notizie economiche e commerciali
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L ug l i o 201 4 – An n o XV – n° 268 paesi arabi notizie economiche e commerciali paesi arabi Sommario ALGERIA Inaugurato il primo parco eolico ad Adrar / Tre nuovi permessi di prospezione per Eni / Società commerciale, primo passo per entrare nel mercato / Aumenta il numero delle nuove imprese ARABIA SAUDITA Forte crescita degli introiti delle banche / Previsti undici nuovi stadi sportivi EGITTO Riattivare la linea marittima con Italia / Auspicata la visita del premier Renzi al Cairo / Riduzione dei sussidi per i consumi di carburante / Cresce l’interesse per il settore delle costruzioni / L’Ue finanzia la riqualificazione di aree de Il Cairo e Giza EMIRATI ARABI UNITI Espansione del Jumeirah Beach Hotel / Nuovo centro commerciale presso l’International Media production Zone / Lavori per l’espansione del Dubai Festival City / Nuovi spazi per il retail IRAQ Relazioni più complicate con il Kurdistan LIBANO Piano per la bonifica del fiume Litani / La metà dei franchise libanesi è di origine europea / Piano quinquennale per lo sviluppo del turismo rurale LIBIA La produzione di greggio risale a 550.000 barili al giorno / La legge finanziaria restringe l'import di beni non essenziali / Prevista una riforma dei sussidi entro gennaio 2015 MAROCCO L'UE a sostegno della piccola agricoltura / Partecipazione della Banca Mondiale al progetto Ouarzazate / Ratificato l’accordo di partenariato con l’UE sulla pesca / Nel 2014 è prevista una crescita del Pil del 3,5 % / Modificato il piano di mobilità urbana di Casablanca OMAN Sviluppo delle attività portuali / In via di completamento due progetti nei settori acque e energia QATAR Lo sceicco Ali Bin Thamer al Thani a Palermo in preparazione per Brand Italy TUNISIA Nuovo progetto della Banca Mondiale a favore dell’internazionalizzazione / La BEI ha accordato un prestito di 170 milioni di euro / Accordo con l’UE per la validazione dei brevetti / Al via progetto Compass per il sostegno alle Pmi / Prestito di 75 milioni di euro per la realizzazione della diga Oued Mellegue / Modello di sviluppo delle imprese italiane PAESI ARABI Outlook stabile per la regione Mena / La sfida dell'integrazione energetica Euromed / Al via 14 nuovi progetti Med, otto i capofila italiani / Gli stock ittici del Mediterraneo sono sovrasfruttati SEGNALAZIONI L’alta moda italiana parla arabo. E le piccole realtà? / Intervista al Presidente del Malta Institute of Management, sul ruolo delle primavere arabe nello sviluppo della finanza islamica come incentivo alle PMI / Fondata la nuova banca dei BRICS In copertina, veduta stilizzata della skyline di Doha 2 paesi arabi Algeria 4G01.DZ.ENE Inaugurato il primo parco eolico ad Adrar Con alcuni mesi di ritardo è stato messo in opera il parco eolico di Adrar di un costo di 28 milioni di euro. Il parco è costituito da 12 turbine dislocate su un’area di 30 ettari e con una capacità complessiva di 10 MW. Il ritardo nella realizzazione dei lavori è dovuto al rallentamento nello sviluppo del settore che tuttavia ha un enorme potenziale visti i bassi costi di produzione. Lo sviluppo delle energie rinnovabili è stato promosso dallo stato con scarso successo fin dal 2004, ma nel 2011 è stato adottato un programma che prevede la transizione energetica in tre fasi. • Studi e progetti pilota dal 2011 al 2013; • prime realizzazioni di impianti di produzione nel 2014 e 2015; • lancio dell’industria a grande scala entro il 2020. Secondo le previsioni la potenza installata sarà: di 110 MW entro il 2013; di 2800 MW entro il 2020, dei quali 2600 MW per il mercato domestico; di 32000 MW entro il 2030 dei quali 12000 MW per il mercato domestico. Entro il 2030 si stima che il 40% dei bisogni di elettricità del paese saranno soddisfatti da fonti rinnovabili, di questi il 37% da fonte solare e il 3% dall’eolico. Il programma nazionale mira allo stesso tempo a rinforzare il tessuto industriale del settore. La prima fabbrica di silicio, minerale che rientra nella produzione di pannelli solari, sarà operativa entro il 2020. Ma sono previste anche fabbriche per la costruzione di pali e turbine per incentivare lo sviluppo dell’energia eolica. Oltre al parco eolico inaugurato di recente, alcuni progetti relativi all’energia solare, fotovoltaica e termica, sono in corso di realizzazione ad Hassi Rmel, Boughzoul, Ghardaia e El Oued. Ciononostante le energie fossili sono ancora al centro della politica energetica nazionale visto che il governo ha deciso di avviare l’esplorazione di gas di scisto. 4G02.DZ.MIN Tre nuovi permessi di prospezione per Eni La compagnia di Stato algerina, Sonatrach ha assegnato a Eni tre autorizzazioni di prospezione nei bacini di Timimoun e di Oued Mya, a Sud del paese. Le tre autorizzazioni, relative alle aree denominate El Guefoul, Tinerkouk e Terfas, hanno una validità di due anni e si estendono su una superficie totale di 46.837 km2. I lavori prevedono attività di studio e la perforazione di pozzi di prospezione per la definizione del potenziale di tali aree, considerate di estremo interesse. L’iniziativa rafforza i già ottimi rapporti tra Eni e Sonatrach e consolida la forte presenza di Eni nel paese dove rappresenta il primo produttore internazionale con una produzione attuale di spettanza di circa 125.000 barili di olio equivalente al giorno. 4G03.DZ.COM Società commerciale, primo passo per entrare nel mercato Dopo la costituzione di Feralpi Algerie, società commerciale che agisce da testa di ponte per aumentare la presenza sul mercato algerino, il gruppo pensa alla possibilità di produrre in loco. Grazie a Feralpi Algerie il gruppo può comprendere meglio il funzionamento del mercato interno e conoscere più da vicino le dinamiche dei prezzi. 3 paesi arabi L’Algeria consuma 2,5 mln di tonnellate di acciaio l’anno ma ne produce solo 500 mila. Nel 2013 il gruppo italiano ha esportato nel paese nordafricano quasi 400 mila tonnellate di acciaio, il 15% in più rispetto al 2012. Il mercato algerino è in forte espansione e vale il 70% dell’export totale di Feralpi. Il vantaggio dell’Algeria è dato dall’assenza di dazi alle esportazioni per i produttori europei, a differenza di quanto avviene per la concorrenza turca. 