma se sei adulto che ne sai della pre-adolescenza?Chissà quante cose sono cambiate da 20 anni fàà!!! E siamo giunti alla fine del secondo argomento..Non si può scrivere sulla preadolescenza anche se è quello che sto facendo io ora. Ok..Non ho piu idee. Ma visto che non ho niente da fare vi parlo di me. Io faccio la 2° media,quindi ho 12 anni.La mia classe non è divisa è formata da un solo gruppo,alla faccia dei professori che dicono di non isolare I ragazzi che studiano,anche in classe nostra i VIP sono quelli che studiano. Io ho buoni rappporti con la maggior parte delle persone che conosco oltre a gli amici tra I banchi di scuola ho anche degli amici in acqua (in piscina) .anche con loro vado molto daccordo.Io non ho avuto una vita semplice, io ne ho avuti di problemi prima. Quando ero piccola abitavo vicino a Roma..Perchè mio padre abitava lì..Ogni settimana tornavo qui in Abruzzo e facevo una settimana si e una settimana no di asilo. Quando ho fatto 6 anni mi sono trasferita definitivamente in Abruzzo.. Non conoscevo nessuno alle elementari e poi erano tutti diversi in gruppo, però ora sto al massimo! Mi accettano tutti. Lʼunica ingiustizia è che ho 7 in condotta e non posso fare niente. Ma del resto non ho nientʼaltro che va male: ho 4 “Best Friend” Una classe meravigliosa.Non so piu che dire..Ricordate le sciocchezze piu strane si fanno a questa età! Ciaoo! Alessia Ferrante II C 5 6 • Il mondo in una scuola • Vita nella scuola della natura. Abbiamo udito finalmente il cinguettio di molti uccelli e abbiamo cercato di distinguere il loro linguaggio e i loro segnali di comunicazione. Poi ascoltato il vento che sussurrava chi sa cosa!) tra le foglie e lo starnazzare delle anitre. Questa esperienza sul campo è stata molto interessante per capire soprattutto il rapporto uomo-ambiente e per mettere in discussione tutte quelle azioni umane che provocano danni alla natura. E’ stato un momento di scuola molto importante perché abbiamo anche sperimentato e verificato le notizie e le informazioni che leggiamo dai libri e che la nostra Prof. di scienze continuamente ci ricorda. ROBERTA MASCHERONI E NICOLE CAVALLO I C Matematica, che passione! Il 20 marzo 2010 si sono svolte le semifinali nazionali di Giochi Matematici. La nostra scuola “Umberto I” ha ospitato i candidati alle finali provinciali di giochi matematici. Alle finali di Milano avevano accesso i primi 31. Io sono riuscito a piazzarmi in 13^ posizione. Oltre a me si sono qualificati alle finali Giuseppe Pagnotta e Benedetta Guerriere. II 17 marzo coloro che si sono qualificati alle finali di Milano sono stati premiati con una coppa (i primi 3) e con una medaglia i classificati dalla 4^ alla 31^ posizione. Le finali erano previste al centro “Pristem” appartenete all’università Bocconi il 15 maggio. Io con la mia famiglia sono andato a Milano il 14 maggio. Ero molto ansioso di affrontare le finali. Il 15 maggio era arrivato e non vedevo l’ora di raggiungere l’università per eseguire la prova. Ho raggiunto l’aula una ventina di minuti prima di cominciare. L’edificio era molto affollato perché c’erano tantissimi concorrenti. Le prove che ho dovuto affrontare erano molto difficili e richiedevano tempo. Adesso sono impaziente di sapere i risultati che escono fra qualche giorno anche se già so di non avercela fatta ma comunque, indipendentemente dal risultato, sono contento di aver avuto la possibilità di provarci. E’ stata una bella esperienza per me e spero di poter disputare di nuovo queste finali l’anno prossimo perché ho sempre avuto un debole per i numeri e ho avuto la possibilità di visitare Milano che né io né i miei genitori non conoscevamo. Lorenzo Giancristofaro IIE UNA GIORNATA “VERDE”: LA RISERVA DEL PARCO NATURALE DI PENNE Noi ragazzi di I e II C abbiamo visitato la Riserva del Parco Nazionale di Penne. La guida che ci ha accolto ci ha subito informato che l’Abruzzo è la regione più verde d’Europa e ci ha dato moltissime informazioni sulla Riserva. I suoi ambienti sono caratterizzati da boschi di caducifoglie, di roverella e pioppeti e, negli ambienti più asciutti, possiamo trovare il carpino nero e l’acero. Nel lago, un bacino artificiale nato dalla confluenza del fiume Tavo e il torrente Gallero, sono presenti l’airone e la nitticora, simbolo dell’oasi. Noi abbiamo fatto il percorso del bosco: nella riserva si sono molti alberi monumentali e arbusti, dei simpatici percorsi con ponticelli di legno che attraversano piccoli stagni. Durante il cammino abbiamo notato molti cartelli illustrativi e un rifugio dove si provvede alla cura di alcuni animali feriti, abbandonati o a rischio di estinzione. Durante l’escursione, la guida ci ha invitato a fare silenzio per ascoltare e rumori e i suoni INTERVISTA ALLA PROF. DI SCIENZE MOTORIE CONCETTA CICCOCIOPPO A cura del Direttore Perché è nato il Centro sportivo ? Il centro sportivo è nato come luogo per praticare sport, infatti il nostro progetto si chiama proprio “SPORT A SCUOLA” Quali sono le attività praticate? Gli sport che si praticano sono: Corsa Campestre, Atletica Leggera ( velocità, mezzo fondo, corsa ad ostacoli, salto n alto, salto in lungo, lancio del peso, staffetta), Pallavolo. Quanti sono gli alunni che frequentano il Centro a scuola? Sono circa 190, un numero davvero considerevole che ci dà la misura di quanto i ragazzi amino lo sport. Quali sono i pregi e i difetti? Pregi sono tanti: è aperto a tutti ed è completamente gratuito, ci sono tanti momenti di confronto e competizione senza mai esasperare l’agonismo. Ai ragazzi spiego sempre che è importante mettersi in gioco e esserci sempre dando il meglio di sè perché il sano confronto ci da la misura di quello che siamo e sappiamo fare. Tra i difetti: le ore a disposizione dei ragazzi dovrebbero essere di più; molte volte non bastano a soddisfare le esigenze ed i bisogni di tutti anche se noi docenti cerchiamo di lavorare affinché ogni ragazzo possa vivere “momenti di gloria”. Quali sono gli obiettivi che ci si pone n questo Centro Sportivo? Promozione del benessere psico-fisico, promozione della pratica sportiva come stile di vita, socializzazione ed integrazione. Cosa prova Lei, quando un suo alunno aggiunge un importante traguardo? Provo gioia perché vedo gioire. Provo soddisfazione perché dietro un successo c’è sempre impegno, sacrificio, e tanto, tanto lavoro. Nella sua lunga carriera di insegnante ha avuto sicuramente tante soddisfazioni, ma qualche delusione? Quando si crede fortemente in quello che si fa le soddisfazioni arrivano, quindi non nascondo che le ho avute. Le delusioni? Ogni volta che non c’è stato riscontro positivo al grande lavoro svolto. Secondo Lei lo sport aiuta a stringere amicizie e d andare bene a scuola? Certo… lo sport ha sempre facilitato le relazioni sociali, inoltre sono più che convinta che lo sport fa bene allo studio e lo studio fa bene allo sport. Anche in palestra si esercitano l’applicazione, l’impegno e la concentrazione… senza di essi non c’è apprendimento. Vorrei ringraziarvi per questa intervista perchè mi ha dato la possibilità di spiegare che lo sport nella nostra scuola ha un posto importante per la formazione integrale e ne rappresenta l’anima. Grazie, mitica Prof. anche da Lei, dalla sua professionalità e dalla sua carica umana siamo cresciuti come alunni e come persone. Il direttore Responsabile Un’esperienza indimenticabile L’anno scorso, alcuni ragazzi dell’istituto Comprensivo Umberto I,hanno partecipato ad un laboratorio teatrale guidati dalla professoressa Lucia Di Nardo ; fortunatamente io ero tra questi. Avevamo pensato di allestire un commedia brillante, ma poi il dramma che ha colpito la città di L’Aquila e le zone limitrofe, ci ha dirottati verso un’altra scelta. Abbiamo voluto testimoniare e condividere la disperazione e il dolore della gente colpita dal dramma, sorretta però dalla speranza di ricominciare. Il pubblico e gli esperti sono stati colpiti dalla carica emotiva che abbiamo saputo trasmettere, tanto da essere stati inviati ad una rassegna teatrale tenutasi da Assisi nella prima settimana di novembre. Alla rassegna partecipavano molti gruppi, provenienti da tutta l’Italia e appartenenti a tutti gli ordini di scuola. Purtroppo non ho potuto assistere a tutti gli spettacoli perché mi ero ammalata e sono stata costretta a stare a letto ; per fortuna la sere del grande evento ero in forma e ho potuto dare il meglio di me. Fin dalla mattina del debutto avevamo tutti l’adrenalina, eravamo terrorizzati al pensiero di sfigurare, visto che siamo stati gli ultimi ad esibirci e i ragazzi che ci avevano preceduto erano stati bravissimi. alcuni di essi, provenienti dalle scuole superiori, hanno messo in scena spettacoli che non avevano nulla da invidiare alle grandi compagnie teatrali e i ragazzi hanno recitato alla stregua di attori professionisti. Quando siamo andati a provare per la prima volta sul palco del teatro, mi sono sentita sperduta ; non avevo mai visto un palcoscenico così vasto, dotato di tutti i ritrovati tecnologici atti a creare particolari effetti scenici. Lì sul palco mi sembrava di sognare, ma poi, come sempre mi succede, sono tornata alla realtà, e ho capito dovevamo dare il meglio per esprimere tutti i nostri sentimenti. Ci siamo riusciti, lo spettacolo ha suscitato al pubblico grandi emozioni, e siamo stati noi a renderlo possibile. Abbiamo ricevuto tanti complimenti, anche quelli della nostra Dirigente che ci ha fatto la sorpresa di essere lì, tra gli spettatori ad applaudirci e sostenerci. Questa esperienza è stata molto significativa per noi tutti: abbiamo condiviso emozioni ed esperienze, abbiamo accresciuto la nostra autostima, abbiamo fatto nuove amicizie e tra noi è nato un rapporto solido e sincero. È doveroso, perciò, ringraziare di cuore la professoressa Di Nardo che, grazie alla sua professionalità e al suo carisma, ci ha trasmesso quella carica emotiva cha ha coinvolto anche il pubblico. Ludovica Ucci 3B GIOCARE PER SOLIDARIETÀ… La solidarietà… un valore che non tutti e non sempre sappiamo coltivare… a volte, spesso, ci è di peso aiutare qualcuno in difficoltà, ci è di peso prestare ascolto a qualcuno che in quel momento ha bisogno di noi, fosse anche solo per sfogarsi o magari per parlare, ci è scomodo pensare, presi come siamo da tutte le nostre attività, a realtà di ragazzi come noi, ma sfruttati,maltratti e senza alcun diritto. Unendo, però, la parola solidarietà alla parola partita.. nasce una delle tradizioni a cui la nostra scuola è particolarmente legata: la PARTITA DELLA SOLIDARIETA’. • Il mondo in una scuola • Un giorno veramente speciale in cui, oltre a divertirci e a tifare per la nostra squadra che, tra un tiro e l’altro, speriamo che vinca,rivolgiamo un pensiero e un aiuto a qualcuno lontano, un ragazzo come noi, che conta sul nostro piccolo contributo, a qualcuno che sarebbe molto felice di star seduto sui banchi ad ascoltare le prof. insieme agli amici, qualcuno che mentre i nostri eroi rincorrono un pallone, è costretto, come accade in alcuni paesi lontani, ad intrecciare fili per la realizzazione di tappeti guadagnando a malapena di che sopravvivere… è per questo che la partita non deve essere considerata un giorno di scuola in meno o un giorno di vacanza… ma un giorno speciale in cui in campo non ci sono solo 22 giocatori, ma anche Lei, meritevole di una sua maglietta e perché no, anche della fascia da capitano.. la Solidarietà… Infatti, deve essere la protagonista della giornata, ma non solo di questa giornata,di tutti i giorni, e non pensando solo alla vittoria della nostra squadra, la vittoria, almeno per un giorno, è cercare di vivere questi momenti speciali, in cui solidarietà è anche saper aiutare il compagno della squadra avversaria,tenendo presente che se ci aiutiamo a vicenda la strada non ci sembrerà tanto in salita!!! Infatti la partita della solidarietà è proprio un simbolo speciale, una tradizione che fa della nostra scuola una scuola SOLIDALE…perchè versando un piccolo contributo sappiamo di poter aiutare qualcuno uguale a noi, a cui però mancano le nostre fortune e a cui la strada si presenta sempre più difficile!! Questa partita ogni anno viene vissuta con gioia e serenità, perché anche se la nostra squadra perde, ha vinto sempre la solidarietà per coloro che nascono in paesi più poveri del nostro, per coloro che poche volte nella vita hanno occasione di sorridere a causa delle loro misere condizioni. E noi ragazzi sappiamo bene il valore di un sorriso.. allora contribuiamo tutti a far tornare su visi scavati e negli occhi spenti, un sorriso e una speranza!!!!! Classe 3 F LA MIA TERZA C Ed eccoci alla fine di tre anni passati insieme a voi, tra risate, divertimenti, litigi, addii e nuovi arrivi che ci hanno fatto crescere tutti insieme e ci hanno reso più uniti che mai. Le medie sono un punto fondamentale per tutti i ragazzi, infatti è qui che nascono le migliori amicizie che rimaranno le più importanti tra i ricordi. Ed è proprio tra i banchi di questa scuola che ho conosciuto voi: dei compagni simpatici, degli amici fantastici, sui quali puoi sempre contare, che ti fanno ridere nei momenti più tristi e ai quali non puoi nascondere nulla. Quando ne hai bisogno sono sempre pronti a farti ridere, magari con una barzelletta o anche solo con un abbraccio, dai quali spesso hai ricevuto delusioni ma poi ti sei accorto che non ne valeva la pena litigare. I miei compagni mi hanno insegnato la vita, mi hanno inse- gnato a crescere e superare tutti gli ostacoli, ad andare avanti ed a lasciare alle spalle tutto ciò che mi teneva giù di morale, mi hanno insegnato a non piangere per le cose banali, mi hanno insegnato a mantenere la calma anche nei momenti di forte tensione, mi hanno aiutato nei compiti quando ero in difficoltà e mi hanno coperto quando non avevo studiato qualcosa. Non riesco a pensare che l’anno prossimo dovrò stare in una classe che non sarà la nostra, senza 26 ragazzi sempre pronti a ridere, a scherzare, a fare commedia … e sono sicura che ci mancherà. Ci mancherà ogni singolo momento, bello o brutto che sia, i compagni anche quelli con cui vai meno d’accordo, e magari ti mancheranno anche loro, i prof che oggi affrontiamo in modo superficiale ma che un giorno rimpiangeremo perché ci hanno insegnato ad essere uniti e ad andare d’accordo. Ma soprattutto ci mancheranno gli amici, perché anche se ci fanno arrabbiare, ci rubano le patatine e prendono sempre un “morsicino” dalla nostra pizza, saranno pur sempre i nostri compagni con cui abbiamo passato tre anni meravigliosi e che di certo non scorderemo. Ed è per tutto questo che voglio ringraziare la mia classe, la 3^C. Alessandra Sala e Valentina Mausoleo Teatro e scuola, binomio interessante! La nostra scuola da anni promuove progetti teatrali con successo. Quest’anno alcune classi, hanno partecipato ad un progetto teatrale nazionale. Nella mattinata, abbiamo visto tre cortometraggi con protagonisti dei bambini. Il primo cortometraggio parlava di un bambino povero che trasferitosi in un altro quartiere, trova un amico e una bambina della quale si innamora con la quale non riesce a parlare per la timidezza. Il secondo cortometraggio parlava di un bambino povero che viveva insieme alla mamma e al nonno. Questo bambino giocava sempre da solo, con giochi semplici, per esempio tappi di bottiglia, carta, pietre, foglie secche e proprio con queste ultime il nonno spiegò al bambino il significato della morte, con un gioco, in modo da non turbare il bimbo. Infine, il terzo cortometraggio parlava di un ragazzino che si chiamava Antonio Cassano, come il famoso giocatore e questo era il suo mito, anche se diversamente dal calciatore questo ragazzino non aveva lo stesso talento per il calcio. Personalmente penso che tutti e tre i cortometraggi rispecchino un po’ noi ragazzi adolescenti, con le nostre paure, insicurezze, delusioni, ecc … Dopo queste visioni, ci siamo recati in una stanza del teatro, insieme ad una ragazza che ci ha spigato cosa sia uno spettacolo, gli elementi fondamentali per poterne creare uno ecc … Ci ha detto i titoli degli spettacoli che avremmo visto nella mattinata e nella mattina seguente : “Il fantasma di Canterville”, “Memory books” e “Anima leggera”. Poi, tutti insieme abbiamo fatto un gioco molto interessante, pensare a quale fosse la trama per ogni spettacolo. La parte più interessante del gioco, però, è stata quando abbiamo dovuto pescare, da dentro una scatola, gli indizzi e poi associarli allo spettacolo in base alla trama che avevamo scelto per ogni uno di essi. Dopo aver visto gli spettacoli abbiamo constatato che le trame che avevamo pensato erano molto simili a quelle vere. “Il fantasma di Canterville” parlava di questo fantasma, che viveva nel castello di Canterville da trecento anni e tormentava, continuamente, gli abitanti facendo uscire una macchia di sangue nel punto dove era stata uccisa la moglie. “Memory books” parlava di una famiglia africana :la mamma era malata di AIDS e purtroppo questa malattia l’aveva trasmessa a sua figlia che poi morirà, quando diventerà più grande. Infine, in “Anima leggera” il tema era quello dei diritti dei bambini che devono essere rispettati perché sono uguali a tutti. Posso dire che gli spettacoli che ho visto sono stati molto interessanti e anche un po’ divertenti. Il primo, personalmente, è quello che mi è piaciuto di più, perché il messaggio era più semplice da capire e perché era uno spettacolo piuttosto comico, invece negli altri due spettacoli gli argomenti erano più difficili ma, comunque, molto belli. Silveri Veronica 2E RELAZIONE DI UNA GITA Noi alunni delle classi 1,2 e 3 media di Frisa,il giorno 28 aprile,ci siamo recati a Fabriano per vedere il “museo della carta” e a Fiastra per visitare “l’Abazia di Fiastra “. Siamo partiti da scuola verso le 6:30 e dopo un lungo viaggio siamo arrivati al museo verso le 10:00. Appena siamo arrivati abbiamo fatto uno spuntino veloce e dopo pochi metri siamo giunti alla nostra meta. All’ingresso ci ha accolto una guida che ci ha condotti a visitare le varie fasi della lavorazione della carta.Ci ha mostrato che gli stracci (perche una volta per fabricare la carta si usavano gli stracci ) venivano sminuzzati e messi