Scarica il periodico - FIT-CISL
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Marzo 2012 Numero 3 ACCORDI SINDACALI VROON OFFSHORE ITALIA S.r.l. Verbale (Genova ‐ 02.03.2012) 1 FINAVAL: Accordo su formazione e riqualificazione professionale on the job (Roma ‐ 05.03.2012) 3 CON.TUG: Verbale (Gioia Tauro ‐08.03.2012) 13 CON.TUG: Procedura di mobilità ex legge 223/91 (Gioia Tauro ‐ 12.03.2012) 14 TOREMAR: Accordo (Livorno ‐ 19.03.2012) 17 VERTENZA TIRRENIA Aggiornamento marzo 2012 20 INIZIATIVE DI SETTORE Cabotaggio : messa in mora per adempimenti previsti dalla Conven‐ zione 3577/92 Tabelle di armamento e visite tecnico sanitarie nel Porto di Napoli. 32 Richiesta di incontro al Comandante Rinnovo CCNL, formazione, pirateria: richiesta di incontro a 33 Confitarma (26.03.2012) 29 DOCUMENTI DI SETTORE DM 2 marzo 2012: limitazioni al traffico delle navi mercantili in aree 34 sensibili del mare territoriale ATTIVITA’ E DOCUMENTI DI FEDERAZIONE Convocazione Comitato Esecutivo Fit Cisl (29.03.2012) Coordinamento Nazionale Donne riunito in forma assembleare. 38 Documento conclusivo (28.03.2012) 37 ATTIVITA’ INTERNAZIONALE La Fit Cisl e la solidarietà internazionale in campo medico 41 DOSSIERS E STUDI Regole ITF rispetto alle zone di rischio guerra (WOA) ed alle zone ad 43 alto rischio (HRA) Fit Cisl Dipartimento Marittimi Via Musa, 4 - 00161 Roma Tel.0644286316 - Fax 064402991 – [email protected] FIT-CISL SEGRETERIE LIVORNO COMUNICATO STAMPA SEGRETERIE LIVORNO COMUNICATO STAMPA La TOREMAR S.p.A. e le OO.SS. hanno firmato un importante accordo per il futuro dei Lavoratori Marittimi della Società. L’accordo che assume ancora più importanza, in un momento di grave crisi di tutto il settore marittimo, non ultimo le preoccupante notizie che giungono in merito al passaggio di Tirrenia a CIN, ha portato a 43 nuove assunzioni a completa copertura degli organici annuali della Toremar. Inoltre verrà definita una Lista Stagionale per coprire i periodi di maggior fabbisogno. La particolarità dell’Accordo riguarda invece quella che possiamo definire una “Rivoluzione” nel campo marittimo. Infatti la Toremar S.p.A. e le OO.SS. hanno convenuto, per la prima volta in Italia, che TUTTO il personale necessario alla copertura annuale della Flotta sarà personale assunto in Continuità Rapporto di Lavoro CRL. Questa tipologia di Rapporto di Lavoro non darà più adito ,a nessuno, a interpretazioni circa il rapporto di Lavoro a Tempo Indeterminato dei Marittimi TOREMAR. Altra Importante conquista delle OO.SS. è il riconoscimento delle Rappresentanze Sindacali Dei Marittimi, che troveranno il loro giusto posto nelle trattative che riguarderanno la Società e non più le sole problematiche durante il periodo in servizio a Bordo. Le OO.SS. non possono che ritenersi soddisfatte di tale accordo e augurarsi che, in tempi migliori, tali accordi si possano raggiungere con tutte le Società di Navigazione. FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI Verbale di Accordo ! ## $% && $ % '( # & ) &$# )$*+ #*,-- .( / 01 2 ## &) &3# '-4*,-* %'%'%%'5 Ministero dello Sviluppo Economico Cortese Attenzione Ministro Corrado Passera Egregio Sig Ministro, le Segreterie Nazionali, anche in occasione del recente sciopero generale dei Trasporti del 1 marzo, hanno chiesto un intervento risolutivo del Governo sulla vicenda Tirrenia. Non ci risulta un’iniziativa del Governo ed in mancanza della stessa si sta determinando una situazione insostenibile per il futuro dell’azienda in amministrazione straordinaria con gravissime conseguenze sui lavoratori interessati, fortemente preoccupati per il loro proprio futuro occupazionale. Con l’occasione vogliamo ricordarLe che le organizzazioni sindacali hanno stipulato un accordo con Cin – Compagnia Italiana Navigazione e con il Commissario, riguardante l’applicazione della clausola sociale nel passaggio d’azienda che, a valle della procedura validata dal suo Ministero, prevede anche la discontinuità tramite la non applicazione del articolo 2112 del cc. Tutto ciò, ribadiamo, era avvenuto anche a seguito degli impegni che il Governo, a suo tempo aveva dato in relazione ai rapporti con l’Ue ed in merito alla regolarità dell’operazione. Con la presente, in relazione a quanto riportato dalla stampa odierna, chiediamo un intervento immediato del Governo verso gli organismi dell’Ue ed un urgentissimo incontro di chiarimento. In mancanza di risposte saremo costretti a mettere in atto tutte le iniziative sindacali che si renderanno necessarie. Siamo convinti che vorrà comprendere il grado di urgenza e di allarme che ci anima, viste le pesantissime ricadute occupazionali dello scenario "spezzatino", e che vorrà riscontrare questa nostra richiesta al più presto. In caso contrario saremo costretti, in continuità della vertenza generale dei trasporti, a porre in essere ogni possibile azione. Roma 17 marzo 2012 75 Roma, 27 Marzo 2012 Prot. 1473 Spett.le IBEX Maritime Ltd. Daires 17 & 18, Toskoy Apartmani, Gokce Sokak, 10 Caddebostan Mah, Kadikoy, 34728 Istanbul, Turkey Fax: 00 90 216 302 8999 We have verified that some of your vessels is trading in Italy in cabotage with the Italian Islands. The directive 3577/92 has given to each State the possibility to regulate the terms and conditions of the crew of a vessel trading with an Italian Island. In particular the Italian Administration has fixed in 10 points the above rules. Among them all the crew must be EU, the terms and conditions equivalent to those of the Italian national CBA. We have information that your vessels employed in Italian cabotage with the Islands do not respect the above. Furthermore we remind you that as per Reg. 3577/92 following communication by the Commission to Parliament Com (2003) 5595 DEF, the management of the ship must be carried out from EU territory that includes day by day operations and meetings of the board. Here attached you find a circular from the Italian Administration regarding the above matter and giving instructions to the Coast guard; so you are invited to contact us as soon as possible to implement the correct rules on the matter. FILT-CGIL (R. Luvini) Le Segreterie Nazionali FIT-CISL UILTRASPORTI (R. Di Fiore) (A. Patimo) FILTͲCGILͲViaMorgagnin.27Ͳ00161RomaͲTel.(06)44.07.61ͲFax(06)44.07.63.15 FITͲCISLͲViaAntonioMusan.4Ͳ00161RomaͲTel(06)442.86.1ͲFax(06)442.86.361 UILTRASPORTIͲViadiPriscillan.101Ͳ00199RomaͲTel(06)86.26.71ͲFax(06)86.20.77.47 Roma, 26 Marzo 2012 Prot. 1442 Spett.le CONFITARMA Attn. Dott. Stefano Messina Vice Presidente, Presidente Commissione Relazioni Industriali Attn. Dott. Pacchelli Responsabile Servizio Relazioni Industriali Roma Fax 06 69783730 OGGETTO: Richiesta di incontro In occasione del rinnovo del CdA del FANIMAR che si è tenuto a Genova il 23 Marzo u.s., le scriventi organizzazioni sindacali hanno avuto modo di esprimere al Dott. Pacchelli una serie di perplessità riguardanti i seguenti argomenti: 1) Rinnovo CCNL; 2) Formazione; 3) Pirateria. Con la presente, richiediamo un urgente incontro per una completa definizione degli argomenti di cui sopra che riteniamo collegati fra di loro e rispetto ai quali auspichiamo una rapida soluzione in linea con le proposte sindacali. In attesa di un Vs. riscontro, distinti saluti. FILT-CGIL (R. Luvini) Le Segreterie Nazionali FIT-CISL UILTRASPORTI (R. Di Fiore) (A. Patimo) FILTͲCGILͲViaMorgagnin.27Ͳ00161RomaͲTel.