4G04.DZ.COM Aumenta il numero delle nuove imprese Da gennaio a maggio 2014 sono state create oltre 89.000 nuove imprese, il 91% delle quali sono persone fisiche. Il totale degli operatori iscritti al Registro del Commercio raggiunge così 1.720.936 unità, in aumento del 2,5% dall’inizio dell’anno. La maggior parte degli operatori è insediata nel Nord, soprattutto ad Algeri, Orano e Tizi-Ouzou. Nelle regioni meridionali la maggiore densità di operatori economici si registra a Tindouf, Illizi, ElBayadh e Tamanrasset. Arabia Saudita 4G05.SA.EF Forte crescita degli introiti delle banche Le banche saudite Riyad bank e Hollandi Bank hanno registrato forti incrementi delle entrate nel secondo trimestre del 2014, rispettivamente del 17% e del 28% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel primo semestre 2014 entrambe le banche hanno registrato un incremento dei prestiti e dei depositi: del 17% per Saudi Hollandi Bank e dell’11% per Riyad Bank. 4G06.SA.CIT Previsti undici nuovi stadi sportivi Il Programma King Abdullah per il miglioramento delle strutture sportive prevede la costruzione di nuovi impianti da 45.000 posti nelle province di Medina, Al-Qassim, Eastern Province, Asir, Tabuk, Hail, Northern Border Region, Jazan, Najran, Baha e Al-Jouf. Le strutture saranno realizzate sul modello della King Abdullah Sports City, inaugurata a Maggio. Quest’ultima è composta da uno stadio di 60 mila posti, una sala multifunzione da 2mila posti, uno stadio di atletica da 1000 posti e da alcuni campi sportivi per l’allenamento in varie discipline atletiche. Egitto 4G07.EG.POL Riattivare la linea marittima con Italia Il Ministro dell’Industria e del Commercio egiziano Mounir Fakhri Abdel Nour auspica il ristabilimento della linea marittima diretta Egitto-Italia vista la sua importanza per le espor4 paesi arabi tazioni egiziane verso la penisola e l'Unione Europea, e sottolinea l’intenzione di rilanciare il partenariato economico fra Italia ed Egitto. Il mese di Settembre si svolgerà al Cairo la prossima riunione del business council italoegiziano durante il quale verranno esposte le opportunità per gli operatori italiani nei progetti di sviluppo del canale di Suez, di costruzioni e di servizi marittimi. Il ministro ha infine sottolineato che il governo italiano ha fornito 13 milioni di euro al Fondo sociale per lo sviluppo di micro, piccole e medie imprese egiziano. 4G08.EG.POL Auspicata la visita del premier Renzi al Cairo L'Italia è tradizionalmente primo partner commerciale dell'Egitto a livello europeo e il terzo a livello mondiale, dopo Usa e Cina. Inoltre è uno dei maggiori investitori nel Paese, con numerose aziende impegnate, ad esempio, nell'impiantistica. Dei 2,83 miliardi di euro di esport italiano nel 2013, la maggioranza è costituita da macchinari e beni strumentali. Alla luce di questi dati è probabile che la visita del premier Renzi in Egitto, su invito del presidente Abdel Fattah al-Sisi sia effettuata presto. Il ministro degli Affari esteri Federica Mogherini ha ricordato di recente che l'Italia considera l'Egitto partner strategico per affrontare sfide condivise nella regione ed è pronta a rilanciare il profondo rapporto di amicizia che da sempre lega i due paesi. Il premier Renzi e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano erano stati fra i primi a complimentarsi con Sisi per la sua elezione in maggio. L'ambasciatore d'Egitto in Italia, Amr Helmy , ha auspicato un ulteriore avvicinamento fra i due paesi anche su questioni che riguardano la sicurezza del Mediterraneo e il contrasto di gruppi radicali. 4G09.EG.EF Riduzione dei sussidi per i consumi di carburante A causa dell’ampio deficit fiscale del paese, il governo ha stabilito, dopo la riduzione dei sussidi per i consumi di elettricità in vigore da Luglio, la stessa misura anche per i consumi di carburante, sia per i privati che per le imprese. I prezzi di benzina e diesel sono aumentati rispettivamente del 77% e del 64%. L’aumento si è riversato sui prezzi dei trasporti pubblici (+20%) e cibo (+15-20%). 4G10.EG.SRV Cresce l’interesse per il settore delle costruzioni Il prossimo dicembre al Cairo si terrà Projex Africa 2014, una fiera internazionale delle costruzioni accompagnata da due grandi esposizioni: una del settore marmo e pietre naturali, l’altra delle macchine da movimento terra e l'edilizia. L’iniziativa è promossa da Veronafiere e due partner egiziani: l'Associazione degli esportatori dell'Egitto (Expolink) e l’organizzatore di fiere e conferenze, Art Line con l’intenzione di creare un hub fieristico delle costruzioni proiettato verso l'intero continente africano. Il paese prevede nel 2014 investimenti nel settore delle costruzioni per 7,2 miliardi di dollari. Uno dei suoi punti di forza è la posizione di crocevia delle esportazioni verso l'Africa e il Medio Oriente grazie agli accordi di libero scambio con l'UE, con l’Africa Sud-orientale (Comesa), con i paesi arabi (Pafta) e arabo-mediterranei (Agadir). Il continente africano, abitato da un miliardo di persone, il 40% delle quali in città destinate a raddoppiare la propria popolazione entro il 2050; importa oggi 29 miliardi di dollari di materiale da costruzione, di cui 590 milioni dall'Egitto e ha in programma numerosi progetti immobiliari, infrastrutturali e ricettivi. 5 paesi arabi 4G11.EG.EF L’Ue finanzia la riqualificazione di aree de Il Cairo e Giza L’Unione Europea, insieme alla Bill and Melinda Gates Foundation finanzia progetti di riqualificazione dei sobborghi di Ain Shams e Ezbet El Nasr al Cairo e di El Warraq e Masaken Geziret Al Dahab a Giza. In totale saranno investiti circa 1,5 milioni di euro con l'obiettivo di incrementare l’occupazione, le attività imprenditoriali e la gamma di servizi accessibili alle comunità. Le aree interessate dai progetti sono dei sobborghi urbani sviluppatisi al di fuori di un piano urbanistico. Alla fine degli anni 1990 questi rappresentavano circa il 53% dell'edilizia residenziale della Grande Cairo e ospitavano il 62% dei suoi cittadini. In generale presentano una carenza di infrastrutture e poche risorse per migliorare i servizi di base come scuole, ospedali e uffici pubblici. Emirati Arabi Uniti 4G12.AE.SRV Espansione del Jumeirah Beach Hotel Un resort extra lusso sarà aggiunto al Jumeirah Beach Hotel. Si tratta di un nuovo albergo di 350 camere con vista sul mare e sul Burj al-Arab hotel. La conclusione dei lavori è prevista nel 2018. La nuova struttura sarà dotata di spa, palestre, campi da tennis, un centro sportivo, negozi e ristoranti. La capacità dell’attuale porto turistico sarà raddoppiata. 6 paesi arabi Nella stessa area sarà costruito il Madinat Jumeirah, un nuovo albergo vicino al Burj alArab, per il quale il Jumeirah Group ha di recente aggiudicato il contratto di costruzione. La struttura sarà composta da 435 camere, 400 attracchi privati, tre ristoranti, saloni, bar, piscine, un centro commerciale e un lago. La catena di alberghi di lusso, Jumeirah Group, attualmente gestisce 22 strutture nel mondo e ha in programma l’acquisizione di dieci hotel nei prossimi anni. 4G13.AE.CIT Nuovo centro commerciale presso l’International Media production Zone Il nuovo centro commerciale sociale di Dubai sarà completato entro il 2015 e coprirà un’area di 100 mila m2. Al suo interno vi saranno un supermarket Carrefour, negozi di alimentari, un cinema e un’area giochi per bambini. L’operatore locale Majid Futtaim ha pianificato la costruzione di centri commerciali retail che una volta completati porteranno a raddoppiare entro il 2018, la superficie totale. Fra i progetti in corso vi è l’espansione del Mall of the Emirates. 4G14.AE.CIT Lavori per l’espansione del Dubai Festival City Entro il 2014 saranno aggiudicati i contratti per l’espansione del centro commerciale Dubai Festival City. Saranno aggiunti oltre 34 mila m2 di spazio per nuovi negozi grazie all’ampliamento dell’atrio centrale e all’espansione dell’edificio attraverso il canale che attualmente lo delimita. Nuovi negozi si affiancheranno ai marchi famosi già presenti tra i quali Ferrari, Ikea, Marks & Spencer, Nike, Adidas, Braccialini, Clarks, Converse, Diesel, Geox, Guess, Mont Blanc, Nike/Timberland, Paris Hilton, Quicksilver, Samsonite. 