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ANNO 2 - NUMERO 5 Poste Italiane SpA - Sped.abb.post. Dl n 353/2003 - art 1 (comma1) D&B Milano - DISTRIBUZIONE GRATUITA Settembre - Ottobre 2007 > EDITORIALE Nuovi centri, nuovi servizi di Pasquale Cannatelli* È questo un periodo di profondi cambiamenti per il nostro ospedale. I nostri collaboratori, i nostri pazienti e tutti coloro che ogni giorno visitano Niguarda si rendono conto che all’interno delle nostre mura qualcosa si muove, ci si adopera per rendere la struttura sempre più moderna e funzionale: fuori si costruisce, dentro si avviano nuovi centri e servizi che ci mettono nella condizione di rispondere sempre meglio alle esigenze di ogni paziente. Il tutto è iniziato a marzo quando gli Appartamenti Domotici arricchivano le attività della nostra Unità Spinale Unipolare. La realizzazione dei 2 appartamenti, grazie ai quali i nostri pazienti paraplegici e tetraplegici ora possono sperimentare la vita domestica prima del rientro nello loro abitazioni, completava, così, definitivamente il progetto della struttura inaugurata nel 2000. A settembre il Centro di studio e Trattamento per la Vescica Neurogena e per le Disfunzioni dell’Area Sacrale, attivo dal 2004, è stato dedicato a colui che è riconosciuto come il padre della Neurourologia, Alberto Zanollo. Questo centro, diretto da Michele Spinelli, in tre anni ha curato oltre 1.000 pazienti e ha offerto trattamenti d’avanguardia per le disfunzioni vescicali e sessuali dovute a lesione midollare e a neuropatie in genere. Si è distinto, inoltre, per la sua importante attività di training, in ambito sia nazionale che internazionale, nel campo della stimolazione delle radici sacrali tramite pacemaker. Nei prossimi giorni verrà inaugurata la nuova sede del reparto di Pediatria. ...SEGUE A PAGINA 4 * Direttore Generale - Niguarda Da sinistra: l’Assessore Bresciani, C. Nicora, Direttore Medico di Presidio, il Presidente Formigoni e Pasquale Cannatelli Il Nuovo Niguarda: il Presidente in visita Formigoni: “Uno dei più importanti progetti di trasformazione strutturale sanitaria mai realizzati” In piena estate, Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia, accompagnato da Luciano Bresciani, Assessore Regionale alla Sanità, da Antonio Rognoni, Direttore Generale di Infrastrutture Lombarde, e da Pasquale Cannatelli, Direttore Generale di Niguarda, ha visitato i cantieri del Nuovo Ospedale. Il Governatore ha mostrato tutta la sua soddisfazione per un’opera così imponente: 230.000 mq di superficie interessata, 6 anni di lavori in due fasi, circa 260 milioni di euro di costo complessivo, 961 posti letto e 29 sale operatorie. Questi i numeri più significativi del nuovo complesso ospedaliero, il cui rinnovamento e ristrutturazione verranno completati entro il 2013. Nel corso della prima fase (che terminerà nel giugno 2009) saranno pronti l’edificio sud (che ospiterà i reparti “high care”, con 450 posti letto, 23 camere > PEDIATRIA operatorie, 60 posti letto day hospital e 77 ambulatori), il polo logistico e quello tecnologico, un grande parcheggio multipiano e i passaggi sotterranei, nella seconda fase verrà invece realizzato l’edificio Nord. “Qui a Niguarda - ha detto il Presidente Formigoni abbiamo messo a punto e avviato uno dei più importanti progetti di trasformazione strutturale sanitaria mai realizzati... ...SEGUE A PAGINA 2 > PREVENZIONE La sindrome della morte improvvisa Check up cuore: chi, dove, come, quando Un bambino su 1.000 è colpito da morte in culla In Villa Marelli esami gratuiti SIDS: questo è il nome della morte improvvisa ed inaspettata di un lattante apparentemente sano, che rimanga inspiegata anche dopo l’esecuzione di un’autopsia, l’esame dello scenario in cui si è verificata e l’analisi della storia clinica del bambino. La sindrome colpisce i bambini nel primo anno di vita (i mesi critici sono quelli compresi tra i 2 e i 4 mesi di vita) e le stime affermano che vengono colpiti fino a un bambino su mille, di questi il 60% sono maschietti. Colpisce sia di giorno che di notte, sia in culla che in passeggino, sia nel seggiolino dell’auto che in braccio a mamma o a papà. Ma perché questi bambini muoiono? Si stanno compiendo studi in proposito? Ci risponde Chiara Moretti, specialista presso la Pediatria di Niguarda. “La sua causa rimane per ora sconosciuta. Recenti studi hanno confermato l’identificazione di alcuni fattori di rischio importanti per la prevenzione nella popolazione generale e hanno sottolineato la possibilità di una predisposizione genetica. Nuove evidenze supportano anche l’ipotesi di una alterazione del sistema serotoninergico cerebrale (legato alla serotonina, n.d.r.) poiché la serotonina regola alcune funzioni del sistema nervoso autonomo come il respiro, la temperatura corporea, il sistema cardiovascolare, il ciclo sonno-veglia.” ...SEGUE A PAGINA 2 Continua l’adesione di Niguarda alla campagna di prevenzione delle malattie cardiovascolari promossa dalla ASL di Milano. Si offrono gratuitamente ai cittadini alcuni esami che consentono il calcolo del rischio cardiovascolare secondo i criteri delle Carte di Rischio della Popolazione Italiana predisposte dall’Istituto Superiore di Sanità. Chi può usufruire del servizio? Tutti i residenti a Milano, di età compresa tra i 40 e i 69 anni e che non hanno mai sofferto di una malattia cardio-cerebrovascolare come infarto, angina, angioplastica, by-pass aorto-coronarico, ictus e TIA (attacco ischemico transitorio). Gli esami saranno effettuati presso la sede di Villa Marelli, dalle 8.00 alle 9.00, dal lunedì al venerdì. Occorre presentarsi a digiuno e solo dopo aver prenotato. > PER PRENOTAZIONI Tel. 02 6444.5822/5868 lun-ven, 8.30-12.00 Cardiologia 5 Territoriale Istituto di Villa Marelli [email protected] ESAMI GRATUITI: QUALI? - misurazione della pressione arteriosa - prelievo venoso per il dosaggio di glicemia, colesterolo totale, colesterolo HDL (“buono”) e LDL (“cattivo”) e trigliceridi - risposta ad alcune brevi domande inerenti la presenza di diabete, ipertensione arteriosa ed all’eventuale uso di farmaci. 2 Il Giornale di Niguarda > PER I PICCOLI PAZIENTI Solidarietà da Serie A In campo la Nazionale dello Stile, Niguarda e Croce Rossa Finalmente tre squadre che giocano “per bene”. Una partita di calcio diventa strumento per aiutare la medicina ad essere sempre più tempestiva nelle diagnosi. E’ il 22 settembre e siamo a Bresso per un torneo di calcio che ha visto scendere in campo la Nazionale dello stile, la Croce Rossa di Bresso e la Rappresentativa di calcio di Niguarda. Il ricavato della partita sarà devoluto all’Associazione Amici della Neonatologia di Niguarda per acquistare uno strumento utile per il monitoraggio cerebrale del neonato. Lo strumento verrà utilizzato nella neonatologia e terapia intensiva neonatale di Niguarda, diretta da Stefano Martinelli; sarà, dunque, possibile visualizzare in tempo reale l’attività cerebrale del neonato permettendo al medico di effettuare interventi salva-vita. Fischio di inizio e si sa subito chi ha vinto: la solidarietà. > ONCOLOGIA Le squadre prima del fischio di inizio > NOVITA’ Una Fondazione per i tumori Visite ed esami? Prenotali in farmacia Oncologia Falck: da Associazione a Fondazione Niguarda è tra i primi ospedali ad avere inaugurato il servizio di prenotazione di visite ed esami dalla farmacia. È sufficiente consegnare l’impegnativa del medico e la carta CRS (Carta Regionale dei Servizi) al farmacista che vi darà i tempi di attesa dei vari ospedali, permettendovi di scegliere dove prenotare in base all’urgenza o alla comodità. Il giorno dell’appuntamento, secondo la procedura abituale, vi recherete direttamente presso i nostri sportelli di accettazione. Insieme all’impegnativa del vostro medico, non dimenticate la tessera sanitaria magnetica che vi garantisce una maggior rapidità e sicurezza nel riconoscimento e la possibilità di utilizzare i diversi servizi che stiamo attivando gradualmente a Niguarda con grande impegno. Un esempio? Grazie a una rete informatica sicura e dedicata e alla firma digitale, il vostro medico curante potrà vedere direttamente dal suo studio i referti dei vostri esami. Il numero di ospedali, quello delle farmacie e il numero di prestazioni prenotabili è in continua evoluzione per una sanità non solo più efficiente ma anche a misura del cittadino. Il 18 settembre si è riunito per la prima volta il Consiglio di Amministrazione della nuova O.C.G.O. (Oncologia Ca’ Granda Onlus) Fondazione. Infatti da settembre 2007 è avvenuto il passaggio da Associazione a Fondazione. Cosa vuol dire? La Fondazione, a differenza dell’associazione, ha un patrimonio da dedicare ad uno scopo. Ciò offre maggiori possibilità di migliorare il servizio al paziente grazie alla collaborazione di alcune persone che si sono distinte in ambito culturale, scientifico e imprenditoriale che daranno un forte slancio alla nostra Oncologia. Non è cambiata, invece, la missione dell’organizzazione che è sempre quella di sostenere la ricerca e l’assistenza nell’Oncologia Falck di Niguarda. Ma un patrimonio adeguato riesce a garantire sempre tecniche e strumenti d’avanguardia, specialmente in ambito oncologico. Per questo, l’interesse della Fondazione è quello di potenziare il suo patrimonio per stare al passo con le sempre maggiori esigenze dei malati oncologici. In questo caso, le donazioni assumono un’importanza cruciale. In 23 anni i contributi dell’Associazione all’Oncologia Falck di Niguarda sono stati molti. Ora il testimone passa alla Fondazione per aiutare a vincere la staffetta più importante, quella che sembra non finire mai: la vittoria sul cancro. > LE FARMACIE VICINE A NIGUARDA CHE HANNO ADERITO AL