(06)44.07.61ͲFax(06)44.07.63.15 FITͲCISLͲViaAntonioMusan.4Ͳ00161RomaͲTel(06)442.86.1ͲFax(06)442.86.361 UILTRASPORTIͲViadiPriscillan.101Ͳ00199RomaͲTel(06)86.26.71ͲFax(06)86.20.77.47 Page 1 of 4 MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 2 marzo 2012 Disposizioni generali per limitare o vietare il transito delle navi mercantili per la protezione di aree sensibili nel mare territoriale. (12A02657) IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI di concerto con IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE Vista la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare fatta a Montego Bay il 10 dicembre 1982, ratificata e resa esecutiva in Italia con la legge 2 dicembre 1994, n. 689; Visti in particolare gli articoli 21, 22 e 25 della predetta convenzione che attribuiscono agli Stati costieri la facolta' di adottare nel loro mare territoriale misure per salvaguardare la sicurezza della navigazione, assicurare la conservazione delle risorse biologiche del mare, preservare l'ambiente marino e prevenire, ridurre e controllare i fenomeni d'inquinamento del mare e delle coste, ivi incluse misure sulle rotte; Visto l'art. 83 del codice della navigazione, come modificato dall'art. 5 della legge 7 marzo 2001, n. 51, che prevede la possibilita' per il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di limitare o vietate il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale, per motivi di ordine pubblico, di sicurezza della navigazione e, di concerto con il Ministro dell'ambiente della tutela del territorio e del mare, per motivi di protezione dell'ambiente marino, determinando le zone alle quali il divieto si estende; Preso atto dei recenti incidenti della navigazione occorsi in prossimita' di aree di grande valore ecosistemico ed ambientale e dalla significativa rilevanza socio-economica delle risorse ivi esistenti e, in quanto tali, soggette a particolari regimi di tutela; Considerato che le coste della penisola italiana ed i mari che la circondano sono particolarmente vulnerabili ai rischi del trasporto marittimo e della navigazione anche tenuto conto del lentissimo ricambio che caratterizza le acque del bacino del Mediterraneo; Considerato il rischio di grave inquinamento dell'ambiente marino collegato al trasporto marittimo che puo' derivare dalle sostanze pericolose e nocive trasportate dalle navi come carico o come propellente per i fini della stessa navigazione; Considerata la necessita' di proteggere in maniera particolare alcune zone marine e costiere particolarmente vulnerabili interessate da notevoli volumi di traffico; Vista la legge 31 dicembre 1982, n. 979, e la legge 6 dicembre 1991, n. 394; Vista la legge 11 ottobre 2001, n. 391, di ratifica ed esecuzione dell'accordo internazionale firmato tra Monaco, Francia e Italia per la creazione nel Mediterraneo di un Santuario per i mammiferi marini, fatto a Roma il 25 novembre 1999 e le esigenze di tutela ambientale ivi affermate; Visto il decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 182, recante «Attuazione della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi ed i residui del carico»; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2005, n. http://www.guritel.it/cgi-bin/db2www/arti/guff.mac/ALLTXT?datagu=3/7/2012&red... 02/04/2012 Page 2 of 4 134, recante «Disciplina per le navi mercantili dei requisiti per l'imbarco, il trasporto e lo sbarco di merci pericolose»; Considerato che, l'area del Santuario dei cetacei e' stata inclusa nella lista delle aree specialmente protette di importanza mediterranea di cui al protocollo della Convenzione di Barcellona per la protezione delle aree specialmente protette e della diversita' biologica del Mediterraneo, come ratificato dall'Italia ed entrato in vigore; Considerata la particolarissima sensibilita' e vulnerabilita' ambientale della laguna di Venezia ove sono presenti ecosistemi continuamente posti a rischio anche tenuto conto dei rilevanti aumenti del traffico marittimo; Decreta: Art. 1 Misure generali per limitare o vietare il transito delle mercantili finalizzate alla protezione di aree sensibili nel territoriale. navi mare 1. Nella fascia di mare che si estende per due miglia marine dai perimetri esterni dei parchi e delle aree protette nazionali, marini e costieri, istituiti ai sensi delle leggi 31 dicembre 1982, n. 979 e 6 dicembre 1991, n. 394, e all'interno dei medesimi perimetri sono vietati la navigazione, l'ancoraggio e la sosta delle navi mercantili adibite al trasporto di merci e passeggeri superiori alle 500 tonnellate di stazza lorda. In relazione alla tipologia dei traffici che ordinariamente interessano le fasce di mare individuate dal presente comma o alle caratteristiche morfologiche del territorio, l'Autorita' marittima competente puo' disporre, per la fascia esterna ai predetti perimetri, limiti di distanza differenti allo scopo di garantire la sicurezza anche ambientale della navigazione e per l'accesso e l'uscita dai porti. 2. Sono fatti salvi i provvedimenti riguardanti gli schemi di separazione del traffico e le rotte raccomandate ovvero obbligatorie nonche' le discipline vigenti nei parchi e nelle aree protette nazionali, marine e costiere, istituiti ai sensi delle leggi 31 dicembre 1982, n. 979 e 6 dicembre 1991, n. 394. Art. 2 Ulteriori misure per la protezione vulnerabili di aree particolarmente 1. In ragione della particolare sensibilita' ambientale e della vulnerabilita' ai rischi del traffico marittimo sono adottate le seguenti misure di navigazione: a) nell'area marina protetta del Santuario dei Cetacei, di cui alla legge 11 ottobre 2001, n. 391: 1) per l'ingresso e la navigazione nell'intera area marina, come delimitata dall'allegato 1, le navi che trasportano su ponti scoperti e in colli sostanze rientranti nelle tipologie di cui all'allegato III della convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento da navi Marpol 73/78 e al Codice marittimo internazionale per il trasporto delle merci pericolose (IMDG Code), anche in rimorchi, semirimorchi, container, camion e vagoni, devono adottare sistemi di ritenuta del carico che ne garantiscano la massima tenuta e stabilita' in ogni condizione meteomarina, al fine di prevenire e impedire perdite accidentali dei carichi; b) nella laguna di Venezia: 1) e' vietato il transito nel Canale di San Marco e nel Canale della Giudecca delle navi adibite al trasporto di merci e passeggeri http://www.guritel.it/cgi-bin/db2www/arti/guff.mac/ALLTXT?datagu=3/7/2012&red... 02/04/2012 Page 3 of 4 superiori a 40.000 tonnellate di stazza lorda; 2) al fine di conseguire i piu' elevati livelli di sicurezza anche ambientale l'Autorita' Marittima, sentita l'Autorita' portuale, con ordinanza disciplina, secondo la stazza lorda delle navi, la distanza minima alla quale le stesse devono mantenersi l'una dall'altra qualora navighino nello stesso senso. 