in acqua, con un retino rettangolare venivano raccolti e pressati per fargli asciugare. Poi, per avere l’impermeabilità, venivano collati e infine anche pesati. Nel 1800 inventarono una spece di forno a carbone che asciugava i fogli in pochi minuti e non in vari giorni come in precedenza. Dopo siamo andati al secondo piano dove la guida ci ha spiegato come riconoscere le banconote false e le stampe in chiaro-scuro. Tornati nel parco abbiamo pranzato e nei minuti che avanzavano siamo andati ad un parco giochi ! Dopo un’ora di viaggio siamo arrivati all’Abazia di Fiastra : una grande oasi di verde e pace. Una guida ci ha accolti e ci ha spiegato la vita dei monaci e la storia dell’Abazia. La chiesa che era a forma di croce ed aveva solo due finestre principali : una dietro l’altare e una sopra l’ingresso. Usciti siamo andati in una stanza nella quale i monaci si riuniscono solo di inverno perche la chiesa, essendo di pietra, è molto fredda. Usciti dalla sala siamo scesi nelle cantine che si trovano sotto la chiesa.Queste venivano usate per la conservazione di cibi o per far invecchiare il vino. la guida ci ha informato che la vita dei monaci è molto difficile :si alzano alle cinque la mattina, durante il giorno devono celebrare sei messe e nelle ore che rimangono devono occuparsi dell’orto, perché loro devono produrre tutto autonomamente. verso le 6.30, molto dispiaciuti,siamo dovuti ripartire. Prima di arrivare ci siamo fermati per cenare verso le 9:00 siamo arrivati davanti alla nostra scuola. Questa gita mi è piaciuta molto perché ho avuto modo di visitare luoghi che non conoscevo. Di Florio Giuseppe - Classe 3 Frisa 7 8 • Il mondo in una scuola • Concorso: I nonni raccontano L’8 settembre 1943 .......Avevo 19 anni, l’Italia era da tre anni in guerra ed io come tutti i giovani della mia età aspettavo con molto timore la cartolina di chiamata alle armi. Avevo paura perché questa guerra si stava trasformando in una tragica sconfitta per l’ Italia,alleata della Germania. Infatti dalle poche notizie che si riuscivano ad avere,si sentivano sconfitte su tutti i fronti, ma soprattutto i miei amici che erano gia partiti per le zone di guerra non davano notizie ai familiari. Verso la fine di agosto 1943 i carabinieri bussarono alla porta di casa e consegnarono la cartolina di precetto a mia madre, in quanto ero a lavorare nei campi. Tornato a casa trovai mia madre che piangeva e la cartolina verde sul tavolo: c’era scritto: il mio nome, la caserma dove mi dovevo presentare e la data: 7 settembre 1943. Furono giorni di ansia, i miei genitori si mostravano molto cupi e scuri nel volto; due anni prima, un nostro caro amico aveva perso la vita nella guerra d’Albania; però anche se non ero convinto di questa guerra, dovevo partire lo stesso. La mattina del 7 settembre, tra le lacrime e i gesti strazianti dei miei cari, presi la corriera che mi portò alla stazione ferroviaria di Pescina, e da lì presi il treno per Sulmona dove c’ era il battaglione del quale dovevo far parte. La notte passò tranquilla; del resto fino a quel momento, la guerra aveva solo sfiorato le nostre zone e riposai in branda, immerso in tanti pensieri. La mattina seguente ci consegnarono gli indumenti militari, ma verso le ore 11 ci adunarono nello spiazzale della caserma e il capitano ordinò di toglierci le divise, di indossare gli abiti civili, di fuggire o tornare alle nostre case, senza usare i mezzi pubblici. Ci guardavamo sorpresi l’un l’altro, perché non riuscivamo a capire quello che stava succedendo. Usciti dalla caserma capimmo il motivo di quello che era successo. Il re era fuggito ed aveva firmato l’ armistizio con gli angloamericani. Dato che si temeva la vendetta da parte dei tedeschi, tutti coloro che erano in età per fare la guerra, dovevano nascondersi. Ci misi un giorno, camminando tra i boschi e le strade secondarie, per raggiungere casa mia. All’arrivo trovai i miei in lacrime, in quanto pensavano che poteva essere successo qualcosa di brutto alla mia persona. Fui felice di essere tornato a casa, anche se qualche giorno dopo, me ne andai per far parte delle locali forze partigiane; questo, sicuramente, lo sentivo un mio dovere verso la patria. sempre possibile perché al suono della sirena, che allertava il pericolo imminente, doveva subito correre e scappare per salvarsi dal bombardamento. Aveva una gran paura di morire! I suoi ricordi non sono molto allegri, ricorda solo di aver trascorso una bruttissima infanzia, ma, anche se questi avvenimenti l’hanno segnata profondamente, si ritiene una persona fortunata perché il suo unico scopo era salvarsi da quell’ inferno e vivere più a lungo possibile. Certo, se mia nonna non fosse sopravvissuta alla guerra, non sarei oggi qui a raccontare le sue storie. Clarissa De Innocentiis Classe 1 D Nonna Anna nata il 03 Ottobre 1935 Alcune lettere dell’opuscolo “...Oltre ogni muro” Berlino est 10-4-1975 ”Nonna Anna e la guerra” Caro Friederich, sono in Alexander Plaze, qui dove una volta giocavamo a calcio. Ma ora non posseggo più né il pallone, né i guanti da portiere… Chissà se questa lettera ti arriverà… Hanno interrotto tutte le comunicazioni tra Berlino est e Berlino Ovest e la minacciosa e sinistra figura ci impedisce di comunicare: quando il mio sguardo si posa su quell’imponente muro… mi vengono i brividi… Non puoi nemmeno immaginare cosa avviene qui : ogni giorno qualcuno prova a scalare quel maledetto muro… senza successo, però! Proprio ieri un ragazzo di nome Chris Gueffoy mentre cercava di scalare il muro è stato ucciso dalle guardie che si trovano lì per vedetta. Poveretto, aveva solo 20 anni! Ma c’è di peggio ( se così si può dire). Poco tempo fa anche il nostro piccolo amico di 5 anni e il suo fratellino di 13 mesi sono morti nel tentativo di fuga della famiglia: quando ho sentito questa terribile notizia sono scoppiato in lacrime. Come si può sparare a ei bambini innocenti che non hanno nessuna colpa e che addirittura ignorano la causa di questa situazione?.. Ti ricordi casa mia!?? Gli alberi, l’altalena e la pasticceria dove con le nostre madri andavamo a fare merenda? Non esistono più. Al loro posto cumuli di macerie. Adesso non posso più permettermi quella rivista di calcio che ci piaceva tanto…I risparmi di mamma e papà sono rimasti tra le macerie… qualcuno li avrà rubati. Ora che non ho più nemmeno una casa vivo in una piccola baracca di legno con una sola stanza. Si vive stretti ma almeno ho un posto dove stare. Ricordi quei gustosissimi kraften : sono solo nei miei sogni. A pranzo si mangia pane e un po’ di burro; solo qualche volta c’è la carne. Spero, invece, che tu vivi ancora nella tua bella casetta la caldo e mangi a sazietà. Almeno un mio amico è felice!!!... Ora ti devo salutare. Spero tanto che ti arrivi questa lettera. Scrivi presto. Il tuo affezionatissimo Victor P.S. Comunque a scuola ci vado e il io professore ci dà coraggio perché lui sostiene che Berlino è sempre stata unita e continuerà ad esserlo. ADRIANO VOLPE III C Un giorno trovandomi sola in casa con la nonna le chiesi come trascorreva la sua infanzia. Cominciò a raccontare che alla mia età vide il passaggio della 2^ guerra mondiale: ricorda mesi terribili, in quel periodo. Il cibo era scarso e ci si vestiva con poco, a lei piaceva tantissimo giocare con la corda, la palla e a Campana, tra l’altro gli unici giochi che si potevano fare, però non era Cara Christine, ti scrivo perché ho bisogno di sfogarmi ma non so con chi altro farlo se non con te che sei la mia migliore amica. Mi manca molto la vita di prima. Si, qui hai tutti i beni di prima necessità assicurati e hai un lavoro sicuro… infatti non ci sono disoccupati!... Berlino est, 6 aprile 1989 Be’, detto così, sembra bello ma invece è un vero inferno! Ad esempio non puoi comprare più di quanto stabilito dallo Stato oppure comprare cose considerate superflue… neanche un rossetto… E come se non bastasse non ti puoi fidare di nessuno, c’è sempre la paura di parlare, anche con i tuoi amici. Ho sentito dire che la Stasi controlla 24 ore 24 alcune persone che sospettano che siano dei dissidenti. Io non penso di essere controllata anche se non ne ho la certezza. Anche al lavoro c’è sempre un clima di diffidenza…ma soprattutto non hai veramente nessuna libertà. Non puoi muovere un passo senza essere controllato. Molta gente, non riuscendo più a sopportare questa vita,tenta di scavalcare il muro e di scappare ad ovest…all’inizio anche io pensavo di scavalcarlo, ma dopo che un amico ci aveva provato ed è stato ucciso dai militari davanti ai miei occhi, ho cambiato idea…So di darti un grande dispiacere e penso che tu non lo sappia,visto che abiti dall’altra parte del muro ma, qualche mese fa, Elmuth, il nostro caro Elmuth, si è suicidato… Ancora non riesco ad accettare la sua morte e non capisco il suo gesto. In verità molti lo fanno,soprattutto gli idealisti come Elmuth e gli artisti…ma anche chi,avendo tradito un amico o un parente, non riesce a vivere con questo senso di colpa. Molti ormai hanno rinunciato a combattere e a sperare in un futuro migliore, io invece continuo ancora a crederci e penso che sia l’unico motivo che mi tiene ancora in vita. Spero che il muro cada e tutto torni come prima. Se perdessi anche questa speranza, non so se riuscirei a vivere ancora in questa città. Spero di poterci rivedere presto e poter passare un po’ di tempo insieme come ai vecchi tempi in cui eravamo entrambe libere. Un abbraccio Gretel Valeria Trozzi III E Berlino, 19.12.63 Caro Felix, la vita qui non ha più significato. Non ce la faccio più a vivere con questo muro: non è che un’inutilità : a che serve essere divisi? Mi sento come in prigione, eppure essendo nell’ovest meglio sistemato economicamente di come sei tu, dovrei stare bene, ma come sai, a volte io la penso diversamente dagli altri, infatti ho tanta voglia di scavalcare quel muro per riabbracciare te e mio fratello. A proposito, come sta? Riferiscigli da parte mia che mi manca e che gli voglio molto bene. Non oso immaginare come è lì la vita: siete soli e sono sicura che non vi trattano affatto bene. La guerra fredda ci ha diviso come fossimo giocattoli, un po’ a te e un po’ a me, e questo pechè non eravamo nella giusta posizione di scegliere da che parte stare, per il solo fatto che i nostri avi hanno scatenato la seconda guerra Mondiale, forse il più grande errore commesso dalla nostra Germania, che, sicura di vincere, ha sfidato il mondo. Il solo pensiero che di me e della mia vita possono fare quello che vogliono mi fa molta rabbia : perché dobbiamo pagare noi che eravamo così piccoli durante la guerra? Perché non possiamo scegliere noi da che parte stare, e cosa farne della nostra vita? Vorrei solo delle risposte, delle risposte concrete. A volte la vita è proprio ingiusta con la gente, ora ci siamo capitati noi, in futuro ci capiteranno altri. Tutti sono contrari a questo muro, paradossalmente anche coloro che hanno contribuito a innalzarlo; ma noi che c’entriamo? Che colpa abbiamo per quello che hanno fatto gli altri? Comunque spero che questo avvenimento ci aiuti a capire il presente e il futuro; • Il mondo in una scuola • spero che ci ricordi che bisogna scegliere bene prima di agire se non si vuole commettere errori difficilmente riparabili. Forse con il tempo imparerò sul serio cosa vuol dire ragionare con la propria testa, che le idee non possono uguali e che nessuno può costringere a seguire le nostre. Scusami per essermi sfogata ma ho bisogno di un amico vero. Con affetto Nina CRISTIANA DI CLEMENTE III C La magia del teatro Il momento è arrivato. Eravamo lì, tutti in fila dietro il tendone buio, pronti per andare in scena. Il respiro si fa più lento. I cuori si uniscono in un unico battito. Le mani tremano. L’applauso interrompe i sospiri e il sipario si apre. Abbiamo le luci negli occhi e riusciamo solo a intravedere le sagome degli spettatori. Finalmente si comincia. Ed ecco che, uno dopo l’altro viviamo il nostro momento. E alla fine felicità, gioia e sollievo. La soddisfazione di essere riusciti, di avercela fatta. La gratificazione degli applausi e delle emozioni che abbiamo condiviso con il pubblico. Quanti ricordi legati a quel momento. Quel magico momento che vivrà per sempre nei nostri cuori e che ci ha permesso di salire un altro gradino della lunga scala che ci porta verso la maturità. Francesca Rea 3B L’avventura delle medie Settembre 2007. Prima media: nuova scuola, nuovi professori, un nuovo “mondo”. Chi poteva immaginare che sarebbero cambiate così tante cose ? Nessuno, sapevamo solo che quel giorno ci sarebbero state delle novità : gli amici, le amicizie. Col passare dei mesi, la parola “amicizia” cominciava a essere fraintesa da alcuni : le persone iniziano e con loro le amicizie. Che cosa sarebbe successo in futuro ? nessuno lo sapeva. Passa un anno, tutto ricomincia da dove era finito; dubbi, incomprensioni c’erano ancora. Ma stavamo crescendo e piano, piano ci siamo resi conto di quello che stava succedendo : le persone cambiano, le promesse fatto all’inizio vengono rotte. E l’amicizia inizia a perdere il suo significato …E passa anche un altro anno si porta via sogni e le speranze iniziali. Siamo arrivati al terzo e ultimo anno di questo passaggio di un’avventura che si chiama vita, tutti sanno che che quest’anno finirà tutto, gli amori, gli amici, i dubbi, i litigi … Che in un modo o nell’altro ti hanno fatto diventare la persona che sei adesso e che già fra qualche anno cambierà di nuovo. Nessuno all’inizio dell’anno si era reso conto che questo era l’ultimo, oppure faceva finta di non essersene reso conto per non pensarci e credere che fosse un anno come tutti gli altri, peccato che quando si arriva alla fine non si può più far finta di niente, ormai siamo agli sgoccioli, e tutti l’hanno capito. Abbiamo chiesto ai nostri compagni di classe cosa pensavano di questi tre anni passati insieme, ecco le nostre risposte “è stato fantastico!”, “ho conosciuto amici e professori”, “non dimenticherò mai questi tre anni”, noi sinceramente pensiamo che questi commenti non siano del tutto sinceri, forse perché ognuno ha paura di scrivere quello che pensa veramente … Ha “solo” paura di aprire il proprio cuore, ma è questo il problema, non è così semplice, anzi forse è la cosa più difficile del mondo,soprattutto se lo dovranno leggere un sacco di persone. Un difetto di noi ragazzi, è che confidiamo tutto quello che pensiamo di una persona a tutti, tranne che alla persona interessata, e questo, perché ? Perché abbiamo paura dei commenti altrui, di quello che pensa la gente, delle loro opinioni che poi si creano storie su di noi, e poi smentire tutte quelle storie … è difficile, e allora capiamo che tutto quello che pensiamo bisogna tenerlo per noi. Quindi tutto quello che pensiamo i nostri compagni di classe, veramente, non lo sapremo mai. E così ce ne andremo da questa scuola con le solite riflessioni, “positive”come vogliamo che siano, per quanto riguarda l’anno prossimo, anche di quello abbiamo paura … Inizieremo di nuovo un’altra avventura, ma più difficile perché saremo completamente responsabili delle nostre scelte. Noi a volte abbiamo voglia di irrefrenabile di andare alle superiori e lasciare tutto da un momento all’altro forse perché veramente voglia di lasciare tutto e tutti nel dubbio.Ma altre volte vorremmo che questo anno non finisse mai, perché ci troviamo bene con tutti e al solo pensiero che dovremmo ricominciare tutto da capo, instaurare nuove amicizie, conoscere nuovi professori, abituarci alla nuova scuola, ci spaventa e allora a quel punto vorremmo restare per sempre delle quartordicenni con le loro classiche storie da quattordicenni. Noi pensiamo che l’unico ostacolo che ci ha impedito di vivere fino in fondo questi tre anni sia stata la paura : la paura di parlare, la paura di confidare, la paura di dichiararsi … E forse non è stato solo per noi così ma anche per gli altri. 