Eletta la nuova Giunta della Coldiretti di Torino Tutti i nodi critici del

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Eletta la nuova Giunta della Coldiretti di Torino Tutti i nodi critici del
federazione
rassegne
Eletta la nuova Giunta
della Coldiretti di Torino
Caselette, fiera di San Giorgio
Cavour, carne di razza Piemontese
europa
inserto
Tutti i nodi critici
del negoziato sul Ttip
Nuove disposizioni
in materia di agriturismo
2
// il COLTIVATORE piemontese
Primo piano
anno 72 // maggio 2016
Eletta la nuova Giunta
della Coldiretti di Torino
E’ guidata dal presidente Galliati
dirigerà la Federazione per 3 anni
nn TORINO Nella prima riunione il rinnovato Consiglio direttivo di Coldiretti Torino, federazione che ha riconfermato
alla presidenza Fabrizio Galliati, imprenditore agricolo di
Verrua Savoia, ha eletto la
Giunta che resterà in carica per
i prossimi tre anni. La nuova
Giunta di Coldiretti Torino, guidata dal presidente Galliati, è
formata da: Sergio Barone, di
Sant’Ambrogio e Paolo Odetti,
Fabrizio Galliati
di Caselle, vicepresidenti; Ornella Cravero, di Casalborgone; Giovanni Mosso, di Carmagnola e Alberto Rosso, di Pecetto Torinese. La Giunta di
Coldiretti Torino è completata
da: Pierluigi Cavallino, di Poirino, presidente dell’associazione Pensionati; Bruno Daniela,
di Pinasca, delegata provinciale
di Donne Impresa; Bruno Mecca Cici, di Leinì, delegato provinciale Giovani Impresa.
Sergio Barone
Paolo Odetti
assemblea elettiva Coldiretti torino
Pierluigi Cavallino
Bruno Daniela
Bruno Mecca Cici
Ornella Cravero
Giovanni Mosso
Alberto Rosso
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// il COLTIVATORE piemontese
Pubblicità
anno 72 // maggio 2016
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// il COLTIVATORE piemontese
Primo piano
anno 72 // maggio 2016
In migliaia a Torino
alla giornata nazionale
della carne italiana
Per dire basta agli allarmismi
ingiustificati e alle pericolose mode
nn TORINO Sono migliaia gli
allevatori, i consumatori, i cuochi, i nutrizionisti e i gourmet
scesi in piazza, il 5 maggio
scorso, per la Giornata nazionale della carne italiana, dentro
e fuori il Centro Congressi del
Lingotto, in via Nizza 270, contro gli allarmismi infondati, le
provocazioni e le campagne diffamatorie, promossa da Coldiretti insieme a operatori dell’industria, del commercio, della ristorazione, del turismo e del
mondo scientifico. “Salviamo
gli allevamenti italiani”, “Gli
italiani lo fanno meglio”, “Le
carni italiane sono più sane,
magre e senza ormoni”: sono
alcuni degli slogan che si leggono negli striscioni mentre su
twitter l'hashtag dell’iniziativa
è #bracioleallariscossa. Sono
state accese le griglie con i tutor della carne e gli agrichef
hanno realizzato i piatti a base
di carne con i tagli cosiddetti
poveri.
«Si tratta di una operazione verità sulla carne italiana e i suoi
primati qualitativi e di sostenibilità ambientale, ma anche una
occasione per aiutare con equilibrio e buonsenso a fare scelte
di acquisto consapevoli e non
cadere in pericolose mode
estreme – spiega il presidente
della Coldiretti Roberto Moncalvo – arrivato alla manifestazione insieme al presidente di
Federconsumatori Rosario Trefiletti, al nutrizionista Pietro
Migliaccio, al presidente dell’Osservatorio Agromafie Giancarlo Caselli, al presidente di
Univerde Alfonso Pecoraro Scanio, a Oscar Farinetti patron di
Eataly fino al sondaggista Ixe’
Roberto Weber. Ad accogliere
le migliaia di persone anche il
sindaco della Città Metropolitana di Torino e presidente dell’Anci, Associazione dei Comuni Italiani Piero Fassino.
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// il COLTIVATORE piemontese
Pubblicità
anno 72 // maggio 2016
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// il COLTIVATORE piemontese
Indice
2, 4, 8-10
primo piano
Eletta la nuova giunta della Coldiretti
di Torino
Carne: negli ultimi 5 anni hanno chiuso
12.000 stalle
Mai così poca carne messa in tavola
dall’inizio del secolo
Consumi, arriva il tutor della carne
editoriale
Dall’Expo Tour alle rægioni del cuore
7
11, 13
europa
Tutti i nodi critici del negoziato sul Ttip
Pac, costi e benefici
12, 14
italia
Rifiuti, gli agricoltori sono esonerati da
Mud e registri
Domanda Pac: la scadenza è stata prorogata di un mese
Sbloccate le procedure di pagamento dei
fondi comunitari per centinaia di migliaia
di agricoltori
Arpea, domanda unica 2015, saldi dal 5
maggio
15, 26, 29
regione
L’istituto zooprofilattico ha inaugurato il
nuovo polo per la sicurezza alimentare
Pascoli montani ridotti? No, è la lettura
sbagliata del refresh dell’estate del 2015
Le anomalie bloccano anche l’assegnazione di gasolio agricolo agevolato
Compral Latte: l’assemblea ha approvato
il bilancio e riconfermato il consiglio
16, 17, 28
provincia
“Il menù l’ho fatto io” educazione alimentari nella scolarità dell’obbligo
Combattere lo spreco: regole di sostenibilità per la qualità della vita
Carne di razza Piemontese, a Cavour dopo
XVII edizioni si lavora per un rilancio
anno 72 // maggio 2016
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torino
Il consiglio comunale approva la variante
301 per le attività agricole site nelle
aree a parco
19-22
inserto
Nuove disposizioni in materia di agriturismo. Operativo il nuovo regolamento attuativo sugli agriturismo.
23, 27
dalle zone
Al lavoro per rilanciare la produzione
del pomodoro costoluto di Cambiano
Settimo Torinese, avviata la revisione
del piano regolatore
A Castiglione Torinese gli studenti delle
scuole dell’infanzia e delle elementari
tra i banchi del mercato di Campagna
Amica
Rondissone: progetto impianto produzione biogas e compost
Non consumare nuovo suolo agricolo
per realizzare l’ospedale unico dell’Asl
To5
24, 25
zootecnia
Caselette, alla fiera di San Giorgio la Pezzata rossa è la protagonista sul ring
Piemonte: 300 stalle e 6500 capi sottoposti ai controlli funzionari
Mostra regionale della Pezzata rossa:
Girl è la campionessa assoluta vacche
30-33
pagine informative
Frutticoltura biologica in Piemonte: situazione e prospettive a supporto del
processi di innovazione
Nuovo fitofago emergente: la cimice
asiatica, monitoraggio e controllo dal
Piemonte all’Emilia
Tecniche avanzate per l’utilizzo del rullo
pacciamatore munito di lame elicoidali
per la semina biologica su sodo
Frutticoltura sostenibile in Piemonte
Dal Geranio un erbicida di origine naturale
rubriche
defunti
34
patronato epaca
35
Mercatino
36-37
Mercati
38
appuntamenti
38
il COLTIVATORE piemontese
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Il numero è stato chiuso il 13 maggio 2016
tiratura 9.461 copie.
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// il COLTIVATORE piemontese
Editoriale
anno 72 // maggio 2016
Dall’Expo Tour alle rægioni del cuore
grande portata e so di dovermi scusare perchè
molti non hanno potuto accedere all'interno
del Lingotto e tanti di voi non hanno trovato
posto a sedere neppure sotto la tensostruttura. Pensavamo di aver predisposto posti a sufficienza per tutti, ma la grande risposta che
avete dato all'appello non è servita a smuovere i vigili del fuoco, a cui va il nostro ringraziamento per la preziosa opera di supervisione
alla sicurezza di tutti noi, che
però si sono trovati nella situazione di non poter far affluire tutti. Avremmo voluto
semplicemente stringerci un
po' ma non è stato possibile.
La scelta dell'argomento,
ormai lo sapete, è stata la
zootecnia da carne, senza
tralasciare alcuni passaggi
dedicati al latte e che, come
sempre, hanno visto i nostri
soci protagonisti attivi attraverso il racconto delle loro
esperienze e delle relative
problematiche che ci hanno consentito, attraverso il grande riscontro avuto sui media locali e nazionali, di esprimere ancora una volta
l'importanza e la centralità del nostro settore
e delle nostre aziende.
Negli articoli di approfondimento avrete la
possibilità di rivivere quegli straordinari momenti, costruiti sul concetto che attraverso il
progetto di Coldiretti per l'agricoltura "Noi
facciamo il futuro del Paese".
Lo sviluppo dei singoli concetti di: fare, noi,
Paese e futuro, è stato il filo conduttore dell'evento e l'aver scelto la zootecnia da carne
trovo sia stata non solo una scelta opportuna
per la nostra Regione, ma per tutto il comparto. Da tempo ci eravamo ripetuti, nel nostro
consiglio di Coldiretti Torino, circa l'opportunità di esprimere in modo netto la nostra posizione relativamente a modelli di consumo
estremisti che travalicano la giusta libertà di
scegliere il meglio per sè stessi, compreso il regime alimentare, cercando di imporlo anche
attraverso l'uso di mezzi di basso profilo che
vanno dall'allarmismo al vero e proprio tentavo di colpevolizzare una categoria responsabilizzandola di tutto (o quasi) il male del modo.
Ebbene, dopo il basso profilo tipico di chi,
come noi, tende a evitare scontri ideologici sapendo che servirebbero solo a dare risalto a
chi vuole farci del male, era comunque giusto,
ora, fare uno scatto di orgoglio per poter ribadire che ci siamo, fieri non solo di quello che
facciamo (prodotti di altissima qualità), ma anche di come lo facciamo (nel rispetto del benessere animale, dell'ambiente e del territorio
che custodiamo e tuteliamo). E siccome il tempo è galantuomo abbiamo anche potuto dimostrare, con i fatti, quello che andavamo sostenendo da anni e cioè che la zootecnia non è
nemmeno responsabile dell'inquinamento da
nitrati di cui troppi, in Europa e non, ci avevano semplicisticamente additato come responsabili.
E' stato fatto anche un passaggio significativo sulla questione dei selvatici, lupo compreso e ci aspettiamo, a breve, qualche risultato
importante, così come abbiamo visto aprirsi
uno spiraglio sull'etichettatura che verrà vagliato in Parlamento. Faremo di tutto affinchè
a fianco della ragionevolezza e delle ragioni di
interesse nazionale i nostri politici possano
metterci quella dose di coraggio che è necessaria in questo momento.
Fabrizio Galliati
Presidente Coldiretti Torino
‘‘
‘‘
Tutto iniziò lo scorso anno
con l’Expo Tour, quando,
proprio per raccontare il
ruolo di Coldiretti all'interno dell'esposizione universale rivolta al cibo, la Giunta nazionale decise
di farlo attraverso incontri territoriali interregionali, con il duplice scopo di condividere la
straordinaria avventura milanese che ci ha
coinvolto, ma anche di stabilire un contatto più diretto
con il territorio, i soci e i dirigenti.
Una buona pratica insomma, tesa a rafforzare quei legami, quella concretezza e
quel senso di appartenenza
propri del nostro patrimonio di rappresentanza.
L'iniziativa è stata talmente positiva che, per il 2016,
si è deciso di riproporre il
concetto dello scorso anno,
dandogli un'ulteriore valenza sindacale ed ecco nascere il Tour nazionale
"Le rægioni del cuore". Un percorso attraverso le Regioni Italiane non più di uno, ma di
due giorni, con l'obiettivo di incontrare i soci
e di sviluppare, a seconda delle sensibilità del
territorio, una problematica del settore, contestualizzandola nel panorama economico nazionale e internazionale e proponendo soluzioni e traiettorie di futuro.
Sono passate poche ore, mentre sto scrivendo, dalla conclusione della tappa piemontesevaldostana e devo fare, come sempre, un grande ringraziamento a tutti i soci che hanno aderito con entusiasmo all'iniziativa e a tutti i
collaboratori che l'hanno resa possibile.
La vostra risposta è stata come sempre di
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// il COLTIVATORE piemontese
Primo piano
anno 72 // maggio 2016
Carne: negli ultimi
5 anni hanno chiuso
dodicimila stalle
Mentre le importazioni dall’estero
hanno raggiunto1/3 dei consumi
nn TORINO Negli ultimi cinque anni hanno chiuso 12mila
stalle da carne per effetto delle
importazioni dall’estero che oggi rappresentano quasi un terzo dei consumi, con effetti devastanti sull’economia, sull’occupazione e sulla sicurezza
alimentare. E’ quanto emerge
dal dossier “#bracioleallariscossa” presentato dalla Coldiretti a
Torino, alla Giornata nazionale
della carne italiana, con cinquemila allevatori del Piemonte intervenuti a difesa di primati
qualitativi e di sicurezza alimentare del Made in Italy.
«Il risultato è che in cinque
anni dalla fattoria Italia sono
scomparsi – spiega Roberto
Moncalvo – trecentomila bovini da carne, mezzo milione di
maiali e settecentomila conigli
e oggi in Italia sono rimasti appena 80mila allevamenti di bovini da carne, cinquemila di maiali e 4500 di polli da carne. In
gioco c’è il futuro delle stalle
nazionali dove sono ancora allevati 8,7 milioni di maiali, 6,1
milioni di bovini da carne e 6,5
milioni di conigli, ma risultano
minacciate di estinzione ben 24
razze di bovini, 10 di maiali e
10 di avicoli sulla base dei Piani
di Sviluppo Rurale della precedente programmazione».
Oggi - denuncia la Coldiretti viene dall’estero il 40 per cento
della carne bovina consumata
in Italia e il 35 per cento di quella di maiale mentre le importazioni sono marginali per la carne di pollo e tacchino. L’arrivo
da Paesi comunitari e extracomunitari di carne a basso prezzo senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantiti
dall’Italianità provoca la chiusura delle stalle, impoverisce le
attività di trasformazione e distribuzione ad esse legate e fa
venir meno il presidio ambientale e di legalità di interi territori, mettendo a rischio 180 mila
posti di lavoro in tutta la filiera
delle carni che genera in Italia
un valore economico dell’ordine di 30 miliardi di euro, con
una ripartizione praticamente
equivalente tra carne bovina, di
maiale e di pollo-tacchino.
«Le carni nazionali sono più
sane, perché magre, non trattate con ormoni, a differenza di
quelle americane, e ottenute
nel rispetto di rigidi disciplinari
di produzione “Dop” che assicurano il benessere e la qualità
dell’alimentazione degli animali. Non a caso – spiega Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino – l’Italia vanta il
primato a livello europeo per
numero di prodotti a base di
carne “Dop”, ben 40 specialità
di salumi che hanno ottenuto la
denominazione d’origine o l’indicazione geografica. L’impegno degli allevatori italiani per
autorità Roberto Moncalvo
e il sindaco Piero Fassino
la salvaguardia della qualità,
della biodiversità e dell’ambiente è confermato dall’azione di
recupero delle razze bovine italiane storiche da carne. Nel
2000, dopo aver rischiato
l’estinzione, queste razze - sulla
base delle iscrizioni al libro genealogico - sono tornate nelle
campagne italiane con un aumento del 65 per cento nel numero di animali allevati. La razza piemontese è la più diffusa e
può contare su ben 240mila capi mentre sono 52mila quelli di
razza marchigiana, 43mila di
chianina, 13mila romagnola,
10mila maremmana e 30mila
podolica per un totale di circa
388mila animali allevati. Un risultato reso possibile anche
grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme
di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità
elettronica e forme di vendita
diretta della carne da parte degli allevatori attraverso le fattorie e i mercati di Campagna
Amica».
«Quando una stalla chiude si
perde un intero sistema fatto di
animali, di prati per il foraggio,
di prodotti tipici e soprattutto
di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni
– chiude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che
sottolinea – per salvare un patrimonio culturale, ambientale
ed economico del Paese è importante verificare le etichette
che obbligatoriamente devono
indicare la provenienza della
carne fresca per scegliere la filiera italiana della carne che
crea occupazione, produce ricchezza e presidia il territorio
delle nostre regioni, ma garantisce anche qualità e sicurezza
alimentare grazie al sistema di
controlli realizzato dalla rete di
veterinari più estesa d’Europa».
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// il COLTIVATORE piemontese
Primo piano
anno 72 // maggio 2016
Mai così poca carne
messa in tavola
dall’inizio del secolo
Acquisti della carne suina crollati
del 9% e del 6% di quella bovina
nn TORINO Quasi un italiano
su dieci ha detto completamente
addio alla carne, ma nel 2015
l’allarmismo si è fatto sentire sull’intera popolazione con gli acquisti delle famiglie che sono
crollati del 9 per cento per la carne fresca di maiale, del 6 per cento per quella bovina e dell’un per
cento per quella di pollo come
pure per i salumi, scendendo ai
minimi dell’inizio del secolo. E’
quanto emerge dal dossier #bracioleallariscossa presentato dalla
Coldiretti, a Torino, alla Giornata
nazionale della carne, italiana
con migliaia di allevatori a difesa
della carne sotto attacco di allarmismi infondati, provocazioni e
campagne diffamatorie che colpi-
scono un alimento determinante
per la salute che fa parte a pieno
titolo della dieta mediterranea,
alla quale apporta l’indispensabile contributo proteico.
