1 1 salute e sicurezza sui luoghi di lavoro agricolo rischi
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1 1 salute e sicurezza sui luoghi di lavoro agricolo rischi
1 SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO AGRICOLO RISCHI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA NEI LAVORI AGRICOLI: ASPETTI GENERALI Fattori di rischio presenti nelle attività agricole L'attività agricola è, tra quelle produttive, una delle più esposte ai rischi. I rischi sono di diversa natura, ed alcuni di essi sono peculiari di tale attività: • Il primo elemento di rischio dipende dal fatto che la produzione si esercita su esseri viventi, vegetali ed animali, caratterizzati da una variabilità genetica che influenza la produttività dei fattori impiegati, e che sono esposti in misura rilevante a malattie o agenti patogeni; • il secondo tipo di rischi è legato agli eventi climatici, che non sono prevedibili ed espongono a rischi difficilmente governabili; • il terzo elemento è connesso alla struttura stessa della produzione che, nonostante la riduzione del numero di aziende e la concentrazione e specializzazione delle attività produttive, si presenta ancora generalmente polverizzata; da tale realtà conseguono le difficoltà di governare l'offerta dei prodotti agricoli, e ciò comporta un rischio di mercato, poiché i prezzi non sono fissati sulla base dei costi (cost pricing) ma sulla base degli equilibri tra domanda e offerta di beni agricoli (market pricing); tale rischio è stato negli ultimi decenni scarsamente avvertito grazie alla regolamentazione ed alla garanzia dei prezzi operata dall'Unione europea, ma sta nuovamente emergendo proprio a causa del cambiamento delle modalità di intervento dell'Ue (da sostegno ai prezzi a sostegno ai redditi); 1 2 • negli ultimi anni sta assumendo importanza anche un quarto gruppo di rischi, che potremmo definire "emergenti" e che sono connessi a diversi aspetti. Anzitutto vi sono rischi che dipendono dal cambiamento delle modalità (da quantità a qualità) e delle finalità della produzione (da produzione di beni a quella di beni e servizi - la multifunzionalità): questi sono rischi meno avvertiti, almeno attualmente, ed anche difficilmente misurabili, ma non per questo possono essere sottovalutati: si pensi al rischio legato alla non rispondenza dei prodotti agli standard contrattuali per le produzioni tipiche, o per quelle integrate e biologiche, rischi che riguardano la singola impresa. Un peso rilevante sta assumendo anche il gruppo di rischi legati a emergenze igieniche e sanitarie, che coinvolgono interi settori, come ad esempio l'emergenza seguita al caso BSE (mucca pazza). La particolare importanza dei rischi nell'attività agricola e propongono la classificazione brevemente riassunta di seguito: a) rischi di produzione, che derivano da eventi incontrollabili (atmosferici e dovuti a malattie vegetali e animali) e da eventi controllabili (tecniche sperimentali, forzatura produttiva, qualità e sicurezza dei prodotti); b) rischi di prezzo, dati dall'andamento dei mercati, da scelte di politica economica, dai mutamenti della domanda finale; c) rischi finanziari, imprevedibili, dovuti dall'andamento del sistema economico e da scelte di politica economica; d) rischi personali, che riguardano le capacità imprenditoriali; e) rischi istituzionali, difficilmente prevedibili, dati dalle scelte di politica agraria. L'esposizione ai rischi è aumentata negli ultimi tempi, e le ragioni sono: a) progressivo abbandono delle politiche di sostegno al prezzo; b) incertezze connesse all'introduzione di nuove tecnologie di produzione (innovazioni di processo); 2 3 c) mutamenti improvvisi delle scelte dei consumatori, guidate dalla sensibilità per la sicurezza alimentare e la tutela dell'ambiente; d) accentuazione della frequenza delle calamità naturali; e) diversità e sovrapposizione di eventi calamitosi. Infortuni e malattie professionali in agricoltura Le malattie professionali sono quelle patologie dovute alla presenza di fattori nocivi o rischiosi all’interno dell’ambiente di lavoro. Di solito sono il frutto di ambienti di lavoro non igienici, sistemi di sicurezza carenti, elevati ritmi di lavoro. Per l’agricoltura: • Malattie causate da composti organici; • Asma provocata da sostanze vegetali di vario tipo. Nel caso di malattia professionale è necessario informare il datore di lavoro entro 15 giorni dal manifestarsi della malattia. Il datore dovrà darne notizia all’INAIL entro 2 giorni in caso di infortunio e 5 in caso di malattia professionale. Se si tratta di una malattia mortale o con rischio di morte, il datore di lavoro dovrà farlo presente all’INAIL entro 24 ore. INFORTUNIO Per tutti coloro che operano in agricoltura è estremamente importante essere a conoscenza delle regole e degli adempimenti da seguire in caso di infortunio sul lavoro. E non solo perché la mancata, ritardata o incompleta denuncia, sia nei confronti dell’Inail che nei confronti dell’autorità di pubblica sicurezza, comporta l’applicazione di una sanzione da un minimo di 1.290 euro ad un massimo di 7.745 euro. 3 4 Nel settore agricolo, oltre ai coltivatori diretti, coloni e mezzadri sono obbligatoriamente assicurati all’Inail anche gli operai agricoli. Sono, invece, esclusi da tale assicurazione gli imprenditori agricoli professionali (IAP), in quanto non versano la contribuzione INAIL, e gli impiegati agricoli che sono assicurati all’Enpaia. Di conseguenza, il coltivatore diretto titolare del nucleo ha l’obbligo di denunciare l’infortunio sul lavoro occorso a se stesso, ai familiari coadiuvanti e ai propri operai agricoli, che comporti una prognosi superiore a tre giorni. Per gli imprenditori agricoli tale obbligo si applica in caso di infortunio che coinvolga gli operai agricoli assunti alle proprie dipendenze. MODALITA’ E TERMINI DI PRESENTAZIONE DELLA DENUNCIA DI INFORTUNIO Il titolare d’azienda o datore di lavoro deve inoltrare la denuncia di infortunio alla sede INAIL competente in base al domicilio dell’infortunato e all’autorità di pubblica sicurezza del Comune dove è avvenuto l’infortunio (Questura o Polizia di Stato o – nei Comuni dove non sia presente un posto di Polizia – il Sindaco tramite i Vigili Urbani). Entro i due giorni successivi al rilascio del primo certificato medico, è necessario inoltrare la denuncia di infortunio sugli appositi modelli predisposti dall’INAIL, allegando il certificato. Nel caso di infortunio mortale o da cui derivi pericolo di morte, la denuncia deve essere fatta con telegramma entro le 24 ore successive all’evento. Assicurazione obbligatoria contro infortuni e malattie professionali La legislazione italiana impone l'obbligo dell'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali a carico dei datori di lavoro, sia pubblici che privati, che occupino, nelle proprie imprese, lavoratori adibiti ad attività ritenute fonte di rischio lavorativo, appartenenti a qualsiasi settore lavorativo: (INDUSTRIA – ARTIGIANATO – TERZIARIO – ALTRE ATTIVITÁ – 4 5 AGRICOLTURA). L’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali viene gestita dall’INAIL. Con la modifica stabilita dall’art. 13 del D.lgs. n. 38/2000, a decorrere dal 25 luglio 2000, l’Assicurazione garantisce ai lavoratori l’indennizzo dei danni psico-fisici (danno biologico) ed economici (danno patrimoniale), subiti a seguito di infortuni e malattie causate dal lavoro, attraverso l’erogazione di specifiche prestazioni economiche, oltre alle consuete prestazioni sanitarie e riabilitative. Questa assicurazione, inoltre, garantisce nel tempo, agli infortunati e tecnopatici, l’adeguamento economico del danno subito e, in caso di morte dell’assicurato, uno specifico indennizzo ai superstiti aventi diritto. Criteri di sicurezza fondamentali su cui fondare la scelta di una macchina agricola L'innovazione tecnologica ha notevolmente migliorato, nel corso degli anni, la sicurezza nell'uso delle macchine, anche se queste espongono tuttora l’operatore a molteplici pericoli, conseguenti sia alle caratteristiche della macchina che all'ambiente in cui opera. Il fenomeno infortunistico legato all'uso delle macchine agricole assume particolare rilevanza per un insieme di fattori concomitanti; i fattori di rischio sono in genere influenzati dai seguenti principali elementi: o pericolosità intrinseca specifica delle macchine agricole, che per potere lavorare devono necessariamente avere organi di lavoro esposti; o carenza dei dispositivi di sicurezza e/o loro inefficienza; o vetustà ed obsolescenza delle attrezzature; o carenze nella manutenzione e/o inidonea; o caratteristiche dell'ambiente di lavoro (es: eccessiva pendenza); o scelta di metodi di lavorazione inadatti (es: in relazione alla pendenza); 5 6 o condizioni fisiche e strutturali del terreno non appropriate; o sistemazioni idraulico-agrarie e idraulico-forestali non idonee; o ingombri in prossimità delle capezzagne; o spazi di manovra non sufficienti; o molteplici variazioni di lavorazione, a seconda delle colture, nell’ambito della stessa giornata; o ritmi di lavoro che sono quasi sempre sostenuti, con rischi condizionati a volte dal calo di concentrazione dovuto alla stanchezza fisica, alla presenza di rumore e vibrazioni, ecc. ; o fattore umano; o età, a volte avanzata, degli operatori e conducenti (carenze di riflessi); o ambiente di vita che si confonde con quello di lavoro; o lavoro isolato con alcune macchine, non sempre agevolmente raggiungibili dai soccorsi; o scarsa disponibilità di manodopera non qualificata o poco professionale, con preparazione improvvisata e carente preparazione tecnica (avventizi, stagionali, pensionati, extracomunitari); o imprudenza e sottovalutazione del rischio; o inidoneità dell'accoppiamento trattrice-attrezzature; La sicurezza nell’utilizzo delle macchine non è solamente legata alle condizioni della macchina considerata “sicura” o “a norma” ma dipende dalla professionalità dell’agri-coltore/utilizzatore, affiancata ad una forte e corretta cultura della prevenzione e dalla capacità soggettiva di operare con sicurezza e di trasmettere questo messaggio ai lavoratori e alle persone che lavorano nel contesto aziendale. In agricoltura sono moltissime le macchine utilizzate per le più disparate operazioni colturali e nelle più diverse condizioni ambientali; essendo difficile riuscire a comprenderle tutte, saranno trattate quelle responsabili del maggior numero di infortuni e/o della loro gravità. 6 7 LA SICUREZZA NELLE AZIENDE AGRICOLE Gli argomenti da trattare sarebbe numerosi ma per semplicità di approccio all’argomento in queste pagine ci si limiterà ad affrontare i temi più importanti delle aziende agricole campane tra cui l’utilizzo delle macchine irroratrici utilizzate per i trattamenti fitosanitari delle colture in pieno campo, la trattrice agricole, l’impiego dei fitofarmaci e la sicurezza negli allevamenti. MACCHINE PER LA DIFESA DELLE COLTURE Le macchine per la difesa delle colture generalmente suddividono il liquido che contiene la soluzione acqua-prodotti fitosanitari, in gocce provvedendo alla loro distribuzione sulle colture dove deve essere effettuato il trattamento. Esse si suddividono principalmente in: irroratrici a barra: macchine per trattamenti fitosanitari, fertilizzanti e diserbanti al terreno ed alle colture erbacee irroratrici ad aereoconvezione (atomizzatori): macchine irroratrici per trattamenti fitosanitari, fertilizzanti e fitoregolatori generalmente alle colture arboree Queste macchine possono essere di tipo portato, dall’attacco a tre punti semiportate oppure trainate dalla trattrice. di tipo portato di tipo trainato Sono macchine che non presentano particolari rischi di infortunio in riferimento alla meccanica, pur tuttavia non bisogna dimenticare i rischi di intossicazione dovuti ai prodotti distribuiti. 7 8 INDICAZIONI TECNICHE SPECIFICHE Ai fini della sicurezza, le macchine irroratrici non presentano particolari rischi di infortunio in riferimento alla meccanica, ma al tipo di gestione del prodotto impiegato durante l’operazione di difesa alla coltura. Le aperture che rendono possibile l’accesso alla ventola devono essere protette da idonee griglie che comunque non devono compromettere la turbolenza ai fini della corretta distribuzione del prodotto e la griglia di protezione della ventola non deve consentire l’accesso alle dita o alle mani. Organi di trasmissione del moto Tutti gli organi di trasmissione del moto (le pulegge, le cinghie, le catene) devono essere protette con carter, conformi ai requisiti previsti dalla legge. Il giunto cardanico (carri mix trainati) che ricevere coppia dalla trattrice deve essere completamente protetto da guaine in materiale plastico in grado di coprire le parti salienti del giunto compresi gli snodi esterni sia all’albero della presa di forza, che eroga potenza, sia alla macchina che la riceve. La protezione del giunto deve essere assicurata al corpo della macchina con una catenella. La protezione della presa di forza della macchina si deve integrare e sovrapporre con la copertura dei giunti per almeno mm. 50. Sulla macchina deve essere presente un supporto per il giunto cardanico quando viene scollegato dalla trattrice. Sistemi idraulici I tubi idraulici flessibili devono resistere a pressioni di esercizio maggiori di quelle di servizio e devono essere ricoperti da guaine di protezione che in caso di rottura evitano la proiezione di liquidi in pressione. Sulla macchina deve essere presente un dispositivo per riporre i tubi una volta staccati dalla trattrice. Gli innesti rapidi delle macchine e le prese olio della trattrice devono essere dotati di un codice di riconoscimento fine di evitare errori di connessione. 8 9 Deve essere presente un manometro che segnali, con diverso colore, la zona massima di pressione. Deve essere presente un dispositivo di lavaggio del circuito. Organi lavoratori in movimento La ventola generatrice di aria deve essere completamente protetta da una griglia metallica in modo da non poterla raggiungere con le dita, anche nel lato dove sono alloggiati gli ugelli. Le aperture che rendono possibile l’accesso alla ventola devono essere protette da idonee griglie che comunque non devono compromettere la turbolenza ai fini della corretta distribuzione del prodotto. La griglia di protezione della ventola non deve consentire l’accesso alle dita o alle mani. Serbatoio Il tappo del serbatoio deve garantire la tenuta, mentre il predellino di servizio per agevolare l’operatore alle fasi di carico deve essere a norma. Riempimento e svuotamento del serbatoio La irroratrice deve essere equipaggiata con dispositivi per il travaso dei liquidi. Nel caso ciò non sia possibile, l’apertura di riempimento deve essere posizionata, rispetto al terreno o alla piattaforma dell’operatore ed un eventuale predellino, in modo tale da facilitare le operazioni di riempimento e svuotamento. I tubi aspiranti per il riempimento del serbatoio di irrorazione devono essere predisposti in modo da evitare il ritorno di acqua dal serbatoio all’apparecchiatura di riempimento. Le aperture del serbatoio devono essere dotate di griglie, smontabili soltanto per mezzo di un attrezzo ed il tappo deve garantire la tenuta. Il livello del liquido deve essere visibile all’operatore durante il riempimento e lo svuotamento. Ogni serbatoio che sia posto sotto pressione deve avere un 9 10 dispositivo compensatore della pressione per le operazioni di riempimento e di svuotamento. L’operatore deve sempre essere protetto da tutti i contatti con la miscela di irrorazione. Quando si esegue lo svuotamento del serbatoio, questa prescrizione risulta soddisfatta allorché l’uscita di drenaggio può essere aperta senza l’ausilio di attrezzi e il flusso è diretto lontano dall’operatore. Il dispositivo di scarico deve avere oltre al tappo di chiusura, una valvola a saracinesca in grado di evitare pericolose contaminazioni e protetta in modo che non si possa aprire con urti accidentali. Deve esserci un indicatore di livello di riempimento della cisterna. accessi/posti di manovra e servizio La scala d'accesso alle zone di servizio e di manutenzione in quota (se presenti) deve essere munita di corrimano o maniglia ed avere gradini piani ed antisdrucciolevoli. Le piattaforme di accesso devono avere il parapetto; il gradino di servizio, utilizzato per consentire il carico del serbatoio, deve avere una superficie antisdrucciolevole e il contenimento laterale del piede. stabilita' La macchina deve essere progettata con garanzie di stabilità da parte del costruttore, resistere ad una inclinazione fino ad 8,5° in qualunque direzione su terreno duro. Il timone di traino, per agevolare le operazioni di collegamento, deve avere un piede di sollevamento. Il piede stabilizzatore deve poter essere regolabile ed avere un’adeguata resistenza. Sulla macchina devono essere presenti dei cunei di blocco da utilizzare durante le operazioni di attacco e stacco con la trattrice quando il terreno è in pendenza o vi sono delle asperità; anche il liquido contenuto all’interno della cisterna ondeggiando può provocare pericolose oscillazioni. 