7 paesi arabi 4G15.AE.CIT Nuovi spazi per il retail Dubai ospita il più alto grattacielo del mondo, la più larga isola artificiale del pianeta, e l’unica pista da sci indoor costruita nel bel mezzo del deserto. Il prossimo maxi progetto è un’intera città climatizzata, con un parco a tema, centri benessere, alberghi e cinema, che formeranno un centro commerciale colossale, il Mall of the World. 8 pa paesi arabi a i Il progetto o del Mall of o the Worrld prevede e una supe erficie adib bita ai negozi di quas si 750.000 0 m2. La citttà dello shopping e ill parco a te ema saranno costruitti sotto una a cupola di vetro che e permetterrà di climattizzare l’inttera area durante d l’es state e di essere e ape erta in inverrno. Le strutture saranno o collegate e ad oltre 100 albergh hi attraversso una passseggiata lu unga sette e km, anch’essa com mpletamentte coperta e climatiz zzata. La Dubai D Hold ding, azien nda che sii occuperà della realiizzazione del d progettto, ha annunciato ch he saranno o attesi oltrre 180 mi-lioni di vissitatori ogni anno. Ira aq 4G16.IQ.E ENE Relazionii più comp plicate con n il Kurdis stan Nonostante l’intesa sulla presidenza dell parlamen nto naziona ale, si com mplicano ulteriormen-te le relazzioni tra lo o stato cen ntrale e il Governo G Regionale R del Kurdisstan. I miliz ziani kurdii hanno conquistato ili controllo o dell’area petrolifera a di Kirkuk,, nel nord del paese e. Il sito, la a cui produzzione è blo occata da mesi, ha una u capacità produtttiva di 500 mila barili al giorno, pari a circca il 17% della prod duzione na azionale. Sebbene S s stata giiustificata come una sia a mossa vo olta a tutela are la regio one dall’esp pansione di d Isis, la conquista d dei siti petro oliferi mira a a rafforza are il diseg gno indipendentista del Kurdis stan. La re egione ha inoltre rich hiesto alle e compagniie petrolifere il pagam mento direttto delle ro oyalty sul petrolio, p acccusando Baghdad B dii non trasfe erire tutti i fondi f previsti. 9 pa paesi arabi a i Lib bano o 4G17.LB..CIT Piano per la bonifica del fium me Litani Il governo o libanese ha approva ato un pian no da 730 milioni dolllari e della a durata di sette annii per la bon nifica del fiu ume Litani e del lago o Qaraoun.. I progetti riguardano o il trattam mento delle e acque re eflue, dei riifiuti solidi la bonifica a dei fiumii dai pesticidi. La prop posta di legge verrà ora presen ntata al Pa arlamento. 4G18.LB..COM La metà dei d franch hisee liban nesi è di origine eurropea Uno studiio sul setto ore del franchising libanese ha a evidenzia ato che le 744 azien nde di tale e comparto fatturano circa 1,5 miliardi m di dollari, d con ntribuiscono al 4% de el Pil, impiegano cir-ca 100 miila persone e ossia il 9% della po opolazione del Libano o. La maggio or parte de ei franchisiing è costituita da stazioni di servizio e im mprese de ella ristora-zione situati per lo più p a Beirutt e Monte Libano L (46 6% del tota ale), poi Na abatyeh e Bekaa. B Circa il 44 4% dei franchising è di proven nienza euro opea, il 28 8% viene d dagli Stati Uniti e dall Canada, il 9% dall’A Asia e il 4% % dal Medio o Oriente. 4G19.LB..EF Piano quinquennale per lo sviluppo s d turismo del o rurale In occasio one di una a visita nellla regione e di Chouf dove è in corso un progetto nel n settore e delle acqu ue reflue, il Ministro o del Turismo Michel Pharaon ha annun nciato il lancio di un n programm ma naziona ale di svilup ppo del turrismo ruralle. Michel Pharaon P ha inoltre so ottolineato o l’importan nza di razio onalizzare l’utilizzo di d acqua pe er soddisfa are le esig genze dell’a agricoltura a e risolvere e il problem ma dell’attu uale scarsiità d’acqua a dovuta all calo delle e piogge de ello scorso o autunno. Lib bia 4G20.LY.GL La produzione di greggio g ris sale a 550.000 barilii al giorno o La riattiva azione del grande ca ampo di estrazione di d Sharara a ha riporta ato la prod duzione dii greggio in n Libia a 55 50.000 barrili giornalie eri. Sharara a è situato o nel Sud-O Ovest del paese p e ha a una capaccità di ben 340.000 b/g, b corrisp pondenti a circa il 20% dell’inte era capacittà produtti-va libica. Invece il te erminal pettrolifero di Brega (capacità di 60.000 6 b/g)), è stato nuovamenn te chiuso dal corpo di polizia speciale s ad ddetto alla a sicurezza a delle infra astrutture petrolifere. p Si preved de comunq que a brevve un’impe ennata de ell’export di d petrolio dovuta allla fine dell Ramadan n, quando i lavoratori tornerann no nei term minali petroliferi di Rass Lanuf e Zueitina Z le e cui esporttazioni son no ferme da al 18 agosto del 2013 3. 10 0 paesi arabi 4G21.LY.GL La legge finanziaria restringe l'import di beni non essenziali L’articolo 25 della legge finanziaria di recente approvata dal parlamento libico, impone l’ adozione di misure finalizzate a limitare le importazioni di beni considerati non essenziali. La legge non fornisce dettagli, lasciando quindi all’esecutivo ampia discrezionalità in merito alla definizione degli ambiti settoriali e dei prodotti interessati dai provvedimenti restrittivi, nonché agli strumenti attraverso cui attuarli. La disposizione normativa è un tentativo di far fronte alla rapida erosione delle riserve di valuta estera provocata dal crollo dell’export petrolifero nell’ultimo anno, in seguito all’occupazione, da parte di forze ostili al governo, dei principali terminal e di alcuni grandi campi petroliferi. Ad oggi non sono in vigore particolari restrizioni di carattere merceologico (salvo i casi giustificati da motivi religiosi, come i beni alimentari, o di sicurezza dello stato) per le importazioni in Libia, e i diritti doganali sono di entità complessivamente modesta. Non esistono particolari barriere non tariffarie e in molti casi le norme restrittive, pur vigenti, risultano spesso inapplicate (nel caso, ad esempio, dell’etichettatura). Alcuni osservatori mettono comunque in dubbio la reale capacità dell’amministrazione libica di controllare efficacemente il commercio con l'estero, considerata anche la permeabilità dei confini; e inoltre tale iniziativa potrebbe risultare impraticabile in un paese che ha perso gran parte della propria industria manifatturiera e che ormai, quasi in ogni settore, non può che approvvigionarsi attraverso il canale estero. Ne è una riprova anche il valore raggiunto dall’import nel 2013, anno in cui ha toccato i massimi storici a 23,8 miliardi di dollari, con un aumento del 21,1% rispetto al 2012. 