3E Alcune lettere per il Concorso Il Pinocchio che è in me……. indetto dalla Croce Rossa Italiana Sez. Femminile - Lanciano Cara Fata Turchina, ti ricordi di Pinocchio,il burattino che era disobbediente,bugiardo e che non manteneva le promesse? Ma certo,lo ricorderai sicuramente per il suo lungo naso che crescendo con le bugie non passava più dalle porte, ma, sì...! Quel burattino che si fece ingannare dal Gatto e dalla Volpe, che vendette l’abbecedario che con sacrificio il padre Geppetto gli aveva comprato,spinto dalla curiosità di entrare nel teatro dei burattini di Mangiafuoco… E chi se lo può scordare quel tremendo, simpatico, irriverente Pinocchio che tu hai aiutato a diventare tranquillo, ad obbedire e ad essere uno studente?! Beh, io ti scrivo questa lettera perché anche io avrei bisogno del tuo aiuto…. Ho scoperto, infatti, che in me, e non solo in me,c’è un pinocchio. Sembrerà strano, ma se ci pensiamo bene dobbiamo riconoscere che tutti abbiamo detto, almeno una volta, una bugia nella nostra vita e c’è forse qualcuno che non ha mai disobbedito ai genitori? Tutti, adulti e ragazzi, non sempre abbiamo saputo mantenere le promesse, e per non parlare di chi, ancora oggi fa di tutto pur di non essere uno studente e di non crescere. Anche io mi ritengo una pinocchietta… certo non sono terribile come il personaggio di Collodi, ma se i miei genitori mi chiedono di fare qualcosa... beh ci metto un po’, prima di scattare come una molla. Invece,quando si tratta di uscire con gli amici o fare compere...!! Fortunatamente non ho un Grillo Parlante intorno che mi rimprovera per ogni azione … l’ avrei rincorso per farlo stare zitto, sarei stata più crudele di Pinocchio, anche se ammetto che un Grillo Parlante per consigliarci e riprenderci non sarebbe poi così male, l’ impresa difficile sarebbe ascoltarlo!!! E quante volte vedendo passare una carrozza, beh oggi meglio un autobus, con tanti ragazzi che ridono, si divertono e mi propongono di unirmi a loro perché il paese dei Balocchi mi sta aspettando, sono stata tentata di salire in corsa? Sono sicura che nessuno riuscirebbe a resistere a questa tentazione pur sapendo che lì si diventa”asini” come accaduto al famoso burattino e al suo amico Lucignolo… Ma Pinocchio era fortunato, c’eri tu, la fata che tutti, grandi e piccini, vorrebbero avere… tu che hai fatto di un terribile burattino uno studente, un figlio affettuoso, un figlio generoso e ci hai dimostrato che,alla fine,anche i ragazzi più vivaci possono diventare bravi ! Perciò cara fatina ti chiedo di aiutare anche me a comportarmi bene quando vedi che sto assumendo degli atteggiamenti “ Pinocchiesi”, se così possono essere definiti!! P.S.: Mille grazie in anticipo dal Pinocchio che è in me!!! Con tanto affetto Morena Di Batista - CLASSE 3^ F Caro Pinocchio, a scriverti è la tua nuova amica di penna, Paola…wow!! Sono così emozionata all’idea di scriverti!Sai, sono sempre stata una tua ammiratrice fin da piccola, perciò non vedevo l’ora! Beh… inizierò dicendoti qualcosa di me. Sono... una giovane donna di circa ventitrè anni, vivo in una villa elegantissima a Beverly Hills e lavoro come fotomodella… Oh, oh! Temo mi stia crescendo il naso… un metro, due metri, meglio dirti la verità, sono… una ragazza di dodici anni che frequenta la terza media e abita a Lanciano, una piccola città dell’Abruzzo, in Italia(so che non sei un portento a scuola perciò è meglio precisare). Ahhhh! Ora va molto meglio… dimmi, amico mio, non ti sarai stupito della mia innocente bugia? Era solo un modo per dimostrarti che noi due abbiamo moltissime cose in comune. E ora che sono la tua corrispondente possiamo parlare apertamente di noi, dei nostri interessi, molti dei quali mi sembrano simili… Per cominciare, mi piace lo sport… beh, non tutti, qualcuno: il nuoto, la scherma,a vederla in TV. e la corsa… ora che me ne ricordo, la corsa piace anche a te, non è vero? E che velocità quando dovevi scappare dalle guardie che ti inseguivano!!! Che incredibile coincidenza, non credi? Un’altra cosa che mi attrae è l’avventura, da piccola mi hai fatto sognare con le tue avventure…sai? Pinocchio, io abito in campagna, e gran parte del mio tempo libero lo utilizzo per camminare per i campi, correre nel mio giardino e arrampicarmi sugli alberi! Non per vantarmi, ma in questo siamo come fratelli!!! Un interesse che, invece, so non condividerai, è quello per la lettura e la scrittura… Tranquillo Pinocchio, non scandalizzarti, questo non fa di me una secchiona che ama la scuola, tutt’altro, lo studio è molto interessante, ma secondo le mie regole, e su questo immagino ci troveremo d’accordo, perché entrambi noi amiamo rimanere delle NOSTRE opinioni, credere nei NOSTRI ideali e farci le NOSTRE regole… Perché dare retta agli adulti e ai professori dal momento che noi ragazzi siamo perfettamente in grado di pensare con la nostra testa? Questa domanda me la pongo anche io, mio vecchio amico e più di una volta al giorno. Pinocchio, ora vorrei parlarti della mia famiglia: io vivo con la mia mamma ed il mio babbo, voglio loro bene con tutto il cuore, e se fosse per aiutarli mi farei persino ingoiare… da una balena ( detto tra noi, non è un modo di dire…) !!! So che anche tu vuoi molto bene 9 10 • Il mondo in una scuola • al tuo babbo,in modo profondo, nonostante tu sia un po’ monello, senza offesa, ti capisco,sapessi come ti capisco! So anche che le marachelle non sono il frutto di poco amore.Tu, come me, faresti tutto per aiutarlo, ti trovo molto… dolce. So che per il futuro hai dei programmi molto interessanti, Pinocchio: fare il vagabondo …Personalmente, non mi trovo d’accordo con la tua scelta, il vagabondaggio implica anche delle conseguenze, nella maggior parte dei casi negative. Io invece voglio un lavoro che mi permetta di condurre una vita dignitosa, agiata, che mi permetta di sfruttare le mie qualità, anche se comporta lo studio. So che l’idea non entusiasma neanche te… ma ne vale la pena, no? Ma soprattutto, e su questo siamo veramente d’accordo, in futuro voglio essere libera. Caro amico mio,mi sembra giunta l’ora di parlarti del mio carattere e dimostrarti che, purtroppo per te, anche qui siamo simili in alcuni punti: per cominciare, sono abbastanza timida, introversa e mi è difficile farmi subito degli amici, sai, dovrei prendere esempio da te, che sei così spigliato e semplice con chiunque incontri…mi piacerebbe. Però sono anche buona e generosa con chi ha bisogno (almeno lo voglio ), anche se non sembra dal mio atteggiamento un po’ scostante. Se un amico ha bisogno sono sempre dispostissima ad aiutarlo!!! Proprio come te! Amico Pinocchio, ci uniscono due lati positivi del carattere, ma a scanso di equivoci ho anche altre qualità che non ti sono proprio familiari, come la tenacia e l’intelligenza, modestamente, ma adesso basta vantarmi, ora è giunto il momento di parlarti dei miei difetti… Anche se non mi fa piacere dirlo, compagno mio, io ho la testa di legno… OH, NO!!! Scusa! Non volevo offenderti! È un modo di dire! Quello che intendevo è che sono molto testarda, eh si… quando ho un’idea in testa insisto e persisto, e nessuno riesce a farmi desistere! Inoltre io sono un po’ … permalosa! Ecco, l’ho detto! Ma tu mi capisci, vero Pinocchio caro? Basti pensare che tu per la rabbia schiacciasti la tua stessa coscienza: il grillo parlante, ricordi? Caro amico, stavo tralasciando alcune somiglianze tra noi, ti starai chiedendo: “Ancora?! ” Ebbene sì : anche io ho un grillo parlante ed una fata turchina! Il mio grillo, nonché la mia coscienza, è … la mia mamma!!!! Invece la mia fata turchina è mia zia Rita, che più che una fata è il mio angelo custode, perché è dal cielo che mi protegge. Beh, nasolungo, direi che ora sai tutto di questa dodicenne coi capelli castani e gli occhi verdi che è bella a modo suo. Perciò ora, testa di legno, devo lasciarti. Ma presto ci scriveremo di nuovo, così potrai raccontarmi qualcosa di te che ancora non ho scoperto leggendoti, anche se, fondamentalmente, credo di conoscerti molto bene… ma non ti venga in mente di non rispondermi, marionetta da paese dei balocchi, o mi offenderò!!! Ebbene, mio vecchio amico, la mia lettera si conclude qui, un bacio dalla tua gemella acquisita, Paola, la pinocchia PAOLA CODAGNONE - 3^F Carissimo Pinocchio, ti scrivo per dirti quanto sei stato importante per me. Da quando sono nata tu mi hai accompagnata in tutta la mia crescita. Mi hai insegnato molte cose fondamentali anche con i tuoi errori, e non a caso, la tua storia è diventata famosissima in tutto il mondo e con le tue avventure hai sfidato e vinto il tempo attraversando più di un secolo “senza una ruga”. Il tuo viaggio è stato molto coraggioso anche se a volte hai combinato qualche marachella, soprattutto quando hai detto qualche bugia. Eppure proprio tu mi hai insegnato che le bugie hanno le gambe corte anche se, nel tuo caso, avevano il naso lungo… Un ‘altra cosa fondamentale che mi insegna la tua fiaba è quella di non fidarsi degli sconosciuti e di stare attenti delle nuove amicizie che si basano solo sull’apparenza e sugli interessi particolari. Da piccola mi facevo leggere la tua storia tutte le sere; e dopo, quando mi addormentavo, immaginavo che nella favola ci fossi anch’io e che ero la bellissima fata Turchina, fata buona e generosa, sì ma anche severa che interviene, come una mamma, per salvarti ma solo dopo averti fatto fare le esperienze anche quelle più brutte e negative e averti punito per le sue leggerezze e disubbidienze. Anche ora che sono più grande tu sei sempre nel mio cuore perché sei stato e sei di grandissimo aiuto a crescere matura e responsabile, rispettando sempre gli adulti e soprattutto a non dire mai bugie. Un bacio. la tua “alunna” Benedetta Carissimo Pinocchio, “amico dei giorni più lieti”, come dice una canzone, quante cose mi hai insegnato! Mi hai fatto capire che le bugie non sono sempre convenienti, che non si può vivere sempre in un paese dove ci si diverte solamente e non si studia mai, che per diventare uomini bisogna affrontare difficoltà e farsi guidare … La tua storia non ha né tempo, né spazio: mi chiedo dove e quando sei vissuto… Beh! Secondo me in qualche paese di campagna o vicino al mare o in una città grandissima o nel Medioevo, nell’800 o nel futuro… il tuo personaggio c’è sempre perché in ogni luogo e in ogni età c’è un adolescente che ama la libertà, che è dispettoso con gli adulti, che si lascia condizionare dai falsi miti e della ricchezza facile … Spesso mi immagino anche il seguito della tua storia e allora penso che Geppetto si sposa con la Fata che il gatto e la volpe finalmente vanno in prigione e il Grillo parlante diventi il prof. autorevole e dolce che ci aiuta a scuola ogni giorno a crescere… Comunque una cosa è certa : nella mia vita hai rappresentato, fin da piccolissimo, un elemento in cui riconoscermi, infatti la vita è piena di difficoltà e di bugie e la tua storia ne è la conferma.Spero che la mia sorellina Elisabetta veda anch’essa la tua videocassetta o legga il tuo romanzo cosicché possa imparare com’è la vita. E’ stata divertente anche la tua ultima apparizione in Shrek 2 in cui dici “porto le mutandine da donna”, e, almeno in quell’occasione, il tuo naso non si è allungato… Comunque grazie Pinocchio perché sei sempre fonte di grande insegnamento per la vita di tutti i giorni, per tutti i ragazzi del mondo. Il tuo amiratore Lorenzo Larnè 1C Carissimo Pinocchio, ti scrivo questa lettera per dirti quello che penso di te. Quando mi viene in mente la tua storia, in alcuni momenti riconosco che ci assomigliamo anche se in altre occasioni avrei agito in modo del tutto diverso. Mi riconosco in te nei momenti in cui disobbedisco al mio papà o alla mia mamma proprio per il gusto di dire di no, e alla fine capisco che ho sbagliato, o mi rendo conto che ho torto e cerco di rimediare, proprio come te. Certo io non ho mai avuto bisogno di andare nella pancia di una balena per rimediare uno sbaglio o per dimostrare il mio amore verso i genitori… ma qualche volta anch’io ho dovuto rinunciare a qualcosa… Ci sono però delle volte in cui non assomigliamo per niente. Ti ricordi quando ti sei fidato ciecamente del gatto e della volpe? O ti sei fatto abbindolare dal solo divertimento che ti prospettava Lucignolo??? Beh, io per fortuna non mi faccio trascinare: so ben distinguere l’essere e l’apparire, non ammiro i furbi e gli imbroglioni, e ho ancora fiducia nell’onestà e nella sincerità. Ma non importa… tranquillo… ormai la vita ha insegnato anche a te tante cose… e può succedere a tutti di essere ingannati. Ora ti saluto e spero in una risposta sincera, se no vengo io a controllare il tuo naso… Un bacio. Elena Russo 1C Carissimo Pinocchio, ogni tanto mi torni in mente … soprattutto quando combino una marachella! Ti penso quando dico una bugia e mi preoccupo che mi venga all’improvviso il naso lungo come il tuo. Ho imparato che è meglio non raccontarle queste benedette bugie perché ci si può cacciare nei guai e si fa dispiacere i propri cari: meno male che la tua Fata ti ha sempre perdonato, un po’ come la mia mamma non prima di avermi dato qualche punizione o rimprovero. Ti penso anche quando faccio amicizia con qualcuno, perché non vorrei imbattermi con chi mi potrebbe portare sulla cattiva strada, come si dice, e come è successo a te con il Gatto e la Volpe o con chi ti consiglia male e ti distrae dai tuoi doveri come Lucignolo!Forse il Paese dei Balocchi può essere affascinante per un po’ ma è tanto pericoloso se non si è forti nel carattere e nella personalità. Chissà perché ma questo tuo paese dei balocchi mi sembra tanto oggi il paese dell’illusione di tanti adolescenti attratti dalle bravate da bulli, dall’alcool e dalla droga, ragazzi che si fanno sedurre dal divertimento facile invece di affrontare la vita con la gioia di poter sviluppare le proprie capacità nello sport o nella scuola. Mi sei piaciuto molto quando finalmente hai dimostrato un grande coraggio nell’affrontare i pericoli per salvare il tuo povero babbo nella pancia della balena. Sarebbe bello, poi, avere sempre a disposizione un Grillo Parlante che ti consiglia bene sulle cose da fare e non fare : ma crescere significa anche prendere decisioni con la propria testa e assumersi le proprie responsabilità. Anch’io sono contenta quando dopo una fatica riesco a raggiungere ciò che desideravo…e ho capito che l’affetto e l’impegno nella vita sono valori importanti e anche tu hai dato il tuo contributo : sapessi quante volte da piccola ho visto la tua videocassetta e ora da grande ho letto con grande interesse il tuo libro…! Ciao Roberta Mascheroni 1C Cari professori … Lanciano 26 maggio 2010 Cari professori, vi scriviamo questa lettera come minimo ringraziamento per questi tre splendidi anni passati insieme, anche se sappiamo che sicuramente non basta per rendervi di tutto quello che avete fatto per noi. Siamo arrivati che eravamo ancora dei bambini, le medie, per noi, erano un nuovo mondo da scoprire. Ci spaventava l’idea di avere una nuova classe, con nuovi compagni e nuovi insegnanti, ma nonostante ciò voi ci avete fatto sentire, già dal primo momento, a nostro agio portando via tutte le paure che ci intimorivano. Ci avete seguiti e accompagnati in questo breve cammino della nostra vita, che pur durando solo tre anni, molto probabilmente è il più importante, perché sono gli anni della crescita : da bambini quali eravamo siamo entrati nella • Il mondo in una scuola • I N S E R T O S P E C I A L E Insieme per... Accogliere, integrare, formare... Nel 2009 è nato l’Istituto Comprensivo “Umberto I” La nostra Scuola ha sempre creduto nella CONTINUITA’ non solo di facciata o come semplice scambio di idee e proposte, ma seguendo delle linee di un progetto comune condiviso ha potenziato percorsi formativi continui e graduali. Quest’anno , per la nostra scuola la continuità è diventata una meravigliosa attualità : SIAMO ISTITUTO COMPRENSIVO: insieme per accogliere, integrare e formare. Le nostre scuole sono: - LA SCUOLA DELL’INFANZIA VILLA GAETA - LA SCUOLA PRIMARIA DI FRISA - LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO UMBERTO I LANCIANO - LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO FRISA - C.T.E.P.Centro Territoriale di Educazione Permanente. Insieme possiamo raggiungere due importanti finalità: VERTICALE, potenziando un processo formativo continuo e graduale che segua la psicologia evolutiva di ogni alunno; ORIZZONTALE creando sinergie con le altre agenzie formative del territorio e in primo luogo con la famiglia. Per il nostro Istituto è prioritario valorizzare l’unicità e la singolarità di ogni alunno per la promozione di se e degli altri; promuovere tutti i saperi per vivere e convivere come cittadini di oggi e di domani; educare a pensare; suscitare interesse per le tradizioni locali e nazionali; potenziare l’idea di essere cittadini del mondo attraverso la conoscenza e il rispetto delle altre culture. “L’HA DETTO E L’HA FATTO” …Sembra proprio che il primo pensiero della dolce “MARIASTELLA” alias Ministro della Pubblica Istruzione , appena rientrata a Roma (dopo il recente parto) sia stato per noi, alunni della Scuola Media d Frisa. Ebbene sì, è proprio di questi giorni la notizia che dopo più di mezzo secolo la nostra scuola media sembra non avere più i numeri per andare avanti. Di qui sono passate intere generazioni, molti nostri nonni, tutti i nostri genitori e fratelli. Le cose, anzi la gente, oggi è cambiata. Sono alcuni anni infatti che nel nostro Comune assistiamo alla “dipartita” di molti nostri alunni verso le scuole dei comuni limitrofi. Non vogliamo discutere né polemizzare sulla “qualità” di questi passaggi, ma sicuramente noi alunni della Scuola Media di Frisa possiamo dire a tutti i nostri coetanei e alle loro famiglie che per qualità la nostra scuola e i nostri docenti non sono da meno a nessuno: ne sono la riprova gli ottimi risultati degli ex alunni alle scuole superiori e lalto numero di laureandi e laureati frisani. Oltre a questo e alle “convenzionali” Offerte Formative che tutte le scuole offrono, noi abbiamo qualcosa in più, che nessuna altra scuola “d’elite” potrà mai offrire: l’odore, il sapore e la bellezza delle piccole cose. Tanto per cominciare il nostro cammino educativo e sociale inizia a tre anni e, all’insegna della continuità, tutti i nati dello stesso anno hanno la certezza di stare insieme per 11 anni, guidati da maestre e professori storici, accuditi dalla stessa cuoca, le stesse bidelle che conoscono ogni aspetto della nostra vita scolastica ed extrascolastica. Tutti quelli che sono passati di qui si portano nel cuore il ricordo del bussino giallo che ci prende tutte le mattine, facendo il giro delle frazioni “ammond e a’bball”. Tutti insieme appassionatamente, scuola Materna, e poi Scuola Ele- mentare e poi a 11 anni il grande salto, si passa alla scuola Media, nella frazione di Guastameroli. Tutti si conoscono e se non si ci conosce ci si mette poco perché è facile con una classe di 14-15 alunni… anche se si rischia d essere interrogati tutti i giorni e non puoi “dimenticare “il quaderno perché la Prof. fa un “fischio” e la mamma te lo porta. A parte questi “inconvenienti”, se questa scuola dovesse realmente chiudere per noi ragazzi e per il futuro di Frisa sarebbe una perdita gravissima e, non solo dal punto di vista culturale, ma anche sociale perché si spezzerebbe “la catena” che ci tiene uniti da sempre , che ci dà un’dentità e ci fa sentire parte di un contesto storico-culturale che non può scomparire. La “diaspora” ci disperderà tra sezioni e tra le scuole del circondario. Noi pensiamo poi che al peggio non c’è mai fine perché ora la falce della “Maria Stella” si è abbattuta su di noi, ma domani potrebbe cadere sui nostri fratelli della Scuola d’infanzia e della primaria. E allora?... Noi speriamo che non ci lasciate soli, che l’intervento del nostro Sindaco, Rocco Di Battista, del Dirigente Scolastico, Prof.ssa Marilena Bellisario, dei Dirigenti del CSA di Chieti e dell’Ufficio Scolastico Regionale , tengono presenti le nostre “piccole, grandi esigenze” e che non si soffermino solo sui maledetti numeri… perché talvolta “piccolo è bello”! Tutti gli alunni della sede di Frisa Coloriamo il nostro futuro: un esperienza unica… L’Istituto Comprensivo Statale di Castellana Sicula, nell’ambito del progetto “Coloriamo il nostro futuro” ha organizzato il X Convegno Nazionale dei mini-sindaci dei parchi d’Italia nei giorni dal 17 al 22 maggio 2010. Noi