Progetto Pastorale 2012 – 2015 - parrocchia immacolata macerata
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Progetto Pastorale 2012 – 2015 - parrocchia immacolata macerata
Progetto Pastorale 2012 – 2015 “… allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio…” (Ef 4,12-13) Il Consiglio Pastorale Parrocchiale, quale luogo di confronto e ricerca (discernimento) del bene della comunità e della volontà di Dio sulla nostra storia, ha elaborato alcune linee basilari per un cammino condiviso da tutta la comunità parrocchiale dell’Immacolata e le offre, affinché siano un punto di riferimento, per cercare insieme il Volto del Signore. La nostra missione di cristiani battezzati è quella di “rendere Dio presente in questo mondo e di far sì che ogni uomo possa incontrarlo, scoprendo la forza trasformante del suo amore e della sua verità” (EVBV, Presentazione). Siamo anche coscienti che “una pastorale tesa unicamente alla conservazione della fede e alla cura della comunità cristiana non basta più. E’ necessaria una pastorale missionaria, che annunci nuovamente il Vangelo, ne sostenga la trasmissione di generazione in generazione, vada incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo testimoniando che anche oggi è possibile, bello, buono e giusto vivere l’esistenza umana conformemente al Vangelo e, nel nome del Vangelo, contribuire a rendere nuova l’intera società” (CEI, Il volto missionario delle Parrocchie in un mondo che cambia, 1) . “Vogliamo metterci alla ricerca di risposte adeguate e non ci scoraggiamo” (EVBV, 7). Le “linee basilari” sono state sintetizzate in attenzioni e proposte pastorali: alcune, già parte della vita parrocchiale, altre ancora solo intuite o delineate e pertanto, da sviluppare. 1. Il primato di Dio e della vita spirituale: La Parrocchia è una comunità, un popolo che cerca il Volto del Signore, che ascolta le Sua Parola, che celebra la gioia dell’incontro con Lui nella liturgia, che cerca di vivere secondo il Vangelo per essere segno e presenza del Suo Amore nella storia: “Ascolto assiduo della Parola di Dio, celebrazione liturgica e comunione nella carità sono, dunque, le dimensioni costitutive della vita ecclesiale; esse hanno un’intrinseca forza educativa, perché mediante il loro continuo esercizio il credente è progressivamente conformato a Cristo”. (EVBV, 20). Il primato di Dio e della vita spirituale lo viviamo concretamente attraverso: - L’ascolto della Parola di Dio (lectio divina) (tutti il lunedì ore 21,30-22,30); “La lettura della Parola di Dio ci sostiene nel cammino di penitenza e di conversione, ci permette di approfondire il senso dell’appartenenza ecclesiale e ci sostiene in una familiarità più grande con Dio” (Benedetto XVI, Verbum Domini, 87). - La celebrazione dell’Eucaristia: “La Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma, che… partecipino all’azione sacra consapevolmente, pienamente e attivamente”. (Concilio Vaticano II, Costituzione su “La sacra liturgia”, 48) ; “La Liturgia è scuola permanente di formazione attorno al Signore risorto, ‘luogo educativo e rivelativo’ in cui la fede prende forma e viene trasmessa: Nella celebrazione liturgica il cristiano impara a ‘gustare com’è buono il Signore (Salmo 34,9; cfr 1 Pt 2,3), passando dal nutrimento del latte al cibo solido (cfr Ebrei 5,12-14), ‘fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo’ (Ef. 4,13).Tra le numerose azioni svolte dalla parrocchia, nessuna è tanto vitale e formativa della comunità quanto la celebrazione domenicale del giorno del Signore e della sua Eucaristia” (EVBV, 39). - La cura della vita spirituale, personale e comunitaria, (ascolto della Parola, celebrazione eucaristica, preghiera, sacramenti, …. ): “La Chiesa promuove nei suoi figli anzitutto un’autentica vita spirituale, cioè un’esistenza secondo lo Spirito (cfr. Gal. 5,25). Essa non è frutto di uno sforzo volontaristico, ma è un cammino attraverso il quale il Maestro interiore apre la mente e il cuore alla comprensione del mistero di