4G22.LY.GL Prevista una riforma dei sussidi entro gennaio 2015 L’art. 24 della legge finanziaria 2014 dispone una riforma del sistema delle sovvenzioni statali per carburanti, generi alimentari, elettricità e altri beni, impegnando il governo ad abolirle e sostituirle con elargizioni in denaro ai cittadini entro gennaio 2015. Per coprire questa spesa nel 2014 il governo ha stanziato circa 6,9 miliardi di euro, pari al 21% della spesa totale, per carburanti (in gran parte importati per via di un’insufficiente capacità interna di raffinazione), generi alimentari, consumi elettrici e medicinali. Da sottolineare che in un paese che ha urgente bisogno di essere ammodernato e ricostruito in ogni settore, il bilancio 2014 ha destinato solo 5,1 miliardi di euro per investimenti pubblici. Il sistema dei sussidi crea ampi fenomeni di contrabbando: la benzina costa in Libia appena 0,15 dinari (0,09 euro) al litro e viene illegalmente esportata nei paesi limitrofi in grandi quantità, ad esempio in Tunisia, dove il prezzo ufficiale è di 1,30 dinari al litro. Lo stesso accade per i generi alimentari. Tutto ciò genera corruzione e illeciti guadagni, per un giro d’affari stimato in circa 2,3 miliardi di euro l’anno, e contribuisce a creare insicurezza ai confini a causa della lotta tra bande criminali per il controllo delle rotte del contrabbando. I prezzi tenuti artificialmente bassi producono inoltre un uso distorto delle risorse, incentivando consumi anche non necessari (tipico il caso in Libia di blackout e strade congestionate), e tolgono spazio all’imprenditoria privata interessata ad operare nel settore commerciale. 11 paesi arabi Marocco 4G23.MA.AGR L'UE a sostegno della piccola agricoltura L'Unione Europea ha approvato un dono di 60 milioni di euro per il finanziamento del progetto di sostegno alla piccola agricoltura in Marocco. Il programma, avviato nel 2010, ha una durata di quattro anni e si propone di rafforzare le aziende agricole a gestione familiare nelle regioni di Meknès-Tafilalet, Fès-Boulemane, Oriental, Souss Massa Draa, con particolare attenzione alle produzioni tipiche di tali territori ossia olive, datteri, mandorle e carni ovine, favorendo l'integrazione delle donne e dei giovani nelle attività produttive. Tale iniziativa, che integra il programma nazionale denominato Marocco Verde, si prefigge l'innalzamento dei redditi agricoli in alcune delle zone meno sviluppate del Marocco, favorendo anche la sicurezza alimentare per le popolazioni locali. Le nuove risorse potranno essere spese per gli acquisti di macchinari agricoli, attrezzature per la coltivazione e l’irrigazione. si stima che, negli ultimi 30 anni l'Europa abbia sostenuto i settori dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca oltre 200 milioni di euro. 4G24.MA.ENE Partecipazione della Banca Mondiale al progetto Ouarzazate L’operatore saudita Acwa Power ha in corso negoziati con l’International Finance Corporation (IFC), parte del gruppo Banca Mondiale, per una partecipazione del 20% nella società del progetto di energia solare Acwa Ouarzazate. Una volta completato si tratterà del più grande progetto di energia indipendente del mondo di energia solare concentrata (CSP) che genererà 160 MW. L’investimento rientra nel piano dell’Istituto Finanziario di stimolare la crescita del settore energetico privato nei mercati emergenti, in particolare sostenendo l’espansione regionale e internazionale di grandi imprese del settore. Acwa intende esplorare nuovi mercati come la Giordania e l’Egitto per sfruttare la crescita del settore delle energie rinnovabili della regione Mena. 4G25.MA.COM Ratificato l’accordo di partenariato con l’UE sulla pesca È stato ratificato l'accordo di partenariato con l'Unione Europea secondo il quale le imbarcazioni europee torneranno, dopo oltre due anni, a pescare in acque marocchine. In cambio l'Ue fornirà assistenza finanziaria per lo sviluppo delle attività di pesca del paese nordafricano per un valore di 30 milioni. Nell’accordo si pone un forte accento su sostenibilità ambientale, redditività economica e legalità internazionale. L'accordo comprende altresì una clausola sui diritti umani. Le imbarcazioni europee interessate al nuovo protocollo sono circa 120 e provengono da Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Olanda, Germania, Lituania, Lettonia, Irlanda, Polonia e Regno Unito. Per queste imbarcazioni le possibilità di pesca sono aumentate di un terzo rispetto all'accordo precedente per un totale di 80mila tonnellate che includono: piccoli pelagici, pesca a strascico, tonno e pesce lavorato. 12 paesi arabi 4G26.MA.EF Nel 2014 è prevista una crescita del Pil del 3,5 % Nel 2014 il governo prevede una crescita dell’economia del 3,5 %, lievemente in calo rispetto alle precedenti stime a causa della stagione agricola non favorevole, in particolare riguardo i cereali, e della flessione delle esportazioni di fosfati causata del calo dei corsi internazionali di tale materia prima e dei suoi derivati. Complessivamente nel primo semestre le esportazioni marocchine sono aumentate del 7,4 % rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, raggiungendo circa 9 miliardi di euro. Il settore automobilistico è diventato il primo comparto di esportazione con circa 1,9 miliardi di euro nel primo semestre 2014 (+ 35,6 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), grazie alle due fabbriche del gruppo Renault presenti nel Paese ed alla ampia produzione locale di parti e componenti. L'agroindustria è il secondo comparto di esportazione con 1,7 miliardi di euro (+ 2,7 % rispetto ai primi 6 mesi del 2013), seguita dai prodotti tessili, abbigliamento e cuoio con un export di 1,5 miliardi di euro (+ 3,7%). Sul versante delle importazioni, da sottolineare il peso crescente dell'approvvigionamento di energia: nel primo semestre 2014 gli acquisti di petrolio, gas e derivati hanno raggiunto la cifra di 4,5 miliardi di euro, registrando una crescita del 5,3 %, determinata dallo sviluppo industriale del Paese. 4G27.MA.CIT Modificato il piano di mobilità urbana di Casablanca Il Consiglio Municipale di Casablanca ha deciso la modifica del piano di mobilità urbana, revocando il progetto della metropolitana sopraelevata, giudicato troppo costoso, ed inserendo al suo posto 4 linee di tram della lunghezza complessiva di 80 chilometri. In base agli studi di fattibilità il costo di un chilometro di linea tramviaria risulta pari a 1,7 milioni di euro. La scelta è dovuta anche ai positivi risultati conseguiti con la prima linea già comple13 pa paesi arabi a i tata, alla cui realizzzazione ha a partecipa ato anche una u aziend da italiana, che in un n anno ha a trasportato 22 milion ni di passe eggeri, con una media a di 100.00 00 utenti al giorno. Entro l'esttate dovrebbe esserre bandita la gara relativa allo studio di ffattibilità di una linea a di autobuss ad elevata capienzza, fino a 200 2 posti, ed e alto live ello qualitattivo, che ciircolerà in n apposite corsie c prefferenziali. La L delibera a dovrebbe e essere ad dottata enttro il mese di Luglio. Om man 4G28.OM M.CIT Sviluppo delle attiv vità portua ali Le attività à commercciali del po orto Sultan n Qaboos saranno trrasferite al porto ind dustriale dii Sohar a partire p dal 31 Agosto o. Le attivittà trasferite e saranno quelle rela ative alle navi n porta-container,, le navi tra aghetto, le navi cargo o classiche e e per materiali sfusi. Le attività à che per il momento o rimarrann no al porto o Sultan Qaboos Q son no quelle che c riguar-dano le na avi passeg ggeri, i veiccoli turisticci, le imbarrcazioni, i battelli b militari, per bitume e da a pesca. Con tali modifiche m il governo intende mig gliorare le infrastruttu ure di trasp porto e dec congestio-nare il trraffico dellla capitale Mascate, che so orge intorno al porrto Sultan n Qaboos. Quest’ultimo divente erà un term minal croccieristico ne ell’ambito di una gen nerale rico onversione e del lungom mare. M.ENE 4G29.OM In via di completam c mento due e progetti nei settorri acque e energia Il più gran nde progetto energetico de el sultana ato sarà messo in n opera entro il prossimo settembre e. Il progetto indipendente di enererà 2GW gia di Surr aggiunge alla capaccità genera atrice del paese. Il progetto o indipend dente nel settore delle d acqu ue di Al Ghubrah, è attualm mente in costruzion ne e sarà operativo, secondo le prrevisioni, entro aprile 2015. L’impianto o ha una capacità di dissala azione di 191 1 mila 3 m al gio orno e uttilizza la tecnologia a a osmossi invertita. 