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Voci dal Sud Anno VIII° - n. 10 - Ottobre 1 rw w w . s o s e d . eu 2012 Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 OMAGG IO Euro 1,55 Chi non avesse avuto un calendario a portata di mano e si fosse affidato alle immagini delle spiagge calabresi, difficilmente avrebbe potuto dire con certezza se era il 29 settembre oppure il 15 agosto! Tutte le spiagge sono state prese d’assalto dai bagnanti nel disperatato tentativo di sfuggire ad una calura umida e soffocante che ha fatto salire le coloninne di (ex !) mercurio a ben 38 gradi centigradi! A completare il quadro illusorio anche il rombo dei Canadair che facevano la spola fra il mare ed i vari vasti incendi che hanno anche ieri tormentato la Calabria portando la loro “bomba d’acqua” Voci dal Sud 2 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Voci dal Sud ... ai quattro venti Periodico indipendente di Attualità, Storia e Cultura Rassegna stampa dai mass media Reg. Tribunale di Palmi nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005 Fromo Editore - Rosarno (RC) casella postale 77 c.da Sella Badia 9 - 89025 ROSARNO tel. 333 6793434 - fax 0966 444118 Indirizzo Internet www.sosed.eu e-mail: [email protected] Direttore responsabile ed editoriale Franz Rodi-Morabito Segretaria redazione, Patrizia Rodi-Morabito Comitato redazione Mariasole Dalmonte e Michele Guardo Impaginazione telematica Mariasole Dalmonte __________________ ABBONAMENTI (momentaneamente Omaggio) ordinario euro 15.50 sostenitore euro 26.00 enti/associazioni euro 26.00 Amici Voci dal Sud euro 52.00 Versamento tramite: Conto Bancoposta n.19810555 ABI 07601 CAB 16300 intestato a: Fracesco Rodi-Morabito (RC) PUBBLICITA’ - Tariffe modulo cmq 36 b/neuro 13* modulo cmq 64 b/neuro 26* modulo cmq 128 b/n euro 39* 1/2 pagina interna b/n euro 52* Pagina intera interna euro 100* * A colori + 20% (I prezzi si intendono per ciascuna uscita) Altri moduli o posizioni di rigore (1.a ed ultima pagina, ecc.): da convenire. Le inserzioni appaiono su Internet e su eventuale edizione cartacea Tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito a meno di diverso accordo. Testi, foto ed altro, anche se non pubblicati, non vengono restituiti e divengo proprietà dell’editore che potrà utilizzarli anche su altre testate senza ulteriore consenso. I pezzi firmati sono riconducibili per la responsabilità sia civile che penale al firmatario dell’articolo ed alla testata da cui sono stati rilevati L’Editore ed il Direttore vengono così liberati da qualsiasi coinvolgimento e responsabilità. Foro competente: Palmi 3 Voci dal Sud rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Sommario Editoriale: di Franz Rodi Morabito pag 5 - C’AVETE ROTTO! Notizie dal territorio pag 6 - Rosarno - Valorizzate la Stazione ferroviaria pag 6 - Rosarno - Attivato 1° nucleo “Croce Rossa Italiana” pag 7 - Rosarno - La crisi economica di Rosarno è il frutto di una politica fallimentare pag 7 - Piana - Che fine ha fatto l’ “Aranca”? pag 8 - Rosarno - Tarsu, “SxR” risponde al Pdl «Nessun favoritismo» pag 9 - San Giorgio Morgeto - Il programma estivo ha riscosso un grosso successo! pag 10 - Gioia Tauro - Caos strisce blu - Il Comune va avanti - Macrì: è un abuso pag 11 - Gioia Tauro - Piano delle Fosse: Quelle pietre antiche che parlano di storia pag 12 - Gioia Tauro - Piano delle Fosse: Il cuore di Gioia tra abbandono e voglia di rinascita pag 13 - Oppido Mamertina - La cattedrale si riprende i turisti pag 14 - Catanzaro - Il Rotella nascosto Medicina pag 15 - Roberta Benetti, la ricercatrice italiana che ha scoperto come curare i tumori senza chemio e radioterapie pag 16 - Alzheimer precoce, non solo il caso di Michelle Misteri e sotterfugi Govento Monti pag 18 - Il Governo vuole far sparire il denaro contante? pag 19 - Legge elettorale, Cicchitto: “Un terzo dei parlamentari con liste bloccate” ... continua a pagina successiva Voci dal Sud 4 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 pag 20 - Il Ministro Profumo scatena la rabbia dei cattolici pag 21 - L’Ecuador è la prima nazione al mondo ad adottare il principio di “debito Immorale”! pag 22 - Nasce in Sicilia la prima centrale solare termica al mondo a sali fusi! pag 23 - Arrestato il direttore delle poste del Senato - Spaccio di cocaina La crisi pag 24 - Studio chok della CGIA: oltre una impresa su due non avrà un familiare dispsoto a rilevarla pag 25 - Abolizione Province? Macchè! pag 26 - L ’Istat lancia l’allarme per il lavoro: «Il crollo è vicino» pag 26 - A picco anche i consumi «Mai così male dal ‘46» Agricoltura pag 27 - Si continua ad affossare l’olio extravergine di buona qualità pag 28 - Provincia e Regione aprono un canale per finanziamenti rapidi e sostegno al credito la “ricetta” dell’Ente Archeologia marina pag 29 - Resti di una civiltà scomparsa nei fondali del canale di Sicilia Misteri Italiani pag 33 - Un sommergibile affondato nel mare dell’oristanese è ricoperto da uno strato di cemento: perchè? Nuove Leggi & innovazioni pag 34 - Sanatoria lavoratori stranieri irregolari: come funziona pag 35 - Grillo urla: rivoluzione! Ma la piazza è semivuota pag 36 - Borghezio: “Roma? Quando ci vado puzza” pag 37 - Manca chi presiede, Sospesa la seduta pag 38 - “Airone” abbandona l’aereoporto di Reggio Calabria ! pag 38 - Ti lascio una canzone Voci dal Sud 5 rw w w . s o s e d . eu Editoriale Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 di Franz Rodi-Morabito Siamo stufi, tremendamente stufi di vedere che vi beccate come galletti spelacchiati! Gli italiani ci chiediamo insistentemente quando la finirete di rompere i co ... con i vostri battibecchi, le vostre chiacchiere, le vostre finte opposte posizioni dal momento che ormai TUTTI abbiamo chiaro che “giocate alla guerra”, ma alla fine siete tutti compatti quando dovete difendere i vostri amici ed i vostri interessi personali. Smettela, il vostro gioco è ormai stato scoperto e non potete più fingere! Ecco cosa scrive un rosso giornalista, Piero Sansonetti, Direttore del quotidiano calabrese Calabria Ora: C’AVETE ROTTO! La politica usa il dramma dei forestali per fare polemiche e risse Basta! Conta solo una cosa: salvare il reddito di 8000 famiglie Non è un bello spettacolo! Ci sono 8000 calabresi che rischiano il lavoro, ottomila famiglie che potrebbero trovarsi senza reddito, o col reddito dimezzato, e la politica riesce solo a trasformare tutto ciò in polemica e rissa. Non è un bello spettacolo. Dopo la rivolta dei forestali che lunedì hanno dato l’assalto alla Regione - per rabbia, per paura, per disperazione - ci saremmo aspettati che politica e sindacati facessero a gara per proporre soluzioni per trovare una via d’uscita, per rassicurare i lavoratori. Invece non è stato così: sindacati e politica hanno fatto a gara per trasformare questo gigantesco dramma sociale in materia per le loro battaglie di potere e per le loro polemiche, francamente, piuttosto noiose. La sinistra accusa la giunta di destra di avere sbagliato tutto e la destra risponde che a sbagliar tutto fu la precedente giunta che era di sinistra, e la sinistra risponde che no, che forse a sbagliar tutto fu la giunta ancora precedente, che era anche quella di destra... E chissenefrega! Non siamo per niente interessati a questa discussione. Vogliamo sapere come si salvano 8.000 posti di lavoro, che sono tantissimi in una regione di 2 milioni di abitanti con la disoccupazione alle stelle e il numero dei poveri in continuo aumento. È l’unica cosa che ci interessa, e non per demagogia ma per la ragione semplicissima che se non si salvassero quei posti di lavoro, per la Calabria, per la sua tenuta sociale, sarebbe un colpo mortale. Lo abbiamo scritto tante volte su questo giornale, ma è bene ripeterlo: non ci interessa discutere del passato, né disquisire sui pregi e i difetti del clientelismo (vecchia pratica nella quale eccelleva, una volta, la Democrazia Cristiana, e che aveva molti difetti ma anche qualche pregio...) e neppure trasformare la questione dei forestali in una discussione sull’antimafia. Oggi c’è un problema urgente e riguarda l’occupazione. Aggirare questo problema , da parte della politica, è molto grave; ma è ancora più grave utilizzarlo per rafforzare le posizioni di una parte politica sull’altra, e cioè trasformarlo in politicapoliticante. Lo diciamo a tutti i partiti, ma proprio a tutti: mo’ ci avete rotto... Ebbene si, caro Sansonetti , Lei ha centrato il broblema come al solito e, come al solito, ha parlato molto chiaro! Questi ciceruacchi sono sempre pronti ai battibecchi da lavatoio , spesso capziosi, ma nei momenti buoni, in quelli decisivi si guardano tutti bene dall’intervenire, forse per “non contrariare il capo”. Lei ben conosce la nostra realtà medidionale e sa pure che NESSUNO si sta veramente impegnando per tentare di far cambiare rotta a coloro che stanno nelle ovattate stanze dei bottoni romane! L’agricoltura è in agonia (potremmo dire benissimo allo stato terminale), l’industria non esiste perchè tutti i conati altro non erano che “operazioni truffa” da parte di industriali del nord ed i pochi che erano indigeni, nulla hanno potuto contro questi “signori della morte” calati nel sud per attingere a piene mani prima nella Cassa del Mezzogiorno e dopo nella 488, per poi sparire nel nulla ed attribuire la colpa alla mafia, organizzazione molto utile per mascherare i loro malaffari ed attribuire la reponsabilità a quest’ultima ... ottima linea di fuga! L’artigianato sta sparendo strozzato dalle banche e dalle ristrettezze economiche in cui ci dibattiamo tutti. Ormai temiamo, o speriamo, in un risveglio che, ahimè non potrà che essere violento e ci porterà morte e lotte fratricide. Ma loro stanno lontano, molto lontano, anche chi sta fisicamente vicino, ma ha i propri pensieri rivolti lontano! 6 Voci dal Sud w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Rosarno Valorizzate la Stazione ferroviaria Richiesta da parte del circolo medmeo “Socialisti Uniti” Francesco Comandè - www.inquietonotizie.it ROSARNO – Il circolo medmeo dei “Socialisti Uniti” fa propria un vastissimo bacino di utenti. la causa della stazione ferroviaria di Rosarno, attaccando Rfi per Collegandosi a quest’ultima richiesta, Pierpaolo Zavettieri ha lo stato «di completo abbandono in cui versa una delle strutture subito fatto sapere che quella di Rosarno è una battaglia che oltre più importanti dell’intera Calabria, con un bacino d’utenza (che che ai socialisti sta molto a cuore all’Ente Provinciale, il quale sa comprende, oltre alla Piana, anche la locride e parte del vibonese) benissimo che per lo sviluppo del proprio territorio non si può di quasi 400mila persone. prescindere dalla valorizzazione di questa struttura. Al debutto ufficiale, avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri (n.d.r.: Il Consiglio Provinciale, avrebbe infatti «già mandato a Rfi una 11 settembre) presso l’Hotel Vittoria, hanno preso parte oltre a richiesta formale per garantire la fermata del “Frecciargento” in Domenico Iannizzi, coordinatore cittadino, e Pasquale Papaianni, questa realtà, riqualificando l’unico snodo strategico tra fascia giovane dirigente locale, anche il consigliere provinciale Pierpaolo tirrenica e zona jonica della provincia di Reggio Calabria». Zavettieri, il leader regionale dei “Riformisti italiani” Gianpaolo Gianpaolo Catanzariti ha preso la palla al balzo per spiegare che Catanzariti ed il giovane Nicola Carnovale, dirigente nazionale dei senza la valorizzazione di questo scalo, «che oltre a fungere da riformisti. snodo intercomprensoriale risulta essere la porta d’entrata terIannizzi ha da subito manifestato il suo sdegno per il mancato restre al “Porto di Gioia Tauro”, è inutile anche parlare di sviluppo dello scalo pianigiano che «in passato è stato una ec- “area metropolitana”, nella quale i trasporti dovranno avere cellenza interregionale e che oggi si presenta come una scatola un ruolo fondamentale per lo sviluppo del territorio». vuota, una grande incompiuta». A tirare le conclusioni ci ha infine pensato Nicola Carnovale, La parola è poi passata a Papaianni che, dopo aver fatto una che oltre a puntare il dito «contro le scelte politiche che hanno breve panoramica dei punti critici della struttura: portato ad una crisi “tutta meridionale” delle reti di trasporto, - biglietteria chiusa e nessuna opportunità di poter usufruire di ha spiegato come l’imprenditoria del sud è tenuta sotto scacco macchinette automatiche a causa, tra l’altro, dell’ostruzionismo che Rfi attua nei con- obliteratrici quasi tutte guaste e fuori servizio fronti degli investitori privati dello stesso settore, e tutto questo - videosorveglianza inesistente in quanto assente la postazio- ha inevitabilmente portato ad un disastro dell’intero sistema ne della Polfer ferroviario». - mancata entrata in funzione degli ascensori per i disabili L’input dato dal circolo cittadino dei “Socialisti Uniti” ha quin- manutenzione generale insoddisfacente di fatto da pungolo ai vertici regionali del partito, che si sono si è soffermato sulla necessità di avere in città la fermata del subito detti «pronti a fare proprie le richieste rosarnesi nelle “Frecciargento”, che andrebbe a servire tre diversi circondari con sedi opportune». Attivato 1° nucleo “Croce Rossa Italiana” Francesco Comandè - www.inquietonotizie.it ROSARNO – Da qualche settimana il numero delle associazioni di volontariato presenti sul territorio rosarnese si è arricchito grazie alla costituzione del 1° gruppo cittadino di personale civile della “Croce Rossa Italiana”. Il nuovo nucleo formatosi consta di ben 21 volontari, provenienti oltre che dalla cittadina medmea e dai comuni limitrofi di Gioia Tauro, Rizziconi e San Fedinando persino dal lontano Marocco e dalla piccola Moldavia, a dimostrazione del processo di integrazione che da tempo investe la città pianigiana. I due volontari stranieri, fanno inoltre parte (ricoprendo le cariche di presidente e membro del direttivo) dell’associazione interculturale Omnia, operante da anni in città: a riprova, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’associazionismo risulta essere il miglior viatico verso l’integrazione e la multietnicità. È stato quindi superato con successo il 1° Corso BEPS (Brevetto europeo di Primo Soccorso), necessario per entrare a far parte di una delle 4 componenti operative civili della “Croce Rossa Italiana”. L’avventura ha avuto inizio a metà Gennaio 2012 e ha visto gli aspiranti volontari partecipare ad una serie di incontri di preparazione sia di carattere sanitario (comprendenti nozioni di anatomia, fisiologia/patologia e rianimazione cardiopolmonare, curati dal dott. Donato Stellitano), sia incentrati su nozioni di Storia della “CRI” e di “Diritto Internazionale Umanitario” (affidati a Maurizio Iori della “CRI”, già docente di “DIU”, con direttore di Corso Antonella Catalano, Ispettore Provinciale dei “Volontari del Soccorso”). Al termine di questi moduli i ragazzi hanno affrontato un test teorico/pratico (per verificare l’apprendimento), seguito da un tirocinio di 10 ore svolto a Bagnara Calabra domenica 16 settembre. Il corso di base ha quindi dato la possibilità a queste persone di consegure l’idoneità formativa del “BEPS” attraverso un test personale, in modo da poter formare il 1° nucleo dei futuri “Volontari del Soccorso” e di “Pionieri di Rosarno”. L’amministrazione comunale ha inoltre accordato l’utilizzo dei locali in via Convento (già sede delle lezioni), come sede della “Croce Rossa Italiana”, non appena saranno espletate tutte le formalità burocratiche necessarie. Di seguito i nomi dei volontari che hanno conseguito l’attestato BEPS: Andreacchio Gabriella, Bonelli Francesco, Comandè Chiara, Coppola Lidia, El Hafian Boubker, Forchì Vincenzo, Galati Kety, Ivasenco Dispina, La Torre Serena, Lentini Arianna, Luciano Maria Rosaria, Ortelio Laura, Pelle Rosalba, Pelle Saverio, Pugliese Giuseppe, Reitano Caterina, Restuccia Francesco, Sapio Gianluca, Sapioli Alba, Spagnolo Gaetano, Tuccio Domenico. 