Il 7,1 per cento degli italiani si
dichiara vegetariano mentre la
percentuale di vegani ha raggiunto l’1 per cento nel 2015,
per un totale dell’8 per cento di
persone che non mangia carne,
una percentuale in sostanziale
aumento rispetto all’anno precedente – erano complessivamente
il 5,9 per cento –, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Eurispes. Proprio nel 2015 la carne
perde per la prima volta il primato ed è diventata la seconda voce
del budget alimentare delle fami-
glie italiane dopo l’ortofrutta,
con una spesa scesa a 97 euro al
mese e una incidenza del 22 per
cento sul totale, che rappresenta
una rivoluzione epocale per le tavole nazionali. Il risultato di un
trend negativo in atto da anni è
che non si è mai mangiata così
poca carne in Italia dall’inizio del
secolo. Il consumo degli statunitensi è superiore a quello nazionale, addirittura del 60 per cento, quello degli australiani del 54
per cento, quello degli spagnoli
del 29 per cento e quello dei francesi e dei tedeschi del 12 per cento, solo per fare alcuni esempi.
Le quantità di carne portate
realmente in tavola dagli italiani
sono scese, in media,– a 85 gram-
mi al giorno, ben al di sotto del limite dei 100 grammi al giorno
fissato dai più accreditati Istituti
di ricerca.
«Serve educazione e buon senso e soprattutto rispetto per tutti
i diversi stili alimentari ai quali
l’agricoltura italiana può offrire
grandi opportunità di scelta grazie ai primati conquistati nella
qualità e nella biodiversità – afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel ricordare che – proprio il rispetto
dei principi della dieta mediterranea ha garantito fino ad ora all’Italia una speranza di vita da record a livello mondiale di 80,1
anni per gli uomini e di 84,7 anni
per le donne».
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// il COLTIVATORE piemontese
Primo piano
anno 72 // maggio 2016
Consumi, arriva il tutor della carne
Risparmi del 50 per cento con tagli alternativi, ricette creative e spesa in stalla
nn TORINO Con l’aiuto del
tutor della carne è possibile risparmiare fino al 50 per cento
con l’acquisto di tagli alternativi
meno conosciuti e più economici,
ma anche più adatti alla ricetta
che si vuole portare in tavola,
senza rinunciare alla qualità italiana. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata
nazionale della carne italiana. Al
Centro Congressi del Lingotto a
Torino è stata presentata la
nuova figura del Tutor della
carne che sarà operativo in tutte
le regioni per aiutare a conoscerla, scegliere i pezzi più adatti
in cucina, valorizzare le parti low
cost e consigliare su dove fare acquisti di qualità direttamente
dagli allevatori. Un debutto realizzato con la prima lezione all’aperto su come fare la spesa in
macelleria, con un tocco di fanta-
sia nel creare e rielaborare piatti
diversi in cucina.
E’ infatti importante, proprio in
un momento come questo, valorizzare anche i tagli minori di
carne nella consapevolezza che,
per esempio, del bovino non esiste solo la richiestissima fiorentina, ma ci sono altre parti dal
sapore caratteristico che appartengono alla tradizione culinaria
italiana come per esempio i famosissimi bolliti piemontesi, la lingua salmistrata e la trippa in
umido amata dall’intero centro
sud della nostra penisola.
I tagli meno pregiati del bovino
da poter utilizzare in cucina sono
tantissimi, si va dal collo, taglio di
terza categoria dalla carne gustosissima – ottima per bolliti o stracotti, ma anche per preparare
polpette e ragù –, alla punta di
petto, taglio molto economico che
può essere usato per preparare
buoni arrosti, ma anche gustosissimi brodi. E, ancora dal campanello, che è un piccolo taglio
molto apprezzato per fare bistecche da cuocere sulla brace, ma
anche per spezzatini, stracotti e
stufati a cui aggiungere del vino,
pomodoro e verdure, al geretto,
detto anche muscolo, che risulta
particolarmente adatto per la preparazione di ossibuchi e stufati.
«Molto spesso, per mancanza di
conoscenza, c’è una specie di resistenza a utilizzare tagli di carne
cosiddetti minori, quasi che fossero di seconda scelta, mentre se
l’allevamento è di qualità, tutto il
prodotto è di qualità, in ogni sua
parte – afferma il presidente della
Coldiretti Roberto Moncalvo –
, in questo modo le stalle respirano e le famiglie risparmiano
perché si garantisce una più
ampia diversificazione dei prezzi».
«Di fronte alla grave crisi economica che sta coinvolgendo sia
le stalle sia i consumatori, è necessario trovare soluzioni nuove
con una rete che, partendo dagli
allevamenti e arrivando al bancone dei negozi, promuova la diffusione di tutti i tagli di carne,
non solo di bistecche e filetti –
conclude il presidente Roberto
Moncalvo –. Dalla trippa piemontese alla famosissima finanziera,
dall’arrosto di collo alla lingua al
bagnetto fino ai piedini di maiale
con gelatina sono solo alcuni dei
meravigliosi piatti tipici piemontesi realizzati con tagli poveri che
la cultura gastronomica contadina ha sapientemente custodito
e tramandato di generazione in
generazione arricchendo le tavole
tradizionali».
[email protected]
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// il COLTIVATORE piemontese
Europa
anno 72 // maggio 2016
Tutti i nodi critici
del negoziato sul Ttip
Coldiretti: dagli ormoni agli ogm
no passi indietro su qualità del cibo
nn ROMA Dalle fettine agli ormoni al pollo alla varechina che rischiano di finire nel piatto dei cittadini italiani e dell’Unione, ma anche carne e latte provenienti da
animali clonati, come la pecora
Dolly che sono liberamente ammessi negli Usa come la coltivazione di Ogm, fino alla presunzione
statunitense di continuare a sfruttare impropriamente i nomi dei
più prestigiosi prodotti alimentari
italiani, dal Chianti al Marsala, ma
anche Provolone o Parmesan.
Questo ricorda la Coldiretti
nel denunciare i nodi critici del
negoziato sul Ttip, Transatlantic trade and investment partnership, l’accordo commerciale
di libero scambio in corso di negoziato tra l’Unione Europea e
gli Stati Uniti d’America .
Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, spiega: «L’Unione
Europea non può rinunciare agli
elevati standard di qualità raggiunti nell’agroalimentare, ma al
contrario bisogna guardare alle
domande che vengono dal mercato sia in Europa sia in Usa e innalzare il livello di sicurezza dei prodotti perchè se è vero che per i no-
stri consumatori è inaccettabile
la carne trattata agli ormoni, il
pollo varechinato, piuttosto che
la carne clonata è altrettanto vero
che anche negli Usa cresce solo la
domanda di prodotti made in Italy, legati al territorio, con forte natura identitaria e garantiti dal
punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale».
Per la prima volta le esportazioni agroalimentari Made in Italy in
Usa hanno superato nel 2015 i 3,6
miliardi di euro, con un aumento
record del 20 per cento, ma a crescere sono stati soprattutto i prodotti “Doc” garantiti da precisi disciplinari a partire dal vino Made
in Italy che è il prodotto italiano
più apprezzato dagli americani
con 1,3 miliardi di euro.
In questo contesto – secondo
Coldiretti - si pone un evidente problema di tutela delle denominazioni dei prodotti made in Italy sul
mercato statunitense dove il cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding vale 20 miliardi di euro. Il 99
per cento dei formaggi di tipo italiano sono in realtà realizzati in
Wisconsin, California e New York,
dal Parmesan al Romano senza
Bottiglia di falso Chianti scovata
negli Stati Uniti dalla Coldiretti
latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina. Ma c’è anche il Chianti prodotto in California, mentre, sempre
negli States, è possibile acquistare
del Marsala Wine. Il fenomeno del
falso vino “Made in Italy” trova un
forte impulso anche dalle opportunità di vendita attraverso la rete
dove è possibile acquistare da
aziende statunitensi pseudo vino
ottenuto da polveri miracolose
contenute in wine-kit che promettono, in pochi giorni, di ottenere le
etichette più prestigiose come
Chianti, Valpolicella, Frascati, Pri-
mitivo, Gewurztraminer, Barolo,
Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano. Il made in Italy tarocco a
stelle e strisce però colpisce tutti i
comparti dell’export tricolore, dai
pomodori san Marzano all’olio
d’oliva, fino ai salumi.
I negoziati riguardano anche
l’obiettivo di garantire un miglior
accesso al mercato americano in
diversi settori, risolvendo parallelamente la questione delle barriere non tariffarie, ovvero quelle norme tecniche e le restrizioni sanitarie e fitosanitarie che ostacolano il
commercio, ad esempio per l’olio
di oliva e l’ortofrutta.
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// il COLTIVATORE piemontese
Italia
anno 72 // maggio 2016
Rifiuti, gli agricoltori sono
esonerati da Mud e registri
Queste le indicazioni arrivate
dal ministero dell’Ambiente in
risposta a un quesito Coldiretti
nn ROMA Il ministero dell’Ambiente, rispondendo a un
quesito di Coldiretti, ha confermato l’interpretazione della
Confederazione sull’articolo 69
del cosiddetto Collegato ambientale, legge 28 dicembre 2015,
numero 221, entrato in vigore il
2 febbraio 2016.
La norma, in particolare, riconosce la possibilità per le imprese agricole e per alcune categorie professionali – ad esempio centri estetici e tatuatori –
che producono rifiuti pericolosi, compresi aghi, siringhe e oggetti taglienti usati, di assolvere all’obbligo di registrazione
nel registro di carico e scarico
dei rifiuti e all’obbligo di comunicazione al Catasto dei rifiuti,
tramite il Mud, attraverso la
compilazione e conservazione,
in ordine cronologico, dei formulari di trasporto. La conservazione deve avvenire presso la
sede dei soggetti esercenti le
attività indicate nell’articolo o
tramite le associazioni imprenditoriali interessate o società di
servizi di diretta emanazione
delle stesse, mantenendo presso la sede dell’impresa copia
dei dati trasmessi.
In vista della scadenza prevista per la presentazione del Mud
2016, Coldiretti ha chiesto al Ministero di chiarire con precisione l’ambito di applicazione della
disposizione di semplificazione,
precisando se l’esonero dall’invio del Mud si applichi a partire
dall’anno in corso (e, quindi, con
riferimento al Mud 2016, in scadenza il 30 aprile, riferito ai rifiuti prodotti nell’anno 2015), ovvero si applichi a partire dal Mud
2017 (riferito ai rifiuti prodotti
nel 2016), considerato che la
norma è entrata in vigore nel
mese di febbraio 2016.
Con parere, reso in data 11
aprile 2016, il Ministero ha precisato l’immediata applicabilità
della disciplina, già a partire dal
Mud in scadenza il 30 aprile
scorso che, pertanto, potrà essere sostituito con la tenuta ordinata della contabilità, anche con
il supporto delle associazioni di
categoria o società di servizi di
diretta emanazione.
Sul punto, il Ministero, infatti,
ha chiarito che la modifica normativa interviene a estendere le
semplificazioni accordate dalla
previsione, sotto il profilo sia
soggettivo - includendo anche le
imprese agricole tra i soggetti
beneficiari delle agevolazioni che oggettivo - ampliando a tutti
i rifiuti pericolosi l’ambito di
applicazione della disposizione,
in origine limitato ai soli rifiuti
sanitari, precisando che “anche
per le categorie di imprese o di
rifiuti di nuova introduzione,
l’esonero la semplificazione
accordata possa applicarsi già a
partire dall’anno in corso (e,
quindi, con riferimento al Mud
2016, in scadenza il 30 aprile,
riferito ai rifiuti prodotti nell’anno 2015). Accedendo ad una
diversa interpretazione, se si
considerasse applicabile la semplificazione solo a partire dal
Mud 2017, riferito ai rifiuti prodotti nel 2016, si imporrebbe,
per il prossimo anno, comunque,
la presentazione del Mud relativo ai dati dei rifiuti prodotti
fino all’entrata in vigore della
norma, avvenuta nel mese di febbraio 2016. Tale lettura appare
in completa contraddizione con
la ratio di semplificazione della
previsione”.
Soddisfazione, quindi, per la
semplificazione, sollecitata da
Coldiretti, nell’ambito dei
lavori di approvazione della
legge che si aggiunge a quelle
già vigenti per le imprese agricole che, quando conferiscono
i propri rifiuti a circuiti organizzati di raccolta previo
apposito contratto di servizio,
sono anche esonerate dall’obbligo di iscrizione al Sistri,
Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti.
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// il COLTIVATORE piemontese
Europa
anno 72 // maggio 2016
Pac, costi e benefici
Le spese legate alla Politica
agricola comune e i vantaggi
che ne traggono tutti i cittadini
nn BRUXELLES Mediamente a ogni cittadino dell’Ue la Pac, Politica agricola comune,
costa circa 30 centesimi di euro al giorno. Nel
2011, i 58 miliardi di euro destinati alla Pac,
rappresentavano il 43 per cento del bilancio
annuale dell’Unione. La sua parte ha continuato a diminuire dal 1984, quando era al 72
per cento, mentre dopo l’allargamento dell’Ue
a partire dal 1992, il numero di agricoltori è
raddoppiato.
In realtà, la spesa per la Pac rappresenta
meno dell’1 per cento del totale della spesa
pubblica dell’insieme dei Paesi Ue. La spesa
pubblica per il settore agricolo nell’Ue è centralizzata a livello europeo, cosa che non
accade in nessun altro settore dell’economia.
A titolo di paragone, i Paesi Ue spendono tre
volte di più per la difesa.
Ci si potrebbe chiedere: come mai questi
soldi – circa il 40 per cento del bilancio Ue –
non vengono utilizzati per altri settori, come
a esempio la sanità o la cultura, e invece vengono destinati per finanziare interamente un
comparto come quello agricolo? La spiegazione è molto semplice. Le spese per altri
settori – come la ricerca, l’istruzione, i trasporti, la difesa, le pensioni e l’assistenza
sanitaria – non figurano affatto nel bilancio
Ue o vi rientrano solo in parte, poiché sono
finanziate, interamente o parzialmente, dai
bilanci nazionali e sono gestite direttamente
dagli Stati membri.
Ma noi che ci guadagniamo? Sulla bilancia
dei benefici la Pac mette a costante disposizione dei cittadini europei un’abbondante
scelta di prodotti di grande qualità e protegge
l’ambiente e il paesaggio eccezionale delle
nostre campagne.
Vediamo ora chi sono i beneficiari di questi
finanziamenti e a quanto ammontano. Dal
2009 ciascuno Stato membro, nell’interesse
della trasparenza, deve pubblicare elenchi di
tutti i beneficiari di pagamenti della Pac. Tuttavia, a seguito di un ricorso presentato alla
Corte di giustizia europea da un gruppo di
agricoltori tedeschi, nel 2010 la pubblicazione
di tutti i dati personali riguardanti i beneficiari
della Pac è stata sospesa, perché è stata ritenuta lesiva del diritto alla privacy.
Specificamente, la Corte ha ordinato di non
pubblicare più i nomi dei beneficiari. La Commissione, che continua a sostenere il principio
della trasparenza, ha proposto una nuova
regolamentazione che tenga conto dei principi affermati dalla Corte. La riforma del
giugno 2013 reintroduce l’obbligo di trasparenza, tenendo conto dei principi di
proporzionalità sollevate dalla Corte dei conti.
In particolare i piccoli agricoltori, coloro che
percepiscono importi molto limitati, non
saranno interessati.
La Pac è un bene comune e anche chi non
è agricoltore ne trae benefici importanti per
la propria vita perché quando l’Ue aiuta i suoi
agricoltori, le ricadute positive sono sulla
società nel suo complesso, in quanto può contare su un approvvigionamento alimentare
sicuro e a prezzi accessibili. Oggi la voce “alimentazione” rappresenta il 15 per cento della
spesa della famiglia media dell’Ue, la metà
rispetto al 1960. Inoltre, finanziando metodi
agricoli sostenibili, mediante la Pac, si contribuisce a proteggere l’ambiente nonché la
ricchezza e la diversità del paesaggio rurale e
della nostra alimentazione.
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// il COLTIVATORE piemontese
Italia
anno 72 // maggio 2016
Domanda Pac: la scadenza
è stata prorogata di un mese
Si tratta di un provvedimento
richiesto e sostenuto dalla Coldiretti
nn ROMA «E’ positiva la decisione del Commissario europeo per l’Agricoltura Phil
Hogan di prorogare di un
mese il termine di presentazione delle circa 1 milione di
domande dei pagamenti diretti della Politica agricola comune 2016, in scadenza il
15 maggio». E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo
che aveva sollecitato la decisione sostenuta dal Ministro
delle Politiche Agricole Maurizio Martina per venire incontro alle esigecnze delle
imprese agricole.
La Coldiretti invita tutti gli
agricoltori interessati a recarsi
quanto prima negli uffici per
evitare comunque la congestione delle attività in prossimità della scadenza. La
decisione comunitaria è accompagnata da positivo annuncio
dello sblocco delle procedure di
pagamento dei fondi comunitari per centinaia di migliaia di
agricoltori italiani, dopo che
Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ha avviato
l’iter per far arrivare alle
aziende i finanziamenti dovuti.
Un provvedimento sostenuto da Coldiretti che rappre-
senta una boccata d’ossigeno
per le imprese dopo il crollo
dei prezzi dei prodotti agricoli. I tempi di arrivo effettivo
dei fondi dipenderanno ora
dagli organismi pagatori sul
territorio.
