Narrativa Italiana - Accademia dei Concordi

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Narrativa Italiana - Accademia dei Concordi
accademia dei concordi – biblioteca
Settembre 2013
Narrativa Italiana
De Falco, Roberta – Nessuno è innocente
Chi era davvero Ursula Cohen, la signora dagli occhi di ghiaccio? E soprattutto:
perché tutti la volevano morta? Ci sono molte cose che Ettore Benussi,
commissario quasi in pensione della squadra mobile di Trieste, proprio non
sopporta: i tipi che chiudono le telefonate con "ciaociaociao" ripetuto all'infinito; gli
edifici anni Sessanta che rovinano l'urbanistica triestina; quella gran rompiscatole
di sua figlia; la propria ingombrante pancia (motivo per cui ha appena cominciato,
speranzoso, la dieta Dukan). E poi non tollera i casi complicati, e nemmeno quei
due ragazzotti che lavorano con lui, gli idealisti e fin troppo zelanti ispettori Valerio
Gargiulo, detto Napoli, ed Elettra Morin. È per questo che Benussi preferirebbe
ritirarsi e scrivere, tra un sorso di grappa e l'altro, le vicende di un commissario
che assomiglia a Montalbano. E invece no: sempre nuove gatte da pelare. Come il
caso che tanto appassiona i suoi due sottoposti: la morte della vecchia Ursula
Cohen, trovata senza vita nelle acque triestine. Per Benussi è chiaro, la signora è
scivolata e annegata. Ma che ci faceva una novantenne a passeggio sulle Rive, in
una notte di bora? E come mai - gli insinua il dubbio quella precisina dell'ispettrice Morin - chiunque la
conoscesse ne ricorda solo l'infinita cattiveria, e sembra avere ottimi motivi per rallegrarsi della sua
morte? Tutti tranne l'amica di una vita Renate Stein: la sola a sapere dell'orrendo segreto che Ursula
Cohen si portava dentro...
Ammirati, Maria Pia – La danza del mondo
Linda ha trent'anni e la sua vita è bloccata. È divisa tra un marito sposato senza
grandi slanci e il fuoco di un amore clandestino che troppo in fretta ha perso calore.
È stretta in una quotidianità borghese, in una vita sterile, nella finzione di
un'esistenza che obbliga ad anestetizzare le domande, i tormenti, gli "astratti furori".
E, improvvisamente, dopo un aborto spontaneo e una furiosa lite con il marito,
decide di lasciare tutto. Per abbandonarsi al richiamo di un Sud oscuro, mitico,
ancestrale. Non lascia nessuna notizia di sé, getta via telefonino, carte di credito,
documenti, e parte verso la Calabria e la Sicilia. Ancora non sa cosa c'è dietro a
questa "discesa", dietro al suo bisogno di perdersi, all'impulso di degradarsi, di
toccare con mano la sporca e vitale sostanza del mondo. Ma da questa fuga, che
presto diventa un viaggio profondo, una sfida con se stessa, nascono incontri
sorprendenti - storie di dolore, di solitudine, di violenza, d'inaspettata dolcezza.
Linda affronterà il freddo, la fame, la paura e conoscerà la solitudine. Ma, al tempo stesso, troverà
solidarietà e ascolto dove non avrebbe mai pensato. Fino all'approdo nella Palermo caotica e incantatrice
che fa da sfondo a questa storia di amori senz'amore, di maternità e paternità che si sfiorano. Lontana
dal conforto narcotizzante della modernità quotidiana, Linda scoprirà la sua anima segreta nel cuore di
una terra dove sopravvive, sia pure in agonia, un selvaggio melodramma senza lacrime e senza retorica.
Gamberale, Chiara – Quattro etti d’amore, grazie
Quasi ogni giorno Erica e Tea s'incrociano tra gli scaffali di un supermercato. Erica ha
un posto in banca, un marito devoto, una madre stralunata, un gruppo di ex
compagni di classe su facebook, due figli. Tea è la protagonista della serie tv di culto
"Testa o Cuore", ha un passato complesso, un marito fascinoso e manipolatore. Erica
fa la spesa di una madre di famiglia, Tea non va oltre gli yogurt light. Erica osserva il
carrello di Tea e sogna: sogna la libertà di una donna bambina, senza responsabilità,
la leggerezza di un corpo fantastico, la passione di un amore proibito. Certo non
immaginerebbe mai di essere un mito per il suo mito, un ideale per il suo ideale.
Invece per Tea lo è: di Erica non conosce nemmeno il nome e l'ha ribattezzata
"signora Cunningham". Nelle sue abitudini coglie la promessa di una pace che a lei
pare negata, è convinta sia un punto di riferimento per se stessa e per gli altri,
proprio come la madre impeccabile di "Happy Days". Le due donne, in un continuo
gioco di equivoci e di proiezioni, si spiano la spesa, si contemplano a vicenda: ma l'appello all'esistenza
dell'altra diventa soprattutto l'occasione per guardare in faccia le proprie scelte e non confonderle con il
destino. Che comunque irrompe, strisciante prima, deflagrante poi, nelle case di entrambe. Sotto la lente
divertita e sensibile della scrittura di Chiara Gamberale, ecco così le lusinghe del tradimento e del sottile
ma fondamentale confine tra fuga e ricerca.
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Settembre 2013
Vitali, Andrea – Un bel sogno d’amore
A Bellano gira voce che presso il cinema della Casa del Popolo verrà proiettato
"Ultimo tango a Parigi". Siamo nel febbraio del 1973, e per i vicoli del paese si
scatena una guerra senza frontiere. A combattersi due fazioni ben distinte: da una
parte gli impazienti che fantasticano sulle vertiginose scene di nudo che ci si
aspetta di vedere sullo schermo; dall'altro, schierati con il parroco, coloro che
pretendono di evitare a Bellano una simile depravazione. I tempi però sono
cambiati, e nulla può fermare il "progresso". Adelaide, giovane e volitiva operaia
del cotonificio, mette con le spalle al muro Alfredo, il fidanzato eternamente
indeciso su ogni cosa: o la porterà al cinema o lei ci andrà lo stesso, magari con
quel bel fusto di Ernesto, che le ha già messo gli occhi addosso e che a lei non
dispiace, per quanto sia una testa matta e non ci vuole molto a capire che finirà
per mettersi nei guai. Cosa che puntualmente accadrà di lì a qualche mese,
quando Ernesto finirà implicato nel contrabbando di sigarette riuscendo a inguaiare
la stessa Adelaide. In "Un bel sogno d'amore" assistiamo alla messa in scena di un
paese scosso dalla modernità che si insinua fra le contrade sotto forma di ammiccanti locandine
cinematografiche, attraversato da una criminalità ancora romantica e pasticciona e della normalità di chi
spera in un amore felice che possa coronare il sogno di una famiglia come si deve.