Dio e dell’uomo… Lo Spirito forma il cristiano secondo i sentimenti di Cristo, guida alla verità tutta intera, illumina le menti, infonde l’amore nei cuori, fortifica i corpi deboli, apre alla conoscenza del Padre e del Figlio e dà ‘a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità’ (Dei Verbum, n. 5)” (EVBV, 22); La Parrocchia già vive: adorazione il mercoledì mattina + giovedì sera (Gruppo Mariano); confessioni (tutte le mattine ore 7,30-9,00 e la sera ore 18,00-19,00); preghiera del Rosario (ore 8,00 e 18,00); preghiera delle Lodi (ore 9,00 tutti i giorni feriali; ore 6,30 in Avvento e Quaresima proposte dal Cammino Neocatecumenale). 2. La scelta della comunione: Siamo invitati a entrare più generosamente in una mentalità e in uno stile di comunione, dove il bene della comunità e delle persone è alla base di tutte le scelte pastorali. La Parrocchia non è una “società per azioni” dove ognuno difende la sua esperienza e i suoi spazi. La Parrocchia non è e non vuole essere una “stazione di servizi” (Sacramenti, Messa, catechismo…), ma una comunità di persone che condividono il cammino della fede e della vita (passaggio graduale da una fede individuale, ad una esperienza di Chiesa). Sono quindi necessari l’impegno e la collaborazione di tutti, per essere costruttori di comunione e corresponsabili del bene della comunità parrocchiale stessa. Siamo chiamati a vivere non solo la comunione tra noi, ma anche con la Chiesa Diocesana, di cui siamo parte, assumendo e cercando di vivere le proposte pastorali che ci aiutano a camminare insieme, sulle vie del Vangelo. - “Questa unità nella vita trinitaria non si trasforma in uniformità, ma ci fa scoprire la natura propria della Chiesa: un corpo ricco di tanti doni, di tanti carismi ed esperienze. Il convenire insieme ci aiuta a superare la tentazione di assolutizzare la nostra esperienza…” (Conclusioni del Vescovo al Convegno Pastorale Diocesano giugno 2011); - “La separazione e la reciproca estraneità dei cammini formativi, sia all’interno della comunità cristiana sia in rapporto alle istituzioni civili, indebolisce l’efficacia dell’azione educativa fino a renderla sterile. Se si vuole che essa ottenga il suo scopo, è necessario che tutti i soggetti coinvolti operino armonicamente verso lo stesso fine. Per questo occorre elaborare e condividere un progetto educativo che definisca obiettivi, contenuti e metodi su cui lavorare” (EVBV, 35). 3. L’Educazione e la Trasmissione della fede (Tradizione): Nel decennio 2010-2020 siamo invitati dalla Chiesa Italiana ad accogliere e vivere la proposta di “Educare alla vita buona del Vangelo”. Tutto questo nella vita della nostra comunità si traduce in alcuni progetti, attenzioni, proposte e servizi. PROGETTI: - Elaborazione di un “Progetto Educativo Parrocchiale” sul modello della Iniziazione cristiana “per iniziazione cristiana si può intendere il processo globale attraverso il quale si diventa cristiani. Si tratta di un cammino diffuso nel tempo, scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna a una scelta di fede e a vivere come figli di Dio, ed è assimilato con il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nella Chiesa” (CEI, Nota per l’accoglienza dei catechismi,7); “La catechesi… accompagna la crescita del Cristiano dall’infanzia all’età adulta e ha come sua specifica finalità ‘non solo di trasmettere i contenuti della fede, ma di educare la mentalità di fede, di iniziare alla vita ecclesiale, di integrare fede e vita’. Per questo la catechesi sostiene in modo continuativo la vita dei cristiani e in particolare gli adulti, perché siano educatori e testimoni per le nuove generazioni” (EVBV, 39). - Proposta di un “Progetto Culturale” formando Animatori della Comunicazione e della Cultura e valorizzando la Sala della Comunità; “Il progetto culturale orientato in senso cristiano stimola in ciascun battezzato e in ogni comunità l’approfondimento di una fede consapevole, che abbia piena cittadinanza nel nostro tempo, così da contribuire