PDF - Dedar Milano
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Dedar, l'editore Stephen Burks, il designer primo in cordata Da oltre quattro decenni e due generazioni Dedar è senza dubbio un editore tessile noto in tutto il mondo, riconosciuto per le sue collezioni e il suo stile audace, acclamato per le sue incessanti innovazioni, stimato per le sue collaborazioni eccellenti, notoriamente con Hermès. Fiuto e brio: dal 1976, Dedar non segue le tendenze, le crea. Con questo stile fantasioso che ne fa un attore di primo piano, premiato sulla scena tessile internazionale. La maison, con sede non lontano da Como e guidata dai coniugi Fabrizio, a cui si affiancano i figli Caterina e Raffaele, ha saputo concepire e realizzare tessuti moderni, divenuti emblematici e apprezzati dai più quotati architetti d’interni. Tra innovazione, creatività e qualità, Dedar è presente da Milano a New York, passando per Mosca e Parigi, con lo stesso concetto di showroom progettato dall'architetto fiorentino Michele Bonan sul modello della “biblioteca tessile”. Forte e ricca di collezioni, con oltre 300 prodotti - tessuti (velluto, seta, lino, raffia, tessuti tecnologici, anche ignifughi e per esterni), carte da parati e passamanerie, le cui gamme cromatiche sono al contempo uniche e infinite - Dedar è sinonimo di savoir-faire, dosando in modo eccellente futuro e tradizione, artigianato e tecnologia. Un processo che non ha nulla d’improvvisato: ogni nuovo tessuto richiede fino a tre anni di studio, ricerca e messa a punto. Di fatto, Dedar possiede quell’inestimabile talento innovatore che ne fa un vero editore. Stabilitosi a New York, dove ha fondato il suo studio ReadyMadeProjects, nel centro di Chelsea, dividendo i suoi progetti di design industriale tra Stati Uniti ed Europa per conto dei più grandi editori francesi, italiani e scandinavi, rifiutando qualsiasi etichetta, Stephen Burks è davvero un creatore inclassificabile. Instancabile, soprattutto, da giovane e sorridente quarantenne, impegnato a viaggiare per i continenti. Senegal, India, Messico, Australia, Perù, Kenya, Ruanda, Sudafrica: calamitato dagli opposti e appassionato dai loro manufatti artigianali, dall’abilità manuale, ne ‘importa’ il carattere innocente e vernacolare per ibridarlo con l’industria occidentale. Questa strategia estetica intenzionale, studiata ma spontanea, piena di scambi, porta a una ri-creazione che mescola l'oggetto in sé e la sua intenzione. A lui spetta il compito di ridurre questo grande divario e abbattere le barriere tra progettazione, architettura e cultura. Senza rivendicare altro che la sua coscienza ed energia, Stephen Burks, che vive attualmente nel West Village, di recente è stato invitato dal Museo di Arte e Design di New York come artista e curatore dell’esposizione ‘Are you a Hybrid?’, mentre lo Studio Museum di Harlem gli ha dedicato una mostra personale, Stephen Burks: Man Made. Gli oggetti: la corda si guadagna i suoi galloni Due estremi di natura identica: la corda e le passamanerie. Rudezza suprema e delicata sofisticazione, il contrasto di due anime tessili simili. Immaginati in tre dimensioni, ognuno degli “esercizi alla corda” ideati da Stephen Burks parte dal medesimo principio di assemblaggio: un fascio di 30, 45 o 60 segmenti della stessa corda spessa e pesante, di diametro tra i 2,5 e i 5 cm. Ciascun segmento è stato tagliato con la sega elettrica da Stephen Burks in persona. Il quale ha poi applicato una fusione di caucciù nero sull’estremità inferiore di ciascun segmento. Una volta solidificata, questa gomma naturale fa poi da elemento stabilizzante, base necessaria a ciascun pezzo. Chiusa da una zip, ogni cintura-corsetto è composta da quattro a otto nastri diversi, scelti all’interno della collezione Babà e cuciti a mano tra loro per cingere il fascio di corde. 1. 2. 3. 5. 6. 8. 9. 4. Le passamanerie Dedar utilizzate da Stephen Burks sono : 1. 2. 3. 4. 5. 