2. Il comandante della nave prima della partenza dal porto di Venezia, e' tenuto a conferire i rifiuti ed i residui del carico prodotti dalla nave. Per il porto di Venezia non e' ammessa la deroga di cui all'art. 7, comma 2, del decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 182. 3. Sono esenti dagli obblighi di cui al comma 2, le navi militari e da guerra, le navi utilizzate per finalita' pubbliche che conducano attivita' non commerciali e le unita' adibite ad attivita' di ricerca scientifica nonche' le navi adibite a collegamenti di linea che effettuano scali frequenti e regolari. Art. 3 Disposizioni transitorie 1. Il divieto di cui all'art. 2, comma 1, lettera b), punto 1), si applica a partire dalla disponibilita' di vie di navigazione praticabili alternative a quelle vietate, come individuate dall'Autorita' marittima con proprio provvedimento. Nelle more di tale disponibilita', l'Autorita' marittima, d'intesa con il Magistrato alle acque di Venezia e l'Autorita' portuale, adotta misure finalizzate a mitigare i rischi connessi al regime transitorio perseguendo il massimo livello di tutela dell'ambiente lagunare. Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 2 marzo 2012 Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Passera Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Clini Allegato 1 (Art. 2, comma 1) DELIMITAZIONE DELL'AREA DEL SANTUARIO DEI CETACEI Acque interne e di mare territoriale dell'Italia ricadenti nell'ambito della zona marittima di cui alla legge 11 ottobre 2001, n. 391, recante «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo relativo alla creazione nel Mediterraneo di un santuario per i mammiferi marini, fatto a Roma il 25 novembre 1999» e ricomprese nei limiti determinati: 1. ad ovest, da una linea che va dalla punta Escampobariou (punta ovest della penisola di Giens: 43°01'70"N, 06°05'90"E) a Capo Falcone, situato sulla costa occidentale della Sardegna (40°58'00"N, 008°12'00"E); 2. ad est, una linea che va da Capo Ferro, situato sulla costa nord - orientale della Sardegna (41°09'18"N, 009°31'18"E) a Fosso Chiarone, situato sulla costa occidentale italiana (42°21'24"N, 011°31'00"E). 2.4.2012 Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato http://www.guritel.it/cgi-bin/db2www/arti/guff.mac/ALLTXT?datagu=3/7/2012&red... 12:01:05 02/04/2012 ILSEGRETARIOGENERALE Aderentea:InternationalTransportWorkers’FederationITFͲEuropeanTransportWorkers’FederationETF Prot. N. 45-2012 OGGETTO: Convocazione Roma, 15 marzo 2012 Ai componenti il Comitato Esecutivo Nazionale Fit Cisl Ai componenti il Collegio dei Sindaci Revisori Fit Cis Il Comitato Esecutivo della Fit Cisl è convocato per giovedì 29 marzo 2012, con inizio alle ore 10,00, presso la sala riunioni “Sante Bianchini” del Centro Studi Fit Cisl di via degli Anamari n. 20 a Roma. Il Comitato Esecutivo, al di là del formale ordine del giorno che segue, sarà l’occasione per svolgere una riflessione approfondita sul momento di grande trasformazione sociale ed economica che stiamo vivendo come cittadini e come lavoratori oltre che sullo sviluppo della vertenza generale dei trasporti in questo contesto. Il giorno precedente vi segnalo lo svolgimento di un seminario sulle nuove norme pensionistiche, di cui vi allego il programma, che ritengo di grande interesse ed utilità per i componenti dell’Esecutivo. Per questo vi sollecito alla partecipazione. Ordine del Giorno: Ͳ Ͳ Ͳ Approvazione Bilancio Consuntivo 2011; Situazione politico-sindacale; Varie ed eventuali. In relazione alla particolarità del momento accennato sopra vi comunico che interverrà ai lavori il Segretario Confederale Anna Maria Furlan. Un abbraccio. (Giovanni Luciano) ViaA.Musa,4Ͳ00161ROMAͲTel.06/442.86.1FAX06/442.86.361 Website:www.fitcisl.orgeͲmail:[email protected]–PEC:[email protected] 28 marzo 2012 Coordinamento Nazionale Donne riunito in forma assembleare DOCUMENTO CONCLUSIVO Premessa Il 28 marzo 2012 si è svolto a Roma, presso il Centro studi Fit in via degli Anamari 20, il Coordinamento Nazionale Donne convocato in forma assembleare. Hanno preso parte all’iniziativa 50 sindacaliste provenienti dalle diverse realtà regionali che, alla presenza del Segretario Confederale Liliana Ocmin e della Segreteria Nazionale Fit-Cisl, hanno avanzato le loro proposte costruite grazie all’evoluzione di un costruttivo dibattito. La giornata di lavoro si è posta quale passo fondamentale del cammino delle donne dei trasporti verso il Congresso e in direzione dell’Assemblea Cisl delle donne. I trasporti come ogni altro settore stanno vivendo momenti difficili e di grande cambiamento. Cresce e si diversifica l’esigenza di rappresentanza a cui dare risposte concrete. Il dibattito si è sviluppato su due filoni. Rappresentanza e contrattazione sono stati i temi su cui riflessioni e proposte hanno preso forma in seguito alle presentazioni proiettate relative alla Federazione trasporti. Dal lavoro di analisi, svolto dal Coordinamento, sembrano essere quelli che caratterizzano maggiormente la categoria per quel che riguarda l’occupazione femminile e non solo. Il settore dei trasporti, fatta eccezione per il comparto aereo e l’igiene ambientale, è caratterizzato, dal punto di vista occupazionale, da una forte sottorappresentazione femminile. Su un totale di iscritti alla Fit- Cisl pari a 103550, sono donne 11549. Solo l’11,5% sono iscritte donne. Il dato occupazionale si riflette nell’ambito sindacale sui numeri delle donne impegnate e desiderose di farlo. Ciò potrebbe far pensare ad una applicazione pari a 0 della norma confederale sulla rappresentanza di genere, in base alla quale “nelle strutture ad ogni livello che contino nella base associativa una percentuale di iscritte pari o superiore al 30%, la composizione delle Segreterie dovrà prevedere almeno una presenza femminile”. Tale percentuale risulta essere restrittiva per contesti lavorativi come quello dei trasporti in cui esiste una bassa presenza di occupazione femminile. Per quanto riguarda la contrattazione di genere e per la famiglia, sul piano nazionale dei contratti dei trasporti molti sono i casi in cui si è in presenza di semplici richiami alla normativa vigente. Al contrario, in alcuni casi abbiamo una buona integrazione della normativa nazionale in modo particolare negli aspetti economici. In riferimento alla contrattazione di secondo livello gli interventi sulla materia sono pochissimi. Attualmente