14 4 paesi arabi Qatar 4G30.QA.EF Lo sceicco Ali Bin Thamer al Thani a Palermo in preparazione per Brand Italy Lo sceicco del Qatar Ali Bin Thamer al Thani nel corso della sua visita in Italia ha incontrato i vertici di Confindustria e i rappresentanti di alcune aziende siciliane che prenderanno parte al Brand Italy, la più grande esposizione di prodotti italiani realizzata in Medio Oriente, in programma a Doha nel mese di novembre. Lo scopo della visita è quello di rafforzare le relazioni commerciali tra i due paesi e promuovere opportunità d'investimento in diversi settori tra i quali sanità, cultura, turismo e infrastrutture. Sono previsti incontri bilaterali nei prossimi giorni in Qatar. Brand Italy è un’opportunità per le imprese italiane di farsi conoscere da un potenziale di oltre 30.000 visitatori e per stringere accordi di lungo periodo con gli imprenditori del Golfo Arabo e del Medio Oriente. La fiera ospiterà aziende attive nei settori dell’interior design, arte culinaria, energie rinnovabili, horeca (hotel, ristoranti e caffè) e turismo. Il Qatar è tra gli Stati più ricchi al mondo con oltre 4000 milionari, 290 ultraricchi con patrimoni superiori ai 30 milioni di dollari ed un PIL pro-capite nel 2013 di 150.000 dollari. Tunisia 4G31.TN.EF Nuovo progetto della Banca Mondiale a favore dell’internazionalizzazione La Banca Mondiale ha predisposto il “Terzo progetto di sviluppo delle esportazioni” della Tunisia con un investimento circa 50 milioni di dollari. L'obiettivo è di aiutare il paese a trovare nuovi mercati di esportazione e si sviluppa in tre aree: imprese private, organismi pubblici e privati, lavoratori, e impiegati delle imprese private. L’export ha contribuito alla crescita e allo sviluppo del paese, ma negli ultimi anni sono state perse quote di mercato e sono divenuti più evidenti diversi fattori che minacciano la competitività: la mancanza di varietà delle destinazioni delle esportazioni e dei prodotti, un debole valore aggiunto e poca innovazione. 4G32.TN.EF La BEI ha accordato un prestito di 170 milioni di euro La Banca Europea degli Investimenti ha concluso un accordo con il governo tunisino per l’apertura di una linea di credito per le Pmi locali che include iniziative a favore dell'istruzione dei giovani tunisini. Il finanziamento totale è di circa 170 milioni di euro. Con riguardo al settore dell'istruzione è prevista la costruzione di 59 nuovi stabilimenti scolastici e il rinnovo e l'ampliamento di altri 310. La Bei è il principale investitore finanziario nel bacino del mediterraneo attraverso Femip, lo strumento euro- mediterraneo di investimento e di partenariato della banca. Solo nel 2013, l'investimento complessivo della BEI a favore dello sviluppo economico e sociale del Bacino del Mediterraneo ha superato i 15 miliardi di euro. 15 paesi arabi 4G33.TN.COM Accordo con l’UE per la validazione dei brevetti La Tunisia e l'UE hanno firmato un accordo di validazione di brevetti europei. I brevetti europei validi avranno lo stesso effetto giuridico di quelli tunisini e saranno sottoposti alla sola legislazione tunisina in materia. L'accordo, da ratificare, renderà più facile l'accesso alla protezione per brevetto in Tunisia per i richiedenti e i titolari di brevetti europei, contribuirà alla promozione dell'innovazione ed aprirà nuove prospettive industriali e commerciali per gli investitori stranieri. In base all'accordo, i depositanti e i titolari di brevetti europei potranno convalidare gli effetti giuridici delle loro richieste e dei loro brevetti europei sul territorio tunisino in virtù di una stretta relazione fra la Tunisia el’Organizzazione Europea dei Brevetti. Sono previste attività di cooperazione nella formazione degli esaminatori dell'Ufficio corrispondente tunisino. 4G34.TN.EF Al via progetto Compass per il sostegno alle Pmi È online il bando per la partecipazione al progetto Compass, che mira alla creazione di una rete euro-mediterranea di assistenza e accompagnamento nel processo di integrazione delle filiere produttive di Sicilia e Tunisia. Sono stati altresì attivati due sportelli di assistenza, a Ragusa, e a Tunisi. Le attività di Compass sono dedicate agli operatori dell'agricoltura, dell'agroalimentare, della pesca, del turismo e dei servizi collegati. In Tunisia il progetto copre il territorio di otto governatorati: Ariana, Béja, Ben Arous, Bizerte, Jendouba, Manouba, Nabeul e Tunisi. In Sicilia invece il territorio interessato è la Provincia di Ragusa, con particolare riferimento ai Comuni di Ispica, Modica, Pozzallo e Scicli. I sei partner costitutivi, Api Tunisia, Centro Studi Ibleo e i Comuni di Ispica, Modica, Pozzallo e Scicli, insieme ad altri attori istituzionali, hanno lanciato a Modica la fase di sperimentazione del progetto. Nel mese di settembre si terranno quattro incontri imprenditoriali in Sicilia e quattro in Tunisia. Per agevolare i contatti fra i due mondi imprenditoriali si terranno otto incontri, quattro per parte in Sicilia e in Tunisia, saranno promossi dieci seminari formativi per una migliore comprensione degli aspetti legislativi, dei trasporti e della logistica di ciascun paese; sono previsti infine quattro eventi di comunicazione a Modica per il turismo, a Scicli per l'agroindustria, a Ispica per l'agricoltura e a Pozzallo per la pesca. 4G35.TN.CIT Prestito di 75 milioni di euro per la realizzazione della diga Oued Mellegue Il Fondo Arabo per lo Sviluppo Economico e Sociale ha accordato un prestito di 75 milioni di euro per la realizzazione di una diga a Oued Mellegue nella regione del Kef, a NordOvest del paese. Il prestito prevede un tasso di interesse del 3%, ed è rimborsabile in 22 anni. La nuova grande diga dell'Oued Mellegue sarà costruita a monte dell'attuale diga, che non assicura i bisogni idrici necessari all'irrigazione; essa contribuirà allo sviluppo delle attività agricole nella regione del Kef, in particolare delle culture irrigate, e aumenterà la disponibilità di acqua potabile. 