6. PIN007 col.1 marzapane/liquirizia 7. POD003 col. 1 navy POD002 col. 8 nocciola 8. POD003 col. 8 nocciola PIN003 col.3 foie gras/prugna 9. PIN010 col.1 marzapane/liquirizia PIN003 col. 7 cerise/candy 10. PIN019 col. 29 lattementa POD001 col. 4 sole 11. PIN019 col. 6 tropico PIN026 col.1 lino 12. PIN019 col. 5 violetta 6. 9. 6. 7. 11. 12. 9. 10. Corda sensibile Dopo il baule Dedalus, disegnato nel 2010 dall’interior designer Tristan Auer e realizzato dal sellaio parigino Camille Fournet, dopo gli sgabelli pieghevoli ideati nel 2011 dallo stilista Bruno Frisoni, Dedar aggiunge un'altra corda al suo arco. Ancora una volta, niente di programmato, solo un incontro tra Caterina e Raffaele Fabrizio con il designer americano Stephen Burks. Una prima volta a Milano, la seconda a New York, in occasione di un progetto guidato da Dedar per il Grande Magazzino Bergdorf Goodman. “Dédarisme oblige”, a Stephen Burks viene data carta bianca e pensa a come ibridare la plasticità cromatica della passamaneria Dedar a una forma tridimensionale. "Questa collezione di passamanerie, Babà, è uno scrigno di gioie. Un concentrato di lusso tessile. Il mio desiderio era quello di renderle più visibili, di giocarci ... ". Esercizio a figura libera. Risultato, un trio “incorsettato” dai nastri, versatile, civettuolo, insolente. A prima vista, sembrerebbero tre pacchetti di dinamite avvolti in corsetti stile “le belle del saloon”, Burk/lesque... Perchè no? A scelta, a seconda dell’umore e dello sguardo, dell’umorismo e del caso, può essere un pouf, uno sgabello, un comodino: a seconda delle dimensioni, ciascuna struttura è composta da una sezione che va da 30 a 60 segmenti di corda, cinti da nove diversi nastri. Nessun trucco, solo un fil rouge passato nella cruna della rusticità di una pesante corda marina e cinto con originalità da un pimpante corsetto chiuso da una zip. "Partendo da un gioco esplorativo, sono arrivato a un lavoro sartoriale con queste cinture cucite a mano", osserva Stephen Burks. Stabilizzati da un materiale brut come il caucciù nero, questi tre raffinati oggetti entrano nel mondo del design vestiti di pura fantasia couture, facendo vibrare la corda di sottili echi tribali, "il cui aspetto aleatorio aggiunge a quella sensazione selvaggia una grazia addomesticata ". La corda, per tirare le fila del discorso Struttura robusta e leggera allo stesso tempo, resistente e flessibile, originaria e mitologica, la corda è un mix di fili di canapa o di tutte le altre fibre tessili, ritorti e intrecciati insieme e utilizzata per vari scopi. La corda è anche all’origine di un vasto vocabolario, annodato a proposito – incordare, accordare, scordare, cordata … - e di espressioni ‘cordiali’ e immaginifiche, popolari e letterarie, sulle quali il linguaggio corrente danza più di un’equilibrista sulla corda… Saltare la corda, essere alle corde, tenere il cordone … Indissociabile dal mondo atletico, marinaro, musicale, informatico, geometrico, la corda è anche il filo dal quale trae origine la tessitura e dunque l’industria tessile. Quanto alle corde del pianoforte e alle corde vocali, possono a volte dare del filo da torcere… Le passamanerie golose Babà Introdotta nel 2008, questa collezione ruota intorno ad un’idea, alla voglia di nastri, questi nodi che fungono da accenti di colore. I pompon sono stati rimossi e, per restare in atmosfera di merceria, la materia è quella del gros grain. Ai clienti, agli architetti d’interni, ai designer, ai creatori il compito d’immaginarne tutti i possibili usi. Ecco come una casa si nobilita… Passamaneria golosa, di evocazione napoletana, Babà suscita, infatti, voglia di fondant dai colori mirtillo, lampone, caramello … SHOWROOM ~ Via Fiori Chiari , 18 ~ 20121 Milano ~ Tel. +39 02 80581823 ~ [email protected] PRESS OFFICE : CONSEIL Relazioni Pubbliche ~ Via Vitruvio, 38 ~ 20124 Milano Tel +39 02 6702963 ~ [email protected] www.dedar.com
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