Eletta la nuova Giunta della Coldiretti di Torino Tutti i nodi critici del
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Eletta la nuova Giunta della Coldiretti di Torino Tutti i nodi critici del
federazione rassegne Eletta la nuova Giunta della Coldiretti di Torino Caselette, fiera di San Giorgio Cavour, carne di razza Piemontese europa inserto Tutti i nodi critici del negoziato sul Ttip Nuove disposizioni in materia di agriturismo 2 // il COLTIVATORE piemontese Primo piano anno 72 // maggio 2016 Eletta la nuova Giunta della Coldiretti di Torino E’ guidata dal presidente Galliati dirigerà la Federazione per 3 anni nn TORINO Nella prima riunione il rinnovato Consiglio direttivo di Coldiretti Torino, federazione che ha riconfermato alla presidenza Fabrizio Galliati, imprenditore agricolo di Verrua Savoia, ha eletto la Giunta che resterà in carica per i prossimi tre anni. La nuova Giunta di Coldiretti Torino, guidata dal presidente Galliati, è formata da: Sergio Barone, di Sant’Ambrogio e Paolo Odetti, Fabrizio Galliati di Caselle, vicepresidenti; Ornella Cravero, di Casalborgone; Giovanni Mosso, di Carmagnola e Alberto Rosso, di Pecetto Torinese. La Giunta di Coldiretti Torino è completata da: Pierluigi Cavallino, di Poirino, presidente dell’associazione Pensionati; Bruno Daniela, di Pinasca, delegata provinciale di Donne Impresa; Bruno Mecca Cici, di Leinì, delegato provinciale Giovani Impresa. Sergio Barone Paolo Odetti assemblea elettiva Coldiretti torino Pierluigi Cavallino Bruno Daniela Bruno Mecca Cici Ornella Cravero Giovanni Mosso Alberto Rosso 3 // il COLTIVATORE piemontese Pubblicità anno 72 // maggio 2016 4 // il COLTIVATORE piemontese Primo piano anno 72 // maggio 2016 In migliaia a Torino alla giornata nazionale della carne italiana Per dire basta agli allarmismi ingiustificati e alle pericolose mode nn TORINO Sono migliaia gli allevatori, i consumatori, i cuochi, i nutrizionisti e i gourmet scesi in piazza, il 5 maggio scorso, per la Giornata nazionale della carne italiana, dentro e fuori il Centro Congressi del Lingotto, in via Nizza 270, contro gli allarmismi infondati, le provocazioni e le campagne diffamatorie, promossa da Coldiretti insieme a operatori dell’industria, del commercio, della ristorazione, del turismo e del mondo scientifico. “Salviamo gli allevamenti italiani”, “Gli italiani lo fanno meglio”, “Le carni italiane sono più sane, magre e senza ormoni”: sono alcuni degli slogan che si leggono negli striscioni mentre su twitter l'hashtag dell’iniziativa è #bracioleallariscossa. Sono state accese le griglie con i tutor della carne e gli agrichef hanno realizzato i piatti a base di carne con i tagli cosiddetti poveri. «Si tratta di una operazione verità sulla carne italiana e i suoi primati qualitativi e di sostenibilità ambientale, ma anche una occasione per aiutare con equilibrio e buonsenso a fare scelte di acquisto consapevoli e non cadere in pericolose mode estreme – spiega il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – arrivato alla manifestazione insieme al presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti, al nutrizionista Pietro Migliaccio, al presidente dell’Osservatorio Agromafie Giancarlo Caselli, al presidente di Univerde Alfonso Pecoraro Scanio, a Oscar Farinetti patron di Eataly fino al sondaggista Ixe’ Roberto Weber. Ad accogliere le migliaia di persone anche il sindaco della Città Metropolitana di Torino e presidente dell’Anci, Associazione dei Comuni Italiani Piero Fassino. 5 // il COLTIVATORE piemontese Pubblicità anno 72 // maggio 2016 6 // il COLTIVATORE piemontese Indice 2, 4, 8-10 primo piano Eletta la nuova giunta della Coldiretti di Torino Carne: negli ultimi 5 anni hanno chiuso 12.000 stalle Mai così poca carne messa in tavola dall’inizio del secolo Consumi, arriva il tutor della carne editoriale Dall’Expo Tour alle rægioni del cuore 7 11, 13 europa Tutti i nodi critici del negoziato sul Ttip Pac, costi e benefici 12, 14 italia Rifiuti, gli agricoltori sono esonerati da Mud e registri Domanda Pac: la scadenza è stata prorogata di un mese Sbloccate le procedure di pagamento dei fondi comunitari per centinaia di migliaia di agricoltori Arpea, domanda unica 2015, saldi dal 5 maggio 15, 26, 29 regione L’istituto zooprofilattico ha inaugurato il nuovo polo per la sicurezza alimentare Pascoli montani ridotti? No, è la lettura sbagliata del refresh dell’estate del 2015 Le anomalie bloccano anche l’assegnazione di gasolio agricolo agevolato Compral Latte: l’assemblea ha approvato il bilancio e riconfermato il consiglio 16, 17, 28 provincia “Il menù l’ho fatto io” educazione alimentari nella scolarità dell’obbligo Combattere lo spreco: regole di sostenibilità per la qualità della vita Carne di razza Piemontese, a Cavour dopo XVII edizioni si lavora per un rilancio anno 72 // maggio 2016 18 torino Il consiglio comunale approva la variante 301 per le attività agricole site nelle aree a parco 19-22 inserto Nuove disposizioni in materia di agriturismo. Operativo il nuovo regolamento attuativo sugli agriturismo. 23, 27 dalle zone Al lavoro per rilanciare la produzione del pomodoro costoluto di Cambiano Settimo Torinese, avviata la revisione del piano regolatore A Castiglione Torinese gli studenti delle scuole dell’infanzia e delle elementari tra i banchi del mercato di Campagna Amica Rondissone: progetto impianto produzione biogas e compost Non consumare nuovo suolo agricolo per realizzare l’ospedale unico dell’Asl To5 24, 25 zootecnia Caselette, alla fiera di San Giorgio la Pezzata rossa è la protagonista sul ring Piemonte: 300 stalle e 6500 capi sottoposti ai controlli funzionari Mostra regionale della Pezzata rossa: Girl è la campionessa assoluta vacche 30-33 pagine informative Frutticoltura biologica in Piemonte: situazione e prospettive a supporto del processi di innovazione Nuovo fitofago emergente: la cimice asiatica, monitoraggio e controllo dal Piemonte all’Emilia Tecniche avanzate per l’utilizzo del rullo pacciamatore munito di lame elicoidali per la semina biologica su sodo Frutticoltura sostenibile in Piemonte Dal Geranio un erbicida di origine naturale rubriche defunti 34 patronato epaca 35 Mercatino 36-37 Mercati 38 appuntamenti 38 il COLTIVATORE piemontese Direttore editoriale: Michele Mellano Direttore responsabile: Filippo Tesio Segreteria di redazione: Anita Cuomo Hanno collaborato: Giovanni Rolle Giancarlo Chiesa, Cristoforo Cresta Elisa D’Amore, Lunetta Lo Cacciato Roberto Grassi, Patrizia Salerno Roberto Ruo Redda, Stefania Ginevro. 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Il numero è stato chiuso il 13 maggio 2016 tiratura 9.461 copie. 7 // il COLTIVATORE piemontese Editoriale anno 72 // maggio 2016 Dall’Expo Tour alle rægioni del cuore grande portata e so di dovermi scusare perchè molti non hanno potuto accedere all'interno del Lingotto e tanti di voi non hanno trovato posto a sedere neppure sotto la tensostruttura. Pensavamo di aver predisposto posti a sufficienza per tutti, ma la grande risposta che avete dato all'appello non è servita a smuovere i vigili del fuoco, a cui va il nostro ringraziamento per la preziosa opera di supervisione alla sicurezza di tutti noi, che però si sono trovati nella situazione di non poter far affluire tutti. Avremmo voluto semplicemente stringerci un po' ma non è stato possibile. La scelta dell'argomento, ormai lo sapete, è stata la zootecnia da carne, senza tralasciare alcuni passaggi dedicati al latte e che, come sempre, hanno visto i nostri soci protagonisti attivi attraverso il racconto delle loro esperienze e delle relative problematiche che ci hanno consentito, attraverso il grande riscontro avuto sui media locali e nazionali, di esprimere ancora una volta l'importanza e la centralità del nostro settore e delle nostre aziende. Negli articoli di approfondimento avrete la possibilità di rivivere quegli straordinari momenti, costruiti sul concetto che attraverso il progetto di Coldiretti per l'agricoltura "Noi facciamo il futuro del Paese". Lo sviluppo dei singoli concetti di: fare, noi, Paese e futuro, è stato il filo conduttore dell'evento e l'aver scelto la zootecnia da carne trovo sia stata non solo una scelta opportuna per la nostra Regione, ma per tutto il comparto. Da tempo ci eravamo ripetuti, nel nostro consiglio di Coldiretti Torino, circa l'opportunità di esprimere in modo netto la nostra posizione relativamente a modelli di consumo estremisti che travalicano la giusta libertà di scegliere il meglio per sè stessi, compreso il regime alimentare, cercando di imporlo anche attraverso l'uso di mezzi di basso profilo che vanno dall'allarmismo al vero e proprio tentavo di colpevolizzare una categoria responsabilizzandola di tutto (o quasi) il male del modo. Ebbene, dopo il basso profilo tipico di chi, come noi, tende a evitare scontri ideologici sapendo che servirebbero solo a dare risalto a chi vuole farci del male, era comunque giusto, ora, fare uno scatto di orgoglio per poter ribadire che ci siamo, fieri non solo di quello che facciamo (prodotti di altissima qualità), ma anche di come lo facciamo (nel rispetto del benessere animale, dell'ambiente e del territorio che custodiamo e tuteliamo). E siccome il tempo è galantuomo abbiamo anche potuto dimostrare, con i fatti, quello che andavamo sostenendo da anni e cioè che la zootecnia non è nemmeno responsabile dell'inquinamento da nitrati di cui troppi, in Europa e non, ci avevano semplicisticamente additato come responsabili. E' stato fatto anche un passaggio significativo sulla questione dei selvatici, lupo compreso e ci aspettiamo, a breve, qualche risultato importante, così come abbiamo visto aprirsi uno spiraglio sull'etichettatura che verrà vagliato in Parlamento. Faremo di tutto affinchè a fianco della ragionevolezza e delle ragioni di interesse nazionale i nostri politici possano metterci quella dose di coraggio che è necessaria in questo momento. Fabrizio Galliati Presidente Coldiretti Torino ‘‘ ‘‘ Tutto iniziò lo scorso anno con l’Expo Tour, quando, proprio per raccontare il ruolo di Coldiretti all'interno dell'esposizione universale rivolta al cibo, la Giunta nazionale decise di farlo attraverso incontri territoriali interregionali, con il duplice scopo di condividere la straordinaria avventura milanese che ci ha coinvolto, ma anche di stabilire un contatto più diretto con il territorio, i soci e i dirigenti. Una buona pratica insomma, tesa a rafforzare quei legami, quella concretezza e quel senso di appartenenza propri del nostro patrimonio di rappresentanza. L'iniziativa è stata talmente positiva che, per il 2016, si è deciso di riproporre il concetto dello scorso anno, dandogli un'ulteriore valenza sindacale ed ecco nascere il Tour nazionale "Le rægioni del cuore". Un percorso attraverso le Regioni Italiane non più di uno, ma di due giorni, con l'obiettivo di incontrare i soci e di sviluppare, a seconda delle sensibilità del territorio, una problematica del settore, contestualizzandola nel panorama economico nazionale e internazionale e proponendo soluzioni e traiettorie di futuro. Sono passate poche ore, mentre sto scrivendo, dalla conclusione della tappa piemontesevaldostana e devo fare, come sempre, un grande ringraziamento a tutti i soci che hanno aderito con entusiasmo all'iniziativa e a tutti i collaboratori che l'hanno resa possibile. La vostra risposta è stata come sempre di 8 // il COLTIVATORE piemontese Primo piano anno 72 // maggio 2016 Carne: negli ultimi 5 anni hanno chiuso dodicimila stalle Mentre le importazioni dall’estero hanno raggiunto1/3 dei consumi nn TORINO Negli ultimi cinque anni hanno chiuso 12mila stalle da carne per effetto delle importazioni dall’estero che oggi rappresentano quasi un terzo dei consumi, con effetti devastanti sull’economia, sull’occupazione e sulla sicurezza alimentare. E’ quanto emerge dal dossier “#bracioleallariscossa” presentato dalla Coldiretti a Torino, alla Giornata nazionale della carne italiana, con cinquemila allevatori del Piemonte intervenuti a difesa di primati qualitativi e di sicurezza alimentare del Made in Italy. «Il risultato è che in cinque anni dalla fattoria Italia sono scomparsi – spiega Roberto Moncalvo – trecentomila bovini da carne, mezzo milione di maiali e settecentomila conigli e oggi in Italia sono rimasti appena 80mila allevamenti di bovini da carne, cinquemila di maiali e 4500 di polli da carne. In gioco c’è il futuro delle stalle nazionali dove sono ancora allevati 8,7 milioni di maiali, 6,1 milioni di bovini da carne e 6,5 milioni di conigli, ma risultano minacciate di estinzione ben 24 razze di bovini, 10 di maiali e 10 di avicoli sulla base dei Piani di Sviluppo Rurale della precedente programmazione». Oggi - denuncia la Coldiretti viene dall’estero il 40 per cento della carne bovina consumata in Italia e il 35 per cento di quella di maiale mentre le importazioni sono marginali per la carne di pollo e tacchino. L’arrivo da Paesi comunitari e extracomunitari di carne a basso prezzo senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantiti dall’Italianità provoca la chiusura delle stalle, impoverisce le attività di trasformazione e distribuzione ad esse legate e fa venir meno il presidio ambientale e di legalità di interi territori, mettendo a rischio 180 mila posti di lavoro in tutta la filiera delle carni che genera in Italia un valore economico dell’ordine di 30 miliardi di euro, con una ripartizione praticamente equivalente tra carne bovina, di maiale e di pollo-tacchino. «Le carni nazionali sono più sane, perché magre, non trattate con ormoni, a differenza di quelle americane, e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione “Dop” che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali. Non a caso – spiega Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino – l’Italia vanta il primato a livello europeo per numero di prodotti a base di carne “Dop”, ben 40 specialità di salumi che hanno ottenuto la denominazione d’origine o l’indicazione geografica. L’impegno degli allevatori italiani per autorità Roberto Moncalvo e il sindaco Piero Fassino la salvaguardia della qualità, della biodiversità e dell’ambiente è confermato dall’azione di recupero delle razze bovine italiane storiche da carne. Nel 2000, dopo aver rischiato l’estinzione, queste razze - sulla base delle iscrizioni al libro genealogico - sono tornate nelle campagne italiane con un aumento del 65 per cento nel numero di animali allevati. La razza piemontese è la più diffusa e può contare su ben 240mila capi mentre sono 52mila quelli di razza marchigiana, 43mila di chianina, 13mila romagnola, 10mila maremmana e 30mila podolica per un totale di circa 388mila animali allevati. Un risultato reso possibile anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne da parte degli allevatori attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica». «Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni – chiude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che sottolinea – per salvare un patrimonio culturale, ambientale ed economico del Paese è importante verificare le etichette che obbligatoriamente devono indicare la provenienza della carne fresca per scegliere la filiera italiana della carne che crea occupazione, produce ricchezza e presidia il territorio delle nostre regioni, ma garantisce anche qualità e sicurezza alimentare grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa». 