Progetto_Seconde generazioni

Transcript

Progetto_Seconde generazioni
Laboratorio professionalizzante
I QUARTIERI DELLE CITTA’ CONTEMPORANEE:
MIGRAZIONI, IDENTITA’ E PRATICHE
TRANSNAZIONALI
La musica come strumento di espressione identitaria
nelle seconde generazioni italiane a Milano
Aflousse Mariama 791797
Angaroni Cristina 809259
Granata Martina 809258
Ravizza Alessandra 773605
SCHEDA PROGETTO DI RICERCA AZIONE
TITOLO E AREA D’INTERVENTO: la musica come strumento di espressione identitaria nelle
seconde generazioni italiane.
GRUPPO DI RICERCA: Aflousse Mariama, Angaroni Cristina, Granata Martina, Ravizza
Alessandra
AMBITO TERRITORIALE: Milano
PREMESSA E IPOTESI DI PARTENZA:
“Christofer Clark, uno studioso della Cornell University nello stato di New York, ha scoperto
che la balena azzurra ha un senso musicale e che la musica è per lei un elemento vitale. Questa
balena, per diversi giorni, emette una melodia vocale intermittente, esattamente ogni
centoventotto secondi, o ogni duecentocinquantotto minuti quand’è in stato di riposo […]. Il
“canto” acquatico permette a queste balene, che sono le più grandi al mondo, di stabilire la
propria posizione nell’oceano e percepire quello che accade entro un raggio di chilometri”1.
Troviamo che questa immagine, con la quale l’autore introduce problematiche e prospettive
inerenti alla poesia araba contemporanea, possa aiutarci a spiegare i motivi che ci hanno spinte
ad intraprendere questa ricerca-azione.
Ispirandoci al comportamento della balena azzurra, al suo indagare il mondo e al suo affermarsi
in esso attraverso le vibrazioni sonore del suo canto, ipotizziamo che la musica possa essere uno
strumento per indagare ed esprimere la propria identità individuale e per prendere
consapevolezza di sé stessi e del mondo circostante.
Ipotizziamo inoltre che la musica possa rappresentare un’occasione per prendere consapevolezza
della propria identità culturale non solo in quanto individui ma anche in quanto gruppo (luogo
metaforico di incontro con altre persone).
A questo proposito, visitando i diversi social network ed in particolare youtube, abbiamo notato la
massiccia presenza di video musicali all’interno dei quali giovani (gruppi o individui) appartenenti
alle “seconde generazioni”2, esprimono attraverso le canzoni la rivendicazione dei diritti di una
generazione che spesso si sente rifiutata o per lo meno “allontanata” sia dal territorio in cui i suoi
1
ADONIS (Ali Ahmad Sai’id Esber), La musica della balena azzurra, trad. dall’arabo, Milano, Guanda, 2005, p. 189
Per “seconde generazioni” intendiamo tutti i ragazzi e le ragazze figli di genitori con una cittadinanza diversa da
quella italiana e che sono nati sul territorio italiano o che sono stati in parte scolarizzati in Italia. Scriveremo questo
termine tra virgolette per ricordare la non-neutralità che lo contraddistingue. Esso viene spesso criticato da questi
ragazzi che rivendicano il loro diritto a sentirsi italiani e allo stesso tempo marocchini, cinesi, senegalesi, filippini…
2
membri sono nati e/o cresciuti ma anche dai paesi di provenienza dei genitori. Molto interessante la
compilation “Straniero a chi!” curata dalla rete G2 (secondegenerazioni.it) e pubblicata nel 2008,
all’interno della quale figurano rappers e cantanti hip hop provenienti da tutta Italia e appartenenti
alle cosiddette “seconde generazioni”.
All’intero di questa ricerca-azione considereremo la musica in quanto artefatto culturale complesso,
dal pubblico variegato e dalle molteplici modalità di fruizione che possono articolarsi su molteplici
livelli ( estetico, ludico, culturale, aggregativo, politico).
Ipotizziamo che la musica delle seconde generazioni risenta del contesto culturale dal quale emerge
e, allo stesso tempo, lo modifichi e vi apporti innovazione attraverso un processo di creazione che
riguarda non solo la dimensione identitaria e sociale ma anche la produzione culturale.
Inoltre ipotizziamo che il fattore territoriale possa influenzare lo sviluppo di tali fenomeni, e che
questi ultimi, a loro volta,
possano avere una ricaduta sul territorio stesso. Basti pensare
all’importanza che possono assumere associazioni, centri culturali, circoli, centri sociali, locali,
presenti sul territorio, nella facilitazione e nel sostegno delle realtà musicali e a come a loro volta le
manifestazioni musicali possano in qualche modo coinvolgere il territorio (festivals, concerti,
incontri spontanei tra musicisti negli spazzi pubblici, jam sessions).
FINALITA’
La finalità del presente progetto è di indagare il fenomeno relativo ai gruppi musicali composti da
ragazzi/e di seconda generazione sul territorio di Milano e di comprendere il ruolo della musica
nella formazione ed espressione identitaria.
OBIETTIVI
SECONDE GENERAZIONI:
1.indagare il fenomeno delle seconde generazioni dal punto di vista legislativo, sociale,
culturale e identitario
-politiche sociali e culturali messe in atto dalle istituzioni
- statistiche (composizione: sesso e provenienza, da quanto tempo sono qua, hanno ricevuto o no
qui l’istruzione)
-termine “seconde generazioni”(da dove deriva? i nostri interlocutori si riconoscono in questa
definizione? )
-come si percepiscono (italiani, stranieri, entrambi..) e come si sentono percepiti
- associazioni delle seconde generazioni (perché sono nate, quando, obiettivi, utenti, ubicazione)
MUSICA:
2. indagare il fenomeno dei gruppi musicali misti presenti sul territorio
- composizione dei gruppi (variabile o stabile, genere dei loro componenti, eventuale paese di
provenienza o origine dei genitori)
- genere/i musicale/i
- ambito professionale o amatoriale
- aspettative legate alla musica
- formazione musicale e come si sono avvicinati alla musica
- formazione del gruppo (come si è costituito ed eventuali finalità)
- modalità di comunicazione e interazione con il pubblico (uso social network, internet, concerti e
loro bacino di utenza festival,
- analisi del contenuto di testi (vi sono dei tratti che accomunano i loro testi?)
- analisi dei generi musicali: quali sono i generi maggiormente utilizzati? Sono generi per così dire
“ibridi”?
- la musica può essere un fattore di aggregazione (anche su base territoriale)?,
- quale lingua/e usano e perché?
TARGET: giovani esponenti delle seconde generazioni (tra i 15 e i 26 indicativamente). A questo
proposito nostra intenzione sarebbe quella di “conoscerli” non singolarmente, ma all’interno di
centri sociali, circoli che loro stessi frequentano.
METODOLOGIA E STRUMENTI
Metodologia
–
Ricerca-azione o ricerca-intervento
Strumenti
–
Lavoro di gruppo
–
Ricerca bibliografica e in rete
–
Intervista semistrutturata
TESTIMONI PRIVILEGIATI:
LIVELLO ISTITUZIONALE: S. W. (collaboratrice dell’Assessore Majorino – Politiche Sociali e
Cultura della Salute-)
LIVELLO ASSOCIATIVO: 2g, Yallah Italia
LIVELLO INDIVIDUALE: musicisti singoli e a livello di gruppo musicale
LE SECONDE GENERAZIONI A MILANO
“[…] sono degli “immigrati” che non sono emigrati da alcun luogo3”
Fornire una definizione univoca del concetto di seconde generazioni non è compito facile dal
momento che tale termine rimanda a una categoria sociale molto variegata entro la quale possono
essere comprese diverse tipologie di soggetti:
- minori nati in Italia;
- minori ricongiunti (con un'ulteriore distinzione tra chi inizia il percorso scolastico in Italia e
chi, invece, lo aveva iniziato prima della partenza);
- minori giunti in Italia da soli;
- minori rifugiati;
- minori arrivati per adozione internazionale;
- figli di coppie miste.
Non tutta la letteratura è concorde nell’utilizzare il termine “seconda generazione”, preferendo
parlare di “minori immigrati”, tuttavia questa seconda formula appare ambigua:classificare questi
ragazzi come immigrati non sarebbe corretto dal momento che, essendo nati in Italia,non hanno mai
lasciato un Paese per un altro. C’è poi chi restringe l’uso della definizione ai soli figli di entrambi
genitori stranieri, chi include anche i figli di madre straniera, poiché la figura materna è considerata
la più importante per l’apprendimento linguistico e la socializzazione primaria, e chi invece pone
l’accento sulla rilevanza dello status sociale trasmessa dal padre, includendo così nella “seconda
generazione” i figli di padre straniero.
Altre definizioni si allargano fino a comprendere i figli di almeno un genitore nato all’estero.
Un altro problema è, infine, quello del momento dell’arrivo: fino a che età è lecito parlare di
“seconda generazione”? Se per i minori nati all’estero e trapiantati durante i primi anni di vita in un
paese altro non si riscontrano grandi obiezioni, più controverso è lo status degli adolescenti,
specialmente quando si tratta di minori non accompagnati, che emigrano soli, anche se spesso in
relazione a strategie familiari.