16 paesi arabi 4G36.TN.AO Modello di sviluppo delle imprese italiane L'Istituto di ricerca sul Maghreb contemporaneo ha pubblicato uno studio sui modelli di sviluppo e di riposizionamento delle imprese italiane in Tunisia. Il documento risponde a tre quesiti fondamentali per i potenziali investitori italiani, che vengono riportati di seguito. Perchè la Tunisia è attraente per gli investitori italiani? La presenza di imprenditori italiani in Tunisia risale agli anni 1980. La legge 72 promuove l’apertura del paese agli investimenti esteri favorendo in modo particolare le imprese offshore che possono beneficiare di un esonero dalle imposizioni fiscali per 10 anni. La presenza trentennale di piccole e medie imprese locali del settore tessile e dell’abbigliamento rende la Tunisia un paese attrattivo, in particolare per la manodopera a basso costo. Le imprese italiane del tessile scelgono le loro sedi secondo una logica di prossimità (logistica: hangar, aeroporto, porto, rete stradale efficiente) e di qualità della vita. La maggiorparte delle aziende e degli impianti industriali è localizzata sulla costa, Grand Tunis e Sfax, con una concentrazione rilevante di industrie a Monastir, inclusa la presenza storica di Benetton, e nel Cap Bon. L’organizzazione produttiva nel settore tessile è in rete, nella quale le differenti fasi della produzione sono condivise tra più imprese esterne. Tale rete è dinamica grazie alla presenza di subappaltanti flessibili selezionati in basa a: specializzazione tecnica, tipo di comanda, periodo di produzione (di calo e di pieno) e la stabilita nel tempo. In cosa la rivoluzione ha influenzato la strategia imprenditoriale italiana del settore tessileabbigliamento? Il14 gennaio 2011 è stato un momento di rottura, ma le grandi imprese italiane restano in Tunisia perché il paese continua ad offrire vantaggi produttivi come la manodopera a basso costo e le agevolazioni fiscali. Inoltre le grandi marche del tessile possono contare su altri siti di produzione, ad esempio nel vicino Marocco, dove possono orientare le comande nel caso di problemi con le imprese tunisine. La situazione delle piccole e medie imprese è varia. Alcuni continuano la loro produzione in Tunisia, restando comunque vigili sulle condizioni locali e mondiali; altri sono rientrati in Italia per riorganizzare la loro attività produttiva in altri paesi. Altri ancora sono falliti o hanno chiuso la loro attività per beneficiare nuovamente dei 10 anni di esonero dalle imposte. Nonostante alcuni problemi iniziali la situazione si è stabilizzata qualche mese dopo la Rivoluzione. I cambiamenti più importanti sono stati rilevati a livello di relazioni di lavoro all’interno della azienda, con un aumento di rivendicazioni da parte degli operai che ha messo in crisi la posizione di potere incondizionato dell’imprenditore straniero. Si sono verificati numerosi scioperi, vietati prima della rivoluzione. Queste rivendicazioni hanno portato a un aumento dei salari, domande di titolarizzazione e ad una maggiore stabilità di lavoro in azienda. Il potere degli imprenditori verso gli operari è ugualmente diminuito per la diminuzione della manodopera. Questa carenza è dovuta all’emigrazione dei giovani all’estero o nelle grandi città. Questo implica un forte turn-over e l’acquisizione degli operai specializzati da parte di altri imprenditori. Riguardo le relazioni tra le differenti imprese sono da rilevare una crescente precarietà e ritardi nei pagamenti. Queste difficoltà hanno indebolito le relazioni di fiducia tra imprenditori che hanno reagito diversificando la loro produzione, aprendo più filiere alla volta e accettando anche piccole comande che prima preferivano rifiutare. E’ una strategia per diminuire il rischio di insolvenza nei pagamenti. Le conseguenze è stata l’allargamento della rete locale. Made in Italy o Made in Europe? 17 pa paesi arabi a i Con l’ingrresso della Romania nell’UE ne el 2008 e l’aumento dei d costi di produzion ne, il flusso o di produzione tessile italiano, sviluppato o lungo la frontiera europea, e ssi dirige ve erso la riva a Sud del Mediterrane M eo. Queste e reti e il flu usso tra le rive Nord e Sud del Mediterra aneo fanno o emergere e spazi eco onomici cirrcolari. Talli spazi so ono alimentati dalle rreti e dai flussi f tran-smediterra anei di ma aterie prime e di prodotti, di ca apitali, di te ecnologie, di competenze e dii risorse um mane. Que este nuove e reti transs mediterranee di prroduzione rispondon no ai cam-biamenti dell’econom d mia mondiale, dei mo odi di produzione, da alla concezzione del prodotto p al-la logistica a, e del consumo, se empre più stagionale s e “just in time”. t La produzzione Made in Italy è allora esplosa ed è stata rein nventata dalla rottura a del lega-me diretto o tra prodo otto e luogo di produ uzione, perrché si passserà prob babilmente dal Made e in Italy al Made in Europe. Pae esi arabi a i 4G37.ARA A.AO Outlook stabile s per la region ne Mena Secondo il rapporto semestralle dell’agen nzia di rating Standa ard&Poor’s, nonostan nte i tumul-e econom mici nella regione, r du ue terzi de ei rating so ovrani man ntengono un u outlookk ti politici ed stabile rispetto a diccembre 2013. Il rating g medio ne ella region ne a giugno o 2014 è stato s pari a BBB+, co on una dive ersificazion ne tra i paesi produtttori di petrrolio (mediia A+) e non (media a BB+). Uno o dei fattorri chiave re esta l’effica acia della governance g e; alcuni paesi hanno o osserva-to uno sviluppo istitu uzionale significativo negli annii recenti i cui c effetti devono tutta avia anco-p nto delle elezioni e e la a capacità à di stabiliz zzare il pa-ra consoliidarsi. In particolare, l’andamen norama politico p resstano elem menti fonda amentali per p il conso olidamento o di paesi quali Ba-hrain, Egitto e Liban no. 4G38.ARA A.AO La sfida dell'integr d razione en nergetica Euromed E L'integrazzione eurom mediterran nea nel se ettore enerrgetico è una u condizzione impre escindibile e per l’aume ento dell’efficienza e per lo svilluppo del settore, s al Nord come e al Sud. Nelle N pros-sime setttimane le aziende ittaliane and dranno in ferie, ridu ucendo i cconsumi di d energia. Sull'altra sponda, s re esteranno alti a invece i consumi dell'Algeria, con un g grande uso o di condi-zionatori. Perché du unque non trasferire in quel pae ese l'eccessso di enerrgia prodottta in Italia a e non utilizzata? Perché manccano adegu uate infras strutture pe er il trasporrto dell'eletttricità. Il commisssario UE per p l'energia, Gunthe er Ottinger, ha annun nciato nei giorni scorrsi a Malta a un progettto per la realizzazio r ne di una piattaform ma euromed diterranea nel settorre del gas. Ma la que estione, ch he sarà po ortata alla Conferenz za Ue sull'energia in programm ma nel no-vembre prossimo p a Roma, no on si riducce alla ges stione del gas. Proprrio l'Algeria a, uno deii maggiori produttori di gas, ha a bisogno del d sostegno di altri Paesi nei momenti di d maggiorr consumo.. Inoltre, più in generrale, proprrio i maggiori produtttori di idroccarburi dellla sponda a Sud del Mediterrane M eo puntano o allo svilu uppo delle fonti rinno ovabili per i propri co onsumi in-terni, prefferendo destinare le proprie p rise erve di gas s e petrolio o alle esportazioni. Si ribalta così uno scenario che apparrtiene al periodo p pre e-crisi, qua ando si gu uardava all Nord Africca come a fornitore di d energia solare s per il fabbisogno dell’Europa merid dionale. 18 8 paesi arabi Da qui la necessità di nuove politiche energetiche che guardino alla creazione di un rete di interconnessioni per una distribuzione flessibile ed efficiente in tutta l'area, capace di assecondare i picchi della domanda in un'ottica di cooperazione tra i diversi partner regionali. A tale rete guarda l’associazione tra reti elettriche Med-Tso per il suo piano di collegamento tra Maghreb e Europa che passi attraverso l'Italia. Nei prossimi dieci anni l’associazione stima la necessità di costruire 33 mila chilometri di linee ad alto voltaggio nell'area euromed, con una spesa di circa 20 miliardi di euro. Su queste basi i paesi appartenenti alla rete Med-Tso guardano alla conferenza del novembre prossimo a Roma, nella speranza di un proattivo impegno dei governi nazionali. 