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ANNO
2 - NUMERO 5
Poste Italiane SpA - Sped.abb.post. Dl n 353/2003 - art 1 (comma1) D&B Milano - DISTRIBUZIONE GRATUITA
Settembre - Ottobre 2007
> EDITORIALE
Nuovi centri,
nuovi servizi
di Pasquale Cannatelli*
È questo un periodo di profondi
cambiamenti per il nostro ospedale. I
nostri collaboratori, i nostri pazienti e tutti
coloro che ogni giorno visitano Niguarda
si rendono conto che all’interno delle
nostre mura qualcosa si muove, ci si
adopera per rendere la struttura sempre
più moderna e funzionale: fuori si
costruisce, dentro si avviano nuovi centri e
servizi che ci mettono nella condizione di
rispondere sempre meglio alle esigenze di
ogni paziente. Il tutto è iniziato a marzo
quando gli Appartamenti Domotici
arricchivano le attività della nostra Unità
Spinale Unipolare. La realizzazione dei 2
appartamenti, grazie ai quali i nostri
pazienti paraplegici e tetraplegici ora
possono sperimentare la vita domestica
prima del rientro nello loro abitazioni,
completava, così, definitivamente il
progetto della struttura inaugurata nel
2000. A settembre il Centro di studio e
Trattamento per la Vescica Neurogena e
per le Disfunzioni dell’Area Sacrale,
attivo dal 2004, è stato dedicato a colui
che è riconosciuto come il padre della
Neurourologia, Alberto Zanollo.
Questo centro, diretto da Michele Spinelli,
in tre anni ha curato oltre 1.000 pazienti e
ha offerto trattamenti d’avanguardia per
le disfunzioni vescicali e sessuali dovute a
lesione midollare e a neuropatie in genere.
Si è distinto, inoltre, per la sua importante
attività di training, in ambito sia nazionale
che internazionale, nel campo della
stimolazione delle radici sacrali tramite
pacemaker. Nei prossimi giorni verrà
inaugurata la nuova sede del reparto di
Pediatria.
...SEGUE A PAGINA 4
* Direttore Generale - Niguarda
Da sinistra: l’Assessore Bresciani, C. Nicora, Direttore Medico di Presidio, il Presidente Formigoni e Pasquale Cannatelli
Il Nuovo Niguarda:
il Presidente in visita
Formigoni: “Uno dei più importanti progetti di trasformazione
strutturale sanitaria mai realizzati”
In piena estate, Roberto Formigoni,
Presidente della Regione Lombardia,
accompagnato da Luciano Bresciani,
Assessore Regionale alla Sanità, da Antonio
Rognoni,
Direttore
Generale
di
Infrastrutture Lombarde, e da Pasquale
Cannatelli, Direttore Generale di Niguarda,
ha visitato i cantieri del Nuovo Ospedale.
Il Governatore ha mostrato tutta la sua
soddisfazione per un’opera così imponente:
230.000 mq di superficie interessata, 6 anni di
lavori in due fasi, circa 260 milioni di euro di
costo complessivo, 961 posti letto e 29 sale
operatorie. Questi i numeri più significativi del
nuovo complesso ospedaliero, il cui
rinnovamento e ristrutturazione verranno
completati entro il 2013. Nel corso della prima
fase (che terminerà nel giugno 2009) saranno
pronti l’edificio sud (che ospiterà i reparti “high
care”, con 450 posti letto, 23 camere
> PEDIATRIA
operatorie, 60 posti letto day hospital e 77
ambulatori), il polo logistico e quello
tecnologico, un grande parcheggio multipiano
e i passaggi sotterranei, nella seconda fase verrà
invece realizzato l’edificio Nord. “Qui a
Niguarda - ha detto il Presidente Formigoni abbiamo messo a punto e avviato uno dei più
importanti progetti di trasformazione
strutturale sanitaria mai realizzati...
...SEGUE A PAGINA 2
> PREVENZIONE
La sindrome della morte improvvisa
Check up cuore: chi, dove, come, quando
Un bambino su 1.000 è colpito da morte in culla
In Villa Marelli esami gratuiti
SIDS: questo è il nome della morte improvvisa ed
inaspettata di un lattante apparentemente sano, che
rimanga inspiegata anche dopo l’esecuzione di
un’autopsia, l’esame dello scenario in cui si è
verificata e l’analisi della storia clinica del
bambino.
La sindrome colpisce i bambini nel primo anno di
vita (i mesi critici sono quelli compresi tra i 2 e i 4
mesi di vita) e le stime affermano che vengono
colpiti fino a un bambino su mille, di questi il 60%
sono maschietti. Colpisce sia di giorno che di notte,
sia in culla che in passeggino, sia nel seggiolino
dell’auto che in braccio a mamma o a papà.
Ma perché questi bambini muoiono? Si stanno
compiendo studi in proposito? Ci risponde Chiara
Moretti, specialista presso la Pediatria di
Niguarda.
“La sua causa rimane per ora sconosciuta. Recenti
studi hanno confermato l’identificazione di alcuni
fattori di rischio importanti per la prevenzione
nella popolazione generale e hanno sottolineato la
possibilità di una predisposizione genetica. Nuove
evidenze supportano anche l’ipotesi di una
alterazione del sistema serotoninergico cerebrale
(legato alla serotonina, n.d.r.) poiché la serotonina
regola alcune funzioni del sistema nervoso
autonomo come il respiro, la temperatura
corporea, il sistema cardiovascolare, il ciclo
sonno-veglia.”
...SEGUE A PAGINA 2
Continua l’adesione di Niguarda
alla campagna di prevenzione delle
malattie cardiovascolari promossa
dalla ASL di Milano.
Si offrono gratuitamente ai
cittadini
alcuni
esami
che
consentono il calcolo del rischio
cardiovascolare secondo i criteri
delle Carte di Rischio della
Popolazione Italiana predisposte
dall’Istituto Superiore di Sanità.
Chi può usufruire del servizio?
Tutti i residenti a Milano, di età
compresa tra i 40 e i 69 anni e che
non hanno mai sofferto di una
malattia cardio-cerebrovascolare
come infarto, angina, angioplastica,
by-pass aorto-coronarico, ictus e
TIA (attacco ischemico transitorio).
Gli esami saranno effettuati presso
la sede di Villa Marelli, dalle 8.00
alle 9.00, dal lunedì al venerdì.
Occorre presentarsi a digiuno e solo
dopo aver prenotato.
> PER PRENOTAZIONI
Tel. 02 6444.5822/5868
lun-ven, 8.30-12.00
Cardiologia 5 Territoriale
Istituto di Villa Marelli
[email protected]
ESAMI GRATUITI: QUALI?
- misurazione della pressione arteriosa
- prelievo venoso per il dosaggio di glicemia, colesterolo totale,
colesterolo HDL (“buono”) e LDL (“cattivo”) e trigliceridi
- risposta ad alcune brevi domande inerenti la presenza di
diabete, ipertensione arteriosa ed all’eventuale uso di farmaci.
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Il Giornale di Niguarda
> PER I PICCOLI PAZIENTI
Solidarietà da Serie A
In campo la Nazionale dello Stile,
Niguarda e Croce Rossa
Finalmente tre squadre che giocano “per bene”.
Una partita di calcio diventa strumento per
aiutare la medicina ad essere sempre più
tempestiva nelle diagnosi.
E’ il 22 settembre e siamo a Bresso per un torneo
di calcio che ha visto scendere in campo la
Nazionale dello stile, la Croce Rossa di Bresso
e la Rappresentativa di calcio di Niguarda.
Il ricavato della partita sarà devoluto
all’Associazione Amici della Neonatologia di
Niguarda per acquistare uno strumento utile per
il monitoraggio cerebrale del neonato.
Lo strumento verrà utilizzato nella neonatologia
e terapia intensiva neonatale di Niguarda,
diretta da Stefano Martinelli; sarà, dunque,
possibile visualizzare in tempo reale l’attività
cerebrale del neonato permettendo al medico di
effettuare interventi salva-vita.
Fischio di inizio e si sa subito chi ha vinto: la
solidarietà.
> ONCOLOGIA
Le squadre prima del fischio di inizio
> NOVITA’
Una Fondazione per i tumori
Visite ed esami? Prenotali in farmacia
Oncologia Falck: da Associazione a Fondazione
Niguarda è tra i primi ospedali ad avere inaugurato il servizio di prenotazione di visite
ed esami dalla farmacia.
È sufficiente consegnare l’impegnativa del medico e la carta CRS (Carta Regionale dei
Servizi) al farmacista che vi darà i tempi di attesa dei vari ospedali, permettendovi di
scegliere dove prenotare in base all’urgenza o alla comodità.
Il giorno dell’appuntamento, secondo la procedura abituale, vi recherete direttamente
presso i nostri sportelli di accettazione. Insieme all’impegnativa del vostro medico, non
dimenticate la tessera sanitaria magnetica che vi garantisce una maggior rapidità e
sicurezza nel riconoscimento e la possibilità di utilizzare i diversi servizi che stiamo
attivando gradualmente a Niguarda con grande impegno.
Un esempio? Grazie a una rete informatica sicura e dedicata e alla firma digitale, il vostro
medico curante potrà vedere direttamente dal suo studio i referti dei vostri esami.
Il numero di ospedali, quello delle farmacie e il numero di prestazioni prenotabili è in
continua evoluzione per una sanità non solo più efficiente ma anche a misura del
cittadino.
Il 18 settembre si è riunito per la prima
volta il Consiglio di Amministrazione della
nuova O.C.G.O. (Oncologia Ca’ Granda
Onlus) Fondazione. Infatti da settembre
2007 è avvenuto il passaggio da
Associazione a Fondazione.
Cosa vuol dire?
La Fondazione, a differenza dell’associazione, ha un patrimonio da dedicare
ad uno scopo. Ciò offre maggiori
possibilità di migliorare il servizio al
paziente grazie alla collaborazione di
alcune persone che si sono distinte in
ambito
culturale,
scientifico
e
imprenditoriale che daranno un forte
slancio alla nostra Oncologia. Non è
cambiata,
invece,
la
missione
dell’organizzazione che è sempre quella di
sostenere la ricerca e l’assistenza
nell’Oncologia Falck di
Niguarda. Ma un patrimonio
adeguato riesce a garantire
sempre tecniche e strumenti
d’avanguardia, specialmente
in ambito oncologico.
Per questo, l’interesse della
Fondazione è quello di
potenziare il suo patrimonio per stare al
passo con le sempre maggiori esigenze dei
malati oncologici. In questo caso, le
donazioni assumono un’importanza
cruciale.