10 11 organi di traino L’occhione di traino deve essere di tipo snodato per evitare il ribaltamento del complesso trattrice macchina. comandi manuali La leva del cambio meccanico, che varia il numero dei giri della ventola, deve essere collocata in zona sicura (e non in prossimità del vano della ventola come in alcuni modelli). I comandi manuali devono rispettare le norme di progettazione per quanto riguarda la loro collocazione, forze di azionamento, segni grafici. Le leve di regolazione dovranno essere distanti dagli organi di movimento e in rotazione (albero cardanico). Le barre che possono essere aperte e chiuse manualmente, devono essere munite di due maniglie, localizzate vicino al punto di articolazione. Queste maniglie possono essere parte integrante della barra, purché siano adeguatamente progettate e chiaramente identificate. Per assicurare la protezione contro i rischi di urto e di schiacciamento, la macchina deve essere equipaggiata di un dispositivo limitante la velocità di discesa delle barre oppure di un dispositivo di bloccaggio il quale assicuri un’altezza minima da terra tra la barra ed il terreno. Nel caso in cui la regolazione avvenga mediante uso di un argano, questo deve essere del tipo a fermo automatico. L’argano deve essere azionabile da terra o da una piattaforma e munito di un dispositivo che assicuri sempre un’altezza minima di sicurezza tra la barra ed il terreno. RISCHI • schiacciamento nelle fasi di attacco e stacco della macchina alla trattrice, attenzione ai liquidi presenti nel serbatoio, essi creano pericolose instabilità 11 12 • getti in pressione (miscela irrorante) e contatto con gli organi in movimento durante la fase di irrorazione • contatto con sostanze pericolose in fase di lavorazione con prodotti fitosanitari (carico/scarico irrorazione dei prodotti) • contaminazione e proiezione di liquidi in pressione dovuti a rottura dei tubi flessibili, specie quelli vicino all’operatore se i comandi sono portati vicino al posto di guida • soffocamento (nel caso di cisterne di grosse dimensioni) se l’operatore entra all’interno del serbatoio senza le dovute precauzioni e sicurezze (comunque evitare sempre di entrare all’interno del serbatoio) • scivolamenti e cadute dalle postazioni di servizio durante il carico della cisterna • investimento di persone durante le operazioni di manovra COMPORTAMENTO CORRETTO Leggere ed osservare attentamente quanto indicato sul libretto d'uso e di manutenzione fornito dal costruttore ed effettuare l’ordinaria manutenzione Rispettare la portata e la pressione ammissibile dei circuiti idraulici 12 13 Nel caso di necessità di intervento sulla macchina, le parti in movimento devono essere ferme, il motore della trattrice spento e la chiave disinserita. Attenzione alle inerzie degli organi in movimento Accertarsi che non vi siano persone o animali nella zona di manovra e di lavoro vietando ogni sosta nel raggio d’azione della macchina durante il suo funzionamento e non sostare tra trattrice e macchina Prestare attenzione durante le operazioni di colle-gamento. Rischio di schiacciamento tra ‘gancio di traino’ e ‘occhione del timone’ Prestare attenzione alle aperture delle barre da diserbo. Non sostare nelle zone sottostanti il raggio di apertura 13 14 Verificare la presenza di linee elettriche aeree e valutare il possibile rischio di contatto durante l’apertura delle barre da diserbo Prima di scollegare le tubazioni idrauliche occorre controllare che il circuito non sia in pressione. Per evitare un errato collegamento dei tubi idraulici, le prese olio della trattrice e gli innesti rapidi della macchina devono essere dotate di un codice di riconoscimento Inoltre: • verificare la compatibilità con le trattrici • tenere le macchine pulite eliminando materiali estranei (detriti, residui di miscela, ecc.) che potrebbero danneggiarne il funzionamento o arrecare danni all’operatore COSA EVITARE ASSOLUTAMENTE 14 15 Di usare un albero cardanico e prese di forza senza protezioni in buone condizioni Rispettare sempre il senso di rotazione ed il numero dei giri Di fumare e mangiare Di salire sul predellino della macchina durante gli spostamenti (pericolo di caduta) Di entrare nella cisterna (Pericolo di intossicazione e avvelenamento) 15 16 Di portare in prossimità del posto di guida i comandi meccanici della macchina se le tubazioni flessibili ad alta pressione non sono protette da guaine. I tubi si potrebbero rompere e getti ad alta pressione di veleno potrebbero investire l’operatore. Sarebbe auspicabile adottare comandi elettrici in modo da evitare il passaggio del liquido attraverso i comandi vicini all’operatore Di avvicinarsi agli organi in movimento della macchina per effettuare le operazioni di regolazione con trasmissione inserita e motore in moto. Evitare di indossare abiti con parti svolazzanti (elastici ai polsi e caviglie) Inoltre evitare: • di operare in condizioni meteorologiche non adeguate (presenza di vento) • di preparare le miscele e distribuire i prodotti senza l’utilizzo di dispositivi di protezioni individuali • di sovraccaricare la macchina oltre il limite consentito 16 17 D.P.I. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI Protezione obbligatoria del corpo Guanti di protezione obbligatoria Calzatura di sicurezza obbligatoria Protezione obbligatoria dell'udito Protezione obbligatoria delle vie respiratorie TRATTRICE AGRICOLA La Direttiva n° 74/150/CEE del 4 marzo 1974, recepita in Italia con D.P.R. 19 aprile 1979 n. 212, definisce trattore agricolo o forestale “qualsiasi veicolo a motore, a ruote o a cingoli, munito di almeno due assi, la cui funzione risiede essenzialmente nella potenza di trazione e che è specialmente concepito per tirare, spingere, portare o azionare determinati strumenti, macchine o rimorchi destinati ad essere impiegati nell’attività agricola o forestale”. Troviamo svariati modelli di trattrici: a due e a quattro ruote motrici, a volte di uguali dimensioni (isodiametriche), a telaio snodato, a cingoli. Altre due Direttive comunitarie, la n° 86/298/CEE, recepita in Italia dal D.M. 18 maggio 1989, e la n° 87/402/CEE, recepita in Italia dal D.M. 5 agosto 1981, definiscono “a carreggiata stretta” (da vigneto, frutteto, ecc.) le trattrici aventi le seguenti caratteristiche: - altezza minima dal suolo non superiore a 600 mm - careggiata minima, fissa o regolabile di uno dei due assi, inferiore a 1150 mm 17 18 - massa superiore a 600 kg La trasmissione del moto alle macchine operatrici collegate alla trattrice avviene tramite la presa di potenza (p.d.p.) che posizionata o posteriormente o anteriormente, può fornire velocità di rotazione diverse. L’impianto idraulico o oleodinamico è usato per azionare i dispositivi di sollevamento, i sistemi di sterzatura servoassistita e, tramite le prese idrauliche disponibili, le macchine operatrici ad esse collegate. In certi casi può costituire il tipo di trasmissione per il freno di servizio. ORGANI DI TRASMISSIONE DEL MOTO Le cinghie di trasmissione del moto dell’albero motore alle ventole di raffreddamento, alternatore, pompa dell’acqua, idroguida, ecc. devono essere protette da schermi di protezione; le prese di potenza o alberi scanalati devono essere protette da cuffie o da coperture metalliche. Per ricevere coppia dalla trattrice, il giunto cardanico deve essere completamente protetto da guaine in materiale plastico in grado di coprire le parti salienti del giunto, compresi gli snodi esterni, sia all’albero della presa di forza che eroga potenza che a quello della macchina che la riceve. La protezione del giunto deve essere assicurata al corpo della macchina con una catenella. La protezione della presa di forza della macchina si deve integrare e sovrapporre con la copertura dei giunti per almeno 50 mm. Sulla macchina deve essere presente un supporto per il giunto cardanico quando viene scollegato dalla trattrice. SISTEMI IDRAULICI Gli innesti rapidi e le prese olio della trattrice devono essere dotati di un codice di riconoscimento per evitare errori di connessione. 18 19 DISPOSITIVI ANTIRIBALTAMENTO Il legislatore italiano, inizialmente ha tentato di risolvere il problema degli infortuni conseguenti alla perdita di stabilità della trattrice, tramite l'adozione di protezioni di tipo attivo quali inclinometri per il controllo delle pendenze, collegati ad avvisatori acustici o visivi per la segnalazione al conducente delle situazioni di pericolo; pistoni estroflettibili laterali; disassamento delle trattrici. Successivamente ha optato per protezioni di tipo passivo (cabine o telai di protezione) che, pur non evitando il ribaltamento, ne limitano le conseguenze realizzando per il conducente uno spazio di sopravvivenza. In relazione ai diversi tipi di trattrici, questi dispositivi possono essere di varie forme e dimensioni ma devono comunque superare le prove di omologazione previste. L'installazione dei dispositivi di protezione contro il ribaltamento è obbligatoria per le seguenti trattrici: (a) trattrici a ruote immatricolate prima del 1974 (Circ. Min. 49/81) Per limitare i danni all’operatore in caso di ribaltamento le trattrici devono essere dotate di una struttura di protezione omologata atta a garantire una zona di sopravvivenza. Per le trattrici immesse sul mercato prima del 1 gennaio 1974, che erano sprovviste dei telai, la Circolare del Ministero del Lavoro 19 maggio 1981 (n. 49) considera idoneo un telaio di protezione a due montanti fissato posteriormente alla trattrice. Di seguito sono riportate le principali caratteristiche tecniche del telaio di protezione (fig. A). Caratteristiche comuni • acciaio di qualità non inferiore a Fe 42 C • ancoraggio al ponte posteriore o al corpo della trattrice • collegamenti realizzati a mezzo di mensole o piastre e bulloni, questi ultimi unificati da ø 16 mm • luce massima in altezza di 900 mm dal piano superiore del sedile (con una tolleranza max del 5%). 19 20 Caratteristiche specifiche • • trattrici con massa < 2.500 kg e carreggiata minima > 1000 mm o dimensioni dei profilati del telaio non inferiori a 80x50x5 mm o spessore delle mensole e delle piastre ≥ 15 mm trattrici con massa > 2.500 kg e carreggiata minima > 1000 mm o dimensioni dei profilati del telaio non inferiori a 120x100x5 mm o spessore delle mensole e delle piastre ≥ 20 mm La circolare identifica poi una terza fascia di trattrici, avente caratteristiche diverse dalle due fasce sopra riportate, per la quale non sono stati dettati requisiti particolari in quanto si può fare riferimento, con opportuni adattamenti, a quelli stabiliti per le altre due fasce. (b) trattrici a ruote con carreggiata minima superiore a 1000 mm. e peso in ordine di marcia superiore a 800 Kg. immatricolate dopo il 1974 (Circ. Min. 201/73) (c) trattrici a ruote, con carreggiata minima inferiore a 1150 mm., con altezza minima dal suolo non superiore ai 600 mm. e massa superiore a 600 Kg In tal caso il telaio a 2 montanti può essere montato: • posteriormente (Decreto del Ministero dei Trasporti del 18.5.89, che recepisce la Direttiva CEE n. 86/298 del 26.5.86) • anteriormente (Decreto del Ministero dei Trasporti del 5.8.1991, che recepisce la Direttiva CEE n. 87/402 del 25.6.87) Il telaio di protezione, compreso quello sul quale viene applicata la cabina, deve essere provvisto di una targhetta sulla quale sono riportati gli estremi dell'omologazione e del laboratorio che ha provveduto ad effettuarla. Per le trattrici a cingoli, l'installazione di strutture di sicurezza contro il ribaltamento non è prevista, anche se queste macchine sono soggette ugualmente al rischio di ribaltamento. E’ auspicabile che i Ministeri preposti provvedano ad estendere anche per questo tipo di macchine l'applicazione obbligatoria di telai tipo "rops", già obbligatori per le macchine movimento terra. 20 21 La norma tecnica emanata dal Ministero del Lavoro con circolari apposite, relativa all'applicazione dei telai di protezione in caso di ribaltamento delle trattrici a ruote, trova giustificazione giuridica nell'art. 182 del D.P.R. 547/55 che detta norme in materia di protezione dei posti di manovra e degli organi di comando degli apparecchi di sollevamento e di trasporto, per cui mal si concilia l'esclusione delle trattrici a cingoli dall'applicazione di tale articolo una volta che si sono configurate le trattrici in genere, come macchine adibite al sollevamento e al trasporto. Il Ministero dei Trasporti ha previsto l'applicazione di un telaio di protezione omologato, secondo le disposizioni tecniche emanate con propria circolare dal Ministero del Lavoro e con DPR e DM di recepimento di Direttive CEE, quale "condicio sine qua non" per ottenere la omologazione a circolare su strada e la conseguente carta (libretto) di circolazione. Conseguentemente ogni atto proposto in materia dagli operatori di vigilanza e ispezione dei Servizi di PISLL (Unità Prevenzione Infortuni e Salute Luoghi di Lavoro) dovrà fare riferimento al citato art. 182 del D.P.R. 547/55 “Posti di manovra”. • telai a due montanti. Sono costituiti da un arco in acciaio, collegato alla trattrice tramite piastre fissate saldamente all'asse posteriore o anteriormente al posto di guida sullo chassis di supporto • telai a quattro montanti. Questi telai sono costituiti da profilati in acciaio di spessore e dimensioni variabili in relazione alle caratteristiche della macchina. Generalmente il telaio viene fissato a parafanghi speciali rinforzati con supporti metallici posizionati sotto gli stessi e collegati alla struttura portante della trattrice • cabine. Le cabine sono le uniche strutture in grado di proteggere dalle conseguenze del ribaltamento e contemporaneamente migliorare il comfort dell'operatore, riducendo l'esposizione ad agenti fisici (rumore, vibrazioni), chimici, biologici ed atmosferici. 21 22 Sono costituite da un telaio di sicurezza a 2, 4 o 6 montanti al quale viene applicata la struttura, generalmente in lamiera e vetro di tipo omologato. La cabina, se mantenuta chiusa, rende improbabile il pericolo per l'operatore di essere sbalzato fuori dal posto di guida, in caso di ribaltamento. Per garantire la stessa cosa ai conducenti di trattrici provviste di solo telaio di sicurezza riteniamo auspicabile l'adozione di apposite cinture di sicurezza. Tali cinture dovrebbero essere studiate e realizzate in funzione del lavoro del trattorista, in modo da renderne possibile l'adozione consentendo la massima funzionalità e il minor fastidio L’omologazione del telaio di sicurezza Il costruttore deve garantire all'utente di trattrici che il dispositivo di sicurezza applicato sulla macchina sia omologato. L'avvenuta omologazione è segnalata in due modi: ● direttamente mediante l’apposita targhetta fissata con rivette alla struttura o mediante una punzonatura a fuoco sul telaio, che deve contenere: o la sigla dell'Istituto che ha provveduto all'omologazione o il numero del certificatati di omologazione o il tipo (od i tipi) di trattrici sulle quali il telaio omologato può essere applicato ● indirettamente, tramite la carta (libretto) di circolazione, in quanto come si è già detto il certificato di omologazione per la motorizzazione civile è condizione indispensabile per effettuare l’omologazione del prototipo finalizzata alla circolazione su strada. Le prove di omologazione simulano il ribaltamento con urti o spinte e possono essere di tipo dinamico e di tipo statico. La normativa di riferimento è emanata da organismi internazionali quali l'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economici), la CEE, la SAE (Society of Automotive Engineering), l'ASAE (American Society of Automotive Engineering). 