SERVIZIO. CLICCA SU WWW.CRS.LOMBARDIA.IT PER CONSULTARE L’ELENCO COMPLETO Farmacia Bicocca, viale Suzzani, 273 Farmacia Nizza, viale Murat, 85 Farmacia Rondò Farini, piazza Maciachini, 24 Farmacia Scevola, viale Fulvio Testi, 74 Farmacia Suzzani SNC, viale Suzzani,18 > COME DONARE Per conoscere le modalità di donazione è possibile: - chiamare il numero 02 6444.2291 - lun-ven, 8.30 - 16.00 - visitare il sito www.ocgo.org > COSA POTETE PRENOTARE ATTUALMENTE > LA SINDROME DELLA MORTE IMPROVVISA ...continua dalla prima Ecco alcuni consigli utili per il sonno del bambino dell’Associazione Semi per la SIDS (www.sidsitalia.it) e che riducono il rischio di SIDS di circa il 50%: - mettete il vostro bambino a dormire a pancia in su, almeno nei primi sei mesi di vita; - non fumate se avete intenzione di avere un figlio e in nessun caso in gravidanza e durante l’allattamento. Inoltre non esponete il vostro piccolo al fumo; - non coprite il bambino con troppi vestiti e non copritegli il capo; - non avvolgetelo in troppe coperte; - mantenete il riscaldamento della stanza non superiore ai 20° C. Visita chirurgica generale (prima visita) Visita endocrinologica (prima visita) Visita otorinolaringoiatrica (prima visita) Visita pneumologica (prima visita) Visita ginecologica (prima visita) RX torace ortopanoramica arcate dentarie (ortopantomografia) Visita chirurgica toracica (prima visita) Visita diabetologica (prima visita) Visita proctologica (prima visita) > PER INFORMAZIONI Pediatria - tel. 02 6444.2432 lun-ven, 8.30 - 16.15 [email protected] > FARMACI Nimesulide: fa male al fegato? In Irlanda ritirato dal commercio. Sentiamo l’esperto “Dolori mestruali? Mal di testa? Mal di denti? Nimesulide è la risposta.” Sembra quasi una pubblicità ma in molti casi è realtà. Infatti la nimesulide è una delle sostanze in assoluto più utilizzate in Italia e il suo nome per moltissimi è la soluzione a questi problemi. In realtà è un anti-infiammatorio (FANS) e come tale, se consumato in eccesso, cosa purtroppo molto comune, può provocare danni al fegato anche molto gravi. Per questo, alcuni paesi del nord Europa ne hanno vietato il commercio. Ma come stanno le cose? “Nel mio reparto abbiamo rivalutato questo problema – sostiene Giovambattista Pinzello, direttore dell’Epatologia e Gastroenterologia di Niguarda - e posso dire che nel corso degli ultimi sei anni 27 persone sono state ricoverate per un’ epatite da farmaci, 3 sono state anche trapiantate per questo problema e 11 di queste persone sono state ricoverate per un’epatite da FANS, da Nimesulide”. Se preso secondo le dosi consigliate, il nimesulide è dannoso per il fegato? “Il nimesulide ha un profilo di maggiore epatotossicità rispetto agli altri anti infiammatori anche se si tratta di reazioni molto rare. E’ consigliabile non superare i 200mg al giorno”. Sulla epatotossicità della nimesulide e dei FANS si duscute da tempo. Senza provocare allarmi esagerati è importante sapere che sono tantissimi i farmaci con effetti collaterali seri e che il fatto che siano molte le persone a consumarli non li rende innocui. Attenzione quindi: usare solo se strettamente necessario, in assenza di controindicazioni, senza superare le dosi consigliate e, soprattutto, consultare il proprio medico. Per maggiori informazioni sul servizio regionale, clicca su www.crs.lombardia.it numero verde 800.030.606 LA VISITA DEL PRESIDENTE FORMIGONI ...continua dalla prima ...E lo abbiamo fatto nel pieno rispetto del valore artistico e architettonico del luogo, universalmente riconosciuto come grande esempio di architettura sanitaria razionalista e per questo motivo sottoposto a tutela. Questa grande opera - ha aggiunto il Presidente Formigoni - permetterà di superare gli attuali limiti strutturali, creando una accoglienza migliore e un maggiore comfort alberghiero per le tantissime persone che qui vengono a farsi curare, ma anche migliori condizioni di lavoro, una maggiore razionalità nella logistica e nelle scelte tecnologiche in vista di un più alto livello di efficienza gestionale.” “Tra soli due anni, con il termine dei lavori della prima fase - ha spiegato il Direttore Generale Pasquale Cannatelli - saremo in grado di offrire ai pazienti un’assistenza sanitaria ancor più d’eccellenza in tutta una serie di specialità.” E alla conclusione del giro dei cantieri il Presidente ha definito eccezionale l’opera, un esempio del successo del modello lombardo, che si inserisce nel piano di grandi investimenti, da tempo perseguita dalle strutture sanitarie pubbliche in corso da un decennio in Lombardia, con la realizzazione di nuovi ospedali d’avanguardia, la radicale riqualificazione di altri e l’adeguamento dei restanti ai nuovi standard qualitativi richiesti. Il Giornale di Niguarda 4 > IN BICI PER L’EUROPA > IN BREVE Vai col “riscio”: da Monaco a Genova. Tappa a Niguarda Nuovi orari in Villa Marelli Cambio di orari al Centro di Pneumotisiologia di Villa Marelli: per le prestazioni senza obbligo di appuntamento, visite pneumologiche con eventuali radiografie al torace, presentarsi allo sportello dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 10.00. Per Intradermoreazione – Test Mantoux i giorni sono il lunedì e il martedì, dalle 13.30 alle 14.30. Ecco invece gli aggiornamenti per le prestazioni con obbligo di appuntamento: per le visite e i test per allergie respiratorie, funzionalità respiratoria e radiografie al torace l’appuntamento si può fissare al 02 6444.5867, dalle 14.00 alle 15.30 oppure presentarsi allo sportello dalle 8.00 alle 15.15. Porte aperte ai cervelloni Il 18 ottobre alle 9.30, nell’aula Magna di Niguarda, ci sarà il primo incontro dedicato al mondo dell’Università, in particolare ai corsi di laurea scientifici. L’obiettivo consiste nel dare un’idea sulle professionalità e sulle prospettive che le lauree come quella in matematica, fisica, informatica e ingegneria possono offrire all’interno di una struttura ospedaliera. Tutti possono partecipare. L’ingresso è gratuito ma è gradita l’iscrizione che può essere effettuata sul nostro sito www.ospedaleniguarda.it. Abbonarsi al Giornale di Niguarda? Per ricevere gratuitamente il nostro periodico a casa vostra, basta comunicarci il vostro indirizzo di casa alla e-mail [email protected] oppure al numero di telefono 02 6444.2562, lun-ven, dalle 9.00 alle 16.30. Da Monaco di Baviera a Genova con un riscio, una bici a tre ruote che trasporta la gente a mo’ di taxi. A Monaco è già una moda e uno degli autisti, Rocco Marvaso (nella foto), ha deciso di intraprendere questo viaggio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nostra responsabilità nel consumo energetico. L’iniziativa si chiama “Felicità a basso consumo” e il 24 agosto ha visto partire l’intrepido autista sul suo simpatico veicolo ed attraversare l’Europa per giungere a Genova il 15 settembre. Il 10 settembre ha fatto sosta a Milano e ha visitato Niguarda, l’ospedale dove è stata salvata la vita al cugino. “Voglio lanciare un sassolino nella direzione della conversione dei centri cittadini al solo traffico pulito – sostiene il ciclista - (…) e magari convincere qualcuno a convertirsi dall’auto al riscio, un veicolo che non consuma alcun combustibile fossile e che produce gratuitamente felicità e benessere”. > CHIRURGIA Calcoli alla colecisti: una chirurgia senza cicatrici La paziente: “Un grande intervento senza neppure un punto” Una chirurgia che non lascia segni, che tiene conto dell’aspetto emotivo e psicologico del paziente e che risponde alle esigenze estetiche che la società contemporanea impone. Nessun punto, nessuna ferita da medicare: una chirurgia senza cicatrici. Fino a qualche anno fa tutto questo sembrava un’utopia. Oggi, invece, è tutto vero: a Niguarda, tutto è iniziato a luglio, quando è stato eseguito con successo il quarto intervento al mondo di colecistectomia per via trans-vaginale in una donna affetta da coliche biliari dovute a calcoli della colecisti. In pratica, anziché intervenire aprendo la parete addominale con il bisturi, si inserisce uno speciale endoscopio flessibile attraverso lo stomaco o la vagina e si utilizzano strumenti minuscoli che permettono di intervenire e di rimuovere la colecisti colpita dai calcoli biliari. Niente più tagli, niente più disagi in costume da bagno. L’intervento è stato condotto da Raffaele Pugliese, direttore della Chirurgia 1 e Videolaparoscopia di Niguarda, affiancato da un’ équipe multidisciplinare di ginecologi e chirurghi, tra i quali Antonello Forgione, ora parte della squadra di Pugliese e proveniente dal Centro di Ricerca IRCAD di Strasburgo, dove per la prima volta è stato eseguito questo intervento da Jacques Marescaux. Per minimizzare il rischio di qualsiasi inconveniente al momento dell’operazione il team si è avvalso delle avanzate tecnologie diagnostiche di immagine disponibili nel nostro ospedale. “I vantaggi di questa tecnica – ci spiega Pugliese – sono rappresentati da ottimi risultati funzionali ed estetici e da un minimo trauma anche psicologico per il paziente legato all’assenza di cicatrici”. La tecnica utilizzata si chiama N.O.T.E.S., Natural Orifice Transluminal Endoscopic Surgery, e permette di rispettare gli stessi tempi chirurgici dell’intervento tradizionale utilizzando solo le vie naturali offerte dal corpo umano: “In questo caso – continua Pugliese la strada naturale è fare una piccola incisione nella parete posteriore della vagina, attraverso questo si entra nella cavità peritoneale”. E quali sono i risultati? Chi meglio della paziente operata può rispondere a questa domanda: “Devo dire che il dolore di una colica è esagerato. Subito dopo l’operazione non ho avuto nessun tipo di dolore. Un grande intervento senza neppure un punto”. Visto