ragazzi dell’Istituto Comprensivo Umberto I, eletti in base al percorso progettuale, (Benedetta Guerriere mini-sindaco, Denis Zulli vicesindaco, Giada Macario assessore alla scuola e cultura, Irene Marcucci assessore all’ ambiente e legalità) ci siamo recati presso il Parco delle Madonie, quale sede del X Convegno accompagnati dalla nostra dirigente scolastica prof.ssa Marilena Bellisario e la docente referente prof.ssa Lucia Di Nardo. Erano le 4.30 del mattino, quando abbiamo iniziato questa indimenticabile esperienza. Già dalle prime ore ci siamo presentati e abbiamo iniziato a fare nuove amicizie. Durante il viaggio ci siamo divertiti molto organizzando indovinelli e raccontandoci divertenti barzellette. Tra i tanti ragazzi che abbiamo conosciuto, c’era un ragazzo di nome Santi che è molto simpatico e divertente e che ricorderemo sempre. Senza accorgercene, eravamo già arrivati all’imbarco del traghetto, dal quale godevamo di un meraviglioso panorama: riusciva- mo a scorgere la punta dell’Italia, la Calabria, bagnata da un mare fantastico, il quale lambiva anche le coste della bellissima Sicilia. Da lì abbiamo proseguito fino a Castellana Sicula, sita nel Parco delle Madonie dove ci hanno accolto con molto calore. All’inizio abbiamo avuto un po’ di nostalgia, ma il divertimento e la gioia di essere in quel posto che avevamo da tempo sognato ed immaginato, ci ha aiutato a superare quei piccoli momenti di tristezza che sono pronti ad “assalirti” quando meno te lo aspetti. Il giorno successivo, precisamente martedì 18 maggio, il Sindaco di Castellana Sicula ci ha accolto presso il Palazzo Comunale dopo aver sfilato per le strade del paese. Successivamente la dirigente prof.ssa Francesca Albanese, fondatrice del progetto “Coloriamo il nostro futuro” ci ha accolto in una sala consiliare per discutere sugli obiettivi del progetto. Nel pomerig- I II • Il mondo in una scuola • gio siamo andati a visitare la Miniera del salgemma, il più grande giacimento di sale d’Europa formatosi 5’000’000 anni fa, assieme ai gruppi del Conero, Gola della Rossa, Romania, Litorale romano, Stelvio, Dolomiti bellunesi e Dolomiti d’Ampezzo. Estremamente interessante la struttura geodetica di Castellana Sicula che ci ha permesso di studiare ed interagire con la geografia attraverso materiali didattici strutturati. In quel momento abbiamo realizzato che sarebbe “fantascientifico” avere un simile laboratorio anche nella nostra scuola, ma vogliamo crederci. Mercoledì 19 maggio ci siamo recati a Palermo dove siamo stati ricevuti dal Presidente dell’Assemblea Regionale presso il palazzo dei Normanni. Interessante la visita del Palazzo Reale ma soprattutto di aver scoperto il volto storico architettonico della città. Alle ore 16.30 siamo andati al famoso “Albero Falcone”, dove abbiamo lasciato dei messaggi in memoria di coloro che hanno nobilmente combattuto la mafia, per non dimenticare la strage di Capaci. Giovedì 20 maggio, a causa delle avverse condizioni climatiche, il programma ha subito delle modifiche che però, tutto sommato non ci sono affatto dispiaciute. Ci siamo infatti recati in un convegno presso Petralia Sottana, dove abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci in un dialogo interculturale sull’importanza della tutela ambientale e l’educazione alla mente ecologica. Il giorno seguente siamo partiti per Castelbuono alla volta di una itinerario storico-architettonico tenutosi presso il Castello dei Ventimiglia. E’ stato molto divertente anche cavalcare degli asinelli per apprezzare le amene bellezze del luogo. Nel pomeriggio si è svolta l’elezione del Mini Presidente della Federparchi presso il plesso della scuola Primaria di Castellana Sicula. Il resoconto dell’elezione è andato a buon fine: infatti è risultato vincitore il Parco della Majella! Nella mattinata del 22 maggio abbiamo assistito alla chiusura del convegno con la proclamazione dell’elezione del Mini Presidente della Federparchi e con la lettura del documento finale dei minisindaci. Alla conclusione dei lavori siamo ripartiti, lasciando un pezzo del nostro cuore in quell’incantevole posto. Guerriere Benedetta II A Zulli Denis II A Giada Macario IB Irene Marcucci IC Essere... Sindaco. Che avventura! Sto scrivendo sul giornalino della scuola questo articolo perché voglio che tutti sappiano quanto sia unica e coinvolgente questa esperienza che sto vivendo. Molti di voi penseranno che essere mini-sindaco sia un compito noioso e che non ti insegni niente; io pensavo la stessa cosa quando la preside ne ha parlato la prima volta! Tutto è iniziato nella mia classe con la campagna elettorale per la candidatura a mini-sindaco: all’inizio il mio scopo era quello di diventare un consigliere, niente di più, ma poi la mia mente ha iniziato ad avere tante idee che avrebbero potuto migliorare la scuola: allora ho deciso di provare a candidarmi. Il mio primo discorso era pervaso da un misto di emozioni ed idee che esponevo in aula magna con un’apparente freddezza, ma ci credevo e forse, tutta questa mia determinazione che ho portato avanti con consapevole “follia” è passata attraverso il cuore delle persone Classe V Primaria Frisa a cui ho parlato: hanno accolto i miei progetti, quasi con la mia stessa convinzione, ora li voglio realizzare. Nel momento in cui mi hanno eletto mini-sindaco, e ci siamo recati presso il palazzo comunale per la cerimonia dell’avvenuta elezione, mi sembrava di vivere due momenti contemporaneamen- • Il mondo in una scuola • Quale può essere il confine Tra normalità e diversità? Chi è diverso? Chi è colui che viene definito alle parole dell’Onnipotente. Il diverso sei tu, posso essere io, Tutti noi siamo diversi. CLASSE III Scuola Prim. Frisa L’AMICO DIVERSO Classe I Primaria Frisa te: una parte di me portava con sé l’emozione con profonda emotività, ed era tale che trasformai tutto in una corazza di freddezza e distacco quasi innaturali; infatti ho gestito “il tutto” con la massima naturalezza di un “politico consumato”. Ma quando ho indossato la fascia tricolore di cui il Sindaco stesso mi ha fatto onore, ho realizzato che mi ero resa responsabile delle aspettative di tanti “minicittadini” orgogliosi della mia rappresentanza. Ora sono mini-sindaco e nel frattempo, grazie a questo progetto, ho superato gran parte della timidezza che avevo. Inoltre io e la mia giunta siamo andati in Sicilia e lì ci siamo potuti confrontare, sempre molto umilmente, con tutti i mini-sindaci dell’Italia. Questa esperienza mi ha fatto maturare l’idea che per essere buoni cittadini bisogna impegnarsi, quando serve, direttamente per contribuire a risolvere i problemi che riguardano tutti. Se tornassi indietro nel tempo mi ricandiderei lo stesso, perché la felicità e le emozioni che ho provato sono indescrivibili. Grazie a tutti per aver creduto in me e avermi votato! La vostra mini-sindaco Guerriere Benedetta Classe I Primaria Frisa normale? Tutti siamo doversi, diversi nel pensiero, nella mente, nel cuore, nell’anima. Diversi nel credo religioso, politico. Diversi… Diversi da come ci vorrebbero gli altri che non riescono ad aprire i loro occhi all’amore, alla carità, alla pazienza, L’amico diverso è spesso un bambino come me, da proteggere, da aiutare nei tanti momenti della vita quotidiana. E’ il sorriso che ho dentro di me e non sono capace alle volte di stampare sulle mie labbra. E’ la carità paziente e infinita che posseggo, ma che non so mettere in pratica perché temo di essere deriso. E’ la gioia che sento quando riesco a donare anche solo un pochino di tutto ciò che di buono ho dentro di me. L’amico diverso è Gesù, a lui posso dare tanto, ma confesso che non ci provo nemmeno, perché non lo vedo, non lo ascolto, sono troppo impegnato a concentrarmi su me stesso. CLASSE III Scuola Prim. Frisa Mi fermo a pensare Certe volte mi fermo a pensare... C he cos'è il C.T.E.P. IL Centro Territoriale Educazione Permanente di Lanciano, attiva programmi di formazione e di ricerca in diversi settori, con specifico riguardo per le problematiche e gli scenari determinati dall'integrazione europea. L'apertura alle nuove realtà extra nazionali, la globalizzazione, la crescente competitività, richiedono, in maniera sempre più incisiva, una formazione adulta permanente e qualificata. Compito del C.T.E.P. è perciò quello di: diffondere la cultura elevare il livello di preparazione dei giovani per facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro contribuire al processo di innovazione della formazione permanente fornire ai lavoratori gli strumenti e le chiavi di interpretazione di una realtà in continuo divenire Pertanto, gli assi culturali di riferimento sono: i linguaggi e le culture l'alfabetizzazione alla multimedialità la formazione relazionale come conoscenza del sistema sociale, ambientale, economico e geografico la padronanza dei linguaggi e delle tecnologie più diffuse Classe V Primaria Frisa DIVERSABILITA’ Abilità diversa, ma diversa da cosa? ai bambini meno fortunati di me che anche se hanno voglia di giocare non ci riescono e non sanno perché. Io cerco di aiutarli e non so bene come riuscirci, ma a volte basta avvicinarci e giocare con loro, per illuminarli Classe IV Primaria Frisa Tra le tante attività del C.T.E.P. estremamente formativa è l’opera che svolge nella Casa Circondariale di Lanciano da più di 15 anni, attivando corsi di Scuola Media per detenuti Italiani e stranieri Parole in “libertà” Carissima mamma, mi auguro di cuore che tu stia bene sia fisicamente che moralmente. Sono tanti anni che non ci vediamo e non ci parliamo, fra qualche giorno sono quattro. Ovviamente tutto questo mi fa piangere il cuore perché sei mia madre e non ti nascondo che mi manca qualcosa di molto importante, un pezzo della mia esistenza. Ma sai quante volte avrei voluto scriverti, ma non ho avuto il coraggio. Anche ora vorrei scriverti tante cose, come tu sai non basterebbe un libro per raccontarci le nostre vite negative: le tante delusioni che abbiamo subito nella vita, il tuo divorzio con papà, la nostra famiglia che è andata a rotoli, l’esperienza negativa che sto vivendo. Tu sai che mio figlio Ivan sta subendo una situazione peggiore di quella che ho subito io, sai bene che aveva solo quaranta giorni quando mi hanno portato via da lui, ma nonostante la mia lontananza quando viene a colloquio noto già che mi vuole tanto bene.Sai bene che noi due abbiamo fatto pace in ospedale quando stava nascendo Ivan il 27/02/05, dopo essere stati cinque anni senza parlarci. I motivi li conosci e non voglio stare a ribadirli, perché come ti ho detto prima non basterebbe un libro. Non immagini la mia felicità il giorno che ci siamo ritrovati mentre stava nascendo mio figlio, quel giorno sono rinato anch’io perché dopo cinque anni ho riparlato con mia madre, ma sfortunatamente il 13/04/05 dello stesso anno mi hanno distaccato di nuovo dalla mia bella famiglia. Avevo un figlio, una moglie e nuovamente una mamma ero rinato, ma ancora una volta a causa di persone “indegne” che mi hanno infangato con molte bugie, mi trovo qui. Non ho capito bene quale sia stata la causa di questo tuo silenzio, ma da quello che mi ha detto mia moglie per discussioni nate tra te e lei. Io non sono in grado di poter giudicare nessuno ma voglio solo dirti: mia moglie aveva poco più di 24 anni con un figlio di quaranta giorni, quando gli hanno strappato il marito, accusato di un omicidio che non ha mai fatto e III IV • Il mondo in una scuola • che tu avevi 50 anni ti sei messa a litigare con lei; ti faccio presente che non ti scrivo per giudicare, ma solo perché ho bisogno di riallacciare il mio rapporto con te. Comunque non ti ho ancora detto come sto, non so se avrai saputo che sono stato condannato alla pena dell’ergastolo in primo grado; hai capito mamma tuo figlio è stato giudicato un “feroce assassino”. Tu mi conosci e sai che sono solo “calugne” ma purtroppo a causa della mia infanzia turbolenta mi hanno tirato su una giostra pericolosissima, dalla quale non riesco a scendere. Tra qualche mese mi hanno fissato l’appello, adesso sono quasi 3 anni che porto questa condanna atroce sulle spalle, per tutto quello che ho subito nella vita sono diventato pessimista, anche se il mio avvocato mi ha fatto vedere uno spiraglio di luce. Grazie a Francesca che poverina con l’aiuto solo dei suoi genitori sta crescendo mio figlio, ed io grazie a lei me la cavo abbastanza bene, ma devo dire anche grazie a te che mi hai fatto così forte. Volevo dirti che di ricordi della nostra”famiglia unita” ne ho pochissimi perché avevo 10 anni quando tu e papà vi siete separati e del vissuto precedente ricordo ben poco. Con questa mia ti sto chiedendo di riallacciare i rapporti con te, con la speranza di farti piacere. Adesso concludo inviandoti un forte abbraccio e tanti bacioni. Aspetto con ansia una tua risposta. Tuo figlio N. VITA MIA Mia dolce vita, quanto è difficile raccontarti… Sei maledettamente divina e affascinante, sei un mondo di sapienza e pieno di tutto, sei dolce come il primo amore e sei spietata come il peggior nemico sai dare tanto ma nello stesso tempo sai anche togliere tutto sai dare una felicità immensa, ma sai far soffrire nel peggiore dei modi. Mia dolce vita. Quanto è difficile raccontarti! Carlo Ricordi In questo labirinto di sbarre, non c’è posto dove la mia mente non sia arrivata, sdraiato sopra a un letto i pensieri volano oltre que- sto muro, cercano qualcosa di bello che ho lasciato fuori da qui, momenti d’amore che solo nel mio profondo posso ritrovare, perché in questo labirinto di cemento di bello rimangono solo quei pochi pensieri che sei riuscito a nascondere dentro di te. Carlo La vita oltre le sbarre Siamo rinchiusi qui, in questo posto cupo e pieno di sofferenza, lontani dalla vita e da chi più amiamo. Sbarre che dividono un mondo irreale dalla realtà. Nessuno può capire la vita oltre le sbarre se non la si è provata; qui il giorno è fatto di speranza e senza di essa, che ogni giorno ci accompagna, la vita non avrebbe alcun senso. In ogni “stanza” senti la tv accesa, ma nessuno la guarda: c’è chi legge, chi gioca a carte, chi si dedica a fare ginnastica e chi si mette sdraiato su una branda solo per pensare. Se socchiudi gli occhi sembra che tu stia sognando, ma basta il minimo rumore di chiavi per farti riaprire gli occhi e . . . Ti alzi e da una finestra vedi le persone passeggiare avanti e indietro per respirare un po’ di aria pura e anche se per noi detenuti è buona, serve a poco o niente perché pur essendo vivi, dietro a queste sbarre, siamo morti nel nostro cuore. Nei giorni dei colloqui l’aria si fa un po’ più bella: tutti noi ci prepariamo per incontrare le persone care, con loro viviamo i ricordi che sembravano ormai lontani, in quelle due ore si riaccende l’anima che senza di loro, ogni giorno sembra spenta. Ma non appena finisce il tempo, senti un nodo alla gola che non riesci a mandare giù e, così torniamo senza conforto nelle celle con l’odore e il sapore dei nostri cari sulle labbra. Sdraiati sulle brande pensiamo solo a loro e preghiamo il buon Dio che ci dia la gioia di ritornare al più presto vicino ai nostri cari, perché solo Dio può vedere la nostra sofferenza, capire il nostro dolore e farci rivivere quelle giornate gioiose che per noi rappresentano la vita. Concludiamo questo Inserto Speciale con i disegni dei bambini della SCUOLA DELLʼINFANZIA “VILLA GAETA” che ci trasmettono serenità e gioia di vita. • Il mondo in una scuola • fase adolescenziale, stiamo vedendo i nostri corpi cambiare giorno dopo giorno, ci sentiamo sempre più maturi, nonostante la confusione e le incertezze che da sempre caratterizzano questa fondamentale fase della vita. Siamo consapevoli di non essere stati alunni modello, ma voi ci avete sempre sostenuti e motivati nello studio, anche quando siamo stati troppo vivaci e superficiali. Ed è per questo che vi scriviamo questa breve lettera, per farvi capire che malgrado tutto vi saremo sempre grati e riconoscenti per quello che avete fatto per noi. Grazie quindi ai nostri professori speciali, che non solo ci hanno accompagnati nel cammino della conoscenza, ognuno nella propria disciplina dando il meglio di loro stessi sempre e in ogni occasione, ma ci hanno arricchiti soprattutto dal punto di vista umano, facendoci maturare e crescere. Un grazie speciale a tutti, dalle professoresse Bomba e Benvenuto, che sono state sempre presenti fin dall’inizio, pronte ad aiutarci in ogni momento ; fino alla professoressa Ferrante che, pur essendo arrivata al terzo anno, è riuscita a metterci a nostro agio e a conquistare la nostra fiducia. Un grazie enorme alla professoressa D’Amico, che con la sua energia è riuscita a diventare la nostra confidente speciale. Grazie alla professoressa Ciccocioppo, che ci ha fatto passare le ore più divertenti dell’anno. Grazie alla professoressa Salvatore, che ci ha trasmesso l’amore per la musica. Grazie alla professoressa Ciampoli, che con la sua innata ironia che ci ha insegnato le tecniche della sua disciplina senza mai farci annoiare. Grazie alla professoressa Di Nardo e Memmo, che con la loro solarità ci hanno insegnato a scavare nel fondo dell’animo nostro e di chi ci sta intorno. Grazie alla professoressa Romagnoli, che ci ha insegnato ad essere buoni cittadini senza mai diventare eccessivamente severa. Un grazie particolare alla professoressa Ranalli, di cui abbiamo l’onore di essere l’ultima 3B portata a termine. Con la sua simpatia e la sua spontaneità, Ci ha insegnato ad essere dei piccoli artisti, facendoci sempre tanto ridere e divertire, alternando il lavoro ai momenti scherzosi. Infine, come poter dimenticare di ringraziare in modo tanto speciale il nostro mitico professor De Laurentis ? E’ stato lui che ci ha accolti il primo giorno di scuola quando, ancora impauriti, abbiamo fatto il nostro primo passo verso l’indimenticabile esperienza delle medie. Con questo bellissimo ricordo concludiamo la nostra breve lettera, ripromettendoci di non dimenticare mai questi, i tre anni più belli fino ad ora vissuti della nostra vita. Ed è così, tra momenti di gioia, di allegria e di tristezza, che salutiamo il nostro caro giornalino. vostra per sempre 3B La 3B Torino for ever! Meno 10, meno 9, meno 8,…….meno 1……..eccoci !! E’ arrivato il fatidico 13 maggio 2010: ragazzi…si parte….. ma dove siete ?? Sono le 4 del mattino. Il buio incombe su ogni cosa, il silenzio avvolge la città, ??? ! Il silenzio dovrebbe.