In particolare, nel presente progetto, per seconde generazioni intendiamo tutti i ragazzi e le ragazze
figli di genitori con una cittadinanza diversa da quella italiana, che sono nati sul territorio italiano o
che sono stati in parte scolarizzati in Italia. Sottolineiamo inoltre la non neutralità di tale termine,
spesso criticato dai ragazzi stessi a cui viene esteso, i quali rifiutano di vedersi costretti in questa
3
SAYAD, Abdelmalek, La doppia assenza. Dalle illusione dell’emigrato alle sofferenze dell’immigrato, Milano,
Raffaello Cortina Editore, 2002, p.382
categoria e rivendicano il loro diritto a sentirsi italiani e allo stesso tempo marocchini, cinesi,
senegalesi, filippini…
Complessa è altresì la questione normativa direttamente connessa al concetto di seconde
generazioni: quella della cittadinanza. In base al principio dello ius sanguinis, infatti, in Italia la
cittadinanza viene automaticamente concessa per nascita, riconoscimento o adozione, da anche un
solo genitore cittadino italiano. Viene inoltre ammesso nella comunità nazionale chi sposa un
cittadino o un cittadina italiana. Per quel che riguarda i minori stranieri, quest'ultimi possono
richiedere la cittadinanza italiana entro un anno dal raggiungimento del diciottesimo anno di età,
soltanto se essi risultano, al momento della domanda, continuativamente residenti in Italia4.
In Italia, quello delle seconde generazioni rappresenta ormai un fenomeno di grande rilevanza data
la consistenza della componente minorile di origine straniera presente sul nostro territorio;
componente che merita di essere osservata con particolare attenzione alla luce del notevole impatto
che essa esercita a livello demografico, economico, sociale, politico e culturale. Secondo i dati Istat,
infatti, sono 4.570.317 gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2011, 335 mila in più rispetto
all'anno precedente. Nel 2010 sono nati circa 78 mila bambini stranieri, il 13,9% del totale dei nati
da residenti in Italia. La quota di cittadini stranieri sul totale dei residenti (italiani e stranieri)
continua ad aumentare: al 1° gennaio 2011 è salita al 7,5% dal 7% registrato un anno prima 5. In
particolare, sono 236.855 gli stranieri residenti a Milano al 31 dicembre 2011, di cui 39.118 sono
minori; la quota dei minori stranieri sul totale dei minori residenti nel territorio milanese ha
conosciuto una costante crescita nell'arco dell'ultimo decennio, passando dal 10,9% del 2001 al
20,9% del 2011. Gli stranieri minori residenti a Milano che compiranno 18 anni nel 2013 e, quindi,
potranno potenzialmente fare richiesta di cittadinanza sono 666, mentre i cittadini presenti a Milano
che hanno ottenuto la cittadinanza negli ultimi tre anni sono 1.0986.
Le tabelle riportate qui di seguito illustrano alcuni aspetti relativi alla popolazione straniera
residente nel territorio milanese, dimostrandone peso e complessità.
4
5
6
Per maggiori informazioni relative alle modalità di acquisto della cittadinanza italiana si rimanda al sito del
Ministero degli Affari Esteri, <http://www.esteri.it/>
Dati Istat, <http://www.instat.it/>
Dati Comune di Milano – Settore Statistica, <http://www.comune.milano.it/>
Tabella 1: Nazionalità prevalenti in Italia al 31/12/20117
NAZIONE
v.a
%
FILIPPINE
37002
15,6
EGITTO
31999
13,5
CINA
20852
8,8
PERÙ
19655
8,3
SRI LANKA CEYLON
14512
6,1
ECUADOR
14232
6
ROMANIA
12701
5,4
MAROCCO
8071
3,4
UCRAINA
6913
2,9
ALBANIA
5441
2,3
Tabella 2: Popolazione minorenne straniera e percentuale sul totale degli stranieri per
cittadinanza8
PRIME 10
MINORI
CITTADINANZE
7
8
% sul totale stranieri
della stessa area
FILIPPINE
7413
22,5
EGITTO
6504
32,4
CINA
5307
27,2
PERÙ
3213
18,8
ECUADOR
2739
24,8
SRI LANKA (EX CEYLON)
2674
23,6
MAROCCO
1617
29,3
ROMANIA
1505
17,5
EL SALVADOR
819
24,2
ALBANIA
796
20
TOTALE PRIME 10
32587
24,4
Comune di Milano – Settore Statistica, <http://www.comune.milano.it/>
BONOMI, Paolo, La popolazione straniera a Milano, dati e analisi 2011, Comune di Milano, p.18
<http://www.comune.milano.it/>
Tabella 2.5: Percentuale di minori stranieri che sono nati in Italia per principali Cittadinanze
- 2010/20119
PRIME 10
2011
2010
FILIPPINE
84,1
87
EGITTO
61,7
67,2
CINA
84,2
84,4
PERÙ
72,9
74,7
ECUADOR
63,8
63,8
SRI LANKA
83,3
86,5
MAROCCO
76,2
77,2
ROMANIA
53,8
56,1
EL SALVADOR
63,2
76,5
ALBANIA
70,6
69,2
TOTALE PRIME 10
74,1
76,2
CITTADINANZE
9
BONOMI, Paolo, La popolazione straniera a Milano, dati e analisi 2011, Comune di Milano, p.19
<http://www.comune.milano.it/>
UNA PANORAMICA SULLE SECONDE GENERAZIONI: LE
ASSOCIAZIONI YALLA ITALIA E RETE G2-SECONDE
GENERAZIONI E IL COMUNE DI MILANO
Attraverso un’attenta ricerca abbiamo potuto constatare la presenza di associazioni ed Enti locali
che organizzano iniziative e progetti finalizzati ad una maggior integrazione dei ragazzi di seconda
generazione. Tra le varie associazioni attive sul territorio milanese abbiamo rivolto l’attenzione
soprattutto a due di esse: Rete G2- seconde generazioni e Yalla Italia.
G2 (Seconde Generazioni) è il nome che un gruppo di ragazzi, figli e figlie di immigrati di diverse
nazionalità e nati in Italia o arrivati quando erano ancora minorenni, hanno scelto per definirsi. I
membri sono ragazzi tra i 18 e i 35 anni, originari di diversi Paesi tra cui Filippine, Perù, Etiopia,
Eritrea, Cina, Albania, Brasile… .I principali temi di interesse, su cui lavorano, sono
sostanzialmente due, cioè i diritti negati alle seconde generazioni senza cittadinanza italiana e
l’identità come incontro e occasione di scambio tra due o più culture. L’Associazione nasce a Roma
alla fine del 2000; tuttavia oggi vi sono diverse sedi sparse in molte città italiane (Milano, Prato,
Mantova, Bologna, Napoli..) e tutte in costante contatto tra di loro. Al fine di favorire meglio il
dialogo nel 2006
sono stati attivati un sito Web (www.secondegenarzioni.it) e un forum di
discussione (www.secondegenerazioni.it/forum); inoltre come strumento di comunicazione
collettiva si avvalgono anche dei video realizzati dagli stessi ragazzi. Tra le varie iniziative a cui
hanno aderito, possiamo per esempio ricordare che su invito del Ministro dell’Interno e del Ministro
della Solidarietà sociale, g2 ha partecipato, tra il 2006 e il 2007, agli incontri sulla riforma del Testo
Unico sull’immigrazione (leggi n. 189 del 2002 e n. 286 del 1998) ed è stata ricevuta in
commissione Affari costituzionali della Camera per esprimere un proprio parere sulla riforma della
legge sulla cittadinanza (legge n. 91 del 1992). Inoltre nel 2007 la Rete G2 – Seconde Generazioni è
stata invitata dal Ministero della Solidarietà Sociale a entrare a far parte della “Consulta ministeriale
per i problemi degli stranieri immigrati e delle loro famiglie”. Nel Novembre dello stesso anno
alcuni rappresentanti della rete G2 Seconde Generazioni hanno consegnato nelle mani del
Presidente Giorgio Napolitano una lettera per la riforma della legge sulla cittadinanza (legge 91 del
1992), in occasione della celebrazione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza, testimonianza del supporto e del riconoscimento da parte delle più alte Istituzioni.
I giovani si sono poi impegnati nella realizzazione di un ulteriore strumento di comunicazione: il
Fotoromanzo G2, per promuovere una modifica della legge sulla cittadinanza italiana (legge n. 91
del 1992) che sia più aperta nei confronti dei figli di immigrati nati e/o scolarizzati in Italia.