il successo dell’operazione i nostri specialisti hanno continuato a utilizzare questa tecnica e hanno eseguito altri due interventi. Questo colloca Niguarda tra gli ospedali con una casistica tra le più ampie d’Europa. quando per la Radioterapia e la Neurochirurgia entrerà in funzione il più recente modello “Perfexion” estensione Leksell della Gamma Knife, uno strumento fortemente innovativo per la radiochirurgia del sistema nervoso che potrà dare un importante contributo per il trattamento dei processi degenerativi o tumorali cerebrali. Ci caratterizza, in quest’ambito, una tendenza a dotare il nostro ospedale di nuove tecnologie che si traducono nella possibilità di formulare diagnosi sempre più precise e cure sempre più efficaci e sicure nel campo oncologico. A dicembre verrà inaugurato un nuovo Centro Clinico gestito dalla Fondazione Serena, il Centro NEMO, una struttura di riferimento per la cura e la prevenzione di malattie neuromuscolari come la distrofia muscolare e la sclerosi laterale amiotrofica. Il centro nasce da una collaborazione tra Niguarda, UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), Fondazione Telethon e AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Amiotrofica). Entro l’anno verrà avviato l’Hospice per malati terminali realizzato presso l’ex Ospedale Paolo Pini. L’Hospice di Niguarda accoglierà, con una équipe specializzata ed ogni confort alberghiero, fino a 15 pazienti con i loro famigliari, con la possibilità di effettuare anche ricoveri di sollievo, day hospice e cure domiciliari. Le realizzazioni di cui ho riportato sono parte integrante del grande progetto di riqualificazione del Niguarda iniziato in questi anni e che raggiungerà la sua massima espressione alla fine dei lavori che stanno interessando il nostro ospedale; queste realizzazioni sono il risultato dell’impegno di quanti mettono nel loro lavoro professionalità, passione e competenza. Sono il riconoscimento e l’investimento della Giunta Regionale per il rilancio del Niguarda, di un ospedale pubblico a favore della gente. Ancora una volta, grazie. Pasquale Cannatelli > EDITORIALE ...Al secondo piano del padiglione Antonini Rossini, è stata realizzata una struttura a misura di bambino molto moderna ed accogliente. Per questo, dobbiamo dire grazie anche ai volontari di Fondazione ABIO Italia Onlus e a Mediafriends per il loro prezioso sostegno, anche economico, per l’arredo dei locali e per le attrezzature fornite. A novembre verrà completato l’aggiornamento della Radioterapia, iniziato già dal mese di gennaio e completata nel mese di giugno, il reparto è stato dotato di 2 nuovi acceleratori lineari, apparecchiature per la Radioterapia Adattativa 4D guidata da immagini, tra le prime del genere in Europa. Così, con un totale di 4 acceleratori, il nostro Ospedale ha aperto nuove prospettive alla radioterapia clinica di grande precisione per la cura dei tumori ed ha incrementato l’offerta di servizi qualificati in un settore così importante e con criticità nelle liste d’attesa. Ma mancava ancora qualcosa; ecco, dunque, che l’ aggiornamento si completerà a novembre Raffaele Pugliese parla con la paziente ...CONTINUA DALLA PRIMA 5 Il Giornale di Niguarda > CHIRURGIA Enfisema polmonare: c’è aria di speranza Spunta l’alternativa endoscopica Non ci si può affidare solo al trapianto, specialmente quando ci sono pochi donatori e il tempo proprio non c’è. È il caso dell’enfisema polmonare. È una malattia cronica, irreversibile ed invalidante, che impedisce una respirazione corretta e che peggiora la qualità della vita. È un problema dovuto alla degenerazione delle fibre elastiche del polmone che ostacola una corretta fuoriuscita (espirazione) dell’aria che, intrappolata all’interno, danneggia gli alveoli. Il 20% dei malati è rappresentato da persone con più di 65 anni, la maggior parte uomini. La medicina interviene obbligando la cessazione del fumo, utilizzando broncodilatatori e steroidi fino all’introduzione dell’ossigenoterapia che diventa indispensabile. La chirurgia non ha ancora dato risultati apprezzabili. Solo la tecnica di Lung Volume Reduction Surgery (L.V.R.S.) sembra offrire speranze ma le complicanze a lungo termine e la mortalità sono ancora un problema. Il trapianto, dunque, è ancora una scelta obbligata. Ma trapianto vuol dire attesa di mesi o anni, tempo che molte persone non hanno. Occorrono dunque, strategie alternative. Una di queste è l’endoscopia e l’utilizzo di valvole endobronchiali (vedi foto) che hanno il compito di controllare il flusso dell’aria. In pratica, la valvola permette la fuoriuscita dell’aria (espirazione) dal segmento polmonare isolato e ne impedisce l’ingresso durante l’inspirazione. In questo modo, a mano a mano che si respira, la quantità di aria all’interno della parte di polmone trattata diminuisce (pneumoriduzione). “La procedura viene effettuata in camera operatoria in anestesia generale e in ventilazione spontanea assistita – sostiene Massimo Torre, direttore della Chirurgia Endoscopica del Torace - il successo dell’intervento necessita di una stretta collaborazione tra chirurgo operatore e anestesista che tiene addormentato il paziente in condizioni davvero delicate. In un’unica seduta è possibile impiantare più valvole e, in seguito a malfunzionamento, eventualmente, la valvola può essere rimossa facilmente e in qualsiasi momento. Il vantaggio è l’incremento del VEMS (il volume d’aria espulsa al primo secondo – n.d.r.) e dunque della qualità della vita, per non parlare del tempo che viene regalato al paziente in attesa di trapianto”. Proprio l’équipe di Massimo Torre, a Niguarda, per la prima volta nella nostra regione, ha operato un paziente di 56 anni affetto da enfisema polmonare grave e da tumore al polmone al primo stadio. Al paziente sono state applicate due valvole e già dalla prima giornata post-operatoria i miglioramenti nella capacità di espirazione sono stati evidenti sia soggettivamente che clinicamente con un incremento del VEMS di circa il 10% In tutto il mondo sono stati trattati circa 40 pazienti con la tecnica endoscopica e Niguarda è tra i primi centri in Europa ad utilizzare questa nuova procedura. I risultati a breve termine sono davvero significativi, dunque, anche se per l’effettiva valutazione del potenziale terapeutico di questa tecnica è necessaria un’analisi a lungo termine con uno studio che coinvolga altri centri. Ma per ora, per rimanere in tema, c’è aria di speranza. > PER INFORMAZIONI Chirurgia Endoscopica del Torace Tel. 02 6444.3664 lun-ven, 8.00-15.40 A cura di Mario Ravini, Direttore della Chirurgia Toracica L’utilizzo delle valvole endobronchiali apre nuove prospettive nel trattamento di quei pazienti che per età avanzata o per la coesistenza di patologie associate non può beneficiare del trapianto polmonare o della chirurgia di riduzione del volume polmonare (L.V.R.S.). Ma non soltanto per questi; infatti un editoriale recentemente comparso su Chest (gennaio 2007), forse la più autorevole rivista internazionale sulle malattie del torace, riporta risultati promettenti ottenuti nel trattamento di una complicanza nel trapianto monopolmonare per enfisema. Infatti il buon esito del trapianto può venire compromesso dalla iperdistensione del polmone nativo, cioè quello non trapiantato, che di solito è sostenuta dal progredire della malattia di base (enfisema) associata o meno alla presenza di una patologia bollosa. In questa situazione il polmone trapiantato viene per così dire “schiacciato” da quello nativo, con serie ripercussioni sul suo corretto funzionamento. In tali casi la tradizionale riduzione di volume chirurgica è stata proposta ed effettuata con successo, ma con un margine di rischio decisamente elevato. L’impiego delle valvole endobronchiali può rappresentare una soluzione alternativa molto valida, soprattutto perché di facile applicazione e con rischio molto contenuto. La disponibilità di questo dispositivo può aiutare a risolvere situazioni a volte critiche in pazienti delicati quali sono i trapiantati di polmone. > PIANO URBANO PER LA SALUTE MENTALE Psichiatria in immagini, video e parole Dal 23 al 25 ottobre una mostra alla Triennale con le attività artistiche del Piano Urbano Il Piano Urbano è un intervento riabilitativo indirizzato a pazienti “difficili” in cura presso i servizi psichiatrici. Ha avuto inizio nel 2003 e ha visto coinvolti più di 240 soggetti ai quali è stato offerto un percorso di cura innovativo, finalizzato a restituire al paziente la quotidianità al di fuori delle mura domestiche. I pazienti hanno avuto anche l’occasione di imparare ed esprimersi attraverso percorsi riabilitativi artistici come laboratori di fotografia e di scrittura. Dal 23 al 25 ottobre le attività del Piano Urbano saranno esposte nella mostra “Disagio Mentale e Città” presso la Triennale di Milano. Nel giorno dell’inaugurazione, alle ore 11.00, interverranno Carla De Albertis, Assessore alla Salute del Comune di Milano, Luciano Bresciani, Assessore alla Sanità Regione Lombardia, e Pasquale Cannatelli, Direttore Generale di Niguarda. > LA MOSTRA 23-24-25 ottobre 2007 Triennale di Milano - Saletta LAB viale Alemagna 6 dalle 10.30 alle 20.30 6 Il Giornale di Niguarda > EPATITE E TRAPIANTI Trapianto si, trapianto no. Niguarda: sì! Uno studio sui trapianti di fegato ed epatite C Si pensava che il trapianto di fegato nei pazienti con epatite C non fosse efficace, in parole povere, che “il gioco non valesse la candela”. Il Centro Trapianti di Fegato di Niguarda, diretto da Luciano De Carlis, dice no, non è vero! Il nostro Centro ha da poco superato i 900 trapianti e di questi circa il 40% degli interventi sono stati effettuati in pazienti con cirrosi causata dal