Il progetto della messa in sicurezza del David di Michelangelo
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Il progetto della messa in sicurezza del David di Michelangelo
Antonio Borri ([email protected] ), Andrea Grazini ([email protected]) Il progetto della messa in sicurezza del David di Michelangelo: diagnosi dei dissesti ed analisi di vulnerabilità Estratto dall’articolo “Il David di Michelangelo è certo una delle statue più famose al mondo e rappresenta, nell’immaginario collettivo, un modello insuperabile di pura bellezza virile, insieme di eleganza, forza e grazia delle forme. Mirabili sono le imponenti caratteristiche fisiche di questo “gigante bianco”: un continuo marmoreo di oltre 5 metri di altezza e di quasi 6 tonnellate di peso. Se insieme a queste sue straordinarie dimensioni si considera che il materiale con cui è stato realizzato è di scarsa resistenza e facilmente deteriorabile, e che tutto il peso della statua grava sul basamento attraverso le esili sezioni delle caviglie, si può intuire l’importanza e la criticità delle problematiche strutturali di questo colosso. Ed infatti, in modo analogo ad altri monumenti, il David ha vissuto e continua a vivere, pur nella sua specificità e unicità, il percorso tipico delle costruzioni storiche: i problemi statici, di durabilità del materiale, il degrado, i dissesti, le fessurazioni, le necessità (e le mancanze) di manutenzione statica, le carenze e le vulnerabilità (in particolare quella sismica), con un rischio di collasso via via crescente nel tempo. Non considerare con attenzione questi argomenti può portare ad occuparsi solo di aspetti esteriori che, pur essendo, ovviamente, di grande rilievo, perdono tutta la loro importanza di fronte ad un crollo rovinoso originato da problemi meccanici ignorati o sottovalutati. Il lavoro qui presentato riassume l’attività condotta sulla statua negli ultimi quattro anni (20032006): analisi, studi, rilievi sperimentali e monitoraggi strumentali, relativamente alle sue problematiche statiche e dinamiche. Le indagini hanno riguardato anzitutto la comprensione del suo passato, attraverso la diagnosi delle lesioni esistenti, poi la situazione attuale, con le verifiche di stabilità ed il monitoraggio, ed infine il suo futuro, con le analisi di vulnerabilità sismica ed ambientale. Per capire quanto questi argomenti siano importanti per la salvaguardia del David si possono anticipare alcune particolarità che, sin dalla sua creazione, ne hanno condizionato il comportamento meccanico. Sono state proprio queste caratteristiche, insieme alle dimensioni ed al peso, che hanno portato al quadro fessurativo attuale, e che ancora oggi influiscono sulla sua stabilità: - la qualità del marmo, come detto di scarsa resistenza e di facile degrado, specie se esposto per secoli, come in questo caso, ad intemperie e variazioni termiche; - il tipo di figura, un corpo maschile nudo, con una sezione resistente alla base molto limitata, in particolare nella zona delle caviglie; - la posizione che Michelangelo gli ha dato, con uno sporgere in avanti e verso destra della figura, che conduce a tensioni di trazione in zone che proprio per questo motivo, come vedremo, si sono lesionate e fessurate. C’è poi una ulteriore particolarità da mettere in conto per una corretta verifica strutturale del David: la sua “vita attesa”, cioè la durata temporale che dobbiamo garantire a questa opera. Dalla lunghezza di questa vita derivano tipologie di azioni e livelli dei rischi che devono essere considerati nelle varie analisi. Di norma, per una struttura ordinaria come un edificio o un ponte: 1) si accetta che nel corso della sua vita possa danneggiarsi, purché non collassi, per eventi straordinari quali ad esempio il sisma; 2) si accetta che possa usurarsi e degradarsi (processo inevitabile) mettendo però in opera, nel tempo, interventi di manutenzione in grado di ripristinare le condizioni di sicurezza adeguate; 3) si accetta comunque l’idea che per quanto la si possa prolungare la “vita attesa” della costruzione abbia comunque un termine finito, non fosse altro per una sua inevitabile perdita di funzionalità. Nel progettare o verificare una struttura ordinaria si adottano perciò parametri legati a quanto essa può “sperimentare” in un periodo di tempo abbastanza limitato. Così, ad esempio, il