d01 02 - Comune di Caldogno
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COMUNE DI CALDOGNO Provincia di Vicenza Elaborato d01 P.A.T. 02 Relazione Tecnica Adottato con delibera di C.C. n. 24 del 27 aprile 2011 Approvato dalla Conferenza di Servizi in data 26 aprile 2012 Sindaco Montecchio Precalcino Malo Sandrigo rag. Marcello Vezzaro Villaverla Regione Veneto Direzione Urbanistica 103154 103141 Dueville Provincia di Vicenza Isola Vicentina Dipartimento Territorio e Ambiente Settore Urbanistica Caldogno Monticello Conte Otto 103142 103152 103153 Responsabile settore urbanistica geom. Giandomenico Breccia Costabissara Gambugliano Progettisti 125031 125034 Monteviale GRUPPO di PROGETTAZIONE dott. arch. Ilario Faresin dott. arch. Marisa Fantin dott. urb. Francesco Sbetti Vicenza REGIONE VENETO Direzione Urbanistica RTP A.P.M. srl dott. arch. Ilario Faresin Informatizzazione Geomundi srl - dott. Paolo De Martin PROVINCIA di VICENZA Dipartimento Territorio e Ambiente - Settore Urbanistica archistudio dott. arch. Marisa Fantin Indagine geologica dott.ssa geol. Emanuela Tescari COMUNE di CALDOGNO Settore Urbanistica Sistema snc dott. urb. Francesco Sbetti Indagine agronomica dott.ssa for. Roberta Meneghini DATA: aprile 2011 0484.2-P-ur-02-00 Comune di CALDOGNO P.A.T. – Relazione Tecnica RELAZIONE SOCIO-ECONOMICA RELAZIONE AGRONOMICA RELAZIONE GEOLOGICA Comune di CALDOGNO P.A.T. – Relazione Tecnica R ELAZIONE S E OCIO- CONOMICA Studio Sistema s.n.c. - dott. urb. Francesco Sbetti INDICE 1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ........................................................3 1.1 Inquadramento geografico infrastrutturale ....................................................3 1.2 Assetto insediativo .........................................................................................4 1.3. Caldogno e i comuni contermini ...................................................................5 2. STRUTTURA E DINAMICA DEMOGRAFICA ...........................................6 2.1 Evoluzione della popolazione residente ........................................................6 2.2 Composizione per classi d’età .......................................................................7 2.3 Indicatori demografici di sintesi ....................................................................7 2.4 Evoluzione e caratteristiche delle famiglie ....................................................8 2.5 Stranieri immigrati e residenti a Caldogno ....................................................9 2.6 Distribuzione della popolazione nel Comune ..............................................11 3. STRUTTURA E DINAMICA ECONOMICA ..............................................12 3.1 Consistenza delle unità locali e degli addetti ...............................................12 3.2 Le dinamiche recenti ....................................................................................13 3.3 Indice di imprenditorialità ...........................................................................14 3.4 Indice di specializzazione ............................................................................15 3.5 Struttura del sistema agricolo ......................................................................16 4. STRUTTURA E DINAMICA ABITATIVA .................................................18 4.1 Consistenza e modi d’uso del patrimonio abitativo .....................................18 5. PREVISIONI E SCENARI TENDENZIALI ................................................19 5.1 Previsioni demografiche ..............................................................................19 2 1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE 1.1 Inquadramento geografico infrastrutturale Il comune di Caldogno (VI) ricade nell’ambito della pianura immediatamente a nord di Vicenza, in prossimità delle propaggini più orientali dei Monti Lessini. La superficie comunale è costituita da un ambito di forma allungata, diviso, in senso nord-ovest/sud-est, dal Torrente Timonchio. Il territorio comunale si sviluppa su una superficie di 15,87 Km2, del tutto pianeggiante e debolmente digradante verso sud-est, con quote della superficie topografica comprese tra un massimo di circa 68.5 m s.l.m. all'estremità settentrionale e di 38.0 m s.l.m. a quella meridionale. Il Comune di Caldogno, si trova a Nord di Vicenza, alla confluenza delle direttrici di collegamento viario con i grossi centri urbani dell’alto vicentino, quali Schio e Thiene e confina, partendo da Ovest in senso orario, con i comuni di Costabissara, Isola Vicentina, Villaverla, Dueville e Vicenza. Caldogno è situato in una posizione strategica dal punto di vista infrastrutturale, ad est/nord-ovest passa l’autostrada “A31 Valdastico” toccando i comuni di Dueville ( con casello autostradale) e Villaverla; la linea ferroviaria che da Vicenza porta a Schio per un primo tratto segue il tracciato dell’autostrada, con stazioni ferroviarie a Montecchio Precalcino, Dueville e Monticello C.O. Nella parte ovest il territorio comunale è attraversato dalla S.P. n. 349 (via Altura, via Pontaron) che porta a Thiene, proseguimento della S.P. n. 46 che arriva a Schio proveniente da Vicenza. La S.P. n. 349, assieme alla S.P. n. 41 (e a seguire n. 248) e la S.P. n. 50 fungono da collegamento con il casello dell’autostrada A31. Figura 1.1 Inquadramento territoriale (ex) Fonte: elaborazione Sistema su dati Centro Interregionale per la cartografia e le informazioni territoriali. 3 Lo sviluppo abitativo e produttivo è concentrato essenzialmente in due fasce principali ad andamento meridiano: quella tra il Capoluogo e Capovilla, nel settore centro settentrionale, e quella di Rettorgole-Cresole, a sud. Insediamenti più limitati si hanno poi lungo la viabilità principale, in particolare la S.P. n. 349 (ex Strada Statale), al limite occidentale del territorio comunale. Comune della prima cintura dell’area metropolitana di Vicenza fa parte dell’unione dei comuni con Costabissara ed Isola Vicentina per la gestione territoriale. Caldogno appartiene all’area geografica del Bacino Idrografico dei fiumi Brenta e Bacchiglione, bacino di rilievo nazionale, ed è interessato dall’attraversamento del Torrente Timonchio e dal fiume Bacchiglione, nonché dalla presenza di risorgive. 1.2 Assetto insediativo Il nucleo insediativo fin dalle sue origini si è sviluppato lungo gli assi viabilistici, che collegano Caldogno con i centri circostanti. L’insediamento storico si identifica con le frazioni di Caldogno, Capovilla, Cresole e Tomasina - C. da Sesto, come da Atlante dei Centri storici della Regione (L.R. Veneto 80/1980) e come ZTO A perimetrata dal PRG vigente. Lo sviluppo residenziale è avvenuto non solo a consolidamento dei nuclei storici, ma anche lungo la viabilità storica principale di collegamento che collega Caldogno ai centri di Isola Vicentina, Dueville e Villaverla, Vicenza. Rappresentativa per il centro storico di Caldogno, località in cui si è sviluppata maggiormente l’espansione residenziale, è Villa Caldogno. Il centro di Caldogno è uno spazio fortemente caratterizzato dalla presenza della Chiesa di San Giovanni Battista e della Torre Campanaria, dal sistema storico composto da Villa Caldogno e dalla Barchessa. Il territorio è caratterizzato da elementi naturali come la presenza di risorgive e di ambiti ambientali tutelati (SIC e ZPS), e di cave autorizzate per l’estrazione di argilla per laterizi (Cava Scartesini, Faresin e Fontana-Mazzaron) situate prevalentemente a nord del territorio comunale. Dal punto di vista della struttura urbanistica e della caratterizzazione fisica e funzionale degli insediamenti, si possono distinguere tre macro aree: il sistema urbano rurale rappresentato dal territorio agricolo ancora esistente, l’area urbana consolidata rappresentata dal centro abitato di Caldogno con la presenza di aree di rilevanza storico architettonico - come Villa Caldogno - e le urbanizzazioni lineari che si sviluppano lungo un’asse centrale nord-sud identificabile con le frazioni di Rettorgole, Cresole e Capovilla; l’area urbana artigianale-industriale di località Altura, con una composizione funzionale più articolata rispetto ai precedenti ambiti territoriali, per la presenza di funzioni residenziali ed extraresidenziali legate alla produzione, nonché l'ambito artigianale-industriale in località Pomaroli. 4 1.3. Caldogno e i comuni contermini Il comune di Caldogno ha una densità territoriale di 706,1 ab/Kmq e, fatta eccezione per il comune di Vicenza, rappresenta la realtà più densamente abitata rispetto ai comuni contermini; il dato comunale risulta inoltre decisamente al di sopra della densità territoriale media provinciale pari a 318,2 ab/Kmq. La popolazione di Caldogno nel 2009 è di 11.263 abitanti, l'11,3% in più rispetto al 2001. Nel periodo intercensuario i residenti passano da 9.402 a 10.116 (+7,6%), un trend positivo che caratterizza tutti i comuni ad eccezione di Vicenza. Nel 2009 le famiglie residenti a Caldogno sono 4.212, il 18,2% in più rispetto al 2001. Tra il 1991 e il 2001 le famiglie residenti aumentano del 17,4%, un dato più alto rispetto alla variazione media degli altri ambiti comunali considerati (+12,2%) e del valore provinciale (+15,7%). Tra i due censimenti, aumenta il numero delle abitazioni (+19,2%); tale incremento è in linea rispetto ai territori comunali circostanti (+19,4%) e più elevato rispetto alla Provincia (+15,9%). La struttura economica di Caldogno presenta dei segnali di crescita nel decennio di riferimento 1991-2001, sia in termini di unità locali (+35,7%) che di addetti (+14,5%). L’incremento di unità locali è in linea con il dato medio dei comuni contermini (+32,1%), mentre l’aumento medio della Provincia è più contenuto e pari a +23,5%. L’incremento di addetti è superiore al dato medio dei comuni confinanti (+10,6%) e leggermente più basso del valore medio provinciale (+14,8%). Nel comune di Caldogno troviamo una presenza di 9,2 unità locali ogni cento abitanti, un dato inferiore a quello medio dei comuni vicini e della Provincia. Grafico 1.1 – Variazione percentuale della popolazione residente nel Comune di Caldogno e nei comuni contermini (2001-2009) 11,3 Caldogno Costabissara 22,0 16,0 Isola Vicentina 15,6 Villaverla 7,5 Dueville 7,8 Vicenza 9,1 Provincia di Vicenza 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 5 Tabella 1.1 - Confronto delle dinamiche socioeconomiche e abitative tra Caldogno, comuni contermini e Provincia di Vicenza Caldogno Sup. Territoriale kmq. Densità territoriale 2009 (ab/kmq.) Pop.residente 1991 Pop.residente 2001 Pop.residente 2009 variazione % 1991-2001 variazione % 2001-2009 Famiglie 1991 Famiglie 2001 Famiglie 2009 variazione % 1991-2001 variazione % 2001-2009 Dimensione media famiglie 1991 Dimensione media famiglie 2001 Abitazioni 1991 Abitazioni 2001 variazione % 2001-91 Unità locali 1991 Unità locali 2001 variazione % 2001-1991 Addetti 1991 Addetti 2001 variazione % 2001-91 Dimensione media U. L. 2001 U.L per 100 abitanti 2001 Addetti per 100 abitanti 2001 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT Costabissara Isola Vicentina Villaverla Dueville Vicenza Totale Provincia di comuni Vicenza 172,0 2722,8 949,5 318,2 16,0 706,1 13,2 525,3 26,4 352,5 15,7 396,1 20,1 697,5 80,6 1434,2 9.402 10.116 11.263 4.957 5.692 6.945 7.046 8.034 9.319 4.813 5.389 6.230 12.403 13.063 14.041 107.454 107.223 115.550 146.075 149.517 163.348 747.957 794.317 866.398 7,6 11,3 14,8 22,0 14,0 16,0 12,0 15,6 5,3 7,5 -0,2 7,8 2,4 9,3 6,2 9,1 3.037 3.564 4.212 1.574 2.022 2.743 2.192 2.789 3.532 1.545 1.887 2.352 4.035 4.671 5.378 40.788 44.716 52.297 53.171 59.649 70.514 257.019 297.496 345.792 17,4 18,2 28,5 35,7 27,2 26,6 22,1 24,6 15,8 15,1 9,6 17,0 12,2 18,2 15,7 16,2 3,1 2,8 3,1 2,8 3,2 2,9 3,1 2,9 3,1 2,8 2,6 2,4 2,7 2,5 2,9 2,6 3.142 3.745 19,2 1.698 2.149 26,6 2.335 3.015 29,1 1.679 2.067 23,1 4.262 4.851 13,8 43.838 50.174 14,5 53.146 63.457 19,4 304.224 352.620 15,9 684 928 35,7 395 554 40,3 528 605 14,6 352 461 31,0 882 1.098 24,5 9507 12.665 33,2 12.348 16.311 32,1 62.171 76.776 23,5 2.943 3.369 14,5 1.724 1.862 8,0 2.425 3.046 25,6 1.613 2.109 30,8 3.902 4.670 19,7 54.911 59.639 8,6 67.518 74.695 10,6 319.588 366.882 14,8 3,6 9,2 33,3 3,4 9,7 32,7 5,0 7,5 37,9 4,6 8,6 39,1 4,3 8,4 35,7 4,7 11,8 55,6 4,6 10,9 50,0 4,8 9,7 46,2 . 2. STRUTTURA E DINAMICA DEMOGRAFICA 2.1 Evoluzione della popolazione residente Alla fine del 2009 la popolazione di Caldogno è di 11.263 abitanti, circa 1.802 in più rispetto al 1991, quando il comune contava 9.461 residenti. Per l’intero periodo considerato che va dal 1991 al 2009, il trend del comune di Caldogno si mantiene generalmente positivo, con una crescita più accentuata tra il 2001 e il 2009. Rispetto all’ultimo censimento, si registra nel 2009 un incremento della popolazione di circa l’11%, equivalente ad un aumento di 1.139 abitanti. Grafico 2.1 – Andamento della popolazione residente (1991-2009) 11.500 11.000 10.500 10.000 9.500 9.499 9.508 9.606 9.672 9.799 9.820 9.961 9.979 10.069 10.124 10.354 10.497 10.600 10.675 10.775 10.881 11.087 11.263 8.500 9.461 9.000 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno Nel periodo 1991-2009 il saldo naturale della popolazione è sempre positivo, a differenza del saldo sociale che presenta un andamento più altalenante dove compaiono anche dei valori negativi in corrispondenza degli anni 1992, 1993, 1997, 1999 e 2001. I valori positivi del saldo naturale riescono sempre a compensare i saldi sociali negativi e ciò determina durante l’intero periodo un saldo totale positivo. Grafico 2.2 – Dinamiche demografiche (1991-2009) 250 200 150 100 50 0 -50 -100 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Saldo naturale Saldo sociale Saldo totale Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno 2.2 Composizione per classi d’età L’aumento della popolazione nel comune di Caldogno ha comportato un cambiamento nella struttura per età. Negli anni considerati (2001, 2009) si registra una diminuzione della popolazione giovane compresa in particolare nella fascia d’età 20-29. Nel 2009 la classe d’età più numerosa è quella compresa tra i 40 e 49 anni, dove si registra un numero di residenti pari a 1.993. La popolazione ultrasessantenne rappresenta circa il 22% degli abitanti di Caldogno. Tabella 2.1 - Popolazione residente per classi di età (2001, 2009) 2001 2009 variazione 2009-2001 v.a. % v.a. % v.a. % 0-9 1.084 10,7 1.191 10,6 107 9,9 10-19 1.030 10,2 1.151 10,2 121 11,7 20-29 1.431 14,1 1.203 10,7 -228 -15,9 30-39 1.883 18,6 1.775 15,8 -108 -5,7 40-49 1.461 14,4 1.993 17,7 532 36,4 50-59 1.413 14,0 1.434 12,7 21 1,5 60-69 984 9,7 1.302 11,6 318 32,3 70-79 592 5,8 776 6,9 184 31,1 80-89 205 2,0 373 3,3 168 82,0 90 e più 41 0,4 65 0,6 24 58,5 Totale 10.124 100,0 11.263 100,0 1.139 11,3 Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno Classi d'età Grafico 2.3 - Classi di età della popolazione residente al 2009 95 e più 90-94 85-89 80-84 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 5-9 0-4 10 8 6 4 2 0 Maschi 2 4 6 8 10 Femmine Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno 2.3 Indicatori demografici di sintesi Al fine di restituire una rappresentazione sintetica della struttura della popolazione sono stati presi in esame alcuni indicatori demografici: indice di vecchiaia, indice di dipendenza, indice di ricambio. L’indice di vecchiaia della popolazione presenta valori crescenti: nel 2001 troviamo una presenza di circa 80 anziani ogni 100 giovani, mentre nel 2009 si registrano 103 anziani ogni 100 giovani. 7 L’indice di dipendenza strutturale evidenzia che 100 persone attive devono farsi carico mediamente di circa 53 persone non attive, corrispondenti a 24 anziani e 29 giovani. L’indice risulta in crescita, rilevando un progressivo aumento della quota di popolazione non attiva a carico di quella attiva. L’indice di ricambio, in aumento nel periodo 2001-2009, evidenzia che a 100 potenziali ingressi nell’attività lavorativa corrispondono mediamente circa 120 uscite. Tabella 2.2 - Indicatori demografici 2001 2009 80,2 103,4 vecchiaia 45,3 53,6 dipendenza giovanile 27,6 29,3 senile 17,6 24,3 104,6 120,5 ricambio 1) quanti anziani vivono ogni 100 giovani P(65+)/P(0-13) 2) carico della popolazione non attiva su quella attiva [P(0-18)+P(65+)]/P(19-64) 3) possibilità di lavoro che derivano dai posti resi disponibili da coloro che lasciano l’attività lavorativa per il raggiungimento dell’età pensionabile P(60-64)/P(19-23) Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 2.4 Evoluzione e caratteristiche delle famiglie Nel periodo di riferimento 1991-2009 si è verificata una crescita costante del numero di famiglie. Si è passati infatti da 3.037 famiglie nel 1991 a 4.217 famiglie nel 2009. Il numero medio di componenti ha subito nel tempo un costante calo, passando dai 3,1 nel 1991 ai 2,7 nel 2009. Tra i due ultimi Censimenti, si è verificato un incremento delle famiglie unipersonali pari al 57,9%, mentre si osserva una riduzione delle famiglie numerose con 5 o più componenti. Nel periodo si evidenzia anche una differenziazione nella tipologia del nucleo familiare: nel territorio sono sempre più presenti le famiglie formate da coppie senza figli. Tabella 2.3 – Famiglie e numero medio di componenti (1991-2009) Anno Popolazione Famiglie 1991 9.461 3.037 1992 9.499 3.058 1993 9.508 3.097 1994 9.606 3.155 1995 9.672 3.217 1996 9.799 3.299 1997 9.820 3.327 1998 9.961 3.404 1999 9.979 3.452 2000 10.069 3.513 2001 10.124 3.564 2002 10.354 3.672 2003 10.497 3.772 2004 10.600 3.835 2005 10.675 3.903 2006 10.775 3.979 2007 10.881 4.049 2008 11.087 4.142 2009 11.263 4.217 Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno n. medio componenti 3,1 3,1 3,1 3,0 3,0 3,0 3,0 2,9 2,9 2,9 2,8 2,8 2,8 2,8 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 8 Tabella 2.4 - Evoluzione delle famiglie per numero componenti (1991-2001) Componenti 1991 V.a. % Unipersonali 375 12,3 2 699 23,0 3 764 25,2 4 793 26,1 5 310 10,2 6 o più 96 3,2 Totale 3.037 100,0 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 2001 V.a. 592 940 916 833 231 52 3.564 % 16,6 26,4 25,7 23,4 6,5 1,5 100,0 Variazione 1991/2001 V.a. % 217 57,9 241 34,5 152 19,9 40 5,0 -79 -25,5 -44 -45,8 527 17,4 Tabella 2.5 - Evoluzione dei nuclei familiari (1991-2001) Tipologia di nucleo 1991 V.a. % Coppia con figli 1.806 68,3 Coppia senza figli 626 23,7 Padre con figli 53 2,0 Madre con figli 160 6,0 Totale 2.645 100,0 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 2001 Variazione 1991/2001 V.a. % V.a. % 1.864 62,9 58 3,2 815 27,5 189 30,2 50 1,7 -3 -5,7 233 7,9 73 45,6 2.962 100,0 317 12,0 2.5 Stranieri immigrati e residenti a Caldogno Alla fine del 2009 gli stranieri residenti nel comune di Caldogno sono 821, in netta crescita rispetto all’ultimo censimento, dove gli stranieri erano 254. Oltre al numero di stranieri aumenta contemporaneamente la loro presenza in termini percentuali rispetto alla popolazione totale residente: tale valore passa dal 2,5% del 2001 al 7,3% del 2009. Tabella 2.6 - Stranieri residenti (1991-2009) Incidenza % Anno Stranieri Popolazione stranieri/popolazione 1991 74 9.461 0,8 1992 79 9.499 0,8 1993 89 9.508 0,9 1994 83 9.606 0,9 1995 101 9.672 1,0 1996 133 9.799 1,4 1997 142 9.820 1,4 1998 160 9.961 1,6 1999 188 9.979 1,9 2000 215 10.069 2,1 2001 254 10.124 2,5 2002 319 10.354 3,1 2003 412 10.497 3,9 2004 490 10.600 4,6 2005 562 10.675 5,3 2006 602 10.775 5,6 2007 693 10.881 6,4 2008 788 11.087 7,1 2009 821 11.263 7,3 Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno 9 Degli 821 cittadini stranieri residenti al 2009, più della metà si concentra in una fascia d’età che va dai 30 ai 60 anni. La popolazione straniera con meno di 10 anni rappresenta circa il 18% del totale e rivela una quota significativa di giovani coppie straniere con figli. Tabella 2.7 - Stranieri residenti per classi d’età al 31/12/2009 Classi d'età v.a. 0-2 67 3-5 36 6-10 45 11-13 32 14-18 34 19-29 174 30-60 421 60 e più 12 Totale 821 Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno % 8,2 4,4 5,5 3,9 4,1 21,2 51,3 1,5 100,0 Il 19% degli stranieri residenti è di nazionalità rumena; significativa è anche la presenza di bosniaci e marocchini. Grafico 2.4 - Popolazione residente straniera per cittadinanza Romania 19% Altri Paesi 44% Bosnia-Erzegovina 11% Serbia 6% Ghana 9% Marocco 11% Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 10 2.6 Distribuzione della popolazione nel Comune Rispetto alla distribuzione della popolazione nelle diverse zone, si registra che nel 2001 il 92,1% si concentra nei centri di Caldogno-Rettorgole-Cresole, circa il 5% nei nuclei abitati e il 3% nelle case sparse. Dal confronto della distribuzione della popolazione nel periodo intercensuario 1991-2001, si osserva che nei centri di Caldogno-Rettorgole-Cresole la popolazione residente aumenta; ad eccezione della località “Asiago”, in tutti i nuclei si registra un incremento della popolazione, mentre diminuiscono i residenti in case sparse. Tabella 2.8 - Dinamica demografica nelle frazioni (1991-2001) 1991 Località abitate v. a. Caldogno, Rettorgole, Cresole 8.543 Scartezzini 137 Altura I 28 Asiago 27 Cà Bastare 26 Fornaci 141 Pomaroli II 23 Case sparse 567 Totale 9.402 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 2001 % 90,9 1,5 0,3 0,3 0,3 1,5 0,2 6,0 100,0 v. a. 9.319 189 42 25 36 173 25 307 10.116 % 92,1 1,9 0,4 0,2 0,4 1,7 0,2 3,0 100,0 Variazione 20011991 v. a. % 776 9,1 52 38,0 14 50,0 -2 -7,4 10 38,5 32 22,7 2 8,7 -260 -45,9 714 7,6 Figura 2.1 – Distribuzione della popolazione (sezioni ISTAT 2001) Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 11 3. STRUTTURA E DINAMICA ECONOMICA 3.1 Consistenza delle unità locali e degli addetti Nel 2001 sul totale delle 928 unità locali registrate dal censimento, circa la metà sono distribuite tra due settori: attività commerciali (26,5%) e attività manifatturiere (23,4%), settori emergenti già nel 1991. Gli altri settori rilevanti sono l’attività immobiliare (15,7%) e il settore delle costruzioni (12,1%). Rispetto al 1991 le unità locali che hanno avuto un maggior aumento sono i settori dell’intermediazione finanziaria (150%), l’attività immobiliare (147,5%), seguito dal settore della sanità ed altri servizi sociali (100%). Rispetto al numero di addetti, il settore più importante è quello della manifattura con 1.691 occupati nel 2001. In linea generale si può affermare ch il comune di Caldogno presenta nel periodo 1991-2001 un trend positivo sia in termini di unità locali (eccetto per il settore dell’agricoltura, caccia e silvicoltura) che di addetti. Le unità locali in questo decennio passano da 684 a 928, mentre il numero di addetti da 2.943 a 3.369. Tabella 3.1 – Unità locali per sezione economica (1991, 2001) Sezione economica A Agricoltura, caccia e silvicoltura B Pesca, piscicoltura e servizi connessi D Attivita' manifatturiere F Costruzioni G Commercio ingrosso e dett.; rip. di auto, moto. H Alberghi e ristoranti I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni J Intermediazione