IL PUNTO DELLA FOTO 2/2012
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IL PUNTO DELLA FOTO 2/2012
Il Punto della Foto 02/2012 Edizione: Settembre 2012 Aggiornato al 30/8/2012 Punto Foto Group by KARL BIELSER s.a.s. Notizie di rilievo: • Photokina è alle porte • Classic Camera Black & White: La rinascita di una rivista tanto attesa quanto voluta • Vitalità nel campo della camera oscura, ovvero camera dei miracoli • Rollei powered by Agfa: Il colore creativo • Rollei Superpan 200: La pellicola 3 in 1 Sommario: Photokina è alle porte: dal 18 al 23/9 1 Una nuova, o meglio: la rinascita di una rivista: CLASSIC CAMERA BLACK & WHITE Noi la sosteniamo 1, 2 Grazie alla tecnologia Agfa, Rollei propone per il campo fotografico ben 3 pellicole a colori 2 Camera oscura... poi non così tanto, piuttosto chiamiamola camera dei miracoli 2 Rollei Superpan 200: Erede della Agfa Scala 200® 3, 4 Photokina è alle porte: dal 18 al 23/9 Photokina a Colonia rappresenta sicuramente l’appuntamento per eccellenza per tutti gli appassionati ed operatori del settore fotografico mondiale. tà, del settore argentico, ma anche dell’interscambio fra le varie tecnologie. Quest’anno si terrà dal 18 al 23 Settembre. Ad ogni edizione è possibile capire in che direzione si muove il settore, oltre che poter toccare con mano le novità fresche, fresche, ma anche quelle presentate nell’arco del biennio. Infatti, spesso e volentieri le manifestazioni nei singoli paesi sono carenti o riescono a coinvolgere solo una parte delle aziende attive nel campo fotografico. Kienzle Diverse aziende che rappresentiamo in Italia sono presenti anche quest’anno, dimostrando una volta di più la coerenza e la vitali- Maco/Rollei Halle 6.1 Stand F-0390 Heiland Nova/Permajet Jobo PS-Shoeller Foma Arca-Swiss Si preannunciano anche le zone d’ombra del settore fotografico, in parte dovuti alla crescente instabilità tecnologica, ovvero un continuo stravolgimento degli standard esistenti, in parte dettati dall’entrata nella scena di aziende estranee alla fotografia, ma che nell’una o altra applicazione del proprio apparecchio o applicazione incorporano “anche” funzioni fotografiche; insomma la fotografia, o meglio l’elaborazione di un’immagine inglobata nell’una o nella’altra applicazione: La fotografia che perde la propria centralità. Ma in tutto questo non dimentichiamo, che a livello globale, ma soprattutto in Europa stiamo attraversando un ciclo di crisi profonda, dovuta soprattutto ad una mancanza di visioni , coraggio ed integrità da parte della classe dirigente in tutti (o quasi) campi. Una cosa è certa: La fotografia rappresenta ed ha sempre rappresentato lo specchio della realtà, spesso scomodo mezzo per il mantenimento della nostra memoria storica. Allora: Viva la Fotografia! Una nuova, o meglio la rinascita di una rivista: CLASSIC CAMERA BLACK & WHITE - Noi la sosteniamo Per chi ci segue da tempo è una rivoluzione: cambia la copertina, cambiano i contenuti, insomma sembra una rivista diversa. Per certi versi è così, in realtà è “solo” molto più ricca: abbiamo conservato i punti di forza, come l’evoluzione storica delle fotocamere (Il caso della Leica grigia IIIC n. 389594K) e i risultati delle aste, ma ci siamo aperti a tutto il mondo di quanti le fotocamere a pellicola le usano ed al bianconero indipendentemente dalla tecnologia usata. Ed è questa la vera novità: se l’industria ha deciso di puntare massicciamente sul digitale per una fotografia di massa, esistono fotografi, fotoamatori e professionisti che considerano la fotografia in modo più consapevole, meditato, attento alla qualità. E non sono pochi. Se state leggendo queste righe vuol dire che vi sentite parte di questo