22 23 In Italia, fino a poco tempo fa, veniva usato solo il Codice OCSE, mentre quello CEE è applicato solo da poco tempo. Cinture di sicurezza Con la legge comunitaria 2001, l’Italia si è conformata ai tempi di attuazione stabiliti dalla direttiva 95/63/CEE, recepita dal D. Lgs 359/99, per l’applicazione delle prescrizioni supplementari, obbligatorie dal 05/12/02, che riguarda diverse applicazioni alle macchine quali l’impiego di disaccoppiatori, sistemi di blocco, ruote libere, avvolgitori automatici per avviamenti a strappo, dispositivi di protezione contro il ribaltamento e relativi dispositivi di ritenzione per l’operatore a bordo, ecc. Il provvedimento impone al titolare dell’azienda, datore di lavoro, di adeguare alle prescrizioni supplementari in oggetto, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori alla data del 05/12/98. Facendo un'analisi del panorama normativo e legislativo esistente sui sistemi di protezione antiribaltamento, troviamo: • il D.P.R. 547/55 (non abrogato) art. 168 – caratteristiche costruttive, art. 169 – stabilità in esercizio, art. 182 – posti di manovra, che citano anche se in termini generici, l’obbligo di protezione delle macchine al ribaltamento e relativi sistemi di ritenzione per l’operatore • Circolari M.L.P.S. (49/81), Direttive comunitarie 74/150CEE, l’art. 6 D.Lgs 626/94 e successive modifiche e art. 11 D.P.R. 459/96. Pertanto se l’utilizzatore - in fase di valutazione dei rischi - individua il pericolo di ribaltamento, con conseguente sbalzo dell’operatore al di fuori della trattrice e possibile schiacciamento dello stesso, deve fare in modo che la macchina, in questo caso la trattrice, sia dotata di idonei sistemi di antiribaltamento e relativi sistemi di trattenuta (cinture, anche per trattrici di nuove generazioni). ACCESSI/POSTI DI MANOVRA E SERVIZIO 23 24 La scala d'accesso al posto guida deve essere munita di maniglia ed avere gradini piani ed antisdrucciolevoli. STABILITA' Garantire la presenza di cunei di blocco da inserire sotto le ruote durante le fasi di stazionamento e manutenzione. Devono essere previsti anteriormente e/o posteriormente alla macchina dei punti di attacco per il recupero e il traino. COMANDI MANUALI I comandi manuali devono rispettare le norme di progettazione per quanto attiene alla loro collocazione, alle forze di azionamento, ai segni grafici. Le leve di regolazione (es.: le leve della centralina del distributore idraulico) devono essere protette contro gli urti accidentali. Non deve essere possibile l’avviamento quando è inserita la trasmissione e sarebbe opportuno anche quando è inserita la presa di forza (ma questo non è possibile per le macchine vecchie). L’arresto del motore deve avvenire con un dispositivo che non richieda un’azione manuale sostenuta. L’avviamento della presa di forza deve avvenire con leva a doppio inserimento. IMPIANTO ELETTRICO I cavi elettrici devono essere protetti nel caso in cui possano venire a contatto con superfici metalliche potenzialmente abrasive e devono resistere ai contatti con il lubrificante o con il carburante o essere protetti contro queste sostanze. La batteria deve essere bloccata per rimanere in posizione anche se la macchina si ribalta. I morsetti non collegati a massa devono essere protetti contro il contatto involontario. RISCHI Gli infortuni nell'impiego della trattrice sono riconducibili principalmente a: 24 25 1. Ribaltamento ed impennamento 2. Presa e trascinamento da parte degli organi di trasmissione del moto 3. Caduta nelle fasi di salita e discesa dal posto di guida 4. Schiacciamento nelle fasi di attacco e distacco di attrezzi portati o trainati 5. Urti, scontri e investimenti durante la circolazione aziendale o su strada pubblica 6. Scoppio di una gomma – fuoriuscita del pneumatico dal cerchio 7. Rotture e guasti della macchina – cingolo 8. Rumore 9. Vibrazioni e postura incongrua 10. Ustioni 1. Ribaltamento ed impennamento L'impennamento avviene soprattutto usando trattrici a ruote, leggere, corte e con attrezzature trainate. Può essere anche provocato dall'uso di attrezzi portati, durante i ritorni a vuoto in salita, quando il peso grava sulla parte posteriore della macchina operatrice. L'impennamento si può prevenire: • impiegando, per il lavoro di trazione, trattrici più pesanti, con baricentro spostato in avanti, barra di trazione bassa e articolata • adottando l'attacco a tre punti (in questo modo nell'aratura l'impennamento diventa impossibile) • graduando le partenze e l'innesto della frizione • evitando che l'attrezzo trainato nell'avanzamento trovi impedimenti • zavorrando anteriormente il mezzo con idonei pesi 2. Presa e trascinamento da parte degli organi di trasmissione del moto 3. Caduta nelle fasi di salita e discesa dal posto di guida 4. Schiacciamento nelle fasi di attacco e distacco di attrezzi portati o trainati 5. Circolazione aziendale o su strada pubblica 25 26 6. Scoppio di una gomma – fuoriuscita del pneumatico dal cerchio pneumatici Lo scoppio di una gomma può determinare la perdita di stabilità della trattrice. Vanno rispettate pertanto le prescrizioni di gonfiamento e carico indicato dal costruttore. 7. Rotture e guasti della macchina - cingolo 8. Rumore Le trattrici sono macchine che generano una consistente rumorosità prodotta dal motore, dagli organi di trasmissione del moto, dal rotolamento durante la traslazione e dagli organi lavoratori. I livelli di rumorosità misurati all'orecchio dei conducenti in condizioni standard di prova [certificazione secondo le norme OCSE (l) evidenziano valori di Livello Equivalente per trattrici senza cabina da 95 a 101 dB(A) e per quelle dotate di cabina da 85 a 90 dB(A) (2)]. Non sembra esservi correlazione tra rumorosità delle trattrici e potenza del motore. Utilizzando come Limite Massimo Accettabile 85 dB(A), secondo quanto comunemente proposto in sede internazionale, si può quindi vedere che, specie per le trattrici non cabinate, i conducenti sono esposti a livelli di rumore pericolosi. 9. Vibrazioni e postura incongrua Gli addetti alla guida di trattrici sono esposti all'assorbimento di consistenti dosi di WBV (Whole Body Vibrations) provenienti, in piccola parte, dal funzionamento del motore e in gran parte dal movimento delle trattrici stesse. Misure effettuate da Peretti e Coll. (1990) su conduttori di trattrici di varia potenza, con vari attrezzi trainati, su vario tipo di terreno seguendo per le misure la normativa ISO 2631/1 del 1985, hanno evidenziato valori di Livello di Vibrazioni Equivalente Ponderato in frequenza che nel 50% dei casi si collocavano tra 1,16 e 1,93 m/s2. Tali valori, secondo la normativa ISO sopra citata, consentirebbero il "Mantenimento della Efficienza Lavorativa" per tempi 26 27 di lavoro giornalieri dai 21 ai 58 minuti appena. I livelli di vibrazioni risultano significativamente influenzati dall'attrezzo utilizzato, nel senso che i dati di WBV più elevati vengono realizzati con attrezzi di tipo attivo-passivo (atomizzatori, seminatrici, trincia erba, ecc.). I mezzi gommati trasmetterebbero poi maggiori vibrazioni rispetto ai mezzi cingolati. Modalità d'impiego e manutenzione delle macchine agricole nell’ottica della sicurezza, raccomandazioni per la circolazione in azienda Molti infortuni si verificano negli spostamenti della trattrice all’interno dell’azienda. Il rischio aumenta esponenzialmente in aziende senza una viabilità aziendale, per evitare quindi incidenti che possono coinvolgere persone, animali, altri veicoli e danni ai fabbricati e alle strutture si raccomandano i seguenti accorgimenti: • dotare le vie transitabili interne di segnali stradali; • nelle aree interne come i cortili, prevedere spazi sufficienti per l’inversione di marcia senza dover utilizzare la retromarcia; • distinguere e tenere separate le aree di transito dei veicoli da quelle riservate alle persone e dalle aree di deposito con l’adozione di cartelli o altre segnalazioni visive; • durante la circolazione proteggere le parti taglienti o appuntite delle operatrici; • con macchine molto alte evitare il contatto con linee elettriche (segnalare con pittogrammi sull’attrezzatura e con cartelli in prossimità delle linee elettriche); • segnalare e possibilmente eliminare gli ingombri in carreggiata e la presenza di fossati, buche, cisterne d’acqua. Nel passaggio dalla viabilità aziendale alla viabilità pubblica si raccomanda di: • installare appositi specchi sferici negli accessi in curva con scarsa visibilità; 27 28 • prevedere una corsia di inserimento negli accessi su strada pubblica a traffico intenso, per facilitare e rendere sicure le operazioni di entrata e di uscita; • dimensionare la larghezza degli accessi in modo sufficiente affinché un veicolo in uscita dall’azienda, svoltando a destra possa effettuare la manovra senza occupare la corsia opposta. Prima di iniziare un trasporto o un trasferimento su strada pubblica o aziendale verificare che i pedali dei freni siano bloccati insieme dall’apposito perno. Raccomandazioni per la circolazione su strada pubblica I trattori agricoli, per poter circolare su strada, devono essere omologati dall’impresa costruttrice (omologazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) e immatricolate munite di carta di circolazione intestate al proprietario. Per poter immatricolare la macchina sono necessari: - la dichiarazione di conformità; - la dichiarazione di proprietà del veicolo; - la titolarità dell’azienda agricola o dell’impresa agromeccanica. Per guidare su strada le trattrici agricole, anche se eccezionali è necessaria la patente di categoria B. Sarebbe auspicabile che la guida del trattore sia demandata a personale munito di patente anche all’interno dell’azienda agricola, poiché la patente è l’unico documento che garantisce un minimo di capacità professionale nel guidare i veicoli. A prescindere dal possesso o meno della patente si rimarca l’opportunità di formare adeguatamente i guidatori di trattori agricoli in particolare quando si 28 29 abbia un cambiamento delle mansioni o con l’introduzione in azienda di nuovi macchinari. I trattori agricoli per circolare su strada pubblica (sono considerate pubbliche anche le strade vicinali, in quanto il codice della strada le equipara alle strade comunali) devono avere una copertura assicurativa di responsabilità civile verso terzi (RCA); inoltre, al pari della carta di circolazione, la polizza di assicurazione, o quanto meno il contrassegno relativo, deve sempre essere a bordo della trattrice quando questa circola su strada. La circolazione stradale del trattore con attrezzature di tipo portato e semiportato è subordinata all’omologazione e immatricolazione del trattore nonché dalle caratteristiche di sagoma e massa con i vari allestimenti. Il trattore equipaggiato con attrezzature di tipo portato o semiportato deve essere munito nella circolazione stradale di un dispositivo a luce lampeggiante e le attrezzature devono essere segnalate con appositi pannelli. Si raccomanda di rispettare i limiti di velocità delle macchine agricole su strada. Le macchine agricole semoventi a ruote pneumatiche non devono superare, su strada orizzontale, la velocità di 40 km/h; le macchine agricole a ruote metalliche, semi pneumatiche o a cingoli metallici, purché muniti di sovrappattini, nonché le macchine agricole operatrici ad un asse con carrello per il conducente non devono superare, su strada orizzontale, la velocità di 15 km/h. PRODOTTI FITOSANITARI Elementi di conoscenza sulla nascita di un prodotto fitosanitario I prodotti fitosanitari (agrofarmaci o fitofarmaci) sono tutti quei prodotti, di sintesi o naturali, che vengono utilizzati per combattere le principali avversità 29 30 delle piante (malattie infettive, fisiopatie, parassiti e fitofagi animali, piante infestanti). La produzione, il commercio e l’impiego di tali prodotti non è, almeno legalmente, approssimativo. Ogni nuova molecola che viene posta in vendita subisce un lungo iter di sperimentazioni scientifiche che debbono essere documentate e di procedure burocratiche (anche a livello Europeo). Per converso, certi rimedi cosiddetti o spacciati per naturali o sono veramente casalinghi, oppure sono in realtà molto spesso classificati erroneamente come prodotti fitosanitari oppure coadiuvanti dei prodotti fitosanitari (come i rameici, zolfo, sapone molle, olio di colza ecc). I prodotti autorizzati sono sottoposti a revisioni di vario tipo in rapporto a indizi e dati che man mano si accumulano, come ad esempio sulla possibile trasformazione nel terreno o nell’acqua dei residui in sostanze nocive. Per Prodotti Fitosanitari si intendono: le sostanze attive ed i preparati contenenti uno o più sostanze attive, presenti nella forma in cui sono fornite all’utilizzatore e destinati a: • proteggere i prodotti vegetali dagli organismi nocivi o a prevenire gli effetti • favorire o regolare i processi vitali dei vegetali (con esclusione dei fertilizzanti) • conservare i prodotti vegetali, (ad esclusione dei conservanti disciplinanti da particolari disposizioni) • eliminare le piante indesiderate • eliminare parti di vegetali, frenare ed evitare un loro indesiderato accrescimento. i coadiuvanti di prodotti fitosanitari destinati ad essere impiegati come bagnanti ed emulsionanti, messi in commercio allo scopo di favorire l’azione 30 31 dei prodotti fitosanitari e i prodotti destinati a determinare o coadiuvare l’azione di protezione delle piante e dei loro prodotti e di difesa delle derrate alimentari immagazzinate. DESCRIZIONE L’esigenza di salvaguardare le produzioni colturali, sia in termini quantitativi che qualitativi, ha portato a considerare pressoché inevitabile l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, che vengono, distribuiti in ben precisi periodi di sviluppo dei vegetali. La consapevolezza della loro pericolosità, sia nei confronti delle persone che a livello ambientale, ha però portato ad una regimentazione sempre più severa di tutte le fasi connesse alla loro produzione, distribuzione ed utilizzo, a partire dall’obbligatorietà del patentino, che mira a responsabilizzare l’acquirente, istruendolo sulle corrette modalità della loro gestione. L’uso indiscriminato ed eccessivo di tali prodotti è stato limitato con provvedimenti mirati (es: supporto all’adozione della lotta biologica/integrata) o addirittura da divieti assoluti (es: messa al bando del DDT). Tra i prodotti fitosanitari - spesso sono definiti meno propriamente “pesticidi” ci sono i Fitofarmaci, i Fisiofarmaci, gli Erbicidi, i Fitoregolatori, più facilmente conosciuti, in funzione dei loro effetti, come anticrittogamici, biocidi, battericidi, diserbanti, ecc. Si ricordi che anche un coadiuvante di prodotti fitosanitari se classificato in una delle tre categorie "molto tossico", "tossico", "nocivo", è soggetto alle leggi che regolamentano l’utilizzo dei prodotti fitosanitari. L’etichettatura di tali prodotti deve essere conforme alle prescrizioni del decreto sui prodotti pericolosi e recare la dicitura "Per evitare rischi per l’uomo e per l’ambiente seguire le istruzioni per l’uso". Sino al 29 luglio 2004, la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio dei Prodotti Fitosanitari hanno seguito le indicazioni del DPR 24/5/1988, n. 223; 31 32 dal 30 luglio 2004 valgono invece quelle dettate dai decreti legislativi 3/2/1997, n. 52 e 14/3/2003, n. 65. Nelle etichette, oltre a quanto previsto dai sopra richiamati decreti legislativi e dal D.P.R. n. 223/88, deve essere indicato anche quanto disposto dal decreto legislativo n. 194/95. INDICAZIONI TECNICHE GENERALI I prodotti fitosanitari vengono classificati nel seguente modo: molto tossici: contrassegnati dalla lettera T+ e con