9 // il COLTIVATORE piemontese Primo piano anno 72 // maggio 2016 Mai così poca carne messa in tavola dall’inizio del secolo Acquisti della carne suina crollati del 9% e del 6% di quella bovina nn TORINO Quasi un italiano su dieci ha detto completamente addio alla carne, ma nel 2015 l’allarmismo si è fatto sentire sull’intera popolazione con gli acquisti delle famiglie che sono crollati del 9 per cento per la carne fresca di maiale, del 6 per cento per quella bovina e dell’un per cento per quella di pollo come pure per i salumi, scendendo ai minimi dell’inizio del secolo. E’ quanto emerge dal dossier #bracioleallariscossa presentato dalla Coldiretti, a Torino, alla Giornata nazionale della carne, italiana con migliaia di allevatori a difesa della carne sotto attacco di allarmismi infondati, provocazioni e campagne diffamatorie che colpi- scono un alimento determinante per la salute che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea, alla quale apporta l’indispensabile contributo proteico. Il 7,1 per cento degli italiani si dichiara vegetariano mentre la percentuale di vegani ha raggiunto l’1 per cento nel 2015, per un totale dell’8 per cento di persone che non mangia carne, una percentuale in sostanziale aumento rispetto all’anno precedente – erano complessivamente il 5,9 per cento –, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Eurispes. Proprio nel 2015 la carne perde per la prima volta il primato ed è diventata la seconda voce del budget alimentare delle fami- glie italiane dopo l’ortofrutta, con una spesa scesa a 97 euro al mese e una incidenza del 22 per cento sul totale, che rappresenta una rivoluzione epocale per le tavole nazionali. Il risultato di un trend negativo in atto da anni è che non si è mai mangiata così poca carne in Italia dall’inizio del secolo. Il consumo degli statunitensi è superiore a quello nazionale, addirittura del 60 per cento, quello degli australiani del 54 per cento, quello degli spagnoli del 29 per cento e quello dei francesi e dei tedeschi del 12 per cento, solo per fare alcuni esempi. Le quantità di carne portate realmente in tavola dagli italiani sono scese, in media,– a 85 gram- mi al giorno, ben al di sotto del limite dei 100 grammi al giorno fissato dai più accreditati Istituti di ricerca. «Serve educazione e buon senso e soprattutto rispetto per tutti i diversi stili alimentari ai quali l’agricoltura italiana può offrire grandi opportunità di scelta grazie ai primati conquistati nella qualità e nella biodiversità – afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel ricordare che – proprio il rispetto dei principi della dieta mediterranea ha garantito fino ad ora all’Italia una speranza di vita da record a livello mondiale di 80,1 anni per gli uomini e di 84,7 anni per le donne». 10 // il COLTIVATORE piemontese Primo piano anno 72 // maggio 2016 Consumi, arriva il tutor della carne Risparmi del 50 per cento con tagli alternativi, ricette creative e spesa in stalla nn TORINO Con l’aiuto del tutor della carne è possibile risparmiare fino al 50 per cento con l’acquisto di tagli alternativi meno conosciuti e più economici, ma anche più adatti alla ricetta che si vuole portare in tavola, senza rinunciare alla qualità italiana. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata nazionale della carne italiana. Al Centro Congressi del Lingotto a Torino è stata presentata la nuova figura del Tutor della carne che sarà operativo in tutte le regioni per aiutare a conoscerla, scegliere i pezzi più adatti in cucina, valorizzare le parti low cost e consigliare su dove fare acquisti di qualità direttamente dagli allevatori. Un debutto realizzato con la prima lezione all’aperto su come fare la spesa in macelleria, con un tocco di fanta- sia nel creare e rielaborare piatti diversi in cucina. E’ infatti importante, proprio in un momento come questo, valorizzare anche i tagli minori di carne nella consapevolezza che, per esempio, del bovino non esiste solo la richiestissima fiorentina, ma ci sono altre parti dal sapore caratteristico che appartengono alla tradizione culinaria italiana come per esempio i famosissimi bolliti piemontesi, la lingua salmistrata e la trippa in umido amata dall’intero centro sud della nostra penisola. I tagli meno pregiati del bovino da poter utilizzare in cucina sono tantissimi, si va dal collo, taglio di terza categoria dalla carne gustosissima – ottima per bolliti o stracotti, ma anche per preparare polpette e ragù –, alla punta di petto, taglio molto economico che può essere usato per preparare buoni arrosti, ma anche gustosissimi brodi. E, ancora dal campanello, che è un piccolo taglio molto apprezzato per fare bistecche da cuocere sulla brace, ma anche per spezzatini, stracotti e stufati a cui aggiungere del vino, pomodoro e verdure, al geretto, detto anche muscolo, che risulta particolarmente adatto per la preparazione di ossibuchi e stufati. «Molto spesso, per mancanza di conoscenza, c’è una specie di resistenza a utilizzare tagli di carne cosiddetti minori, quasi che fossero di seconda scelta, mentre se l’allevamento è di qualità, tutto il prodotto è di qualità, in ogni sua parte – afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – , in questo modo le stalle respirano e le famiglie risparmiano perché si garantisce una più ampia diversificazione dei prezzi». «Di fronte alla grave crisi economica che sta coinvolgendo sia le stalle sia i consumatori, è necessario trovare soluzioni nuove con una rete che, partendo dagli allevamenti e arrivando al bancone dei negozi, promuova la diffusione di tutti i tagli di carne, non solo di bistecche e filetti – conclude il presidente Roberto Moncalvo –. Dalla trippa piemontese alla famosissima finanziera, dall’arrosto di collo alla lingua al bagnetto fino ai piedini di maiale con gelatina sono solo alcuni dei meravigliosi piatti tipici piemontesi realizzati con tagli poveri che la cultura gastronomica contadina ha sapientemente custodito e tramandato di generazione in generazione arricchendo le tavole tradizionali». [email protected] 11 // il COLTIVATORE piemontese Europa anno 72 // maggio 2016 Tutti i nodi critici del negoziato sul Ttip Coldiretti: dagli ormoni agli ogm no passi indietro su qualità del cibo nn ROMA Dalle fettine agli ormoni al pollo alla varechina che rischiano di finire nel piatto dei cittadini italiani e dell’Unione, ma anche carne e latte provenienti da animali clonati, come la pecora Dolly che sono liberamente ammessi negli Usa come la coltivazione di Ogm, fino alla presunzione statunitense di continuare a sfruttare impropriamente i nomi dei più prestigiosi prodotti alimentari italiani, dal Chianti al Marsala, ma anche Provolone o Parmesan. Questo ricorda la Coldiretti nel denunciare i nodi critici del negoziato sul Ttip, Transatlantic trade and investment partnership, l’accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America . Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, spiega: «L’Unione Europea non può rinunciare agli elevati standard di qualità raggiunti nell’agroalimentare, ma al contrario bisogna guardare alle domande che vengono dal mercato sia in Europa sia in Usa e innalzare il livello di sicurezza dei prodotti perchè se è vero che per i no- stri consumatori è inaccettabile la carne trattata agli ormoni, il pollo varechinato, piuttosto che la carne clonata è altrettanto vero che anche negli Usa cresce solo la domanda di prodotti made in Italy, legati al territorio, con forte natura identitaria e garantiti dal punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale». Per la prima volta le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Usa hanno superato nel 2015 i 3,6 miliardi di euro, con un aumento record del 20 per cento, ma a crescere sono stati soprattutto i prodotti “Doc” garantiti da precisi disciplinari a partire dal vino Made in Italy che è il prodotto italiano più apprezzato dagli americani con 1,3 miliardi di euro. In questo contesto – secondo Coldiretti - si pone un evidente problema di tutela delle denominazioni dei prodotti made in Italy sul mercato statunitense dove il cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding vale 20 miliardi di euro. Il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza Bottiglia di falso Chianti scovata negli Stati Uniti dalla Coldiretti latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina. Ma c’è anche il Chianti prodotto in California, mentre, sempre negli States, è possibile acquistare del Marsala Wine. Il fenomeno del falso vino “Made in Italy” trova un forte impulso anche dalle opportunità di vendita attraverso la rete dove è possibile acquistare da aziende statunitensi pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono, in pochi giorni, di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Pri- mitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano. Il made in Italy tarocco a stelle e strisce però colpisce tutti i comparti dell’export tricolore, dai pomodori san Marzano all’olio d’oliva, fino ai salumi. I negoziati riguardano anche l’obiettivo di garantire un miglior accesso al mercato americano in diversi settori, risolvendo parallelamente la questione delle barriere non tariffarie, ovvero quelle norme tecniche e le restrizioni sanitarie e fitosanitarie che ostacolano il commercio, ad esempio per l’olio di oliva e l’ortofrutta. 12 // il COLTIVATORE piemontese Italia anno 72 // maggio 2016 Rifiuti, gli agricoltori sono esonerati da Mud e registri Queste le indicazioni arrivate dal ministero dell’Ambiente in risposta a un quesito Coldiretti nn ROMA Il ministero dell’Ambiente, rispondendo a un quesito di Coldiretti, ha confermato l’interpretazione della Confederazione sull’articolo 69 del cosiddetto Collegato ambientale, legge 28 dicembre 2015, numero 221, entrato in vigore il 2 febbraio 2016. La norma, in particolare, riconosce la possibilità per le imprese agricole e per alcune categorie professionali – ad esempio centri estetici e tatuatori – che producono rifiuti pericolosi, compresi aghi, siringhe e oggetti taglienti usati, di assolvere all’obbligo di registrazione nel registro di carico e scarico dei rifiuti e all’obbligo di comunicazione al Catasto dei rifiuti, tramite il Mud, attraverso la compilazione e conservazione, in ordine cronologico, dei formulari di trasporto. La conservazione deve avvenire presso la sede dei soggetti esercenti le attività indicate nell’articolo o tramite le associazioni imprenditoriali interessate o società di servizi di diretta emanazione delle stesse, mantenendo presso la sede dell’impresa copia dei dati trasmessi. In vista della scadenza prevista per la presentazione del Mud 2016, Coldiretti ha chiesto al Ministero di chiarire con precisione l’ambito di applicazione della disposizione di semplificazione, precisando se l’esonero dall’invio del Mud si applichi a partire dall’anno in corso (e, quindi, con riferimento al Mud 2016, in scadenza il 30 aprile, riferito ai rifiuti prodotti nell’anno 2015), ovvero si applichi a partire dal Mud 2017 (riferito ai rifiuti prodotti nel 2016), considerato che la norma è entrata in vigore nel mese di febbraio 2016. Con parere, reso in data 11 aprile 2016, il Ministero ha precisato l’immediata applicabilità della disciplina, già a partire dal Mud in scadenza il 30 aprile scorso che, pertanto, potrà essere sostituito con la tenuta ordinata della contabilità, anche con il supporto delle associazioni di categoria o società di servizi di diretta emanazione. Sul punto, il Ministero, infatti, ha chiarito che la modifica normativa interviene a estendere le semplificazioni accordate dalla previsione, sotto il profilo sia soggettivo - includendo anche le imprese agricole tra i soggetti beneficiari delle agevolazioni che oggettivo - ampliando a tutti i rifiuti pericolosi l’ambito di applicazione della disposizione, in origine limitato ai soli rifiuti sanitari, precisando che “anche per le categorie di imprese o di rifiuti di nuova introduzione, l’esonero la semplificazione accordata possa applicarsi già a partire dall’anno in corso (e, quindi, con riferimento al Mud 2016, in scadenza il 30 aprile, riferito ai rifiuti prodotti nell’anno 2015). Accedendo ad una diversa interpretazione, se si considerasse applicabile la semplificazione solo a partire dal Mud 2017, riferito ai rifiuti prodotti nel 2016, si imporrebbe, per il prossimo anno, comunque, la presentazione del Mud relativo ai dati dei rifiuti prodotti fino all’entrata in vigore della norma, avvenuta nel mese di febbraio 2016. Tale lettura appare in completa contraddizione con la ratio di semplificazione della previsione”. Soddisfazione, quindi, per la semplificazione, sollecitata da Coldiretti, nell’ambito dei lavori di approvazione della legge che si aggiunge a quelle già vigenti per le imprese agricole che, quando conferiscono i propri rifiuti a circuiti organizzati di raccolta previo apposito contratto di servizio, sono anche esonerate dall’obbligo di iscrizione al Sistri, Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti. 13 // il COLTIVATORE piemontese Europa anno 72 // maggio 2016 Pac, costi e benefici Le spese legate alla Politica agricola comune e i vantaggi che ne traggono tutti i cittadini nn BRUXELLES Mediamente a ogni cittadino dell’Ue la Pac, Politica agricola comune, costa circa 30 centesimi di euro al giorno. Nel 2011, i 58 miliardi di euro destinati alla Pac, rappresentavano il 43 per cento del bilancio annuale dell’Unione. La sua parte ha continuato a diminuire dal 1984, quando era al 72 per cento, mentre dopo l’allargamento dell’Ue a partire dal 1992, il numero di agricoltori è raddoppiato. In realtà, la spesa per la Pac rappresenta meno dell’1 per cento del totale della spesa pubblica dell’insieme dei Paesi Ue. La spesa pubblica per il settore agricolo nell’Ue è centralizzata a livello europeo, cosa che non accade in nessun altro settore dell’economia. A titolo di paragone, i Paesi Ue spendono tre volte di più per la difesa. Ci si potrebbe chiedere: come mai questi soldi – circa il 40 per cento del bilancio Ue – non vengono utilizzati per altri settori, come a esempio la sanità o la cultura, e invece vengono destinati per finanziare interamente un comparto come quello agricolo? La spiegazione è molto semplice. Le spese per altri settori – come la ricerca, l’istruzione, i trasporti, la difesa, le pensioni e l’assistenza sanitaria – non figurano affatto nel bilancio Ue o vi rientrano solo in parte, poiché sono finanziate, interamente o parzialmente, dai bilanci nazionali e sono gestite direttamente dagli Stati membri. Ma noi che ci guadagniamo? Sulla bilancia dei benefici la Pac mette a costante disposizione dei cittadini europei un’abbondante scelta di prodotti di grande qualità e protegge l’ambiente e il paesaggio eccezionale delle nostre campagne. Vediamo ora chi sono i beneficiari di questi finanziamenti e a quanto ammontano. Dal 2009 ciascuno Stato membro, nell’interesse della trasparenza, deve pubblicare elenchi di tutti i beneficiari di pagamenti della Pac. Tuttavia, a seguito di un ricorso presentato alla Corte di giustizia europea da un gruppo di agricoltori tedeschi, nel 2010 la pubblicazione di tutti i dati personali riguardanti i beneficiari della Pac è stata sospesa, perché è stata ritenuta lesiva del diritto alla privacy. Specificamente, la Corte ha ordinato di non pubblicare più i nomi dei beneficiari. La Commissione, che continua a sostenere il principio della trasparenza, ha proposto una nuova regolamentazione che tenga conto dei principi affermati dalla Corte. La riforma del giugno 2013 reintroduce l’obbligo di trasparenza, tenendo conto dei principi di proporzionalità sollevate dalla Corte dei conti. In particolare i piccoli agricoltori, coloro che percepiscono importi molto limitati, non saranno interessati. La Pac è un bene comune e anche chi non è agricoltore ne trae benefici importanti per la propria vita perché quando l’Ue aiuta i suoi agricoltori, le ricadute positive sono sulla società nel suo complesso, in quanto può contare su un approvvigionamento alimentare sicuro e a prezzi accessibili. Oggi la voce “alimentazione” rappresenta il 15 per cento della spesa della famiglia media dell’Ue, la metà rispetto al 1960. Inoltre, finanziando metodi agricoli sostenibili, mediante la Pac, si contribuisce a proteggere l’ambiente nonché la ricchezza e la diversità del paesaggio rurale e della nostra alimentazione. 