monetaria e finanziaria K Attivita' immob., noleggio, infor., ricerca, profess. L Pubblica amministr.. e difesa; assic. sociale obbl. M Istruzione N Sanita' e altri servizi sociali O Altri servizi pubblici, sociali e personali Totale Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 1991 v.a. % 9 1,3 2 0,3 201 29,4 79 11,5 197 28,8 25 3,7 32 4,7 8 1,2 59 8,6 2 0,3 9 1,3 15 2,2 46 6,7 684 100,0 2001 Var. 2001-1991 v.a. % v.a. % 2 0,2 -7 -77,8 2 0,2 0 0,0 217 23,4 16 8,0 112 12,1 33 41,8 246 26,5 49 24,9 37 4,0 12 48,0 33 3,6 1 3,1 20 2,2 12 150,0 146 15,7 87 147,5 2 0,2 0 0,0 10 1,1 1 11,1 30 3,2 15 100,0 71 7,7 25 54,3 928 100,0 244 35,7 Tabella 3.2 – Addetti per sezione economica (1991, 2001) 1991 2001 Var. 2001-1991 v.a. % v.a. % v.a. % A Agricoltura, caccia e silvicoltura 23 0,8 6 0,2 -17 -73,9 B Pesca, piscicoltura e servizi connessi 5 0,2 2 0,1 -3 -60,0 D Attivita' manifatturiere 1.702 57,8 1.691 50,2 -11 -0,6 F Costruzioni 234 8,0 288 8,5 54 23,1 G Commercio ingrosso e dett.; rip. di auto, moto. 392 13,3 456 13,5 64 16,3 H Alberghi e ristoranti 73 2,5 157 4,7 84 115,1 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 66 2,2 75 2,2 9 13,6 J Intermediazione monetaria e finanziaria 21 0,7 46 1,4 25 119,0 K Attivita' immob., noleggio, infor., ricerca, prof.. 106 3,6 225 6,7 119 112,3 L Pubblica amministr.. e difesa; assic. sociale obbl. 33 1,1 37 1,1 4 12,1 M Istruzione 154 5,2 150 4,5 -4 -2,6 N Sanita' e altri servizi sociali 37 1,3 116 3,4 79 213,5 O Altri servizi pubblici, sociali e personali 97 3,3 120 3,6 23 23,7 Totale 2.943 100,0 3.369 100,0 426 14,5 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT Sezione economica 12 Tabella 3.3 – Numero medio di addetti per sezione economica (1991, 2001) Sezione economica A Agricoltura, caccia e silvicoltura B Pesca,piscicoltura e servizi connessi D Attivita' manifatturiere F Costruzioni G Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa H Alberghi e ristoranti I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. J Intermediaz.monetaria e finanziaria K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca L Pubblica amm. e difesa; assic. sociale obbl. M Istruzione N Sanita' e altri servizi sociali O Altri servizi pubblici,sociali e personali Totale Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 1991 2,6 2,5 8,5 3,0 2,0 2,9 2,1 2,6 1,8 16,5 17,1 2,5 2,1 4,3 2001 3,0 1,0 7,8 2,6 1,9 4,2 2,3 2,3 1,5 18,5 15,0 3,9 1,7 3,6 3.2 Le dinamiche recenti In base ai dati di fine 2009 della Camera di Commercio di Vicenza, nel comune di Caldogno risultano insediate 1.025 aziende. Di queste il 26,0% svolgono attività nel settore del commercio, il 19,1% operano nel manifatturiero e il 17,8% appartengono al settore delle costruzioni. Tabella 3.4 - Unità locali per settore di attività economica a dicembre 2009 Sezione economica A Agricoltura, silvicoltura pesca C Attività manifatturiere E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... F Costruzioni G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... H Trasporto e magazzinaggio I Attività dei servizi alloggio e ristorazione J Servizi di informazione e comunicazione K Attività finanziarie e assicurative L Attivita' immobiliari M Attività professionali, scientifiche e tecniche N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle im... P Istruzione Q Sanita' e assistenza sociale R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... S Altre attività di servizi X Imprese non classificate TOTALE Fonte: Stock View di Infocamere v.a. 99 196 4 182 267 24 49 16 23 58 29 13 2 8 3 41 11 1.025 % 9,7 19,1 0,4 17,8 26,0 2,3 4,8 1,6 2,2 5,7 2,8 1,3 0,2 0,8 0,3 4,0 1,1 100,0 Nell’ambito delle attività manifatturiere, i settori che concentrano la quota maggiore di unità locali sono: - fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari, ecc.), 25,0%; - altre industrie manifatturiere, 21,4%. 13 Tabella 3.5 – Unità locali per sottosezione economica: attività manifatturiere (2009) Sottosezione economica C 10 Industrie alimentari C 11 Industria delle bevande C 12 Industria del tabacco C 13 Industrie tessili C 14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di ar... C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili C 16 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (es... C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati C 19 Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinaz... C 20 Fabbricazione di prodotti chimici C 21 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di prepa... C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di miner.. C 24 Metallurgia C 25 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari ... C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ott... C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchi... C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto C 31 Fabbricazione di mobili C 32 Altre industrie manifatturiere C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed... Totale Fonte:Stock View di Infocamere v.a. 6 0 0 4 16 11 9 1 8 0 2 0 6 6 0 49 2 12 11 0 3 4 42 4 196 % 3,1 0,0 0,0 2,0 8,2 5,6 4,6 0,5 4,1 0,0 1,0 0,0 3,1 3,1 0,0 25,0 1,0 6,1 5,6 0,0 1,5 2,0 21,4 2,0 100,0 3.3 Indice di imprenditorialità L’indice di imprenditorialità costituisce un indicatore della consistenza delle unità locali ogni mille abitanti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più elevata è la densità imprenditoriale in una determinata area. Per il comune di Caldogno si registra un indice di imprenditorialità complessivo in crescita nel periodo 1991-2001: si passa, infatti, da un valore di 72,8 ad uno di 91,7. Il confronto con i dati relativi alla provincia di Vicenza evidenzia che l’indice di imprenditorialità complessivo a Caldogno è inferiore sia nel 1991 che nel 2001. 14 Tabella 3.6 – Indice di imprenditorialità (1991, 2001) Sezione economica A Agricoltura, caccia e silvicoltura B Pesca,piscicoltura e servizi connessi C Estrazione di minerali D Attivita' manifatturiere E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua F Costruzioni G Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa H Alberghi e ristoranti I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. J Intermediaz.monetaria e finanziaria K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca L Pubblica amm. e difesa; assic. sociale obbl. M Istruzione N Sanita' e altri servizi sociali O Altri servizi pubblici,sociali e personali Totale Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT Comune di Caldogno Provincia di Vicenza 1991 2001 1991 2001 1,0 0,2 0,4 0,5 0,2 0,2 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2 0,2 21,4 21,5 20,0 19,6 0,0 0,0 0,1 0,1 8,4 11,1 9,7 11,4 21,0 24,3 24,0 23,4 2,7 3,7 4,4 4,5 3,4 3,3 3,7 3,8 0,9 2,0 1,5 2,3 6,3 14,4 8,5 17,8 0,2 0,2 0,5 0,4 1,0 1,0 1,4 1,3 1,6 3,0 2,6 3,5 4,9 7,0 6,0 8,1 72,8 91,7 83,1 96,7 3.4 Indice di specializzazione L’indice di specializzazione consente di determinare se un dato territorio è più (i.s. > 1) o meno (i.s. < 1) specializzato rispetto all’area di riferimento (nel caso in esame l’intera Provincia di Vicenza) in un determinato settore. Si ottiene confrontando gli addetti di ciascun settore con gli addetti totali sia nell’area di analisi che nell’area di riferimento. I settori dove il comune di Caldogno risulta più specializzato, esclusi i settori dell’agricoltura e della pesca, riguardano le attività manifatturiere, le costruzioni, il comparto alberghi e ristoranti e altri servizi pubblici, sociali e personali. Tabella 3.7 – Indice di specializzazione* (1991, 2001) Sezione economica 1991 2001 A Agricoltura, caccia e silvicoltura 3,4 0,6 B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 10,2 8,1 C Estrazione di minerali 0,0 0,0 D Attivita' manifatturiere 1,2 1,1 E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 F Costruzioni 1,2 1,3 G Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 0,9 1,0 H Alberghi e ristoranti 0,9 1,6 I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 0,7 0,6 J Intermediaz.monetaria e finanziaria 0,3 0,6 K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 0,7 0,7 L Pubblica amm. e difesa; assic. sociale obbl. 0,6 0,6 M Istruzione 1,0 0,9 N Sanita' e altri servizi sociali 0,3 0,6 O Altri servizi pubblici,sociali e personali 1,4 1,4 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT * in formula i.s. = (Ad Com /Ad Tot Com)/(Ad Pr /Ad Tot Pr), con Ad Com addetti del Comune per sezione economica, Ad Tot Com totale addetti del comune, Ad Pr addetti della provincia, Ad Tot Pr addetti totali della provincia 15 3.5 Struttura del sistema agricolo Nel 2000 le aziende agricole censite sono 325 con una superficie totale pari a circa 1.140,7 ettari. Comparando i dati del 2000 con quelli del 1990, si rileva un ridimensionamento del numero di aziende agricole. e della superficie agricola utilizzata ad eccezione delle aziende con superficie dai 10 ai 20 ha, dai 50 ai 100 ha e oltre 100 ha. Mettendo a confronto le aziende per classi di superficie agricola, le più numerose risultano quelle di piccola dimensione (fino a 1 ettaro), le quali mantengono per tutto il periodo considerato un numero discreto di aziende. Nel 2000 (come pure nel 1990), risulta che la quasi totalità delle aziende agricole sono a conduzione diretta del coltivatore (68,6%); quasi la metà impiegano salariati e/o compartecipanti (31,1%). Analizzando la ripartizione della superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni, è possibile notare che, nel 2000, il 93,1% della superficie agricola utilizzata complessiva è investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole: di questa il 66,2% è adibita a seminativi e l’1,3% a coltivazioni permanenti; la presenza di superficie a boschi è poco rilevante (2,2%). Rispetto al 1990 i dati relativi ai seminativi risultano pressoché invariati mentre si registra un’elevata diminuzione delle superfici boscate, da 106,3 ha a 27,3 ha. Tabella 3.8 – Aziende e relativa superficie agricola utilizzata (in ha) per classe di superficie agricola utilizzata (1990, 2000) Classi di superficie agricola utilizzata (SAU) 1990 Aziende % 2000 Superficie Senza superficie 0 0,0 Fino a 1 ettaro 179 45,4 da 1 a 2 ettari 80 20,3 da 2 a 5 ettari 82 20,8 da 5 a 10 ettari 34 8,6 da 10 a 20 ettari 14 3,6 da 20 a 50 ettari 5 1,3 da 50 a 100 ettari 0 0,0 oltre 100 ettari 0 0,0 Totale 394 100,0 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT % 0,0 0,0 75,1 7,6 113,5 11,5 255,7 26,0 226,0 23,0 206,2 20,9 107,9 11,0 0,0 0,0 0,0 0,0 984,3 100,0 Aziende % 3 0,9 128 39,4 69 21,2 70 21,5 30 9,2 19 5,8 4 1,2 1 0,3 1 0,3 325 100,0 Superficie % 0,0 0,0 59,5 5,2 105,9 9,3 221,4 19,4 194,4 17,0 260,3 22,8 87,4 7,7 76,2 6,7 135,6 11,9 1.140,7 100,0 Tabella 3.9 – Ripartizione della superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni (ettari), (1990, 2000) 1990 ha % Seminativi 802,1 61,6 Prati permanenti e pascoli 259,2 19,9 Coltivazioni permanenti* 23,7 1,8 Superficie agricola utilizzata 1.085,0 83,3 Superficie a boschi 106,3 8,2 Altra superficie 110,9 8,5 Totale 1.302,2 100,0 Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT Utilizzazione dei terreni 2000 ha % 810,8 66,2 313,8 25,6 16,2 1,3 1.140,7 93,1 27,3 2,2 57,2 4,7 1.225,1 100,0 Var 2000-1990 v.a. % 8,7 1,1 54,5 21,0 -7,5 -31,7 55,7 5,1 -79,1 -74,4 -53,7 -48,5 -77,1 -5,9 16 Tra i seminativi sono prevalentemente coltivati i cereali (55,4%), mentre tra le coltivazioni legnose, la vite rappresenta lo 0,9% della SAU. Una porzione rilevante di SAU (27,5%) è rappresentata da prati permanenti. Figura 3.1 – Ripartizione della superficie agricola utilizzata (SAU) tra le diverse colture 27,5 PRATI PERMANENTI 0,6 Colture ORTI FAMILIARI ALTRE COLTIVAZIONI LEGNOSE 0,0 VIVAI 0,1 FRUTTIFERI 0,4 VITE 0,9 TERRENI A RIPOSO 0,7 12,2 FORAGGERE AVVICENDATE PIANTINE 0,1 FIORI E PIANTE ORNAMENTALI 0,0 ORTIVE 0,4 1,8 PIANTE INDUSTRIALI BARBABIETOLA DA ZUCCHERO 0,0 55,4 CEREALI 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 % SAU Fonte: elaborazione Sistema su dati Regione Veneto – Direzione sezione statistica Per quanto concerne le attività zootecniche, nel corso degli ultimi dieci anni, il numero totale delle aziende agricole con allevamenti, pari a 136 nel 2000, è diminuito dello 0,28%. La maggior parte delle aziende è costituita da allevamenti avicoli, (107 aziende), con un numero totale di capi pari a 1.921. 17 4. STRUTTURA E DINAMICA ABITATIVA 4.1 Consistenza e modi d’uso del patrimonio abitativo Le abitazioni al censimento 2001 ammontano a 3.745 unità. Di queste 3.553 (94,9%) sono occupate da residenti e 33 da non residenti. Le abitazioni non occupate sono pari al 4,2% del totale delle abitazioni di Caldogno, corrispondenti a 159 unità. Tra i due censimenti le abitazioni sono cresciute di 570 unità pari al 36,8%; questo incremento è il risultato di una crescita delle abitazioni occupate (18,1%) e di quelle non occupate (18,7%). Al 2001, la maggior parte delle abitazioni occupate risultano di proprietà (77,4%); rispecchia infatti la diminuzione delle abitazioni in affitto o subaffitto. Tabella 4.1 – Abitazioni nel Comune di Caldogno (1991, 2001) Abitazioni Abitazioni occupate da persone residenti Abitazioni occupate da persone non residenti Abitazioni non occupate TOTALE Fonte: elaborazione Sistema su dati ISTAT 1991 2001 var 2001-1991 v.a % v.a. % v.a. % 3.008 95,7 3.553 94,9 545 18,1 33 0,9 134 4,3 159 4,2 25 18,7 3.142 100,0 3.745 100,0 570 36,8 Tabella 4.2 – Abitazioni occupate per titolo di godimento (1991, 2001) Titolo di godimento Proprietà, usufrutto o riscatto Affitto o subaffitto Altro titolo Totale abitazioni Fonte: Elaborazione Sistema su dati ISTAT 1991 v.a. 2.253 533 222 3.008 % 74,9 17,7 7,4 100,0 2001 v.a. 2751 508 294 3.553 % 77,4 14,3 8,3 100,0 18 5. PREVISIONI E SCENARI TENDENZIALI 5.1 Previsioni demografiche Per il futuro di Caldogno le tendenze demografiche degli ultimi anni evidenziano una continua e progressiva crescita. Le stime condotte per ottenere previsioni di popolazione sono state effettuate utilizzando il cosiddetto metodo analitico o per componenti. Si analizzano e si prevedono singolarmente le dinamiche dei fenomeni che condizionano la popolazione futura, che dipende non solo dalla sua situazione attuale, ma anche da natalità, mortalità, immigrazione ed emigrazione. Il metodo, procedendo per coorti1, proietta la popolazione odierna nel futuro applicando i tassi specifici di mortalità. Intuitivamente, un ventenne l’anno prossimo avrà ventuno anni con una probabilità di non morire pari al tasso di sopravvivenza sx. Si può perciò procedere calcolando: 1Px+1=0Px* sx. La popolazione al tempo uno in età x +1 è pari alla popolazione al tempo zero in età x per il tasso di sopravvivenza. Quest’ultimo si ricava dalle tavole di mortalità pubblicate dall’Istat a livello provinciale. Per il futuro si ritiene che i tassi di sopravvivenza non varieranno consistentemente, così come è stato per tutto il secolo scorso ed è perciò ipotizzabile che rimangano stabili. Per quanto concerne la dinamica della fecondità il discorso è differente, in quanto da un punto di vista teorico bisognerebbe prevedere longitudinalmente i tassi specifici di fecondità, ma nella pratica è possibile farlo solo per strutture territoriali di una certa grandezza non per i piccoli comuni. Per i comuni, la metodologia più opportuna è quella di calcolarsi il tasso grezzo di fecondità per l’ultimo anno disponibile, nati sulla popolazione femminile in età fertile (N/Pf[1549]), e riaggiornare tale tasso annualmente in base alla popolazione femminile prevista. Il totale dei nati sarà poi scomposto per genere in base al coefficiente di mascolinità alla nascita (pari a 105 maschi su 100 femmine). L’ultimo fenomeno da prendere in considerazione sono le migrazioni, data la loro imprevedibilità è indispensabile formulare delle diverse ipotesi. Le ipotesi elaborate sono le seguenti: Ipotesi di base: la popolazione immigrata e quella emigrata vengono proiettate linearmente tenendo conto del loro trend negli ultimi 20 anni, analizzando le dinamiche anche per tipo di immigrazione (dall’estero o da altro comune) e di emigrazione (per l’estero o per altro comune). Ipotesi 1: il saldo sociale tende dal 2014 a stabilizzarsi nell’arco di una quindicina d’anni; tende, cioè, a essere pari a 0 nel 2029. Ipotesi2: la popolazione emigrata, verso altro comune, dal 2014 tende a dimezzarsi nell’arco di quindici anni; tende, cioè, ad essere pari alla metà nel 2029, il saldo sociale determinato dai flussi migratori da e verso l’estero tende dal 2014 a stabilizzarsi nell’arco di una quindicina d’anni; tende, cioè, a essere pari a 0 nel 2029. La popolazione migrante viene aggiunta ex post, sommandola a quella derivata dal metodo per componenti. 1 Coorte: gruppi di persone accomunate dall’aver sperimentato l’evento d’analisi nella medesima unità di tempo. Un tipico esempio di coorte è la generazione 19 A seconda delle ipotesi prese in considerazione, tale stima potrebbe variare tra 12.877 (ipotesi 1) e 13.527 (ipotesi 2). Al 31 gennaio 2020 si assume come popolazione residente nel Comune di Caldogno un valore pari a 13.223 persone. Le famiglie molto probabilmente si aggireranno intorno alle 5.749 unità, ipotizzando che la dimensione media (2,7 componenti per famiglia) nei prossimi anni tenderà al valore di Vicenza e cintura, pari a 2,3 componenti per famiglia. Tabella 5.1 Previsione della popolazione residente per anno, al 31 dicembre Anno 2009 Ipotesi Reale Popolazione 11.263 12.062 Base 12.063 2014 Uno 12.123 Due 13.223 Base 12.877 2020 Uno 13.527 Due Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno Famiglie 4.217 4.516 4.517 4.539 4.951 4.821 5.065 La combinazione delle ipotesi demografiche incrociate con le tendenze economiche consentono di definire uno scenario di sviluppo della popolazione pari a circa 1.960 nuovi abitanti nel 2020. La struttura per età della popolazione subirà una leggera variazione nei prossimi anni: probabile, in particolare, un aumento di ragazzi e ragazze tra i 19 e i 24 anni. Nel 2020 si prevede inoltre una presenza più consistente di ultrasessantacinquenni rispetto al 2009. Tabella 5.2 Previsione della popolazione per anno e classe d’età al 2020 Variazione 2020-2009 v.a. 0-3 475 529 54 4-5 235 282 47 6-10 589 731 142 11-13 377 445 68 14-18 553 667 114 19-24 662 848 186 25-64 6.520 7.380 860 65 e più 1.852 2.342 490 Totale 11.263 13.223 1960 Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno Età 2009 2020 % 11,4 20,1 24,0 18,0 20,6 28,1 13,2 26,4 17,4 20 Grafico 5.1 – Piramide per età della popolazione residente nel Comune di Caldogno al 2009 e prevista al 2020 95 e più 90-94 85-89 80-84 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 5-9 0-4 11 6 1 2009 4 9 2020 Fonte: elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Caldogno Le analisi demografiche e le previsioni tendenziali forniscono le indicazioni per determinare l’obiettivo del dimensionamento abitativo del piano. Le risposte ai fabbisogni vengono individuate in modo di predisporre una nuova offerta residenziale variegata che faccia fronte a diversi livelli della domanda non ultima quella di qualità; nuova offerta che non significa sempre nuove aree di espansione, quanto piuttosto di ristrutturazione urbanistica di aree oggi dimesse o degradate o in altri casi bisognose di ricuciture del tessuto edilizio e di quello paesaggistico. 21 Comune di CALDOGNO P.A.T. – Relazione Tecnica R ELAZIONE A GRONOMICA dott.ssa for. Roberta Meneghini INDICE 1. PREMESSE 2 2. CENNI DI NORMATIVA IN MATERIA URBANISTICA 6 3. OBIETTIVI E AZIONI DEL PAT E DELLA VAS 7 4. INQUADRAMENTO GENERALE DELL’AREA 8 4.1. CLIMA 10 4.2. FLORA E VEGETAZIONE 17 4.3. ECOSISTEMI E PAESAGGIO 17 4.4. FAUNA E HABITAT FAUNISTICI 23 4.4.1. SPECIE PRESENTI 23 4.4.2. SIC – BOSCO DI DUEVILLE E RISORGIVE LIMITROFE CODICE RETE NATURA 2000: IT3220040 30 5. DESCRIZIONE DELLE TAVOLE 41 6. INDICAZIONI PROGETTUALI 58 7. CONCLUSIONI 60 8. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA 62 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 1. PREMESSE Su incarico e per conto dell’Amministrazione Comunale di Caldogno è stato eseguito il presente studio agronomico ed ambientale, ponendo attenzione alle caratteristiche della zona rurale, ivi compresa la componente economica rappresentata dalle aziende agricole, a corredo del Piano di Assetto del Territorio. Fig. 1 Fig.1 – Corografia generale: estratto da IGM alla scala 1:25.000. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 2 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA La L.R. 