7 Voci dal Sud rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Rosarno La crisi economica di Rosarno è il frutto di una politica fallimentare Vincenzo Muratore ex Dirigente scolastico ed importante rappresentante della Politica rosarnese L’interessante reportage sulla crisi nella Piana, firmato da Domenico Mammola epubblicato su uno dei maggiori quotidiani calabresi, Calabria Ora, mi ha fatto venire in mente alcune considerazioni. Le cause del gravissimo momento di recessione che penalizzano fortemente il nostro territorio, le nostre popolazioni, vengono da lontano, sono vecchie, si sono aggravate con il passare degli anni, sono cresciute sotto i nostri occhi. Nella Piana, ed in maniera particolare a Rosarno, la crisi è più drammatica proprio perché appesantita, aggravata dagli errori del passato: classe politica inadeguata a dare risposte ai problemi del territorio; pochezza di idee in fase di individuazione dei bisogni; assoluta mancanza di programmi in grado di promuovere sviluppo; amministrazioni comunali abituate a gestire soltanto le piccole cose dei portatori di voti. Incapacità di leggere le preoccupanti avvisaglie di una crisi agrumaria che quanto prima avrebbe travolto tutta l’economia del territorio con drammi preoccupanti per le popolazioni locali che da sempre hanno basato la propria vita quasi esclusivamente su arance e mandarini. Ma soprattutto, non aver capito che lo sviluppo di un territorio non discende soltanto dalla lotta alla mafia, ma è frutto di una politica seria, intuitiva, progettuale, costruttiva. A Rosarno le cooperative agricole (salutate con grande entusiasmo e fiducia al loro apparire) sono state divorate lentamente, giorno dopo giorno. Si sono arricchiti i soliti furbi, gli onesti, i veri lavoratori della terra, sono rimasti traditi, ne sono usciti impoveriti e oggi vivono una condizione veramente drammatica perché l’economia agrumicola è scomparsa. Le arance di carta hanno rovinato l’economia dell’intera Piana. E’ mancata, altresì, la capacità di sfruttare a livello industriale il succo d’arancia, come pure l’olio d’oliva. Per cui beviamo aranciate, anzi acque gassate e colorate prodotte da altri, e consumiamo olio che è partito dalla Calabria, è andato al Nord ed è ritornato tagliato con altri oli. Morto questi settori, è morta la principale risorsa economica e con essa anche Rosarno. Sarebbe bastato puntare su prodotti agricoli competitivi, realizzare l’ospedale, creare un istituto scolastico superiore diverso dal liceo in grado di essere polo di attrazione per gli studenti di tutti i comuni limitrofi, valorizzare ancora di più la stazione ferroviaria e la Tirreno-Jonica, creare dei servizi collegati con le attività portuali, valorizzare in loco succo d’arancia ed olio d’oliva, dare spazio alle tante intelligenze di giovani capaci, per garantire a Rosarno sicuro sviluppo ed occupazione. Non bisogna, tuttavia, essere troppo pessimisti, perché comunque ci sono a Rosarno intelligenze, cultura e soprattutto volontà di poter veramente dire: “Domani è un altro giorno!”. Che fine ha fatto l’ “Aranca”? 20% di succo di arancia nell’aranciata : una vittoria di Pirro! fromor Molti anni addietro un industriale della trasformazione di imporla nel resto di Italia ed all’estero. dei succhi di arance della zona jonica aveva “inventato” Si riproponeva quindi la famosa lotta fra Davide e Golia! una gustosa bevanda, l’ Aranca, che era SOLO succo di Ma ... questa volta Davide era troppo piccolo e troppo arancia senza ulteriore aggiunte di acque e succedanei vari: vulnerabile per cui il “Davide calabrese” dovette vendere il 100% succo di arancia. brevetto ad una ditta di altissimo ed altisonante nome. Il sapore era ottimo e la vendita cominciava a decollare Cosa fece questo Golia? acquistò il brevetto ed affossò nella nostra regione e faceva i suoi timidi passi anche in il prodotto che oggi è scomparso sia dagli scaffali dei nealtre regioni italiane. gozi, ma , purtroppo, anche dal ricordo di tutti. Il prodotto, pur essendo gradito ai consumatori, non fu RIAPPROPRIAMOCI del prezioso brevetto e rilanciamo altrettanto gradito dai Big, colossi nazionali ed internazio- il prodotto. nali delle bibite gasate ... costava troppo impiegare SOLO Ma chi ha il coraggio di inziare una simile titanica operasucco di arancia, meglio vendere acqua gasata con colo- zione? con le incertezze economiche che aleggiano sul paranti, ammendanti chimici e una “spolverata” di succo che norama finanziario italiano, non sono molti. desse la parvenza di un’aranciata. Forse le Organizzazioni di produttori, se facessero meno Ma ... la potenzialità dell’industriale indigeno era alquanto parole e qualche fatto concreto in più, se litigassero meno limitata per cui serviva una spalla che avesse la potenzialità ... potrebbero farlo con successo! Voci dal Sud 8 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Rosarno Tarsu, “SxR” risponde al Pdl «Nessun favoritismo» Pronestì nega operazioni clientelari al quartiere “ Bosco “ Domenico Mammola - Calabria Ora Il confronto sulla tassa sui rifiuti anima maggioranza e opposizione a Rosarno. Soprattutto si danno battaglia Pdl e Sinistra per Rosarno. Due giorni fa gli azzurri hanno attaccato duro l’Amministrazione Comunale – e soprattutto la sinistra – perché temono che la richiesta di abbassare la Tarsu alle contrade sia un modo per fare politica del consenso nelle periferie. Ma la Sinistra per Rosarno ha replicato a strettissimo giro di posta. «E’ giusto chiarire alcune cose – ha precisato il gruppo guidato da Rocco Pronestì, dall’assessore I cittadini di Rosarno sono tutti ormai Teodoro De Maria e dal presidente del consiglio Anstufi di questi ridicoli battibecchi che tonio Bottiglieri - e stanare ancora una volta chi inservono solo ad ammorbare la già tende solo fare polemica trattando l’argomento con superficialità. mefitica aria che si è costretti a Sin dalla prima nota inviata dal gruppo SxR agli respirare nella nostra Città. uffici preposti e al Sindaco per conoscenza, abbiamo sempre parlato delle periferie di Rosarno e non Hanno votato alcune persone che poi “della periferia” come il Pdl vuole chiaramente insono andati a comporre sia la sinuare». maggioranza che la minoranza I pidiellini sospettano che proprio la contrada Bosco, roccaforte elettorale alle ultime comunali della consiliare per tentare di risolvere sinistra, sia privilegiata dalla richiesta degli uomini di gravissimi problemi che minacciano Pronestì. «L’Assessore De Maria – n.d.r.: che al Bosco ha la vita civile ed economica della Città fatto incetta di preferenze - è espressione dell’intera e non per assistere ad una triste comunità rosarnese e non solo di una parte, come il battaglia di galletti spelacchiati, che Pdl insiste nel sostenere il contrario». Non solo, la sinistra parla anche degli uomini di si ostinano su posizioni più di Alfano come semplici accusatori, senza grande voglia principio che di sostanza. di entrare nel merito. «E’ chiaro a margine della loro nota che non inRosarno sta per soccombere sotto la tendono affrontare il problema Tarsu per le periferie valanga di gravissimi problemi ed ma solamente polemizzare e uscire sui giornali per il cittadino non vede nessun tentativo un attacco frontale al gruppo SxR ed all’assessore De Maria. serio e concreto per tentare risolverli. Rimarchiamo ancora una volta che secondo noi BASTA! o sarete direttamente far pagare ai cittadini delle periferie lo stesso tributo degli altri che abitano al centro, è iniquo alla responsabili di “eventi” che luce della qualità del servizio che i cittadini di tutte potrebbero anche portare a le periferie di Rosarno per motivi logistici ed altro conseguenze molto gravi, anzi hanno sopportato e sopportano a tutt’oggi». Dunque il gruppo di maggioranza non molla di un diremmo GRAVISSIME centimetro su questa specifica battaglia. «Sinistra per Rosarno fino ad ora si è fatta promotore per la risoluzione dei problemi di tutti i cittadini di Rosarno, compresi quelli del Bosco a differenza di quanto fa il Pdl che si ricorda di questi cittadini solo in periodo di campagna elettorale». La questione tornerà nell’alveo della maggioranza, dove il dibattito è apertissimo, per capire come si possa garantire un servizio qualitativamente omogeneo, oppure sgravare di parte della tassa quelle zone più trascurate. Voci dal Sud 9 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 San Giorgio Morgeto Il programma estivo ha riscosso un grosso successo! L’assessore Guerrisi, “big” dell’iniziativa, sottolinea il bilancio positivo nonostante le poche risorse a disposizione ISABELLA GALIMI - Calabria Ora Un’estate tutta da vivere. Si è concluso ieri con un buon successo il calendario degli eventi estivi del comune di San Giorgio Morgeto. Grande la soddisfazione dell’Assessore allo spettacolo M ichele Gu errisi per l’andamento degli appuntamenti realizzati. “Nonostante i tagli imposti dallo Stato siamo riusciti ad organizzare una fitta serie di incontri che hanno garantito momenti di dialogo, confronto e divertimento per la cittadinanza. Grande merito soprattutto alla forte attività dei privati e dell’associazionismo locale. Proprio alle Associazioni siamo riusciti a garantire un minimo di contributo come forma di aiuto. L’ottica è stata quella di rilanciare l’immagine di San Giorgio Morgeto come paese dell’accoglienza e dell’ospitalità, riqualificando le aree degradate attraverso semplici interventi, così come è stato per Via Mallone il cui spazio verde è stato curato dall’associazione Pro Castello. E sull’ottica dell’accoglienza ci siamo mossi anche come indirizzo politico, fornendo la struttura del nostro campo sportivo alle squadre di calcio del comune di Polistena. Dulcis in fundo, sono stati la Fiera del Parco, insieme ai festeggiamenti della Madonna della Montagna, sabato e ieri, a concludere le festività. Grazie al Parco nazionale d’Aspromonte e all’associazione San Giorgio Soccorso, la cittadina potrà mettere in mostra i suoi sapori locali, come la melanzana, in un’apposita serata a tema, dando visibilità alle sue tipicità ed attirando, così come nelle scorse edizioni, una vasta utenza”. 10 Voci dal Sud w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Gioia Tauro Caos strisce blu - Il Comune va avanti - Macrì: è un abuso «Il sindaco utilizza illegittimamente i nostri volontari» EVA SALTALAMACCHIA - Calabria Ora Nuovamente sospeso il servizio parcheggi nella città del porto. O meglio, il servizio pare continuare, ma la società che lo gestiva da giovedì scorso ha levato le tende. Il tutto per incomprensioni con l’amministrazione comunale senza però una reale discussione. E il problema sembrerebbe essere proprio questo. Dopo i dissapori dei mesi scorsi tra il sindaco di Gioia Tauro Renato Bellofiore e il presidente dell’associazione “Scs Antonio Macrì” che aveva portato ad un fermo delle strisce blu, la situazione sembrava essersi ripresa, insieme al servizio, nel mese di agosto. «Avevamo ricominciato a lavorare - ha spiegato Macrì a Co - perché il sindaco ci aveva assicurato che ci sarebbe venuto incontro con le spese che noi avevamo già sostenuto, e riattivando il parcheggio sul lungomare. Ad oggi però Bellofiore non ci ha mai ricevuto e noi non abbiamo più soldi per dare il rimborso spese ai volontari». E così, giovedì scorso, il presidente dell’associazione alle ore 12 ha sospeso il servizio parcheggi, riattivato però qualche ora dopo, alle ore 17, ad opera del sindaco che, secondo quanto riferito da Macrì, «ha convocato le ragazze volontarie, dicendo loro di continuare a lavorare e che di questo avrebbe risposto lui stesso». In sostanza, la ditta non riesce a sostenere le spese e ha deciso di chiudere i battenti non riuscendo, secondo Macrì, ad avere un incontro con il primo cittadino, ma le volontarie proseguono nel proprio lavoro come se niente fosse. «Si tratta in pratica, -ha aggiunto il presidente di parcheggiatori abusivi, che continuano ad usare il logo dell’associazione che rappresento, al momento alle dipendenze comunali. Questo è abuso di potere da parte del sindaco, è un fatto gravissimo e sto già agendo per vie legali». Macrì ha già infatti inviato una lettera di diffida indirizzata al sindaco, al segretario comunale e al comandante della Polizia municipale, nella quale informa circa le sue intenzioni e la sospensione del servizio. «Inoltre, l’associazione evidenzia e precisa, - si legge - che non è responsabile delle attività che gli ex volontari dell’associazione stanno svolgendo sul territorio comunale su autorizzazione del sindaco, poiché svolgono un servizio diretto a nome e per conto dell’amministrazione, pur indossando abusivamente le insegne e i loghi dell’organizzazione. Per quando esposto, - conclude - ci riserviamo di procedere per il risarcimento dei danni economici, morali ed esistenziali subiti». Tutto ci si poteva aspettare tranne che le strisce blu a Gioia Tauro avrebbero portato a tanta confusione. «Con i danni subiti il sindaco come associazione ci ha messo in ginocchio- ha aggiunto Macrì se fossimo stati un’azienda saremmo già andati in fallimento. Se è allo stesso modo che il sindaco gestisce il Comune di Gioia Tauro, io credo che finirà in bancarotta molto presto». Voci dal Sud 11 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Gioia Tauro Piano delle Fosse: Quelle pietre antiche che parlano di storia Ev. Sa. «Le pietre non parlano, ma se interrogate in certi modi, in certi alfabeti, rispondono e raccontano la storia, le vicissitudini, le emozioni». Sono le parole del professore Antonio Orso, gioiese di 85 anni nei quali ha scritto ben 74 volumi, in gran parte dedicati sotto forma di liriche o di poesia alla storia di Gioia Tauro. E le pietre di cui parla sono proprio quelle del Piano delle Fosse, di cui il professore conosce ogni cosa. Ed è oltremodo rilassante sentirlo raccontare la storia del rione, scoprire delle mura che lo circondavano, degli attacchi continui dei saraceni. «Solo dopo che furono definitivamente sconfitti a Pisa gli abitanti si sentirono più tranquilli di uscire dalle mura, e così si formarono i vari rioni. Ma sono state tante le trasgressioni nel corso degli anni - ha aggiunto amareggiato - piazza Silipigni ad esempio è totalmente diversa. Non c’è più la fontanella di una volta e le case sono state buttate giù e rifatte totalmente. Credo che avrebbero dovuto dare il permesso di rifarle solo internamente, affinché diventassero case di città, ma esternamente lasciarle così com’erano. In questo modo c’è stato un disfacimento delle memorie. E mi arrabbio un pò di fronte all’incuria da parte di chi doveva mettere il veto e non l’ha fatto». Un uomo dalla cultura ineguagliabile il professore Orso, al momento preso dalla stesura della sua ul- tima opera “Gioia Tauro, quadri poetici di storia e vita civica remota”. Ed è proprio a quel necessario e civico dovere che il professore fa più volte riferimento quantomeno per salvare il salvabile. «È scorso del sangue per difendere i propri cari - ha detto - sono cose davanti alle quali non si può essere indifferenti. Nel 1860 Gioia Tauro fu lastricato. Non c’era denaro e con una pietra lavica scappellata si provvide appunto a lastricare tutte le vie. Le altre amministrazioni hanno scoperto questa nostra ricchezza che avevamo. Soltanto una ha voluto rispolverarla facendo vedere quello che c’era. Queste cose sono i morti che risorgono agli occhi dei cittadini. Le radici di un popolo non si cancellano. In quelle case al Piano delle Fosse si è gioito, si è pianto, si è subìta l’onta straniera. Non si puó distruggere così la memoria storica». 