In 23 anni i contributi dell’Associazione
all’Oncologia Falck di Niguarda sono stati
molti. Ora il testimone passa alla
Fondazione per aiutare a vincere la staffetta
più importante, quella che sembra non
finire mai: la vittoria sul cancro.
> LE FARMACIE VICINE A NIGUARDA CHE HANNO ADERITO AL
SERVIZIO. CLICCA SU WWW.CRS.LOMBARDIA.IT PER CONSULTARE
L’ELENCO COMPLETO
Farmacia Bicocca, viale Suzzani, 273
Farmacia Nizza, viale Murat, 85
Farmacia Rondò Farini, piazza Maciachini, 24
Farmacia Scevola, viale Fulvio Testi, 74
Farmacia Suzzani SNC, viale Suzzani,18
> COME DONARE
Per conoscere le modalità di
donazione è possibile:
- chiamare il numero 02 6444.2291
- lun-ven, 8.30 - 16.00
- visitare il sito www.ocgo.org
> COSA POTETE PRENOTARE ATTUALMENTE
> LA SINDROME DELLA MORTE IMPROVVISA ...continua dalla prima
Ecco alcuni consigli utili per il sonno del
bambino dell’Associazione Semi per la SIDS
(www.sidsitalia.it) e che riducono il rischio di
SIDS di circa il 50%:
- mettete il vostro bambino a dormire a pancia
in su, almeno nei primi sei mesi di vita;
- non fumate se avete intenzione di avere un
figlio e in nessun caso in gravidanza e
durante l’allattamento. Inoltre non esponete
il vostro piccolo al fumo;
- non coprite il bambino con troppi vestiti e
non copritegli il capo;
- non avvolgetelo in troppe coperte;
- mantenete il riscaldamento della stanza non
superiore ai 20° C.
Visita chirurgica generale (prima visita)
Visita endocrinologica (prima visita)
Visita otorinolaringoiatrica (prima visita)
Visita pneumologica (prima visita)
Visita ginecologica (prima visita)
RX torace ortopanoramica arcate dentarie (ortopantomografia)
Visita chirurgica toracica (prima visita)
Visita diabetologica (prima visita)
Visita proctologica (prima visita)
> PER INFORMAZIONI
Pediatria - tel. 02 6444.2432
lun-ven, 8.30 - 16.15
[email protected]
> FARMACI
Nimesulide: fa male al fegato?
In Irlanda ritirato dal commercio. Sentiamo l’esperto
“Dolori mestruali? Mal di testa? Mal di denti? Nimesulide è la risposta.”
Sembra quasi una pubblicità ma in molti casi è realtà. Infatti la nimesulide è una delle sostanze in assoluto
più utilizzate in Italia e il suo nome per moltissimi è la soluzione a questi problemi.
In realtà è un anti-infiammatorio (FANS) e come tale, se consumato in eccesso, cosa purtroppo molto
comune, può provocare danni al fegato anche molto gravi. Per questo, alcuni paesi del nord Europa ne
hanno vietato il commercio. Ma come stanno le cose?
“Nel mio reparto abbiamo rivalutato questo problema – sostiene Giovambattista Pinzello, direttore
dell’Epatologia e Gastroenterologia di Niguarda - e posso dire che nel corso degli ultimi sei anni 27
persone sono state ricoverate per un’ epatite da farmaci, 3 sono state anche trapiantate per questo
problema e 11 di queste persone sono state ricoverate per un’epatite da FANS, da Nimesulide”.
Se preso secondo le dosi consigliate, il nimesulide è dannoso per il fegato?
“Il nimesulide ha un profilo di maggiore epatotossicità rispetto agli altri anti infiammatori anche se si
tratta di reazioni molto rare. E’ consigliabile non superare i 200mg al giorno”.
Sulla epatotossicità della nimesulide e dei FANS si duscute da tempo. Senza provocare allarmi esagerati è
importante sapere che sono tantissimi i farmaci con effetti collaterali seri e che il fatto che siano molte le
persone a consumarli non li rende innocui.
Attenzione quindi: usare solo se strettamente necessario, in assenza di controindicazioni, senza superare le
dosi consigliate e, soprattutto, consultare il proprio medico.
Per maggiori informazioni sul servizio regionale, clicca su
www.crs.lombardia.it
numero verde 800.030.606
LA VISITA DEL PRESIDENTE FORMIGONI
...continua dalla prima
...E lo abbiamo fatto nel pieno
rispetto del valore artistico e
architettonico
del
luogo,
universalmente riconosciuto come
grande esempio di architettura
sanitaria razionalista e per questo
motivo sottoposto a tutela. Questa
grande opera - ha aggiunto il
Presidente Formigoni - permetterà
di superare gli attuali limiti
strutturali,
creando
una
accoglienza migliore e un
maggiore comfort alberghiero per
le tantissime persone che qui
vengono a farsi curare, ma anche
migliori condizioni di lavoro, una
maggiore
razionalità
nella
logistica e nelle scelte tecnologiche
in vista di un più alto livello di
efficienza gestionale.”
“Tra soli due anni, con il termine
dei lavori della prima fase - ha
spiegato il Direttore Generale
Pasquale Cannatelli - saremo in
grado di offrire ai pazienti
un’assistenza sanitaria ancor più
d’eccellenza in tutta una serie di
specialità.”
E alla conclusione del giro dei
cantieri il Presidente ha definito
eccezionale l’opera, un esempio
del successo del modello
lombardo, che si inserisce nel
piano di grandi investimenti, da
tempo perseguita dalle strutture
sanitarie pubbliche in corso da un
decennio in Lombardia, con la
realizzazione di nuovi ospedali
d’avanguardia,
la
radicale
riqualificazione di altri e
l’adeguamento dei restanti ai nuovi
standard qualitativi richiesti.
Il Giornale di Niguarda
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> IN BICI PER L’EUROPA
> IN BREVE
Vai col “riscio”: da Monaco a Genova. Tappa a Niguarda
Nuovi orari in
Villa Marelli
Cambio di orari al Centro di
Pneumotisiologia di Villa
Marelli: per le prestazioni
senza obbligo di appuntamento, visite pneumologiche
con eventuali radiografie al
torace, presentarsi allo sportello dal lunedì al venerdì,
dalle 8.00 alle 10.00. Per Intradermoreazione – Test
Mantoux i giorni sono il
lunedì e il martedì, dalle 13.30
alle 14.30. Ecco invece gli aggiornamenti per le prestazioni
con obbligo di appuntamento:
per le visite e i test per allergie respiratorie, funzionalità
respiratoria e radiografie al
torace l’appuntamento si può
fissare al 02 6444.5867, dalle
14.00 alle 15.30 oppure presentarsi allo sportello dalle
8.00 alle 15.15.
Porte aperte ai
cervelloni
Il 18 ottobre alle 9.30, nell’aula Magna di Niguarda, ci
sarà il primo incontro dedicato
al mondo dell’Università, in
particolare ai corsi di laurea
scientifici. L’obiettivo consiste
nel dare un’idea sulle professionalità e sulle prospettive
che le lauree come quella in
matematica, fisica, informatica e ingegneria possono
offrire all’interno di una struttura ospedaliera. Tutti possono
partecipare.
L’ingresso è gratuito ma è
gradita l’iscrizione che può essere effettuata sul nostro sito
www.ospedaleniguarda.it.
Abbonarsi al
Giornale di
Niguarda?
Per ricevere gratuitamente il
nostro periodico a casa vostra,
basta comunicarci il vostro
indirizzo di casa alla e-mail
[email protected]
oppure al numero di telefono
02 6444.2562, lun-ven,
dalle 9.00 alle 16.30.
Da Monaco di Baviera a Genova con un riscio, una bici a
tre ruote che trasporta la gente a mo’ di taxi. A Monaco è già
una moda e uno degli autisti, Rocco Marvaso (nella foto),
ha deciso di intraprendere questo viaggio per sensibilizzare
l’opinione pubblica sulla nostra responsabilità nel
consumo energetico. L’iniziativa si chiama “Felicità a
basso consumo” e il 24 agosto ha visto partire l’intrepido
autista sul suo simpatico veicolo ed attraversare l’Europa
per giungere a Genova il 15 settembre. Il 10 settembre ha
fatto sosta a Milano e ha visitato Niguarda, l’ospedale dove
è stata salvata la vita al cugino. “Voglio lanciare un
sassolino nella direzione della conversione dei centri
cittadini al solo traffico pulito – sostiene il ciclista - (…) e
magari convincere qualcuno a convertirsi dall’auto al
riscio, un veicolo che non consuma alcun combustibile
fossile e che produce gratuitamente felicità e benessere”.
> CHIRURGIA
Calcoli alla colecisti: una chirurgia senza cicatrici
La paziente: “Un grande intervento senza neppure un punto”
Una chirurgia che non lascia segni, che tiene
conto dell’aspetto emotivo e psicologico del
paziente e che risponde alle esigenze estetiche
che la società contemporanea impone. Nessun
punto, nessuna ferita da medicare: una
chirurgia senza cicatrici.
Fino a qualche anno fa tutto questo sembrava
un’utopia. Oggi, invece, è tutto vero: a
Niguarda, tutto è iniziato a luglio, quando è
stato eseguito con successo il quarto
intervento al mondo di colecistectomia per
via trans-vaginale in una donna affetta da
coliche biliari dovute a calcoli della colecisti.
In pratica, anziché intervenire aprendo la parete
addominale con il bisturi, si inserisce uno
speciale endoscopio flessibile attraverso lo
stomaco o la vagina e si utilizzano strumenti
minuscoli che permettono di intervenire e di
rimuovere la colecisti colpita dai calcoli biliari.
Niente più tagli, niente più disagi in costume da
bagno.
L’intervento è stato condotto da Raffaele
Pugliese, direttore della Chirurgia 1 e
Videolaparoscopia di Niguarda, affiancato da
un’ équipe multidisciplinare di ginecologi e
chirurghi, tra i quali Antonello Forgione, ora
parte della squadra di Pugliese e proveniente
dal Centro di Ricerca IRCAD di Strasburgo,
dove per la prima volta è stato eseguito questo
intervento da Jacques Marescaux.
Per minimizzare il rischio di qualsiasi
inconveniente al momento dell’operazione il
team si è avvalso delle avanzate tecnologie
diagnostiche di immagine disponibili nel
nostro ospedale. “I vantaggi di questa tecnica –
ci spiega Pugliese – sono rappresentati da
ottimi risultati funzionali ed estetici e da un
minimo trauma anche psicologico per il
paziente legato all’assenza di cicatrici”. La
tecnica utilizzata si chiama N.O.T.E.S.,
Natural Orifice Transluminal Endoscopic
Surgery, e permette di rispettare gli stessi tempi
chirurgici
dell’intervento
tradizionale
utilizzando solo le vie naturali offerte dal corpo
umano: “In questo caso – continua Pugliese la strada naturale è fare una piccola incisione
nella parete posteriore della vagina, attraverso
questo si entra nella cavità peritoneale”.