L’iniziativa della Commissione è frutto anche dell’impegno di Coldiretti: in occasione
Sbloccate le procedure di pagamento dei fondi
comunitari per centinaia di migliaia di agricoltori
nn ROMA Sono state sbloccate le procedure di pagamento
dei fondi comunitari per centinaia di migliaia di agricoltori italiani. Ad annunciarlo è la
Coldiretti dopo che Agea,
l’Agenzia per le erogazioni in
agricoltura, ha avviato l’iter per
far arrivare alle aziende i finanziamenti dovuti. Un provvedimento fortemente sollecitato da
Coldiretti che rappresenta una
boccata d’ossigeno per le imprese dopo il crollo dei prezzi
dei prodotti agricoli. I tempi di
arrivo effettivo dei fondi dipen-
deranno ora dagli organismi pagatori sul territorio.
I pagamenti erano stati sospesi
a causa della necessità di calcolare l’esatto ammontare dei titoli
definitivi. Un’incertezza determinata dal fatto che si tratta del
primo anno di applicazione della
nuova Pac, Politica agricola comune dell’Unione Europea che
stanzia complessivamente 27 miliardi fino al 2020 per gli aiuti diretti agli agricoltori.
A novembre Agea aveva erogato un anticipo dei fondi, circa
la metà della somma, che ave-
vano “raggiunto” però solo il 50
per cento degli aventi diritto.
Ora, con la pubblicazione del registro dei titoli definitivi, verrà
inviata la seconda tranche del
pagamento, comprese le aziende
che non avevano ancora ricevuto nulla a cui i soldi saranno
inviati tutti assieme. L’Agea ha
in preparazione anche un decreto per completare i pagamenti della “vecchia” Pac
rimasti sospesi, anche qui rispondendo a una precisa richiesta della Coldiretti per sanare la
situazione. del Praesidium del Copa dei
giorni scorsi, il presidente Roberto Moncalvo ha sollevato il
problema relativo alla scadenza
della domanda Pac e la necessità di ottenere dalla Commissione Europea una proroga dei
termini previsti per la presentazione delle domande, dal 15
maggio al 15 giugno 2016.
arpea
Domanda unica
2015, saldi
dal 5 maggio
zz TORINO Una nota di Arpea,
Agenzia regionale piemontese
per le erogazioni in agricoltura,
informa che«Mercoledì 27 aprile
scorso, a seguito dell’invio da
Roma dei titoli definitivi da attribuire agli agricoltori, Arpea ha
potuto, insieme al Csi, programmare le fasi che permetteranno
finalmente di calcolare il valore
dei premi e liquidare i saldi della
Domanda unica 2015: Csi elaborerà le cosiddette “liste di liquidazione” entro il 2 maggio e
nei giorni immediatamente successivi Arpea emetterà un primo
decreto di pagamento, che comprenderà, tra le posizioni pagabili,
sia chi non ha ancora ricevuto
nulla sia coloro che attendono
l’integrazione all’anticipo. Subito
dopo arriveranno anche i pagamenti per le aziende di cui non
abbiamo ancora ricevuto i titoli
definitivi. Resta per queste la possibilità di usufruire di un anticipo
bancario a tassi agevolati pari al
contributo da riscuotere da parte
di Arpea. Tale possibilità potrà
essere estesa anche alla Domanda
unica 2016 e seguenti».
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// il COLTIVATORE piemontese
Regione
anno 72 // maggio 2016
L’Istituto zooprofilattico ha inaugurato
il nuovo polo per la sicurezza alimentare
In 600 metri completamente ristrutturati
trovano collocazione tre importanti centri
nn TORINO L’Istituto zooprofilattico ha
inaugurato gli oltre 600 metri quadrati,
completamente ristrutturati, che ospitano i
laboratori per la sicurezza alimentare. Qui
trovano collocazione tre centri: il Laboratorio nazionale di riferimento per gli Stafilococchi coagulasi positivi, che coordina le
attività dei dieci Istituti zooprofilattici italiani e che, ogni anno, analizza 400 ceppi
capaci di provocare intossicazioni alimentari; il Centro regionale per le allergie e intolleranze alimentari, che si occupa di
messa a punto, validazione e accreditamento di metodiche innovative per la ricerca di sostanze allergizzanti, nascoste
negli alimenti; il Centro regionale per la tipizzazione delle Salmonelle, che provvede
alla classificazione dei ceppi batterici nei focolai di salmonellosi dei 32 presidi ospedalieri del Piemonte, con 551 ceppi batterici
caratterizzati nel 2015.
«La sicurezza degli alimenti – spiega
Maria Caramelli, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico – è una responsabilità condivisa tra i produttori, i
consumatori e il sistema di controlli ufficiali. L’Istituto vuole fare la sua parte, garantendo personale altamente specializzato
e attrezzature all’avanguardia. L’impegno
nella ricerca e le nuove conoscenze si trasferiscono anche alle aziende locali dell’agrifood, con cui l’Istituto, da tempo,
collabora».
Garantire la sicurezza degli alimenti è
uno dei principali obiettivi dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. In questi locali, ogni
anno si analizzano 36.000 campioni, per un
totale di 90.000 analisi. Gli ultimi dati dell’Oms, Organizzazione mondiale della Sanità, affermano che ogni anno almeno una
persona su 10 è coinvolta in un episodio di
tossinfezione alimentare, responsabile di
420.000 decessi nel mondo. Le ultime rile-
vazioni relative al Piemonte riferiscono di
300 persone cui ogni anno viene diagnosticata un’intossicazione alimentare: nel 16
per cento dei casi è necessario il ricovero in
ospedale. Lo Zooprofilattico si è anche dotato, di un sequenziatore di ultima generazione: il nuovo apparecchio è in grado di
fornire una fotografia della composizione
microbica dell’alimento e di verificare la
presenza di porzioni di genoma che possono provocare tossinfezioni alimentari.
All’inaugurazione era presente Fabrizio
Galliati, presidente Coldiretti Torino, che
spiega: «I laboratori per la sicurezza alimentare dell’Istituto zooprofilattico svolgono un
ruolo importante nell’ambito della tutela
del made in Italy. Nel corso dell’inaugurazione il sindaco di Torino Piero Fassino si
è detto disponibile a lavorare per arrivare a
trovare una collocazione di questa struttura
all’interno della Città della salute».
fonte http://www.torinoclick.it/?p=50767
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// il COLTIVATORE piemontese
Provincia
anno 72 // maggio 2016
“Il menu l’ho fatto io”
educazione alimentare
nella scolarità dell’obbligo
Gli studenti in visita alla tettoia
dei contadini di Porta Palazzo
nn TORINO Il 22 aprile scorso
le bambine e i bambini delle classi
quarte delle scuole primarie Anna Frank e Antonelli, hanno visitato la “Tettoia dei contadini” di
Porta Palazzo, in piazza della Repubblica. E’ l’ultima uscita in calendario delle 10 scuole che, in
questo anno scolastico, hanno
aderito al percorso “Il menu l’ho
fatto io”.
L’iniziativa, promossa dall’assessorato alle Politiche educative
della Città di Torino, nell’arco di
un triennio ha coinvolto 750 allievi, per un totale di 30 classi distribuite in tutte le Circoscrizioni.
Quest’anno i 240 studenti provengono dalle Circoscrizioni 2, 3,
4, 6 e 7.
L’educazione a una sana alimentazione - che tocca aspetti legati ai comportamenti, agli stili di
vita e al benessere - è il cuore del
progetto “Il menu l’ho fatto io”, rivolto alle scuole elementari di Torino per costruire un menu partecipato, proposto direttamente dai
bambini, che, l’anno prossimo, sarà esteso a tutti gli istituti primari
torinesi. Il menu proposto nelle
scuole comprende molti dei piatti
scelti dagli scolari come il tortino
alla maggiorana e menta, le lasagne al ragù, le lenticchie con il pomodoro e il pollo all’arancia inseriti nelle proposte invernali, mentre la bruschetta la pomodoro e la
rolata di tacchino fanno parte di
quelle estive.
Le uscite delle scolaresche sono state precedute da una lezione
sulla geografia dei prodotti agricoli locali. Gli studenti hanno potuto riconoscere i frutti di stagione e le verdure tipiche di questo
periodo, la loro origine e le loro lavorazioni, per poter meglio comprendere le scelte alimentari del
Servizio ristorazione della Città.
Nei refettori, quotidianamente, i
giovani studenti mangiano produzioni di stagione, provenienti
dalla filiera locale, biologica o ottenuta con la produzione integrata oppure provenienti dal com-
mercio equo e solidale.
Al mercato dei contadini sono
presenti 80 aziende agricole, in
grande maggioranza (80 per cento), provenienti da località che si
trovano a 30 chilometri di distanza da Torino, con una minoranza
che arriva dalle province di Asti,
Vercelli e Cuneo.
Mauro D’Aveni, responsabile
Ufficio qualità Coldiretti Torino,
spiega: «Da anni Coldiretti collabora con il Comune di Torino in
tema di educazione alimentare,
nell’ambito della scolarità dell’obbligo. I tecnici Coldiretti fanno
sperimentare ai bambini come
viene prodotto il cibo e quale percorso compie, partendo dal campo fino ad arrivare alla mensa scolastica. Nella tettoria dei contadini di Porta Palazzo – che quest’anno festeggia i cento anni di
vita – gli studenti sono venuti a
conoscere e scoprire i prodotti
della terra, di stagione, legati al
territorio torinese, venduti freschi ogni mattina ai consumatori
torinesi. Coldiretti ha contribuito
al progetto “Il menu l’ho fatto io”
e fornisce il supporto alle scolaresche, accompagnandole nelle visite didattiche, facendo conoscere ai ragazzi le varietà di ortofrutta prodotte, le loro caratteristiche, la loro stagionalità e le
tipologie di impiego».
Mauro D’Aveni chiude così:
«Far dialogare gli studenti direttamente con i produttori agricoli in
vendita diretta è il migliore modo
che conosciamo per comunicare
il mondo dell’agricoltura di oggi e
le sue produzioni di qualità, legate al territorio. L’obiettivo è arrivare direttamente ai giovani consumatori, senza mediazioni per
trasmettere il mondo che si trova
dietro le produzioni agricole che,
ogni giorno, finiscono sulle tavole delle loro famiglie. Diciamo che
questa, ormai da anni, è un po’
una delle missioni che Coldiretti
porta avanti».
[email protected]
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// il COLTIVATORE piemontese
Provincia
anno 72 // maggio 2016
Combattere lo spreco:
regole di sostenibilità
per la qualità della vita
Presentata la società Last minute market
e l’applicazione Last minute sotto casa
nn TORINO Combattere lo
spreco: regole di sostenibilità per
la qualità della vita. Questo il titolo di un convegno organizzato
dall’Adn, Associazione diritti negati, a Torino, a fine aprile. Gabriele Piovano, presidente di
Adn, ha spiegato: «Ogni giorno si
sprecano mille cose: opportunità, diritti, parole, risorse e alimenti. Oggi ognuno deve fare la sua
parte per contrastare tutto ciò.
Socializzare l’informazione è un
buon inizio per provare ad agire
dei cambiamenti».
Tra i relatori Luca
Falasconi, ricercatore
dell’Università di Bologna e docente di Politica agraria e sviluppo rurale, co-fondatore e socio di Last Minute Market, società
spin off che opera a livello nazionale per
trasformare lo spreco
in risorse e, finora, ha
sviluppato 50 progetti
volti al recupero di cibo invenduti a favore di enti non profit.
«Ridurre lo spreco alimentare
si può e si deve – ha detto Luca
Falasconi – perché, sicuramente, è uno dei fenomeni più inquietanti del nostro periodo. La Fao
stima venga sprecato un terzo
del cibo prodotto per l’alimentazione umana. E la cosa più incredibile è che più del 40 per cento
del cibo sprecato si materializza
dentro i nostri frigoriferi, nelle dispense dei Paesi cosiddetti sviluppati. Spesso acquistiamo
troppo, oppure non
l’utilizziamo in modo
corretto. E, alla fine,
buttiamo via molto cibo ancora perfettamente consumabile.
Appunto, lo sprechiamo».
Durante il convegno Francesco Ardito, fondatore dell’applicazione “Last minute sotto casa” ha spie-
gato: «L’idea è nata dopo aver notato che, in prossimità dell’orario
di chiusura, la panetteria sotto
casa aveva ancora pezzi di pizza
e il bar un buon numero di cornetti. Tutto cibo che, a serrante
abbassate, veniva buttato. Guardandomi intorno ho pensato che
a Torino ci fossero centinaia di
migliaia di cittadini potenzialmente interessati ad acquistare
questo cibo in prossimità dell’orario di chiusura, a prezzi
scontati. Grazie all’App i cittadini
individuano i negozi cui sono interessati e i negozianti informano sul cibo disponibile. Come diciamo noi: win win win. Vince il
negoziante che riesce a trasformare in valore quello che stava
per diventare spreco. Vince il
cliente che compra prodotto alimentare fresco a prezzo basso.
Vince il nostro pianeta Terra perché non buttiamo via il cibo. Oggi
gli utenti di “Last minute sotto
casa” sono 25mila solo a Torino e
altri 25mila in giro per l’Italia. In
tutto, ogni mese sottraiamo tre
tonnellate di cibo allo spreco».
Fabrizio Galliati, presidente
Coldiretti Torino, al convegno
ha raccontato l’esperienza che,
da dieci anni, la Federazione conduce con il progetto sostenibile
del cibo civile: «Oggi ci sono grandi contraddizioni che non si possono eludere e, in qualche modo,
vanno affrontate. Alle produzioni agricole non viene riconosciuto un giusto prezzo. In tutto il
mondo si spreca quasi un terzo
del cibo prodotto, mentre larga
parte della popolazione mondiale non riesce ad accedere al cibo.
Si tratta di situazioni davvero insostenibili». Tra temi toccati dal
presidente: le battaglie di Coldiretti per arrivare all’etichettatura
completa per tutti i prodotti agricoli e le mobilitazioni di questi
anni degli agricoltori in difesa del
made in Italy.
per saperne di più
http://www.lastminutemarket.it/
http://www.lastminutesottocasa.it/
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// il COLTIVATORE piemontese
Torino
anno 72 // maggio 2016
Il consiglio comunale approva
la variante 301 per le attività
agricole site nelle aree a parco
I terreni coltivati vengono individuati
come parchi urbani fluviali e agricoli
nn TORINO Il Consiglio comunale, con 21 voti favorevoli
e due astensioni, ha approvato
in via definitiva, la variante 301
che modifica il Piano Regolatore della Città e consente di
realizzare attività agricole nelle
aree a parco.
«E’ una buona notizia per le
aziende agricole che hanno
sede e operano sul territorio
della città di Torino – afferma
Fabrizio Galliati, presidente
Coldiretti Torino –. Il Piano regolatore della città di Torino,
che risale al 1995, non prevedeva aree agricole sul proprio
territorio. Sinora, per i terreni
coltivati, le norme urbanistiche
di attuazione del Piano regolatore non utilizzavano la denominazione di “aree agricole”,
ma l’indicazione di “parchi urbani e fluviali”. Questo, sino a
oggi, ha condizionato l’attività
delle imprese agricole che
hanno sede, prati e campi nel
territorio di Torino. Infatti, nel
corso degli anni, queste aziende
agricole hanno avuto difficoltà
a sviluppare ampliamenti e insediamenti di stalle, tettoie, locali
di vendita diretta e residenze
agricole anche solo per adeguamenti alle normative in tema di
benessere animale e igienico-sanitario».
Michele Mellano, direttore
Coldiretti Torino, aggiunge:
«L’azione intrapresa dall’assessorato al Piano regolatore e politiche urbanistiche della città di
Torino, accogliendo rilievi e osservazioni della Coldiretti, ha
portato ora all’approvazione definitiva della variante normativa
che modifica le disposizioni per
le attività agricole del Piano regolatore cittadino. I terreni effettivamente coltivati dalle
aziende agricole sono ora individuati come “parco urbano, fluviale e agricolo”. Questo
consentirà agli agricoltori di potersi avvalere della legge urbanistica regionale e poter
intervenire sui locali strumentali per l’esercizio dell’attività
agricola. Inoltre, per gli agricoltori, non sarà più necessario
torino
Palazzo Municipale
il piano regolatore
approvato nel dicembre 1965
presentare il programma di sviluppo aziendale per giustificare
ampliamenti di fabbricati».
Il presidente Fabrizio Galliati
chiude così: «Il voto del Consiglio comunale di questa settimana chiude l’iter della variante
301. Un risultato ottenuto a seguito di un’azione sindacale di
Coldiretti portata avanti da
anni, dialogando con diversi assessori della città e con la presenza ai lavori delle competenti
commissioni del consiglio comunale. Un risultato positivo
considerato che alcune aziende
agricole, operanti sul territorio
comunale, sono state penalizzate dalle norme urbanistiche
che non prevedevano le attività
agricole, tanto da non poter accedere alle risorse del Psr, programma di sviluppo regionale.
Con l’approvazione definitiva
della variante 301 vengono introdotte una serie di misure
atte ad agevolare la permanenza delle attività agricole presenti sul territorio comunale,
così come potranno essere incentivate nuove attività».
[email protected]
Michele Mellano
direttore Coldiretti Torino
INSERTO DA CONSERVARE
Nuove disposizioni
in
materia di agriturismo
Operativo il nuovo regolamento attuativo sugli agriturismo
Materiale
divulgativo
a cura di
Terranostra
Piemonte
La legge regionale n.2 del 23 febbraio 2015 “Nuove disposizioni in materia di
agriturismo” e le norme di attuazione che vengono presentate in queste pagine
cambiano sostanzialmente le “regole del gioco” per gli agriturismi. La nuova legge
disciplina i diversi settori che necessariamente coinvolgono l’attività agrituristica:
quelli produttivi agricoli, quelli igienico-sanitari, quelli urbanistici ed edilizi, il
turismo e il commercio, la promozione.