le buone pratiche esistenti rischiano di essere cancellate per gli effetti del momento di crisi che stiamo vivendo. Alla luce della situazione socio-economica che stiamo vivendo, si sottolinea la necessità di individuare nuove strategie per colmare il deficit strutturale dell’ accesso delle donne al mercato del lavoro dei trasporti e all’impegno nell’attività sindacale. Nella misura, ormai condivisa, in cui il lavoro femminile deve rappresentare l’opportunità contro la crisi, in considerazione del fatto che se le occupate fossero sei su dieci il nostro Pil aumenterebbe del 7%, il Coordinamento Nazionale Donne Fit-Cisl avanza le seguenti proposte per superare le criticità e individuare soluzioni idonee ad incentivare la presenza femminile nei trasporti intercettandone i bisogni di rappresentanza. In questo scenario riteniamo determinante l’impegno delle sindacaliste della Fit-Cisl. Proposte Sulla base dei dati proiettati e su quanto emerso dal dibattito si condivide quanto segue: Rappresentanza Complementarietà e collateralità, della partecipazione di genere nelle politiche sindacali, devono essere la base di partenza di un radicale cambiamento culturale da promuovere e da gestire, in senso trasversale, all’interno della FitCisl. A tale proposito, il Coordinamento Nazionale Donne Fit, pur non condividendo in senso assoluto le quote, ne riafferma l’importanza come l’unico strumento possibile, anche in via graduale, da utilizzare in un comparto in cui i tempi non sembrano ancora maturi per un adeguato e spontaneo riconoscimento delle competenze. Il lavoro, l’impegno e le competenze delle sindacaliste e dei sindacalisti devono essere valorizzati non solo sulla base delle deleghe, ma anche in relazione ai risultati raggiunti e ai progetti promossi a sostegno dell’organizzazione tutta. Su tali basi il Coordinamento donne propone di: Assicurare la partecipazione di genere ai percorsi formativi della Federazione ad ogni livello, in modo particolare delle giovani donne, portatrici di esigenze specifiche di rappresentanza; Garantire la candidatura delle lavoratrici nelle liste per il rinnovo delle rsu/rls; Garantire la presenza di ameno 1 donna nelle Segreterie Regionali laddove sia presente almeno il 10% delle iscritte indipendentemente dall’area contrattuale di appartenenza; Sostenere la presenza delle Responsabili dei Coordinamenti donne, in qualità di uditrici, nelle riunioni di Segreteria ad ogni livello; Determinare una quota di agibilità sindacali, da destinare al Coordinamento donne, sulla base delle iscritte per regione ed in funzione dei progetti di lavoro su cui si concentra l’ impegno dello stesso; Garantire la presenza delle responsabili dei Coordinamenti donne alle trattative contrattuali e nelle fasi preparatorie delle stesse, per quel che riguarda la contrattazione di genere e il welfare sociale/aziendale; Promuovere un processo graduale di inserimento delle sindacaliste negli organismi bilaterali. Contrattazione Il testo della riforma del mercato del lavoro contiene interventi per una maggiore inclusione delle donne nella vita lavorativa ed economica del Paese. Le proposte in esso contenute, anche se marginali, sembrano essere un passo in avanti verso quel cambiamento culturale di condivisione delle responsabilità famigliari su cui come donne, lavoratrici e sindacaliste della Cisl da tempo concentriamo il nostro impegno. La mancanza di interventi importanti, che sarebbero dovuti andare a supplire l’allungamento dell’età pensionabile delle donne, è un dato di fatto. Ad eccezione dell’introduzione del congedo di paternità obbligatorio e dei voucher per i servizi di baby-sitting, tra l’altro utilizzabili solo in alternativa al congedo parentale e a determinate condizioni reddituali, non si ravvisano interventi atti ad agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Per rendere maggiormente attrattivo il comparto dei trasporti l’unica strada da percorrere è la contrattazione, in modo particolare quella di secondo livello, per agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro di lavoratrici e lavoratori. Le soluzioni di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro devono essere introdotte in riferimento alla flessibilità contrattuale e organizzativa e del possibile ritorno in termini di produttività. Tutto ciò sullo sfondo di un contesto che deve trovare la sua premessa nella responsabilità sociale delle imprese per il benessere del lavoratore. RSI, concetto molto ampio, in cui rientra l’instaurazione di un sano clima aziendale e del suo potenziale ritorno, nell’interesse dell’impresa, sui rendimenti produttivi. Se si supera una visione superficiale, in questa ottica si può parlare di conciliazione anche in tempi di crisi. In prima battuta è necessario passare oltre la visione della conciliazione come sola accezione delle pari opportunità uomo donna, collegarla all’occupazione femminile e al conseguente fondamentale potenziale contributo che quest’ultima può dare alla crescita del paese in generale e del comparto dei trasporti in particolare. E’ con questo approccio trasversale che va affrontato il tema della conciliazione in quanto attraverso il miglioramento della stessa più donne entreranno nel mercato del lavoro dei trasporti e meno ne usciranno realizzando l’obiettivo economico e sociale a cui mira il Paese e di conseguenza il comparto dei trasporti. La strada della contrattazione decentrata, supportata dall’intesa sulla conciliazione dello 7 marzo del 2011, risulta essere l’ambito principe in cui sperimentare e lasciare il segno come organizzazione sindacale responsabile e partecipe alla costruzione del futuro del Paese. In tale contesto il Coordinamento Nazionale Donne Fit propone di: Sostenere e realizzare le politiche di genere nei contratti e nella vita organizzativa della Federazione; Inserire il documento “Linee guida sulla contrattazione di genere e per la famiglia” elaborato dal Coordinamento Nazionale Donne FIT, nel “Documento sulla politica contrattuale nei trasporti” come parte integrante dello stesso; Garantire l’applicazione in ogni comparto le tutele minime garantite previste dalla legge in materia di: pari opportunità, prosecuzione di carriera, parità salariale, premi di produttività, tutela della maternità e paternità; Armonizzare gradualmente i CCNL FIT sui seguenti temi: ¾ integrazione economica dell’indennità di maternità pari al raggiungimento del 100%; ¾ integrazione economica dell’indennità riconosciuta al congedo parentale pari al raggiungimento del 50% della retribuzione nella fascia di età compresa tra 0/3 anni di vita del bambino ove possibile; ¾ prevedere forme di sostegno economico per i congedi malattia bambino nella fascia di età che va da 0 ai 3 anni ove possibile; ¾ prevedere più forme di part-time, lungo, flessibile, reversibile, e agevolazioni per le trasformazioni, anche temporanee, di rapporti a tempo