14 // il COLTIVATORE piemontese Italia anno 72 // maggio 2016 Domanda Pac: la scadenza è stata prorogata di un mese Si tratta di un provvedimento richiesto e sostenuto dalla Coldiretti nn ROMA «E’ positiva la decisione del Commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan di prorogare di un mese il termine di presentazione delle circa 1 milione di domande dei pagamenti diretti della Politica agricola comune 2016, in scadenza il 15 maggio». E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che aveva sollecitato la decisione sostenuta dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per venire incontro alle esigecnze delle imprese agricole. La Coldiretti invita tutti gli agricoltori interessati a recarsi quanto prima negli uffici per evitare comunque la congestione delle attività in prossimità della scadenza. La decisione comunitaria è accompagnata da positivo annuncio dello sblocco delle procedure di pagamento dei fondi comunitari per centinaia di migliaia di agricoltori italiani, dopo che Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ha avviato l’iter per far arrivare alle aziende i finanziamenti dovuti. Un provvedimento sostenuto da Coldiretti che rappre- senta una boccata d’ossigeno per le imprese dopo il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli. I tempi di arrivo effettivo dei fondi dipenderanno ora dagli organismi pagatori sul territorio. L’iniziativa della Commissione è frutto anche dell’impegno di Coldiretti: in occasione Sbloccate le procedure di pagamento dei fondi comunitari per centinaia di migliaia di agricoltori nn ROMA Sono state sbloccate le procedure di pagamento dei fondi comunitari per centinaia di migliaia di agricoltori italiani. Ad annunciarlo è la Coldiretti dopo che Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ha avviato l’iter per far arrivare alle aziende i finanziamenti dovuti. Un provvedimento fortemente sollecitato da Coldiretti che rappresenta una boccata d’ossigeno per le imprese dopo il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli. I tempi di arrivo effettivo dei fondi dipen- deranno ora dagli organismi pagatori sul territorio. I pagamenti erano stati sospesi a causa della necessità di calcolare l’esatto ammontare dei titoli definitivi. Un’incertezza determinata dal fatto che si tratta del primo anno di applicazione della nuova Pac, Politica agricola comune dell’Unione Europea che stanzia complessivamente 27 miliardi fino al 2020 per gli aiuti diretti agli agricoltori. A novembre Agea aveva erogato un anticipo dei fondi, circa la metà della somma, che ave- vano “raggiunto” però solo il 50 per cento degli aventi diritto. Ora, con la pubblicazione del registro dei titoli definitivi, verrà inviata la seconda tranche del pagamento, comprese le aziende che non avevano ancora ricevuto nulla a cui i soldi saranno inviati tutti assieme. L’Agea ha in preparazione anche un decreto per completare i pagamenti della “vecchia” Pac rimasti sospesi, anche qui rispondendo a una precisa richiesta della Coldiretti per sanare la situazione. del Praesidium del Copa dei giorni scorsi, il presidente Roberto Moncalvo ha sollevato il problema relativo alla scadenza della domanda Pac e la necessità di ottenere dalla Commissione Europea una proroga dei termini previsti per la presentazione delle domande, dal 15 maggio al 15 giugno 2016. arpea Domanda unica 2015, saldi dal 5 maggio zz TORINO Una nota di Arpea, Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura, informa che«Mercoledì 27 aprile scorso, a seguito dell’invio da Roma dei titoli definitivi da attribuire agli agricoltori, Arpea ha potuto, insieme al Csi, programmare le fasi che permetteranno finalmente di calcolare il valore dei premi e liquidare i saldi della Domanda unica 2015: Csi elaborerà le cosiddette “liste di liquidazione” entro il 2 maggio e nei giorni immediatamente successivi Arpea emetterà un primo decreto di pagamento, che comprenderà, tra le posizioni pagabili, sia chi non ha ancora ricevuto nulla sia coloro che attendono l’integrazione all’anticipo. Subito dopo arriveranno anche i pagamenti per le aziende di cui non abbiamo ancora ricevuto i titoli definitivi. Resta per queste la possibilità di usufruire di un anticipo bancario a tassi agevolati pari al contributo da riscuotere da parte di Arpea. Tale possibilità potrà essere estesa anche alla Domanda unica 2016 e seguenti». 15 // il COLTIVATORE piemontese Regione anno 72 // maggio 2016 L’Istituto zooprofilattico ha inaugurato il nuovo polo per la sicurezza alimentare In 600 metri completamente ristrutturati trovano collocazione tre importanti centri nn TORINO L’Istituto zooprofilattico ha inaugurato gli oltre 600 metri quadrati, completamente ristrutturati, che ospitano i laboratori per la sicurezza alimentare. Qui trovano collocazione tre centri: il Laboratorio nazionale di riferimento per gli Stafilococchi coagulasi positivi, che coordina le attività dei dieci Istituti zooprofilattici italiani e che, ogni anno, analizza 400 ceppi capaci di provocare intossicazioni alimentari; il Centro regionale per le allergie e intolleranze alimentari, che si occupa di messa a punto, validazione e accreditamento di metodiche innovative per la ricerca di sostanze allergizzanti, nascoste negli alimenti; il Centro regionale per la tipizzazione delle Salmonelle, che provvede alla classificazione dei ceppi batterici nei focolai di salmonellosi dei 32 presidi ospedalieri del Piemonte, con 551 ceppi batterici caratterizzati nel 2015. «La sicurezza degli alimenti – spiega Maria Caramelli, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico – è una responsabilità condivisa tra i produttori, i consumatori e il sistema di controlli ufficiali. L’Istituto vuole fare la sua parte, garantendo personale altamente specializzato e attrezzature all’avanguardia. L’impegno nella ricerca e le nuove conoscenze si trasferiscono anche alle aziende locali dell’agrifood, con cui l’Istituto, da tempo, collabora». Garantire la sicurezza degli alimenti è uno dei principali obiettivi dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. In questi locali, ogni anno si analizzano 36.000 campioni, per un totale di 90.000 analisi. Gli ultimi dati dell’Oms, Organizzazione mondiale della Sanità, affermano che ogni anno almeno una persona su 10 è coinvolta in un episodio di tossinfezione alimentare, responsabile di 420.000 decessi nel mondo. Le ultime rile- vazioni relative al Piemonte riferiscono di 300 persone cui ogni anno viene diagnosticata un’intossicazione alimentare: nel 16 per cento dei casi è necessario il ricovero in ospedale. Lo Zooprofilattico si è anche dotato, di un sequenziatore di ultima generazione: il nuovo apparecchio è in grado di fornire una fotografia della composizione microbica dell’alimento e di verificare la presenza di porzioni di genoma che possono provocare tossinfezioni alimentari. All’inaugurazione era presente Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, che spiega: «I laboratori per la sicurezza alimentare dell’Istituto zooprofilattico svolgono un ruolo importante nell’ambito della tutela del made in Italy. Nel corso dell’inaugurazione il sindaco di Torino Piero Fassino si è detto disponibile a lavorare per arrivare a trovare una collocazione di questa struttura all’interno della Città della salute». fonte http://www.torinoclick.it/?p=50767 16 // il COLTIVATORE piemontese Provincia anno 72 // maggio 2016 “Il menu l’ho fatto io” educazione alimentare nella scolarità dell’obbligo Gli studenti in visita alla tettoia dei contadini di Porta Palazzo nn TORINO Il 22 aprile scorso le bambine e i bambini delle classi quarte delle scuole primarie Anna Frank e Antonelli, hanno visitato la “Tettoia dei contadini” di Porta Palazzo, in piazza della Repubblica. E’ l’ultima uscita in calendario delle 10 scuole che, in questo anno scolastico, hanno aderito al percorso “Il menu l’ho fatto io”. L’iniziativa, promossa dall’assessorato alle Politiche educative della Città di Torino, nell’arco di un triennio ha coinvolto 750 allievi, per un totale di 30 classi distribuite in tutte le Circoscrizioni. Quest’anno i 240 studenti provengono dalle Circoscrizioni 2, 3, 4, 6 e 7. L’educazione a una sana alimentazione - che tocca aspetti legati ai comportamenti, agli stili di vita e al benessere - è il cuore del progetto “Il menu l’ho fatto io”, rivolto alle scuole elementari di Torino per costruire un menu partecipato, proposto direttamente dai bambini, che, l’anno prossimo, sarà esteso a tutti gli istituti primari torinesi. Il menu proposto nelle scuole comprende molti dei piatti scelti dagli scolari come il tortino alla maggiorana e menta, le lasagne al ragù, le lenticchie con il pomodoro e il pollo all’arancia inseriti nelle proposte invernali, mentre la bruschetta la pomodoro e la rolata di tacchino fanno parte di quelle estive. Le uscite delle scolaresche sono state precedute da una lezione sulla geografia dei prodotti agricoli locali. Gli studenti hanno potuto riconoscere i frutti di stagione e le verdure tipiche di questo periodo, la loro origine e le loro lavorazioni, per poter meglio comprendere le scelte alimentari del Servizio ristorazione della Città. Nei refettori, quotidianamente, i giovani studenti mangiano produzioni di stagione, provenienti dalla filiera locale, biologica o ottenuta con la produzione integrata oppure provenienti dal com- mercio equo e solidale. Al mercato dei contadini sono presenti 80 aziende agricole, in grande maggioranza (80 per cento), provenienti da località che si trovano a 30 chilometri di distanza da Torino, con una minoranza che arriva dalle province di Asti, Vercelli e Cuneo. Mauro D’Aveni, responsabile Ufficio qualità Coldiretti Torino, spiega: «Da anni Coldiretti collabora con il Comune di Torino in tema di educazione alimentare, nell’ambito della scolarità dell’obbligo. I tecnici Coldiretti fanno sperimentare ai bambini come viene prodotto il cibo e quale percorso compie, partendo dal campo fino ad arrivare alla mensa scolastica. Nella tettoria dei contadini di Porta Palazzo – che quest’anno festeggia i cento anni di vita – gli studenti sono venuti a conoscere e scoprire i prodotti della terra, di stagione, legati al territorio torinese, venduti freschi ogni mattina ai consumatori torinesi. Coldiretti ha contribuito al progetto “Il menu l’ho fatto io” e fornisce il supporto alle scolaresche, accompagnandole nelle visite didattiche, facendo conoscere ai ragazzi le varietà di ortofrutta prodotte, le loro caratteristiche, la loro stagionalità e le tipologie di impiego». Mauro D’Aveni chiude così: «Far dialogare gli studenti direttamente con i produttori agricoli in vendita diretta è il migliore modo che conosciamo per comunicare il mondo dell’agricoltura di oggi e le sue produzioni di qualità, legate al territorio. L’obiettivo è arrivare direttamente ai giovani consumatori, senza mediazioni per trasmettere il mondo che si trova dietro le produzioni agricole che, ogni giorno, finiscono sulle tavole delle loro famiglie. Diciamo che questa, ormai da anni, è un po’ una delle missioni che Coldiretti porta avanti». [email protected] 17 // il COLTIVATORE piemontese Provincia anno 72 // maggio 2016 Combattere lo spreco: regole di sostenibilità per la qualità della vita Presentata la società Last minute market e l’applicazione Last minute sotto casa nn TORINO Combattere lo spreco: regole di sostenibilità per la qualità della vita. Questo il titolo di un convegno organizzato dall’Adn, Associazione diritti negati, a Torino, a fine aprile. Gabriele Piovano, presidente di Adn, ha spiegato: «Ogni giorno si sprecano mille cose: opportunità, diritti, parole, risorse e alimenti. Oggi ognuno deve fare la sua parte per contrastare tutto ciò. Socializzare l’informazione è un buon inizio per provare ad agire dei cambiamenti». Tra i relatori Luca Falasconi, ricercatore dell’Università di Bologna e docente di Politica agraria e sviluppo rurale, co-fondatore e socio di Last Minute Market, società spin off che opera a livello nazionale per trasformare lo spreco in risorse e, finora, ha sviluppato 50 progetti volti al recupero di cibo invenduti a favore di enti non profit. «Ridurre lo spreco alimentare si può e si deve – ha detto Luca Falasconi – perché, sicuramente, è uno dei fenomeni più inquietanti del nostro periodo. La Fao stima venga sprecato un terzo del cibo prodotto per l’alimentazione umana. E la cosa più incredibile è che più del 40 per cento del cibo sprecato si materializza dentro i nostri frigoriferi, nelle dispense dei Paesi cosiddetti sviluppati. Spesso acquistiamo troppo, oppure non l’utilizziamo in modo corretto. E, alla fine, buttiamo via molto cibo ancora perfettamente consumabile. Appunto, lo sprechiamo». Durante il convegno Francesco Ardito, fondatore dell’applicazione “Last minute sotto casa” ha spie- gato: «L’idea è nata dopo aver notato che, in prossimità dell’orario di chiusura, la panetteria sotto casa aveva ancora pezzi di pizza e il bar un buon numero di cornetti. Tutto cibo che, a serrante abbassate, veniva buttato. Guardandomi intorno ho pensato che a Torino ci fossero centinaia di migliaia di cittadini potenzialmente interessati ad acquistare questo cibo in prossimità dell’orario di chiusura, a prezzi scontati. Grazie all’App i cittadini individuano i negozi cui sono interessati e i negozianti informano sul cibo disponibile. Come diciamo noi: win win win. Vince il negoziante che riesce a trasformare in valore quello che stava per diventare spreco. Vince il cliente che compra prodotto alimentare fresco a prezzo basso. Vince il nostro pianeta Terra perché non buttiamo via il cibo. Oggi gli utenti di “Last minute sotto casa” sono 25mila solo a Torino e altri 25mila in giro per l’Italia. In tutto, ogni mese sottraiamo tre tonnellate di cibo allo spreco». Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, al convegno ha raccontato l’esperienza che, da dieci anni, la Federazione conduce con il progetto sostenibile del cibo civile: «Oggi ci sono grandi contraddizioni che non si possono eludere e, in qualche modo, vanno affrontate. Alle produzioni agricole non viene riconosciuto un giusto prezzo. In tutto il mondo si spreca quasi un terzo del cibo prodotto, mentre larga parte della popolazione mondiale non riesce ad accedere al cibo. Si tratta di situazioni davvero insostenibili». Tra temi toccati dal presidente: le battaglie di Coldiretti per arrivare all’etichettatura completa per tutti i prodotti agricoli e le mobilitazioni di questi anni degli agricoltori in difesa del made in Italy. per saperne di più http://www.lastminutemarket.it/ http://www.lastminutesottocasa.it/ 18 // il COLTIVATORE piemontese Torino anno 72 // maggio 2016 Il consiglio comunale approva la variante 301 per le attività agricole site nelle aree a parco I terreni coltivati vengono individuati come parchi urbani fluviali e agricoli nn TORINO Il Consiglio comunale, con 21 voti favorevoli e due astensioni, ha approvato in via definitiva, la variante 301 che modifica il Piano Regolatore della Città e consente di realizzare attività agricole nelle aree a parco. «E’ una buona notizia per le aziende agricole che hanno sede e operano sul territorio della città di Torino – afferma Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino –. Il Piano regolatore della città di Torino, che risale al 1995, non prevedeva aree agricole sul proprio territorio. Sinora, per i terreni coltivati, le norme urbanistiche di attuazione del Piano regolatore non utilizzavano la denominazione di “aree agricole”, ma l’indicazione di “parchi urbani e fluviali”. Questo, sino a oggi, ha condizionato l’attività delle imprese agricole che hanno sede, prati e campi nel territorio di Torino. Infatti, nel corso degli anni, queste aziende agricole hanno avuto difficoltà a sviluppare ampliamenti e insediamenti di stalle, tettoie, locali di vendita diretta e residenze agricole anche solo per adeguamenti alle normative in tema di benessere animale e igienico-sanitario». Michele Mellano, direttore Coldiretti Torino, aggiunge: «L’azione intrapresa dall’assessorato al Piano regolatore e politiche urbanistiche della città di Torino, accogliendo rilievi e osservazioni della Coldiretti, ha portato ora all’approvazione definitiva della variante normativa che modifica le disposizioni per le attività agricole del Piano regolatore cittadino. I terreni effettivamente coltivati dalle aziende agricole sono ora individuati come “parco urbano, fluviale e agricolo”. Questo consentirà agli agricoltori di potersi avvalere della legge urbanistica regionale e poter intervenire sui locali strumentali per l’esercizio dell’attività agricola. Inoltre, per gli agricoltori, non sarà più necessario torino Palazzo Municipale il piano regolatore approvato nel dicembre 1965 presentare il programma di sviluppo aziendale per giustificare ampliamenti di fabbricati». Il presidente Fabrizio Galliati chiude così: «Il voto del Consiglio comunale di questa settimana chiude l’iter della variante 301. Un risultato ottenuto a seguito di un’azione sindacale di Coldiretti portata avanti da anni, dialogando con diversi assessori della città e con la presenza ai lavori delle competenti commissioni del consiglio comunale. Un risultato positivo considerato che alcune aziende agricole, operanti sul territorio comunale, sono state penalizzate dalle norme urbanistiche che non prevedevano le attività agricole, tanto da non poter accedere alle risorse del Psr, programma di sviluppo regionale. Con l’approvazione definitiva della variante 301 vengono introdotte una serie di misure atte ad agevolare la permanenza delle attività agricole presenti sul territorio comunale, così come potranno essere incentivate nuove attività». [email protected] Michele Mellano direttore Coldiretti Torino INSERTO DA CONSERVARE Nuove disposizioni in materia di agriturismo Operativo il nuovo regolamento attuativo sugli agriturismo Materiale divulgativo a cura di Terranostra Piemonte La legge regionale n.2 del 23 febbraio 2015 “Nuove disposizioni in materia di agriturismo” e le norme di attuazione che vengono presentate in queste pagine cambiano sostanzialmente le “regole del gioco” per gli agriturismi. La nuova legge disciplina i diversi settori che necessariamente coinvolgono l’attività