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American Dreamscape American dreamscape 0.0 M O D E L L O D O U G H N U T E S O G N O S U B - U R B A N O Nella realtà urbana statunitense sono individuabili 1 Questa schematizzazione di tendenze sembra alcune tendenze di sviluppo in corso. È possibile e- possibile anche per il fatto che generalmente la regio- strapolare alcuni schematici modelli di trasformazione ne urbana americana viene scomposta in parti distinte 2 che le principali metropoli degli Stati Uniti sembrano con una propria chiara identità secondo un modello seguire, facendo ricorso principalmente ai dati offerti essenzialmente concentrico, composto da Central Bu- dai periodici rilevamenti statistici condotti dal Bureau siness District, inner suburbs, exurban areas, fringes; of the Census e ai commenti di alcuni istituti di ricer- questa schematizzazione in categorie rende relativa- 3 ca . 4 mente facile seguire l’evoluzione in corso. Il modello di trasformazione più frequente e da più 1 Negli Stati Uniti ci sono delle macro-regioni che si distinguono per processi evolutivi diversi (si veda per esempio il testo di Joel Garreau, Nine Nations of North America, Boston, Houghton Mifflin 1981 o quello di Carl Abbott, The new urban America, growth and politics in sunbelt cities, The University Of North Carolina Press, Chapel hill, 1981), ma il modello di evoluzione urbana si ripropone molto simile. Alla tendenza allo svuotamento delle core city si uniscono le ondate di migrazioni da una macro-regione all’altra che influiscono sulla fortuna delle rispettive città. Il testo di Peter Wolf, Hot towns, the future of the fastest growing community in America, racconta l’ultima grande migrazione Americana, quella verso le località exurbane con un miglior clima, quali, come sempre, la California, ma anche la regione del Sunbelt e la Florida. 2 Per principali metropoli intendo le prime 100 città classificate come Standard Metropolitan Statistical Areas (SMSA) dal Bureau of the Census, cioè le “large population nucleus, together with adjacent communities having a high degree of social and economic integration with that core”; la SMSA comprende tutto il territorio delle contee interessate dalla city e dai suburbs dell’area metropolitana, quindi spesso anche terreno agricolo e non urbanizzato. 3 http://www.census.gov. Per uno studio dettagliato e un commento dei dati del Census si possono consultare alcuni saggi pubblicati dal Brookings Institution Center on Urban and Metropolitan Policy, Washington DC, per il decennio 1990-2000: Edward L. Glaeser, Jesse M. Shapiro, City Growth and the 2000 Census: Which Places Grew, and Why, may 2001; William H. Lucy, David L. Phillips, Suburbs and the Census: Patterns of Growth and Decline, december 2001; Alan Berube, Benjamin Forman, Living on the Edge: Decentralization Within Cities in the 1990s, october 2002. In particolare lo studio di Edward L. Glaeser, Jesse M. Shapiro, Is there a new urbanism? The growth of US cities in the 1990s, Working Paper n.8357, National Bureau of Economic Research, 2001 sostiene che la fuga verso le città a clima mite, la ricerca di aree suburbane, la crescita delle città con maggior popolazione laureata hanno continuato ad essere le principali tendenze di sviluppo urbano dagli anni ’50 ai ’90. Infine William Fulton, Rolf Pendall, Mai Nguyen, Alicia Harrison, Who Sprawls Most? How Growth Patterns Differ Across the U.S., luglio 2001 afferma: “Most metropolitan regions in the US are expanding faster than they are adding people, leaving many aging suburbs, particularly in the Midwest and Northeast, with thinning populations. […] Between 1982 and 1997 [there were] a 47% increase in developed land, during a period when the population in those areas rose 17%. […] The prevalent land use pattern in the US remains growth at the fringes at the expense of core regions and inner suburbs. […] Declining population density in most US metropolitan regions prove the argument that population pressure is only one of sprawl’s many causes. Sprawl also is a product of many forces, including race relations, transportation planning, land speculation, school financing system, the movement of jobs from core areas to employment centres outside cities and competition among municipalities for tax revenue. […] Many cities, particularly in the Northeast and Midwest, are sur- tempo rilevato e perciò ormai classico nell’interpretazione dello sviluppo metropolitano ame5 ricano è il modello doughnut. Molto schematicamente esso è composto da (secondo il modello a cerchi concentrici): • DOWNTOWN O CENTRAL BUSINESS DISTRICT (CBD) il nucleo originario di insediamento della 6 città che è stato abbandonato a cominciare dagli rounded by blighted areas that 30, 40 years ago looked like classic American suburbs. The study found that the decline in density is much greater in Northeastern and Midwestern urban areas than in the Western parts of the country most synonymous with sprawl, such as LA and Phoenix. […]” 4 L’interpretazione della città come divisa in parti distinte appartiene ad una lunga tradizione: uno degli esempi più illustri è il diagramma basato su 5 cerchi concentrici di Ernest W.Burgess, pubblicato in The growth of the city, 1952; si può ricordare anche l’International Cities Design Competition bandito dalla scuola di architettura e urban planning di Milwaukee nel 1989, il cui bando chiede soluzioni per le parti di tessuto urbano tipiche nella città Americana: downtown, older neighborhood, growing suburban edge; Gandelsonas in XUrbanism individua invece: old city center, suburbs, exurbia. 5 Non c’è testo che si occupi della città Americana che non presenti questo modello e non lo commenti - i doughnuts sono le ciambelle col buco che piacciono tanto a Homer Simpson. Questo modello essenzialmente concentrico non restituisce la complessità e la asimmetricità della situazione reale e tende a falsificare la struttura policentrica della metropoli attuale, ma permette di evidenziare alcune tendenze generali di sviluppo in corso. Si potrebbe aggiungere che queste tendenze sono proprie non solo del Nord-America, ma anche dell’Europa e del mondo che tende a occidentalizzarsi, della urbanizzazione globale. Indicazioni a questo riguardo sono fornite da diverse fonti: esempio ne sia lo studio di Fiedler sulla “brazilianization”, lo studio di Mirko Zardini per la Glattalstadt, gli studi di Saskia Sassen, i due libri di Koolhaas con l’Harvard GSD sugli shopping centers e la Cina, la descrizione di Stefano Boeri della Milano contemporanea. 6 A questo proposito le immagini di distruzione di Camilo Josè Vergara, American ruins, sono molto espressive. L’esempio paradigmatico del modello doughnut è Detroit, si veda ad esempio l’articolo di Mark Irving, La città scomparsa, Domus n.841; nell’ottobre del 2002 si è tenuta alla Graham Foundation di Chicago la mostra “Stalking Detroit” che ha raccontato come la città sia sottoposta al più grande programma di demolizione di edifici abbandonati finanziato con denaro pubblico della storia degli USA; la demolizione è quindi diventata la principale attività architettonica nella city. Oltre a Detroit si può ricordare St.Louis (della quale già nel 1942 pianificatori locali avevano predetto il declino se proseguivano di tendenze in atto), Baltimora, Atlanta, Phoenix, le principali città della Florida, Philadelphia, la California del sud, il New Jersey, ricor- 3 anni ’30 sia dai residenti sia dalle attività secon- ma anche per l’assenza di costrizioni derivanti da darie e terziarie che si sono trasferite in aree peri- pianificazione, per la possibilità di garantire ai di- feriche per la maggiore convenienza economica e pendenti la vicinanza del posto di lavoro ai quar- per la diminuita rappresentatività del centro stes- tieri residenziali suburbani e alle località amene so; • 7 (aree naturali, campi da golf, grandi centri comla prima cerchia di lottizzazioni merciali...); se siano state le sedi delle attività residenziali generalmente costruite nella prima produttive e le grandi strutture commerciali a INNER SUBURBS, 8 metà del ‘900 , che si svuotano della popolazione spostarsi seguendo gli alloggi che venivano co- bianca benestante e vengono definitivamente di- struiti in periferia o se sia invece successo vice- smessi afro- versa dipende da città a città e da area ad area, americana o da altre minoranze economicamente anche se l’ipotesi più accreditata è la prima; in o occupati dalla popolazione generale è stato un processo biunivoco. svantaggiate, formando talvolta dei ghetti; • SUBURBS, quartieri residenziali cresciuti a partire • RAPIDLY DEVELOPING FRINGE, l’urbanizzazione dagli anni ’40 e a grande velocità ed estensione di aree via via più esterne rispetto a downtown dalla seconda metà degli anni ’50 (distinti fra e- per la costruzione di quartieri residenziali a bassa xclusive class o bassissima densità, che spesso si coagulano at- family suburbs, working class suburbs, suburban torno ai nuovi business district suburbani; in ge- upper-income suburbs, middle 9 cosmopolitan centers ), innervati da strade a nerale si assiste ad un sistematico e ciclico spo- scorrimento veloce e costellati di strip malls; la stamento verso aree via via più periferiche delle popolazione residente nei suburbs è oggi circa il residenze dei benestanti, delle opportunità di la- 45% della popolazione degli USA e negli ultimi voro, dei servizi, delle attività commerciali. anni circa il 75% di tutte le nuove costruzioni è Secondo il Bureau of the Census negli anni ’40 10 localizzato nella suburban fringe ; • EDGE CITIES o SUBURBAN BUSINESS DISTRICT, circa 15 milioni di persone hanno aumentato il numero concentrazioni di office parks, grandi centri com- degli abitanti delle SMSA e metà di questi si sono sta- merciali e zone industriali, ma anche strutture ri- biliti fuori delle core cities, quindi nelle aree suburbane cettive, ricreative e servizi come ospedali o case o rurali. Nella prima metà degli anni ’50 le aree su- di cura o colleges, generalmente costruiti a parti- burbane hanno aumentato la loro popolazione del re dagli anni ’70, dove si rilocalizzano le attività 28% (9,6 milioni di persone) e le aree immediatamen- che hanno lasciato downtown e le nuove imprese, te esterne a quelle suburbane del 11%, mentre le principalmente per convenienza economica (mi- core cities solo del 4%. Nei decenni successivi tale nor prezzo dei terreni e miglior regime fiscale), tendenza ha continuato a manifestarsi e spesso si è accentuata, tanto che la concentrazione di attività e di dando però che a scala microscopica, cioè all’interno delle città, le tendenze descritte non sono omogenee. La questione downtown “Is downtown dead? Can it live again?” sta conquistando l’attenzione dell’opinione pubblica; è rappresentativo di questo il testo di Roberta Brandes Gratz e Norman Mintz, Cities back from the edge, New life for downtown, Preservation Press John wiley &sons inc. 1998. 7 Negli ultimi 15 anni circa ci sono stati indizi di downtown revitalization e quindi di una inversione di tendenza: su iniziativa dei governi locali (quasi mai per azione spontanea del mercato) si è cercato di dare slancio al central core con musei, teatri, festival, riprogettazione degli spazi aperti; per esempio Providence, Chicago, San Diego, Milwaukee. Downtown però non è tornato ad essere luogo della residenza come dimostra il già citato studio di Edward L. Glaeser, Jesse M. Shapiro, Is there a new urbanism? The growth of US cities in the 1990s, Working Paper n.8357 National Bureau of Economic Research, 2001. 8 A svuotarsi sono prevalentemente i quartieri immediatamente vicini alle aree centrali, ma cadono nell’abbandono e nel degrado anche alcuni compresi nella più vasta area metropolitana. Nel 1991 è stato stimato che circa 9 milioni di alloggi sono vuoti per tutto l’anno negli Stati Uniti, circa 1 ogni 12. popolazione in aree decentrate ha raggiunto una dimensione ed una densità tale da guadagnarsi il titolo di città: edge city, appunto. Appare evidente che il successo del suburbio si è determinato a discapito del successo delle core cities e come quindi il processo di suburbanizzazione abbia causato una serie di fenomeni interrelati che caratterizzano le aree urbane centrali, quali il declino economico, la perdita di popolazione, la concentrazione di povertà, la segregazione razziale. Negli anni ’90 è stata registrata una piccola inversione di tendenza nel declino delle aree centrali: oltre all’ormai tradizionale aumento delle città con un clima mite, per esempio Phoenix, Dallas e Houston, anche Boston, New York e Chicago hanno aumentato il numero di residenti interrompendo così il trend negativo. Inoltre negli anni ’90 gli indicatori di crimine, disoccupazione e povertà delle aree centrali sembravano dare segnali di cambiamenti positivi. Il Bureau of 9 Peter O.Muller, Contemporary suburban America, New Jersey, Prentice-hall Inc., Englewood Cliffs 1981. 10 Ellen Dunham-Jones, 75%, the next big architectural project, Harvard Design Magazine fall 2000. American dreamscape the Census ha comunque confermato anche negli anni è omogeneo, dato che comprende la crescita del 85% ’90 la tendenza generale alla decentralizzazione di di Las Vegas e il declino del 13% di S.Louis. persone e posti di lavoro, sia che la metropoli in que- È interessante collegare la crescita con la varia- stione stia guadagnando sia che stia perdendo popola- zione della densità, cioè della popolazione insediata. 11 zione e attività produttive : nelle 100 più grandi aree Sia nel Midwest, che nel Northeast e nel South l’area metropolitane degli USA le aree suburbane sono cre- urbanizzata per persona è aumentata in modo mag- sciute a velocità doppia rispetto alle central cities e le giore che nel West; l’area urbanizzata dell’area me- aree unincorporated e i nuovi quartieri più velocemen- tropolitana di Atlanta dal 1982 al 1997 è aumentata te delle aree suburbane esistenti. La zona più vivace più di ogni altra negli Stati Uniti: 82% contro un au- negli investimenti immobiliari sembra essere, quindi, mento della popolazione del 61%. Sostanzialmente le città medium-size seguono sempre la più esterna. Fra le regioni degli USA ci sono delle differenze: le le tendenze delle grandi città e quindi confermano il central cities cresciute maggiormente sono quelle del modello doughnut e la tendenza alla costruzione della West (15% contro il 21% dei relativi suburbi); mentre metropoli policentrica. le aree suburbane con un tasso di crescita maggiore tropolitane più grandi sono cresciute di più in propor- sono quelle del Sud (26% contro 11% delle central zione delle rispettive central cities e delle aree metro- cities). Il Midwest e il Northeast hanno seguito le stes- politane, mentre le medium-sized central cities sono se tendenze del resto del Paese, anche se con una cresciute di meno della loro area metropolitana. Le crescita generale più contenuta ed una maggiore per- città medie a crescita maggiore sono collocate nel centuale di sobborghi in declino. 12 Non si può comunque mai parlare di crisi delle aree metropolitane nord americane nel loro complesso, 13 Le città satellite di aree me- South e nel West, mentre quelle del Northeast e del Midwest industriale non hanno registrato incrementi di popolazione. perchè in generale esse continuano a crescere: negli La tendenza di sviluppo urbano che è stata inter- anni ’90 il tasso di crescita della popolazione delle città degli Stati Uniti è stato di 8,7%, doppio di quello pretata registrato negli anni ’80; anche questo fenomeno non l’espressione della ristrutturazione delle città e della come una “grande ciambella” è stata società che ha avuto come protagonista assoluto la 11: Bruce Katz, Alan Berube, Cities Rebound — Somewhat, Brookings Institution Center on Urban and Metropolitan Policy, June 2002; Peter Grant, Sprawl thins populations of older US suburbs, development at fringes leaves hollow cores, communities face flight of capital, The Wall Street Journal, 10 luglio 2001, afferma: “Declining population density in most US metropolitan regions bolster the argument that population pressure is only one of sprawl’s many causes. Sprawl also is a product of many forces, including race realtions, transportation planning, land speculation, school financing system, the movement of jobs from core areas to employment centres utside cities and competition among municipalities for tax revenue. Many cities, partucularly in the Northeast and Midwest, are sorrounded by blighted areas that 30 40 years ago looked like classic American suburbs. The study found that the decline in density is much greater in Northeastern and Midwestern urban areas than in the Western parts of the country most synonymous with sprawl, such as Los Angeles and Phoenix.” 12 Mettendo assieme i dati su core city e suburbia alcuni pattern insediativi regionali sembrano chiari e costanti nel tempo: il West è cresciuto di più fra le regioni USA, il South è cresciuto in modo sostenuto, il Northeast and the Midwest restano grossomodo invariati. Nel determinare questi modelli alcuni fattori sembrano fondamentali: il clima – i luoghi tiepidi e secchi riscuotono consenso fra la popolazione statunitense abituata a spostare la sua residenza con flessibilità; il capitale umano – città con lavoratori qualificati sono cresciute di più delle altre; l’ambiente car-oriented – le città dove si può spostarsi camminando e con un buon sistema di trasporto pubblico e circa il 10% di abitanti che lo usano per recarsi al lavoro hanno visto crescere la loro popolazione meno delle città dove più del 70% della gente si sposta in auto da sola. In generale il tasso di crescita delle città con un consistente patrimonio edilizio costruito prima del 1939 sono cresciute molto meno di quelle con un patrimonio edilizio molto recente. middle class. Il modello doughnut è dovuto a fattori economici, cioè alla ricerca di terreni meno costosi e regimi fiscali più convenienti, e alle scelte politiche ispirate al liberismo e al conseguente sistema di gestione del territorio. 14 Il governo (federale, statale, locale che sia) è infatti tradizionalmente riluttante ad interferire con il private land use e ad imporre controlli al public land use e generalmente l’ente pubblico non ha possi15 bilità di coazione con l’imprenditore. Il modello doughnut è conseguenza della ricerca di specifici living patterns dell’american dream 16 , 13 La città di media grandezza sono quelle che vanno dal n.101 al n.200 nella lista delle più grandi città degli Stati Uniti per popolazione, che resta così compresa fra i 98.000 e i 170.000 abitanti. I dati sono ricavati da Jennifer S. Vey, Benjamin Forman, Demographic Change in Medium-Sized Cities: Evidence from the 2000 Census, Brookings Institution Center on Urban and Metropolitan Policy, luglio 2002 14 Un testo dettagliato sui motivi che hanno portato alla costruzione della “grande ciambella” è l’articolo di June Manning Thomas, The cities left behind, Built Environment vol.17 n.3/4 1992. 15 Questa tendenza si è acuita specialmente dagli anni ’80 con la politica di Reagan. 16 L’american dream è l’aspirazione alla libertà individuale, al benessere e alla proprietà della casa, in una parola, come dice la Costituzione, alla ricerca della felicità. Marcello D’eramo, Il maiale ed il grattacielo, 1995 afferma: “Questo 5 cioè la decentralizzazione di alloggi, servizi e strutture every American family, thus contributing to the produttive è coerente con l’offerta che il sistema so- development and redevelopment of communities and cio-politico americano fa all’individuo: tutti – grosso- to the advancement of the growth, wealth, and secu- modo - devono poter cercare la loro felicità e conse- rity of the Nation.” guentemente vivere dove vogliono e come possono Che “a decent home and a suitable living envi- (everything everywhere). Il sogno americano ha potu- ronment” dovesse essere la casa isolata su lotto in un to diventare suburbano, quindi, anche per il sostegno contesto suburbano è diventato evidente nel tempo. I avuto suburbi sono cresciuti 10 volte di più che le central dalle politiche governative. Il preambolo dell’Housing Act del 1949 così recitava: cities durante gli anni del boom (’50 e ’60). Il Federal “The Congress declares that the general welfare and Housing Authority17, infatti, garantiva mutui agevo- security of the Nation and the health and living stan- lati esclusivamente a chi intendeva comprare una casa dards of its people require housing production and che, per caratteristiche costruttive e per forma del related community development sufficient to remedy contesto, si conformasse agli standard stabiliti dalla the serious housing shortage, the elimination of sub- stessa FHA, che così imponeva precisi parametri di standard and other inadequate housing through the progettazione ai lottizzatori e indicazioni sulla compo- clearance of slums and blighted areas, and the reali- sizione sociale con l’obiettivo di diminuire il rischio zation as soon as feasible of the goal of a decent dell’investimento home and a suitable living environment for dell’insediamento. Fra questi parametri c’era la prefe- e il valore nel tempo renza per grandi lottizzazioni, case isolate su lotto da sogno consiste nella propria casetta, con il suo giardinetto, nella propria automobile con il suo garage e null’altro, niente di più poetico o profondo. A chi lo guarda dall’esterno i pezzi di questo sogno sembrano insostenibili, rovinosi. Eppure ha mosso centinaia di milioni di persone, le ha convinte ad abbandonare la patria, la famiglia ad affrontare l’ignoto, sfidare una società ostile, razzista... per 60 milioni di famiglie Americane questo sogno si è avverato nella forma della proprietà: esse possiedono la loro casa.” D’eramo si inscrive nella schiera dei commentatori che vedono suburbia come insostenibile e rovinosa, critica di cui discuteremo nei successivi capitoli. Sull’importanza della proprietà e sull’importanza della città Dolores Hayden in Redesigning the american dream afferma con una certa enfasi: “the dream house is a uniquely american form, because for the first time in history a civilization has created a utopian ideal based on the house rather than the city or the nation”. Hayden esprime in modo chiaro, quindi, come l’attenzione si sposti dalla costruzione della città, cioè della casa comune, alla costruzione dell’abitazione del singolo. Robert Bruegmann ne The american city: urban aberration or glimpse of the future? in Preparing for the urban future, global pressure and local forces, a cura di M.Cohen, B.Ruble, J.Tulchin, A.Garland, Woodrow Wilson 1996, sostiene che il nuovo paesaggio urbano è dovuto tanto al sistema economico che alle aspirazioni degli Americani, infatti nessuna politica di governo della crescita è riuscita a modificare il corso dello sviluppo suburbano, nemmeno i piani regionali e le New Towns degli anni ’60 e ’70 perchè tale sviluppo urbano, sostiene Bruegmann, corrisponde alle aspirazioni dei cittadini. Anche Robert Fishman individua una continuità fra la nascita dell’aspirazione suburbana e la situazione attuale. La questione se la situazione attuale sia scelta (il mercato produce secondo la domanda) o subita (ai cittadini non viene offerta una pluralità di situazioni insediative) dagli utenti divide gli studiosi. È comunque difficile dire se sono gli Americani che vogliono la casa isolata ed il suburbio o se invece non hanno possibilità di scelta perchè gli viene offerto solo quello. Le statistiche non rendono conto delle preferenze e dei desideri, perchè non possono distinguere fra necessità e scelta, ma sono comunque significative. Circa 75% del totale delle costruzioni dell’ultima decade è collocato in suburbia. Secondo la ditta di real estate Cushman&Wakefield nel 1999 sono stati aggiunti 69 milioni di piedi quadrati, cioè il 92,6% del totale, al mercato immobiliare suburbano. Secondo Brookings Institute nel 1998 più del 80% delle nuove residenze sono state costruite in suburbia. disegnare con stili tradizionali, omogeneità socioeconomica degli abitanti. La proposta del tipo edilizio e conseguentemente dell’insediamento a bassa densità si accompagna al mito della libertà di spostamento e di insediamento, obiettivo del Federal-Aid Highway Act del 1956 che comprende il decentramento fra i suoi obiettivi: “to disperse our factories, our stores, our people; in short to create a revolution in living habits”. L’american dream è stato ed è essenzialmente un sogno suburbano, poichè la casa isolata su lotto viene considerata, nell’immaginario collettivo della società americana, la forma di residenza in grado di garantire il maggior benessere alla famiglia e al singolo, perchè in grado di offrire comfort e privacy, sicurezza cioè protezione dal diverso lontano dalle insidie della città, 17 La Federal Housing Authority (FHA) è stata istituita nel 1934 dal National Housing Act all’interno dei programmi del New Deal ispirati a Keynes per rivitalizzare il mercato immobiliare e per incoraggiare la proprietà della casa; ha svolto un ruolo importante all’interno della gestione statale del secondo dopoguerra. FHA garantiva le banche che finanziavano le spese di costruzione e i mutui alle famiglie per l’acquisto di un alloggio. I mutui erano molto convenienti (10% di deposito, 5,5% di interesse) e a lungo termine (fino a 30 anni). FHA cercava di proteggere il futuro valore immobiliare degli alloggi che garantiva e attribuiva per questo assicurazione solo agli insediamenti che garantivano stabilità: erano malvisti diversità di alloggi, diversità di classe degli abitanti, diversità di razza. Infatti pochi, pochissimi afro-Americani hanno goduto dei mutui della FHA. Nel 1953 Levittown a Long Island aveva una popolazione di circa 70.000 persone ed era probabilmente la più grande community degli USA senza neanche un abitante afro-Americano. FHA ha anche controllato le operazioni di ristrutturazione degli slums e dell’urban renewal. Sylvia C. Martinez, The Housing Act of 1949: Its Place in the Realization of the American Dream of Homeownership, Federal Housing Finance Board, Housing Policy Debate Vol. 11, Issue 2 467, Fannie Mae Foundation 2000, rintraccia l’evoluzione American dreamscape libertà di espressione della propria individualità e so- tasse e tagliare le spese per le infrastrutture ed i ser- prattutto contatto con la natura adeguatamente ad- vizi). 