Tarantino, Ignazio – Sto bene è solo la fine del mondo
"It's the end of the world as we know it (and I feel fine)" cantavano i R.E.M. alla fine
degli anni Ottanta e con loro tutti gli adolescenti di quel periodo. Tutti tranne
Giuliano, per il quale la libertà di poterla cantare a squarciagola è stata una difficile
conquista. Giuliano è l'ultimo nato di una numerosa famiglia meridionale. Sua
madre, Assunta, è una donna mite e devota che ha annientato se stessa per
occuparsi dei figli. Il padre è un depresso cronico, che sfoga in modo violento la sua
frustrazione. Un giorno Assunta accoglie in casa due sconosciuti in abiti eleganti che,
annunciandole l'imminente giudizio di Dio, le promettono la felicità e la salvezza
eterna destinate agli "eletti". L'ingresso di Assunta in seno alla "Società" porterà a
drastici cambiamenti nella sua vita e in quella dei suoi figli, costretti loro malgrado a
condividerne la scelta. Soprattutto Giuliano, combattuto tra il desiderio di
assecondare le imposizioni e le manie religiose di una madre sempre più
ossessionata dal peccato e il tormento che gli procura una vita di privazioni
incomprensibili: l'isolamento a scuola, un amore soffocato e vissuto come colpa da nascondere, le sue
giornate non più scandite da feste, partite di pallone o gite al mare ma dalle cupe assemblee nella "Sala
del Regno" e dal servizio di testimonianza porta a porta.
Carrisi, Donato – L’ipotesi del male
Pare che ci sia un’enorme differenza tra un serial killer e uno spree killer. La violenza
del killer seriale è costante, paziente, prevedibile. Può restare sopita per un
lunghissimo periodo di tempo, senza nessuno scossone evidente e poi riemergere
all’improvviso. La violenza dello spree killer è ciclica: azione, calo di tensione,
malinconia, rancore e di nuovo violenza, fino a una nuova esplosione. Mila Vasquez lo
sa bene.
Quando il capo della polizia, “Il Giudice”, chiama Mila ad occuparsi del difficile caso di
Roger Valin, il suo primo istinto è dire no. La vicenda del “Suggeritore” è ancora
troppo calda sulla sua pelle e lei ha promesso a se stessa che non avrebbe più messo
piede su una scena del crimine. Mila sa bene che ci sono delle zone buie in ognuno di
noi capaci di inghiottirti. In quelle zone buie si annida il male. In quelle zone buie lei
non vuole più entrare.
Nel suo ufficio, nei sotterranei del dipartimento di polizia, il “Limbo”, ci si occupa solo di persone
scomparse. Né cadaveri, né omicidi, nessuna scena del crimine. Solo tanti volti di persone che
all’improvviso e senza una ragione apparente sono uscite dalla porta di casa e sono state inghiottite
dall’oscurità. Volontariamente, certo, a volte. Altre volte precipitati nelle loro ossessioni. Troppo spesso
strappati alla normalità per via delle ossessioni di qualcun altro.
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Settembre 2013
Milone, Rossella – Poche parole, moltissime cose
Nanà è appena tornata dalle vacanze estive. Mentre i suoi genitori sono indaffarati
a disfare i bagagli, lei è la prima a dare l'allarme: nonna Olga è fuggita con Sergio.
La coppia viveva una complicità silenziosa e tenace che nessuno - nemmeno i
rispettivi figli, che infatti mal sopportavano quell'amore senile - riusciva a
comprendere fino in fondo. Ora che i due se ne sono andati senza dire una parola,
senza lasciare un biglietto, quell'ingombrante assenza sembra accusare chi è
rimasto. Sulle loro tracce provano a mettersi Ivan e Albertine - il figlio di Sergio
con la fidanzata franco-palestinese -, insieme a Pietro e Bruna, genitori di Nanà, in
una ricerca che coinvolge persino Abramo, il cucciolo che la bambina ha appena
adottato. Interrogarsi sul perché di quella fuga finirà per mettere in scacco le
apparenti certezze di tutti loro, inchiodandoli al momento presente. Perché adesso
che Olga e Sergio sono chissà dove, di fronte a tanta incauta intraprendenza ogni
cosa sembra essere finita sotto la lente d'ingrandimento, mostrando le crepe che
minacciano il crollo. Con una scrittura calda e decisa, capace di indagare in
profondità le sfumature dei legami affettivi, Rossella Milone restituisce sulla pagina l'amore, le bugie, la
ricerca delle radici, i non detti e tutte le complessità che si annidano in ogni famiglia. Fino a mostrare al
lettore che, anche quando sembra troppo tardi per ribaltare un'esistenza - e le parole non bastano più -,
l'unica cosa che possiamo fare è ricominciare da capo.
Biondillo, Gianni – Cronaca di un suicidio
Una semplice vacanza a Ostia, con la figlia Giulia. Doveva essere un momento di
relax per l'ispettore Ferraro: qualche giorno di distensione per cercare di costruire
un nuovo rapporto con quella ragazzina in piena adolescenza. Durante una
nuotata al largo una barca alla deriva attira la loro attenzione. A bordo un
biglietto lascia intendere che qualcuno ha deciso di porre fine alla sua vita.
"Perdono tutti e a tutti chiedo perdono", c'è scritto. E sotto, "Non fate troppi
pettegolezzi". Parole prese in prestito da Cesare Pavese, che Giulia, lettrice
appassionata, riconosce subito. Una volta chiamati i colleghi di Roma, la faccenda
sembrerebbe finita lì per Ferraro, se non fosse che il suicida ha lasciato un'ex
moglie a Milano, e all'ispettore tocca l'ingrato compito, tornato a casa, di
informare la donna. E così, suo malgrado, in una calda estate milanese, Ferraro si
trova coinvolto insieme alla figlia in un'indagine sul destino di un uomo
qualunque, Giovanni Tolusso, che partito dal nulla era riuscito caparbiamente a
costruirsi una vita dignitosa. Fino a quando, in un'assolata mattina romana, il
recapito di una cartella esattoriale aveva segnato l'inizio della sua fine... Il più
kafkiano dei gialli di Biondillo, il più disperato, il più intimamente legato alla crisi economica che stiamo
vivendo in questi anni difficili, in cui le nostre illusioni sembrano crollare, una a una, impietose.
Vichi, Marco – Racconti Neri
Questa raccolta riunisce i racconti più "neri" di Marco Vichi. Vi si ritrovano le sue
atmosfere e i suoi personaggi, e quella sua capacità di farsi ascoltare mentre
narra vicende quotidiane e terribili dove all'improvviso qualcosa si incrina, un
meccanismo si inceppa, e a poco a poco tutto diventa follia, assurdità, mistero,
fino al piccolo, spesso del tutto inaspettato colpo di scena finale. Come in
"Amen", in cui un giovane ricco e nullafacente, che si gode l'eredità di famiglia
senza un pensiero e senza un impegno, viene aggredito da un ometto bizzarro,
che lo accusa di avergli ucciso l'amico più caro, il suo unico affetto. Eppure il
ragazzo è certo di non aver mai fatto del male a nessuno... O in "Mio figlio no",
dove l'ossessione di un padre che teme l'omosessualità del figlio adolescente
spinge l'uomo a una decisione crudele. O ancora in "Puttana", una vicenda di
sesso e vendetta ambientata nel famigerato villino romano frequentato dai
gerarchi fascisti e dal Duce stesso, dove va a lavorare la giovane Simonetta, in
arte Sissi, che ha un sogno segreto...