12 Voci dal Sud w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Gioia Tauro Piano delle Fosse: Il cuore di Gioia tra abbandono e voglia di rinascita Un comitato civico lavora per il rilancio dell’antico borgo Eva Saltalamacchia - Calabria Ora Il vecchio e il nuovo. È questo che rappresenta lo storico quartiere del Piano delle Fosse di Gioia Tauro. Un rione dal quale l’odierna città del porto è nata e soprattutto si è evoluta, diventando peró paradossalmente una zona quasi distaccata, etichettata come “vecchia” piuttosto che come antica, lasciata andare nel corso degli anni, come se non avesse importanza. Quello che in molte città è identificato come il centro storico da visitare per riscoprire le tradizioni di un tempo, a Gioia Tauro cerca adesso di riscattarsi. Un laboratorio da vetraio ancora in funzione e una vecchia falegnameria è quello che rimane di quelle che furono le attività di una volta, insieme a delle viuzze caratteristiche e scorci di paesaggio e di storia, ricercatissimi dagli artisti che vogliono ritrovare la vena perduta. Le signore del posto, rigorosamente davanti ai portoni di casa, a parlare fra di loro, a cercare quel normale contatto fatto di quotidianità, di sfoghi e perché no, anche di pettegolezzi, sono amareggiate e al contempo contente del loro rione. «C’è ancora tanto da fare», dicono un pò demoralizzate ma con la voglia di fare. Da qualche periodo infatti, l’associazione che riporta il nome dell’antico borgo, presieduta da Alfonso Italiano, cerca di dare nuova vita al quartiere. «Quello che ci sta a cuore è il bene del rione. ha spiegato a Co il presidente -Non abbiamo colore politico e siamo quaranta soci frequentanti impegnati unicamente nella rivalutazione del Piano delle Fosse. Solo questo ci interessa. - ha aggiunto - Adesso ci stiamo riunendo per organizzare le festività natalizie, il presepe, la filodiffusione. Vogliamo far rinascere il centro storico. C’è anche stata da poco la derattizzazione e ognuno di noi cerca di tenere pulito e fare quel che si può». Diverse anche le attività svolte nel corso della stagione estiva ormai al termine, realizzate con l’aiuto del comune. Cinema, teatro, concerti e mercatini, hanno restituito il giusto valore al borgo, dimostrando che ha ancora molto da offrire, e soprattutto per chi viene dai paesi vicini, rappresenta una location suggestiva che sorprende chi non lo conosceva o non ci ritornava da anni. I bambini che sbucano dalle stradine strette in bicicletta, magari sporchi per il troppo giocare per strada, riportano la mente a un periodo ormai passato, a ciò che a modernità ha fatto dimenticare. Ma è anche divertente scoprire le diverse realtà ancora esistenti, farsi raccontare dalla gente del posto che ha vissuto proprio lì in tempi durissimi, aneddoti e storie che inevitabilmente mettono di buon umore. Palazzo Baldari, che introduce al centro, rende magnificamente l’idea di ciò che è stato e ancora può essere Piano delle Fosse. Ed è proprio questa imponente ma delicata struttura che adesso ospita il nuovo museo archeologico “Metau-ros”, rendendo giustizia non soltanto ai reperti che sono finalmente ritornati nella propria terra, ma alla popolazione tut- ta, a dare risalto al quartiere dal quale hanno avuto origine. Il Piano delle Fosse non a caso è da sempre protagonista di libri e racconti di chi scava nei meandri della storia di Gioia Tauro, e con l’impegno dei cittadini e dell’amministrazione comunale potrebbe non avere nulla da invidiare ai centri storici più caratteristici d’Italia. Certo è che abusivismo, disinteresse e facili permessi non portano lontano. Ma se davvero il quartiere si è svegliato e vuole riscattarsi, ha bisogno di aiuto. Il primo è quello di far capire che la cultura di un popolo è fatta dalla sua storia, e conoscerla e riviverla è un bene per tutta la società. Un modo per aprire la mente e riuscire a guardare più in la di dove si è abituati a guardare. 13 Voci dal Sud rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Oppido Mamertina La cattedrale si riprende i turisti Record di visite per il tempio dell’Annunziata tra cultura e fede FRANCESCA CARPINELLI - Calabria Ora OPPIDO MAMERTINA L’aura di sacralità e lo straordinario connubio artistico-religioso della Cattedrale di Oppido Mamertina hanno dato nuova linfa al turismo nell’hinterland pianigiano. Infatti, andando al di là di ogni più rosea aspettativa, la “perla” della città pre-aspro-montana è diventata una vera e propria meta non solo per gli emigrati, ma anche per gruppi di vacanzieri italiani e stranieri e, nella bella stagione, ha raggiunto livelli record, sfiorando i nove mila visitatori. Nel novero delle 8823 persone che hanno fatto “tappa” nel tempio di Maria Santissima Annunziata, patrona di Oppido e della Diocesi, rientrano anche politici, personaggi del mondo dello spettacolo come la cantante Alma Manera e la regista Maria Pia Liotta, docenti universitari come il professore Alessandro De Angelis impegnato in studi particolari e i giovani di diverse nazioni europee in tour in Calabria nella 23°edizione del “Campo Vesuvio 2012”. Particolarmente significativa, dal punto di vista religioso, la visita del metropolita Gennadios Zervòs, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta ed esarca per l’Europa Meridionale con sede a Venezia. La Cattedrale è una costruzione neoclassica di superba e maestosa bellezza, detiene il primato regionale per quanto riguarda l’altezza ed eguaglia nelle grandi dimensioni molte altre chiese della Calabria. All’interno si possono ammirare, il reliquiario della Santa Croce, un monumentale organo a canne e sfarzose decorazioni pittoriche nonché gli oggetti e i paramenti sacri custoditi nel Museo. Al centro del presbiterio, sono inoltre, visibili le spoglie mortali dei vescovi ottocenteschi Monsignor Giuseppe Teta e Monsignor Francesco Maria Coppola. A soddisfare le curiosità dei turisti l’instancabile volontario op-pidese Vincenzo Vorluni che ha “guidato” i viaggiatori nel tempo e nello spazio con un esauriente excursus storico-artistico. L’afflusso di fedeli provenienti dalle Diocesi di Reggio e di Milieto-Nicotera-Tropea, è stato, inoltre, incentivato dalla presenza della reliquia di Santa Rita da Cascia, presa in consegna da una delegazione di pellegrini il 17 giugno a Roccaporena e custodita fino a giugno 2013 nella Chiesa dell’Abbazia. L’itinerario religioso si è snodato anche nella Chiesa di San Giuseppe, nel Santuario di Maria Santissima delle Grazie a Tresilico e nel Palazzo Vorluni, il luogo dell’apparizione della Vergine alla pia Rosa Vorluni. La storia di fede di Oppido Mamertina è racchiusa, infatti, nell’insieme delle Chiese che popolano il suo tessuto urbano. Il boom di visite ha reso entusiasta il parroco don Benedetto Rustico e anche i cittadini che si fregiano ancora di più di risiedere in un paese così ricco di culto e tradizioni. 14 Voci dal Sud w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Catanzaro IL ROTELLA NASCOSTO Il murale che il maestro dipinse alle Poste di Catanzaro sarà valorizzato Carmen Loiacono CATANZARO In pochi sanno che è di Mimmo Rotella, anche perché l’opera non porta alcuna sua firma. È proprio per questo che l’amministrazione comunale di Catanzaro ha ben pensato di valorizzarlo e renderlo, invece, riconoscibile. Perché è il minimo che la città natale del maestro del décollage possa fare, per questo suo figlio illustre. Si tratta del murale (in foto) che nel 1949, a soli 31 anni, il giovane Mimmo Rotella fece, su commissione per conto delle Poste centrali, che chiamarono l’artista a decorarne la facciata esterna. Oggi questo murale, metafora dell’evoluzione dei servizi postali – dai piccioni viaggiatori con le buste da lettera tra le zampe, al tasto del telegrafo, alle onde radio, al disco combinatore dei telefoni avveniristici dell’epoca – è in un buono stato di conservazione, tanto che i vertici di palazzo De Nobili hanno già avviato un dialogo con la direzione della filiale di Poste Italiane, con lo scopo di predisporre un progetto di recupero di quello che può essere definito un “monumento all’aperto”. Se da un lato l’accordo non è stato ancora ultimato, in linea di massima si può già prevedere che sull’opera sarà apposta una teca che ne preserverà l’integrità, ma ci sarà anche un’illuminazione artistica che valorizzerà il murale anche di notte, e l’iscrizione su una targa che ne ricorderà la paternità. «L’unica opera pubblica di Mimmo Rotella in città - sottolinea l’assessore alla cultura, Sinibaldo Esposito - non deve essere offuscata da criticità. L’opera di Piazza Prefettura non presenta neppure una firma, quindi il nome dell’artista è ignorato tanto dai turisti, quanto dai cittadini catanzaresi. Rendere, mediante una targa, la paternità di quell’opera, sarà un ulteriore, seppur piccolo, riconoscimento al maestro e all’amore che ha sempre dimostrato alla sua città. Altri significativi momenti culturali o artistici dovranno necessariamente trovare e ritrovare Mimmo Rotella, con la speranza che ogni via, piazza e contenitore culturale della città esprima riconoscenza a uno dei suoi figli migliori e che ha portato in nome di Catanzaro nel mondo. Come amministrazione comunale - ha aggiunto Esposito - abbiamo già espresso l’idea di voler identificare sempre di più la città di Catanzaro con l’opera e con la figura del maestro Mimmo Rotella». «Il recupero del murale delle Poste - precisa il sindaco Abramo - realizza, in un certo senso, un percorso rotelliano lungo corso Mazzini, legandosi alla Casa della Memoria realizzata dal maestro in vico dell’Onda e dove sono conservati cimeli ed opere d’arte. E tutto questo s’inquadra nella nostra strategia di recupero della funzione culturale del centro storico». Ma non è questo l’unico modo con cui l’Amministrazione celebrerà il grande artista scomparso nel 2006: al complesso monumentale San Giovanni, dal 30 novembre al 3 marzo ci sarà la mostra dal titolo “Lo sguardo espanso” con un omaggio proprio a Mimmo Rotella, curata da Bruno Di Marino, Andrea La Porta e Marco Meneguzzo e promossa dal Comune di Catanzaro e dalla Fondazione Rocco Guglielmo. Nel 2013, nella stessa sede, seguirà un’altra importante mostra intitolata “Artisti nello spazio”, dedicata all’arte ambientale in Italia dallo Spazialismo a oggi. Anche in quest’occasione non mancherà lo spazio dedicato al maestro Rotella. Voci dal Sud 15 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Medicina Roberta Benetti, la ricercatrice italiana che ha scoperto come curare i tumori senza chemio e radioterapie Meteoweb.it Roberta Benetti è la ricercatrice italiana che ha scoperto le molecole che bloccano la proliferazione tumorale e che, aggredendo soltanto le cellule malate, potranno rappresentare l’alternativa alla chemio e alla radioterapia: la soluzione, quindi, è quella di autoproteggersi dai tumori con l’aiuto di molecole prodotte dall’organismo umano. Una cura che – tra qualche anno – potrebbe eliminare la chemio e la radioterapia. La strada a questo tipo di cure è stata aperta dall’Università di Udine grazie a uno studio guidato dalla ricercatrice monfalconese Roberta Benetti; studio che p u bb l i c a t o s ul l a p r e t s i g i o s a r i v i s t a interrnazionale Cancer Research (link) dell’American Association for Cancer Research, una delle più prestigiose a livello mondiale del settore. Lo studio è stato pubblicato mercoledì e spiega del successo ottenuto dal gruppo della facoltà di Medicina dell’ateneo di Udine. «In particolare – spiega l’Università –, la ricerca ha per la prima volta dimostrato che una delle molecole microRna, precisamente la miR-335, è direttamente responsabile nel controllo, della generazione e delle funzioni dell’oncosoppressore Rb, gene coinvolto nella protezione dello sviluppo dei tumori. Inoltre, nello studio si evince che l’espressione della miR-335 influisce in modo diretto nel bilanciare il delicato equilibrio di protezione contro lo sviluppo tumorale, perché intacca attraverso l’indiretta influenza anche sull’oncosoppressore p53, gli effetti di due fo n d amen t al i protei ne not e per ess ere deregolate nella genesi dei tumori». Lo studio è stato realizzato grazie al fondamentale sostegno dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). Il gruppo di ricerca guidato da Roberta Benetti è composto dal giovane dottorando di ricerca Michele Scarola e da Stefan Schoeftner, esperto ricercatore austriaco che ha scelto l’esperienza di ricerca in Italia unendosi al gruppo udinese, ed è supportato da Claudio Schneider, ordinario di Biologia all’università di Udine e direttore del L a b o r a t or i o n a z i o na l e de l C o n s o r z i o interuniversitario per le Biotecnologie (Cib) di Area Science Park. La trentasettenne Roberta Benetti, originaria di Monfalcone, dopo la laurea in Biologia a Trieste con tesi sperimentale al Cib, dove ha continuato a operare come borsista grazie all’Airc-Firc, ha conseguito il dottorato di ricerca alla Sissa. Attratta dall’esperienza di ricerca all’estero, Benetti si trasferisce quindi in Spagna, al Centro di ricerca nazionale sul cancro di Madrid, guidato da Maria Blasco. Vincitrice di un concorso per ricercatore all’ateneo friulano, Benetti rientra nel 2007 in Italia, cogliendo al volo l’occasione di poter guidare un piccolo gruppo di ricerca. Voci dal Sud 16 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Medicina Alzheimer precoce, non solo il caso di Michelle Ha lasciato in un diario le istruzioni per essere curata. Per otto anni ha scritto segretamente pagine sulle sue sensazioni, i suoi timori, i suoi desideri. E ora che l’Alzheimer (AD) la rende ‘una morta vivente’ tra le più giovani nel Regno Unito, i suoi familiari hanno trovato un modo per comunicare a posteriore con lei e per esserle vicini con maggiore efficacia. E’ la toccante storia di Michelle Boryszczuk, una donna inglese di 43 anni, a cui da quattro anni è stata diagnosticata una delle forma di demenza più diffusa. Il marito, Steve, con cui è sposata da 27 anni, ha dovuto abbandonare il suo lavoro da camionista e le è stato a fianco 12 ore al giorno per tre anni. Poi l’anno scorso non ha più potuto sostenere da solo il peso di assistere Michelle e ha dovuto ricoverarla nella casa di cura Elms a Louth, contea di Lincolnshire, nel nord-est del Regno Unito. Proprio nel sistemare gli effetti personali della moglie, il signor Boryszczuk ha scoperto il diario. La storia e le foto su Yahoo! UK Michelle scrive parole veramente illuminanti per capire cosa può provare un malato di Alzheimer. A partire dalla terribile rivelazione che nei suoi geni aveva questa malattia, già in grado di colpire in maniera precoce i suoi genitori. Proprio per questo tipo di demenza senile, infatti, avevano perso la vita suo padre Tony Rusling, nel 1991 all’età di 42 e sua madre all’età di 50 anni. In una nota emotiva, compilata quando aveva 36 anni, Michelle scrive: “Soffro di ansia e depressione, perché l’insorgenza precoce dell’Alzhiemer corre nella mia famiglia. Ho avuto un test positivo del Dna - continua- sono nell’età di insorgenza per la mia famiglia”. In quel periodo la giovane donna, oggi madre di due figli Richard, 26, e Graham, 24 anni e nonna di un nipotino, era già tra i 600 malati inglesi di Alzheimer nella fascia dei 30 anni. In un’altra nota dal titolo “Dopo la diagnosi”, Michelle scrive: “Io non voglio cambiare casa, per una persona con AD è molto disorientante e può causare un grave deterioramento della persona malata che viene spostata da un ambiente familiare e confortevole”. La signora Boryszczuk si lascia andare anche alla tristezza per tutto quello che la malattia non le consente più di fare e per la vita che la aspetta. “Voglio dipingere, andare a spasso con il cane e nelle fasi successive voglio essere curata in una unità specialistica o ospizio”. Insieme al suo diario, la giovane donna inglese aveva anche riempito le pagine con le informazioni sui trattamenti a cui vorrebbe essere sottoposta e sui dettagli per il suo funerale. “Sia l’occasione per celebrare una vita umana che si è conclusa e sostenere e confortare i vivi”. Michelle ha anche studiato le tecniche di aiuto alla memoria per contrastare gli effetti dell’Alzheimer e per aiutarla a trovare gli oggetti. Non mancano passaggi in cui ricorda il padre e spiega al marito Steve come dovrebbero far parte di un gruppo di sostegno. Ora il testimone lasciato da Michelle nel suo diario passa simbolicamente al marito che ha deciso di diffondere la storia della moglie per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla demenza senile. “Ho perso Michelle tre anni fa – afferma il signor Boryszczuk – è difficile quando si guarda una persona cara scivolare via e non c’è niente che tu possa fare per fermarla”. “Pensavo che sarei invecchiato con Michelle Voci dal Sud 17 rw w w . s o s e d . eu – continua Steve - e avremmo raccontato ai nipoti come ci siamo incontrati. Ma non succederà”. Il 47enne ex camionista non si perdona ancora di aver messo la moglie in una casa di cura. “E’ stata la cosa più difficile che abbia mai dovuto fare – spiega - ma sono arrivato al punto in cui non riuscivo a darle la cura di cui aveva bisogno. Mi manca mia moglie ogni giorno, ma devo accettare che non c’è più”. Almeno ora che ha scoperto il diario di Michelle sa come starle vicino. “Non avevo idea che stesse raccogliendo tutte queste informazioni e pensieri sulla sua condizione – sostiene - non ha mai parlato con me