Dopo vent’anni di operatività della precedente norma regionale, la n.38 del 23
marzo 1995, il nuovo provvedimento mette a frutto l’esperienza sul campo degli
agriturismi e tiene conto delle nuove esigenze degli imprenditori agricoli e del
mercato. La legge contiene numerose innovazioni, tutte con l’obiettivo di
qualificare e distinguere il settore agrituristico promuovendo un rapporto
sempre più stretto tra agricoltura, territorio e consumatori.
Le richieste fatte alle imprese agricole non sono poche, e richiedono una
nuova consapevolezza imprenditoriale. Gli agriturismi sono invitati a offrire
servizi d’eccellenza che abbiano un legame molto forte con le tradizioni
produttive ed enogastronomiche locali. Le nuove regole invitano gli
imprenditori a “fare rete” con gli altri attori produttivi del territorio.
La volontà del legislatore traspare chiaramente: creare una proposta
turistica unica e facile da identificare per qualità e peculiarità che possa
essere motore di sviluppo per le aziende già attive sul territorio e per chi
negli anni vorrà cogliere le possibilità offerte dall’agricoltura
multifunzionale.
TERRANOSTRA: L’ASSOCIAZIONE PER L’AGRITURISMO, L’AMBIENTE E IL TERRITORIO
Nata nel 1973, nell’ambito di Coldiretti, lavora con impegno per promuovere l'attività agrituristica e le
vacanze in ambiente rurale, coniugando i bisogni di genuinità e qualità espressi dai consumatori con la
necessità degli imprenditori di valorizzare i prodotti e i servizi aziendali. Nel tempo Terranostra è cresciuta.
Intanto nei numeri è l’associazione agrituristica più rappresentativa a livello italiano. Poi nell'offerta della
qualità. Il percorso avviato con Campagna Amica, realtà di Coldiretti per la filiera 100% italiana, ha
contribuito a rafforzare uno dei valori che ispira l'attività delle aziende associate.
Terranostra vuole essere oggi per le imprese agricole e agrituristiche un punto di riferimento sia in qualità di
interlocutore privilegiato delle istituzioni nella definizione di un quadro normativo efficace, che per la capacità
di fornire servizi specializzati e professionali di assistenza, consulenza e formazione, garantendo l'impegno
ad per un’informazione sempre puntuale e per l’organizzazione di iniziative, eventi e nuove opportunità di
promozione.
!
CHI PUò APRIRE UN AGRITURISMO
Gli imprenditori agricoli ai sensi dell’art.2135 del codice civile.
Possono essere addetti allo svolgimento dell’attività
agrituristica, oltre all’imprenditore agricolo, i suoi familiari ai
sensi dell’articolo 230 bis del codice civile, nonché i lavoratori
dipendenti a tempo determinato, indeterminato e parziale
!
COSA PUò OFFRIRE UN AGRITURISMO
ospitalità
L’agriturismo può fornire uno o più dei seguenti
servizi turistici in connessione con la propria
attività agricola principale di coltivazione del
fondo, di selvicoltura e di allevamento di animali
!
SOMMINISTRAZIONE PASTI
Attività ricreative...
OSPITALITà RURALE FAMILIARE
DOVE POSSO APRIRE UN AGRITURISMO
In fabbricati rurali, o parti di essi, dotati
di certificato di agibilità ed esistenti sul
fondo da almeno tre anni
In fabbricati rurali o parti di essi esistenti
sul fondo edificati in origine per uso
agricolo, la cui destinazione d’uso è stata
modificata in altri usi negli ultimi cinque
anni
Presso la sede secondaria o le unità
locali produttive al di fuori del fondo
aziendale
Negli spazi all’aperto per l’insediamento
temporaneo di mezzi o allestimenti
mobili
L’utilizzo dei fabbricati per l’attività
agrituristica non comporta il cambio
di destinazione d’uso agricolo
PISCINE
Sempre personale
primo soccorso
No assistente bagnanti
se la piscina ha:
Una superficie minore di 100 mq
Ha un’altezza minore di 1.4 m
ospitalità
35 posti di cui 10 per bambini fino a 12 anni
IN ALLOGGIO
IN CAMERE
con colazione
mezza pensione
pensione completa
Servizi minimi
compresi nel prezzo:
Pulizia locali
Cambio biancheria
Fornitura energia elettrica,
acqua, riscaldamento
IN SPAZI PER
CAMPEGGIO
Le aziende agrituristiche
possono prevedere fino a
10 spazi tenda per un
massimo di 30 posti letto
Per la colazione se l’azienda agricola non somministra prodotti propri,
deve acquistare almeno l’80% di prodotti agricoli piemontesi
SOMMINISTRAZIONE PASTI
Il numero di coperti massimo è stabilito in relazione alle strutture aziendali
ed alla potenzialità produttiva dell’azienda
Prodotto
acquistato
da aziende
AGRICOLE
PIEMONTESI
15%
max
Prodotto acquistato da az. Artigiane piemontesi e/o DA
AZ. AGRICOLE DI REGIONI LIMITROFE
Prodotto proprio dell’azienda agricola
sommato al prodotto proveniente dalla
produzione di aziende agricole singole o
associate, operanti nel territorio piemontese
max
15%
{
Prodotto
DI PROVENIENZA
aziendale
min
85%
{
aziendale +
acquistato da az. AGR. piemontesi
85% Prodotto
min 60%
min 25%
min
Prodotto acquistato direttamente da
artigiani alimentari piemontesi e/o da
aziende agricole di regioni limitrofe
Non rientrano in queste percentuali i prodotti
complementari non ottenibili in Piemonte,
esempio: sale, zucchero, spezie...
Nota bene
È obbligatorio esporre l'indicazione
dell'origine e della provenienza di tutti i prodotti
attività ricreative, culturali,
didattiche, sportive
Anche al di fuori dei beni fondiari, finalizzate alla valorizzazione del patrimonio rurale
OSPITALITà RURALE FAMILIARE
novità
É una forma
specifica di
agriturismo
con particolari
regole:
LA PREVALENZA DELL’AZIENDA AGRICOLA È DATA PER ASSODATA
incompatibile con altre forme ricettive o di ospitalità agrituristica
conduzione diretta dello IAP e del coltivatore diretto
massimo 10 pasti (20 se in montagna)
massimo 10 posti letto
aperta al massimo 270 giorni l’anno
l’attività ricettiva si svolge solo nell’abitazione rurale dell’imprenditore agricolo
le regole per gli agriturismi
la prevalenza
!
L’attività agricola deve essere prevalente
rispetto all’attività agrituristica.
La prevalenza dell’attività agricola si
realizza quando, a scelta dell’imprenditore
agricolo sussista una delle seguenti condizioni:
Il valore della produzione standard
dell’azienda agricola, deducibile dal
fascicolo aziendale, compresi gli aiuti di
mercato, è maggiore rispetto alle entrate
dell’attività agrituristica
ATTIVITà
ATTIVITà
AGRICOLA
AGRITURISTICA
Il tempo di lavoro dedicato per lo
svolgimento dell’attività agricola nel
corso dell’anno solare, sia superiore
al tempo impiegato per l’attività
agrituristica
LA DOCUMENTAZIONE RICHIESTA
!
La relazione autocertificata
su Sistema Piemonte:
1
descrizione attività agricola e agrituristica
2
consistenza della produzione aziendale
3
prevalenza aziendale
4
strutture edilizie
5
numero max coperti (in caso di somministrazione)
Il Fascicolo aziendale aggiornato
Modello Marchio Grafico
Autocertificazione per il
rilascio della
ELLE AZIENDE
CLASSIFICAZIONE D
AGRITURISTICHE
PER GLI AGRITURISMI CHE
OFFRONO SERVIZI DI
PERNOTTAMENTO
Segreteria Provinciale Terranostra Torino
Via Pio VII, 97 - 10135 Torino
Tel. +39.011.6177211- Fax +39.011.3161348
email: [email protected] – www.torino.coldiretti.it
23
// il COLTIVATORE piemontese
Dalle zone
anno 72 // maggio 2016
Al lavoro per rilanciare Avviata la revisione
la produzione del pomodoro del Piano regolatore
costoluto di Cambiano
settiMo torinese
L’amministrazione ha affidato ai tecnici
della Coldiretti il supporto agronomico
nn CAMBIANO L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giancarlo Michellone, ha
affidato a Coldiretti Torino il
servizio di supporto tecnico e
agronomico nel processo produttivo colturale del Pomodoro
costoluto di Cambiano, per
l’anno 2016.
Al fine di rilanciare la produzione locale di pomodoro l’amministrazione comunale, negli
ultimi anni, ha avviato iniziative
di promozione del pomodoro
costoluto, in particolar modo in
occasione della Sagra del pomodoro, in programma il primo
fine settimana di settembre.
L’intento degli amministratori
è inserire il pomodoro locale nel Paniere dei prodotti
tipici della Provincia. Negli anni
scorsi gli amministratori hanno affidato al Creso,
consorzio di ricerca e sviluppo per l’ortofrutta
piemontese di Boves, un’attività
di ricerca finalizzata al recupero
della linea e alla riduzione della
variabilità fenotipica, presente
all’interno della popolazione e
al miglioramento della gestione
agronomica della coltura per
potenziare l’attività produttiva.
Il seme è stato selezionato e
raffinato al punto da riportarlo
a quello originale, quello del
costoluto di cinquant’anni fa.
Il Creso ha altresì redatto un
disciplinare di produzione che
norma le caratteristiche del prodotto, le operazioni di raccolta,
etichettatura, confezionamento
e commercializzazione.
Nel maggio 2014 la Giunta
comunale ha approvato le analisi della variabilità genetica dell’ecotipo Costoluto di Cambiano,
condotte
dal
dipartimento di Scienze agrarie,
forestali e alimentari dell’università degli studi di Torino, set-
tore Genetica agraria, di Grugliasco. Intanto, a inizio 2015,
alcuni agricoltori hanno dato
vita all’associazione produttori
del pomodoro costoluto di Cambiano.
L’intento degli amministratori è ora rivolto a dare assistenza e supporto tecnico agronomico nel processo produttivo
colturale sia per il rispetto del
disciplinare di produzione sia
per il mantenimento delle caratteristiche della cultivar di Pomodoro costoluto di Cambiano.
Con questo intento, nei giorni
scorsi, l’amministrazione cambianese ha affidato a Coldiretti,
Torino il servizio di assistenza
e supporto tecnico
agronomico agli orticoltori locali. I
tecnici Coldiretti oltre a vigilare il rispetto del disciplinare di produzione
per l’annata produttiva in corso,
coadiuveranno e supporteranno
gli agricoltori nelle operazioni
che porteranno alla produzione
di seme che gli agricoltori soci
dell’associazione produttori del
pomodoro costoluto di Cambiano utilizzeranno per la semina della prossima campagna
produttiva.
progetto Laguna Verde
zz SETTIMO TORINESE L’amministrazione comunale, guidata
dal sindaco Fabrizio Puppo, in vista
della revisione del Piano regolatore
ha incontrato i rappresentanti del
mondo agricolo. Alla riunione la
Coldiretti era rappresentata da Giancarlo Chiesa, segretario di zona
e da Roberto Vergnano, delegato
Giovani Impresa. Il Piano regolatore
di Settimo è nato agli inizi degli
anni Novanta ed è stato oggetto
di 32 varianti, 14 di queste negli
ultimi 8 anni.
L’amministrazione ha spiegato
come, nell’ambito del nuovo Piano
regolatore, un ruolo centrale è riservato al progetto Laguna Verde,
che si estende su 850.000 metri
quadrati di territorio e coinvolge
tre grandi aree: Fashion Moll, con
un polo del lusso; l’area PPE Pirelli
1 e un’area comune di ambito
pubblico. Il progetto Laguna Verde
ha una capacità insediativa residenziale pari a 8.000 nuovi abitanti. Questa la ripartizione della
superficie: residenza 55 per cento;
terziario con funzioni commerciali
25 per cento della superficie; attività per la diffusione della
conoscenza e la ricerca scientifica
e la sperimentazione tecnologica,
15 per cento, produzione ed
erogazione di beni e servizi, 5 per
cento di superficie. Durante la riunione l’amministrazione comunale
ha ribadito, più volte, che uno degli
obiettivi della variante è contenere
l’utilizzo di nuovo suolo agricolo.
Nella riunione gli amministratori
comunali hanno annunciato che il
comune di Settimo Torinese, insieme alle città di Chieri e di None,
si è aggiudicato un progetto per la
realizzazione di un software per
favorire scelte urbanistiche che
consentono di contenere il consumo di suolo. Il progetto si
chiama Life Sam 4CP.
Sempre dalla riunione è emerso
che, in linea di massima, i tempi
che porteranno alla revisione del
piano regolatore saranno questi:
nelle settimane a venire l’amministrazione comunale completerà
gli incontri con le realtà locali: agricoltori, commercianti, associazioni… Per l’estate 2016 è
prevista la presentazione della
proposta tecnica del nuovo Piano
regolatore, con il formale avvio
dell’iter istituzionale. Per dicembre
2016 dovrebbe essere adottato il
progetto preliminare di variante.
Sempre l’amministrazione comunale stima che la conclusione dell’iter
di
variante
con
l’approvazione definitiva potrebbe
avvenire entro la fine del 2017.
Coldiretti resta in attesa di poter
esaminare la bozza di progetto
preliminare per formulare le osservazioni.
24
// il COLTIVATORE piemontese
Zootecnia
anno 72 // maggio 2016
Alla Fiera di San Giorgio
la Pezzata rossa italiana
è la protagonista sul ring
A Caselette la rassegna si è svolta
sabato 16 e domenica 17 aprile
nn CASELETTE Sabato 16 e domenica 17 aprile a Caselette si è
svolta la Fiera di San Giorgio.
Una iniziativa dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pacifico Banchieri e dall’assessore Roberto Rigoletti, in
collaborazione con Coldiretti Torino e con l’Ara, Associazione regionale allevatori, del Piemonte.
Domenica la fiera si è aperta
con la partecipazione del Corpo
musicale di Caselette. Per tutta
la giornata c’è stata l’esposizione
di centinaia di capi di bestiame
portati da allevatori locali e commercianti. Lungo via Val della
Torre Coldiretti ha allestito un
mercato di Campagna Amica con
i produttori agricoli che vendevano direttamente i prodotti del
territorio. Buon successo di pubblico anche per la mostra mercato di macchine e attrezzature
agricole, così come la rassegna
commerciale.
Pacifico Banchieri, sindaco
di Caselette, spiega: «Come amministrazione comunale abbiamo
pensato di rilanciare e far rivivere la fiera di San Giorgio. Un
appuntamento storico per il nostro Comune, in una zona dove,
tradizionalmente, l’agricoltura è
ben radicata. Rilanciando la fiera
intendiamo promuovere e valorizzare il settore agricolo. Motore
del rilancio è la mostra bovina
regionale della Pezzata rossa italiana. Con la fiera miriamo a su-
perare l’orizzonte comunale, arrivando fino alla città metropolitana. La fiera è un evento che si
colloca tra la città e la montagna,
uno spazio importante anche dal
punto di vista paesaggistico».
Pierpaolo Davi, segretario
Coldiretti, della zona Rivoli e Bussoleno, spiega: «Rinnovando la
fiera di San Giorgio di Caselette
abbiamo inteso coniugare il passato con il futuro, dando vita a
una occasione di promozione per
il mondo agricolo come per l’intera economia di Caselette e dintorni. E’ una fiera che ha radici
nel passato, un evento di richiamo per gli allevatori e per
tutto il mondo agricolo. Una rassegna zootecnica nata vent’anni
fa, in casa Coldiretti. Un appuntamento fieristico per valorizzare
la presenza di capi bovini di razza
Pezzata rossa italiana. L’appuntamento ha avuto vita breve e
poi si era spento, interrompendosi. Quest’anno abbiamo inteso
recuperare la rassegna zootecnica in grande stile. Un evento
incentrato sui bovini di Pezzata
rossa, uno dei motori dello sviluppo agricolo locale per aziende
zootecniche di pianura, come per
quelle montane. Un appuntamento zootecnico, la mostra bovina, che si fregia della qualifica
regionale».
Enrico Pianta, tecnico Coldiretti, spiega: «La prima edizione
della fiera si svolse nel 1998, due
anni dopo però tutto finì. Ora abbiamo inteso rilanciarla. In zona
c’è un buon numero di allevatori
di Pezzata rossa italiana. Le cascine locali hanno prati polifiti,
irrigui, che alimentano gli allevamenti. La produzione di latte e
carne, se pur a fronte di notevoli
difficoltà, per gli agricoltori della
zona, continua a essere una delle
opportunità per fare reddito».
Tiziano Valperga, direttore
Arap, Associazione regionale allevatori del Piemonte, spiega: «La
Pezzata rossa italiana è una
razza a duplice attitudine, latte e
carne. Una razza che si sta diffondendo in tutta Italia. In Piemonte contiamo 300 allevamenti.
E’ una razza che merita attenzione sia per la produzione di
latte sia per la carne: i vitelli alla
macellazione hanno una buona
resa. Grazie alla disponibilità del
comune di Caselette abbiamo potuto organizzare una rassegna a
carattere regionale. In mostra
sono stati portati esemplari stupendi. Sono un bell’esempio di
efficienza del settore lattiero-caseario subalpino che oggi vive
un momento di crisi. Dagli animali sul ring arriva un messaggio
chiaro: gli allevatori professionali
ottengono eccellenti produzioni
di latte e carne, qualità che vanno
adeguatamente riconosciute, con
un prezzo alla stalla equo e giusto. Un obiettivo che gli allevatori
spesso vedono lontano».