18 domesticata . Il suburbio è così una precisa forma spaziale e sociale, rappresentazione persistente e Lo sviluppo del modello doughnut e della forma condivisa di come debba essere la dimora della fami- spaziale e sociale del suburbio hanno dato origine ad glia e conseguentemente il suo modello di vita. La alcune questioni, due in particolare sono diventate costruzione del suburbio comporta, infatti, la separa- importanti filoni di analisi critica: la segregazione e zione tra città e periferia, la separazione tra spazio il decadimento del legame sociale, la privatizza- dell’abitare e spazio della produzione, la separazione zione dello spazio pubblico e la costruzione di fra gruppi sociali. governi privati. Le geografie dell’ingiustizia, i social Per capire la strategia dell’abbandono dei Central edges, i ghetti urbani, le gated communities e i defen- Business District bisogna comprendere come la que- sible space, le residential community association cioè i stione economica abbia la priorità nel governarne le governi privati, hanno trovato dure critiche nelle paro- sorti, non essendo downtown che in piccola parte il le dei geografi di ispirazione marxista come David luogo dove la cittadinanza si autorappresenta attra- Harvey o Neil Smith e nei testi di Mike Davis ; il pro- verso la sua storia e i suoi simboli diventati architettu- cesso di privatizzazione è stato condannato ad esem- ra. Guido Martinotti sostiene che la principale differen- pio da Richard Sennett, poichè sembra aver annullato za fra le città americane e quelle europee sta nel si- l’interazione, il confronto, il dibattito politico, l’incontro 19 20 gnificato attribuito ai luoghi simbolici . Le città fertile con il diverso e in ultima analisi la civitas, la americane generalmente si sviluppano attorno a nodi comunità. Oltre a Sennett è essenziale ricordare gli funzionali: porti, svincoli autostradali, ferrovie (non autori di Variation on a theme park, the new american una piazza, una chiesa, un municipio, un’università, city and the end of public space che discutono la pre- cioè i simboli del potere civile, religioso o culturale) e senza e l’uso dello spazio pubblico nella metropoli per questo nessuna parte della città è sacra, tale da contemporanea. Questi temi ritorneranno ricorrente- venire sottratta al mercato. Se non viene riconosciuto mente nei prossimi capitoli. un valore simbolico delle parti della città si lascia spazio alla necessità del profitto economico e se necessa- FRANK L.WRIGHT MISLEADING rio si abbandona quanto non più conveniente e rappresentativo. Il CBD si trasforma quindi anche radicalmente a seconda delle vicende dei mercati immobiliari. Il modello doughnut è anche dovuto alla divisione del territorio metropolitano in molti governi locali, per la preferenza tradizionalmente accordata alla incorporation – il formarsi di nuove municipalità – rispetto alla annexation – l’annessione dei nuovi insediamenti alle municipalità esistenti -, fenomeno nato dalla volontà all’autodeterminazione, ma che ha provocato nel tempo competizione fra le municipalità e ha tenuto la ricchezza nei suburbi, contribuendo così al progressivo impoverimento delle strutture della città (che per il diminuito valore delle proprietà immobiliari, infatti, i governi di downtown hanno dovuto alzare le del mercato dei mutui e le politiche per incoraggiare la proprietà. 18 I promotori del suburbio, e quindi della bassa densità, sono i più illustri protagonisti del dibattito architettonico e urbanistico degli USA; uno per tutti: Frederick Law Olmsted, secondo il quale l’urban environment ideale deve essere una sintesi di landscape e cityspace, poichè i vantaggi della civilizzazione trovano la realizzazione migliore in quartieri suburbani dove l’abitazione di ogni famiglia stia a 50 o 100 piedi o più (15 o 30m) una dall’altra e ad una certa distanza dalla strada. 19 Guido Martinotti, I simboli e la città, Corriere Della Sera, 10 febbraio 2000. Una riflessione sulla forma della città americana contemporanea sembra non poter non far riferimento a Broadacre City. Quanto nella costruzione del modello di urbanizzazione ed insediamento che ha portato 21 alla città attuale abbia influito Broadacre City , cioè quanto lo sforzo estremo di immaginazione di F.L.Wright abbia influenzato l’immaginario disciplinare e conseguentemente la effettiva costruzione della realtà resterà una questione aperta, perchè è stupefacente quanto il paesaggio disperso attuale sembri richiamare l’idea di Wright. La constatazione della crisi delle core cities, soprattutto, non può – con un facile transfer - non richiamare le affermazioni di F.L.Wright contenute in The disappearing city del 1932 e poi sempre in seguito confermate: la città come noi oggi la conosciamo è brutta, congestionata, mal ammini- 20 Per capire quanto pervasiva sia la disparità si veda David Rusk, The "Segregation Tax": The Cost of Racial Segregation to Black Homeowners, Brookings Institution Center on Urban and Metropolitan Policy october 2001. Per quano riguarda i governi privati si veda in particolare Evan MacKenzie, Privatopia: homeowner association and the rise of residential private government, Yale University Press 1994. Rimando al paragrafo Why are suburbs so bad? 21 E insieme a questa il concetto di regional planning del RPAA, che peraltro non ha sostenuto la Usonian Vision di Wright. 7 strata ed economicamente fallimentare e perciò la rapporti sociali e la divisione fra le classi socioecono- città è destinata a morire. Dagli anni ’30 agli anni ’60 miche), ma ha potuto poco influenzare il governo, i la proposta Broadacre City - a new pattern of living for costruttori della metropoli, i developers e i community America - è stata diffusa e discussa soprattutto per builders. Il suburbio attuale non ricorda l’organismo di l’impegno di Wright in conferenze, incontri, articoli F.L.Wright se non per la decentralizzazione (deconge- (fra cui anche la petizione alla amministrazione Roo- stione fallita), ma campagna e città non sono diventa- svelt) e per la sua contrapposizione alle proposte del te una cosa sola come nelle sue speranze: la città ha CIAM. Molti autori hanno richiamato F.L.Wright come invaso la campagna. Il suo obiettivo, inoltre, che ogni il vincitore sulla lunga distanza, il miglior interprete famiglia venga in possesso di almeno un acro di terra della della (minimum of one acre to the family) ha una sini- middle class; molti autori citano a paragone Broadacre stra assonanza con la densità più spesso oggi attribui- City ta allo sprawl: minore od uguale a 1 alloggio per acro, cultura suburbana commentando la dell’individualità città e contemporanea. Però l’influenza di Wright sulla costruzione della metropoli dispersa passa in secondo piano se si considerano almeno altri due fattori 22 : la tendenza anti-urbana pervasiva e il mito della vita a contatto con la natura proprio della cultura nord-americana, che devono essere fatti risalire all’ideologia agraria di Thomas Jeffer23 son e che Wright asseconda e richiama ; i finanziamenti federali distribuiti attraverso la Federal Housing Administration rivolti principalmente a case unifamiliari in nuovi insediamenti e le regole di costruzione del suburbio stabilite dalla stessa che dei caratteri formali e compositivi di Broadacre City sembrano prendere a riferimento soltanto il tipo edilizio “ranch”. F.L.Wright ha contribuito a consolidare l’idea del decentramento ed è stato profetico nell’immaginare una città suburbana composta in qualche modo dagli stessi elementi che compongono la città dispersa attuale (autostrade e strip mall, centri di distribuzione e luoghi di ritrovo concentrati, case isolate, edifici per la produzione e il commercio isolati, ma anche la convenzionalità dei 22 Bisogna considerare anche il fatto che FL Wright non ha mai ricevuto incarichi dall’amministrazione pubblica, tranne il progetto di edilizia pubblica del 1941 non realizzato (Cloverleaf units a Pittsfield, MA) e il suo valore non è stato riconosciuto dall’AIA. Si veda Donald Leslie Johnson, Frank Lloyd Wright versus America: the ‘30s, The MIT Press, Cambridge, MA 1990. 23 Wright stesso era cosciente di assecondare tendenze già in atto: “All’America non occorre aiuto per Broadacre City. Verrà costruita a caso. Perchè non progettarla?” come ricorda Paola Viganò in La città elementare; Peter Hall in Cities of tomorrow afferma come sia stato Wright ad essere in sintonia con la situazione: F.L.Wright vision was perfectly attuned to the conditions of its time. [...] in the process it managed in a rather extraordinary way to weave together almost every significant strain of American urban – more precisely anti-urban – thinking. [...] No one liked it. [...] this then was the ironic outcome: after World War II a suburban building boom created a kind of Broadacre City all over America, but entirely divorced from the economic basis or the social order Wright had so steadfastly affirmed; si veda anche Giorgio Ciucci, La città nell’ideologia agraria e F.Ll.Wright. Origini e sviluppo di Broadacre, in G.Ciucci, F.Dal Co, M.Manieri Elia, M.Tafuri, La città Americana dalla guerra civile al New Deal, 1973; Robert Fishmann, Urban Utopias in the XX century, Howard, FLWright, LeCorbusier, 1977; ma anche: Richard Moe, Carter Wilkie, Changing Places, rebuilding community in the age of sprawl, Henry Holt &Co. 1997. come vedremo. American dreamscape 0.1 A M E R I C A N D R E A M S C A P E V E R S U S S P R A W L Che paesaggio ha prodotto la costruzione del so- trollata”; sprawl significa infatti “area characterized by 25 gno suburbano? Che giudizio viene dato a questo pae- irregularly arranged buildings saggio e allo stile di vita dei suoi abitanti? La possibili- l’azione “to grow, develop, or spread irregularly or tà offerta dal sistema politico alla maggioranza dei ungracefully, without apparent design or plan cittadini di acquistare una casa con giardino, cioè posizione non esito di un progetto o piano), oppure l’iterazione del sogno milioni di volte, non poteva non ancora “low density dispersed development extending portare alla diffusione delle aree urbanizzate. La diffu- away from existing population centers” sione è stata enorme nella maggioranza dei casi e la sità e allontanamento). Il General Environmental decentralizzazione radicale, ha smesso di piacere tan- Multilingual Thesaurus to da mettere in crisi il sogno stesso in quanto feno- lata di sprawl come: “The physical pattern of low- meno collettivo, non in quanto espressione individua- density expansion of large urban areas under market le. Sia la dimensione quantitativa del fenomeno che la conditions into the surrounding agricultural areas. qualità del paesaggio urbano prodotto, che ha comin- Sprawl lies in advance of the principal lines of urban ciato ad essere chiamato sprawl, hanno suscitato criti- growth and implies little planning control of land sub- che e paure e in alcuni casi proposte di intervento. division. Development is patchy, scattered and strung Cosa è quindi sprawl e perchè il suburbio è stato in- out, with a tendency to discontinuity because it leap- terpretato come sprawl? frogs over some areas, leaving agricultural enclaves.” ” (disordine), oppure 27 28 26” (com- (bassa den- offre una definizione artico- La lettura come sprawl del territorio costruito exurbano e delle pratiche per costruirlo deriva molto QUALCHE INTERPRETAZIONE DI UN CONCETTO VAGO “Sprawl” o “urban sprawl” non può essere tradotto con proprietà con la parola “dispersione” o “città 24 spesso da un giudizio negativo sull’oggetto in questione. Con la parola sprawl sembra possibile indicare ogni aspetto percepito come deteriore della regione urbana contemporanea. Sprawl diventa sinonimo del diffusa” , ma piuttosto con “espansione urbana incon- modello dominante di costruzione della città america- 24 diversa natura delle concentrazioni disperse (edge cities versus antichi nuclei urbani), nella dimensione dell’intervento di trasformazione e nella dimensione degli spazi a disposizione (lottizzazioni di molti ettari in territorio non urbanizzato versus costruzione lotto per lotto in un pulviscolo di preesistenze, anche se oggi sembra essere terminata la fase “fai da te” della dispersione insediativa; si potrebbe dire che la città diffusa è costruita nota per nota mentre lo sprawl è costituito di grandi blocchi di materiali prefabbricati giustapposti e senza ibridi); nella preponderanza dell’investimento finanziario e della convenienza economica dei developers nel governare lo sprawl versus il finanziatore pubblico o privato di piccole dimensioni nella città diffusa e la democratizzazione dei beni posizionali; nella pianificazione dell’insediamento (l’estrema flessibilità della pianificazione in US - un piano deve dare garanzia di elasticità e presentare la minima resistenza all'iniziativa produttiva – versus la specifica politica locale, anche se spesso incerta ed implicita). Che relazione è possibile individuare fra sprawl e città diffusa, fra il loro significato come anche fra la realtà a cui vogliono fare riferimento? Provo qui di seguito ad abbozzare una riflessione su una questione tanto vasta. In termini generali sprawl e città diffusa sono due concetti diversi, perchè nascono da un atteggiamento critico differente. Se con città diffusa non si intende esprimere un giudizio, ma si cerca di interpretare una nuova forma non morfologica, una “tipologia di organizzazione spaziale, [...] un territorio ampio, a sviluppo estensivo e a funzionalità urbana, che manca di intensità e continuità” - come propone Francesco Indovina, nell’introduzione alla raccolta di scritti La città diffusa, DAEST Venezia 1990 - cioè quel fenomeno di insediamento extraurbano che si estende a bassa densità su vaste regioni, ben connesse fra loro e comprese fra città più o meno compatte, che è esito della sommatoria di una moltitudine di sforzi per la maggior parte individuali – e che per questo non permette di leggervi un ordine ed una situazione gerarchica - e che ingloba ed investe i nuclei densi preesistenti, lo sprawl è un concetto molto più vago nell’oggetto exurbano che vuole individuare e non indica solo l’occupazione del territorio, ma il modo in cui questa avviene e su questo modo esprime un giudizio, che tende ad annullare le differenze fra le numerose realtà; infatti non intende principalmente descrivere - il fenomeno viene assunto, infatti, come dato e compreso - ma classificare con connotazione negativa l’espansione delle metropoli che avviene senza rispondere alle strategie di un piano urbanistico e per questo senza un ordine ed organizzazione, per grandi lottizzazioni e investimenti immobiliari. La questione del giudizio da dare a questa forma territoriale è presente anche in chi studia la città diffusa, ma rimane sottesa, non essendo l’obiettivo del dibattito. Andrè Corboz, in L’ipercittà, sostiene infatti che chi studia la città diffusa, nella sua interpretazione l’ipercittà, cercando le ragioni profonde che hanno prodotto questa forma dell’insediamento, deve cercare un ordine dove si percepisce il caos, archiviando momentaneamente il concetto di armonia. Alcune grandi differenze fra città diffusa e sprawl che possono essere evidenziate consistono nella storia dell’uso del territorio (negli USA molto spesso il territorio della dispersione non è un palinsesto, stratificazione di segni, ma una carta vergine), nella Entrambi questi concetti, sprawl e città diffusa, pongono la questione se si sia effettivamente verificato il passaggio da una urbanizzazione diffusa ad una città diffusa, cioè se lo spazio complessivo viene utilizzato come città, se lo spazio abbia dignità di città grazie ad investimenti infrastrutturali e dotazione di servizi. I due concetti denunciano entrambi un mutamento di stato e non fanno riferimento a realtà exurbane sostanzialmente diverse, nel senso che si tratta in entrambi i casi di aree principalmente a bassa densità, dove posti di lavoro, attività commerciali e servizi sono compresi fra le zone residenziali o raggruppati attorno alle arterie di traffico automobilistico e la relazione con il centro urbano non è più di dipendenza, anzi talvolta è completamente assente, cioè l’organizzazione spaziale è caratterizzata da connessioni orizzontali e quindi dall’assenza di gerarchie spaziali. 25 Babylon Dictionary Online. 26 Merriam Webster Dictionary Thesaurus 2002. 27 Institute for Local Governance and Regional Growth, University at Buffalo, New York. 28 European Environmental Agency (GEMET 2000). 9 na e condanna alla dispersione insediativa che contri- - conseguenza di variabili indipendenti, quali il gover- buisce al raggiungimento dell’american dream. Secon- no frammentato del territorio, la cattiva pianifica- 29 do Margaret Crawford zione, lo zoning... sostanzialmente non c’è diffe- renza fra urban growth e sprawl, non perchè si possa - causa di sgradite esternalità, come la dipendenza dire che tutto quello che si aggiunge alla città esisten- dall’auto, l’isolamento dei poveri in centro città, la te sia disordine e frammentazione, ma perchè chi usa confusione fra residenze e luoghi di lavoro, la perdi- questo termine lo fa in modo ideologico, il più delle ta di qualità ambientale… volte generalizzando e senza operare lo sforzo di definire l’oggetto della discussione, riferendosi in modo Il dibattito su sprawl raccoglie elementi fra loro indistinto all’intero mondo urbano che sta all’esterno spuri perchè coinvolge in modo trasversale alcuni am- del Central Business District. biti disciplinari (la pianificazione urbanistica, le politi- La letteratura che si dedica alla comprensione e che pubbliche, la salute pubblica, l’economia, la finan- descrizione di sprawl tende a confondere cause, con- za...) e interessa un pubblico piuttosto vasto. Può es- 30 seguenze e condizioni . Urban sprawl è infatti un no- sere utile ripercorrere attraverso alcuni esempi, senza me applicato a molte condizioni: viene usato tanto per intenzioni di completezza vista l’estensione della pro- indicare i modelli di insediamento residenziale e duzione bibliografica in merito, l’accezione del termine non, che per i processi di espansione delle aree nei testi relativi al land use in ambiente americano. urbanizzate, che per le ragioni dell’uso di alcune pra- In queste interpretazioni sono già presenti i principali tiche di land use, che per le conseguenze di tali pra- temi che compariranno nel dibattito e nella critica de- tiche. La flessibilità e generalità della definizione rende gli anni successivi. 31 possibile identificare con sprawl sia il complesso del Earle Draper, già collaboratore di John Nolen e territorio costruito che i singoli development patterns allora direttore della Land Planning and Housing Divi- che questo territorio compone: dalle planned commu- sion per la Tennessee Valley Authority , è stato uno nites con case raggruppate e funzioni miste ai com- dei primi ad usare il termine sprawl riferito a questioni plessi exurbani a bassissima densità dispersi nella land use: nel 1937 Draper distingue fra città diffusa e campagna, dalla distesa di case isolate su lotto allo città esplosa: “Perhaps diffusion is too kind of word. strip mall e al complesso commerciale di 3 milioni di [...] In bursting its bounds, the city actually sprawled cubi servito dalle autostrade urbane, dal suburbio alto and made the countryside ugly [...], uneconomic in borghese ai bungalow a basso costo, dalla periferia terms of services and doubtful social value." 32 altamente infrastrutturata alle fattorie intercluse nella campagna urbanizzata. È possibile individuare 5 famiglie di significati at- Josep Lluis Sert in Can our cities survive? del 1942 - una delle prime analisi dell’urbanizzazione moderna americana - non usa esplicitamente la parola tribuiti alla parola sprawl: sprawl, ma critica il suburbio attraverso gli stessi temi - constatazione dello stato di fatto di un’area (Los che verranno in seguito contestati allo sprawl: cattiva Angeles, Atlanta, il New Jersey...) - descrizione di uno sviluppo urbano in corso o di una organizzazione complessiva nella distribuzione delle funzioni e impropria densità abitativa. sua fase - giudizio estetico sullo sviluppo urbano 29 Colloquio alla Harvard Graduate School of Design del 16 giugno 2002. 30 Nel tentativo di trovare una definizione che possa aiutare a misurare lo sprawl e così a paragonare differenti situazioni su una base scientifica, sprawl è definito da George Galster, Royce Hanson, Michael Ratcliffe, Harold Wolman, Stephen Coleman, in Wrestling sprawl to the ground: defining and measuring an elusive concept, Housing Policy Debate vol.12 issue 4, Fannie Mae Foundation 2001 come una condizione del land use caratterizzata da alcune combinazioni di alcuni fattori: densità, concentrazione, continuità, clustering, centralità, mixed uses, prossimità. L’impostazione dello studio suscita molte aspettative nel lettore, deluse poi dall’impostazione schematica e quasi statistica della ricerca. Credo, infatti, che sia molto difficile affrontare il tema sprawl cercando di applicare formule matematiche e presupposti scientifici tipici della classificazione delle scienze naturali, non essendoci possibilità di incastrare in matrici e modelli un fenomeno tanto etero- geneo e inevitabilmente soggetto ad una interpretazione soggettiva. 31 Per quanto riguarda la diffusione degli studi sullo sprawl Robert Burchell in Transportation Research Board, The Costs of Sprawl—Revisited, 1998 riporta il riferimento a circa 500 studi su sprawl pubblicati fra il 1970 e il 1998; in questa sede ci limiteremo, quindi, a citare solo alcuni studi per restituire la vastità del problema e della discussione in merito. Secondo i redattori del sito http://parole.aporee.org gruppo a12, udo noll & peter scupelli, la parola urban sprawl compare per la prima volta nel Report of the 1958 National Health Forum, National Health Forum Urban sprawl and health, [March 17-19 a Philadelphia] National Health Council, New York, 1959. Se fosse vero, sarebbe interessante il fatto che è appunto in considerazione dello stato di salute della popolazione che sprawl diventa una questione; si potrebbe vedere in questo quasi un parallelismo con le inchieste sulla salute degli abitanti delle nuove metropoli della rivoluzione industriale. 32 L’istituzione della Tennesse Valley Authority fa parte del programma New Deal e della politica di grandi lavori pubblici e doveva curare lo sfruttamento idroelettrico di un vasto bacino. American dreamscape Nel 1943 Harland Bartholomew incaricato di ri- tled areas intermingled haphazardly with unused vedere il piano del 1923 per Wichita non usa la parola areas”, mettendo l’accento sul carattere frammentato sprawl, ma auspica che la città continui ad espandersi e discontinuo delle aree urbanizzate. Nel 1965 Har- in modo compatto "without an unwarranted outward vey e Clark spreading of population" costruendo nuovi alloggi at- one di Clawson sottolineando però anche il carattere traverso la densificazione delle lottizzazioni esistenti urbano dell’insediamento: “Sprawl is composed of (infill). areas of essentially urban character located at the 35 confermano sostanzialmente la definizi- In questi primi esempi illustri è esplicitamente di- urban fringe but which are scattered or strung out, or chiarata la volontà di resistere ad un fenomeno dete- surrounded by, or adjacent to undeveloped sites or riore. agricultural uses”; anche Ottensmann Soltanto verso la fine degli anni ’50 il termine comincia ad essere usato nella letteratura. The exploding metropolis si nel 1977 chiama sprawl “the scattering of new development on isolated tracts, separated from other areas by vacant Nel 1958 il contributo di William H.Whyte al testo 36 intitola Urban 33 land”. Il più famoso di questi studi economici è l’analisi dei costi dello sprawl promossa nel 1974 da 37 sprawl . Sprawl secondo Whyte è l’eccessiva crescita alcuni dipartimenti del governo centrale dell’area urbanizzata e la mancanza di un pattern of studio non offre una definizione esplicita di sprawl, ma growth, che ha come conseguenza orribile disordine, fa riferimento a un oggetto che sembra chiaramente frammentazione e spreco di risorse: “five acres are individuabile dalla comunità scientifica e che in diverse being made to the work of one and do it poorly”. parti del testo viene indicato come conventional, un- L’articolo di Whyte nasce dalla reazione alla politica planned, low density single family subdivision at the del Federal Highway Act del 1956. Chi come lui affer- urban fringe. Le conclusioni dello studio individuano mava di amare le città, non poteva non replicare alla invece con certezza in sprawl la forma più costosa di volontà di dispersione e esprimere la sua preoccupa- insediamento residenziale in termini di investimento, zione: il testo di Whyte è una requisitoria contro la ambiente e disagi. crescita urbana leapfrog, che ha effetti negativi sulla bellezza del paesaggio, sull’ambiente . Questo Una definizione di sprawl molto completa per naturale, quanto riguarda il processo e le sue conseguenze vie- sull’economia e soprattutto sulla qualità di vita. Whyte ne riportata da Robert H.Freilich che si rifà al conte- in alternativa a sprawl propone quanto si cerca di pro- nuto di una sentenza del tribunale : “a term of art porre anche oggi, cioè alta densità e compattezza de- employed to describe the uncontrolled development of gli insediamenti da collocare in continuità uno con land situated on the outskirts of America’s major ci- l’altro, che il governo compri aree da destinare a spa- ties. It refers to an unfettered form of urban expan- zio aperto in base ad un programma, che compri dagli sion which is characterized by the initial nonuniform agricoltori il diritto di costruire sul loro terreno, così improvement of isolated and scattered parcel of land che essi non possano esercitare questo diritto. located on the fringes of suburbia, followed by the 38 In seguito sprawl è stato sottoposto ad accurate gradual urbanization of the intervening undeveloped analisi per stimare l’impatto in termini economici areas. Aside from its unpleasant aesthetic results, dell’insediamento disperso e una serie di economisti urban sprawl causes premature characterization of the ha prodotto studi e proposto alcune definizioni. Nel nature of an area’s future land use: the unintentional 1962 Marion Clawson 34 definisce sprawl come “rapid planning decisions made by businessmen and devel- spread of suburbs across the previously rural land- opers who are rarely committed to the best interests scape, tendency to discontinuity — large closely set- of the entire community, and have a direct bearing upon the shape of the subsequent development. Fur- 33 William H. Whyte Jr., Urban Sprawl, in The exploding metropolis, a cura di W. H. Whyte, Jr., Garden City, N.Y., Doubleday 1958. In seguito verranno poi coniate varie declinazioni dell’oggetto quali “rural fringe”, “counter-urbanization” and “suburban sprawl”. Mi sembra importante sottolineare come nel mondo statunitense siano spesso i giornalisti i primi ad evidenziare al pubblico le tendenze che stanno emergendo. Whyte infatti è uno dei primi a usare questo termine e a contribuire alla sua fortuna. 