pieno in rapporti a tempo parziale, riconoscendo la priorità alle lavoratrici e ai lavoratori con esigenze famigliari; ¾ Introdurre il telelavoro dove non previsto. Contrattazione di secondo livello: ¾ introdurre forme di welfare aziendale sollecitando la responsabilità sociale delle imprese, oltre gli obblighi di legge. Destinare le risorse derivanti da una maggiore produttività alla realizzazione di strutture per l’infanzia, centri diurni per anziani, sostegno all’assistenza sanitaria, alla previdenza, voucher per l’assistenza ai famigliari ecc.; ¾ introdurre forme di flessibilità dell’orario in entrata e in uscita, orario concentrato per il personale amministrativo, banca delle ore, turni per la “conciliazione” coincidenti con l’orario scolastico; ¾ introdurre permessi per inserimento dei figli all’asilo nido e alla scuola per l’infanzia; ¾ incentivare l’utilizzo del telelavoro. In conclusione il Coordinamento Nazionale Donne Fit Cisl, riunitosi in forma assembleare, fa proprie tali proposte da utilizzare ai fini del percorso Congressuale FIT e, al contempo da consegnare al Coordinamento Donne Cisl a supporto delle politiche sindacali ed organizzative future che saranno messe in atto. SolidarietàinternazionaleincampomedicosostenutadallaFitCisl. Negli ultimi anni si sono avuti casi di malattie ematoͲoncologiche che hanno colpito marittimi,inparticolarefilippini. Unodiquesti,RolandoCardama,colpitodaunagraveformadileucemiaèstatocurato consuccessodallaDivisionediEmatologia1dell’OspedaleSanMartinodiGenova. LadivisioneèsottolaresponsabilitàdelProf.Carella,notoincampointernazionaleper studiecollaborazioniconpremiNobel. Seguendoilmarittimoricoverato,sial’AgenziaESA–GroupdiGenovachel’Ispettore Itfhannoavutooccasionediconosceremeglioleproblematichelegateaquestotipodi malattia ed in particolare il collegamento che probabilmente esiste tra il lavorare in ambienti a contatto con sostanze chimiche combustibili e l’incidenza della malattia stessa. Fortunatamente,molticasidiquestemalattieematologiche,comenelcasodiCardama risultanocurabilisesièinpossessodelleconoscenzeidoneeedeimedicinalinecessari. PerquestomotivoilProf.Carellafapartediunareteinternazionaledispecialistiiquali, in tempo reale, si scambiano informazioni socializzando quindi dati fondamentali per curarequestotipoditumori. UnaltroelementochehaspintolaFitCislapartecipareallacreazionedelprogettoea sostenerloèstatoilfattochemoltimarittimioperanosunavichimichiereepetrolieree un’altaincidenzadellamalattiaparecolpireinaviganti,filippiniinparticolare. DopounapprofondimentoconilProf.CarellacheassiemeadESA–Groupèanimatore di una associazione denominata AREO, è maturata l’idea di creare un progetto sostenuto dalla ITF che potesse preparare un medico degli ospedali del Sindacato Filippino AMOSUP per specializzarlo presso la divisione di Ematologia dell’Ospedale di SanMartinoaGenova. AMOSUPpossiedetreospedalinelleFilippinechecuranoimarittimiedilorofamiliari.Il medicosceltopotràquindicontribuireacuraretuttiicasidimalattieematologicheoltre chefarepartedellaretemondialecreatadalProf.Carella PerquestomotivoattraversolarichiestadellaFitCisl,ilTrustdellaITFhasovvenzionato unprogettodelladuratadi3anniconuncostodioltre200.000Europerpreparareil medicofilippinoprescelto. Pochi giorni fa è giunto in Italia il Dott. Frederick Binuya selezionato tra una lista di medicidegliospedaliAMOSUP. IlDott.BinuyalavoreràpertreannifiancoafiancoconglispecialistidelDott.Carella. Il progetto prevede anche una raccolta di dati che dovrebbero aiutare ad inquadrare megliolecausediquestemalattieematologicheinriferimentoalmondomarittimo. Una banca genovese si è fatta carico di sostenere le spese per uno specialista in statisticacheentreràafarpartedelprogettocomplessivo. ComeèfacilecapiresitrattadiunprogettoFitCislmoltoimportantecheancorauna voltadimostracomeilnostrosindacatooperiatuttocampoequindinonsoloinquello sindacalepertutelarealmeglioilavoratoriinquestocasomarittimi. Altro elemento importante e forse il più qualificante è l’aspetto della solidarietà che travalica i confini nazionali per farsi carico di problematiche umanitarie. In un modo globalizzatoquestodeveesseretragliimpegnidelsindacato.NonacasolaFitCislsta anche sostenendo economicamente il progetto confederale che opera a sostegno del sindacalismoliberoinBirmania. Roma26marzo2012 RemoDiFiore x ȋ ǦȌ ȋǦȌ Le designazioni di cui sopra sono effettuate per riconoscere ai marittimi in quelle aree alcuni benefici o coperture aggiuntive . Tutto ciò viene regolamentato in modo diverso in campo internazionale e nazionale italiano. Le decisioni in campo internazionale a livello sindacale sono importanti poiché in automatico, in base alle intese sottoscritte si applicano anche ai marittimi non comunitari imbarcati sulle navi di bandiera italiana. In questo senso vi sono una serie di accordi e di intese raggiunte con Confitarma. x Per quanto attiene il contratto nazionale italiano che come noto si applica al personale italiano/comunitario imbarcato su navi nazionali o su navi di bandiera estera con Legge 135/77, esiste a contratto un’ indennità aggiuntiva di navigazione (art. 35 – bis.2) per rischio guerra che riconosce una quota giornaliera aggiuntiva all’indennità di navigazione generale. Questo riconoscimento aggiuntivo scatta quando l’Ente Assicuratore Corpi richiede un sovrappremio di almeno 0.25 %. Si tratta comunque di un meccanismo difficile da verificare in quanto le aziende con estrema riluttanza segnalano l’avvenuto incremento. x In campo internazionale per la parte assicurativa esiste presso i Lloyd’s di Londra un Comitato denominato Joint War Commitee che stabilisce quali sono nel mondo le aree considerate a rischio guerra, terrorismo etc. Si tratta di un numero elevato di zone che comunque non hanno mai trovato pratica applicazione in campo sindacale se non altro perché in fondo alla lista è scritto che affinchè diventino tutte o in parte operative c’è bisogno di una specifica negoziazione ed accordo tra le parti. Sino ad un anno fa tutti i contratti ITF facevano riferimento alla decisione dei Lloyd’s ma senza possibilità pratica di vedere applicati i benefici previsti dallo specifico articolo contrattuale in quanto mai vi era stato un accordo in merito. Per superare questa situazione visto che nel frattempo era sorto un tavolo di negoziazione internazionale IBF, è in quella trattativa che le parti, Armatori ed ITF,definivano le zone a rischio. Quanto deciso con la negoziazione IBF veniva e viene automaticamente trasferito in tutti i contratti ITF (TCC e Standard) e quindi, per quanto precedentemente indicato anche nel contratto nazionale italiano personale non-doms. Chiaramente, nel tempo vi possono essere variazioni rispetto alle zone ad alto rischio di volta in volta definite in sede di confronto IBF. Si precisa che IBF (International Bargainig Forum) è un tavolo di trattativa internazionale tra la