agrituristica: quelli produttivi agricoli, quelli igienico-sanitari, quelli urbanistici ed edilizi, il turismo e il commercio, la promozione. Dopo vent’anni di operatività della precedente norma regionale, la n.38 del 23 marzo 1995, il nuovo provvedimento mette a frutto l’esperienza sul campo degli agriturismi e tiene conto delle nuove esigenze degli imprenditori agricoli e del mercato. La legge contiene numerose innovazioni, tutte con l’obiettivo di qualificare e distinguere il settore agrituristico promuovendo un rapporto sempre più stretto tra agricoltura, territorio e consumatori. Le richieste fatte alle imprese agricole non sono poche, e richiedono una nuova consapevolezza imprenditoriale. Gli agriturismi sono invitati a offrire servizi d’eccellenza che abbiano un legame molto forte con le tradizioni produttive ed enogastronomiche locali. Le nuove regole invitano gli imprenditori a “fare rete” con gli altri attori produttivi del territorio. La volontà del legislatore traspare chiaramente: creare una proposta turistica unica e facile da identificare per qualità e peculiarità che possa essere motore di sviluppo per le aziende già attive sul territorio e per chi negli anni vorrà cogliere le possibilità offerte dall’agricoltura multifunzionale. TERRANOSTRA: L’ASSOCIAZIONE PER L’AGRITURISMO, L’AMBIENTE E IL TERRITORIO Nata nel 1973, nell’ambito di Coldiretti, lavora con impegno per promuovere l'attività agrituristica e le vacanze in ambiente rurale, coniugando i bisogni di genuinità e qualità espressi dai consumatori con la necessità degli imprenditori di valorizzare i prodotti e i servizi aziendali. Nel tempo Terranostra è cresciuta. Intanto nei numeri è l’associazione agrituristica più rappresentativa a livello italiano. Poi nell'offerta della qualità. Il percorso avviato con Campagna Amica, realtà di Coldiretti per la filiera 100% italiana, ha contribuito a rafforzare uno dei valori che ispira l'attività delle aziende associate. Terranostra vuole essere oggi per le imprese agricole e agrituristiche un punto di riferimento sia in qualità di interlocutore privilegiato delle istituzioni nella definizione di un quadro normativo efficace, che per la capacità di fornire servizi specializzati e professionali di assistenza, consulenza e formazione, garantendo l'impegno ad per un’informazione sempre puntuale e per l’organizzazione di iniziative, eventi e nuove opportunità di promozione. ! CHI PUò APRIRE UN AGRITURISMO Gli imprenditori agricoli ai sensi dell’art.2135 del codice civile. Possono essere addetti allo svolgimento dell’attività agrituristica, oltre all’imprenditore agricolo, i suoi familiari ai sensi dell’articolo 230 bis del codice civile, nonché i lavoratori dipendenti a tempo determinato, indeterminato e parziale ! COSA PUò OFFRIRE UN AGRITURISMO ospitalità L’agriturismo può fornire uno o più dei seguenti servizi turistici in connessione con la propria attività agricola principale di coltivazione del fondo, di selvicoltura e di allevamento di animali ! SOMMINISTRAZIONE PASTI Attività ricreative... OSPITALITà RURALE FAMILIARE DOVE POSSO APRIRE UN AGRITURISMO In fabbricati rurali, o parti di essi, dotati di certificato di agibilità ed esistenti sul fondo da almeno tre anni In fabbricati rurali o parti di essi esistenti sul fondo edificati in origine per uso agricolo, la cui destinazione d’uso è stata modificata in altri usi negli ultimi cinque anni Presso la sede secondaria o le unità locali produttive al di fuori del fondo aziendale Negli spazi all’aperto per l’insediamento temporaneo di mezzi o allestimenti mobili L’utilizzo dei fabbricati per l’attività agrituristica non comporta il cambio di destinazione d’uso agricolo PISCINE Sempre personale primo soccorso No assistente bagnanti se la piscina ha: Una superficie minore di 100 mq Ha un’altezza minore di 1.4 m ospitalità 35 posti di cui 10 per bambini fino a 12 anni IN ALLOGGIO IN CAMERE con colazione mezza pensione pensione completa Servizi minimi compresi nel prezzo: Pulizia locali Cambio biancheria Fornitura energia elettrica, acqua, riscaldamento IN SPAZI PER CAMPEGGIO Le aziende agrituristiche possono prevedere fino a 10 spazi tenda per un massimo di 30 posti letto Per la colazione se l’azienda agricola non somministra prodotti propri, deve acquistare almeno l’80% di prodotti agricoli piemontesi SOMMINISTRAZIONE PASTI Il numero di coperti massimo è stabilito in relazione alle strutture aziendali ed alla potenzialità produttiva dell’azienda Prodotto acquistato da aziende AGRICOLE PIEMONTESI 15% max Prodotto acquistato da az. Artigiane piemontesi e/o DA AZ. AGRICOLE DI REGIONI LIMITROFE Prodotto proprio dell’azienda agricola sommato al prodotto proveniente dalla produzione di aziende agricole singole o associate, operanti nel territorio piemontese max 15% { Prodotto DI PROVENIENZA aziendale min 85% { aziendale + acquistato da az. AGR. piemontesi 85% Prodotto min 60% min 25% min Prodotto acquistato direttamente da artigiani alimentari piemontesi e/o da aziende agricole di regioni limitrofe Non rientrano in queste percentuali i prodotti complementari non ottenibili in Piemonte, esempio: sale, zucchero, spezie... Nota bene È obbligatorio esporre l'indicazione dell'origine e della provenienza di tutti i prodotti attività ricreative, culturali, didattiche, sportive Anche al di fuori dei beni fondiari, finalizzate alla valorizzazione del patrimonio rurale OSPITALITà RURALE FAMILIARE novità É una forma specifica di agriturismo con particolari regole: LA PREVALENZA DELL’AZIENDA AGRICOLA È DATA PER ASSODATA incompatibile con altre forme ricettive o di ospitalità agrituristica conduzione diretta dello IAP e del coltivatore diretto massimo 10 pasti (20 se in montagna) massimo 10 posti letto aperta al massimo 270 giorni l’anno l’attività ricettiva si svolge solo nell’abitazione rurale dell’imprenditore agricolo le regole per gli agriturismi la prevalenza ! L’attività agricola deve essere prevalente rispetto all’attività agrituristica. La prevalenza dell’attività agricola si realizza quando, a scelta dell’imprenditore agricolo sussista una delle seguenti condizioni: Il valore della produzione standard dell’azienda agricola, deducibile dal fascicolo aziendale, compresi gli aiuti di mercato, è maggiore rispetto alle entrate dell’attività agrituristica ATTIVITà ATTIVITà AGRICOLA AGRITURISTICA Il tempo di lavoro dedicato per lo svolgimento dell’attività agricola nel corso dell’anno solare, sia superiore al tempo impiegato per l’attività agrituristica LA DOCUMENTAZIONE RICHIESTA ! La relazione autocertificata su Sistema Piemonte: 1 descrizione attività agricola e agrituristica 2 consistenza della produzione aziendale 3 prevalenza aziendale 4 strutture edilizie 5 numero max coperti (in caso di somministrazione) Il Fascicolo aziendale aggiornato Modello Marchio Grafico Autocertificazione per il rilascio della ELLE AZIENDE CLASSIFICAZIONE D AGRITURISTICHE PER GLI AGRITURISMI CHE OFFRONO SERVIZI DI PERNOTTAMENTO Segreteria Provinciale Terranostra Torino Via Pio VII, 97 - 10135 Torino Tel. +39.011.6177211- Fax +39.011.3161348 email: [email protected] – www.torino.coldiretti.it 23 // il COLTIVATORE piemontese Dalle zone anno 72 // maggio 2016 Al lavoro per rilanciare Avviata la revisione la produzione del pomodoro del Piano regolatore costoluto di Cambiano settiMo torinese L’amministrazione ha affidato ai tecnici della Coldiretti il supporto agronomico nn CAMBIANO L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giancarlo Michellone, ha affidato a Coldiretti Torino il servizio di supporto tecnico e agronomico nel processo produttivo colturale del Pomodoro costoluto di Cambiano, per l’anno 2016. Al fine di rilanciare la produzione locale di pomodoro l’amministrazione comunale, negli ultimi anni, ha avviato iniziative di promozione del pomodoro costoluto, in particolar modo in occasione della Sagra del pomodoro, in programma il primo fine settimana di settembre. L’intento degli amministratori è inserire il pomodoro locale nel Paniere dei prodotti tipici della Provincia. Negli anni scorsi gli amministratori hanno affidato al Creso, consorzio di ricerca e sviluppo per l’ortofrutta piemontese di Boves, un’attività di ricerca finalizzata al recupero della linea e alla riduzione della variabilità fenotipica, presente all’interno della popolazione e al miglioramento della gestione agronomica della coltura per potenziare l’attività produttiva. Il seme è stato selezionato e raffinato al punto da riportarlo a quello originale, quello del costoluto di cinquant’anni fa. Il Creso ha altresì redatto un disciplinare di produzione che norma le caratteristiche del prodotto, le operazioni di raccolta, etichettatura, confezionamento e commercializzazione. Nel maggio 2014 la Giunta comunale ha approvato le analisi della variabilità genetica dell’ecotipo Costoluto di Cambiano, condotte dal dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’università degli studi di Torino, set- tore Genetica agraria, di Grugliasco. Intanto, a inizio 2015, alcuni agricoltori hanno dato vita all’associazione produttori del pomodoro costoluto di Cambiano. L’intento degli amministratori è ora rivolto a dare assistenza e supporto tecnico agronomico nel processo produttivo colturale sia per il rispetto del disciplinare di produzione sia per il mantenimento delle caratteristiche della cultivar di Pomodoro costoluto di Cambiano. Con questo intento, nei giorni scorsi, l’amministrazione cambianese ha affidato a Coldiretti, Torino il servizio di assistenza e supporto tecnico agronomico agli orticoltori locali. I tecnici Coldiretti oltre a vigilare il rispetto del disciplinare di produzione per l’annata produttiva in corso, coadiuveranno e supporteranno gli agricoltori nelle operazioni che porteranno alla produzione di seme che gli agricoltori soci dell’associazione produttori del pomodoro costoluto di Cambiano utilizzeranno per la semina della prossima campagna produttiva. progetto Laguna Verde zz SETTIMO TORINESE L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Fabrizio Puppo, in vista della revisione del Piano regolatore ha incontrato i rappresentanti del mondo agricolo. Alla riunione la Coldiretti era rappresentata da Giancarlo Chiesa, segretario di zona e da Roberto Vergnano, delegato Giovani Impresa. Il Piano regolatore di Settimo è nato agli inizi degli anni Novanta ed è stato oggetto di 32 varianti, 14 di queste negli ultimi 8 anni. L’amministrazione ha spiegato come, nell’ambito del nuovo Piano regolatore, un ruolo centrale è riservato al progetto Laguna Verde, che si estende su 850.000 metri quadrati di territorio e coinvolge tre grandi aree: Fashion Moll, con un polo del lusso; l’area PPE Pirelli 1 e un’area comune di ambito pubblico. Il progetto Laguna Verde ha una capacità insediativa residenziale pari a 8.000 nuovi abitanti. Questa la ripartizione della superficie: residenza 55 per cento; terziario con funzioni commerciali 25 per cento della superficie; attività per la diffusione della conoscenza e la ricerca scientifica e la sperimentazione tecnologica, 15 per cento, produzione ed erogazione di beni e servizi, 5 per cento di superficie. Durante la riunione l’amministrazione comunale ha ribadito, più volte, che uno degli obiettivi della variante è contenere l’utilizzo di nuovo suolo agricolo. Nella riunione gli amministratori comunali hanno annunciato che il comune di Settimo Torinese, insieme alle città di Chieri e di None, si è aggiudicato un progetto per la realizzazione di un software per favorire scelte urbanistiche che consentono di contenere il consumo di suolo. Il progetto si chiama Life Sam 4CP. Sempre dalla riunione è emerso che, in linea di massima, i tempi che porteranno alla revisione del piano regolatore saranno questi: nelle settimane a venire l’amministrazione comunale completerà gli incontri con le realtà locali: agricoltori, commercianti, associazioni… Per l’estate 2016 è prevista la presentazione della proposta tecnica del nuovo Piano regolatore, con il formale avvio dell’iter istituzionale. Per dicembre 2016 dovrebbe essere adottato il progetto preliminare di variante. Sempre l’amministrazione comunale stima che la conclusione dell’iter di variante con l’approvazione definitiva potrebbe avvenire entro la fine del 2017. Coldiretti resta in attesa di poter esaminare la bozza di progetto preliminare per formulare le osservazioni. 24 // il COLTIVATORE piemontese Zootecnia anno 72 // maggio 2016 Alla Fiera di San Giorgio la Pezzata rossa italiana è la protagonista sul ring A Caselette la rassegna si è svolta sabato 16 e domenica 17 aprile nn CASELETTE Sabato 16 e domenica 17 aprile a Caselette si è svolta la Fiera di San Giorgio. Una iniziativa dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pacifico Banchieri e dall’assessore Roberto Rigoletti, in collaborazione con Coldiretti Torino e con l’Ara, Associazione regionale allevatori, del Piemonte. Domenica la fiera si è aperta con la partecipazione del Corpo musicale di Caselette. Per tutta la giornata c’è stata l’esposizione di centinaia di capi di bestiame portati da allevatori locali e commercianti. Lungo via Val della Torre Coldiretti ha allestito un mercato di Campagna Amica con i produttori agricoli che vendevano direttamente i prodotti del territorio. Buon successo di pubblico anche per la mostra mercato di macchine e attrezzature agricole, così come la rassegna commerciale. Pacifico Banchieri, sindaco di Caselette, spiega: «Come amministrazione comunale abbiamo pensato di rilanciare e far rivivere la fiera di San Giorgio. Un appuntamento storico per il nostro Comune, in una zona dove, tradizionalmente, l’agricoltura è ben radicata. Rilanciando la fiera intendiamo promuovere e valorizzare il settore agricolo. Motore del rilancio è la mostra bovina regionale della Pezzata rossa italiana. Con la fiera miriamo a su- perare l’orizzonte comunale, arrivando fino alla città metropolitana. La fiera è un evento che si colloca tra la città e la montagna, uno spazio importante anche dal punto di vista paesaggistico». Pierpaolo Davi, segretario Coldiretti, della zona Rivoli e Bussoleno, spiega: «Rinnovando la fiera di San Giorgio di Caselette abbiamo inteso coniugare il passato con il futuro, dando vita a una occasione di promozione per il mondo agricolo come per l’intera economia di Caselette e dintorni. E’ una fiera che ha radici nel passato, un evento di richiamo per gli allevatori e per tutto il mondo agricolo. Una rassegna zootecnica nata vent’anni fa, in casa Coldiretti. Un appuntamento fieristico per valorizzare la presenza di capi bovini di razza Pezzata rossa italiana. L’appuntamento ha avuto vita breve e poi si era spento, interrompendosi. Quest’anno abbiamo inteso recuperare la rassegna zootecnica in grande stile. Un evento incentrato sui bovini di Pezzata rossa, uno dei motori dello sviluppo agricolo locale per aziende zootecniche di pianura, come per quelle montane. Un appuntamento zootecnico, la mostra bovina, che si fregia della qualifica regionale». Enrico Pianta, tecnico Coldiretti, spiega: «La prima edizione della fiera si svolse nel 1998, due anni dopo però tutto finì. Ora abbiamo inteso rilanciarla. In zona c’è un buon numero di allevatori di Pezzata rossa italiana. Le cascine locali hanno prati polifiti, irrigui, che alimentano gli allevamenti. La produzione di latte e carne, se pur a fronte di notevoli difficoltà, per gli agricoltori della zona, continua a essere una delle opportunità per fare reddito». Tiziano Valperga, direttore Arap, Associazione regionale allevatori del Piemonte, spiega: «La Pezzata rossa italiana è una razza a duplice attitudine, latte e carne. Una razza che si sta diffondendo in tutta Italia. In Piemonte contiamo 300 allevamenti. E’ una razza che merita attenzione sia per la produzione di latte sia per la carne: i vitelli alla macellazione hanno una buona resa. Grazie alla disponibilità del comune di Caselette abbiamo potuto organizzare una rassegna a carattere regionale. In mostra sono stati portati esemplari stupendi. Sono un bell’esempio di efficienza del settore lattiero-caseario subalpino che oggi vive un momento di crisi. Dagli animali sul ring arriva un messaggio chiaro: gli allevatori professionali ottengono eccellenti produzioni di latte e carne, qualità che vanno adeguatamente riconosciute, con un prezzo alla stalla equo e giusto. Un obiettivo che gli allevatori spesso vedono lontano». Tra gli appuntamenti della Fiera di San Giorgio da segnalare, c’è il convegno di sabato pomeriggio, sul tema “La pezzata rossa italiana, tra città e montagna”, svolto al salone Magnetto. Tra gli intervenuti Sergio Barone, vicepresidente Coldiretti Torino, che spiega: «Nel convegno ho rimarcato