… cosa è questo vociare ? vedo degli zombi ciondolare verso il piazzale S. Pietro. 1, 2, 3 …. 22. Aspettatemi, sto arrivando, siamo 23 !!! Ecco, ora si può partire….o meglio, si potrebbe partire, se ci fossero i prof. e l’autobus. Avremo per caso sbagliato giorno ? Sarebbe in tal caso confermata l’ipotesi che siamo degli imbranati, tesi sostenuta per tre anni dai nostri docenti. Ma no !! all’orizzonte si sente il rombo di un motore ed ecco stagliarsi davanti a noi una figuretta snella e pimpante, nonostante il viso visibilmente stravolto: “Non temete, ci sono!!” …non poteva che essere la prof. Canini. Il viaggio di andata è stato tutto un ronfare, almeno finchè il sole non ci fatto tornare alla meravigliosa realtà:eravamo lontani dai nostri genitori, dalla scuola, dai compagni, dai doveri. Cosa si può volere di più dalla vita ?? Naturalmente un viaggio di istruzione a Torino !!!! Prima sosta, di grande valore culturale: autogrill, con tanto di piadine e riviste di gossip. Seconda sosta. Di notevole valore culturale e di evacuazione…….tutto ciò che era stato ingurgitato, liquido o solido che fosse, è stato regalato ai leghisti padani. Ore 13: arrivo a Torino, meta del nostro viaggio d’istruzione con un itinerario molto interessante. I^ tappa: Museo del cinema nella Mole Antonelliana. Come descrivere questa meraviglia dell’architettura: una torre altissima ed un ascensore centrale, di cristallo, che ci porta in cima e ci permette di ammirare lo splendido panorama della città...tra tuoni e fulmini. Nella struttura è presente il Museo del Cinema che ne ricostruisce la storia dall’origine, ossia dai fratelli Lumiére, fino al 3D: la cosa che, però, mi ha più entusiasmato e che ricordo con piacere è lo spazio centrale della Mole, dove, sdraiati su comode poltrone abbiamo potuto godere di spezzoni di film proiettati su maxi schermo. Alla visita al Museo del Cinema è seguito un giro per il centro storico di Torino che ci ha consentito di godere della vista di Piazza Castello, di Via Roma e del Palazzo Reale. Tutto questo soddisfaceva per il momento la nostra sete di cultura, ma il “fulcro” della gita doveva arrivare da lì a poco: il Museo... direte voi….. NO!! Per il primo giorno basta e avanza: la troupe delle tre classi dell’Umberto I ora si sarebbe diretta all’Hotel Piemonte per un meritato riposo. Evitiamo di parlare della cena………..e ringraziamo, invece, Donatella Morgione per il barattolo di Nutella e le nostre madri per averci, previdentemente, riempito le borse di schifezze varie…… Ore 06.00 – 14 Maggio. Un suono stridulo e acuto disturba il nostro, sebbene leggero, riconciliante sonno. E’ il momento di lasciarsi alle spalle la notte per affrontare nuove fatiche, delle quali la più dura è certamente la colazione: PANE, SOLO PANE, ESCLUSIVAMENTE PANE, NECESSARIAMENTE PANE. E se quella sostanza viscida e traboccante vogliamo osare chiamarla marmellata, allora : pane e marmellata. E’ giunto il momento di dedicarci alla parte “religiosa” della giornata. La scolaresca si dirige al Duomo per ammirare nientemeno che la “ Sacra Sindone”. E’ stata una visita toccante…….. Vorrei allegare al mio articolo una foto di questa reliquia, ma poichè fotografare era vietato, i “religiosi” hanno portato me ed i miei compagni lontano dall’altare con la forza, perciò non mi è stato possibile appagare questo desiderio. Dopo la prima esperienza della giornata, eccoci alla “Reggia della Venaria”. Che dire?……….:un appartamentino da Re. Una guida ci ha condotti attraverso le numerossissime “camere” del Palazzo. La cosa che più ho gradito è stato il “corridoio” della reggia: 80 mt di lunghezza, pavimento di marmo, stucchi elaboratissimi e vista sui giardini. Però……Non badavano a spese gli antenati di Emanuele Filiberto!!……… Altrochè San Remo!! …..E dopo?? Un pranzo degno di qualsiasi reale: pizza e gelato regali !!!!! E per terminare la giornata…..”dulcis in fundo” : Salone del Libro. Solo varcando quella soglia l’atmosfera diventa diversa: il profumo della carta stam- pata….. mille sentimenti si affollano nella mente di noi alunni. Finalmente liberi ci sparpagliamo per ogni angolo della Fiera per trascorrere 2 ore buone tra racconti e romanzi. Riusciamo, tutti insieme, anche a fare la conoscenza di personaggi di rilievo mondiale…come Giovanni Verna. Non sapete chi è ??? E’ nientemeno che……il doppiatore di Pippo! Ma non c’era solo lui, abbiamo conosciuto anche Isa, una conduttrice di Rai Tre. Ed ora affrontiamo l’ultima notte nell’hotel piemontese, allietata da risate con gli amici, valigie da preparare e….. scarafaggi, nella camera della sfortunata Prof. Sulli e di altre quattro povere ragazze. Nonostante le avventure notturne i 56 nottambuli, si ritrovano, in ogni caso, alle 07.00, in punto a caricare sul nostro ormai caro autobus tutte le valigie ed a partire alla volta del Museo Egizio. Beh, se credevamo mummie le professoresse, ci siamo dovuti ricredere………… Purtroppo siamo rimasti poco tempo, sufficiente, però, ad ammirare lo “statuario”, i “papiri” ed i “sarcofagi”. Ed eccoci arrivati all’ultima attività della giornata: ovviamente è anche quella che ha richiesto maggiore impiego di “cellule grigie”:shopping libero per la città !!! A malincuore tralascio di parlare di questa parte, perché siamo partiti dal presupposto che questo fosse un “viaggio di istruzione”….giusto ??? Quindi, eccoci qui alla conclusione. Non mi resta che descrivere il malinconico viaggio di ritorno…..Il pensiero che fossero le…ultime ore di gita ha completamente spento la nostra allegria. Dopo le due consuete soste di interesse culturale, arriva l’ultimo imprevisto: l’autobus si ferma. Scattano le chiamate di soccorso...ma“fortunatamente” il nostro mezzo di trasporto si è rimesso in viaggio. Ultimi quindici minuti. Commenti ?? Nessuno….tutta la “F” è in lacrime !!!!!! Tra un abbraccio ed un pianto siamo riuscisti,.tutte e tre le classi, a fare uno “standing ovacion” per i prof., per gli autisti e per la gita meravigliosa, e ci siamo giurati di rimanere amici per sempre… Ma non è il momento di piangerci addosso…. Ehi, amici !! Eccoci tornati a Lanciano!!!….Siamo a casa….!!! Ecco le nostre famiglie…!!! Siamo contenti di essere tornati a casa... Però... Autisti…facciamo ancora in tempo a rigirare per Torino ??? Non siamo ancora psicologicamente pronti per tornare alla nostra solita vita… PAOLA CODAGNONE III F Carissima prof.ssa Pallini L’anno sta per concludersi e, come per noi, sarà l’ultimo anche per lei. Come già sappiamo, sicuramente lei sarà contenta di andare in pensione per riposarsi dopo tanti anni di generoso insegnamento. Vorremmo ringraziarla per essere rimasta ancora un anno con noi a trasmetterci la sua passione per l’arte, attraverso le sue lezioni dinamiche e coinvolgenti. Certamente non è stato facile per lei completare il triennio, soprattutto se scoraggiata dal comportamento di alcuni alunni, però speriamo che si ricordi di quelli che, invece, l’hanno seguita con vivo interesse. Per noi, è stata una “maestra”non solo scolastica, ma anche di vita, che ci ha regalato degli insegnamenti preziosi, ricavati dalla sua esperienza. Anche se termineremo questo percorso insieme, ci dispiace di non averla più come insegnante e che gli alunni futuri non possano ricevere le sue 11 12 • Il mondo in una scuola • preziose lezioni di vita che, invece, noi siamo stati felici di ricevere. Speriamo che nel suo futuro sia serena e che possa dedicarsi pienamente alle sue passioni. La ricorderemo con affetto e penseremo a lei con un sorriso. Grazie di tutto, un abbraccio. La 3 E Lanciano, 22-05-2010 Cari Professori, siamo ormai arrivati alla conclusione di questi tre anni di scuola media e questo periodo, a nostro parere, anche se è diventato il più bello (dopo tre anni siamo diventati veramente tutti amici) è però anche il più doloroso all’idea di separarci tutti. Le medie sono gli anni più difficili per noi ragazzi, perché si lascia la fanciullezza e ci si avvia verso un mondo nuovo, quello adulto. Nel periodo dell’adolescenza siamo tutti fragili e alla ricerca di una vera identità. Noi, adesso, ci ritroviamo cresciuti in tutti i sensi (non solo di altezza!!): è per questo che vi ringraziamo, con questa lettera, per aver sopportato i nostri momenti di nervosismo e di estrema vivacità. Professoressa Madonna, Lei rimarrà sempre nei nostri cuori. Fin dalla prima media ci ha guidati lungo il percorso, in maniera materna e disponibile. Sin dal primo giorno ci ha ripetuto che per Lei non è importante solo avere dei buoni voti a scuola, ma anche essere attenti al proprio compagno, alle sue esigenze e infine a creare ”gruppo” e non rimanere chiusi nel proprio “orticello”. E poi lo studio … quello sì perché ci apre la mente e perché SAPERE E’ POTERE! Professoressa Cotellessa, ci mancheranno le Sue spiegazioni di algebra e geometria concrete e veloci, i Suoi discorsi sullo studio ci sono stati molto utili. Vogliamo sempre salire su, in aula di scienze, per osservare gli esperimenti e ascoltare interessati le Sue lezioni di scienze. Ci piacciono molto perché non si limita solo all’argomento del libro, ma ci racconta anche le Sue esperienze personali a riguardo e ci rende partecipi. Prof, al liceo cercheremo con impegno di evitare il CHIACCHIERICCIO che si crea ogni volta in classe! Professoressa Sulli, con il Suo metodo di insegnamento, in soli tre anni, ci ritroviamo con una buona conoscenza del francese e della Francia stessa. Lei è severa nel momento giusto, ma nello stesso tempo è sempre di buon umore, pronta a trasmettercelo in ogni circostanza, anche quella più difficile. Grazie a Lei abbiamo messo alla prova il nostro fisico: le finestre sempre aperte hanno abituato i nostri corpi anche alle temperature più rigide. E perché noi ragazzi della 3°C siamo una MASSA DI LAVATIVI! Professoressa De Luca, Lei è stata sempre pronta a rispiegarci ciò che non ci era chiaro in materia. Non potremo mai dimenticare i Suoi mini-riassunti. Anche se Le abbiamo rotto l’anima, quel “popò di roba” che c’era da studiare l’abbiamo appresa. Professoressa Ciampoli, fortunatamente, nonostante tutte le volte che l’abbiamo fatta alterare, ha mantenuto sempre la calma e la famosa nota non è scappata per nessuno! E comunque, professorè, siamo sicuri che questa 3°C Le rimarrà nel cuore… Professoressa Pallini, ci ha fatto molto piacere che ha atteso di vederci completare i tre anni di medie prima di decidere di lasciare la scuola. La Sua calma ci ha fatto apprendere le lezioni serenamente e abbiamo sperimentato diversi modi per disegnare. Le promettiamo che non saremo più tanti ruminanti durante le prossime lezioni alle superiori! Ci ha insegnato anche questo: la buona educazione. Professo- ressa Ciccocioppo, con Lei abbiamo scoperto altri aspetti dello sport che non conoscevamo. Ci ha avvicinati tutti alla pallavolo e ci ha coinvolti nelle varie gare sportive scolastiche, trascorrendo esperienze uniche. Per non parlare dei bellissimi balletti che ci hanno fatto sentire tante dive della televisione. Professoressa Giannatempo, con Lei i primi due anni sono passati ancora più in fretta. Ricordiamo ancora quando, in ordine alfabetico, dovevamo controllare le persone che creavano confusione. Ricordiamo tutti i concerti che Lei e la professoressa Salvatore, diventata nostra insegnante in terza, preparavate in occasione di Santa Cecilia, di Natale e di fine anno. Adesso, con Lei, professoressa Salvatore, stiamo soprattutto concentrandoci sulla teoria per la preparazione all’esame, e per questo La ringraziamo molto per averci dato le Sue PERLE di saggezza. Professoressa Martelli, con Lei il tempo trascorso è stato breve ma intenso, con poco abbiamo scoperto e apprezzato la genuinità del Suo sapere. Per non parlare della Sua frase ricorrente: “E Senti mo ‘BBASSTA!!!“ che ci ha fatto capire che ogni tanto bisogna darsi una calmata! Ed ecco il nostro unico e caro professore maschio. Professor Martino, con Lei abbiamo sicuramente trascorso i momenti più divertenti di tutti e tre gli anni. A parte gli scherzi, professò, Lei è stato fin troppo paziente con noi, sopportando le nostre urla DEMENZIALI. La Sua ora settimanale è sempre molto attesa da tutti noi; se ne accorge sicuramente quando varca la soglia della porta, entrando nel caos assoluto, per la contentezza della Sua venuta. Grazie a tutti di vero cuore, vi vogliamo bene! Giorgia Contento e Valeria Candeloro (3°C 2009/2010) Un P.S. da non trascurare: vogliamo ringraziare per la loro vicinanza, il loro affetto e la loro disponibilità i seguenti collaboratori scolastici: Vincenzo, il nostro angelo custode e amicone che purtroppo quest’anno è stato trasferito al piano inferiore, ma sempre presente; Antonella, sempre pronta a soddisfare le nostre richieste; e tutti gli altri. Un grazie particolare alla nuova Dirigente Scolastica, Prof.ssa Marilena Bellisario: anche Lei è stata sempre vicina alle nostre richieste, e il Professor Renato Monteferrante, anche Lui molto attento alle problematiche scolastiche. Il bullismo al fenaroli Questa mattina, noi della 2E insieme alla 3D, abbiamo partecipato al convegno provinciale “Una fotografia sul bullismo” presso il Teatro comunale di Lanciano. La Platea era composta da circa 200 studenti della città tra cui le scuole medie e superiori. Abbiamo ascoltato i saluti delle autorità presenti che hanno introdotto il tema anche con cenni autobiografici. È stato il caso del sindaco, che ha raccontato dei bulli di una volta. Ha precisato che bisogna tener presente che gli studenti di oggi devono necessariamente proiettarsi verso traguardi futuri che in questo momento, non è possibile nemmeno immaginare. Rita Trasacco ha presentato un protocollo d’intesa recentemente firmato con la prefettura e con l’ordine degli avvocati per promuovere la lega- lità. Fausto de Sanctis ha richiamato il valore del rispetto della persona e dell’educazione, prima ancora dell’istruzione. Infine, Luciano Conti, ha ben spiegato come il progetto si colloca nell’ambito di azioni di prevenzione che vengono da una visione complessiva del fenomeno giovanile. Il primo intervento è stato quello della dottoressa Roberta Cordella che ha presentato i risultati della ricerca condotta in Provincia. Il Bullismo è una form di aggressività tra coetanei ripetuta e continua nel tempo e rivolta sempre verso la stessa persona. Chi si approfitta dei deboli di solito non è un ragazzo prestante dal punto di vista fisico e non è ripetente anzi, spesso, consegue ottimi profitti a scuola e, quasi sempre, non è un singolo individuo che agisce, ma un piccolo gruppo. La vittima invece viene individuata tra quei giovani che in qualche modo si distinguono o meglio non si omologano alla massa. Quelli più bravi a scuola, quelli che vestono in modo diverso, quelli che hanno interessi differenti, magari amano il cinema, l’arte. Insomma l’obiettivo è colpire ed emarginare chi non si adegua. Poi un giornalista e scrittore, ha evidenziato come il bullismo tra gli adolescenti non è che una conseguenza del bullismo tra gli adulti. Prima dell’intervento conclusivo, si sono alternati sul palco i rappresentanti delle associazioni Guardiagrele Giovani e Modesti, a 2 giorni dalla costituzione del forum delle associazioni giovanili, hanno promosso le proprie realtà associative, evidenziando come non bisogna fare prediche ai ragazzi e che bisogna stare attenti in modo particolare al ruolo degli spettatori. Le conclusioni sono state tratte da Gianni Iulianetti, che ha messo in evidenza come molti dei comportamenti dei bulli siano in realtà reati puniti dal codice penale a partire dai 16 anni. Infine ha sottolineato la necessità di un lavoro condiviso con le famiglie e le associazioni del territorio. Monica Gaeta – II E FINALMENTE IL PATENTINO! Noi delle classi III del nostro Istituto abbiamo partecipato quest’anno al Corso per il Patentino organizzato dalla Prof.ssa Claudia Romagnoli in collaborazione con il Comando dei Vigili di Lanciano. Il corso si tiene ogni lunedì e giovedì , dalle 15 alle 17: i vigili sono disponibili e professionali nell’insegnarci tutto ciò che è necessario per superare l’esame e per prendere il patentino.Purtroppo non tutti i ragazzi delle terze hanno potuto partecipare perché bisogna avere 14 anni o compierli entro la fine di agosto. Il corso è abbastanza divertente ma soprattutto utile per poter finalmente avere il sognato patentino . Grazie Scuola! Speriamo adesso di poter dire grazie anche ai genitori per l’amato motorino…. per diventare così un po’ più responsabili e autonomi. Costantino Roberto III A Si è concluso con successo il 29 Maggio 2010 nella Sala Convegni del Polo Museale S. Spirito Lanciano il progetto “LEGALITA’ E SICUREZZA” dalla cittadinanza vissuta alla cittadinanza virtuale con la D.S. Marilena Bellissario, il Capitano Geremia Lugibello, il Giudice Francesco Marino e il Pres. Ass. CC Giuseppe Marrone • Il mondo in una scuola • L’effetto serra Oggi, sul nostro pianeta, ci troviamo ad affrontare un problema molto importante e che potrebbe influire sul nostro futuro e su quello della terra: l’effetto serra. La principale causa che crea l’effetto serra è l’anidride carbonica (CO2). Questo gas molto pericoloso e inquinante e proviene principalmente da varie combustioni. Questo gas è prodotto anche dalle industrie. Inoltre il pianeta ha enormemente bisogno di ossigeno. L’ossigeno presente al giorno d’oggi sul nostro pianeta proviene soprattutto dalla vegetazione. Al momento però il nostro pianeta sta facendo largo uso della vegetazione per cui la produzione di ossigeno diventa sempre meno efficiente e quindi la massa di anidride carbonica aumenta. Il problema è legato soprattutto al futuro perché con un’alta concentrazione di anidride carbonica si potrebbe andare a rompere la fascia di ozono. La fascia di ozono si trova al confine dell’atmosfera terrestre e ci protegge dai raggi ultravioletti che emette il sole. Se questi raggi passassero si avrebbero malattie alla pelle, potremmo assistere