Yalla Italia è un’ associazione, luogo di ritrovo per i ragazzi di seconda generazione, anche in questo
caso di diverse nazionalità, impegnati in diversi ambiti e attivi su diversi fronti al fine di
comprendere quella che loro definiscono una “realtà complessa”. Tra di loro c’è un rapporto di
amicizia e di collaborazione, ognuno esprime la propria idea e dà il proprio contributo e il loro
strumento di comunicazione privilegiato è un blog. A questo proposito ci è sembrato interessante
riportare le parole di una ragazza, Fatima, una delle tanti componenti del gruppo. In un
video
Fatima, 23 anni e originaria del Marocco, cerca di fare capire quali sono le caratteristiche del
gruppo e che cos’è, o meglio, cosa significa, per lei, appartenere a Yalla Italia. “Yalla Italia è più di
una redazione, è un mondo dove vivo la mia identità, dove mi formo, dove cresco, dove ho
conosciuto persone fantastiche e attraverso Yalla Italia ho iniziato a conoscere il mondo con una
visione molto più ampia.” Dalle sue parole emerge anche che Yalla Italia riunisce le seconde
generazioni, in particolar modo ragazzi arabi provenienti da diversi Paesi, una condizione, questa,
che le ha permesso di avvicinarsi alla sua cultura conoscendo un po’ più da vicino anche gli altri
Paesi arabi. A suo parere uno dei pregi di Yalla Italia è il fatto che ogni ragazzo sia libero di
esprimersi e di esprimere il proprio punto di vista senza la presunzione che vi sia una sola idea
giusta. Fatima svela poi il significato del nome: Yalla è un’incitazione e significa Avanti!, Forza!.
Contemporaneamente abbiamo deciso di analizzare e rivolgere la nostra attenzione al Comune di
Milano ed in particolar modo all’Assessorato alle Politiche Sociali e Cultura della Salute.
Effettivamente abbiamo riscontrato un impegno attivo anche da parte di tale istituzione.
L’Assessorato alle Politiche sociali e Cultura della salute nella persona dell’Assessore
PierFrancesco Majorino ed i suoi diretti collaboratori sono particolarmente attenti alla tematica
delle seconde generazioni e per questo da anni esse sono diventate una priorità all’interno del loro
operato.
Tra le varie iniziative proposte dal Comune possiamo, per esempio, segnalare uno sportello
informativo per le seconde generazioni che sarà attivo a partire dal prossimo Marzo presso lo spazio
comunale Informagiovani, realizzato in collaborazione con la Rete G2-seconde generazioni. Allo
sportello lavoreranno quattro italiani di origine straniera e più precisamente, di origine marocchina,
pachistana, italo-palestinese ed eritrea, che hanno ottenuto la cittadinanza al diciottesimo anno di
età in conformità a quanto previsto dalla legge italiana. Secondo i promotori dell’iniziativa
(l’Assessore Majorino e l’Assessore Chiara Bisconti che si occupa di sport, tempo libero.. per il
comune) lo sportello vuole essere un punto di riferimento e un’occasione attraverso la quale i
ragazzi/e possono condividere esperienze e ricevere un appoggio, ma si inserirà anche all’interno di
un percorso di formazione di un’identità proprio di ciascun/a ragazzo/a, un’identità spesso divisa tra
il Paese d’origine dei loro genitori e il loro desiderio di essere italiani e di poter essere considerati
tali anche dagli altri cittadini. I ragazzi che vi aderiranno saranno inoltre impegnati
all’organizzazione di attività culturali come la seconda edizione del Festival RiGenerazioni.
“Con questo sportello inserito nella struttura dedicata ai giovani - ha spiegato l'assessore Majorino vogliamo dare alle seconde generazioni uno spazio all’interno dell’istituzione dove poter lavorare in
favore dell’ottenimento della cittadinanza da parte di tutti i diciottenni, figli di immigrati, nati in
Italia che ancora devono misurarsi con una legge ormai inaccettabile come lo ius sanguinis. Il
presidente Napolitano ha, in più occasioni, ribadito che bisogna superare al più presto questa
condizione per far sì che i nati da genitori stranieri in Italia siano italiani a tutti gli effetti. Ci
auguriamo che questo aspetto diventi una delle priorità del prossimo Governo e che il Parlamento
introduca al più presto lo ius soli come strumento di ottenimento della cittadinanza”.
“Pensiamo che per i giovani, e ancora di più per quelli di seconda generazione, siano fondamentali
dei luoghi di riferimento che non siano solo virtuali, ma fisici, reali, concreti”, ha detto l’assessora
Bisconti. “L’Informagiovani è questo. Uno spazio delimitato, riconoscibile, dove sono possibili
relazioni tra le persone, dove ci si guardi in faccia. Un luogo che può fare da punto di riferimento
collettivo per tante esigenze, dai giovani agli artisti di strada. Vogliamo che l’Informagiovani
diventi un incrocio di esperienze e questa iniziativa non può che rafforzare questo ruolo. Uno spazio
del comune da mettere in comune”.
Vogliamo ora descrivere meglio un’ulteriore iniziativa: il Festival RiGenerazioni. Innanzitutto si
tratta del primo festival della città di Milano dedicato alle seconde generazioni e la prima edizione
ha avuto luogo dal 20 al 27 Maggio 2012. Rigenerazioni comprende sei giorni di spettacoli,
competizioni sportive, incontri, dibattiti quotidiani, mostre, proiezioni di film aperti a tutti. Il
Festival è stato inaugurato con il derby allo stadio Meazza in cui, indossando le maglie del Milan e
dell’ Inter, squadre miste di ragazzi hanno avuto la possibilità di fronteggiarsi. Si è poi concluso
con la parata “PopolandoMI”, una sfilata musicale lungo Via Padova con destinazione l’Anfiteatro
della Martesana dove si è tenuto un grande concerto multietnico. Anche in questo caso la
manifestazione è stata promossa dall’Assessorato alle Politiche sociali in collaborazione con la Rete
G2-seconde generazioni, dall’associazione Sunugul, dalle due squadre di calcio milanesi, il Milan e
l’Inter, dalle associazioni “Il razzismo è una brutta storia” e “Villa Pallavicini” e dal Consolato
Generale degli Stati Uniti d’America a Milano.
“Con questo festival, di cui è protagonista la seconda generazione di immigrati – ha detto
l’assessore Majorino – riconfermiamo la nostra vicinanza e il nostro impegno verso i nuovi
milanesi, figli degli immigrati, che da anni risiedono nella nostra città e che sono per noi una
ricchezza da valorizzare e da includere in quanto cittadini di fatto del nostro Paese. Il tema della
cittadinanza di questi nuovi italiani deve essere ripresa a più livelli, come ha auspicato anche il
Presidente della Repubblica. Vogliamo rompere il silenzio su questo argomento, rivendicando il
diritto per questi ragazzi, nati in Italia da genitori stranieri, di diventare italiani a tutti gli effetti”.
Se guardiamo agli anni appena trascorsi, possiamo segnalare un’altra proposta molto significativa,
dal nostro punto di vista. Nei primi giorni di Luglio 2011 sono stati convocati a Palazzo Marino una
quindicina tra ragazzi e ragazze di seconda generazione in qualità di consulenti ( il nome del gruppo
è “giovani consulenti”) dell’Assessore Majorino allo scopo di aiutare il Comune a comprendere e a
interpretare meglio le esigenze delle comunità immigrate e di facilitarne il loro inserimento e
l’integrazione all’interno della città. Pertanto l’immigrazione è stato il tema privilegiato su cui sono
espresi.
L’ultima proposta avanzata dal comune di Milano riguarda un progetto sperimentale sulle seconde
generazioni che comporterà un attività di co-progettazione e co-gestione per un periodo di tempo
complessivo pari a 8 mesi. L’iniziativa, a sua volta, rientra nel progetto “Portale dell’integrazione e
sua gestione sperimentale a livello locale”, finanziato dal Ministero del Lavoro e ANCI e a cui la
città di Milano ha aderito come Comune sperimentatore. L’obiettivo che si intende raggiungere con
è quello di riuscire ad adeguare l’offerta dei servizi comunali in materia di integrazione degli
immigrati sperimentando nuovi servizi con l’aiuto e il sostegno del privato sociale. Nell’istruttoria
pubblica pubblicata si legge che con tale progetto “il Comune di Milano intende sviluppare le
azioni avviate dall’Assessorato alle Politiche sociali e Cultura della Salute sul tema della
cittadinanza dei giovani stranieri, promuovendo azioni di sensibilizzazione sul tema della
cittadinanza e nuove modalità di apprendimento della lingua italiana; tra le attività proposte è
prevista anche l’organizzazione del Festival RiGenerazioni.
INTERVISTA LIVELLO ISTITUZIONALE
NOME e COGNOME intervistatore: Alessandra Ravizza
NOME e COGNOME intervistato: S. W.
ENTE DI APPARTENENZA: Assessorato alle Politiche sociali e Cultura della salute
RUOLO: Staff/ Consulente dell’Assessore Majorino
FUNZIONE: si occupa di diritti e beni confiscati alla mafia
Dopo esserci presentate S. W. mi chiede se possiamo darci del tu, è per questo che le domande in
seguito riportate sono alla seconda persona singolare..
Raccontami di te, del percorso che ti ha portato a lavorare per l’Assessorato alle Politiche Sociali
e Cultura della salute, come sei entrata in politica? Perché? Ma prima di tutto…vivi a Milano?