34 Marion Clawson, Urban Sprawl and Speculation in Suburban Land, in Land Economics 38 (3) 1962. Clawson afferma che non si può dire se il processo sia economicamente buono o cattivo, ma certamente può essere migliorato per produrre case meno costose. 35 R.O.Harvey, W.A.V.Clark, The Nature and Economics of Urban Sprawl, Land Economics 41 (1) 1965. 36 J. R. Ottensmann, Urban Sprawl, Land Values and the Density of Development, in Land Economics 53 (4) 1977. 37 The costs of sprawl: detailed cost analysis: environmental and economic costs of alternative residential development patterns at the urban fringe / prepared for the Council on Environmental Quality, the Office of Policy Development and Research, Department of Housing and Urban Development, the Office of Planning and Management, the Environmental Protection Agency dal Real Estate Research Corporation - Washington : Government Printing Office, 1974. 38 N.Y.U. L. REV. 723 1972. 11 ther this pattern of random development often results Robert W. Burchell e Naveed A. Shad 42 in un in the waste of valuable land resources, as the inter- articolo del 1999 prova a dare una definizione della mediate areas are not efficiently utilized. Moreover densità di sprawl: “Sprawl is the spread-out, skipped- there are high monetary costs accompanying urban over development that characterizes the non-central sprawl since the price of providing municipal facilities city metropolitan areas and non-metropolitan areas of and services such as sewers, waterlines, roads and the United States. Sprawl is one- or two-story, single- public transportation is substantially increased when family residential development on lots ranging in size the population is scattered throughout a region.” from one-third of one acre to one acre (less acre- Il dibattito più recente offre molte definizioni di age on the West Coast), accompanied by strip com- sprawl e mostra così come si tratti di un tema di mercial centers and industrial parks, also two stories grande attualità. Le diverse definizioni sono proposte or less in height and using a similar amount of land.” da geografi, economisti, urbanisti, architetti, legislato- Bernard Waugh Jr., avvocato Chief Counsel del- ri e sottolineano aspetti diversi del fenomeno metten- la New Hampshire Municipal Association mette in rela- do in evidenza come ancora oggi non sia dato per as- zione sprawl con la necessità dell’uso dell’auto e con sunto cosa sprawl sia, pur nella generale concordanza la quantità di territorio occupato da ogni persona: "A delle interpretazioni. development or change in land use contributes to 39 Dan Solomon , uno dei protagonisti del Congres for the New Urbanism, nel 1987 descrive sprawl “as a sprawl: a) If it increases the need/demand for motor vehicle naïve American idealism, the more we built according trip miles per unit in your community (that is, per to this dream, the less it is of what it was supposed to housing unit, or, in the case of commercial devel- be”. Solomon continua elencando 5 motivi che rendono inaccettabile lo sprawl: opment, per unit of economic activity); b) - It wrecks the landscape blurring the distinction be- If it increases the per person or unit amount of land space devoted to cars (road surface, parking tween countryside and town; lots, etc) -- or if it, by causing congestion, in- - it devours resources; creases the demand for devoting space for cars; - it uses people's time in terrible ways; c) If it otherwise increases the per person or per - it is discriminatory to people who are not in the unit consumption or fractionalization of land areas 'market sector' being by nature homogenizing and which would otherwise be open space -- agricul- intolerant; ture, forestry, recreation, wildlife habitat, etc." 43 - it is a sanitized anti-urban world of diminished experience and diminished insight for its inhabitants”. Altshuler e Gomez-Ibanez 40 nel 1993 propon- Richard Moe , presidente del National Trust for Historic Preservation, definisce sprawl come "poorly planned, land-consumptive, automobile-dependent gono una definizione di sprawl descrivendo il tipo di development designed without regard to its surround- sviluppo associato: “continuous low density residential ings" e identifica due tipi di sprawl: "sellscape" retail development on the metropolitan fringe, ribbon low development frequently spurred by major discount density development along major suburban highways chains such as Wal-Mart and K-Mart, occurring along and development that leapfrogs past undeveloped major arteries and at highway interchanges; and land to leave a patchwork of developed and undevel- “spread out” residential development, usually consist- oped tracts”. ing primarily of single-family detached houses, located Nel 1996 gli autori dell’articolo Urban Form, Energy and the Environment: A Review of Issues 41 de- on the edges of existing communities or "leapfrogging" into previously undeveloped areas. finiscono sprawl come “the segregation of residential Una definizione di "urban sprawl" è stata data from other land uses, with the greater part of resi- anche dal Department of Community Affairs della dences locating in peripheral suburbs”, introducendo Florida 44 che ha curato la legge statale per il growth nella definizione il concetto di separazione degli usi e il carattere necessariamente periferico dello sprawl. 39 Danield Solomon, Fixing Suburbia in The Pedestrian Pocket: New Strategies, 1987. 40 Alan Altshuler, Josè A.Gomez-Ibanez, Regulation for revenue: the political economy of land use exactions, The Brookings Institution, 1993. 41 W. P. Anderson, P. S. Kanaroglou et al., Urban Form, Energy and the Environment: A Review of Issues, Evidence and Policy, Urban Studies 33 (1) 1996. 42 Robert W. Burchell, Naveed A. Shad, The Evolution of the Sprawl Debate in the United States, Hastings College of the Law winter 1999. 43 Richard Moe, Growing Smarter: Fighting Sprawl and Restoring Community in America, National Trust For Historic Preservation, 1996. 44 Rule 9J-5.003, Florida Administrative Code, entitled Definitions. American dreamscape 45 management : "Urban sprawl means urban develop- - dominanza del trasporto tramite automobile, ment or uses which are located in predominantly rural - assenza di una pianificazione e di un controllo sul land use, areas, or rural areas interspersed with generally lowintensity or low-density urban uses, and which are - sviluppo di strip commerciali molto estese, characterized by one or more of the following condi- - grande disuguaglianza fiscale fra le diverse località, tions: - a) - fiducia principalmente “on the trickle-down or filter- The premature or poorly planned conversion of ing process to provide housing to low-income rural land to other uses; b) c) segregazione dei diversi land uses, households”. The creation of areas of urban development or uses which are not functionally related to land Questi aspetti diventeranno il bersaglio delle uses which predominate the adjacent area; or critiche dei sostenitori di smart growth. The creation of areas of urban development or uses which fail to maximize the use of existing Oltre alle definizioni di sprawl offerte dagli studiosi public facilities or the use of areas within which in relazione al land use molte altre definizioni sono public services are currently provided. Urban dovute ai gruppi di attivisti che si battono per la difesa sprawl is typically manifested in one or more of dell’ambiente, come illustrato nell’appendice I, essen- the following land use or development patterns: do la questione ambientale uno dei motivi principali Leapfrog or scattered development; ribbon or che spingono al rifiuto del modello insediativo domi- strip commercial or other development; or large nante. Il termine “sprawl” è oggi diventato di uso co- expanses of predominantly low-intensity, low- mune, poichè sembra esserci una generale consape- density, or single-use development.” volezza verso l’oggetto e una diffusa conoscenza del George Galster, professore di Urban Affairs alla problema per esperienza diretta. Gli esempi di queste Wayne State University, alla conferenza Fair Growth definizioni sono molto numerosi: connects Sprawl, Smart growth and Social Equity “Sprawl is low-density development beyond the promossa dalla Fannie Mae Foundation nel novembre edge of service and employment, which separates 2000 ha identificato “eight distinct land use dimen- where people live from where they shop, work, recre- sions that should be included when defining sprawl: ate, and educate - thus requiring cars to move be- density, continuity, concentration, compactness, cen- tween zones.” 47 trality, nuclearity, diversity, and proximity. Sprawl is “Sprawl describes land development trends and defined as a condition of land use that is represented patterns that are wasteful because they tend to con- by low values on one or more of these dimensions”; sume an unnecessarily large amount of natural re- secondo questi criteri Atlanta, GA, è la città più sources, require redundant capital investments (public sprawling degli USA. facilities and infrastructures), and waste considerable La dettagliata spiegazione offerta da Anthony human resources by making people commute un- Downs tiene assieme i diversi aspetti evidenziati dalle necessarily long distances. Sprawl is also wasteful diverse definizioni ed è una buona chiosa di questa because it causes the under-utilization of the sizable presentazione. Secondo investments already made in urban areas.” Downs sprawl si verifica 46 quando si è in presenza di : - espansione illimitata, insediamenti residenziali e commerciali a bassa densità, “Sprawl is dispersed development outside of compact urban and village centers along highways and in rural countryside.” - insediamenti discontinui e dispersi (leapfrog development), - frammentazione della gestione del land use fra pic- 48 Il sito 49 “PlannersWeb” raccoglie sprawl date da singoli cittadini 50 definizioni di poiché ritiene che cole municipalità a carattere locale, 47 The Sierra Club, Report On Sprawl 1998. 48 Si veda il paragrafo relativo nel capitolo dedicato a smart growth. Grow Smart Rhode Island 2000. 49 Vermont Forum on Sprawl 1999. 46 50 45 In occasione della Transportation Research Conference, Minneapolis, MN, nel maggio del1998; mi sembra interessante che ancora nel 1998 Downs debba fornire le caratteristiche di sprawl, cioè che ancora non sia dato per assunto dalla comunità disciplinare cosa sprawl sia; il ragionamento di Downs è riportato anche nel testo Charter of the new urbanism, Region, neighborhood, district and corridor, block, street and building, edited by Kathleen McCormick e Michael Leccese, Congress for the new urbanism, Mc Grow – Hill 2000. Per esempio: Kurt Seidel of Phoenixville Borough, Pennsylvania: "Sprawl is characterized by housing not located within walking distance of any retail." Craig Kelly: "Sprawl is NOT the consumption of farms and green space. It is: Disadvantageous development that: separates uses, accomodates the automobile, provides densities that render transit options unattainable, exists anywhere and cannot be discouraged by "Growth Boundaries." John Elsden of Manchester, New Hampshire "Sprawl is the result of inappropriate land devel- 13 simili tentativi di definizione aiutano a capire lo stato americane, nella definizione di un giudizio su questa della comprensione del problema e quali siano gli a- forma inedita nel modo e nella dimensione della di- spetti che vengono percepiti come negativi e che do- spersione insediativa gioca un ruolo essenziale la voce vrebbero quindi essere oggetto di intervento. Risulta di Lewis Mumford, che costruisce a cavallo degli chiaro senza sorprese come i fattori principali messi in anni ’50 e ‘60 la retorica dello sprawl assumendo a evidenza dai cittadini siano: il degrado dell’ambiente, modello la città che era e il suo sistema di decentra- il traffico insostenibile, la disgregazione della comuni- mento. Il seguente brano è uno splendido spaccato tà, l’impossibilità di far ricorso a mezzi alternativi della sua critica e di questa retorica: all’auto per gli spostamenti. “The ultimate outcome of the suburb's alienation from the city became visible only in the twentieth century. In the mass movement into suburban areas a new kind of community was produced, which caricatured both the historic city and the archetypal suburban refuge: a multitude of uniform, unidentifiable houses, lined up inflexibly, at uniform distances, on uniform roads, in a treeless communal waste, inhabited by people of the same class, the same income, the same age group, witnessing the same television performances, eating the same tasteless pre-fabricated foods, from the same freezers, conforming in every outward and inward respect to a common mold, manufactured in the central metropolis. Thus the ultimate effect of the suburban escape in our time is, ironically, a low-grade uniform environment from which escape is impossible. […] On the fringe of mass Suburbia, even the advantages of the primary neighborhood group disappear. The cost of this detachment in space from other men is out of all proportion to its supposed benefits. The end product is an encapsulated life, spent more and more either in a motor car or within the cabin of darkness before a television set: soon, with a little more automation of traffic, mostly in a motor car, travelling even greater distances, under remote control, so that the one-time driver may occupy himself with a television set, having lost even the freedom of steering wheel. Every part of this life, indeed, will come through official channels and be under supervision. Untouched by human hand at one end: untouched by human spirit at the other. Those who accept this existence might as well be encased in a rocket hurtling through space, so narrow are their choices, so limited and deficient their permitted responses. Here indeed we find 52 The Lonely Crowd.” Riassumendo: secondo i autori diversi sprawl è un territorio costruito ma non esito di un progetto, disperso a bassa densità, eccessivo per estensione, brutto, disordinato, frammentato, discontinuo, luogo vago fra città e campagna, antieconomico perchè causa di spreco di risorse, di scarso valore sociale, composto di funzioni segregate e di parti socialmente segregate, regno delle auto e soprattutto deposito di sogni mai raggiunti, che obbliga ad un sistema di vita insoddisfacente. RADICI DELLA CRITICA AL MODELLO DI INSEDIAMENTO Quando e perchè urban growth diventa sprawl? Quali sono, cioè, le radici della critica al modello pervasivo di insediamento? La critica allo sprawl ha radici lontane nel tempo e deve essere ricondotta alla critica a suburbia poichè nasce contemporaneamente alla sua realizzazione a cavallo degli anni ’50 e ‘60. Fra i protagonisti della costruzione della grande immagine critica c’è differenza di opinione e di intenti, ma il giudizio che viene dato di sprawl o quello che si può desumere è concorde. 51 Nel paragrafo precedente ab- biamo visto qualche definizione del fenomeno che devono essere messe in relazione con questa immagine critica. La critica a questa forma insediativa o ad alcuni suoi aspetti, anche se non viene esplicitamente ricordata ancora come sprawl ma come suburbanizzazione, è feroce e attenta sin dall’inizio della sua formazione e vede d’accordo la maggior parte del mondo intellettuale, che si schiera così contro quello che stava andando a formare il paesaggio abitato ed apprezzato dalla maggioranza della middle class americana. Come è ben noto nella definizione dell’attitudine verso il fenomeno della suburbanizzazione delle città opment policies over the past 50 years which has made the American Public unable and unwilling to walk anywhere, except in older cities where there is a great mix of development." 51 È difficile dire quanto siano stati influenti questi scritti sulla pratica urbanistica e sull’immaginario collettivo negli Stati In questo brano Mumford evidenzia non i danni al territorio o la poca efficienza economica del sistema, ma la sostanziale disarmonia del paesaggio che si viene a determinare, il fallimento nel raggiungere l’obiettivo di costruire lo spazio di vita desiderato - che appena raggiunto necessariamente perde le caratteristiche per cui era ricercato - e soprattutto le conseguenze negative sulla vita dei singoli e il declino della vita civica, aspetti che diventeranno componenti importanti della critica allo sprawl. Secondo Mumford la realizzazione dei sogni del suburbanita non può essere raggiunta con l’evasione individuale, poichè non ci si può arrivare che con la ricostruzione sociale. Uniti; visto quanto e come si è sviluppato il suburbio si potrebbe dire che sono stati totalmente inefficaci. 52 Lewis Mumford, The City in History: Its Origins, Its Transformations, and Its Prospects. New York: Harcourt, Brace and World Inc., 1961. American dreamscape A Mumford si uniscono altre voci. È grande servare una anteprima del nuovo uomo e della nuova l’influenza di Jane Jacobs – non per nulla di matrice etica è “new suburbia (ndr.: new in quanto nuovo fe- newyorkese - che esaltando la diversità/diversity e nomeno, non nuova rispetto al precedente) the pa- quanto fa della città un posto ricco di vitalità, piacevo- ckaged villages that have become the dormitory of the le ed accessibile, si schiera nella difesa della great city new generation of organization men, a new social in- contro le proposte di Stein e Bauer, sostenitori della stitution”. Ecco quindi che Whyte propone una nuova decentralizzazione e della vita suburbana, e contro il qualità regionalismo di Mumford e del RPAA, accusati anche dell’America del dopoguerra e quindi suburbia deve dell’urban renewal. Gli argomenti di Jane Jacobs sono essere riconosciuta come elemento di forza e fulcro molto conosciuti e discussi, in passato ed oggi para- della comunità: “This is the land of rising hope. Sub- dossalmente apprezzati e richiamati da gruppi che urbia has further confirmed them in their optimism. sostengono tesi antitetiche e sono stati molto spesso Here they are surrounded by people like themselves. interpretati come condanna a suburbia, perchè questa They accept constant and considerable improvement apparentemente non permette di godere delle stesse as normal. Suburbia as the land of Great expectation.” caratteristiche della city. Credo sia opportuno però Whyte è uno dei protagonisti nella costruzione dello ricordare come Jane Jacobs non operi una critica di- standard retta a suburbia ed abbia precisato nell’introduzione a dell’interpretazione stereotipata e spesso espressione Death and Life…: “Non vorrei pero’ che le mie osser- di pregiudizi che vede nell’abitante del suburbio un vazioni venissero utilizzate come guida per quanto conformista superficiale dalle prospettive modeste che succede nelle citta’ piccole e nelle aree suburbane, apprezza sopra ogni altra cosa la sua casetta/casona perche’ questi hanno dinamiche completamente diver- molto simile a quelle che la circondano, la sua auto- se da quelle delle grandi citta”. La diversità/diversity mobile e il suo televisore, minacciando così la soprav- proposta da Jacobs e riproposta in seguito dai movi- vivenza della civiltà stessa, urbana per definizione e menti smart è una diversità contenuta, controllata e necessità. legata ad una forma di controllo sociale che permette ai diversi di convivere. dello sprawl: qui conventional Vincent Scully 54 vivono wisdom i di protagonisti suburbia, in America’s architectural ni- ghtmare: the motorized metropolis, articolo pubblica- Il suo commento allo sprawl si sofferma special- to su Zodiac n.17 nel 1967, esprime una critica di ma- mente sulla densità dell’edificato nelle grandi città: trice architettonica che chiama in causa tanto Unwin “The tremendous grey belt of relatively low density che Le Corbusier ed afferma come il pericolo maggiore that ring our cities, decaying and being deserted, or per le città è quello della sindrome da garden city, decaying and being overcrowded, are significant sig- cioè del creare qualcosa di ancora più repellente – nals of the typical failure of low density in big cities.” nelle sue parole - del suburbio più o meno borghese: È grande l’influenza di William Whyte, che, oltre una città per l’Organization Man, facendo chiaro rife- al già citato saggio urban sprawl, ha scritto un testo rimento alla tesi di Whyte. Quindi, secondo Scully, è a esemplare del giudizio verso la nascente America su- causa del modello garden city se ora in America si 53 burbana: The organization man , un’incursione nel costruiscono città per l’Organization Man ed è con il mondo e nell’ideologia dell’uomo che lavora per una contributo della grande influenza di Le Corbusier se si grande azienda o per l’amministrazione pubblica e che costruiscono città dove la rete autostradale è predo- cerca casa nelle nuove aree residenziali suburbane. minante e tutto si riduce ad una orrenda uniformità e Whyte sostiene che l’ideologia di questa classe media al totale sparpagliamento. Scully quindi si chiede: ma sta formando la nuova ideologia dell’America, una se ciò si avverasse, come potrebbe una condizione del nuova etica sociale e una inedita burocratizzazione del genere sostenere una sana vita politica e culturale? sistema. Secondo Whyte all’uomo che lavora e si iden- L’abominevole Los Angeles offre uno scorcio spaven- tifica con l’organizzazione serve una nuova ideologia toso di quel che potrebbe essere il nostro futuro co- perchè per sopravvivere di questi tempi devi fare mune. Secondo Scully bisognerebbe costruire centri quello che qualcun altro ti dice di fare, “the pressure urbani composti da edifici che possano essere visti of the group, the frustration of individual creativity, the anonymity of achievement, are these defects to struggle against or are they virtue in disguise? Seeks a redefinition of his place on earth a deeper meaning for what he must endure”. Il luogo migliore dove os- 53 William H. Whyte, The organization man, New York, Clarion book 1956. 54 È molto interessante come l’articolo sostanzialmente anticipi tutti i temi che negli anni recenti vengono presentati come questioni da affrontare e risolvere: scomparsa di diwntown o sua trasformazione per farla assomigliare ai centri commerciali suburbani, mito dell’espansione orizzontale con intenso sviluppo dell’architettura privata e ossessione per la strada, sviluppo urbano organizzato più da imprenditori che da urbanisti. Vincent Scully oggi è un sostenitore delle tesi del New Urbanism. 15 ergersi da lontano, non da un gruppo suburbano spar- tempo della redazione del libro e che però non farà pagliato. Così potrà sorgere l’immagine di una città e che perpetuare la formazione dello sprawl. dei suoi valori comunitari. 55 Anche Scully sottolinea Forse meno conosciuti in Italia, ma molto signifi- la preoccupazione per le conseguenze di quanto sta cativi per ricostruire l’attitudine verso il mondo subur- avvenendo sull’attività politica e culturale che senza le bano come fenomeno socio-culturale, sono la novella città tradizionali come potrà continuare, portando così satirica e paternalistica di John Keats The Crack in un ulteriore contributo all’idea che suburbia è luogo the Picture Window del 1956 e lo studio The split- senza anima ed interessi. Nel 1977 Christopher Alexander e i suoi collaboratori nel testo “A pattern language towns building construction”, che diventerà riferimento costante dell’opera del New Urbanism, critica la dispersione per il suo contenuto di segregazione degli usi, privazione delle possibilità offerte dalla vita urbana, depauperamento del territorio agricolo, disordine insediativo: “continuous sprawling urbanization destroys life and makes cities unbearable” e che “there are few people who do not enjoy the magic of a great city. But urban sprawl takes it away from everyone except the few who are lucky enough or rich enough to live close to the largest centers.” 