virus dell’epatite C. Le probabilità che il nuovo fegato si reinfetti con il virus C e sviluppi nuovamente una epatite cronica sono alte. Purtroppo, oggi non ci sono ancora terapie efficaci per prevenire la re-infezione e, di conseguenza, la cirrosi. Come se ciò non bastasse, a partire dagli anni ’90 il peggioramento della sopravvivenza di questi pazienti, osservata in alcuni prestigiosi centri di trapianto, aveva sollevato molti dubbi. A quel punto la domanda era: “è opportuno continuare a trapiantare i pazienti con cirrosi causata da virus da epatite C?” Qui Niguarda gioca un ruolo chiave. Recentemente sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Liver Transplantation due importanti lavori che hanno consentito di gettare nuova luce sull’argomento. Il primo proviene da Baltimora e ha analizzato i dati della maggiore organizzazione americana nella fornitura di organi, UNOS, relativi a 5.000 persone trapiantate tra il 1991 e il 2001. Ebbene, i dati affermano che i risultati dei trapianti non sono affatto peggiorati nel corso degli anni. Ma non è finita. Il secondo lavoro, coordinato a Niguarda da Luca Belli e Giovambattista Pinzello, rispettivamente Responsabile della Liver Unit e Direttore dell’Epatologia e Gastroenterologia di Niguarda, analizzando la casistica del nostro centro trapianti e quella del centro trapianti di Padova e del Royal Free Hospital di Londra, ha fatto anche di meglio. Ecco i risultati emersi dal lavoro: - la sopravvivenza dei pazienti presenta una tendenza al > RICONOSCIMENTI miglioramento negli ultimi anni; - la possibilità che il nuovo fegato trapiantato venga re-infettato da epatite C e che si sviluppi una cirrosi è rimasta sostanzialmente invariata nel corso degli anni ‘90; - trapiantare un fegato proveniente da un donatore anziano (per esempio, maggiore di 60 anni) ad una donna anziché ad un uomo sembra essere sfavorevole: il rischio di contrarre nuovamente la cirrosi è circa il doppio nel ricevente femminile. Questo dato, se riconfermato potrebbe cambiare la strategia di assegnazione degli organi nei pazienti in lista trapianto per una cirrosi da virus C. Sembra, dunque, che i trapianti di fegato per epatite C vadano ancora praticati. D’altronde, dicerie e congetture non possono avere la meglio sugli studi e sui dati. > EPATITE E TRAPIANTI Epatologia e Gastroenterologia Tel. 02 6444.2396 lun-ven, 8.00-13.00/14.00-15.30 [email protected] [email protected] > NUOVI CENTRI Un premio per chi ha fegato NEMO: un riferimento per la distrofia muscolare Al Congresso Internazionale I.A.S.G.O. premiato Luciano De Carlis A dicembre nasce un nuovo centro clinico a Niguarda Che a Niguarda ci fosse un ottimo reparto per i trapianti di fegato lo si sapeva già e il fatto che sia stato anche premiato Luciano De Carlis, il responsabile, primo in Italia a eseguire un trapianto da donatore vivente in un paziente adulto a Niguarda, non è affatto una sorpresa. Era solo questione di tempo e, infatti, il premio è arrivato. Stiamo parlando del Congresso Internazionale della International Society of Surgeons Gastroenterologists and Oncologists (I.A.S.G.O.) che ha premiato, con una targa d’oro, alcuni specialisti che si sono distinti nel trattamento di patologie oncologiche e del tratto gastroenterico. Così, accanto a nomi illustri della chirurgia mondiale, a settembre c’era anche il nostro dottor De Carlis. “È stato un grandissimo onore – dice De Carlis ricevere tale premio di fronte a una platea così qualificata e insieme a grandi nomi della chirurgia mondiale. Penso che questo riconoscimento sia di grande valore non solo per me ma soprattutto per Niguarda che, grazie all’intensa collaborazione dei colleghi chirurghi, epatologi, anestesisti e di tutto il personale infermieristico, ha consentito il raggiungimento di qualità professionali estremamente elevate”. Curare le malattie neuromuscolari come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), creare un punto di riferimento capace di rispondere a bisogni e aspettative diversi; tutti aspetti che convergeranno verso un progetto ben preciso: si chiama N.E.M.O. (Neuro Muscolar Omnicentre), un nuovo centro clinico di Niguarda. Il centro, gestito da Fondazione Serena, nasce dalla collaborazione tra UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), Fondazione Telethon, AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Amiotrofica) e Niguarda. A due mesi dall’apertura 3 sono gli obiettivi principali: - promuovere terapie cliniche e riabilitative per migliorare la qualità della vita delle persone affette da patologie neuro muscolari, con interventi efficaci a limitare i danni causati dalla progressiva immobilità; - prevenire le stesse malattie, grazie alla consulenza genetica e l’ identificazione dei portatori sani di tali patologie; -promuovere la corretta informazione verso il pubblico e favorire la giusta formazione agli addetti ai lavori. Per maggiori dettagli vi invitiamo a leggere il prossimo numero. 7 Il Giornale di Niguarda > VOLONTARIATO > NEUROLOGIA Sentirsi liberi con l’epilessia Unione Samaritana Una ricerca e un progetto per i pazienti più piccoli 60 anni di amore per il prossimo 16 paesi nel mondo e più di 1.000 tra bambini e adolescenti dai 2 ai 19 anni (237 le persone intervistate solo in Italia) uniti da uno scopo comune: capire l’epilessia e guardarla dal punto di vista del piccolo paziente, dei genitori e di chi presta assistenza. Tutto questo è “Future in Mind”, una indagine educativa dell’International Bureau for Epilepsy (IBE) con il patrocinio di UCB Pharma. L’iniziativa è nata nel maggio del 2005 per renderci tutti più consapevoli delle conseguenze causate dall’epilessia in età pediatrica. Questo disturbo infatti, pur essendo tra i più comuni nei bambini e nei giovani, sembra non potersi scrollare di dosso la disinformazione che spesso colpisce proprio i nuclei sociali in cui cresce il piccolo paziente: la famiglia e la scuola. “Mi preoccupo di quello che i miei compagni possono pensare nel caso io abbia una crisi, perché le crisi possono far paura.” E ancora: “L’epilessia mi ha fatto perdere molti giorni di scuola, ma non voglio che mi impedisca di fare le cose.” Ecco che nelle parole dei bambini spicca la prima problematica: malinformazione, superstizione. Sembra incredibile, ma sono ancora queste le prime cause del disagio e dell’emarginazione che perseguitano chi soffre di epilessia. Pochi infatti sanno che cosa significhi vivere con la paura della crisi; o come sia difficile concentrarsi quando si assumono farmaci antiepilettici; o quanto sia complicato avvicinarsi a un’amicizia e un rapporto speciale quando si ha paura che gli altri vedano la tua malattia. Per non parlare del futuro, il timore più grande. Potrò fare l’università? Viaggiare? Avere un impiego di responsabilità? Si, si e si. Ma molti non lo sanno, poiché i genitori e gli stessi educatori non sono stati adeguatamente informati. Future in Mind ha voluto mettere in luce l’obiettivo primario nella gestione dell’epilessia: assicurare che i bambini siano il più possibile liberi dalle crisi e minimizzare gli effetti collaterali del trattamento. > LE DOMANDE ALLO SPECIALISTA Risponde Stefania Meregalli, Neurofisiopatologa. > L’epilessia può intervenire sulle capacità di apprendimento? Ci sono diverse variabili che possono condizionare in senso negativo le funzioni cognitive del bambino affetto da epilessia, e di conseguenza le sue capacità di apprendimento: il tipo di epilessia, la presenza di eventuali lesioni cerebrali, l’età di esordio delle crisi e la frequenza delle stesse, la localizzazione della zona epilettogena, la terapia farmacologica, la presenza di anomalie intercritiche o in sonno... > Il trattamento con farmaci antiepilettici può garantire al bambino una vita scolastica più serena? Sicuramente il controllo delle crisi che si mira ad ottenere con l’utilizzo di farmaci antiepilettici è un fattore determinante per una buona “performance” scolastica, sia dal punto di vista cognitivo che relazionale. D’altra parte gli antiepilettici possono di per sé indurre effetti collaterali anche sul versante neuropsicologico (da disturbi di attenzione e concentrazione, a deficit più specifici ad es. della memoria o della denominazione...) > I farmaci di nuova generazione riducono la possibilità di avere effetti collaterali? Nessun farmaco di vecchia o nuova generazione è del tutto esente da effetti in ambito cognitivo; da questo punto di vista, però, i nuovi farmaci risultano meno penalizzanti rispetto, ad esempio, al barbiturico, per il quale esiste oramai un’ampia letteratura che descrive gli effetti negativi sullo sviluppo cognitivo (è stato un italiano, il fu Prof. F. Viani, a far emergere a livello internazionale questa problematica). FREEDOM IN MIND Un concorso artistico per chi è affetto da epilessia Freedom in Mind è un progetto IBE che permette a chi è affetto da epilessia di comunicare la propria idea di “libertà dalle crisi” attraverso l’espressione artistica. Può partecipare chiunque abbia realizzato un lavoro artistico originale sotto qualsiasi forma (disegno, fotografia, poesia, racconto…), senza limitazioni di età o confine. L’opera dovrà essere accompagnata da una descrizione del modo in cui l’artista ha affrontato il tema della libertà dalle crisi, dal titolo dell’opera e da un desiderio per il futuro. Le opere selezionate saranno incluse in mostre multimediali intitolate “Freedom in Mind Experience” e saranno esposte nel corso del 2008 in vari congressi medici internazionali. Il modulo per la partecipazione si può trovare presso lo studio medico di neurologi, neuropsichiatri o pediatri che si occupano espressamente di diagnosi e terapia dell’epilessia. Termine ultimo, 