Si, vivo a Milano ma sono di Bologna, mi sono trasferita a Milano per studiare Comunicazione in
Università. Finita l’università decido di partire per Londra, faccio tutti i tipi di lavoro partendo dalla
sguattera per arrivare a lavorare in un bel ristorante d’alta classe inglese. Perfeziono la lingua e
partecipo al bando per il progetto Leonardo e mi prendono a lavorare per 4 mesi nel campo della
moda, piaccio alla responsabile e visto che c’era molto lavoro vengo assunta. Mi trovavo bene in
Inghilterra ma dopo un po’ di tempo sentivo nostalgia di casa, ci stavo bene ma non era casa mia,
ogni volta che scendevo a Bologna era una fatica ritornare su. Così ho mollato tutto e sono tornata
in Italia. Trovo un altro impiego nel campo della moda a Milano. Nel frattempo inizio a lavorare
come volontaria nel campo del sociale ed in particolare per i diritti dei migranti e mi occupo in
particolare di organizzare a Milano lo sciopero dei migranti del 1 marzo. Lo sciopero riesce, mi
diverto, mi piace, divento sempre più attiva. Decido di lasciare il campo della moda e di farne un
lavoro. Un giorno mi contatta l’attuale assessore della Cultura, Stefano Boeri, ai tempi tra i
candidati alle primarie della sinistra milanese. Mi dice che farà un incontro e mi chiede di fare
un’intervento sul campo del lavoro. Leggo il suo programma, mi piace e accetto. Accetto soprattutto
perché non mi ha chiesto di parlare di immigrazione ma di lavoro. Quando arrivo là mi chiedono se
allora sono io la consulente di Stefano Boeri! Non mi aspettavo nulla del genere! Alla fine eravamo
in cinque consiglieri e lui a parlare sul palco!
In precedenza non avevo mai pensato di fare politica, né mi ero mai iscritta ad un partito politico,
non ci avevo mai pensato e poi sinceramente di Milano non mi importava poi più di tanto, io sono
di Bologna e mi interessava che Bologna restasse rossa…punto.
Però accettai di diventare consulente sulle tematiche riguardanti il lavoro del candidato Boeri. Fu un
momento molto bello, di grande partecipazione, di lavoro insieme. Perdemmo. Alle primarie vinse
Pisapia e Boeri mi spinse a lavorare per la campagna di Pisapia. Io inizialmente non volevo,
(avevamo perso!) ma poi conoscendolo mi sono resa conto che era davvero competente ed una bella
persona.
Così accetto. Pisapia vince le elezioni, Boeri è l’assessore alla Cultura e mi propone di lavorare per
lui come consulente. Poco dopo mi contatta Pierfrancesco Majorino e mi propone di fargli da
consulente in materia di diritti dell’uomo e beni confiscati alla mafia. Contro il parere di tutti i miei
amici accetto il secondo incarico. Ci tengo a fare qualcosa che sento davvero e poi mi piace che mi
abbia proposto di non occuparmi solo di immigrati. Abbiamo partecipato in fase elettorale a degli
sportelli sul tema dell’immigrazione e durante un incontro con i giovani di Associna un ragazzo,
Francesco, al quale venne richiesto di esporre le sue problematiche disse : “a Milano non ci sono
parcheggi! Non si riesce a trovare parcheggio!”. Qualcuno si arrabbiò…”noi vi abbiamo convocati
per parlare dei vostri problemi, dell’esclusione sociale etc…” ma il problema di Francesco era il
parcheggio ed era un suo diritto parlarne! Perché da un figlio di immigrati ci si aspetta che ci parli
di immigrazione e problemi di inclusione sociale? Mi hanno proposto ultimamente di candidarmi
sia a livello regionale che nazionale per rappresentare gli immigrati, ma io ho rifiutato, i miei
genitori sono immigrati, ma io no, non sono io a poter ricoprire questo incarico, io sono italiana
anche se il colore della mia pelle suscita sempre mille domande. Ed io rispondo sempre… “sono di
Bologna!”…e l’altro può ripetere la domanda mille volte e non gli dirò che mia mamma è etiope,
mio papà è eritreo e che ho vissuto parecchi anni in Tanzania durante la mia infanzia, paese dove si
trova tutt’ora mio padre. Non glielo dico non perché io non ne vada fiera, tutt’altro!, devo sforzarmi
per non dirlo ma è giusto così perché io sono italiana. Quando ho vissuto a Londra anch’io facevo
uguale…se incontravo un ragazzo che come me aveva la pelle marrone o tratti asiatici gli chiedevo
“di dove sei?” e se lui rispondeva “sono di Londra” ripetevo la domanda, ma la risposta era sempre
la stessa.
Ritornando al discorso sulla politica non è stato facile per me passare da un ruolo di rivendicazione
dei diritti in opposizione al potere in carica al ruolo di consulente di un assessore. Il bello di questa
giunta è proprio l’aver coinvolto esponenti (competenti) della società civile.
Secondo te come potremmo definire le seconde generazioni? Secondo te i ragazzi delle seconde
generazioni si riconoscono in questa definizione?
E’ un termine che odio, è un contenitore troppo grande, ci sono dentro i figli delle coppie miste, chi
è arrivato a 10 anni, chi è nato qui, chi è stato adottato, vuol dire tutto e niente. Io parlerei di una
nuova generazione che coinvolge anche i giovani italiani che crescono con queste cosiddette
“seconde generazioni”. La mia generazione farà fatica ma le nuove generazioni, se facciamo oggi
un buon lavoro, si sentiranno italiane. Oggi leggevo un articolo di un bimbo egiziano che piangeva
perché per la festa di carnevale a scuola la mamma l’ha vestito con la tunica tradizionale araba
mentre lui voleva vestirsi da indiano d’America!
Stimo però il lavoro della rete G2 perché portano avanti rivendicazioni dei diritti grazie alle quali si
sta smuovendo qualcosa anche a livello nazionale e politico. Detto ciò questo termine secondo me
rischia di essere ghettizzante.
Qual è la posizione che il Comune di Milano ha assunto e tuttora assume nei confronti di questa
realtà (anche rispetto alle politiche nazionali- leggi, ecc? E le politiche del Comune in merito alle
seconde generazioni? Quali iniziative sono state attivate negli ultimi anni rispetto a questo
fenomeno? Potresti indicarci alcune iniziative realizzate dal Comune o comunque di quelle che lei
ritiene più significative? Ci parleresti di una di esse in particolare?
Il Comune fa quello che può, ci sono leggi nazionali, non può mettersi a legiferare. Il Comune però
ha da poco dato la cittadinanza onoraria ai figli dei migranti residenti a Milano, è un gesto
simbolico ma importante. Il Comune ha appoggiato la campagna “L’Italia sono anch’io”,
appoggiandone la campagna informatica/informativa. Il Comune ha dato il patrocinio al Festival
Rigenerazioni, a breve aprirà lo sportello “seconde generazioni” in collaborazione con la rete G2…
ma la campagna che mi ha colpito di più è “Una finestra sui tuoi diritti”. Questa campagna riguarda
tutti i ragazzi figli di migranti che abbiano compiuto i 17 anni, il Comune ha inviato a casa una
lettera spiegando loro come fare la domanda per la cittadinanza, i loro diritti etc… mi ha colpito
particolarmente perché ci hanno chiamato diversi genitori in lacrime, commossi, perché grazie a
quella lettera i loro figli avevano ottenuto la cittadinanza italiana, per loro vedono un futuro più
sicuro.
Anche gli incontri nelle scuole (all’interno del Festival Rigenerazioni), ai quali ho partecipato
personalmente con una responsabile della campagna “Il razzismo è una brutta storia”, ed il Festival
Rigenerazioni mi hanno colpita molto. Siamo state in diverse scuole di periferia e nella scuola
media Viale Padova. Al parco Trotter abbiamo proiettato il video “Hermanitos” -sulle gang dei
latinos milanesi per gli studenti dell’istituto “Casa del sole” all’interno del quale c’era molto spazio
per il rap. Mentre guardavamo insieme ai ragazzi il video alcuni di loro si sono alzati e hanno
cominciato a fare dei gesti con le mani. Pochi minuti dopo all’interno del video si spiegavano questi
gesti come gesti rituali condivisi dai membri di queste gang. Questi ragazzi sono stati quelli che
durante gli incontri si sono lasciati coinvolgere di più sul dibattito sulla cittadinanza, sono stati
molto partecipi e propositivi. La musica ci ha permesso di parlare il loro linguaggio, si sono sentiti
compresi e coinvolti in prima persona.
Sempre durante il Festival Rigenerazioni i ragazzi coinvolti ci hanno regalato piacevoli sorprese, gli
stessi ragazzi che avevano tirato una pallonata in faccia al console americano, in seguito al concerto
del gruppo statunitense rap/hip hop F.E.W. Collective (composto da ragazzi americani di diverse
origini), hanno cambiato atteggiamento e alla fine hanno ascoltato in silenzio il discorso del console
statunitense nonostante il suo accento. La musica rap è stata fondamentale, ha dato vita ad
un’interazione profonda, ha creato aggregazione e partecipazione.
Rispetto alla precedente giunta sono stati fatti grandi passi avanti, sono state fatte cose in più che
non spetterebbero al Comune, come ad esempio il sostegno ai rifugiati politici (di cui dovrebbe
occuparsi la prefettura).