56 Il testo definisce obsoleta e contraddittoria l’idea del suburbio come possibilità di coniugare la vita nella campagna con la vicinanza alle possibilità offerte dalla grande città (ricordando così la posizione di Mumford) ed invita a moltiplicare i downtowns, processo già in corso in modo spontaneo al level trap di Richard E.Gordon, psichiatra, e Katherine K.Gordon, psicologa sociale, del 1960. Nel primo testo l’insediamento suburbano viene presentato come una trappola nata per errore e avidità, definito una cancrena che affligge la città, i cui abitanti stanno si affannano verso una nuova forma di mediocrità, dove tutti fanno le stesse cose e hanno gli stessi gusti, dove i bambini non potranno mai associare la loro casa con una sensazione piacevole, dove la Moglie Americana si trasformerà in una “dull-witted nagging slob” (ottusa zoticona brontolona) e il marito in un “woman-bossed, inadequate, money terrified neuter” (castrato deficiente, plasmato dalla donna e 57 terrorizzato dalle spese) . Inoltre questo degrado non viene giustificato da invidiabili condizioni di vita: “[…] It was most certainly not the house of their dream, nor was the ready-made neighborhood a thing to make the soul sing. It was simply the only thing available. They had no choice, they cannot afford another house, nor were they give a choice of architecture.” In 55 Gli echi di questo dibattito arrivano anche in Italia. È interessante il commento di Mario Manieri-Elia nel 1966 in L’architettura del dopoguerra in USA, Cappelli, che racconta del “suburbio” come fenomeno emergente dell'urbanistica statunitense e modello insediativo pervasivo della California. Manieri-Elia constata "l'instabile atmosfera semi-urbana" del suburbio, che è diventata il “panorama dominante dell'unica grande metropoli”. Egli nota con una certa preoccupazione che “Le aspirazioni di vita civile e urbana della popolazione sono frustrate da questa instabile atmosfera semi-urbana", che ha conseguenze sulla "gioventù assurda" di cui parlaGoodmann nel 1964 che vi cresce, che non sa più cosa chiedere alla città e cosa definisce la vita urbana. 56 Pattern numero 3 city county fingers e pattern n.10 magic of the city. sostanza un fallimento generale. 57 Questo testo contiene una previsione molto pertinente di quanto succederà in futuro dappertutto: “Growth by accretion! First the work center, then the town around it. Then the drift of workers, industry and business to the suburbs; then new industry on the edge of the suburbs and new suburbs to supply the work force for the new industry; then the shift of industry and business out once again and on and on and on in concentric circles until you wind up with something hat looks and smell like Chicago, rotten at the core.” American dreamscape 58 all’epoca della pubblicazio- danna sprawl, nella sue parole il paesaggio creato ne è stato accolto con grande attenzione per il suo dall’auto. Raccontando le impressioni ricavate da un taglio scintifico. Il libro riporta i risultati di una indagi- viaggio in pickup truck dal New Mexico all’Iowa nel ne svolta attraverso interviste e condotta dai due me- 1988, esprime un giudizio cauto sul paesaggio urbano, dici sui problemi emotivi di chi vive in quella che viene caotico e frammentato soprattutto perchè in questo ricordata come una tipica sezione dell’American su- modo lo vuole percepire l’osservatore: The split-level trap burbia: Bergen County, New Jersey. Lo studio raccon- “Automobiles account for more changes than any- ta dei tremendous emotional stresses tipici di chi vive thing else and denouncing automobile culture is one suburbia – poichè i suburbaniti sono sgobboni e arrivi- way of denouncing the American city. But I admit that sti per cercare di appagare il loro desiderio di sogno I was unable to pass coherent judgment on the city as americano - e propone nove tecniche per controllare e a landscape. Was it handsome? Was it healthy? prevenire queste tensioni dovute alla trappola a due Was it a good place to live? Was all that growth piani (split level trap) e al relativo modello di vita che and change headed in the right direction – was it in propone ed impone. Fra le tecniche compaiono: ripo- fact headed in any direction at all? I was suffering so, appagamento, autoaffermazione, definizione di un from that myopic vision, the environmentalist’s ability “set of standard, rules and values” cui adeguare i to see the forest for the ecosystem, the inability to comportamenti, controllo emotivo. I due medici consi- see the city as an entity. Much writing on the Ameri- gliano di cercare di ricreare qualcosa di simile al per- can city tells of its fragmentation, but often that manent environment of mutual help che c’era nelle old writing comes from our predilection to see fragmenta- time american stable communities, mai abbastanza tion; to see territories isolated from their setting and rimpianto. Compare qui quindi il richiamo all’America sana dei “vecchi tempi”, mondo mitizzato di comunità felici che verrà in seguito sempre più frequentemente 59 portato ad esempio . Una voce si stacca dal coro dei critici e degli scet60 tici : John B.Jackson, che non assolve ma non con- 58 Richard E.Gordon, Katherine K.Gordon, Max Gunther, The split-level trap, Bernard Geis Associates, 1960. 59 Negli stessi anni la critica ha trovato espressione anche in alcune canzoni folk, la più famosa delle quali certamente è Little Boxes di Malvina Reynolds, filastrocca satirica composta nel 1961 osservando il territorio suburbano della California meridionale e che ironizza tanto sul paesaggio quanto sulla società che abita quelle casette costruite con materiale scadente che sembrano scatole. Le prime due strofe recitano così: Little boxes on the hillside Little boxes made of ticky-tacky Little boxes all the same There's a green one and a pink one And a blue one and a yellow one And they're all made out of ticky-tacky And they all look just the same And the people in the houses All went to the university Where they were put in boxes And they came out all the same And there's doctors and there's lawyers And A.E.C. executives And they're all made out of ticky-tacky And they all look just the same[…] 60 Poche le voci che rispondono a questa critica mainstream e difendono suburbia: Herbert Gans, autore di The Levittowners; ways of life and politics in a new suburban community, New York, Pantheon Books 1967, giudica sbagliato il giudizio dato all’effetto dell’ambiente costruito sulla vita dei suburbaniti, sostenendo che gli abitanti vivrebbero in modo simile in altri contesti a parità di requistiti economico-sociali; James E.Vance sostiene illegittima la distinzione fra una crescita buona e una cattiva; più recentemente Donald J.Waldie, autore di Holy land A suburban memoir, W.W.Norton & Co., New York 1996, racconta dell’insediamento residenziale Lakewood in Southern California (diventato famoso per le foto di William Garnett che ne ritraggono le fasi della costru- zione) spostando l’attenzione dall’interpretazione della questione generale (che considerata nel suo assieme appare terrificante) all’esperienza della sua famiglia. Secondo Waldie, inoltre, nonostante il loro moralismo, i critici erano guidati da un ragionamento di ordine estetico: suburbia era brutta. Waldie però difende il suburbio degli inizi, il mass-produced blue-collar suburb, non quanto è venuto dopo, perchè dal suo punto di vista Lakewood era una comunità, mentre suburbia è un insieme di consumatori. Questo gruppo di testi assumono il punto di vista degli abitanti degli insediamenti dimostrando come essi li considerino desirable place in which to live nonostante o proprio perchè siano nati dalle puritan fears of the city and its fleshly temptations, blended with fears of urban ethnic and racial minorities. La questione principale che cercano di sfatare è che suburbia sia esclusivo dominio della middle class, produttrice di omogeneità e frustrazione. Anche Reyner Banham, che interpreta la cultura di massa come sviluppo della tradizione democratica, è critico verso chi critica il suburbio e non riesce a riconoscerne il successo e il fatto che il nome non ne rifletta lo status di unità urbana indipendente. Banham, ne Urbanism: USA, pubblicato in Architectural Review 1961 vol.130, afferma che il suburbio è “it is at its best, one of the major successes of the american way of life, where it is allowed to exist on its own”. In Los Angeles, l’architettura di quattro ecologie, 1971, scoprirà che molti elementi ritenuti tradizionalmente necessari per la formazione di una città, come la densità, la riconoscibilità delle parti, la dimensione pedonale, non sono riscontrabili in LA, ma come non per questo esso non offra tutti gli elementi di vitalità ed opportunità della grande metropoli; inoltre accetta il mito dell’automobile, tanto deprecato da altri, e afferma la non necessità della pianificazione, vista la capacità empirica della città di evolvere e determinarsi. L’attività di Venturi Scott Brown è improntata ad un atteggiamento che rifiuta di giudicare la forma urbana contemporanea e tende a dimostrare come ci sia ancora una cultura popolare suburbana attiva (si veda in particolare la mostra del 1976 Sign of life, symbols in the american city). Nonostante lo sforzo fosse rivolto alla riscoperta del symbolism of architectural form, Learning from Las Vegas ha contribuito enormemente a cambiare la prospettiva con la quale guardare al suburbio, ma si può dire che a tutt’oggi non si è formato il nuovo giudizio estetico verso il paesaggio suburbano che auspicava J.B.Jackson (Other directed houses). Oggi i sostenitori del modello di vita suburbana si rifanno ancora ai motivi per cui tale modello era ed è apprezzato: l’unione di città e campagna, la possibilità di libertà individuale, l’accesso allo spazio aperto, la corrispondenza ai valori estetici della classe media. 17 to lament their disappearance.” [in The accessible and decline of America’s man-made landscape, best landscape, in Whole Earth review n.58 1988] seller del 1993, riprende le riflessioni di Mumford e le attualizza, constatando come “the everyday landscape Dalla metà degli anni ’70 gli osservatori dei feno- becomes more and more nightmarish and unmanage- meni urbani si concentrano sull’interpretazione e la able each year. For many the word development itself descrizione della nuova realtà exurbana e delle nuove has become a dirty word”. L’autore si ripropone di forme ed organizzazioni che sprawl comincia ad as- scoprire come e perchè si è creato un paesaggio urba- sumere (si veda il capitolo seguente). La tradizione no di “scary places” e che cosa si potrebbe fare per critica comunque continua. migliorarlo. Kunstler accusa il Movimento Moderno di Fra i protagonisti del gruppo dei critici troviamo aver contribuito in modo determinante al passaggio Dolores Hayden e Kenneth Jackson. Secondo Ha- dal suburbio di prima generazione - a house in the yden in Redesigning the american dream, the future garden - allo sprawl - a machine in the garden, siste- of housing, work and family, 1984 lo spazio suburba- ma di vita dipendente dall’auto, costruendo grandi no ripropone ancora oggi gli stereotipi dell’età vitto- arterie e quartieri senza tutto quanto contribuisce a riana, che interpretano la città come regno maschile e creare la comunità: cultural institutions, productive la casa come focolare femminile e separano e allonta- work, markets, different classes of people. Kunstler nano l’abitazione dai luoghi del lavoro e dalla vita sostiene che “americans are doing nothing to prepare pubblica. Lo spazio suburbano è perciò completamen- for the end of the romantic dream that was the auto- te inadeguato rispetto alle esigenze dei nuclei fami- mobile age”, che non c’è una sufficiente preoccupa- gliari contemporanei - famiglie a due redditi, famiglie zione per il degrado delle città e per il fatto che lo con un genitore solo, persone sole – ed è un cultural standard di vita negli Stati Uniti continua ad abbassar- wasteland. Hayden riconosce che nonostante questo si e si dovrà perciò assolutamente ricorrere alla ri- stato di fatto la classe media continua a desiderare la strutturazione del modus operandi. Kunstler denuncia tradizionale casa suburbana, ma anche che deve esse- come i professionisti urban planners non siano più re cercato un nuovo housing pattern che non abbia capaci di produrre good places e invita ad applicare i effetti negativi sulla vita pubblica e sulla sfera privata. principi progettuali del New Urbanism e a rifarsi Kenneth Jackson sostiene una tesi molto simile a all’immagine quella della Hayden. town, vernacolare caro all’immaginario popolare che e all’architettura dell’american small Uno dei protagonisti nella battaglia di sensibilizza- viene proposto non solo come antidoto allo sprawl, ma zione contro lo sprawl è il giornalista–opinionista Ja- anche come alternativa alla tradizionale concezione mes H.Kunstler, i cui scritti testimoniano come non dello sfruttamento immobiliare della terra come moto- si siano fatti molti progressi nella riflessione sul feno- re dell’economia. meno rispetto agli anni ’60. Kunstler infatti propone di Con la capacità espressiva delle riprese fotografi- chiamare sprawl “slum”: “I think it’s more precise che dal suo Cessna, Alex McLean porta un contributo than suburban sprawl. A slum, after all, is clearly interessante al dibattito su sprawl; egli spera che le understood to be a place that offers a very low quality sue foto possano aiutare le comunità locali a controlla- 61 of life” . Il suo The Geography of Nowhere, the rise re lo sprawl, rendendole coscienti delle “many prisons 62 that dot the American landscape” . Dice: "I try to 61 James H. Kunstler, The Suburban Century and Beyond/The Automobile Goes Slumming, Newsday, January 17, 2000. James H.Kunstler, Mr.Gloom and Doom come si è soprannominato, ha pubblicato nel 2002 The city in Mind, notes on the urban condition, che vuole essere un sondaggio sullo stato della vita nel mondo occidentale attraverso l’indagine di Parigi, Atlanta, Mexico City, Berlino, Las Vegas, Roma, Boston e Londra. In particolare così scrive di Atlanta, nel capitolo intitolato Does Edge City have a future?: “in my view, Atlanta has become such a mess that nothing can be done to redeem it as human habitat”. In questo testo è chiaro l’atteggiamento Why aren’t our cities like that? cioè la valutazione delle città Americane partendo dalla valutazione delle città europee, in particolare Parigi, proprio per esempio anche di Witold Rybczynski, City Life, Touchstone 1995 e di una porzione del dibattito architettonico statunitense. James H.Kunstler ha un suo sito internet www.kunstler.com dove commenta senza perifrasi le questioni legate alla vita suburbana e allo sprawl e scrive sulla rivista di impegno civico Civitas Online del gruppo www.spacitizen.com: Kunstler cerca di spiegare, argomentare e demolire i luoghi comuni (per e- sempio NIMBY, diversity, nature) espandendo il ragionamento nel tentativo di convincere i lettori che il comportamento nei confronti della città e dell’ambiente costruito deve cambiare. 62 Da “Activist”, March 2001 Miami Group, Sierra Club, Sprawled Out. Alex McLean ha collaborato con il corso che Dolores Hayden tiene a Yale. Dolores Hayden and Alex MacLean, Aerial Photography on the Web: A New Tool for Community Debates in Land Use, Lincoln Institute of Land Policy 2000 Working Paper: “Low-altitude, oblique-angle, color aerial photography documents both buildings and landscapes, shows scale relationships well, and is especially useful for visualization of town character. New technology makes broad dissemination of color aerial photographs affordable. A website (http://classes.yale.edu/amst401a/guilford) shows over thirty color aerial photographs, along with text and maps, to encourage debate on land use among citizens, planners, and elected officials. Guilford, Connecticut, founded in 1639, the case study used, is a traditional New England town with four his- American dreamscape 64 show the absurdity of sprawl and its nonsustainable no attribuiti alla vita suburbana development patterns. […] It's a dysfunctional social scenario suburbano: due grandi case unifamiliari af- pattern that is totally dependent on the automobile. fiancate con giardino in comune, che affacciano su un Because you have to drive to function, it discriminates cul de sac e su un laghetto diventato col tempo una against the old and the young." Alex McLean elenca malsana palude per gli scarichi di una industria chimi- fra le sue immagini preferite "the antecedents of the ca, separate da un enorme traliccio dell’alta tensione New Urbanism, communities with traditional develop- che lancia scintille e diventa di tanto in tanto un ma- ment patterns. Vermont villages fit that pattern […] gnete. nel più tradizionale They are mixed-use, mixed-income developments, Certamente le sceneggiature di questi film, come with really generous public spaces and very pedes- anche di The Truman Show [1998] o Wonderland trian-oriented." [1997], fanno propria una interpretazione del mondo Stupisce trovare Alex McLean in questo gruppo di suburbano che appartiene alla tradizione ormai classi- critici, poichè le sue fotografie non restituiscono la ca, forse ripetitiva e banalizzante, ed è significativo il complessità frammentata e caotica dell’insediamento, fatto che questa non sia ancora stata archiviata. inseguendone invece la geometria nascosta e riprendendo preferibilmente porzioni sufficientemente picco- La letteratura che assume un atteggiamento criti- le di territorio affinchè uno solo dei materiali dello co verso suburbia - che diventa così sprawl e critica al sprawl ne sia compreso (o gruppi di case, o mall, o modello di vita, tanto individuale quanto collettivo – è campi, o strade), limitando il contesto ad un ritaglio permeata dall’opinione che la vita urbana, cioè dotata marginale e alla fine esaltando lo sprawl. delle caratteristiche che si possono godere nella città La tradizione critica verso il suburbio continua og- tradizionale, è decisamente preferibile a quella gi anche attraverso il cinema. Fra i film recenti che suburbana. Questo non può che apparire contraddit- hanno gettato ombre fosche sul mondo del suburbio torio in una società che ha speso enormi energie e (continuatori così di “mr. Blandings builds his dream risorse per produrre il suburbio e lo stile di vita che house” 1948) si può ricordare The virgin Suicide di questo allo stesso tempo permette e obbliga a vivere Sofia Coppola del 1999, che racconta di quattro sorel- e non può che portare a sottolineare la grande distan- le adolescenti cresciute negli anni ’70 in una delle case za fra la costruzione materiale della città e il governo isolate su lotto di una famiglia benestante in un tradi- dei suoi processi di sviluppo - l’offerta insediativa zionale che i cittadini scelgono e subiscono - e le posizioni suburbio l’adolescenza si americano, che per superare suicidano; la relazione tra degli studiosi, dei planners e dei commentatori l’ambientazione dell’azione – esclusivamente nel quar- opinion-makers. Questa distanza è dovuta anche al tiere suburbano, fra casa, giardino e scuola – e la dra- fatto che molti di questi testi sono redatti da autori stica decisione delle quattro ragazze è chiara. Anche estranei alla realtà che descrivono e che alcuni assu- American Beauty, diretto da Sam Mendez nel 1999, mono il taglio di studi antropologici su un mondo sco- mette in scena una normalità suburbana che si scopre ipocrita, insoddisfatta e frustrata e si conclude senza speranza. Pleasantville, diretto da Gary Ross nel 1998, sembra voler dimostrare che l’immagine idealizzata del suburbio anni ’50 in realtà corrisponde ad un mondo monocromatico, atono e infinitamente circola63 re , che inevitabilmente si frantumerà contro la quotidianità e la fantasia della vita. Vicini di casa, diretto da John Avildsen nel 1981, racconta della potenzialità dirompente dell’arrivo del “diverso” nel suburbio e mette in scena i più comuni luoghi comuni che vengotoric districts threatened by automobile-scale sprawl emanating from three exits of Interstate 95.” 63 Uno scambio di battute particolarmente felice in Pleasantville così recita (siamo a scuola e il dialogo si svolge fra la protagonista femminile venuta dal futuro e la professoressa del villaggio): Mary Sue: What is at the end of Pleasantville? Professoressa: Mary Sue, you should know the answer. The end of main street is just the beginning again. Mary Sue: There are some places that the road doesn’t go in a circle, where the road keeps going, all keeps going. 64 Alcune battute dei due protagonisti, John Belushi e Dan Aykroyd, sono esemplari di questi luoghi comuni e dell’impressione che chi vive nel suburbio non può che essere spento, noioso, convenzionale e si sta perdendo il meglio della vita: famiglia: “Strana ora per un trasloco, non vedo nessuna cosa da bambini” tolleranza: “Non voglio il loro cane nel mio giardino, magari a disseppellirmi i bulbi” possibilità: “Qui intorno puoi trovare solo i soliti hamburger, salsicce grasse, pizze di gomma” convenzioni: “Beh, la gente non fa queste cose” traliccio “Se fossero pericolosi ti pare che ce li metterebbero?” vita suburbana: “Qui la vita è stagnante, monotona e tediosa, torniamo a vivere in città, oppure in campagna, qui è un ibrido”; “Capitan Vic e l’imperatrice Ramona restare qui al margine estremo dello sprofondo?” E’ da notare la musica sopra le righe che accompagna l’arrivo del vicino atipico, che sarebbe perfetta per un film sull’invasione degli UFO e la musica che sottolinea gli scontri tra i due vicini, che ricorda le gesta dei combattenti delle grandi guerre. 19 nosciuto ed estraneo. 65 Qualche sforzo di riconsidera- WHY ARE SUBURBS SO BAD?68 re queste posizioni critiche è oggi in corso, anche perchè diversamente dal passato chi prende in considera- Come abbiamo visto fin dagli anni ’50 c’è un so- zione sprawl si sente coinvolto, perchè vi è cresciuto e stanziale accordo fra gli osservatori e gli studiosi in vive o perchè si rende conto della circolarità e merito al fatto che l’esplosione delle aree exurbane ha dell’interdipendenza dei problemi che affliggono la creato una serie di problemi. I fattori negativi messi in città e che sembrano minacciarne la sopravvivenza. evidenza alla nascita del dibattito sono sostanzialmen- Un ottimo esempio è il testo di D.J.Waldie, che non te gli stessi evidenziati nei successivi decenni e dei esercita la sua critica verso il modello di vita exurba- quali si lamenta ancor oggi il movimento smart 66 growth, cioè si potrebbe dire che nel tempo la corren- no, ma verso l’uso del territorio . pone sulla condi- te critica principale verso sprawl pare non essersi ar- zione suburbana in conclusione del capitolo che intro- ricchita di contenuti nuovi. Alla critica tradizionale si è duce gli argomenti del suo libro Making a middle lan- aggiunta, però, in tempi recenti una notevole preoc- dscape bene sintetizzano le questioni fondamentali e cupazione per le sorti dell’ambiente naturale ormai tradizionali sollevate della critica: il suburbio è l’adeguatezza alla dimora dell’uomo dell’ambiente co- Le domande che Peter Rowe 67 69 e per - Monolith or diverse social identity? struito, poichè esso non sembra garantire la qualità di - Wasteful fragmentation or pure democracy? vita raggiunta e tantomeno tendere a offrire “a better - Private commodity or public good? setting for better lives”. Ad esempio secondo David - Monotonous conformity or individual comfort? Harvey: “the assignment of priorities and the poten- - Placelessness or place? tially conflicting consequences of striving to meet dif- Queste questioni continuano ad essere riproposte oggi ferent environmental objectives defined at radically perché non trovano una risposta definitivamente con- different scales is perhaps one of the most singular vincente. aiuta and unthought through problems associated with the nell’interpretazione perché risponde con qualche equi- rapid urbanization of the contemporary era.” Oppure librismo e quasi per liquidare questioni troppo com- Roger Sherman sostiene che: “sprawl is eating up our plesse che entrambe le interpretazioni possono essere rural areas and forcing people to commute longer dis- vere se guardate dal giusto punto di vista. tances to work”. Lo stesso Rowe non I problemi che affliggono exurbia vengono ricordati e schematizzati molto frequentemente nella letteratura e quasi sempre presentati come macroscopici, cioè generali, e inconfutabili, cioè evidenti e acquisiti dalla critica disciplinare. Se però sui problemi c’è so- 65 Recentemente a questo gruppo si sono aggiunti due testi su Celebration, FL: Andrew Ross, The celebration chronicles: life, liberty, and the pursuit of property value in Disney's New Town, New York: Ballantine Books, 1999 Douglas Frantz e Catherine Collins, Celebration U.S.A: living in Disney's Brave New Town, New York: Henry Holt & Co., 1999. Il primo testo è stato scritto da un professore scozzese di studi Americani alla New York University, che ha vissuto per 12 mesi in un appartamento in affitto a Market Street, Celebration, cercando di immergersi nella vita di comunità per studiare quanto gli succede attorno. Ross conduce una vera e propria inchiesta intervistando per circa 700 ore gli abitanti, gli impiegati della Disney Real Estate, i residenti del circondario. Il secondo testo è opera di due giornalisti, Frantz è corrispondente del The New York Times, che comprano un lotto quando Celebration ha solo sei mesi e vi costruiscono la loro casa, un modello Savannah con facciata coloniale. Vivono a Celebration per due anni per scrivere un libro che risponda alla domanda: cosa ci dice della changing nature of America – valori, cultura, riemergente senso della comunità - il changing nature of urban planning and design? Agli autori Celebration sembra, infatti, “the biggest experiment in social engineering since Lewittown” e per questo vogliono scoprirlo e narrarlo, fra aneddoti e cronache di vita quotidiana. 