4G39.ARA.POL Al via 14 nuovi progetti Med, otto i capofila italiani Sono stati avviati 14 nuovi progetti del programma europeo di cooperazione transfrontaliera nel Mediterraneo che vedono impegnati otto capofila italiani. La Regione Marche guida il progetto Nemo, per lo sviluppo di un approccio comune sul turismo legato alla pesca nell'area adriatico-ionica. La Regione Toscana con il progetto Mitomed mira a promuovere una gestione integrata del turismo sostenibile, mentre l'Università di Venezia con Tourmedassets punta a fornire a tutti i soggetti coinvolti nel turismo costiero un aiuto innovativo nel processo decisionale. Il Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare (Conisma) guida il progetto Bluene e la provincia di Rimini invece è capofila del progetto Enercoast, che farà il punto sulle rinnovabili nella regione adriatico-ionica. L'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) è capofila di Poseidon, Federparchi è capofila del progetto FishMPABlue, mentre Arpa Veneto di Caimans. Tali progetti, della durata di un anno, rappresentano una sorta di ponte fra il vecchio e il nuovo programma europeo di cooperazione transfrontaliera, in linea con la strategia di crescita blu e il potenziale di sviluppo delle attività economiche marine e marittime. 4G40.ARA.AO Gli stock ittici del Mediterraneo sono sovrasfruttati La commissaria europea alla Pesca Maria Damanaki ha lanciato l'allarme per il deterioramento delle risorse ittiche nel Mediterraneo. I dati sulle risorse ittiche dei mari europei indicano un sovrasfruttamento del 96% degli stock ittici di acque profonde, come il gambero di profondità, e del 71% per le specie pelagiche come sardine e acciughe. La situazione é migliore nell'Atlantico Nord-Est, compresi il Mar Baltico e il Mare del Nord, dove l'eccesso di pesca é passato dall'86% del 2009 al 41% nel 2014. Per il Mediterraneo è necessario adottare dei piani di pesca regionali per portare le attività di pesca a livelli sostenibili. Il rischio è di perdere l'enorme potenziale di queste risorse per le generazioni future. Da ricordare che per il Mediterraneo é prevista una sola quota di pesca per il tonno rosso fissata dall'Iccat, la Commissione internazionale dei tonnidi. E gli stock di tonno rosso, già soggetti a piani di recupero, sono in crescita. 19 paesi arabi 20 paesi arabi SEGNALAZIONI Selezione di articoli relativi ai recenti sviluppi economico-politici dei paesi arabi 4G41.IT.SGL L’alta moda italiana parla arabo. E le piccole realtà? Un fenomeno sempre più diffuso in Italia è l’acquisizione di fette di mercato made in Italy da parte di investitori stranieri. I settori sono trasversali e nonostante siamo in un regime di libero mercato all’insegna della competitività, ultimamente l’opinione pubblica ha lanciato l’allarme. Anche grandi case di alta moda negli ultimi anni sono state acquisite da stranieri, in particolare la maison Valentino, della quale la Qatar: Mayhoola for Investments ha acquisito l'intera partecipazione. Oltre a Valentino Fashion Group, Mayhoola ha acquisito la licenza Missoni; invece il marchio Gianfranco Ferré è passato al gruppo arabo di Dubai appartenente all’uomo d’affari Abdulkader Sankari. I mercati si sono spostati verso l’Asia, il Medio Oriente e i paesi dell’ex-Unione Sovietica. Di fatto l’ Alta Moda non conosce crisi grazie ai nuovi ricchi cinesi, indiani, russi, arabi che vedono nella moda italiana e francese un simbolo di ricchezza. Dal punto di vista nazionale cresce l’export lombardo nel settore. Nei primi tre mesi del 2013 il valore delle esportazioni della regione è salito a 2,8 miliardi di euro, in crescita del 2,8% rispetto al 2012. In Lombardia viene prodotto un quarto dei prodotti di abbigliamento, calzature e pelle Made in Italy esportati in tutto il mondo. L’Europa resta il mercato più importante con il 44,8% dell’export, seguita da Asia Orientale 20,3% e Paesi extra Ue 18%. Attualmente sono 35mila le imprese nel settore della moda in Lombardia per 237 mila addetti. Un settore in crescita è quello della distribuzione o retail che sta creando interessanti opportunità di lavoro soprattutto per la crescente domanda da parte dei nuovi mercati stranieri emergenti. Con il proliferare di centri commerciali, il settore della distribuzione di marchi di moda è in crescita nell’Est Europa, in Russia, in Cina, in India e nei paesi arabi. Il settore, dunque, punta soprattutto all’internazionalizzazione. Il Sistema Moda Italia, una delle più grandi organizzazioni mondiali degli industriali del settore tessile e moda, promuove la presenza all’estero delle imprese della filiera per la ricerca di nuovi mercati. La pressione fiscale spesso costringe molte piccole e medie imprese italiane, comprese le botteghe artigianali, a vendere ad imprenditori stranieri oppure a trasferire tutta la produzione all’estero soprattutto nell’est Europa per abbattere i costi. Le misure protezionistiche adottate dal governo non bastano a contrastare la concorrenza spietata dei paesi emergenti come la Cina. Manodopera a basso costo, contraffazioni di grandi marchi, ritmi di lavoro massacranti, competenza, qualità e innovazione fanno degli esportatori cinesi una minaccia per l’industria tessile italiana. L’Italia ha tentato di difendere il settore imponendo dazi più alti rispetto alla media europea per l’importazione dei prodotti tessili e di abbigliamento provenienti dalla Cina ma il risultato è che nell’Europa del libero mercato i prodotti possono essere sdoganati in un altro paese europeo per poi raggiungere l’Italia senza alcun tipo di restrizione. 21 paesi arabi 4G42.IT.SGL Intervista al Presidente del Malta Institute of Management, sul ruolo delle primavere arabe nello sviluppo della finanza islamica come incentivo alle PMI Dr Reuben Buttigieg ci può commentare gli sviluppi della finanza islamica nella sponda sud del Mediterraneo. In modo particolare in Libia che, per evidenti ragioni, interessa molto all’Italia? Le diverse rivoluzioni avvenute nel Sud Mediterraneo negli ultimi anni sicuramente rappresentano un’opportunità per la finanza islamica. Negli anni precedenti, infatti, nonostante la maggior parte delle popolazioni nordafricane fossero musulmane, la finanza islamica ha avuto difficoltà nel penetrare questi mercati. I motivi si possono analizzare nei tre paesi, Egitto, Libia e Tunisia, che più hanno intrattenuto in passato dei rapporti con l’Europa. In Egitto, l’amministrazione prima della rivoluzione, aveva intrapreso diverse iniziative volte a ridurre sempre di più il ruolo della finanza islamica, fondendo, ad esempio, banche diverse allo scopo di chiudere le banche islamiche. In seguito alla rivoluzione ci sono stati sviluppi importanti dovuti al fatto che il governo ha privilegiato questo settore, coinvolgendo, ad esempio, nella stesura della nuova costituzione egiziana, personalità di spicco del mondo della finanza islamica, come il dottor Hussein Hamed Hassan di Dar al-Sharia. In questa attività, il