05. Testi sulla pace di autori vari

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05. Testi sulla pace di autori vari
Bertold Brecht: drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco tra i più
importanti del XX secolo.
Fu perseguitato per le sue idee contrarie al nazismo fino ad essere costretto
all'esilio in Europa e negli Stati Uniti.
I suoi libri furono bruciati e gli venne tolta la cittadinanza tedesca.
I BAMBINI GIOCANO
I bambini giocano alla guerra.
E' raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai "pum" e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E' la guerra.
C'è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.
YITZCHAK RABIN: politico israeliano, fu Capo di Stato Maggiore
dell'esercito. Come primo ministro nel 1993 firmò l'accordo di pace e
reciproco riconoscimento tra Israele e Organizzazione per la liberazione della
Palestina. L'anno dopo fu insignito del Premio Nobel per la pace insieme a
Shimon Peres, e al presidente della futura Autorità Nazionale Palestinese, Yāser
ʿArafāt.
E' la sera del 4 novembre 1995. La voce profonda del primo ministro e
ministro della difesa israeliano YITZCHAK RABIN risuona nell’aria calda
di Tel Aviv, davanti a una grande folla che si è radunata nella piazza dei
Re d’Israele per sostenere la politica del governo e il processo di pace.
"Sono stato un soldato per ventisette anni. Ho combattuto finché non si
vedeva alcuna possibilità di pace. Ora credo che questa possibilità ci sia, una
grande possibilità che dobbiamo cogliere."
E aggiungeva: "La violenza corrode i fondamenti della democrazia
israeliana. Bisogna condannarla, bisogna deplorarla, bisogna isolarla. Non è
questa la strada dello Stato d'Israele. Questa manifestazione deve
trasmettere al mondo il desiderio di pace del Popolo d'Israele"
Fra pochi minuti quella voce verrà messa a tacere per sempre da tre
colpi di pistola sparati alla schiena da un giovane estremista ebreo di
nome YIGAL AMIR.
Nel suo discorso Rabin spiega con poche, sintetiche parole il senso di
un’intera politica, di una vera e propria svolta storica: "Ho sempre
pensato – dice – che la maggioranza del nostro popolo vuole la pace ed è
pronta ad assumersi dei rischi in nome della pace. Esistono dei nemici della
pace, che tentano di colpirci. Ma noi oggi abbiamo trovato un partner per la
pace anche tra i palestinesi. A loro chiederemo di fare la loro parte come noi
faremo la nostra, per risolvere l’aspetto del conflitto arabo-israeliano più
complesso, più lungo e più carico emotivamente, e cioè il conflitto israelopalestinese".
Tali Sorek: ragazza di Beersheba in Israele. All'età di dodici anni ha
composto questa poesia:
HO DIPINTO LA PACE
Avevo una scatola di colori
brillanti, decisi, vivi.
Avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero
per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco
per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo
per la sabbia ardente,
ma avevo l'arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
Latif Halmet: Poeta curdo, ha pagato la sua militanza
indipendentista con una vita difficilissima, non avendo voluto
lasciare il Kurdistan irakeno. Nella poesia intitolata "Nazim
Hikmet parla all'umanità" fa parlare il grande poeta turco cantore
della pace e della libertà:
Quando nacqui, il dolore era normale
come il vento;
la morte era normale come il sasso e l'ombra.
La gioia - proprio come
sigarette e fiammiferi al distributore di benzina,
era vietata.
Il silenzio era la medaglia favorita
sul petto di poeti codardi.
Le parole, coltelli puntati
alla gola di chi le pronunciava.
Poi giunsi io, e appiccai il fuoco
alle radici della Paura
e seminai le nuvole con semi d'Amore
nel vento delle Stagioni.
Nella terra della Fame e della Sete
con la mia poesia creai il fiume dei Profumi
e maledissi un secolo
in cui i poeti sono presi, per paura,
nelle trappole dell'oro e del denaro
e gli uccelli sono presi, per fame,
in reti e lacci.
Sulle montagne, nelle pianure e nelle valli,
gridai
O mia patria affamata,
ti amo e ti amo
eccomi, ad arare questa terra
con le mie ciglia
e trasformarla in campi e giardini
dove crescono fiori rossi e splendida poesia
per i bambini di un mondo che verrà
un mondo di Libertà, Pace e Amore.
Gandhi
Non desidero prestigio in nessun luogo.
E’ un ornamento necessario alle corti dei re.
Io sono il servo dei musulmani, cristiani, ebrei, come lo sono degli indu’.
E un sevo non ha bisogno di prestigio, ma di amore.
Esso mi e’assicurato fin tanto che rimango un servo fedele. L’unica virtu’ che
voglio rivendicare e’ la verita’ e la non violenza.
Non c’e’ salvezza per nessuno di noi, se non attraverso la pace e la non
violenza. So che la guerra e’ ingiusta, e’ un male assoluto. So anche che
deve seguire il suo corso. Credo fermamente che la liberta’ acquistata con lo
spargimento di sangue o l’inganno non e’ liberta’.
Rabindranath Tagore
La luna
La sera era solitaria per me,
ed io me ne stavo a leggere un libro,
finché il cuore mi divenne arido,
e mi parve che la bellezza fosse cosa
confezionata dai mercanti di parole.
Stanco chiusi il libro e spensi la candela.
In un istante la camera si riempì
del chiaror della luna.
Spirito di bellezza, come potevi tu,
che inondi di splendore il cielo,
startene nascosto dietro
una piccola fiammella di candela?
E come le poche parole vane
d’un libro potevano sollevare un nembo
a velar quella parola che ha colmato
d’ineffabile pace il cuor della terra?
Primo Levi
Ad ora incerta
Dopo di allora, ad ora incerta,
quella pena ritorna,
e se non trova chi lo ascolti
gli brucia in petto il cuore.
Rivede i visi dei suoi compagni
Lividi nella prima luce,
grigi di polvere di cemento,
indistinti per nebbia,
tinti di morte nei sonni inquieti:
a notte menano le mascelle
sotto la mora greve dei sogni
masticando una rapa che non c’e’.
“Indietro, via di qui, gente sommersa,
andate. Non ho soppiantato nessuno,
non ho usurpato il pane di nessuno,
nessuno e’ morto in vece mia. Nessuno.
Ritornate alla vostra nebbia.
Non e’ mia la colpa se vivo e respiro.
E mangio e bevo e dormo e vesto panni”.
Dalai Lama
La vera compassione produce la pace allo spirito, la serenita’, il rispetto
interiore. Cio’ e’ molto utile nel quotidiano. Quando siamo posti di fronte a dei
problemi, la fiducia in noi stessi e’ essenziale per affrontarli.
La vera compassione, se in se stessa esercitiamo il nostro spirito, ci reca
pace interiore.
La nostra vita, l’esistenza quotidiana, diventa allora piu’ serena, piu’ felice.
D’altrode una persona che prova compassione, ovunque si trovi, diffonde
un’atmosfera positiva, crea un clima di accoglienza e di comprensione. Ecco
come la compassione promuove la pace e la vera armonia…