ITF ed il JNG – Joint Negotiating Group, quest’ultimo formato dai più importanti armatori/agenti a livello internazionale. Al primo aprile 2012 sono state definite le seguenti aree: 1) Area a rischio guerra che comprende le acque territoriali della Somalia (entro 12 miglia nautiche), che vanno dal confine con l’Etiopia sino al Capo Guarda Fui. Gli equipaggi delle navi che transitano in questa zona di mare hanno diritto a : o Un bonus pari ad un pro rata della paga base per un minimo di 5 giorni o Raddoppio compenso per morte e inabilità o Diritto di sbarco a spese della compagnia oltre ad un compenso pari a due mensilità di paga base. 2) Area ad alto rischio comprendente il Golfo di Aden** e le acque entro 400 miglia nautiche dalla Costa della Somalia. Ai marittimi compete: o Un bonus pari ad un pro rata della paga base per la durata della permanenza o transito in quelle acque incluso il periodo nel corridoio IRTC. o Raddoppio del compenso per morte e inabilità (compreso il corridoio IRTC o Diritto di sbarco a spese della compagnia oltre ad un compenso pari a due mensilità di paga base escluso quando la nave percorre il corridoio IRTC o Aumento del livello delle procedure BMP ( Best Management Practice) 3) Estensione dell’area ad alto rischio – parte Ovest dell’Oceano Indiano. In questo caso ai marittimi compete: o Un bonus pari ad un pro rata della paga base riconosciuto solo per ial giorno in cui la nave è attaccata. o Raddoppio del compenso per morte e inabilità se l’evento è prodotto durante l’attacco alla nave o Aumento del livello delle procedure BMP ( Best Management Practice) 4) Area ad alto rischio acque territoriali entro le 12 miglia nautiche, porti e vie interne d’acqua di Nigeria e Benin. o o o o Ai marittimi compete: Un bonus pari ad un pro rata della paga base riconosciuto solo per i giorni di permanenza o transito. Raddoppio del compenso per morte e inabilità. Diritto di sbarco a spese della compagnia presentando dovuto preavviso. Aumento dei requisiti di sicurezza. Le suddette aree e le condizioni sono ulteriormente e meglio specificate nel testo allegato. ** nel golfo di Aden esiste un corridoio protetto dalle navi militari (IRTC) che viene percorso dalle navi mercantili sotto scorta di navi militari. Roma 4 aprile 2012 Remo Di Fiore International Maritime Employers’ Committee Ltd. International House Suite 4, First Floor 1 St Katharine’s Way London E1W 1UN Telephone: + 44 20 7702 9138 Facsimile: + 44 20 7488 2371 Email: [email protected] Website: www.imec.org.uk VAT registration No. 858 8778 39 Email: [email protected] 16 March TO: 2012 ALL IMEC MEMBERS IMEC(12)20 Dear IMEC Members, Re: New High Risk Area, West Africa- Nigeria and Benin Members should be aware that following discussion at an IBF High Level Officers’ meeting held in Tokyo and subsequent communication between the parties, it has been agreed to establish a High Risk Area in the territorial waters of Nigeria and Benin, extending to 12 nautical miles from the shore line. The full text of the agreement follows and members should note that it enters effect from 1 April 2012. Members are asked to ensure that the Masters of any vessels visiting Nigeria or Benin are notified of this new designation and the necessary information is supplied to seafarers. If there are any queries, members are asked to contact the undersigned. Giles Heimann Secretary General IBF HIGH RISK AREA IN THE GULF OF GUINEA 16th March 2012 The constituents to the International Bargaining Forum have been increasingly concerned about the deteriorating situation in respect of security of crews employed on IBF vessels in the Gulf of Guinea. Specifically, available reports of attacks leading to forceful seizure of cargo and kidnapping of crew members have been considered at length. The increase in the number of attacks and the violent tactics of hostage taking applied by armed gangs, have been found disturbing, particularly in the waters and ports of Nigeria and Benin. The necessity of an adequate response to the situation has become clear in an effort to bring greater security and guarantees to seafarers serving on IBF ships in the area. In this context, following the IBF High Level Officers meeting in Tokyo on 2nd February 2012 and further process of consultations carried out by the IBF Joint Secretariats, the IBF has agreed the following course of action: In recognition of the hazards facing seafarers in ports, in land waterways and off the coast of Benin and Nigeria, an IBF High Risk Area should be established with the following coordinates: the territorial waters of Benin and Nigeria, including ports, terminals and roads anchorages, the delta of the Niger river, other inland waterways and port facilities, except only when the vessel is attached securely to a berth or SBM facility in a guarded port area. Within this Area the following provisions should apply: All companies operating vessels or installations in the above Area should have sufficient security arrangements to safeguard their personnel, given the nature of the risk, and should provide adequate protection, advice and compensations to the crews. Specifically, the following requirements should be complied with: 1. Upon the vessel’s entry into and, further, throughout the entire stay in the Area as specified above, seafarers must be protected by increased security measures that will provide adequate levels of safety and security on board, such as the Best Management Practice. 2. In the ports of the above listed countries and inland waterways and approaches to these ports, including offshore installations, extra security measures for reducing the vessel’s vulnerability to an unsanctioned approach and boarding should be adopted. Such measures should, inter alia, provide for an enhanced look-out and an emergency alert/action plan securing sufficient safety for the crew and reliable contact with the authorities. The sufficiency of such extra security measures should be determined depending on the vessel’s type, size and freeboard. 3. Prior to approaching a port, detailed local advice about the security situation should be obtained and arrivals and departures timed to coincide with security patrols operated by respective government forces, if available. 4. Shore leave should be prohibited unless exceptional circumstances or emergencies may demand otherwise. 5. Normal crew changes should not be effected in any above listed country unless absolutely essential. 6. Under normal circumstances the company shall notify the seafarer if the vessel on which he/she is due to serve/is serving is planned to call into the Area at least 30 days prior to the entry. On receipt of this notification, the seafarer may request to exercise his/her right of repatriation at Company expense, with benefits accrued until date of return to final destination. If it proves impossible for a Company to notify a seafarer more than 30 days prior to the entry (for example due to schedule changes), the Company shall make all reasonable endeavors to repatriate the seafarer at the earliest opportunity, at Company expense, with benefits accrued until date of return to final destination. 