C’è o c’è stata collaborazione da parte del comune con questi enti attivi sul territorio di Milano?
Si collaboriamo con molte associazioni e centri ricreativi, non ancora con centri sociali. Tra le
associazioni ricordo GMI, Associna, Giovani Filippini, Yalla Italia oltre alla già nominata rete G2.
Hai mai sentito parlare di gruppi musicali creati da ragazzi di seconda generazione?
Ce ne sono moltissimi, io non essendo di Milano non li conosco direttamente ma ti passo il contatto
di una ragazza italo-palestinese che ne conosce tantissimi e poi anche M. P. della rete G2 potrà
aiutarti, anche lei è musicista.
INTERVISTA LIVELLO ASSOCIATIVO
NOME e COGNOME intervistatore: Alessandra Ravizza
NOME e COGNOME intervistato: M. P.
ENTE DI APPARTENENZA: Rete G2
RUOLO: membro dell’associazione
FUNZIONE: portavoce dell’associazione
Che cosa l'ha spinta a decidere di entrare a far parte di questa associazione, da quanto tempo vi
collabora?
Per poter rispondere a questa tua domanda devo fare riferimento alla mia storia e soprattutto alla
mia storia musicale. Il mio interesse per determinati argomenti è cresciuto con me, la mia identità si
è costruita nel tempo. Un fattore fondamentale per me è stato l’ingresso nel gruppo musicale
Fiamma Fumana10 che è avvenuto perché cercavano un’italiana di “diverse origini”, chi mi ha
proposto di entrarci ha visto in me questo, prima di sapere se fossi una brava musicista o meno. Da
lì ho iniziato a capire che essere un’italiana “di diverse origini” poteva avere anche una valenza
positiva. Ho capito che potevo giocare in positivo questa mia condizione e non avvertirne solo i lati
negativi (ad esempio il fatto che abbia impiegato 18 anni per ottenere un documento).
L’esperienza con i Fiamma Fumana mi ha portato a suonare in Europa ed in America, abbiamo
riscosso molto successo nei festival di World Music statunitensi e canadesi, eravamo un’attrazione
etnica (non ero io l’etnica ma tutti gli italiani). Questo progetto mi ha fatto capire a quale parte
d’Italia ho scelto di appartenere. Le mondine erano in prima linea per i diritti del popolo italiano.
Mi riconosco in questa parte di storia italiana.
Qual è la sua formazione? Vive a Milano?
Vivo a Milano, sono diplomata all’Accademia di Belle arti di Brera, sono fotografa, sono musicista.
Potrebbe delinearci un profilo dell'associazione?
10
I Fiamma Fumana sono un gruppo musicale italiano, originario dell'Emilia, fondato da Alberto Cottica, ex Modena
City Ramblers e dal produttore Marco Bertoni, che unisce folklore ad uno stile ethnic-pop, avvalendosi della
collaborazione del Coro delle Mondine di Novi, proponendo canzoni tradizionali e brani originali, unendo antico e
nuovo. Incidono per un'etichetta americana, e sono attivi soprattutto negli Stati Uniti, in Canada e nei paesi
nordeuropei.
La rete G2 nasce a Roma in modo informale. Inizialmente consisteva in un gruppo di amici che si
riuniva al bar in zona Termini. Cominciarono a scambiarsi informazioni su documenti ed in
particolare informazioni riguardanti la cittadinanza. Nel 2005 ancora non si parlava di “seconde
generazioni”, si parlava solo di immigrazione. Lo scopo è renderci visibili. La rete G2 è davvero
una rete, scelsero di allargarsi attraverso il web, è così che io ed altre persone di tutta Italia li
abbiamo conosciuti e abbiamo scoperto una realtà alla quale io ad esempio pensavo da quando
avevo 5 anni senza riuscire a vederla chiaramente. L’idea è di fare insieme, si organizzarono degli
incontri.
La rete G2 coinvolge persone molto differenti tra loro per età, credo religioso, background, origine
dei genitori etc… ma con una cosa in comune: siamo tutti italiani. Questa trasversalità è una delle
più importanti caratteristiche della rete G2 anche se ad esempio purtroppo abbiamo pochi contatti
con persone dell’Est Europa, in tutta la nostra storia abbiamo avuto solo 3 partecipanti dell’Est
Europa. Questo ci permette di unire diversi gruppi e associazioni ad esempio Yalla Italia, G.M.I.,
Associna etc… La rete G2 ha diversi obiettivi, ecco i principali:
-Riforma della legge 91 del ’92 sulla cittadinanza. Parlare di cittadinanza è complicato ma ci
accomuna tutti o quasi tutti (tranne ragazzi/e adottati o figli di coppie miste).
- Discorso culturale identitario. E’ un discorso molto personale, singolare. Riguarda la costruzione
identitaria personale, molti ragazzi si sentono in difetto, spesso comporta problemi nella vita
quotidiana ma bisogna ribaltare tutto ciò, prendere coscienza di ciò che si è ed esserne fieri. Ne
parliamo tanto, la visibilità è la prima cosa, il problema era l’invisibilità, era il sentirsi fuori da tutto
e invece sei in mezzo a tutto. E’ importante fare capire agli Italiani che non c’è bisogno di
integrazione perché noi siamo cresciuti qui, c’è invece bisogno di inclusione. I discorsi
sull’immigrazione non ci riguardano, riguardano piuttosto i nostri genitori ma noi abbiamo esigenze
differenti ed esperienze di vita differenti ed in particolare non abbiamo nessuna esperienza di
migrazione.
Quali sono i vostri rapporti con altre associazioni sul territorio? Collaborate con alcune di queste?
Sono stata referente per la campagna “L’Italia sono anch’io” portata avanti da 19 associazioni
italiane. A Milano c’è tutto, ma è una città a compartimenti stagni, i gruppi non comunicano.
Collaborare per una campagna tutti insieme ci ha fatti incontrare davvero, mentre prima ci si
incrociava soltanto, ci si invitava reciprocamente agli eventi ma non si collaborava davvero, dopo la
campagna, ovvero in questi ultimi mesi, ci si cerca non solo per cercare appoggio ma soprattutto
confronto.
Come fate conoscere le vostre iniziative?
Usiamo molto il web, anche perché siamo dislocati in tutta Italia. A livello nazionale abbiamo degli
appuntamenti fisici durante l’anno mentre sul territorio abbiamo incontri mensili. La piattaforma di
comunicazione principale è il forum del nostro sito che ha una parte pubblica ed una privata alla
quale si accede tramite password e all’interno della quale comunichiamo noi della rete G2. Con
l’arrivo dei social network, il blog aperto al pubblico è sempre meno utilizzato ed il dialogo si è
spostato soprattutto sul nostro gruppo facebook che è molto attivo.
Per la comunicazione con l’esterno ci muoviamo su più canali. Alcuni di noi scrivono per il
Corriere ed il Fatto Quotidiano, abbiamo girato cinque video –tutti molto corti, divertenti,
interattivi, immediati che servono a coinvolgere e a non appesantire troppo il discordo (ad es. su
diritto alla cittadinanza)-. Significativo il video “Quando e quanto?”: un titolo provocatorio, troppo
spesso ci viene chiesto “ti senti più italiano o più eritrea?” ad es. …è come chiedere “vuoi più bene
a tuo padre o a tua madre?”. Abbiamo curato una trasmissione su radio popolare “Onde G2”.
Abbiamo curato due mostre itineranti composte da fotografie e frasi. Tutto questo materiale lo
utilizziamo quando partecipiamo a Festivals, Convegni, Rassegne, incontri nelle scuole, con i
politici etc… La priorità è di fare un lavoro di pressione politica, aprire i canali di comunicazione,
siamo a-partitici parliamo con tutti. Poco tempo fa a Roma una di noi ha partecipato su Rai 3 ad una
trasmissione di Lucia Annunziata e ha rivolto una domanda a Berlusconi riguardante la cittadinanza
delle seconde generazioni. Lui non ha dato una risposta chiara, allora noi il giorno dopo abbiamo
diffuso la voce tramite stampa che il PDL era a favore della cittadinanza per le seconde generazioni
e subito sono arrivate le smentite dal partito. Il nostro obiettivo è smuovere le acque. Tempo fa
abbiamo incontrato Napolitano, gli abbiamo consegnato a mano una lettera
e lui si è fatto
portavoce della nostra campagna affermando pubblicamente che la legge sulla cittadinanza è una
legge anacronistica, anche se non può fare più di tanto.
Le vostre Iniziative si rivolgono a una precisa zona della città/quartiere o all'intero territorio
milanese?
A tutto il territorio milanese.
Qual è stata la risposta dei ragazzi coinvolti? L'iniziativa promossa è stata seguita da progetti,
iniziative spontanee da parte dei ragazzi?
Ultimamente siamo stati coinvolti direttamente dagli studenti di diversi licei che organizzavano
incontri durante le auto-gestioni. Questo fatto è molto importante, non sono stati i professori a
chiamarci ma gli studenti stessi. Oltretutto ho sbirciato il programma dei loro incontri ed erano
molto interessanti, ad esempio c’era un incontro riguardante i diritti di LGBT11.