mondo, che amate la fotografia di qualità e non vi interessa scattare tonnellate di Gigabyte che rimangono nelle schede di memoria o, nel migliore dei casi, in una cartella del computer. Attenzione però, questo non significa nostalgia del passato, anzi. E’ la consapevolezza di saper scegliere gli strumenti migliori per una fotografia vissuta intensamente, (segue a pagina 2) Pagina 2 Il Punto della Foto Grazie alla tecnologia Agfa, Rollei propone per il campo fotografico ben 3 pellicole a colori Segue da pagina 1 Classic Camera Black & White con quelle contaminazioni col digitale che servono davvero. Un modo intelligente per sfruttare quanto le nuove tecnologie possono offrire invece che subire passivamente le proposte dell’industria elettronica. CC Black&White è un passo avanti. Paolo Namias Suggeriamo il termine di fotografia “argentica” non più il termine “analogica” e lo facciamo pure per la camera oscura, non più “oscura”, bensì “dei miracoli” ... La maggior parte dei prodotti foto-chimici attuali lo sono Una dia colore da ISO 200/24° - CR 200 Pro, una negativa colore senza maschera ISO 200/24° e una negativa colore ad alta sensibilità ISO 640 . RCN 640: Questa a la gamma proposta da Rollei. Qui a lato una Rollei Digibase CR 200 Pro: Una pellicola con una tonalità neutra tendente al caldo, della migliore tradizione Agfa (ex RSXII-200). Si può notare la buona latitudine di posa, di ± 1/2 stop, considerando il fatto, che le dia necessitano di una grande precisione nella determinazione dell’esposizione. La Rollei CN 200 Pro invece è una pellicola a colori negativa, senza maschera, che di fatto permette di ottenere dei negativi neutri, facili da scansionare e con una maggiore qualità nel bilanciamento colore, dovuto al fatto che non si rende necessario un filtro cyan per eliminare la maschera. La resa dei colori può essere manipolata, una resa con colori più vivaci o pastello e nel contrasto, a seconda della tecnica di stampa, manuale, ibrida, sovra-esponendo, mantenendo lo sviluppo uguale. Sviluppando poi la CN 200 Pro in dia (E6) si ottengono delle dia con colori naturali e pastello e fotografando con un filtro azzurrino, le dia risulteranno particolarmente neutre. Per ultima la RCN 640, un negativo colore di alta sensibilità, che grazie alla sua grana finissima e al contrasto non troppo accentuato si presta a foto sia in movimento, che in avverse condizioni di luce. Camera oscura... poi non così tanto, piuttosto chiamiamola camera dei miracoli Il termine “camera oscura” è divenuto di uso comune nel momento in cui veniva usato quello di “camera chiara”. Questi termini sono indicativi tanto in astratto, ovvero indicando la rispettiva tecnica applicativa, quanto logistica. In questa sede ci occupiamo della camera oscura, dando ampio risalto all’aspetto pratico, e sfatando invece il mito, peraltro negativo, di luogo scuro, tetro, umido, freddo, che troppo spesso caratterizzava effettivamente le camere oscure. Quasi ad indicarle come stanze dedicate all’alchimia, preparazione di agenti chimici da occultare, oppure alla produzione di immagini senza volerne svelare i segreti, ecc. ecc. Diciamo una volta per tutte che la camera oscura non è scura, ma rappresenta il luogo ideale per dare massimo sfogo alla propria creatività, professionale o amatoriale che sia. E’ la camera dei miracoli. In questo caso parliamo del luogo dove prendono forma, ovvero affiorano piano piano le immagini frutto delle riprese fotografiche in bianco/nero che avete eseguito e sviluppate le pellicole. E’ in questo luogo dove voi continuate ad essere registi di voi stessi, senza mai delegare taluno dei passaggi ad altre mani. Uno degli aspetti che desidero evidenziare