7. The company should pay each seafarer agreeing to proceed into the Area a compensation amounting to 100% of the basic wage for each day of the seafarer’s stay in the Area and a doubled compensation in case of death and/or disability. 8. In the event of an attack regular liaison should be maintained with seafarers' families to advise them of the status of respective crewmembers working in the Area and the security measures being adopted to safeguard and assist them. 9. The parties have accepted that compared to the terms and conditions of the respective IBF Collective Bargaining Agreement this agreement may lead to more favorable treatment for seafarers serving in the Area, but in no case will it undermine any existing contractual entitlements. This designation should take effect from 1st April 2012 and remain in force until the IBF may decide differently. Annex 1 to ITF Circular No 068/S.17/D.20/SS.7/2012 IBF LIST of warlike and high risk designations, with main applicable benefits (as of 1st April 2012): 1) IBF Warlike Operations Area –12 n.m. off Somali North Coast* x bonus equal to basic wage, payable for 5 days minimum + per day if longer; x doubled compensations for death and disability; x right to refuse sailing, with repatriation at company’s cost and compensation equal to 2 month’s basic wage 2) “IBF High Risk Area” – Gulf of Aden + 400 n.m. off Somali East Coast* (shown in red shade on the map below) x bonus equal to basic wage, payable for the actual duration of stay / transit (including in the IRTC corridor); x doubled compensations for death and disability (including in the IRTC corridor) ; x right to refuse sailing, with repatriation at company’s cost (except when the transit is strictly through the IRTC corridor) x increased BMP level 3) “IBF Extended Risk Zone” – West Indian Ocean* (shown in green shade on the map below) x bonus equal to basic wage, payable only on the day the vessel is attacked; x doubled compensations for death and disability if occur on the day the vessel is attacked x increased BMP level 4) “IBF High Risk Area” – Gulf of Guinea: territorial waters (12 n. m.), ports and inland waterways of Nigeria and Benin* x bonus equal to basic wage, payable for the actual duration of stay / transit; x doubled compensations for death and disability; x right to refuse sailing, with repatriation at company’s cost (by submitting respective notice) x increased security requirements _____________________________________________________ * Please see the Attachment for exact coordinates and details. Notes: x x In Areas 2 and 3 above, bonuses and compensations are not payable when the vessel is anchored or berthed in secure ports, except in Somalia. In Area 4 above, secure berthing in guarded port areas is excluded. IRTC Limits of High Risk Area Extended Risk Zone (Green Shade) High Risk Area (Red Shade) Limits of Extended Risk Zone Attachment to the IBF List of warlike and high risk designations The details of the areas included in the List are as follows: DESIGNATION 1. IBF Warlike Operations Area: 12 n.m. off Somali North Coast x This Warlike Operations Area includes the territorial waters extending up to the 12 nautical miles limit from due north of the north-western border of Somalia with Ethiopia to due north of Cape Gardafui. This designation has been in effect from 6th October 2005. 1 DESIGNATION 2. “IBF High Risk Area”: Gulf of Aden + 400 n.m. off Somali East Coast x The Western Border of this High Risk Area runs from the coastline at the border of Djibouti and Somalia to position 11 48 N, 45 E; from 12 00 N, 45 E to Mayyun Island in the Bab El Mandeb Straits. The Eastern Border runs from Rhiy di-Irisal on Suqutra Island to position 14 18 N, 53 E; from 14 30 N, 53 E to the coastline at the border between Yemen and Oman, together with a 400 mile zone off the eastern coast of Somalia, i.e. from Suqutra Island down to the Kenian border in the South. During a vessel’s transit of this Area protection of seafarers through the provision of increased security measures should be adopted. Such measures must be above the latest Best Management Practice (BMP) level and may include the provision of personnel or systems which appropriately reduce the vulnerability of a vessel. The sufficiency of such extra security measures should be determined depending on vessel type, size, freeboard during transit and speed, with consulting and seeking advice of respective ITF union(s) where necessary. The adoption of Best Management Practice is required as a minimum standard of protection. During the period of transit of this High Risk Area seafarers shall be entitled to compensation amounting to 100% of the basic wage and a doubled compensation payable in case of death and disability. This entitlement should apply on each day of the vessel’s stay in the High Risk Area. The above identified entitlements to extra basic pay and extra compensation for injury or death will not apply while vessels are alongside a berth, at anchor in secure anchorages off ports or attached to SBM facilities - with exception of Somali waters and ports. It is understood that vessels will have to transit the high risk area in order to proceed to certain ports and as such the bonuses mentioned in above should cease when a vessel is either all secure alongside, brought up to her anchor or fully coupled to a SBM in any port of the area, excluding Somalia. Likewise when sailing, the applicability of bonuses etc. should commence when the vessel is “all gone”, i.e. the last line is let go from a berth, when the anchor is aweigh or a vessel has de-coupled from a SBM. In the case of vessels that will transit the IBF High Risk Area outside of the east bound and west bound lanes created under the International Recommended Transit Corridor (IRTC), seafarers have the right not to proceed with the passage. In such an event, the seafarer concerned shall be repatriated at the company’s cost with benefits accrued until date of return to the port of engagement. Vessels may deviate from the International Recommended Transit Corridor (IRTC) lanes without affecting the terms and conditions for the seafarers onboard for collision avoidance purposes only, as long as they are returned to the original lanes as soon as it is safe and practicable to do so. 2 In order to assist the military efforts to counter piracy in this region, all vessels that are subject to a confirmed attack should report to international navies present in the area or other relevant authority, to assist in the deployment of naval resources to appropriate areas, where piracy attacks are occurring. This designation is in force from 0001Z on 1st April 2011. 