E quali sono i risultati? Chi meglio della
paziente operata può rispondere a questa
domanda: “Devo dire che il dolore di una
colica è esagerato. Subito dopo l’operazione
non ho avuto nessun tipo di dolore. Un grande
intervento senza neppure un punto”.
Visto il successo dell’operazione i nostri
specialisti hanno continuato a utilizzare questa
tecnica e hanno eseguito altri due interventi.
Questo colloca Niguarda tra gli ospedali con
una casistica tra le più ampie d’Europa.
quando per la Radioterapia e la Neurochirurgia
entrerà in funzione il più recente modello
“Perfexion” estensione Leksell della Gamma
Knife, uno strumento fortemente innovativo per
la radiochirurgia del sistema nervoso che potrà
dare un importante contributo per il trattamento
dei processi degenerativi o tumorali cerebrali. Ci
caratterizza, in quest’ambito, una tendenza a
dotare il nostro ospedale di nuove tecnologie che si
traducono nella possibilità di formulare diagnosi
sempre più precise e cure sempre più efficaci e
sicure nel campo oncologico.
A dicembre verrà inaugurato un nuovo Centro
Clinico gestito dalla Fondazione Serena, il Centro
NEMO, una struttura di riferimento per la cura e
la prevenzione di malattie neuromuscolari come
la distrofia muscolare e la sclerosi laterale
amiotrofica. Il centro nasce da una collaborazione
tra Niguarda, UILDM (Unione Italiana Lotta alla
Distrofia Muscolare), Fondazione Telethon e
AISLA
(Associazione
Italiana
Sclerosi
Amiotrofica).
Entro l’anno verrà avviato l’Hospice per malati
terminali realizzato presso l’ex Ospedale Paolo
Pini. L’Hospice di Niguarda accoglierà, con una
équipe specializzata ed ogni confort alberghiero,
fino a 15 pazienti con i loro famigliari, con la
possibilità di effettuare anche ricoveri di sollievo,
day hospice e cure domiciliari.
Le realizzazioni di cui ho riportato sono parte
integrante del grande progetto di riqualificazione
del Niguarda iniziato in questi anni e che
raggiungerà la sua massima espressione alla fine
dei lavori che stanno interessando il nostro
ospedale; queste realizzazioni sono il risultato
dell’impegno di quanti mettono nel loro lavoro
professionalità, passione e competenza. Sono il
riconoscimento e l’investimento della Giunta
Regionale per il rilancio del Niguarda, di un
ospedale pubblico a favore della gente.
Ancora una volta, grazie.
Pasquale Cannatelli
> EDITORIALE
...Al secondo piano del padiglione Antonini
Rossini, è stata realizzata una struttura a misura di
bambino molto moderna ed accogliente. Per
questo, dobbiamo dire grazie anche ai volontari di
Fondazione ABIO Italia Onlus e a Mediafriends
per il loro prezioso sostegno, anche economico, per
l’arredo dei locali e per le attrezzature fornite. A
novembre verrà completato l’aggiornamento della
Radioterapia, iniziato già dal mese di gennaio e
completata nel mese di giugno, il reparto è stato
dotato di 2 nuovi acceleratori lineari,
apparecchiature per la Radioterapia Adattativa 4D
guidata da immagini, tra le prime del genere in
Europa. Così, con un totale di 4 acceleratori, il
nostro Ospedale ha aperto nuove prospettive alla
radioterapia clinica di grande precisione per la
cura dei tumori ed ha incrementato l’offerta di
servizi qualificati in un settore così importante e
con criticità nelle liste d’attesa.
Ma mancava ancora qualcosa; ecco, dunque, che
l’ aggiornamento si completerà a novembre
Raffaele Pugliese parla con la paziente
...CONTINUA DALLA PRIMA
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Il Giornale di Niguarda
> CHIRURGIA
Enfisema polmonare: c’è aria di speranza
Spunta l’alternativa endoscopica
Non ci si può affidare solo al
trapianto, specialmente quando ci
sono pochi donatori e il tempo
proprio non c’è. È il caso
dell’enfisema polmonare.
È una malattia cronica, irreversibile
ed invalidante, che impedisce una
respirazione corretta e che peggiora
la qualità della vita. È un problema
dovuto alla degenerazione delle
fibre elastiche del polmone che
ostacola una corretta fuoriuscita
(espirazione)
dell’aria
che,
intrappolata all’interno, danneggia
gli alveoli.
Il 20% dei malati è rappresentato da
persone con più di 65 anni, la
maggior parte uomini. La medicina
interviene obbligando la cessazione del fumo, utilizzando broncodilatatori e steroidi fino
all’introduzione dell’ossigenoterapia che diventa indispensabile. La chirurgia non ha ancora
dato risultati apprezzabili. Solo la tecnica di Lung Volume Reduction Surgery (L.V.R.S.)
sembra offrire speranze ma le complicanze a lungo termine e la mortalità sono ancora un
problema. Il trapianto, dunque, è ancora una scelta obbligata. Ma trapianto vuol dire attesa
di mesi o anni, tempo che molte persone non hanno.
Occorrono dunque, strategie alternative. Una di queste è l’endoscopia e l’utilizzo di valvole
endobronchiali (vedi foto) che hanno il compito di controllare il flusso dell’aria. In pratica,
la valvola permette la fuoriuscita dell’aria (espirazione) dal segmento polmonare isolato e
ne impedisce l’ingresso durante l’inspirazione.
In questo modo, a mano a mano che si respira, la quantità di aria all’interno della parte di
polmone trattata diminuisce (pneumoriduzione).
“La procedura viene effettuata in camera operatoria in anestesia generale e in ventilazione
spontanea assistita – sostiene Massimo Torre, direttore della Chirurgia Endoscopica del
Torace - il successo dell’intervento necessita di una stretta collaborazione tra chirurgo
operatore e anestesista che tiene addormentato il paziente in condizioni davvero delicate.
In un’unica seduta è possibile impiantare più valvole e, in seguito a malfunzionamento,
eventualmente, la valvola può essere rimossa facilmente e in qualsiasi momento. Il
vantaggio è l’incremento del VEMS (il volume d’aria espulsa al primo secondo – n.d.r.) e
dunque della qualità della vita, per non parlare del tempo che viene regalato al paziente
in attesa di trapianto”.
Proprio l’équipe di Massimo Torre, a Niguarda, per la prima volta nella nostra regione, ha
operato un paziente di 56 anni affetto da enfisema polmonare grave e da tumore al polmone
al primo stadio.
Al paziente sono state applicate due valvole e già dalla prima giornata post-operatoria i
miglioramenti nella capacità di espirazione sono stati evidenti sia soggettivamente che
clinicamente con un incremento del VEMS di circa il 10%
In tutto il mondo sono stati trattati circa
40 pazienti con la tecnica endoscopica e
Niguarda è tra i primi centri in
Europa ad utilizzare questa nuova
procedura.
I risultati a breve termine sono davvero
significativi, dunque, anche se per
l’effettiva valutazione del potenziale
terapeutico di questa tecnica è
necessaria un’analisi a lungo termine
con uno studio che coinvolga altri
centri. Ma per ora, per rimanere in tema,
c’è aria di speranza.
> PER INFORMAZIONI
Chirurgia Endoscopica del Torace
Tel. 02 6444.3664
lun-ven, 8.00-15.40
A cura di Mario Ravini, Direttore della Chirurgia Toracica
L’utilizzo delle valvole endobronchiali apre nuove prospettive nel trattamento
di quei pazienti che per età avanzata o per la coesistenza di patologie
associate non può beneficiare del trapianto polmonare o della chirurgia di
riduzione del volume polmonare (L.V.R.S.).
Ma non soltanto per questi; infatti un editoriale recentemente comparso su
Chest (gennaio 2007), forse la più autorevole rivista internazionale sulle
malattie del torace, riporta risultati promettenti ottenuti nel trattamento di
una complicanza nel trapianto monopolmonare per enfisema. Infatti il buon
esito del trapianto può venire compromesso dalla iperdistensione del polmone
nativo, cioè quello non trapiantato, che di solito è sostenuta dal progredire
della malattia di base (enfisema) associata o meno alla presenza di una
patologia bollosa.
In questa situazione il polmone trapiantato viene per così dire “schiacciato”
da quello nativo, con serie ripercussioni sul suo corretto funzionamento. In
tali casi la tradizionale riduzione di volume chirurgica è stata proposta ed
effettuata con successo, ma con un margine di rischio decisamente elevato.
L’impiego delle valvole endobronchiali può rappresentare una soluzione
alternativa molto valida, soprattutto perché di facile applicazione e con
rischio molto contenuto.
La disponibilità di questo dispositivo può aiutare a risolvere situazioni a volte
critiche in pazienti delicati quali sono i trapiantati di polmone.
> PIANO URBANO PER LA SALUTE MENTALE
Psichiatria in immagini, video e parole
Dal 23 al 25 ottobre una mostra alla Triennale con le attività artistiche del Piano Urbano
Il Piano Urbano è un intervento riabilitativo
indirizzato a pazienti “difficili” in cura presso i
servizi psichiatrici. Ha avuto inizio nel 2003 e ha
visto coinvolti più di 240 soggetti ai quali è stato
offerto un percorso di cura innovativo, finalizzato
a restituire al paziente la quotidianità al di fuori
delle mura domestiche. I pazienti hanno avuto
anche l’occasione di imparare ed esprimersi
attraverso percorsi riabilitativi artistici come
laboratori di fotografia e di scrittura.
Dal 23 al 25 ottobre le attività del Piano Urbano
saranno esposte nella mostra “Disagio Mentale e
Città” presso la Triennale di Milano. Nel giorno
dell’inaugurazione, alle ore 11.00, interverranno
Carla De Albertis, Assessore alla Salute del
Comune di Milano, Luciano Bresciani, Assessore
alla Sanità Regione Lombardia, e Pasquale
Cannatelli, Direttore Generale di Niguarda.
> LA MOSTRA
23-24-25 ottobre 2007
Triennale di Milano - Saletta LAB
viale Alemagna 6
dalle 10.30 alle 20.30
6
Il Giornale di Niguarda
> EPATITE E TRAPIANTI
Trapianto si, trapianto no. Niguarda: sì!