31 dicembre 2007. www.freedominmind.com “Il sacerdote e il levita passarono altre (…) Il Samaritano si fermò e si prese cura di lui”. È la parabola del Samaritano, raccontata da Gesù e citata nel Vangelo di Luca. Oggi, rappresenta lo spirito dell’Associazione “Unione Samaritana”, un gruppo di persone che si è messo al servizio del prossimo, di chi chiede aiuto, di chi vive in condizioni di sofferenza a causa di una malattia. Era il 1947 quando la seconda guerra mondiale, appena conclusa, riempiva gli ospedali di ammalati. Così, la “Casa Grande”, il nostro ospedale, è stato il terreno in cui piantare il primo seme che è diventato l’ albero robusto e frondoso che oggi è l’Unione Samaritana, la dimostrazione che l’indifferenza può essere sconfitta. Sono passati sessant’anni e l’Associazione è ancora presente a Niguarda con circa 190 volontari in 14 reparti. Nel corso degli anni le forme di solidarietà dell’Associazione sono state diverse proprio perché nascevano come risposta a bisogni in continua evoluzione. Nel lontano ‘47 i volontari portavano ai bisognosi, oltre alla loro disponibilità di ascolto e conforto, anche qualche biscotto, zucchero e indumenti: erano quelli i bisogni di allora. Col tempo, per gli ammalati soli, sempre più numerosi, si è organizzato un servizio di lavanderia e per i parenti dei pazienti provenienti da altre regioni è stata realizzata la “casa dell’ospitalità”. Ma l’Unione Samaritana non opera solo a Niguarda. Il nostro ospedale è la radice di una realtà che conta ormai 10 Nuclei in cui operano circa 1.000 volontari, angeli che si caratterizzano per attenzione, calore umano, ascolto e comprensione, discrezione, umiltà, rispetto, pazienza e perseveranza. L’Associazione quest’anno ha festeggiato il 60esimo anno di attività. Il 6 ottobre presso l’Aula Magna di Niguarda si è tenuto il concerto di Alois & James Sextet (nella foto) che hanno interpretato i più famosi brani di Nino Rota, Ennio Morricone, George Gershwin e Astor Piazzola. Sono stati inoltre distribuiti degli “attestati di fedeltà” ai volontari in servizio da 5, 10, 15 e 20 anni. “Ciò che a volte può apparire scontato, banale o insignificante – commenta Luigi Venturini, Presidente dell’Associazione - è, invece, un dono di inestimabile valore per chi è solo o nel dolore”. Poi lancia un appello: “Se vuoi sperimentare anche tu quanto sia prezioso e gradito il dono di sé e del proprio tempo a chi soffre, associati a noi, diventa un Samaritano.” Dunque, come si fa sempre in questi casi, tanti auguri all’Unione Samaritana: mille di questi giorni, ma soprattutto, GRAZIE. 8 NIGUARDA NOI Il Giornale di Niguarda > FLASH Una donazione contro i tumori Mediaset a Niguarda Pasquale Cannatelli, Direttore Generale di Niguarda, ha incontrato il Presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, in occasione di una donazione del colosso televisivo al nostro ospedale. Il gesto è finalizzato a istituire un contratto per Serena Conforti, diventata ora una specialista del nostro ospedale presso la Chirurgia Endoscopica del Torace, diretta da Massimo Torre. La donazione è stata indirizzata alla ricerca e alla cura dei tumori del torace ed è stata dedicata alla memoria di Carlo Bernasconi, esponente di Mediaset, venuto a mancare nel 2001. da sinistra: Pasquale Cannatelli, Serena Conforti e Fedele Confalonieri > NEURO-UROLOGIA Il Centro Zanollo di Niguarda Trattamenti d’avanguardia per i pazienti mielolesi Alberto Zanollo, considerato il pioniere della neurourologia italiana, scomparso 6 anni fa, ha iniziato la sua formazione professionale proprio a Niguarda. Nel nostro ospedale, con il quale ha collaborato dal 1958 al 1970, ha maturato il suo interesse per i pazienti con lesione midollare, che in passato avevano un’alta mortalità e morbilità (problemi a lungo termine), per le disfunzioni dell’apparato urinario in seguito alla para e alla tetraplegia. Zanollo è stato primario dell’Ospedale di Magenta (1970) e in seguito ha fondato la sezione neurolesi a rischio urologico, coordinando,dal 1990, la prima Unità Spinale Integrata della Regione Lombardia. Dal settembre 2004, l’Unità Spinale Unipolare di Niguarda, diretta da Tiziana Redaelli, ha attivato, con l’arrivo di Michele Spinelli (allievo di Zanollo), un Centro di Studio e Trattamento per la Vescica Neurogena e per le disfunzioni dell’area sacrale. Il Centro in tre anni ha curato oltre 1.000 pazienti offrendo trattamenti d’avanguardia per le disfunzioni vescicali e sessuali dovute a lesione midollare e neuropatie in genere. Si distingue per la sua attività di training a livello nazionale e internazionale nel campo della stimolazione delle radici sacrali a mezzo di “pacemaker vescicali” e come promotore di studi per la ricerca di soluzioni innovative nel trattamento della vescica neurogena. A 6 anni dalla scomparsa di Alberto Zanollo, Niguarda ha voluto far conoscere queste attività e dedicare il centro alla sua memoria. Così, il 20 settembre è stata dedicata una targa (vedi foto) in memoria del luminare e si è ribadito l’impegno del nostro ospedale nel migliorare continuamente le tecniche per il trattamento di pazienti con lesione midollare. È stato ricordato anche Clay Regazzoni, campione del volante che, per anni, ha sostenuto la ricerca nel campo della neurourologia supportando l’attività del Centro consentendo, così, l’arrivo di nuovi specialisti e l’acquisto di importanti strumenti diagnostici e terapeutici. > PER INFORMAZIONI Unità Spinale Unipolare Tel. 02 6444.3898 lun-ven, 8.00-15.00 [email protected] > LAVORO E TECNOLOGIA Il lavoro nobilita, ma a volte debilita Le nuove malattie da ufficio Oggi si lavora in ufficio. La maggior parte di noi, quindi, non fa i conti con gli odori sgradevoli della fabbrica, con il freddo, non rischia la vita nelle catene di montaggio. I problemi, però, non sono finiti. Ci sono malattie nuove con cui fare i conti. Se prima i problemi erano alla schiena, ora sono agli arti superiori e alla vista; se prima si soffriva per allergie o decibel troppo alti, ora il disturbo più diffuso è lo stress, imputabile anche all’utilizzo eccessivo del computer. Quest’ultimo colpisce anche la nostra vista: l’astenopia,ad esempio, una malattia legata all’uso del monitor che si manifesta con l’affaticamento e l’eccessiva lacrimazione degli occhi. Per le malattie degli arti superiori, il nostro medico, Bruno Bono, che si occupa di patologia della mano in Day Surgery ortopedica, afferma: “Le malattie professionali, come la sindrome del tunnel carpale ed ulnare causano formicolii, dolore e riducono la sensibilità o la forza della mano. In altri casi le infiammazioni dei tendini provocano dolore e possono colpire spalla, gomito, mano e polso. Queste malattie sono causate dalla esecuzione di gesti ripetitivi in posizioni obbligate”. Come prevenire, dunque? L’ergonomia della postazione di lavoro e la disposizione degli strumenti (tastiera, mouse, monitor, ecc.) sono fondamentali e devono essere studiate sia in base alla posizione del nostro corpo che all’illuminazione naturale e artificiale. Le apparecchiature da ufficio presenti sul mercato sono studiate a proposito. Quindi, un po’ di buon senso, può aiutarci a stare lontani dal medico e ad evitare cure, spesso, impegnative. Ma dove non arriva il buon senso, occorre la legge. “Dall’introduzione del D.lgs 626 del 1994, aggiornato dalla legge Comunitaria 422/2000, Niguarda si è adeguato alle norme previste. Siamo stati i primi in Italia a tenere un corso sulla sua applicazione nelle strutture sanitarie. Era il 1995. Alcune centinaia di lavoratori sono stati formati e si sottopongono a sorveglianza sanitaria. Con l’introduzione del Decreto, per esempio, sono state definite “videoterminalisti” le persone che lavorano davanti a un monitor per venti ore settimanali e per le quali è previsto l’obbligo di sottoporsi a sorveglianza sanitaria periodica”, così afferma Gianpaolo Micheloni, Responsabile del Servizio di Medicina e Sorveglianza Sanitaria dei Lavoratori. Inoltre, Micheloni ci ha fornito alcune regole di buon senso per una prevenzione intelligente (Box in basso). Quindi, a quanto pare, non è solo il capo ufficio ad esigere che si lavori al meglio. Anzi, l’imperativo sta proprio nell’aver cura per la prima cassetta degli attrezzi necessaria al nostro lavoro (ma non solo): il nostro corpo. > ALCUNE REGOLE DI BUON SENSO - Dotarsi di un sedile stabile, regolabile sia in altezza che in inclinazione; - Mai appoggiare il monitor sopra il computer (l’inclinazione deve essere leggermente verso il basso); - Posizionare il monitor in modo che l’illuminazione (artificiale o naturale) non provochi riflessi. In alternativa utilizzare tende schermanti; - Quando si ricopia un testo assicurarsi che il foglio sia posizionato su un mini leggio e che stia accanto al monitor in modo da evitare troppi movimenti del collo; - Posizionare la tastiera ad almeno 15 cm dal bordo della scrivania in modo da poter appoggiare l’avambraccio e non stancare le spalle. 