l’immagine del teschio tossici: contrassegnati dalla lettera T e con l’immagine del teschio nocivi: contrassegnati dalla lettera Xn e con la croce di S. Andrea irritanti: contrassegnati con la lettera Xi e con la croce di S. Andrea prodotti non classificati: come i precedenti e non contrassegnati da simboli, ma riportanti la dicitura “Attenzione manipolare con prudenza” I prodotti fitosanitari possono essere immessi in commercio solo se confezionati in involucri o imballaggi chiusi non manomissibili, le cui etichette regolarmente autorizzate dal Ministero della sanità, riportano: • il nome del formulato commerciale • l’attività o azione primaria esplicata dalla sostanza attiva, denominata secondo la classificazione ISO, sul bersaglio (insetticida, fungicida, diserbante, ecc.) ed il tipo di formulazione (polvere bagnabile, liquido emulsionabile, ecc.) con cui si presenta il prodotto facoltativamente accompagnato da frasi caratterizzanti il meccanismo d’azione (sistemico, citotropico, contatto, ecc.) nonché le colture cui è destinato e gli organismi nocivi da combattere • la composizione: titolo espresso in grammi di una o più sostanze attive presenti nel formulato, coformulanti (disperdenti, bagnanti, adesivanti, ecc.) quanto basta (q.b.) a 100 grammi • le frasi di rischio: "nocivo per inalazione, ingestione e contatto con la pelle", "irritante", "altamente tossico", ecc. a seconda della classe tossicologica di appartenenza 32 33 Classi di pericolosità dei Prodotti Fitosanitari Nuova classificazione Simbolo Vecchia classificazione Molto tossico T+ I classe Tossico T Nocivo (Xn) II classe III classe Irritante (xi) Non classificato IV classe “Attenzione manipolare con prudenza” III classe V classe INDICAZIONI TECNICHE SPECIFICHE Acquisto e vendita Poiché esistono vincoli particolari per la vendita dei prodotti fitosanitari, essi possono essere acquistati esclusivamente presso i rivenditori autorizzati. Anche se si è maggiorenni, per il primo rilascio dell'autorizzazione all'acquisto dei prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi è indispensabile sostenere 33 34 un corso di preparazione all'esame. Il “Patentino” (ossia l'autorizzazione all'acquisto di prodotti fitosanitari) non è necessario per tutti i prodotti chimici impiegati in agricoltura, ma solo per i preparati molto tossici, tossici e nocivi. Il “Patentino” non è necessario per tutti i prodotti chimici impiegati in agricoltura, ma solo per i preparati molto tossici, tossici e nocivi L’acquisto comporta la responsabilità del corretto uso successivo dei prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi, che in Azienda potrebbero essere distribuiti anche da persone non in possesso del patentino. Rimane quindi in carico a di chi li ha acquistati anche la responsabilità per l’idonea conservazione ed il corretto impiego del prodotto. Il titolare del patentino non può né rivendere né regalare ad altre persone prodotti fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi. Non acquistare, in nessun caso, i prodotti fitosanitari in confezioni che risultino non sigillate o non originali, neppure se il rivenditore ne garantisce la provenienza. Non lasciate mai in deposito, neppure su richiesta, il patentino al rivenditore: oltreché all'acquisto dei prodotti fitosanitari, il patentino è un documento personale necessario anche al trasporto ed alla detenzione. Depositi di sostanze pericolose in azienda agricola il locale di deposito deve essere ubicato lontano dai luoghi di lavoro il locale di deposito deve essere in una zona che non risulti di passaggio all'esterno del deposito deve essere applicato un cartellone "nozionistico" (ossia indicante le regole da rispettare) l'accesso agli estranei deve essere impedito tramite chiusura a chiave i locali devono essere freschi, asciutti e sufficientemente areati l'impianto elettrico deve essere verificato (vedasi: "Impianto Elettrico") devono essere esposti cartelli di segnalazione di pericolo i presidi contrassegnati con Molto tossico (T+), Tossico T, Nocivo (Xn) devono essere mantenuti entro armadi chiusi a chiave 34 35 • devono essere disponibili scaffalature posizionate idoneamente, realizzate con materiali facilmente lavabili e ben fissate al muro o al pavimento gli antiparassitari liquidi devono essere conservati inferiormente a quelli in polvere i contenitori devono essere ermeticamente chiusi nei locali con circolazione forzata di aria devono essere assenti altri prodotti infiammabili i liquidi infiammabili devono essere detenuti su scaffalature di materiale non infiammabile gli antiparassitari e tutti i prodotti pericolosi devono essere conservati nei contenitori originali devono essere evitati travasi in contenitori non etichettati e/o per alimenti il pavimento deve essere in pendenza in modo da convogliare eventuali perdite deve essere presente un pozzetto di raccolta in caso di sversamento Trasporto e movimentazione evitare il trasporto congiunto con passeggeri e derrate alimentari evitare la collocazione in prossimità di oggetti taglienti o accuminati i contenitori più pesanti e/o con liquidi devono essere posti in basso in caso di rottura di una confezione, è necessario segnalare ad AUSL o AD ARPA favorire le manovre dei trasportatori esterni in caso di consegne o approvvigionamenti con vettori terzi in presenza di uno o più contenitori di peso eccessivo (indicativamente > 25 kg), devono essere disponibili carrelli per il trasporto usare preferibilmente D.P.I. protettivi da rotture accidentali dei contenitori (almeno i guanti; vedi "Movimentazione carichi") Specifiche per il mezzo di trasporto 35 36 - i dispositivi di segnalazione visiva e illuminazione, nonché i pneumatici, devono essere in buone condizioni - lo spazio interno del veicolo deve essere pulito, asciutto e privo di viti, chiodi o altri oggetti acuminati - le parti del veicolo destinate a coprire il carico devono essere prive di fori e impermeabili all'acqua - le sponde e gli eventuali portelloni devono avere le chiusure perfettamente efficienti - il mezzo non deve essere adibito al trasporto di prodotti destinati all'alimentazione umana o animale - per i prodotti infiammabili il pianale non deve essere di legno scoperto, ma almeno rivestito con lastra di ferro, alluminio o trattato con materiali resistenti al fuoco. L'eventuale telone deve essere di tipo ignifugo, in buone condizioni, fissato "a tetto" nella parte superiore e preferibilmente scorrevole/apribile ai lati - avere a disposizione specifici D.P.I. (guanti, tute, maschere, stivali, ecc.) Preparazione In genere si tratta di prodotti già confezionati e pronti all’uso. Nel caso di prodotti comunque per qualche motivo pericolosi, è opportuno, caso per caso, valutare le seguenti precauzioni: devono essere sempre esaminate le istruzioni si deve sempre prendere atto delle nozioni di prevenzione/pronto soccorso l’eventuale miscelazione deve essere condotta in ambiente aperto e ben ventilato si deve prestare attenzione all'assenza di vento deve essere disponibile una riserva di acqua per lavarsi in caso di necessità devono essere utilizzate protezioni adeguate: tuta, guanti, stivali, maschera, occhiali 36 37 devono essere preventivamente calcolate le quantità necessarie per la distribuzione, al fine di evitare di dover gestire un eccesso di residui devono essere presi provvedimenti per evitare il rovesciamento dei contenitori devono essere evitati problemi di incompatibilità tra prodotti si deve prestare molta attenzione al momento del caricamento della botte (rischio di scivolare sui gradini, di rovesciamento del secchio allo svuotamento, ecc.) Distribuzione/Utilizzo la distribuzione dovrebbe essere effettuata da personale dotato di patentino (l'acquirente originario rimane sempre responsabile di quanto potrebbe accadere) devono essere rispettate le distanze di sicurezza da strade ed edifici devono sempre essere utilizzate protezioni adeguate (guanti e stivali antisdrucciolo in gomma; maschera a doppio filtro; tuta, occhiali) deve essere sempre disponibile una tanica di acqua pulita sul trattore in caso di contaminazione è preferibile effettuare i trattamenti nelle ore più fresche si deve prestare attenzione a non irrorare controvento la distribuzione deve essere condotta rimanendo lontani da corpi idrici, animali, persone, magazzini, ecc. si deve operare indirizzando il getto dalla zona esterna a quella centrale all’operatore devono essere segnalati eventuali ostacoli sul campo al momento dell'irrorazione (rischi di rovesciamento, fossi non visibili, pendenze eccessive, ecc.) al termine dell'uso, gli indumenti e i D.P.I. devono essere regolarmente lavati e riposti nel deposito. al termine dell'uso, si deve controllare che indumenti e D.P.I. non siano logorati o strappati 37 38 Smaltimento residui i contenitori usati devono essere regolarmente lavati al momento della preparazione deve essere effettuata la raccolta differenziata dei contenitori usati i residui del trattamento devono essere stoccati in magazzino in contenitori chiusi ed etichettati, per essere successivamente ridistribuiti si deve rispettare il principio di non trasferire prodotti/residui tra coltivatori/contoterzisti (l'acquirente originario rimane sempre responsabile di quanto potrebbe accadere) RISCHI Come per altri prodotti pericolosi, gli effetti negativi derivanti da una cattiva o impropria gestione dei prodotti fitosanitari per la salute sono principalmente riconducibili a: • acuti letali • irreversibili non letali, dopo un'unica esposizione • gravi, dopo un'esposizione ripetuta o prolungata • irritanti • sensibilizzanti Nello specifico, l’intossicazione può avvenire per: contatto, per assorbimento di prodotto fitosanitario attraverso la pelle, soprattutto quando quest'ultima non è adeguatamente protetta da dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) inalazione, con conseguente intossicazione a carico dell’apparato respiratorio dovuta a scarsa attenzione nelle pratiche e per mancanza di utilizzo di mezzi di protezione ingestione, per l’abitudine diffusa di fumare o, peggio, di mangiare, bere, durante le operazioni senza aver adeguatamente lavato le mani 38 39 COSA EVITARE ASSOLUTAMENTE non lasciare prodotti fitosanitari in confezioni diverse da quella originale, senza indicazioni precise non lasciare prodotti fitosanitari fuori dal luogo adibito alla loro conservazione, che dovrà essere chiuso a chiave ed il cui accesso sarà consentito solo a coloro che sono in possesso di patentino non manipolare prodotti fitosanitari senza l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) COMPORTAMENTO CORRETTO l'utilizzo dei prodotti sanitari deve essere ridotto al minimo a parità di efficacia, devono essere regolarmente scelti prodotti fitosanitari meno tossici devono essere normalmente privilegiati prodotti in forma granulare o liquida rispetto a quelli polverulenti devono essere normalmente privilegiati sistemi di distribuzione a bassa pressione devono essere disponibili le schede di sicurezza dei prodotti acquistati devono essere note procedure specifiche per la gestione di eventuali emergenze causate da uso scorretto di prodotti fitosanitari devono essere rispettati i "tempi di rientro" nel campo nel caso di utilizzo di prodotti T+, T ed X, deve essere acquisito il patentino di autorizzazione all'acquisto ed all'utilizzo dei fitofarmaci il patentino deve essere regolarmente rinnovato (scadenza quinquennale) deve essere noto a tutti che qualsiasi fase può essere gestita dal solo titolare di patentino ZOOTECNIA Il settore zootecnico è particolarmente sviluppato nella Regione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. 39 40 Collegata al settore zootecnico si evidenzia la presenza di una rilevante attività di trasformazione di prodotti alimentari quali insaccati, formaggi, latte e latticini. Anche in virtù della presenza di un'attiva industria di trasformazione, si evidenzia che in alcune zone della Regione gli allevamenti zootecnici si presentano spesso concentrati in aree particolarmente ristrette. In passato gli allevamenti zootecnici erano in genere annessi (e fortemente radicati e strutturati) all'Azienda Agricola, che in molti casi produceva in proprio gli alimenti per il bestiame e provvedeva autonomamente ad utilizzare le deiezioni animali come concime organico; oggi, invece, si registra la presenza di numerosi allevamenti altamente "specializzati". Detti allevamenti sono caratterizzati dal fatto che vengono allevati numerosi capi di bestiame in superfici ristrette, si acquistano mangimi dall'esterno, l'azienda è spesso priva di terreni propri e si devono trovare (spesso in condizioni problematiche) soluzioni adeguate per smaltire quantitativi elevati di deiezioni. Questo ha causato non pochi problemi di tipo sanitario, sia per quanto riguarda la tutela dell'ambiente sia per quanto attiene la tutela dell'operatore. DESCRIZIONE Considerata la particolarità del lavoro svolto all'interno degli allevamenti zootecnici, è opportuno che gli allevamenti medesimi siano seguiti con attenzione da un Veterinario. Il Veterinario provvederà ad indicare all'allevatore: • le misure igieniche da seguire per tutelare il benessere degli animali • le misure di prevenzione contro le malattie infettive e le precauzioni da adottare al fine di evitare zoonosi Una attenta sorveglianza sulla salute degli animali da parte del Veterinario è condizione indispensabile per la prevenzione della trasmissione di infezioni. 40 41 Poiché il lavoro negli allevamenti zootecnici si presenta spesso insudiciante, è opportuno che gli allevamenti medesimi siano ben attrezzati per garantire la cura della propria persona da parte dell'addetto. INDICAZIONI TECNICHE GENERALI Per quanto attiene la sicurezza, l'igiene del lavoro ambientale e alimentare, si sottolinea l'esigenza di assicurare una corretta organizzazione dell'allevamento già in fase di progettazione, quando è ancora possibile ottimizzare le scelte produttive e i vincoli normativi, anche per quanto riguarda la sicurezza degli operatori e degli animali. Gli allevamenti zootecnici devono quindi essere "pensati prima" tenendo conto dei numerosi fattori di fondamentale importanza per garantire il benessere degli animali e le massime condizioni di igiene per gli addetti. In particolare in fase di costruzione o ristrutturazione di un allevamento zootecnico è opportuno tenere conto: • della tipologia degli animali allevati • delle esigenze fisiologiche degli animali allevati (temperature ambientali, superfici, cubature, ricambi d'aria, ecc.) • delle modalità di allevamento degli animali (allevamento estensivo o intensivo) • della quantità e tipologia di deiezioni prodotte dagli animali • della particolarità dell'Azienda ove sorge l'allevamento (disponibilità di terreni, disponibilità d'acqua, ecc.) Trascurare questi fattori può causare gravi problemi igienici all'allevamento con conseguente rischio per la salute degli operatori. Sempre al fine di garantire la sicurezza degli operatori occorre valutare: • le esigenze e le modalità di movimentazione dei mezzi meccanici • le modalità di deposito e di gestione dei vari prodotti (paglia, mangimi, ecc.) 41 42 • il tipo di lavorazioni eseguiti all'interno dell'allevamento (mungitura, interventi del veterinario, ecc.) • le modalità di cura e di governo degli animali Si evidenzia inoltre che in questi anni il lavoro all'interno degli allevamenti zootecnici si è notevolmente modernizzato ed è aumentata la presenza di macchine, attrezzature ed impianti. Sono pertanto accresciute le esigenze di elettrificazione, di dotazione di impianti di produzione calore e di meccanizzazione delle varie fasi produttive. La particolarità del lavoro all'interno degli allevamenti zootecnici (presenza di polvere, umidità, deiezioni, gas, vapori, ecc.) determina la necessità di una attenta progettazione, controllo e manutenzione, da parte di personale qualificato, degli impianti: • elettrici • termosanitari • idrici INDICAZIONI TECNICHE SPECIFICHE Lo sviluppo dell’analisi sugli allevamenti zootecnici tiene conto del fatto che in tale tipo di azienda - spesso associata a produzioni agricole su campo - esistono fabbricati, aree a specifica destinazione d’uso, impianti, prodotti chimici ed altri aspetti la cui caratterizzazione risulta – se non in modo assolutamente identico – sostanzialmente analoga a quanto inserito in altri “petali”, ed ai cui contenuti pertanto si rimanda per casi specifici e concreti. Il lavoro negli allevamenti zootecnici presenta in molti casi elementi di significativa nocività per la salute degli addetti. Rischi specifici in tal senso possono essere dati: • dalla tipologia degli animali allevati (ad esempio animali di grossa taglia che possono aggredire l'uomo) • da esigenze specifiche connesse con la cura degli animali (smaltimento deiezioni, pulizia, alimentazione del bestiame, ecc.) 42 43 Numerosi rischi per la salute degli addetti sono dovuti anche alla presenza di materiali utilizzati negli allevamenti, ed in particolare: • foraggi (rischio di incendio e di presenza di polveri) • mangimi (rischio di presenza di polveri e alla movimentazione manuale dei carichi). Nel settore zootecnico è inoltre presente il rischio di zoonosi (ossia la possibilità che l'animale trasmetta malattie pericolose per l'uomo). Ne consegue pertanto che gli allevamenti zootecnici devono essere gestiti dedicando una grande attenzione alla cura delle condizioni igieniche, al fine di evitare che questi diventino fonte di propagazione di malattie. RISCHI 1. Interazioni con animali 2. Impianti/aree specifiche 3. Elementi igienico-sanitari/ambientali 4. Altri rischi 1. Interazioni con animali a) elementi meccanici mobili b) recinzioni elettriche c) trasporto animali d) gestione di animali aggressivi e) fuga di animali f) aggressione di animali selvatici g) presenza di parassiti h) cura degli animali i) sanificazione ambientale j) deiezioni animali l) zoonosi 2. Impianti/aree specifiche: 43 44 a) illuminazione b) impianto elettrico c) deposito materiali d) pronto soccorso 3. Elementi igienico-sanitari/ambientali a) microclima b) polveri c) umidità d) ricambi d’aria e) fatica fisica f) lavorazioni all’aperto g) lavorazioni insudicianti h) servizi igienico-assistenziali 4. Altri rischi a) circolazione di mezzi b) scivolamento c) annegamento d) caduta dall’alto e) segnaletica di sicurezza f) uso di utensili taglienti 1. Interazioni con gli animali a) Elementi meccanici mobili All'interno degli allevamenti, specie i più moderni, sono presenti numerosi impianti meccanici utilizzati per la gestione degli allevamenti; in particolare: - raschiatori per l'asportazione delle deiezioni - distributori meccanici per mangimi - macinatori - miscelatori 44 45 Molti di questi impianti presentano elementi meccanici in movimento che possono essere pericolosi per l'addetto; in particolare: - organi di trasmissione del moto - organi lavoratori - elementi meccanici vari in movimento vari Per garantire la sicurezza dell'addetto e' opportuno che tutti gli elementi pericolosi in movimento (situati in punti accessibili per l'operatore) vengano idoneamente segregati (ad esempio mediante l'adozione di idonee griglie, carter, ecc. ) o dotati di appositi dispositivi di sicurezza atti a impedire il contatto dell'operatore con gli organi meccanici in movimento. (Per il dimensionamento o la scelta degli idonei dispositivi, riferirsi alla specifica manualistica o a specifica progettazione, tenuto conto che possono verificarsi esigenze volta per volta differenti). In casi di impossibilità di segregare le parti meccaniche in movimento, è necessario prevedere quantomeno l’installazione di dispositivi di segnalazione visiva e/o acustica. Le macchine e gli impianti, a seconda dei casi , dovranno poi essere dotati di: - dispositivi di marcia ed arresto facilmente riconoscibili e non azionabili accidentalmente - arresti di emergenza - dispositivi di sicurezza per le operazioni di pulizia e manutenzione (ad esempio dispositivi di blocco di organi meccanici pericolosi) b) recinzioni elettriche All'interno di numerosi allevamenti zootecnici sono installate recinzioni elettriche atte ad impedire la fuga di animali (o la penetrazione nell'allevamento di animali selvatici quali i cinghiali). In genere dette recinzioni (a bassa tensione) sono innocue per l'uomo, tuttavia sono in corso studi al fine di verificare la possibile pericolosità di dette recinzioni nei confronti di soggetti particolari (ad esempio cardiopatici). 45 46 Pertanto è opportuno che le recinzioni elettriche vengono realizzate ed installate ad arte. In particolare il fabbricante deve fornire opportuni schemi ed istruzioni di montaggio, che devono essere seguiti alla lettera dall'installatore. Inoltre si dovrà installare (sempre seguendo le informazioni fornite dal fabbricante) apposita segnaletica di sicurezza. Si dovrà infine curare la manutenzione della recinzione elettrica. c) trasporto animali Le operazioni di trasporto degli animali (specie di quelli di grossa taglia) deve avvenire nel rispetto di precise regole di sicurezza. Non a caso, va segnalato, la normativa per la protezione degli animali durante il trasporto richiede la formazione obbligatoria per gli addetti al trasporto. Infatti durante le fasi di trasporto possono verificarsi problemi di sicurezza: quali - la fuga degli animali - gli animali possono rompere le barriere di contenimento e precipitare verso terra - gli animali possono imbizzarrirsi diventando pericolosi Oltre alle norme di carattere sanitario e quelle finalizzate a garantire il benessere dell'animale si evidenziano le seguenti regole di sicurezza: - i percorsi che conducono l'animale dal ricovero zootecnico all'automezzo devono essere opportunamente protetti tramite apposite barriere di contenimento - gli animali devono essere condotti con ordine verso il mezzo, evitando inconvenienti (rumori, urla, ecc.) che possano spaventarli - deve essere previsto un idoneo sistema atto a favorire l'accesso dell'animale al pianale del veicolo (ad esempio sponda solida dotata di idonea inclinazione) - il mezzo deve avere portata idonea rispetto al carico da trasportare - il mezzo deve essere dotato di apposite sponde atte a contenere la pressione operata dagli animali 46 47 - il pianale del mezzo deve essere realizzato con appositi materiali atti a favorire la facile e completa asportazione delle deiezioni animali (e le operazioni di disinfezione) - il pianale del mezzo deve essere conformato in modo tale da impedire che le deiezioni animali possano fuoriuscire dal mezzo stesso, creando pericolo per la circolazione stradale Si ricorda inoltre che il mezzo deve essere mantenuto costantemente pulito e disinfettato, secondo le indicazioni fornite dal Veterinario che segue l'Azienda; qualora il trasporto avvenga da parte di ditte esterne all’allevamento, segnalare preventivamente tale requisito al trasportatore come elemento importante facente parte del contratto di trasporto. d) gestione di animali aggressivi All'interno di alcuni allevamenti vi può essere la presenza di animali (ad esempio tori) che, causa la loro stazza (o altre caratteristiche fisiche - ad esempio la capacità di dare morsi) possono diventare pericolosi per l'allevatore (rischio di aggressione da parte dell'animale). In particolare l'animale può aggredire l'uomo per varie cause (ad esempio si è imbizzarrito, è fuggito dal recinto ecc.). Particolarmente pericolosi sono gli animali in grado: ● di sferzare calci di notevole potenza ● dotati di dentatura robusta (rischio di mordere violentemente l'operatore) ● capaci di schiacciare l'allevatore con il loro peso ● in grado di incornare l'operatore Per prevenire detti rischi, gli allevamenti devono essere conformati in modo tale da garantire l'incolumità degli addetti. In particolare gli animali aggressivi devono essere allevati all'interno di box o recinti dotati di solidità tale da impedire la loro fuga. L'operatore dovrà poter svolgere le operazioni di governo degli animali senza mai trovarsi in condizioni di essere aggredito; nello specifico in caso di 47 48 particolari esigenze lavorative (ad esempio pulizia a fondo) è bene che gli animali siano allontanati dalle zone operative. E' opportuno inoltre che: - nell'allevamento siano evitati rumori o situazioni che possano innervosire gli animali - qualora si debba procedere ad interventi sull'animale (cure mediche, interventi del maniscalco, ecc.) l'animale stesso deve essere opportunamente catturato e vincolato al fine di impedire che possa aggredire l'operatore. e) fuga di animali Numerosi animali (ad esempio cavalli, tori, ecc.) se riescono a fuggire dall'allevamento possono diventare pericolosi sia per gli addetti sia per la popolazione. Per prevenire detto rischio è opportuno che gli animali siano custoditi in appositi recinti, gabbie o altro, dotati di caratteristiche di solidità tale da prevenire la fuga degli stessi. Pertanto le strutture di contenimento degli animali devono essere progettate tenendo conto del tipo di animali allevati. Le precauzioni contro la fuga degli animali (ad esempio le recinzioni elettriche) devono essere realizzate previo parere del Veterinario che segue l'azienda. Il rischio di fuga degli animali è presente, come accennato, anche durante le fasi di trasporto degli stessi (ad esempio conferimento di bovini al macello). Gli animali devono pertanto essere trasportati mediante mezzi (camion, rimorchi, ecc.) conformati in modo tale da impedirne la fuga. f) aggressione di animali selvatici Numerosi allevamenti (specie se ubicati in zone isolate) possono essere attaccati da animali selvatici (branchi di cani randagi, lupi, ecc.), che mirano a cibarsi degli animali ivi allevati (ad esempio cani randagi che attaccano un allevamento di pecore) o a depredare le cibarie presenti (ad esempio il branco di cinghiali che attacca un allevamento per i mangimi ivi contenuti). 48 49 Detto rischio si presenta particolarmente evidente nella stagione fredda o in periodi di carestia, quando gli animali selvatici, causa la fame, diventano più intraprendenti. Particolarmente a rischio sono gli allevamenti allo stato brado (ad esempio greggi di pecore al pascolo). Talvolta gli animali aggressori possono attaccare anche l'uomo, specie se si sentono minacciati o sotto i morsi della fame. Aggressioni da parte di animali selvatici possono comportare lesioni dovute prevalentemente a morsi o ad unghiate. Non dimentichiamo che i morsi o le unghiate degli animali selvatici possono trasmettere all'uomo malattie (caso tipico: la rabbia, attualmente debellata ma che potrebbe, ipoteticamente, riemergere). Per prevenire detti rischi è opportuno che gli allevamenti siano ben difesi, al fine di scoraggiare gli attacchi dei predatori. Ad esempio: - installando appositi solidi rifugi per il custodire gli animali di notte - installando recinzioni (in filo spinato, elettriche, ecc.) - dotandosi di animali da difesa (ad esempio cani addestrati) - dotandosi di ausili per la difesa personale (ad esempio scacciacani) Se si opera in zone montane, selvagge o isolate è bene informarsi presso i competenti servizi pubblici in ordine alla possibile presenza di animali potenzialmente aggressivi, al fine di organizzare al meglio le misure di difesa e di dissuasione. g) presenza di parassiti Gli allevamenti zootecnici sono spesso infestati da parassiti (mosche, tafani, pulci, ecc.) e da ratti, che possono rappresentare veicolo di trasporto e inoculazione di parassiti nocivi (o anche fatali) per l’uomo. La presenza di parassiti all'interno degli allevamenti zootecnici è dovuta a: - presenza di mangimi in notevole quantità (attirano i ratti) 49 50 - presenza di cumuli di deiezioni (facilitano la presenza di parassiti quali le mosche) Inoltre numerosi parassiti (ad esempio le zecche, le pulci, ecc.) trovano ospitalità nella cute degli animali. La presenza elevata di parassiti negli allevamenti zootecnici è conseguenza della non corretta gestione degli allevamenti stessi. Per limitare la presenza di parassiti negli allevamenti zootecnici è opportuno: - custodire con cura e con ordine gli alimenti zootecnici - realizzare idonei sistemi di raccolta, di accumulo e di smaltimento delle deiezioni - realizzare apposite barriere contro l'intrusione di parassiti (ad esempio reticelle per impedire l'accesso di ratti nelle aperture) - curare l'igiene degli animali (secondo le indicazioni del veterinario che segue l'azienda) - realizzare appositi programmi di disinfezione e disinfestazione (secondo le indicazioni del veterinario che segue l'azienda) Infine, merita una citazione anche la protezione da volatili, quali piccioni e passeri, anch’essi veicolo di trasporto di potenziali infezioni e parassiti, nei confronti dei quali possono essere utilizzati sistemi contro le intrusioni (es. reti antipassero). h) cura degli animali Numerose lavorazioni, inerenti la cura degli animali, obbligano l'operatore a lavorare a stretto contatto con gli animali stessi (ad esempio lavori da maniscalco, taglio del pelo, mungitura, ecc.) Le lavorazioni di cui sopra, proprio perché eseguite a distanza estremamente ravvicinata dall'animale, espongono l'operatore a rischi lavorativi, quali morsi, calci, ecc. Per prevenire detti rischi è opportuno (specie se l'animale è di grossa taglia o particolarmente aggressivo) che l'animale sia debitamente vincolato al fine di impedire che possa colpire l'addetto. 50 51 L'operatore dovrà poi essere dotato di ulteriori strumenti ausiliari (ad esempio museruole, lacci, seggiolini protetti contro il rischio di calci, ecc.) atti a tutelare la propria incolumità. Solo in casi estremi, ed esclusivamente previo parere ed intervento del Veterinario che segue l'Azienda, l'animale deve essere narcotizzato. Le misure di protezione del lavoratore devono essere studiate in base alle caratteristiche dell'animale (stazza, aggressività, ecc.) e sempre previo parere del Veterinario che segue l'Azienda. i) sanificazione ambientale Gli allevamenti zootecnici necessitano di decisi e frequenti interventi di sanificazione ambientale, al fine di garantire idonee condizioni di igiene e pulizia. Gli interventi di pulizia e disinfezione devono essere sia di tipo ordinario che di tipo straordinario (in caso di particolari necessità). Gli interventi di pulizia ordinaria dovranno avvenire secondo precisi protocolli da concordarsi con il Veterinario che segue l'Azienda. Nei protocolli di pulizia si dovrà prevedere: - la frequenza degli interventi di pulizia da eseguire - le modalità di intervento (manuale/automatica con getti d'acqua/con idropulitrice, ecc.) - i prodotti di pulizia da utilizzare - i disinfettanti da utilizzate Durante l'esecuzione degli interventi di sanificazione ambientale, gli operatori dovranno fare uso di idonei D.P.I. Particolare attenzione deve essere prestata, negli ambienti zootecnici, in relazione alla frequenza d’uso, alla gestione dei disinfettanti e/o disinfestanti per sanificare gli ambienti, le macchine e le attrezzature. L'uso di disinfettanti e/o disinfestanti, se non eseguito in modo corretto, può causare danni alla salute degli operatori e degli animali. 