Uno studio sui trapianti di fegato ed epatite C
Si pensava che il trapianto di fegato nei pazienti con epatite C non
fosse efficace, in parole povere, che “il gioco non valesse la
candela”. Il Centro Trapianti di Fegato di Niguarda, diretto da
Luciano De Carlis, dice no, non è vero!
Il nostro Centro ha da poco superato i 900 trapianti e di questi circa
il 40% degli interventi sono stati effettuati in pazienti con cirrosi
causata dal virus dell’epatite C.
Le probabilità che il nuovo fegato si reinfetti con il virus C e
sviluppi nuovamente una epatite cronica sono alte. Purtroppo, oggi
non ci sono ancora terapie efficaci per prevenire la re-infezione e,
di conseguenza, la cirrosi. Come se ciò non bastasse, a partire dagli
anni ’90 il peggioramento della sopravvivenza di questi pazienti,
osservata in alcuni prestigiosi centri di trapianto, aveva sollevato
molti dubbi.
A quel punto la domanda era: “è opportuno continuare a
trapiantare i pazienti con cirrosi causata da virus da epatite C?”
Qui Niguarda gioca un ruolo chiave. Recentemente sono stati
pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Liver
Transplantation due importanti lavori che hanno consentito di
gettare nuova luce sull’argomento. Il primo proviene da Baltimora
e ha analizzato i dati della maggiore organizzazione americana
nella fornitura di organi, UNOS, relativi a 5.000 persone
trapiantate tra il 1991 e il 2001. Ebbene, i dati affermano che i
risultati dei trapianti non sono affatto peggiorati nel corso degli
anni.
Ma non è finita. Il secondo lavoro, coordinato a Niguarda da Luca
Belli e Giovambattista Pinzello, rispettivamente Responsabile
della Liver Unit e Direttore dell’Epatologia e Gastroenterologia
di Niguarda, analizzando la casistica del nostro centro trapianti e
quella del centro trapianti di Padova e del Royal Free Hospital di
Londra, ha fatto anche di meglio. Ecco i risultati emersi dal lavoro:
- la sopravvivenza dei pazienti presenta una tendenza al
> RICONOSCIMENTI
miglioramento negli ultimi anni;
- la possibilità che il nuovo fegato trapiantato venga re-infettato da
epatite C e che si sviluppi una cirrosi è rimasta sostanzialmente
invariata nel corso degli anni ‘90;
- trapiantare un fegato proveniente da un donatore anziano (per
esempio, maggiore di 60 anni) ad una donna anziché ad un uomo
sembra essere sfavorevole: il rischio di contrarre nuovamente la
cirrosi è circa il doppio nel ricevente femminile. Questo dato, se
riconfermato potrebbe cambiare la strategia di assegnazione degli
organi nei pazienti in lista trapianto per una cirrosi da virus C.
Sembra, dunque, che i trapianti di fegato per epatite C vadano
ancora praticati. D’altronde, dicerie e congetture non possono
avere la meglio sugli studi e sui dati.
> EPATITE E TRAPIANTI
Epatologia e Gastroenterologia
Tel. 02 6444.2396
lun-ven, 8.00-13.00/14.00-15.30
[email protected]
[email protected]
> NUOVI CENTRI
Un premio per chi ha fegato
NEMO: un riferimento per la distrofia muscolare
Al Congresso Internazionale I.A.S.G.O. premiato Luciano De Carlis
A dicembre nasce un nuovo centro clinico a Niguarda
Che a Niguarda ci fosse un ottimo reparto per i trapianti di fegato lo si sapeva già e il
fatto che sia stato anche premiato Luciano De Carlis, il responsabile, primo in Italia a
eseguire un trapianto da donatore vivente in un paziente adulto a Niguarda, non è
affatto una sorpresa. Era solo questione di tempo e, infatti, il premio è arrivato. Stiamo
parlando del Congresso Internazionale della International Society of Surgeons
Gastroenterologists and Oncologists (I.A.S.G.O.) che ha premiato, con una targa
d’oro, alcuni specialisti che si sono distinti nel trattamento di patologie oncologiche e del
tratto gastroenterico. Così, accanto a nomi illustri della chirurgia mondiale, a settembre
c’era anche il nostro dottor De Carlis. “È stato un grandissimo onore – dice De Carlis ricevere tale premio di fronte a una platea così qualificata e insieme a grandi nomi della
chirurgia mondiale. Penso che questo riconoscimento sia di grande valore non solo per
me ma soprattutto per Niguarda che, grazie all’intensa collaborazione dei colleghi
chirurghi, epatologi, anestesisti e di tutto il personale infermieristico, ha consentito il
raggiungimento di qualità professionali estremamente elevate”.
Curare le malattie
neuromuscolari come
la sclerosi laterale
amiotrofica (SLA),
creare un punto di
riferimento capace di
rispondere a bisogni e
aspettative diversi;
tutti aspetti che
convergeranno verso un progetto ben preciso: si chiama
N.E.M.O. (Neuro Muscolar Omnicentre), un nuovo
centro clinico di Niguarda.
Il centro, gestito da Fondazione Serena, nasce dalla
collaborazione tra UILDM (Unione Italiana Lotta alla
Distrofia Muscolare), Fondazione Telethon, AISLA
(Associazione Italiana Sclerosi Amiotrofica) e Niguarda.
A due mesi dall’apertura 3 sono gli obiettivi principali:
- promuovere terapie cliniche e riabilitative per migliorare
la qualità della vita delle persone affette da patologie
neuro muscolari, con interventi efficaci a limitare i danni
causati dalla progressiva immobilità;
- prevenire le stesse malattie, grazie alla consulenza
genetica e l’ identificazione dei portatori sani di tali
patologie;
-promuovere la corretta informazione verso il pubblico e
favorire la giusta formazione agli addetti ai lavori.
Per maggiori dettagli vi invitiamo a leggere il prossimo
numero.
7
Il Giornale di Niguarda
> VOLONTARIATO
> NEUROLOGIA
Sentirsi liberi con l’epilessia
Unione Samaritana
Una ricerca e un progetto per i pazienti più piccoli
60 anni di amore per il prossimo
16 paesi nel mondo e più di 1.000 tra bambini e adolescenti
dai 2 ai 19 anni (237 le persone intervistate solo in Italia) uniti
da uno scopo comune: capire l’epilessia e guardarla dal punto
di vista del piccolo paziente, dei genitori e di chi presta
assistenza. Tutto questo è “Future in Mind”, una indagine
educativa dell’International Bureau for Epilepsy (IBE) con
il patrocinio di UCB Pharma. L’iniziativa è nata nel maggio
del 2005 per renderci tutti più consapevoli delle conseguenze
causate dall’epilessia in età pediatrica. Questo disturbo infatti,
pur essendo tra i più comuni nei bambini e nei giovani, sembra
non potersi scrollare di dosso la disinformazione che spesso
colpisce proprio i nuclei sociali in cui cresce il piccolo
paziente: la famiglia e la scuola.
“Mi preoccupo di quello che i miei compagni possono pensare
nel caso io abbia una crisi, perché le crisi possono far paura.”
E ancora: “L’epilessia mi ha fatto perdere molti giorni di
scuola, ma non voglio che mi impedisca di fare le cose.” Ecco
che nelle parole dei bambini spicca la prima problematica:
malinformazione, superstizione. Sembra incredibile, ma sono
ancora queste le prime cause del disagio e dell’emarginazione
che perseguitano chi soffre di epilessia. Pochi infatti sanno che
cosa significhi vivere con la paura della crisi; o come sia
difficile concentrarsi quando si assumono farmaci
antiepilettici; o quanto sia complicato avvicinarsi a un’amicizia
e un rapporto speciale quando si ha paura che gli altri vedano
la tua malattia.
Per non parlare del futuro, il timore più grande. Potrò fare
l’università? Viaggiare? Avere un impiego di responsabilità?
Si, si e si. Ma molti non lo sanno, poiché i genitori e gli stessi
educatori non sono stati adeguatamente informati.
Future in Mind ha voluto mettere in luce l’obiettivo primario
nella gestione dell’epilessia: assicurare che i bambini siano il
più possibile liberi dalle crisi e minimizzare gli effetti
collaterali del trattamento.
> LE DOMANDE ALLO SPECIALISTA
Risponde Stefania Meregalli, Neurofisiopatologa.
> L’epilessia può intervenire sulle capacità di apprendimento?
Ci sono diverse variabili che possono condizionare in senso negativo le funzioni cognitive del bambino affetto da
epilessia, e di conseguenza le sue capacità di apprendimento: il tipo di epilessia, la presenza di eventuali lesioni cerebrali,
l’età di esordio delle crisi e la frequenza delle stesse, la localizzazione della zona epilettogena, la terapia farmacologica,
la presenza di anomalie intercritiche o in sonno...
> Il trattamento con farmaci antiepilettici può garantire al bambino una vita scolastica più serena?
Sicuramente il controllo delle crisi che si mira ad ottenere con l’utilizzo di farmaci antiepilettici è un fattore determinante
per una buona “performance” scolastica, sia dal punto di vista cognitivo che relazionale. D’altra parte gli antiepilettici
possono di per sé indurre effetti collaterali anche sul versante neuropsicologico (da disturbi di attenzione e
concentrazione, a deficit più specifici ad es. della memoria o della denominazione...)
> I farmaci di nuova generazione riducono la possibilità di avere effetti collaterali?
Nessun farmaco di vecchia o nuova generazione è del tutto esente da effetti in ambito cognitivo; da questo punto di vista,
però, i nuovi farmaci risultano meno penalizzanti rispetto, ad esempio, al barbiturico, per il quale esiste oramai un’ampia
letteratura che descrive gli effetti negativi sullo sviluppo cognitivo (è stato un italiano, il fu Prof. F. Viani, a far emergere
a livello internazionale questa problematica).
FREEDOM IN MIND
Un concorso artistico per chi è affetto da epilessia
Freedom in Mind è un progetto IBE che permette a chi è
affetto da epilessia di comunicare la propria idea di “libertà
dalle crisi” attraverso l’espressione artistica.
Può partecipare chiunque abbia realizzato un lavoro
artistico originale sotto qualsiasi forma (disegno, fotografia,
poesia, racconto…), senza limitazioni di età o confine.
L’opera dovrà essere accompagnata da una descrizione del
modo in cui l’artista ha affrontato il tema della libertà dalle
crisi, dal titolo dell’opera e da un desiderio per il futuro.
Le opere selezionate saranno incluse in mostre multimediali
intitolate “Freedom in Mind Experience” e saranno esposte
nel corso del 2008 in vari congressi medici internazionali.
Il modulo per la partecipazione si può trovare presso lo
studio medico di neurologi, neuropsichiatri o pediatri che si
occupano espressamente di diagnosi e terapia dell’epilessia.