all’avanzata delle acque e allo scioglimento dei ghiacciai, potrebbe aumentare la temperatura della terra determinando la morte di varie specie con un ampio danneggiamento alla natura. In realtà c’è ancora tempo prima di arrivare a queste condizioni ma comunque questo è un problema che dobbiamo subito affrontare perché ad un certo punto la crescita di anidride carbonica diventerà inarrestabile e non si potrà più tornare indietro. La principale precauzione che possiamo prendere è quella di ridurre al minimo indispensabile l’impiego di industrie e l’utilizzo di automobili. Lorenzo Giancristofaro IIE L’ambiente Il tema dell’ambiente è senz’altro uno degli argomenti di maggior attualità che, a vario tipo, occupa i titoli dei giornali e rappresenta una fonte di forte preoccupazione per gran parte dell’umanità. Per ambiente non si deve intendere solo il verde o il mare, i fiumi eccetera: l’ambiente è un insieme di elementi che sono in relazione tra loro. I comportamenti dell’uomo moderno possono incidere pesantemente negli equilibri che reggono tale tipo di relazioni che si manifestano in eventi naturali sempre più violenti. Il progresso tecnologico dell’uomo è uno dei fattori che ha inciso in modo sempre più concreto e rilevante sugli equilibri ambientali ed oggi sono sotto gli occhi di tutti, le catastrofi ambientali causate da navi petroliere che perdono il loro carico, oppure provocati da soggetti che, pur di ottenere vantaggi economici, non esitano ad inquinare i fiumi, laghi o falde acquifere mediante lo smaltimento abusivo di rifiuti tossici e nocivi. Per non parlare dell’inquinamento da smog che avvelena l’aria delle grandi città e che è la causa di numerose malattie, anche mortali, che sempre più si stanno diffondendo tra le popolazioni. La na- tura a volte presenta un conto tragico quando l’uomo, perseguendo logiche di profitto, non rispettose dell’ambiente, va ad esempio a costruire lungo pendii di colline e montagne oppure lungo il letto dei fiumi i cui corsi vengono cementificati. Invero una coscienza ambientale si sta affermando anche a livello politico: infatti sono molte le norme che, in nome della tutela ambientale, condizionano e attività umane al rispetto rigoroso dell’ambiente circostante. In ogni caso la tutela dell’ambiente, oltre che a livello territoriale, deve essere perseguita a livello mondiale; infatti è necessario che tutto il mondo se ne faccia carico; ad esempio qualora avvenga un disastro nucleare le conseguenze ricadrebbero su un’ampia fascia di popolazione che va ben oltre quello stato o quella regione in cui si verifica il disastro. E’ dimostrato che sono stati i paesi più sviluppati ad aver maggiormente deturpato ed inquinato l’ambiente; oggi, qualora i paesi emergenti costruissero il loro sviluppo economico non tenendo in considerazione la tutela dell’ambiente, con ogni probabilità, i danni per gli equilibri ambientali sarebbero gravissimi e le conseguenze sarebbero terribili per l’intera umanità. Sarà utile pertanto che i paesi maggiormente sviluppati aiutino i paesi in via di sviluppo in un modo eco-compatibile. La speranza, per la popolazione mondiale, e che si diffonda una coscienza ambientale e che essa abbia sempre più il sopravvento sulle logiche economiche ed affaristiche. Troiano Roberto IIB Energia nucleare: un bene o un male? Per far fronte alla crisi energetica in cui si trova l’Italia, il Governo ha deciso di far tornare l’energia nucleare nel nostro paese. L’energia nucleare è la forma di energia che si ricava scindendo i nuclei atomici. In Italia non viene più usata dal 1987 a causa di un referendum popolare che l’ha vietata dopo l’incidente a Cernobyl. Col suo ritorno c’è una notizia buona e una cattiva: la notizia buona e che non dovremmo più acquistarla dalla Francia, la cattiva è che lo stato spenderà moltissimi soldi per acquistare le nuove centrali nucleari e forse sarà costretto ad aumentare le tasse. Finora la maggior parte dell’elettricità usata in Italia è stata quella ottenuta dalla combustione di petrolio e metano, e questo ha inquinato molto l’ambiente. Per cui ricorrere all’energia nucleare sarebbe una vera e propria rivoluzione per il nostro paese. L’energia nucleare ha degli aspetti positivi e negativi: Aspetti positivi: E’ molto più produttiva delle altre, perché una singola fissione nucleare produce molta più energia di qualunque altra reazione chimica; Riduce molto i costi; Non inquina ne l’ambiente ne l’atmosfera perché non emette gas nocivi. Aspetti negativi: La fissione nucleare può sfuggire al controllo e provocare enormi disastri; Le scorie radioattive prodotte dalla fissione sono molto pericolose e dfficili da smaltire. Un altro problema è quello del combustibile (uranio e plutonio) di cui l’Italia è scarsa per cui siamo sempre costretti a comperarla da altri stati. Comunque, se il governo ha deciso così, ci arrangeremo, e forse in futuro, grazie agli sviluppi della tecnologia, l’energia nucleare diventerà più sicura. Lorenzo Primomo IIB MACCHIA DI PETROLIO VERSO LA LOUISIANA Golfo del Messico Lunedì 19 aprile’10, nel Golfo del Messico, la piattaforma petrolifera del British Petroleum è affondata a causa di una violenta esplosione costata la vita a circa 11 operai. Secondo la Bp, la perdita è di mille barili di petrolio al giorno e viene da due buchi a cinquemila metri di profondità sull’impianto di risalita che collega la bocca del pozzo alla piattaforma affondata. Le correnti marine lo spingono verso le coste della Louisiana danneggiando così il fragile ecosistema delle paludi .Ciò è una vera catastrofe ambientale perché la BP non ha intrapreso immediatamente provvedimenti per limitare la perdita di petrolio. Solo qualche giorno fa hanno messo in funzione, vicino alla falla, una campana aspirante, in metallo e cemento, in modo da ridurre la quantità di petrolio dispersa nel mare. Questo incidente riguarda soprattutto le specie di animali e piante che vivono lungo la costa, ma anche noi uomini. Se mangiassimo quegli animali e vegetali avvelenati potremmo danneggiare gravemente la nostra salute. VULCANO ISLANDESE Islanda. Il risveglio del vulcano sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokull, pone interrogativi sul cambiamento climatico, legato alla lunga durata dell’attività eruttiva così forte. La nube di ceneri provocate dal vulcano creano ancora oggi problemi nei trasporti aerei perché le particelle potrebbero bloccare i motori degli aerei e perché in grande quantità possono avere delle conseguenze in ambito climatico. Questa nube si dirige verso il Vecchio Continente, sulla penisola Scandinava e sulla Danimarca. Le polveri vulcaniche non lasciano attraversare i raggi solari determinando dei climatici e danneggiano lo strato di ozono. Però il vulcano Eyjallajokull attualmente sta provocando danni lievi e solo se l’attività si intensificasse il suo effetto sarebbe molto più grave. L’eruzione provocò anche lo scioglimento dei ghiacci posti sopra il vulcano e quindi per il defluimento delle acque si sono dovuti distruggere dei ponti. SARA & GIULIA 1^C La macchia di petrolio … La marea nera,o più comunemente chiamata macchia di petrolio,è un’enorme chiazza nera che si espande nelle acque del Golfo del Messico.Si allarga da quando la piattaforma petrolifera della Bp Deepwater Horizon affondò il 22 Aprile ovvero circa 2 settimane fa. All’inizio sembrava un grave incidente ambientale,ma in meno di una settimana si profila l’incubo di una catastrofe ecologica. Anche dalla casa Bianca il presidente Barack Obama parlò:-LA BP DEVE PAGARE- .Una petroliera è un gigantesco serbatoio galleggiante che assume la forma di una nave. La piattaforma è suddivisa in varie parti e se quest’ultima ha un problema tutto il contenuto della nave torna in acqua dove uccide milioni e milioni di pesci. Già è stato tentato in vari modi di fermare questa macchia ma senza nessun risultato. Tutti gli uomini che lavorano nel “cancellare” la macchia dal mare riempiono circa 5000 botti di petrolio al giorno. Nel frattempo è in corso il solito balletto delle responsabilità che vede coinvolta la BP,proprietaria del pozzo,la Transocean,la società che la aveva in gestione e la Halliburton,che ha servito parte della costruzione,anche perché ci sono circa 75 milioni di dollari da pagare. Ultimatamente la BP ha costituito un nuovo sistema intitolato tubo-siringa che consiste nell’inserire un tubo nell’acqua che ha il compito di risucchiare tutto il petrolio dall’acqua,ma purtroppo riesce a prendere solo il 20% di tutto il petrolio che c’è nel mare.Staremo peggiorando tutto con le nostre invenzioni tecnologiche rovinando il nostro ecosistema??Lo scopriremo solo seguendo le prossime notizie e sperando che tutto vada per il verso giusto. BENEDETTA ANNECCHINI - 1C 13 14 • Il mondo in una scuola • nti Racco Poe sie Canzoni Emo zion i Creatività Imon e Petek a caccia di prede Era giorno di caccia nel piccolo villaggio di Atak. Uomini e bambini si erano recati fuori dal villaggio già dalle prime luci dell’alba, iniziando la caccia molto presto. Tra i bambini, c’erano anche Imon e Petek, figli del capo villaggio. Loro non avevano la minima intenzione di andare a caccia, ma furono costretti dal padre. All’alba, loro vennero accompagnati dal padre ed entrarono nel fitto bosco tra Atak e Yanziimek, uno dei villaggi vicini, per iniziare la caccia. A mezzogiorno la caccia iniziò. Tutti gli abitanti corsero di qua e di la in cerca di prede. Imon e Petek, invece, partirono per ultimi, ma si accorsero che il padre non era più dietro di loro: era scappato. Tornarono frettolosamente all’entrata, ma due uomini robusti e forzuti li ributtarono dentro il bosco. Allora i due cominciarono a girovagare per i boschi in cerca di prede. Ne videro moltissime: cinghiali, lepri, scoiattoli, cerbiatti e antilopi, facoceri e perfino due ghepardi! Ad un tratto due cinghiali, uno più cicciottello ed uno meno, guardarono negli occhi i due bambini. Loro cominciarono a litigare su quale dei due prendere e, facendo così, li fecero scappare. I due, affranti e desolati, continuarono a camminare per il bosco: erano quasi a Yanziimek. Verso notte, raggiunsero una grotta, dove si fermarono per riposare. I due mangiarono qualche frutto che cresceva nelle zone, mentre gli altri uomini a caccia si abbuffarono di carcasse di animali cacciati nella mattinata. Dopo aver mangiato, si addormentarono su quelle scomode pietre della grotta. Durante la notte si scatenò un temporale che spaventò i due bambini e li fece svegliare. Verso l’alba decisero di ripartire per la “Radura magica”, una radura piena di animali, di tutti i tipi. Durante il tragitto, Imon si fermò e guardo il cielo. Diceva che non era bel tempo e che stava per piovere. Allora i due decisero di correre verso la radura per prendere una preda e tornare al villaggio. In 5 minuti erano arrivati alla radura. Petek prese l’arco ed osservò le prede che vi erano. Si soffermò su un piccolo ghepardo, ma poi cambiò idea. Si soffermò anche su altri animali. Infine decise di colpire un cinghiale maschio, grande e grassottello. Colpitolo con la freccia, lo andò a prendere e lo portò dal fratello. Imon notò una grotta con molta gente e riconobbe un suo amico: erano loro, gli altri uomini! Insieme, allora, si incamminarono verso di loro. Gli altri abitanti stavano per partire alla volta di Atak. I due, arrivati alla grotta, vennero accolti festosamente dagli altri bambini che si chiesero dove fosse finito il padre. Alle 9 tutti ripartirono per tornare al villaggio. A poche miglia da Atak, Imon inciampò ad un sasso e si sbucciò un ginocchio. Petek e Litt, il figlio del cacciatore più famoso del villaggio, Matke, trasportarono Imon fino al villaggio, dove tutte le donne ed il padre di Imon e Petek, aspettavano ansiosi. Appena li videro tornare, corsero verso di loro urlando e strepitando. Per festeggiare, organizzarono una festa nella piazzetta del villaggio e mangiarono il frutto della dura caccia. Luca D’Arcangelo – II E Non era successo niente Era appena suona la ricreazione ed eccoli qui, i tre ragazzi famosi nella scuola per essere i più prepotenti. Simone, Paolo e Fabio avevano solo 12 anni, ma credevano di essere i più forti di tutti e di solito se la prendevano sempre con chi non sapeva difendersi. Questa volta era toccato a Luca. Luca, oltre ad essere il più piccolo della classe, aveva solo 11 anni ed era timido e riservato. Aveva pochi amici e anche se aveva un problema se lo teneva per se, perciò neanche le professoresse lo potevano aiutare. Approfittando della ricreazione e del fatto che Luca era andato in bagno, il gruppetto dei tre ragazzi ne aveva approfittato. Avevano preso il suo zaino, lo avevano svuotato completamente, avevano mangiato e per finire, ridacchiando, avevano strappato la maggior parte delle pagine del suo diario, che per Luca rappresentava forse l’unico vero amico, al quale confidava i suoi pensieri. Appena Luca tornò dal bagno, vide i ragazzi che, in un angolo, ridevano e indicavano proprio lui. Luca arrivò vicino al suo banco, vide tutti i suoi libri sparsi per terra, divento tutto rosso per la rabbia, ma non disse niente. Raccolse pazientemente i libri, poi si sedette ed inizio a piangere, ma sottovoce, perché se l’avessero sentito avrebbero riso ancora di più di lui. Luca non sapeva cosa fare, voleva dirlo a qualcuno, ma sapeva che i tre si sarebbero arrabbiati molto e gliel’avrebbero fatta pagare. Così rimase tutto a posto, raccolse tutte le pagine strappate dal suo diario e fece finta per l’ennesima volta che non fosse successo niente. Monica Gaeta – II E Cappuccetto rosso e i suoi amici terrestri C’era una volta nello spazio, un’astronave arancione che passava sopra ad un piane- ta sconosciuto: la Terra. Purtroppo l’astronave era un po’ vecchia e le porte erano malandate, tanto che appena si inclinò per virare, cadde dal portello un alieno, cercò di chiedere aiuto, ma senza risultato, e volando nello spazio, nel nulla, atterrò in un paesino sconosciuto del pianeta Terra. Si rialzò e andò a curiosare per il paese, un lupo che l’aveva visto discendere dal cielo, incuriosito uscì allo scoperto e gli chiese come si chiamava, l’alieno rispose: -Mi chiamo Cappuccetto Rosso-.Il lupo allora gli disse: -Ti prego aiutami a scappare, da un malefico cacciatore che vuole uccidermi!-. Cappuccetto rispose gioiosamente di sì. Mentre loro parlavano, nascosto dietro ad un cespuglio, il cacciatore li osservava, quando uscì, guardò a lungo l’alieno, e infine si decise a chiedergli come si chiamava. “Cappuccetto” gli rispose. Il cacciatore si mise in ginocchio davanti a lui e lo pregò di aiutarlo a liberarsi da una vecchia signora che era pazzamente innamorata di lui. La vecchia che era nei paraggi, sentendo la voce accorse dal bracconiere, ma Cappuccetto la spaventò e lei scappò. Il cacciatore ringraziò Cappuccetto e puntò il fucile contro il lupo, ma l’alieno stese con un colpo solo il cacciatore, il lupo ringraziò Cappuccetto e da quel giorno diventarono amici per la pelle; ma andò bene anche alla signora che vedendo un lupo e un alieno parlare vicino al cacciatore steso, chiese chi l’avesse atterrato, Cappuccetto rispose: -Io-, la vecchia si complimentò con l’alieno e lo invitò al matrimonio tra lei e il cacciatore. Arrivò il fatidico giorno, il bracconiere dovette per forza sposare la signora e l’alieno felice assistette all’evento. Il bracconiere era stato punito per la sua ingratitudine Una settimana dopo atterrò in quel bosco l’astronave di Cappuccetto che dispiaciuto di doversene andare salutò la signora, il cacciatore, e il suo migliore amico: il lupo, e promise che un giorno sarebbe tornato.L’astronave ripartì nell’universo immenso, e lasciò quell’avventura per trovarne un’altra. Cerrone Luca 1^ D CAPPUCCETTO ROSSO E IL BRACCONIERE C’era una volta in un pianeta sconosciuto una bambina di nome Cappuccetto Rosso, lei era un alieno, che però aveva tutti i parenti sulla terra. Un giorno gli alieni scoprirono che Cappuccetto Rosso non era un vero alieno, e allora, mentre dormiva, la portarono sulla terra e l’abbandonarono in un bosco. Quando si svegliò su un pianeta a lei sconosciuto, si ricordò che la nonna quando era piccola, le descriveva il luogo in cui abitava. Passò un po’ di tempo a riflettere e a guardarsi intorno, quando incontrò un lupo scappò perché aveva paura. E quello dietro! Tutti e due correvano, correvano e correvano fino a quando Cappuccetto Ros- • Il mondo in una scuola • so si fermò perché non aveva più fiato per correre, allora il lupo le spiegò che lui non voleva mangiarla perché era vegetariano, bensì, voleva conoscerla. Parlarono a lungo e Cappuccetto Rosso scoprì che suo padre era diventato un bracconiere spietato e che non aveva alcuna pietà nè per gli animali nè per le persone. Alcuni giorni dopo, il lupo fu inseguito dal bracconiere che lo voleva uccidere; Cappuccetto Rosso sentito quel baccano di spari e di ululati accorse subito per vedere cosa stava succedendo, e vide che suo padre stava inseguendo il lupo, Cappuccetto Rosso chiamò subito la nonna al cellulare al numero che il lupo le aveva dato per le urgenze. In quattro e quattro otto, la nonna arrivò e fermò il bracconiere, facendo una sola mossa di karatè e mettendolo KO. La nonna infatti, tutti i giorni, appena si svegliava, andava a fare l’allenamento di karatè. Dopo vari inseguimenti le guardie forestali trovarono il bracconiere e lo misero in carcere. Lui lì ci stava proprio bene! Così a casa della nonna si festeggiò con grande allegria. …E TUTTI VISSERO FELICE E CONTENTI…..!!!! Martina Rapino 1^D EMANCIPAZIONE FEMMINILE L’emancipazione femminile si è sviluppata alla fine del IXX secolo e nei primi decenni del XX in Inghilterra e negli Stati Uniti d’America,dove le donne rivendicavano il diritto di voto e parità di trattamento nelle varie mansioni da esse svolte soprattutto nei lavori manuali e nelle fabbriche.La vera emancipazione femminile nel mondo occidentale è iniziata dopo la seconda guerra mondiale per l’affermarsi della coscienza civile e politica. Nel 1946, in Italia, le donne parteciparono alle elezioni per l’Assemblea Costituente e nel 1948 alle prime elezioni politiche. Una svolta importante nel processo