51 52 Esposti particolarmente a rischio sono gli ambienti poco ventilati e dotati di cubature insufficienti. E' bene utilizzare disinfettanti e/o disinfestanti solo dopo essersi consultati con il Veterinario che segue l'Azienda; in particolare si dovrà concordare con questi: ● il tipo di prodotto da utilizzare ● il dosaggio e le modalità d'utilizzo Si evidenzia che l'utilizzo di disinfettanti e/o disinfestanti deve avvenire secondo modalità tali da impedire la contaminazione di mangimi e acque destinate agli animali. E' importante scegliere in modo adeguato i prodotti da utilizzare, acquisendone la scheda di sicurezza e verificandone le proprietà. Prima dell'intervento, l'operatore deve prendere attenta visione del contenuto della scheda di sicurezza e dell'etichetta del prodotto e operare attenendosi alle indicazioni di sicurezza in essa contenute. Infine, si rammenta di adeguare (localmente) le operazioni a quanto disposto dalla L.R. 50/95. j) deiezioni animali Uno dei principali problemi sanitari presenti negli allevamenti zootecnici riguarda lo smaltimento delle deiezioni (solide e liquide) prodotte degli animali. Le deiezioni animali, infatti, se non correttamente raccolte e gestite, possono causare i seguenti inconvenienti: - emanazione di odori sgradevoli - peggioramento della qualità dell'aria (per la presenza di inquinanti quali ammoniaca, metano, ecc.) - trasmissione di infezioni - presenza di insetti infestanti (ad esempio mosche) - insudiciamento degli addetti - inquinamento di terreni e falde acquifere 52 53 Per garantire condizioni igienico-sanitarie idonee all'interno degli allevamenti, le deiezioni devono essere raccolte, adeguatamente accumulate in Azienda e smaltite tenendo conto dei seguenti parametri: - numero di capi - caratteristiche dei capi - tipo di alimentazione del bestiame - quantitativo (prevedibile) di deiezioni prodotte Le modalità di raccolta, gestione e smaltimento delle deiezioni devono essere concordate con il Veterinario che segue l'azienda. Lo smaltimento delle deiezioni deve avvenire secondo precisi "piani di smaltimento"; è opportuna comunque la presenza negli allevamenti di concimaie e/o vasche di raccolta delle deiezioni costruite rispettando i seguenti indirizzi prioritari: - posizione isolata rispetto all'Azienda (ma comunque ben raggiungibile) - posizione idonea rispetto ai venti dominanti - impossibilità che le deiezioni inquinino le falde - possibilità che le deiezioni possano "maturare" idoneamente l) zoonosi - Rischio biologico Nel settore il rischio biologico si traduce in termini di esigenze di protezione contro le zoonosi (malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, e viceversa). Si tratta quindi, in particolare, di prevenire e ridurre la possibilità che compaiano malattie o infezioni che comportino un rischio per la salute umana. La carenza di dati sistematici ed analitici rende impossibile una quantificazione del rischio, per cui ci si deve limitare a valutazioni qualitative, orientate soprattutto ad identificare i portatori degli agenti infettivi, le modalità possibili di trasmissione e le precauzioni adottabili per ridurli. Anche in tal caso, comunque, esistono livelli di conoscenza differenti; in particolare, esistono agenti “non convenzionali” come quelli in grado di ingenerare le encefalopatie spongiformi (BSE nei bovini), per i quali è necessario studiare i meccanismi del passaggio dell’infezione dai bovini all’uomo. 53 54 Gli agenti microbici responsabili delle infezioni occupazionali sono numerosi, e possono essere veicolati in modi diversi, non solo per contatto diretto con gli animali o loro parti, ma anche tramite vettori di altro genere (superfici imbrattate, alimenti contaminati, insetti, vaccinazioni con virus a vivo, ecc.). Le fasi operative in cui risulta maggiormente viva la possibilità infettiva sono: - allontanamento delle carcasse di animali morti - prelievo del seme, fecondazione, ispezione a gestanti, assistenza al parto - effettuazione di trattamenti sanitari e vaccinazioni - uso di attrezzature sanitarie contaminate (aghi di siringhe, bisturi, ecc) - mungitura - rimozione delle deiezioni dalla pavimentazione - pulizia ordinaria delle sale parto, fecondazione e gestazione - pulizia profonda dei box, delle corsie di servizio e dei vari reparti - gestione deiezioni, ispezione e scarico vasche di stoccaggio liquami - rivoltamento e scarico lettiera - movimentazione ed ispezione di animali L’infezione può avvenire per via cutanea, soprattutto in presenza di lesioni anche di piccola entità, oppure attraverso le mucose (nasali, orali, congiuntivali). I provvedimenti cautelari adottabili sono riconducibili prevalentemente a: - verifica costante dell’igiene personale degli addetti - attuazione di una profilassi vaccinale obbligatoria - accertamenti sanitari periodici sugli animali - adozione di indumenti protettivi e di guanti Si rammenta che le zoonosi sono considerate infortuni sul lavoro, e che gli esposti al rischio sospettati di infezione devono essere immediatamente sottoposti a visita medica; il rischio è comunque strettamente correlato allo stato epidemiologico degli animali e dello stato immunitario degli addetti. Indicazioni tossicologiche e problematiche residuali 54 55 RISCHI Come per altri prodotti pericolosi, gli effetti negativi derivanti da una cattiva o impropria gestione dei prodotti fitosanitari per la salute sono principalmente riconducibili a: • acuti letali • irreversibili non letali, dopo un'unica esposizione • gravi, dopo un'esposizione ripetuta o prolungata • irritanti • sensibilizzanti Nello specifico, l’intossicazione può avvenire per: • contatto, per assorbimento di prodotto fitosanitario attraverso la pelle, soprattutto quando quest'ultima non è adeguatamente protetta da dispositivi di protezione individuale (D.P.I.); • inalazione, con conseguente intossicazione a carico dell’apparato respiratorio dovuta a scarsa attenzione nelle pratiche e per mancanza di utilizzo di mezzi di protezione; • ingestione, per l’abitudine diffusa di fumare o, peggio, di mangiare, bere, durante le operazioni senza aver adeguatamente lavato le mani. I prodotti fitosanitari vengono classificati nel seguente modo: molto tossici: contrassegnati dalla lettera T+ e con l’immagine del teschio tossici: contrassegnati dalla lettera T e con l’immagine del teschio nocivi: contrassegnati dalla lettera Xn e con la croce di S. Andrea irritanti: contrassegnati con la lettera Xi e con la croce di S. Andrea pericolosi per l’ambiente: contrassegnati con la lettera N infiammabili/molto infiammabili: contrassegnati con la lettera F/F+ prodotti non classificati: come i precedenti e non contrassegnati da simboli, ma riportanti la dicitura “Attenzione manipolare con prudenza” 55 56 2. Impianti/aree specifiche a) illuminazione All'interno di molti allevamenti zootecnici il livello di illuminazione (naturale e/o artificiale) si presenta insufficiente (sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo) rispetto alle esigenze connesse con il benessere visivo degli addetti. In molti casi si presentano privi di illuminazione artificiale ambienti quali: ● piazzali esterni ● corridoi ● depositi ● vani accessori L'inidonea illuminazione, oltre, come già detto, a non garantire il benessere visivo degli addetti, può essere concausa di incidenti di vario tipo (ad esempio incidenti da scivolamento, collisione tra i veicoli, ecc.) Per ovviare a detto rischio lavorativo è opportuno che: - gli allevamenti siano opportunamente illuminati a luce naturale ed artificiale al fine di garantire il benessere visivo degli addetti - i veicoli che transitano negli allevamenti nelle ore buie siano dotati di sistemi di illuminazione artificiale (fari) - si provveda a garantire una corretta pulizia e manutenzione delle superfici illuminanti naturali - si provveda ad una corretta manutenzione di corpi illuminanti In senso più ampio, si rammenti che per i luoghi di lavoro continuativo (ad es.: in questo caso la sala di mungitura) esiste la necessita di installare lampade di emergenza, in particolare in corrispondenza dell'uscita di sicurezza. b) impianto elettrico All'interno degli allevamenti zootecnici in questi ultimi anni, è notevolmente aumentato l'utilizzo di corrente elettrica. 56 57 Infatti numerose lavorazioni, svolte in precedenza a mano sono oggi eseguite mediante l'utilizzo di macchine ed impianti azionati da corrente elettrica. Sovente tuttavia, gli impianti elettrici si presentano vetusti e/o obsoleti e non certo in grado di soddisfare le esigenze di sicurezza. Tale circostanza è aggravata dal fatto che gli ambienti zootecnici si presentano ad elevato rischio per quanto attiene la sicurezza elettrica - a causa dei seguenti motivi: Inoltre gli ambienti zootecnici si presentano ad elevato rischio per quanto attiene la sicurezza elettrica a causa dei seguenti motivi: - presenza di notevole umidità - presenza di polveri (anche fini) aerodisperse - utilizzo di getti d'acqua per eseguire alcune lavorazioni (ad esempio pulizia mediante idropulitrice) - presenza di deiezioni (anche acide) che possono deteriorare gli impianti - elevata presenza di roditori (quali topi, ratti, ecc.) che, attratti dalla presenza di mangimi, possono rovinare gli impianti (ad esempio rodendo i cavi) Per limitare i rischi dovuti a corrente elettrica, si rende opportuno quanto segue: - realizzare impianti elettrici idonei rispetto alle caratteristiche dell'ambiente di lavoro (presenza di polveri, umidità, getti d'acqua, ecc.); in tal senso occorre fare riferimento alle norme CEI, in particolare per quel che attiene l’identificazione del grado di protezione richiesto in base all'ambiente d'installazione (vedasi: "Impianti elettrici" – "Indicazioni tecniche specifiche") - acquisire le certificazioni inerenti gli impianti elettrici di cui alla Legge 46/90 - provvedere ad una attenta e continua manutenzione degli impianti elettrici Gli impianti elettrici inidonei devono essere smantellati o opportunamente ristrutturati. c) deposito materiali All’interno degli allevamenti zootecnici è frequente la necessità di depositare (anche per periodi di tempo lunghi) materiali quali balle e balloni di paglia, sacchi di mangimi, ecc. 57 58 I depositi di materiali, se privi dei necessari requisiti di sicurezza, possono diventare pericolosi per l’operatore e per chi si trovi nei paraggi. In particolare sono ravvisabili pericoli di crolli e caduta di materiali (si pensi al rischio di caduta di rotoballe dall'alto nei fienili, in particolare da quelli di moderna concezione). I depositi di materiali devono pertanto essere costruiti secondo specifiche tecniche tali da impedire la caduta dei materiali stessi ed il crollo di strutture. In particolare i depositi dovranno: - avere portata idonea a sostenere i carichi - essere comodamente accessibili al personale - essere conformati in modo tale da facilitare le operazioni di carico e scarico dei mezzi I depositi privi di detti requisiti di sicurezza devono essere ristrutturati o demoliti. d) pronto soccorso All'interno degli allevamenti zootecnici è elevato il rischio di procurarsi lesioni quali tagli graffi di animali, ecc. In questi casi è opportuno essere in condizione di eseguire un corretto primo intervento di pronto soccorso. Pertanto all'interno degli allevamenti zootecnici con 3 o più addetti deve essere custodita (in luogo pulito, noto al personale e facilmente raggiungibile) una cassetta di Pronto Soccorso. In caso di allevamento con meno di 3 addetti, è invece indicata l'esigenza di tenere a disposizione almeno un “pacchetto di medicazione”. In entrambi i casi si dovrà periodicamente verificare il contenuto della cassetta e sostituire o integrare i materiali scaduti, deteriorati o consumati. Infine, è necessario dotare di un mezzo di comunicazione idoneo (es: telefono mobile) i lavoratori che conducono lavorazioni isolate lontane dal centro aziendale (es.: lavori di campagna). 58 59 3. elementi igienico-sanitari/ambientali a) microclima All'interno degli allevamenti zootecnici le condizioni microclimatiche sono in genere mantenute in condizioni di idoneità rispetto alle esigenze fisiologiche degli animali. Pertanto all'interno degli allevamenti zootecnici le condizioni microclimatiche (temperatura, umidità, ecc.) possono essere sfavorevoli per l'allevatore. Per prevenire rischi per la salute dell'addetto è opportuno che le condizioni microclimatiche ottimali per allevare gli animali siano concordate con il Veterinario che segue l'Azienda. Se le condizioni microclimatiche si presentano sfavorevoli per l'addetto occorre adottare le opportune azioni di prevenzione e protezione. In particolare negli allevamenti chiusi si dovranno adottare le seguenti precauzioni: - limitare la presenza degli operatori negli ambienti a rischio - eseguire turnazione del personale per le mansioni a rischio (al fine di limitare l'esposizione dell'addetto) - realizzare opportuni servizi igienico-assistenziali al fine di consentire all'addetto di curare il benessere della sua persona - dotare l'addetto di appositi D.P.I. atti a proteggere la sua persona contro i rischi da sfavorevoli condizioni microclimatiche b) polveri All'interno degli allevamenti zootecnici può esservi una elevata presenza di polveri aerodisperse. Le polveri possono essere nocive per i polmoni dell'operatore. Le polveri inoltre possono essere fonte di: - rischi dovuti a incidenti elettrici (polveri fini si infilano nei componenti elettrici non dotati di idonea protezione meccanica) - danni a macchine, attrezzature, impianti La presenza di polveri aerodisperse può essere dovuta a: 59 60 - stoccaggio di notevoli quantitativi di mangimi, fieni/foraggi vari utilizzati per l'alimentazione del bestiame - paglia usata per garantire il benessere degli animali - deiezioni allo stato secco di animali - piumaggio, pelo, ecc., perso dagli animali Particolarmente a rischio sono gli allevamenti chiusi, ove è elevata la presenza di animali e insufficiente ventilazione naturale e/o artificiale. Una scarsa attenzione nel gestire le operazioni di pulizia aumenta il rischio di presenza di polveri nell'ambiente. Occorre evitare di trascurare la pulizia degli ambienti (è bene usare apposito aspirapolvere). E' opportuno comunque ricambiare frequentemente l'aria negli ambienti. Gli operatori devono inoltre essere dotati di appositi D.P.I. (maschere, facciali, occhiali protettivi, tute e stivali) al fine di proteggersi dalle polveri. Infine deve essere garantita la presenza di appositi servizi igienico-assistenziali al fine di consentire agli addetti di tutelare l'igiene della loro persona. c) umidità All'interno di numerosi allevamenti si registra, in genere, un elevato tasso di umidità. Le cause di quanto sopra vanno addebitate ai seguenti motivi: - all'interno degli allevamenti il tasso di umidità è generalmente elevato a causa dell'espletamento delle funzioni metaboliche/fisiologiche da parte degli animali (respirazione, produzione deiezioni, ecc.) - all'interno degli allevamenti vi è in genere un elevato consumo di acqua a causa dello svolgimento di alcune lavorazioni (lavaggi, preparazione razioni, ecc.) E' nota l'azione deleteria per l'organismo umano dovuta a tassi elevati di umidità, particolarmente se associata a condizioni già critiche di temperatura. Una eccessiva presenza di umidità aggrava anche il rischio di natura elettrica (specie se i componenti dell'impianto non hanno idonea resistenza meccanica). 60 61 Per ovviare a inconvenienti dovuti a eccesso di umidità è bene che: - gli allevamenti siano progettati in modo tale da favorire lo sgrondo delle acque e da favorire i frequenti ricambi d'aria - i pavimenti delle zone che tendono ad inumidirsi con particolare intensità siano dotati di appositi graticolati E' opportuno inoltre che gli operatori abbiano a disposizione idonei D.P.I. atti a garantire la protezione dall'umidità. L'allevamento deve essere inoltre opportunamente dotato di appositi servizi igienico-assistenziali atti a consentire all'addetto di curare la sua igiene personale. d) ricambi d’aria All'interno degli allevamenti zootecnici chiusi (stalle, porcilaie, ecc.) l'aria può essere viziata dalla presenza di gas nocivi (anidride carbonica, metano, anidride solforosa, ecc.). In generale detti gas nocivi sono prodotti: ● dalla respirazione degli animali ● dalle esalazione delle deiezioni prodotte dagli animali ● dai gas di scarico delle macchine utilizzate negli allevamenti Si registra, una pessima qualità dell'aria soprattutto negli allevamenti non correttamente progettati, ed in particolare: - negli allevamenti con eccessiva presenza di animali rispetto alle dimensioni del locale (superficie pavimentata, altezza, cubatura) - negli allevamenti ove è scarsa la ventilazione naturale e/o artificiale - negli allevamenti ove le lavorazioni non sono gestite in modo razionale ed organizzato In fase di progettazione dell'allevamento si dovrà pertanto: - curare le caratteristiche dell'allevamento (in relazione al tipo ed al numero di animali previsti) - curare la presenza di sistemi di ricambio dell'aria sia naturale che artificiale La progettazione dell'allevamento dovrà avvenire a seguito di consulenza del Veterinario che segue l'Azienda. 