Cosa ne pensa delle politiche sociali attivate dal Comune? Collaborate e/o vi sentite sostenuti dal
Comune?
La rete G2 a Milano esisteva già con la vecchia giunta, oggi è un altro vivere. Ricordo che
volevamo organizzare un festival con Terre di Mezzo e solo incontrare gli assessori era stata
un’impresa difficilissima. Con la nuova giunta è cambiato tutto. Quando l’assessore Majorino, Ass.
alle politiche sociali e alla cultura della salute, è salito al potere, ha istituito dei tavoli su varie
tematiche e c’era un tavolo dedicato ai “nuovi cittadini” al quale abbiamo partecipato anche noi
della rete G2. Inoltre il comune ha supportato vari eventi ai quali abbiamo lavorato, tra i più
importanti il Festival “Rigenerazioni” (patrocinato dal Comune), la campagna “Una finestra sui tuoi
diritti” (sono state inviate una lettera ed una mini-guida a tutti i diciassettenni milanesi figli di
migranti per informarli sulle procedure per richiedere la cittadinanza italiana con riferimenti anche
ad associazioni e servizi presenti sul territorio). Questa iniziativa in realtà è stata lanciata dal
sindaco di Reggio Emilia (presidente dell’Anci), può sembrare strano ma i comuni più piccoli
spesso si attivano prima. Milano deve allungare il passo, potrebbe fare di più.
La rete G2 ha da tempo aperto uno sportello on-line che aveva scopo informativo e di assistenza
legale, grazie anche al supporto degli avvocati dell’ASGI (Associazione Studi Giuridici
sull'Immigrazione). A Milano aprirà invece lo “sportello seconde generazioni”, un’idea del
Comune, la cui gestione verrà affidata alla rete G2 per il nostro carattere di trasversalità, si troverà
all’interno dell’Informagiovani e ci occuperemo principalmente di lavoro, scuola e cittadinanza,
organizzeremo anche incontri didattici ed eventi artistici. Questa sarà una bella novità perché
avremo uno spazio fisico, è in fase di progettazione, stiamo facendo autoformazione per poter
capire come funzionano gli enti, per poter aiutare meglio le persone. Stiamo incontrando esperti,
visitando gli uffici (ad es. dell’anagrafe), abbiamo organizzato un “consiglio di classe G2” dedicato
agli insegnanti per confrontarci e farci raccontare le criticità, per noi è importante capire cosa serve
e a chi serve.
Secondo lei le seconde generazioni rappresentano una priorità per il Comune di Milano?
L’interesse è alto, ma le priorità sono tante e ce ne sono di più impellenti, anche per me
sinceramente. Però è nella prima pagina delle priorità del Comune. C’è un interesse sincero. Stanno
spendendo molto e bene. Non ho grosse lamentele. Si sta molto meglio di prima e se penso ai miei
11
Acronimo utilizzato come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender.
colleghi di Roma…
Mi definisce con parole sue il termine “seconde generazioni”?
No! E ti spiego perché..il linguaggio è una cosa in movimento. Ormai questa definizione sta stretta
a tante persone, i gruppi si evolvono e così le parole. Questo termine verrà sfruttato finché sarà
utile, prima o poi ne usciranno altri, ora si sente spesso “nuovi italiani” o “prima generazione di
italiani”. E’ una definizione che ha caratterizzato l’inizio del percorso della rete G2, spesso i
sociologi fanno discorsi complicati per arrivare a poco o nulla, il nostro obiettivo era prendere il
termine e renderlo il più inclusivo possibile in quanto comprende: figli di migranti nati in Italia, chi
è arrivato da piccolo (e non ha quindi intrapreso una migrazione volontaria), figli di coppie miste,
figli adottivi provenienti da altri paesi, figli di rifugiati…il termine lascerà il tempo che trova, G2
stessa deve avere una data di scadenza, raggiunti i suoi obiettivi diventerà altro.
Secondo lei i ragazzi delle seconde generazioni si riconoscono in questa definizione?
Tanti no, si scappa dalle definizioni. Ma è già positivo il fatto che si metta in discussione il termine,
prima nessuno si lamentava di nulla perché eravamo invisibili, oggi c’è il privilegio della lamentela.
E’ difficile racchiudere in una definizione una comunità così grande. Le parole servono per parlare,
bisogna iniziare un discorso, io non sono italiana come te, né tanto meno eritrea come chi in Eritrea
ci ha vissuto. Giorni fa un ragazzo mi ha detto in un bar di Milano: “ non sei eritrea come lo sono
io”. Aspetto una nuova definizione che a sua volta sarà superata.
L'arte viene spesso impiegata come strumento di espressione identitaria, soprattutto da parte dei
giovani, voi promuovete iniziative anche a livello artistico? Iniziative musicali? Se non ve ne
occupate direttamente conoscete qualcuno che lo fa?
Il gruppo di Milano era nato con la premessa di lavorare molto sull’aspetto culturale ed artistico
anche e soprattutto per i profili delle persone che ne facevano parte. Poi in realtà ci siamo ritrovati
ad occuparci di comunicati, cittadinanza, faccende burocratiche, però come dicevo abbiamo curato
un programma radio all’interno del quale trasmettevamo molta musica, girato video, iniziative per
lo sport, organizzato il festival Rigenerazioni e diverse mostre fotografiche…
La musica è uno strumento per facilitare l’espressione identitaria e ti spiego semplicemente perché.
Ho girato in tanti festival di world music e musica folk in giro per il mondo e ho potuto notare che
nella musica troviamo anticipazioni dei cambiamenti che in seguito coinvolgeranno la società e
dopo molto tempo si attualizzeranno anche a livello legislativo. In più una band musicale è già
un’interazione con persone diverse da te, anche solo il fatto di conoscere ed esprimere la musica
attraverso strumenti musicali diversi è importante, la musica permette di saltare passaggi, è un
facilitatore anche a livello di conoscenza.
Conosce qualche musicista o gruppo musicale di seconda generazione che potremmo contattare
per il nostro progetto?
Tantissimi, Z. ad esempio è un mio caro amico.
Ci tengo a sottolineare che M. P. mi ha portato in regalo una copia del cd “Straniero a chi!”.
LIVELLO INDIVIDUALE: LE TESTIMONIANZE DEI RAGAZZI
Infine, ma non per ultimo, la nostra attenzione si è rivolta maggiormente ai singoli rappresentanti
delle seconde generazioni; li abbiamo intervistati singolarmente o all’interno del loro gruppo
musicale e fin da subito si sono dimostrati disponibili e volenterosi di incontrarci per scambiare con
loro qualche parola e permetterci di comprendere meglio la tematica o come loro stessi vivono il
fatto di essere ragazzi di seconde generazioni. Per questo motivo, anche alla luce dei video che
abbiamo visto e delle interviste che abbiamo sottoposto loro, ci è sembrato interessante riportare
alcune testimonianze che, nell’insieme, danno un quadro completo dell’argomento oggetto della
nostra indagine.
Di seguito abbiamo riportato le interviste che abbiamo avuto la fortuna di fare ai ragazzi stessi; nel
primo caso si tratta di un gruppo musicale composto da giovani di origine marocchina come il nome
suggerisce, “Maghrebizz”, nel secondo caso, invece, il testimone privilegiato è Zanko, un ragazzo
di origine siriane.
INTERVISTA A ZANKO
NOME e COGNOME intervistatore: Mariama Aflousse
NOME e COGNOME intervistato: Z. F., nome d’arte Zanko El arabe Blanco
Dopo vari tentativi di contatto, Zanko ha concesso l’intervista solo via e-mail, rifiutando di
incontrarmi.
Raccontami un po’ di te, della tua storia, della tua famiglia…
Sono nato a Milano 28 anni fa. I miei genitori sono siriani, mio padre si è trasferito qui in seguito a
una proposta di lavoro. Sono cresciuto nel quartiere della stazione Centrale di Milano, realtà urbana
piuttosto dura, che fino a metà anni '90 era il regno della microcriminalità, per poi trasferirmi alcuni
periodi a Parigi e a Montreal. Ho conseguito la laurea in odontoiatria. Con la Siria amo mantenere
legami, non solo affettivi: seguo le serie televisive, le «migliori del mondo arabo», leggo i giornali,
insomma ci torno appena posso. In casa uso l’italiano ma quando mi arrabbio preferisco passare
all’arabo perché “è più tosto”.Con la maggior parte degli amici arabi uso l’italarabo per comunicare.
Com’è nata la tua passione per la musica?
Da piccolo, la musica era poco presente in casa mia. Ho solo dei ricordi di quando mia mamma
faceva le pulizie a casa ascoltando la musica araba. Purtroppo la mia famiglia non vede
positivamente il mio impegno musicale perché questo non fa parte della cultura araba.
A 13 anni ho scritto la mia prima filastrocca rap contro il razzismo, promosso dalla mia prof delle
medie. Fu cosi che mi avvicinai casualmente alla musica. Semplice folgorazione per le rime, i
giochi di parole…un'esigenza quasi. Ricordo che alle elementari mentre correvo per prendere il
pallone mi davo il ritmo con la bocca, poi ho scoperto che si chiama “beat box”.
Mi considero un rapper, e come tutti i rapper sono autodidatta.