la buona collaborazione tra Coldiretti e l’amministrazione comunale per l’organizzazione della fiera. Ho chiesto che l’attenzione mostrata dagli amministratori al mondo agricolo continui e venga manifestata anche quando si mette mano alla revisione degli strumenti urbanistici, quali il piamo regolatore. Noi siamo ben contenti della collaborazione per le fiere, ma agli amministratori chiediamo di fare di più. In particolare, se vogliamo difendere l’agricoltura non ci sono alternative: occorre fermare il consumo di suolo fertile agricolo. Devo dire che il mio appello è stato prontamente raccolto: il sindaco di Caselette ha ricordato che è in corso una variante urbanistica che l’amministrazione intende realizzare con zero consumo di suolo fertile. Le nuove aree edificabili saranno identificate nell’ambito delle aree artigianali e industriale dismesse, senza consumare suolo agricolo». [email protected] sergio Barone 25 // il COLTIVATORE piemontese Zootecnia anno 72 // maggio 2016 Piemonte: 300 stalle e 6500 capi Mostra regionale della Pezzata rossa: sottoposti ai controlli funzionali Girl è la campionessa assoluta vacche nn CASELETTE Giacomo Menta, giudice Anapri, Associazione nazionale allevatori bovini di razza Pezzata rossa italiana, che ha valutato i capi nel ring, spiega: «Gli animali presentati in mostra hanno risposto appieno agli obiettivi di selezione della razza. La Pezzata rossa italiana è a duplice attitudine: produce latte in buona quantità e di grande qualità, ma anche ottima carne. I soggetti hanno dimostrato come, in questi anni gli allevatori, facendo selezione, utilizzando buoni tori, hanno conseguito ottimi risultati. In Piemonte 6500 bovine sono sottoposte ai controlli funzionali di razza Pezzata rossa. In tutto, sono 300 stalle, con una media di 20 vacche per allevamento. In Italia, questa razza è in aumento. La Pezzata rossa è adatta a ogni tipo di ambiente, sia allevamenti intensivi, sia allevamenti di montagna e questo consente di valorizzare zone difficili del territorio. In Piemonte abbiamo due allevamenti leader: uno con 220 vacche in lattazione, che quest’anno ha chiuso con 109 quintali di media e l’altro, con più di 100 bovine, che ha chiuso con 106 quintali di media. E’ la dimostrazione che la Pezzata rossa può produrre tanto, in quantità e, soprattutto, in qualità. Sono stalle con performance eccezionali e, nel contempo, gli animali hanno periodi di parto-concepimento estremamente brevi. La media di razza è 109 giorni, contro una media nazionale molto più alta. Una razza che ha tanta variabilità genetica. Ciò significa che l’allevatore può decidere di indirizzarsi più su una produzione di latte, su un animale integrato con l’ambiente o sul biologico. La Pezzata rossa è un animale ecclettico. I numeri e gli animali presenti qui alla manifestazione di Caselette lo hanno dimostrato». Allevatori e commercianti zz CASELETTE – Alla mostra bovina regionale di Razza Pezzata Rossa italiana, hanno partecipato capi: della società Accastello, di Caselette; di Angelo Battista Cibrario, di Bruzolo; di cascina Tetti Racca, di Marene e di Piero Savant Levet e figli, di Balangero. Alla mostra zootecnica erano presenti capi portati dagli allevatori: Franco Borello, di Caselette; Fratelli Luigi e Bruno Berton, di Caselette; Marco Bunino, di Casellette; Franco Cibrario, di Caselette; Carlo Devers, di Caselette; Fratelli Giuliano, di Condove; Marina Savio, di Alpignano; Enrica Tiengo, di Caselette; Azienda agricola San Giuliano di Susa. Presenti anche capi portati dai commercianti: Valsusa bestiame, di Condove; Pb Best, di Balangero zz CASELETTE – Domenica 17 aprile si è svolta la mostra bovina regionale di razza Pezzata rossa italiana. Giudice ufficiale della rassegna Giacomo Menta, dell’Anapri, di Udine, assistito da Maurizio Pagge, dell’Ara Piemonte. RISULTATI FINALI Girl, presentata da Piero Savant Levet e figli, di Balangero, è la campionessa assoluta vacche della mostra regionale della Pezzata rossa italiana. Riserva assoluta vacche: Sola, un capo di cascina Tetti Racca, di Marene. Miglior mammella della mostra: Sola, capo di cascina Tetti Racca. Campionessa assoluta manze e giovenche: Valle, presentata dalla società agricola Accastello, di Caselette. Riserva assoluta manze e giovenche: Veneziana, capo della società Accastello. RISULTATI PER CATEGORIA Manze e Giovenche 1° Categoria, Giovenche da 12 a 16 mesi. Campionessa: Zoo, presentata da società agricola Accastello. Riserva di Categoria: Letizia presentata da Angelo Battista Cibrario, di Bruzolo. 2° Categoria, Giovenche da 16 a 22 mesi. Campionessa: Veneziana, presentata da società agricola Accastello. Riserva di categoria: Violence, sempre del medesimo allevamento. 3° Categoria, Giovenche da 22 a 28 mesi. Campionessa di categoria: Valle, presentata dalla società agricola Accastello. Riserva di categoria: Romantica, presentata da Angelo Battista Cibrario. Vacche in ASCIUTTA Campionessa di categoria: Mirka, presentata da Piero Savant Levet e Figli, di Balangero. Riserva di categoria: Semplice, presentata dalla società agricola Accastello. Vacche in LATTE 5° Categoria, Primipare in lattazione con parto da 28 a 36 mesi. Campionessa di categoria: Usura, presentata dalla società agricola Accastello. Riserva di categoria: Tesina, presentata da Cascina Tetti Racca, di Marene. Miglior Mammella: Usura, presentata dalla società agricola Accastello. 6° Categoria, Secondipare in lattazione con parto entro 48 mesi. Campionessa di categoria: Girl, presentata da Piero Savant Levet e figli. Riserva di categoria: X presentata da Cascina Tetti Racca. Miglior Mammella: X presentata da Cascina Tetti Racca. 7° Categoria: Pluripare in lattazione fino a 7 anni. Campionessa di categoria: Sola, presentata da Cascina Tetti Racca. Riserva di categoria: Sodale, presentata da società agricola Accastello. Miglior Mammella: Sola, presentata da Cascina Tetti Racca. 8° Categoria: Pluripare in lattazione oltre i 7 anni. Campionessa di categoria: Resina presentata da Cascina Tetti Racca. 26 // il COLTIVATORE piemontese Regione anno 72 // maggio 2016 Pascoli montani ridotti? No, è la lettura sbagliata del refresh dell’estate 2015 E intanto le fotointerpretazioni errate impediscono l’arrivo dei fondi Pac e Psr nn TORINO I pascoli montani subalpini? Si sono notevolmente ridotti. E’ una bufala, ma è uno degli effetti, perversi, del cosiddetto Refresh 2015, il rilievo fotogrammetrico del territorio, effettuato nell’estate del 2015, e la relativa interpretazione, operata da una società satellite di Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, spiega: «Ogni tre anni, su disposizioni dell’Unione europea, Agea effettua il refresh. E, puntualmente, nascono una serie di problemi per gli agricoltori. Le foto interpretazioni, unite alla non perfetta conoscenza del territorio da parte degli operatori che leggono le immagini, spesso mutano le caratteristiche aziendali. Qualche esempio? Le superfici dei pascoli montani si riducono perché vengono classificate aree non pascolabili; una riduzione delle superfici aziendali che può essere anche drastica. Qualche altro esempio? Le zone della collina torinese dove coesistono i ciliegi, seminativi e orti a volte sono classificate come colture non ammissibili. In altre parti del Piemonte i noccioleti diventano superfici boschive, così come nelle risaie i fossi accessori non vengono considerati o, addirittura, si sono verificati errori macroscopici come ettari coltivati a grano che diventano manufatti o pascoli di alta montagna classificati come seminativi». «Quando i dati aziendali che emergono dal refresh 2015 sono diversi da quelli presenti nel fascicolo aziendale per gli imprenditori agricoli sono guai: il blocco delle risorse Pac e quelle del Psr. – aggiunge Fabrizio Galliati –. A fronte di risultati errati delle fotointerpretazioni l’azienda corre subito ai ripari con una segnalazione sul Siap, sistema informatico regionale. refresh errato Area con vacche al pascolo classificata come non coltivabile Se la segnalazione viene accolta, l’anomalia viene superata e l’azienda può tornare a ricevere i contributi. A fronte del diniego, l’azienda può chiedere un contradditorio ed esaminare i rilievi fotogrammetrici con un tecnico della Regione per rivedere la classificazione ritenuta errata. Se anche in questa sede l’azienda non riesce a far valere le proprie ragioni resta l’ultima possibilità. Viene calendarizzato un sopralluogo in campo: il problema è che questi saranno calendarizzati solo nei prossimi mesi, nel periodo estivo. E intanto l’azienda agricola non percepisce tutto o parte delle risorse Pac e del Psr». In Piemonte le domande di Premio unico sono poco meno di 40mila, quelle sinora pagate con un anticipo parziale sono 21.000. Gli agricoltori che hanno i pagamenti bloccati, per effetto di errori parziali o totali dei dati aziendali dovute a interpretazioni errate del Refresh 2015, si stima siano più del 50 per cento. Fabrizio Galliati chiude: «A fronte delle proteste della Coldiretti gli uffici regionali hanno annunciato di essere impegnati in un lavoro di rivisitazione degli esiti dell’ultimo refresh, in autonomia, che dovrebbe completare entro breve. Ci auguriamo che questo esame dei rilievi risolva buona parte degli errori dovuti a operatori che non conoscono bene il territorio, sbloccando la situazione senza dover attendere i sopralluoghi in campo». [email protected] Le anomalie bloccano anche l’assegnazione di gasolio agricolo agevolato zz TORINO Il refresh ha provocato guai anche per il gasolio agricolo agevolato, i cui saldi sono stati bloccati. Coldiretti Piemonte nei giorni scorsi ha sollecitato l’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero chiedendo di individuare una procedura che consenta di erogare un acconto sulle superfici che evidenziano anomalie dovute ad interpretazioni errate. «Per sbloccare questo empasse abbiamo proposto all’assessore – spiega Delia Revelli presidente Coldiretti Piemonte - due strade che riteniamo attualmente percorribili: l’assegnazione in base alla superficie che in questo momento risulta ammissibile alla pubblica amministrazione o l’attribuzione di una percentuale su tutta la superficie dichiarata dall’impresa. Entrambe le soluzioni tutelerebbero sia le imprese sia la pubblica amministrazione, consentendo così di sbloccare la situazione». 27 // il COLTIVATORE piemontese Dalle zone anno 72 // maggio 2016 A Castiglione Torinese gli studenti delle scuole dell’infanzia e delle elementari tra i banchi del mercato di Campagna Amica nn CASTIGLIONE TORINESE I bambini delle due scuole dell’infanzia – la Caudana e la Fermi –, e gli studenti della quarta elementare Pezzani, nelle scorse settimane, hanno visitato il mercato di Campagna Amica del martedì pomeriggio, nella centralissima via Torino. In particolare i piccoli delle scuole dell’infanzia si sono molto divertiti a familiarizzare con alcuni agnellini, portati in piazza per l’occasione dagli allevatori. Gli alunni hanno seguito con buona attenzione e curiosità le spiegazioni fornite dagli imprendi- tori agricoli sulle produzioni stagionali, locali di ortofrutta, legate al territorio, messe in vendita sui banchetti dei caratteristici gazebo gialli che contraddistinguono i mercati di Campagna Amica della Coldiretti. Interessante è stato inoltre il gioco didattico, svolto dal responsabile del mercato di Campagna Amica di Coldiretti, Emanuele Forneris, attraverso il riconoscimento della corretta stagionalità dei prodotti agricoli proposti al mercato, oltre all’opportunità che hanno avuto molti bambini di toccare con mano i prodotti, riconoscendone così Rondissone: progetto impianto produzione biogas e compost nn RONDISSONE Coldiretti ha chiesto all’amministrazione comunale di Rondissone, guidata dalla sindaca Miriam De Ros, di avere copia del progetto per la realizzazione di un impianto di produzione di biogas e compost da parte della ditta Ferplant, di Chivasso. Nella missiva, inviata da Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, all’amministrazione di Rondissone, è scritto: “Preso atto della discussione nella riunione congiunta del 23 novembre 2015 della Commissione ambiente e della Giunta comunale per la presentazione, riportando parere favorevole, e della successiva comunicazione del signor sindaco, in occasione del Consiglio Comunale del 21 dicembre 2015, si porge richiesta per ottenere copia di detta presentazione. Tale richiesta al fine di poter prender visione del progetto e per poter dare la corretta informazione ai nostri associati del vostro Comune”. le varie differenze. Negli ultimi tempi, l’ufficio zona di Chivasso della Coldiretti ha avviato una collaborazione con le scuole castiglionesi, nell’ambito di progetti legati all’educazione alimentare, nati e realizzati in collaborazione con l’amministrazione comunale di Castiglione. Tra le iniziative la Coldiretti fornisce un supporto per gestire e curare l’orto scolastico della scuola dell’infanzia Fermi, realizzato grazie alla preziosa collaborazione di una mamma agronoma e di alcuni giardinieri. Non consumare nuovo suolo agricolo per realizzare l’ospedale unico dell’Asl To5 zz TORINO «Per il progetto del nuovo ospedale unico dell’Asl To5 occorre individuare un sito senza consumare nuovo suolo agricolo, scegliendo tra le aree industriali dismesse presenti in zona». Sono parole di Gianfelice Romano, presidente della locale sezione della Coldiretti. «Come imprenditori agricoli riteniamo che per l’individuazione del sito dove edificare il nuovo ospedale unico dell’Asl To5 sarebbe opportuno non consumare nuovo suolo agricolo – precisa Gianfelice Romano –. In zona, a Santena, come nei Comuni vicini, non mancano aree di siti industriali abbandonati. Nei documenti urbanistici della Regione Piemonte, così come nel Piano territoriale di Coordinamento dell’ex Provincia di Torino, oggi Città metropolitana di Torino, si fa sempre riferimento alla necessità di non consumare nuovo suolo agricolo. Spesso però, di fronte ai casi urbanistici concreti, questi documenti restano lettera morta. Noi, invece, riteniamo che sia importante che l’indicazione di non consumare suolo agricolo venga tenuta nella dovuta considerazione nell’ambito del processo decisionale che porterà a individuare il nuovo sito per l’ospedale unico di tutta l’Als To5. E ci auguriamo che questo avvenga». 28 // il COLTIVATORE piemontese Provincia anno 72 // maggio 2016 Carne di razza Piemontese a Cavour dopo XVII edizioni si lavora per un rilancio Un prodotto unico che intende ancora stupire una vetrina dei migliori allevamenti di Fassone nn CAVOUR Dal 22 al 24 aprile si è svolta la XVII edizione di Cavour, carne di razza Piemontese, appuntamento che, da 17 anni, presenta ai consumatori una delle eccellenze del territorio pinerolese: sua maestà la “rossa” carne di razza bovina Piemontese. Tiziano Valperga, direttore Associazione allevatori del Piemonte, spiega: «A Cavour abbiamo fatto vedere il lavoro condotto in questi anni dagli allevatori di bovini di razza Piemontese. Grazie all’amministrazione di Cavour siamo riusciti a portare in mostra, per i consumatori, una vetrina rappresentativa del buon lavoro compiuto in questi anni dagli allevatori. Negli anni il lavoro di selezione genetica ha consentito alla carne bovina Piemontese di acquisire eccellenti caratteristiche organolettiche. Oggi la Piemontese è allevata secondo i crismi che rispettano appieno il benessere animale, così come la tutela del territorio». Piergiorgio Bertone, sindaco di Cavour, spiega: «Non è stato semplice rilanciare e rinnovarsi ogni anno. L’attenzione dedicata in queste edizioni dal pubblico e dai mezzi di informazione alla carne di Piemontese e alla nostra rassegna dimostra la valenza del prodotto e l’importanza di questa filiera per il territorio». Subito dopo il sindaco aggiunge: «La carne di Piemontese è un prodotto unico per una rassegna che, anche dopo 17 anni, vuole ancora stupire. Per farlo oggi serve un’attenzione straordinaria, diversa dal passato. La rassegna ha tutte le caratteristiche per diventare una kermesse meravigliosa e straordinaria per l’economia di tutto nostro territorio. Perché questo accada c’è però bisogno dell’azione corale di molti. Di tutti coloro che compongono la filiera. Per questo, appena chiusa l’edizione del 2016 ci siamo seduti attorno a un tavolo a lavorare per un forte progetto di rilancio che coinvolgerà gli or- paolo odetti ganizzatori – la Procavour e noi amministratori – le associazioni agricole, gli allevatori e i macellai. Intendiamo anche lavorare in sinergia con gli amministratori dei territori vicini. Se tutti sapranno operare in questa direzione riusciremo a rilanciare questa manifestazione». Paolo Odetti, vice presidente Coldiretti Torino, spiega: «Alcuni comparti dell’agricoltura oggi stanno vivendo momenti non facili. In particolare, la crisi è forte nel settore lattiero-caseario, dove gli allevatori fanno fatica a vedere riconosciuti gli sforzi compiuti. Il prezzo riconosciuto al latte alla stalla non è sicuramente giusto. Gli allevatori che producono carne, segnatamente chi ha in stalla bovini di razza Piemontese, oggi vivono una situazione un tantino più tranquilla. Il lavoro di promozione sta pagando: i consumatori hanno imparato ad apprezzare le buone qualità organolettiche della carne Piemontese e sono disposti a remunerarla il giusto». Donatella Scalerandi, assessora all’Agricoltura di Cavour, aggiunge: «In futuro, per rilanciare questa manifestazione, intendiamo far leva sulle nostre eccellenze produttive locali con l’obiettivo di valorizzare l’intero territorio. Un rilancio che avverrà solo se riusciremo a mettere in sinergia tutti i soggetti Se pur in un momento non facile ci sono comunque tutte le premesse affinché la rassegna 2017 sulla carne di razza piemontese possa risultare di alto livello». [email protected] piergiorgio Bertone Gli allevatori presenti in rassegna zz CAVOUR Questi gli allevatori presenti alla XVII edizione: Claudio Allasia “Remband”, Bibiana; Mauro Beltramo, Cavour; Romano Bessone, Macello; Francesco Bocco, Bricherasio; Marco Busso, Cavour; Mauro Chialvetto, Cavour; Egidio e Roberto De Petris, Campiglione Fenile; Mauro Meia, Cavour; Luciano Mondino, Cavour; Marco Peverengo, Cavour; Giovanni Toscano, Cavour. 