di tutto ciò”. E proprio per seguire quello che Michelle ha scritto, Steve ha in programma di raccogliere fondi per la Società di Alzheimer, una delle più impegnate nel Regno Unito nella cura del morbo e nell’assistenza alle famiglie dei malati. Per farlo percorrerà dal 5 al 16 ottobre la Grande Muraglia cinese insieme a suo fratello Stanley. L’obiettivo è raccogliere almeno 10mila euro. Il lavoro per combattere l’Alzheimer è ancora molto lungo. Questa patologia, descritta per la prima volta nel 1906 dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer, infatti, colpisce soprattutto gli over-65, ma è in continua espansione. Secondo il rapporto diffuso a Ginevra dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) l’11 aprile 2012, nel 2010 sono state stimate 35.6 milioni di persone con demenza. Solo in Italia ci sono circa 600mila malati. Ogni anno nel mondo ci sono 7.7 milioni di nuovi casi (un nuovo caso di demenza ogni 4 secondi). Il rischio di contrarre il morbo è già di 1 a 8 per gli over 65 e 1 a 2,5 per gli over 85. Si stima che ne sarà affetta 1 persona su 85 a livello mondiale entro il 2050. Nei prossimi 10 anni, solo nel North East Lincolnshire, la zona in cui risiede Michelle, ci saranno 3mila persone affette da demenza, un numero quasi cinque volte superiore a quello attuale. La demenza di Alzheimer ha, in genere, un inizio subdolo: le persone cominciano a dimenticare alcune cose, per arrivare al punto in cui non riescono più a riconoscere nemmeno i familiari e hanno bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. La malattia, che è incurabile e non ha cause precise, colpisce le funzioni cognitive, ma può causare anche stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale. Il decorso dell’Alzheimer è lento e in media i pazienti possono vivere fino a 8-10 anni dopo la diagnosi, che viene effettuata con esami clinici, test neuropsicologici e Tac cerebrali. Per quanto riguarda le cure esistono solo terapie che puntano a ritardare gli effetti della demenza. Si utilizzano farmaci che funzionano come Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 inibitori dell’acetilcolinesterasi, un enzima che distrugge l’acetilcolina, il neurotrasmettitore carente nel cervello dei malati di Alzheimer. Esistono anche trattamenti non farmacologici come la terapia di orientamento alla realtà (ROT) che è finalizzata ad orientare il paziente rispetto alla propria vita personale, all’ambiente e allo spazio che lo circonda tramite stimoli continui di tipo verbale, visivo, scritto e musicale. La ricerca si sta concentrando anche sulla prevenzione. Alcuni studi hanno proposto correlazioni tra fattori modificabili (come la dieta, il rischio cardiovascolare, l’utilizzo di prodotti farmaceutici) e la probabilità per una popolazione di sviluppare la malattia, ma non ci sono prove certe. Le persone che si impegnano in attività intellettuali, come la lettura, i giochi da tavolo, i cruciverba, l’esecuzione con strumenti musicali, o che hanno una regolare interazione sociale, mostrano una riduzione del rischio di contrarre il morbo. Accanto alla prevenzione, resta molto da fare anche per la preparazione e il supporto rivolto ai “caregiver” del paziente (parenti e personale assistenziale), che sono sottoposti a stress fisici ed emotivi significativi. ======================================================================= Nel Dna la chiave per sconfiggere l’AlzheimerMilano, (TMNews) - Una mutazione genetica per sconfiggere l’Alzheimer: secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Nature la risposta contro la malattia e il declino delle capacità cognitive legato all’invecchiamento è proprio nel Dna. Un gruppo di ricercatori islandesi della Decode Genetics, guidati da Kari Stefansson, ha scoperto una mutazione genetica che protegge il cervello dalla formazione delle placche tipiche della malattia, e contribuisce a mantenerlo “giovane” anche dopo gli 80 anni. Gli scienziati hanno analizzato il Dna di quasi duemila islandesi, focalizzandosi su un gene chiamato App: una sua rara mutazione riduce del 40% la formazione delle proteine che costituiscono le placche amiloidi, all’origine della malattia. La ricerca ha svelato anche che gli anziani tra 80 e 100 anni portatori della mutazione hanno funzioni cognitive migliori dei coetanei. La scoperta potrebbe essere la base per lo studio di terapie mirate per l’Alzheimer, tuttora senza una cura. Voci dal Sud 18 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 M i s t e r i e sotterfugi Governo Monti Il Governo vuole far sparire il denaro contante? Dal 1° luglio 2013 (ma pare la data sia slittata al 2014) tutti i commercianti e i professionisti dovranno dotarsi di una macchinetta per accettare i pagamenti elettronici per gli importi superiori a 50 euro (poi la soglia scenderà).- La Lega dice: “Il governo vuole uno stato di polizia” Raffaello Binelli - www.ilgiornale.it Il governo va avanti nella lotta all’evasione fiscale ficare introduzione, con tempi stringenti, di obe insiste sulla tracciabilità dei pagamenti. blighi universali di accettazione degli strumenti Una bozza del DL di moneta elettronica”. Probabilmente il prod. Monti ha pensato che la sulla crescita, infatti, Il problema, secondo mattina esce di casa a fare la spesa uno stuolo di prevede l’obbligo Confcommercio, è che ragioneri, di commercialisti e di persone che hanno dal 1° luglio 2013 (poi mancano chiare scelte ed grande dimestichezza con i sistemi telematici di pare slitatto al 2014) impegni in materia di ripagamento e con tutte le diavolerie delle nuove di accettare i pagaduzione delle commissiotecniche. menti con moneta eletni che gravano sugli eserHa dimenticato però che anche uno stuolo di massaie tronica (bancomat e centi e che maggiormenpressochè analfabete esce per fare la spesa ed oggi prepagate) per gli imte incidono sulle transacome stanno lievitando i prezzi, spendere 50 euro è un porti superiori a 50 zioni di importo contenugiochino da ragazzi! euro. to. Inoltre la diffusione di questo strumento telematico “I soggetti che efSi tratta, invece, di infarà aumentare in maniera esponenziale le truffe e gli fettuano l’attività di centivare la diffusione imbrogli dal momento che nessuno di noi ha gli vendita di prodotti e degli strumenti di pagastrumenti per verificare l’esatteza e la correttezza della di prestazione di sermento elettronici attravertransazione. vizi, anche professo la riduzione di tutte le Ma una domanda si pone imperiosa: tutta la moneta sionali, per gli imcomponenti di costo a circolante cosa ce nefaremo? Sarà divenuta carta porti superiori a 50 carico di consumatori ed straccia? euro - si legge nel teesercenti, attivando anDovremo tenere in tasca solo le monetine? sto- sono tenuti ad che la leva delle detrazioni Come faremo a mandare qualcuno a comprare accettare pagamenfiscali. qualcosa per nostro conto? dovremo fidarci e dare a ti effettuati attraverIn altre parole, vanno lui la nostra preziosa carta telematica con relativi so carte di debito”. bene i pagamenti elettrocodici di sicurezza? L’impressione generale è ci si sta In pratica tutti i comnici, ma si devono riduravviando alla follia pura! mercianti e i professiore i costi. Lìopinione della nisti dovranno dotarsi Lega: stato di polizia di una macchinetta “Il bancomat obbligatorio per i pagamenti socollegata al servizio bancomat - per accettare i papra i 50 euro è una scelta che porta ad uno Stato gamenti. Non sarà più possibile fare tutto (e solo) in con- di polizia fiscale - ha detto il vicecapogruppo della Lega Nord, Maurizio Fugatti . tanti. Il governo Monti vuole obbligare i cittadini a Poi il limite verrà ulteriormente abbassato: ci penseranno i Ministri Passera e Grilli, d’intesa con la possedere un bancomat per arrivare a controlBanca d’Italia, a disciplinare “l’estensione anche larne ogni minimo pagamento facendo così un a importi inferiori a 50 euro e anche a strumenti altro grande favore alle banche che da questa norma sono ovviamente avvantaggiate. di pagamento con tecnologie mobili”. Un governo che ancora una volta - ha concluLa protesta di Confcommercio “La modernizzazione del sistema dei pagamenti so Fugatti - dimostra di essere contro le famiglie e - sottolinea Confcommercio - è un aspetto rilevante le imprese e a favore della finanza e delle bandella modernizzazione del sistema Paese”. Ma che”. perseguire questo obiettivo “non può però signi- Voci dal Sud 19 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 M i s t e r i e sotterfugi Governo Monti Legge elettorale, Cicchitto: “Un terzo dei parlamentari con liste bloccate” Fabio Amato - Il Fatto Quotidiano - Politica & Palazzo Il capogruppo alla Camera del Pdl ‘confessa’: I partiti hanno fatto un pessimo uso delle liste bloccate, ma senza di esse una serie di parlamentari di alto livello non sarebbero entrati o non entrerebbero più in Parlamento. E sulla legge elettorale Buttiglione attacca: E’ pronta da prima dell’estate, ma nella pantomima del bipolarismo non si può dire. Nella prossima legislatura i big dei partiti torneranno tutti a sedere comodamente sugli scranni del Parlamento. Esattamente come è successo con il Porcellum, così accadrà con la nuova legge elettorale, quale che sia. A dirlo, per una volta, non sono i retroscena di palazzo, ma direttamente il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, in una intervista pubblicata sul Mattino: “Un terzo dei parlamentari va scelto dai partiti con i listini bloccati – spiega Cicchitto – certo, delle liste bloccate i partiti hanno fatto pessimo uso, ma senza di essi una serie di parlamentari di alto livello non sarebbero entrati o non entrerebbero più in Parlamento. Serve equilibrio, non demagogia”. Giù il velo dell’ipocrisia, Cicchitto ‘confessa’: c’è una intera oligarchia politica che non può permettersi di rimanere a casa solo perché gli elettori non la vogliono più vedere. E pazienza se questo permetterà di mettere in Parlamento le Minetti di turno. Per il resto, il capogruppo del Pdl si mostra “cauto” sull’accordo per la legge elettorale. “Il filo del dialogo non si è mai interrotto ma su alcuni punti qualificanti esistono più opzioni: se il premio andrà al primo partito, come chiediamo noi del Pdl, o alla coalizione, come vuole il Pd, e di che entità sarà, se del 10% o del 15%. Poi, preferenze o collegi oppure una soluzione intermedia tra queste due ipotesi”. Proprio questi sembrano essere, allo stato, i nodi della trattativa tra i partiti. Un filo, stando alle parole del Pd Enrico Letta, sempre sul punto di interrompersi ma tenuto insieme dal duro lavoro di mediazione: “Se non si cambia la legge elettorale ora – ha dichiarato il vice di Bersani – il prossimo Parlamento sarebbe l’agonia della Seconda Repubblica. Invece, il prossimo Parlamento deve essere l’inizio della Terza Repubblica. E questo può avvenire solo con un Parlamento eletto dai cittadini”. Dopo l’ottimismo della scorsa settimana – “L’accordo è vicino, a breve l’annuncio” , il numero due del Pd torna a dubitare per invocare la responsabilità del trio ABC: ”Serve la buona volontà dei partiti maggiori a seguire l’appello di Napolitano”. Lo ha detto con forza in questi mesi, richiamando il tema dell’interesse generale. “La nuova legge elettorale è per il bene del Paese e serve a recuperare credibilità politica. Ci siamo vicini, ma ognuno deve fare la sua parte”. A gelare la retorica di Letta di fronte ai microfoni di Tgcom 24, è però intervenuto un altro ex democristiano, l’ex ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiglione. Ieri compagno di partito, poi nemico, oggi e domani quasi sicuramente alleato dello stesso Partito democratico, Buttiglione ha buttato acqua sul sacro fuoco della responsabilità politica che da mesi viene continuamente invocato ogni volta che si parla della transizione dal Porcellum a una nuova legge. “L’accordo sulla legge elettorale – ha svelato Buttiglione – è pronto da prima dell’estate, ma non si dice perché in Italia “è ancora in piedi la pantomima del bipolarismo, un sistema per cui gli accordi non si fanno o, se si fanno, bisogna disprezzarli o attaccarli con odio. Una mentalità malata da cui bisogna uscire”. In un’intervista al Mattino, il presidente dell’Udc ha descritto nei dettagli – molti dei quali a dire il vero noti da giorni – i contorni dell’accordo: “Il sistema elettorale sarà di base proporzionale – spiega Buttiglione – con uno sbarramento nazionale al 5% e all’8% in tre circoscrizioni, premio al primo partito, un terzo di liste bloccate e due terzi di preferenze o collegi”. Buttiglione ha anche escluso l’ipotesi di elezioni anticipate, “a meno che non venga sconfitta in Europa la linea MontiDraghi-Hollande-Merkel”. Quanto alla grande coalizione, “molto dipende dal sistema elettorale. Se passa quello di cui abbiamo parlato, che favorisce le aggregazioni ma non le impone, a meno che non vinca nettamente un’alleanza di centrodestra o una di centrosinistra, vorrà dire che è il popolo sovrano a volerla, dichiara. Molti che nel loro cuore la vogliono, nel Pd come nel Pdl, ma a parole la negano, sanno che è la sola soluzione possibile. Solo con il Porcellum o con un Super-Porcellum si potrebbe evitarla”. Con questo sistema, quindi, l’unico nodo resta quello dell’entità del premio da assegnare al primo partito. Il Pd, al momento confortato dai sondaggi che lo vedono attorno al 2527%, in vantaggio netto sul Pdl, spinge per ottenere un premio del 15% (o più) che garantirebbe controllo su una eventuale coalizione con Udc e Sel e la speranza di avere una maggioranza. Il Pdl vorrebbe mantenerlo più basso, tra il dieci e il 12%, rendendo in questo modo indispensabile un continuo accordarsi delle forze politiche. Con buona pace dei proclami di Alfano - “Silvio vuole vincere e governare” – buoni per dare una idea di competizione. Del resto, i numeri – che i partiti conoscono a memoria – dicono che con l’attuale grado di sfiducia nei confronti della classe politica, con il nuovo sistema “alla greca” formare una maggioranza in parlamento sarebbe impresa ardua. Il Pd – dicono gli ultimi dati dell’Istituito Cattaneo pubblicati dalla Stampa – ci riuscirebbe solo con una alleanza con Sel e Udc. Solo in questo modo si garantirebbe una quarantina di seggi di vantaggio sull’opposizione. Ma questo renderebbe indispensabile una pace permanente tra centro e sinistra che al momento non si vede. Il centrodestra, di contro, ha tutto da guadagnare da un premio più basso – con buona pace della governabilità – che agirebbe da richiamo della sirena per riportare l’Udc verso il centrodestra. Di certo, numeri alla mano, nessun partito potrà cavarsela da solo. Voci dal Sud 20 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Prima di parlare non sarebbe meglio attaccare la spina del cervello? Il Ministro Profumo scatena la rabbia dei cattolici Il ministro contro l’ora di religione: «Bisogna rivedere i programmi, il Paese è cambiato» - Scoppia la polemica Alessandro Intorno - Calabria Ora ROMA - E’ polemica sull’ora di religione: il Ministro dell’Istruzione ha detto chiaramente che andrebbe modificata ma le associazioni cattoliche, e non solo, sono insorte. “Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come concepito oggi non abbia più molto senso. Probabilmente quell’ora di lezione andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica”, ha affermato Francesco Profumo venerdì sera, alla festa di Sinistra, ecologia e libertà il ministro. E giù un diluvio di polemiche che continuano anche oggi perché il ministro ha confermato la sua idea stamane a margine della presentazione della biblioteca del suo dicastero. Questa mattina, tuttavia, il numero uno di viale Trastevere ha corretto parzialmente il tiro: “Credo che il Paese sia cambiato, nelle scuole ci sono studenti che vengono da culture, religioni e Paesi diversi. Credo che debba cambiare il modo di fare scuola, che debba essere più aperto”. “Ci vuole -ha concluso - una revisione dei nostri programmi in questa direzione”. Un discorso, ha precisato il ministro, che vale per l’ora di religione, ma anche per quella di geografia, che, secondo Profumo, si può studiare ascoltando le testimonianze di chi viene da altri Paesi. La parziale marcia indietro non ha però placato le proteste dei rappresentanti del mondo cattolico. Monsignor Gianni Ambrosio, vescovo di PiacenzaBobbio e presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica obietta che “è già cambiata la proposta dell’insegnamento della religione cattolica all’interno delle scuole. Non è di certo una lezione di catechismo - aggiunge parlando ai microfoni di Radio Vaticana - bensì una introduzione a quei valori fondanti della nostra realtà culturale che trovano la propria radice proprio nel cristianesimo”. Per Orazio Ruscica, presidente dello Snadir (il Sindacato autonomo degli insegnanti di religione) “il ministro ha firmato a fine giugno scorso le due intese riguardanti l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche e le Indicazioni didattiche senza aver letto con attenzione ciò che ha sottoscritto. Certo - continua Ruscica - comprendiamo bene che il ministro voleva ingraziarsi la platea; e quale miglior argomento se non quello dell’insegnamento della religione cattolica?”