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Settembre 2013
Murolo, Ada – Il mare di Palazzi
Dopo molti anni trascorsi altrove, Adela ritorna a Palizzi, sulla costa di quel mare
Ionio che "non è mare nostro, spaventa", come scriveva Pasolini. Lì, in quel
mucchio di case sul mare, Adela si ferma a guardare, ormai solo da lontano, la
vecchia casa di famiglia, di recente venduta dalla madre Lili, e la terrazza
affacciata sull'azzurro del cielo. E, di colpo, ridiventa Adelina: la bambina dagli
occhi grandi e i capelli nerissimi che dal balcone osservava la vita svolgersi sotto,
la piazza animarsi, e in lontananza il mare. La stessa bambina che, con la manina
stretta dentro quella grossa e ruvida della tata, la Barbera, gironzolava per il
paese, tra la bottega di spezie dello zio Paolo, il laboratorio magico della sarta
Olimpia, dove nascevano tutti i suoi vestitini, e le case delle compagne, piene di
giochi più misteriosi dei suoi. La bambina che, per il resto della sua vita, avrebbe
inseguito l'amore sfuggente della madre, si sarebbe chiesta le ragioni della
freddezza del fratello Daddo, un tempo compagno inseparabile, e avrebbe avuto un
solo, dolcissimo rifugio: l'abbraccio del padre Beniamino. Oggi Adela è tornata in
quei luoghi: per rimettere insieme i fili di una vita spesa lontano, e per chiedere a chi è rimasto - la
madre, il fratello - di ricordare, anche loro, come lei. Perché cosa siamo noi se non la nostra memoria?
Calligarich, Gianfranco – Principessa
Un corriere della droga arriva a Milano da Dortmund. Ha della merce da
consegnare e la necessità di incassare subito i soldi del viaggio. Ma c'é un
inconveniente. Il "ricevitore" non si fa trovare e i russi, che contendono il
mercato della drooa in città, stanno dando la caccia ai corrieri della parte
avversa. Per cui, senza soldi e oltretutto con un debito verso certi biscazzieri con
l'abitudine di sparare alle gambe degli insolventi, è costretto a lasciare la sua
camera d'albergo e a trovarsi il "nido" di una camera d'affitto in un quartiere
periferico della città in attesa che le acque si calmino. Ma forse, nella sua
condizione di preda, una soluzione per i suoi problemi di denaro c'è. Il padrone di
casa, oltre a un rispettabile lavoro diurno, di notte ne esercita anche un altro sui
marciapiedi di Milano dove è chiamato Principessa e, con tutta probabilità, tiene i
suoi guadagni notturni dietro la porta sempre chiusa della sua stanza. Il corriere
inizia allora una lucida e crudele opera di seduzione, che terminerà con un
risultato del tutto imprevedibile.
Perrone, Roberto – La cucina degli amori impossibili
Forse due ristoranti "stellati" sono troppi per un piccolo borgo, anche se quel
piccolo borgo è incastonato nello splendido scenario della Riviera ligure: la
rivalità diventa inevitabile e il conflitto aperto molto probabile. È quello che
succede tra i Cavasso e i Maggiorasca, le famiglie titolari dei due ristoranti, da
sempre vicinissime, da sempre irriducibilmente contrapposte. Cesare Cavasso,
uomo eccentrico e autoritario, cuoco di genio, ma abituato a tiranneggiare
parenti e sottoposti, sostiene che Vittorio Maggiorasca, ex sous chef nel suo
ristorante prima di mettersi in proprio, gli abbia rubato le ricette; Vittorio, al
contrario, ritiene che sarebbe stato Cesare a ispirarsi alle sue idee. La loro
rivalità dura per due decenni, senza che Vittorio riesca a ottenere l'agognata
terza stella (quella che fa veramente la differenza). Fino all'improvvisa morte
del patriarca Cavasso. Per i Maggiorasca è finalmente il momento di sorpassare
i rivali, rimasti senza guida; e per farsi sostenere in questa impresa fanno
rientrare la figlia Rossella, che nel frattempo è diventata socia di un ristorante a
Boston. Sullo stesso aereo che la riconduce in Italia c'è anche Augusto Cavasso,
il figlio di Cesare, affascinante giocatore di basket, che è divenuto una star della
NBA dopo essersi allontanato vent'anni prima dall'Italia per non dover seguire le orme del padre. Tra i
due, che non si conoscono, scatta un'attrazione fortissima, ma basta scendere dall'aereo perché tutto si
complichi.
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Settembre 2013
Lodoli, Marco – Vapore
Maria Salviati ha settantadue anni, un figlio, e un marito sparito nel nulla da più di
trent'anni. "La professoressa", cosi ancora la salutano i ragazzi che la incontrano
per strada. Ma oggi Maria è una donna anziana, sola, e ossessionata dalla paura di
dimenticare. E allora non le resta che ripetere la sua vita a voce alta con le parole
che resistono, come "una piccola poesia imparata a memoria", anche se ogni
giorno se ne va una strofa, una rima. Finché una mattina qualcuno bussa alla sua
porta. Gabriele è un agente immobiliare, con un sorriso timido e un ciuffo ribelle
sulla fronte. Spunta dal nulla, per comunicarle che la vecchia casa in campagna a
un'ora scarsa da Roma ha trovato dei potenziali acquirenti. Senza pensarci troppo
Maria prende la sua borsetta e lo segue. Ma le visite sono poche, e mai quelle
giuste. Maria e Gabriele trascorrono intere giornate in attesa, su una panchina, e
insieme ripercorrono la storia di quella vecchia casa in mattoni. E cosi Maria,
finalmente, può smettere di parlare da sola e recitare a qualcuno la piccola poesia
della sua breve esistenza, dall'infanzia fino agli anni più intensi di vita, quelli
trascorsi con il marito Augusto, il giocoso e inconcludente mago Vapore, e l'amato figlio Pietro, sognatore
e comunista. Maria avrebbe voluto proteggerli dalle loro piccole e grandi bugie, tenerli stretti dentro la
lucidità del suo sguardo. Ma neanche l'amore può tanto.
Lucarelli, Carlo – Il sogno di volare
In una Bologna che non è più la stessa, un assassino fa giustizia da sé di fronte
all'ingiustizia che vede. A combatterlo c'è solo lei. Grazia Negro. Anche lei non è
più la stessa. E di assassini seriali non vorrebbe più sentir parlare. Il romanzo
della rabbia di oggi. Assoluta e senza rimedio. Il romanzo dei sentimenti, delle
solitudini, dell'incertezza di oggi.