Termine ultimo, 31 dicembre 2007.
www.freedominmind.com
“Il sacerdote e il levita passarono altre (…) Il Samaritano
si fermò e si prese cura di lui”. È la parabola del
Samaritano, raccontata da Gesù e citata nel Vangelo di
Luca. Oggi, rappresenta lo spirito dell’Associazione
“Unione Samaritana”, un gruppo di persone che si è
messo al servizio del prossimo, di chi chiede aiuto, di chi
vive in condizioni di sofferenza a causa di una malattia.
Era il 1947 quando la seconda guerra mondiale, appena
conclusa, riempiva gli ospedali di ammalati. Così, la “Casa
Grande”, il nostro ospedale, è stato il terreno in cui piantare
il primo seme che è diventato l’ albero robusto e frondoso
che oggi è l’Unione Samaritana, la dimostrazione che
l’indifferenza può essere sconfitta.
Sono passati sessant’anni e l’Associazione è ancora
presente a Niguarda con circa 190 volontari in 14 reparti.
Nel corso degli anni le forme di solidarietà
dell’Associazione sono state diverse proprio perché
nascevano come risposta a bisogni in continua evoluzione.
Nel lontano ‘47 i volontari portavano ai bisognosi, oltre alla
loro disponibilità di ascolto e conforto, anche qualche
biscotto, zucchero e indumenti: erano quelli i bisogni di
allora. Col tempo, per gli ammalati soli, sempre più
numerosi, si è organizzato un servizio di lavanderia e per
i parenti dei pazienti provenienti da altre regioni è stata
realizzata la “casa dell’ospitalità”.
Ma l’Unione Samaritana non opera solo a Niguarda. Il
nostro ospedale è la radice di una realtà che conta ormai 10
Nuclei in cui operano circa 1.000 volontari, angeli che si
caratterizzano per attenzione, calore umano, ascolto e
comprensione, discrezione, umiltà, rispetto, pazienza e
perseveranza. L’Associazione quest’anno ha festeggiato il
60esimo anno di attività. Il 6 ottobre presso l’Aula Magna
di Niguarda si è tenuto il concerto di Alois & James Sextet
(nella foto) che hanno interpretato i più famosi brani di
Nino Rota, Ennio Morricone, George Gershwin e Astor
Piazzola. Sono stati inoltre distribuiti degli “attestati di
fedeltà” ai volontari in servizio da 5, 10, 15 e 20 anni.
“Ciò che a volte può apparire scontato, banale o
insignificante – commenta Luigi Venturini, Presidente
dell’Associazione - è, invece, un dono di inestimabile
valore per chi è solo o nel dolore”. Poi lancia un appello:
“Se vuoi sperimentare anche tu quanto sia prezioso e
gradito il dono di sé e del proprio tempo a chi soffre,
associati a noi, diventa un Samaritano.”
Dunque, come si fa sempre in questi casi, tanti auguri
all’Unione Samaritana: mille di questi giorni, ma
soprattutto, GRAZIE.
8
NIGUARDA NOI
Il Giornale di Niguarda
> FLASH
Una donazione contro i tumori
Mediaset a Niguarda
Pasquale Cannatelli, Direttore Generale di Niguarda,
ha incontrato il Presidente di Mediaset, Fedele
Confalonieri, in occasione di una donazione del
colosso televisivo al nostro ospedale. Il gesto è
finalizzato a istituire un contratto per Serena Conforti,
diventata ora una specialista del nostro ospedale presso
la Chirurgia Endoscopica del Torace, diretta da
Massimo Torre. La donazione è stata indirizzata alla
ricerca e alla cura dei tumori del torace ed è stata
dedicata alla memoria di Carlo Bernasconi, esponente
di Mediaset, venuto a mancare nel 2001.
da sinistra: Pasquale Cannatelli, Serena Conforti e Fedele Confalonieri
> NEURO-UROLOGIA
Il Centro Zanollo di Niguarda
Trattamenti d’avanguardia per i pazienti mielolesi
Alberto Zanollo, considerato il pioniere della neurourologia italiana, scomparso 6 anni fa, ha iniziato la sua
formazione professionale proprio a Niguarda. Nel nostro
ospedale, con il quale ha collaborato dal 1958 al 1970, ha
maturato il suo interesse per i pazienti con lesione midollare,
che in passato avevano un’alta mortalità e morbilità (problemi
a lungo termine), per le disfunzioni dell’apparato urinario in
seguito alla para e alla tetraplegia.
Zanollo è stato primario dell’Ospedale di Magenta (1970) e in
seguito ha fondato la sezione neurolesi a rischio urologico,
coordinando,dal 1990, la prima Unità Spinale Integrata della
Regione Lombardia.
Dal settembre 2004, l’Unità Spinale Unipolare di Niguarda,
diretta da Tiziana Redaelli, ha attivato, con l’arrivo di
Michele Spinelli (allievo di Zanollo), un Centro di Studio e
Trattamento per la Vescica Neurogena e per le disfunzioni
dell’area sacrale. Il Centro in tre anni ha curato oltre 1.000
pazienti offrendo trattamenti d’avanguardia per le disfunzioni
vescicali e sessuali dovute a lesione midollare e neuropatie in
genere. Si distingue per la sua attività di training a livello
nazionale e internazionale nel campo della stimolazione
delle radici sacrali a mezzo di “pacemaker vescicali” e come
promotore di studi per la ricerca di soluzioni innovative
nel trattamento della vescica neurogena.
A 6 anni dalla scomparsa di Alberto Zanollo, Niguarda ha
voluto far conoscere queste attività e dedicare il centro alla
sua memoria. Così, il 20 settembre è stata dedicata una targa
(vedi foto) in memoria del luminare e si è ribadito l’impegno
del nostro ospedale nel migliorare continuamente le tecniche
per il trattamento di pazienti con lesione midollare. È stato
ricordato anche Clay Regazzoni, campione del volante che,
per anni, ha sostenuto la ricerca nel campo della neurourologia supportando l’attività del Centro consentendo, così,
l’arrivo di nuovi specialisti e l’acquisto di importanti
strumenti diagnostici e terapeutici.
> PER INFORMAZIONI
Unità Spinale Unipolare
Tel. 02 6444.3898
lun-ven, 8.00-15.00
[email protected]
> LAVORO E TECNOLOGIA
Il lavoro nobilita, ma a volte debilita
Le nuove malattie da ufficio
Oggi si lavora in ufficio. La maggior parte di noi, quindi, non fa i conti con gli odori
sgradevoli della fabbrica, con il freddo, non rischia la vita nelle catene di montaggio. I
problemi, però, non sono finiti. Ci sono malattie nuove con cui fare i conti.
Se prima i problemi erano alla schiena, ora sono agli arti superiori e alla vista; se prima si
soffriva per allergie o decibel troppo alti, ora il disturbo più diffuso è lo stress, imputabile
anche all’utilizzo eccessivo del computer. Quest’ultimo colpisce anche la nostra vista:
l’astenopia,ad esempio, una malattia legata all’uso del monitor che si manifesta con
l’affaticamento e l’eccessiva lacrimazione degli occhi. Per le malattie degli arti superiori, il
nostro medico, Bruno Bono, che si occupa di patologia della mano in Day Surgery
ortopedica, afferma: “Le malattie professionali, come la sindrome del tunnel carpale ed
ulnare causano formicolii, dolore e riducono la sensibilità o la forza della mano. In altri
casi le infiammazioni dei tendini provocano dolore e possono colpire spalla, gomito, mano
e polso. Queste malattie sono causate dalla esecuzione di gesti ripetitivi in posizioni
obbligate”.
Come prevenire, dunque? L’ergonomia della postazione di lavoro e la disposizione degli
strumenti (tastiera, mouse, monitor, ecc.) sono fondamentali e devono essere studiate sia in
base alla posizione del nostro corpo che all’illuminazione naturale e artificiale. Le
apparecchiature da ufficio presenti sul mercato sono studiate a proposito. Quindi, un po’ di
buon senso, può aiutarci a stare lontani dal medico e ad evitare cure, spesso, impegnative.
Ma dove non arriva il buon senso, occorre la legge.
“Dall’introduzione del D.lgs 626 del 1994, aggiornato dalla legge Comunitaria 422/2000,
Niguarda si è adeguato alle norme previste. Siamo stati i primi in Italia a tenere un corso
sulla sua applicazione nelle strutture sanitarie. Era il 1995. Alcune centinaia di lavoratori
sono stati formati e si sottopongono a sorveglianza sanitaria. Con l’introduzione del
Decreto, per esempio, sono state definite
“videoterminalisti” le persone che lavorano
davanti a un monitor per venti ore
settimanali e per le quali è previsto
l’obbligo di sottoporsi a sorveglianza
sanitaria
periodica”,
così
afferma
Gianpaolo Micheloni, Responsabile del
Servizio di Medicina e Sorveglianza
Sanitaria dei Lavoratori. Inoltre, Micheloni
ci ha fornito alcune regole di buon senso per
una prevenzione intelligente (Box in basso).
Quindi, a quanto pare, non è solo il capo
ufficio ad esigere che si lavori al meglio.
Anzi, l’imperativo sta proprio nell’aver cura per la prima cassetta degli attrezzi
necessaria al nostro lavoro (ma non solo): il nostro corpo.
> ALCUNE REGOLE DI BUON SENSO
- Dotarsi di un sedile stabile, regolabile sia in altezza che in inclinazione;
- Mai appoggiare il monitor sopra il computer
(l’inclinazione deve essere leggermente verso il basso);
- Posizionare il monitor in modo che l’illuminazione (artificiale o naturale)
non provochi riflessi. In alternativa utilizzare tende schermanti;
- Quando si ricopia un testo assicurarsi che il foglio sia posizionato su un mini leggio e che stia accanto al monitor in modo da evitare troppi movimenti del collo;
- Posizionare la tastiera ad almeno 15 cm dal bordo della scrivania in modo
da poter appoggiare l’avambraccio e non stancare le spalle.
9
> FORMARSI IN OSPEDALE
I corsi MCQ - Qualità di ottobre, novembre e dicembre
25 ottobre – Gestione della cartella clinica, dalla certificazione ISO9000 agli standard
Joint Commission
07 novembre – RCA – Strumenti di analisi reattiva
14/15 novembre – Strumenti per la prevenzione dell’errore in ambito farmacologico: la
farmacovigilanza
11/12/13 dicembre – Strumenti di gestione per la qualità – modulo avanzato
> PER INFORMAZIONI
Servizio Qualità – M.C.Q.
tel. 02 6444.2866/2967 - lun-ven, 8.00-16.00
[email protected]
> FORMAZIONE
> COLLABORAZIONI
Sclerodermia: un’alleanza
sulla bocca di tutti
Tariffe agevolate per gli iscritti al G.I.L.S.