è il seguente: La camera oscura ideale, deve essere tinteggiata in bianco, o a colori neutri, pastello, chiari, deve essere sì “a tenuta di luce”, ma usando una lampada di sicurezza adatta, p.es. la Dukalux SL della Kindermann, al neon, non vi sentirete mai soffocati o obbligati a tastare per trovare le cose che vi servono. Nella camera dei miracoli non devono mai mancare altri elementi di benessere, sì, perché più vi sentite a vostro agio, più possibilità avete di dare ampio sfogo alla vostra creatività. Il cervello ha bisogno di ossigeno. Tenete il locale ben ventilato, con un ricircolo di aria. Per esempio potete usare una economica cappa da cucina con filtro di polvere e a carboni attivi ed applicare una boccola d’aria a tenuta di luce alla porta e/o alla finestra. Un altro aspetto importante è la collocazione e l’ordine dei singoli componenti e materiali foto-sensibili. Facciamo ordine: Ad esempio le carte fotografiche stanno fuori dalla camera oscura, come pure la chimica, in due armadi o scaffali separati. Portate con voi i materiali che vi servono per la sessione di lavoro che andrete ad iniziare. Sfatiamo poi un altro tabu: “La chimica fotografica inquina, è dannosa alla salute”. Nulla di più falso e negli ultimi tempi usato come argomento dai promotori della stampa digitale. Ponetegli voi la domanda: Quanto inquina produrre e smaltire una cartucce e gli inchiostri? Le polveri sottili prodotte dalle stampanti e ancor di più dai plotter quali conseguenze hanno sulla nostra salute? L’industria foto-chimica ha fatto la sua parte. Nel colore ci ricordiamo i processi waterless a ciclo chiuso? Beh, occupiamoci ora della chimica bianco/nero. Molti produttori propongono ormai sviluppi senza, p.es. idrochinone, in odore di sospetto agente cancerogeno, oppure bagni di arresto e fissaggio privi di acido acetico, ma a base di acido citrico. Anche la maggior parte degli altri prodotti utilizzati per lo sviluppo e posttrattamenti in bianco/nero sono basati su derivati di agenti chimici base sospetti, oppure con così minime percentuali da renderle a basso impatto ambientale. Buona stampa. Pagina 3 Edizione: Settembre 2012 Rollei Superpan 200: Erede della Agfa Scala 200® Anche se il mondo della fotografia analogica ha subito una notevole contrazione a causa della conversione al digitale di molti professionisti e della maggior parte dei fotografi dilettanti e amatori, la pellicola non solo non è scomparsa, ma conserva le preferenze operative di chi desidera esprimersi con supporti in grado di consentire una produzione capace di attagliarsi alle personali inclinazioni culturali di gusto in connessione ad un'estetica il più possibile lontana dalla massificazione unidimensionale che la tecnologia digitale ha introdotto in termini di risultato finale. La 'vecchia' pellicola consente in ogni caso di raggiungere livelli qualitativi elevati senza artifizi di software e permette di restituire la bellezza e le caratteristiche peculiari di ogni tipo di ottica impiegata in unione con la sensibilità, con l'estetica, con le scelte di gusto di ciascun fotografo, dilettante, amatore o professionista che sia. Quella sottile differenza che l'analogico ha e trasmette all'osservatore, nella quale è racchiusa in buona misura la 'firma sottile' che identifica un fotografo da un altro, è quasi del tutto assente nella ripresa digitale: l'impressione che si ha nell'osservare due scatti identici, realizzati il primo con un supporto analogico e l'altro con un supporto digitale, restituiscono due percezioni ben diverse, e questa differenza aumenta se gli scatti sono in bianco e nero. L'iperdefinizione del digitale (forzata e falsata dal software) può stupire, ma