. Poi, snocciola tutte le norme, a cominciare dal Concordato Stato-Chiesa, che prevedono l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane. E ricorda al ministro che questa educazione multiculturale alle religioni è già prevista e attuata dagli insegnanti di religione. Concetto ribadito anche da Don Gabriele Mangiarotti, direttore di Cultura Cattolica: “Profumo sbaglia nell’interpretare il valore dell’insegnamento della religione cattolica. La religione s’insegna a scuola non come ora di indottrinamento o di catechesi, ma per aiutare a comprendere una componente culturale della nostra storia e della nostra società». Voci dal Sud 21 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 L’Ecuador è la prima nazione al mondo ad adottare il principio di “debito Immorale”! Facebook (31-8-2012) - postato da Mimmo Greco Notizia rilevata dal blog di Beppe Grillo Dice Paolo Tinti: Non sono un fan di Grillo,ma credo che questa notizia riportata sul suo blog,sia interessante,e forse anche poco nota nei dettagli. IL CASO EQUADOR la prima nazione del continente americano, e unica nazione nel mondo occidentale dal 1948, ad aver applicato il concetto di “debito immorale” ovvero “il rifiuto politico e tecnico di saldare alla comunità internazionale i debiti consolidati dello Stato perché ottenuti dai precedenti governi attraverso la corruzione, la violazione dello Stato di Diritto, la violazione di norme costituzionali”. Il 12 dicembre del 2008, il neo presidente del governo dell’Ecuador, Rafael Correa, dichiara in diretta televisiva in tutto il continente americano di “aver deciso di cancellare il debito nazionale considerandolo immondo, perché immorale; hanno alterato la costituzione per opprimere il popolo raccontando il falso. Hanno fatto credere che ciò chè è Legge, cioè legittimo, è giusto. Non è così: da oggi in terra d’Ecuador vale il nuovo principio costituzionale per cui ciò che è giusto per la collettività allora diventa legittimo” Il 20 dicembre del 2008, facendosi carico della protesta della United Fruit Company, il presidente George Bush dichiara “nulla e criminale la decisione dell’Ecuador” (di non pagare più il debito) annunciando la richiesta di espulsione del paese dall’Onu: “siamo pronti anche a una opzione militare per salvaguardare gli interessi statunitensi”. Il mattino dopo, il potente studio legale di New York Goldberg & Goldberg presenta una memoria difensiva sostenendo che c’è un precedente legale. Sei ore dopo, gli Usa si arrendono e impongono alla comunità internazionale l’accettazione e la legittimità del concetto di “DEBITO IMMORALE”. La United Fruit Company viene provata come “multinazionale che pratica sistematicamente la corruzione politica” e condannata a pagare danni per 6 miliardi di euro. Da notare che il “precedente legale” (tuttora ignoto a gran parte degli europei) è datato 4 gennaio 2003 a firma George Bush. E’ accaduto in Iraq che in quel momento risultava “tecnicamente” possedimento americano in quanto occupato dai marines con governo provvisorio non ancora riconosciuto dall’Onu. Saddam Hussein aveva lasciato debiti per 250 miliardi di euro (di cui 40 miliardi di euro nei confronti dell’Italia grazie alle manovre di Taraq Aziz, vice di Hussein e uomo dell’Opus Dei fedele al Vaticano) che gli Usa cancellano applicando il concetto di “debito immorale” e aprendo la strada a un precedente storico. Gli avvocati newyorchesi dell’Ecuador offrono al governo americano una scelta: o accettano e stanno zitti oppure, se si annulla la decisione dell’Ecuador, allora si annulla anche quella dell’Iraq e il tesoro Usa deve pagare subito i 250 miliardi di euro a tutti compresi gli interessi composti per quattro anni. Obama, non ancora insediato, ma già eletto, impone a Bush di gettare la spugna. La solida parcella degli avvocati newyorchesi viene pagata dal governo brasiliano. Nasce allora il Sudamerica moderno, cresce e si diffonde il mito di Rafael Correa, presidente eletto dell’Ecuador. Il suo primo atto ufficiale consiste nel congelare tutti i conti correnti dello Ior nelle banche cattoliche di Quito e dirottarli in un programma di welfare sociale per i ceti più disagiati. Fa arrestare l’intera classe politica del precedente governo che viene sottoposta a regolare processo. Finiscono tutti in carcere, media di dieci anni a testa con il massimo rigore. Beni confiscati, proprietà nazionalizzate e ridistribuite in cooperative agricole ecologiche. Osama Bin Laden è stato mandato in soffitta e sostituito da John Maynard Keynes (tratto da Cori Modigliani blog) Voci dal Sud 22 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 E n e r g i a pulita Nasce in Sicilia la prima centrale solare termica al mondo a sali fusi! Peppe Caridi - Meteoweb Entro il 2015 sara’ operativa in Sicilia la prima centrale solare termica al mondo a sali fusi. Una tecnologia tutta italiana – a lanciarla, fu il premio Nobel Carlo Rubbia, all’epoca Presidente dell’ENEA – su cui l’Italia ha attualmente un vantaggio competitivo, e che i recenti decreti governativi sulle rinnovabili hanno scelto di sostenere. La centrale solare termodinamica e integrata a biomasse verra’ realizzata da Enel Green Power in provincia di Catania e fornira’ elettricita’ sufficiente per circa 40.000 famiglie. Dell’innovativo impianto, che avra’ una potenza di 30 megawatt e costera’ circa 200 milioni di euro, se ne e’ parlato ieri al convegno ”Sicilia, l’Isola del Solare termodinamico, Carta del Sole, un patto per l’energia tra territorio e industria”, organizzato da ANEST (Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica) e FRED Sicilia (Forum Regionale per l’Energia Distribuita) in partnership con Confindustria Sicilia e Fondazione Sicilia, e al quale ha partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. ”Il solare termodinamico – ha detto il ministro Clini – e uno degli assi nella manica del sistema Italia. Brevetti e tecnologia, oltre a un altissimo indice di insolazione, ci forniscono incredibili condizioni di partenza per diventare il Paese europeo a piu’ alto sviluppo di questa tecnologia rinnovabile innovativa. Con la Carta del Sole si inaugura anche un altro modo, piu’ vicino alle esigenze dei cittadini e dei territori, per lo sviluppo di un’energia che completa il mix delle rinnovabili portando delle significative innovazioni che stiamo perseguendo attraverso non soltanto strumenti normativi ma, soprattutto, con incentivi di mercato o di tipo fiscale”. “Il potenziale del solare termodinamico – ha sottolineato Gianluigi Angelantoni, presidente di ANEST – e’ altissimo e puo’ arrivare a competere, entro il 2020, con il costo del kilowattora prodotto dal petrolio”. ”La tecnologia del solare a concentrazione, sviluppata dall’ENEA negli ultimi dieci anni – ha aggiunto Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA – costituisce un caso di eccellenza tutto italiano. L’impianto realizzato a Priolo Gargallo integra una centrale alimentata a gas ad alta temperatura, si basa su brevetti di diversi componenti sviluppati dall’ENEA, che sono stati trasferiti ad aziende italiane che li hanno ingegnerizzati e che hanno fatto sistema tra loro, costituendo una filiera industriale hi-tech, di cui fanno parte una trentina di aziende, che e’ diventata leader a livello mondiale”. Voci dal Sud 23 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Arrestato il direttore delle poste del Senato - Spaccio di cocaina Coinvolto in un traffico internazionale di stupefacenti r.r. - Calabria Ora ROMA Il direttore dell’ufficio delle Poste del Senato è stato arrestato dai Carabinieri per spaccio di cocaina. L’uomo è ritenuto il braccio destro di un boss albanese che gestiva i pusher nella parte sud dell’hinterland di Roma. Secondo quanto si è appreso il 53enne Orlando Ranaldi, di Olevano Romano, lavorava insieme a un’autista Cotral, Alessandro Mele, 36enne, che gestiva il traffico di droga quando arrivava dalla Capitale tramite gli albanesi. Aquanto accertato dagli investigatori, il sodalizio era ormai «consolidato» ma non c’è stato bisogno di perquisire l’ufficio di Ranaldi al Senato, dall’inchiesta non è emersa infatti nessun attività di spaccio nei locali di palazzo Madama. Chi teneva i rapporti tra la banda di albanesi di Torre Maura, borgata romana, e la “cupola” di Valmontone era l’autista del bus, Alessandro Mele, che gestiva e coordinava le operazioni di spaccio. La cocaina, riferiscono i militari, arrivava da Roma e serviva solo il territorio di Valmontone. Tutti avevano un ruolo prestabilito. Il direttore per esempio, non solo spacciava ma aveva rapporti diretti con l’autista del bus. Una struttura consolidata e verticistica, dove ognuno era a conoscenza dei compiti dell’altro e soprattutto di quanto e come funzionasse o fruttasse l’attività. Il direttore delle Poste è accusato di spaccio e peculato. Oltre all’autista Cotral e il direttore delle Poste, è stato arrestato anche un vigile urbano di Valmontone, Stefano Gallo. Tutti loro si sarebbero prestati, anche con le auto di servizio, a smerciare droga per conto dell’organizzazione. L’alleanza italo-albanese è stata scoperta dai carabinieri della Stazione Valmontone che dall’alba di ieri ha notificato 10 misure cautelari - 6 in carcere e 4 agli arresti domiciliari -nei confronti di 3 cittadini albanesi e 7 italiani. Durante le indagini, durate circa sette mesi, sono stati arrestati diversi soggetti in flagranza di reato. Centinaia di dosi di cocaina sono state sequestrate. SU TWITTER - Nobili valori, buoni sentimenti e anche quel tanto di indignazione per la malapolitica: il profilo twitter di Ranaldi restituisce l’immagine di un uomo, come si suol dire, tutto d’un pezzo. «Continua la fuoriuscita di volgarità e arroganza dalla politica che non viene scelta dai cittadini!», twittava qualche giorno fa il dirigente, dipendente delle Poste, al deputato Pd Mario Adinolfi. E ancora, Ranaldi si era lamentato con Riccardo Milana, parlamentare dell’Api: «I cervelli in Italia li abbiamo sempre avuti, diamo loro credibilità e sostegno!». In fondo, aveva spiegato, bisogna «cambiare davvero, con la testa e con il cuore! E senza il portafoglio. Basta garga-rozzoni e musicanti!». Non era mancata una tirata contro il giustizialismo in politica. «Ma io dico: Di Pietro che ci azzecca con il Parlamento? È parte quando incassa, è giudice quando chiede!». Voci dal Sud 24 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 La crisi STUDIO-CHOC DELLA CGIA: OLTRE UN’IMPRESA SU DUE NON AVRÀ UN FAMILIARE DISPOSTO A RILEVARLA Fabio Savelli - Corriere della Sera.it «Perché chiudo l’azienda di famiglia? I miei figli non la vogliono» Mancanza di redditività, poca voglia di sacrificarsi: così si disperde il made in Italy Un numero: 721mila. Come le imprese chiamate a confrontarsi (nei prossimi anni) sul tema del passaggio generazionale. Immaginare che oltre 360mila di queste chiudano per mancanza di eredi pronti a rilevare l’attività di famiglia equivale a un’ipotesi di “suicidio collettivo” di una generazione - quella dei Millennials (coloro i quali negli anni duemila si sono affacciati al mondo del lavoro) - da più parti etichettata come vittima di un meccanismo infernale che l’ha esclusa dai processi produttivi. L’ANALISI - Un conto salatissimo che la Storia le sta imponendo, con tutto quello che ne consegue anche in termini migratori. Se un recente studio ha confermato una diaspora silenziosa di migliaia di giovani italiani verso le economie più avanzate che (forse) offrono maggiori occasioni di soddisfazione professionale, colpisce come chi sia “baciato” dalla fortuna di avere un lavoro in famiglia ritenga invece non funzionale alla sua esistenza continuare i sacrifici dei propri genitori. Un’elaborazione realizzata per Corriere.it dalla Cgia di Mestre rileva come il 51,8% degli imprenditori intervistati (su un panel di quasi mille attori coinvolti) ritiene che i propri figli non siano interessati a proseguire l’attività paterna/materna. Di più: sono soprattutto quelle del Sud e del centro Italia ad essere maggiormente interessate dal fenomeno, ma anche la straordinaria vitalità imprenditoriale del Nord-est ne uscirebbe intaccata. LE RAGIONI - Al primo posto tra le motivazioni alla base di questa fuga dal ritratto “iper-familista” dell’Italia dipinto come preponderante dai sociologi di varia estrazione c’è la Grande Crisi che sta scompaginando i comportamenti individuali. Denotando un cambiamento sociale di portata inimmaginabile: i giovani “figli di papà” - utilizzando un’accezione negativa ma che sembra fuoriuscire dalla bocca dei loro genitori scoraggiati - sarebbero mal disposti a “sgobbare” nel capannone/laboratorio/fabbrica di famiglia come i loro genitori. Al diavolo le conquiste (soprattutto in termini di consu- mi) delle famiglie, le loro possibilità di spesa cresciute a dismisura dagli anni rampanti del boom economico. IL TITOLO DI STUDIO - Ora la parola chiave è una sorta di riflessione esistenziale sul rapporto costi/benefici: «Mi conviene lavorare dieci ore al giorno come mio padre che fa il fabbro? Sono convinto che la mia unica affermazione di vita sia quella di portare avanti il ristorante di famiglia?». Sempre più spesso la risposta è no. Qualche volta la declinazione individuale si confronta con una volontà (legittima) di studiare e specializzarsi in un altro ambito. Per carità, sono le cosiddette aspirazioni. Tanto che il corollario - certificato anche dalla Cgia - è che le nuove generazioni imprenditoriali (se lo volessero) sono sempre più qualificate in termini di studio: il 70% dei figli è almeno diplomato, il 15% possiede lauree e master. Eppure - al netto di una migliore preparazione teorica sul piano pratico si moltiplicano le chiusure di aziende che non riescono a gestire il passaggio generazionale. Come se si fosse inceppato il meccanismo di trasmissione delle competenze. Amplificato da una sempre maggiore perdita di redditività (retaggio della globalizzazione che amplia sì i mercati di sbocco, ma restituisce una competizione anni fa impensabile). Così anche i genitori sembrano rassegnarsi. Traduzione della frase: «Preferisco che i miei figli facciano altro». Con il rischio di una sfiducia generalizzata verso ciò che ci aspetta e verso le nostre conquiste economiche e di vita, che i figli danno per scontato, ma chissà per quanto. Voci dal Sud 25 Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 rw w w . s o s e d . eu La crisi Abolizione Province? Macchè! Carmine Gazzanni - Infiltrato.it Il governo Monti l’ha detto: aboliremo le Province. Dopo della necessità di nuove modalità di elezioni per i consigli aver letto la spending review sappiamo bene, in realtà, che provinciali si parlava anche nella prima manovra partorita da più di un taglio si dovrebbe parlare di una piccola sforbiciata quest’esecutivo, il decreto Salva-Italia (art.23, comma 15-ss.). e niente più dato che 54 Province rimarranno intatte. Quello Tutto bene, si dirà allora. Niente da ridire, si penserà. che il governo si è dimenticato però di dire è che, intanto, si Peccato che andando a leggere il ddl si scopre un particosta discutendo alla Camera un disegno di legge sulle “moda- lare non da poco: i consigli provinciali non saranno scelti dai lità di elezione del consiglio cittadini. Sembrerebbe asprovinciale e del presidente surdo, ma è proprio così. Di quanto annunciato dal governo Monti all’atto della della Provincia”. Già, proprio Articolo 2, comma 1: “Sono “presa del potere” al fine di risanare le finanze nel pieno della