Tra gli appuntamenti della
Fiera di San Giorgio da segnalare, c’è il convegno di sabato
pomeriggio, sul tema “La pezzata rossa italiana, tra città e
montagna”, svolto al salone Magnetto. Tra gli intervenuti Sergio Barone, vicepresidente Coldiretti Torino, che spiega: «Nel
convegno ho rimarcato la buona
collaborazione tra Coldiretti e
l’amministrazione comunale per
l’organizzazione della fiera. Ho
chiesto che l’attenzione mostrata dagli amministratori al
mondo agricolo continui e
venga manifestata anche
quando si mette mano alla revisione degli strumenti urbanistici, quali il piamo regolatore.
Noi siamo ben contenti della collaborazione per le fiere, ma agli
amministratori chiediamo di
fare di più. In particolare, se vogliamo difendere l’agricoltura
non ci sono alternative: occorre
fermare il consumo di suolo fertile agricolo. Devo dire che il
mio appello è stato prontamente
raccolto: il sindaco di Caselette
ha ricordato che è in corso una
variante urbanistica che l’amministrazione intende realizzare
con zero consumo di suolo fertile. Le nuove aree edificabili
saranno identificate nell’ambito
delle aree artigianali e industriale dismesse, senza consumare suolo agricolo».
[email protected]
sergio Barone
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// il COLTIVATORE piemontese
Zootecnia
anno 72 // maggio 2016
Piemonte: 300 stalle e 6500 capi Mostra regionale della Pezzata rossa:
sottoposti ai controlli funzionali Girl è la campionessa assoluta vacche
nn CASELETTE Giacomo
Menta, giudice Anapri, Associazione nazionale allevatori
bovini di razza Pezzata rossa
italiana, che ha valutato i capi
nel ring, spiega: «Gli animali
presentati in mostra hanno risposto appieno agli obiettivi di
selezione della razza. La Pezzata rossa italiana è a duplice attitudine: produce latte in buona
quantità e di grande qualità, ma
anche ottima carne. I soggetti
hanno dimostrato come, in questi anni gli allevatori, facendo
selezione, utilizzando buoni tori, hanno conseguito ottimi risultati. In Piemonte 6500 bovine sono sottoposte ai controlli
funzionali di razza Pezzata rossa. In tutto, sono 300 stalle, con
una media di 20 vacche per allevamento. In Italia, questa razza
è in aumento. La Pezzata rossa
è adatta a ogni tipo di ambiente,
sia allevamenti intensivi, sia allevamenti di montagna e questo consente di valorizzare zone difficili del territorio. In Piemonte abbiamo due allevamenti leader: uno con 220 vacche in
lattazione, che quest’anno ha
chiuso con 109 quintali di media e l’altro, con più di 100 bovine, che ha chiuso con 106 quintali di media. E’ la dimostrazione che la Pezzata rossa può
produrre tanto, in quantità e,
soprattutto, in qualità. Sono
stalle con performance eccezionali e, nel contempo, gli animali
hanno periodi di parto-concepimento estremamente brevi. La
media di razza è 109 giorni,
contro una media nazionale
molto più alta. Una razza che
ha tanta variabilità genetica.
Ciò significa che l’allevatore
può decidere di indirizzarsi più
su una produzione di latte, su
un animale integrato con l’ambiente o sul biologico. La Pezzata rossa è un animale ecclettico. I numeri e gli animali presenti qui alla manifestazione di
Caselette lo hanno dimostrato».
Allevatori
e commercianti
zz CASELETTE – Alla mostra
bovina regionale di Razza Pezzata Rossa italiana, hanno partecipato capi: della società Accastello, di Caselette; di Angelo
Battista Cibrario, di Bruzolo; di
cascina Tetti Racca, di Marene
e di Piero Savant Levet e figli,
di Balangero.
Alla mostra zootecnica erano
presenti capi portati dagli allevatori: Franco Borello, di Caselette; Fratelli Luigi e Bruno Berton, di Caselette; Marco Bunino,
di Casellette; Franco Cibrario, di
Caselette; Carlo Devers, di Caselette; Fratelli Giuliano, di Condove; Marina Savio, di Alpignano; Enrica Tiengo, di
Caselette; Azienda agricola San
Giuliano di Susa. Presenti anche
capi portati dai commercianti:
Valsusa bestiame, di Condove;
Pb Best, di Balangero
zz CASELETTE – Domenica 17 aprile si è svolta la mostra bovina regionale di razza Pezzata rossa italiana. Giudice ufficiale della rassegna
Giacomo Menta, dell’Anapri, di Udine, assistito da Maurizio Pagge, dell’Ara Piemonte. RISULTATI FINALI Girl, presentata da Piero Savant
Levet e figli, di Balangero, è la campionessa assoluta vacche della
mostra regionale della Pezzata rossa italiana. Riserva assoluta vacche:
Sola, un capo di cascina Tetti Racca, di Marene. Miglior mammella della
mostra: Sola, capo di cascina Tetti Racca. Campionessa assoluta manze
e giovenche: Valle, presentata dalla società agricola Accastello, di Caselette. Riserva assoluta manze e giovenche: Veneziana, capo della società Accastello.
RISULTATI PER CATEGORIA Manze e Giovenche 1° Categoria,
Giovenche da 12 a 16 mesi. Campionessa: Zoo, presentata da società
agricola Accastello. Riserva di Categoria: Letizia presentata da Angelo
Battista Cibrario, di Bruzolo. 2° Categoria, Giovenche da 16 a 22 mesi.
Campionessa: Veneziana, presentata da società agricola Accastello. Riserva di categoria: Violence, sempre del medesimo allevamento. 3° Categoria, Giovenche da 22 a 28 mesi. Campionessa di categoria: Valle,
presentata dalla società agricola Accastello. Riserva di categoria: Romantica, presentata da Angelo Battista Cibrario.
Vacche in ASCIUTTA Campionessa di categoria: Mirka, presentata
da Piero Savant Levet e Figli, di Balangero. Riserva di categoria: Semplice,
presentata dalla società agricola Accastello.
Vacche in LATTE 5° Categoria, Primipare in lattazione con parto
da 28 a 36 mesi. Campionessa di categoria: Usura, presentata dalla società agricola Accastello. Riserva di categoria: Tesina, presentata da Cascina Tetti Racca, di Marene. Miglior Mammella: Usura, presentata dalla
società agricola Accastello. 6° Categoria, Secondipare in lattazione con
parto entro 48 mesi. Campionessa di categoria: Girl, presentata da
Piero Savant Levet e figli. Riserva di categoria: X presentata da Cascina
Tetti Racca. Miglior Mammella: X presentata da Cascina Tetti Racca.
7° Categoria: Pluripare in lattazione fino a 7 anni. Campionessa di categoria: Sola, presentata da Cascina Tetti Racca. Riserva di categoria:
Sodale, presentata da società agricola Accastello. Miglior Mammella:
Sola, presentata da Cascina Tetti Racca. 8° Categoria: Pluripare in lattazione oltre i 7 anni. Campionessa di categoria: Resina presentata da
Cascina Tetti Racca.
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// il COLTIVATORE piemontese
Regione
anno 72 // maggio 2016
Pascoli montani ridotti?
No, è la lettura sbagliata
del refresh dell’estate 2015
E intanto le fotointerpretazioni errate
impediscono l’arrivo dei fondi Pac e Psr
nn TORINO I pascoli montani
subalpini? Si sono notevolmente ridotti. E’ una bufala, ma è
uno degli effetti, perversi, del
cosiddetto Refresh 2015, il rilievo fotogrammetrico del territorio, effettuato nell’estate del
2015, e la relativa interpretazione, operata da una società satellite di Agea, Agenzia per le
erogazioni in agricoltura.
Fabrizio Galliati, presidente
Coldiretti Torino, spiega: «Ogni
tre anni, su disposizioni dell’Unione europea, Agea effettua
il refresh. E, puntualmente, nascono una serie di problemi per
gli agricoltori. Le foto interpretazioni, unite alla non perfetta
conoscenza del territorio da
parte degli operatori che leggono le immagini, spesso mutano
le caratteristiche aziendali.
Qualche esempio? Le superfici
dei pascoli montani si riducono
perché vengono classificate
aree non pascolabili; una riduzione delle superfici aziendali
che può essere anche drastica.
Qualche altro esempio? Le zone
della collina torinese dove coesistono i ciliegi, seminativi e orti
a volte sono classificate come
colture non ammissibili. In altre
parti del Piemonte i noccioleti
diventano superfici boschive,
così come nelle risaie i fossi accessori non vengono considerati o, addirittura, si sono verificati errori macroscopici come ettari coltivati a grano che diventano manufatti o pascoli di alta
montagna classificati come seminativi».
«Quando i dati aziendali che
emergono dal refresh 2015 sono diversi da quelli presenti nel
fascicolo aziendale per gli imprenditori agricoli sono guai: il
blocco delle risorse Pac e quelle
del Psr. – aggiunge Fabrizio
Galliati –. A fronte di risultati errati delle fotointerpretazioni
l’azienda corre subito ai ripari
con una segnalazione sul Siap,
sistema informatico regionale.
refresh errato Area con vacche al pascolo
classificata come non coltivabile
Se la segnalazione viene accolta, l’anomalia viene superata e
l’azienda può tornare a ricevere
i contributi. A fronte del diniego, l’azienda può chiedere un
contradditorio ed esaminare i
rilievi fotogrammetrici con un
tecnico della Regione per rivedere la classificazione ritenuta
errata. Se anche in questa sede
l’azienda non riesce a far valere
le proprie ragioni resta l’ultima
possibilità. Viene calendarizzato un sopralluogo in campo: il
problema è che questi saranno
calendarizzati solo nei prossimi
mesi, nel periodo estivo. E intanto l’azienda agricola non
percepisce tutto o parte delle risorse Pac e del Psr».
In Piemonte le domande di
Premio unico sono poco meno
di 40mila, quelle sinora pagate
con un anticipo parziale sono
21.000. Gli agricoltori che hanno i pagamenti bloccati, per effetto di errori parziali o totali
dei dati aziendali dovute a interpretazioni errate del Refresh
2015, si stima siano più del 50
per cento. Fabrizio Galliati chiude: «A fronte delle proteste della
Coldiretti gli uffici regionali
hanno annunciato di essere impegnati in un lavoro di rivisitazione degli esiti dell’ultimo refresh, in autonomia, che dovrebbe completare entro breve. Ci
auguriamo che questo esame
dei rilievi risolva buona parte
degli errori dovuti a operatori
che non conoscono bene il territorio, sbloccando la situazione
senza dover attendere i sopralluoghi in campo».
[email protected]
Le anomalie bloccano
anche l’assegnazione
di gasolio agricolo agevolato
zz TORINO Il refresh ha provocato guai anche per il gasolio agricolo
agevolato, i cui saldi sono stati bloccati. Coldiretti Piemonte nei
giorni scorsi ha sollecitato l’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero
chiedendo di individuare una procedura che consenta di erogare un
acconto sulle superfici che evidenziano anomalie dovute ad interpretazioni errate. «Per sbloccare questo empasse abbiamo proposto
all’assessore – spiega Delia Revelli presidente Coldiretti Piemonte
- due strade che riteniamo attualmente percorribili: l’assegnazione
in base alla superficie che in questo momento risulta ammissibile
alla pubblica amministrazione o
l’attribuzione di una percentuale
su tutta la superficie dichiarata
dall’impresa. Entrambe le soluzioni tutelerebbero sia le imprese
sia la pubblica amministrazione,
consentendo così di sbloccare la
situazione».
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// il COLTIVATORE piemontese
Dalle zone
anno 72 // maggio 2016
A Castiglione Torinese gli studenti delle scuole dell’infanzia
e delle elementari tra i banchi del mercato di Campagna Amica
nn CASTIGLIONE TORINESE I bambini
delle due scuole dell’infanzia – la Caudana
e la Fermi –, e gli studenti della quarta elementare Pezzani, nelle scorse settimane,
hanno visitato il mercato di Campagna
Amica del martedì pomeriggio, nella centralissima via Torino.
In particolare i piccoli delle scuole dell’infanzia si sono molto divertiti a familiarizzare con alcuni agnellini, portati in piazza
per l’occasione dagli allevatori. Gli alunni
hanno seguito con buona attenzione e curiosità le spiegazioni fornite dagli imprendi-
tori agricoli sulle produzioni stagionali, locali di ortofrutta, legate al territorio, messe
in vendita sui banchetti dei caratteristici gazebo gialli che contraddistinguono i mercati
di Campagna Amica della Coldiretti.
Interessante è stato inoltre il gioco didattico, svolto dal responsabile del mercato di
Campagna Amica di Coldiretti, Emanuele
Forneris, attraverso il riconoscimento della
corretta stagionalità dei prodotti agricoli
proposti al mercato, oltre all’opportunità
che hanno avuto molti bambini di toccare
con mano i prodotti, riconoscendone così
Rondissone: progetto impianto
produzione biogas e compost
nn RONDISSONE Coldiretti ha chiesto all’amministrazione comunale
di Rondissone, guidata dalla sindaca Miriam De Ros, di avere copia
del progetto per la realizzazione di un impianto di produzione di
biogas e compost da parte della ditta Ferplant, di Chivasso. Nella
missiva, inviata da Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino,
all’amministrazione di Rondissone, è scritto: “Preso atto della
discussione nella riunione congiunta del 23 novembre 2015 della
Commissione ambiente e della Giunta
comunale per la presentazione, riportando parere favorevole, e della successiva comunicazione del signor sindaco, in occasione del Consiglio Comunale del 21 dicembre 2015, si porge
richiesta per ottenere copia di detta
presentazione. Tale richiesta al fine di
poter prender visione del progetto e
per poter dare la corretta informazione
ai nostri associati del vostro Comune”.
le varie differenze.
Negli ultimi tempi, l’ufficio zona di Chivasso della Coldiretti ha avviato una collaborazione con le scuole castiglionesi,
nell’ambito di progetti legati all’educazione
alimentare, nati e realizzati in collaborazione con l’amministrazione comunale di
Castiglione. Tra le iniziative la Coldiretti
fornisce un supporto per gestire e curare
l’orto scolastico della scuola dell’infanzia
Fermi, realizzato grazie alla preziosa collaborazione di una mamma agronoma e di alcuni giardinieri.
Non consumare nuovo suolo
agricolo per realizzare
l’ospedale unico dell’Asl To5
zz TORINO «Per il progetto del nuovo ospedale unico dell’Asl To5 occorre individuare un sito senza consumare nuovo suolo agricolo, scegliendo tra le aree industriali dismesse presenti in zona». Sono parole
di Gianfelice Romano, presidente della locale sezione della Coldiretti. «Come imprenditori agricoli riteniamo che per l’individuazione
del sito dove edificare il nuovo ospedale unico dell’Asl To5 sarebbe
opportuno non consumare nuovo suolo agricolo – precisa Gianfelice
Romano –. In zona, a Santena, come nei Comuni vicini, non mancano
aree di siti industriali abbandonati. Nei documenti urbanistici della
Regione Piemonte, così come nel Piano territoriale di Coordinamento
dell’ex Provincia di Torino, oggi Città metropolitana di Torino, si fa
sempre riferimento alla necessità di non consumare nuovo suolo agricolo. Spesso però, di fronte ai casi urbanistici concreti, questi documenti restano lettera morta. Noi, invece, riteniamo che sia importante
che l’indicazione di non consumare suolo agricolo venga tenuta nella
dovuta considerazione nell’ambito del processo decisionale che porterà a individuare il nuovo sito per l’ospedale unico di tutta l’Als To5. E
ci auguriamo che questo avvenga».
28
// il COLTIVATORE piemontese
Provincia
anno 72 // maggio 2016
Carne di razza Piemontese
a Cavour dopo XVII edizioni
si lavora per un rilancio
Un prodotto unico che intende ancora stupire
una vetrina dei migliori allevamenti di Fassone
nn CAVOUR Dal 22 al 24
aprile si è svolta la XVII edizione di Cavour, carne di razza
Piemontese, appuntamento che,
da 17 anni, presenta ai consumatori una delle eccellenze del
territorio pinerolese: sua maestà la “rossa” carne di razza bovina Piemontese.
Tiziano Valperga, direttore
Associazione allevatori del Piemonte, spiega: «A Cavour abbiamo fatto vedere il lavoro
condotto in questi anni dagli allevatori di bovini di razza Piemontese.
Grazie
all’amministrazione di Cavour
siamo riusciti a portare in mostra, per i consumatori, una vetrina rappresentativa del buon
lavoro compiuto in questi anni
dagli allevatori. Negli anni il lavoro di selezione genetica ha
consentito alla carne bovina Piemontese di acquisire eccellenti
caratteristiche organolettiche.
Oggi la Piemontese è allevata secondo i crismi che rispettano appieno il benessere animale, così
come la tutela del territorio».
Piergiorgio Bertone, sindaco di Cavour, spiega: «Non è
stato semplice rilanciare e rinnovarsi ogni anno. L’attenzione dedicata in queste edizioni dal
pubblico e dai mezzi di informazione alla carne di Piemontese e
alla nostra rassegna dimostra la
valenza del prodotto e l’importanza di questa filiera per il territorio». Subito dopo il sindaco
aggiunge: «La carne di Piemontese è un prodotto unico per una
rassegna che, anche dopo 17
anni, vuole ancora stupire. Per
farlo oggi serve un’attenzione
straordinaria, diversa dal passato.