Postorino, Rosella – Il corpo docile
Milena è nata in galera e lì è vissuta fino a tre anni. Oggi ne ha ventiquattro e si
prende cura dei bambini reclusi, come Marion. Marion sarà presto strappato alla
madre detenuta con cui vive. Milena conosce quel dolore e farebbe di tutto per
evitarglielo. Eugenio invece fa parte della sua vita fin dall'inizio: era il "fratello"
con cui dividere il sonno, è stato l'amico che non aveva mai paura, è diventato il
suo amante. L'incontro con un giornalista che vuole parlare dei bambini in
carcere è il terremoto che fa tremare le mura dietro cui Milena si protegge da
sempre. Il giornalista è intenzionato a forzare ogni porta, vuole liberarla, o solo
averla. Ma quando sei nata in galera, anche l'amore può diventare una minaccia.
Rosella Postorino racconta la gabbia delle nostre esistenze "separate e
inconciliabili", e insieme la felicità furiosa dei corpi che si toccano. Scrive un
romanzo di esclusione e tenerezza, dove ogni nido cova violenza, ma il tentativo
di salvare un altro essere umano è l'unico modo per salvare se stessi.
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Settembre 2013
Carlotto, Massimo; Videtta Marco – Ksenia. Le vendicatrici
Ksenia è venuta da molto lontano per inseguire il sogno del principe azzurro ed è
sprofondata nell'incubo della "tratta delle spose". Ha solo un modo per liberarsi da
quell'inganno e tornare a vivere: sfidare i suoi persecutori. Un'impresa
impossibile, se sei sola, ma non se ad aiutarti intervengono Luz la colombiana,
Eva la profumiera e la misteriosa, feroce Sara. L'amicizia le rende più forti.
L'amore le rende spietate.
Carlotto, Massimo; Videtta Marco – Eva. Le vendicatrici
Non c'è una romana più romana di Eva D'Angelo. Schietta, solare, gestisce da
sempre la profumeria Vanità. Il marito Renzo l'ha lasciata in un mare di debiti.
Eppure, quando torna da lei, Eva non sa sottrarsi alla dolcezza di quell'amore
ritrovato. Ma Renzo, come al solito, si è ficcato nei guai. Eva è disposta a salvarlo
per l'ennesima volta, anche se questo significa sfidare le regole di un mondo
crudele e sconosciuto, che la spaventa. Ksenia, Luz e Sara sono però al suo
fianco, pronte a proteggerla. Perché quando le cose prendono una piega davvero
minacciosa, la vendetta è l'unico modo per liberarsi dal passato. Eva è il secondo
romanzo del ciclo Le Vendicatrici.
Mastrocola, Paola – Non so niente di te
È un mattino di novembre. Nella sala di uno dei più prestigiosi college di Oxford,
centinaia di persone aspettano l'inizio di una conferenza. Dopo qualche minuto
entrano - nel silenzio generale - decine e decine di pecore. Bianche, lanose,
ordinate, moderatamente belanti. Le guida Filippo Cantirami, giovane economista
italiano, che come nulla fosse comincia il suo intervento sulla crisi dei mercati.
Inizia così il nuovo romanzo di Paola Mastrocola. Quella incredibile invasione di
pecore getterà nel caos i genitori Cantirami, convinti che il figlio modello sia a
Stanford a finire un dottorato, e che si ritrovano all'improvviso spiazzati e in
ansia. Cosa combina Fil, dov'è finito, chi è veramente? E chi è quel suo compagno
Jeremy con il quale ha stretto un patto, che cosa si sono scambiati i due ragazzi,
qual è il loro segreto? Fil sembra sparito nel nulla, perduto in un mistero.
Imprendibile. E intanto, sullo sfondo, la crisi dei nostri giorni. Ma raccontata da
lontano, come guardando il presente dal futuro, tra una cinquantina d'anni.
Filippo Cantirami, il giovane rivoluzionario della Mastrocola, è un ragazzo
privilegiato, un personaggio scomodo, di questi tempi: eppure è lui - in virtù dei
suoi pensieri, dei suoi silenzi, dei suoi gesti e delle sue scelte - che pagina dopo pagina ci apre al sogno di
una vita diversa. Un sogno che ci porta a riflettere sull'idea di tempo e sulla possibilità di metterla in
discussione, di ripensarla.
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Settembre 2013
Parrella, Valeria – Lettera di dimissioni
Scendendo a capofitto per i rami delle generazioni, Clelia riesce a trovare il suo
posto sull'asse del tempo: ha una data d'inizio, il 1914, e persino una capostipite,
la nonna Franca, giunta dalla Russia a Napoli. Innamorata della vita, ricca di
passione e di ideali, Clelia cresce con i piedi piantati nella provincia e lo sguardo
rivolto alla città. Quando Clelia incontra Gianni non ha dubbi su cosa fare: insieme
trovano quarantadue metri quadri in cui sostenersi "l'un l'altra come due carte da
gioco poggiate in piedi". Per mantenersi lavora come maschera in un teatro, e
proprio in teatro farà presto carriera. Appagata dal successo, Clelia sembra non
accorgersi di scegliere sistematicamente il "male minore". Il nuovo romanzo di
Valeria Parrella ha l'energia e il coraggio delle storie necessarie. La storia di Clelia
procede di pari passo con quella dell'Italia, e ci restituisce il ritratto di un Paese
che ha progressivamente rinunciato al pubblico per il privato, all'etica per il
guadagno, ma che con ostinazione ciascuno di noi continua ad amare "come si
amano solo le cose che vengono prima di noi e dopo di noi resteranno". Senza
dismettere la voce intima e sensuale che le è propria, Valeria Parrella narra la
perdita di contatto tra ciò in cui si crede e il modo in cui si agisce, fino alla consapevolezza che "le cose
non si compiono all'improvviso, ma all'improvviso le vedi nel loro intero".
Frascella, Christian – La sfuriata di Bet
Bet non è bella ma fa tipo. È appassionata, grintosa e ha una lingua corrosiva.
Ripete il terzo anno di liceo e abita in Barriera di Milano, un posto che si chiama
così anche se si trova a Torino. Bet ce l'ha con il mondo. Con il padre, ex operaio
ed ex sindacalista, che si è trasferito nella capitale. Con la madre, che non riesce
a tenerle testa per quanto si sforzi, e con il passivo compagno di lei, Leonardo.
Con il Guardone del palazzo, che la spia da dietro le tende. Con la scuola, che
tenta di irreggimentarla. Con la gente, che ha perso la voglia di ribellarsi. E
persino con se stessa. Perché si incolpa della tragedia che ha distrutto la sua
famiglia. Bet non ce la fa proprio a frenare la lingua e a non dire quello che
pensa. In modo ingenuo, a volte goffo, ma obbedendo a un istinto
incontrollabile, perché vuole cambiare le cose. Prima si oppone allo sfratto di
un'anziana signora, finendo in caserma. Poi cerca di aiutare Viola, una
ventiduenne incinta dalla risata esplosiva, ma riesce a ficcarsi in un altro guaio.
Infine, insieme al suo amico Andrea, organizza uno sciopero nella fabbrica dove
la madre rischia il licenziamento. Ma la delusione e la rabbia per i soprusi subiti
la spingono a un gesto impulsivo e lucidissimo, dagli effetti inarrestabili. Il ritratto di un'intera
generazione precaria, incatenata e muta, che però non sa smettere di sognare.