61 62 E' importante, per garantire una buona salubrità dell'aria: - curare i ricambi d'aria - curare la continua pulizia degli allevamenti - garantire un corretto sistema di smaltimento delle deiezioni e) fatica fisica Numerose lavorazioni eseguite all'interno degli allevamenti zootecnici si presentano estremamente faticose quelle eseguite a mano, quali: - mungitura - tosatura del bestiame - pulizia degli animali di grossa taglia - distribuzione manuale dei mangimi e dei foraggi - asportazione manuale delle deiezioni La fatica fisica eccessiva, come noto, è un fattore di rischio per la salute dell'addetto. Inoltre il lavoratore sottoposto a fatica fisica eccessiva è maggiormente esposto al rischio di restare vittima di infortuni sul lavoro, per calo di attenzione e reattività. Per prevenire i rischi dovuti ad eccessiva fatica fisica si indicano le seguenti misure di prevenzione: - meccanizzare per quanto possibile le lavorazioni - organizzare il lavoro in modo tale da concedere al lavoratore pause - organizzare il lavoro in modo tale da concedere al lavoratore la possibilità di ristorarsi (mangiare, bere, lavarsi, ecc.) - eseguire le lavorazioni manuali in luoghi confortevoli e che presentano condizioni microclimatiche ottimali per l'addetto E' opportuno che nelle Aziende ove si svolgono lavorazioni faticose sia assicurata la presenza di idonei servizi igienico-assistenziali. f) lavorazioni all’aperto Numerose lavorazioni zootecniche sono svolte, in tutto o in parte, all'aperto. 62 63 Per quanto sopra esposto gli addetti sono esposti al rischio di operare in condizioni climatiche avverse; in particolare: - freddo o caldo eccessivo - pioggia, neve - umidità ambientale elevata Particolarmente a rischio sono gli allevamenti all'aperto o allo stato brado. Per proteggere l'operatore dai rischi connessi con le condizioni microclimatiche avverse è opportuno: - dotare l'operatore di abbigliamento da lavoro adeguato al rischio ambientale specifico - realizzare idonee strutture ove l'operatore possa ripararsi in caso di condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli - dotare l'azienda di appositi servizi igienico-sanitarii g) lavorazioni insudicianti Numerose lavorazioni zootecniche (pulizia degli animali, smaltimento delle deiezioni, ecc.) si presentano particolarmente insudicianti. Le lavorazioni insudicianti, oltre a causare disagio per l'addetto, possono anche, in taluni casi essere fonte di infezioni. Per limitare i rischi lavorativi connessi con attività insudicianti è opportuno che gli allevamenti zootecnici siano opportunamente progettati al fine di consentire una facile pulizia e un buon ricambio dell'aria. E' opportuno inoltre che: - gli allevamenti siano progettati in modo tale da favorire la meccanizzazione delle lavorazioni (ad esempio rimozione delle deiezioni mediante mezzi meccanici anziché mediante operazioni manuali) - le aziende siano ben dotate di servizi igienico assistenziali per consentire all'addetto di curare la propria igiene personale E' opportuno inoltre redigere opportuni protocolli di pulizia e sanificazione ambientale (concordati con il veterinario che segue l'Azienda) al fine di ridurre il rischio di insudiciamento da parte dell'addetto. 63 64 Si ricorda infine che in azienda devono essere presenti appositi servizi igienico assistenziali al fine di consentire all'addetto di curare l'igiene della sua persona. h) servizi igienico-assistenziali Numerose lavorazioni all'interno degli allevamenti zootecnici (quali asportazione delle deiezioni, tosatura del bestiame, ecc.) risultano decisamente sporcanti e malsane per l'addetto. Al fine di consentire all'addetto di curare idoneamente l'igiene della sua persona è necessario che siano presenti in Azienda appositi servizi igienico assistenziali. Ricordiamo che la mancata cura dell'igiene della persona può essere causa di trasmissione di malattie. I servizi igienico assistenziali da installare sono: - docce - lavabi - wc - spogliatoi Deve essere assicurata la presenza di acqua sia calda che fredda in quantità sufficiente. I servizi devono essere dotati di mezzi detergenti e per asciugarsi. Inoltre i servizi devono essere idoneamente arredati. Il datore di lavoro dovrà sensibilizzare gli addetti a curare la propria igiene personale con scrupolo, specie se si sono eseguite lavorazioni insudicianti (frequenti nel settore): • sollecitando l’effettuazione della doccia al termine della giornata lavorativa • predisponendo armadietti a doppio scomparto per evitare di sporcare e di contaminare gli abiti personali 4. Altri rischi a) circolazione di mezzi 64 65 All’interno degli allevamenti zootecnici è frequente la circolazione di mezzi agricoli e non (camion di foraggi, spandiliquame, spandiletame, trattrici, ecc.). La circolazione di mezzi può causare pericoli per la sicurezza delle persone (investimenti, urti con strutture portanti, ecc.). Per garantire la sicurezza delle operazioni inerenti la circolazione di mezzi, agricoli e non, è importante che gli allevamenti siano correttamente progettati ed organizzati in modo tale che la circolazione dei mezzi non crei pregiudizio a persone o cose. Si consiglia quindi l'installazione, in corrispondenza dei punti di ingresso al centro aziendale, di divieti di accesso a mezzi e a personale non autorizzati, ivi compresi i rappresentanti di prodotti zootecnici, al fine di dissuadere la frequentazione indesiderata degli ambienti di allevamento e per contenere possibili ripercussioni negative sul programma di difesa sanitaria attuato. Si dovrà inoltre curare l’organizzazione del lavoro al fine di assicurare che: - i passaggi e le vie di transito dei mezzi siano correttamente progettati in riferimento ai mezzi che devono transitare - i passaggi e le vie di transito abbiano dimensioni e portata appropriate - la velocità dei mezzi sia limitata (all’occorrenza dovranno essere installati appositi dissuasori di velocità) - siano installati appositi dispositivi (ad esempio specchi) per garantire opportune condizioni di visibilità - i passaggi e le vie di transito siano opportunamente illuminati a luce naturale e artificiale - eventuali ostacoli siano segnalati Un preposto, inoltre, dovrà vigilare sulle fasi di circolazione dei mezzi in caso di operazioni di particolare complessità. b) scivolamento All’interno degli allevamenti è presente il rischio di scivolare. Il rischio di scivolare è dovuto in genere, alla presenza sui pavimenti di: - deiezioni degli animali 65 66 - liquami - acqua di lavaggio Per evitare detto rischio è necessario che gli allevamenti zootecnici siano opportunamente progettati in moda tale da garantire la completa e totale asportazione delle deiezioni, e lo sgrondo delle acque piovane e di lavaggio. Nelle zone particolarmente a rischio i pavimenti dovranno essere di tipo grigliato oppure di tipo pieno, con idonea pendenza atta a indirizzare le acque in apposito punto di raccolta. Nel caso di pavimentazioni piene in cemento, si consiglia la predisposizione di rifiniture o la collocazione di rivestimenti antisdrucciolo sulla superficie. E' opportuno inoltre: - curare l’uso, da parte dell'addetto, di scarpe dotate di suola antiscivolo - pulire con frequenza le superfici pavimentate degli allevamenti - provvedere ad un’asciugatura, seppure non completa, dei pavimenti al termine delle operazioni di lavaggio In ogni caso, occorre far adottare e presidiare l’uso dei D.P.I. c) annegamento All'interno degli allevamenti zootecnici sono spesso presenti vasche e/o serbatoi (spesso profondi e di grandi dimensioni) utilizzati per l'accumulo di acqua (ad esempio vasche piene d'acqua da utilizzarsi per dissetare gli animali) o di liquami. Il rischio di annegamento è particolarmente presente negli allevamenti ittici. Il rischio di annegamento, in genere, si verifica a seguito di caduta dell'operatore all'interno di vasche o cisterne. Particolarmente a rischio sono gli allevamenti ove l'operatore lavora da solo (e pertanto, in caso di necessità, non può essere soccorso da altri colleghi), con aggravamento del pericolo in concomitanza alla presenza dei rischi di asfissia o intossicazione per inalazione di sostanze gassose nocive (es: H2S). 66 67 Per prevenire i rischi da annegamento è opportuno che le vasche e le cisterne presenti negli allevamenti siano dotate di solide coperture o protette da apposito parapetto normale, dotato di tavola di arresto al piede. E' opportuna inoltre, l'installazione di apposita segnaletica di sicurezza atta ad evidenziare i pericoli presenti. Per le lavorazioni da svolgersi a bordo vasca o dentro le vasche è opportuno inoltre che: - gli addetti lavorino in coppia (o comunque mai in condizioni di isolamento) - le zone pericolose siano ben illuminate - se le vasche sono prive di protezioni, è bene che l'operatore sia vincolato da cintura di sicurezza Nelle lavorazioni a elevato rischio (ad esempio in grandi masse d'acqua) è bene che l'addetto indossi apposito salvagente e che siano presenti opportuni mezzi di salvataggio (barche, aste di soccorso, funi, ecc.). d) caduta dall’alto Numerose lavorazioni eseguite all'interno degli allevamenti zootecnici obbligano l'operatore a portarsi in quota (con conseguente rischio di caduta dall'alto). Infatti in genere lo stoccaggio di fieno, paglia, mangimi ecc. avviene, per comodità, in solai o locali sopra-elevati; l'operatore deve pertanto portarsi in quota per eseguire lavorazioni quali il carico e lo scarico e la sistemazione dei materiali. Per prevenire i pericoli di caduta dall'alto è opportuno che: - i locali ove deve portarsi l'addetto abbiano portata sufficiente rispetto al peso dei carichi da sopportare (la portata espressa in Kg su metro quadrato di superficie deve essere esposta in punto ben visibile) - i punti ove è presente il rischio di caduta dall'alto siano opportunamente protetti da apposito parapetto normale dotato di tavola di arresto al piede alta almeno 15 cm 67 68 In caso di assenza di protezioni fisse (parapetti normali o difese equivalenti) l'operatore deve fare uso di apposita cintura di sicurezza. e) segnaletica di sicurezza All’interno degli allevamenti zootecnici deve essere affissa apposita segnaletica di sicurezza atta a segnalare: - i divieti da rispettare - gli obblighi - i pericoli presenti La segnaletica di sicurezza deve evidenziare inoltre la presenza dei mezzi antincendio e di salvataggio. La segnaletica di sicurezza deve essere conforme a quanto indicato dal D.Lgs 493/96 e mantenuta in efficienza. f) Uso di utensili e/o attrezzature di lavoro taglienti e/o appuntiti All'interno degli allevamenti zootecnici gli operatori fanno spesso uso di utensili e/o attrezzature di lavoro taglienti e/o appuntiti (coltelli, forbici, ecc.). L'uso di utensili taglienti e/o appuntiti è dovuto in principal modo all'esecuzione di lavorazioni connesse con la cura degli animali (taglio di parti anatomiche degli animali, ecc.) o ad altre operazioni quali il taglio di sacchi, di legacci delle balle di fieno, ecc. L'utilizzo di utensili taglienti e/o appuntiti è estremamente pericoloso non solo durante le lavorazioni specifiche ma anche in altri momenti (ad esempio quando si cammina o si opera in quota con utensili taglienti e/o appuntiti non correttamente sistemati). Gli utensili taglienti, specie se imbrattati di sangue o deiezioni animali, possono essere inoltre veicolo di trasmissione di malattie infettive. E bene, al fine di prevenire incidenti: - evitare di operare con utensili inidonei rispetto all'uso previsto - evitare di utilizzare utensili o attrezzature rovinati, deteriorati e arrugginiti - durante le fasi di inutilizzo, custodire gli utensili in apposite custodie 68 69 - evitare di abbandonare gli utensili in Azienda (questi devono essere tenuti in luoghi all'uopo previsti) A fine lavoro occorre poi pulire accuratamente gli utensili. In caso di tagli e/o ferite è bene disinfettare e fasciare la parte lesa del corpo (eventualmente recarsi al più vicino pronto soccorso). COMPORTAMENTO CORRETTO - utilizzare correttamente le macchine, le attrezzature, i dispositivi di protezione individuale - indossare preferibilmente i guanti protettivi di gomma quando si lavora a contatto con gli animali; indossarli comunque nelle situazioni a maggiore rischio, quali il momento del parto, la manipolazione di ferite di animali, la presenza di liquidi organici contaminati - a fine lavoro riporre i Dispositivi di Protezione Individuali puliti ed integri - segnalare al Datore di Lavoro situazioni di pericolo - effettuare una adeguata manutenzione a tutti gli impianti (interni ed esterni ai locali di ricovero) - rendere sempre visibili e funzionali gli estintori e gli idranti - fare una adeguata manutenzione e revisione periodica per il corretto funzionamento degli estintori e degli idranti - formare e informare gli operatori - organizzare le fasi lavorative in modo che si possa lavorare in sicurezza - tutelare gli spazi di transito evitando la confluenza ed il ristagno di liquami COSA EVITARE ASSOLUTAMENTE - considerare superflue le prescrizioni del Veterinario che segue l'azienda - indossare abiti personali nei lavori a contatto con gli animali - trascurare la cura delle condizioni igieniche sia degli animali, sia degli operatori addetti - entrare nei box in cui si trovano animali aggressivi liberi 69 70 - ammassare le deiezioni senza aver provveduto ad un accurato piano di smaltimento - rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza e la segnaletica - compiere operazioni o manovre pericolose durante la manipolazione e movimentazione di masse di una certa consistenza (rotoballe di fieno, stock di prodotti vari, animali, ecc.) - fumare o utilizzare fiamme libere vicino al deposito di rotoballe Modalità corrette d’impiego e strumenti di protezione dell’operatore I prodotti fitosanitari vanno impiegati osservando dovute norme di prudenza. I fitofarmaci si somministrano generalmente per irrorazione sulla chioma o foglie; alcuni possono venire distribuiti per irrigazione con l’acqua di bagnatura, poi vi sono prodotti specifici per disinfestare il terreno da parassiti, altri autorizzati in impiego endoterapico ossia immessi nella pianta. Quelli per i quali occorre il patentino è obbligatorio l’uso di appositi D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuali). Il prodotto, una volta diluito, deve essere utilizzato subito dopo la preparazione o nel giro di qualche ora. L'acqua di soluzione deve avere la stessa temperatura dell’ambiente perché altrimenti alcuni principi attivi potrebbero dar luogo a problemi di fitotossicità. In qualche caso viene consigliato di acidificare la soluzione. RISCHI NELL’ALLEVAMENTO E NELLA TRASFORMAZIONE DEI PRODOTTI procedure di sicurezza igiene del lavoro e degli ambienti con particolare riferimento alla trasformazione/conservazione dei prodotti. Per garantire che al consumatore giungano prodotti sani e di qualità, gli alimenti devono passare attraverso numerosi processi. 70 71 L'obiettivo dei processi di trasformazione degli alimenti è eliminare i microbi (presenti in tutti gli alimenti) e/o prevenire la loro moltiplicazione, al fine di azzerare il rischio di intossicazione dovuta al deterioramento degli alimenti. Il deterioramento degli alimenti si previene anche disattivando gli enzimi e prevenendo l'ossidazione. Gli enzimi sono agenti biologici naturali che decompongono le proteine, i grassi e i carboidrati. Se lasciati incontrollati, gli enzimi continuerebbero a decomporre l'alimento. Per prevenire l'irrancidimento, è necessario impedire che i grassi contenuti nell'alimento reagiscano a contatto con l'ossigeno dell'aria. I metodi di trasformazione industriale più conosciuti utilizzati per migliorare la sicurezza degli alimenti sono trattamenti di riscaldamento, come la pastorizzazione e la sterilizzazione: gli alimenti vengono riscaldati per distruggere eventuali microbi ed enzimi nocivi. La trasformazione comprende inoltre la refrigerazione e il congelamento, che rallentano l'azione degli enzimi e bloccano la riproduzione di microrganismi nocivi. Un altro metodo prevede la disidratazione degli alimenti, come la pasta e i cereali, per privare i microbi dell'acqua loro necessaria perché possano moltiplicarsi. Infine gli additivi alimentari, che giocano un ruolo importante nella trasformazione degli alimenti: gli antiossidanti impediscono l'irrancidimento dei grassi, mentre gli stabilizzanti e gli emulsionanti bloccano la separazione degli ingredienti, per esempio l'acqua e l'olio, che potrebbe alterare la qualità del prodotto. GESTIONE DELLA QUALITA’ Per garantire che la trasformazione industriale conferisca ai prodotti alimentari livelli costanti di sicurezza e qualità, i produttori ricorrono a procedure e sistemi moderni di gestione della qualità. 