9 > FORMARSI IN OSPEDALE I corsi MCQ - Qualità di ottobre, novembre e dicembre 25 ottobre – Gestione della cartella clinica, dalla certificazione ISO9000 agli standard Joint Commission 07 novembre – RCA – Strumenti di analisi reattiva 14/15 novembre – Strumenti per la prevenzione dell’errore in ambito farmacologico: la farmacovigilanza 11/12/13 dicembre – Strumenti di gestione per la qualità – modulo avanzato > PER INFORMAZIONI Servizio Qualità – M.C.Q. tel. 02 6444.2866/2967 - lun-ven, 8.00-16.00 [email protected] > FORMAZIONE > COLLABORAZIONI Sclerodermia: un’alleanza sulla bocca di tutti Tariffe agevolate per gli iscritti al G.I.L.S. 14 settembre, una data importante per chi soffre di Sclerodermia. Niguarda ha deciso di compiere un passo importante per andare incontro ai pazienti tramite un Protocollo d’Intesa con il G.I.L.S (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia). A concludere l’accordo sono stati il nostro Direttore Generale, Pasquale Cannatelli, la Presidente G.I.L.S., Carla Garbagnati Crosti, e il Referente Scientifico della Dental Niguarda, Dario Perego. La collaborazione permetterà a tutti i pazienti iscritti al G.I.L.S. di sostenere visite odontostomatologiche a tariffario agevolato, lo stesso di quello applicato ai dipendenti di Niguarda. Le visite si effettuano presso i Centri Odontostomatologici del D.E.A. e di Via Ippocrate. La Sclerodermia, il cui termine significa “pelle dura”, in realtà è una malattia cronica che colpisce i piccoli vasi arteriosi e importanti organi interni ed è caratterizzata da una iperattività del sistema immunitario. Il Giornale di Niguarda NIGUARDA NOI Malattia poco conosciuta, può essere altamente invalidante e molto grave. Oggi per fortuna la progressione può essere arrestata e la diagnosi precoce è fondamentale per prevenire danni irreversibili. Una malattia che provoca altre malattie, dunque, e per quelle della bocca il nostro ospedale ha intenzione di agire concretamente. L’accordo in ambito odontostomatologico, risponde all’esigenza di curare malattie della bocca come: Xerostomia (scarsa salivazione), Microstomia (scarsa apertura della bocca), aumento della frequenza delle carie e malattie parodontali, tutte causate spesso dalla Sclerodermia e che richiedono interventi odontostomatologici frequenti e complessi da parte di specialisti. Un ulteriore esempio di come “l’unione fa la forza” e, in questo caso, è quella di chi soffre di Sclerodermia. > IL G.I.L.S.: COS’E’? Il G.I.L.S, Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia, dal ’93 si occupa di combattere questa “rara” malattia offrendo importanti servizi agli ammalati per migliorarne la qualità della vita, sensibilizza e informa l’opinione pubblica sull’importanza di una diagnosi precoce, raccoglie fondi per la Ricerca Scientifica. L’ esempio è la Giornata del Ciclamino nella quale in oltre 100 piazze italiane, a settembre, è possibile acquistare un ciclamino per sostenere la ricerca. Per qualsiasi dubbio contattate il numero verde GILS, 800.080.266. > PER INFORMAZIONI Centro Odontostomatologico DEA Tel. 02 6444.7008 - lun-sab, 8.00-19.30 Centro Odontostomatologico di Via Ippocrate (Ing. Via Besta) Tel. 02 6444.5261 - lun-sab, 8.30-16.00 Stop ai problemi con il computer Arriva il test informatico L’informatica è uno strumento importante del nostro lavoro ma a volte proprio non leghiamo con i computer che sembrano quasi un ostacolo più che un aiuto concreto. Per questo, la Direzione di Niguarda, con la Formazione e i Sistemi Informativi, ha deciso di mettere a disposizione di tutti i collaboratori un test informatico sui programmi di uso comune. Obiettivo: aiutare a raggiungere una conoscenza informatica adeguata alla mansione svolta in ospedale con sessioni di formazioni mirate. Il test è disponibile su Niguarda Net >Corsi e Convegni >Formazione Siapri. > VOLTI NOTI Grazie Milan Fondazione Milan, con la firma del suo Presidente Leonardo, grande ex giocatore, mesi fa ha donato una culla termica attrezzata alla Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale di Niguarda, diretta da Stefano Martinelli. Ma le sorprese non finiscono qui: adesso è anche venuto a trovarci niente meno che un giocatore del Milan campione del mondo, e cioè Andrea Pirlo. Il campione ha visitato sia la da sinistra: Stefano Martinelli e Andrea Pirlo Neonatologia che la Pediatria del nostro ospedale e ha portato ai bambini dei simpatici gadget della squadra campione d’Europa. Come sempre Fondazione Milan non si dimentica mai dei bambini e dimostra generosità nei confronti di chi già appena nato si trova in difficoltà. Il Giornale di Niguarda Periodico d’informazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano DIRETTORE RESPONSABILE: PASQUALE CANNATELLI Coordinatore Editoriale: Monica Cremonesi In redazione: Giovanni G. Mauri, Federico Rossi, Francesco Scarpace Marketing: Matteo Stocco Direzione e redazione: Piazza Ospedale Maggiore 3 - 20162 Milano - tel. 02 6444.2562 [email protected] Foto: Archivio Niguarda copyright Progetto grafico: Lara Angonese Stampa: S.P.A. Tipografia Sociale Viale Europa 12 - 20052 Monza Tiratura: 30.000 copie Reg. Tribunale Milano: n. 326 del 17 maggio 2006 Pubblicità: Spada Pubblicità 02.24.30.85.60- Fax 02.24.30.01.56 www.spadapubblicita.it. Pubblicato online sul sito: www.ospedaleniguarda.it 11 Il Giornale di Niguarda > OSTETRICIA Depressione post-partum Quando il lieto evento diventa un incubo È tutto splendido quando il piccolo viene alla luce: una vita che riempie altre vite, quelle di mamma e papà. Tuttavia, dopo il parto qualcosa nella mente della madre potrebbe incontrare qualche ostacolo: è il caso della depressione post partum. Ne esistono di tre i tipi: la sindrome del terzo giorno, la depressione post-natale e la psicosi puerperale. Il primo, in inglese Maternity Blues, è il più frequente. Colpisce il 70-80% delle neo mamme e si manifesta con una certa instabilità emotiva, spesso dal terzo giorno dal parto. È un fenomeno transitorio e i sintomi più importanti sono: insonnia, mancanza di energia/iperattività, iper-eccitabilità, disturbi dell’appetito, ansia, confusione, tristezza, perdita di interesse per il bambino, senso di inadeguatezza, pianto, irritabilità. Non è una malattia, ma attenzione: la solitudine, un partner non comprensivo o conflittualità familiari sono fattori di rischio per il passaggio alla depressione post-natale vera e propria. La depressione post-natale colpisce il 10-15% delle neo mamme. È un vero e proprio stato depressivo che si manifesta dalle 5 alle 8 settimane dal parto. Non si risolve da sola, va affrontata con trattamenti farmacologigi o psicoterapeutici. I sintomi, in aggiunta a quelli della sindrome del terzo giorno, sono: pianto incontrollato, attacchi di panico, forte senso di colpa e di disperazione, mancanza di forze, pensieri pessimisti, e, a volte, fantasie suicide. C’è ancora di peggio: un vero e proprio stato psicotico raro e grave è la psicosi puerperale che necessita di un intervento psichiatrico immediato. I sintomi sono confusione estrema o incoerenza, preoccupazione eccessiva per dettagli insignificanti, sospettosità, allucinazioni (soprattutto uditive, le cosiddette “voci nella testa”), agitazione. Le voci nella testa sono il campanello d’allarme, occorre intervenire subito per evitare conseguenze disastrose come il suicidio o l’infanticidio. Ma come identificare i soggetti a rischio, come prevenire e come intervenire? Ci risponde Roberto Merati, responsabile dell’Ostetricia di Niguarda: “Se la psicosi puerperale colpisce maggiormente donne con una storia familiare di schizofrenia e di psicosi maniaco depressiva, il “maternity blues” e la depressione post-natale possono colpire qualsiasi donna. Occorre, dunque, attuare una prevenzione primaria che si basa innanzitutto sulla informazione della donna e del marito. Informazione significa parlare della depressione postpartum, perchè è il primo atto per far emergere ciò che sta sotto alla punta dell’iceberg. L’informazione passa oggi attraverso i corsi di preparazione al parto dove la coppia può trovare aiuto per la comprensione del fenomeno e la soluzione. È importante che la donna sappia che ogni stato di difficoltà e di disagio dopo il parto non sono una colpa ma una condizione. Il legame espresso come sostegno da parte del marito e del contesto familiare sono i primi fattori di rapida soluzione degli stadi più semplici della depressione postpartum ed elementi di modulazione dei quadri più complessi.” > PER INFORMAZIONI Ostetricia Tel. 02 6444.2618 lun-ven, 8.00-13.00 Non dimenticate di donare il sangue. Fa bene a voi e agli altri Donare il sangue a Niguarda è semplice. Basta andare al Centro Prelievi, sportello del SIMT, dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 12.30, e comunicare i propri dati. Verrà effettuata una visita di controllo dalla quale risulterà l’eventuale idoneità. > GINECOLOGIA Tumore all’utero: pronto un vaccino Già partita la campagna di informazione Ogni anno in Italia 3.500 donne si ammalano di tumore del collo dell’utero, causato dal Papillomavirus umano (HPV) e 1.700 muoiono per questa neoplasia. È un virus molto diffuso tra gli adulti ed è in grado di infettare la cute o le mucose, in particolare degli organi genitali. I tipi virali più diffusi sono il 6, l’11, il 16 e il 18. Non tutti hanno la stessa pericolosità, inoltre hanno una capacità infettante e siti di infezione differenti. Il 6 e l’11 colpiscono prevalentemente la cute dando origine a verruche, papillomi e condilomi genitali. Il 16 e il 18 sono i più patogeni, infettano le mucose genitali e sono all’origine della maggior parte delle lesioni displasiche, considerate i precursori della neoplasia della cervice uterina, il cosiddetto tumore al collo dell’utero. In molti casi non ci sono sintomi, in altri possono esserci verruche e papillomi cutanei, condilomi e displasie genitali di basso o alto grado. In soggetti predisposti, raramente, può essere la causa di carcinomi dell’apparato genitale femminile. Ma c’è una buona notizia: è stato trovato un vaccino efficace contro i quattro ceppi virali più diffusi (6, 11, 16 e 18). A riguardo, abbiamo fatto qualche domanda ad Antonio Canino, specialista dell’Ostetricia e Ginecologia di Niguarda: Dottore, quali sono i vantaggi dell’utilizzo del nuovo vaccino? “L’utilizzo di un vaccino efficace che sia in grado di neutralizzare la capacità patogena dei ceppi virali HPV più pericolosi, porterà