Grandi, Laura; Tettamanti, Stefano – Racconti Gastronomici
Adamo ed Eva si giocarono il paradiso per una mela, Esaù vendette la sua
primogenitura per un piatto di lenticchie. Da sempre gli scrittori danno da mangiare
e da bere ai propri personaggi, perché questi a loro volta nutrano i lettori: i pranzi
serviti sulla pagina disvelano, come per incanto, la visione del mondo di chi si
mette a tavola. Forse per questo, come dice Aldo Buzzi, lo scrittore che non parla
mai di cibo "ispira diffidenza, come se mancasse di qualcosa di essenziale". E gli
scrittori presenti in questa antologia parlano di cibo nelle maniere più diverse. C'è
chi come Roald Dahl ci illumina sull'imprevedibile utilità di un cosciotto d'agnello
quando finisce un matrimonio. Chi, come David Sedaris, commenta con arguzia
irresistibile la sparizione dei ristoranti "normali" a New York, città in cui si serve "il
pesce crudo annegato nel cioccolato". Chi, come Guy de Maupassant, racconta di
un giovane italiano che su un treno per la Francia sazia la sua fame grazie a una
puerpera. Chi, come Katherine Mansfield, descrive l'infrangersi dell'innocenza di
una ragazzina subito dopo un delizioso party in giardino. O chi, come Piero Chiara,
nell'invenzione del "fungo-trifola" condensa mirabilmente la forza immaginifica della scrittura, il suo saper
cogliere e restituire il sapore della vita. Perché se mangiare è un bisogno primario, nutrire lo spirito è la
tensione sorgiva della letteratura, e le storie qui raccolte rappresentano l'esito di questa brama
inestinguibile.
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Settembre 2013
Covacich, Mauro – L’esperimento
Per il padre di Gioia il talento non è un dono innato, ma una conquista. È questo il
principio con cui ha condotto l'esperimento: ha istruito sua figlia secondo regole
ferree, studi ed esercizi, rendendola imbattibile nel gioco degli scacchi. A un
passo dal titolo di Grande Maestro, però, Gioia cade preda delle visioni:
interferenze che la costringono a spiare un altro mondo. Un mondo in cui vivono
un re triste vestito da rapper e la sua intrepida regina, che si muove con lo
scooter su e giù per la città, tra uomini in grisaglia freschi di licenziamento, una
curiosa declamatrice che recita poesie in mezzo al traffico e voraci consumatori di
sesso. E cosí, mentre si avvicina il torneo decisivo e un giornalista - con la scusa
di intervistarla - inizia a corteggiare Gioia facendola sentire per la prima volta
viva, piano piano nelle esistenze di tutti l'immaginazione rischia di prendere il
sopravvento sulla realtà. Mauro Covacich ha scritto un romanzo impetuoso e
appassionante, che esplorando il funzionamento del corpo e della mente dimostra
quanto essi siano indissolubilmente legati. Proprio come accade in questa storia,
in cui non è possibile capire dove finisce la vita e dove comincia la letteratura.
Venezia, Mariolina – Maltempo
Piove. In una primavera ritardataria, il Pm Tataranni è di pessimo umore.
Mentre è in corso la campagna elettorale per le Regionali si ritrova fra i piedi
una ragazza troppo intraprendente, troppo ingenua, forse mitomane. Quando
la giovane scompare, Imma Tataranni comincia a vedere tutto sotto un'altra
luce: se stessero tentando di incastrarla? Eccola tirar fuori gli aculei, mentre si
aggira per una Basilicata che sembra la Transilvania, impantanandosi in tutti i
sensi. All'inseguimento di una verità che affonda le radici nel passato si
spingerà fino a Roma: fra il Colosseo e piazza di Spagna sfreccerà in scooter
stretta all'appuntato Calogiuri, e finirà col cadere in tentazione. Ma anche sul
suo prediletto si allunga qualche ombra. Nell' indagine sembrano spuntare i
fantasmi, una vecchia parla di malocchio. Dagli studi di Cinecittà in via di
dismissione al petrolio della Val d'Agri, da Montecitorio ai vicoli deserti di
Craco, il paese abbandonato, solo la testardaggine di una donna che non teme
i chili di troppo e rifugge i buoni sentimenti potrà venire a capo dell'enigma.
Dissacrante nella sua normalità, forse Imma imparerà a fidarsi un po' di più di
se stessa e degli altri, forse il frutto proibito si potrebbe cogliere, forse il
Belpaese non è del tutto da rottamare.
Pariani, Laura – Il piatto dell’angelo
Sono migliaia le sudamericane arrivate negli ultimi anni in Italia per lavorare
come badanti e collaboratrici domestiche. Hanno lasciato la famiglia
oltreoceano e promesso a mariti e figli di tornare presto, ma spesso il rientro
in patria, anche solo per una vacanza, è difficile sia per i costi del viaggio sia
per la mancanza di un regolare permesso di soggiorno in Italia. È questa la
situazione di Lita, che ha lasciato in Bolivia le figlie ancora bambine,
affidandole alla nonna. Quattro anni sono lunghi: le figlie crescono sentendosi
abbandonate, soprattutto la maggiore, ormai adolescente con gravi problemi
di relazione; la vecchia madre è malata e stanca. Ma, lontana com'è, Lita ha
difficoltà a comprendere pienamente la gravità della situazione. Sapendo però
che i suoi datori di lavoro, Marina e Piero Colnaghi, partono per una vacanza
in Bolivia, li convince a recapitare alla sua famiglia dei regali. Il viaggio mette
a contatto i due italiani con la difficile situazione economica latinoamericana
che sta alla base dell'emigrazione e sui costi umani che una famiglia paga
quando uno dei suoi membri emigra. Chi rimane in patria, infatti, impara sulla
propria pelle che il termine emigrazione ha sempre un altro nome, più preciso,
più duro: si chiama abbandono, separazione, lacerazione. E la vicenda della famiglia di Lita si rivela
terribilmente simile a quella delle vedove bianche e degli "orfani della Merica" abbandonati cent'anni fa in
Italia, ai tempi in cui erano i nostri giovani a emigrare...
accademia dei concordi – biblioteca
Settembre 2013
De Silva, Diego – Mancarsi
Diego De Silva fa un passo a lato, si allontana dalle irresistibili vicende di
Vincenzo Malinconico e ci regala una semplice storia d'amore. Semplice per
modo di dire, perché la scommessa è tutta qui: nel nascondere la profondità in
superficie, nel tratteggiare desideri e dolori, speranze e rovine, con poche
parole essenziali, dritte e soprattutto vere. Perché, come diceva Fanny Ardant
ne La signora della porta accanto, solo i racconti scarni e le canzoni dicono la
verità sull'amore: quanto fa male, quanto fa bene. Solo lì si cela l'assoluto.