71 72 Le buone pratiche di produzione si attengono a procedure che garantiscono qualità e igiene costanti. Le procedure di analisi dei rischi e dei punti critici di controllo (HACCP) si concentrano sulla prevenzione dei difetti nel processo di trasformazione al fine di prevenire anche potenziali rischi di contaminazione. Le industrie aderiscono inoltre agli standard di gestione della qualità elaborati dall'ISO (International Standards Association). La qualità dei prodotti alimentari dipende naturalmente anche dalla qualità delle materie prime, del trasporto, della conservazione e delle condizioni presso il punto vendita. I fabbricanti di prodotti alimentari devono lavorare congiuntamente con i fornitori, i produttori, i grossisti, i trasportatori e i distributori per garantire che vengano pienamente rispettati gli standard di qualità. Le industrie alimentari sottopongono ai fornitori un elenco di requisiti di qualità che le materie prime devono soddisfare; spesso forniscono anche assistenza tecnica ai trasportatori, ai grossisti e ai commercianti al dettaglio; eseguono controlli per accertarsi che fattori quali la temperatura e l'umidità siano opportunamente controllati e che le date di scadenza siano rispettate. Perché i prodotti alimentari giungano al consumatore in perfetto stato, anche la confezione gioca un ruolo fondamentale: può aumentare la durata di conservazione, in quanto costituisce una barriera contro il vapore acqueo, l'aria e i microrganismi, allo stesso tempo mantenendo la freschezza del prodotto. La confezione trasmette inoltre importanti informazioni che aiutano il consumatore a conservare e preparare il prodotto in modo sicuro, come le informazioni relative alla cottura, agli ingredienti, al valore nutrizionale e alle date di scadenza. LA SICUREZZA RIGUARDA TUTTI I processi di trasformazione industriale non sono in grado da soli di garantire la sicurezza dei prodotti alimentari: la responsabilità della sicurezza e della 72 73 qualità dei prodotti alimentari deve essere condivisa da tutti coloro che partecipano alla catena alimentare: dai produttori, ai trasportatori, ai venditori. Mai come oggi gli standard per la sicurezza dei prodotti alimentari sono stati così elevati; è di fondamentale importanza che anche i consumatori facciano la loro parte per avere la garanzia di consumare alimenti sicuri, in modo particolare facendo attenzione all'igiene alimentare, alla preparazione e alla conservazione corretta dei prodotti. rischio infettivo: principali malattie animali trasmissibili all’uomo Con il termine “zoonosi” si intendono le malattie degli animali potenzialmente trasmissibili all’uomo. Di natura batterica, parassitaria e più raramente virale, queste patologie rappresentano un rischio sia per chi possiede un animale da compagnia che per chi li alleva a scopo amatoriale e per consumo domestico ma soprattutto per coloro che lavorano nel comparto zootecnico. In questa prima parte ci occuperemo di proporre una breve panoramica delle principali zoonosi a carattere parassitario e cioè di quelle malattie causate da protozoi, miceti, elminti ed artropodi. - ECHINOCOCCOSI: è causata dalla larva di una tenia che vive nell’intestino del cane dove si sviluppa e si riproduce. Attraverso le feci questa elminte elimina le uova che verranno poi ingerite da altri animali, generalmente erbivori, o anche dall’uomo attraverso alimenti contaminati o mani sporche. I sintomi riscontrabili nell’essere umano sono riconducibili alla compressione esercitata dalle cisti sui suddetti organi e quindi estremamente variabili sia in funzione della localizzazione che della dimensione delle cisti: dolorabilità renale ed epatica, difficoltà respiratorie, incoordinazione nei movimenti e cefalea. 73 74 Per evitare il contatto con le uova del parassita è necessario innanzitutto operare un’attenta profilassi periodica sul cane per mezzo di antielmintici ed evitando il contatto con tutto ciò che può essere stato contaminato dalle feci degli animali parassitati lavando bene mani ed alimenti di origine vegetale. - TOXOPLASMOSI: l’agente eziologico della patologia è Toxoplasma gondii, piccolo protozoo la cui forma vegetativa è presente all’interno dell’apparato digerente del gatto che funge anche come mezzo di diffusione della parassitosi. Il gatto emette piccole cisti con le feci che, una volta ingerite dall’uomo o da animali erbivori, andranno ad incistarsi prevalentemente nel tessuto muscolare. Inoltre l’uomo può assumere il protozoo anche attraverso il consumo di carni fresche o stagionate (insaccati) di animali infettati in vita. Spesso la toxoplasmosi nell’uomo passa inosservata ma altre volte può comportare una sintomatologia piuttosto varia con ingrossamento dei linfonodi, febbre, stanchezza, mal di testa, mal di gola, e disturbi visivi. La toxoplasmosi è particolarmente grave per le donne durante la gravidanza in quanto può comportare aborto e malformazione del feto. Una volta contratta e superata la malattia l’immunità permane per tutto il resto della vita. - TENIASI: malattia parassitaria causata da due tipi di Tenia: Taenia solium e Taenia saginata. Questi parassiti vivono nell’apparato digerente dell’uomo che raggiungono attraverso le carni bovine e suine provenienti da animali che sono stati parassitati in vita. Questi ingeriscono le uova presenti sui foraggi e sui pascoli contaminati. 74 75 Una volta all’interno dell’organismo dall’uovo fuoriesce la forma larvale del parassita che andrà a localizzarsi nel muscolo sottoforma di piccole cisti della dimensione di circa 1 cm, di forma ovale e ripiene di liquido. L’uomo si infesta, in genere, consumando carni poco cotte. La malattia, nell’essere umano, prende il nome di “verme solitario” e comporta sintomi quali: disturbi digestivi, dimagrimento, e dolori colici. - ROGNA: è causata da piccoli acari, Sarcoptes scabiei, che possono parassitare tutti i mammiferi. Sugli animali la patologia si manifesta sotto forma di aree crostose altamente pruriginose che, se non curate tempestivamente, possono arrivare a ricoprire anche tutto il corpo. L’acaro può colpire anche l’uomo provocando irritazioni cutanee, caduta di peli e capelli con forte prurito e formazione di croste rosso-nerastre. Bisogna porre particolare attenzione agli animali colpiti maneggiandoli con i guanti, sottoponendoli immediatamente a terapie idonee per evitare che il parassita possa infestare tutto il corpo e provvedendo alla disinfestazione dei locali di stabulazione, degli indumenti degli operatori e degli strumenti di uso quotidiano. - DERMATOMICOSI: anche dette “tigne” sono causate da piccoli miceti, che parassitano, anche se spesso in maniera asintomatica, tutti i mammiferi domestici. Sull’animale la patologia si presenta con perdita di pelo dapprima localizzata e poi estesa. Le zone alopeciche si presentano, in genere, di forma circolare con la tendenza ad allargarsi a causa dell’andamento centrifugo del fungo. I sintomi più evidenti sull’essere umano sono aree eczematose più o meno pruriginose sul corpo e formazioni di zone alopeciche, a volte con cicatrici, sulla testa. 75 76 NOZIONI DI PRIMO SOCCORSO Nozioni di base per riconoscere un’emergenza sanitaria e attuare alcuni interventi di primo soccorso Gli eventi traumatici continuano a verificarsi con una certa frequenza negli ambienti di lavoro, nonostante la sempre più precisa definizione di norme di sicurezza e l'opera continua di prevenzione; tali infortuni sono gravati da costi umani, sociali ed economici considerevoli, anche in conseguenza delle possibili limitazioni funzionali residue. Cosa significa Primo Soccorso La correttezza della prima fase temporale dell'intervento, cioè del Primo soccorso, è fondamentale per avviare positivamente l'iter terapeutico; essa si basa su interventi semplici e facilmente eseguibili anche da occasionali soccorritori: tali interventi non comportano l'uso di attrezzature speciali e devono mirare, soprattutto, ad evitare manovre ed azioni sbagliate, che potrebbero aggravare la lesione o ritardare la guarigione. In caso di ferita agli arti lavare accuratamente la ferita sotto un abbondante getto d'acqua di rubinetto (Fig.1) o con Soluzione Fisiologica; eventualmente utilizzare una soluzione saponosa antisettica, disponibile nella cassetta di Primo Soccorso, da applicare intorno alla ferita; evitare l'applicazione di antisettici all'interno della ferita; il lavaggio con getto d'acqua è il provvedimento di Primo Soccorso più importante anche in caso di ustione termica o chimica; Figura 1 Cercare di asportare meccanicamente il materiale contaminante, eventualmente ancora presente; 76 77 Controllare l'eventuale sanguinamento (già presente o secondario alle manovre di pulizia sopra descritte), con una compressione locale manuale, con un fazzoletto pulito o un asciugamano o con altro materiale analogo disponibile (Fig.2), (se questa manovra non dovesse risultare sufficiente, utilizzare la tecnica del torcitoio, descritta nella pagina successiva). Figura 2 In caso di ferita larga applicare inizialmente la compressione locale parallelamente alla ferita (Fig.3). Figura 3 In caso di corpo estraneo infisso, esso non va rimosso, ma solo, ove occorra, accorciato per agevolare il trasporto, purché ciò sia facilmente eseguibile senza arrecare dolore o danno aggiuntivo e senza provocare eccessivo ritardo per l'intervento sanitario; in caso di corpo estraneo infisso, che sporga eccessivamente dalla pelle, preparare un tampone ad anello o reperire un oggetto cilindrico cavo, abbastanza pulito, di altezza poco superiore alla sporgenza del corpo estraneo, da usare come strumento di compressione circolare sulla pelle e sulle parti molli circostanti alla ferita (Fig.4). 77 78 Figura 4 In caso di sanguinamento persistente dopo le manovre di compressione locale già descritte, applicare una compressione aggiuntiva sulla sede della ferita, predisponendo un tampone costituito da un pezzo di stoffa arrotolata, sulla quale viene esercitata una pressione graduabile mediante il sistema del torcitoio (Fig.5), avendo l'accortezza di applicare il grado di compressione minimo sufficiente a far cessare il sanguinamento; Figura 5 se questa manovra non dovesse essere risolutiva, eseguire la compressione manuale nella parte del decorso arterioso a monte della ferita (Fig.6), ricorrendo, eventualmente all'applicazione del torcitoio, negli stessi punti, per mantenere più comodamente la compressione e poter, così, dedicare la propria attenzione al trattamento di altre lesioni o provvedere a chiamare soccorso, qualora ciò non sia già stato fatto da altri. Figura 6 Un'applicazione di tale laccio arterioso a monte della ferita, va, preferibilmente, riservata alla responsabilità di personale qualificato, per il rischio di provocare lesioni aggiuntive a carico dei vasi e dei nervi periferici. 78 79 Cosa fare nell'emergenza? 1. Evitare ogni inutile allarmismo sul luogo del trauma, durante il trasporto ed il trattamento in Pronto Soccorso; la paura del sangue, molto spesso, fa perdere la testa agli occasionali soccorritori, provocando comportamenti irrazionali e corse automobilistiche disperate del tutto ingiustificate e, soprattutto molto pericolose. 2. Tenere sempre disponibile tra i documenti personali, la tessera di vaccinazione antitetanica, e la documentazione di eventuali stati allergici a farmaci. 3. La cassetta di Primo Soccorso deve contenere materiali utili a migliorare l'intervento. Si potrà, così, utilizzare una soluzione saponosa antisettica per il lavaggio all'esterno della ferita, nonché compresse di garza sterile e bende per la medicazione asciutta; va, invece, evitato l'uso di antisettici/disinfettanti, eccetto che nelle semplici abrasioni, per i rischi di un effetto dannoso, come in caso di penetrazione della sostanza all'interno della ferita. 79 80 PREVENZIONE INCENDI E PROTEZIONE ANTINCENDIO Prevenzione degli incendi • Riduzione al minimo delle occasioni di incendio. Stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso degli occupanti. • Limitata produzione di fuoco e fumi all’interno dell’opere vicine. • Possibilità che gli occupanti lascino l’opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo. • Possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza. Protezione passiva ed attiva Protezione passiva E’ l’insieme delle misure di protezione che non richiedono l’intervento dell’uomo o l’azionamento di un impianto. OBIETTIVI PRINCIPALI: • La limitazione degli effetti dell’incendio nello spazio e nel tempo; • Garantire l’incolumità dei lavoratori; • Limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione; • Contenere i danni a strutture, macchinari e beni. PRINCIPALI STRUMENTI: • Barriere antincendio. • Isolamento dell’edifico. • Distanze di sicurezza interne ed esterne. • Muri tagliafuoco, schermi etc. . • Strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi d’incendio. • Materiali classificati per la reazione al fuoco. • Sistemi di ventilazione. • Sistemi di vie d’uscita commisurate al massimo affolamento ipotizzabile dell’ambiente di lavoro e alla pericolosità delle lavorazioni. 80 81 Protezione attiva E’ l’insieme delle misure di protezione che richiedono l’intervento dell’uomo o l’azionamento di un impianto, finalizzate alla precoce rilevazione dell’incendio, alla segnalazione e all’azione di spegnimento dello stesso. Gli obiettivi possono essere perseguiti con: • Estintori. • Rete idrica antincendio. • Impianti di rivelazione automatica dell’incendio. • Impianti di spegnimento automatici. • Dispositivi di segnalazione e d’allarme. • Evacuatori di fumo e calore. Mezzi di estinzione Tra le principali attrezzature per lo spegnimento degli incendi sono da ricordare le tubazioni flessibili avvolte che collegano tubazioni con acqua in pressione ad erogatori capaci di lanciare l'acqua a distanza - "lance da incendio". Il "naspo" è un altro dispositivo per lo spegnimento degli incendi ed è costituito da un tubo arrotolato su apposito raccoglitore con la lancia di erogazione alla estremità. Le attrezzature antincendio debbono essere mantenute sempre in posizione accessibile e senza che eventuali materiali possano renderne difficoltosa l'impiego. Altri dispositivi utili per lo spegnimento dell'incendio sono gli estintori che possono essere caricati con vari agenti estinguenti come schiuma, polvere, anidride carbonica, o liquidi alogenati. L'estintore a schiuma è ormai in disuso e non può essere usato verso incendi che potrebbero essere interessati da apparecchiature sotto tensione elettrica. Quando si utilizzano estintori ad anidride carbonica o a liquidi alogenati deve essere sempre effettuata una abbondante aerazione del locale interessato dalla scarica. 81 82 Estintori – Caratteristiche Gli estintori oltre a diversificarsi per tipo e qualità di estinguente sono caratterizzati dalla loro dimensioni. Gli estintori portatili possono avere una diversa quantità di agente estinguente, da un contenuto minimo di 500 grammi di estinguente 10kg. Per maggiori prestazioni vengono realizzate apparecchiature, poste su ruote, capaci di 25, 50 e 100kg. La teoria insegna e la pratica conferma che la rapidità per lo spegnimento dell'incendio è proporzionale capacità estinguente. Una "secchiata" d'acqua riesce a fermare la combustione di un braciere molto meglio di un quantitativo di 200 litri versati sul fuoco goccia a goccia. L'azione di un estintore di grande potenzialità si rivela pertanto molto più efficace di molteplici piccoli interventi di portatili incapaci di portare a termine in modo completo e decisivo l'estinzione del focolaio. 82