29 // il COLTIVATORE piemontese Regione anno 72 // maggio 2016 Compral Latte: l’assemblea ha approvato il bilancio e riconfermato il consiglio Il percorso con Inalpi e Ferrero esempio virtuoso per tutta la filiera lattiero-casearia nn CUNEO L’assemblea della cooperativa allevatori Compral Latte ha approvato il bilancio e rinnovato le cariche. L’incontro si è svolto all’hotel dei Tigli, a Cussanio. Presenti gran parte dei 250 soci Compral, distribuiti fra la provincia di Cuneo, la maggioranza, e il Torinese. Tra le autorità: i vertici piemontesi di Coldiretti Piemonte, guidati dalla presidente regionale Delia Revelli; Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura; Egidio Invernizzi, patron Inalpi. Raffaele Tortalla, presidente uscente Compral, ha spiegato: «Il comparto lattiero-caseario sta attraversando una fase complessa: lo dimostra l’andamento del mercato, che ristagna su scala europea, dalla ricca Baviera alle campagne francesi. In questo difficile contesto la filiera piemontese del latte ha visto consolidarsi un proficuo rapporto tra la nostra realtà produttiva con l’Inalpi di Moretta – con le torri di sprayatura – e la Ferrero di Alba, destinatario del prodotto finale. Una esperienza che si è rivelata una novità positiva e ha garantito stabilità e tenuta dei prezzi. In questo contesto, l’indice messo a punto dai partner della filiera, un unicum a livello nazionale, rappresenta un’importante punto di riferimento, assicurando agli allevatori quei centesimi in più che, oggi, fanno la differenza». «La filiera del latte CompralInalpi-Ferrero – ha rimarcato Giorgio Ferrero assessore regionale all’Agricoltura – è una bandiera perché, in Piemonte, termini come qualità produttiva, controlli rigorosi, tracciabilità e trasparenza, da anni sono un dato di fatto, applicato tutti i giorni». «Un merito degli allevatori-produttori Compral e della parte industriale che ha dimostrato grande vicinanza», ha subito voluto rimarcare Roberto Chialva, vicepresidente Compral e presidente dell’Associazione regionale allevatori del Piemonte. «Quando doveva nascere l’iniziativa – ha ricordato Bruno Rivarossa, direttore regionale Coldiretti Piemonte, citando un aneddoto – la Ferrero ci ha chiesto espressamente se, a regime, eravamo in grado di garantire 5mila quintali di latte prodotto, al assemblea dei soci Compral Latte giorno. Con qualche brivido ho risposto sì. Ebbene, oggi possiamo dire che l’obiettivo è in vista. Un traguardo che non era così scontato». Il documento di bilancio della Compral, approvato dall’assemblea, pareggia a quota 40 milioni di euro, con un piccolo attivo. Illustrando i numeri Bartolomeo Bovetti, direttore Compral, ha detto: «I conti tornano e il percorso condiviso con Inalpi e Ferrero rappresenta senza dubbio un esempio virtuoso per tutto il comparto. Per il futuro dobbiamo continuare a fare squadra, migliorare le prestazioni e sviluppare le collaborazioni: solo così potremo arrivare a centrare i nuovi traguardi che ci impone una competizione globale». Prima del rinnovo cariche, Alessandra Tropini, veterinaria, consulente Ara Piemonte, ha illustrato il capitolato tecnico di produzione “Latte crudo in fi- liera”, sottoscritto dai soci Compral con l’Inalpi. Un impegno che vincola gli allevatori a sottoporsi a tutte le verifiche e ai controlli necessari. «Un ulteriore segno di maturità e di crescita per la l’intera filiera», ha commentato Bartolomeo Bovetti. In chiusura l’assemblea di Compral Latte ha eletto il nuovo consiglio direttivo, al quale il presidente Tortalla e i 12 membri si sono presentati dimissionari. L’assemblea ha votato, per acclamazione, confermando al vertice di Compral Raffaele Tortalla, Roberto Chialva, Bernardo Ambrogio, Giampiero Burdisso, Livio Diale, Giuseppe Cottino Feira, Mario Gianoglio, Michele Giletta, Andrea Magliana, Elio Pettiti e Roberto Tortone. New entry, l’allevatore chivassese Antonino Fassino. Nella prima riunione il cda eleggerà presidente – Raffaele Tortalla andrà alla riconferma – e l’intera Giunta della Compral Latte. Pagine informative Federazione Italiana Gruppi Coltivatori Sviluppo Federsviluppo Associazione regionale del Piemonte ATTIVITÀ INFORMATIVA nn «La produzione biologica è in piena crescita. In Piemonte i numeri mostrano un’impennata. Decine di aziende di tutte le dimensioni sono coinvolte nel percorso di conversione al metodo biologico. Melo e pero sono le specie più presenti, con 680 e 389 ettari, già ben oltre il 10 per cento della superficie regionale. La scelta è dettata dall’attenzione all’ambiente e al consumatore, ma anche dalle opportunità di un mercato che riesce a remunerare l’impegno dei produttori. La filiera si sta strutturando, con aggregazioni che dialogano con la Gdo, grande distribuzione e con acquirenti internazionali. Anche la trasformazione in preparati innovativi sta crescendo con nuove strutture sul territorio». Con questi dati, Giacomo Ballari, presidente di Agrion, ha aperto il convegno “Frutticoltura biologica in Piemonte: la situazione, le prospettive, la ricerca a supporto dei processi di innovazione”, svolto a Manta, lo scorso marzo. «Uno scenario in fermento ha aggiunto Giacomo Ballari –, in cui occorre tenere presenti: il trend dei mercati locali e internazionali, i percorsi commerciali e il ruolo del marketing. Ma anche il percorso in campo che deve essere supportato da una ricerca più mirata e una consulenza tecnica adeguata, per fornire aiuto adeguato ai produttori in particolare a quelli che iniziano il percorso di conversione». «Insieme con gli altri attori della filiera biologica piemontese – ha detto Silvio Pellegrino, direttore di Agrion – la nostra Fondazione ha voluto organizzare un mo- 30 anno 72 // maggio 2016 Frutticoltura biologica in Piemonte: situazione e prospettive a supporto dei processi di innovazione Le indicazioni emerse nel convegno organizzato da Agrion a Manta mento di confronto e discussione circa lo stato dell’arte, le criticità ancora irrisolte, gli spunti per la ricerca e le reali prospettive di mercato. Agrion che si è occupata, attraverso l’incorporata Creso, di ortofrutticoltura biologica fin dai suoi primi passi in Piemonte, continua a mettere a disposizione della filiera i risultati della propria attività di ricerca, traducendola in indicazioni applicative per i tecnici che seguono le aziende a conduzione biologica». L’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero ha illustrato un quadro della situazione piemontese, le opportunità e le attese nell’ambito delle misure attivate sul Psr. Roberto Della Casa, docente dell’Università di Bologna ed esperto di marketing ed economia agricola, è intervenuto con una relazione focalizzata su trend, situazione e prospettive di mercato dell’ortofrutta biologica, con particolare riferimento agli elementi critici su cui concentrarsi per uno sviluppo duraturo oltre le mode del momento. «I consumi di ortofrutta bio – ha riferito Roberto Della Casa – sono in costante aumento, pur osservando una flessione degli acquisti nel 2011-2012, in concomitanza con la crisi economica. Il settore Bio offre grandi potenzialità. Il consumatore sta risco- prendo il prodotto biologico come un bene di “lusso accessibile” buono, sano e sostenibile. Una criticità del settore è legata alla commercializzazione, che in Italia avviene per il 40 per cento presso la Gdo, il 35 per cento nei negozi specializzati e il 25 per cento presso mercatini, vendite dirette e negozi tradizionali. Considerato che la Gdo rappresenta il principale canale distributivo per l’ortofrutta, gli spazi dedicati al Bio sono sempre poco forniti, poco presidiati e poco attrattivi rispetto alle catene commerciali di altri Paesi europei. C’è un futuro stabile per il Bio, ma non bisogna sbagliare con il cliente; anzi bisogna creare le condizioni per l’ortofrutta Bio nella Gdo e nel dettaglio specializzato». Lorenzo Berra, di Agrion, ha illustrato le varietà naturalmente tolleranti o resistenti alle patologie più gravi delle specie da frutto. In questi anni, il miglioramento genetico ha permesso di sviluppare varietà resistenti e tolleranti ai patogeni, piante di più facile gestione e frutti di elevata qualità, tutti aspetti che hanno ridotto drasticamente gli interventi fitosanitari necessari per il controllo della avversità. Il patogeno chiave del melo è la ticchiolatura e tutte le varietà attualmente in commercio presentano una resistenza mono- genica: Vf. «Tuttavia – ha notato Lorenzo Berra – è necessario rendere durevole la resistenza a ticchiolatura poiché esiste il rischio di annullare la resistenza per il mutare del patogeno. Nel pero la maggior criticità è il colpo di fuoco batterico Erwinia amylovora; qui le varietà tolleranti sono AC Harrow Delicious, AC Harrow Gold, AC Harrow Crisp, Kristina, HW623, Selena®Elliot e Harovin Sundown, Cold Snap . Nel pesco i problemi sono Moniliosi e Sharka. Non esistono attualmente in commercio – ha detto Lorenzo Berra – cultivar geneticamente resistenti alle principali patologie del pesco. Si conoscono solo varietà più tolleranti nei confronti della moniliosi. Generalmente, le pesche presentano una rusticità superiore alle nettarine. Nell’albicocco le criticità sono moniliosi, sharka e batteriosi: Pseudomonas syringae pv. Syringae. Attualmente non esistono cultivar resistenti a moniliosi, mentre Spring Blush® EA3126TH, Magic Cot, Apribang Regalcot® hanno una scarsa sensibilità a batteriosi, Shamade Aramis® e Bergeval®Aviclo, sono resistenti a sharka. Nel susino i rischi sono moniliosi, fitoplasmi come il Giallume Europeo delle Drupacee - European Stone Fruit Yellows, ESFY - e batteriosi - Xanthomonas campestris pv. Pruni. Per nessuna di queste problematiche esistono cultivar tolleranti-resistenti. Per l’actinidia, la batteriosi è il maggior problema: ci sono numerose selezioni/cultivar in corso di verifica per la sensibilità al batterio.» info www.agrion.it Pagine informative Federazione Italiana Gruppi Coltivatori Sviluppo Federsviluppo Associazione regionale del Piemonte ATTIVITÀ INFORMATIVA nn Durante la manifestazione Fruttinfiore di Lagnasco, si è svolto, in Asprofrut Piemonte, un convegno tecnico dedicato alla grave minaccia rappresentata dalla cimice asiatica Halyomorpha halys. L’incontro è stato organizzato in collaborazione con Assortofrutta, Agrion e Sipcam Italia. Pier Paolo Bortolotti, del Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, ha portato l’esperienza di monitoraggio e controllo della cimice asiatica nella sua provincia. «Il controllo sulla cimice asiatica – ha spiegato Paolo Bortolotti – si sta effettuando attraverso il monitoraggio del territorio, la sperimentazione su molecole insetticide piretroidi, neonicotinoidi, fosforoganici, prodotti biologici, le strategie di difesa e le indagini su metodi alternativi trappole, barriere fisiche, impiego di potenziali antagonisti. Dal monitoraggio è emerso che questa cimice si trova ovunque. È stata infatti ritrovata su pero, melo, albicocco, pesco, susino, ciliegio, fragola, kaki, kiwi, olivo, vite, mais, sorgo, girasole, soia, medica, pomodoro da industria. Dal monitoraggio è emerso che è una specie molto invasiva, altamente polifaga, con elevata capacità riproduttiva, generazioni adulti e stadi giovanili che si sovrappongono e provocavo danni in ogni stadio, è specialmente attratta dai frutti, è molto mobile con una marcata vitalità. Nel 2015, si sono registrati danni ingenti su pero, dal 30 al 50 per cento alla raccolta, su Santa Maria, Carmen, Moretti, William, Conference, Decana e Kaiser, mentre su Abate si è rilevato il danno minore intorno al 10-15 per cento; danni dal 2 al 30 per cento in post-raccolta». Parallelamente all’intervento di Bortolotti, Graziano Vittone, di Agrion, ha riferito sul monitoraggio e controllo della cimice asiatica in Piemonte, regione nella quale, oltre ai danni su pesco nel 2015, è stata ritrovata anche su nocciolo e ortive. «Sul territorio piemontese sono in corso tre azioni – ha detto Graziano Vittone –. Individuazione del momento di fuoriuscita da ricoveri artificiali appositamente allestiti 31 anno 72 // maggio 2016 Nuovo fitofago emergente: la cimice asiatica monitoraggio e controllo dal Piemonte all’Emilia Se ne è parlato in un convegno organizzato a Fruttiinfiore nell’anno 2015. Individuazione dell’epoca di migrazione degli adulti verso le colture frutticole più appetibili mediante frappage consistente nel collocare un telo sotto la pianta, scuoterla energicamente, raccogliere tutto quello che è caduto e metterlo in un sacco di plastica in modo da anestetizzare gli eventuali insetti presenti mediante l’uso di etere etilico e lettura delle trappole. Monitoraggio delle ovature per rilevare numero e andamento delle generazioni». Graziano Vittone ha aggiunto. «Nessun principio attivo attualmente riporta in etichetta, per le colture frutticole, attività contro la cimice asiatica, a parte l’acetamiprid utilizzabile sulle pomacee. Fra i prodotti attualmente autorizzati e consentiti nei disciplinari di lotta integrata, solo alcuni Clorpirifos, Actara, Trebon, Karate hanno dimostrato una discreta efficacia contro le forme mobili dell’insetto. Tuttavia altri potrebbero manifestare un analogo effetto, ma devono essere ancora saggiati sui diversi stadi dell’insetto e sulle diverse generazioni: infatti il medesimo prodotto ha fornito risultati meno interessanti sulle generazioni estive rispetto alla svernante. Nell’utilizzo di questi prodotti si dovrà tenere conto: delle limitazioni di etichetta e dei disciplinari di produzione; della necessità di preservare l’artropodofauna antagonista fitoseidi, antocoridi, ecc. , impiegando prodotti selettivi e non abbandonando la confusione per gli altri fitofagi; della necessità di posizionare i trattamenti in maniera tempestiva a causa della durata d’azione relativamente breve dei prodotti sul- la cimice e dell’estrema mobilità dell’insetto; della diversa sensibilità ai trattamenti a seconda delle generazioni dell’insetto». Alessandro Capella di Sipcam Italia ha illustrato possibili strategie per il controllo della cimice asiatica. In particolare, Capella ha presentato Runner Lo, prodotto in corso di registrazione e a breve in commercio. «Runner Lo è la nuova e innovativa formulazione di clorpirifos metile, studiato in modo specifico per la riduzione dell’odore e della deriva - ha detto Alessandro Capella che ha sottolineato l’importanza dell’approccio integrato nella difesa – Halyomorpha halys è una nuova specie potenzialmente invasiva dei nostri fruttiferi, pertanto è fondamentale la conoscenza dell’etologia di questo fitomizo organismo che si nutre della linfa di piante succhiandola direttamente dai vasi cribrosi che trasportano la linfa elaborata ed è determinante il monitoraggio visivo e con trappole. Prioritario è controllare l’insetto fin dalle prime fasi adulti svernanti e neanidi di prima generazione per evitare danni precoci e una successiva crescita incontrollabile della popolazione. Onde evitare di aumentare il numero complessivo dei trattamenti come negli Usa è necessario intervenire con prodotti efficaci e selettivi, inserendoli in strategie per