Cosi De Silva prende i suoi due personaggi e li osserva con pazienza, li pedina,
chiedendoci di seguirlo - e di seguirli - senza fare domande. Irene vuole essere
felice, e quando il suo matrimonio inizia a zoppicare se ne va. Nicola è solo,
confusamente addolorato dalla morte di una donna che aveva smesso di amare
da tempo. Anche lui, come Irene, è mosso da un'assoluta urgenza di felicità.
Anche lui vuole un amore e sa esattamente come vuole che sia fatto.
Sarebbero destinati a una grande storia, se solo s'incontrassero una volta nel
bistrot che frequentano entrambi. Ma il caso vuole che ogni volta che Nicola
arriva, Irene sia appena andata via. Se le vite di Nicola e Irene non
s'incontrano fino alla fine, le loro teste invece s'incontrano nelle pagine di questo libro: i pensieri, le
derive, il sentire si richiamano di continuo, sono ponti gettati verso il nulla o verso l'altro. Forse, verso
l'attimo imprevisto in cui la felicità finalmente abbocca.
Mancinelli, Laura – Un peccatore innocente
Dal peccato al riscatto: la vicenda del doppio incesto che avvolge la figura di papa
Gregorio Magno. Laura Mancinelli ci narra le peripezie di un giovane che,
colpevole "senza sapere né volere", intraprende un pericoloso viaggio alla ricerca
delle sue origini. Naufragata la felicità nella tempesta del destino, solo accettando
la penitenza Gregorio troverà la gioia perfetta e il suo posto nel mondo. Una
leggenda medievale e una storia d'amore su uno tei temi più scabrosi di sempre.
Oggero, Margherita – Perduti tra le pagine
Una classe d'asilo in visita al Salone del libro di Torino. Una baby-sitter romena
appassionata di letteratura. Due coppie di genitori più o meno affannate, più o
meno in crisi, più o meno felici nella giungla quotidiana, tra la routine del
lavoro e le distrazioni del cuore. E, soprattutto, due bambini: Leone, che si
chiama così per davvero, e Orso, che avrebbe un nome meno "feroce" ma non
vuole essere da meno del suo amico. Leone e Orso non si conoscono fino a
quando, proprio nella stessa mattina di caos e di carta, non si perdono
entrambi tra gli stand della Fiera. E mentre le maestre, la tata e i genitori si
mettono a cercarli tra i corridoi del Lingotto in un crescendo di preoccupazione,
ai due dispersi si aggiunge Giulia, la fidanzatina di Orso. Questo bel "terzetto di
evasi", ignorando i richiami, come in una meravigliosa avventura esplora i
padiglioni e va alla scoperta delle sorprese che si nascondono tra le pagine dei
libri, anche quelli dei grandi, anche quelli "senza figure". Perché i libri, a
differenza degli adulti, non hanno mai fretta, non cambiano discorso nelle
situazioni delicate, giocano con la fantasia e trovano le parole per ogni
emozione. Una favola delicata e divertente che ci racconta quanto fitta è la
trama che unisce la vita alla letteratura, quanto la poesia di una pagina può
cambiare il senso della nostra piccola grande storia.
accademia dei concordi – biblioteca
Settembre 2013
Enia, Davide – Maggio ‘43
"I ricordi di chi mi parlava, relativi a quel periodo, erano vividi e precisi - scrive
l'autore nella Nota al volume -. Erano tutti giovani, allora. Alcuni erano proprio
piccirìddi. C'era la vita che pulsava dentro le vene, fanculo il mondo in guerra, vivere
era una urgenza, sopravvivere non poteva bastare. Anche nella miseria ci si
industriava per lavarsi l'unico vestito buono, per improfumarsi con i fiori dei campi,
per ottenere un appuntamento all'ombra della magnolia e scambiarsi un bacio
davanti al mare. C'era tutta la vita da vivere sotto un bombardamento. Per me fu
una rivelazione ascoltarli, nelle loro parole trionfava l'ironia. Fuori, il mondo urlava la
propria ferocia e loro lo fottevano contrapponendogli la giovinezza, godendosi i primi
amori, giocando, guardando con misericordia le miserie degli adulti. Questa fu la
chiave di volta per scrivere Maggio '43. Sarebbe stato un ragazzino a raccontare
tutto: Gioacchino, il piccolo protagonista, ha dodici anni". Il 9 maggio del 1943 la
città di Palermo subì un bombardamento aereo che distrusse parte del centro storico. Nel "cunto" di
Davide Enia, il ricordo della catastrofe viene scolpito nei quadri dell'avventuroso attraversamento della
grande devastazione da parte di tre parenti che cercano di beffare la fame. Zu Cesare, Umbertino, il
piccolo Gioacchino (con dietro la corte dei miracoli della famiglia a carico) sembrano gli eroi classici di una
leggenda popolare, tre maschere antiche. Con una nota di Emma Dante.
Camilleri; Costa; Giménez-Bartlett; Malvaldi; Mancini; Recami – Ferragosto in giallo
"La vita andava avanti lo stesso, spietata e inutile come quei giorni di agosto". C'è
un morto sulla spiaggia con una siringa in vena: Montalbano, con Livia a Vigàta per
il Ferragosto, sospetta una montatura, scopre il colpevole ma viene scavalcato. Un
milionario russo è stato assassinato nel resort non lontano dal BarLume: il Barrista e
i Vecchietti cercano la donna. Una rapina in banca finisce quasi in una strage: il
vicequestore Rocco Schiavone gioca un po' sporco, come al solito. Nel cuore afoso
delle ore piccole, una splendida fuggitiva irrompe nella Casa di ringhiera: tutto in
una notte per il vecchio De Angelis con la sua auto feticcio e, dietro, il corredo di
equivoci sarcastici da ballatoio. Un attentato nel ricco mondo dell'industria vinicola
siciliana: Baiamonte, steso sulla sdraio, indaga per noia. Una pistola da collezione
ha ucciso la moglie del commissario Carreras e ogni indizio accusa il marito: Petra
Delicado e Fermin Garzón scommettono sul vero amore. Da Salvo Montalbano a
Petra Delicado, gli investigatori degli autori presenti in questa raccolta hanno poderose personalità, tanto
da riempire ampiamente lo spazio dei loro casi, non meno di quanto lo facciano gli intrecci in cui
capitano. Da questa osservazione nasce l'idea di misurarne, appunto, la personalità, impegnandoli alla
prova di occasioni speciali, di feste comandate e di giornate in cui di solito tutti vorrebbero liberarsi dei
ruoli ufficiali.