dottor Hussein ha contribuito all’adozione di un diverso atteggiamento nei confronti della normativa sul Sukuk (mercato islamico dei capitali) che non trova più l’opposizione incontrata in precedenza ed è anzi considerata un elemento importante per lo sviluppo economico e sociale del paese. L’approvazione della normativa consente all’Egitto di diventare ancora una volta leader della finanza islamica. Anche in Libia l’amministrazione transitoria ha subito dichiarato di volere incrementare il ruolo della finanza islamica. Questo non solo rappresenta una chiara svolta, ma è anche un modo per attirare capitali importanti verso la Libia, in vista dei bisogni di ricostruzione. Gli sviluppi sono positivi anche grazie al coinvolgimento del dott Hussein nella stesura della bozza della costituzione libica e in altre iniziative che rendono evidenti le intenzioni libiche in questo settore. La Global University of Islamic Finance e la Banca Centrale Libica hanno, ad esempio, firmato un accordo di collaborazione sulla formazione e l’istruzione nell’ambito della finanza islamica. Inoltre, la Libia sta incoraggiando, anche tramite iniziative diplomatiche, paesi come Malta a investire di più nel settore della finanza islamica. Anche in Tunisia emerge una tendenza positiva dovuta all’interesse mostrato dal governo e dalle istituzioni private. A enfatizzare un atteggiamento positivo nei confronti della finanza islamica la stima che, nell’arco di 5 anni, questo settore potrebbe rappresentare il 40% del mercato finanziario tunisino con asset finanziari islamici di circa $18-$28 miliardi (oggi sono $1.4 miliardi). Una crescita in grado di cambiare lo scenario dello sviluppo economico e sociale in Tunisia Che ruolo possono avere i Sukuk nel finanziamento degli investimenti transmediterranei? Crediamo nel contributo che la finanza islamica può dare nell’area mediterranea, soprattutto se si tiene conto che la maggior parte delle imprese mediterranee sono di piccole e medie dimensioni. Non è da sottovalutare il peso delle PMI nel Mediterraneo. Il Sukuk è erroneamente percepito come uno strumento per le grandi imprese o addirittura solo per enti sovrani ma, in realtà, è uno strumento del quale possono beneficiare anche le piccole imprese attraverso strategie di supporto da parte di enti statali. Enti finanziari e organizzazioni di vario genere stanno lavorando per implementare strategie di questo tipo. D’altro canto, le medie imprese sarebbero in grado di originare dei Sukuk autonomamente creando la struttura appropriata e operando in modo da permettere l’uso della finanza islamica. In questo modo, si aprirebbero per loro nuove opportunità. L’ostacolo più importante resta quello della normativa, per il quale si auspica che la Commissione Europea adotti un approccio più inclusivo, dando maggior peso alle raccomandazioni di diverse istituzioni tra 22 paesi arabi cui il Comitato Europeo per lo Sviluppo Economico e Sociale, che continua a sollecitare una direttiva sulla finanza islamica, riconoscendone l’importanza. Il Malta Institute of Management è convinto che l’approvazione nel maggio 2013, in Egitto, della prima legge sui Sukuk, segni una tappa importante nello sviluppo del settore della finanza islamica a livello nazionale e regionale. Alla stesura della legge egiziana sui Sukuk hanno contribuito al-Azhar, suprema autorità islamica in Egitto, e diversi rappresentanti ed esperti dell’industria finanziaria islamica nazionale, compresa la Egyptian Islamic Finance Association. La legge include sia i Sukuk corporate sia quelli sovrani, e consente la formazione di strutture asset-based e asset-backed Sebbene l’emissione di Sukuk possa avvenire sia in Egitto sia al di fuori, attraverso società offshore, la legge stipula che i beni oggetto dell’emissione dei Sukuk siano ubicati all’interno dell’Egitto. La legge è, quindi, volta a scoraggiare il deflusso di capitali e incoraggiarne l’afflusso. Gli emittenti corporate dovranno avere i loro comitati shariatici, ma l’emissione del Sukuk sarà soggetta anche alla approvazione di un comitato shariatico centrale, che lavorerà a livello di governo e i cui membri saranno nominati dal Presidente del Consiglio egiziano. Dar al Shariah, il Malta Institute of Management e ASSAIF stanno sicuramente dando un loro contributo anche attraverso l’organizzazione di workshops che contribuiscono allo sviluppo di risorse professionali specifiche nel Mediterraneo. Infine, vorrei sottolineare che le difficoltà che limitano lo sviluppo del commercio e dell’istruzione nell’area mediterranea sono numerose, tra cui i lunghi processi burocratici per l’ottenimento di visti tra un paese e l’altro e le restrizioni nei movimenti dei capitali e dei servizi. La rimozione di questi ostacoli, promossa da vari enti e istituzioni in tutta l’area mediterranea, rappresenta un elemento di svolta necessario alla costituzione di un’Unione Mediterranea. 4G43.IT.SGL Fondata la nuova banca dei BRICS Dopo due anni di trattative è stata fondata la Nuova Banca per lo Sviluppo, organismo finanziario delle cinque economie emergenti del mondo: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Nata come alternativa alle istituzioni monetarie create in seguito agli accordi di Bretton Woods del 1944 e che oggi regolano il mercato economico mondiale, Banca Mondiale (BM) e Fondo Monetario Internazionale (FMI), rappresenta al tempo stesso una sfida e un’evoluzione dell’attuale sistema finanziario globale. La sede della Banca sarà a Shanghai, il primo presidente sarà indiano, il direttore generale sarà brasiliano e il governatore sarà russo. La New Development Bank avrà un capitale di 50 miliardi di dollari, che verrà ampliato fino ai 100 miliardi. Ogni Paese membro contribuirà con un quinto del capitale. Inoltre, i ministri dell’economia e i presidenti delle banche centrali dei BRICS hanno accordato la creazione di un fondo di riserve, organismo che avrà un ruolo simile a quello esercitato dal FMI. La nuova istituzione conterà su un capitale iniziale di 100 miliardi di dollari, di cui 41 miliardi verranno depositati dalla Cina, 18 miliardi da Brasile, Russia e India, mentre il Sudafrica contribuirà con 5 miliardi. I cinque Paesi membri messi insieme compongono il 21% del PIL mondiale, il 42% della popolazione dell’intero pianeta e il 45% della forza lavoro mondiale ma restano al loro interno dei dislivelli economici che si evidenziano nella differenza di capitale con cui ognuno di essi contribuirà alla creazione del fondo di riserve. La moneta che verrà utilizzata almeno all’inizio nelle transazioni sarà il dollaro, ma Pechino, seconda economia del mondo, punta a imporre la propria moneta per le future transazioni. 23 paesi arabi L’intenzione dei BRICS è di sostenere le economie degli Stati in difficoltà consentendo loro di avviare grandi progetti per la realizzazione di infrastrutture e svolgendo così le funzioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Le aspettative sono che la Banca sia aperta a Paesi quali il Messico, la Turchia e la Nigeria. Al summit per l’apertura della Banca ha partecipato anche la presidente dell’Argentina, Cristina Fernandez Kirchner. Infine si prevede che il primo prestito venga concesso nel 2016. www.lookoutnews.it 24