La rassegna ha tutte le caratteristiche per diventare una kermesse
meravigliosa
e
straordinaria per l’economia di
tutto nostro territorio. Perché
questo accada c’è però bisogno
dell’azione corale di molti. Di
tutti coloro che compongono la
filiera. Per questo, appena
chiusa l’edizione del 2016 ci
siamo seduti attorno a un tavolo
a lavorare per un forte progetto
di rilancio che coinvolgerà gli or-
paolo odetti
ganizzatori – la Procavour e noi
amministratori – le associazioni
agricole, gli allevatori e i macellai. Intendiamo anche lavorare
in sinergia con gli amministratori
dei territori vicini. Se tutti sapranno operare in questa direzione riusciremo a rilanciare
questa manifestazione».
Paolo Odetti, vice presidente
Coldiretti Torino, spiega: «Alcuni
comparti dell’agricoltura oggi
stanno vivendo momenti non facili. In particolare, la crisi è forte
nel settore lattiero-caseario, dove
gli allevatori fanno fatica a vedere riconosciuti gli sforzi compiuti. Il prezzo riconosciuto al
latte alla stalla non è sicuramente
giusto. Gli allevatori che producono carne, segnatamente chi ha
in stalla bovini di razza Piemontese, oggi vivono una situazione
un tantino più tranquilla. Il lavoro di promozione sta pagando:
i consumatori hanno imparato ad
apprezzare le buone qualità organolettiche della carne Piemontese e sono disposti a
remunerarla il giusto».
Donatella Scalerandi, assessora all’Agricoltura di Cavour,
aggiunge: «In futuro, per rilanciare questa manifestazione, intendiamo far leva sulle nostre
eccellenze produttive locali con
l’obiettivo di valorizzare l’intero
territorio. Un rilancio che avverrà
solo se riusciremo a mettere in sinergia tutti i soggetti Se pur in
un momento non facile ci sono
comunque tutte le premesse affinché la rassegna 2017 sulla
carne di razza piemontese possa
risultare di alto livello».
[email protected]
piergiorgio
Bertone
Gli allevatori
presenti in rassegna
zz CAVOUR Questi gli allevatori
presenti alla XVII edizione: Claudio Allasia “Remband”, Bibiana;
Mauro Beltramo, Cavour;
Romano Bessone, Macello;
Francesco Bocco, Bricherasio;
Marco Busso, Cavour; Mauro
Chialvetto, Cavour; Egidio e
Roberto De Petris, Campiglione
Fenile; Mauro Meia, Cavour;
Luciano Mondino, Cavour;
Marco Peverengo, Cavour;
Giovanni Toscano, Cavour.
29
// il COLTIVATORE piemontese
Regione
anno 72 // maggio 2016
Compral Latte: l’assemblea
ha approvato il bilancio
e riconfermato il consiglio
Il percorso con Inalpi e Ferrero esempio
virtuoso per tutta la filiera lattiero-casearia
nn CUNEO L’assemblea della
cooperativa allevatori Compral
Latte ha approvato il bilancio e
rinnovato le cariche. L’incontro
si è svolto all’hotel dei Tigli, a
Cussanio. Presenti gran parte
dei 250 soci Compral, distribuiti
fra la provincia di Cuneo, la
maggioranza, e il Torinese. Tra
le autorità: i vertici piemontesi
di Coldiretti Piemonte, guidati
dalla presidente regionale Delia
Revelli; Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura;
Egidio Invernizzi, patron Inalpi.
Raffaele Tortalla, presidente uscente Compral, ha spiegato:
«Il
comparto
lattiero-caseario sta attraversando una fase complessa: lo dimostra
l’andamento
del
mercato, che ristagna su scala
europea, dalla ricca Baviera alle
campagne francesi. In questo
difficile contesto la filiera piemontese del latte ha visto consolidarsi un proficuo rapporto
tra la nostra realtà produttiva
con l’Inalpi di Moretta –
con le torri di sprayatura – e la Ferrero di
Alba, destinatario
del prodotto finale.
Una esperienza che
si è rivelata una novità positiva e ha garantito stabilità e
tenuta dei prezzi. In questo
contesto, l’indice messo a punto
dai partner della filiera, un unicum a livello nazionale, rappresenta un’importante punto di
riferimento, assicurando agli allevatori quei centesimi in più
che, oggi, fanno la differenza».
«La filiera del latte CompralInalpi-Ferrero – ha rimarcato
Giorgio Ferrero assessore regionale all’Agricoltura – è una
bandiera perché, in Piemonte,
termini come qualità produttiva,
controlli rigorosi, tracciabilità e
trasparenza, da anni sono un
dato di fatto, applicato tutti i
giorni». «Un merito degli allevatori-produttori Compral e della
parte industriale che ha dimostrato grande vicinanza», ha subito voluto rimarcare Roberto
Chialva, vicepresidente Compral e presidente dell’Associazione regionale allevatori del
Piemonte. «Quando doveva nascere l’iniziativa – ha ricordato
Bruno Rivarossa, direttore
regionale Coldiretti Piemonte, citando un
aneddoto – la Ferrero ci ha chiesto
espressamente se, a
regime, eravamo in
grado di garantire
5mila quintali di
latte prodotto, al
assemblea dei soci Compral Latte
giorno. Con qualche brivido ho
risposto sì. Ebbene, oggi possiamo dire che l’obiettivo è in
vista. Un traguardo che non era
così scontato».
Il documento di bilancio della
Compral, approvato dall’assemblea, pareggia a quota 40 milioni di euro, con un piccolo
attivo. Illustrando i numeri Bartolomeo Bovetti, direttore
Compral, ha detto: «I conti tornano e il percorso condiviso con
Inalpi e Ferrero rappresenta
senza dubbio un esempio virtuoso per tutto il comparto. Per
il futuro dobbiamo continuare a
fare squadra, migliorare le prestazioni e sviluppare le collaborazioni: solo così potremo
arrivare a centrare i nuovi traguardi che ci impone una competizione globale».
Prima del rinnovo cariche,
Alessandra Tropini, veterinaria, consulente Ara Piemonte,
ha illustrato il capitolato tecnico
di produzione “Latte crudo in fi-
liera”, sottoscritto dai soci Compral con l’Inalpi. Un impegno
che vincola gli allevatori a sottoporsi a tutte le verifiche e ai controlli necessari. «Un ulteriore
segno di maturità e di crescita
per la l’intera filiera», ha commentato Bartolomeo Bovetti.
In chiusura l’assemblea di
Compral Latte ha eletto il nuovo
consiglio direttivo, al quale il
presidente Tortalla e i 12 membri si sono presentati dimissionari. L’assemblea ha votato, per
acclamazione, confermando al
vertice di Compral Raffaele Tortalla, Roberto Chialva, Bernardo
Ambrogio, Giampiero Burdisso,
Livio Diale, Giuseppe Cottino
Feira, Mario Gianoglio, Michele
Giletta, Andrea Magliana, Elio
Pettiti e Roberto Tortone. New
entry, l’allevatore chivassese Antonino Fassino. Nella prima
riunione il cda eleggerà presidente – Raffaele Tortalla andrà
alla riconferma – e l’intera
Giunta della Compral Latte.
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Federazione Italiana Gruppi Coltivatori Sviluppo
Federsviluppo Associazione
regionale del Piemonte
ATTIVITÀ INFORMATIVA
nn «La produzione biologica è
in piena crescita. In Piemonte i
numeri mostrano un’impennata.
Decine di aziende di tutte le dimensioni sono coinvolte nel percorso di conversione al metodo
biologico. Melo e pero sono le
specie più presenti, con 680 e 389
ettari, già ben oltre il 10 per cento
della superficie regionale. La
scelta è dettata dall’attenzione
all’ambiente e al consumatore, ma
anche dalle opportunità di un
mercato che riesce a remunerare
l’impegno dei produttori. La filiera
si sta strutturando, con aggregazioni che dialogano con la Gdo,
grande distribuzione e con acquirenti internazionali. Anche la trasformazione in preparati innovativi sta crescendo con nuove
strutture sul territorio». Con questi dati, Giacomo Ballari, presidente di Agrion, ha aperto il convegno “Frutticoltura biologica in
Piemonte: la situazione, le prospettive, la ricerca a supporto dei
processi di innovazione”, svolto a
Manta, lo scorso marzo. «Uno scenario in fermento ha aggiunto Giacomo Ballari –, in cui occorre tenere presenti: il trend dei mercati
locali e internazionali, i percorsi
commerciali e il ruolo del marketing. Ma anche il percorso in
campo che deve essere supportato
da una ricerca più mirata e una
consulenza tecnica adeguata, per
fornire aiuto adeguato ai produttori in particolare a quelli che iniziano il percorso di conversione».
«Insieme con gli altri attori della
filiera biologica piemontese – ha
detto Silvio Pellegrino, direttore
di Agrion – la nostra Fondazione
ha voluto organizzare un mo-
30
anno 72 // maggio 2016
Frutticoltura biologica in Piemonte: situazione
e prospettive a supporto dei processi di innovazione
Le indicazioni emerse nel convegno organizzato da Agrion a Manta
mento di confronto e discussione
circa lo stato dell’arte, le criticità
ancora irrisolte, gli spunti per la
ricerca e le reali prospettive di
mercato. Agrion che si è occupata,
attraverso l’incorporata Creso, di
ortofrutticoltura biologica fin dai
suoi primi passi in Piemonte, continua a mettere a disposizione
della filiera i risultati della propria
attività di ricerca, traducendola in
indicazioni applicative per i tecnici
che seguono le aziende a conduzione biologica».
L’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero ha illustrato un quadro della situazione
piemontese,
le opportunità e le attese nell’ambito delle
misure attivate sul Psr.
Roberto
Della Casa,
docente
dell’Università di Bologna ed esperto di marketing ed
economia agricola, è intervenuto
con una relazione focalizzata su
trend, situazione e prospettive di
mercato dell’ortofrutta biologica,
con particolare riferimento agli
elementi critici su cui concentrarsi
per uno sviluppo duraturo oltre
le mode del momento.
«I consumi di ortofrutta bio –
ha riferito Roberto Della Casa
– sono in costante aumento, pur
osservando una flessione degli acquisti nel 2011-2012, in concomitanza con la crisi economica. Il
settore Bio offre grandi potenzialità. Il consumatore sta risco-
prendo il prodotto biologico come
un bene di “lusso accessibile”
buono, sano e sostenibile. Una criticità del settore è legata alla commercializzazione, che in Italia avviene per il 40 per cento presso
la Gdo, il 35 per cento nei negozi
specializzati e il 25 per cento
presso mercatini, vendite dirette
e negozi tradizionali. Considerato
che la Gdo rappresenta il principale canale distributivo per l’ortofrutta, gli spazi dedicati al Bio
sono sempre poco forniti, poco
presidiati e poco attrattivi rispetto
alle catene commerciali di altri
Paesi europei. C’è un futuro stabile per il
Bio, ma non
bisogna sbagliare con il
cliente; anzi
bisogna
creare
le
condizioni
per l’ortofrutta Bio
nella Gdo e
nel dettaglio
specializzato».
Lorenzo Berra, di Agrion, ha illustrato le varietà naturalmente
tolleranti o resistenti alle patologie
più gravi delle specie da frutto.
In questi anni, il miglioramento
genetico ha permesso di sviluppare varietà resistenti e tolleranti
ai patogeni, piante di più facile
gestione e frutti di elevata qualità,
tutti aspetti che hanno ridotto drasticamente gli interventi fitosanitari necessari per il controllo della
avversità. Il patogeno chiave del
melo è la ticchiolatura e tutte le
varietà attualmente in commercio
presentano una resistenza mono-
genica: Vf. «Tuttavia – ha notato
Lorenzo Berra – è necessario
rendere durevole la resistenza a
ticchiolatura poiché esiste il rischio di annullare la resistenza
per il mutare del patogeno. Nel
pero la maggior criticità è il colpo
di fuoco batterico Erwinia amylovora; qui le varietà tolleranti sono
AC Harrow Delicious, AC Harrow
Gold, AC Harrow Crisp, Kristina,
HW623, Selena®Elliot e Harovin
Sundown, Cold Snap . Nel pesco
i problemi sono Moniliosi e
Sharka. Non esistono attualmente
in commercio – ha detto Lorenzo
Berra – cultivar geneticamente resistenti alle principali patologie
del pesco. Si conoscono solo varietà più tolleranti nei confronti
della moniliosi. Generalmente, le
pesche presentano una rusticità
superiore alle nettarine. Nell’albicocco le criticità sono moniliosi,
sharka e batteriosi: Pseudomonas
syringae pv. Syringae. Attualmente non esistono cultivar resistenti a moniliosi, mentre Spring
Blush® EA3126TH, Magic Cot,
Apribang Regalcot® hanno una
scarsa sensibilità a batteriosi, Shamade Aramis® e Bergeval®Aviclo, sono resistenti a sharka. Nel
susino i rischi sono moniliosi, fitoplasmi come il Giallume Europeo delle Drupacee - European
Stone Fruit Yellows, ESFY - e batteriosi - Xanthomonas campestris
pv. Pruni. Per nessuna di queste
problematiche esistono cultivar
tolleranti-resistenti. Per l’actinidia,
la batteriosi è il maggior problema: ci sono numerose selezioni/cultivar in corso di verifica
per la sensibilità al batterio.»
info www.agrion.it
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Federazione Italiana Gruppi Coltivatori Sviluppo
Federsviluppo Associazione
regionale del Piemonte
ATTIVITÀ INFORMATIVA
nn Durante la manifestazione
Fruttinfiore di Lagnasco, si è
svolto, in Asprofrut Piemonte,
un convegno tecnico dedicato alla grave minaccia rappresentata
dalla cimice asiatica Halyomorpha halys. L’incontro è stato organizzato in collaborazione con
Assortofrutta, Agrion e Sipcam
Italia.
Pier Paolo Bortolotti, del Consorzio fitosanitario provinciale
di Modena, ha portato l’esperienza di monitoraggio e controllo
della cimice asiatica nella sua
provincia. «Il controllo sulla cimice asiatica – ha spiegato Paolo Bortolotti – si sta effettuando attraverso il monitoraggio del
territorio, la sperimentazione su
molecole insetticide piretroidi,
neonicotinoidi,
fosforoganici,
prodotti biologici, le strategie di
difesa e le indagini su metodi alternativi trappole, barriere fisiche, impiego di potenziali antagonisti. Dal monitoraggio è
emerso che questa cimice si trova ovunque. È stata infatti ritrovata su pero, melo, albicocco, pesco, susino, ciliegio, fragola, kaki, kiwi, olivo, vite, mais, sorgo,
girasole, soia, medica, pomodoro
da industria. Dal monitoraggio è
emerso che è una specie molto
invasiva, altamente polifaga, con
elevata capacità riproduttiva, generazioni adulti e stadi giovanili
che si sovrappongono e provocavo danni in ogni stadio, è specialmente attratta dai frutti, è molto
mobile con una marcata vitalità.
Nel 2015, si sono registrati danni
ingenti su pero, dal 30 al 50 per
cento alla raccolta, su Santa Maria, Carmen, Moretti, William,
Conference, Decana e Kaiser,
mentre su Abate si è rilevato il
danno minore intorno al 10-15
per cento; danni dal 2 al 30 per
cento in post-raccolta».
Parallelamente all’intervento
di Bortolotti, Graziano Vittone,
di Agrion, ha riferito sul monitoraggio e controllo della cimice
asiatica in Piemonte, regione nella quale, oltre ai danni su pesco
nel 2015, è stata ritrovata anche
su nocciolo e ortive. «Sul territorio piemontese sono in corso tre
azioni – ha detto Graziano Vittone –. Individuazione del momento di fuoriuscita da ricoveri
artificiali appositamente allestiti
31
anno 72 // maggio 2016
Nuovo fitofago emergente: la cimice asiatica
monitoraggio e controllo dal Piemonte all’Emilia
Se ne è parlato in un convegno organizzato a Fruttiinfiore
nell’anno 2015. Individuazione
dell’epoca di migrazione degli
adulti verso le colture frutticole
più appetibili mediante frappage
consistente nel collocare un telo
sotto la pianta, scuoterla energicamente, raccogliere tutto quello che è caduto e metterlo in un
sacco di plastica in modo da anestetizzare gli eventuali insetti
presenti mediante l’uso di etere
etilico e lettura delle trappole.
Monitoraggio delle ovature per
rilevare numero e andamento
delle generazioni».
Graziano Vittone ha aggiunto.
«Nessun principio attivo attualmente riporta in etichetta, per le
colture frutticole, attività contro
la cimice asiatica, a parte l’acetamiprid utilizzabile sulle pomacee. Fra i prodotti attualmente
autorizzati e consentiti nei disciplinari di lotta integrata, solo alcuni Clorpirifos, Actara, Trebon,
Karate hanno dimostrato una discreta efficacia contro le forme
mobili dell’insetto. Tuttavia altri
potrebbero manifestare un analogo effetto, ma devono essere
ancora saggiati sui diversi stadi
dell’insetto e sulle diverse generazioni: infatti il medesimo prodotto ha fornito risultati meno
interessanti sulle generazioni
estive rispetto alla svernante.
Nell’utilizzo di questi prodotti si
dovrà tenere conto: delle limitazioni di etichetta e dei disciplinari di produzione; della necessità
di preservare l’artropodofauna
antagonista fitoseidi, antocoridi,
ecc. , impiegando prodotti selettivi e non abbandonando la confusione per gli altri fitofagi; della
necessità di posizionare i trattamenti in maniera tempestiva a
causa della durata d’azione relativamente breve dei prodotti sul-
la cimice e dell’estrema mobilità
dell’insetto; della diversa sensibilità ai trattamenti a seconda delle
generazioni dell’insetto».