il controllo di altri fitofagi chiave nelle diverse colture». L’incontro si è chiuso con i saluti di Domenico Sacchetto presidente di Asprofrut Piemonte. fonte www.agrion.it Pagine informative Federazione Italiana Gruppi Coltivatori Sviluppo Federsviluppo Associazione regionale del Piemonte ATTIVITÀ INFORMATIVA nn Nel sito del Progetto Helpsoil si propone la traduzione in italiano, a cura di Prisca Giaiero, dello Staff Life HelpSoil della Regione Piemonte, di un interessante video sull’utilizzo del rullo pacciamatore dal titolo “Tecniche più avanzate per l’utilizzo del rullo pacciamatore a lame elicoidali per semina biologica su sodo in Wisconsin”. Nel video di Erin Silva, ricercatrice nel settore delle produzioni biologiche presso il Dipartimento di Agronomia dell’Università di Madison, Wisconsin USA., mostra come ottimizzare il sistema di semina biologica su sodo su una superficie pacciamata. Il sistema di semina su sodo su superficie pacciamata prevede la semina di coltura secondaria pacciamante, che si lascia crescere durante il periodo invernale per poi tornare in campo nella primavera seguente per allettare la coltura pacciamante con una trinciatrice o con un rullo pacciamatore a lame elicoidali. In Wisconsin questa tecnica viene utilizzata nell’ambito della rotazione delle colture di erba medica per 2 o 3 anni , mais, cereali vernini e soia inserendola tra il cereale vernino e la soia. Il cereale vernino in quei climi viene raccolto nella tarda stagione estiva per cui a questo punto tra, il 15 settembre e il 15 ottobre, è possibile la semina e lo sviluppo di una coltura pacciamante di segale, che assicura un’adeguata biomassa per il successivo allettamento dell’anno seguente. Nella coltivazione biologica su sodo della soia è essenziale che 32 anno 72 // maggio 2016 Tecniche avanzate per l’utilizzo del rullo pacciamatore munito di lame elicoidali per la semina biologica su sodo Tutte le indicazioni contenute sul sito del Progetto Helpsoil la segale destinata alla pacciamatura si sviluppi prima possibile per avere uno sviluppo di biomassa adeguata e un conseguente controllo delle malerbe. Per utilizzare la tecnica di semina biologica su sodo in maniera appropriata è anche necessario attuare alcune modifiche ai macchinari in modo allettare la coltura pacciamante senza possibilità che questa continui a crescere entrando in competizione con la coltura da reddito la soia. Dalle esperienze dell’Università del Wisconsin è emerso che il momento migliore per intervenire è quando la segale raggiunge lo stadio fenologico dell’antesi – inizio fioritura . Il cantiere di semina più efficace secondo le sperimentazioni prevede di montare frontalmente un rullo pacciamatore a lame elicoidali utilizzando una presa a tre punti. In questa posizione frontale, il rullo pacciamatore consente all’allettatrice di entrare in contatto con la coltivazione di segale prima della motrice, il che consente un più efficace allettamento, nonché una più efficace semina e una più precisa distanza tra le file. L’Università del Winsconsin consiglia di utilizzare una seminatrice da mais con file distanti 60 cm, per dare la possibilità di entrare in campo e seminare una coltivazione molto pacciamante più tardi nella stagione, se la biomassa di segale non fosse adeguata a contenere le malerbe durante tutto il periodo estivo. Vi sono anche altre modifiche ai macchinari, degne di nota: per esempio inserire sulla seminatrice un disco per la semina su sodo che taglia la prima parte della biomassa, separato dalla seminatrice a file, cosicché tutto il peso prema sopra. Inoltre è possibile ottenere 270 Kg per ogni coppia di rulli, aggiungendo un perno pesante per diminuire la pressione dinamica. Ad esempio si può aumentare il peso della seminatrice: aggiungendo 1.540 Kg di peso a una seminatrice a 6 file, si ottengono circa 90 Kg, per ciascuna fila. Nel filmato proposto si può vedere come la combinazione della pressione del perno pesante che tiene giù la molla, unitamente al peso che si è aggiunto alla seminatrice, permette alla seminatrice su sodo e alle aperture del doppio disco di tagliare i residui vegetali. È ovviamente fondamentale accertarsi che la seminatrice sia utilizzata in maniera appropriata in campo, con un buon contatto semesuolo e che quindi i semi di soia passino attraverso lo strato di segale allettata e raggiungano il terreno. L’Università di Wisconsin-Madison ha riscontrato un buon successo utilizzando questa tecnica di coltivazione negli ultimi 8 anni. Attraverso la semina su sodo, gli agricoltori biologici del Wisconsin possono eliminare le arature per la coltivazione della soia nell’ambito della rotazione delle colture. Inoltre un secondo video scaricabile dal sito del Progetto Helpsoil racconta un’esperienza pratica di questa tecnica: nell’autunno del 2012, all’incirca a metà settembre, in un campo che verrà destinato alla produzione di soia biologica, è stato seminato un quantitativo di granella di segale pari a circa 250 kg per ettaro. Nonostante che la coltura abbia subito un inverno particolarmente duro a causa di alcune gelate e un rallentamento di crescita per una primavera più fredda del normale, all’inizio di giugno, quando la segale raggiunto lo stadio fenologico specifico dell’antesi – inizio fioritura si è provveduto all’allettamento e alla semina della soia con successo. info www.lifehelpsoil.eu/ Pagine informative Federazione Italiana Gruppi Coltivatori Sviluppo Federsviluppo Associazione regionale del Piemonte ATTIVITÀ INFORMATIVA nn Coltivare frutta ai piedi delle montagne. Utilizzare le interazioni con un ambiente impegnativo ma ricco di opportunità per raggiungere traguardi di eccellenza. È questo il percorso della frutticoltura piemontese. Frutticoltura sostenibile in Piemonte, linee tecniche 2016, la Guida rappresenta il compendio dell’attività sperimentale condotta dalla Fondazione Agrion. Non una semplice sintesi dei risultati, ma uno strumento pratico e operativo per tecnici e produttori, capace di tradurre in indicazioni applicative puntuali 33 anno 72 // maggio 2016 Frutticoltura sostenibile in Piemonte linee tecniche 2016 La Fondazione Agrion pubblica la guida e mirate i risultati dell’attività di ricerca. Il percorso parte dai materiali e dalle soluzioni architettoniche da adottare all’impianto, per toccare gli aspetti gestionali, le pratiche colturali, la difesa, il monitoraggio della maturazione, etc. La pubblicazione presenta un layout su cui si inseriscono le decine di avvisi tecnici che nel corso della stagione vegetativa arrivano alle singole aziende, zona per zona, per informare tempestivamente sull’intervento da fare in giornata. Una sintesi dettagliata dell’importante lavoro che la Fondazione per la Ricerca e l’innovazione dell’agricoltura Piemontese ha sviluppato in questo primo anno di attività nel tentativo di perfezionare o portare a compimento gli ambiziosi progetti messi in campo in precedenza da Creso. Un lavoro importante, che ha visto la partecipazione a fianco dei ricercatori di Agrion, dei tecnici aziendali delle organizzazioni di prodotto, delle organizzazioni agricole e dei principali attori della filiera e delle Università del territorio. info La pubblicazione si può scaricare dal sito di Agrion “Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese“ http://www.agrion.it/ Dal geranio un erbicida di origine naturale nn Il Ministero della salute, con decreto ministeriale 26 febbraio 2016, ha autorizzato, fino al 31 agosto 2019, l’immissione in commercio e l’impiego di un diserbante a base di Acido pelargonico, nome del formulato commerciale Beloukha. Sostanza di origine naturale, isolata per la prima volta da foglie di Pelargonium roseum, una specie di geranio. Il prodotto commerciale è distribuito in Italia grazie a un accordo tra i Consorzi Agrari d’Italia che si occupano della vendita e Novamont, che è il distributore ufficiale. Il prodotto, già presente in Francia, è stato autorizzato secondo la procedura del riconoscimento reciproco di cui all’articolo 40 del regolamento CE 1107/2009. Si tratta di un diserbante totale, a assorbimento fogliare, non selettivo, che agisce esclusivamente per contatto, con un effetto visibile entro 2-3 ore dall’applicazione, distruggendo le cuticola fogliare parte esterna della foglia che conferisce impermeabilità all'acqua e, in minor misura, ai gas atmosferici e la parete cellulare delle piante e è autorizzato su vite e patata. Novamont e Cai stanno valutando la possibilità di richiedere l’estensione dell’autorizzazione per il prossimo anno anche su altre colture. Non mette a rischio i microrganismi del terreno e gli organismi acquatici nelle condizioni normali di utilizzo. A differenza di altri erbicidi, non presenta effetti negativi per l’ambiente, l’acqua ed il suolo essendo rapidamente bio- degradabile, né interferisce con la biodiversità. Infatti, non ha effetti residuali, per cui non agisce sulla germinazione dei semi presenti nel terreno. Il prodotto limita lo sviluppo delle infestanti della vite con una moderata azione nei confronti di Digitaria sanguinalis Sanguinella comune , Poa trivialis Fienarola comune e Setaria viridis Pabbio comune . Il prodotto è indicato come soluzione integrativa di altri interventi, come quelli meccanici, nei programmi di gestione delle malerbe basati su un ridotto impiego dei tradizionali erbicidi. Il prodotto è impiegabile anche come spollonante della vite e per i trattamenti disseccanti pre-raccolta della patata. Il meccanismo d’azione dell’acido pelargonico consentendo di distruggere la cuticola esterna della foglia causa la permeabilizzazione delle cellule ottenendo una rapida disidratazione dei tessu- ti con un conseguente disseccamento. Inoltre non ha azione sistemica e, quindi, non distrugge le radici. Infine si tratta di una sostanza con un basso impatto ambientale perché è presente in natura e viene ottenuto da un olio vegetale che non contiene coadiuvanti di sintesi. Coldiretti esprime apprezzamento per il progetto di Cai e Novamont che ha consentito di introdurre questo prodotto in Italia e di investire su un suo impiego allargato ad altre colture, rispondendo così alle indicazioni del Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e dimostrando come sia possibile investire nell’economia circolare e nella bioeconomia. Tali modelli di produzione sostenibile, se inseriti all’interno di un modello di sviluppo sistemico, possono rappresentare una straordinaria opportunità di crescita economica e occupazionale in Europa e nel nostro Paese. Sviluppare l’impiego di materie prime rinnovabili significa realizzare nuove opportunità di crescita economica di un territorio secondo un approccio integrato e multisettoriale, garantendo produzioni ecocompatibili rispettose degli ecosistemi. fonte Il Punto Coldiretti Le pagine informative sono a cura di: [email protected] 34 // il COLTIVATORE piemontese Defunti anno 72 // maggio 2016 Rivara E’ salita al cielo Moncalieri Ci ha lasciati Ciriè E’ mancato Druento E’mancata Caterina Domenica Fornero ved. Vallino di anni 75. L’ufficio zona di Rivarolo porge al nostro associato Franco Vallino, le più sentite condoglianze. Cristina Volpiano di anni 92. Mamma del nostro associato Nada Luigi. A lui e alla moglie Marilena Triverio, l’ufficio zona di Carmagnola porge sentite condoglianze. I familiari ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al loro dolore. Gianni Magnetti di anni 43. La comunità rurale ciriacese, piange la prematura scomparsa di un suo amato figlio. La malattia che lo ha portato via, non ha mai intaccato il suo spirito e la sua tenacia nel portare avanti il suo lavoro e la sua azienda, fino all’ultimo giorno. Ai familiari il grande cordoglio della sezione e dell’ufficio zona Coldiretti di Ciriè, del segretario di zona Pier Mario Barbero, che, a nome dei familiari, ringrazia quanti in questo difficile momento sono vicini. Natalina Origliasso di anni 93. Splendido esempio di coltivatrice diretta che ha saputo trasmettere ai suoi familiari l’amore per la terra e i suoi frutti. Aiutaci affinchè il cammino della nostra vita possa proseguire sereno. Resterà per sempre indelebile il tuo ricordo nei nostri cuori. Rivara E’ mancata all’affetto dei suoi cari San Giorgio C.se All’età di 82 anni è mancato all’affetto dei suoi cari Giovanna Pomatto in Fazzari di anni 69. Ex sindaco del comune di Rivara e nostra fedele socia. L’ufficio zona di Rivarolo porge alla famiglia sentite condoglianze. Michele Toscana Alla famiglia le più sentite condoglianze. La rubrica pubblica i necrologi arrivati in redazione entro il 30 aprile 2016 Ferrera Moncenisio Dopo una vita dedicata alla famiglia, al lavoro e all’allevamento del bestiame, è mancata all’affetto dei suoi cari e di tutta la comunità del suo paese Maria Talachini ved. Perottino di anni 96. Donna semplice, margara sui monti del Moncenisio. Verrua Savoia Il 6 marzo 2016 è mancato all’affetto dei suoi cari il nostro associato Francesco Porro di anni 91. Alla famiglia le più sentite condoglianze dall’ufficio zona Coldiretti di Chivasso. Carignano E’ mancato all’affetto dei suoi cari Francesco Nicola di anni 89. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte dell’ufficio di zona di Carmagnola. ANNIVERSARI Carmagnola Sant’Ambrogio Torinese Dopo breve sofferenza, è mancato all’affetto dei suoi cari Carlo Aschieris classe 1934. Allevatore, pastore e figura caratteristica della Valle di Susa. 2015-2016 Carlo Morello A un anno dalla scomparsa, i familiari lo ricordano con immutato affetto. Si ringraziano quanti hanno partecipato alla messa in suffragio. 35 // il COLTIVATORE piemontese Rubriche anno 72 // maggio 2016 Obblighi e documentazione in caso di infortunio sul lavoro in agricoltura nn Per le aziende agricole la nuova stagione agricola è ormai nel pieno delle lavorazioni. Molta attenzione deve essere pertanto riservata alla cura e necessaria manutenzione delle attrezzature e macchine agricole anche in considerazione dei pericoli derivanti dall’articolata orografia del nostro territorio, dalla frammentazione della proprietà e dal rispetto della normativa. Attenzione quindi agli obblighi e alla necessaria documentazione. In caso di infortunio sul lavoro, l’assicurato deve, se lavoratore agricolo dipendente, informare appena possibile il datore di lavoro, consegnandogli il certificato medico, che dovrà essere inviato, a cura dello stesso, all’Inail e all’autorità di pubblica sicurezza entro 48 ore dalla ricezione. Queste modalità si devono seguire anche in caso di infortuni occorsi a lavoratori assunti con i voucher. Analogamente, il lavora- 19° Giornata regionale pensionati Coldiretti zz ACQUITERME Giovedì 16 giugno è prevista la 19° giornata regionale dei pensionati Coldiretti. L’appuntamento è per le ore 9,30, con arrivo e colazione di benvenuto, in piazza Fontana della Bollente. Alle 11 si celebra la santa messa alla presenza del vescovo di Acquiterme, mons. Micchiardi, nella cattedrale di santa Maria Assunta. Alle 12 è previsto il saluto del sindaco di Acquiterme e dei dirigenti Coldiretti. Alle 12,30 si svolge il pranzo, a cura della scuola alberghiera di Acquiterme, nel Centro Congressi, in piazza degli Alpini. Nel pomeriggio è offerta la possibilità di visitare gli stabilimenti termali e compiere una passeggiata fino agli archi dell’antico acquedotto romano. info Le adesioni si raccolgono negli uffici zona e in segreteria provinciale pensionati (011-6177277 - 340-5255653 [email protected]) tore autonomo per se stesso e per i suoi familiari coadiuvanti iscritti negli elenchi dei coltivatori diretti, dovrà notificare all’Inail e all’autorità di pubblica sicurezza, l’infortunio entro le 48 ore dall’evento. Gli uffici del patronato Epaca, presenti con i suoi addetti in ogni ufficio zona della Coldiretti, nel caso di infortunio agricolo, sono a completa e gratuita disposizione per questo servizio di tutela e assistenza nei confronti dell’Inail e per evitare pesanti sanzioni al titolare d’azienda nel caso di tardiva o omessa presentazione della denuncia. La denuncia dovrà essere inviata telematicamente usando l’indirizzo di posta elettronica certificata in possesso da ogni azienda agricola (quella aperta per gli adempimenti con la Camera di Commercio). Oltre al primo certificato medico è necessario che il titolare si presenti, nel rispetto dei termini (entro 48 ore dalla consegna del certificato medico), fornendo anche l’indirizzo di posta elettronica dell’azienda agricola per poter trasmettere correttamente ed in via telematica la denuncia di infortunio. Coldiretti torino patronato epaca Palazzo Svolta via Pio VII, 97 10135 Torino tel. 011-6177254-5 orario: 8,30-12 e 14-16 chiuso venerdì pomeriggio