d‘emancipazione femminile è stato nel 1968, quando, nel clima generale di rivolta culturale, le donne hanno rivendicato il diritto a una reale uguaglianza con gli uomini e per molti versi l’hanno ottenuto. Tuttavia, nell’ambiente del lavoro, nonostante l’art. 37 della Costituzione Italiana che tutela le pari oppurtinità tra uomini e donne, esistono ancora oggi nel mondo occidentale delle discriminazioni verso le donne, poichè esse difficilmente svolgono ruoli d’altissimo prestigio o di grande responsabilità, ad esempio nella gestione degli stati o alla guida d’imperi economici. Nel mondo, però, la condizione della donna non è omogenea: in molti paesi islamici la donna è velata, non può uscire e svolgere alcun lavoro al di fuori della casa, non può istruirsi, mostrarsi e curare la sua persona, ad esempio, poichè i cosmetici sono ritenuti prodotti voluttuari. Addirittura, in alcune regioni africane la donna viene venduta o sottoposta a mortificanti mutilazioni. Questo dimostra che l’emancipazione fem- minile, nonostante i tanti passi in avanti, prevede un lungo cammino soprattutto in alcune zone del mondo dove i diritti umani sono poco tutelati... ma anche a “casa nostra” dove l’effettiva uguaglianza tra uomini e donne, intesa come “uguaglianza di diritti e doveri”, lascia spesso a desiderare. MAIRA LANCI, CLASSE III FRISA Vi racconto una fiaba... il suo avversario e disse tra sè e sè: ”Chissà dove si sarà cacciato? Forse sarà già àrrivato.” Invece il Gabbiano si era perso tra le nuvole e inaspettatamente la Rondinella tagliò il traguardo e vinse. Quando arrivò anche il Gabbiano, la vincitrice gli disse:”Tu dicevi di essere velocissimo ma secondo me sei stato uno sciocco presuntuoso,perchè mi hai sottovalutato”. E volando via gli disse: “ricorda che nella botte piccola c’è il vino buono!!!” Giuseppe Mancinelli - I A (Frisa) La Tartaruga e il Leone Ride bene chi ride per ultimo. In una foresta c’era un’ importante corsa,in palio c’era una fornitura di cibo per un anno. I concorrenti erano tartarughe,e una di queste si era preparata al meglio;non riusciva però a capire,perchè partecipasse anche un Leone. “Io sono il re della foresta quindi posso partecipare” disse il Leone ridendo. In seguito la Tartaruga e il Leone arrivarono alla finale. Il giudice disse che le strade che dovevano percorrere in questa ultima fase sarebbero state piene di insidie e pericoli. “Vincerò il premio!”disse ancora una volta ridendo, il Leone .”Prima però mi devi battere!” rispose la Tartaruga tutta seria. La gara iniziò,il Leone partendo velocemente superò tutti gli ostacoli e lasciò alla Tartaruga la strada libera da ogni pericolo. Iltraguardo doveva essere tagliato dentro un buco, dove naturalmente solo le tartarughe potevano entrare. Il Leone allora andò a prendere una pala per allargare l’entrata e terminare così la gara. Nel frattempo arrivò anche Tartaruga,entrò facilmente nella buca,tagliò il traguardo e vinse il premio. Questa favola ci spiega che non bisogna vantarsi di essere più bravi di un’altra persona ritenuta ingiustamente più debole,perchè questa potrebbe rivelarsi la più furba . Dennis Spinelli - I A (Frisa) Il Gabbiano presuntuoso e la piccola Rondinella C’era un Gabbiano che si vantava di essere bravo e decise di partecipare ad una gara di volo. Il Gabbiano credeva di essere velocissimo. Arrivato alla finale si accorse che la sua sfidante era una piccola Rondinella, molto più lenta di lui. La gara stava per iniziare e il Gabbiano non si era ancora presentato alla linea di partenza e se non lo avesse fatto,tecnicamente, avrebbe vinto la Rondinella. Il Gabbiano arrivò, e con fare presuntuoso disse:”Io vincerò questa gara e prenderò il primo premio!”La Rondinella e il Gabbiano partirono. Durante la gara; il Gabbiano era ovviamente in vantaggio,ma all’improvviso, nel mare sottostante, vide un pesce che saltava,pensò di aver tanto vantaggio e così scese giù in picchiata per prenderlo. Intanto la Rondinella stava raggiungendo .. E se CAPPUCCETTO ROSSO fosse stato un.. “ALIENO” C’era una volta una “scuolastronave” che trasportava piccoli alieni, ma l’astronave non era una delle migliori, come lo sono i nostri scuolabus, per questo l’ufo, per un guasto, si dovette fermare in un bosco di un pianeta sconosciuto. Quell’ufo anche se strano e malandato, era come una casa per i piccoli alieni. Trasportava ogni giorno tanti piccoli bambini alieni, tutti con un cappuccio rosso. Tutti i bambini uscirono dall’astronave per guardare il nuovo mondo su cui erano atterrati. La navicella sarebbe ripartita dopo pochi minuti, ma una bambina rimase sulla terra perché si era persa e la navicella ripartì senza di lei. Cercò un luogo dove poter stare e non trovando neanche una casa, cominciò a piangere. Una nonnina che la sentì corse in suo aiuto e le chiese: “Ti sei persa?” e la bambina rispose: “Il mio scuolabus è ripartito senza di me” e la nonnina aggiunse: “Va bene, starai da me fino a quando i tuoi genitori non torneranno a riprenderti”. La nonnina prese la bambina con sé e se la portò a casa sua. Mentre la bambina mangiava un po’, la nonnina raccontò che quella casa era in una riserva dove gli animali erano tutti vegetariani perché tutti gli animali si volevano bene e vivevano in tranquillità anche con gli umani. Nella casa c’era anche una camera in più dove Cappuccetto Rosso poteva dormire. La mattina alle cinque Cappuccetto Rosso si svegliò perché c’era un rumore assordante che proveniva dalla camera a fianco. Si alzò, entrò nella camera dove vide la nonnina che si stava allenando a rompere i mattoni con una mano. Cappuccetto Rosso esclamò: “Nonnina ma cosa fai?”, “ Mi tengo in forma!”. Dopo aver fatto colazione la nonnina e Cappuccetto Rosso uscirono per vedere gli animali. Per il sentiero incontrarono un lupo che stava mangiando delle carote e molti altri animali che giocavano tra di loro. C’era solo una persona che odiava gli animali: “Lo spietato bracconiere”. Mentre lui tentava di uccidere il lupo, la nonnina con un colpo di mano divise a metà il fucile e Cappuccetto Rosso si trasformò in un essere terrificante che fece scappare una volta per tutte il bracconiere che non tornò mai più. E il lupo, la nonnina e Cappuccetto Rosso vissero tutti insieme nella riserva. Mauro Mastrangelo 1^ D 15 16 • Il mondo in una scuola • LA VILLA DEI MISTERI... SARA’ UN CASO IL SUO NOME? La villa dei misteri è ben conservata a Pompei, non si sa a chi appartenesse,ma dopo aver trovato una statua della moglie di Augusto, si suppone sia sua. Gli affreschi hanno come “sfondo” il rosso Pompeiano molto usato allora a Pompei. La villa è molto grande e ha tantissime stanze,si trova al di fuori della città. Ma adesso parliamo del vero argomento che ci incuriosisce,”PERCHE’ HANNO DATO A QUELLA VILLA QUEL NOME?”. La villa si chiama così a causa di dipinti che si trovano nella villa, che raffigurano una ragazza che secondo le tradizione era soggetto di una purificazione,o di un matrimonio. Ma non si sa se questo sia vero,alcuni suppongono che in quelle figure sia raffigurata la vita di una ragazza che poi non raffiguri la fine, e quindi non si può sapere che fine sia stata la sua. Per capire meglio forse è opportuno visitarla! ROSANNA PORZIO - I C ...NOI FACCIAMO LE VALIGIE… Molto tempo fa, nell’Antartide, zona in cui si raggiungono gli 89° sotto zero, vivevano tranquillamente insieme famiglie di orsi e di pinguini. Erano ben organizzati …ogni famiglia sia dell’una che dell’altra specie era composta minimo da dieci componenti, così quattro di essi ogni giorno andavano alla ricerca di cibo, mentre il resto rimaneva in “casa” dove erano molti i lavori da svolgere, dal metterla in ordine, al procurarsi riscaldamento e pensare metodi per sopravvivere senza gelare. Pinguini ed orsi avevano formato un comunità governata da un rappresentante dei pinguini, il signor Pingu e un rappresentante degli orsi, il signor Yoghi, che, ogni volta che c‘era da prendere una decisione, convocavano tutto il popolo e davano loro la possibilità di esprimersi liberamente. Un giorno Yoghi e Pingu convocarono la comunità perché un orso e una pinguina erano follemente innamorati e avevano deciso di vivere insieme, nella stessa “casa”; il fatto che un pinguino condividesse la “casa” con un orso, non era mai successo prima, così Pingu e Yoghi ritennero giusto comunicarlo anche agli altri della comunità … che approvarono tutto, però erano convinti di dover organizzare una festa e i due governanti condivisero l’ idea … non riuscireste mai a immaginare ciò che successe quel giorno!!!! Panguini e orsi cominciarono a litigare tra di loro perché mentre gli orsi pensavano a un menù di pesce, i pinguini pensavano a uno di alghe diatomee, Yoghi pensava che fosse giusto invitare anche uccelli e foche, Pingu non voleva proprio, perché li considerava intrusi di comunità. Litigarono su ogni minimo dettaglio … gli orsi la notte furono così arrabbiati che non riuscendo a dormire an- darono a parlare con Yoghi e insieme decisero di abbandonare quel posto per sempre, fu costretto anche il povero innamorato a fare valigie e incamminarsi insieme agli altri, prima che i pinguini si svegliassero, non ebbe neppure il tempo di salutare la sua amata!!! Era deciso… lì non ci avrebbero rimesso più zampa, e dopo essersi procurati una cartina del mondo decisero di stare il più lontano possibile dai pinguini, tanto che mirarono a ciò che chiamiamo Polo nord. E’ per questo motivo che ancora oggi i pinguini vivono a sud e gli orsi a nord !!!! Morena Di Battista 3°F te. Subito dopo, la mamma cambiò il fratellino e un delicato profumo di talco si diffuse nell’ambiente. Clotilde adesso, viaggiava su una soffice e candida nuvola, sorvolando colline, monti e mari. L’odore di aglio tornò nuovamente nella cucina e il sogno di Clotilde cambiò. Era grandine che pesantemente pioveva dal cielo per schiantarsi in mille frammenti al suolo. Poi la mamma aprì la finestra e una leggera brezza spazzò via tutti gli odori… Clotilde,sbadigliò,si stirò e riprese a fare i compiti prima di abbandonarsi a un nuovo sogno profumato. MACARIO GIADA - SALERNO GIULIA ANDREOLI GIORGIA - TOROSANTUCCI GIORGIA - 1B La cucina Maledetta IL PAESE DEGLI ODORI Ero a 2m di distanza da quella casa maledetta appartenuta ad un vecchio chef di Parigi.Entrai nella casa e sentii un profumo intenso di menta che si espandeva per tutte le stanze; feci due passi e intravedi una fioca luce dietro una porta gigante. Mi feci coraggio e entrai nella stanza e vedi il cadavere del vecchio chef che giaceva seduto su una poltrona e stringeva nelle mani una boccetta semicoperta da cui usciva un forte odore di origano. Ad un tratto sentii la porta d’ingresso sbattere. Era il fantasma del vecchio. Ne avevo sentito parlare; era una vecchia leggenda di periferia che si tramandava di padre in figlio. Impaurito cercai l’uscita più vicina. Corsi all’impazzata, non trovai l’uscita. Inciampai. Mi trovai il fantasma davanti con un coltello insanguinato che diceva: ORIGANO,MENTA HAI VIOLATO LA LEGGENDA! Ad un tratto alzò un braccio in cui stringeva il coltello e me lo lanciava contro. In quel momento mi risvegliai di soprassalto col pigiama bagnato e la faccia sudata. Era stato solo un brutto incubo. FIORETTI GIORGIO COLACIOPPO GIULIO - TUCCI MATTIA - DI NUNZIO MAURIZIO - 1B Tempo fa, nel Medioevo, in una città non tanto curata regnavano un re e una regina con la loro adorata figlia Camomilla. Le strade della città non emanavano odori gradevoli, ma piuttosto puzzava. Tutto,però, dipendeva dalla famiglia regnante che non lavandosi e non curando l’abbigliamento davano un cattivo esempio ai propri cittadini che seguivano le abitudini del loro re che mangiava come un maiale, infatti era il più grasso della città; mangiava solo e soltanto la noce mostarda. La moglie, invece, dopo ogni pasto beveva le sue tre tazze di caffè a colazione,pranzo, merenda e a cena, anche lei aveva un alito che puzzava di caffè molto forte. La figlia Camomilla era tanto pigra che non si alzava mai dal letto e i servi le portavano tutti i pasti a letto, e contenevano tutti un pizzico di cannella, insalata pasta. Inoltre,le servivano ogni sera due tazze di camomilla per dormire tranquilla perché era sempre nervosa. E così venne chiamato il paese degli odori. SILVERII GIORGIA CONICELLA FABIOLA - 1B SOGNARE COI PROFUMI CURRY Eravamo alle solite… Clotilde si era un’altra volta addormentata sui libri. Clotilde era una ragazza simpatica, solare ma molto, molto pigra, gran sognatrice e con una particolarità: sognava con i profumi. A seconda degli odori e della loro intensità, faceva sogni, più o meno belli. Quel pomeriggio la mamma stava preparando una pietanza all’aglio e, non appena Clotilde ne percepì l’odore acre iniziò a sognare. La sua città era inondata di agli che cadevano da ogni parte: dalle nuvole, dalle finestre, dalle case, mentre lei si agitava nervosamente, come un naufrago che cerca di fuggire dalla tempesta. Poi la mamma aprì la finestra e un delicato profumo di anice invase la cucina. Clotilde si trovò in un altro luogo. Ora era una leggiadra libellula che volteggiava in un cielo di lavanda con farfalle variopin- C’era una volta,in un regno ignoto,il cuoco di corte. Egli doveva preparare il suo miglior piatto per il suo re entro una settimana. Siccome era rinomato nel regno,voleva combinare qualche ingrediente per una ricetta originale. Cercò in tutto il regno, ma non riuscì a trovare le spezie giuste; così andò al grande mercato dei regni, dove si vendeva di tutto e di più. Lì trovò delle spezie che lo incuriosirono molto: il peperoncino, la cannella, la noce moscata, il cumino, lo zenzero, lo zafferano, i chiodi di garofano e i semi di finocchio. Lì comprò tutti e li portò nella sua cucina. Provò a combinare alcune di queste spezie ed uscì fuori una nuova spezia; gli diede il nome del più famoso cuoco del mondo: curry jones. L’unica spezia che avanzava era il seme di finocchio che usò per contorno,mentre il co- • Il mondo in una scuola • sì chiamato curry, per il primo e secondo. L’indomani servì il suo piatto al re che rimase estasiato dalla prelibatezza di quel pranzo, tanto da fare un premio in oro al cuoco, e non solo! Egli divenne anche l’inventore del curry,usatissimo anche oggi. CASALANGUIDA FIORENZO MARFISI EMANUELE - FINIZIO DIEGO MATTOSCIO FRANCESCO UNGARETTI E LA GUERRA Le poesie "Veglia", "Fratelli"e "San Martino del Carso" sono state composte da Ungeretti mentre era fronte. "Veglia" è datato 23 dicembre 1915, mentre le altre due rispettivamente 15 luglio e 27 agosto 1916. Esse risentono fortemente dell'esperienza drammatica che l'autore stava vivendo, la guerra, è solo intrise delle sensazioni, degli stati d'animo che il poeta provava di fronte agli orrori brutali dell'avvetura bellica. La guerra di Trincea,durante il primo conflitto mondiale, diventano vere e proprie stragi,ed erano davvero logoranti, una lotta al limite della sopravvivenza. Così, attraverso il suo"diario poetico",Ungeretti ci ha reso partecipi degli avvenimenti tragici che egli ha vissuto in prima persona, e lo ha fatto attraverso l'uso di un linguaggio scarmo, essenziale ma toccante, del tutto lontano da tentativi di enfasi o celebrazione. A lui è bastato dare risalto alla singola parola,alla sua essenza espressiva, all'analogia, per trasmettere non solo il ricordo di un periodo storico dell'umanità,ma anche la sua testimonianza di uomo e combattente. Con le sue poesie egli ci ha insegniato che l'uomo riesce a comprendere il significato profondo delle cose solo quando si trova a dover vivere in situazioni estreme. Infatti, solo con il dolore e la sofferenza si riesce a capire il valore della vita ed il privilegio che ogni uomo possiede di poter affermare: "Io sono vivo". Nelle tre poesie sono presenti metafore, enjambement e all'iterazioni. Tra queste la poesia che preferisco è " San Martino del Carso" perché la trovo profonda nel significato che esprime. Mi piace come il poeta usa le parolee presenta le immagini. Sono singolari il suo cambiare direzione da un punto di osservazione esterno fino a riportare tutto il dolore dentro di lui, e il lavoro compiuto nella seconda strofa, dove l'uso dei pronomi indefiniti ha la funzione di dilatare nell'infinito dello spazio e del tempo il concetto di assenza che egli vuole comunicare. Bellissimi sono gli ultimi quattro versi, che rimarcano l'indissolubilità dei ricordi cari che restano nel cuore per sempre. Flavia Fioretti - III E Se... Se insegui il tuo sogno e credi in te stesso, anche quando tutti ti scoraggiano e lo reputano impossibile; Se riesci a dipendere solo dalla tua mente e dal tuo cuore e non ti sottometti alle parole di altri; Se riesci a rialzarti dopo una sconfitta con la stessa dignit‡ e con la stessa gioia di vivere; Se non cambi i tuoi ideali anche se tutto intorno a te si trasforma; Se non ti fai schiavo del tempo e delle sue tendenze; Se vedi la tua vita come un’opportunit‡ da cogliere al volo; Se non ti fermi a guardare ciÚ che rende i popoli diversi e divisi, ma osservi e comprendi ciÚ che li rende uguali e che li unisce, e se riesci a farlo capire alle persone intorno a te e queste,a loro volta a tramandarlo al mondo intero:allora potrai considerarti un uomo libero! Lanci Sara,IIIa Frisa Ricetta tipica dall'Albania Questo dolce è tipico della mia terra che è l'albania ed il suo nome è "Kompeka". i suoi ingredienti sono: - 8 uova - 150g di farina - 1 bustina di lievito -una tazza "di latte" di noci - 8 cucchiai di burro - 1 limone grattuggiato Mescolare tutti gli ingredienti insieme. Mettere il composto così ottenuto in una teglia e poi nel forno a cuocere a 180°. far bollire un pò d'acqua con un kg di zucchero, e versare un pò alla volta sul dolce,una volta cotto. Amaricdo Tomorrica III°A Frisa Il mio sogno Sogno il tuo viso tutte le ore, ma non riesco a seguire il mio cuore. Non faccio altro che pensare a te, ma tu non sai neanche che vivo solo per te. In realtà non sai che esisto, sogno di averti al mio fianco, mentre sono vestita tutta di bianco. ti amo ma non lo sai, che non potrò dimenticarti mai Rapino Alessia II°D L'amore Talvolta la mano non riesce a calcare, quello che il cuore vorrebbe gridare. L'amore