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio” suddivide il Piano Regolatore Comunale (PRC) nel Piano di Assetto del Territorio (PAT) e nel Piano degli Interventi (PI), attribuendo al primo strumento la funzione strategica di individuazione delle invarianti strutturali di un territorio ed al secondo strumento una funzione più operativa. Tale legge introduce importanti novità nella progettazione del governo del territorio finalizzata alla promozione di uno sviluppo sostenibile nel rispetto delle risorse naturali, dell’uso del suolo e delle particolarità paesaggistiche (comma 1 art. 2 L.R. 11/04). Mentre l’art. 2 enuncia le finalità della legge e, fra le altre, le seguenti: - la promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole (…) nel rispetto delle risorse naturali; - la tutela del paesaggio rurale, montano e delle aree di importanza naturalistica; - l’utilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente. La sintesi pre-progettuale e la realizzazione degli elaborati grafici che prendono in esame l’aspetto ambientale del P.A.T., sono il sunto delle trasformazioni del tessuto socio-economico e di quello urbano. Esso spesso si muove di pari passo con il quadro legislativo, non solo quello strettamente urbanistico quanto invece quello che, interessando molti elementi del territorio aperto o urbanizzato, finisce con l’interessare più o meno direttamente la procedura di formazione del Piano di Assetto Territoriale, i suoi contenuti, la sua gestione. Nello studio agro-ambientale correlato al P.A.T. questi aspetti si concretizzano nella stesura del quadro conoscitivo (il sistema integrato delle informazioni e dei dati necessari alla comprensione delle tematiche svolte dagli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica) e nella redazione di Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 3 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA cartografie tematiche nelle quali vengono evidenziati i principali elementi agronomici, ambientali e paesaggistici di interesse. Il quadro conoscitivo rappresenta un catalogo di informazioni suddivise in ambiti tematici denominati Matrici, suddivise a loro volta in livelli sempre più specifici: i Temi, i Sottotemi e le Classi, comprensive di Banche Dati associate. Il presente studio, in particolare, prende in considerazione la Matrice 05 Suolo e Sottosuolo con i relativi Temi: Tema 0506 – Uso del suolo, Sottotema: Copertura del suolo agricolo; Tema 0510 – Classificazione agronomica dei suoli, Sottotema: caratteristiche chimico-fisiche-idrauliche-morfologiche; Matrice 06 Biodiversità Tema 0601 – Sistemi ecorelazionali, Sottotema: sistemi eco relazionali Matrice 07 Paesaggio Tema 0701 Componenti storiche del paesaggio rurale Tema 0702 Componenti di relazione del paesaggio rurale con il settore produttivo, Carta degli elementi qualificanti/detrattori il paesaggio Tema 0704 Componenti del paesaggio Matrice 10 Economia e Società Tema 1016 Agricoltura: Superficie Agricola Utilizzata e Carta degli Elementi produttivi strutturali Gli elementi contenuti nel quadro conoscitivo portano alla redazione di elaborati cartografici di sintesi quali la Carta dei Vincoli, la Carta delle Invarianti, la Carta delle Fragilità e la Carta delle Trasformabilità. Il presente (Superficie Agricola studio ha Utilizzata) permesso e SAT infatti la (Superficie determinazione Agricola della SAU Trasformabile) e l’individuazione delle invarianti di natura ambientale e paesaggistica Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 4 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA L’indagine ha previsto una prima fase di rilevamento di campagna, supportata dallo studio interpretativo delle foto aeree, ed una seconda fase di raccolta della documentazione di carattere agronomico derivante dagli studi fatti per la redazione dei PRGC relativa al territorio studiato; tutte le informazioni acquisite ed elaborate nella fase di formazione del Piano sono state integrate con i dati in possesso del Comune stesso. Nella stesura della presente relazione e dei relativi elaborati cartografici sono stati analizzati e valutati i contenuti ed i vincoli dei seguenti Piani sovracomunali: P.T.C.P e P.T.C.R.. Dato il carattere essenzialmente applicativo dell’indagine, finalizzato alla stesura di elaborati cartografici di supporto al Piano, è stata posta particolare attenzione all’esame delle condizioni di criticità (naturalità) del territorio. Si è quindi cercato di evidenziare gli elementi che allo stato attuale, o in previsione della loro evoluzione futura, possono costituire elementi di “pericolosità” per gli insediamenti e le infrastrutture, ovvero il “rischio”. Tra gli elaborati redatti a corredo del quadro conoscitivo sono compresi la Carta dell’uso del Suolo (c0506), la Carta dei sistemi eco relazionali (c0601) e la Carta della Superficie Agricola utilizzata (c1016), Carta del paesaggio (c0702), Carta degli elementi produttivi strutturali (c1016). Si tiene a precisare inoltre che, data l’ampia scala di redazione della cartografia 1:10.000, i limiti tra campiture differenti non sono tassativi ma possono costituire una fascia di transizione, che potrà essere maggiormente dettagliata in sede di P.I.. La descrizione e l’identificazione di ciascun dato acquisito sono state organizzate in metadati, documenti di identificazione di un gruppo di dati riferiti ai livelli informativi, utilizzando la maschera di compilazione standard fornita dalla Regione Veneto. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 5 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 2. CENNI DI NORMATIVA IN MATERIA URBANISTICA Da qualche anno la Regione Veneto si è dotata di una nuova normativa con la L.R. n°11 del 23 aprile 2004 “Norme per il governo del territorio”. Il Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) che rappresenta la disposizione strutturale del Piano Regolatore Generale, delinea le scelte strategiche di assetto e sviluppo del territorio comunale individuando tra l’altro “invarianti” di natura paesaggistica, ambientale, geologica, geomorfologica, idrogeologica e quant’ altro in materia. Nella redazione del presente lavoro, sono state tenute in considerazione anche le indicazioni legate al parere della seconda Commissione Consiliare del 12 ottobre 2009 prot. n. 12848 riguardante le “Specifiche tecniche per la formazione e l'aggiornamento delle banche dati nonché per la redazione degli strumenti urbanistici generali su carta tecnica regionale e per l'aggiornamento della relativa base cartografica da parte dei comuni” e i “contenuti essenziali del quadro conoscitivo, della relazione illustrativa, delle Norme Tecniche del Piano di Assetto del Territorio e del Piano degli Interventi”, pubblicato nel B.U.R il gennaio 2010. Anche nei contenuti degli strumenti di pianificazione sia a livello inferiore (Piani Urbanistici Attuativi) sia quelli a livello superiore (Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale e Regionale) sono individuate specifiche verifiche di compatibilità geologica, geomorfologica ed idrogeologica. Secondo la normativa regionale in questione il P.A.T. deve comprendere un “quadro conoscitivo” a sua volta formato da una Relazione Tecnica che espone gli esiti delle analisi e delle verifiche territoriali, dalle Norme Tecniche che definiscono le direttive, le prescrizioni ed i vincoli, da una serie di elaborati cartografici e da una banca dati contenente tutte le informazioni del quadro conoscitivo. Senza entrare in ulteriori dettagli della legge ma facendo in riferimento agli Atti di Indirizzo di cui all’art. 50 della stessa normativa, così come confermato dal parere della Commissione Consiliare 10/2009, si evidenzia che la serie cartografica sopra citata, realizzata alla scala 1:10.000, deve essere costituita da una Carta dei Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 6 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Vincoli e della Pianificazione Territoriale, da una Carta delle Invarianti, da una Carta delle Fragilità e da una Carta delle Trasformabilità. La nuova legge garantisce in ogni modo la possibilità che i contenuti del quadro conoscitivo possano essere restituiti graficamente nelle tavole di analisi (Carta dell’uso del Suolo, Carta dei sistemi eco relazionali, Carta della Superficie Agricola utilizzata, Carta del paesaggio, Carta degli elementi produttivi strutturali) attraverso il loro inserimento nella banca dati. 3. OBIETTIVI e AZIONI DEL PAT E DELLA VAS Come si legge nel Documento Preliminare e che viene riportato di seguito “Gli obiettivi generali che l’Amministrazione di Caldogno si prefigge, e che ritiene di poter realizzare, sono molteplici: la tutela e valorizzazione del paesaggio agrario e di interesse storico, nonché la salvaguardia del centro storico; la tutela delle risorse naturalistiche e ambientali e la difesa del suolo; la riqualificazione dei tessuti insediativi meno recenti; lo sviluppo e il completamento dei nuclei residenziali; le opportunità di sviluppo delle attività produttive; lo sviluppo del settore turistico-ricettivo; il riordino e lo sviluppo dei servizi; il miglioramento del sistema infrastrutturale. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 7 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 4. INQUADRAMENTO GENERALE DELL’AREA Il Comune di Caldogno si sviluppa su una superficie di 15.87 kmq, con andamento pianeggiante e debolmente digradante verso sud-est, con quote della superficie topografica comprese tra un massimo di circa 68.5 m s.l.m. all'estremità settentrionale e di 38.0 m s.l.m. a quella meridionale. Il territorio comunale, di forma allungata con lunghezza di circa 7.400 metri e larghezza media di m 3.000, viene attraversato in direzione NordOvest-SudEst dal Torrente Timonchio. Caldogno è un comune della cintura periurbana del capoluogo provinciale, trovandosi immediatamente a Nord di Vicenza e confina inoltre, da Ovest in senso orario, con i comuni di Costabissara, Isola Vicentina, Villaverla e Dueville. Lo sviluppo abitativo e produttivo è concentrato essenzialmente in due fasce principali ad andamento meridiano: quella tra il Capoluogo e Capovilla, nel settore centro settentrionale, e quella di Rettorgole-Cresole, a sud. Insediamenti più limitati si hanno poi lungo la viabilità principale, in particolare la S.S. n. 349, al limite occidentale del territorio comunale. Dal punto di vista infrastrutturale il Comune presenta una posizione strategica in quanto i caselli autostradali del ramo autostradale della A31, denominato Valdastico, si ubicano non lontano dal territorio comunale, precisamente nel Comune di Dueville, frazione di Povolaro, mentre la linea ferroviaria, da Vicenza a Schio, segue inizialmente il tracciato dell’autostrada e con due stazioni ferroviarie, una a Dueville, l’altra a tra Villaverla e Montecchio Precalcino. I collegamenti con l’alto vicentino sono garantiti dalla SP 349 (via Altura, via Pontaron) che porta a Thiene, proseguimento della SP 46 che, invece, arriva a Schio proveniente da Vicenza. La SP 349 assieme alla SP 248 e la SP 50 (est) fungono da collegamento con i caselli autostradali della A31. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 8 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA A31 Ferrovia Vicenza - Schio SP 349 SP 46 Fig. 2 Fig. 2. Comune di Caldogno: inquadramento infrastrutturale. Caldogno appartiene all’area geografica del Bacino Idrografico dei fiumi Brenta e Bacchiglione, bacino di rilievo nazionale, ed è interessato dalla presenza di risorgive e dalla presenza di siti facenti parte della Rete Natura 2000, ampiamente descritti in un capitolo a seguire. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 9 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Fig. 3 Fig. 3. Comune di Caldogno: individuazione del capoluogo comunale e delle frazioni. 4.1. CLIMA Il clima della provincia di Vicenza, come quello di tutto il Veneto, pur rientrando nella tipologia mediterranea, presenta peculiarità proprie. Queste Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 10 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA peculiarità climatiche sono dovute principalmente alla concomitanza sul territorio di tre importanti fattori ecologico-climatici: l’azione mitigatrice delle acque mediterranee l’effetto orografico della catena alpina la continentalità dell’area In ogni caso mancano alcune delle caratteristiche tipicamente mediterranee quali l’inverno mite e la siccità estiva; in particolare l’assenza di periodi di siccità è da attribuire ai frequenti temporali di tipo termoconvettivo che colpiscono il territorio nelle stagioni più calde. Il clima varia in funzione della quota, in particolare le maggiori diversità si riscontrano fra le zone di montagna e quelle di pianura. Nelle zone di pianura, ad esempio, si verificano notevoli escursioni termiche tra la stagione invernale e quella estiva, infatti l’inverno è caratterizzato da basse temperature e umidità relative elevate, che provocano frequenti nebbie; per contro le estati risultano spesso calde ed afose. Mentre in alta montagna gli inverni sono caratterizzati da temperature rigide e le estati risultano generalmente miti e fresche. L’area del territorio comunale di Caldogno rientra nel settore planiziale, caratterizzato da un regime pluviometrico intermedio tra influenze di tipo marittimo e continentale, definito sublitoraneo alpino. Presenta due massimi equinoziali con l’assenza di stagione secca e una temperatura media annua di 13 °C circa. Uno studio condotto da Arpa Veneto ha permesso di analizzare i dati relativi ad alcuni parametri legati alla temperatura ed alle precipitazioni, nell’arco di 50 anni, ossia tra il 1956 e il 2004. Per quanto riguarda il Veneto, le medie annuali delle temperature massime giornaliere registrano nel periodo considerato un incremento medio di circa 0.46°C per decennio, mentre le medie annuali delle temperature minime giornaliere registrano nel periodo considerato un incremento medio di circa 0.26°C per decennio. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 11 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Un effetto evidente degli incrementi di temperatura è anche riscontrabile nel progressivo anticipo delle fasi fenologiche delle colture agrarie (fasi di sviluppo delle piante come ad esempio la fioritura, la maturazione del frutto ecc.) verificatosi negli ultimi decenni in Veneto. E’ importante rilevare che la crescita più significativa dei valori di temperatura massima si colloca negli ultimi 20 anni circa, mentre, nel precedente periodo l’andamento appare mediamente più stazionario. Per quanto riguarda le precipitazioni, in analogia a quanto osservato in media nell’area mediterranea, in Veneto si registrano, nel periodo analizzato, dei valori totali annui in calo con una diminuzione media per decennio di circa 34 mm. Le valutazioni effettuate in Veneto, per le temperature massime e minime, trovano riscontro a livello europeo dove si registrano tendenze pressoché ovunque in crescita e con incrementi decennali paragonabili. Per un’analisi climatica sufficientemente dettagliata a livello comunale ci si è basati sull’elaborazione dei dati termometrici e di quelli pluviometrici relativi alla stazione agrometeorologica di Vicenza e di Montecchio Precalcino. Vicenza - Precipitazione (mm) somma dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2007 Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 12 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Montecchio Precalcino - Precipitazione (mm) somma dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2007 Vicenza - Precipitazione (giorni piovosi) dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2007 Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 13 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Montecchio Precalcino - Precipitazione (giorni piovosi) dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2007 Andamento termico (°C) Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 14 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Vicenza - Temperatura aria a 2m (°C) media delle massime dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2007 Montecchio Precalcino - Temperatura aria a 2m (°C) media delle massime dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2007 Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 15 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Vicenza - Temperatura aria a 2m (°C) media delle massime dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2007 Montecchio Precalcino - Temperatura aria a 2m (°C) media delle massime dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2007 Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 16 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 4.2. FLORA E VEGETAZIONE Il territorio comunale di Caldogno è caratterizzato da una vasta area pianeggiante in alcuni tratti intensamente coltivata e interessata principalmente da seminativi, da nuclei rurali, centri urbani e aree adibite a sistema produttivoindustriale, oltre che da attività di cava, alcune la cui coltivazione è terminata altre in cui è ancora attiva. L’uso del suolo è stato fortemente condizionato dall’intensa antropizzazione del territorio, in particolar modo dall’attività agricola, ma in primis dalla necessità di zone da destinare ad attività produttive e zone residenziali. Lo sviluppo dell’attività agricola ed industriale ha portato alla scomparsa delle associazioni fitosociologiche autoctone e caratteristiche della porzione di territorio considerata. La classificazione fitoclimatica dell’area qui proposta è quella secondo il metodo fitoclimatico di Pavari, quindi la zona studiata rientra nella fascia fitoclimatica del “Castanetum sottozona fredda”, caratterizzata da clima temperato, da una temperatura media annua con valori compresi fra 10° e 15°C e da una temperatura media del mese più freddo compresa tra 0° e 3°C. In particolare ci si trova nel tipo II molto piovoso (precipitazioni annue > 700 mm), avendo precipitazioni medie annue decisamente abbondanti, con valori di poco inferiori ai 1100 mm (Pavari, 1916; modif. in Susmel, 1988). 4.3. ECOSISTEMI E PAESAGGIO Nel territorio comunale si possono ritrovare le seguenti unità, riconducibili ad ecosistemi, che contraddistinguono e determinano il paesaggio: Siepi e bande boscate; Seminativi; Incolti erbacei; Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 17 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Vegetazione acquatica e ripariale. Siepi e bande boscate L’avvento dell’agricoltura e il suo espandersi per conquistare sempre più terreno ha ridotto le originarie siepi e le macchie mesofite, presenti soprattutto ai margini degli appezzamenti e dei canali consortili, a semplici elementi di confine, se non addirittura a qualche elemento arboreo isolato. Tali elementi caratterizzanti la conformazione della pianura veneta, sono costituiti essenzialmente da vegetazione arbustiva e/o arborea con sviluppo in genere esclusivamente lineare. Così come l’uomo è intervenuto modificando l’estensione delle siepi e fasce boscate, così ne ha modificato la composizione, inserendo e favorendo le specie che gli garantivano legna da ardere e frasca. Le specie arboree tipiche sono il gelso bianco (Morus alba), il Bagolaro (Celtis australis), il platano ibrido (Platanus acerifolia), seguito dalla robinia (Robinia pseudoacacia) in genere presenti come ceppaie. Altre specie importanti della consociazione sono Salix viminalis, Acer campestre, Tilia spp., Ulmus campestre, Populus alba. Molto diffuse sono alcune pomacee, drupacee e anche rosacee da frutto come il Ciliegio (Prunus avium) e il Pado (Prunus padus). Lo strato arbustivo di siepi e fasce boscate è molto importante dal punto di vista naturalistico, per l'ospitalità che garantisce alla fauna, sia in termini di rifugio, grazie all'elevata densità dei rami, sia in termini di alimentazione, grazie alla produzione di grandi quantità di fiori e di frutti. Le specie più diffuse sono Cornus sanguinea e Sambucus nigra. Si segnala poi la presenza, in minore quantità, di Crataegus monogyna, Viburnum lantana e Corylus avellana. Lo strato erbaceo è costituito prevalentemente dalle specie provenienti dai seminativi, incolti e prati circostanti. L’ingresso di tali specie è graduale e genera spesso delle cenosi di transizione. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 18 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Le siepi e i filari alberati ricoprono una essenziale funzione ecologica, in quanto offrono nicchie favorevoli per lo stallo e la nidificazione dell’avifauna, ma consentono anche la vita di numerose altre specie animali, come insetti e piccoli mammiferi. Altre funzioni importanti sono rappresentate dall’azione di abbattimento della CO2 dell’atmosfera e l’azione di fitodepurazione degli elementi inquinanti presenti nell’acqua superficiale. Oltre alle funzioni prettamente ambientale, le siepi svolgono un fondamentale ruolo economico-sociale: come frangivento, per incrementare la resa delle colture agrarie e per smorzare gli effetti dei danni da vento; per la produzione di legna da ardere e di prodotti secondari; per l'importante funzione ricreativa e di miglioramento estetico del paesaggio. Prati falciabili Nella zona di pianura i prati falciabili sono quasi totalmente scomparsi per lasciar spazio ad una agricoltura che ha cercato di guadagnare più terreno produttivo possibile. Questo processo ha fatto sì che i prati siano quasi completamente scomparsi, tranne qualche piccolo lembo residuo sparso. La quasi totale scomparsa delle superfici prative è dovuta alla concomitanza di diversi fattori: l’abbandono della pratica dello sfalcio e della concimazione, la sostituzione dei seminativi coi prati, il rimpiazzo, nell’allevamento bovino, del fieno da parte di alimenti concentrati energetici. Alcune specie caratteristiche di questi prati sono: Dactylis glomerata, Trifolium repens e T. pratense, Lolium perenne, Poa pratensis, Trisetum flavescens e Lotus corniculatus. Seminativi Anche nel territorio comunale di Caldogno, come nel resto della Pianura Padana, le colture a mais sono particolarmente nettamente lo spazio aperto così come gli ecosistemi. estese, e caratterizzano La coltura prevalente è il mais, ma tra i seminativi si trovano anche l’orzo, come coltura autunno-vernina, e Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 19 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA la soia. Nelle aziende agricole con allevamento zootecnico, il mais viene reimpiegato per l'alimentazione del bestiame come granella o insilato, ma trova impieghi anche nel settore industriale. Non si sono rilevate cenosi infestanti sulle colture sopraccitate, in quanto il diserbo costante limita notevolmente lo sviluppo di queste specie, tra le quali si citano il panico (Panicum crus-galli) e la setaria (Setaria viridis). Incolti erbacei In questa tipologia rientrano quelle aree che erano occupate in particolare da seminativo e prato stabile e che, con l’abbandono della pratica agricola, sono state invase da vegetazione infestante. Dal punto di vista fitosociologico l’incolto non ha un inquadramento preciso, in quanto tali superfici sono spesso soggette ad un temporaneo abbandono e soprattutto si tratta di situazioni in rapida evoluzione, in cui si verifica un susseguirsi di fasi vegetazionali dissimili contraddistinte da specie erbacee diverse. Le specie maggiormente rappresentative di un incolto sono: Agropyron repens, Artemisia vulgaris (artemisia comune), Papaver rhoeas (papavero) e Capsella bursapastoris (borsa del pastore). Vegetazione acquatica e ripariale Alcuni tratti di rogge e di scoline ospitano vegetazione spontanea e adatta a vegetare in presenza di terreno molto umido e spesso soggetto a sommersione. Essa è costituita, per quanto riguarda la componente arborea, prevalentemente da pioppi (P.alba, P.canescens, Populus nigra), da salici (Salix alba, S.caprea, Salix purpurea, S.viminalis) e ontani (Alnus glutinosa, A.incana). Lungo le scoline di un’area agricola la vegetazione erbacea quasi sicuramente è composta da specie non spontanee. In genere tra le specie che si aggregano possiamo individuare la callitriche (Callitriche palustris), i potamogei (Potamogetum crispus e Potamogetum pusillus), insieme ad alcune specie di veroniche (Veronica anagallis-aquatica e V. beccabunga). Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 20 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA L’esito dei rilievi, eseguiti in campo durante i mesi di maggio e giugno del 2009, è sintetizzato nell’elenco floristico riportato in Tabella 1. Le specie prese in considerazione sono quelle che rivestono una maggiore importanza sull’area in base al loro interesse fitogeografico e geobotanico nonché del loro status. Tabella 1. Elenco delle specie floristiche presenti nell’area di studio FAMIGLIA SALICACEAE YUGLANDACEAE CORYLACEAE MAGNOLIACEAE CELASTRACEAE POTAMOGETONACEAE ULMACEAE MORACEAE SPECIE Populus alba Populus nigra Salix viminalis Juglans regia Corylus avellana Magnolia grandiflora Euonymus europaeus Potamogeton crispus Ulmus minor Celtis australis Ficus carica ECOLOGIA STATUS luoghi umidi C C C coltivato per il frutto e per il legno C bande boscate C ornamentale - ornamentale C stagni, corsi d’acqua C boschi, siepi, incolti C lungo le vie, parchi C C luoghi umidi, lungo le vie lungo i corsi d'acqua coltivato per il frutto Morus alba coltivato per l'allev. del baco da seta, C raramente. subspontaneo URTICACEAE Urtica dioica terreni abbandonati, cumuli di rifiuti, nitrofila, presso le case o nelle schiarite CC dei boschi POLYGONACEAE Rumex crispus incolti, ruderi, coltivi C CARYOPHYLLACEAE Stellaria media Ranunculus acquatilis Ranunculus acris vegetazione antropogena CC Fossati, corsi d’acqua prati ed incolti CC CC CRUCIFERAE Capsella bursa-pastoris incolti CC AMARILLIDACEAE Narcissus pseudonarcissusgiardini frutteti, giardini Vitis vinifera prati, luoghi soleggiati Salvia pratensis RANUNCULACEAE VITACEAE LABIATAE R C C Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 21 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA FAMIGLIA PINACEAE PLATANACEAE ROSACEAE SPECIE ECOLOGIA STATUS Picea abies Platanus hybrida parchi, giardini CC parchi, lungo le vie CC Prunus avium coltivato su larga scala, subspontaeo C Rubus spp. Robinia pseudoacacia - CC siepi, incolti Trifolium pratense prati, boschi, incolti, anche colt. come CC foraggera Trifolium repens prati ed incolti CC CHENOPODIACEAE Chenopodium album Prati ed incolti C UMBELLIFERAE incolti, lungo le vie CC prati, cigli strada CC PAPAVERACEAE Daucus carota Lotus corniculatus Papaver rhoeas incolti, prati CC SCROPHULARIACEAE Veronica persica PLANTAGINACEAE Plantago major Sambucus nigra Soncus oleraceus Bellis perennis Artemisia vulgaris Centaurea cyanis Conyza canadensis LEGUMINOSAE PAPILIONACEAE CAPRIFOLIACEAE COMPOSITAE GRAMINACEAE campi, colture sarchiate, orti e ovunque CC attorno ad insediamenti umani CC C strade, suoli compatti e disturbati luoghi umidi, schiarite CC CCC CC C CC Luoghi disturbati, ciglio strada Incolti, prati sinantropica, incolti campi di cereali incolti aridi Taraxacum officinale schiarite di boschi caducifogli, prati CC concimati, ambienti ruderali Agropyron repens Incolti aridi, lungo le vie Alopecurus myosuroides campi di cereali su terreno leggero, arido, C ben provvisto in calcare. Arrhenatherum elatius Briza media Dactylis glomerata C C C CC prati stabili prati falciabili, incolti prati falciabili, incolti Festuca rubra prati falciati e concimati, spesso anche C coltivata come foraggera Lolium perenne luoghi erbosi calpestati, prati stabili C Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 22 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA FAMIGLIA SPECIE ECOLOGIA STATUS Poa annua incolti, bordi di vie, orti Sorghum halepense colture sarchiate, incolti sabbiosi umidi C Trisetum flavescens Zea mays prati falciati e concimati I: Interesse Status (fonte-Flora d’Italia, Pignatti, 1982) CC CC CC seminativi LEGENDA IF Interesse fitogeografico C Specie comune CC Specie molto comune R Specie rara RR Specie molto rara M Specie minacciata (libro rosso delle piante d’Italia. WWF 1992) 4.4. FAUNA E HABITAT FAUNISTICI 4.4.1. Specie presenti Per l’analisi della componente faunistica, si è scelto di fare riferimento ad alcune pubblicazioni specifiche riguardanti il territorio regionale e provinciale, oltre ad informazioni raccolte da altre fonti. Gli studi cui si è fatto riferimento sono stati: Atlante degli anfibi e dei rettili della provincia di Vicenza (Gruppo Nisoria, 1997); Atlante degli uccelli nidificanti nella provincia di Vicenza (Gruppo Nisoria, 1997); Pubblicazioni sulla fauna locale. Il quadro faunistico dell’area è stato sufficientemente dettagliato con l’utilizzo delle pubblicazioni di cui sopra e ha permesso di verificare che la componente faunistica riscontrata risulta essere quella tipica degli ambienti di pianura antropizzati in cui sono presenti le specie caratteristiche degli spazi aperti e dei campi coltivati e, in ugual misura, le specie tipiche che colonizzano siepi e piccole superfici boscate. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 23 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Uccelli I dati riferiti alla classe degli Uccelli sono tratti dalla pubblicazione ”Atlante degli uccelli nidificanti nella provincia di Vicenza (Gruppo Nisoria) 1997”. I cambiamenti provocati dalle trasformazioni sull’ambiente di pianura da parte dell’opera dell’uomo (espansione di insediamenti industriali e abitativi a scapito dell’agricoltura con conseguente scomparsa di elementi tipici del mondo rurale come i modificazione soprattutto filari anche della alberati e la dell’avifauna mancanza di zone incolte) riportata possono nell’Atlante aggiornamenti dei aver causato sopracitato, dati relativi in alle la virtù specie considerate. Le specie che potenzialmente costituiscono la comunità ornitica nidificante all’interno del livello superiore sono 65 (Tabella 2). Nella tabella seguente sono state inserite anche le specie elencate nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE e le specie non elencate nell’Allegato I, per quanto riguarda il sito di Rete Natura 2000 presente all’interno del territorio. Tabella 2. Elenco delle specie di uccelli presenti nell'area di studio. Specie (nome latino) Tachybaptus ruficollis Gallinula chloropus Coturnix coturnix Columba palumbus Streptopelia decaocto Streptopelia turtur Cuculus canorus Tyto alba Otus scops Athene noctua Strix aluco Asio otus Specie (nome italiano) Tuffetto Gallinella d’acqua Quaglia Colombaccio Tortora dal collare Tortora Cuculo Barbagianni Assiolo Civetta Allocco Gufo comune Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 24 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Specie (nome latino) Agus apus Merops apiaster Upupa epops Jinx torquilla Alauda arvensis Riparia riparia Ptyonoprogne rupestris Hirundo rustica Delichon urbica Motacilla cinerea Motacilla alba Erithacus rubecula Luscinia megarhyncos Phoenicurus phoenicurus Saxicola torquata Turdus merula Cettia cetti Sylvia atricapilla Phylloscopus collybita Muscicapa striata Aegythalos caudatus Remiz pendulinus Parus major Oriolus oriolus Lanius collurio Garrulus glandarius Pica pica Corvus corone cornix Sturnus vulgaris Passer italiae Passer montanus Fringilla coeles Serinus serinus Carduelis chloris Carduelis carduelis Coccothraustes coccothraustes Specie (nome italiano) Rondone Gruccione Upupa Torcicollo Allodola Topino Rondine montana Rondine Balestruccio Ballerina gialla Ballerina bianca Pettirosso Usignolo Codirosso Saltimpalo Merlo Usignolo di fiume Capinera Liù piccolo Pigliamosche Codibugnolo Pendolino Cinciallegra Rigogolo Averla piccola Ghiandaia Gazza Cornacchia grigia Storno Passera d’Italia Passera mattugia Fringuello Verzellino Verdone Cardellino Frosone Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 25 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Specie (nome latino) Specie (nome italiano) Uccelli migratori abituali elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE Falco columbarius Circus pyrargus Circus aeruginosus Crex crex Philomachus pugnans Pluvialis apricaria Sylvia nisoria Circus cyaneus Alcedo atthis Pandion haliaethus Lanius collurio Lullula arborea Nycticorax nycticorax Egretta garzetta Tringa glareola Luscinia svecica Falco vespertinus Smeriglio Albanella minore Falco di palude Re di quaglie Combattente Piviere dorato Bigia padovana Albanella reale Martin pescatore Falco pescatore Averla piccola Tottavilla Nitticora Garzetta Piro piro boschereccio Pettazzurro Falco cuculo Uccelli migratori abituali non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE Tachybaptus ruficollis Lanius excubitor Tyto alba Rallus aquaticus Otus scops Scolopax rusticola Ardea cinerea Asio otus Tuffetto Averla maggiore Barbagianni Porciglione Assiolo Beccaccia Airone cenerino Gufo comune Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 26 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Mammiferi La classe dei mammiferi è rappresentata a livello superiore da 17 specie, come si evince dalla Tab. n. 3. L’espansione delle comunità di mammiferi, in numero e qualità, è fortemente limitata dalla forte antropizzazione e frammentazione dell’area, oltre che dalla lontananza dai biotopi naturali. Tabella 3. Elenco delle specie di mammiferi presenti nell'area di studio. Specie (nome latino) Specie (nome italiano) Pipistrellus kuhli (Kuhl, 1817) Pipistrello albolimbato Martes foina Faina Mustela nivalis Donnola Martes martes Martora Meles meles Tasso Capreolus capreolus Capriolo Glis glis Ghiro Sciurus vulgaris Scoiattolo Moscardinus avellanarius Moscardino Microtus species Arvicola Sorex species Toporagno Erinaceus europaeus (Linnaeus, 1758) Riccio Vulpes vulpes (Linnaeus, 1768) Volpe Talpa europaea (Linnaeus, 1758) Talpa Lepus europaeus (Pallas, 1778) Lepre europea Rattus norvegicus (Berkenhout, 1769) Surmolotto Mus domesticus (Rutty, 1772) Topolino delle case Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 27 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Anfibi e Rettili Questa classe è potenzialmente rappresentata da 5 specie di anfibi e da 8 di rettili anche se non si esclude la possibilità che ve ne siano altre, dal momento che i censimenti faunistici in questa zona del Veneto, in particolar modo riguardo rettili ed anfibi, sono pochi e frammentari. Per quanto riguarda la loro distribuzione le diverse entità prediligono spesso gli ambienti umidi anche se, lungo tutta la durata dell’anno, si possono riscontrare anche in ambiti non direttamente collegati a corpi idrici. La rana di Lataste è elencata anche nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE. Tabella 4. Elenco delle specie di anfibi presenti nell'area di studio. Specie (nome latino) Specie (nome italiano) Bufo bufo (Linnaeus, 1758) Rospo comune Bufo viridis Laurenti, 1768 Rospo smeraldino Hyla intermedia (Boulenger, 1882) Raganella italica Rana dalmatina (Bonaparte, 1840) Rana agile Rana latastei(Boulenger, 1879) Rana di Lataste Rana lessonae (Tarantol, 1882)Rana verde Salamandra salamandra Salamandra pezzata Triturus carnifex Tritone crestato italico Triturus vulgaris Tritone punteggiato Tabella 5. Elenco delle specie di rettili presenti nell'area di studio. Specie (nome latino) Specie (nome italiano) Anguis fragilis (Linnaeus, 1758) Orbettino Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 28 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Coluber viridiflavus (Lacépède, 1789) Biacco Coronella austriaca (Laurenti, 1768) Colubro liscio Elaphe longissima (Laurenti, 1768) Colubro di Esculapio Lacerta bilineata (Laurenti, 1768)Ramarro occidentale Natrix natrix Biscia dal collare Natrix tessellata Biscia tassellata Vipera aspis Vipera comune Podarcis muralis (Laurenti, 1768)Lucertola muraiola Pesci Per quanto riguarda i pesci, si è fatto riferimento alla Scheda di Rete Natura 2000, riferibile al sito IT3220040. Tabella 6. Elenco delle specie di pesci presenti nell'area di studio. Specie (nome latino) Lethenteron zanadreai Cobitis taenia Cottus gobio Leuciscus souffia Barbus plebejus Chondrostoma genei Specie (nome italiano) Lampreda padana Cobite Scazzone Vairone Barbo Lasca Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 29 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 4.4.2. SIC – Bosco di Dueville e risorgive limitrofe Codice Rete Natura 2000: IT3220040 All’interno del territorio comunale ricade un Sito di Importanza Comunitaria – SIC – e una Zona di Protezione Speciale – ZPS – facenti parte della rete Natura 2000 italiana. Questi due siti classificati secondo un codice, che è “Bosco di Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 30 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Dueville”, nome riferito all’area ZPS, identificata con Codice Natura 2000 IT3220013 e “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe”, nome riferito all’area SIC, identificato col Codice Natura 2000 IT3220040. I due siti sono tra di loro in relazione, ossia “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe” è un sito designato come SIC contenente una ZPS designata, ovvero la ZPS “Bosco di Dueville”. Il sito ricopre una superficie all’interno del Comune di Caldogno pari a 26,92 ettari. Come si legge dalle schede descrittive del biotopo: “Il sito è composto da paesaggio agrario caratterizzato da polle e canali di sorgiva confluenti in corsi d’acqua via di maggiore portata. Per poco meno della metà della sua estensione totale il sito è contraddistinto da praterie magre da fieno a bassa altitudine e da terreni di tipo agricolo antropizzati, in cui sono presenti colture seminative non irrigue (prati da sfalcio e campi di mais) e praterie umide a Molinia (molinieti su suoli umido-torbosi ai margini delle polle e dei corsi d’acqua di risorgiva). Si rinvengono, inoltre, corpi d’acqua sia corrente che stagnante, ed altri tipi di habitat legati alla presenza ed all’attività dell’uomo, come, ad esempio, piccoli centri abitati, strade, cave e aree industriali. Si rinvengono anche filari di siepi e di macchie arborate e la presenza relittuale di rare specie floristiche igrofile e microterme.” CLASSI DI HABITAT PRESENTI Si riportano le classi di habitat elencate nelle scheda Natura 2000 della Regione Veneto. Si tratta di macrocategorie che includono anche gli habitat di interesse comunitario presenti nel biotopo in esame. HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO PRESENTI NEL SITO Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis): prati da fieno moderatamente fertilizzati della pianura a livelli submontani: appartengono al Arrhenatherion ed alle alleanze di Brachypodio- Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 31 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Centaureion nemoralis. Questi vasti pascoli sono ricchi di fiori e non sono soggetti a sfalcio fino alla fioritura delle erbe, quindi soltanto una o due volte all'anno. Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argillosi – limosi (Molinion caeruleae): praterie montane di Molinia su terreni umidi e scarsamente ricchi di nutrienti. Derivano da gestione intensiva, a volte con una falciatura in ritardo durante l'anno, o corrispondono ad una fase deteriorata di scarico delle paludi della torba. Il terreno si presenta torboso e diventa asciutto d’estate. Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile: comunità dei margini dei prati alti umidi e nitrofili lungo i corsi di acqua ed i bordi di boschi che appartengono al Glechometalia hederaceae e Convolvuletalia sepium. Comunità igrofile perenni dei prati alti dei livelli montani alpini della classe di BetuloAdenostyletea. Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion: corsi d' acqua di pianura e di montagna, con vegetazione sommersa o galleggiante del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Brachion (in estate con bassi livelli delle acque) o muschi acquatici. Questo habitat, a volte, è associato con le Comunità della serie di Butomus umbellatus. È importante prendere in considerazione questo punto nel corso della selezione di un luogo. Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davalliana: stato base di rive dei laghi, delle terre arate e della fase di successione dei prati umidi estesamente coltivati in contatto con la vegetazione del Caricion davalliana o anche del Phragmition species. Associato con paludi calcaree ma anche acide, con pascoli umidi estensivi, anche con letti di canne di palude e comunità di alti carici. Si riporta di seguito una breve descrizione degli aspetti idrografici e geomorfologici, paesaggistici faunistici e floristici tratti dalla scheda descrittiva del biotopo: Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 32 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA “Il biotopo appartiene, dal punto di vista idrologico e geomorfologico, a quella porzione di pianura denominata “Fascia delle Risorgive” collocandosi infatti in quella zona di separazione tra l’Alta pianura e la Bassa pianura. La linea delle risorgive è un’ideale demarcazione fra Alta e Bassa pianura, tracciata per delimitare in modo approssimativo il passaggio fra sedimenti ghiaiosi grossolani superiori ed i depositi prevalentemente sabbioso-argillosi meridionali. La fascia si estende, con una larghezza variabile dai 2 ai 10 km, da Costabissara a Pozzoleone. In essa si possono ancora rinvenire centinaia di capifossi, un tempo molto più numerosi, da cui nasce il fiume Bacchiglione. In diversi settori del biotopo si verificano fenomeni di risorgenza che, nei casi più frequenti, prendono forma di piccole cavità sorgentifere (polle), dando origine anche ad un reticolo di corsi d’acqua superficiali. Le polle (dette anche olle) sono piccole cavità a forma di catino, in cui l’acqua esce in superficie con carattere di artesianità in prossimità della superficie topografica. Queste depressioni hanno ampiezze variabili dal metro a qualche decina di metri e, in alcuni casi, sono in comunicazione attraverso piccoli rivoli di acqua corrente. L’invaso può trovarsi a livello del terreno circostante oppure, come nella maggior parte dei casi, trovarsi lievemente depresso rispetto al piano di campagna, a causa dell’escavazione operata dalle acque emergenti. L’assetto morfologico della cavità è abbastanza tipico e si ripete costantemente, occupando tre fasce concentriche distinte in: a) zona sommersa b) torbiera bassa o prato acquitrinoso c) prato umido Tutte queste fasce ospitano una vegetazione con aspetti molto peculiari. Per quanto riguarda l’idrografia il biotopo rientra all’interno di due importanti bacini idrografici: il Bacino dell’Astico-Tesina e il bacino del Leogra-Bacchiglione. Il bacino dell’Astico-Tesina costituisce in realtà un sottobacino del più ampio bacino del Leogra-Bacchiglione. Confina ad est con il bacino del Brenta e ad ovest con il bacino del Leogra. Il sistema idrico del fiume Tesina è molto complesso: nasce infatti dalle risorgive nei pressi di Sandrigo che convogliano acque con buona portata. Dalla confluenza con il torrente Astico fino a valle il corso d’acqua scorre fino alla confluenza con il fiume Bacchiglione in località San Pietro Intrigogna. Numerose sono le rogge di risorgiva che, dopo un percorso più o meno breve, confluiscono nel fiume Tesina: la Roggia Astichello, la Roggia Palmirona, la Roggia Tribolo, la Roggia Caveggiara oltre a numerosi altri rii di minore importanza. Il bacino del Leogra-Bacchiglione è un sistema idrografico complesso che trae origine sia da torrenti montani sia da rogge di risorgiva che si originano proprio all’interno del biotopo in esame. In particolare il fiume Bacchiglione è un tipico fiume di risorgiva che origina da un sistema idrografico molto complesso: nasce nei pressi di Dueville quando le acque del Bacchiglioncello, un canale che raccoglie le rogge di risorgiva del comprensorio di Novoledo, si uniscono alle Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 33 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA acque del torrente Timonchio. Scendendo verso valle riceve apporti del torrente Orolo, del Fiume Astichello, del fiume Rettone e di numerosi altri piccoli canali laterali. Il Bosco di Dueville rappresenta l’area di risorgive che confluiscono poi tutte nel fiume Bacchiglione. In questa zona la falda freatica che prende origine dall’Altopiano dei Sette Comuni determina fenomeni di risorgenza che formano un fitto insieme di canalette e rogge di modeste dimensioni. Dopo brevi percorsi le rogge confluiscono in corsi d’acqua più grandi o nel Bacchiglione. Tra queste si citano la roggia Feriana, la Menegatta, la Sgaborra e la Caldonazzo.” ASPETTO PAESAGGISTICO GENERALE L’aspetto paesaggistico generale del biotopo è quello di un esteso territorio agrario, compreso all’interno della campagna vicentina, con una serie di ambienti molto diversificati. Nell’ambito del Bosco di Dueville spiccano soprattutto, tra i prati falciabili e i seminativi, estesi filari di siepi agrarie, più o meno arborate, e macchie di boschetti ai margini dei coltivi. Tra gli ambienti che maggiormente contribuiscono a differenziare il paesaggio agrario del Bosco di Dueville si rinvengono: a) Prati umidi naturali e seminaturali a molinieto e cariceto su suoli di natura torbosa diffusi nelle vicinanze delle polle e dei canali di risorgiva (Habitat di interesse comunitario) b) Prati stabili da fieno soggetti a sfalcio periodico nei settori più affrancati dalla presenza di acqua (Habitat di interesse comunitario) c) Ambienti di risorgiva (polle e corsi d’acqua) caratterizzati da vegetazione igrofila peculiare (Habitat di interesse comunitario) d) Zone umide ai margini dei corsi d’acqua e dei boschi caratterizzate da megaforbie igrofile (Habitat di interesse comuniario) e) Aree paludose caratterizzate da canneti e carici (Habitat di interesse comunitario) f) Seminativi non irrigui ed arativi g) Boschetti agrari e filari di siepi A sud e ad est di Dueville si stende una complessa serie di corsi d’acqua di risorgiva formanti un fitto reticolo che attraversa l’alta pianura a nord di Vicenza per poi confluire nei fiumi di maggior portata. Il territorio attraversato da questi corsi d’acqua si presenta intensamente sfruttato dalle pratiche agricole. Gli aspetti naturalistici di maggior valenza risiedono soprattutto lungo le sponde dei canali e delle rogge, dove si possono ancora rinvenire lembi di vegetazione riparia, e all’interno degli alvei stessi, ricchi di vegetazione acquatica e di importanti specie ittiche (Lampreda padana). ASPETTI FLORISTICO-VEGETAZIONALI Data la diversificazione del biotopo, la flora si presenta piuttosto varia e legata comunque alla diversità di ambienti che si rinvengono all’interno del biotopo. La Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 34 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA descrizione degli assetti floristico vegetazionali riguarda soprattutto l’area del Bosco di Dueville, dove si possono ancora riconoscere assetti vegetazionali differenziati e ben conservati. VEGETAZIONE IDROFITICA DELLE POLLE DI RISORGIVA La vegetazione acquatica delle polle di risorgiva, è caratterizzata da “Zattere galleggianti”, comunità vegetali igrofile costituite da una fitta coltre di piante acquatiche, tra cui si rinvengono il Crescione (Nasturtium officinale), la Menta acquatica (Mentha acquatica) e la Veronica d’acqua ( Veronica anagallisaquatica). Oltre a queste specie si rinvengono Ranuncoli acquatici (Ranunculus fluitans, Ranunculus trichophyllus), Miriofilli (Myriophyllum sp.), Potamogeti (Potamogeton sp., presenti anche nei corsi d’acqua che prendono origine dalle polle), Lenticchie d’acqua (Lemna trisulca) e Muschi acquatici. Le cavità sorgentifere non molto profonde, ospitano sulle loro pareti, la vegetazione semisommersa del Marisceto, costituita in prevalenza da popolamenti di Falasco di palude (Cladium mariscus). Questa grossa ciperacea costruisce una tipica cintura ai margini delle cavità sorgentizie costituendo un’associazione vegetazionale molto caratteristica. PRATERIE UMIDE A MOLINIA COERULA SU SUOLO TORBOSO Allontanandosi dal giuncheto si incontra il cosidetto “prato umido” o “molinieto”. La superficie erbosa a Molinia caerulea, da cui il nome molinieto a questo ambito vegetale, rappresenta la cintura di vegetazione più esterna, quella che, seguendo l’andamento in lieve salita del profilo dell’invaso scavato dalle sorgenti, si estende fino a raggiungere il piano di campagna. Tale gramineto igrofilo si