e sabato www.torino.coldiretti.it INFORMAZIONE PUBBLICITARIA AGGIUNGIAMO VALORE AL VALORE COLDIRETTI Coltiva la tua salute Rieducazione del colpo di frusta La rieducazione del colpo difrusta è finalizzata a offrire al paziente con problematiche cervicali conseguenti a un colpo di frusta un percorso riabilitativo individualizzato e mirato, in cui la valutazione fisioterapica e la strategia di trattamento tengono conto della complessità e natura eterogenea dei sintomi. Il colpo di frusta (Whiplash Associated Disorders - WAD) è una problematica muscolo-scheletrica complessa che comprende diversi sintomi fisici e psicologici generalmente non considerati dalla maggior parte dei trattamenti impiegati nella pratica clinica. Il sintomo più frequente del colpo di frusta è il dolore, a cui possono associarsi rigidità, vertigine, perdita di equilibrio, disturbi visivi, debolezza, formicolii, difficoltà di concentrazione e perdita di memoria, che può comparire pochi giorni dopo il trauma e persistere nella fase cronica. Altri possibili sintomi del colpo di frusta sono i disturbi della percezione del posizionamento e del controllo del movimento del collo, della coordinazione del movimento tra occhi e testa e dell’equilibrio. Queste disfunzioni, che sono presenti soprattutto nei soggetti con maggiore dolore e limitazione nei movimenti, non si risolvono spontaneamente, se non trattate in maniera specifica e quindi, per evitare che si strutturino e perdurino nel tempo (portando a episodi di cervicalgia), risulta essenziale iniziare il trattamento fisioterapico tempestivamente. La rieducazione del colpo di frusta, che è preceduta da una valutazione effettuata dal Terapista, prevede un ciclo di sedute individuali articolate in diverse tecniche: terapia manuale, rieducazione dei disturbi sensitivi-motori, rieducazione vestibolare, rieducazione della coordinazione oculo-cervicale, riposizionamento chinestesico cervicale ecc. SEDI CDC nel torinese n n n n n n n n n n n Torino Centro Torino Centro Torino Centro Torino Mirafiori Torino San Donato Torino San Paolo Torino Santa Rita Torino Vallette Lucento Moncalieri Rivoli Venaria Reale via Cernaia 20 - Torino via Antonio Fabro 12/b - Torino via R. Montecuccoli 5 - Torino via Don Grazioli 11/a - Torino via Livorno 38/d - Torino via Villarbasse 27/a - Torino piazza Santa Rita 8 - Torino corso Toscana 139/1 - Torino via M. della Libertà 11 - Moncalieri via Fratelli Piol 63 - Rivoli via IV Novembre 16 - Venaria Reale www.gruppocdc.it 36 // il COLTIVATORE piemontese Vendo BIVOMERE, Vogel & Noot; girello, B.C.S., 3 metri. 333-3120054 GIROANDANATORE, m 2,50; spandi-voltafieno, Galfrè, m 3,50, buono stato, pronti all’uso. 3398230232 BIVOMERO, GI-VI, ribaltamento idraulico, per trattore 80-100 cavalli, richiesta 1.000 euro. 3403041371 FIENO, primo taglio, balle piccole. 340-9472319 TRATTORE, d’epoca, Slanzi, cv 9, anno 1940, funzionante. 3461315481 GIRELLO, combinato rastrellina, originale Frandent, larghezza m 2,50; carro in legno, con ruote in gomma. 0122-6447; 3339985861 TRINCIA, stocchi, marche varie: Tarup 160, Sovema 160, Nobili 200; scavafossi, Maletti, con rotore verticale, spostamento cm 90; carro botte, Deidoné, per liquami, l 2000, omologato. 3406686066 CARRO, Scalvenzi, 2 ruote, m 3x2, sponda m 1, ribaltabile, non omologato, telaio molto robusto; dumper, Bruni, ribaltabile, m 2,50x1,80, non omologato; idrovora, Omac, braccio lungo, tubo da 2,50 metri. 340-6686066 Mercatino FALCIATRICE, BCS, a benzina, con attrezzatura mietilega; botte, per diserbo, trainata, l 1000, barra 6 metri. 340-6686066 LAMA, livellatrice, posteriore, idraulica, m 3x0,70, nuova; mulino, Invincibile, per cereali; pressa, Sgorbati, per balle piccole. 3406686066 BIDONE, per monta artificiale, l 34; compressore, per mungitura, 500 litri. 339-4157283 COCLEA, per cereali, 12,2 diametro; sega circolare, elettrica, 380 volt. 339-4157283 ERPICE, rotante, Sovema, largo m 2,50, come nuovo, vero affare. 339-2876882 ROTOPRESSA, Deutz Fahr, GP 510, con legatura a corda, buono stato. 338-3586949 ARATRO, Moro, monovomere, azionamento idraulico, come nuovo, altezza m 1,70; seminatrice Roggero, per grano e soia, larghezza m 2,10, con fresa e rullo. 3494032715 FRESA, Meritano, spostabile lateralmente, auto portata, larghezza m 2, in ottime condizioni; piantatrice Mas, trainata, 4 file, con distributore pacciamatura (nylon), seminuova; atomizzatore, G.B., trainato, 6 ettolitri. 011-9989779 anno 72 // maggio 2016 RACCOGLITORE, nylon, per serre, auto portato; n. 2 bruciatori, da serra, Idro Center RS 70, 3000 calorie; pompa, autoadescante, Lombardini, 13 HP, avviamento a batteria. 011-9989779 TRINCIA, mais, Ager, a una fila, con cardano, causa inutilizzo; cisterna, gasolio, l 1000, non omologata. 338-8421965 SPIANATORE, con apertura ali di gabbiano, m 4, con un solo cilindro. 328-9027103 SPANDILETAME, Supertino, omologato, q 140 , tappeto idraulico, a 4 catene, ruote larghe, con bilancere, ruote posteriori, autosterzanti, piedino idraulico, portellone posteriore idraulico, dimensioni m 5,50x2,30, richiesta 16.000 euro. 334-1581370 FRESA, C.A.M., livellatrice; aratro, Moro, n°8, fuori solco, buono stato. 011-9989241 ERPICE, a 21 dischi; spandiconcime, 4 quintali. 011-9989241 MOTOCOLTIVATORE, Bertolini 316, completo di motore diesel, 12,5 HP, con fresa, cm 80, ruote, per trattore, 650/80-12, avviamento elettrico. 333-3120388 2 MOTOFALCIATRICI, B.C.S., diesel e benzina, 4 marce, motore Lamborghini, con tre ruote. 3495384716 GIRELLO, Frandent, ottime condizioni, m 5, chiusura manuale, causa inutilizzo; girello, Galfrè, chiusura idraulica, modello 520, GS/4, ottime condizioni, causa inutilizzo. 328-5648573 RIMORCHI; erpice a dischi; botte per liquame; ripper. 3356857896 GIRELLO, Deutz Fahr, modello KH 500 DN, chiusura manuale, causa inutilizzo, zona pinerolese. 3490821397 SERRA, in acciaio, lunga m 43, larga m 6, m 3 di altezza. 3333120388 SEMINATRICE, grano, “Sordo”, compresa di rototerra e 2 rulli, di ferro. 340/7129525 IMPAGLIATRICE, Supertino, SD 6 E; frigo latte, Pako, q 34; sala mungitura, Tecnozoo, 5+5. Tel. 340-3311005 TURBINE, acqua; bivomero. 3356857896 ATOMIZZATORE, trainato, l 1500, per pioppi; erpice, m 2,70x2; gruppo per pompa. 333-9229197 CerCo TRATTORI e attrezzatura agricola, per acquisto. 366-5307762 SOCIA/O, con meno di 40 anni, per acquisto azienda agricola in tutta Italia, tramite Ismea.. 3402128064 TERRENO, agricolo, zona Moncalieri, Villastellone, Carignano e dintorni, per acquisto. 3337129723 Come inviare gli annunci n La rubrica “Mercatino” pubblica annunci di vendite o ricerche occasionali da parte degli associati. La rubrica non ospita inserzioni relative alle varie produzioni aziendali, per le quali occorre rivolgersi all’Agenzia Réclame, concessionaria per la pubblicità de Il Coltivatore Piemontese chiamando il numero 0172-711279 oppure 348-7616706 Gianni Ternavasio, oppure 340-3190808 Luca Ternavasio. z Le richieste di inserzione con un massimo di 20 parole, devono riportare il numero di tessera associativa in corso di validità. Il testo può essere consegnato in tutti gli uffici di zona di Coldiretti o inviato direttamente tramite posta elettronica a: [email protected] z La Direzione del giornale non è responsabile di veridicità e provenienza delle inserzioni; in ogni caso si riserva di rifiutare qualsiasi testo. 37 // il COLTIVATORE piemontese Varie AFFETTATRICE, professionale, vendesi, con lama cm 40, causa cessata attività. 011-9282462 CARRO, antico, in legno, due ruote, vendo. 339-137227 MOTORE, elettrico, corrente 380, per elevatore letame, vendo. 3394157283 MULINO, elettrico, vendo, kg 15, come nuovo. 339-8668992 MOBILI, camera da letto e sala, stile antico, con sedie ancora imballate, in legno, prezzo modico. 340-3946141 CASCINALE, vendesi, in località Lequio Tanato, con terreno e capannoni. E-mail ; 333-6870953 LEGNA, faggio nostrano, vendo, lunga o di misura, fino a 130 quintali, zona Valle Varaita. 334-8074648 RAMO D’AZIENDA, ortofrutticola, cedesi, comprensivo dell’attività di vendita diretta, con autorizzazione posto fisso, sul mercato Repubblica/produttori, del comune di Torino, il martedì e venerdì. 0119609306 SOMMERSA, da pozzo, prevalenza m 77, 380 V; vari motori elettrici, 380 V, vendo. 0121-6467; 3339985861 TORCHIO, per uva, vendo, in buono stato, montato su pietra, molto bella. 339-1616878 CAPRE, n. 4, gravide ad aprile/maggio, vendesi, con e senza corna. 348-3836915 AUTOMOBILE, Renault 5 TL, vendo, ottime condizioni. 340-7093391 FINESTRA, per box o capannone, vendo, m 1x1,40, con telaio e vetri antisfondamento, con rete interna; pompa, orizzontale da 150, con Mercatino puleggia laterale; pompa, orizzontale, 2,5 pollici, con puleggia laterale, vendo tutto. 011-6497947 CAPRA, saanen, 2 anni; becco, saanen, anni 2; capre, fiorinà, anni 1, vendo. Tel. 348-8827080 BOSCO, centenario, vendo, 15 ettari, unico appezzamento. 335-6265812 TERRENO, boscato, vendesi in Pralormo, di 20 giornate, in unico appezzamento. 339-6982582 LaVoro OPERAIO, 43 anni, cerca lavoro in azienda agricola, esperienza in allevamento bovini da latte e suini, manutenzione macchine agricole. 327-4474433 46ENNE, cerca lavoro in azienda agricola, esperienza in giardinaggio, taglio legna nei boschi, patente B. 349-6722328 OPERAIO, 56 anni, cerca lavoro in azienda agricola, patente B, C, E, con CQC, e patente per muletto sollevatore ed escavatore. 3474771307 BRACCIANTE agricolo 38 anni, cerca lavoro in azienda agricola vivaistica o orticola, con esperienza. 329-4189109 39ANNI, cerca lavoro stagionale, in azienda agricola, per raccolta frutta, con vitto e alloggio, disponibile subito. 345-3584717; 339-7108272 40ENNE, cerca lavoro in azienda agricola, esperienza in giardinaggio. 340-7075194 36ANNI, esperienza in agricoltura in genere e come addetto alla manutenzione aree verdi, cerca lavoro in azienda agricola. 351-0584034 z La rubrica annunci è stata chiusa con il materiale arrivato in redazione il giorno 29 aprile 2016 anno 72 // maggio 2016 non solo 730 unico n imu n tasi n ise n isee Servizi Caf Coldiretti n n n n n modello 730 per dipendenti e pensionati calcolo Imu e Tasi modello Unico per imprese e persone fisiche dichiarazione di successione dichiarazioni sostitutive uniche e rilascio attestazione Ise e Isee, domande assegno di nucleo e di maternità n bonus gas e bonus elettrico n modelli Red n modelli Icric, Iclav, Acc. As/Ps Servizi ufficio paghe Coldiretti Torino n servizio colf e badanti: stipula contratto elaborazione buste paghe, conteggio contributi previdenziali e dichiarazione sostitutiva per la certificazione unica AGGIUNGIAMO VALORE AL VALORE COLDIRETTI Servizi patronato n pensioni: anzianità, vecchiaia reversibilità, inabilità, invalidi civili n supplementi, ricostituzioni n estratti conto n infortuni, malattie professionali n prestazioni a sostegno del reddito i servizi del patronato sono gratuiti Coldiretti torino Palazzo Svolta via Pio VII, 97 – 10135 Torino centralino 011-6177211 Caf Coldiretti tel. 011-6177239 ufficio paghe tel. 011-6177260 patronato epaca tel. 011-6177254-5 orario: 8,30-12 e 14-16, chiuso venerdì pomeriggio e sabato www.torino.coldiretti.it 38 Mercati // il COLTIVATORE piemontese n fossano n Prezzi euro al kg, Iva esclusa. anno 72 // maggio 2016 4 maggio 2016 suini - capi da allevamento: peso kg 8, euro 6,150; peso kg 15, euro 4,080; peso kg 25, euro 3,120; peso kg 30, euro 2,730; peso kg 40, euro 2,440; peso kg 50, euro 2,050; peso kg 65, euro 1,740; peso kg 80, euro 1,410; peso kg 100, euro 1,330. Suini - capi da macello: peso kg 115, euro 1,145; peso kg 130, euro 1,145; peso kg 144, euro 1,160 peso kg 156, euro 1,225; peso kg 176, euro 1,225; peso kg 180, n.q.; peso kg 185, n.q.; oltre kg 185, n.q. Scrofe fine carriera: categoria I, euro 0,470; categoria II, euro 0,370; categoria III, n.q. foraggi: prezzi al mg: paglia, balle grandi, da euro 1,35 a 1,30; paglia balle rotonde da euro 1,20 a 1,15; fieno, paglia estera balle grandi da 1,30 a 1,40; fieno nuova produzione balle grandi da 1,20 a 1,35; fieno, balle grandi da 1,20 a 1,30; fieno estero n asproCarne balle grandi da 1,80 a 2,35; erba medica balle grandi da 1,80 a 2,00. ortofrutta: prezzi euro al kg. Frutta: actinidie 2,00; albicocche 8,00; arance 1,50; castagne fresche 7,00; ciliegie 20,00; fragole 4,50; cocomeri 2,50.; fichi (freschi) n.q.; limoni 2,00; loti (Cachi) 4,00; mandarini 2,00; mele 1,30; nespole 3,00; pere 2,00; pesche 4,00; pompelmi 2,00; poponi (meloni) 3,00; susine 4,50; uva 6,90; banane 1,50. Ortaggi e legumi freschi: radici 2,00; rape n.q.; ravanelli al mazzo 1,50; sedani 2,50; spinaci 2,00; zucche gialle 2,50; zucchine 2,80; agli secchi 6,90; asparagi 6,50; barbabietole cotte 3,95; bietole verdi 1,50; broccoletti di rapa 1,90; cardi n.q.; carciofi cadauno 0,90; carote 1,10; cavolfiori 2,00; cavoli broccoli 2,00; cavoli cappucci 1,10; cavoli verze 1,20; cetrioli 1,85; cipolle bianche 2,00; fagiolini 6,00; fagioli da sgranare 6,00; fave 17° settimana 2016 z n Capi da ristallo categoria - razza peso (kg) prezzi (euro /kg) andamento Baliotto Piemontese maschio 70-80 750-850 (1) = Baliotto Piemontese femmina 50-60 500-690 (1) = Piemontese maschio - svezzato 160-220 1.100-1.250 (1) = Piemontese femmina - svezzato 140-200 1.000-1.150 (1) = Blonde d’Aquitaine maschio 250 1.020-1.060 (1) = Blonde d’Aquitaine femmina 180 800-950 (1) = Blonde d’Aquitaine maschio svezzato 350 1.250-1.350 (1) = Charolaise maschio 450 2,65-2,75 h Charolaise maschio 500 2,55-2,60 = Limousine maschio 350 3,00-3,10 = Limousine maschio 400 2,85-2,95 h (1) Prezzi in euro/capo a vista Andamento: stabile. Commento: mercato del bovino da ristallo senza variazioni significative. Quotazioni, in generale, stabili. n Capi da macello categoria - razza peso (kg) prezzi (euro/kg) andamento Vitelloni Piemontese fassone maschio 580-680 3,20-3,40 i Piemontese fassone femmina 380-480 3,72-3,84 = Piemontese mezza coscia maschio 500-650 2,95-3,00 = Blonde d’Aquitaine maschio pesante 650-750 2,85-2,95 i Blonde d’Aquitaine femmina 420-520 3,15-3,25 = Limousine maschio leggero 550-620 2,70-2,80 i Limousine maschio pesante 650-750 2,58-2,68 i Charolaise maschio 680-780 2,38-2,48 i Andamento: stabile. Commento: stuazione più stabile per i bovini da macello dopo alcune settimane di ribassi delle quotazioni. Mercato in ogni caso pesante, con flussi di macellazione deboli e in ulteriorie calo. nAsprocarne Piemonte via Sommariva, 31/9 - 10022 Carmagnola 2,50; finocchi 2,00; funghi freschi n.q.; insalata mista 10,00; melanzane 2,00; patate 0,80; peperoni 2,50; piselli 2,00.; pomodori da sugo 1,50; pomodori da insalata 4,00; prezzemolo 6,00; porri verdi 2,00; porri bianchi 5,00. n CarMagnoLa 4 maggio 2016 z n Borsa MERCI TORINO 5 maggio 2016 z n Listino prezzi fieno e paglie Prezzi rotoballe in euro per quintale, Iva esclusa, franco mercato. Fieno I taglio naz.le 9,00-10,00; fieno II taglio naz.le 8,009,00; fieno III taglio naz.le 9,00-10,00; fieno I taglio francese (Crau) n.q.; fieno loiessa 10,00-11,00; fieno medica naz.le 10,00-11,00; fieno medica francese 15,5017,50; paglia frumento 8,00-9,00; paglia estera frumento 12,00-13,00. Listino prezzi legna da ardere Prezzi in euro per quintale, Iva esclusa, franco destino. Faggio da lavorare 7,20; faggio lavorato 14,99; rovere da lavorare 7,30; rovere lavorato 14,99; robinia da lavorare 7,27; robinia lavorata 16,26; castagno da lavorare 5,67; castagno lavorato 14,50. n Prezzi in euro per tonnellata, base Torino, pronta consegna e pagamento, Iva esclusa, prezzi per autotreno completo. Cereali: frumento di forza 78/80 214,00-222,00; frumento tenero nazionale panificabile superiore 78/80 187,00-192,00; frumento tenero nazionale panificabile 77/79 174,00-177,00; frumento tenero nazionale biscottiero 77/79 174,00-176,00; frumento tenero canadese 259,00260,00; granoturco nazionale comune, ibrido essiccato 185,00-187,00; orzo naz.le base n.q.; orzo naz.le pesante n.q.; orzo estero francese comune 183,00-185,00; avena nazionale n.q.; avena francese bianca 225,00-230,00; avena francese nera 245,00-250,00; soia nazionale 360,00-365,00; soia estera n.q. foraggi: fieno maggengo n.q.; fieno agostano 65,00-75,00; erba medica 110,00-120,00; paglia grano naz.le pressata 88,00-95,00. Commento: mercato dei grani con le prime due voci invariate, panificabile e biscottiero con un modesto rialzo, così pure per il prodotto francese. mercatod el mai nazionale decisamente in aumento per la poca merce offerta. Decido rialzo per il mais comunitario per un aumneto all’origine e mancanza di venditori. Modesto rialzo per gli orzi con affari normali. n www.to.camcom.it/accessolistini 39 // il COLTIVATORE piemontese Pubblicità anno 72 // maggio 2016