66 67 Si veda nota n.58. Peter Rowe, Making a middle landscape, Cambridge MA, MIT Press 1991. stanziale accordo, il giudizio sulla loro gravità e 70 sull’urgenza dell’intervento varia. 68 Si veda ad ulteriore approfondimento quanto scritto nel capitolo su smart growth nel paragrafo “oppositori”. 69 La percezione della questione ambientale gioca un ruolo importante, poiché l’opinione pubblica è coinvolta emotivamente nel giudizio alle questioni ambientali e come i consumatori stanno diventando attenti ai comportamenti sociali delle aziende, così i cittadini giudicano le amministrazioni anche in base alle politiche ambientali. 70 Potrebbe sembrare intuitivo che oggi il modello di espansione urbana che ha dato forma a tutto il panorama urbano del nordamerica sia sottoposto a revisione, vista la macroscopicita’ e la apparente inconfutabilita’ dei problemi che ha creato e che sono ricordati e schematizzati molto frequentemente nella letteratura disciplinare e non - crisi per mancanza di forma, crisi per eccessivo uso del suolo e conseguente minaccia del ricco patrimonio ambientale, crisi per perdita del senso di comunità e di identità; allo stesso modo una ricerca di questi problemi potrebbe essere considerata superflua poiche’ concetti acquisito dalla critica disciplinare. Questo studio non intende discutere, se non marginalmente, i problemi della città contemporanea attuale: obiettivo e’ cercare gli scenari di sviluppo alternativi, non i problemi della suburbanizzazione, anche se interessarsi di scenari vuol dire necessariamente entrare nel merito delle retoriche della concentrazione e della American dreamscape Tre caratteristiche compaiono in quasi tutte le de- Alcune questioni portano argomenti difficilmente finizioni di sprawl e sono quindi assunte come fattori smentibili, perchè si basano su dati statistici e rileva- negativi: bassa densità, leapfrog development, exclu- menti, fra queste: l’inquinamento atmosferico, la cui sionary zoning, cioè zone mono-funzionali e mono- riduzione è stata dichiarata un priorità assoluta dai sociali. All’insediamento con queste caratteristiche protocolli di Rio e Kyoto (ma c’è chi sostiene come in viene addebitata una serie articolata di conseguenze proporzione dagli anni ’70 l’inquinamento atmosferico negative, raggruppabili in alcuni gruppi tematici: è diminuito nonostante l’aumento delle automobili; lo questione ambientale – eccessivo consumo di stesso viene contestato per la risorsa idrica); l’enorme suolo, perdita di aree agricole produttive, distruzione volume del traffico e il tempo passato in auto ogni di aree naturali di grande valore ambientale, inquina- giorno (però c’è chi sostiene che in realtà il tempo di mento atmosferico dovuto a monossido di carbonio, percorrenza biossido di azoto e polveri sottili causate dal trasporto, all’aumentato tragitto medio percorso); il grande con- sconsiderato uso di risorse energetiche e idriche; sumo di risorse idriche ed energetiche, principalmente è diminuito se considerato in base questione economica – spreco di risorse finan- per il trasporto (ma anche in questo caso molti so- ziarie per la costruzione di infrastrutture per insedia- stengono che non ci sono effettivi limiti alle risorse menti dispersi a bassa densità e difficoltà di finanzia- energetiche); il consumo di suolo dovuto ai settlement mento dei servizi essenziali su un vastissimo territo- patterns (ma non il fatto che questo sia dannoso ed rio, trasformazione di terreno agricolo produttivo in eccessivo: molti commentatori sostengono che negli aree urbanizzate, abbandono e deterioramento del Stati Uniti il territorio è sufficiente per continuare se- patrimonio immobiliare esistente, sperequazione fisca- condo il trend attuale), la crescita frammentata e la le fra diverse municipalità, costo eccessivo degli allog- separazione delle destinazioni d’uso. Tutti questi fatto- gi messi sul mercato; ri negativi sono legati al trasporto, che quasi sempre questione sociale – segregazione fra classi so- diventa il tema principale della discussione. ciali ed etnie, creazione di governi privati per gestire Altri argomenti sono maggiormente controversi comunità residenziali e edge cities, attitudine NIMBY perché espressione delle posizioni soggettive o ideolo- (not in my backyard) - a cui si sono aggiunti BANANA giche di ciascuno: si discute se sia un danno trasfor- (build absolutly nothing anywhere near anything) e mare territori agricoli in aree urbanizzate , se il pae- 71 72 LULU (locally indesiderable land uses) – mancanza di saggio exurbano sia brutto , se un insediamento di- alloggi a basso costo e di strutture pubbliche adeguate sperso e a bassa densità costi più di uno concentrato, quali scuole, sanità, pompieri, polizia, aumento del se la disgregazione della vita di comunità e del capita- differenziale fra aree urbane povere ed aree exurbane le sociale 73 dipenda dalla forma dell’insediamento e in ricche, competizione fra municipalità per attirare insediamenti in grado di aumentare le entrate (preferibilmente grandi mall, centri per uffici, lottizzazioni per upper class); questione estetica – il paesaggio urba- no/suburbano/exurbano è brutto e disorientante perchè caratterizzato da irregolarità, disordine, frammentazione, discontinuità; questione qualità di vita - necessità di lunghi spostamenti e difficoltà degli spostamenti, mancanza di spazi verdi e di servizi pubblici facilmente accessibili, mancanza di spazi pubblici e privatizzazione degli spazi ad uso pubblico con conseguente deterioramento delle relazioni sociali, disgregazione della vita della comunità, elemento essenziale della vita democratica, diminuzione della responsabilità sociale, diminuzione della partecipazione politica, impossibilità di sviluppare attività culturali, aumento della paura del crimine. 71 Più di uno studio ha dimostrato che la produzione agricola degli Stati Uniti, nonostante la diminuzione di aree destiante all’agricoltura è aumentata; certamente non c’è mancanza di suolo coltivabile di prima scelta. Il consumo di suolo annuale per l’urbanizzazione è stato stimato il 1,5% dell’intero territorio nazionale e molti affermano che c’è ne è abbastanza per tutti. 72 Andrè Corboz scrive in difesa della città Americana e afferma che non è indifferenziata, ma articolata, che non è illimitata, ma frammentaria, che non è incompiuta, ma aperta; continua dicendo: “richiamarsi all’armonia come istanza suprema per esorcizzare le brutte costruzioni yankee significa non aver capito l’importanza della rottura della rivoluzione cubista, esser passati accanto alla pop art, alla minimal art, all’arte povera e tutto ciò che le avanguardie avevano da dire sul mondo odierno assolutamente anticlassico nella sua essenza”. Andrè Corboz, Looking for a city in America: down these mean streets a man must go... an essay by André Corboz, photographs by Dennis Keeley, Angel’s flight 1, occasional paper from Los Angeles, the Getty Center For The History Of Art And The Humanities, Santa Monica in association with David R.Godine publisher, Boston 1992. 73 dispersione nell'idea della città Americana, studiare come viene costruito e presentato il problema dello sprawl e della crescita. Robert Putnam, in Bowling alone, 2000 propone l’ipotesi che l’America stia attraversando una fase di basso coinvolgimento civico e scarsi legami comunitari: “For the first twothirds of the twentieth century a powerful tide bore Americans into ever deeper engagement in the life of their communities, but a few decades ago -- silently, without. warning -- that tide reversed and we were overtaken by a treacherous rip current. 21 che misura (la qualità delle relazioni sociali, infatti, pluralità di ambienti residenziali e di tipologie di allog- viene considerata spesso direttamente legata alla qua- gio, lità dello spazio fisico e la qualità di vita direttamente nell’individuazione dell’utente finale e nel contesto che dipendente dalla qualità delle relazioni sociali); se il costruiscono. che risultano omogenei nella forma, sistema regolato dal libero mercato abbia provocato ingiustizia sociale. L’insieme dei fattori elencati, che siano dimostrabili o meno, disegna una città percepita come afflitta C A M B I A M E N T O NELLA PERCEZIONE DELLA GRAVITÀ DEL PROBLEMA E DEL RUOLO DELLA PROGETTAZIONE da gravi disfunzioni. Se la realizzazione del sogno siLa dichiarazione della crisi della città che sprawl gnifica il raggiungimento di un alta qualità di vita, si è 75 determinata una tensione fra il sogno suburbano e la rappresenta realtà post-suburbana, l’insoddisfazione sembra cre- dibattito da un lato ad assumere atteggiamenti no- porta alcuni autori o protagonisti del scente. stalgici, concludendo qualcosa di simile a “non ci sono A complicare il quadro un fattore assume partico- più le città di una volta” e dall’altro alla reazione, cioè lare importanza nel giudizio su exurbia/sprawl e sulla alla necessità di individuare nuovi scenari urbani, di possibilità che tale modello di insediamento venga proporre visioni alternative, di immaginare un futuro riproposto in futuro: una percentuale sempre più pic- urbano diverso e cercare modi migliori per la sua im- cola della popolazione americana può permettersi una plementazione o anche semplicemente dei rimedi per casa isolata su lotto nelle maggiori metropoli america- correre ai ripari e per salvare il salvabile. ne e le giovani coppie devono scegliere fra case trop- Una convinzione che ha cominciato a diffondersi – po costose o pendolarismo gravoso, perchè se i posti fra i cittadini e gli amministratori come fra professioni- di lavoro si sono suburbanizzati i prezzi delle case li- sti e developers - sostiene che più le città sono ben 74 mitrofe sono molto alti . Una via di fuga dallo stan- pianificate, più l’intera regione diventa in grado di at- dard suburbano sembra essere necessaria per rispon- trarre residenti e nuove attività produttive e commer- dere alle esigenze di una popolazione che sta cam- ciali, poichè per mantenersi le comunità devono rac- biando la sua composizione e le sue abitudini, che cioè cogliere tasse sufficienti a sostenere le spese per non corrisponde alla convenzionale famiglia lui + lei + l’infrastrutturazione e i servizi. Si è quindi ribaltato il due figli: circa il 30% dei nuclei familiari sono compo- punto di vista: l’assenza di pianificazione che veniva sti da famiglie senza figli, il 25% degli alloggi è occu- considerata garanzia di libero mercato e di sviluppo pato da singles, che sempre più spesso sono anziani, economico, oggi sembra essere la causa del degrado e il 7,5% dei lavoratori svolgono quasi completamente il un ostacolo alla promozione del territorio. Poichè per loro incarico a casa. È interessante notare come la ottenere profitto dagli investimenti immobiliari non società americana sia caratterizzata da una pluralità di basta potersi muovere senza costrizioni nel mercato, stili di vita, ma come non sia riscontrabile la stessa ma deve essere offerta qualità di vita a chi andrà ad insediarsi, che viene determinata non solo dall’alloggio Without at first noticing, we have been pulled apart from one another and from our communities over the last third of the century”. Nel primo capitolo racconta una nostalgia che sembra essere comune: “In several surveys in 1999 two-thirds of Americans said that America's civic life had weakened in recent years, that social and moral values were higher when they were growing up, and that our society was focused more on the individual than the community. More than 80 percent said there should be more emphasis on community, even if that put more demands on individuals. Americans' concern about weakening community bonds may be misplaced or exaggerated, but a decent respect for the opinion of our fellow citizens suggests that we should explore the issue more thoroughly”. Una delle cause di questa disgregazione sociale è sprawl. Putman conclude dicendo: “We Americans need to reconnect with one another”. 74 Daniel Schaffer, After the suburbs, Built Environment vol.17 n.3/4 1992 indica come cause del paesaggio “that is crowded, ugly, unhealthy and poorly serviced” le tre C: cost, congestion, comfort. Cost: una casa nuova con tre camere costava 75.000$ nel 1980, 250.000$ nel 1990. Congestion: la gente sta fuori casa dalle 7.00am alle 6.00pm; 40% delle aree metropolitane ha un tetto di emissioni di monossido di carbonio maggiore del limite stabilito come accettabile dal governo federale; comfort: tutto l’insieme. 75 La critica al suburbio e allo sprawl, illustrata nei precedenti paragrafi, è in stretta relazione con la formazione di una critica radicale alla città intera, che denuncia come la situazione sia insostenibile. Gli esempi di questa critica radicale ed accorata, che spesso preannuncia crisi e talvolta sciagure, sono numerosi; quasi sempre questi testi si concludono con proposte per "redirect America's future" (generalmente ricorrendo a concetti smart growth), il quindi sostanzialmente proponendo nuovi scenari. Per esempio Randall Bartlett, The crisis of America’s cities, ME Sharpe 1998, afferma: “Da un punto di vista sociale queste aree suburbane sono cellule umane estremamente primitive, ricadute in uno stato di semplicità quasi arcaica; esse danno l’illusione dell’autosufficienza e della libertà, mentre sono dominate da processi automatici e pressioni materiali. [...] Questo regime con la sua passività imposta e le generale dissoluzione dei valori elementari del gruppo di vicinato dà origine ad una nuova razza di barbari passivi, sani di fisico ma vuoti di mente.” Robert A.Beauregard, in Voices of decline: the postwar fate of US cities, 1993 ricorda, però, a proposito degli studiosi che hanno affermato the demise of the modern city in the face of society’s postmodern transformation come “Any interpretation of the discourse must recognize an american ideology that has never resolved its ambivalence about American dreamscape in sè, ma anche dalla bellezza del paesaggio, dalla sempio ad Atlanta, che pure ha avuto una storia di salute dell’ambiente naturale, dalla possibilità di co- pianificazione, in quanto a estensione, modelli insedia- municare facilmente con quanto è esterno all’alloggio tivi e modalità di realizzazione dello sprawl,. o all’ufficio, dall’accessibilità dei servizi e dalla ricchez- Negli ultimi 20 anni negli USA sembra essersi ve- za dello spazio aperto, serve pianificazione e controllo. nuta formando l’esigenza, con lentezza e con fatica, di 76 Questo atteggiamento è una novità . Le riflessio- costruire un nuovo immaginario progettuale per poter ni di Reyner Banham e Peter Hall contenute in “Non- costruire una città diversa da quella esistente; per plan: an experiment in freedom” pubblicato nel 1969 indirizzare in qualche modo i milioni di americani che siano paradigmatiche possano servire a comprendere are choosing to live in the exurban countryside, conti- il cambiamento. Il testo attaccava i perversi e spesso nuing the deconcentration of population and the eco- futili risultati dei tentativi operati dai planners di im- nomic development porre criteri formali ed estetici per la costruzione della necessità di elaborare nuove ipotesi di trasformazione città e affermava come dovessero essere rispettati i della metropoli contemporanea, modelli insediativi pattern che la gente crea per se stessa, che non por- alternativi al modello di sviluppo predominante, l'unico tano generalmente a risultati peggiori di quelli ottenuti scenario proposto dal potere politico. E' ricorrente la seguendo le prescrizioni del governo – could things be dichiarazione dell'urgenza del cambiamento dei conte- any worse if there were no planning at all? Questo nuti delle politiche di intervento per la città (pianifica- testo fu una tappa importante della convinzione che zione e progettazione). Termini quali re-thinking, re- “growth that happen without too much prescription is ordering best”, della consapevolezza che il piano non risolve i "redirect America's future" sono molto ricorrenti. Le problemi della crescita (e neppure li disciplina) e che possibili citazioni in proposito sono molte e provenienti ci sono grandi similitudini nella crescita delle città no- da contesti diversi. nostante grandi differenze nei loro regimi/modelli di 77 79 78 . Sembra essersi sviluppata la , re-consider, re-vision 80 , le proposte per Il primo numero di Edge City News, rivista curata 81 pianificazione ; il caso di Houston, città senza zoning, da Joel Garreau , riporta in prima pagina: “The 90' è esemplare della poca efficacia dello zoning o anche are the RE-decade. We must renew, rebuild, remake, delle scelte dello zoning; essa è molto simile per e- revitalize, recycle, relocate, retrofit, resell but never retreat. President Clinton confirmed the birth of the cities. […] americans have been fascinated by and perplexed by the city contribution to the nation’s identity and progress”. 76 In realtà il tentativo di affermare la necessità della pianificazione ha avuto corsi e ricorsi… si veda ad esempio l’appendice II sui tentativi di pianificare Atlanta. Operando una drastica semplificazione si potrebbe dire che, nonostante gli sforzi per affermarne l’importanza, nel XX secolo l’urban planning nel continente nord Americano non ha collezionato grandi successi e realizzazioni e non è stata influente, intendendo con urban planning la disciplina iniziata dai landscape architect e intendendo far riferimento all’esperienza dell’intero continente, cioè non a casi eccezionali come New York, la City per eccellenza, o Chicago, la City Beautiful. A questo proposito però mi sembra interessante citare il punto di vista di Margaret Crawford sul saggio di Francesco Dal Co contenuto in Giorgio Ciucci, Francesco Dal Co, Mario Manieri-Elia, Manfredo Tafuri, La città Americana dalla guerra civile al New Deal, Laterza, Roma, 1973: pur considerando il testo molto importante nel dibattito disciplinare USA per l’approfondimento teorico che offre e per l’approccio metodologico che mette in atto, Crawford sostiene che il punto di vista di Dal Co è sostanzialmente sbagliato nell’interpretazione del ruolo della figura del planner, che in realtà sarebbe stato poco o nulla influente e per necessità al servizio del potere borghese e quindi non espressione della parte progressista della società. 77 Interessante in proposito è l’articolo di Paul Barker, NonPlan revisited: or the real way cities grow, The Tenth Reyner Banham Memorial Lecture, Journal Of Design History, vol.12 n.2 1999, ma anche la prefazione di Vittorio Gregotti alla ristampa da Costa&Nolan di Los Angeles, the architecture of four ecologies: “non si può, anzi non si deve pianificare, pena la perdita dei caratteri della città e del loro modo di riprodursi, se non con quella che Reyner Banham definisce una “pianificazione leggera””. In questo caso si parla di Los Angeles, ma credo che questa attitudine sia generale. RE-decade when he laid down his vision of the future: his inaugural speech included not less than 14 words beginning with RE suffix.” 82 Anthony Downs : “American society needs a new ideal vision of how future development ought to occur in our large metropolitan areas. The current vision contains too many serious inconsistencies and undesirable outcomes.” 78 Arthur C.Nelson, Characterizing exurbia, Journal Of Planning Literature, vol.6, n.4 may 1992. 79 Doralice D.Boles, Reordering the suburbs, Progressive Architecture n.5 1989. 80 Mentre il termine RE-NEWAL pare essere stato rimosso dal vocabolario, essendo legato alle esperienze di trasformazione urbana iniziate negli anni’50 e fortemente criticate e quindi associato a operazioni quali massicce demolizioni, gentrification e auto-oriented design. 81 Edge City News, tools for the new frontier, rivista mensile pubblicata dall’aprile 1993 al jan\feb 1995 ed intesa come una “interactive newsletter, a clearing house for information and ideas” cioe' una collezione di contributi delle molte voci coinvolte in edge city: leggi, studi, nuovi insediamenti... 82 Anthony Downs, The Need for a New Vision for the Development of Large U.S. Metropolitan Areas, Salomon Brothers Inc., 1989. 23 83 Doug Kelbaugh : “The search is for nothing less 84 suburbia/exurbia abita e continua ad abitare, tutto sommato than a new american dream.” felicemente. Qualcosa, però, si incrina : “It is time to redefine the nell’immaginario collettivo quando comincia a farsi american dream. We must make it more accessible to strada il dubbio, sostenuto dalla constatazione quoti- our diverse population: singles, the working poor, the diana, che la qualità di vita conquistata nella propria elderly and the pressed middle class families who can casa, nel proprio giardino, nel proprio quartiere sta lo longer afford the “Ozzie and Harriet” versione of the diminuendo o potrebbe diminuire per come si sta svi- good life.” luppando il contesto attorno alla propria casa, al pro- Peter Calthorpe 85 : “We are at the point prio giardino, al proprio quartiere (perchè il tempo where some crucial decisions need to be taken in rela- trascorso nella propria auto per spostarsi diventa tion to the urban geography created since the second maggiore del tempo dedicato ai propri interessi, per- half of the twentieth century. Besides the political and chè è difficile incontrare gli amici, perchè non si sa economic problems inherent to democracy and capi- dove mandare i figli adolescenti a divertirsi, perchè il talism that affect our cities, there are issues concern- costo dell’acqua per innaffiare il giardino continua ad ing how/what we produce, exchange and consume, aumentare, perchè i boschi attorno alla casa sono sta- how/where we live, move and use our free time ect.” ti sostituiti da altre case...); oppure anche quando una Agrest & Gandelsonas esprime porzione sempre più larga della popolazione comincia la necessità di una analisi critica alla suburban vision, a trovare troppo costoso acquistare il proprio pezzo di rappresentata dalla casa isolata su lotto, che afferma sogno. John Kaliski in Re-visualizing the dream 86 89 essere forse il più significativo contributo statunitense La percezione collettiva è cambiata e si sta cer- alla storia del design del paesaggio costruito. Anche cando di farla cambiare, con pratiche come i processi sostiene che il sogno americano va di Vision - migliaia di comunita negli Stati Uniti stanno ridefinito e adattato alle tipologie di un contesto me- portando avanti un programma di Vision, discutendo tropolitano, che la struttura suburbana sulla quale si su come affrontare i problemi della crescita, come dar fonda la città statunitense deve evolversi. forma al futuro, come controllare la dispersione -, le David Smiley 87 88 Denise Scott Brown : “We need new pattern to work, live and retail.” Negli ultimi anni sembra essere cambiata anche la percezione collettiva della gravità della situazione metropolitana e dell’urgenza di una riflessione e pragmaticamente di un intervento efficace e veloce. Così si spiega, almeno in parte, il richiamo sempre maggiore a strategie di trasformazione dell’esistente - della realtà materiale, quanto delle preferenze e dei comportamenti degli abitanti – quali smart growth. La critica al mondo suburbano, che è nata in ambiente accademico o comunque è di matrice intellettuale, non ha coinvolto la cosiddetta middle class, che in 83 Doug Kelbaugh editor, The pedestrian pocket book, a new suburban design strategy, Princeton Architectural Press, 1989. campagne per la smart growth, le charrette collettive. Smart growth è la più diffusa di queste visioni alternative, apparentemente la proposta vincente; nei prossimi capitoli vedremo perchè e quale scenario urbano propone (sia come prefigurazione del futuro, che come processo, che come interventi progettuali). Quello che pero’ credo sia importante sottolineare e’ che viene contestata la forma del modello di sviluppo, non la sostanza del desiderio che ha contribuito – se non causato – al suo consolidamento e che continua a comporsi della ricerca di un posto salubre perche’ lontano dai miasmi della citta’ – che sono criminalita’, poco spazio, aria inquinata, scarsita’ di verde, promiscuita’ sociale - e vicino alla natura; ricerca di un posto autonomo e tranquillo dove poter affermare la propria individualita’ e contemporaneamente ricerca di uniformita’ sociale e di sicurezza. 84 Peter Calthorpe, The next american metropolis, ecology, community and the american dream, Princeton Architectural Press, 1993. 85 Agrest & Gandelsonas, Works, Princeton Architectural Press, New York, 1995. 86 AA.VV., Re: American Dream, six urban housing prototypes for Los Angeles, Princeton Architectural Press, 1995. 87 David Smiley, Suburbs-R-Us, Lotus Quaderni Documents 22, 1999 - The dense-city dopo la dispersione, a cura di MaryAnn Ray, Roger Sherman, Mirko Zardini. 88 Conferenza Urban Design: Practices, Pedagogies, Premises, Van Alen Institute e Columbia University (NY) il 5-6 aprile 2002. 89 Che il mito del suburbio come rifugio nella natura e di downtown come concentrazione di crimine e degrado sia soggetto a ripensamento è testimoniato anche dalla stampa a grande diffusione, per esempio da Time Magazine, giornale mainstream, non voce di intellettuali radicali o tecnici specialisti, si veda per esempio l’articolo del 1995 “20th century blues”. 