14 settembre, una data importante per chi
soffre di Sclerodermia. Niguarda ha deciso di
compiere un passo importante per andare
incontro ai pazienti tramite un Protocollo
d’Intesa con il G.I.L.S (Gruppo Italiano per
la Lotta alla Sclerodermia). A concludere
l’accordo sono stati il nostro Direttore
Generale, Pasquale Cannatelli, la
Presidente G.I.L.S., Carla Garbagnati
Crosti, e il Referente Scientifico della
Dental Niguarda, Dario Perego.
La collaborazione permetterà a tutti i
pazienti iscritti al G.I.L.S. di sostenere visite
odontostomatologiche a tariffario agevolato,
lo stesso di quello applicato ai dipendenti di
Niguarda.
Le visite si effettuano presso i Centri
Odontostomatologici del D.E.A. e di Via
Ippocrate.
La Sclerodermia, il cui termine significa
“pelle dura”, in realtà è una malattia cronica
che colpisce i piccoli vasi arteriosi e
importanti organi interni ed è caratterizzata da
una iperattività del sistema immunitario.
Il Giornale di Niguarda
NIGUARDA NOI
Malattia poco conosciuta, può essere
altamente invalidante e molto grave. Oggi per
fortuna la progressione può essere arrestata e
la diagnosi precoce è fondamentale per
prevenire danni irreversibili. Una malattia che
provoca altre malattie, dunque, e per quelle
della bocca il nostro ospedale ha intenzione di
agire concretamente.
L’accordo in ambito odontostomatologico,
risponde all’esigenza di curare malattie della
bocca come: Xerostomia (scarsa salivazione),
Microstomia (scarsa apertura della bocca),
aumento della frequenza delle carie e malattie
parodontali, tutte causate spesso dalla
Sclerodermia e che richiedono interventi
odontostomatologici frequenti e complessi da
parte di specialisti.
Un ulteriore esempio di come “l’unione fa la
forza” e, in questo caso, è quella di chi soffre
di Sclerodermia.
> IL G.I.L.S.: COS’E’?
Il G.I.L.S, Gruppo Italiano per la
Lotta alla Sclerodermia, dal ’93 si
occupa di combattere questa “rara”
malattia offrendo importanti servizi
agli ammalati per migliorarne la
qualità della vita,
sensibilizza e
informa
l’opinione
pubblica
sull’importanza di una diagnosi
precoce, raccoglie fondi per la
Ricerca Scientifica.
L’ esempio è la Giornata del
Ciclamino nella quale in oltre 100
piazze italiane, a settembre, è
possibile acquistare un ciclamino
per sostenere la ricerca.
Per qualsiasi dubbio contattate il
numero verde GILS, 800.080.266.
> PER INFORMAZIONI
Centro Odontostomatologico DEA
Tel. 02 6444.7008 - lun-sab, 8.00-19.30
Centro Odontostomatologico di Via Ippocrate (Ing. Via Besta)
Tel. 02 6444.5261 - lun-sab, 8.30-16.00
Stop ai problemi con il computer
Arriva il test informatico
L’informatica è uno strumento importante del nostro
lavoro ma a volte proprio non leghiamo con i
computer che sembrano quasi un ostacolo più che un
aiuto concreto.
Per questo, la Direzione di Niguarda, con la Formazione e i Sistemi Informativi, ha deciso
di mettere a disposizione di tutti i collaboratori un test informatico sui programmi di uso
comune. Obiettivo: aiutare a raggiungere una conoscenza informatica adeguata alla
mansione svolta in ospedale con sessioni di formazioni mirate.
Il test è disponibile su Niguarda Net >Corsi e Convegni >Formazione Siapri.
> VOLTI NOTI
Grazie Milan
Fondazione Milan, con la firma del
suo Presidente Leonardo, grande ex
giocatore, mesi fa ha donato una
culla termica attrezzata alla
Neonatologia e Terapia Intensiva
Neonatale di Niguarda, diretta da
Stefano Martinelli.
Ma le sorprese non finiscono qui:
adesso è anche venuto a trovarci
niente meno che un giocatore del
Milan campione del mondo, e cioè
Andrea Pirlo.
Il campione ha visitato sia la da sinistra: Stefano Martinelli e Andrea Pirlo
Neonatologia che la Pediatria del
nostro ospedale e ha portato ai bambini dei simpatici gadget della squadra campione
d’Europa. Come sempre Fondazione Milan non si dimentica mai dei bambini e
dimostra generosità nei confronti di chi già appena nato si trova in difficoltà.
Il Giornale di Niguarda
Periodico d’informazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano
DIRETTORE RESPONSABILE: PASQUALE CANNATELLI
Coordinatore Editoriale:
Monica Cremonesi
In redazione: Giovanni G. Mauri,
Federico Rossi, Francesco Scarpace
Marketing: Matteo Stocco
Direzione e redazione:
Piazza Ospedale Maggiore 3 - 20162 Milano - tel. 02 6444.2562 [email protected]
Foto: Archivio Niguarda copyright
Progetto grafico: Lara Angonese
Stampa: S.P.A. Tipografia Sociale Viale Europa 12 - 20052 Monza
Tiratura: 30.000 copie
Reg. Tribunale Milano:
n. 326 del 17 maggio 2006
Pubblicità: Spada Pubblicità 02.24.30.85.60- Fax 02.24.30.01.56
www.spadapubblicita.it.
Pubblicato online sul sito:
www.ospedaleniguarda.it
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Il Giornale di Niguarda
> OSTETRICIA
Depressione post-partum
Quando il lieto evento diventa un incubo
È tutto splendido quando il piccolo
viene alla luce: una vita che riempie
altre vite, quelle di mamma e papà.
Tuttavia, dopo il parto qualcosa nella
mente della madre potrebbe incontrare
qualche ostacolo: è il caso della
depressione post partum. Ne esistono
di tre i tipi: la sindrome del terzo
giorno, la depressione post-natale e la
psicosi puerperale.
Il primo, in inglese Maternity Blues, è il
più frequente. Colpisce il 70-80% delle
neo mamme e si manifesta con una certa
instabilità emotiva, spesso dal terzo
giorno dal parto. È un fenomeno
transitorio e i sintomi più importanti
sono: insonnia, mancanza
di
energia/iperattività, iper-eccitabilità,
disturbi dell’appetito, ansia, confusione, tristezza, perdita di
interesse per il bambino, senso di inadeguatezza, pianto, irritabilità.
Non è una malattia, ma attenzione: la solitudine, un partner non
comprensivo o conflittualità familiari sono fattori di rischio per il
passaggio alla depressione post-natale vera e propria.
La depressione post-natale colpisce il 10-15% delle neo mamme. È un
vero e proprio stato depressivo che si manifesta dalle 5 alle 8 settimane
dal parto. Non si risolve da sola, va affrontata con trattamenti
farmacologigi o psicoterapeutici. I sintomi, in aggiunta a quelli della
sindrome del terzo giorno, sono: pianto incontrollato, attacchi di
panico, forte senso di colpa e di disperazione, mancanza di forze,
pensieri pessimisti, e, a volte, fantasie suicide.
C’è ancora di peggio: un vero e proprio stato psicotico raro e grave è la
psicosi puerperale che necessita di un intervento psichiatrico immediato.
I sintomi sono confusione estrema o incoerenza, preoccupazione
eccessiva per dettagli insignificanti, sospettosità, allucinazioni
(soprattutto uditive, le cosiddette “voci nella testa”), agitazione. Le
voci nella testa sono il campanello d’allarme,
occorre intervenire subito per evitare conseguenze
disastrose come il suicidio o l’infanticidio.
Ma come identificare i soggetti a rischio, come
prevenire e come intervenire?
Ci risponde Roberto Merati, responsabile
dell’Ostetricia di Niguarda:
“Se la psicosi puerperale colpisce maggiormente
donne con una storia familiare di schizofrenia e di
psicosi maniaco depressiva, il “maternity blues” e
la depressione post-natale possono colpire
qualsiasi donna. Occorre, dunque, attuare una
prevenzione primaria che si basa innanzitutto sulla
informazione della donna e del marito.
Informazione significa parlare della depressione
postpartum, perchè è il primo atto per far emergere
ciò che sta sotto alla punta dell’iceberg.
L’informazione passa oggi attraverso i corsi di
preparazione al parto dove la coppia può trovare aiuto per la
comprensione del fenomeno e la soluzione. È importante che la donna
sappia che ogni stato di difficoltà e di disagio dopo il parto non sono
una colpa ma una condizione. Il legame espresso come sostegno da
parte del marito e del contesto familiare sono i primi fattori di rapida
soluzione degli stadi più semplici della depressione postpartum ed
elementi di modulazione dei quadri più complessi.”
> PER INFORMAZIONI
Ostetricia
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> GINECOLOGIA
Tumore all’utero: pronto un vaccino
Già partita la campagna di informazione
Ogni anno in Italia 3.500 donne si ammalano di tumore del collo dell’utero, causato dal
Papillomavirus umano (HPV) e 1.700 muoiono per questa neoplasia. È un virus molto diffuso
tra gli adulti ed è in grado di infettare la cute o le mucose, in particolare degli organi genitali.
I tipi virali più diffusi sono il 6, l’11, il 16 e il 18. Non tutti hanno la stessa pericolosità, inoltre
hanno una capacità infettante e siti di infezione differenti.
Il 6 e l’11 colpiscono prevalentemente la cute dando origine a verruche, papillomi e
condilomi genitali. Il 16 e il 18 sono i più patogeni, infettano le mucose genitali e sono
all’origine della maggior parte delle lesioni displasiche, considerate i precursori della
neoplasia della cervice uterina, il cosiddetto tumore al collo dell’utero.
In molti casi non ci sono sintomi, in altri possono esserci verruche e papillomi cutanei,
condilomi e displasie genitali di basso o alto grado. In soggetti predisposti, raramente, può
essere la causa di carcinomi dell’apparato genitale femminile.
Ma c’è una buona notizia: è stato trovato un vaccino efficace contro i quattro ceppi virali più
diffusi (6, 11, 16 e 18). A riguardo, abbiamo fatto qualche domanda ad Antonio Canino,
specialista dell’Ostetricia e Ginecologia di Niguarda:
Dottore, quali sono i vantaggi dell’utilizzo del nuovo vaccino?