Alessandro Capella di Sipcam Italia ha illustrato possibili
strategie per il controllo della cimice asiatica. In particolare, Capella ha presentato Runner Lo,
prodotto in corso di registrazione e a breve in commercio. «Runner Lo è la nuova e innovativa
formulazione di clorpirifos metile, studiato in modo specifico per
la riduzione dell’odore e della
deriva - ha detto Alessandro Capella che ha sottolineato l’importanza dell’approccio integrato
nella difesa – Halyomorpha halys è una nuova specie potenzialmente invasiva dei nostri fruttiferi, pertanto è fondamentale la conoscenza dell’etologia di questo
fitomizo organismo che si nutre
della linfa di piante succhiandola
direttamente dai vasi cribrosi
che trasportano la linfa elaborata ed è determinante il monitoraggio visivo e con trappole.
Prioritario è controllare l’insetto
fin dalle prime fasi adulti svernanti e neanidi di prima generazione per evitare danni precoci e
una successiva crescita incontrollabile della popolazione. Onde evitare di aumentare il numero complessivo dei trattamenti
come negli Usa è necessario intervenire con prodotti efficaci e
selettivi, inserendoli in strategie
per il controllo di altri fitofagi
chiave nelle diverse colture».
L’incontro si è chiuso con i saluti
di Domenico Sacchetto presidente di Asprofrut Piemonte.
fonte www.agrion.it
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Federazione Italiana Gruppi Coltivatori Sviluppo
Federsviluppo Associazione
regionale del Piemonte
ATTIVITÀ INFORMATIVA
nn Nel sito del Progetto Helpsoil si propone la traduzione in
italiano, a cura di Prisca Giaiero,
dello Staff Life HelpSoil della Regione Piemonte, di un interessante video sull’utilizzo del rullo
pacciamatore dal titolo “Tecniche più avanzate per l’utilizzo
del rullo pacciamatore a lame elicoidali per semina biologica su
sodo in Wisconsin”.
Nel video di Erin Silva, ricercatrice nel settore delle produzioni
biologiche presso il Dipartimento di Agronomia dell’Università
di Madison, Wisconsin USA., mostra come ottimizzare il sistema
di semina biologica su sodo su
una superficie pacciamata. Il sistema di semina su sodo su superficie pacciamata prevede la
semina di coltura secondaria
pacciamante, che si lascia crescere durante il periodo invernale
per poi tornare in campo nella
primavera seguente per allettare
la coltura pacciamante con una
trinciatrice o con un rullo pacciamatore a lame elicoidali. In Wisconsin questa tecnica viene utilizzata nell’ambito della rotazione delle colture di erba medica
per 2 o 3 anni , mais, cereali vernini e soia inserendola tra il cereale vernino e la soia. Il cereale
vernino in quei climi viene raccolto nella tarda stagione estiva
per cui a questo punto tra, il 15
settembre e il 15 ottobre, è possibile la semina e lo sviluppo di
una coltura pacciamante di segale, che assicura un’adeguata biomassa per il successivo allettamento dell’anno seguente.
Nella coltivazione biologica su
sodo della soia è essenziale che
32
anno 72 // maggio 2016
Tecniche avanzate per l’utilizzo del rullo pacciamatore
munito di lame elicoidali per la semina biologica su sodo
Tutte le indicazioni contenute sul sito del Progetto Helpsoil
la segale destinata alla pacciamatura si sviluppi prima possibile
per avere uno sviluppo di biomassa adeguata e un conseguente controllo delle malerbe. Per
utilizzare la tecnica di semina
biologica su sodo in maniera appropriata è anche necessario attuare alcune modifiche ai macchinari in modo allettare la coltura pacciamante senza possibilità
che questa continui a crescere
entrando in competizione con la
coltura da reddito la soia. Dalle
esperienze dell’Università del
Wisconsin è emerso che il momento migliore per intervenire è
quando la segale raggiunge lo
stadio fenologico dell’antesi –
inizio fioritura . Il cantiere di semina più efficace secondo le sperimentazioni prevede di montare
frontalmente un rullo pacciamatore a lame elicoidali utilizzando
una presa a tre punti. In questa
posizione frontale, il rullo pacciamatore consente all’allettatrice di entrare in contatto con la
coltivazione di segale prima della motrice, il che consente un più
efficace allettamento, nonché
una più efficace semina e una
più precisa distanza tra le file.
L’Università del Winsconsin consiglia di utilizzare una seminatrice da mais con file distanti 60
cm, per dare la possibilità di entrare in campo e seminare una
coltivazione molto pacciamante
più tardi nella stagione, se la biomassa di segale non fosse adeguata a contenere le malerbe durante tutto il periodo estivo. Vi
sono anche altre modifiche ai
macchinari, degne di nota: per
esempio inserire sulla seminatrice un disco per la semina su sodo che taglia la prima parte della
biomassa, separato dalla seminatrice a file, cosicché tutto il peso
prema sopra. Inoltre è possibile
ottenere 270 Kg per ogni coppia
di rulli, aggiungendo un perno
pesante per diminuire la pressione dinamica. Ad esempio si può
aumentare il peso della seminatrice: aggiungendo 1.540 Kg di
peso a una seminatrice a 6 file, si
ottengono circa 90 Kg, per ciascuna fila. Nel filmato proposto
si può vedere come la combinazione della pressione del perno
pesante che tiene giù la molla,
unitamente al peso che si è aggiunto alla seminatrice, permette alla seminatrice su sodo e alle
aperture del doppio disco di tagliare i residui vegetali. È ovviamente fondamentale accertarsi
che la seminatrice sia utilizzata
in maniera appropriata in campo, con un buon contatto semesuolo e che quindi i semi di soia
passino attraverso lo strato di segale allettata e raggiungano il
terreno. L’Università di Wisconsin-Madison ha riscontrato un
buon successo utilizzando questa tecnica di coltivazione negli
ultimi 8 anni. Attraverso la semina su sodo, gli agricoltori biologici del Wisconsin possono eliminare le arature per la coltivazione della soia nell’ambito della
rotazione delle colture.
Inoltre un secondo video scaricabile dal sito del Progetto
Helpsoil racconta un’esperienza pratica di questa tecnica: nell’autunno del 2012, all’incirca a
metà settembre, in un campo
che verrà destinato alla produzione di soia biologica, è stato
seminato un quantitativo di
granella di segale pari a circa
250 kg per ettaro. Nonostante
che la coltura abbia subito un
inverno particolarmente duro a
causa di alcune gelate e un rallentamento di crescita per una
primavera più fredda del normale, all’inizio di giugno, quando la segale raggiunto lo stadio
fenologico specifico dell’antesi
– inizio fioritura si è provveduto all’allettamento e alla semina
della soia con successo.
info www.lifehelpsoil.eu/
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Federazione Italiana Gruppi Coltivatori Sviluppo
Federsviluppo Associazione
regionale del Piemonte
ATTIVITÀ INFORMATIVA
nn Coltivare frutta ai piedi
delle montagne. Utilizzare le interazioni con un ambiente impegnativo ma ricco di opportunità
per raggiungere traguardi di eccellenza. È questo il percorso
della frutticoltura piemontese.
Frutticoltura sostenibile in Piemonte, linee tecniche 2016, la
Guida rappresenta il compendio
dell’attività sperimentale condotta dalla Fondazione Agrion.
Non una semplice sintesi dei risultati, ma uno strumento pratico e operativo per tecnici e
produttori, capace di tradurre in
indicazioni applicative puntuali
33
anno 72 // maggio 2016
Frutticoltura sostenibile
in Piemonte linee tecniche 2016
La Fondazione Agrion pubblica la guida
e mirate i risultati dell’attività di
ricerca. Il percorso parte dai materiali e dalle soluzioni architettoniche da adottare all’impianto,
per toccare gli aspetti gestionali,
le pratiche colturali, la difesa, il
monitoraggio della maturazione, etc. La pubblicazione presenta un layout su cui si
inseriscono le decine di avvisi
tecnici che nel corso della stagione vegetativa arrivano alle
singole aziende, zona per zona,
per informare tempestivamente
sull’intervento da fare in giornata. Una sintesi dettagliata dell’importante lavoro che la
Fondazione per la Ricerca e l’innovazione dell’agricoltura Piemontese ha sviluppato in questo
primo anno di attività nel tentativo di perfezionare o portare a
compimento gli ambiziosi progetti messi in campo in precedenza da Creso. Un lavoro
importante, che ha visto la partecipazione a fianco dei ricercatori di Agrion, dei tecnici
aziendali delle organizzazioni di
prodotto, delle organizzazioni
agricole e dei principali attori
della filiera e delle Università
del territorio.
info La pubblicazione si può
scaricare dal sito di Agrion
“Fondazione per la ricerca,
l’innovazione e lo sviluppo
tecnologico dell’agricoltura
piemontese“
http://www.agrion.it/
Dal geranio un erbicida di origine naturale
nn Il Ministero della salute, con
decreto ministeriale 26 febbraio
2016, ha autorizzato, fino al 31
agosto 2019, l’immissione in commercio e l’impiego di un diserbante a base di Acido pelargonico, nome del formulato commerciale Beloukha. Sostanza di origine naturale, isolata per la prima volta da
foglie di Pelargonium roseum, una
specie di geranio. Il prodotto commerciale è distribuito in Italia grazie a un accordo tra i Consorzi
Agrari d’Italia che si occupano della vendita e Novamont, che è il distributore ufficiale. Il prodotto, già
presente in Francia, è stato autorizzato secondo la procedura del riconoscimento reciproco di cui all’articolo 40 del regolamento CE
1107/2009.
Si tratta di un diserbante totale,
a assorbimento fogliare, non selettivo, che agisce esclusivamente per
contatto, con un effetto visibile entro 2-3 ore dall’applicazione, distruggendo le cuticola fogliare
parte esterna della foglia che conferisce impermeabilità all'acqua e,
in minor misura, ai gas atmosferici
e la parete cellulare delle piante e è
autorizzato su vite e patata.
Novamont e Cai stanno valutando la possibilità di richiedere
l’estensione dell’autorizzazione
per il prossimo anno anche su altre
colture. Non mette a rischio i microrganismi del terreno e gli organismi acquatici nelle condizioni
normali di utilizzo. A differenza di
altri erbicidi, non presenta effetti
negativi per l’ambiente, l’acqua ed
il suolo essendo rapidamente bio-
degradabile, né interferisce con la
biodiversità. Infatti, non ha effetti
residuali, per cui non agisce sulla
germinazione dei semi presenti nel
terreno. Il prodotto limita lo sviluppo delle infestanti della vite con
una moderata azione nei confronti
di Digitaria sanguinalis Sanguinella comune , Poa trivialis Fienarola
comune e Setaria viridis Pabbio
comune . Il prodotto è indicato come soluzione integrativa di altri interventi, come quelli meccanici,
nei programmi di gestione delle
malerbe basati su un ridotto impiego dei tradizionali erbicidi. Il prodotto è impiegabile anche come
spollonante della vite e per i trattamenti disseccanti pre-raccolta della patata. Il meccanismo d’azione
dell’acido pelargonico consentendo di distruggere la cuticola esterna della foglia causa la permeabilizzazione delle cellule ottenendo
una rapida disidratazione dei tessu-
ti con un conseguente disseccamento. Inoltre non ha azione sistemica e, quindi, non distrugge le radici. Infine si tratta di una sostanza
con un basso impatto ambientale
perché è presente in natura e viene
ottenuto da un olio vegetale che
non contiene coadiuvanti di sintesi.
Coldiretti esprime apprezzamento per il progetto di Cai e Novamont che ha consentito di introdurre questo prodotto in Italia e di
investire su un suo impiego allargato ad altre colture, rispondendo
così alle indicazioni del Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei
prodotti fitosanitari e dimostrando
come sia possibile investire nell’economia circolare e nella bioeconomia. Tali modelli di produzione
sostenibile, se inseriti all’interno di
un modello di sviluppo sistemico,
possono rappresentare una straordinaria opportunità di crescita economica e occupazionale in Europa
e nel nostro Paese. Sviluppare l’impiego di materie prime rinnovabili
significa realizzare nuove opportunità di crescita economica di un
territorio secondo un approccio integrato e multisettoriale, garantendo produzioni ecocompatibili rispettose degli ecosistemi.
fonte Il Punto Coldiretti
Le pagine informative sono a cura di:
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34
// il COLTIVATORE piemontese
Defunti
anno 72 // maggio 2016
Rivara
E’ salita al cielo
Moncalieri
Ci ha lasciati
Ciriè
E’ mancato
Druento
E’mancata
Caterina Domenica
Fornero ved. Vallino
di anni 75. L’ufficio
zona di Rivarolo porge
al nostro associato
Franco Vallino, le più
sentite condoglianze.
Cristina Volpiano
di anni 92. Mamma
del nostro associato
Nada Luigi. A lui e alla
moglie Marilena Triverio, l’ufficio zona di
Carmagnola porge
sentite condoglianze.
I familiari ringraziano
tutti coloro che hanno
partecipato al loro dolore.
Gianni Magnetti
di anni 43. La comunità rurale ciriacese,
piange la prematura
scomparsa di un suo
amato figlio. La malattia che lo ha portato via, non ha mai
intaccato il suo spirito
e la sua tenacia nel
portare avanti il suo
lavoro e la sua
azienda, fino all’ultimo giorno. Ai familiari il grande cordoglio della sezione e
dell’ufficio zona Coldiretti di Ciriè, del segretario di zona Pier
Mario Barbero, che, a
nome dei familiari,
ringrazia quanti in
questo difficile momento sono vicini.
Natalina Origliasso
di anni 93. Splendido
esempio di coltivatrice
diretta che ha saputo
trasmettere ai suoi familiari l’amore per la
terra e i suoi frutti.
Aiutaci affinchè il
cammino della nostra
vita possa proseguire
sereno. Resterà per
sempre indelebile il
tuo ricordo nei nostri
cuori.
Rivara
E’ mancata all’affetto
dei suoi cari
San Giorgio C.se
All’età di 82 anni è
mancato all’affetto
dei suoi cari
Giovanna
Pomatto in Fazzari
di anni 69. Ex sindaco
del comune di Rivara
e nostra fedele socia.
L’ufficio zona di Rivarolo porge alla famiglia sentite condoglianze.
Michele Toscana
Alla famiglia le più
sentite condoglianze.
La rubrica
pubblica i necrologi arrivati in redazione entro
il 30 aprile 2016
Ferrera
Moncenisio
Dopo una vita dedicata alla famiglia, al
lavoro e all’allevamento del bestiame,
è mancata all’affetto
dei suoi cari e di tutta
la comunità del suo
paese
Maria Talachini
ved. Perottino
di anni 96. Donna
semplice, margara sui
monti del Moncenisio.
Verrua Savoia
Il 6 marzo 2016 è
mancato all’affetto
dei suoi cari il nostro
associato
Francesco Porro
di anni 91. Alla famiglia le più sentite condoglianze dall’ufficio
zona Coldiretti di Chivasso.
Carignano
E’ mancato all’affetto
dei suoi cari
Francesco Nicola
di anni 89. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte
dell’ufficio di zona di
Carmagnola.
ANNIVERSARI
Carmagnola
Sant’Ambrogio
Torinese
Dopo breve sofferenza, è mancato all’affetto dei suoi cari
Carlo Aschieris
classe 1934. Allevatore, pastore e figura
caratteristica della
Valle di Susa.
2015-2016
Carlo Morello
A un anno dalla
scomparsa, i familiari
lo ricordano con immutato affetto. Si ringraziano
quanti
hanno partecipato
alla messa in suffragio.
35
// il COLTIVATORE piemontese
Rubriche
anno 72 // maggio 2016
Obblighi e documentazione in caso
di infortunio sul lavoro in agricoltura
nn Per le aziende agricole la
nuova stagione agricola è ormai
nel pieno delle lavorazioni. Molta
attenzione deve essere pertanto
riservata alla cura e necessaria
manutenzione delle attrezzature
e macchine agricole anche in considerazione dei pericoli derivanti
dall’articolata orografia del nostro
territorio, dalla frammentazione
della proprietà e dal rispetto della
normativa. Attenzione quindi agli
obblighi e alla necessaria documentazione.
In caso di infortunio sul lavoro,
l’assicurato
deve, se lavoratore agricolo
dipendente, informare appena possibile il
datore di lavoro, consegnandogli il certificato medico,
che dovrà essere inviato, a cura dello stesso,
all’Inail e all’autorità di pubblica
sicurezza entro 48 ore dalla ricezione. Queste modalità si devono
seguire anche in caso di infortuni
occorsi a lavoratori assunti con i
voucher. Analogamente, il lavora-
19° Giornata
regionale pensionati
Coldiretti
zz ACQUITERME Giovedì 16
giugno è prevista la 19° giornata
regionale dei pensionati Coldiretti.
L’appuntamento è per le ore 9,30,
con arrivo e colazione di benvenuto,
in piazza Fontana della Bollente.
Alle 11 si celebra la santa messa
alla presenza del vescovo di Acquiterme, mons. Micchiardi, nella
cattedrale di santa Maria Assunta.
Alle 12 è previsto il saluto del sindaco di Acquiterme e dei dirigenti
Coldiretti. Alle 12,30 si svolge il
pranzo, a cura della scuola alberghiera di Acquiterme, nel Centro
Congressi, in piazza degli Alpini.
Nel pomeriggio è offerta la possibilità di visitare gli stabilimenti termali e compiere una passeggiata
fino agli archi dell’antico acquedotto romano.
info Le adesioni si raccolgono
negli uffici zona e in segreteria
provinciale pensionati
(011-6177277 - 340-5255653
[email protected])
tore autonomo per se stesso e per
i suoi familiari coadiuvanti iscritti
negli elenchi dei coltivatori diretti,
dovrà notificare all’Inail e all’autorità di pubblica sicurezza, l’infortunio entro le 48 ore dall’evento.