nel tempo a una difesa immunitaria efficace contro l’infezione del virus nella popolazione più a rischio rappresentata dalle donne sessualmente attive. Il risultato sarà una diminuzione dell’incidenza dei casi di neoplasia cervicale con il risparmio di sofferenze, spese sanitarie e sociali e di migliaia di vite nei prossimi anni”. Questo significa che le donne non dovranno più preoccuparsi? “Assolutamente no. È chiaro che l’utilizzo di un vaccino, che non protegge contro tutti i sierotipi del virus, non esime dal continuare ad utilizzare metodiche di prevenzione e diagnosi precoce che si basano sull’utilizzo del Pap Test, della colposcopia e di un’adeguata educazione sessuale”. Tutte le donne potranno essere vaccinate da subito? “No. La strategia attuale è offrire una copertura alle ragazze più giovani (11-12 anni) che permetta una immunizzazione contro i tipi virali più diffusi e più a rischio, prima di iniziare un’attività sessuale potenzialmente infettante. In questa fascia di età si sta organizzando un intervento istituzionale con strategie vaccinali che permetteranno una copertura gratuita e completa. In età successive, dove è possibile sia già avvenuto il contatto con il virus, devono essere ancora focalizzate le modalità di prescrizione e somministrazione più opportune per favorire una copertura vaccinale efficace. Ma in questi casi, la vaccinazione è volontaria e il costo a carico dell’utente”. La campagna di informazione per far conoscere i diversi aspetti di un problema che ha notevoli implicazioni mediche, sociali e relazionali è già partita e i nostri esperti Antonio Canino e Marcello Gambacorta, direttore dell’Anatomia Istologia Patologica e Citogenetica di Niguarda, saranno i relatori di quattro incontri organizzati per discutere del problema. Due si sono già tenuti e altri 2 incontri si terranno il 18 e il 25 ottobre. La prevenzione esige conoscenza e, come recitava un vecchio spot, “prevenire è meglio che curare”. > CALENDARIO DEI PROSSIMI INCONTRI A MILANO 18 ottobre - ore 21.00 - Parrocchia S. Ildefonso Piazza Damiano Chiesa 25 ottobre - ore 21.00 - Teatro Rosetum Via Pisanello 1 12 Il Giornale di Niguarda > CULTURA E SALUTE > 13 E 14 OTTOBRE M.A.P.P.: porte aperte alla cultura Una Mela per la Vita Una notte al Museo 2007. Artisti a confronto Combattiamo la sclerosi multipla Signore e Signori, ancora una volta, va in scena il M.A.P.P., il Museo d’arte Paolo Pini. Questa volta l’iniziativa si chiama “Una notte al museo 2007”, promossa dalla Provincia di Milano e realizzata dall’Associazione Arca Onlus in collaborazione con il Comune di Milano, Consiglio di zona 9. L’evento ha visto il museo affiancato alle maggiori istituzioni dello scenario culturale milanese, con la presentazione di tre installazioni a cura di artisti famosi a livello internazionale: Tabellone Consumistico di Paolo Scirpa, Fiteiro Cultural di Fabiana De Barros e Magic Lanterns di Deon Winter. L’artista Paolo Scirpa è stato presente all’evento con l’inaugurazione del Tabellone Consumistico, opera imponente di denuncia sociale, incentrata sull’assemblaggio di una gran quantità di involucri e contenitori a perdere, un muro attraversato da tagli, segni che si moltiplicano come contrasto, mettendo in luce i falsi valori del consumismo. Nel workshop Magic Lanterns, realizzato “a quattro mani” dai frequentatori dei laboratori di arteterapia “Botteghe d’arte” e dall’artista inglese Deon Winter, ogni partecipante ha potuto Un Museo con tutte le carte in regola Il Museo d’arte Paolo Pini (M.A.P.P.), sezione del museo regionale della psichiatria, è stato accreditato dalla Regione Lombardia come raccolta museale. Che significa? Ebbene, il nostro M.A.P.P. è diventato un museo ufficiale regolarmente interpretare la propria lanterna, costituita da un foglio di acetato, dipinto con colori acrilici, sviluppando un tema particolare. La stessa Deon Winter è convinta dell’utilità dell’arte per la cura: “Come artista visuale ritengo che sia necessario esplorare e imparare ogni giorno di più come l’arte possa influire in modo benefico sugli esseri umani e come possa essere un aiuto per chi soffre di qualche patologia, sia essa fisica o mentale”. Del Fiteiro Cultural (foto a lato), in italiano Chiosco Culturale, abbiamo già parlato qualche numero fa. L’artista è la brasiliana Fabiana De Barros e il suo progetto è un’opera collettiva che simboleggia un luogo aperto alla discussione e alla conoscenza, un’opera che contiene un’utopia: far incontrare la gente e porre tutti sullo stesso livello. I modi per farlo sono sempre gli stessi, ciò che cambia è il contesto che rende l’opera sempre ricca di nuovi approcci e di nuove realtà. Si passa, così, da un laboratorio per artisti su una spiaggia brasiliana a un luogo di gioco per bambini armeni o, ancora, a museo effimero per il campo nomadi alla periferia di Atene. A Milano l’artista ha ritenuto importante la collocazione del Chiosco Culturale al MAPP e ne ha affidato la realizzazione alle Botteghe d’Arte, con la collaborazione dell’architetto Paolo Canevari e della Falegnameria Angelo Butti. In occasione della serata di inaugurazione è stato simbolizzato l’ingresso nel Chiosco nella collezione permanente del MAPP, come rappresentazione di una utopia di libertà. > PER INFORMAZIONI M.A.P.P. Museo d’arte Paolo Pini Tel. 02 6444.5392 - lun-ven, 9.00-16.00 riconosciuto. Dal 1993 si è sempre caratterizzato per una forte vocazione sociale è questo lo ha portato alla ribalta di numerose iniziative culturali che, di volta in volta, hanno arricchito la sua storia. Era solo questione di tempo ma il giusto riconoscimento è finalmente arrivato. www.mapp-arca.it “Una mela al giorno toglie il medico di torno”, ma se ne acquistate una il 13 e il 14 ottobre aiutate anche la ricerca scientifica. L’iniziativa si chiama “Una Mela per la Vita”, è promossa da AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla, e si terrà in circa 150 piazze di Milano, a due passi da casa vostra. L’AISM opera in tutta Italia e a Niguarda. Dal 1998 è affiancata dalla FISM, Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, con la quale collabora per combattere questa malattia. Insieme finanziano il 70% della ricerca scientifica italiana e hanno stanziato, negli ultimi 12 anni, 15 milioni di euro senza ricorrere ad alcun finanziamento pubblico. Nelle Sezioni AISM ogni giorno operano 4000 volontari, un insieme di competenze, impegno e disponibilità presente praticamente in ogni provincia italiana che garantisce l’indispensabile continuità di sostegno alle persone con sclerosi multipla e alle famiglie, in ogni aspetto della loro vita. AISM, inoltre, lavora per garantire il rispetto dei diritti delle persone con sclerosi multipla, attraverso il confronto attivo con Istituzioni ed Enti. L’impegno dell’associazione, in particolare, si è rafforzato intorno al tema del diritto al lavoro, per sostenere la piena integrazione sociale delle persone con disabilità. > PER INFORMAZIONI AISM - Tel 02 6444.4495 lun: 14.00-16.30 ven: 10.00-13.00 [email protected] www.aismmilano.it 13 Il Giornale di Niguarda > MALATTIE INFETTIVE AIDS: a che punto siamo? Ora si può controllare ma la prevenzione è fondamentale Era il 1981 e l’Aids diventava una realtà. Una vasta campagna di informazione iniziava a far parte della vita di tutti: che cos’è l’aids, come si contrae, quali sono i comportamenti a rischio? Bersaglio di HIV (il virus della malattia) sono i linfociti CD4, cellule fondamentali del sistema immunitario la cui diminuzione porta ad un suo progressivo indebolimento esponendoci a infezioni anche molto rare. Tra il momento del contagio con HIV, a cui fa seguito la sieropositività, e la comparsa dei primi sintomi dell’AIDS passano abitualmente molti anni. In questo periodo potrebbe non esserci alcun sintomo. A più di vent’anni, il quadro è molto cambiato: da un lato la medicina ha fatto notevoli passi avanti pur non essendo stato individuato un vaccino, dall’altro l’informazione ha sensibilizzato le persone per renderle più consapevoli del rischio. Prima non c’era modo di intervenire sull’infezione, ora la medicina sa controllarla; prima erano colpiti prevalentemente i giovani, gli omosessuali e i tossicodipendenti, ora sono anche gli adulti maturi ad infettarsi con i rapporti sessuali. Tra questi, la maggior parte delle donne acquisisce l’infezione da un partner che sapeva di essere HIV-positivo. È anche aumentata la quota di soggetti che scopre di essere infetta solo in fase avanzata di malattia. Sembra diminuita la percezione del rischio che espone a contrarre il virus e a ritardarne la cura. Ciò è probabilmente dovuto a un calo dell’informazione. Nel 2006 sono stati notificati 1.452 nuovi casi di AIDS in Italia, in maggioranza associati a trasmissione sessuale e ad ignoranza della propria sieropositività. Ad oggi si stima che i sieropositivi in Italia siano circa 120.000 e che ogni anno si infettino almeno 3.500 persone. Ora, un siero-positivo, con una terapia adeguata prima di ammalarsi, può avere teoricamente una vita “normale” e le probabilità di non ammalarsi mai di AIDS, pur rimanendo portatore del virus, sono molto alte. Diverso è il quadro in fase di malattia avanzata. Ma in cosa consiste la terapia? Liliana Caggese, direttore del reparto Malattie Infettive di Niguarda risponde: “La terapia dell’infezione da HIV si basa sull’associazione di più farmaci antiretrovirali. Non si ottiene però l’eradicazione del virus e la terapia deve essere assunta quotidianamente, con periodici esami e visite specialistiche perchè non si sviluppino resistenze da parte del virus e tossicità da farmaci. Si tratta di cure costose tuttora precluse alla larga maggioranza delle persone HIVpositive che