Ora parliamo del tuo progetto musicale… Quale musica ti rappresenta? Hai un nome d’arte, cosa
significa?
Zanko el Arabe Blanco; Zanko non vuol dire niente, el Arabe Blanco perché quando suonavo con i
black house, i ragazzi cileni mi chiamavano “El blanco” per via della mia carnagione chiara. Lo
spagnolo suonava bene e così l'ho tenuto. La musica che più mi rappresenta è la Black music in
genere, mi piace molto la musica rao francese perché contiene suoni di tutto il mondo, come i suoi
artisti, ma adoro anche la musica araba, e in genere la musica dal mondo . Crescendo ho capito che
potevo dire tante cose con il rap, era un modo di comunicare come un altro, però più efficace perché
è anche divertente. La musica esprime tante cose; il mio melting pot e l'apertura mentale. È il mio
punto di riferimento e la mia fonte di ispirazione è il fatto di essere straniero. Canto in italiano e
arabo perché sono le mie lingue, le parole sono mie mentre la musica nasce con l’aiuto di vari
collaboratori. Il rap non si prova come altre musiche, si fa per strada o dove capita con chiunque
abbia l'attitudine giusta. Io sono come la mia musica un po' una commistione, e come l'Italia è la
mia casa fisica, la musica black è la mia casa musicale. Per me la musica è una semiprofessione e
una passione, lo farò anche a 50 anni ma spero di non doverlo fare solo per soldi.
Cosa esprimi con la tua musica? Cosa mi dici delle “seconde generazioni”?
La musica esprime il mio melting pot e l'apertura mentale. La musica favorisce lo scambio e la
reciproca conoscenza tra le persone, la musica è energia! La musica è un mezzo per esprimere la
mia identità per questo canto in italo arabo. Non ho mai creduto che la mia nazionalità fosse un
conflitto di identità. Crescere tra due culture ti sprona ad avere sempre voglia di imparare e
soprattutto ti consente di avere un punto di vista privilegiatissimo su due mondi, una grossa marcia
in più...“Seconde generazioni” è una delle definizioni dei figli dell'immigrazione. Io appartengo
alle seconde generazioni ma è giusto dire che le seconde generazioni vengono percepite in Italia, e a
Milano in particolar modo, in base al colore della pelle e al ceto sociale.
A proposito di cd e registrazioni… Cos’è stato per te il cd “Straniero a chi?”
Una raccolta di cantanti di seconda generazione che come in altri contesti contribuisce alla crescita
culturale. Ho contribuito al disco; la mia musica rappresenta le seconde generazioni , sono il primo
in Italia che canta in arabo, ma sono anche italiano. Se ci fosse una seconda compilation mi
piacerebbe partecipare di nuovo perché mi sento rappresentato. Ho partecipato anche ad altre
iniziative della rete g2, amici di vecchia data, appoggio la loro battaglia che è quella mia e di tutti.
Cosi come sono contro le leggi italiane sulla cittadinanza, anacronistiche e anziane come l'età media
della popolazione!
Ti sei mai sentito “straniero”?
Non ha mai subito e non è mai stato vittima di razzismo anche grazie alla sua fisionomia di
“bianco”, ho il vantaggio di apparire italiano. Nella mia canzone “essere diverso” dico:
“Quando dicevo che i miei genitori erano di origine straniera mi davano del particolare come se la
normalità fosse una conquista eccezionale, non dipende mai da te, ma dalla classe sociale, dal
colore
della
tua
carnagione
personale;
se
sei
diverso
sei
prigione,
sei
illegale..”
Gli italiani di oggi hanno ormai accettato l’immigrazione come un fatto normale, un’abitudine e di
fronte ad una abitudine nessuno si stupisce né teme più nulla.
Dove canti? Il comune di Milano sostiene la musica delle “seconde generazioni”?
A Milano ho cantato dappertutto, dalla Feltrinelli al Leoncavallo, dal Comune ai concerti del 1
maggio, nei centri sociali e nei circoli Arci di Milano, il pubblico è eterogeneo ma in genere
interessato a tematiche sociali. Un tempo a Milano c’era il muretto di San Babila dove incontrarsi
per suonare e cantare, ora non più, l'avida affarista Moratti ha costruito dei negozi. Con la mia
musica giro principalmente nel centro e nord, al sud meno. Il rap è un po' una realtà a parte, in Italia
non ha molto a che fare con il resto della musica ed è poco istituzionalizzato. Diciamo che con il
mio pubblico interagisco maggiormente in modo “virtuale”, via myspace, youtube…
Il comune di Milano ha organizzato il Festival “Rigenerazioni”.
La tua musica può essere considerata legata a un territorio?
Il rap, è una musica che si fa per strada o provo a casa. Non è legata a un determinato territorio.
INTERVISTA AI MAGHREBIZZ
NOME e COGNOME intervistatori: Cristina Angaroni, Martina Granata
NOME e COGNOME intervistati: Y. C., N. S., A. Z.
Raccontateci un po’ di voi, della vostra storia, della vostra famiglia…
Quanti anni avete?
20 (A. Z.), 27 (Y. C.) e 24 (N.S.).
Siete nati in Italia?
No, siamo nati in Marocco (A. Z. e Y. sono originari di Rabat, N. S. di Casablanca) e ci siamo
trasferiti in Italia da bambini.
A quanti anni siete arrivati in Italia?
N. S. si è trasferito in Italia nel 2002, quando aveva 13 anni, A. Z. è arrivato all'età di 17 anni,
mentre Y. C. è arrivato in Italia 14enne, nel 2001, dopo un periodo trascorso in Francia, per
raggiungere il fratello.
Avete studiato o completato gli studi in una scuola italiana?
Sì, abbiamo completato gli studi in Piemonte (Y. C. e A. Z.) e a Saronno (N. S.).
Da chi è composto il gruppo? Come si è formato?
(N. S. spiega com'è nato il gruppo) È iniziato tutto per scherzo, nel 2008, dopo un viaggio in
Marocco dove ho incontrato un amico rapper che mi ha aiutato ad avvicinarmi alla musica e al
mondo del rap, abbiamo iniziato a registrare alcuni pezzi insieme a Y. C., che già conoscevo e
scriveva da tempo, e un altro ragazzo che ora non fa più parte del gruppo. Poi è iniziata la
collaborazione con A. Z.
Cosa significa il vostro nome d'arte?
Maghrebizz è un nome che esprime bene chi siamo; noi ci sentiamo italiani perché in Italia siamo
cresciuti e ormai ci siamo abituati a vivere qui però allo stesso tempo non abbiamo dimenticato le
nostre origini marocchine.
Chi scrive i testi delle vostre canzoni? Delle basi invece chi se ne occupa?
Ci troviamo spesso per decidere insieme argomenti, basi, scrivere i testi, del mixaggio se ne occupa
A. Z.
In che lingua cantate?
Adesso cantiamo in inglese e italiano, prima invece cantavamo anche in arabo. Tra di noi viene
spontaneo parlare in arabo, anche se qualche parola in italiano ci scappa sempre.
Avete collaborato con altri musicisti?
Sì abbiamo realizzato delle collaborazioni in passato con altri musicisti, sia individualmente sia
come gruppo.
Qual è il genere musicale che vi rappresenta di più?
Il rap sicuramente ci rappresenta, però ascoltiamo diversi generi musicali; per fare musica è
importante sperimentare, interessarsi a generi musicali diversi.
Raccontateci della vostra musica…
La nostra musica racconta le nostre esperienze, quello che abbiamo vissuto; il nostro approccio alla
musica è molto spontaneo, scriviamo di quello che osserviamo tutti i giorni, in base a quello che
proviamo.
Cosa rappresenta la musica per voi…perché suonate? Quali sono le vostre aspettative?
La musica per noi è innanzitutto una grande passione, cantiamo da sempre, per sfogarci, la
consideriamo un mezzo per poterci esprimere. Soprattutto nei primi anni in Italia quando ancora
dovevamo integrarci e ci sentivamo esclusi, isolati, la musica ha rappresentato un modo per
esprimere quello che sentivamo. In futuro speriamo di poter trasformare questa passione in una
professione.
Riuscite a girare un po’ con la vostra musica o suonate principalmente a Milano e dintorni? E il
comune di Milano sostiene i musicisti? Ci sono bandi, eventi, festival rivolti al vostro genere di
musica? Sono abbastanza le iniziative del comune, sono interessanti? Avete partecipato ad alcuni
di questi? E com’è andata?
Suoniamo principalmente nell'hinterland milanese, abbiamo partecipato ad alcune iniziative
musicali organizzate dai Comuni di Turate e Saronno, mentre a settembre suoneremo a Torino. Lo
scorso maggio, su invito di un nostro amico che collabora con l'associazione, abbiamo partecipato
al festival RiGenerazioni, organizzato dal Comune di Milano, una bella iniziativa, vi abbiamo
partecipato volentieri, è stata una bella esperienza, eravamo l’unico gruppo rap; abbiamo
partecipato anche ad un’altra iniziativa comunale, ma non è stata una grande cosa, niente di che
insomma. Al festival mi sono così agitato che tremavo e mi sono scordato il pezzo (Y. C.).