cancella di fatto altri parametri di espressione estetica presenti nell'immagine analogica, ad esempio la sensazione di rilievo, di stereoscopia, di presenza, di giusta modulazione fra sfuocato e a fuoco, e questi aspetti sono ancor più marcati ed evidenti se si parla di diapositive, la cui proiezione a forti ingrandimenti permette di apprezzare queste qualità in misura ottimale in virtù del forte ingrandimento possibile. Il soggetto fotografato si sgancia in questo caso dall'automatismo della percezione ordinaria e consente all'osservatore di mettere in moto modalità di visione, di memorizzazione nel tempo e di fruizione 'sottile' non ordinarie e automatiche: in altre parole il bianco e nero analogico crea un' ”apertura”, una “aspirazione” e una tensione verso il soggetto fotografato che la tecnologia digitale pare non possedere. Ma che cosa resta nel panorama non certo asfittico delle proposte che l'industria tradizionale offre oggi ai fotografi? Parlando di materiali per diapositive in bianco e nero, vi sono diverse possibilità di scelta tra le quali troviamo in rilievo due materiali di indubbio interesse e versatilità, la storica AGFA Scala 200x oramai non più prodotta, ma reperibile ancora sul mercato, e la ROLLEI Superpan 200, indicata come pellicola che le succede e ne raccoglie l'eredità. Alla loro prova comparata, emergono qualità, comportamenti e caratteristiche particolari che vale la pena di mettere in rilievo tenendo sempre presente la validità di entrambe. Per la Superpan 200 si tratta di una pellicola di produzione Agfa impiegata per riprese industriali, per aerofotografia e per altri impieghi tecnici, la Aviphot pan 200. La prima differenza con la Scala 200x consiste nell'abbandono del supporto in triacetato di cellulosa a favore del poliestere trasparente, materiale sintetico dotato di una maggiore stabilità dimensionale e di una durata nel tempo decisamente più estesa; per il caricamento delle pellicole è dunque consigliabile osservare una maggiore attenzione ed è bene procedere in luce attenuata al fine di evitare qualche velatura indesiderata nei primi fotogrammi a causa della trasmissibilità longitudinale della luce attraverso il supporto stesso. La seconda differenza sostanziale riguarda la sensibilizzazione allo spettro luminoso che per la Superpan 200 inizia prima dei 350nm per terminare ben oltre i 750nm, quindi dall'ultravioletto all'infrarosso 'vicino'. Se la sensibilizzazione alla luce viola -blu appare leggermente inferiore a quella della Scala 200x, la Superpan 200 mostra invece un innalzamento a partire dal blu-verde in poi, fino a toccare il massimo attorno ai 730nm. Quindi si può parlare di un materiale iperpancromatico, avendo una completa sensibilizzazione a tutta la banda del rosso, ma dal momento che la curva inizia a decadere attorno ai 750nm per estinguersi poco oltre, la Superpan 200 ha una effettiva capacità di essere impressionata anche dall'infrarosso 'vicino' e come tale può essere usata come materiale IR a pieno titolo. Dunque la sensibilità nominale di 200 ISO va considerata in presenza di uno spettro che comprenda tutte le frequenze, ultravioletto più luce visibile, più infrarosso 'vicino'. L'impiego di questo materiale in luce diurna senza filtri potrebbe dare una resa leggermente più scura nell'azzurro del cielo e una maggiore apertura nei verdi, una tinta pelle più chiara in relazione alla sua completa sensibilizzazione al rosso e IR. Questo comportamento presuppone che la sorgente luminosa sia in grado di fornire tutte le frequenze alle quali la Superpan 200 è sensibilizzata. Se in certe condizioni di ripresa una porzione dello spettro luminoso è carente o manca del tutto