0.2 AMERICAN DREAMSCAPE - EDGE CITY prende in considerazione molte realtà diverse - il New THE LATEST RESTRUCTURING OF URBAN AMERICA Jersey (da interpretare come unica grande città secondo la tradizione che porta a Gottmann, definito da Nel tentativo di occuparsi della costruzione di sce- Garreau “the god father of us all”), Boston, Detroit, nari per la città exurbana nordamericana contempora- Atlanta, Phoenix, Texas, San Francisco Bay Area, Wa- nea è fondamentale individuare il territorio sul quale shington - cioè riconosce il fenomeno “edge city” in gli scenari devono esercitarsi e quali siano le sue prin- quasi tutta la Nazione. Ognuna di queste realtà è oc- cipali caratteristiche e dinamiche di sviluppo, cercando casione per approfondire un tema relativo alla tra- di superare le generiche definizioni di sprawl che ab- sformazione della città contemporanea e quindi per biamo visto nel capitolo precedente. proporre delle generalizzazioni: Boston è motivo per La più recente trasformazione della città norda- discutere della saturazione del territorio urbanizzato mericana segnalata dalla letteratura disciplinare e non disperso, Atlanta per dimostrare l’affermazione della è certamente edge city, fenomeno che è stato ricono- middle class afro-americana nei quartieri suburbani, sciuto anche in Europa. Studiare quale sia l’origine di Phoenix per raccontare dell’esistenza di governi ombra questa forma di insediamento e che interpretazione che in mancanza di istituzioni si incaricano di portare della città porta con sé è importante, perchè le edge l’ordine in questi insediamenti che si distendono su più cities costituiscono una parte consistente della realtà municipalità o su nessuna. metropolitana e soprattutto perchè la trasformazione Garreau, attraverso una analisi che tende a sem- al margine è fra i principali fattori che determinano la plificare le questioni ed è appesantita dall’orgoglio dinamica della trasformazione complessiva. nazionalistico, vede nel fenomeno una trasformazione Il nome edge city si deve al fortunato libro di Joel epocale della città e della vita che vi si svolge avvenu- Garreau del 1991. Garreau è un giornalista, non un to nel corso di soli 30 anni (dagli anni ‘60): “the big- tecnico, che si è dedicato allo studio dei fenomeni le- gest city building boom in the history of the Repu- gati alla città, inserendosi così in una tradizione ben blic” consolidata del giornalismo americano (come i già sti se ne accorgessero: “We Americans are going ricordati Jane Jacobs e William H.Whyte, i non expert- through the most radical change in a century in how expert che discutono come la città dovrebbe essere we build our world. […] Americans are inventing a fatta). Il testo di Garreau ha il merito di aver messo in brand new future […] First there was downtown, then evidenza il fenomeno per il grande pubblico, oltre ad there were suburbs, then there were malls, then aver offerto un variegato e per alcuni versi inedito Americans launched the most sweeping change in 100 spaccato della vita della popolazione exurbana e aver years in how they live, work and play.” Garreau so- proposto alcuni parametri quantitativi per distinguere stiene che questa trasformazione sia una forma di cosa è edge city da cosa non lo è nel contesto allo progresso perché è un tentativo di “clear away obsta- stesso tempo omogeneo e differenziato, frammentato cles to the growth” e perché è espressione dei desideri e continuo della dispersione della metropoli contempo- e della potenza economica dell’America, sostanzial- ranea degli Stati Uniti. mente in grado di dare forma allo sprawl e 91 avvenuto senza clamori e senza che gli urbani- Che cosa è una edge city secondo Garreau? Una grande concentrazione di edifici per jobs, shopping, entertainment, services, housing resa possibile dall’era dell’informazione nel mezzo delle aree residenziali suburbane a bassa densità (si veda la pagina estratta da Edge City news). Edge city quindi è un fenomeno che ha trasformato il convenzionale suburbio urbanizzandolo. La parola edge intende esprimere sia la localizzazione geografica del fenomeno, sia la assoluta novità dello stesso, la parola city il fatto che questi insediamenti contengono tutte le funzioni e le possibilità offerte nella città tradizionale 90 90 . Garreau Nella lettura dei testi statunitensi il lettore deve distinguere se con il termine city si intenda l'urban core oppure l'intero complesso urbano; la prima intepretazione è quella che offre Garreau. Il termine “edge city” è entrato anche nel Merriam-Webster Dictionary edizione del 1998: "a suburb that has developed its own political, economic and commercial base independent of the central city". 91 “We have erected 181 new urban cores, each of which today is larger than the city of Memphis, Tennessee. […] Almost nobody saw it coming. The people we pay to be urban planners never imagined a future in which ordinary people pick up and move their city functions as close as possible to their suburban homes. They never envisioned that we would be constructing enormous office buildings in areas like Silicon Valley, and filling them with the bulk of our information-age jobs. Nonetheless, these places I call edge cities - places like Tysons Corner, Virginia; Schaumburg, Illinois; and Irvine, California - have become vastly larger than many of the 45 remaining major downtowns in the United States. In fact, edge cities have become the standard for the world's urban environments.” Garreau dimostra scetticismo verso i planners, atteggiamento diffuso fra i non expert-expert. American dreamscape di ricreare urbanità e posti di lavoro in una rinnovata edge city, infatti, Garreau ignora le politiche federali armonia con la natura: i mall, le strade, le concentra- che hanno permesso questo tipo di insediamento at- zioni di palazzi per uffici sono “the best way to live, traverso il sostegno alla costruzione di autostrade e work, play, about how to create home”; si tratta dello sembra confondere la causa con l’effetto: non è la stesso slancio a migliorare la qualità di vita che ha edge city che ha permesso la ricchezza dei posti di portato i pionieri a conquistare nuovi territori – il ri- lavoro, ma la crescita economica, che poi ha scelto di corso alla retorica della frontiera, tema ricorrente localizzarsi alla periferia delle città esistenti. Egli evita, nell’immaginario Americano, contribuisce a dare una inoltre, di trattare questioni spinose, come la segrega- dimensione epica al fenomeno: “One thing Americans zione sociale che caratterizza queste cittadelle del have done better than any other culture: handle chaos benessere. Presentando edge city come “an escape and change and invent the future […] Once Americans from the negative aspect of civilization”, un luogo di have chosen a future it is open to being modelled and aggregazione shaped […] we Americans decided to change just dell’individualismo grazie al rapporto diretto fra le per- about all our routines of working, living, playing […] sone, Garreau va controcorrente rispetto a quanti ve- they genuinely are sons of the pioneers […] Americans dono negli elementi che caratterizzano sprawl, il con- after all are those humans most commonly in posses- tenitore che comprende anche edge city, i fattori dete- sion of that rare potent and dangerous combination: riori che abbiamo visto essere contestati nel capitolo power, money and opportunity to do whatever they precedente, quali la privatizzazione dello spazio, la think best.” disgregazione della comunità, la mancanza di spazi dove avviene il bilanciamento Garreau è particolarmente attento alle abitudini per il pedonali, l’esclusione di larghe fette della popo- dei suburbaniti a certe pratiche sociali inedite che lazione dalle facilities offerte dalle edge cities, la diffi- stanno trovando spazio nelle edge cities: ad esempio cile accessibilità ai posti di lavoro per chi non possiede racconta come attorno al complesso del Bridgewater l’auto... Edward Soja sostiene che la storia di sorti Common mall, dello Sheraton e due torri di uffici (la progressive e di successi nella ristrutturazione della edge city in New Jersey all’intersection 287 - 78) si città che Garreau presenta abbia fatto leva sul deside- stanno raggruppando altri hotel e uffici, ma anche rio dell’opinione pubblica di sentire “good news and strutture per le istituzioni politiche e la vita civica degli easy solutions” a fronte della realtà postmoderna di abitanti dei sobborghi circostanti: library, town hall, crisi ed insoddisfazione. 2 housing for the elderly, low-cost housing, playing fields, the community room for boy scouts is in the Lasciamo l’enfasi di Garreau, poiché non è il solo né il primo ad essersi occupato del fenomeno. mall, cioè racconta come questi complessi stiano diventando i nuovi centri urbani e tendano in qualche 1 caso a diventare elementi ibridi semi-privati . Edge city può essere interpretato come "the latest restructuring of the American city" prendendo a pre- Garreau attribuisce la costituzione di queste città stito l'espressione di Gandelsonas o "the latest round alla libera scelta del cittadino americano nella ricerca of urbanism today" usando le parole di Crawford o della propria felicità e alla libera impresa, che offre al ancora “the restructuring of the modern metropolis” cittadino quello che desidera: una villa isolata su lotto ricordando Soja ed è fenomeno studiato a partire dalla e il posto di lavoro vicino a casa non più nel conge- seconda metà degli anni ’70, ma soprattutto a cavallo stionato e turbolento antico nucleo urbano; Garreau degli anni ’80 e ’90, da alcuni studiosi della realtà ur- sembra credere cioè che poiché la gente usa ed abita bana, geografi principalmente. Il termine edge city edge city allora questo è quello che la gente apprezza potrebbe essere assunto nell'accezione non del feno- e quindi un passo ulteriore verso la realizzazione del meno localizzato in periferia rispetto alla realtà urbana sogno Americano. preesistente, ma per indicare la condizione della for- La principale critica che viene mossa a Garreau da ma dell'organizzazione urbana contemporanea nel suo alcuni studiosi – Fishman, Jackson e Soja fra i più au- complesso. Secondo Margaret Crawford, ma anche torevoli - è che la maggioranza dei cittadini si sono secondo l'interpretazione che del fenomeno dà Gan- trasferiti nei quartieri residenziali periferici principal- delsonas, tutto quanto viene costruito oggi nella città mente come conseguenza del mercato, delle politiche americana va a costruire "edge city", perché tutto del governo e del pregiudizio razziale che porta a cer- partecipa della nuova condizione, in cui i termini su- care la sicurezza e la stabilità attraverso la segrega- burban e urban e la loro contrapposizione non sono zione. Nella ricostruzione dei motivi della nascita di più appropriati e non riescono a comunicare lo stato di 1 2 In mancanza di meglio: Garreau stesso premette che i cittadini avrebbero preferito un centro città tradizionale. Edward Soja, Postmetropolis, critical studies of cities and regions, Oxford, Blackwell 1999. 27 fatto: suburban assume un significato pregnante in villages, multinucleated metropolitan region, satellite contrapposizione improprio; sprawl, neocity... La metropoli stava cambiando più downtown è divenuto solo uno dei vari centri della velocemente della capacità delle parole di descrivere il città multipolare, non necessariamente il più impor- cambiamento, le etichette di rural, suburban , urban tante, e l’urbanità si è diffusa in modo capillare perché riuscivano difficilmente a trovare una chiara corri- polarizzata e multicentrica e diversa nelle sue forme di spondenza con la realtà metropolitana. La ricchezza manifestazione. Si tratta della nuova geografia della dei termini proposti, in quantità non sempre in quali- a urban e quindi è 3 4 5 centralità di cui parla Saskia Sassen , dovuta princi- tà, esprime da un lato la novità riconosciuta nel feno- palmente alle telecomunicazioni e alla globalizzazione meno per il quale addirittura servono nuove parole, dell'economia, per cui la centralità non coincide più dall’altro con il tradizionale Central Business District e può e- l’oggetto del discorso: “di che cosa effettivamente stendersi nell'area metropolitana nella forma di nodi stiamo parlando?”. Dare un nome appropriato alla ad alta concentrazione di attività. nuova forma sembra essere un passaggio fondamen- la difficoltà ad individuare chiaramente Il dibattito sulla “nuova città” raccoglie molte voci tale nella sua comprensione. Pierce Lewis, che ha pro- e testimonia come sia un tema condiviso e importan- posto galactic metropolis, sostiene che “Language is te. Nel 1985 J.B.Jackson tenta una breve descrizione important. We cannot talk about a phenomena unless della città “più nuova” inserendola per caratteristiche we possess a vocabulary to describe it, and many ob- e processo di costruzione nel più ampio fenomeno di servers still cannot agree on what to call this new sprawl: “The newer kind of city comes into existence amorphous form of urban geography.” La proposta di simultaneously over a wide area – a scatteration of nuovi termini per individuare il nuovo tipo di sviluppo structures with no real focal point. The difference, as I urbano o metropolitano o suburbano continua: see it, is largely a matter of the function of the road. reazione al “edge city” è stato coniato, ad esempio, 6 in In the old town roads followed property lines and were vaguely connected with one artery to the outside world. The outlying suburbs evolved only when a roads or streets were extended. But the new city grows a web of streets long before houses appear. In the beginning there is something more than the interstate. Suddenly there comes an interchange, like a break in a dam or in a river bank. In no time a flood of artefacts submerges the hitherto flat and empty countryside: swarms of trailers and bulldozers and power poles and storage facilities; the rows of small 4 È The Name Game rilevato dalla maggioranza dei commentatori, si veda ad esempio William Sharpe, Leonard Wallock, Bold new city or built-up ‘burb? Redefining contemporary suburbia, American Quarterly vol.46 n.1 1994. Accettare il termine “edge city” per indicare l’oggetto di questo capitolo si giustifica con la maggiore riconoscibilità che esso garantisce all’oggetto stesso rispetto alle altre proposte. Giandomenico Amendola in La città postmoderna, magie e paure della metropoli contemporanea, Bari, Laterza 1997 cita il fenomeno accogliendo il termine di Garreau. 5 shopping centers connected by streets or thorough- Il termine suburb è vago e comprende molte realtà: suburbs refers to all part of all metropolitan areas outside of central cities. It therefore includes unincorporated areas as well as suburban municipality. Communities that are considered suburbs by this definition range in population from a few hundred to over 80.000, in land-use composition from entirely residential to almost entirely industrial with nearly all possible mixture in between, and in distance from the central city from the immediate adjacency to over a hundred miles away. da Anthony Downs, Opening up the suburbs: an urban strategy for America, New Haven, Yale University Press 1973. fares.” [The vernACULAR CITY, in Center n.1 1985]. 6 identical dwellings; gas stations, churches, used car lots, and holiday inns; and a broad main street with one high-rise; more high-rises, more storage building; and in a year or two more interchanges. Suddenly there is a city which no one, even a hundred miles away has ever heard of before. It is in reality a loose constellation of developments and subdivisions and La maggioranza degli studiosi di questa alluvione di manufatti ha coniato, come ha fatto Garreau, un nome che potesse essere appropriato per esprimere sinteticamente la sostanza della nuova realtà urbana che stavano osservando: centerless city, digital city, technoburb, technopole, postsuburbia, exopolis, galactic metropolis, X-urban city, minicity, outer city, multinodal metropolis, urban village, new american 3 Si veda in particolare Saskia Sassen, The Topoi of E-space; global cities and global value chains, Built Environment, vol.24, n. 2/3, 1998, numero monografico Building Cyberspace: information, place and policy. La questione ha raggiunto la gente comune: Haya El Nasser nell’articolo Language doesn't fit USA's profile, USA TODAY, 08/08/2001 ripropone la lista dei Megaterms for Megachanges: Countrified city: Rural town developing a suburban feel as growth spreads along highways outside metropolitan areas. Coined in 1984. Megacounty: County with no significant urban core that becomes large metropolitan area. Coined in 1987. Technoburb: Suburb created by new technology. Coined in 1987. Edge city: Large concentration of suburban office space and shopping malls. Coined in 1991. Edgeless city: Scattered commercial sprawl at the edge of a metropolitan area. Coined in 2000. Boomburb: Rapidly growing suburban city with more than 100,000 people that is larger than some of the nation's oldest cities. Coined in 2001. American dreamscape “edgeless city” e recentemente Robert Lang ha proposto “boomburg”. - David R.Goldfield, Blaine A.Brownell - Urban Amer- 7 ica: from downtown to no town, 1979 Il moltiplicarsi dei nomi rende evidente come sia - Peter O.Muller - Contemporary Suburban America, 1981 stato individuato un fenomeno di trasformazione della metropoli. Quali fattori vengono riconosciuti respon- - Kenneth T.Jackson, Crabgrass frontier: the suburbanization of the United States, 1985 sabili del cambiamento della forma urbana? Si può affermare che gli autori facciano riferimento allo stes- - Robert Fishman, Megalopolis unbound, 1990 so oggetto? Come viene descritta la nuova forma ur- - John M.Findlay - Magic lands Western cityscapes and American culture after 1940, 1992 bana? Nella letteratura pertinente si distinguono alcuni testi che sono riconosciuti dalla comunità scientifica - Peirce Lewis – The galactic metropolis 1995 come fondativi per la comprensione e l'interpretazione - Edward Soja – Postmetropolis, 1999 8 Secondo questi autori il fenomeno edge city è del fenomeno; essi sono, in ordine di pubblicazione : - Melvin Webber, The urban place and the nonplace urban realm, 1964 parte del processo di suburbanizzazione che ha portato alla costituzione della metropoli nordamericana attuale, parte di quel processo di dispersione individuato 9 da Gottmann all’inizio degli anni ’60 e tuttora in cor7 Robert E.Lang, Edgeless Cities: Exploring the Elusive Metropolis, Fannie Mae Foundation december 2000; Robert E.Lang, Patrick A.Simmons, Boomburgs: the emergence of large, fast-growing suburban cities in the United States, Fannie Mae Foundation Census Note 6 june 2001; Robert E.Lang, Office sprawl: the evolving geography of business, Brookings Institution, october 2000. 8 so. Con la costruzione di edge city si sono introdotti, però, nella dispersione due nuovi parametri: la concentrazione ed il decentramento; come spiega Edward Soja: “The new geography of postmetropolitan urbanism is thus seen as the product of both the decentering and recentering, deterritorialization and re- Questi testi – alcuni dei quali offrono concettualizzazioni solo abbozzate della questione – sono stati selezionati sotto la guida autorevole di Margaret Crawford; molti altri testi citati in bibliografia sono stati di grande aiuto per ricostruire il dibattito. territorialization, continuing sprawl and intensified Nessuna delle trattazioni contenute nei testi selezionati può essere considerata esaustiva, poichè nessuna descrive nel dettaglio la struttura formale di queste realtà, nonostante tutti condividano l’idea che la novità del fenomeno rende non più utili gli strumenti concettuali usati per comprendere la città tradizionale e che quindi servano nuovi strumenti interpretativi. Come ha affermato Corboz, in Looking for a city in America: down these mean streets a man must go..., i ricercatori americani hanno molto poco contribuito a far conoscere di cosa siano fatte le strutture formali dei loro agglomerati (esemplari eccezioni: Learning from Las Vegas di Venturi Scott Brown, Collage city di Rowe e Koetter, gli studi di Gandelsonas, Los Angeles, the architecture of four ecologies di Banham); questo è particolarmente vero per quanto riguarda il processo di suburbanizzazione. Lo studio del mondo urbano in USA non è questione affrontata dagli architetti, ma dai geographer e per alcuni aspetti dai planner; è oggi forse possibile segnalare come promettente lo studio di Albert Pope, Ladders, Architecure at Rice 34, Houston, Rice School of Architecture and Princeton Architectural press 1996, che individua nella metropoli an entirely unprecedented type of urban development e cerca una nuova struttura concettuale che attribuisca priorità allo spazio sulla forma costruita e costruisce una serie di mappe e schemi interpretativi delle relazioni metropolitane. Ai testi selezionati ho aggiunto anche: Mario Gandelsonas, X-Urbanism: Architecture and the American city e Peter G.Rowe, Making a middle landscape, perchè si interessano specificatamente della lettura degli aspetti architettonici e formali del fenomeno, cosa che i testi selezionati non fanno. La domanda di fondo del testo di Gandelsonas è quale ruolo abbia e possa avere l'architettura nella costruzione della città contemporanea e se la città possa ancora essere l'oggetto dell'architettura: la X-Urban è esito di un sistema impegnato esclusivamente a ricavare profitto e per questo “is architecture resistant”.Lo stesso lavoro di Peter Rowe è un catalogo ragionato di parti, che non mette in relazione i tipi edilizi con la complessità del contesto metropolitano; il lavoro di Gandelsonas non entra nel merito delle aree suburbane. Solo Jacqueline Tatom, Anne Vernez Moudon e Brenda Case Scheer hanno prodotto qualche studio sulla morfologia delle periferie. Lo sprawl non è quindi solo il territorio della bassa urban nucleation, increasing homogeneity and heterogeneity, socio-spatial integration and disintegration.” densità, della diluizione degli oggetti, del paesaggio prevalentemente orizzontale, ma ha dei grumi, delle soluzioni di continuità caratterizzate da slanci verticali o da rapporti di copertura del terreno elevati. Oggi i sub-urbi spesso non sono più sub-ordinati alla città, che non svolge più il ruolo di unico fulcro dotato di forza centripeta di lavoratori e dispensatore di servizi. Il cambiamento del ruolo della parte della città che è andata costruendosi ai margini delle aree centrali della città moderna, come risultato in primo luogo della globalizzazione e del post-fordismo, può essere ben espressa dal passaggio dal termine suburbia, che sempre porta con sé una accezione negativa, al termine ex-urbia. 10 Nel processo di costruzione della metropoli si possono distinguere, quindi, due fasi: la separazione fra city e periferia (costruzione di abitazioni in quartieri eminentemente residenziali o in comunità residenziali con strutture e servizi) e la successiva indipendenza fra city e periferia per la 9 Jean Gottmann, Megalopolis, the urbanized Northeastern seaboard of the United States, Cambridge MA, MIT Press 1961. 10 A questo proposito voglio ricordare la scelta di Gandelsonas di riconoscere questa realtà e chiamare il suo studio XUrbanism. Non avendo ancora trovato una forma stabile e condivisa di interpretazione per il suburbio trasformato in exurbia e poichè non tutti gli autori condividono che si tratti di un nuovo modello 29 presenza di nuove centralità, cioè la formazione di ex- che ha svolto una serie di analisi statistiche specifi- urbia e lo sviluppo del modello doughnut. Nella regio- che . Queste tendenze di decentramento delle attività ne metropolitana sono cambiate le gerarchie e le rela- produttive sono confermate anche dagli studi eseguiti zioni fra le parti per la moltiplicazione dei centri, i Su- dalla Brookings Institution 11 burban Business Districts. 12 13 secondo i quali dal 1993 al 1996 in più di metà delle 92 aree metropolitane Per comprendere a fondo il fenomeno occorre ve- prese in considerazione gli urban cores ospitano meno rificare se sia possibile individuare delle tendenze ge- di metà dei posti di lavoro della relativa regione me- nerali e se è possibile trovare a ritroso nel tempo al- tropolitana; nell'82% dei casi gli urban cores hanno cuni indizi, studiando i modi e le tracce di queste tra- visto diminuire la percentuale di posti di lavoro del sformazioni che gli studiosi hanno segnalato. Le lettu- settore privato a favore dei suburbs persino nel perio- ra dei testi selezionati permette di evidenziare in pro- do di congiuntura economica molto favorevole; me- posito alcuni temi. diamente nelle 100 più grandi aree metropolitane solo il 22% della popolazione lavora entro 3 miglia dal cen- La rilevanza del fenomeno è condivisa dalla tro e più del 35% lavora più distante di 10 miglia. quasi totalità degli studiosi e deriva principalmente dal suo aspetto quantitativo: oggi, infatti, la maggioranza La dinamica della nascita di questi insediamenti delle regioni metropolitane nordamericane continua ad sembra accertata e condivisa. Jackson ne dà un sin- espandersi ai suoi margini e a decentrare strutture tetico riassunto "The move to the suburbs was almost produttive e servizi, svuotando così di abitanti e attivi- self generating. As a large numbers of affluent citizens tà i vecchi centri e alcuni suburbi di più antica forma- moved out, jobs followed. In turn, this attracted more zione - la maggioranza della popolazione metropolita- families, more roads and more industries. The cities na vive e lavora in agglomerati esterni secondo i dati were often caught in a reverse cycle.