Com’è la situazione in Italia per i musicisti? Vi sentite sostenuti dall’Italia nel vostro progetto
musicale?
In Italia non è facile imporsi nella scena musicale, trovare uno spazio, farsi conoscere, però
crediamo che con impegno e forza di volontà si possa raggiungere qualsiasi obiettivo.
A Milano ci sono delle piazze, delle vie dove ci si incontra per suonare in strada?
Il rap è molto diffuso,“è un’arte di strada” per cui anche qui vi saranno sicuramente luoghi di
ritrovo dei ragazzi. A Milano difficilmente partecipiamo a serate.
E per le prove? Dove provate? (saletta/ spazio/ studio…)
Generalmente ci troviamo a provare in macchina (“si chiama rap, l’arte della strada”) o a casa di
uno di noi, qualche tempo fa siamo andati anche in uno studio di registrazione a Segrate poi, però,
purtroppo è fallito e ha chiuso. Poi comunque proviamo un po’ dove ci capita.
Da chi è composto il vostro pubblico? I musicisti con cui suonate ed il pubblico sono solo di
seconda generazione?
Beh il nostro gruppo è formato da ragazzi di seconda generazione, mentre il nostro pubblico è
misto, non solo ragazzi di seconda generazione.
Registrazioni? Avete registrato un cd? Come vi sembra il mercato discografico in Italia? Si
vendono i cd?
Abbiamo registrato qualche giorno fa, ma non è venuta bene, quindi ora la rifacciamo a modo
nostro. Ora siamo bloccati, adesso quando abbiamo del materiale ci mettiamo a lavorare. Al
momento abbiamo intenzione di fare qualcosa di serio, dobbiamo metterci d’accordo sul tema poi
inizieremo a scrivere qualche pezzo e quindi a comporre un cd. In Italia comunque è molto difficile
sfondare con la musica; l'industria della musica italiana è ancora un po’ chiusa.
Le vostre canzoni sono scaricabili gratuitamente su internet?
Abbiamo un nostro sito dovete potete trovare un po’ di tutto.
A proposito di cd e registrazioni…Avete mai sentito parlare della compilation curata dalla rete G2
dal titolo “Straniero a chi!”, vi piace?
La rete g2 la conosciamo, ma non abbiamo mai sentito parlare della compilation “Straniero a chi!”
Conoscete alcuni dei musicisti che vi hanno partecipato?
No
Conoscete quindi la rete 2g? Come mai?
La conosciamo perché ne abbiamo sentito parlare e perché ha collaborato alla realizzazione del
Festival a cui abbiamo partecipato.
E conoscete Yalla Italia? Come mai?
Sì conosciamo anche Yalla Italia. Siamo andati a radio popolare e lì eravamo in collegamento con
Yalla Italia.
Con parole vostre…cosa sono le seconde generazioni?
Una nuova generazione: italo-marocchina, siamo italiani però anche marocchini. Sei italiano, ma
non ti devi dimenticare che sei anche marocchino.
Vi sentite di appartenere alle seconde generazioni?
Beh, sì, ormai sì, certo.
Secondo voi come vengono percepite le seconde generazioni in Italia? e a Milano?
Diciamo che incontriamo diffidenza soprattutto quando ci troviamo a confrontarci con gli adulti,
non con i ragazzi della nostra età. L’Italia rispetto alla Francia è ancora un po’ indietro perché là
sono già alla quarta generazione. A Milano è comunque meglio di un paesino piccolo dove tutti
sanno tutto quello che fai. Gli italiani non sono ancora abituati a vedere gli stranieri. I ragazzi che
vengono adesso sono più fortunati di noi. Non devi essere razzista solo perché sei diverso. A volte
la bellezza sta proprio nella diversità.
Cosa ne pensate delle leggi italiane sulla cittadinanza?
Dovrebbero essere modificate e poi comunque gli italiani non vogliono cambiare questo governo, ci
sono famiglie che non riescono a campare con 1000 euro al mese e anche di questo si potrebbe
parlare. Ci siamo ormai abituati a stare qui, ma non ci sentiamo molto compresi o sostenuti dallo
Stato. Con la legge Bossi Fini, a 18 anni sono dovuto tornare in Marocco, non ho potuto finire di
studiare perché mi hanno tolto il permesso di soggiorno. (Y. C.)
Hai il permesso di soggiorno che viene sempre rinnovato, poi stai per 10 anni qui e ti danno la
cittadinanza. In altri Paesi è diverso, se nasci là hai subito la cittadinanza.
Secondo voi la musica può essere un mezzo per esprimere la vostra identità?
Io mi isolavo con la musica, era un modo per sfogarmi, non avevo un posto nella società, non
potevo stare in un bar dove ti guardavano tutti. (Y. C.)
CONCLUSIONI
Come ci aspettavamo dalle ipotesi iniziali, la musica viene usata dalle “seconde generazioni” come
uno strumento per indagare ed esprimere la propria identità individuale e per prendere
consapevolezza di se stessi e del mondo circostante. Proprio come afferma Zanko nella sua
intervista: “La musica esprime il mio melting pot e l'apertura mentale; la musica favorisce lo
scambio e la reciproca conoscenza tra le persone, la musica è energia! La musica è un mezzo per
esprimere
la
mia
identità
per
questo
canto
in
italo-arabo”.
Per i Maghrebizz, invece, la musica viene usata, soprattutto nei primi tempi in Italia, come uno
strumento attraverso cui esprimere se stessi, sfogarsi e rifugiarsi.
La musica può rappresentare anche
un’occasione per prendere consapevolezza della propria
identità culturale non solo in quanto individui ma anche in quanto gruppo. A questo riguardo, S. W.,
funzionario presso l’Assessorato alle Politiche sociali e Cultura della salute ci ha sottolineato come
“La musica rap è stata fondamentale, ha dato vita ad un’interazione profonda, ha creato
aggregazione e partecipazione” .
La musica in oggetto risente del contesto culturale dal quale emerge e, allo stesso tempo, lo
modifica e vi apporta innovazione. Le persone intervistate (tranne S. W.) promuovo la cultura della
partecipazione alla vita sociale e hanno iniziato a produrre cultura attraverso la musica. La cultura
che crea cultura, la cultura che è apertura all'altro, è la cultura dei diritti. Infatti i temi che
maggiormente ricorrono nelle canzoni dei musicisti intervistati sono: la società, la condizione di
“seconda generazione”, il diritto alla cittadinanza.
Infine, come ultima ipotesi iniziale ci eravamo focalizzate su come il fattore territoriale possa
influenzare lo sviluppo di tali fenomeni, e di come questi ultimi, a loro volta, possano avere una
ricaduta sul territorio stesso; a questo proposito abbiamo voluto anche indagare l’importanza che
possono assumere associazioni, centri culturali, circoli, centri sociali, locali, presenti sul territorio,
nella facilitazione e nel sostegno delle realtà musicali. Diversamente da come ci eravamo poste, la
musica degli intervistati non è collegabile o limitata a un determinato territorio. Essendo musicisti
che praticano il rap, sono autodidatti e non frequentano centri sociali o circoli specifici. La musica
delle seconde generazioni ha però una ricaduta sul territorio, e le manifestazioni musicali lo
coinvolgono (ad esempio attraverso concerti, incontri spontanei tra musicisti negli spazi pubblici).
Nel caso del Comune di Milano, quest'ultimo ha dato il patrocinio al Festival RiGenerazioni e a
breve aprirà lo sportello “seconde generazioni” in collaborazione con la rete G2. Il territorio,
dunque, fa spazio alle esigenze delle “seconde generazioni”.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
ADONIS (Ali Ahmad Sai’id Esber), La musica della balena azzurra, trad. dall’arabo, Milano,
Guanda, 2005, p. 189
BONOMI, Paolo, La popolazione straniera a Milano, dati e analisi 2011, Comune di Milano, p.18
http://www.comune.milano.it/
SAYAD, Abdelmalek, La doppia assenza. Dalle illusione dell’emigrato alle sofferenze
dell’immigrato, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2002, p.382
http://www.stranieriinitalia.it/attualita-milano_le_seconde_generazioni
http://www.comune.milano.it/.../CDM?...seconde_generazioni
http://www.comune.milano.it/.../CDM?.../rigenerazioni_festrival
http://www.comune.milano.it/.../71DE3559CF000531C1257AF700515BA
http://www.secondegenerazioni.it
http://www.secondegenerazioni.it/tag/g2-milano/
http://www.secondegenerazioni.it/index.php/about/
http://www.yallaitalia.it/
http://www.youtube.com/watch?v=URad7PUj4DU
http://www.youtube.com/watch?v=jlDmFnskJrs&feature=player_embedded#
http://www.youtube.com/watch?v=nhK57M6zpd8
http://www.youtube.com/watch?v=s3dNJsxQt5E
http://www.instat.it/
http://tesi.cab.unipd.it/586/1/barban.pdf
http://dspace-unipr.cilea.it/bitstream/1889/1015/1/tesi.pd
http://it.wikipedia.org/wiki/Seconde_generazioni
http://www.esteri.it/
http://www.comune.milano.it/