rispetto alla condizione teorica, la sensibilità risultante del materiale si abbassa. Ad esempio, immediatamente dopo il tramonto del sole, la quota di luce IR si riduce a zero e le diapositive risultano più scure a parità di esposizione con la Scala 200x. Questo fenomeno non è un difetto della Superpan 200, ma una sua caratteristica peculiare e si spiega col fatto che la sensibilità nominale di 200 ISO è calcolata in base ad una presenza di tutte le frequenze dello spettro a cui essa è sensibilizzata: mancando la componente IR si può compensare l'esposizione con un +1 +1 e 1/2 stop: dunque a tramonto inoltrato la sensibilità effettiva scende a 80-100 ISO. In queste condizioni la Superpan 200 lavora in 'banda stretta' non avendo più il blu, il verde e l'IR a disposizione come in pieno sole. Questo fenomeno non è nuovo, poiché tutte le pellicole pancromatiche hanno lo stesso comportamento e necessitano un resettaggio dell'indice ISO se adoperate in luce artificiale o dopo il tramonto. La Ilford Delta 3200 ad esempio va sovraesposta almeno di uno stop in luce artificiale e la misurazione dell'esposizione va calcolata sul grigio medio: l'I.E. scende quindi a 1200-1600 ISO al massimo in tali condizioni. La Superpan 200 si comporta in modo analogo, ma 'chiude' un po' di più a causa della sua sensibilizzazione all'IR. Segue a pagina 4 Dedichiamo questo ampio spazio ad un materiale da ripresa che merita un’attenzione particolare: Rollei Superpan 200: Una pellicola bianco/nero multi-talento: Negativa e dia Punto Foto Group by KARL BIELSER s.a.s. Via Aristotele, 67 20128 Milano Italia Tel.: +39 02 27000793 Fax: + 39 02 26000485 E-mail: [email protected] TRADIZIONE E INNOVAZIONE FOTOGRAFICA IN MOVIMENTO DOVE SIAMO INFO OPERATIVE: Ragione sociale: KARL BIELSER s.a.s. di Felix Bielser & C. Sede operativa: t! rne e t In in .eu o o t m o of Sia unt p . www Via Aristo tele, 67 (Ingresso da Passo Carraio dopo il numero civico 67) 20128 Milano Recapiti telefonici: (0039) 02 27000793 (0039) 02 27003578 Fax: (0039) 02 26000485 Indirizzo E-Mail: Segue da pagina 3: In luce diurna questo fenomeno è riscontrabile nelle ombre nette dove la presenza di IR più bassa rispetto alle zone illuminate direttamente, dato che tali frequenze seguono l'illuminamento diretto del sole o della sorgente equivalente. Dunque in luce diurna si vengono a creare delle zone nelle ombre più chiuse in cui la Superpan 200 avrebbe bisogno di essere esposta maggiormente, ma questa correzione potrebbe alleggerire troppo la giusta densità delle alte luci in cui tutto lo spettro è presente, da 350 a 750nm. In queste condizioni si può sovraesporre di ½ stop senza troppi problemi, ma se si fotografa all'aperto, ma completamente all'ombra, è necessario tener presente che la Superpan 200 lavora senza il contributo della quota IR e quindi la sua sensibilità ISO effettiva risulta diminuita. Questo comportamento è meno evidente se si lavora a 200ISO, ma diventa un poco più sensibile se si imposta l'I.E. A 400 o a 800 ISO. Ma questo apparente svantaggio ha il suo lato positivo nel fatto che è possibile ottenere delle ottime immagini in esterno impiegando i filtri colorati per b-n classici percependo già il comportamento tipico dei materiali infrarossi. Un filtro giallo comporterà una resa degli azzurri più scura e consentirà di percepire un inizio dell'effetto Wood nel fogliame delle piante, fenomeno che acquista maggiore evidenza se si impiega un filtro arancio o rosso. In questo caso la riflessione dell'IR da parte della clorofilla delle foglie sarà messo in maggiore evidenza, per diventare eclatante se si taglia tutto il visibile montando un filtro IR che tagli lo spettro a 700nm. Se vogliamo