vivono nei paesi con limitate risorse economiche. In Italia, per fortuna, la terapia è interamente coperta dal Sistema Sanitario Nazionale”. Perché non è stato ancora trovato un vaccino? “Le difficoltà incontrate sono la mancanza di modelli animali perfetti, l’incompleta conoscenza del sistema immunitario, la variabilità del virus e delle vie di trasmissione, la genetica delle popolazioni, la numerosità dei volontari da arruolare nei trial clinici e la lunga durata della storia naturale dell’infezione da HIV. Tutto ciò rende improbabile che si possa disporre di un vaccino entro i prossimi 10 anni”. Rimane importante, dunque, avere la consapevolezza che l’aids è una malattia grave. Sappiamo che è possibile controllare l’infezione da HIV ma non dobbiamo aspettare i sintomi (tra l’altro simili a quelli di malattie comuni). L’imperativo è sottoporsi al test dell’HIV al minimo sospetto di essere entrati a contatto con il virus. Il test è anonimo e gratuito. Ad ammalarsi si rischia di morire, a risultare sieropositivi si “rischia” di vivere. Fate voi. Regione Lombardia, uniformandosi alle indicazioni internazionali, ha favorito l’istituzione in ogni ASL di Centri per il controllo delle infezioni a trasmissione sessuale. Il numero da contattare è 02 8578.8912 (lun-ven, dalle 10.00 alle 15.00). > OSPEDALE E PAZIENTI > REPORT & COMUNICAZIONE Low Care: oltre la medicina Tutto in un Annual Un’assistenza infermieristica per il recupero del paziente Presentato l’Annual 2006 A Niguarda abbiamo ben presente quanto sia difficile curare gli ammalati in famiglia e sappiamo ancora meglio quanto questo diventi problematico quando sono coinvolte persone senza fissa dimora. Per questo c’è un reparto qualificato. Si chiama Low Care, e accoglie pazienti con una situazione clinica stabile, che hanno concluso l’iter diagnostico ma che per il recupero della completa autonomia necessitano di proseguire un percorso clinico in vista di una successiva dimissione. Provengono per la maggior parte dalla Medicina Generale; un medico e una responsabile della valutazione dei casi visitano i pazienti direttamente presso il reparto di provenienza e decidono se accettarlo in base ai criteri di appropriatezza. “Si tratta perlopiù di anziani con pluripatologia – sottolinea Marco Ispano, Direttore del reparto – che necessitano di recupero di autonomia o di consolidamento o monitoraggio della loro stabilità clinica. La loro degenza media è di 22 giorni. Il termine Low Care è riferito a una bassa intensità di assistenza medica, a fronte di una elevata intensità di assistenza infermieristica, con 12 infermieri a Come ormai è consuetudine, è stato presentato, nelle scorse settimane, l’Annual 2006, vero e proprio resoconto di un anno di attività a Niguarda. L’Annual di quest’anno è titolato “Niguarda: un’opera per la salute” ed ha lo scopo di mettere in evidenza l’importanza del lavoro di gruppo (tema prescelto per rappresentare un anno di impegni e risultati) anche attraverso le immagini contenute al suo interno. L’Annual 2006 vuol essere anche uno stimolo e un riconoscimento a quanti, con disponibilità, competenza e passione, lavorano a Niguarda. tempo pieno e il personale di supporto O.S.S. (Operatori Socio-Sanitari).” Il nostro reparto di Low care esprime un modello innovativo di assistenza che ha ottenuto svariati riconoscimenti per la qualità in Sanità come quello del Forum PA 2002, del Premio Gulliver 2002, promosso dal servizio Assistenza – ASL Bologna, e del premio Andrea Alesini 2002. Inoltre, il reparto è stato inserito in Buoni Esempi, una banca dati delle esperienze di innovazione nelle amministrazioni pubbliche, su richiesta del Dipartimento della Funzione Pubblica. Un chiaro esempio di come sia importante e utile affiancare le competenze tecniche e la tecnologia che la medicina ci offre, agli aspetti umani e assistenziali che un paziente, in quanto persona, necessita. > PER INFORMAZIONI Low Care Tel. 02 6444.2414 [email protected] 15 Il Giornale di Niguarda > PRIVATI > INFERMIERI OLTRE CONFINE Una missione che lascia il segno Uno spaccato di vita in Eritrea: parlano i nostri infermieri Renzo Doneda durante una esercitazione nell'ospedale di Asmara Di tanto in tanto vi è capitato di leggere, su questo giornale, di incontri tra il nostro ospedale con una delegazione straniera. Ma come vanno le cose quando queste collaborazioni sono messe in pratica? Ve lo raccontiamo utilizzando uno spaccato di vita vissuta ed evidenziando sia gli aspetti professionali che umani. Sentiamo, dunque, cosa ci raccontano due nostri specialisti, Giovanna Bollini, direttore della Direzione Infermieristica e Tecnica Riabilitativa Aziendale di Niguarda, e Renzo Doneda, caposala in Pronto Soccorso, che si sono recati per la prima volta nel 2005 in missione in Eritrea. Dottoressa Bollini, ci racconta la sua missione? “Nell’ospedale che ci ha ospitati, ad Asmara, le risorse e le conoscenze erano molto povere. Molti degli strumenti in dotazione non erano utilizzati perché non si conoscevano. Mi ha impressionata molto, però, la voglia di imparare di quegli operatori: dopo un anno ho constatato che tutte le tecniche e gli strumenti erano finalmente utilizzati. Uno sforzo ripagato. È un popolo che non ha davvero niente ma con una dignità eccezionale e parlo anche della gente comune. Per loro è fondamentale il rispetto delle differenti culture e religioni. Questo si vedeva benissimo all’interno di quell’ospedale. Gli operatori erano vestiti diversamente, a seconda della religione. Tutti, però a viso scoperto. C’era una tolleranza dalla quale dovremmo imparare. Inoltre mi ha impressionato la calma che caratterizza gli eritrei. Se una persona si reca in un ambulatorio si presenta e attende il proprio turno. Se questo non arriva in giornata si torna il giorno successivo. Impensabile da noi. Per strada la gente riconosceva che ero italiana. Si fermava e mi chiedeva, in italiano, del perchè della mia presenza lì. Era davvero bello girare per Asmara”. Signor Doneda, quali aspetti l’hanno colpita di più di quell’esperienza? “Gli infermieri e i medici venivano ai nostri corsi senza essere pagati e fuori servizio, tale era la voglia di imparare. L’aspetto umano poi lascia il segno: ricordo un bambino, aveva una brutta ferita al piede. Noi siamo abituati al frastuono, all’agitazione. Immagino il dolore che in quel momento poteva sentire, la ferita era davvero brutta. Quel bambino, invece, era sul suo lettino, tranquillo. Un rapporto con il dolore impressionante, probabilmente perché abituato alle difficoltà. Mi hanno colpito, poi, i segni “italiani” in città. L’architettura era quella milanese degli anni’20, sui tombini c’era scritto “Milano”. Area privata: i nuovi sportelli Da settembre sono disponibili i nuovi sportelli dell’area privata. Operatori e operatrici qualificate saranno a vostra completa disposizione per prenotare privatamente visite ed esami. Gli sportelli si trovano al Centro Prelievi e sono aperti, al momento, dalle 8.30 alle 17.00, dal lunedì al venerdì. Prossimamente verranno estesi gli orari di apertura: dalle 8.00 alle 20.00, dal lunedì al venerdì e dalle 8.00 alle 14.00 il sabato. Per informazioni: 02.6444.2409 (lun-ven, dalle 8.30 alle 17.00) > SERVIZI AL PAZIENTE Il paziente di cristallo Nasce G.A.P.S. - Gruppo Alzheimer in Pronto Soccorso Sono l’1,5% della popolazione italiana, sono particolarmente fragili e hanno un gran bisogno di assistenza ad hoc: sono i malati di Alzheimer, per i quali non esiste, nei Pronto Soccorso italiani, un protocollo di presa in carico che li protegga dal trauma dell’emergenza e del ricovero, come esiste, per esempio, per i bambini. Per chi soffre di questa malattia, l’ingresso in Pronto Soccorso è sempre traumatico. Il malato di Alzheimer è un paziente gravemente limitato nella sua capacità di comunicare e la permanenza in un ambiente non sempre tranquillo e sconosciuto, peggiora la sua condizione di demenza. Da qualche mese si è costituito GAPS, Gruppo Alzheimer in Pronto Soccorso, che comprende neurologi, neuropsicologi, medici di famiglia e familiari di malati. L’obiettivo è un sistema di gestione specifica del paziente colpito da alzheimer in situazioni di emergenza e di portare avanti iniziative di ricerca e sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni. È stato proprio di questo che si è discusso il 22 settembre durante il convegno “Un bisogno trascurato: la tutela del paziente con demenza nell’emergenza clinica” organizzato da AIMA, Associazione Italiana Malati di Alzheimer, nel quale sono intervenuti alcuni specialisti del nostro ospedale come Roberto Sterzi, direttore della Neurologia, Pietro Tiraboschi, neurologo, Gabriella Bottini, direttore del Centro di Neuropsicologia Cognitiva e Stefano Paglia, specialista del Dipartimento Emergenza Urgenza. “Se la patologia è avanzata, l’anziano non è in grado di spiegare cosa gli sta succedendo e come si sente – sostiene Gabriella Bottini. Magari è accompagnato solo da una badante, il più delle volte straniera, che ha difficoltà a fornire al medico un’anamnesi corretta. Conclusione: viene curato senza tenere nel dovuto conto la sua malattia di base”. Ne deriva, quindi, che la situazione risulta drammatica per il malato e difficile per il medico che deve curarlo; ecco l’esigenza di adattare la struttura a questo tipo di malati. “Vorremmo ottenere cambiamenti pratici - dice Sterzi - una stanza dove far attendere il malato di Alzheimer, come già si fa per i bambini; una corsia preferenziale per ridurre i tempi di permanenza; un tutor che guidi il malato e il suo accompagnatore durante gli accertamenti e l’eventuale ricovero; creare un contatto tra l’ospedale e il medico di famiglia per il ritorno a casa.”