che sento non è reale, ma posso gurarti che è un amore speciale, ti sento soffrire, ti vedo star male, e forse è l'inizio di un anno bestiale. Ma poi il tempo passa e porta calore, ti vedo cambiare, rimasce in te il sole. Ti sono vicino per quanto sò fare, la cosa più bella è vederti volare. Sentirti vicino in un mondo,lo fà diventare un anno speciale Cimone Alessandro II°D Frammenti di vita Se potessi regolare il sole vorrei scaldare località fredde.. Se potessi trasformare il mare vorrei irrigare località ascutte.. Se potessi dirigere il vento riordinerei località in frantumi.. Il sole: un cuore che si scoglie.. Il mare:occhi che lacrimano.. Il vento:mani che accarezzano.. A volte l'impossibile diventa possibile... Una piccola emozione può far vivere ognuno di noi su un'isola felice. Di Battista Chiara - III Frisa L'amicizia Il fiore si arrugginisce... ogni cosa si rovina, però la nostra amicizia mai sarà dimenticata perchè è un' amicizia infinita. Grandi o piccoli non conta, l'importante è se io e te siamo felici. Allora si che possiamo dire: "Amici per la pelle". Angela Tabaku - III°A Frisa Insieme L'amicizia è quardarsi e capirsi al volo, Diventare complici per una schiocchezza e fratelli nelle cose serie. Più bello di un amore perche privo di gelosiae senza competizione, quando è vera. Qualcosa per cui lottare, sacrificarsi. Gargarella Sharon - II°d L'amicizia è come la musica L'amicizia è come la musica: due corde parimenti intonate vibreranno inzieme anche se ne toccate una sola. Rapino Alessia e la II°D Mi manca Mi manca vedere, un posto con molta neve. Mi manca stare, con chi mi sà capire, mi manca parlare, con ci ha il coraggio di reaggire. Rapino Alessia - II°D 17 18 • Il mondo in una scuola • GLI SPORT…CHE PASSIONE Musica & Sport “Armonia” per una notte tricolore. La nostra compagna di classe Chiara Di Battista, che pratica ginnastica ritmica a livello agonistico nella squadra “Armonia d’Abruzzo”, ha partecipato ad un campionato per lo scudetto nazionale. La competizione si è svolta in 4 tappe da cui Chiara e la sua squadra sono uscite vincitrici: Biella, Desio, Fabriano e Foligno. La nostra compagna ha accumulato molti punti, anche se non era in perfetta forma fisica, attestandosi come cuore del gruppo: si è esibita con alcuni attrezzi tra cui cerchio, palla, nastro e la sua specialità, le clavette. La squadra, composta da Chiara Ianni, Federica Febbo, Olga Striuchkova, Chiara Di Battista, in tutto ha vinto tre gare su quattro aggiudicandosi infine il campionato nazionale. Per la vittoria Chiara e le sue amiche sono finite anche sui giornali e telegiornali abruzzesi e nazionali... Complimenti!!! Giuseppe Di Florio & Amarildo Tomorrica classe III Frisa FRENESIA PER LA FINALE Dopo 38 anni finalmente l’Inter vince contro il Barça e và nella tanto sperata finale della Champions League. L’ultimo allenamento dell’Inter,prima della partita, è finito, e già dall’allenamento, si possono ricavare informazioni importanti per quanto riguarda la formazione della squadra che sfiderà nella finale il Bayer Monaco a Madrid . Un’ulteriore conferma ce la dà Mourinho che ha deciso di mettere alla prova Pandev mettendolo insieme a Milito ed Eto’o, cosi creando il trio dell’attacco, e con Zanetti in centrocampo e Chivo in difesa. In porta, non ancora certo, Julio Cesar che si è mostrato magico contro il Barça. L’italiano Balotelli, che durante la giornata di martedì, ha avuto un fastidio muscolare, resterà come riserva lasciando il posto a Pandev, cosi come ha deciso Mourinho. Ma a giocare la grande finale sarà presente anche Cambiasso in coppia con Chivo in difesa. La squadra di Mourinho non ha intenzione di fermarsi : “ Abbiamo un appuntamento con la storia “ afferma Cambiasso. Sarebbe una vera delusione se con cosi tanti sacrifici e con una formazione cosi ben preparata, non vinca questa finale attesa da 38 anni. Camiscia Paolo 1° C Nel mondo ci sono moltissimi sport: dal calcio alla pallavolo,dal basket alla scherma,dal golf al pugilato e così via… Ogni sport ha regole di gioco ben precise che devono essere rispettate. Anche se tutti gli sport hanno una cosa in comune: l’impegno. Se si vuole vincere, bisogna impegnarsi e combattere contro gli avversari, e finita la partita, anche se si è perso, le avversità devono finire. Come disse il grande Pierre De Coubertin “ l’importante non è vincere ma partecipare “. Questa splendida frase ci fa capire che in campo bisogna dare il massimo di noi stessi e quando e quando tu sei sfinito, ma l’avversario ce la fa ancora, allora capisci che sei stato veramente sconfitto. Quindi, colgo l’occasione che mi offre questo giornale scolastico per dire a tutti gli atleti di non arrendersi all’inizio di una partita se hanno davanti un forte avversario ma, di continuare a lottare fino alla fine in qualunque modo vada a finire. Approfitto anche per chiedere alle professoresse di attività motoria,di questo istituto, di istituire una squadra di pallacanestro, visto che siamo in diversi a praticare questo bellissimo sport. Grazie per l’appoggio che mi vorrete dare. Alessandro Di Nunzio 1° C a Te La canzone che a noi piace è stata scritta da Jovanotti ed è molto conosciuta in tutta Italia perché è molto romantica e può essere dedicata a una persona speciale.Si intitola: a Te. Anche con una canzone si può dimostrare i veri sentimenti che una persona prova per un’altra, per esempio anche con questa canzone che vogliamo ricordare esprime sentimenti. Ascoltando anche solo una volta questa canzone ti fa venire in mente una persona molto importante per te e che forse non potrai mai avere. Anche a noi ascoltando questa canzone ci è venuto da pensare a una persona a noi cara. Provate a leggerla e vi capiterà di pensare a qualche persona a cui volete bene. Francesca Nasuti e Paola Brasile I C La musica è cambiata e ci piace La musica è: emozione, sincerità, vita, amore, ecc. Ci aiuta a spazzare via tutto il dolore che ci passa nel cuore. Ormai la musica di oggi più diffusa è lo stile house, techno e pop che a noi piace tanto perché ci da quello stile di vita che non abbiamo mai avuto. Noi ragazzi stiamo sempre con l’ipod in mano ad ascoltare : David Guetta, Xavi Beat, Dj Antoine, Martin Solveig, Laurent Wolf, Guru Josh Project, Edward Maya ecc…e a ballare la tecktonik oppure balliamo come Giovanni Vernia . La musica ha anche uno stile di moda : chi ascolta la musica house e techno viene chiamato truzzo, mentre chi ascolta musica punk, emo-rock, rock ecc viene chiamato emo o punk. Sappiamo solo una cosa : la musica è nei nostri cuori e l’amiamo. LA PARTITA INFINITA La partita Virtus Lanciano- Delfino Pescara che si è disputata nello stadio Guido Biondi il 6 settembre 2009, è stata molto emozionante. Questa partita era importante sia per il Lanciano, sia per il Pescara. Infatti, se il Lanciano trionfava era momentaneamente nei play off, se invece il Pescara vinceva era in testa alla classifica. I tifosi del Lanciano subissavano tutta la curva sud, le tribune e la maggior parte dei distinti. I supporter pescaresi, invece, vennero circa in 3500 e occupavano la curva ospite e un quarto dei distinti. Prima dell’inizio della partita gli ultras del Lanciano fecero una coreografia sbalorditiva. Dopo il calcio d’inizio le due compagini di ultras eseguirono subito dei cori e delle sciarpate. Il Pescara segnò subito al 12° minuto e la curva nord esplose. più tardi, il Lanciano andò a segno al 45° minuto con un gol dalla distanza. Il primo tempo sembrò infinito e si portò a compimento con un pareggio. Nel secondo tempo ogni minuto sembrava un’eternità ed il Pescara realizzò subito un gol al 61° minuto. Verso la metà del secondo tempo nelle tribune scoppiò una rissa a causa di alcuni tifosi pescaresi che attaccarono verbalmente i sostenitori rossoneri. All’84° minuto il Lanciano realizzò un goal e cosi la partita finì in parità. Questa fu una bellissima gara, anche se purtroppo ci fu una rissa. Spero che non ci sia più la violenza negli stadi e che il Lanciano possa sempre trionfare. Stefano Fattore - 2° E LADY GAGA Lady Gaga è una cantautrice statunitense di origine italoamericana. Si è ispirata alla musica degli anni 80 e al glam rock. E’ stata messa sotto controllo dalla Interscope Records. Nel 2008 ha debuttato nel 2008 con l’album The Fame che contiene i suoi brani più conosciuti e di grande successo: Poker Face, Bad Romance, Paparazzi, e Telephone. Dopo il suo grande successo, il 31 gennaio 2010 ha ottenuto 2 Grammy Awards : uno per il brano Poker Face, nominato “ miglior brano dance “ e l’altro per l’album The Fame eletto “disco elettropop dell’anno “. Alessia Berghella - 2° E LANCIANO VS GIULIANOVA 2-0 Il 21 febbraio si disputò allo stadio Guido Biondi di Lanciano un grande derby, quello tra Lanciano e Giulianova. La tifoseria lancianese di 4000 persone, infatti, la curva del Lanciano era piena, ma anche i distinti e la tribuna lo erano. I tifosi giuliesi erano • Il mondo in una scuola • circa 500. I tifosi lancianesi si fecero sentire con molti cori e sciarpate. Tutte e due le squadre fecero delle belle coreografie ma quella del Lanciano era superiore. La partita cominciò e il Lanciano tenne il possesso palla. La prima occasione della partita venne a Oshadogan al 15° minuto su punizione, ma la conclusione venne parata dal portiere. In questo primo tempo la partita rimase sullo 0 a 0, ma nel secondo tempo il Lanciano rientrò in campo più deciso, ma non riuscì a segnare. L’allenatore fece il suo primo cambio: uscì Sinigalia e al suo posto entrò Colussi. Il mister Dino Pagliari ebbe ragione perché al 21° minuto, ci fu il gol del Lanciano grazie a Colussi, appena entrato; ma ebbe sfortuna nell’azione precedente per un palo preso. Dopo circa 15 minuti ci fu il rigore per il Lanciano, procurato dal magnifico Colussi. Lo batté Sansone che senza problemi fece gol. La partita finì 2 a 0 per il Lanciano che fece una prestazione fantastica. Andrea Di Martino - 2° E LO SPORT: CHE PASSIONE! La passione per lo sport nasce da giovanissimi. La mia passione è iniziata a quattro anni, grazie all’incoraggiamento dei miei genitori. Ho iniziato a praticare piscina, l’ho fatto per sette anni. Questo sport mi ha dato tante soddisfazioni, iniziando da piccole competizioni tra amici, a vere e proprie gare, perdendo ma anche vincendo. Decisa a cambiare sport mi buttai nel mondo della pallavolo, a mio parere un mondo fantastico. La cosa più magica è il gioco di squadra, grazie al quale mi sono fatta vere amicizie perché, con loro ho imparato a condividere gioie e dolori e soprattutto momenti di crisi che, affrontati tutti insieme, ci danno la forza di andare avanti e di non mollare mai. Oltre al gioco di squadra ho imparato il vero significato della “lealtà” e del “fair-playes”, cioè avere spirito combattivo in campo e rispetto fuori. La pallavolo aiuta a riconoscere i propri limiti, ed imparare a dare il massimo pur sapendo che ci sarà sempre qualcuno più forte di noi. Grazie alla pallavolo ho vissuto momenti unici, fantastici. Contemporaneamente agli allenamenti di pallavolo che praticavo in palestra, grazie alla scuola, ho apprezzato molto anche l’atletica, altro sport a mio parere molto interessante. Anche qui mi sono fatta nuove amicizie e nuove esperienze altrettanto importanti. Lo sport per me è davvero tutto. Nella vita ho capito che lo sport non è soltanto un passatempo, ma un modo per scaricare i propri stress e vivere la vita a mille. Marzia Piccirilli - 3° D NUOTO… CHE PASSIONE ! Mi chiamo Fattore Fabiana e ho 13 anni: ormai da 7 anni mi sono avvicinata al nuoto e voglio raccontare come questo sport è divenuto la mia più grande passione…. I primi anni passati in piscina sono stati du- ri perché all’inizio sguazzare nell’acqua mi sembrava noioso e fuori dalla mia portata, i pomeriggi andavo ai corsi con il broncio e con la preoccupazione di fare una figuraccia davanti a tutti i miei compagni. Inoltre, la piscina che frequentavo prima era piccolissima!! Sembrava uno stagno!! E quindi ci si divertiva ben poco. Poi, dopo 5 anni, mia madre ha deciso di farmi cambiare palestra e piscina. Infatti, ho proseguito i miei corsi alla piscina “l’Uliveto”, dove ho incontrato Vito Pizzas, il mio nuovo istruttore, che con la sua travolgente simpatia, mi ha fatto amare l’acqua. La piscina era pulitissima e grande ( 25 m di lunghezza), le attrezzature erano nuove e funzionanti, e ho conosciuto dei compagni fantastici come: Benedetta Mancini, Andrea D’Orazio, Matteo Spoltore, Mirea Colacioppo e Federica Cappellaro. Dunque ho iniziato a seguire i corsi con regolarità e dedizione, ho imparato a nuotare in quattro stili differenti: stile libero, dorso, rana, e delfinoquest’ultimo è quello che mi piace di piùsono diventata un asso a pallanuoto e non mi stanco masi di fare le numerose vasche che il nostro “istruttore” e “amico” tenta di indicarci, perché quando ci assegna le vasche da eseguire, con la bocca dice un numero, mentre con le mani ne indica un altro, e noi ci divertiamo a prenderlo in giro. Ormai ho trascorso due anni in questa piscina e ho intenzione di continuare per questa strada, perché il nuoto è uno sport fantastico e per me è diventato una ragione di vita, voglio continuare ad allenarmi per diventare una brava nuotatrice. Fabiana Fattore - 3° A Frisa “Il Cielo Sopra Berlino” di Win Wenders Il film che abbiamo visto a scuola s’intitola “Il Cielo Sopra Berlino” il regista Ë Win Wenders, gli attori sono Peter Falk, Curt Bois, Otto Sander, Solveig Dammartin e Bruno Ganz; la data di produzione del film Ë il 1987 il tempo e il luogo della vicenda sono gli anni Ottanta a Berlino Ovest: il film inizia cosÏ: due angeli che si chiamano Damiel e Cassiel vanno in giro nella citt‡ di Berlino. Sono invisibili (dalla gente) e quindi osservano e ascoltano tutto quello che fa e dice la gente. Incontrano anche un uomo anziano di nome Homer che cerca una piazza la quale prima della II Guerra Mondiale era molto bella. Mentre Damiel fa un giro in citt‡, entra in un circo e vede Marion una brava trapezista, che alla fine se ne innamora, a questo punto... Damiel per la prima volta vede i colori: infatti il film Ë bianco e nero... Alla fine Damiel diventato “uomo” incontra Marion ad un concerto e lei gli parla come se si conoscessero da tempo. Infine Marion esegue il suo numero volteggiando come un angelo. La scena che mi Ë piaciuta di pi˘ Ë stata quella di Damiel che guardava Marion con gli occhi dell’amore e la vedeva a colori, percË era una scena molto dolce e signifi- cativa. Il regista vuole farci capire quanto il Muro di Berlino abbia distrutto le vite degli uomini rendendole prive di significato. Mi Ë piaciuto molto il film perchË ha raccontato bene com’era la situazioen di Berlino durante il periodo della Guerra Fredda. Fabiana Fattore, classe III - Frisa TWILIGHT In questi due anni, tra noi giovani è spopolata una nuova passione –ossessione : quella per il nuovo film “Twilight”. Questo film è destinato a trovare un posto nella nostra memoria. Il fascino dei personaggi accresce ancora di più l’apprezzamento per il film che narra di una storia d’amore, intrisa d’azione tra due giovani ragazzi. La bellissima impressione che ha fatto questo film su migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze ha spinto la produzione a realizzare il sequel del film, intitolato “New Moon”, già uscito nelle sale italiane. Naturalmente la grande popolarità di questi due film è alimentata anche dal fascino degli interpreti. E’ stato affermato che questi due film hanno rivoluzionato il classico schema cinematografico, affiancando ad una storia d’amore tutto ciò ci spaventava, come i vampiri o lupi giganteschi. Anche i libri hanno avuto molto successo, perché ognuno di noi è curioso di sapere come va a finire la storia, e ciò ci spinge a leggere. A mio parere con questi film si è raggiunto un grado di perfezione cinematografico ottimo. I film attraggono per i loro momenti di suspense, scene tristi che si alternano ad azione ed amore. Penso anche che molta di questa fama sia dovuta alla grande bellezza e bravura degli interpreti, ma mai, nel cinema, si era riusciti ad ottenere tanto successo in tutto il mondo, in solo due anni. Ormai io mi ritengo ossessionata da questi film, perché molto spesso compro dei giornalini per tenermi informata sulle news delle star, ho anche tappezzato la mia camera con i poster del film, ho letto tutti i libri, e sono convinta di non essere l’unica…. Tra me e le mie amiche ci sono continui battibecchi su quale sia il protagonista più affascinante e bello. Penso che per un decennio non verrà mai prodotto un film con tanto successo e coinvolgimento delle fans. Io personalmente ammiro molto Robert Pattinson che nel film interpreta il protagonista maschile che sommerge di frasi romantiche la sua ragazza. Quante volte vorrei essere stata io la sua ragazza, per poterlo toccare, dargli la mano, però sono sicura che non succederà mai, ma non smetto di sognare, come dovrebbero fare tutti. Molti adulti giudicano “Twilight” inutile e noioso, ma soltanto noi giovani riusciamo a gustare ogni piccola, minima parola romantica e a capire il vero significato dell’amore. “Twilight” è come un viaggio nel mondo dell’amore, ci fa vivere forti emozioni e conferma che l’amore vero esiste e riesce a superare ogni difficoltà, pregiudizio o problema. Francesca Cotellessa - 3° D 19 • Il mondo in una scuola • La Redazione saluta le classi III III A III B III C III D III F III E Direttore: Menna Andrea Capo Redattore: DʼArcangelo Luca Redattori: Giancristofaro Lorenzo, Menna Andrea, DʼArcangelo Luca, Angelucci Katia, Di Rado Sara, Piscopo Chiara, Colacioppo Mirea, Rota Vanessa, De Iulis Claudia, Ranieri Angelica, Gargarella Sharon III A - Frisa Segretaria di redazione: Katia Angelucci Inviati sezione Frisa: Dimeo Arianna, Diletto Maria Flora Coordinatrice del progetto-giornale: Prof. Rosalinda Madonna Impaginazione e stampa: Tipografia “Valentini” - 0872.712135 La Redazione ringrazia il D.S. Prof.ssa Marilena Bellisario, la Direttrice Amministrativa e i docenti dellʼIstituto Comprensivo che hanno collaborato con il giornale “il Mondo in una Scuola” .
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