anche alla crescita della società” (EVBV, 41). o Valorizzazione dei mezzi di comunicazione: “La comunità cristiana guarda con particolare attenzione al mondo della comunicazione come a una dimensione dotata di rilevanza imponente per l’educazione... L’impegno educativo sul versante della nuova cultura mediatica dovrà costituire negli anni a venire un ambito privilegiato per la missione della Chiesa” (EVBV, 51); - Proposta di un “Progetto ‘Il Cortile dei Gentili’” come spazio ideale di incontro e confronto delle molteplicità di pensiero intorno alle questioni fondamentali, ultime, proprie dell’esistenza. “Per attuare questo incontro ci si deve armare non di spade dialettiche… ma di coerenza e rispetto: coerenza con la propria visione dell’essere e dell’esistere… rispetto per la visione altrui alla quale si riservano attenzione e verifica” (Ravasi, Cortile dei Gentili, Bologna 12-022011); “Solo una comunità accogliente e dialogante può trovare le vie per instaurare rapporti di amicizia e offrire risposte alla sete di Dio che è presente nel cuore di ogni uomo” (EVBV, 41). ATTENZIONI: La famiglia “La famiglia va dunque amata, sostenuta e resa protagonista attiva dell’educazione non solo per i figli, ma per l’intera comunità. Deve crescere la consapevolezza di una ministerialità che scaturisce dal sacramento del matrimonio e chiama l’uomo e la donna a essere segno dell’amore di Dio che si prende cura di ogni suo figlio. Corroborate da specifici itinerari di spiritualità, le famiglie devono a loro volta aiutare la parrocchia a diventare ‘famiglia di famiglie’ (EVBV, 38); o o o o o Percorsi di preparazione al matrimonio (corsi dei fidanzati); Itinerari di fede per famiglie; Percorsi di preparazione al Battesimo dei figli; Percorsi di preparazione alla Prima Comunione; Percorsi di preparazione alla Confermazione; o o o Percorso educativo per genitori dei ragazzi che si preparano ai Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana; Accoglienza e accompagnamento delle coppie in difficoltà; Cammini formativi per Anziani, Vedove/i. I giovani: “’Mi sembra che questo sia il punto fondamentale nella nostra cura pastorale per i giovani: attirare l’attenzione sulla scelta di Dio, che è la vita. Sul fatto che Dio c’è. E c’è in modo molto concreto. E insegnare l’amicizia con Gesù Cristo’ (Benedetto XVI). Questo cammino, con le sue esigenze radicali, deve tendere all’incontro con Gesù mediante il riconoscimento della sua identità di Figlio di Dio e Salvatore; l’appartenenza consapevole alla Chiesa; la conoscenza amorevole e orante della sacra Scrittura; la partecipazione attiva all’Eucaristia; l’accoglienza delle esigenze morali della sequela; l’impegno di fraternità verso tutti gli uomini, la testimonianza della fede fino al dono sincero di sé” (EVBV, 32); o o o Giovanissimi; Giovani; Giovani-Adulti. Gli adulti: “Occorre ridestare la fede in coloro nei quali è spenta, rinvigorirla in coloro che vivono nell’indifferenza, farla scoprire come impegno personale alle nuove generazioni e continuamente rinnovarla in quelli che la professano senza sufficiente convinzione” (CEI, Questa è la nostra fede, 21); Proposte che la Parrocchia già offre: o o o “I venerdì della fede” (in Avvento e Quaresima); Percorsi di preparazione ai Sacramenti della Iniziazione Cristiana e alla Confermazione degli adulti; Catechesi e cammino di fede proposto dal Cammino Neocatecumenale; o o o Catechesi e cammino di fede proposto dal Gruppo Mariano; Catechesi e cammino di fede proposto dai Corsi di Cristianità; Catechesi e cammino di fede proposto dall’Azione Cattolica. Formazione permanente dei catechisti ed educatori: “Non va dimenticato che quanti operano nel servizio catechistico sono ancora in cammino. Occorre esigere da tutti i catechisti che si sforzino seriamente di orientare la propria vita verso Cristo e di vivere in comunione attiva con la Chiesa… Il catechista dell’Iniziazione Cristiana è un testimone di Cristo, mediatore della parola di Dio, ‘compagno di