Gli uffici del patronato Epaca,
presenti con i suoi addetti in ogni
ufficio zona della Coldiretti, nel
caso di infortunio agricolo, sono
a completa e gratuita disposizione
per questo servizio di tutela e assistenza nei confronti dell’Inail e
per evitare pesanti sanzioni al titolare d’azienda nel caso di tardiva
o omessa presentazione
della denuncia. La denuncia dovrà essere inviata telematicamente usando l’indirizzo di posta elettronica
certificata in
possesso da ogni azienda agricola
(quella aperta per gli adempimenti
con la Camera di Commercio).
Oltre al primo certificato medico
è necessario che il titolare si presenti, nel rispetto dei termini (entro
48 ore dalla consegna del certificato
medico), fornendo anche l’indirizzo
di posta elettronica dell’azienda
agricola per poter trasmettere correttamente ed in via telematica la
denuncia di infortunio.
Coldiretti torino
patronato epaca
Palazzo Svolta
via Pio VII, 97
10135 Torino
tel. 011-6177254-5
orario: 8,30-12 e 14-16
chiuso venerdì pomeriggio e sabato
www.torino.coldiretti.it
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
AGGIUNGIAMO VALORE AL VALORE
COLDIRETTI
Coltiva la tua salute
Rieducazione del colpo di frusta
La rieducazione del colpo difrusta è finalizzata a offrire al paziente
con problematiche cervicali conseguenti a un colpo di frusta un
percorso riabilitativo individualizzato e mirato, in cui la valutazione fisioterapica e la strategia di trattamento tengono conto della
complessità e natura eterogenea dei sintomi.
Il colpo di frusta (Whiplash Associated Disorders - WAD) è una
problematica muscolo-scheletrica complessa che comprende
diversi sintomi fisici e psicologici generalmente non considerati
dalla maggior parte dei trattamenti impiegati nella pratica clinica.
Il sintomo più frequente del colpo di frusta è il dolore, a cui possono associarsi rigidità, vertigine, perdita di equilibrio, disturbi
visivi, debolezza, formicolii, difficoltà di concentrazione e perdita
di memoria, che può comparire pochi giorni dopo il trauma e persistere nella fase cronica.
Altri possibili sintomi del colpo di frusta sono i disturbi della percezione del posizionamento e del controllo del movimento del
collo, della coordinazione del movimento tra occhi e testa e dell’equilibrio.
Queste disfunzioni, che sono presenti soprattutto nei soggetti
con maggiore dolore e limitazione nei movimenti, non si risolvono spontaneamente, se non trattate in maniera specifica e quindi,
per evitare che si strutturino e perdurino nel tempo (portando a
episodi di cervicalgia), risulta essenziale iniziare il trattamento fisioterapico tempestivamente.
La rieducazione del colpo di frusta, che è preceduta da una valutazione effettuata dal Terapista, prevede un ciclo di sedute individuali articolate in diverse tecniche: terapia manuale, rieducazione
dei disturbi sensitivi-motori, rieducazione vestibolare, rieducazione della coordinazione oculo-cervicale, riposizionamento chinestesico cervicale ecc.
SEDI CDC nel torinese
n
n
n
n
n
n
n
n
n
n
n
Torino Centro
Torino Centro
Torino Centro
Torino Mirafiori
Torino San Donato
Torino San Paolo
Torino Santa Rita
Torino Vallette Lucento
Moncalieri
Rivoli
Venaria Reale
via Cernaia 20 - Torino
via Antonio Fabro 12/b - Torino
via R. Montecuccoli 5 - Torino
via Don Grazioli 11/a - Torino
via Livorno 38/d - Torino
via Villarbasse 27/a - Torino
piazza Santa Rita 8 - Torino
corso Toscana 139/1 - Torino
via M. della Libertà 11 - Moncalieri
via Fratelli Piol 63 - Rivoli
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www.gruppocdc.it
36
// il COLTIVATORE piemontese
Vendo
BIVOMERE, Vogel & Noot; girello,
B.C.S., 3 metri. 333-3120054
GIROANDANATORE, m 2,50;
spandi-voltafieno, Galfrè, m 3,50,
buono stato, pronti all’uso. 3398230232
BIVOMERO, GI-VI, ribaltamento
idraulico, per trattore 80-100 cavalli, richiesta 1.000 euro. 3403041371
FIENO, primo taglio, balle piccole.
340-9472319
TRATTORE, d’epoca, Slanzi, cv 9,
anno 1940, funzionante. 3461315481
GIRELLO, combinato rastrellina,
originale Frandent, larghezza m
2,50; carro in legno, con ruote in
gomma. 0122-6447; 3339985861
TRINCIA, stocchi, marche varie:
Tarup 160, Sovema 160, Nobili
200; scavafossi, Maletti, con
rotore verticale, spostamento cm
90; carro botte, Deidoné, per liquami, l 2000, omologato. 3406686066
CARRO, Scalvenzi, 2 ruote, m 3x2,
sponda m 1, ribaltabile, non omologato, telaio molto robusto; dumper, Bruni, ribaltabile, m 2,50x1,80,
non omologato; idrovora, Omac,
braccio lungo, tubo da 2,50 metri.
340-6686066
Mercatino
FALCIATRICE, BCS, a benzina, con
attrezzatura mietilega; botte, per
diserbo, trainata, l 1000, barra 6
metri. 340-6686066
LAMA, livellatrice, posteriore, idraulica, m 3x0,70, nuova; mulino,
Invincibile, per cereali; pressa,
Sgorbati, per balle piccole. 3406686066
BIDONE, per monta artificiale, l
34; compressore, per mungitura,
500 litri. 339-4157283
COCLEA, per cereali, 12,2 diametro;
sega circolare, elettrica, 380 volt.
339-4157283
ERPICE, rotante, Sovema, largo m
2,50, come nuovo, vero affare.
339-2876882
ROTOPRESSA, Deutz Fahr, GP
510, con legatura a corda, buono
stato. 338-3586949
ARATRO, Moro, monovomere, azionamento idraulico, come nuovo,
altezza m 1,70; seminatrice Roggero, per grano e soia, larghezza
m 2,10, con fresa e rullo. 3494032715
FRESA, Meritano, spostabile lateralmente, auto portata, larghezza m 2, in ottime condizioni;
piantatrice Mas, trainata, 4 file,
con distributore pacciamatura
(nylon), seminuova; atomizzatore, G.B., trainato, 6 ettolitri.
011-9989779
anno 72 // maggio 2016
RACCOGLITORE, nylon, per serre,
auto portato; n. 2 bruciatori, da
serra, Idro Center RS 70, 3000
calorie; pompa, autoadescante,
Lombardini, 13 HP, avviamento a
batteria. 011-9989779
TRINCIA, mais, Ager, a una fila,
con cardano, causa inutilizzo; cisterna, gasolio, l 1000, non omologata. 338-8421965
SPIANATORE, con apertura ali di
gabbiano, m 4, con un solo cilindro.
328-9027103
SPANDILETAME, Supertino, omologato, q 140 , tappeto idraulico,
a 4 catene, ruote larghe, con bilancere, ruote posteriori, autosterzanti, piedino idraulico, portellone posteriore idraulico, dimensioni m 5,50x2,30, richiesta
16.000 euro. 334-1581370
FRESA, C.A.M., livellatrice; aratro,
Moro, n°8, fuori solco, buono
stato. 011-9989241
ERPICE, a 21 dischi; spandiconcime,
4 quintali. 011-9989241
MOTOCOLTIVATORE, Bertolini
316, completo di motore diesel,
12,5 HP, con fresa, cm 80, ruote,
per trattore, 650/80-12, avviamento elettrico. 333-3120388
2 MOTOFALCIATRICI, B.C.S.,
diesel e benzina, 4 marce, motore
Lamborghini, con tre ruote. 3495384716
GIRELLO, Frandent, ottime condizioni, m 5, chiusura manuale,
causa inutilizzo; girello, Galfrè,
chiusura idraulica, modello 520,
GS/4, ottime condizioni, causa
inutilizzo. 328-5648573
RIMORCHI; erpice a dischi; botte
per liquame; ripper. 3356857896
GIRELLO, Deutz Fahr, modello KH
500 DN, chiusura manuale, causa
inutilizzo, zona pinerolese. 3490821397
SERRA, in acciaio, lunga m 43,
larga m 6, m 3 di altezza. 3333120388
SEMINATRICE, grano, “Sordo”,
compresa di rototerra e 2 rulli, di
ferro. 340/7129525
IMPAGLIATRICE, Supertino, SD
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mungitura, Tecnozoo, 5+5. Tel.
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dintorni, per acquisto. 3337129723
Come inviare
gli annunci
n La rubrica “Mercatino”
pubblica annunci di
vendite o ricerche
occasionali da parte degli
associati. La rubrica non
ospita inserzioni relative
alle varie produzioni
aziendali, per le quali
occorre rivolgersi
all’Agenzia Réclame,
concessionaria per la
pubblicità de
Il Coltivatore Piemontese
chiamando il numero
0172-711279 oppure
348-7616706 Gianni
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340-3190808 Luca
Ternavasio.
z Le richieste di inserzione
con un massimo di 20
parole, devono riportare il
numero di tessera
associativa in corso di validità. Il testo può essere
consegnato in tutti gli uffici
di zona di Coldiretti o inviato direttamente tramite
posta elettronica a:
[email protected]
z La Direzione del giornale
non è responsabile di
veridicità e provenienza
delle inserzioni; in ogni
caso si riserva di rifiutare
qualsiasi testo.
37
// il COLTIVATORE piemontese
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con il materiale arrivato in redazione il giorno 29 aprile 2016
anno 72 // maggio 2016
non
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730
unico n imu n tasi n ise n isee
Servizi Caf Coldiretti
n
n
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n
modello 730 per dipendenti e pensionati
calcolo Imu e Tasi
modello Unico per imprese e persone fisiche
dichiarazione di successione
dichiarazioni sostitutive uniche e rilascio
attestazione Ise e Isee, domande assegno
di nucleo e di maternità
n bonus gas e bonus elettrico
n modelli Red
n modelli Icric, Iclav, Acc. As/Ps
Servizi ufficio paghe Coldiretti Torino
n servizio colf e badanti: stipula contratto
elaborazione buste paghe, conteggio contributi
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38
Mercati
// il COLTIVATORE piemontese
n fossano
n Prezzi euro al kg, Iva esclusa.
anno 72 // maggio 2016
4 maggio 2016
suini - capi da allevamento: peso kg 8, euro
6,150; peso kg 15, euro 4,080; peso kg 25, euro
3,120; peso kg 30, euro 2,730; peso kg 40, euro
2,440; peso kg 50, euro 2,050; peso kg 65, euro
1,740; peso kg 80, euro 1,410; peso kg 100, euro
1,330.
Suini - capi da macello: peso kg 115, euro
1,145; peso kg 130, euro 1,145; peso kg 144, euro
1,160 peso kg 156, euro 1,225; peso kg 176, euro
1,225; peso kg 180, n.q.; peso kg 185, n.q.; oltre kg
185, n.q.
Scrofe fine carriera: categoria I, euro 0,470; categoria II, euro 0,370; categoria III, n.q.
foraggi: prezzi al mg: paglia, balle grandi, da
euro 1,35 a 1,30; paglia balle rotonde da euro 1,20
a 1,15; fieno, paglia estera balle grandi da 1,30 a
1,40; fieno nuova produzione balle grandi da 1,20 a
1,35; fieno, balle grandi da 1,20 a 1,30; fieno estero
n asproCarne
balle grandi da 1,80 a 2,35; erba medica balle grandi
da 1,80 a 2,00.
ortofrutta: prezzi euro al kg.
Frutta: actinidie 2,00; albicocche 8,00; arance
1,50; castagne fresche 7,00; ciliegie 20,00; fragole 4,50; cocomeri 2,50.; fichi (freschi) n.q.; limoni 2,00; loti (Cachi) 4,00; mandarini 2,00;
mele 1,30; nespole 3,00; pere 2,00; pesche 4,00;
pompelmi 2,00; poponi (meloni) 3,00; susine
4,50; uva 6,90; banane 1,50.
Ortaggi e legumi freschi: radici 2,00; rape
n.q.; ravanelli al mazzo 1,50; sedani 2,50; spinaci
2,00; zucche gialle 2,50; zucchine 2,80; agli secchi 6,90; asparagi 6,50; barbabietole cotte 3,95;
bietole verdi 1,50; broccoletti di rapa 1,90; cardi
n.q.; carciofi cadauno 0,90; carote 1,10; cavolfiori
2,00; cavoli broccoli 2,00; cavoli cappucci 1,10;
cavoli verze 1,20; cetrioli 1,85; cipolle bianche
2,00; fagiolini 6,00; fagioli da sgranare 6,00; fave
17° settimana 2016 z
n Capi da ristallo
categoria - razza
peso (kg) prezzi (euro /kg) andamento
Baliotto Piemontese maschio
70-80
750-850 (1)
=
Baliotto Piemontese femmina
50-60
500-690 (1)
=
Piemontese maschio - svezzato
160-220 1.100-1.250 (1)
=
Piemontese femmina - svezzato
140-200 1.000-1.150 (1)
=
Blonde d’Aquitaine maschio
250
1.020-1.060 (1)
=
Blonde d’Aquitaine femmina
180
800-950 (1)
=
Blonde d’Aquitaine maschio svezzato
350
1.250-1.350 (1)
=
Charolaise maschio
450
2,65-2,75
h
Charolaise maschio
500
2,55-2,60
=
Limousine maschio
350
3,00-3,10
=
Limousine maschio
400
2,85-2,95
h
(1) Prezzi in euro/capo a vista
Andamento: stabile. Commento: mercato del bovino da ristallo senza variazioni
significative. Quotazioni, in generale, stabili.
n Capi da macello
categoria - razza
peso (kg) prezzi (euro/kg) andamento
Vitelloni
Piemontese fassone maschio
580-680
3,20-3,40
i
Piemontese fassone femmina
380-480
3,72-3,84
=
Piemontese mezza coscia maschio
500-650
2,95-3,00
=
Blonde d’Aquitaine maschio pesante
650-750
2,85-2,95
i
Blonde d’Aquitaine femmina
420-520
3,15-3,25
=
Limousine maschio leggero
550-620
2,70-2,80
i
Limousine maschio pesante
650-750
2,58-2,68
i
Charolaise maschio
680-780
2,38-2,48
i
Andamento: stabile. Commento: stuazione più stabile per i bovini da macello dopo
alcune settimane di ribassi delle quotazioni. Mercato in ogni caso pesante, con flussi di
macellazione deboli e in ulteriorie calo.
nAsprocarne Piemonte
via Sommariva, 31/9 - 10022 Carmagnola
2,50; finocchi 2,00; funghi freschi n.q.; insalata
mista 10,00; melanzane 2,00; patate 0,80; peperoni 2,50; piselli 2,00.; pomodori da sugo 1,50;
pomodori da insalata 4,00; prezzemolo 6,00;
porri verdi 2,00; porri bianchi 5,00.
n CarMagnoLa
4 maggio 2016 z
n Borsa MERCI TORINO
5 maggio 2016 z
n Listino prezzi fieno e paglie Prezzi rotoballe in euro per quintale, Iva
esclusa, franco mercato. Fieno I taglio naz.le 9,00-10,00; fieno II taglio naz.le 8,009,00; fieno III taglio naz.le 9,00-10,00; fieno I taglio francese (Crau) n.q.; fieno
loiessa 10,00-11,00; fieno medica naz.le 10,00-11,00; fieno medica francese 15,5017,50; paglia frumento 8,00-9,00; paglia estera frumento 12,00-13,00.
Listino prezzi legna da ardere Prezzi in euro per quintale, Iva esclusa,
franco destino. Faggio da lavorare 7,20; faggio lavorato 14,99; rovere da lavorare
7,30; rovere lavorato 14,99; robinia da lavorare 7,27; robinia lavorata 16,26;
castagno da lavorare 5,67; castagno lavorato 14,50.
n Prezzi in euro per tonnellata, base Torino, pronta consegna e pagamento, Iva
esclusa, prezzi per autotreno completo.
Cereali: frumento di forza 78/80 214,00-222,00; frumento tenero
nazionale panificabile superiore 78/80 187,00-192,00; frumento tenero
nazionale panificabile 77/79 174,00-177,00; frumento tenero nazionale
biscottiero 77/79 174,00-176,00; frumento tenero canadese 259,00260,00; granoturco nazionale comune, ibrido essiccato 185,00-187,00;
orzo naz.le base n.q.; orzo naz.le pesante n.q.; orzo estero francese
comune 183,00-185,00; avena nazionale n.q.; avena francese bianca
225,00-230,00; avena francese nera 245,00-250,00; soia nazionale
360,00-365,00; soia estera n.q.
foraggi: fieno maggengo n.q.; fieno agostano 65,00-75,00; erba
medica 110,00-120,00; paglia grano naz.le pressata 88,00-95,00.
Commento: mercato dei grani con le prime due voci invariate, panificabile e biscottiero con un modesto rialzo, così pure per il prodotto
francese. mercatod el mai nazionale decisamente in aumento per la
poca merce offerta. Decido rialzo per il mais comunitario per un
aumneto all’origine e mancanza di venditori. Modesto rialzo per gli
orzi con affari normali.
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// il COLTIVATORE piemontese
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anno 72 // maggio 2016