Molesini, Andrea – La primavera del lupo
"Dario ha le orecchie a sventola e quindi non può avere ucciso Gesù". E la voce
esilarante e appassionata di Pietro, un bambino di dieci anni, orfano, che racconta
la storia. Tutto comincia nel convento di San Francesco del Deserto, una piccola
isola al centro della laguna di Venezia, nel marzo del 1945. Da questo rifugio
sicuro, all'improvviso, un gruppo di persone diversissime fra loro è costretto a
scappare: due bambini di opposta indole ed educazione, Pietro e il suo amico
Dario, "che sa i numeri" e si tiene le parole dentro, "dove non fanno danno"; le
due anziane sorelle Jesi, Maurizia e Ada; una giovane suora, bella e dai modi
sospetti, che scrive un diario schietto, e che si alterna nel racconto con la voce di
Pietro. Braccato dai nazisti, il gruppo è aiutato da un pescatore "che vive come un
gabbiano" e da un frate energico "che è come un sasso grande" nella corrente. Nei
risvolti tragici dell'avventura si unisce ai fuggiaschi un disertore tedesco, che
custodisce un segreto pericoloso: il suo agire brusco e terribile cambierà il destino
di tutti. Sotto lune immense, attraverso boschi bui e casolari diroccati, si svolge l'inseguimento, tra colpi
di scena e incontri con partigiani e fascisti disorientati: uomini e luoghi carichi di diffidenza e di terrore,
ma dove una traccia di bontà, di tanto in tanto, a dispetto di tutto, riesce a sopravvivere. La storia di
Pietro e di Dario è una fuga dalla guerra e dal suo linguaggio torbido e ottuso, dalla violenza che tutto
contamina.
accademia dei concordi – biblioteca
Settembre 2013
Baliani, Marco - L’occasione
Ci sono momenti in cui il passato ritorna e diventa impossibile ricacciarlo dove
lo avevamo confinato: il tempo resta sospeso e pretende le risposte che gli
abbiamo sempre negato. Per Marcella quel momento arriva tardi, quando la
sua strada sembrerebbe già segnata: cinquant'anni, una vita tra i banchi di
scuola e un figlio ventenne a cui non ha mai voluto raccontare la verità. Ma
quel giorno, ad Assisi, quando un uomo si butta ai suoi piedi vaneggiando di
un ritardo imperdonabile, Marcella sente che sta parlando proprio a lei. Perché
il tempo è una successione di occasioni e a volte anche da un ritardo può
scaturire un miracolo. Quando Marcella risale sul pullman con i suoi studenti,
avverte come uno squarcio dentro di sé: la stessa sera decide di rivelare al
figlio Matteo la vera causa della morte del padre. Sono trascorsi ventitré anni:
quella rivelazione è destinata a cambiare la vita di Matteo e a fargli scoprire
che la verità non è mai una sola. E che, come ci racconta Marco Baliani, il
passato può essere compreso solo con uno sguardo lucido e nello stesso tempo
carico di appassionata umanità.
Gallego, Roberta – Quota 33
Oksana Leykova era bella, bella da morire. Sua nonna glielo diceva sempre: "La
tua bellezza non ha prezzo, perciò la sconterai sempre e dovunque". Ma non
avrebbe mai pensato di doverla pagare con la sua stessa vita, e proprio quando
finalmente aveva incontrato l'amore, quello vero. Alvise Guarnieri, quarantenne
e separato, è il sostituto procuratore di turno della cittadina di provincia di
Ardese la sera in cui Oksana Leykova viene trovata morta. Il caso è suo. Ma
appena inizia a indagare con l'aiuto del maresciallo Alfano, suo filosofico braccio
destro, scopre dietro l'omicidio della ragazza un intreccio di rapporti economici e
politici, tra poteri locali, mafie ed esponenti istituzionali. Le pressioni sul
magistrato sono forti e contrastanti: chi vorrebbe l'insabbiamento dell'indagine,
chi si gioverebbe del processo spettacolo... Sebbene le interferenze arrivino
anche a minacciare la sua vita privata, Guarnieri andrà avanti, fin dove
possibile, sino a quando i meccanismi della Giustizia glielo consentiranno. Ma
coprotagonista del romanzo è proprio la Procura, con i suoi personaggi ai quali
ci si affeziona subito, tanto da voler seguire ciascuno di loro: il magistrato furbo
che scarica sui colleghi, l'autista tuttofare, il vecchio pazzo che si costituisce almeno una volta alla
settimana, gli amanti del bagno del quinto piano, gli spacciatori di mozzarelle fresche nei garage...
Moresco, Antonio – La lucina
Lontano da tutto, tra i boschi, in un vecchio borgo abbandonato e deserto, un uomo
vive in totale solitudine. Ma un mistero turba il suo isolamento: ogni notte, sempre
alla stessa ora, il buio è improvvisamente spezzato da una lucina che si accende sulla
montagna, proprio di fronte alla sua casa di pietra. Cosa sarà? Un abitante di un altro
paese disabitato? Un lampione dimenticato che si accende per qualche contatto
elettrico? Un ufo? Un giorno l'uomo si spinge fino al punto da cui proviene la luce. Ad
attenderlo trova un bambino, che vive anche lui solo in una casa nel bosco e sembra
uscito da un'altra epoca o, davvero, da un altro pianeta. Nuove domande affollano la
mente dell'uomo: chi è veramente quel bambino? E quale rapporto li lega? Lo
scopriremo a poco a poco, avvicinandoci sempre più al cuore segreto di questa storia
terribile e lieve, fino all'inaspettato finale. Con questo suo "piccolo principe", Antonio
Moresco mette in scena una meditazione commossa sul senso dell'universo e della
vita. In un dialogo continuo con gli esseri che popolano i boschi, radici aeree, alberi, lucciole, rondini,
Moresco come Leopardi riflette sulla solitudine e il dolore dell'esistenza, ma anche su ciò che lega uomini
e animali, vivi e morti.
accademia dei concordi – biblioteca
Settembre 2013
Trucillo, Luigi – Quello che ti dice il fuoco
Al protagonista di questo romanzo la vita offre una seconda occasione. Separato
dalla moglie, padre di una bambina che ama teneramente, ritrova la passione con
una donna incontrata in viaggio. Ma un giorno, nell'emeroteca in cui lavora come
archivista, s'imbatte in una foto che raffigura la sua donna sul teatro di una
rapina avvenuta in una città dove non sarebbe dovuta essere: e "scoprire che
qualcuno mente è conturbante perché sembra rivelare qualcosa di molto più
attinente alla verità che alla menzogna". Da quel momento viene posseduto dal
disperato bisogno di conoscere la verità sul proprio rapporto, e instaura un duello
psicologico con la sua partner, una sinologa amante degli scacchi. Non gli servirà,
per sfuggire alla sua ossessione amorosa, rifugiarsi in un'isola greca, Samos, e là
vivere una nuova storia con Yoanna, medico nell'ospedale locale. Un incendio che
divampa sull'isola lo costringerà a prendere atto delle proprie priorità esistenziali,
ricacciandolo dall'incanto di una condizione alternativa in Grecia di nuovo in Italia,
nella trappola del rapporto da cui tentava di fuggire. L'unica possibilità sarà di
tornare a percorrere il territorio noto della quotidianità , quello in cui tutto brucia,
anche i rifiuti accumulati lungo le strade di una città sofferente, e trovare il coraggio di esplorare fino in
fondo i confini dell'ossessione: allora una svolta imprevedibile del destino cambierà il volto dei sentimenti
e rimetterà in discussione la configurazione stessa della realtà.