loro sopelettori per l’elezione del pubbliche, prendiamo atto che NESSUN pressione. Segno particolaconsiglio provinciale i sinprovvedimento che tocchi la poltrona e/o la tasca dei re del ddl: non potranno pardaci e i consiglieri comunali politici de “la casta” è stato realizzato. tecipare gli elettori. Proprio in carica nei comuni della TUTTI i provvedimenti sono stati a carico degli così. provincia al italiani che sono stati caricati oltre il limite di ogni Probabilmente pochi ne quarantacinquesimo giorno sopportazione di oneri, tasse e poibizioni. sono a conoscenza, ma alla antecedente la data della E’ uno scandalo dover assistere alla assoluta impunità Camera dei Deputati nei votazione”. dei politici che hanno imposto a Monti di non prossimi giorni si riprendePunto ... in altre parole, il interferire su quanto concerne i loro privilegi e, anzi, rà in mano un disegno di legcittadino è tagliato fuori! continuano ad arrogarsi diritti e vantaggi. ge - l’A.C. 5210 - presentato Verrà amministrato, nelle POSSIBILE CHE NON CAPISCANO che la corda a maggio direttamente da Province che resteranno in troppo tesa si spezza? e se il popolo perde la pazienza Mario Monti (cofirmataria il vita (oppure in tutte, se la si avrebbero ripercussioni e dolori veramente gravi ministro Cancellieri) recannorma sulla soppressione, per tutti . Basta una inezia per fare scoppiare una te “Modalità di elezione del come detto, non dovesse sommossa che potrebbe dilagare a macchia d’olio.consiglio provinciale e del trovare attuazione), senza presidente della provincia”. che abbia espresso il benSilenzio, Pausa, Respiro. ché minimo voto. Domanda: ma non si volevano abolire le Province? Che Ma c’è di più, oltre al problema propriamente democratico, senso ha un Ddl sulle elezioni del consiglio provinciale? ne sorge anche un altro di ordine politico. Sembrerebbe che qualcosa non torni. Se infatti a votare i consigli provinciali saranno sindaci e E in effetti è proprio così. La quaestio province - lo sappia- consiglieri dei Comuni interessati, ciò vuol dire che il colore mo - è stato un po’ lo spauracchio dell’esecutivo di Mario politico delle amministrazioni provinciali non sarà certamente Monti: dal giorno dopo il suo insediamento tutti hanno co- diverso da quello delle amministrazioni comunali. In pratica, minciato con un pressing forsennato affinchè le Province come ha sottolineato l’onorevole Silvana Mura (Idv) in un venissero abolite, soppresse, cancellate. post sul suo blog, “questo significa che in questi enti di seQuasi fossero - e in parte, è bene dirlo, lo sono - l’emblema condo grado, per quanto inutili, ci saranno esponenti solo dei dell’Italia spendacciona. due principali partiti, che hanno il maggior numero di eletti nei Il sette agosto scorso sembrava che la cosa si fosse risolta: consigli comunali”. Con la conseguente esclusione di tutti gli la spending review, dopo l’approvazione della Camera, viene altri. Un’egemonia partitica, dunque, permessa proprio convertita in legge. dall’azzeramento democratico per la non-partecipazione al voto Sorrisi di giubilo, entusiasmi, compiacimento, dichiarazioni del cittadino. in pompa magna per annunciare, finalmente, che le province Il motivo, come detto, risponde solo a dinamiche di risparsaranno abolite. mio. Secondo il rapporto del Centro Studi delle Camere, infatO meglio: che le Province potrebbero essere abolite. Il con- ti, in questo modo le elezioni provinciali, considerando anche dizionale, infatti, è assolutamente d’obbligo. le possibili soppressioni, arriverebbero a costare circa 700 Due i motivi. Primo: quello che sarebbe dovuto essere un mila euro (anche se, come osserva la Mura, “è ancora tutto da taglio netto altro non è stato che una sforbiciatina. vedere”), invece che oltre 300 milioni di euro. Secondo: come Infiltrato.it ha dimostrato, passeranno proUn grosso risparmio, non c’è che dire. Ma a che prezzo? babilmente anni prima che la norma diventi realmente operaAnnullando totalmente il potere democratico del cittadino. tiva dato che, affinchè questo accada, sarà necessario un Azzerandolo. ulteriore “atto legislativo di natura esecutiva”. Ovvero La domanda nasce spontanea: ma non ci si poteva ingegnare un disegno di legge presentato dall’esecutivo che, in quanto in altra maniera per tagliare gli sprechi? Assolutamente sì. tale, seguirà il normale iter parlamentare (discussione ad una Lo dice chiaramente la Corte dei Conti nell’ultima relazione delle due Camere – approvazione – discussione all’altra Ca- sulla rendicontazione generale dello Stato: gli sforzi finora mera – approvazione). Col rischio palese, insomma, che i tem- sono stati fatti soprattutto dalle famiglie e dalle classi mediopi previsti dal provvedimento stesso non vengano rispettati. basse, mentre risultano “mancanti, insufficienti o in ritardo” Eppure, si dirà, il tentativo di sopprimere gli enti provinciali quegli interventi che avrebbero potuto “in parte compensare è stato fatto. Perlomeno sulla carta. i sacrifici”, come una “significativa riduzione dei costi della Perché, allora, il disegno di legge sulle elezioni del consi- politica”, innanzitutto quella parlamentare. glio provinciale? Un motivo, in realtà, c’è. Come spesso accade con il governo Monti, il provvedimento è finalizzato ad un taglio radicale delle spese, tanto che Voci dal Sud 26 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 La crisi L ’Istat lancia l’allarme per il lavoro: «Il crollo è vicino» Calabria Ora ROMA L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie cresce dello 0,1% in agosto rispetto al mese precedente e dell’1,6% rispetto a un anno prima. Lo rileva l’Istat. I salari sono saliti a un ritmo della metà più lento rispetto all’inflazione annua, che si è attestata al 3,2% ad agosto. Nella media del periodo gennaio-agosto 2012 l’indice è cresciuto, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, dell’1,4%. Con riferimento ai principali macro-settori, ad agosto le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento annuo del 2% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che ad agosto presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli, gomma plastica e lavorazioni di minerali non metalliferi (2,8%), chimiche, legno, carta e stampa (2,7%). Si registrano, invece, variazioni nulle per telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione. A picco anche i consumi «Mai così male dal ‘46» Calabria Ora ROMA Non basta il mercato dei mutui. Insomma il 2012 inizia male per il ’mattonè, su cui pesano anche il credit crunch dovuto alle nuove regole e una disoccupazione in crescita. Previsioni nere sono quelle che arrivano dalla Confcommercio, che rivede al ribasso il calo dei consumi per quest’anno, annunciando così «la peggiore variazione negativa della storia della Repubblica». L’organizzazione dei commercianti rileva come solo pochissimi settori di spesa (la telefonia e l’informatica) e solo un canale di distribuzione, il discount, riescano a tenere. Per le associazioni dei consumatori, però, la caduta sarà ancora più forte: per Federconsu-matori e Adusbef il rischio è che si raggiunga una flessione del 5%. Basti penare che per il Codacons i consumi per prodotti della tavola sono tornati indietro di 33 anni. Preoccupazioni vengono espresse anche dagli agricoltori, con Coldiretti che sottolinea come gli italiani stiano tagliando anche sui consumi alimentari. In allarme pure la Cia-Confederazio-ne italiana agricoltori. Voci dal Sud 27 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Agricoltura . Si continua ad affossare l’olio extravergine di buona qualità Non è chiara la strategia che informa alcune delibere europee: Si vuole proteggere il consumatore o alcune lobby internazionali? Paolo Pellicciari no identificazione sulNuova normativa EuChi se ne avvantaggerà? la domanda, l’etichetta. ropea sull’Olio D’Oliva. spontanea e giustificata non ha una facile Scoprire l’olio deoDopo la Sentenze della risposta! Sarà il produttore che venderà dorato non è semplice, meglio il suo “lampante”? sarà il Corte di Giustizia Europerché la differenza tra commerciante che comprerà lampante e dopo pea sul cioccolato e sulla alcune manipolazione lo venderà per un buon olio di qualità “liberalizzazione” degli Extravergine? oppure sarà il consumatore che e un olio di “cattiva insediamenti di Superlo pagherà poco anche se si è illuso di qualità” è data oltre che mercati, il “legislatore” comprare Extravergine ed ha preso un dal sapore, dalla quanoliaccio di pessima qualità, ma con un buon europeo ha emanato tità di alcune sostanze vestito? un’altra norma discutibiUna cosa è certa, per fare olio extravergine denominate alchili estele. buono ci vogliono tanti accorgimenti e ri. Dal 1 aprile per legge tantissime spese che a partire sin dalla La quantità di questi è possibile deodorare fioritura giungono fino alla fase finale del alchili in un buon olio si prodotto imbottigliato a “regola d’arte” . (??) l’olio. Ma cosa siaggira intorno ai 15 mg/ Si anche imbottigliato a regola d’arte perchè gnifica esattamente? per imbottigliare un buon olio e garantire una kg, mentre per l’olio L’olio extravergine di buona coservazione ci sono tecniche deodorato, la normatioliva può essere sofisticate e macchine moderne. va europea fissa un lirigenerato, quindi tutte Intanto ... i sipermarket italiani sguazzano mite di 75mg/kg ovvenell’olio extravergine in bottiglie da un litro quelle olive di pessima ro il 500% in più. a soli 2,90 che è meno di quanto il VERO qualità, acciaccate o riestravergine viene pagato all’ingrosso al E tanto per ribadire maste giorni e giorni nelproduttore. la trasparenza, in etile cassette generando E gli altri passaggi chi li paga? quanti chetta non vi è l’obblianche cattivo odore, dovranno fare un ricarico su quella bottiglia? go di indicare la quanproviamo a pensarci solamente ... potranno essere deodotità di “alchili” per kg. Il commerciante all’ingrosso che ha comprato rate. dal produttore, l’imbottigliatore, la tipografia La questione riveste Dal prossimo 1 aprile stampa l’etichetta, il produttore delle bottiglie un’importanza di rilievo questa pratica sarà legae dei relativi tappi, i trasportatori, i sulla salute dei cittadini le. rappresentanti, ed infine il rivenditore al e viene da domandarsi dettaglio. Il fatto è che un olio fino a che punto intePerciò come avviene che al dettaglio viene prodotto con olive di venduto meno di quanto è costato ressa all’Europa la loro pessima qualità o deosemplicemente produrlo? salute? dorate, tenderà comunCe lo chiediamo, MA VORREMMO CHE Possibile che nessuque all’ossidazione e i ANCHE GLI ORGANI TUTORI se lo no pensi a rilanciare chiedessero! consumatori non saranl’agricoltura “locale”? no più in grado di capiPossibile che nessuno re se sta acquistando pensi a codificare che una percentuale di prodotti olio di qualità. A “pagare” saranno i produttori che producono venduti nei Supermercati deve provenire dall’ecoolio d’oliva con olive di prima qualità che non avran- nomia locale? Voci dal Sud 28 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Agricoltura . Provincia e Regione aprono un canale per finanziamenti rapidi e sostegno al credito la “ricetta” dell’Ente Domenico Mammola - Calabria Ora PALMI - Regione e provincia reggina aprono un canale per discutere di agricoltura nella Piana. L’Assessore Provinciale all’Agricoltura, il rosarnese Gaetano Rao, ha raggiunto, alcuni giorni fa, gli uffici catanzaresi per confrontarsi con il dirigente generale Giuseppe Zimbalatti e mettere a fuoco alcuni dettagli. Langue ancora quel famoso tavolo sull’agricoltura che avrebbe dovuto rappresentare una sorta di panacea per il comparto, assicurando rappresentatività ad enti locali, produttori e associazioni. In attesa che si riparta con quella piattaforma, c’è il confronto tra gli enti sovra comunali. Rao è uscito soddisfatto dall’incontro nel capoluogo, «in particolare - si legge in una nota della giunta provinciale - della disponibilità di Zimbalatti a supportare e condividere i percorsi amministrativi che, a breve, la Provincia metterà in campo per ridare slancio all’intero comparto. Una comunione di intenti che darà forza e renderà ancora più spedita l’attività della Provincia». I problemi messi sul tavolo dall’assessore pidiellino sono noti e, nonostante ciò, irrisolti. «Gli imprenditori agrumicoli stanno attraversando una fase di forte crisi - ha spiegato Rao - e necessitano di un adeguato e specifico sostegno da parte delle Istituzioni. Pur nel quadro delle ristrettezze finanziarie, Zimbalatti ha assicurato che sono allo studio specifici interventi idonei ad affrontare la crisi del settore, interventi che saranno previamente concordati anche con la Provincia. Di fatto, le questioni che rimangono aperte non sono solo quelle ormai strutturali, ma anche funzionali legate alle erogazioni. «È stato molto importante - ha puntua- lizzato Rao - parlare di reali problemi dell ’ ag r i c ol t ur a , q u a l i l a n e c e s s i t à d i velocizzare sempre più la erogazione dei contributi comunitari e favorire, concretamente, l’accesso al credito delle imprese agricole». In pratica si deve trovare una soluzione affinché i fondi europei - ossia quelli contenuti in tutti i piani finanziati da Bruxelles - arrivino presto nelle tasche degli agricoltori, così come appare necessario che si apra un dialogo anche con l’universo del credito per agevolare le imprese agricole che tentano difficili investimenti. A tale proposito non possono che venire in mente due tipologie d’investimento futuribili: la riconversione delle colture, ed il lancio dei prodotti con strategie di marketing e nuove sinergie tra consorzi e imprese. Tutte operazioni che, a costo zero, non possono essere compiute. Voci dal Sud 29 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Archeologia sottomarina Resti di una civiltà scomparsa nei fondali del canale di Sicilia Ignazio Burgio - Express-news.it 1957 e 2010: due occasioni in cui sono state individuate misteriose rovine sommerse sui fondali del Canale di Sicilia, tra l’isola di Linosa ed il Golfo della Sirte. Il pensiero istintivamente corre alle cittadine sommerse individuate alcune decine di anni fa al largo delle coste israeliane e risalenti al 6000 a. C. circa. Le ricerche geologiche d’altra parte confermano che vaste aree tra la Tunisia e la Sicilia, oggi in fondo al mare, erano allora all’asciutto e dunque potevano ospitare anche centri abitati. Forse anche il misterioso Lago Tritonide, sede del Regno delle Amazzoni, citato da molti autori antichi e sommerso dal mare, poteva corrispondere ad un lago tunisino ora non più esistente. Nell’estate del 1957 il capitano Raimondo Bucher, esperto subacqueo effettuò insieme al fratello alcune immersioni presso l’Isola di Linosa. Secondo il suo resoconto all’agenzia “Italia” – riportato poi dal “Corriere della Sera” del 1 settembre dello stesso anno – i due sommozzatori si imbatterono in una vera e propria muraglia sommersa lunga un centinaio di metri e costituita da massi regolarmente squadrati che strapiombavano fino ad una profondità di 55-60 metri. “L’assoluta assurdità di questa regolare muraglia mi ha un poco meravigliato – dichiarò poi Bucher – e mi sono subito reso conto che quella formazione che mi stava davanti, tanto regolarmente disposta, non poteva essere della medesima natura vulcanica di cui è costituito il restante fondale del luogo”. L’ultimo giorno di immersione il comandante s’imbattè in qualcosa di ancora più curioso: “Una forma grossolanamente umana mi si delineò davanti: ad un’osservazione più attenta potei constatare che si trattava di una specie di idolo di tipo faraonico, molto rozzamente modellato. Tutte queste osservazioni (a parte la presenza di una grande quantità di anfore, le quali però possono essere, e probabilmente sono, i resti di qualche naufragio) mi hanno persuaso – ha continuato il capitano Bucher – di trovarmi in presenza delle vestigia di una civiltà antichissima”. Il capitano avrebbe anche scattato alcune fotografie subacquee – di cui per il momento si è persa traccia – non solo di una ma di ben due statue. Ciò che smorza l’istintivo atteggiamento di scetticismo adottato da chiunque prudentemente si sforzi di mantenere i piedi per terra di fronte a resoconti di questo genere è l’eccezionale personalità del protagonista. Raimondo Bucher, classe 