“L’utilizzo di un vaccino efficace che sia in grado di neutralizzare la capacità patogena dei
ceppi virali HPV più pericolosi, porterà nel tempo a una difesa immunitaria efficace contro
l’infezione del virus nella popolazione più a rischio rappresentata dalle donne sessualmente
attive. Il risultato sarà una diminuzione dell’incidenza dei casi di neoplasia cervicale con il
risparmio di sofferenze, spese sanitarie e sociali e di migliaia di vite nei prossimi anni”.
Questo significa che le donne non dovranno più preoccuparsi?
“Assolutamente no. È chiaro che l’utilizzo di un vaccino, che non protegge contro tutti i
sierotipi del virus, non esime dal continuare ad utilizzare metodiche di prevenzione e
diagnosi precoce che si basano sull’utilizzo del Pap Test, della colposcopia e di un’adeguata
educazione sessuale”.
Tutte le donne potranno essere vaccinate da subito?
“No. La strategia attuale è offrire una copertura alle ragazze più giovani (11-12 anni) che
permetta una immunizzazione contro i tipi virali più diffusi e più a rischio, prima di iniziare
un’attività sessuale potenzialmente infettante. In questa fascia di età si sta organizzando un
intervento istituzionale con strategie vaccinali che permetteranno una copertura gratuita e
completa. In età successive, dove è possibile sia già avvenuto il contatto con il virus, devono
essere ancora focalizzate le modalità di prescrizione e somministrazione più opportune per
favorire una copertura vaccinale efficace. Ma in questi casi, la vaccinazione è volontaria e
il costo a carico dell’utente”.
La campagna di informazione per far conoscere i diversi aspetti di un problema che ha
notevoli implicazioni mediche, sociali e relazionali è già partita e i nostri esperti Antonio
Canino e Marcello Gambacorta, direttore dell’Anatomia Istologia Patologica e
Citogenetica di Niguarda, saranno i relatori di quattro incontri organizzati per discutere del
problema. Due si sono già tenuti e altri 2 incontri si terranno il 18 e il 25 ottobre.
La prevenzione esige conoscenza e, come recitava un vecchio spot, “prevenire è meglio che
curare”.
> CALENDARIO DEI PROSSIMI INCONTRI A MILANO
18 ottobre - ore 21.00 - Parrocchia S. Ildefonso
Piazza Damiano Chiesa
25 ottobre - ore 21.00 - Teatro Rosetum
Via Pisanello 1
12
Il Giornale di Niguarda
> CULTURA E SALUTE
> 13 E 14 OTTOBRE
M.A.P.P.: porte aperte alla cultura
Una Mela per la Vita
Una notte al Museo 2007. Artisti a confronto
Combattiamo la sclerosi multipla
Signore e Signori, ancora una volta, va in scena il M.A.P.P., il
Museo d’arte Paolo Pini. Questa volta l’iniziativa si chiama
“Una notte al museo 2007”, promossa dalla Provincia di Milano
e realizzata dall’Associazione Arca Onlus in collaborazione con
il Comune di Milano, Consiglio di zona 9. L’evento ha visto il
museo affiancato alle maggiori istituzioni dello scenario
culturale milanese, con la presentazione di tre installazioni a cura
di artisti famosi a livello internazionale: Tabellone Consumistico
di Paolo Scirpa, Fiteiro Cultural di Fabiana De Barros e Magic
Lanterns di Deon Winter. L’artista Paolo Scirpa è stato presente
all’evento con l’inaugurazione del Tabellone Consumistico, opera
imponente di denuncia sociale, incentrata sull’assemblaggio di
una gran quantità di involucri e contenitori a perdere, un muro
attraversato da tagli, segni che si moltiplicano come contrasto,
mettendo in luce i falsi valori del consumismo.
Nel workshop Magic Lanterns, realizzato “a quattro mani” dai
frequentatori dei laboratori di arteterapia “Botteghe d’arte” e
dall’artista inglese Deon Winter, ogni partecipante ha potuto
Un Museo con tutte le carte in regola
Il Museo d’arte Paolo Pini (M.A.P.P.), sezione del museo
regionale della psichiatria, è stato accreditato dalla Regione
Lombardia come raccolta museale. Che significa? Ebbene, il
nostro M.A.P.P. è diventato un museo ufficiale regolarmente
interpretare la propria lanterna, costituita da un foglio di acetato,
dipinto con colori acrilici, sviluppando un tema particolare. La
stessa Deon Winter è convinta dell’utilità dell’arte per la cura:
“Come artista visuale ritengo che sia necessario esplorare e
imparare ogni giorno di più come l’arte possa influire in modo
benefico sugli esseri umani e come possa essere un aiuto per chi
soffre di qualche patologia, sia essa fisica o mentale”.
Del Fiteiro Cultural (foto a lato), in italiano Chiosco Culturale,
abbiamo già parlato qualche numero fa. L’artista è la brasiliana
Fabiana De Barros e il suo progetto è un’opera collettiva che
simboleggia un luogo aperto alla discussione e alla conoscenza,
un’opera che contiene un’utopia: far incontrare la gente e porre
tutti sullo stesso livello. I modi per farlo sono sempre gli stessi, ciò
che cambia è il contesto che rende l’opera sempre ricca di nuovi
approcci e di nuove realtà. Si passa, così, da un laboratorio per
artisti su una spiaggia brasiliana a un luogo di gioco per bambini
armeni o, ancora, a museo effimero per il campo nomadi alla
periferia di Atene. A Milano l’artista ha ritenuto importante la
collocazione del Chiosco Culturale al MAPP e ne ha affidato la
realizzazione alle Botteghe d’Arte, con la collaborazione
dell’architetto Paolo Canevari e della Falegnameria Angelo
Butti. In occasione della serata di inaugurazione è stato
simbolizzato l’ingresso nel Chiosco nella collezione permanente
del MAPP, come rappresentazione di una utopia di libertà.
> PER INFORMAZIONI
M.A.P.P. Museo d’arte Paolo Pini
Tel. 02 6444.5392 - lun-ven, 9.00-16.00
riconosciuto. Dal 1993 si è sempre caratterizzato per una
forte vocazione sociale è questo lo ha portato alla ribalta di
numerose iniziative culturali che, di volta in volta, hanno
arricchito la sua storia. Era solo questione di tempo ma il
giusto riconoscimento è finalmente arrivato.
www.mapp-arca.it
“Una mela al giorno toglie il
medico di torno”, ma se ne
acquistate una il 13 e il 14
ottobre aiutate anche la ricerca
scientifica. L’iniziativa si
chiama “Una Mela per la
Vita”, è promossa da AISM,
Associazione Italiana Sclerosi
Multipla, e si terrà in circa 150
piazze di Milano, a due passi da casa vostra.
L’AISM opera in tutta Italia e a Niguarda. Dal 1998 è
affiancata dalla FISM, Fondazione Italiana Sclerosi
Multipla, con la quale collabora per combattere
questa malattia. Insieme finanziano il 70% della
ricerca scientifica italiana e hanno stanziato, negli
ultimi 12 anni, 15 milioni di euro senza ricorrere ad
alcun finanziamento pubblico. Nelle Sezioni AISM
ogni giorno operano 4000 volontari, un insieme di
competenze, impegno e disponibilità presente
praticamente in ogni provincia italiana che garantisce
l’indispensabile continuità di sostegno alle persone
con sclerosi multipla e alle famiglie, in ogni aspetto
della loro vita. AISM, inoltre, lavora per garantire il
rispetto dei diritti delle persone con sclerosi
multipla, attraverso il confronto attivo con Istituzioni
ed Enti. L’impegno dell’associazione, in particolare,
si è rafforzato intorno al tema del diritto al lavoro,
per sostenere la piena integrazione sociale delle
persone con disabilità.
> PER INFORMAZIONI
AISM - Tel 02 6444.4495
lun: 14.00-16.30
ven: 10.00-13.00
[email protected]
www.aismmilano.it
13
Il Giornale di Niguarda
> MALATTIE INFETTIVE
AIDS: a che punto siamo?
Ora si può controllare ma la prevenzione è fondamentale
Era il 1981 e l’Aids diventava una realtà. Una vasta
campagna di informazione iniziava a far parte della vita di
tutti: che cos’è l’aids, come si contrae, quali sono i
comportamenti a rischio?
Bersaglio di HIV (il virus della malattia) sono i linfociti
CD4, cellule fondamentali del sistema immunitario la cui
diminuzione porta ad un suo progressivo indebolimento
esponendoci a infezioni anche molto rare. Tra il momento
del contagio con HIV, a cui fa seguito la sieropositività, e la
comparsa dei primi sintomi dell’AIDS passano
abitualmente molti anni. In questo periodo potrebbe non
esserci alcun sintomo.
A più di vent’anni, il quadro è molto cambiato: da un lato la
medicina ha fatto notevoli passi avanti pur non essendo stato
individuato un vaccino, dall’altro l’informazione ha
sensibilizzato le persone per renderle più consapevoli del
rischio. Prima non c’era modo di intervenire sull’infezione,
ora la medicina sa controllarla; prima erano colpiti
prevalentemente i giovani, gli omosessuali e i
tossicodipendenti, ora sono anche gli adulti maturi ad
infettarsi con i rapporti sessuali. Tra questi, la maggior
parte delle donne acquisisce l’infezione da un partner che
sapeva di essere HIV-positivo.
È anche aumentata la quota di soggetti che scopre di essere
infetta solo in fase avanzata di malattia. Sembra diminuita
la percezione del rischio che espone a contrarre il virus e a
ritardarne la cura. Ciò è
probabilmente dovuto a un
calo dell’informazione.
Nel 2006 sono stati
notificati 1.452 nuovi casi
di AIDS in Italia, in
maggioranza associati a
trasmissione sessuale e ad
ignoranza della propria
sieropositività.
Ad oggi si stima che i
sieropositivi in Italia siano
circa 120.000 e che ogni
anno si infettino almeno
3.500 persone. Ora, un siero-positivo, con una terapia
adeguata prima di ammalarsi, può avere teoricamente
una vita “normale” e le probabilità di non ammalarsi mai
di AIDS, pur rimanendo portatore del virus, sono molto alte.
Diverso è il quadro in fase di malattia avanzata.
Ma in cosa consiste la terapia?
Liliana Caggese, direttore del reparto Malattie Infettive di
Niguarda risponde: “La terapia dell’infezione da HIV si
basa sull’associazione di più farmaci antiretrovirali. Non si
ottiene però l’eradicazione del virus e la terapia deve essere
assunta quotidianamente, con periodici esami e visite
specialistiche perchè non si sviluppino resistenze da parte
del virus e tossicità da farmaci. Si tratta di cure costose
tuttora precluse alla larga maggioranza delle persone HIVpositive che vivono nei paesi con limitate risorse
economiche. In Italia, per fortuna, la terapia è interamente
coperta dal Sistema Sanitario Nazionale”.