ottenere delle immagini standard, è sufficiente esporre la Superpan 200 senza filtri colorati, mentre a mano a mano che si taglia la luce visibile con i filtri giallo, o arancio oppure rosso, appare in misura proporzionalmente crescente non solo il citato effetto Wood, ma anche la penetrazione della foschia atmosferica. Il filtro giallo, come è noto, taglia quasi esclusivamente la luce blu, e pertanto il suo impiego renderà l'azzurro del cielo con un grigio più marcato, lasciando il resto semplicemente con una riproduzione più contrastata, ma se si monta un filtro arancione o rosso, lo spettro luminoso verrà decurtato non solo di tutta il viola-blu, ma anche del verde. La compensazione di esposizione segue in questi casi le indicazioni del fabbricante i filtri, in genere +1 stop per il giallo, +1 e ½ stop per l'arancio e +2 e ½ stop per il filtro rosso, intendendo per ciascuno di essi una colorazione media. Se invece si dispone di un filtri IR con taglio a circa 700-715 nm, sia la luce UV che quella visibile verrà esclusa e la correzione di esposizione dovrà essere portata almeno a +4 stop. Se la fotocamera è dotata di un sistema esposimetrico TTL in genere la compensazione indicata avviene in modo automatico, con qualche leggera differenza se la cellula è al CdS o al [email protected] Sito web: www.puntofoto.eu Orari di apertura: Da Lunedì a Venerdì Ore 9:00 – 12:30 Ore 14:00 – 19:00 Sabato chiuso, aperto il 1° sabato del mese (salvo festività o ponti – consultare sito: www.puntofoto.eu) silicio blu, ma per le riprese con il solo infrarosso è bene eseguire un braketing di sicurezza. Come la Scala 200x, anche la Superpan 200 può essere esposta con un I.E. di 100 ISO e conseguente trattamento pull -1, oppure può essere esposta a ISO 400 e a ISO 800 con trattamento push + 1 e +2 rispettivamente. Nel trattamento push si noterà comunque un certo incremento del contrasto che risulterà un poco più alto di quanto eravamo abituati con la Scala 200x, ma senza evidenziare ingrossamenti preoccupanti della grana, nel trattamento pull è da attendersi una estensione della scala tonale come per la Scala 200x. Una terza caratteristica decisamente interessante della Superpan 200 riguarda il suo potere risolvente decisamente migliorato rispetto alla Scala 200x, infatti viene dichiarato per 190 linee/mm con mira 1000:1 contro le 120 linee della Scala 200x. Per quanto riguarda la struttura degli strati, la Superpan 200 segue la tradizionale successione di strato protettivo, gelatina sensibile, stato anti-alone, supporto in poliestere, strato anti-arrotolamento NC, ma va detto che lo spessore del solo stato sensibile è di 10 micron contro i 12 della Scala 200x. L'impressione visiva che si ricava dall'osservazione dei risultati può far sospettare che anche il velo chimico della Superpan 200 sia più basso della Scala 200x, anche in condizioni di sviluppo push. In definitiva si può affermare che questa nuova emulsione targata Rollei non fa rimpiangere la sua consorella Scala 200x, ma va adoperata tenendo conto di quanto detto circa la sua risposta alle diverse condizioni luminose e alla qualità dello spettro luminoso con cui si va a lavorare. Inoltre la sua spiccata propensione a fornire ottimi risultati con il filtro IR (ad esempio l'Heliopan 715, o l'IR per Rolleiflex o Leica di buona memoria) danno un valore aggiunto non indifferente dato che si possono avere ottime immagini 'tradizionali' e all'infrarosso con lo stesso materiale senza necessità di avere a disposizione due pellicole diverse. Foto e testo di Andrea Valsasnini Sviluppi in dia eseguiti da: Agenzia Luce - Trieste www.agenzialuce.it
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