viaggio’, educatore della vita di fede, uomo o donna pienamente inserito nella comunità cristiana e nel contesto culturale e vitale del mondo di oggi” (CEI, La formazione di catechisti nella comunità cristiana, 19-20). “Occorre ravvivare il coraggio, anzi la passione per l’educazione. E’ necessario formare gli educatori, motivandoli a livello personale e sociale, e riscoprire il significato e le condizioni dell’impegno educativo” (EVBV, 30): o La Scuola Diocesana di Formazione Teologica: “Si potrà così contare su educatori e operatori pastorali qualificati per un’educazione alle persone, rispondente alle domande poste alla fede dalla cultura e in grado di rendere ragione della speranza in Cristo nei diversi ambiti di vita” (EVBV, 54). o Incontri specifici per aiutare gli educatori ad essere “ricchi di umanità, maestri, testimoni e compagni di strada, disposti a incontrarli là dove sono, ad ascoltarli, a ridestare le domande sul senso della vita e sul loro futuro, a sfidarli nel prendere sul serio la proposta cristiana, facendone esperienza nella comunità” (EVBV, 32). Attenzione agli ambiti di vita: “Ogni ambito del vissuto umano è educativa” (EVBV, 54). o interpellato dalla sfida “Tra i processi di accompagnamento alla costruzione dell’identità personale, merita particolarmente rilievo l’educazione alla vita affettiva, a partire dai più piccoli…” (EVBV, 54). o “La Chiesa esiste per comunicare: è essa stessa tradizione vivente, trasmissione incessante del Vangelo ricevuto, nei modi culturalmente più fecondi e rilevanti, affinché ogni uomo possa incontrare il Risorto, che è via, verità e vita” (EVBV, 54). o Caritas (ambito della fragilità): “La carità educa il cuore dei fedeli e svela agli occhi di tutti il volto di una comunità che testimonia la comunione, si apre al servizio, si mette alla scuola dei poveri e degli ultimi, impara a riconoscere la presenza di Dio nell’affamato e nell’assetato, nello straniero e nel carcerato, nell’ammalato e in ogni bisognoso…. Vanno incentivate proposte educative e percorsi di volontariato adeguati all’età e alla condizione delle persone, mediante l’azione della Caritas e delle altre realtà ecclesiali che operano in questo ambito, anche a fianco dei missionari” (EVBV, 39). o Educazione alla cittadinanza responsabile: “Avvertiamo la necessità di educare alla cittadinanza responsabile. L’attuale dinamica sociale appare segnata da una forte tendenza individualistica che svaluta la dimensione sociale, fino a ridurla a una costrizione e a un prezzo da pagare per ottenere un risultato vantaggioso per il proprio interesse. Nella visione cristiana l’uomo non si realizza da solo, ma grazie alla collaborazione con gli altri e ricercando il bene comune” (EVBV, 54). o Lavoro e festa: “La capacità di vivere il lavoro e la festa come compimento della vocazione personale appartiene agli obiettivi dell’educazione cristiana. E’ importante impegnarsi perché ogni persona possa vivere un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale, prendendosi cura degli altri nella fatica del lavoro e nella gioia della festa, rendendo possibile la condivisione solidale con chi soffre, è solo o nel bisogno” (EVBV, 54). o Ri-Animazione (Associazione già impegnata da anni a promuovere attività culturali, ricreative, teatrali, sportive…); o Incontri sulla Dottrina Sociale della Chiesa. A tutti l’augurio di vivere quanto i nostri Vescovi ci hanno indicato per questo decennio: “Educare alla vita buona del Vangelo significa in primo luogo farci discepoli del Signore Gesù, il Maestro che non cessa di educare a una umanità nuova e piena. Egli parla sempre all’intelligenza e scalda il cuore di coloro che si aprono a Lui e accolgono la compagnia dei fratelli per fare esperienza della bellezza del Vangelo” (EVBV, Premessa). Con questa disponibilità, ci poniamo sotto lo sguardo di Maria Madre Immacolata, perché ci guidi nel cammino dell’educazione e ci doni la gioia di vivere da discepoli del Signore. Macerata 26 maggio 2012 Festa della Pentecoste