Di Grado, Viola – Cuore cavo
In un romanzo coraggioso e sorretto da una scrittura originale, Viola Di Grado
racconta la storia di un suicidio e di ciò che segue. Una folgorante invenzione
della vita dopo la morte: la nostalgia, l'amore, la frequentazione "fantasmatica"
delle persone care, la solitudine e l'incomunicabilità, in un aldilà cupo e ribollente,
senza pelle e senza sensi, dominato da una natura crudele, che sfalda i corpi, ma
anche da una vita ostinata che a questa morte si sottrae. Un romanzo che fa
paura: la disgregazione dei corpi, la sopravvivenza dell'"anima", la tristezza e il
rimpianto per la vita che non riesce a ricomporsi ma continua a incedere e spiare,
vagando in un mondo deserto ma affollato, dove i vivi non possono più vederti e
sentirti ma i morti restano all'erta, impauriti, in ascolto.
Frascella, Chistian – Il Panico Quotidiano
Durante un turno di notte in fabbrica, all'improvviso la paura. Proprio così, dal
nulla. Come se gocciolasse dalla testa un brivido lunghissimo. E poi di colpo
caldo, caldo fino quasi a smettere di respirare. Da quel momento il protagonista
deve fare i conti con le crisi di panico, mentre la sua vita a poco a poco va in
frantumi. Il suo rapporto con Lucia, il lavoro alla catena di montaggio, le
amicizie: tutto salta in aria per il deflagrare continuo di quell'ordigno sempre
innescato. Sarà l'incontro casuale con un anziano ex operaio e con uno psichiatra
a spingerlo a risalire fino a monte quel fiume di terrore. Anche se farlo
significherà scivolare spesso sul fango dei ricordi. Dopo aver raccontato con forza
e leggerezza le emozioni adolescenziali, Christian Frascella torna con un romanzo
in cui dimostra di avere la maturità, innanzitutto letteraria, per affrontare i propri
fantasmi ed evocare quelli del lettore, in una seduta spiritica coraggiosa. Ci sono
cose che puoi dire, e dire così, solo se le hai vissute.
accademia dei concordi – biblioteca
Settembre 2013
Sorgi Marcello – Le sconfitte non contano
Nino è un giovane soldato siciliano che, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943,
decide di tornare a casa a piedi dalla Toscana, attraversando l'Italia distrutta dai
bombardamenti. A Palermo, l'amministrazione americana ha lasciato un clima di
euforia, in cui si mescolano miseria e illusioni, ma dove il rapporto tra gli ufficiali
Usa che comandano le truppe occupanti e i boss della mafia del latifondo è
sempre più stretto. Da qui, dal rifiuto del vecchio potere che risorge accanto al
nuovo, nasce la conversione a sinistra di Nino e la sua nuova vita di giovane
avvocato impegnato nei grandi processi che scandiscono gli anni della
Repubblica, in un'epoca segnata dalla guerra contro i feudi dei capimafia, dalle
battaglie intellettuali e artistiche che vedono protagonisti personaggi come
Danilo Dolci, Pertini. Calamandrei, dal cinema di Visconti e Rosi, dal '68 siciliano,
dalla nascita della Sellerio, dagli amici ammazzati dalla mafia. Marcello Sorgi
segue le avventure di questo eccentrico siciliano e racconta la sua filosofia di
vita, l'entusiasmo contagioso degli anni del dopoguerra insieme alla grande
passione politica e civile di una generazione che ha cercato di consegnare un
mondo migliore ai propri figli. La filosofia di una vita in cui le sconfitte non contano raccontata con affetto
e ironia dal figlio di Nino, Marcello Sorgi.
Tallone, Massimo – Il diavolo ai giardini Cavour
Nell'agenzia immobiliare del Gufo, in piazza Cavour, a Torino, entra un signore
azzimato in cerca di case insanguinate, case in cui siano avvenuti fatti di sangue,
omicidi, per la precisione; ed efferati, se possibile. Da quel momento cominciano
ad accadere strani episodi... Il cadavere di una donna con gli arti allungati a forza
mette il Gufo nei guai, e con lui Anna e Vienna, i suoi collaboratori. Una donna
vestita di nero penetra di notte nella stanza da letto di Vienna e resta immobile
davanti a lui. L'uomo azzimato appare e scompare come fosse un ologramma. E
poi i vetri si rompono da soli, senza motivo, e qualcuno bisbiglia parole
incomprensibili durante un bizzarro funerale. Che cosa succede? Anna e Vienna
temono il peggio, vorrebbero tirarsi indietro, ma il Gufo accetta la battaglia, fino
alla terribile notte in cui tutti e tre sono costretti ad assistere a un rito satanico
che si dilata in sequenze crescenti di orrore e di comicità.
Cugia, Diego – Tango alla fine del mondo
Palermo, 1894. Denunciati per aver manifestato contro le tasse, Michele Maggio,
sua moglie Caterina e le gemelle Diana e Olivia vengono cacciati dal paradiso: un
piccolo podere a Isola delle Femmine. Don Tano, spietato agente marittimo, vende
loro una fazenda in Argentina e i biglietti del piroscafo, promettendo fortuna
oltreoceano. Ma al momento della partenza manca un biglietto e Diana,
diciassettenne anticonformista e ribelle, è costretta a rimanere da sola in Sicilia. È
soltanto il primo degli inganni di Tano che, pazzo di desiderio, la riduce in
schiavitù. Nel Nuovo Mondo il terreno promesso si rivela una truffa e Michele è
costretto a trovare lavoro al mattatoio di Buenos Aires. La fatica delle giornate è
compensata dall'incanto delle notti, trascorse al Bandoneón, un locale del porto
dove, assieme ad altri emigranti, inventa il ballo del secolo: il tango. Le note
sensuali della nuova danza fanno da sfondo alla passione tra Michele e una
signora dei quartieri alti, che sfida le convenzioni nell'oscurità del Bandoneón. È
doña Blanca Flores, la moglie del proprietario del mattatoio. Per quanto provino a
sottrarsi alla forza del desiderio, i due non possono nulla, investiti da un genere d'amore dal quale non c'è
scampo, perché il tango ci ritrova sempre, "il tango sa chi siamo". Intanto Diana, a Palermo, fuggita dal
suo aguzzino, medita il riscatto e la vendetta contro chi l'ha abbandonata.
accademia dei concordi – biblioteca
Settembre 2013
Saviano, Roberto – ZeroZeroZero
"Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni, e
quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a meno. Sei addicted. Anche
quando sono riconducibili a uno schema generale che hai già capito, queste storie
affascinano per i loro particolari. E ti si ficcano in testa, finché un'altra - incredibile,
ma vera - prende il posto della precedente. Davanti vedi l'asticella dell'assuefazione
che non fa che alzarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza. Per questo
continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario, senza
riuscire a fermarmi. Sono fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni
nello stomaco. Ma perché questo rumore lo sento solo io? Più scendo nei gironi
imbiancati dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C'è un fiume che scorre
sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall'Africa e si dirama
ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini,
si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non
sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore?" (Roberto Saviano)