Perché non è stato ancora trovato un vaccino?
“Le difficoltà incontrate sono la mancanza di modelli
animali perfetti, l’incompleta conoscenza del sistema
immunitario, la variabilità del virus e delle vie di
trasmissione, la genetica delle popolazioni, la numerosità
dei volontari da arruolare nei trial clinici e la lunga durata
della storia naturale dell’infezione da HIV. Tutto ciò rende
improbabile che si possa disporre di un vaccino entro i
prossimi 10 anni”.
Rimane importante, dunque, avere la consapevolezza che
l’aids è una malattia grave. Sappiamo che è possibile
controllare l’infezione da HIV ma non dobbiamo aspettare
i sintomi (tra l’altro simili a quelli di malattie comuni).
L’imperativo è sottoporsi al test dell’HIV al minimo
sospetto di essere entrati a contatto con il virus. Il test è
anonimo e gratuito.
Ad ammalarsi si rischia di morire, a risultare sieropositivi
si “rischia” di vivere. Fate voi.
Regione Lombardia, uniformandosi alle
indicazioni internazionali, ha favorito
l’istituzione in ogni ASL di Centri per il
controllo delle infezioni a trasmissione
sessuale.
Il numero da contattare è 02 8578.8912
(lun-ven, dalle 10.00 alle 15.00).
> OSPEDALE E PAZIENTI
> REPORT & COMUNICAZIONE
Low Care: oltre la medicina
Tutto in un Annual
Un’assistenza infermieristica per il recupero del paziente
Presentato l’Annual 2006
A Niguarda abbiamo ben presente quanto sia
difficile curare gli ammalati in famiglia e sappiamo
ancora meglio quanto questo diventi problematico
quando sono coinvolte persone senza fissa dimora.
Per questo c’è un reparto qualificato.
Si chiama Low Care, e accoglie pazienti con una
situazione clinica stabile, che hanno concluso l’iter
diagnostico ma che per il recupero della completa
autonomia necessitano di proseguire un percorso
clinico in vista di una successiva dimissione.
Provengono per la maggior parte dalla Medicina
Generale; un medico e una responsabile della
valutazione dei casi visitano i pazienti direttamente
presso il reparto di provenienza e decidono se
accettarlo in base ai criteri di appropriatezza.
“Si tratta perlopiù di anziani con pluripatologia –
sottolinea Marco Ispano, Direttore del reparto –
che necessitano di recupero di autonomia o di
consolidamento o monitoraggio della loro stabilità
clinica. La loro degenza media è di 22 giorni. Il
termine Low Care è riferito a una bassa intensità di
assistenza medica, a fronte di una elevata intensità
di assistenza infermieristica, con 12 infermieri a
Come ormai è consuetudine, è stato presentato, nelle scorse settimane,
l’Annual 2006, vero e proprio resoconto di un anno di attività a Niguarda.
L’Annual di quest’anno è titolato “Niguarda: un’opera per la salute”
ed ha lo scopo di mettere in evidenza l’importanza del lavoro di gruppo
(tema prescelto per rappresentare un anno di impegni e risultati) anche
attraverso le immagini contenute al suo interno. L’Annual 2006 vuol
essere anche uno stimolo e un riconoscimento a quanti, con disponibilità,
competenza e passione, lavorano a Niguarda.
tempo pieno e il personale di supporto O.S.S.
(Operatori Socio-Sanitari).”
Il nostro reparto di Low care esprime un modello
innovativo di assistenza che ha ottenuto svariati
riconoscimenti per la qualità in Sanità come quello
del Forum PA 2002, del Premio Gulliver 2002,
promosso dal servizio Assistenza – ASL Bologna,
e del premio Andrea Alesini 2002.
Inoltre, il reparto è stato inserito in Buoni Esempi,
una banca dati delle esperienze di innovazione nelle
amministrazioni pubbliche, su richiesta del
Dipartimento della Funzione Pubblica.
Un chiaro esempio di come sia importante e utile
affiancare le competenze tecniche e la tecnologia
che la medicina ci offre, agli aspetti umani e
assistenziali che un paziente, in quanto persona,
necessita.
> PER INFORMAZIONI
Low Care
Tel. 02 6444.2414
[email protected]
15
Il Giornale di Niguarda
> PRIVATI
> INFERMIERI OLTRE CONFINE
Una missione che lascia il segno
Uno spaccato di vita in Eritrea: parlano i nostri infermieri
Renzo Doneda durante una esercitazione nell'ospedale di Asmara
Di tanto in tanto vi è capitato di leggere, su questo giornale, di
incontri tra il nostro ospedale con una delegazione straniera.
Ma come vanno le cose quando queste collaborazioni sono
messe in pratica?
Ve lo raccontiamo utilizzando uno spaccato di vita vissuta ed
evidenziando sia gli aspetti professionali che umani.
Sentiamo, dunque, cosa ci raccontano due nostri specialisti,
Giovanna Bollini, direttore della Direzione Infermieristica e
Tecnica Riabilitativa Aziendale di Niguarda, e Renzo Doneda,
caposala in Pronto Soccorso, che si sono recati per la prima
volta nel 2005 in missione in Eritrea.
Dottoressa Bollini, ci racconta la sua missione?
“Nell’ospedale che ci ha ospitati, ad Asmara, le risorse e le
conoscenze erano molto povere. Molti degli strumenti in
dotazione non erano utilizzati perché non si conoscevano. Mi ha
impressionata molto, però, la voglia di imparare di quegli
operatori: dopo un anno ho constatato che tutte le tecniche e gli
strumenti erano finalmente utilizzati. Uno sforzo ripagato. È un
popolo che non ha davvero niente ma con una dignità
eccezionale e parlo anche della gente comune. Per loro è
fondamentale il rispetto delle differenti culture e religioni.
Questo si vedeva benissimo all’interno di quell’ospedale. Gli
operatori erano vestiti diversamente, a seconda della religione.
Tutti, però a viso scoperto. C’era una tolleranza dalla quale
dovremmo imparare. Inoltre mi ha impressionato la calma che
caratterizza gli eritrei. Se una persona si reca in un ambulatorio
si presenta e attende il proprio turno. Se questo non arriva in
giornata si torna il giorno successivo. Impensabile da noi. Per
strada la gente riconosceva che ero italiana. Si fermava e mi
chiedeva, in italiano, del perchè della mia presenza lì. Era
davvero bello girare per Asmara”.
Signor Doneda, quali aspetti l’hanno colpita di più di
quell’esperienza?
“Gli infermieri e i medici venivano ai nostri corsi senza essere
pagati e fuori servizio, tale era la voglia di imparare.
L’aspetto umano poi lascia il segno: ricordo un bambino, aveva
una brutta ferita al piede. Noi siamo abituati al frastuono,
all’agitazione. Immagino il dolore che in quel momento poteva
sentire, la ferita era davvero brutta. Quel bambino, invece, era
sul suo lettino, tranquillo. Un rapporto con il dolore
impressionante, probabilmente perché abituato alle difficoltà.
Mi hanno colpito, poi, i segni “italiani” in città. L’architettura
era quella milanese degli anni’20, sui tombini c’era scritto
“Milano”.
Area privata:
i nuovi sportelli
Da settembre sono disponibili i nuovi sportelli dell’area
privata.
Operatori e operatrici qualificate saranno a vostra
completa disposizione per prenotare privatamente visite
ed esami. Gli sportelli si trovano al Centro Prelievi e
sono aperti, al momento, dalle 8.30 alle 17.00, dal
lunedì al venerdì. Prossimamente verranno estesi gli
orari di apertura: dalle 8.00 alle 20.00, dal lunedì al
venerdì e dalle 8.00 alle 14.00 il sabato.
Per informazioni:
02.6444.2409
(lun-ven, dalle 8.30 alle 17.00)
> SERVIZI AL PAZIENTE
Il paziente di cristallo
Nasce G.A.P.S. - Gruppo Alzheimer in Pronto Soccorso
Sono l’1,5% della popolazione italiana, sono particolarmente
fragili e hanno un gran bisogno di assistenza ad hoc: sono i
malati di Alzheimer, per i quali non esiste, nei Pronto
Soccorso italiani, un protocollo di presa in carico che li
protegga dal trauma dell’emergenza e del ricovero, come
esiste, per esempio, per i bambini. Per chi soffre di questa
malattia, l’ingresso in Pronto Soccorso è sempre traumatico. Il
malato di Alzheimer è un paziente gravemente limitato nella
sua capacità di comunicare e la permanenza in un ambiente
non sempre tranquillo e sconosciuto, peggiora la sua
condizione di demenza. Da qualche mese si è costituito
GAPS, Gruppo Alzheimer in Pronto Soccorso, che
comprende neurologi, neuropsicologi, medici di famiglia e
familiari di malati. L’obiettivo è un sistema di gestione
specifica del paziente colpito da alzheimer in situazioni di
emergenza e di portare avanti iniziative di ricerca e
sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni. È stato proprio
di questo che si è discusso il 22 settembre durante il convegno
“Un bisogno trascurato: la tutela del paziente con demenza
nell’emergenza clinica” organizzato da AIMA, Associazione
Italiana Malati di Alzheimer, nel quale sono intervenuti alcuni
specialisti del nostro ospedale come Roberto Sterzi, direttore
della Neurologia, Pietro Tiraboschi, neurologo, Gabriella
Bottini, direttore del Centro di Neuropsicologia Cognitiva e
Stefano Paglia, specialista del Dipartimento Emergenza
Urgenza.
“Se la patologia è avanzata, l’anziano non è in grado di
spiegare cosa gli sta succedendo e come si sente – sostiene
Gabriella Bottini. Magari è accompagnato solo da una
badante, il più delle volte straniera, che ha difficoltà a fornire
al medico un’anamnesi corretta. Conclusione: viene curato
senza tenere nel dovuto conto la sua malattia di base”.
Ne deriva, quindi, che la situazione risulta drammatica per il
malato e difficile per il medico che deve curarlo; ecco
l’esigenza di adattare la struttura a questo tipo di malati.
“Vorremmo ottenere cambiamenti pratici - dice Sterzi - una
stanza dove far attendere il malato di Alzheimer, come già si
fa per i bambini; una corsia preferenziale per ridurre i tempi
di permanenza; un tutor che guidi il malato e il suo
accompagnatore durante gli accertamenti e l’eventuale
ricovero; creare un contatto tra l’ospedale e il medico di
famiglia per il ritorno a casa.”