terremoto con cui si progetta un edificio è quello che ha una probabilità del 10% di accadere nell’arco dei successivi 50 anni; considerazioni analoghe vengono fatte per le azioni legate al vento, mentre per le azioni lente nei materiali a comportamento viscoso si assumono quelle che possono avvenire nell’arco di qualche anno. Nel caso del David occorre cambiare ordine di grandezza. Per comprenderlo basta osservare che da più di cinquecento anni questa statua “guarda” scorrergli davanti generazioni e generazioni di persone, e ha davanti a sé, data la sua natura ed il suo valore, una prospettiva di tempo illimitata. Ragionare per il David riferendosi a quanto può essere sperimentato nel breve e medio periodo appare inadeguato, ed anche pericolosamente miope. Se adottiamo quindi una finestra temporale coerente con la durata che vogliamo garantire al David e consideriamo i dati della sismicità dell’area fiorentina, ci rendiamo conto che prima o poi, inevitabilmente, avverrà a Firenze un sisma di intensità elevata. Probabilmente non interesserà nessuno di noi, ma il David ci sarà ancora, e sarà lì a subirlo. Considerare periodi temporali così lunghi, sia di vita passata che di prospettive future, è importante non solo per gli aspetti sismici, ma anche per gli effetti di eventuali fenomeni lenti, legati a vibrazioni, viscosità, e fatica, sia statica che dinamica. Tali problematiche, se possono essere trascurabili nel breve e medio periodo, possono avere a lungo andare effetti rilevanti. Per salvaguardare il David è quindi necessario considerare gli effetti più ampi prevedibili dopo secoli e secoli di vita di questa opera, con tanti secoli ancora davanti. Quindi: per il rischio sismico occorre assumere il valore massimo atteso per la zona in cui si trova la statua; per le vibrazioni ambientali i massimi effetti derivanti dal ripetuto avvenire di tali azioni nel lungo periodo; per i fenomeni viscosi l’influenza di stati di sollecitazione permanenti di rilievo (fatica statica), e così via.” L’articolo riassume poi gli studi e le analisi diagnostiche condotte dagli autori sul David di Michelangelo nel periodo 2003-2008 al fine di determinare lo stato di conservazione della statua e di valutare la sua esposizione al rischio sismico. Tale statua infatti, dall'inestimabile valore artistico è stata soggetta nei suoi oltre cinquecento anni di vita a varie vicissitudini che hanno portato all'insorgenza di lesioni visibili e particolarmente preoccupanti, tali da consigliare il trasferimento del David nella sua attuale dimora presso la galleria dell'accademia di Firenze. Dopo aver ripercorso le principali vicende che hanno portato al quadro fessurativo attuale, e dopo la presentazione dei risultati delle analisi FEM eseguite sul modello strutturale, viene analizzata la situazione attuale, giungendo a valutare la sicurezza della statua per quanto riguarda la risposta strutturale ad eventuali azioni di tipo sismico del livello previsto per l’area in oggetto. Vengono inoltre illustrati i risultati ottenuti dalle prove condotte attraverso l'ausilio di un sistema composto da accelerometri, estensimetri e vibrometro. Le acquisizioni sperimentali hanno messo in luce l’esistenza di ulteriori problematiche di tipo dinamico, suggerendo di indagare nella direzione dei possibili fenomeni di fatica nelle zone più sollecitate a trazione. Tra le conclusioni, infine, vengono riportate alcune sintetiche indicazioni sui possibili interventi: in tale direzione appare di indubbia efficacia la soluzione di un isolatore sismico inserito al di sotto del basamento ottocentesco. RINGRAZIAMENTI Si ringraziano, in particolare, la Dott.ssa Franca Falletti, Direttrice della Galleria dell’Accademia, grazie alla cui disponibilità sono state rese possibili le indagini effettuate, e l’ing. Luciano Marchetti, attento coordinatore e supervisore delle indagini svolte. BIBLIOGRAFIA Mauro Matteini (a cura di), “Exploring David. Diagnostic tests and state of conservation”, Ed. Giunti, Firenze, 2004. Antonio Borri (a cura di),“La stabilità delle grandi statue: il David di Michelangelo”, Ed. DEI, Roma, 2005. Antonio Borri, Andrea Grazini, “Diagnostic Analysis of the Lesions and Stability of Michelangelo’s David”, Journal of Cultural Heritage, 7, pp. 273-285, 2006.
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