[…] The well-to- raccolti dal Bureau of the Census, come abbiamo visto do could avoid the local costs of urban old age by nel primo capitolo, ma anche ad esempio secondo simply stepping over the border, leaving the poor to quanto sostenuto dal Database dell'Edge City Group support the poor". Questo semplice e lineare processo è descritto sostanzialmente uguale da tutti gli autori di città spesso il termine suburb/suburban continua a essere utilizzato. 11 Ad esempio anche il Seattle Growth Report 2000 distingue urban centers, hub urban villages, residential urban villages e riporta che: "The recent trends is toward more concentration of housing growth in urban centers and villages". Una testimonianza della moltiplicazione dei centri e delle polarità si trova in questo articolo di Bill Schadewald pubblicato dal Houston Business Journal il 18 giugno 1999: Making it harder to get there from here: A lot of Houstonians, even longtime residents, are probably losing a sense of place and direction these days. At times, it seems like the town is being laid out by a cross-eyed city planner with a broken compass. The powers responsible for dictating the city's development patterns are doing their darnedest to make it even more confusing than ever to get there from here. The naming of streets is a case in point. […]But the phenomenon isn't confined to the inner-city. […] An even more baffling trend is the growing number of new "town" designations. Not too long ago there was just "downtown". But urban redevelopment over the past few years has spawned a host of offshoots. We now have something called "Midtown" and "Neartown". There is even a hybrid called "Lower Downtown" or "Lodo" for short. Although I live nearby, I have no idea where Lodo ends and Midtown begins. At the same time, an "Uptown" has materialized by the Loop in the sector more familiarly known as the Galleria area. (Developer Gerald Hines, the father of this early mixed-use community, tried to name his creation "City Post Oak" in the 1970s. He applied the name to his press releases and even published a City Post Oak newsletter for residents. But the name never stuck.). Suddenly, we have towns galore. The new slogan could be "Houston: City of towns". And things promise to get even more crazy. Imagine the possibilities as the concept spreads. […] But there is a silver lining in all of this cloudy communal chaos. In-laws from Oklahoma City come down to Houston for regular visits. Next time they call, I'll just provide them with a new set of directions: "Come in toward downtown until you hit Uptown, veer over to Midtown until it meets Neartown, and hang a left where West Gray turns into Inwood." Heck, I may never see my in-laws again. presi in considerazione, cambia talvolta la successione temporale dei diversi fattori, si veda ad esempio Lewis: “The city had lost each of the three economic magnets that had held it together: commerce, industry and residential housing. How it came to be: - people’s choice to live outside the crowded city (in origine: scelta per una qualità di vita migliore, ricerca di un ambiente omogeneo socialmente e salubre); 12 Edge City Database è una joint venture fra The Edge City Group, Dun&Bradstreet, Strategic Mapping Inc., The Silicon Valley Demographics. The Edge City Group è stato fondato da Garreau per raccogliere informazioni sulle Edge Cities e metterle in relazione con i corrispondenti downtowns; l'intento è di contribuire alla creation of more liveable and profitable urban areas worldwide. Così il gruppo presenta il suo lavoro: The Edge CityTM Ventures, Inc. defined the geographies for the Edge Cities and the downtowns to which they are related in 34 metropolitan areas by aggregating the job centers and relevant contiguous areas in each Edge City and downtown. This database is the first comparison of Edge Cities and related downtowns. […] Si veda il sito online, ricco di tabelle e grafici. 13 Edward L. Glaeser, Brookings Institution and Harvard University, Matthew Kahn, Tufts University, and Chenghuan Chu, Stanford University, Job Sprawl: Employment Location in U.S. Metropolitan Areas, The Brookings Institution, Survey series, may 2001 e John Brennan and Edward W. Hill, The Urban Center, Levin College of Urban Affairs, Cleveland State University, Where Are The Jobs?: Cities, Suburbs, and the Competition for Employment, The Brookings Institution, Survey Series, November 1999. American dreamscape centri di ricerca e i quartieri generali delle multinazionali. Diventa così evidente come la città multicentrica dispersa sia la manifestazione più matura – ma non ancora definita - di tendenze pervasive in atto in parte dai primi decenni del XX secolo (anni ’40) e in gran parte dalla fine della seconda guerra mondiale. Il ruolo dell'automobile nella formazione della dispersione e della concentrazione è un po' controverso: secondo Peter Hall 14 i sob- borghi sono esito di una esigenza profonda e non della possibilità offerta dalla tecnologia. Secondo la maggioranza degli autori, invece, la rete autostradale grazie alla sua trama trapezoidale che garantisce accessibilità ad ogni punto ha contribuito in modo determinante alla creazione del policentrismo. Le edge cities, inoltre, seguono come principio ordinatore o la maglia di un miglio quadrato che informa di sé l'intero territorio statunitense oppure, è la quasi maggioranza, si collocano lungo le principali arterie in prossimità degli svincoli. - easy and affordable transportation to get to exurbia, the new democratised automobile put an end to the old preautomotive cities (in seguito la possibilità di trasporto fino ad exurbia); - lo spostamento delle attività economiche); - degli abitanti di edge city si ripetono molto simili 15 commerce and industry leave the city as well (in seguito Il pattern insediativo, il modello di sviluppo e le caratteristiche della struttura e del comportamento the interstate highway program finished the job by making any area near an interchange more accessible than downtown ever was: every place is accessible (infine le autostrade).” Fishman propone una lettura un po’ più articolata del processo di decentramento e concentrazione: deterioramento del downtown e del sistema di trasporto pubblico fra la prima e la seconda guerra mondiale; influenza del governo federale sulla forma delle città americane (attraverso la politica dell’housing - mortgage to the newly built suburbs; la costruzione di stabilimenti per la difesa – almost overnight these new factories gave the metropolitan peripheries and decentralized sunbelt cities a substantial industrial base on nelle aree metropolitane degli Stati Uniti . Peter Rowe afferma che descrivere l’insediamento exurbano e volerlo raccogliere e comprendere in una unica grande concettualizzazione non è corretto. Ci sono infatti molti tipi diversi di insediamento suburbano e metropolitano, che producono altrettanti tipi diversi di “middle landscape” e, come abbiamo visto nel primo capitolo, le regioni urbanizzate si stanno sviluppando in modi diversi nelle diverse parti della federazione. Allo stesso modo anche Peter O.Muller dice che non è possibile pensare di concepire il mondo exurbano come una realtà unica e omogenea viste le dimensioni gigantesche che ha assunto. Andre Corboz si aggiunge e sostiene come non esiste “la” città americana, allo stesso modo che non esiste la città europea o asiatica e come debbano essere sospesi tutti i preconcetti. which they could build during the postwar years; le autostrade; la costituzione di piccoli governi locali suburbani – city after city failed to annex its suburbs 14 because of suburban resistance; developers learned Peter Hall, Cities of tomorrow, an intellectual history of urban planning and design in the XX century, Blackwell 1988. they could escape control: “there is no zoning, only 15 deal”); anni ‘50-’60: costruzione di contenitori per attività lungo le autostrade; anni ‘70-‘80: trasferimento in exurbia le attività industriali più vitali - industrie elettroniche, chimiche, farmaceutiche, aerospaziali -, i Si veda a questo proposito la raccolta di studi Beyond edge cities, Richard D.Bingham editor, The Maxine Goodman Levin College Of Urban Affairs at Cleveland state university, Garland Publishing Inc. 1997, che riconosce edge citiesanche in Ohio, anche se con caratteristiche diverse da quelle individuate da Garreau. 31 I vari elementi che compongono exurbia sono però molto simili e credo che si possa affermare – come Marriott i più frequenti, istituti di cura, centri per il divertimento. 16 fa lo stesso Peter Rowe quando presenta i diversi ma- Una tesi molto interessante sostiene che la nasci- teriali che compongono exurbia - che gli elementi co- ta dei mall, dei theme park, dei complessi progettati stitutivi di questo tipo di insediamento possono essere in ogni dettaglio e circondati da landscaping lussureg- chiaramente individuati e che questi materiali si ripe- giante (per uffici, per istituti di cura, per residenze di tano di luogo in luogo nelle aree urbanizzate degli lusso, per case di vacanza, per il divertimento) è do- Stati Uniti senza sostanzialmente variare la loro logica vuta alla ricerca di un fattori di ordine, di luoghi in compositiva ed il loro assemblaggio sia a scala edilizia grado di riconciliare l’abitante del suburbio – caotico, che a scala urbana. frammentato, ambiguo, disorientante - con la realtà Si possono allora avanzare dei concetti generali urbana. C’è bisogno non solo di un rifugio dalla central per exurbia, proporre delle riflessioni e delle analisi city, ma anche dal suburbio stesso diventato sprawl che siano valide per ogni contesto, come hanno fatto inospitale. Per ottenere questo risultato le edge cities gli autori che abbiamo elencato, che hanno cercato di devono essere dei magic lands, necessariamente allargare la riflessione e generalizzare. Ad esempio introversi, escludere il contesto e offrire un ambiente Jackson sostiene che "The numbers were larger in controllato, tanto dal punto di vista estetico quanto da California, but the pattern was the same on the edges quello delle interazioni sociali: “this magic lands tur- of every American city, from Buffalo Grove and ned inward, away from sprawl, so that outside could Schaumburg near Chicago, to… ". In sintesi le tendenze di decentramento non nuove -Jackson dice che già nel 1963 più di metà del lavoro industriale aveva sede nel suburbio e gli uffici si sono trasferiti massicciamente dal 1955 al 1980 - ma costanti e consistenti per quantità sembrano non dipendere dalla localizzazione delle città. Le edge cities sono secondo Fishman “The most dynamic element in our national economy […] The new city is different in scale – encompasses 2-3000 square miles; has huge subdivision – planned unit developments areas large as towns; lacks a dominant single core and definable boundaries”. Le nuove città sono il risultato di milioni di decisioni non coordinate prese da lottizzatori ed investitori animati dalla volontà di creare nuovo valore immobiliare, principale fattore che giustifica la costante crescita di exurbia, dove spesso non c’è nessuna forma di controllo del land use e dove i governi locali hanno tutto l’interesse di favorire questo tipo di insediamenti per creare occupazione ed entrate fiscali. Le edge cities sono generalmente isole composte da parti giustapposte progettate con molta cura dove i gruppi sociali benestanti possono lavorare, incontrarsi, divertirsi senza entrare in contatto con il resto della realtà urbana: sono costituite, infatti, dai centri di ricerca che le imprese decentrano, i due esempi più eclatanti Silicon Valley e Route 128 di Boston, dai quartieri generali delle multinazionali, come Solana a Dallas–Fort Worth dove c’è il marketing and technical support center dell’IBM, ospitano i grandi regional mall come King of Prussia a nord ovest di Philadelphia, hanno strutture ricettive, Sheraton e 16 Una domanda: “why did a town spring up here and why has it grown so big?” accompagna il percorso lungo le strade delle grandi aree metropolitane. Perchè apparentemente lontano da qualsiasi cosa sia un polo di attrazione o un elemento di “urbanità” nella route 206 in New Jersey stanno costruendo un altro quartiere residenziale? Perché costruiscono ville proprio a ridosso delle uscite dell’autostrada, non c’è un posto migliore? Cosa ci fanno case, casette, ville e campi di golf sparsi in un contesto che sembra rurale, comprensivo di staccionate, laghetti e boschi? Dove sono le scuole, i negozi, la palestra, la biblioteca, il cinema? O piuttosto: come faccio e capire da qui dove sono le scuole, i negozi, la palestra, la biblioteca, il cinema? Come mai proprio alla junction della route 9 con la Mass Turnpike hanno costruito un enorme Sheraton che sembra un castello medioevale? Come mai una sera qualsiasi di una settimana qualsiasi il ristorante messicano all’incrocio della Route 10 con la interstate 287 – in un luogo che non ha nemmeno un nome nel bel mezzo del New Jersey - è affollato coppie, amici che festeggiano un compleanno, ragazze in cerca di svago, signori annoiati? tutti sembrano conoscere il posto, essere “del” posto? Perchè la valle a nord est di Philadelphia è un enorme puzzle di edifici bassi e larghi, solo accostati, tagliato in due dalla Penn Turnpike, dove trovi tutto quello che ti potrebbe venire voglia di comprare ma dove è impossibile andare da un edificio all’altro a piedi? Come mai il centro antico del borgo di Framingham non è segnato sulla carta stradale ed è molto più difficile da raggiungere che il locale regional mall? Osservando meglio si scopre che qualche centinaio di metri lungo la stessa strada dove stanno costruendo il nuovo quartiere residenziale c’è il maestoso Bristol-Meyer Squibb corporate center separato dalla strada da verdi boschi e da un grande lago; scopri che lungo le due strade al cui incrocio c’è il ristorante messicano c’è anche una sede dell’Intel, una sede della New York City Bank, un college universitario per postgraduate, una residenza per anziani, un gruppo di altri corporate centers, Barnes&Nobles che funziona anche come asilo per i bimbi suburbanites, Stop and Shop, Wendy’s..., ma non c’è neanche un marciapiede o una cabina telefonica; scopri che lo Sheraton serve i consulenti della sede generale della BOSE e della Genzyme, multinazionali che hanno deciso di trasferire i loro headquarters lungo la route 9 poco dopo un nucleo di grossi centri commerciali a scala regionale, fra cui lo storico Shopping World, che sopravvive dagli anni ’50, più volte ristrutturato, pioniere dei centri commerciali nordamericani. Scopri che le ville in mezzo ai campi e ai boschi percepite come lontane da quanto sia “urbano” sono a solo 15 minuti di macchina dallo strip commerciale della strada più vicina e ad appena 10 minuti di macchina dal gigantesco headquarter della AT&T. Insomma il sistema sembra funzionare. Come sostiene Fishman “The new city has responded to the changing character of families with more flexibility than critics of the suburbs want to admit, The American dreamscape not intrude on the more orderly life within […] they si distinguono due punti di vista: il primo afferma co- act as antidotes to the apparent chaos of their urban me la edge city sia il costituirsi di un nuovo tipo di 17 Si tratta quindi di enclaves private o semi città cominciato all'incirca 30-40 anni fa e quindi sia pubbliche, caratterizzate da un design di alta qualità e esito di una rivoluzione sociale e culturale con conse- spesso da strutture che fungono da elementi di riferi- guenze sugli aspetti formali della metropoli (Muller, mento. Le nuove citt’ hanno bisogno di una propria Fishman, Gandelsonas, Garreau). In questo caso que- identità e l’identità è data dall’immagine architettonica sti insediamenti sono interpretati come anticipazioni di che segna il territorio e coinvolge emotivamente chi ci quanto succederà in futuro. Il secondo punto di vista deve vivere e lavorare. Questi centri exurbani sono invece interpreta il fenomeno come esito di un proces- nel tempo diventati un modello di riferimento per so che senza soluzione di continuità, grossomodo dalla downtown, che sempre più spesso ne ripete forme e seconda guerra mondiale cominciando però già negli strategie. anni ‘30, sta portando il suburb a trasformarsi in alcu- milieu.” ne sue parti e in alcuni dei modelli di comportamento Il tema fondamentale del dibattito è se edge city dei suoi abitanti (Soja, Jackson, Rowe, ma anche sia effettivamente una nuova forma di città. La que- Hall). La divisione fra questi due poli non è però così stione è doppia: si tratta di definire sia se siamo di netta. Secondo Lewis, ad esempio, la condizione ur- fronte dell'intera bana nei suburbi era latente nel territorio agrario a- struttura urbana, cioè se sia individuabile come una mericano, bastava solo che venisse realizzata nella entità radicalmente diversa, per forma funzioni e rela- forma: “Nonurban America was already functionally zioni, rispetto al suburbio e se coinvolge le aree esi- and culturally part of the metropolis, or “urbane” be- una trasformazione complessiva 18 stenti di precedente urbanizzazione , sia se questa fore the arrival of the dispersed buildings. What has possa essere chiamata “urbana”. La questione è molto been built in the countryside is nothing else than the controversa e nella letteratura presa in considerazione physically realization of a latent reality. It remained only to make the countryside physically metropoli- new city is a city “à la carte”, Families create their own city out of the destination they can reach”. 17 Secondo John M.Findlay, op.cit., che non rivolge la sua analisi ad edge city, ma ad alcuni esempi eclatanti come Disneyland, il campus per start-up a Stanford, la cittadella per pensionati Sun City in Arizona, questi luoghi sono magici perchè: they helped people to come to terms with this difficult city to understand and to live they imported a sense of community and stability to urban region they have arisen the cultural identity attempted to exclude diversity and misery from the urban setting they celebrated the economical and political basis of the sprawl the growth is not necessarily chaotic helped to bring cohesion to sprawling districts interaction with the built environment is less difficult and demanding. 18 In questa riflessione viene discusso il rapporto di edge city con downtown: è edge city una realtà effettivamente indipendente dal più antico centro? Secondo molti no e comunque non dovrebbe esserlo. La questione assume rilevanza in relazione alle strategie amministrative ed economiche da adottare: il cosiddetto New Regionalism Movement vuole l’allargamento del potere politico e economico della città centrale per salvare downtown, riproponendo il ragionamento del regionalismo degli anni ’70 (si veda per es.: Oliver Byrum, Edge cities: a pragmatic perpsective, Journal of the american planning association vol.58 n.3 1992; Neal Peirce, Citystates: does the american city have a future?, Washington DC, Seven Lock Press, 1993); la cosiddetta Suburban Dependency invece ipotizza che le edge city hanno bisogno delle città centrali perchè il loro benessere economico e sociale dipende da quello delle central cities (si veda per es.: Savitch, Ties that bind: central cities, suburbs, and the new metropolitan region, economic development quarterly 7 1993, Larry Ledebur, William Barnes, All in it together, National League Of Cities, Washington DC 1993). tan.”. Lewis afferma però anche che la nuova metropoli deve essere considerata come rivoluzionaria: chiamare il fenomeno suburban sprawl è sbagliato per due motivi: 1. Il fenomeno non è per nulla suburbano: “this new metropolitan tissue often flourished at great distances from established centers, its people and building arranged in loose separated clusters.” 2. Sprawl ha una accezione negativa e sembra riferirsi a qualcosa di temporaneo che se ben curato scomparirà, mentre la città galattica non è un’aberrazione e possiede un ordine interno che andrebbe meglio studiato. Qualcuno infine, ma sono voci in minoranza, non legge nelle trasformazioni in corso alcun elemento di novità: per esempio Robert Bruegmann 19 nega che questi pattern siano nuovi e che il modello di sviluppo del suburb sia in crisi. 19 Robert Bruegmann, The american city: urban aberration or glimpse of the future? contenuto in M.Cohen, B.Ruble, J.Tulchin, A.Garland, Preparing for the urban future, global pressure and local forces, Woodrow Wilson Center Press, 1996. 33 Se quindi of the world.” La tradizionale distinzione urbano - sub- autori urbano perde quindi di significato: non ci sono più sostengono centro e periferia, ma nucleation, centrality, cluste- che si tratti di ring, separation… exurbia è città e comunità se viene una nuova considerata come un processo sociale e non solo come forma di città, organizzazione spaziale, se è luogo dove avvengono quasi interazioni e vengono scambiate informazioni, se di- alcuni tutti constatano la venta parte del network dove circolano i flussi di mer- trasformazio- ci, persone, soldi e comunicazioni. Webber quindi pro- ne del subur- pone l’urbanità diffusa e policentrica che può anche bio tradiziona- non riconoscersi in un centro “A urban realm is not a le, quello che urban region, that is a spatially delimited territory, but si definiva in a heterogeneous group of people cmmunicating with contrapposi- each other through space. The spatial extent is am- zione alla city biguous e ne era di- and new contact arrives. No urban settlement is a pendente; per unitary place; rather it is a part of a whole array of Jackson le shifting and interpenetrating realm-spaces.” Webber strutture resi- nel suo saggio avanza così le principali questioni che denziali, quel- edge city comporta: urbanità, comunità, centro, peri20 shifting instantaneously as new partecipant le commerciali e quelle industriali sono state ridise- feria. gnate per costruire un mondo a dimensione degli au- sostiene tomobilisti. In entrambi i gruppi la causa prima del l’autonomia dalla city: “The bedroom communities of cambiamento viene individuata nel decentramento the early postwar period has now evolved into a self delle attività commerciali e finanziarie, produttive, sufficient urban identity, containing its own major legate allo svago. Sostanzialmente si può affermare, economic and cultural activities, that is no longer an quindi, che questi autori facciano riferimento tutti allo appendage of the central city.” stesso oggetto, anche se interpretato attraverso sfumature diverse. In linea con il pensiero di Webber, Muller che Fishman il suburbio condivide la oramai ha dimensione raggiunto a-spaziale dell’urbanità, ma afferma che nella realtà dei singoli La principale caratteristica della trasformazione casi questa è ancora lontana dal garantire le presta- della metropoli che edge city rappresenta è il cam- zioni dei nuclei urbani tradizionali, opinione condivisa biamento di relazione della periferia con la città e la dalla maggioranza dei commentatori: “The urban nei- perdita di importanza della vicinanza spaziale delle ghbourhood gave a sense of identity that the disper- cose e delle persone per definire urbanità. sed household network of the new city lacks and even Webber, nel tentativo di interpretare la crescita the most elaborate mall pales” in confronto alla vitali- metropolitana, è fra i primi a proporre l’inadeguatezza tà e diversità e alla possibilità culturale offerte da del concetto tradizionale di città, dell’urbanità come downtown. “The new city is still a cultural satellite of solo concetto spaziale, perché pone l’attenzione sulla the old but soon will be able to have a indipendent produzione e lo scambio di informazioni e sull’insieme cultural base.” delle relazioni fra persone, che possono trascendere lo William Sharpe e Leonard Wallock 21 sostengono spazio fisico, la densità di residenti e di occupazione: l’opinione di Gottman, secondo il quale “these emer- “Most important of all it [the public information] might ging cities in suburban areas are really satellites of encourage us to see urbanity – the essence of urban- major central cities” e che la massiccia infrastruttura- ness – not as building, not as land use patterns, not as large, dense and heterogeneous population aggregations, but as a quality and as a diversity of life that is distinct from and in some measure indipendent of these other characteristics. Urbanity is more profitably conceived as a property of the amount and the variety of one’s partecipation in the cultural life, of the amount and the variety of the information received.” […] “Thus urbanity is no longer the exclusive trait of the city dweller; the suburbanite and the exurbanite are among the most urbane of men; increasingly the farmers themselves are partecipating in the urban life 20 Webber però costruisce una tassonomia di dimensioni e componenti che non riesce ad affrancarsi dal metodo tradizionale di rappresentazione della città, perchè non riesce a non adottare uno schema che tenti di mettere ordine, di stabilire una gerarchia e di dire cosa è in centro e cosa è ai margini, applicando così ad una brillante intuizione strumenti tradizionali. La ri-orientazione concettuale di spazio e tempo necessaria per comprendere lo sviluppo urbano viene riaffermata da Webber in Order in diversity: community without propinquity, in Lowdon Wingo editor, Cities and space, the future use of urban land, Baltimore, John Hopkins University Press 1963. 