3 DESIGNATION 3. “IBF Extended Risk Zone” – West Indian Ocean The coordinates of this area comprise of and stretch further than the IBF High Risk Area as outlined above. x “The western border of the Extended Risk Zone runs from the coastline at the border of Djibouti and Somalia to position 11 48 N, 45 E; from 12 00 N, 45 E to Mayyun Island in the Bab El Mandeb Straits. The eastern border is set at 78 E, the southern border is set at 10 S and the Northern Border set at 26 N.” During a vessel’s transit of this area protection of seafarers through the provision of increased security measures should be adopted. Such measures must be above the latest Best Management Practice (BMP) level and may include the provision of personnel or systems which appropriately reduce the vulnerability of a vessel. The sufficiency of such extra security measures should be determined depending on vessel type, size, freeboard during transit and speed, with consulting and seeking advice of respective ITF union(s) where necessary. The adoption of Best Management Practice is required as a minimum standard of protection. During the period of transit of the Extended Risk Zone, outside the area which is designated as High Risk Area, each seafarer shall be entitled to a bonus equal to 100% of the basic wage and a doubled compensation in case of injury or death - on any day during which the vessel he serving on is attacked. The proof of these entitlements shall be subject to a confirmed entry into the ship’s log book and a report of attack being lodged with recognised international reporting authorities, such as UK MTO. The maximum period when these entitlements may apply shall not exceed the number of days of the vessel’s transit of the IBF Extended Risk Zone outside the area designated as High Risk Area. For the purpose of this article an attack means any unauthorised and obvious action taken by a third party in a wilful attempt to board or damage the vessel or to harm the crew which leads to the activation of the relevant vessel contingency plans including the alerting of the whole crew. Within all of the IBF Extended Risk Zone, including the High Risk Area, the above identified entitlements to extra basic pay and extra compensation for injury or death will not apply while vessels are alongside a berth, at anchor in secure anchorages off ports or attached to SBM facilities - with exception of Somali waters and ports. It is understood that vessels will have to transit the high risk area in order to proceed to certain ports and as such the bonuses mentioned in above should cease when a vessel is either all secure alongside, brought up to her anchor or fully coupled to a SBM in any port of the Extended Risk Zone, excluding Somalia. Likewise when sailing, the applicability of bonuses etc. should commence when the vessel is “all gone”, i.e. the last line is let go from a berth, when the anchor is aweigh or a vessel has de-coupled from a SBM. 4 In order to assist the military efforts to counter piracy in this region, all vessels that are subject to a confirmed attack should report to international navies present in the area or other relevant authority, to assist in the deployment of naval resources to appropriate areas, where piracy attacks are occurring. This designation is in force from 0001Z on 1st April 2011. 5 DESIGNATION 4. “IBF High Risk Area” – Gulf of Guinea This IBF High Risk Area includes: x the territorial waters of Benin and Nigeria, including ports, terminals and roads anchorages, the delta of the Niger river, other inland waterways and port facilities, except only when the vessel is attached securely to a berth or SBM facility in a guarded port area. Within this Area the following provisions should apply: All companies operating vessels or installations in the above Area should have sufficient security arrangements to safeguard their personnel, given the nature of the risk, and should provide adequate protection, advice and compensations to the crews. Specifically, the following requirements should be complied with: 1. Upon the vessel’s entry into and, further, throughout the entire stay in the Area as specified above, seafarers must be protected by increased security measures that will provide adequate levels of safety and security on board, such as the Best Management Practice. 2. In the ports of the above listed countries and inland waterways and approaches to these ports, including offshore installations, extra security measures for reducing the vessel’s vulnerability to an unsanctioned approach and boarding should be adopted. Such measures should, inter alia, provide for an enhanced look-out and an emergency alert/action plan securing sufficient safety for the crew and reliable contact with the authorities. The sufficiency of such extra security measures should be determined depending on the vessel’s type, size and freeboard. 3. Prior to approaching a port, detailed local advice about the security situation should be obtained and arrivals and departures timed to coincide with security patrols operated by respective government forces, if available. 4. Shore leave should be prohibited unless exceptional circumstances or emergencies may demand otherwise. 5. Normal crew changes should not be effected in any above listed country unless absolutely essential. 6. Under normal circumstances the company shall notify the seafarer if the vessel on which he/she is due to serve/is serving is planned to call into the Area at least 30 days prior to the entry. On receipt of this notification, the seafarer may request to exercise his/her right of repatriation at Company 6 expense, with benefits accrued until date of return to final destination. If it proves impossible for a Company to notify a seafarer more than 30 days prior to the entry (for example due to schedule changes), the Company shall make all reasonable endeavors to repatriate the seafarer at the earliest opportunity, at Company expense, with benefits accrued until date of return to final destination. 7. The company should pay each seafarer agreeing to proceed into the Area a compensation amounting to 100% of the basic wage for each day of the seafarer’s stay in the Area and a doubled compensation in case of death and/or disability. 8. In the event of an attack regular liaison should be maintained with seafarers' families to advise them of the status of respective crewmembers working in the Area and the security measures being adopted to safeguard and assist them. 9. Compared to the terms and conditions of the respective IBF Collective Bargaining Agreement, this agreement may lead to more favourable treatment for seafarers serving in the Area, but in no case will it undermine any existing contractual entitlements. This designation is in force from 1st April 2012. 7