1912, ungherese ma di padre italiano, iniziò come pilota aereonautico nell’aviazione italiana per poi cominciare ad interessarsi poco prima della Seconda Guerra Mondiale anche di attività subacquea. E’ proprio in questo campo che fornì un gran numero di importanti contributi come inventore di nuovi dispositivi per le immersioni (un aliante subacqueo nel 1955, nuovi tipi di pinne nel 1957, erogatori “ad offerta” di ossigeno nel 1958, ecc.) e di custodie a tenuta stagna per macchine fotografiche e cinematografiche per le riprese in immersione (Arriflex 35 mm, Rectaflex 35 mm, Rolleifex 6×6, Hasseblad 500 SW). Nel 1952 esplorò il percorso sotterraneo del fiume Busento, nel 1956 scoprì la città sommersa di Baia nel Golfo di Napoli, mentre la scoperta e l’esplorazione di relitti sommersi sembravano quasi ordinaria amministrazione fino ad anni recenti: ancora nel 1995, alla rispettabile età di 84 anni, Bucher fece riprese video del relitto della famosa nave dei veleni, la Klearkos a 83 metri di profondità ! Non è un caso che sia stato il primo a scendere a grande profondità in assenza di bombole e ad inventa- Voci dal Sud 30 w w w . s o s e d . eu re la disciplina sportiva delle immersioni in apnea: nel 1950 scese a -30 metri nel Golfo di Napoli alla presenza di una commissione ufficiale, nel 1952 a -39 metri per poi subito dopo arrivare a -44 come risposta alle insinuazioni di irregolarità da parte di Jaques Ives Cousteau. Un personaggio straordinario non solo nel campo dell’attività subacquea, forse appartenente a tempi in cui tali personalità fuori dal comune erano meno rare di quanto non lo siano oggi, e che si è spento a Roma nel 2008. E’ veramente difficile dunque ritenere senza esitazione che Bucher e suo fratello avessero preso un abbaglio nelle acque di Linosa, e men che meno che si fossero inventati tutto per chissà quale scopo. In effetti i fondali di Linosa contengono anche alcune curiose formazioni sommerse dall’aspetto di muraglioni che da pochi metri di profondità precipitano a picco per diverse decine di metri, anche se vengono considerate di origine naturale. Non mancano neppure i resti di anfore greche e romane, frutto dei frequenti naufragi in quei tempi antichi. Tuttavia al momento non sembra vi siano tracce né di misteriose rovine, né tanto meno di statue o idoli faraonici. Tutta questa storia dopo gli anni cinquanta sembrava essere stata dimenticata, ma proprio in questi ultimi tempi è tornata alla ribalta in seguito ad un’altra curiosa notizia. Alla fine di gennaio del 2010 le agenzie di stampa hanno infatti battuto il seguente comunicato: “Mezzi della Marina libica avrebbero scoperto, sui fondali al centro del Mar Mediterraneo, cospicue tracce d´interesse archeologico, tra cui anche i resti di diversi edifici di tipo urbano. Si tratta forse dei reperti dell´antica capitale di Atlantide? Nei giorni scorsi, l´agenzia ufficiale di stampa della Jamahiriya ha pubblicato un comunicato dal quale, pur tra mille coperture, trapelava la notizia che resti di costruzioni di importanza notevole sarebbero stati individuati, nei mesi scorsi, a quasi 400 metri di profondità, sopra un fondale piuttosto basso. Il ritrovamento è avvenuto in alto mare, in una località che non viene esattamente rivelata, tra il Canale di Sicilia e le acque del Mediterraneo orientale. Frammenti di sculture, diversi oggetti metallici d´uso comune e la testa di Melqart (eroe semi-divino, assimilabile all´Eracle greco, dal quale discendeva la regalità nell´antico regno), sono stati portati a riva e sono ora allo studio presso i competenti uffici archeologici di Stato della Jamahiriya. La località del ritrovamento è nota ai pescatori con il nomignolo di Deir ash Sheytan (la dimora di Satana) e anche, in lingua maltese, di Kadal Diawul, a causa delle notevoli perdite che il bassofondo ha sempre provocato alle reti ed ai bottini dei pescatori, poiché spesso le reti si strappano, dopo essersi impigliate in misteriosi oggetti sommersi. La notizia appare di primaria importanza, perché la AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 localizzazione sembra confermare alcuni studi su Atlantide, compiuti negli anni scorsi da un noto studioso italiano. Lo studioso italiano in questione è Alberto Arecchi che localizza il sito della leggendaria isola platonica appunto nel Canale di Sicilia, mettendola in correlazione anche con le misteriose civiltà del Nord-Africa. Adistanza di quasi un anno le autorità archeologiche libiche non hanno ancora fornito ulteriori notizie in merito a questi ritrovamenti sommersi, che per la verità sulla base di quell’unico comunicato destano non po- che perplessità. Iframmenti di sculture, gli oggetti metallici di uso comune e la testa di una statua raffigurante il dio fenicio Melqart (che in virtù della sua precisa identificazione si intuisce debba presentarsi ancora in stato di buona conservazione) potrebbero in realtà appartenere ad un’antica nave punica affondata. Ma a destare molti dubbi sarebbero le presunte rovine sommerse ritrovate ad una così grande profondità (400 metri addirittura) e ad una certa distanza dalla costa, si presume nel Golfo della Sirte. In tempi molto antichi, fino al VII – VI millennio a. C. il livello del Mar Mediterraneo era molto più basso rispetto ad oggi. Secondo le ricerche di esperti come ad es. Tjeerd van Andel, geologo dell’Università di Cambridge, superfici costiere oggi sommerse erano all’asciutto, molte attuali isole erano unite le une alle altre, ed alcune addirittura non lo erano ancora, poiché unite alla terraferma. Era questo il caso ad esempio delle attuali isole Egadi (al largo di Trapani) fuse in una vasta superficie asciutta del Canale di Sicilia a sua volta unita all’isola siciliana. Dall’altro versante anche le isole maltesi erano inglobate in un vasto promontorio unito alla parte meridionale sempre della Sicilia, mentre le coste tunisine erano molto più vicine al litorale siciliano incorporando anche le attuali Isole Pelagie: Pantelleria, Lampedusa, ed ovviamente anche Linosa. Anche la parte occidentale del Golfo della Sirte era in gran parte asciutto. E’ provato che in quei tempi remoti esisteva già la civiltà nelle regioni mediorientali : le rovine ed i numerosi reperti ad esempio della città anatolica di Catal-Uiuk, odi Gerico in Palestina risalenti anche all’VIII millennio a. C. stanno lì a dimostrarlo. Ed esistevano anche centri urbani costieri poi som- Voci dal Sud 31 rw w w . s o s e d . eu mersi dall’innalzamento del mare. Al largo della città israeliana di Haifa ad una trentina di metri di profondità sono state infatti scoperte nel secolo scorso i resti di insediamenti grandi e piuttosto sofisticati risalenti al VII millennio a. C. Atlit-Yam, Neve-Yam, Megadim, ed altre ancora si dimostrano essere state cittadine costiere i cui abitanti erano dediti alla pesca oltre che al commercio di prodotti ittici, ed il cui livello di vita doveva essere tutt’altro che povero: le rovine presentano infatti edifici in muratura, magazzini ancora pieni di scorte, piazze lastricate, pozzi per l’acqua e luoghi di culto megalitici. In teoria dunque anche nelle aree oggi sommerse, ma a quei tempi ancora all’asciutto, del Mediterraneo centrale ed occidentale, potevano esservi insediamenti di ogni dimensione ed importanza, ancora ovviamente tutti da scoprire. Ma è poco probabile che si trovino ad una profondità superiore a 90 – 100 metri, poiché come ci dicono le ricostruzioni geologiche tale è stata la portata dell’innalzamento dei mari in tutto il mondo in seguito allo scioglimento dei ghiacci alla fine dell’ultima era glaciale (e non è certo una misura di poco conto). In particolare le due sponde opposte del Canale di Sicilia – che doveva apparire più simile ad uno stretto, largo non più di 50 – 100 chilometri – certamente presentavano una geografia costiera ricca di golfi e approdi, favorevoli al sorgere di insediamenti urbani dediti alla pesca ed agli scambi, sia con le altre cittadine, sia con i gruppi di cacciatori/allevatori/coltivatori dell’entroterra. In conseguenza dello scioglimento dei ghiacci e della mutata situazione climatica, in quel remoto periodo anche le precipitazioni risultavano molto più abbondanti dovunque anche negli attuali territori desertici del Sahara. Asud di Tunisi si trovava un lago chiamato Ouargia dai geologi, e veniva alimentato da un fiume che dagli altopiani del Tassili – oggi assolutamente secchi e aridi – scorreva verso nord lungo un territorio allora molto più umido e fertile. In mezzo alle attuali sabbie ardenti dell’Algeria meridionale e del Mali settentrionale si stendevano grandi laghi azzurri chiamati dai geologi Taouat, Taoudenni, Azouak, ecc. Queste vaste zone umide, e le praterie che sostituivano l’attuale sabbia arida, richiamavano una gran quantità di specie animali cacciate dai numerosi gruppi umani presenti in tutto il Sahara, come testimoniato dai graffiti e dalle pitture rupestri che ci hanno lasciato in molte parti del grande deserto, come ad esempio proprio negli altopiani del Tassili. Il fiume che nasceva da questi altopiani in pieno Sahara sfociava come si è detto in un grande lago nell’attuale Tunisia, l’Ouargia appunto. Questo poteva in realtà essere il misterioso Tritonide –lago o “palude” – di cui parlano molti scrittori antichi, da Apollonio di Rodi nelle “Argonautiche” a Scilace di Carianda, Erodoto e Diodoro Siculo. Quest’ultimo riporta sorprendenti notizie ricavate a sua volta da un testo perduto del II sec. a. C. di un certo Dioniso Scitobrachione di Alessandria, il quale affermava che il lago in questione era il regno delle Amazzoni della Libia (nel senso di Nord-Africa) molto più antiche e ben distinte (Diodoro ci tiene a sottoline- Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 arlo) dalle più famose Amazzoni incontrate dagli Argonati nel Ponto, l’attuale Turchia settentrionale. Il regno nordafricano delle Amazzoni era “un paese ad Occidente agli estremi confini della Terra, governato da donne che avevano uno stile di vita dissimile dal nostro. Infatti era costume di queste donne coltivare con impegno l’esercizio della guerra per conservarsi vergini. Poi passati gli anni dedicati all’attività militare, si univano agli uomini per procreare. Soltanto loro però governavano, comandavano ed esercitavano i pubblici uffici. Gli uomini, come le donne sposate da noi, conducevano una vita casalinga, eseguendo gli ordini delle loro spose e non curandosi né dell’attività militare né del governo del regno. Non appena i bambini nascevano le donne li consegnavano agli uomini affinchè li nutrissero con latte ed altri cibi adatti all’infanzia. Alle bambine bruciavano le mammelle affinchè non crescessero, convinte che fossero di impedimento nei combattimenti. Per questo venivano chiamate “Amazzoni”, ovvero senza mammelle. Vivevano su di un’isola la quale per il fatto di trovarsi ad occidente era chiamata Esperia, ed era situata nella palude Tritonide, vicino all’Oceano [il Mar Mediterraneo ?] che prende il nome dal fiume Tritone che in esso affluisce. Si dice che questa palude fosse ai confini dell’Etiopia [il Magreb ?] vicino ad un monte, presso l’Oceano, chiamato dai Greci Atlante, che sorpassava in altezza tutti gli altri. L’isola appena citata era ben grande, e piena di alberi da frutto di vario genere, da cui la gente del paese si procurava cibo…” (Diodoro Siculo, Biblioteca Storica, Libro III). Diodoro continua narrando di come le donne guerriere riuscirono a sottomettere le località vicine tranne una città sacra di nome Mene, vicina ad un grande vulcano attivo che forniva anche Ossidiana ed altri minerali. Poi dopo avere sconfitto anche i Libi e i nomadi dell’interno, fondarono anche una grande città di nome Cherroneso sempre nella loro isola all’interno del Lago Tritonide. Sempre secondo lo storico di Agira tuttavia, isola e città scomparvero successivamente insieme a tutto il lago sommersi dalle acque del Mediterraneo allorchè il mare irruppe nel bacino di acqua dolce in seguito ad un forte terremoto. Proprio sul racconto dello storico siciliano, tra l’altro, si basa la ricostruzione del prof. Alberto Arecchi. Diodoro Siculo si rendeva perfettamente conto che una storia come questa poteva sembrare fantasiosa già ai lettori dei suoi tempi, ma, a parte donne guerriere e città sommerse, i più recenti studi geologici nel Canale di Sicilia sembrano dargli ragione, come abbiamo visto. Nonostante vi sia chi identifichi il regno delleAmazzoni con le Isole Canarie, se è vero che il Lago Tritonide corrispondeva con l’antico lago tunisino di Ouargia e si trovava nella parte un tempo emersa del Golfo della Voci dal Sud 32 w w w . s o s e d . eu Sirte, sia terremoti che innalzamento del Mediterraneo provocarono dopo il 6000 a. C. anche il suo inabissamento, lasciando in superficie solo i picchi più alti come le attuali Isole Pelagie, ovvero Lampedusa, Linosa e Pantelleria, quest’ultima all’epoca un vulcano attivo che forniva anche Ossidiana lavorata ed esportata nei millenni successivi in tutto il Mediterraneo Occidentale. Comunque sia, dalla parte opposta dell’attuale Tunisia, analoghe testimonianze di arte rupestre rinvenute nelle grotte siciliane dimostrano una similare attività di gruppi umani preistorici dell’entroterra dediti alla caccia e alla raccolta/coltivazione di piante commestibili. Nella Grotta dell’Uzzo nella Riserva naturale dello Zingaro (fra Palermo e Trapani) ed in altre vicine, oltre ad interessanti graffiti sono state rinvenute chiare prove dell’arrivo delle nuove tecniche agricole da sud, ovvero dalla prospicente costa africana, anziché da oriente. Sulle pareti della Grotta del Genovese nell’Isola di Levanzo (Egadi), sono state rinvenute oltre a tre sagome umane impegnate in una danza, anche l’immagine pittorica di un tonno, segno che la pesca veniva praticata nella zona, anche se probabilmente non da chi frequentava abitualmente quelle grotte. Non è escluso infatti che lungo le antiche linee costiere della Sicilia vi fossero numerosi insediamenti, che oggi si trovano in fondo al mare. Quest’ultimo poi finì per invadere inesorabilmente i campi e le eventuali città spinto dallo scioglimento dei ghiacci polari, anche se certamente non solo per questo motivo, come possono dimostrare le rovine sommerse di un’altra città a noi molto più vicina nel tempo. Un paio di mesi prima dell’annuncio da parte delle autorità libiche del ritrovamento delle rovine sommerse a grandi profondità, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana all’inizio del dicembre 2009 dava notizia della scoperta di un’antica città romana tardoimperiale sommersa nei bassi fondali della Cirenaica, nel Golfo di Bomba. Un gruppo di archeologi italiani diretti da Sebastiano Tusa, mentre erano impegnati già da qualche anno in un progetto di ricognizione archeologica lungo le coste libiche – ArCoLibia (Archeologia Costiera della Libia) –si trovarono improvvisamente di fronte a resti di case, strade, tombe, sommersi ad una profondità di appena tre metri sotto la superficie marina. L’insediamento rimase vittima di un fenomeno geologico noto come bradisimo negativo, caratterizzato da un lento abbassamento della superficie costiera (proprio come ad esempio nel caso di Venezia). Ma segni di impatti violenti in alcuni muri di mattoni che risultano addirittura spostati fanno sospettare che la città prima di essere vinta dalle maree sempre più alte, venne devastata anche dallo tsunami che si abbattè in tutto il Mediterraneo centrale e orientale nel 365 d. C., recando danni anche ad esempio a diversi porti siciliani come Eraclea Minoa nei pressi dell’attuale Sciacca. Responsabile di quella catastrofe fu probabilmente un non meglio identificato terremoto sottomarino, ma qualche geologo avanza anche l’ipotesi di una violenta AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 eruzione subacquea dell’Empedocle, il grande vulcano sommerso scoperto appena da pochi anni nelle profondità del Canale di Sicilia. Innalzamento dei mari, bradisismi, terremoti, tsunami, contribuirono certamente a rendere estremamente difficile e precaria la vita di quelle antichissime città marittime probabilmente esistenti tra il 9000 ed 6000 a. C. nelle superfici oggi sommerse tra Sicilia e Africa. Senza contare che non passarono certamente indenni di fronte alla tremenda prova costituita dalla “catastrofe delle catastrofi”: l’imponente e distruttivo megatsunami scatenato in tutto il Mediterraneo Centrale e Orientale dal crollo nel Mar Jonio del fianco est dell’Etna, proprio intorno al 6000 a. C. Le gigantesche ondate alte anche, secondo i calcoli dei ricercatori, più di 40 metri, si abbatterono anche lungo le coste africane del Golfo della Sirte e di riflesso – secondo quanto stabilito dalle simulazioni al computer – rimbalzarono verso le restanti coste siciliane e tunisine del Canale di Sicilia. Non è troppo fantasioso immaginare che quelle ipotetiche città subissero gravissimi lutti e danni soprattutto alla loro attività economica e commerciale, cadendo in rovina anche prima che l’inesorabile innalzamento del mare li ricoprisse. In conclusione, c’è più di un motivo dunque per ritenere che il Capitano Bucher più di cinquant’anni fa abbia realmente scoperto una di queste antichissime città sommerse nei fondali di Linosa. Eche analogamente anche i sommozzatori libici nel gennaio del 2010 ne abbiano localizzato un’altra nel Golfo della Sirte. Molto probabilmente tuttavia, non saranno le uniche presenti in fondo al Canale di Sicilia. Bibliografia. Vestigia d’una antica civiltà scoperte nel mare di Linosa, in: www.nuovaricerca.org/linosa.htm Ian Wilson, I pilastri di Atlantide, Fabbri Editore (da p. 97 a p. 104 viene descritto l’ambiente geografico e climatico del Nord-Africa e del Canale di Sicilia come dovevano apparire subito dopo la fine dell’ultima era glaciale. Nel Cap.XIV, da p. 219 si discute del problema del Lago Tritonide in Tunisia). Luigi Bernabò Brea, La Sicilia prima dei Greci, Il Saggiatore. Francesca M. Pergolizzi, Eliana Marino,ITINERARIO DELLA SICILIA ANTICA, La Preistoria e la Protostoria, in: Alberto Arecchi, Atlantide, Liutprand editore. Libia – scoperta una città sommersa di epoca romana, in: www.archeoblog.net Aldo Piombino Il Canale di Sicilia e i suoi tanti vulcani Nota. Le immagini fra il testo provengono dall’Enciclopedia in rete Wikipedia. Voci dal Sud 33 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 M i s t e r i italiani Un sommergibile affondato nel mare dell’oristanese è ricoperto da uno strato di cemento: perchè? La nuova Sardegna ORISTANO - Ci sarebbe il relitto di un misterioso sommergibile adagiato nei bassi fondali tra la spiaggia di Is Arenas, e la scogliera di Is Benas,questo è quanto si legge sul sito “lanuovasardegna”. La notizia arriva da fonti autorevoli: Gianluca Mirto, Sergio Pivetta e Giorgio Spazzapan, autori del libro di recente pubblicazione “Relitti e navi sommerse”. «Il relitto, presenta evidenti danni da uno o più attacchi di artiglieria, è coperto da una colata di cemento». Chi ha nascosto in un sarcofago di calcestruzzo un sommergibile? E soprattutto, cosa si cerca di nascondere? La massa cementata di Is Arenas è lunga 77 metri e poi ci sono quelle ossa umane… La Capitaneria di Oristano con l’ordinanza numero 17 del 6 luglio scorso, ha “blindato” la zona. Il motivo? Intanto l’ordinanza recita “Una segnalazione pervenuta a questo ufficio in data 27 giugno 2011 circa la presenza di un presunto ordigno bellico in località Sa Rocca Tunda del comune di San Vero Milis, giacente su un fondale di circa 15 metri». Nell’ordinanza si parla di un’interdizione totale e immediata della zona «fino all’inizio delle operazioni di brillamento». Se quella massa di 77 metri è davvero un sommergibile coperto di calcestruzzo significa che qualcuno ha voluto nascondere un segreto molto scomodo. ... oppure ha voluto arginare un possibile inquinamento molto pericoloso. Voci dal Sud 34 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Nuove Leggi & Innovazioni Sanatoria lavoratori stranieri irregolari: come funziona di Renata Carrieri e Pierluigi De Benedittis Dal 15 settembre sarà possibile regolarizzare gli stranieri extracomunitari che lavorano “in nero”nel nostro Paese. Lo prevede il Decreto Legislativo n. 109 del 16 luglio 2012 che attua la Direttiva europea n. 52/ 2009 volta a rafforzare la cooperazione tra Stati membri nella lotta contro l’immigrazione illegale ed introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Il Decreto introduce sanzioni più dure (saranno previste aggravanti per le quali le pene già esistenti vengono aumentate da un terzo alla metà) per chi offre lavoro a immigrati irregolari oltre a dare la possibilità (e questa è la vera novità del provvedimento) agli stranieri vittime di sfruttamento di denunciare i loro aguzzini ottenendo in cambio un permesso di soggiorno della durata di sei mesi, rinnovabile fino al periodo necessario per la definizione del procedimento penale a carico del datore di lavoro. I datori di lavoro che impieghino lavoratori stranieri “in nero” da almeno tre mesi potranno, quindi, chiedere la regolarizzazione del rapporto di lavoro senza vedersi applicata alcuna sanzione. Beneficiari del provvedimento saranno tutti gli stranieri (extracomunitari) presenti nel territorio italiano ed irregolarmente impiegati in qualsiasi tipo di attività lavorativa: dalle colf ai muratori, agricoltori e quant’altro. A differenza dell’ ultima sanatoria arrivata nel 2009 che riguardava solo i rapporti di lavoro domestico e di assistenza (colf e badanti), questa del 2012 sarà rivolta a tutti senza distinzioni o preferenze in base al tipo di lavoro svolto. Unico requisito richiesto per la regolarizzazione è che il rapporto di lavoro sia a tempo pieno (eccezion fatta per il lavoro domestico e di assistenza purchè non inferiore alle 20 ore settimanali). Soggetti interessati Il provvedimento è rivolto ai datori di lavoro che alla data del 9 agosto 2012 occupano da almeno 3 mesi ed in maniera irregolare lavoratori stranieri non in regola: lavoratori stranieri che a loro volta, per essere coinvolti nella sanatoria, devono essere presenti sul territorio italiano (con o senza titolo di soggiorno) almeno dal 31 dicembre 2011. Un passaggio controverso quest’ultimo poiché se lo straniero è presente sul territorio in maniera irregolare non può essere facile attestarne la presenza a partire dal 31 dicembre 2011: tale attestazione deve avvenire da parte dello straniero tramite documentazione da “organismo pubblico” la cui attendibilità sarà verificata di volta in volta dagli uffici. La regolarizzazione sarà esclusa per gli stranieri che: risultino espulsi per motivi di ordine pubblico o di sicurezza o per motivi di prevenzione del terrorismo; risultino segnalati anche a livello internazionale come non ammissibile in Italia; siano comunque considerati una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato italiano o di altro Stato dell’area Schengen a prescindere da un provvedimento di espulsione; risultino condannati anche con sentenza non definitiva o patteggiata per uno dei reati per i quali l’articolo 380 del Codice di procedura penale prevede l’arresto obbligatorio in fragranza. Il datore di lavoro che vorrà regolamentare la posizione di un lavoratore in nero dovrà sborsare la cifra forfettaria di 1000 euro (per ciascun lavoratore da regolarizzare) più almeno 6 mesi di contributi previdenziali. Anche in questo caso sono esclusi dal provvedimento i datori di lavoro che: - risultino condannati anche con sentenza non definitiva o patteggiata negli ultimi cinque anni per reati connessi all’occupazione illegale di stranieri, all’intermediazione illecita ed allo sfruttamento lavorativo, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o allo sfruttamento della prostituzione o di minori da impiegare in attività illecite; abbiano avviato in passato procedure di emersione fatto richiesta di assunzione dall’estero di cittadini stranieri senza successivamente procedere alla sottoscrizione del contratto di soggiorno o alla successiva assunzione del lavoratore straniero (salvo cause di forza maggiore non imputabili al datore di lavoro). La presentazione della domanda di regolarizzazione (allo Sportello Unico per l’Immigrazione) spetta al datore di lavoro e può essere presentata dal 15 settembre al 15 ottobre 2012. Voci dal Sud 35 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Grillo urla: rivoluzione! Ma la piazza è semivuota Ieri a Parma la manifestazione del Movimento a 5 stelle Mario Ventura - da Internet ROMA «Diranno: flop del Movimento 5 stelle, non c’è nessuno, c’è poca gente». Beppe Grillo, sotto al palco montato a Parma per il “Dies Iren”, la manifestazione organizzata per dire no all’inceneritore, mette le mani avanti. Ad accoglierlo, per ammissione dello stesso Grillo, non c’era propriamente la folla delle grandi occasioni. Colpa dell’orario, forse - le due del pomeriggio - anche se col passare delle ore la situazione non è cambiata di molto. Il dibattito è iniziato con più di mezz’ora di ritardo e si è concluso un’ora prima rispetto alle prefissate 18. Ma il leader del Movimento, che con ogni probabilità si aspettava ben altri numeri, sa con chi prendersela: nulla di strano visto che «l’informazione che noi siamo in piazza è convogliata dagli stessi mezzi di informazione che poi ti denigrano». Numeri a parte, comunque, dal palco Grillo ha avuto il suo da dire. Partendo dal no al termovalorizzatore per finire ai temi più prettamente politici. Al grido di “rivoluzione”! «Quello che vogliamo fare in Italia - ha detto infatti il comico genovese - è una rivoluzione di civiltà». E poi giù a cascata, «Siamo stati accusati di non applicare la democrazia tradizionale, ma noi vogliamo la democrazia senza aggettivi» ha sostenuto in riferimento alle polemiche sulle dinamiche interne al Movimento. Confermata poi l’intenzione di selezionare i futuri candidati al Parlamento attraverso una “piattaforma” digitale. E ancora su legge elettorale e scandali: «Facciano ciò che vogliono, tanto saranno spazzati via. Non voglio approfittare di questa situazione del Pdl, del Pd, di Lusi, dei maiali e del bunga bunga, tanto saranno spazzati via tutti». Sul debito e Monti Grillo ha poi detto: «Siamo dentro un debito che è diabolico, è la sublimazione del debito. Non siamo falliti solo perché i nostri conti erano in mano ad altri. Ecco perché hanno mandato Monti, l’esorcista al contrario». E sulla questione euro: «Io non voglio uscire dall’euro, ma voglio un referendum perché a deciderlo siano gli italiani». Le ultime battute il leader del Movimento 5 stelle le dedica, rispondendo alle domande dei giornalisti, a Silvio Berlusconi: « Se torna B. io sarei l’uomo più felice del mondo, sarebbe una meraviglia non smetteremo più di ridere». Voci dal Sud 36 w w w . s o s e d . eu AnnoVIII° nr. 10 Ottobre 2012 Notizie in breve o curiose Borghezio: “Roma? Quando ci vado puzza” Con la delicatezza che lo contraddistingue si esprime in tal maniera nei confronti della Capitale d’Italia - Ci domandiamo tutti se questa puzza la sente pure quando gli giungono i soldi prveniente da Roma per il suo “vitaliazio” quale ex Onorevole ADN Kronos Roma, 14 set. (Adnkronos/Ign) - ‘’Roma? Ci vado poco ma, quando ci vado, puzza. Trovo una città schifosissima, ci vorrebbe un’opera di derattizzazione. E’ una città multirazziale che fa venire il vomito, senza per questo aderire a tesi razziste’’. Lo ha detto Mario Borghezio, eurodeputato della Lega Nord, a “La Zanzara” su Radio24. ‘’Questi immigrati di pulizia non ne portano, perché l’immondizia certa gente se la porta da casa, ovviaUn gesto di estrema delicatezza mente sia detto senza xenofobia. dell’eurodeputato della Lega Nord Mario Se uno va in Svizzera l’immondizia non la trova. Borghezio, che, assieme al linguaggio Basta andare a Gerusalemme: nella parte israeliana oxfordiano, identifica il personaggio c’è gente civile, nella parte palestinese vede lo schifo, solo le donne che lavorano, gli uomini - continua l’europarlamentare della Lega - si grattano le palle tutto il giorno e giocherellano con il mitra’’. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno risponde con un tweet. Posta sul suo profilo ‘cinguettante’ una foto che ritrae Mario Borghezio con la sciarpa verde leghista e la fascia ‘salviamo la Padania’ e una didascalia: “Il peso delle parole è dato dalla persona che le dice, questo è il ‘signore’ che ha detto che Roma puzza”. Manca chi presiede, Sospesa la seduta Calabria Ora ROMA - E’ la prima volta che succede nella storia del Senato della Repubblica: la seduta della mattina è stata sospesa perché mancava chi doveva presiederla. Erano in discussione le mozioni sulla violenza contro le donne, ma dopo il turno previsto della senatrice Emma Bonino, la presidenza è rimasta scoperta. La situazione paradossale si è verificata per il ritardo, non previsto, del presidente di turno, Domenico Nania. Per ovviare alla situazione, la vicepresidente Rosy Mauro ha presieduto fino a che non è dovuta andar via per impegni personali (rischiava di perdere un aereo in partenza da Fiumicino). L’emergenza è rientrata dopo una mezz’ora, quando è arrivato il presidente del Senato, Renato Schifani, e l’ex ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi. Di fronte alle proteste della capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro, Schifani si è impegnato ad «acquisire tutti i dati necessari a una corretta informazione su quanto accaduto». E ha ribadito che «l’interruzione dei lavori di un’aula parlamentare, per l’assenza di chi la deve presiedere, è un fatto increscioso». Voci dal Sud 37 rw w w . s o s e d . eu Anno VIII° nr. 10 Ottobre 2012 Notizie in breve o curiose “Airone” abbandona l’aereoporto di Reggio Calabria ! La compagnia cancellati i voli per Pisa Giuseppe Costarella - Calabria ora Quello che oggi sta succedendo all’Aeroporto dello Stretto è il solito epilogo delle innumerevoli prese in giro che i reggini devono subire dalle compagnie che vanno e vengono da e per il nostro scalo. E pensare che la compagnia in questione è un’appendice di Alitalia, ossia Airone. In questi giorni moltissimi utenti dello scalo reggino che, avevano anzitempo prenotato voli da e per Pisa si vedono d’un tratto annullare tutto. Airone ha pensato bene di cancellare dal programma di volo da Reggio Calabria a Pisa e viceversa il mese di ottobre e di lasciare praticamente a terra diversi utenti ed oltretutto non fornendo nessuna alternativa su altri scali. Questo è veramente troppo poiché nonostante il successo che la tratta ha ottenuto in questi mesi l’Airone decide di abbandonare l’Aeroporto dello Stretto un mese prima della chiusura del programma di volo siglato. È un gesto che lascia sgomenti, soprattutto perché fatto in un periodo in cui sembrava che lo scalo reggino avesse ripreso a “decollare”. Ti lascio una canzone Il Moige (Movimento Italiano Genitori) afferma che lo show è «Inadatto ai bambini» Calabria Ora Questa volta il Moige non colpisce il reality di turno ma un programma chiaramente per famiglie. Si tratta dello show condotto da Antonella Clerici “Ti lascio una canzone”. «La puntata di sabato di “Ti lascio una canzone” recita una nota diffusa dal movimento dei genitori - conferma l’inadeguatezza della nuova edizione di questo talent show, lasciandoci a dir poco sconcertati: non è più il format piacevole dedicato ai giovanissimi, della scorsa edizione, che suscitava sorrisi e tenerezza. Quest’anno si è vergognosamente trasformato in un programma assolutamente inadatto all’età dei suoi minori protagonisti» queste le parole di Elisabetta Scala, responsabile dell’Osservatorio Media del Moige - movimento italiano genitori. Continua la responsabile: «Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di genitori e nonni indignati per la indecente competizione ed il relativo meccanismo di eliminazione dei concorrenti, con bambini di età compresa tra i 6 e i 15 anni. Infatti, oltre a sottoporre i minori all’ansia di dover ricevere un giudizio sulla propria prestazione di fronte ad un vastissimo pubblico, la competizione si rivela del tutto inadatta strumentalizzando i bambini, che non hanno ancora una personalità strutturata e psicologicamente adeguata per sostenere una tale tensione. A questo si aggiunge la scelta scriteriata di far cantare canzoni che hanno parole e messaggi decisamente inadatti alla loro età». Conclude Elisabetta Scala: «Esiste un Codice di Autoregolamentazione Media e Minori, che stabilisce: “Le Imprese televisive si impegnano ad assicurare che la partecipazione dei minori alle trasmissioni televisive avvenga sempre con il massimo rispetto della loro persona, senza strumentalizzare la loro età”».