21 William Sharpe, Leonard Wallock op.cit. American dreamscape zione, la grande concentrazione di attività terziarie, la rate and overlapping political jurisdictions, which presenza di un attivo network di comunicazione e la make any kind of coordinated planning virtually im- possibilità di consumo di beni non fanno di questi cen- possible". tri dei luoghi urbani perché non sono dei centri di pro- Peter Hall sostiene che non ci sia molto di nuovo e duzione di cultura e mancano di una caratteristica di diverso nella città della metà degli anni '90 rispetto fondamentale individuata da Wirth: l’eterogeneità so- a quella di una decina di anni prima, ma riconosce una ciale dei suoi abitanti. novità nella sostanziale indifferenza della localizzazio- 22 propone una interpretazione più radicale ne dovuta alla possibilità di circolazione delle informa- della possibilità di costruzione dell’urbanità negli USA: zioni permessa dalle telecomunicazioni - Peter Hall “If the American conurbation lacks a core, it neverthe- accenna infatti ad infocity less encompasses areas of concentration. But these della posizione economicamente più vantaggiosa con fail as urban spaces precisely because they perform libertà. Corboz 24 - che permette la ricerca no active role in shaping a larger urban identity, at Anche Gandelsonas parla di una drastica ristruttu- least not jet. They are no more than protuberance in razione e riconfigurazione della città che ha comporta- the fabric of the urban network. Transformation of to una mutazione delle condizioni di vita, in particolare these points de repere into veritable urban cores in Scene X The development of the X-Urban City Gan- would require a change in the American mentality. delsonas racconta i due aspetti che caratterizzano la The core is not a determinant in american urban cul- X-Urbia: ture.” all’esterno delle megacities per convenienza economi- la costruzione degli office campuses Secondo Soja non c’è bisogno di queste specula- ca e possibilità tecnologiche con la conseguente co- zioni per affermare comunque l’intensità del nuovo struzione di urban cluster (unione di luoghi di lavoro, processo di urbanizzazione e le differenti forme urba- attrezzature ricreative e residenza) a bassa densità e ne e le pratiche spaziali che ha prodotto e produce. Il accessibili esclusivamente con l’auto; la gentrification fenomeno ha portato a un cambiamento profondo di dei distretti industriali dismessi per la trasformazione quanto la città rappresenta, una profonda ristruttura- della produzione secondo processi che ripetono quelli zione dei significati, del simbolismo culturale legati che portano alla realizzazione dei ex-urban clusters. 23 e all’immaginario urbano, al modo in cui La suburban city analogica dotata di televisore e tele- gli abitanti pensano alla città e al significato di vita fono è stata sostituita dalla città digitale dotata di urbana. computer e World Wide Web. Gandelsonas accenna ai all’urbanism possibili effetti del World Wide Web ma non si spinge Il ruolo svolto dalle nuove tecnologie viene con- in previsioni di trasformazione urbane future. siderato fondamentale nella creazione di questi poli. Secondo gli studi di Fishman, che infatti chiama il fe- Un’altra questione che anima il dibattito è il futu- nomeno technoburb, questa nuova agglomerazione ro di questi insediamenti. Per Garreau questi inse- dove case, industrie, servizi e uffici sono decentrati diamenti sono delle forme iniziali da cui costruire il rispetto a qualsiasi polarità precedente è resa possibi- prodotto finale, che dovrà conquistare civilization, le dalle tecnologie avanzate che hanno reso non indi- identity, community, soul; egli ammette così le defi- spensabile il contatto face-to-face. "To me the mas- cienze di questi insediamenti. Anche Fishman spera sive rebuilding that began in 1945 represents not the che le mancanze del technoburb (mancanza di produ- culmination of the 200 year history of suburbia but zione culturale, mancanza di uno spazio pubblico e di rather its end. Indeed the massive change it's not una vita di comunità, mancanza di attenzione verso suburbanization at all but the creation of a new kind l'ambiente, mancanza di pianificazione) siano sempli- of city, with principles that are directly opposed to the cemente da attribuire alle incertezze legate alla nasci- true suburb. […] The landscape of the technoburb is a ta di una nuova tipologia urbana. L'idea che questi jumble - accozzaglia - of housing, industries, com- siano forme in nuce è condivisa anche da Gandelso- merce, and even agricultural uses; it has no proper nas: "Maybe all these apparently new forms are per- boundaries and it is divided into a crazy quilt of sepa- ceived as new because they are not yet consolidated as cities, but rather appear as very young urban for- 22 23 mations of which the more mature forms are yet unAndre Corboz op.cit. Urbanism non può essere sempre tradotto con urbanistica: dal Merriam-Webster Dictionary edizione del 1998: Urbanism: 1. The condition or characteristic way of life of those who live in urban area; or 2. The study and theory of building and other physical needs in cities or predominantly urban cultures: city planning. known." Le forme di edge city, infatti, si manifestano a vari stadi: Robert Lang, direttore del Urban and Metropolitan Research presso la Fannie Mae Foundation 24 Peter Hall op.cit. 35 ha elaborato una teoria sugli stadi intermedi delle Per completare la descrizione di edge city aggiun- edge city e ha individuato edgeless city: “a form of go alcune descrizioni di casi specifici ma con valenza sprawling office development that never reaches the generale, annotazioni ed immagini di siti esemplari. Le scale, density or cohesiveness of edge cities, and now immagini accostano l’ortofoto alla morfologia del co- accounts for the bulk of office space found outside of struito ottenuta dai files GIS curati dalle diverse muni- downtowns. The term "edgeless city" captures the fact cipalità (mappe elaborate negli ultimi 5 anni riportate that most suburban office areas lack a physical edge. qui a scala 1:20.000). Le differenze fra la morfologia In contrast to edge cities, which combine large-scale del costruito e l’edificato dell’ortofoto dice della vivace office development with major retail, edgeless cities dinamica immobiliare di queste aree. feature mostly isolated office buildings spread across 25 26 vast swaths of urban space.” Leinberger 27 e Muller possono aiutare a capire le Si può, infine, dire che l’interpretazione della città dinamiche che hanno portato alla costruzione delle contemporanea come edge city spesso comprende edge cities e i loro materiali; essi hanno, infatti, ela- una immaginazione del futuro, cioè una lettura del borato due teorie per spiegare l’evoluzione della cre- presente come anticipazione del futuro prossimo. scita delle città americane contemporanee e hanno Questi racconti, infatti, intendono illustrare come sia assunto la città presente per dire verso quale realtà si sta an- L’accostamento della analisi di Muller alla interpreta- dando. Nel caso di Garreau e di Fishman, in particola- zione di Leinberger permette una lettura completa re, la costruzione di questa nuova città è espressione dello sviluppo metropolitano ad Atlanta ed in generale di continuità di intenti rispetto al perseguimento del della formazione degli insediamenti periferici: il primo sogno. Tutti gli autori mettono in relazione lo stato di inquadra la dinamica complessiva dell’area metropoli- cose attuale con la ricerca del benessere e della felici- tana che è diventata policentrica, il secondo precisa la tà, nessuno nega che lo sforzo di ogni operazione che nascita e lo sviluppo dei singoli poli. Atlanta come esempio per illustrarle. riguarda la ristrutturazione città sia per una maggior Leinberger legge nella città 4 generazioni di me- qualità di vita, perchè questo fa parte della retorica tro cores, cioè 4 ondate di crescita progressiva della del mito americano. Tutti gli autori però allo stesso metropoli, con una disposizione nel territorio sostan- modo concordano nel dire che il futuro di questa città zialmente concentrica, dovute al decentramento delle è strettamente legato alla risoluzione delle questioni attività economiche e delle opportunità di investimen- che vengono contestate allo sprawl, di cui edge cities to. sono parte integrante, che abbiamo già visto nel capi- La prima generazione è costituita dal downtown, tolo precedente; Lewis così riassume alcune di queste: che ha svolto la funzione di principale centro economi- 1. co e culturale fino agli anni ’60 quando ha cominciato 2. 3. 4. Social question – race – America’s urban black people are nonmetropolitan, as inhabiting part of old enucleated cities that have lost the economic connections with the metropolis; what can be done to relieve the condition of poor black people? Political question – what political machinery for this jurisdictionally fragmented metropolis? Aesthetic question – how can be ameliorate the visual squalor of the landscape? In prticolare the national freeway landscape. Economic question – how can (public) cheap transportation be provided for the dispersed population and jobs and shops? a soffrire un moderato ma irreversibile declino, con un tasso di crescita di office spaces molto inferiore a quello della regione suburbana circostante. La seconda generazione di metro cores – Northeast Expressway ad esempio, che può essere definita area suburbana avendo una floor/area ratio compresa fra 0,2 e 0,5 - è costituita dai primi poli di office space, strip malls e zone industriali costruiti durante gli anni ’60 fuori di downtown e che oggi sono grossomodo saturi e presentano poche possibilità di investimento e profitto immobiliare; potrebbero essere densificati e le zone industriali trasformate in centri commerciali se hanno possibilità di accesso e sono in una posizione ESEMPI: BURLINGTON MALL AREA E FRAMINGHAM GOLDEN TRIANGLE (BOSTON), KING OF PRUSSIA (PHILADELPHIA), PERIMETER CENTER, BUCKHEAD E CUMBERLAND GALLERIA (ATLANTA), FLORIDA MALL (ORLANDO) visibile dalle principali arterie di comunicazione. La terza generazione di metro cores, costruiti negli anni 26 Christopher B.Leinberger, The changing location of development and investment opportunities, Urban Land vol.54 n.5 1995. 27 25 Robert E.Lang op.cit. Peter O.Muller, Truman A.Hartshorn, Suburban downtowns and the transformation of metropolitan Atlanta’s business landscape, Urban Geography vol.10 n.4 1989 special issue: the urbanization of the suburbs. American dreamscape ’70 e ’80, generalmente collocati in corrispondenza ter Center. E’ interesante notare come le quattro fasi dell’uscita di una autostrada e il cui fattore di attrazio- si susseguano in modo sostanzialmente sincronico ne è un regional mall, sono veri e propri “new do- nelle due zone coinvolgendo gli stessi elementi costi- wntowns“ poichè sono concentrazioni di torri o palazzi tutivi (office park e regional mall): per uffici – per esempio Buckhead Lenox, Cumberland bedroom comminities ‘60–’70: migrazione del- Galleria e Perimeter Center; la loro costruzione ha la popolazione da Atlanta a zone residenziali unincor- seguito ritmi molto sostenuti negli ‘80 portandoli ad porated, cioè su terreni non facenti parte di alcuna avere una floor/area ratio di 0,5 o maggiore e quindi municipalità, prevalentemente a nord della città, co- “urbana” e per il fatto di avere un volume occupato di struzione di alcuni servizi commerciali come strip mall office space maggiore di downtown. Oggi questi spazi per uso della popolazione locale lungo le principali stanno accentuando il loro carattere urbano, co- arterie radiali; struendo edifici residenziali ad alta densità, connet- indipendence primi anni ’70, costruzione di un tendosi per quanto possibile al trasporto pubblico, grande regional mall, costruzione di un office park; cercando di potenziare il carattere pedonale e quindi quindi sostanzialmente in questa fase viene raggiunta intervenendo sul progetto di suolo. Secondo Leinber- l’indipendenza da downtown per la possibilità di acqui- ger non ricorrere a questa politica di urbanizzazione stare e lavorare nel centro suburbano con le stesse significa andare verso un inevitabile declino ed abban- prestazioni, ma maggior qualità di vita; dono per l’inevitabile arrivo di lower-income residents catalytic growth seconda metà anni ’70, fase e di un aumento della paura del crimine e della perce- di rapida espansione, intensificazione e diversificazio- zione del pericolo. La quarta generazione di metro ne delle attività presenti: hotel, altri mall, più piccoli, cores ripete negli anni ’90, dopo un periodo di stasi altri centri per uffici; degli investimenti immobiliari, forme e modi di inse- high-rise/high-technology anni ’80, fase di ul- diamento della generazione precedente, ma in terreni teriore crescita in cui aumenta il valore immobiliare semirurali scelti per i nuovi insediamenti sempre più del terreno e conseguentemente aumenta vertigino- lontani dall’originario downtown. Qui ci sono infatti le samente la densità. Vengono costruiti prestigiosi cen- condizioni in cui sono sorti i metro cores III, poi tra- tri per uffici e hotel di lusso sui tratti rimasti liberi (a sformate dallo sviluppo: abbondanza di terreno libero Perimeter: Ravinia, the Terraces, Concourse, Nor- e costi contenuti di acquisto del terreno, assenza di thpark Town Center Hyatt Regency Hotel, Waverly) problemi sociali come crimine o welfare needs, carico causando congestione del traffico e scarsità di alloggi. fiscale inferiore al resto dell’area metropolitana, limi- Muller come Leinberger prevede una quinta fase tata interferenza del governo nelle questioni della pia- nel processo di sviluppo: the mature town center, nificazione e dell’implementazione dei progetti. Esem- quando i centri diventeranno poli di elaborazione cul- pi ad Atlanta sono Georgia 400, Marietta Town Center, turale e cambierà la loro situazione politica e sociale, Oakwood/Gwinett Place; agli inizi degli anni ’80 non per la costituzione di un effettivo organo di governo, esistevano in queste aree office space, dieci anni dopo magari da una preesistente associazione privata. c’erano circa 4 milioni di piedi quadrati di office space, Sia l’ipotesi di Muller che quella di Leinberger per circa il 12% dell’offerta dell’intera area metropolitana. lo sviluppo futuro si stanno verificando, anche se la Leinberger prevede la costruzione di una quinta ge- previsione di Leinberger in misura minore per il fatto nerazione di metro cores, in una sequenza tenden- che generalmente si preferisce non investire nelle zialmente infinita che cerca la riproposizione delle strutture esistenti, ma “fondare” nuove città. condizioni più favorevoli all’insediamento e quindi ad un buon investimento. Continua quindi lo sviluppo L’accostamento dei diversi tipi edilizi - il mall nelle dalla caratteristica forma leap-frog che aggiunge parti sue diverse declinazioni (strip commercial center con i e frammenti superando di volta in volta il suburban parafernalia delle varie attività commerciali più piccole frontier. e non direttamente aggregate, roadside franchise, Muller propone un modello articolato in quattro shopping village, open and closed pedestrian mall co- fasi per interpretare lo sviluppo economico e spaziale me elenca e descrive Peter Rowe ), il palazzo per 29 suburbano dagli anni ’60 alla fine degli anni ’80 e applica e verifica questo modello a due exurban do28 wntowns 28 di Atlanta: Cumberland/Galleria e Perime- Caratteristiche che un first-order suburban downtown deve avere (per distinguerlo da semplici concentrazioni di attività) secondo Muller: 29 almeno un regional mall con più di 1 milione di piedi quadrati di spazio per la vendita, 3 o più high-rise office buildings che ospiti l’headquarter di almeno una azienda elencata in Fortune1000, un centro per uffici di almeno 5 milioni di piedi quadrati, almeno 2 hotel con 400 camere, posti di lavoro per almeno 50.000 persone. Peter Rowe op.cit. 37 talvolta comprendono tipi edilizi residenziali in linea, le zone industriali si accostano alle aree commerciali in un sistema complementare, le aree residenziali circostanti sono esclusivamente composte da edifici unifamiliari (la trama del tessuto residenziale circostante le edge cities di Atlanta è leggermente più grande degli altri casi). La generale mancanza di coesione tra i diversi elementi che compongono queste edge cities e il pattern insediativo caratterizzato da clusters 30 sono da un lato il risultato di azioni indipendenti e non coordinate dei developers e builders dall’altro esito di deliberate e coscienti politiche insediative. Poiché infine Atlanta sarà oggetto del II capitolo proseguo nella descrizione della sua regione metropo31 litana attraverso la descrizione delle sue edge cities , che sono collocate quasi esclusivamente nella parte nord della regione, più ricca. In quasi tutti i casi queste concentrazioni sono ben distinguibili nel paesaggio come “centri” – come ad esempio Cumber- land/Galleria, che è l’insieme di due mall e di un office park composto da 5 edifici di classe A 32 di circa uffici di 10, 15, 30 piani e il terreno immediatamente 20 piani che si erge come una acropoli sull’autostrada circostante attentamente trasformato in un giardino che lo lambisce e il cui basamento è costituito da una naturale/artificiale, il capannone industriale a uno o struttura per parcheggi multipiano -, altre volte sono due piani e piccole aree di parcheggio fra una “scato- invece distribuite lungo le arterie principali, autostrade la” e l’altra - è diventato una morfologia urbana distin- o più spesso strade di scorrimento veloce direttamen- ta e chiaramente individuabile nel territorio. La parte te connesse con le autostrade, a formare delle agglo- residenziale talvolta si inserisce a completare questa merazioni meno compatte e organicamente pianificate morfologia, andando a saturare quasi sempre a bassa di Cumberland; altre volte, è il caso più frequente, le densità gli spazi circostanti alle attrezzature, talvolta edge cities sono unione di elementi concentrati e den- precede la costruzione delle strutture non residenziali. si con elementi distribuiti, come per esempio nel caso Edge city è un sistema che pare avere delle regole di Buckhead Lenox, che si è sviluppato su un preesi- compositive chiare e collaudate, nel senso che i com- stente tessuto di strip malls originari degli anni ‘50 – ponenti si ripetono uguali a se stessi nelle diverse lo- ’60; l’accostamento di edifici commerciali bassi lungo calità - come si vede in modo molto evidente dalla strada a servizio delle aree residenziali suburbane comparazione delle tavole allegate - esito non della circostanti è andato trasformandosi per l’aggiunta di pianificazione dell’espansione della città secondo un alti palazzi per uffici e grandi contenitori commerciali piano a scala regionale, ma dello sfruttamento delle che si sono inseriti nel tessuto senza distruggerlo o opportunità della crescita immobiliare. Le edge cities negarlo; a questo insieme intricato e piuttosto com- non sono germinazioni del primo downtown, cioè non patto si è aggiunto più a nord un grande complesso di sono parte della città che si espande a urbanizzare il numerosi palazzi. territorio, ma sono parti che si aggiungono autonome. Altro caso molto significativo è Perimeter I casi presi in considerazione nelle tavole allegate Center, che deve il suo nome al fatto di essere collo- sono rappresentativi delle minicity che si sono formate cato in prossimità della Perimeter Beltway Interstate nelle aree suburbane della Nazione. L’ortofoto e la morfologia del costruito mostrano la notevole somiglianza fra loro delle edge cities: tutte hanno come elemento centrale un regional mall esteso per circa 400m (il King of Prussia mall è il più grande della costa est), attorno al quale sono stati costruiti mall più piccoli e vaste aree a parcheggio, tutte hanno accessibilità da una o più strade a scorrimento veloce, gli office park presenti sono costituiti da highrises il cui contesto a livello zero è arricchito da landscaping e 30 Si veda in particolare Graham Shane, Enclaves e recinti, Casabella n.597/98 1992 31 Secondo Garreau nell’area metropolitana di Atlanta ci sono le seguenti edge cities: Midtown, Buckhead, Cumberland Mall Area, Perimeter Center Area; emerging edge cities: incrocio fra route 85 e 285 Area, Gwinnett Mall Area, Airport Area. 32 Gli spazi per uffici si dividono in classi a seconda delle prestazioni e della qualità dello spazio che offrono: la classe A, B, C... American dreamscape 285: negli anni ’50 alcuni developers hanno comincia- prio agio all’esterno – nel parcheggio o nel giardino, to ad acquistare terreni agricoli nelle adiacenze della non sul marciapiede o l’attraversamento stradale che progettata Perimeter Beltway e alla fine degli anni ’60, non sono progettati come luoghi propri, ma solo come una volta terminata tale strada, vi hanno costruito un spazio di risulta - come all’interno – dentro il mall, mall e altre strutture commerciali, poi sostituite da un dentro l’atrio di ingresso agli uffici, dentro la propria 33 altro mall più grande nel 1973 , facendo diventare casa isolata in mezzo al prato, dentro la hall dell’hotel, così questa area un polo di attrazione e una destina- lo stesso che potrebbe trovare a Kuala Lumpur, dentro zione. il fast food che viene pubblicizzato dagli stessi attori La successiva costruzione della Regional Highway Route 400, con lo svincolo proprio vicino al del film che potrebbe vedere in un cinema a Parigi. volte La regione urbanizzata ha continuato ad esten- l’accessibilità e ne ha fatto un luogo adatto anche per dersi e a formarsi per addizione di “grandi pezzi” ben la costruzione di spazi per uffici, i cui palazzi (il più oltre la beltway 285 sulla quale Perimeter Center e alto dei quali ha 34 piani) – allora con vista su un ter- Cumberland/Galleria sono collocati: Marietta e Mall of ritorio ancora prevalentemente agricolo - sono stati Georgia, a Gwinnett County, sono ottimi esempi di costruiti negli anni 70 inizio 80. Per ultime sono arri- ripetizione del processo di espansione in aree sempre vate popolazione più esterne. Nel caso del centro commerciale si tratta dell’area a 30,000 persone. Oggi Perimeter Center, di un regional shopping center molto grande (circa 2 con i suoi 4 milioni di piedi quadrati di spazio per uffici milioni di piedi quadrati su 100 acri con 8600 posti in 36 palazzi (a cui è stato progettato di aggiungere auto) costruito nel 2000 tra la I-85 e la I-985 a 30 Perimeter Town Center, un quartiere mixed-use, tran- miglia da downtown, ben oltre la beltway 285 e orga- sit-oriented, di 650 unità abitative e 150.000 piedi nizzato attorno ad una rete di spazi aperti che voglio- quadrati di spazi commerciali e 2.4 milioni di piedi no ricordare il centro di una cittadina e che vengono 34 quadrati di spazi per uffici ) è definibile come città . perciò chiamati “streets”, che trovano il loro climax Come scrive molto significativamente Margaret Craw- nel fronte d’ingresso al mall che riproduce la facciata ford: “Reversing the centrifugal pattern of suburban della stazione di downtown Atlanta alla fine degli anni growth malls became magnets for concentrated de- ‘20. Oggi Mall of Georgia è isolato in mezzo ad aree velopment, attracting offices, high-rise apartments agricole e alla boscaglia tipica della regione, ma a and hospitals to their vicinity, thereby reproducing a 200m sono già in costruzione alcune lottizzazioni di central business district. The suburb became this way case monofamiliari di un delicato color champagne Perimeter le mall, ne abitazioni, ha aumentato portando 36 così la di 4 35 Oggi a livello del suolo Peri- destinate ad upper-middle class e un office park clas- meter è un puzzle di spazi–giardino privati ricchi di se A, ben in vista proprio lungo l’interstate I-85 che vegetazione e di acqua a servizio degli impiegati dei porta al mall. increasingly “urban”.” vari edifici e dell’immagine dei corporate center che i Il fenomeno di espansione sembra quindi ripetersi suoi palazzi ospitano. Ogni zona forma una enclaves sostanzialmente sempre uguale a se stesso, solo spo- circoscritta con la propria strada di accesso e i propri stato sempre più a nord. Per servire queste nuove parcheggi, separata dalle alte enclaves dello stesso aree urbane e collegare le edge cities più recenti è isolato e separata dal resto della city. 37 I luoghi progettati di Perimeter Center, di Cum- stata proposta da alcuni amministratori la costruzione di un’altra beltway, a 12 miglia dalla precedente. berland/Galleria o di Buckhead Lenox sono magic lands, in cui l’individuo sceso dall’auto si trova a pro- 33 O forse nel 1971, le fonti sono discordi; i malls sono comunque in continua trasformazione. 34 Si veda il terzo capitolo. 35 Secondo Stephen Kieran e James Timberlake, A tale of two cities, a symbiotic rather than consumptive relationship, Architectural Design vol.64 n.314 1994. Le strutture di Perimeter Center ospitano: shopping malls, employment, offices, wholesaling, entertainment, hotels, restaurants and personal services such as medical facilities. 36 Margaret Crawford, “The world in a shopping mall” in Michael Sorkin editor, Variations on a theme park, the new American city and the end of public space, New York, Hill and Wang 1992. 37 Si veda in proposito Graham Shane, "Enclaves" e recinti, Casabella n. 597/98 1992. 39 Buckhead Lenox, Atlanta Cumberland/Galleria, Atlanta Burlington 1947 Burlington 1956 Burlington 1971 Burlington 1988 Burlington mall area, Boston Framingham/Natick, Boston King of Prussia, Philadelphia Perimeter Center, Atlanta Florida mall, Orlando
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