sviluppa quindi su un suolo che, pur collocato al di sopra del livello della falda acquifera, risulta imbevuto d’acqua per effetto di un apporto idrico trasmesso per capillarità ma che va anche soggetto a temporanei diseccamenti superficiali. Nel molinieto vegeta una flora caratterizzata da diverse entità che provengono anche dai contigui prati aridi. VEGETAZIONE IDROFITICA ED ELOFITICA DEI CORSI D’ACQUA Il sistema idrografico del bosco di Dueville, alimentato dalle acque fluenti dei collettori delle risorgive, è caratterizzato da una vegetazione acquatica peculiare e adattata a questa tipologia di habitat. Il flusso della corrente individua una zona, nella parte centrale dell’alveo dei corsi d’acqua sorgentizi, dove l’ambiente fisico agisce in maniera selettiva nei confronti dell’insediamento degli organismi vegetali. Le aree sommerse, percorse da un flusso veloce, sono caratterizzate da ranuncoli d’acqua (Ranunculus trichophyllus, Ranunculus pseudofluitans), dalla Sedanina d’acqua (Berula erecta), da diverse specie di Erba ranina (Callitriche), dalla Lingua d’acqua (Potamogeton natans) e dalla presenza di muschi (Fontinalis antipyretica) e alghe verdi. Tra la zona delle piante completamente sommerse e quella emersa delle rive, si stabilisce un particolare tipo di vegetazione che riveste quasi Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 35 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA ininterrotamente il margine dei fossati. E’ costituita in prevalenza dai Crescioni (Nasturtium officinale e Apium nodiflorum), dalla Sedanina d’acqua (Berula erecta), dalla Veronica acquatica (Veronica anagallis-aquatica) e in maniera sporadica dalla Menta acquatica (Mentha aquatica). Nelle zone in cui la corrente diviene più lenta e dove si formano insenature si insedia il Coltellaccio maggiore (Sparganium erectum) che opera, attraverso il proprio apparato radicale, il consolidamento dei fondi fangosi e preannuncia la comparsa di zone emerse di sponda che verranno successivamente colonizzate dai canneti. VEGETAZIONE ARBOREO-ARBUSTIVA RIPARIALE La vegetazione spondicola dei canali e dei corsi d’acqua di risorgiva, è caratterizzata da specie arboree ed arbustive igrofile, tra cui il Salice bianco (Salix alba), il Pioppo nero (Populus nigra), ma anche alcuni salici arbustivi come il Salice rosso (Salix purpurea) e il Salice cenerino (Salix cinerea). All’interno delle macchie boschive, attraversate dai canali di risorgiva, si rinvengono in prevalenza Platani, Salici bianchi e cenerini, Pioppi neri e Ontani neri. Le specie arbustive più diffuse nel sottobosco sono la Sanguinella (Cornus sanguinea), la Frangola (Frangola alnus), il Sambuco (Sambucus nigra),l’Acero campestre (Acer campestris) e il Biancospino (Crataegus monogyna). FOMAZIONI SEMINATURALI: PRATI DA FIENO E PRATI UMIDI Le formazioni seminaturali, nel contesto del biotopo, riguardano particolari tipi di fitocenosi artificiali, che tuttavia mantengono un certo grado di naturalità per la presenza di specie della flora spontanea locale. Si tratta in prevalenza di prati polifiti asciutti permanenti (Praterie magre da fieno di bassa altitudine), detti anche prati stabili, con composizione floristica che annovera anche specie spontanee (Alopecurus, Anthoxanthum, Arrhenatherum, Bromus, Poa, ecc.). Tali formazioni costituiscono comunità secondarie nelle quali il periodico raccolto del foraggio, attraverso lo sfalcio, diventa una condizione indispensabile per la conservazione dell’agroecosistema, per prevenire cioè la ricolonizzazione da parte degli arbusti e degli alberi. La vegetazione si presenta, all’interno di queste formazioni, multistratificata, con specie dominanti erbacee distinte in “graminoidi” come le Graminacee e le Ciperacee (tipicamente non più del 20% del numero delle specie presenti ma in grado di fornire più del 90% della biomassa vegetale) e non graminoidi (ad esempio Leguminose e Composite). Tali consociazioni si fondano sui vantaggi che derivano dalla presenza contemporanea delle raminacee e delle Leguminose. Questi comportano una migliore ripartizione della produzione nell’arco dell’anno; le graminacee infatti hanno un maggior sviluppo vegetativo in primavera ed in autunno, mentre le leguminose si sviluppano principalmente in estate. Il foraggio che se ne ottiene è più equilibrato e viene favorita la fienagione. Un’altra tipologia di associazione seminaturale è costituita dal Molinieto (Molinietum), Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 36 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA prateria palustre su substrato torboso a Molinia caerulea, graminacea a spighe bluastre, che può essere prevalente, soprattutto in prossimità delle polle di risorgiva e sui terreni periodicamente inondati. Questa tipologia di prato umido veniva periodicamente sfalciata per ricavarne strame (lettiera per il bestiame). MEGAFORBIE IGROFILE E PIANTE PALUSTRI Sono formazioni di megaforbie igrofile (letteralmente “erbe alte”), che si sviluppano nelle radure e ai margini dei boschetti igrofili, su suoli umidi e periodicamente inondati. Si tratta di ambiti vegetali piuttosto ristretti e poco rappresentati nel biotopo in questione. Si rinvengono sporadicamente ai margini dei boschetti agrari (soprattutto quelli attraversati dai corsi di risorgiva) all’interno di radure di modesta estensione caratterizzate da un suolo intriso d’acqua. AREE PALUDOSE CARATTERIZZATE DA CANNETI E CARICI Nella zona contigua alle polle di risorgiva, si sviluppa, su un suolo fortemente intriso di acqua, una torbiera bassa, caratterizzata dalla presenza di piccole pozze di acqua stagnante. In questi lembi di terreno il Giunco nero (Schoenus nigricans) costituisce l’elemento dominante assieme ad altre entità sempre a portamento giunchiforme. Tra i vari cespi di Giunco si possono rinvenire altre graminoidi, tra cui la già citata Molinia, la Carice di Davall (Carex davalliana) e la Sesleria delle paludi (Sesleria uliginosa). SIEPI E BOSCHETTI AGRARI Il paesaggio agrario è caratterizzato da un esteso sistema di alberate campestri, di siepi e boschetti agrari di composizione mista. Le alberature campestri (costituite da Salici, Ontani, Platani ma anche da specie arbustive come l’Acero di campo, il Biancospino e la Fusaggine) sono localizzate prevalentemente lungo le rogge, i canali e le scoline. Su limitate superfici si rinvengono ancora piccoli boschetti seminaturali, memoria delle vaste foreste planiziali che un tempo ricoprivano l’intero sito. ASPETTI FAUNISTICI Gli ambienti piuttosto differenziati del biotopo esaminato ospitano un corredo faunistico molto interessante soprattutto per la presenza di specie di interesse comunitario. Per quanto riguarda l’ittiofauna, la comunità ittica che caratterizza i corsi di risorgiva e le polle, appare alquanto eterogenea, ospitando specie con esigenze ecologiche diverse. Accanto ai pesci tipici delle acque lentiche, come i Ciprinidi, si trovano infatti pesci amanti di condizioni più reofile come le trote e i temoli. In prossimità delle risorgenze si rinvengono solitamente due specie di trota, la Trota fario (Salmo (Trutta) trutta) e lo Scazzone (Cottus gobio) ma sono spesso presenti anche la Sanguinerola (Phoxinus phoxinus)e il Vairone (Leuciscus souffia). Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 37 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Se di dimensioni abbastanza ampie, la polla di risorgiva può ospitare anche la Scardola (Scardinius erythrophthalmus), il Triotto (Rutilius erythropthalmus) e la Tinca (Tinca tinca). Nell’asta delle risorgive, caratterizzate da acque fluenti, si possono trovare la Lampreda padana (Lethenteron zanandreai), specie endemica del distretto padano-veneto, lo Spinarello (Gasterosteus aculeatus), il Ghiozzo padano (Padogobius martensi) e il Panzarolo (Knipowitschia punctatissima), questi due ultimi endemiti padano-veneti. L’ ambiente di risorgiva può inoltre ospitare il Luccio (Esox lucius) e l’Anguilla europea (Anguilla anguilla). Quando i corsi di risorgiva si fanno di maggiore portata, possono essere colonizzati dal Temolo (Thymallus thymallus) e dalla Trota mormorata (Salmo (Trutta) marmoratus). Procedendo verso valle le acque fluenti possono essere popolate da un contingente ricco di specie ittiche reofile tra cui il Cavedano (Leuciscus cephalus), il Barbo (Barbus plebejus), la Lasca (Chondrostoma genei), il Gobione (Gobio gobio) ma anche da alcune entità limnofile come la Carpa (Cyprinus carpio), il Cobite comune (Cobitis taenia) e il Persico reale (Perca fluviatilis). Tra i rettili si ricorda la presenza della Lucertola vivipara (Zootoca vivipara), del Ramarro occidentale (Lacerta bilineata), del Marasso di palude (Vipera berus), della Vipera comune (Vipera aspis francisciredi) e delle due Natrici, quella dal collare (Natrix natrix) e quella tassellata (Natrix tessellata). Tra gli anfibi si annoverano alcuni anuri, tra cui la Raganella italica (Hyla intemedia), ma anche alcune specie che prediligono soprattutto le siepi alberate e le macchie boscate come la Rana di Lataste (Rana latastei) e la Rana agile (Rana dalmatina). L’ornitofauna presenta, in questi ambienti, un contingente di specie molto importante da un punto di vista conservazionistico. Tra gli uccelli che nidificano lungo i corsi di risorgiva, in prossimità dei canali e dei fossati, sono abbastanza comuni il Tuffetto (Tachybaptus ruficollis), la Folaga (Fulica atra) e la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus). Nelle paludi torbose, dove ancora si rinvengono canneti e carici, trova un ambiente ideale per la nidificazione il Porciglione (Rallus aquaticus) mentre, durante il periodo migratorio, si può osservare anche qualche esemplare di Voltolino (Porzana porzana). Il Tarabusino (Ixobrychus minutus), nidificante all’interno dei canneti, è ormai divenuto una specie rara. Legato ad ampi e fitti canneti è anche l’Airone rosso (Ardea purpurea) che nel periodo non riproduttivo si sposta nelle zone paludose marginali frequentando le anse dei corsi d’acqua e dei canali. Nel biotopo sono ancora frequenti l’Airone cenerino (Ardea cinerea), la Garzetta (Egretta garzetta) e la Nitticora (Nycticorax nycticorax) soprattutto in prossimità dei fossi di risorgiva e nei prati umidi. Molto diffuso è il Germano reale (Anas platyrhynchos), specie stanziale e nidificante che predilige, per la nidificazione, le bordure dei canali ricche di vegetazione ripariale. Un altro anatide che si riproduce nella zona con una certa regolarità è la Marzaiola (Anas querquedula), specie migratrice regolare che predilige per la nidificazione stagni, Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 38 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA polle e piccoli invasi d’acqua all’interno dei prati stabili. Abbastanza comune anche il Martin pescatore (Alcedo atthis) che nidifica in cunicoli scavati nelle sponde dei corsi d’acqua. Lungo le rive dei fossi è facile rinvenire, tra la vegetazione arbustiva igrofila, l’Usignolo di fiume (Cettia cetti) e la Cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris). La Cannaiola comune (Acrocephalus scirpaceus) e il Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus) sono maggiormente legati all’ambiente del canneto. Sullee sponde dei fossati e dei canali sono comuni la Ballerina bianca (Motacilla alba) e gialla (Motacilla cinerea). I prati umidi e parzialmente allagati, sono frequentati invece dalla Cutrettola (Motacilla flava), mentre sui salici di sponda costruisce il suo nido pensile il Pendolino (Remiz pendulinus). Le torbiere aperte possono ospitare, nella stagione di passo, l’Albanella minore (Circus pygargus), un Accipitride migratore regolare. Sempre tra i rapaci diurni, all’interno del biotopo si possono osservare lo Smeriglio (Falco columbarius), il Falco di palude (Circus aeruginosus), l’Albanella reale (Circus cyaneus), il Falco pescatore (Pandion haliaetus ) e il Falco cuculo (Falco vespertinus) tutte specie di interesse comunitario. Altre specie, osservate nell’area e inserite nell’allegato I della Direttiva Uccelli, sono il Re di quaglie (Crex crex), il Combattente (Philomachus pugnax ) e la Bigia padovana (Sylvia nisoria). Per quanto riguarda la teriofauna, si tratta nella maggior parte dei casi di micromammiferi che colonizzano diverse tipologie di ambienti all’interno del biotopo. Tra le specie più igrofile ricordiamo il Toporagno acquaiolo di Miller (Neomys anomalus), il Topolino delle risaie (Micromys minutus), l’Arvicola terrestre (Arvicola terrestris). Nelle aree marginali e di passaggio verso i coltivi si osservano il Toporagno di Arvonchi (Sorex arunchi), il Moscardino (Muscardinus avellanarius), il Topo selvatico dal dorso striato (Apodemus agrarius), l’Arvicola campestre (Microtus arvalis), la Crocidura minore (Crocidura suaveolens) e il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus). In prossimità degli insediamenti rurali compaiono il Ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus), il Ratto nero (Rattus rattus) e il Topo domestico (Mus domesticus). Predilige invece gli ambienti acquatici la Nutria (Myocastor corpus), roditore di taglia cospicua di origine sudamericana ma ormai naturalizzato nelle fascia delle risorgive. La tabella relativa alle minacce fornisce indicazioni di valenza generale che dovranno essere approfondite attraverso studi specifici che consentano di rilevare le entità degli impatti individuando precisi livelli di soglia. Gli indicatori di qualità proposti suggeriscono una serie di parametri di controllo per il monitoraggio dello stato di salute degli habitat e delle specie all’interno del biotopo. Le fonti di Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 39 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA verifica elencate nell’ultima tabella definiscono sistemi per la misurazione e il controllo degli indicatori di qualità. Per quanto riguarda le minacce e gli impatti, il sito risulta suscettibile ai seguenti fattori: Isolamento del biotopo Canalizzazione delle sponde dei corsi di risorgiva Apporti inquinanti di insediamenti civili e industriali con conseguente alterazione della trofia delle acque Inquinamento diffuso di origine zootecnica Inquinamento della falda acquifera Captazioni a scopi idroelettrici e industriali con conseguente alterazione della stabilità dell’ecosistema acquatico Diffusione di specie alloctone vegetali (Robinia, Ailanto) Diffusione della Nutria Taglio incontrollato della vegetazione ripariale lungo i corsi d’acqua di risorgiva Fenomeni di degradazione del suolo per compattazione in aree umide, dovuti a calpestio Episodi di erosione del suolo Carico zootecnico o sfruttamento agricolo eccessivo, con perdita di diversità ambientale Interventi di rimboschimento con specie esotiche (Robinia)Vulnerabilità del sito Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 40 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 5. DESCRIZIONE DELLE TAVOLE Tavola d04.01 “Carta dell’uso del suolo” Scala 1:10.000 La carta dell’uso del suolo deriva direttamente dal confronto delle ortofoto e dai rilievi in campo. Essa quindi si presenta molto dettagliata, anche per la sovrapposizione derivante dai dati ricavabili dalle carte geologiche, geomorfologiche, litologiche e idrogeologiche. In essa sono stati evidenziati molti tematismi e ambiti riscontrabili sul territorio comunale. Come si può notare in legenda, la tavola relativa all’uso del suolo mette in evidenza tutte le tipologie presenti nel territorio comunale. In rapporto alla superficie totale comunale i seminativi non irrigui presentano la percentuale più alta rispetto a tutte le altre categorie evidenziate nella tavola (61.72%), seguono poi l’urbano discontinuo, l’urbano continuo, le reti stradali, i filari e le fasce tampone. La prima grande distinzione che la tavola evidenzia è quella dell’area occupata dai seminativi, che ricoprono più della metà della superficie comunale. I terreni a seminativo raggruppano all’interno le seguenti colture: mais, orzo, frumento e soia. I seminativi non irrigui sono quegli appezzamenti che ospitano colture agrarie ma che non sono predisposti per la pratica irrigua. Il territorio comunale, essendo ubicato nella zona delle risorgive, si presenta ricco d’acqua e l’irrigazione non è quindi necessaria. Oltre a queste tipologie, nella carta sono stati inseriti anche gli ambiti urbani (continuo e discontinuo), aree sportive e ricreative, aree industriali e commerciali, aree verdi urbane, i cantieri, i corsi d’acqua e le reti stradali. In questa tavola sono state riportate anche le superfici occupate da tare ed incolti, da colture specializzate come le orticole in pieno campo o in serra. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 41 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Si rinviene la presenza, inoltre, di alcuni appezzamenti occupati da arboricoltura da legno, in particolare noceti, ma su superfici ancora poco estese. Discreta è la presenza di vigneti e frutteti, ma anch’essi sono di piccole dimensioni e rientrano in aziende spesso a conduzione familiare. I territori agrari con vegetazione naturale sono quei terreni che potenzialmente sarebbero vocati all’agricoltura ma che, invece, sono occupati da prati naturali e che non sono stati modificati dall’intervento umano, al contrario, invece, delle formazioni antropogene di latifoglie che sono nate proprio grazie ad interventi di impianto ad opera dell’uomo. Esse generalmente sono rappresentate dagli impianti di noceti che si trovano nel territorio comunale. I gruppi arborei sono, come indica il termine, dei raggruppamenti di alberi che non hanno dimensioni tali per essere definiti bosco, né andamento lineare come i filari o le fasce boscate e si possono definire come presenze arboree con superficie inferiore a mq 2000 e larghezza superiore a m 20. Sono stati riportati in questa tavola anche i filari, nonostante essi non presentino specie o esemplari di particolare pregio. Essi si possono definire come presenze arboree mono o bifilari (siepi, filari campestri, etc.) di larghezza inferiore a m 20 e lunghezza qualsiasi, nelle quali la lunghezza è l’elemento dimensionale principalmente sviluppato. Le fasce tampone, riportate anch’esse in cartografia, sono rappresentate da presenze arboree di larghezza inferiore a m 20, decorrenti lungo corsi d’acqua, fossi e scoline, in diretta connessione idraulica di emungimento con aree coltivate. La vegetazione in evoluzione è caratterizzata da superficie boscata che non è ancora classificabile in una determinata categoria vegetazionale, in quanto è contraddistinta da bosco di neoformazione che è soggetto per sua natura a modificarsi con il tempo, sia nella struttura che nella composizione. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 42 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Di seguito viene riportata una tabella, nella quale vengono indicate le percentuali di superficie occupate dalle tipologie di uso del suolo sulla superficie totale comunale. Uso del suolo -tipologia Arboricoltura da legno Aree estrattive Aree industriali Aree sportive e ricreative Cantiere Colture orticole in pieno campo Corsi d'acqua Fascia tampone Filare Frutteti Gruppo arboreo Prati stabili Reti stradali Seminativi non irrigui Tare ed incolti Urbano continuo Urbano discontinuo Vigneti Totale superficie comunale Mq % 123.902 61.979 420.567 120.408 190.431 0,78 0,39 2,65 0,76 1,20 39.587 113.894 270.983 242.819 8.192 93.260 113.652 406.860 9.795.604 571.563 1.095.320 2.163.600 39.623 0,25 0,72 1,71 1,53 0,05 0,59 0,72 2,56 61,72 3,60 6,90 13,63 0,25 100 15.872.244 Tavola d04.02 “SAU: Superficie Agricola Utilizzata” Scala 1:10.000 L’analisi agronomica che sottende alla carta della Superficie Agricola Utilizzata è finalizzata a quantificare l’estensione della superficie agricola utilizzata (SAU); tale verifica si è resa necessaria poiché, secondo il dettato della L.R. n. 11 del 23 aprile 2004, art. 13, comma 1), lettera f), “il calcolo del limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazioni diverse da quella agricola deve essere effettuato, con riferimento ai singoli contesti territoriali, Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 43 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA avendo riguardo al rapporto tra la superficie agricola utilizzata (SAU) e la superficie territoriale comunale (STC)”. La Superficie Agricola Utilizzata risulta dalla somma delle seguenti categorie: arboricoltura da legno, colture orticole in pieno campo, fascia tampone, filare, frutteti, gruppo arboreo, prati stabili, seminativi non irrigui, tare ed incolti e vigneti. Quindi la SAU è rappresentata da tutta la superficie comunale, escluse le aree urbane continue e discontinue, le reti stradali, i corsi d’acqua, i cantieri, le aree estrattive, le aree industriali e le aree sportive e ricreative. In questo conteggio rientrano quindi le aree che non sono assoggettate ad una trasformazione permanente del suolo e che possono venire modificate, apportando un cambiamento alla destinazione d’uso. I risultati delle elaborazioni mostrano che la superficie agricola utilizzata è pari a 1.129,91 ha, che corrispondono al 71,19% dell’estensione territoriale del comune. Pertanto, poiché tale valore supera la soglia del 61,3%, fissata dalla Giunta regionale per gli ambiti di pianura, l’indice di trasformabilità da applicare alla SAU risulta pari al 40% del parametro regionale, e quindi pari a 1.30% (3.24 x 40%). Di conseguenza, la SAU comunale che può risultare soggetta a trasformazione risulta pari a: 1.129,91 ha x 1.30% = 14,68 ha Tavola d04.03 “Classificazione agronomica dei terreni” Scala 1:10.000 I terreni presenti all’interno del territorio comunale sono costituiti in gran parte da sedimenti fluvioglaciali grossolani, prevalentemente ghiaie e sabbie, trasportati dai fiumi alpini e derivati principalmente dall’erosione dei sedimenti morenici abbandonati durante le varie glaciazioni nelle aree alpine e prealpine. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 44 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA I Torrenti Giara, Leogretta, Orolo, Timonchio ed Igna, nel loro attraversare la pianura hanno dato luogo, nel corso dei secoli, a conoidi subalpine, anche molto ampie, formate anch’esse da sedimenti grossolani di tipo ghiaioso o sabbioso che costituiscono il sistema delle aree di divagazione dei principali corsi d’acqua. La spessa coltre dei sedimenti, a causa della loro elevata permeabilità, è sede di un importantissimo acquifero, che alimenta le numerosissime sorgenti che emergono a contatto dei sedimenti meno permeabili della pianura alluvionale (fascia delle risorgive). E’ quindi possibile distinguere fra i depositi affioranti del Quaternario gli elementi di origine alluvionale da quelli di tipo glaciale. I depositi morenici affiorano in gran parte nelle porzioni di pianura posti a ridosso dell’area prealpina e sono costituiti da una matrice limosa in cui sono presenti clasti grossolani, di dimensione e natura variabili, e talvolta frammisti a detrito di falda. Il loro spessore è variabile da pochi cm a 50-60 metri. Ben più rappresentativi sono nell’ambito territoriale del Comune di Caldogno i substrati di natura alluvionale, caratterizzati da una maggiore variabilità e potenza, dovuta all’azione di rimescolamento esercitata dalla componente fluviale. Nel complesso, i suoli originati da tali substrati risultano abbastanza omogenei e classificabili secondo la Classificazione FAO –UNESCO (1990) in: a) suoli alluvionali (FAO: Calcaric Fluvisols) con profilo (A) – C, a componente limosa sabbiosa, ghiaiosa e ciottolosa, a reazione da neutra a sub alcalina, con elevato contenuto in carbonati. b) suoli bruni su depositi alluvionali antichi (FAO: Eutric Cambisols) a profilo A-BwC, e suoli lisciviati a profilo A-Bt-C nelle porzioni più antiche. Orizzonti A: orizzonti minerali che si formano in superficie o al di sotto di un orizzonte organico O. Sono caratterizzati da un accumulo di sostanza organica umificata e intimamente unita alla frazione minerale. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 45 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Orizzonti B: orizzonti che si sono formati al di sotto di un orizzonte O, A o E e sono caratterizzati dall’obliterazione della struttura della roccia originaria che risulta così non più riconoscibile. All’interno dell’orizzonte B è possibile riscontrare, per i suoli sopra citati, un orizzonte Bt accumulo di argilla illuviale, ed un orizzonte Bw con sviluppo di colore e struttura. Orizzonti o strati C: orizzonti o strati che sono poco influenzati dai processi pedogenetici. Secondo la nomenclatura Europea utilizzata i raggruppamenti principali di suoli presenti e elementi formativi dei nomi usati per la definizione delle unità pedologiche riportate sono: Calcaric: denomina suoli con presenza di materiale calcareo Fluvisols: suoli evoluti su sedimenti fluviali o colluviali recenti Eutric: denomina suoli con alta saturazione in basi Cambisols: suoli che presentano modificazioni in termini di colore, struttura e consistenza Le considerazioni fatte per poter classificare i terreni presenti nel territorio comunale si rifanno alla “Lond capability classification” che individua cinque classi di terreni a differenti attitudini colturali. Per la predisposizione della carta si sono dapprima individuati gli “AMBITI FISICI OMOGENEI” attraverso l’utilizzo di foto aeree ed elaborati cartografici (carta della clivometria, carta idrogeologica e geolitologica). Altre informazioni si sono ottenute da interviste con gli operatori del settore quali agricoltori, responsabili dei consorzi irrigui e di bonifica. Sono stati utilizzati i dati di rilievi svolti in precedenza all’interno di ciascun AFO. Si sono allora individuati gli elementi caratterizzanti la diversa potenzialità dei terreni, quali profondità, drenaggio, caratteristiche della falda freatica, ecc. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 46 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Sono stati utilizzati anche i dati relativi a 25 sondaggi (ben distribuiti nel territorio) svolti negli anni scorsi dei quali sono noti i seguenti parametri: tessitura reazione del terreno (pH) carbonato totale sostanza organica azoto totale rapporto carbonio/azoto anidride fosforica ossido di potassio calcare totale calcare attivo In base al valore assunto da ciascuno dei suddetti fattori i terreni sono stati attribuiti ad una delle classi agronomiche previste e qui descritte: Descrizione delle classi agronomiche dei terreni agricoli I classe Suoli che non presentano particolari limitazioni all’uso agricolo e che sono pertanto adatti alla coltivazione di molte colture agrarie anche in avvicendamento. Sono ubicati in piano e non presentano rischio di erosione. La tessitura è equilibrata e li rende facilmente lavorabili. Buono il drenaggio, la falda freatica non interferisce negativamente con la coltivazione di colture arboree ed erbacee. Non sono soggetti ad inondazioni dannose. La loro coltivazione necessita solo delle normali pratiche colturali. II classe Suoli che presentano alcune limitazioni e richiedono accorgimenti nella scelta delle colture praticate. Le limitazioni sono poche e d’entità non rilevante e comunque tali da non condizionare in modo eccessivo le normali pratiche colturali. Vi possono essere praticate un minor numero di colture agrarie anche in avvicendamento necessitando per alcune il ricorso a particolari accorgimenti, Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 47 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA specialmente per le lavorazioni, il drenaggio e il ricorso alle irrigazioni. In linea generale sono quindi suoli con produttività nel complesso buona, anche se minore è l’ampiezza della scelta delle colture e più accurate devono essere le pratiche colturali rispetto ai terreni della prima classe. III classe Suoli che presentano intense limitazioni che riducono la scelta delle coltivazioni e/o richiedono l’adozione di particolari pratiche agronomiche. In generale possono essere presenti limitazioni anche rilevanti per quanto riguarda la profondità, la tessitura, la pendenza, le caratteristiche chimiche ed idrologiche o la possibilità di erosione. In essi sono difficilmente praticabili alcune colture e ristretti sono i tempi per la realizzazione delle normali pratiche agronomiche (lavorazione del terreno, semina, raccolta, ecc.). IV classe Suoli con limitazioni molto forti che restringono la scelta delle piante coltivabili a poche specie agrarie. Lo svolgimento delle pratiche agronomiche richiede l’adozione di particolari tecniche per superare i condizionamenti sfavorevoli derivanti dai caratteri idraulici, pedologici, dalla pendenza, dalla scarsa disponibilità idrica, ecc. V classe Suoli che presentano limitazioni di vario tipo non eliminabili e tali da renderli inadatti ad ospitare colture agrarie, ma che tuttavia sono idonei ad una buona copertura vegetale. Il loro uso sarà pertanto limitato alla pastorizia, alla silvicoltura o al mantenimento dell’ambiente naturale. I suoli della V classe pertanto presentano limitazioni che ne impediscono le normali pratiche colturali a causa o dell’eccessiva pendenza o della pietrosità o della presenza di una falda superficiale o per l’erosione idrica o per fattori legati all’ambiente, quali, ad esempio, avversità climatiche, di esposizione o dovute all’altitudine. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 48 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Attraverso la disamina dei risultati delle analisi chimico fisiche e dei rilievi di campagna si sono individuate le seguenti classi presenti nel territorio comunale: classe I, II e III. La maggior parte del territorio del Comune di Caldogno, come si evince dalla lettura della carta, appartiene alla II classe agronomica, in cui sono presenti suoli caratterizzati da una granulometria “medio-sabbiosa”, buona profondità e assenza di rocciosità e pietrosità. In vaste zone, si presentano, però, situazioni anomale per quanto riguarda la reazione (pH alcalino), il contenuto in calcare e la tessitura (suoli argillosi o con elevata presenza di scheletro). I fattori limitanti le potenzialità produttive sono prevalentemente di natura chimica e dovuti ad un pH tendenzialmente alcalino con calcare totale compreso tra 4,5% e 7%. Gli ambiti territoriali interessati da suoli di II Classe sono localizzati a Nord del Torrente Timonchio e ad Ovest lungo le principali rogge (Caldonazzo e Feriana). I terreni della classe III, caratterizzata da terreni con granulometria simile alla precedente ma con un pH maggiore (superiore a 8) e Calcare (superiore al 10%), si trovano nella porzione centrale del Comune, nella parte compresa tra gli abitati di Capovilla e Cresole con asse centrale posto lungo via Alture (che per toponomastica e sviluppo rappresenta il paleoalveo del vicino Fiume Bacchiglione). E’ quindi facile ipotizzare come il divagare delle componenti fluviali all’interno del perimetro comunale abbia portato alla sedimentazione diversificata degli elementi pedologici influenzanti i suoli del Comune di Caldogno. Queste modalità pedogenetiche hanno, comunque, permesso la sedimentazione di due ambiti ricadenti nella I classe agronomica. Essi sono individuati nell’immediato a N-NO tra l’abitato di Caldogno e quello di Capovilla e lungo il confine con il Comune di Villaverla lambito dalla Roggia Verlata. La giacitura è in prevalenza pianeggiante e le pendenze sempre inferiori (<) al 5%. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 49 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Tavola d04.04 “Carta dei sistemi ecorelazionali” Scala 1:10.000 In questa carta sono stati inseriti tre tematismi: i corridoi ecologici, nodo della rete e le aree cuscinetto. I nodi della rete o aree nucleo sono costituiti dai siti della Rete Natura 2000 individuati ai sensi delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e dalla aree naturali protette e quindi sono aree già sottoposte a tutela, dove sono presenti biotopi, habitat naturali e seminaturali, ecosistemi terrestri ed acquatici caratterizzati da un alto livello di biodiversità. Nel territorio comunale, come già trattato nel capitolo a parte, ricade un sito della Rete Natura 2000 ed identificato col nome “Bosco di Dueville e Risorgive limitrofe” e quindi i nodi della rete sono individuati dal perimetro del sito. I corridoi ecologici presenti nel territorio comunale sono identificabili con il Torrente Timonchio, in un caso, che attraversa il territorio comunale da NordOvest verso Sud-Est ed altri sono rappresentati da ambiti limitrofi sia a zone cuscinetto che ai nodi della rete. Nell’insieme della rete ecologica, i corridoi ecologici sono rappresentati da fasce naturali con la funzione di favorire gli spostamenti delle specie tra i nodi e gli altri componenti della rete, al fine di assicurare uno scambio tra popolazioni ed evitare l’isolamento. I corridoi rappresentano l’elemento chiave delle reti ecologiche, poiché consentono la migrazione delle specie, all’interno e tra le aree nucleo presenti in un territorio o, più in generale, tra aree di origine (source) e di assorbimento (sink). Inoltre, i corridoi rendono possibile la colonizzazione di aree relitte marginali, altrimenti isolate. Le aree cuscinetto o buffer zone, rappresentano un’area contigua e di rispetto adiacente alle aree nucleo, con funzionalità multipla. Esse rappresentano le zone contigue e le fasce di rispetto adiacenti alle aree centrali e fungono da Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 50 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA nesso fra la società e la natura ove è necessario attuare un politica di corretta gestione dei fattori abiotici e biotici e di quelli connessi con l’attività antropica. Il ruolo funzionale delle aree cuscinetto è quello di preservare l’integrità ambientale dell’area nucleo o del corridoio ecologico e quindi sono delle aree in cui si dovrebbe attuare un progressivo passaggio dalle condizioni di equilibrio naturale, presente nelle aree protette, verso i sistemi antropogenici limitrofi. Tavola d04.05 “Carta delle aziende e delle strutture produttive” Scala 1:10.000 Le indagini agronomiche che hanno permesso la realizzazione della tavola seguente sono state svolte utilizzando come base la documentazione e gli elaborati di analisi di natura agronomica componenti il PRG vigente, integrata da altri dati disponibili (indagine ISTAT, dati in possesso di Consorzi di Bonifica ed altri Enti, Associazioni di Categoria, ecc). Le indagini condotte sul comparto delle aziende agricole, svolte nel 2009, ha permesso di verificare un assetto fondiario piuttosto variegato, nel quale ci sono aziende di grandi dimensioni, condotte estensivamente, aziende di medie dimensioni con allevamento intensivo e terre coltivate, medie aziende con allevamento rapportato alle superfici coltivate, piccole e piccolissime aziende senza allevamento. Negli ultimi anni, l’attività agricola ha subito molte trasformazioni soprattutto nel settore della meccanizzazione e al momento attuale numerose aziende che un tempo erano vitali non sono quasi più attive e i proprietari praticano sul fondo solamente lo sfalcio dell’erba. Nella carta degli “Elementi produttivi strutturali” sono state inserite le aziende agricole con il rispettivo centro aziendale e le strutture che ospitano allevamenti zootecnici. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 51 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Le aziende zootecniche rilevate ancora come vitali sono state 17, gli allevamenti presenti nel territorio comunale sono di bovini da latte e solo in due casi esclusivamente bovini da carne, mentre una sola azienda presenta bovini sia da latte che da carne. Un’altra azienda presenta allevamento di vacche da latte e di cavalli. Nel territorio non sono presenti allevamenti di avicunicoli, né di suini. Due aziende rilevate mantengono la tradizione di portare le vacche a monticare durante l’estate e sono contraddistinte dall’asterisco vicino al progressivo aziendale. Progressivo Ubicazione azienda azienda Bovini da latte Bovini da Equini carne Vacche in Rimonta lattazione 1 Via Roggia 55 20 Summano 35 30 Feriana 2 Via 2 3 Via Curti, 10 45 10 4 Via 20 11 Palazzina, 11 82 5 Via Scartezzini 7 8 6 Via 40 30 Pontaron, 17 7 Via Asiago 60 50 8 Via Pontaron 25 32 9 Via 60 40 30 15 Pontaron, 10 15 10 Via Vegre, 4 Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 52 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 11 Via Vegre, 2 12 Via Preazzi, 32 28 13 Via Preazzi, 12 30 14 Via Rizzotti, 21 24 95 70 47 15* Via Altura, 7 80 40 16* Via Moie, 10 18 12 17 Via Rizzotti, 3 45 30 Nella tavola sono stati evidenziati quelli, tra gli allevamenti, che risultano intensivi in base ai parametri regionali. All’interno delle indicazioni dell’Atto di indirizzo art. 50 della LR 11/2004, lettera d – Edificabilità zone agricole, al punto 5, vengono definite le distanze reciproche per gli allevamenti intensivi dai limiti della zona agricola, dalle residenze civili sparse e dalle residenze civili concentrate (centri abitati). Ai fini della definizione delle distanze innanzitutto si deve effettuare una suddivisione in classi dimensionali degli insediamenti zootecnici in funzione delle dimensioni e dell’inquinamento potenziale. Gli allevamenti intensivi presenti appartengono due alla prima classe (aziende 15 e 17), che per i bovini, prevede un limite massimo di peso vivo medio inferiore a 90 tonnellate e uno alla seconda, quindi con peso vivo medio tra 90 e 36 tonnellate (azienda 14). Gli allevamenti che sono risultati intensivi sono 3 e i parametri che sono stati utilizzati per la determinazione del punteggio sono i seguenti: tipologia dell’ambiente di stabulazione e del sistema di pulizia (max punti 40) sistema di ventilazione (max punti 40) sistema di stoccaggio e trattamento delle deiezioni (max punti 40) Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 53 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA La tabella che segue mette in luce i punteggi delle aziende con allevamento intensivo: Numero Tipologia azienda dell’ambeinte di ventilazione stoccaggio stabulazione e trattamento del di delle deiezioni sistema sistema di sistema di Totale e pulizia 14 10 30 10 50 15 10 0 10 20 17 10 0 10 20 In base ai punteggi delle aziende con allevamento intensivo, sono state determinate le distanze minime reciproche tra gli allevamenti zootecnici e le residenze civili sparse e le residenze civili concentrate, come da tabelle che seguono. Tab distanza tra gli allevamenti zootecnici e le residenze civili sparse (valori espressi in metri) Classe dimensionale 1 2 3 0-30 50 100 150 31-60 75 150 200 61-100 100 200 250 Punteggio Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 54 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Tab distanza tra gli allevamenti zootecnici e le residenze civili concentrate (valori espressi in metri) Classe dimensionale 1 2 3 0-30 100 200 300 31-60 150 250 400 61-100 200 300 500 Punteggio Tabella riassuntiva distanze allevamenti aziendali e residenze civili sparse e concentrate Azienda distanza allevamenti tra zootecnici gli distanza e allevamenti le residenze civili sparse le tra gli zootecnici residenze (m) concentrate (m) 1 150 250 2 50 100 3 50 100 e civili Tavola d04.06 “Carta dell’analisi storica del paesaggio” Scala 1:10.000 Questa tavola nasce dalla sovrapposizione delle informazioni relative ad alcune componenti del paesaggio, come il dosso fluviale, i manufatti rurali e i grandi alberi. I grandi alberi si trovano all’interno di una proprietà ubicata a Cresole, precisamente in via Caldonazzo. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 55 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Questi due grandi alberi, anche citati nel PTCP, hanno entrambi altezza pari a 43 m. il primo è un Calocedro o Calocedrus e l’altro è un Tassodio o Taxodium disticum. Questi due esemplari arborei si trovano all’interno di un giardino di proprietà privata di un vecchio edificio residenziale abbandonato. Essi si trovano all’interno di un gruppo di altri grandi alberi frammisti ad essi. La proprietà è abbandonata, anche se la superficie prativa circostante viene sfalciata da un terzista. La zona dove si rinvengono i due esemplari qui menzionati è caratterizzata dalla presenza di acqua affiorante, come del resto in altre parti del comune. La presenza di acqua superficiale condiziona notevolmente la vita delle specie arboree ed arbustive, portando un normale inserimento delle specie più adatte a vegetare in condizioni di stress idrico. I due alberi, come già detto, si inseriscono in un contesto di giardino privato, dove si ritrovano altre specie che vegetano in ambienti umidi, come ad esempio alcuni platani. Gli esemplari menzionati si trovano in buono stato fitosanitario, ad una prima verifica, ma servirebbero analisi strumentali più approfondite per verificarne la stabilità. Il dosso fluviale o paleo alveo corrisponde al vecchio alveo del Timonchio, abbandonato a seguito di un evento alluvionale verificatosi nei primi decenni del 1800, che si sviluppa subparallelamente all'attuale corso d'acqua toccando le località di Capovilla, Cresole e Rettorgole. Nella parte ancora sufficientemente conservata, costituisce un dosso fluviale che emerge di alcuni metri rispetto alla pianura circostante, costituendo un elemento di unicità geomorfologica e paesaggistica. Oltre ad una rilevante valenza morfologica, questo alto strutturale ha anche una importante valenza idraulica costituendo un limite fisico alle esondazioni dell'attuale corso d'acqua. Per quanto riguarda l’altro elemento inserito in questa tavola, ossia i manufatti rurali, essi sono rappresentati da edifici o gruppi di edifici ricadenti in Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 56 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA zona agricola e costruiti con i criteri dell’edilizia rurale tipica della zona, composti spesso da più corpi di fabbrica con diverse destinazioni, tra cui, oltre alla residenziale, si trovano le destinazioni a stalla e ad annesso rustico, sia come fienile che come deposito scorte e attrezzi. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 57 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 6. INDICAZIONI PROGETTUALI Le indicazioni progettuali riportate in questa sede, riferibili al settore rurale e al settore ambientale nel senso lato del termine, non possono prescindere dalla tutela degli aspetti paesaggistici del territorio rurale, in particolar modo nei confronti delle risorgive individuate nel presente PAT, oltre al Sito di Importanza Comunitaria del Bosco di Dueville e delle risorgive limitrofe. Le risorgive costituiscono un patrimonio importante che va valorizzato, ma soprattutto tutelato. Esse rientrano nella più ampia rete dei fenomeni di risorgenza che caratterizzano la fascia delle risorgive, fascia praticamente continua di larghezza compresa tra 2 e 10 km che attraversa il territorio veneto. Il fenomeno delle risorgive caratterizza la quasi totalità del territorio comunale, dando origine ad un vero e proprio reticolo idrografico superficiale. Per tutelare le risorgive si ritiene fondamentale l’applicazione di alcune norme puntuali (si vedano le NTA) affinché siano evitati quegli interventi in grado di compromettere l’equilibrio idrico, ma anche l’equilibrio biologico che è corredo essenziale e peculiare delle risorgive stesse. Altro fondamentale nodo per poter utilizzare al meglio il territorio è la valorizzazione dei percorsi e dei sentieri per poter percepire le risorse naturalistiche, ambientali e del paesaggio che Caldogno presenta. La valorizzazione dei percorsi prende il via dall’intervento sulle strade poderali, argini e capezzagne in modo da creare una rete di connessioni ecologiche e paesaggistiche in grado di assolvere a più funzioni, come ad esempio la tutela degli ambiti di paesaggio agrario e migliorare la fruizione dei luoghi. Le azioni di valorizzazione si possono attuare attraverso proposte di recupero, inserimento in progetti di livello sovra comunale, oltre all’adozione di misure di tutela idrogeologica e paesaggistica. Sarebbe inoltre importante creare integrazioni tra percorsi e sentieri con le risorse ambientali, turistiche e culturali. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 58 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Altre indicazioni utili per valorizzare il territorio di Caldogno sono il mantenimento delle aziende agricole vitali, attraverso l’integrazione di agricoltura e altre attività economiche, promuovere azioni di tutela e utilizzo sostenibile delle risorse mediante l’incentivazione a forme di risparmio energetico e utilizzo di risorse rinnovabili (impianti per la produzione di energia e calore da fonti, riutilizzo acque piovane, etc), favorire ed incentivare le funzioni ricettive e ricreative. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 59 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 7. CONCLUSIONI Il presente lavoro, data la finalità della L.R. 11/2004 "Norme per il governo del territorio", ha individuato gli ambiti e le modalità di utilizzazione del territorio aperto sia nella sua accezione prettamente ambientale che dal punto di vista rurale, compresa la componente economica del settore agricolo. Sono state quindi individuate aree sottoposte a vincolo, come ad esempio il di destinazione forestale, e il Sito di Importanza Comunitaria, oltre a numerose altre aree di risorgiva di maggior pregio che sono state puntualmente evidenziate. Altri elementi generatori di vincolo sono gli allevamenti zootecnici che, previa accurata analisi, sono stati individuati come intensivi. Mentre per quanto riguarda le Fragilità, ambiti territoriali che per le loro caratteristiche specifiche devono essere soggette a tutela, sono segnalate le aree di risorgiva e i corsi d’acqua. Le Invarianti di natura paesaggistica sono quegli ambiti contenenti caratteri specifici ed identificativi - areali, lineari e puntuali - che li caratterizzano e distinguono e la cui tutela e salvaguardia risulta indispensabile al mantenimento dei caratteri fondamentali degli stessi. Nel caso del comune di Caldogno tali elementi coincidono con i grandi alberi, i prati stabili e le strutture della piscicoltura. Le Invarianti di natura ambientale comprendono invece quelle risorse naturali- areali, lineari e puntuali- ove la tutela e la salvaguardia dei valori ambientali risulta indispensabile all’attuazione di uno sviluppo sostenibile. Nel comune sono state individuate come invarianti di natura ambientale le aree importanti per la tutela della flora e della fauna, ossia: - le isole ad elevata naturalità; - il SIC “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe”; - il corridoio ecologico principale; - il corridoio ecologico secondario. Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 60 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Per quanto riguarda le Trasformabilità nel sistema rurale sono da incentivare gli interventi di riqualificazione e riconversione. Dallo studio svolto è emerso che il comune di Caldogno si presenta come un territorio ricco di caratteri peculiari dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, che lo connotano e lo rendono pregevole, ma questi stessi caratteri necessitano di tutela mirata affinché il valore che li contraddistingue (risorgive e flora e fauna ad esse legate) non diventi punto di fragilità che li può danneggiare irreversibilmente. Dall’altro lato Caldogno si presta ad essere luogo idoneo per lo sviluppo e il progresso, visto la conformazione morfologica territoriale ed la posizione favorevole dal punto di vista infrastrutturale. Le analisi e le proposte fornite in questa sede si pongono come linee guida per uno sviluppo sostenibile che verte alla crescita territoriale responsabile, mettendo in atto politiche attive di tutela, salvaguardia e riqualificazione affinché le peculiarità del territorio siano rispettare, permettendo altresì lo sviluppo e l’attivitàù pianificatoria. Febbraio 2011 Dr. Roberta Meneghini, Forestale Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 61 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 8. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 62 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 63 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 64 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 65 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 66 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA 10 Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 67 COMUNE DI CALDOGNO PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO RELAZIONE AGRONOMICA Dr. For. Roberta Meneghini Sede Operativa: 36077 Altavilla Vicentina (VI) - Tel/Fax: 0444.340136 P.IVA 03305550240 – C.F. MNGRRT76B59L157Q - [email protected] 68 Comune di CALDOGNO P.A.T. – Relazione Tecnica R ELAZIONE G EOLOGICA dott.ssa geol. Emanuela Tescari Dr. Geol. Emanuela Tescari - Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel/ fax 0444 570598 INDICE 1. Premessa pag. 1 2. Inquadramento generale pag. 4 3. Elaborato c0501 - Carta Geolitologica 3.1 Inquadramento generale 3.2 Caratteristiche dei terreni 3.3 Condizioni tettoniche pag. 6 pag. 6 pag. 8 pag. 11 4. Elaborato c0502 - Carta Idrogeologica 4.1 Idrologia di superficie 4.1.1 Rete idrografica 4.1.2 Risorgive 4.1.3 Condizioni idrogeologiche-idrauliche pag. 12 pag. 12 pag. 12 pag. 17 pag. 19 4.2 pag. 22 Acque sotterranee 4.2.1 Caratteristiche della circolazione idrica sotterranea Acquifero indifferenziato 4.2.2 Profondità della falda dal piano campagna 4.2.3 Sistema multifalde - Acquiferi profondi pag. 24 pag. 25 pag. 26 Vulnerabilità degli acquiferi nei confronti dell'inquinamento pag. 27 5. Elaborato c0503 - Carta Geomorfologica 5.1 Forme strutturali 5.2 Forme fluviali e fluvioglaciali 5.3 Forme artificiali 5.3.1 Forme legate all'attività estrattiva 5.3.2 Opere di difesa o di regimazione idraulica o inerenti la viabilità pag. 29 pag. 29 pag. 29 pag. 31 pag. 31 pag. 32 6. Caratterizzazione sismica pag. 34 7. Tavola 2 - Carta delle Invarianti pag. 35 8. Tavola 3 - Carta delle Fragilità 8.1 Compatibilità geologica ai fini urbanistici 8.1.1 Aree idonee a condizione 8.1.2 Aree non idonee pag. 36 pag. 37 pag. 38 pag. 43 8.2 Aree soggette a dissesto idrogeologico 8.2.1 Aree esondabili o a ristagno idrico 8.2.2 Aree di risorgiva 8.2.3 Aree con presenza di una o più attività estrattive, in atto, dismesse o abbandonate pag. 44 pag. 44 pag. 45 8.3 Altre componenti di Fragilità pag. 47 4.3 Allegati: pag. 46 Allegato 1 - Indagini geognostiche ________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA' IDRAULICA (Febbraio 2011) Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 1 - PREMESSA L’Amministrazione Comunale di Caldogno – Provincia di Vicenza, ha conferito alla scrivente, quale facente parte del raggruppamento temporaneo tra professionisti, l’incarico per la redazione degli elaborati a carattere geologico per il Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.), secondo quanto previsto dalla L.R. 23 Aprile 2004 n. 11 “Norme per il governo del territorio”. Il processo di pianificazione e di gestione del territorio presuppone infatti la necessità di avere un quadro il più possibile aggiornato delle conoscenze sulle condizioni naturali ed ambientali, che consenta una organica rappresentazione e valutazione dello stato del territorio e dei processi evolutivi che lo caratterizzano. Nell'ambito del procedimento di redazione del PAT, il contributo geologico si esplica essenzialmente in relazione a: − Quadro Conoscitivo, relativamente comprendente i temi: c0501 Litologia c0502 Idrogeologia c0503 Morfologia alla Matrice c05 Suolo e Sottosuolo, − tavole di Progetto - Carta dei Vincoli, Carta delle Invarianti e, in particolare, Carta delle Fragilità - e relative Norme Tecniche di Attuazione, per gli articoli attinenti agli aspetti "geologi". • Quadro Conoscitivo Scopo del Quadro Conoscitivo, predisposto secondo le indicazioni regionali ("Prontuario per la redazione della documentazione geologica del Quadro Conoscitivo e degli aspetti geologici del Progetto dei PAT/PATI"), è quello di analizzare lo stato del territorio ed i processi evolutivi che lo caratterizzano, individuando contestualmente il grado di vulnerabilità e le condizioni di fragilità, al fine di evidenziare quelle situazioni che, allo stato attuale o in previsione della loro evoluzione, possono risultare “condizionanti” ai fini urbanistici, ed in particolare per quelli edificatori. Particolare attenzione è stata quindi posta nell’esame delle condizioni di tipo morfologico, geologico-geotecnico, idrogeologico ed idraulico che costituiscono o potrebbero costituire elementi di fragilità o criticità del territorio oppure che, in funzione delle loro caratteristiche di tipicità e/o vulnerabilità, rappresentano elementi o contesti da salvaguardare e valorizzare. L’esame e la rielaborazione dei dati disponibili e di quelli acquisiti nel corso dello studio ha portato alla stesura degli elaborati cartografici alla scala 1:10.000, realizzati su base cartografica costituita dalla Carta Tecnica Regionale Numerica C.T.R.N: Elaborato c 05 01 Elaborato c 05 02 Elaborato c 05 03 Carta Geolitologica Carta Idrogeologica Carta Geomorfologica _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 1 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Per la rappresentazione grafica dei diversi tematismi si è fatto riferimento alle specifiche legende di cui alla D.G.R. 615/1996 “Contenuti geologico-tecnici nelle grafie unificate per gli strumenti urbanistici comunali” ed alle più recenti disposizioni regionali. • Tavole di Progetto Il Progetto costituisce una elaborazione ragionata degli elementi contenuti nel quadro conoscitivo e si esplica nei seguenti elaborati cartografici: Tavola 1 Tavola 2 Tavola 3 Tavola 4 Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale Carta delle Invarianti Carta delle Fragilità Carta della Trasformabilità Il contributo geologico riguarda le prime tre Carte ed in particolare la Carta delle Fragilità. Per quanto di competenza, questa tavola deriva da una valutazione incrociata degli aspetti riportati in dettaglio negli elaborati del Quadro Conoscitivo (Carta Geolitologica, Carta Idrogeologica, Carta Geomorfologica) e rappresenta la diversa "idoneità" del territorio a recepire le trasformazioni urbanistiche, ed in particolare quelle edificatorie, tramite la valutazione della "compatibilità geologica" e l'analisi dei fattori di criticità identificati dalle "aree a dissesto idrogeologico". Pur proponendosi di fornire un quadro sufficientemente completo ed approfondito delle caratteristiche del territorio comunale, l'analisi effettuata mantiene comunque un carattere “generale”, di indirizzo e supporto alla pianificazione territoriale. Nella progettazione degli interventi si dovranno pertanto prevedere adeguate indagini geognostiche, idrogeologiche e/o idrauliche specifiche e puntuali, finalizzate alla modellazione geologica e geotecnica, alla definizione delle condizioni idrauliche, nonché alla caratterizzazione sismica dell'area, secondo quanto previsto nell'articolato delle N.T.A. e dalla normativa vigente. • L'Amministrazione Comunale era già in possesso di studi a carattere geologico ed idrogeologico estesi all'intero territorio comunale, eseguiti anche dalla scrivente o relativi ad interventi o problematiche specifiche. Lo studio ha quindi comportato una loro verifica, revisione ed integrazione, sulla base della documentazione derivata dalla pianificazione di livello superiore (provinciale e regionale), di dati bibliografici recenti, nonché di quelli presenti nell'archivio comunale. La predisposizione degli elaborati cartografici del Quadro Conoscitivo si è quindi articolata secondo i seguenti punti. ◊ Acquisizione ed analisi della documentazione disponibile presso il Comune e relativa ad indagini a carattere geognostico, idrogeologico ed idraulico, puntuali o a carattere generale, tra cui in particolare: − revisione cartografia geologica per il P.R.G. (2005); − Studi di compatibilità idraulica per le Varianti Parziali al P.R.G. n. 17/2004 e n. 19/2004; _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 2 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ − Elaborati geologici per il P.R.G. 1996; − "Studio idrogeologico del territorio comunale di Caldogno" (1979). ◊ Esame della documentazione a carattere sovra comunale, tra cui: − Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (2010) ( P.T.C.P.); − Piano di Tutela delle Acque" (2009); − Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (1991 e 2009) (P.T.R.C.); − Piano provinciale di Emergenza (2007); − A.A.T.O. Bacchiglione, Provincia di Vicenza (2005). "Tutela e valorizzazione delle risorgive della Provincia di Vicenza"; − Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, BrentaBacchiglione (2007). "Progetto di Piano Stralcio per l’assetto Idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchglione – L. n. 267/98 e L. n. 365/00. Prima Variante" (P.A.I.); − Piano Regionale Attività di Cava (P.R.A.); − A.R.P.A.V. (2008). "Le acque sotterranee della pianura veneta"; − Università degli Studi di Padova - Centro Internazionale di idrologia Dino Tonini, Provincia di Vicenza, A.A.T.O. Bacchiglione (2005). "Bacino del Bacchiglione: studi e ricerche idrogeologiche finalizzati alla messa a punto di modelli matematici per la tutela e la gestione delle risorse idriche sotterranee"; − A.I.M - C.N.R. (1987). “Vulnerabilità degli acquiferi nella pianura a nord di Vicenza”; − Regione del Veneto (1985). "Carta Isofreatica"; − A. Dal Prà (1983). "Carta Idrogeologica dell'alta Pianura Veneta"; − A.I.M - C.N.R. (1982). “Gli acquiferi nella pianura a nord di Vicenza”; − C.N.R. (Quaderni dell’I.R.S.A) !980). “Restituzione freatica ai fontanili nell’alta pianura veneta, tra il fiume Piave e i Monti Lessini”. ◊ Rilievi di campagna finalizzati alla verifica ed all'integrazione della documentazione acquisita. ◊ Contatti con il personale tecnico del Comune e con funzionari degli Enti sovra comunali al fine della verifica dei dati. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 3 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 2 - INQUADRAMENTO GENERALE Il comune di Caldogno ricade nell’ambito della pianura immediatamente a nord di Vicenza, in prossimità delle propaggini più orientali dei Monti Lessini. Confina a sud con il comune di Vicenza, ad ovest con i comuni di Costabissara ed Isola Vicentina, a nord e nord-est con il comune di Villaverla, ad est con quello di Dueville. Il territorio comunale, sviluppato in senso meridiano, si estende su una superficie di 15.87 km2, debolmente digradante verso sud-est, con quote della superficie topografica comprese tra un massimo di circa 68.5 m s.l.m. all'estremità nord-settentrionale e di 38.0 m s.l.m. a quella meridionale. In questo contesto di pianura, le evidenze in grado di caratterizzare il territorio risultano tipologicamente limitate ma comunque significative sia sotto l'aspetto prettamente "geologico", che dal punto di vista paesaggistico-ambientale, nonché per quanto riguarda l'utilizzo del territorio stesso; in particolare: • nella porzione settentrionale del comune, a nord dell'allineamento Capoluogo-Capovilla, le modifiche all'assetto morfologico indotte dall'attività estrattiva; • nel settore centro-meridionale, a sud di tale allineamento, il fenomeno delle risorgive che dà origine ad una fitta rete di rogge e fossati, in parte naturali ed in parte modificati dall'intervento antropico; al fenomeno delle risorgive è legata la presenza di due aree tutelate: − la Zona di Protezione Speciale "Bosco di Dueville" - ZPS IT 3220013 − il Sito di Importanza Comunitari "Bosco di Dueville e risorgive limitrofe" - SIC IT 3220040; • nel settore orientale, il risalto morfologico del dosso fluviale, corrispondente al vecchio corso del Torrente Timonchio. Le "acque", siano esse superficiali o sotterranee, rappresentano un elemento di particolare importanza nell'ambito comunale in quanto ad esse sono riconducibili alcuni tra i principali elementi di criticità, di tipo idraulico (problematiche legate alla rete idrografica) ed idrogeologico. Altri elementi di criticità derivano essenzialmente dall'intervento antropico; tra questi, oltre all'attività estrattiva, la presenza e distribuzione dell'edificato e delle infrastrutture. Per quanto riguarda lo sviluppo abitativo e produttivo, l'insediamento storico si identifica con i nuclei di Caldogno, Capovilla, Cresole e Tomasina - C.da Sesto. Lo sviluppo edilizio è avvenuto a consolidamento dei nuclei storici, ma anche lungo la viabilità storica di collegamento di Via Pasubio - Via Roma e Via Barco - Via Palazzina, che collegano Caldogno ai centri di Isola Vicentina, Dueville e Villaverala. Attualmente i principali insediamenti abitativi e produttivi si distribuiscono essenzialmente in due fasce: quella tra il Capoluogo e Capovilla, nel settore centro-settentrionale, e quella di Rettorgole-Cresole, in quello centro-meridionale, con la maggior parte della popolazione _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 4 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ concentrata tra Caldogno, Rettorgole e Cresole (il 92% nel 2001). Insediamenti più limitati si hanno poi lungo la viabilità principale, in particolare la S.S. n. 349, al limite occidentale del territorio comunale. La viabilità rappresenta frequentemente un elemento di criticità per il territorio. Sotto questo aspetto, il Comune di Caldogno, pur trovandosi in una posizione strategica dal punto di vista infrastrutturale, ne risulta interessato in modo marginale e, nella maggior parte del territorio, la viabilità è ad uso essenzialmente locale. Le principali arterie di comunicazione con i grossi centri urbani dell'alto vicentino, quali Schio (SP 46) e Thiene(SP 349), si localizzano all'estremità occidentale del territorio, a ridosso del confine comunale; l'autostrada A31 "Valdastico" e la linea ferroviaria Vicenza-Schio) passano ad est del comune. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 5 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 3 - Elaborato c0501 - CARTA GEOLITOLOGICA La tavola in oggetto si propone di caratterizzare il territorio comunale sulla base della natura litologica e delle caratteristiche stratigrafiche e geotecniche dei terreni, in relazione ad un utilizzo ai fini urbanistici in genere ed in particolare a quelli edificatori. Tale elaborato va considerato pertanto come una carta di sintesi delle condizioni geologicostrutturali e di zonizzazione geologico-tecnica del territorio comunale finalizzata alla verifica della compatibilità degli interventi urbanistici con l'assetto geologico del territorio in cui si inseriscono; per il singolo intervento si dovranno pertanto prevedere adeguate indagini geognostiche, specifiche e puntuali. Per l'elaborazione della Tavola si sono utilizzati i dati provenienti da indagini puntuali di tipo geognostico, integrati con quanto reperito in bibliografia e relativo a studi a carattere generale. I punti di indagine più significativi sono riportati con apposita simbologia nella tavola in oggetto mentre i relativi tabulati e/o grafici figurano nell'Allegato 1 - Indagini geognostiche. ¾ Per le diverse unità litologiche individuate sono state indicate le caratteristiche medie di permeabilità sulla base della diversa capacità di consentire l'infiltrazione e la circolazione idrica sotterranea, secondo le indicazioni fornite dalla Regione per la compilazione del Quadro Conoscitivo. L'attribuzione ad un determinato litotipo di una classe di permeabilità è stata basata essenzialmente sulla natura litologica anche se l'esistenza di prove sperimentali in sito ha talora consentito una migliore definizione delle caratteristiche medie di permeabilità dei terreni. Si sono così distinti: • • • • depositi molto permeabili per porosità (k > 1 cm/s) depositi mediamente permeabili per porosità (k = 1 - 10-4 cm/s) depositi poco permeabili per porosità (k = 10-4 - 10-6 cm/s) depositi praticamente impermeabili (k < 10-6 cm/s) 3.1 - Inquadramento generale Per quanto riguarda l’ inquadramento generale, nell’ambito della pianura a nord di Vicenza, i terreni quaternari sono costituiti da materiali detritici continentali di deposito fluvioglaciale/alluvionale, molto variabili dal punto di vista granulometrico e tessiturale, geneticamente legati alla sovrapposizione ed interdigitazione delle conoidi subalpine dei principali corsi d’acqua - Giara-Orolo, Leogra-Timonchio e, soprattutto, del torrente Astico ed alle loro divagazioni nell'area di pianura. Al riguardo, nella successiva Figura 1 si riporta l'andamento schematico dei successivi percorsi dell'Astico e del Brenta nella pianura a nord di Vicenza. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 6 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Figura 1 - tratta da: "Bacino del Bacchiglione: studi e ricerche idrogeologiche finalizzati alla messa a punto di modelli matematici per la tutela e la gestione delle risorse idriche sotterranee" - Università degli Studi di Padova - Centro Internazionale di idrologia Dino Tonini, Provincia di Vicenza, A.A.T.O. Bacchiglione. (tratta, a sua volta, da F. Calvino, "Idrogeologia dell'Alta Pianura Veneta". C.N.R., 1983) Dalla figura si può notare come i depositi alluvionali presenti del territorio di Caldogno siano legati geneticamente alle dinamiche fluviali del torrente Astico, sia in tempi esostorici (A1 - A2) che, più recentemente, in epoca medioevale (A4). • Relativamente alle caratteristiche granulometriche e tessiturali dei depositi, nell'ambito del territorio comunale è possibile distinguere tre diverse zone che si succedono in senso meridiano (Fig. 2 – Situazione geostrutturale ed idrogeologica): Figura 2 - Situazione geostrutturale ed idrogeologica (da: "VULNERABILITA' degli ACQUIFERI nella pianura a nord di Vicenza". AIM-CNR, 1987) Confine Nord Confine Sud _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 7 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ − nel settore nord, il sottosuolo è costituito da un materasso alluvionale prevalentemente ghiaioso e ghiaioso-sabbioso al cui interno è presente un livello argilloso sufficientemente esteso e continuo posto a circa 35 m di profondità dal piano campagna; − nel settore centrale, in corrispondenza della fascia delle risorgive, all'interno dei materiali granulari si iniziano a delineare lenti e livelli di terreni più fini da sabbioso-limosi a limosoargillosi che assumono sempre più consistenza e continuità spaziale; − a sud della fascia delle risorgive, le alluvioni più grossolane tendono progressivamente a ridursi o a scomparire, almeno nei primi 8-10 metri dal piano campagna, sostituite da terreni limoso-argillosi, localmente sabbioso-limosi. 3.2 - Caratteristiche dei terreni Dal momento che il territorio comunale di Caldogno si colloca a cavallo della fascia delle risorgive, i terreni risultano contraddistinti da una elevata variabilità sia laterale che con la profondità, con frequenti alternanze ed eteropie tra litotipi granulari e coesivi, soprattutto nei primi 10-20 m dal piano campagna. Questa variabilità continua anche in prof6ndità, seppure in modo meno marcato, con alternanze tra livelli fini argilloso-limosi e livelli granulari sabbioso-ghiaiosi, con spessori variabili tra qualche metro ad oltre una decina di metri. In considerazione del fatto che, nella maggior parte degli interventi, i fenomeni di interazione terreno-struttura si sviluppano principalmente nella porzione superficiale del terreno, nell'elaborazione della Tavola si è scelto di fare riferimento ad una profondità media di indagine pari a 8 metri dal piano campagna. In accordo con gli indirizzi della Regione (D.G.R. 615/96), i diversi litotipi sono stati raggruppati in funzione di: • • • • processo di messa in posto; natura litologica; stato di aggregazione; comportamento meccanico. Tutti i litotipi presenti ricadono nel sottotema "materiali alluvionali, morenici, fluvioglaciali, lacustri, paludosi e litorali" e sono costituiti essenzialmente da depositi alluvionali e fluvioglaciali. Il passaggio tra i diversi litotipo è graduale, legato com’è a fenomeni di interdigitazione dei depositi dei corsi d’acqua principali ed alle divagazioni e/o esondazioni succedutesi nel tempo; si sono comunque distinte le seguenti tipologie: • materiali granulari più o meno addensati dei depositi fluviali e/o fluvioglaciali antichi, a tessitura prevalentemente ghiaiosa e sabbiosa; • materiali sciolti di deposito recente ed attuale dell'alveo mobile e delle aree di esondazione recente; • materiali alluvionali e fluvioglaciali a tessitura prevalentemente limo-argillosa; • materiali alluvionali e fluvioglaciali a tessitura prevalentemente sabbiosa; • materiali di riporto. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 8 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ • Materiali granulari più o meno addensati dei depositi fluviali e/o fluvioglaciali antichi, a tessitura prevalentemente ghiaiosa e sabbiosa (L-ALL-01). Sono presenti essenzialmente nella porzione settentrionale del territorio comunale, a monte del limite superiore della fascia delle risorgive; costituiscono inoltre alcune isole in prossimità del confine occidentale, nonché il materiale prevalente del "dosso fluviale" in corrispondenza del vecchio alveo del Timonchio. Si tratta di ghiaie e sabbie, talora ciottolose, con frazione fine limoso-argillosa in genere subordinata, localmente abbondante, anche in forma di lenti o livelli con una certa continuità spaziale. Le alluvioni granulari sono ricoperte da un orizzonte di terreni prevalentemente fini, argillosi limosi, di spessore mediamente pari a 3-4 metri, ampiamente sfruttati dall’attività estrattiva (argilla per laterizi); la distribuzione spaziale di questo orizzonte "coesivo" risulta pertanto assai discontinua, mancando quasi totalmente in corrispondenza delle ex-cave. Date queste caratteristiche, nell'elaborazione della Tavola si è scelto di non rappresentarlo graficamente, privilegiando il materasso alluvionale ghiaioso-sabbioso. Le caratteristiche geotecniche delle alluvioni granulari variano da buone a mediocri in relazione al grado di addensamento, in prevalenza da sciolto a compatto (talora molto sciolto o denso) ed alla presenza e spessore delle eventuali intercalazioni di terreni fini. I terreni argilloso-limosi della "copertura" presentano generalmente una consistenza medio-bassa.. Nel caso di interventi di trasformazione urbanistica risulta quindi importante accertare la presenza e lo spessore dell'orizzonte superficiale argilloso-limoso. − Si tratta di depositi mediamente permeabili che costituiscono comunque acquiferi a buona potenzialità; prove esistenti di permeabilità in sito riportano valori di conducibilità idraulica: k = 10-2 ÷ 10-3 cm/sec • Materiali sciolti di deposito recente ed attuale dell'alveo mobile (L-ALL-04). Sono stati inseriti in questa classe i depositi presenti nell'alveo del Timonchio e del Bacchiglione. Sono costituiti da ghiaie, ghiaie-sabbiose con ciottoli, talora con lenti sabbiose. In relazione al basso grado di addensamento, le caratteristiche geotecniche possono variare da scadenti a pessime. − Si tratta di depositi molto permeabili, caratterizzati da elevate capacità di infiltrazione e circolazione idrica sotterranea, che consentono scambi diretti tra le acque superficiali e quelle sotterranee. • Materiali alluvionali e/o fluvioglaciali a tessitura prevalentemente limo-argillosa (L-ALL-05). Rappresentano i depositi più diffusi, presenti su gran parte del territorio comunale a valle del limite superiore della fascia delle risorgive; costituiscono inoltre l'orizzonte sommitale ricoprente le alluvioni ghiaioso-sabbiose presenti nella porzione settentrionale del Comune, dove sono presenti con spessori molto variabili, mediamente pari a 3-4 metri, e _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 9 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ distribuzione disuniforme in quanto oggetto dell'attività estrattiva. Si tratta di argille, argille limose e/o limoso-sabbiose e limi-argillosi, talora organiche/i o con qualche livello torboso; a questi risultano eteropici od intercalati lenti o livelli di terreni a granulometria molto variabile, da limoso-sabbiosi a sabbioso-ghiaiosi, più frequenti in superficie. Localmente (es.: Capoluogo sud-sud est, alcuni punti di Via Boschi e di Via Giaroni) sono presenti, in superficie, terreni granulari ghiaioso-sabbiosi, con andamento spiccatamente lentiforme e spessore generalmente compreso tra 1 e 2 metri. Le caratteristiche geotecniche variano da mediocri a scadenti in funzione della consistenza (e/o addensamento) e dell’eterogeneità dei depositi. Si tratta infatti di terreni coesivi a consistenza da bassa (molto bassa) a media, talora medio-alta nei livelli più superficiali, anche per fenomeni di sovraconsolidazione; la frazione granulare presenta in genere un grado di addensamento basso, talora medio. Nel caso di interventi di trasformazione urbanistica, l'elevata eterogeneità dei depositi, sia dal punto di vista litologico che geotecnico può dar luogo ad instabilità delle fondazioni (cedimenti differenziali). − Sono stati considerati nel complesso come depositi praticamente impermeabili anche se è comunque possibile una circolazione idrica a carattere locale legata alla presenza di orizzonti superficiali e/o di intercalazioni di terreni più permeabili, di natura da limoso-sabbiosa a sabbioso-ghiaiosa o di “vene” e “vie preferenziali” che l’acqua si è aperta nel tempo. Prove esistenti di permeabilità in sito riportano valori di conducibilità idraulica: k = 10-5 ÷ <10-7 cm/sec • Materiali alluvionali e/o fluvioglaciali a tessitura prevalentemente sabbiosa (L-ALL-06). Costituiscono un'isola di estensione limitata ad est del Capoluogo ed i terreni prevalenti nel settore sud-orientale del territorio comunale. Si tratta di terreni da sabbiosi a limoso-sabbiosi, talora debolmente ghiaiosi, frequentemente eteropici o in alternanza con depositi più fini, limoso-argillosi, anche con livelli di torba. In relazione alla eterogeneità dei depositi ed al grado di addensamento, in prevalenza da medio a basso, le caratteristiche meccaniche possono variare da mediocri a scadenti. − Sono stati considerati come depositi poco permeabili, caratterizzati in prevalenza da bassa capacità di infiltrazione e circolazione idrica sotterranea; la permeabilità può localmente aumentare in relazione alla granulometria dei terreni. Prove esistenti di permeabilità in sito riportano valori di conducibilità idraulica: k = 10-3 ÷ <10-5 cm/sec _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 10 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ • Materiali di riporto (L-ART-01). Si tratta del materiale utilizzato per il riempimento, parziale o totale, delle ex-cave di argilla. Non sono disponibili molti dati riguardanti la natura di questi terreni, tuttavia si tratta normalmente di materiali molto eterogenei, sia come tipologia che per l'assortimento granulometrico, la consistenza e/o il grado di addensamento. Dalla documentazione reperita presso l'U.T. Comunale ed Enti di livello sovra comunale (Provincia di Vicenza, Regione del Veneto) risulta che alcune delle ex aree di cava sono state adibite a discarica (cfr. Elaborato c0503 Carta Geomorfologica). Anche in questo caso, la tipologia dei materiali smaltiti risulta ampia e complessa; si hanno infatti, spesso mescolati tra loro, rifiuti solidi urbani (R.S.U.) ed assimilabili agli urbani (R.S.A.), rifiuti artigianali ed industriali, materiali inerti da demolizioni, terre da scavo. Per i casi in cui esiste una documentazione, nel data-base relativo al tematismo, si sono riportate le diverse tipologie di deposito. Data l'eterogeneità dei depositi, in mancanza di indagini specifiche, non è possibile, in questa fase, definirne le caratteristiche geologiche-geotecniche, anche se è ipotizzabile che varino da scadenti a pessime. − In assenza di verifiche dirette, tali depositi sono stati considerati nel complesso poco permeabili, caratterizzati in prevalenza da bassa capacità di infiltrazione e circolazione idrica sotterranea; tale ipotesi dovrà comunque essere verificata con apposite prove in situ. Si tratta, in ogni caso, di situazioni delicate e da considerare sempre con molta attenzione, non solo per quanto riguarda gli aspetti geologico (natura e parametri geotecnici dei riporti, modalità della messa in posto), idrogeologico (soggiacenza della falda, permeabilità dei terreni, ristagni) ed idraulico (allagamenti), ma anche e soprattutto per possibili fenomeni di inquinamento ad esse associabili. 3.3 - Condizioni tettoniche Relativamente all’ aspetto tettonico, il territorio comunale risulta marginalmente interessato dal fascio tettonico, a direzione NO-SE, legato alla “Schio-Vicenza”, faglia di importanza regionale che passa, sepolta sotto le alluvioni, in prossimità del limite sud-occidentale del territorio stesso (cfr. Fig. 3 - da: Carta Geologica del Veneto). Il movimento è orizzontale sinistrorso, con rigetti generalmente pari a qualche centinaio di metri ma anche più rilevanti (fino a qualche chilometro). Linea Schio-Vicenza Fig. 3 _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 11 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 4 - Elaborato c0502 - CARTA IDROGEOLOGICA Gli elementi che figurano in questa tavola sono relativi a: • idrologia di superficie; • acque sotterranee. 4.1 - IDROLOGIA DI SUPERFICIE Gli elementi considerati riguardano il reticolo idrografico e le emergenze della falda acquifera, nonché le situazioni di criticità originate dalla dinamica delle acque superficiali, anche in relazione alle condizioni geologiche e morfologiche del territorio; una analisi più dettagliata di questi ultimi aspetti è stata effettuata nella "Valutazione di compatibilità idraulica". Nell'elaborato in oggetto figurano quindi i seguenti tematismi: − corso d'acqua permanente; − corso d'acqua temporaneo; − canale artificiale; − sorgente (risorgiva); − limite di rispetto delle opere di presa; − idrometro; − area a deflusso difficoltoso; − area soggetta ad inondazioni periodiche; − perimetro di area interessata da risorgive; − derivazione di corso d'acqua. 4.1.1 - Rete idrografica (I-SUP-02, I-SUP-03, I-SUP-04,I-SUP-13 e I-SUP-20) Il comune di Caldogno appartiene al bacino idrografico del Leogra-Timonchio-Bacchiglione, sistema complesso formato da corsi d'acqua provenienti dall'area montana e dall'alta pianura, a carattere torrentizio, e da rogge perenni di risorgiva che hanno origine nella media pianura a nord di Vicenza. Nell'ambito del territorio comunale, la rete idrografica si presenta notevolmente sviluppata nel settore centro-meridionale (a valle del limite superiore della fascia delle risorgive) mentre a nord è talora discontinua od assente, soprattutto in corrispondenza delle aree interessate dall'attività estrattiva. Gli elementi del reticolo idrografico rappresentati nella Tavola comprendono i corsi d'acqua principali (Timonchio e Bacchiglione), quelli di competenza consortile, nonché una serie di fossati e scoli perimetrali agli appezzamenti agricoli, con funzioni di drenaggio e/o di irrigazione, ricavati da rilievi di campagna eseguiti in precedenza (2004) ed ulteriormente verificati ed integrati con appositi sopralluoghi. Il fiume Bacchiglione e gli elementi principali della rete di risorgiva presentano un regime di tipo perenne, il torrente Timonchio e gli altri elementi del reticolo idrografico risultano invece _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 12 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ temporanei. Nell'esame della rete idrografica si sono distinti: − Corsi d'acqua principali − Rete idrografica di risorgiva − Altri elementi del reticolo idrografico − Canali artificiali • Corsi d'acqua principali Gli elementi idrografici principali sono il torrente Timonchio ed il fiume Bacchiglione. Torrente Timonchio Il torrente Timonchio ha origine nell’alta pianura vicentina, tra Schio e Santorso. Dopo aver ricevuto gli apporti di una serie di corsi d'acqua dell'alta pianura tra cui i torrenti Leogra, Rostone ed Igna, si unisce al Bacchiglioncello all'altezza della loc. Due Ponti, poco a sud-est del confine comunale, dando origine al fiume Bacchiglione. Figura 4 - Andamento storico ed attuale del Timonchio. Attualmente il corso d'acqua attraversa con andamento NO-SE la porzione settentrionale del territorio comunale. Tale andamento risale ai primi decenni del 1800, come risulta dalle mappe del Catasto Austro-Italiano, In precedenza il Timonchio scorreva più ad ovest, attraversando gli abitati di Capovilla, Cresole e Rettorgole (cfr. Fig. 4) ma è stato poi deviato a seguito di un evento alluvionale. Testimonianza morfologica evidente del vecchio andamento è costituita dal dosso fluviale che figura nella Carta Geomorfologica (Elaborato c0503). Il Timonchio è caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio: quasi sempre asciutto a causa sia delle captazioni per scopi idroelettrici ed industriali che dei fenomeni di dispersione in alveo, può ingrossare rapidamente a seguito di eventi meteorologici _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 13 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ particolarmente intensi. Fino all’altezza di Capovilla il corso d’acqua è disperdente. La correlazione tra le portate affluenti e quelle disperse ha evidenziato poi che ”fino a portate di 4 mc/sec si ha una dispersione totale, con portate comprese tra 5 e 25 mc/sec le dispersioni variano tra 5 e 8 mc/se,; per portate superiori a 22 mc/sec le dispersioni si stabilizzano su 8 ÷ 9 mc/sec” (da: AIM-CNR "Gli acquiferi nella pianura a nord di Vicenza"). Nello stesso studio è inoltre ricordato che “in occasione di talune piene elevate”, alla stazione di misura di Capovilla "si sono riscontrate portate che superano anche di diversi mc/s le portate affluenti alla pianura"; tale fenomeno è da attribuire ”oltre che ai contributi straordinari dovuti al ruscellamento superficiale, soprattutto al drenaggio da parte dell’ultimo tratto del corso d’acqua sulla falda improvvisamente rimpinguata dalle abbondanti precipitazioni". Fiume Bacchiglione Il Bacchiglione attraversa in senso meridiano il territorio comunale all'altezza della località di Cresole e segna poi, per un breve tratto, il confine meridionale con il comune di Vicenza. Si origina dalla confluenza tra il Bacchiglioncello, corso d'acqua che nasce nei pressi di Novoledo (Bosco di Dueville) da una fitta rete di risorgiva, ed il Leogra-Timonchio, sistema che raccoglie le acque di parte dei rilievi vicentini. Il corso d'acqua è alimentato dagli apporti di numerosi affluenti, sia a regime torrentizio (tra cui i torrenti Leogra-Timonchio ed Igna) sia a carattere permanente (corsi d'acqua di risorgiva); più a valle riceve gli apporti del T.Orolo e dei fiumi Astichello, Retrone e Tesina. Esso costituisce pertanto il ricettore finale di un sistema idrografico esteso e complesso, al cui interno ricade l'intero territorio comunale di Caldogno. I contributi idrici di risorgiva consentono un deflusso superficiale permanente, tuttavia il regime del corso d'acqua è fortemente condizionato dai contributi a carattere torrentizio del sistema Leogra-Timonchio-Igna che causano rapide transizioni dallo stato di magra a quello di piena. I massimi di portata si hanno nei mesi di novembre e maggio, i minimi ad agosto ed a gennaio. In loc. Lobbia è stata realizzata una derivazione - il Canale Industriale - che mette in comunicazione il Bacchiglione con le rogge Feriana e Muzzana; la Roggia Feriana sbocca nel Canale Industriale mentre l'immissione naturale della Roggia Muzzana nel Bacchiglione è più a valle, nel territorio comunale di Vicenza. I collegamenti tra il Bacchiglione e le due rogge sono regolati da alcune opere idrauliche presenti nel Canale Industriale. All'altezza della derivazione è collocato anche un idrometro. • Rete idrografica di risorgiva Si tratta di un reticolo idrografico esteso e complesso che interessa la porzione centromeridionale del territorio comunale facente capo ad alcune aste principali, di competenza del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, unitamente ad altri corsi d'acqua loro affluenti, di risorgiva o di scolo. Nel data-base relativo sono indicati i corsi d'acqua di competenza consortile con la relativa _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 14 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ denominazione, fornita dal Consorzio. Le aste principali della rete di risorgiva sono: − la Roggia Verlata. − la Roggia Menegatta; − la Roggia Caldonazzo; − la Roggia Porto di Cresole; − la Roggia Feriana; − la Roggia Muzzana; Ad eccezione della Verlata, tutte le altre Rogge sono alimentate quasi esclusivamente da risorgive e rappresentano l'elemento idrografico principale di una serie contigua di sistemi di risorgiva. La separazione tra i diversi sistemi non è sempre ben definita anche a causa dell'intervento antropico, in particolare tra i sistemi delle rogge Muzzana e Feriana. Roggia Verlata Segna per un breve tratto il confine nord-orientale con il Comune di Villaverla, confluendo poi nel T. Igna e quindi nel T. Timonchio. Tra gli affluenti, almeno in parte in territorio di Caldogno, si hanno: − il Fosso Maule; − la Roggia della Strada Morta; − la Resorgiva Verlata; − l'Affluente Verlata. Ad eccezione della Roggia, contraddistinta da deflussi sufficientemente continui, gli altri elementi del sistema idrografico ricadenti nel territorio comunale di Caldogno, sono generalmente asciutti ed i primi contributi di risorgiva si hanno subito a valle del limite comunale. Roggia Porto di Cresole Rappresenta il sistema di risorgiva più orientale e segna, per un tratto, il confine con il comune di Dueville. E' alimentata da alcune risorgive in località Rizzotti e da una serie di fossi di scolo prima di confluire nel Bacchiglione presso Ca' Cunico, poco a sud del limite comunale. Rogge Menegatta - Caldonazzo Traggono origine da aree di risorgiva in loc. Boschi e loc. Due Ponti, ed interessano, unitamente alla rete idrografia minore loro affluente, gran parte della porzione orientale del territorio comunale, ad est del dosso fluviale. All'altezza dell'abitato di Cresole, la Roggia Menegatta riceve i contributi idrici della Roggia Caldonazzo e si immette quindi nel Bacchiglione in località Ca' Molini, poco a valle dello sbocco della Roggia Porto di Cresole. Roggia Feriana I primi apporti al sistema idrografico afferente alla Roggia Feriana derivano da alcuni fossati di risorgiva e di scolo a monte del Capoluogo ma i contributi più significativi si hanno a sud dello stesso, da una serie di aree di risorgiva disposte lungo il suo corso. Relativamente al Comune di Caldogno, tale roggia, unitamente ai numerosi affluenti, costituisce il sistema idrografico più esteso ed articolato, che drena gran parte del territorio comunale a sud del limite superiore della fascia delle risorgive ed in particolare la zona est del Capoluogo, l'intera area urbanizzata tra il Capoluogo e Capovilla e gli abitati di Rettorgole e Lobbia. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 15 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Tra gli affluenti principali si ricordano, da nord a sud: − il Rio S. Giovanni; − il Rio S. Michele; − la Roggia del Lipaoro; − il Fosso Spin − la Sorgente Feriana In località Lobbia, la Roggia Feriana sbocca nel Canale Industriale, poco ad ovest dell'opera di derivazione dal Bacchiglione. Roggia Muzzana Scorre in posizione marginale, in prossimità del limite occidentale del Comune. Ha origine ad ovest -sud ovest del Capoluogo, da una serie di risorgive per lo più ubicate tra il Capoluogo stesso e località Latezzon (Latazon). Apporti significativi di risorgiva sono dati da: − sulla sinistra idrografica, la Roggia Roggetta; − sulla destra, La Roggia Preazzi, la Roggia Tiramolla, in cui confluiscono i deflussi di alcune importanti risorgive tra le loc. Preazzi e Villaraspa, in parte in Comune di Costabissara, e la Roggia Divisoria. Oltre che dalle risorgive, la Roggia riceve anche dei contributi estranei al sistema di risorgiva, costituiti da due corsi d'acqua quasi sempre asciutti: − il Torrente Trozzo Marano Ovest (prolungamento verso nord della Roggia Roggetta); − il Torrentello dei Marani. La Roggia Muzzana, oltre a raccogliere i contributi idrici della zona ad est di località Volpare e Motta (comune di Costabissara) convoglia le acque provenienti dagli insediamenti lungo la S.P. 349 e la zona ad ovest del Capoluogo, In località Lobbia si ha la confluenza con il Canale Industriale mentre l'immissione nel Bacchiglione avviene più a valle, in territorio comunale di Vicenza. ¾ Per quanto riguarda l’aspetto idraulico, ed in particolare i valori di portata dei corsi d'acqua di risorgiva, dai dati disponibili si ricavano portate medie di circa 1.50 mc/sec, ad eccezione del Fiume Bacchiglione per il quale, nel periodo 1976-80, si sono misurati valori medi di portata dai soli contributi di risorgiva di poco superiori a 5 mc/sec (cfr. Tabella 1). I valori in tabella si riferiscono alle normali oscillazioni delle portate in funzione del regime della falda; essi possono quindi aumentare in caso di episodi di piena particolarmente rilevanti, in particolare per quanto riguarda il F. Bacchiglione che può raggiungere anche portate superiori a 200 mc/sec (elevati apporti esterni alla rete di risorgiva). Minori sono invece le variazioni di portata dei corsi d’acqua esclusivamente di risorgiva. Tabella 1 - Valori di portata dei corsi d'acqua di risorgiva (in mc/sec) PERIODO di osservazione Dati AIM–CNR (valori medi) (1976-80) Fiume Bacchiglione* 5.06 Roggia Muzzana Roggia Feriana 1.43 1.45 Rogge Menegatta e Caldonazzo 1975-1976 (autunno1.54 1.12 0.58 inverno) N.B.: Studio A.I.M. - C.N.R.:i contributi delle rogge Menegatta e Caldonazzo sono computati con quelli de F. Bacchiglione. * Valori relativi ai soli contributi di risorgiva Dati CNR _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 16 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ • Altri elementi del reticolo idrografico Esiste infine una fitta rete di fossati e scoli perimetrali agli appezzamenti agricoli, con funzioni di drenaggio e/o di irrigazione, in prevalenza a carattere temporaneo e facenti capo ai sistemi principali di risorgiva. • Canali artificiali Anche se l'intervento dell'uomo ha interessato parte della rete idrografica, in particolare quella di risorgiva (cfr. Elaborato c0503 Carta Geomorfologica), sono stati classificati come canali artificiali i seguenti elementi: − una canaletta sospesa che attraversa una ex cava a ridosso della Roggia Verlata, al limite nord-est del comune; − il nuovo tracciato del Rio S. Giovanni, ad est del Capoluogo, nell'area del nuovo Parco Urbano; − un tratto della Roggia Muzzana, a monte della segheria in loc. Molinetto; − il "canale industriale", a sud di Rettorgole, derivazione dal Bacchiglione che collega quest'ultimo con la Roggia Muzzana e nel quale confluisce anche la Roggia Feriana. 4.1.2 - Risorgive (I-SUP-06 e I-SUP-18) Il fenomeno delle risorgive caratterizza gran parte del territorio comunale, dando origine ad un proprio reticolo idrografico. Il fenomeno interessa una fascia praticamente continua attraverso il territorio veneto, di larghezza compresa tra 2 e 10 km, detta "fascia delle risorgive". L'emergenza delle acque di falda può essere causata dalla presenza di terreni a bassa permeabilità che ostacolano la circolazione idrica sotterranea (risorgive di "sbarramento") o dalla intersezione tra la superficie dell’acquifero indifferenziato con quella topografica (risorgive di "emergenza"); talvolta l'emergenza è favorita dall'intervento antropico con opere artificiali (scavi, tubi infissi, dreni, ecc.). Alcune emergenze sono perenni, pur con variazioni nelle portate defluite, altre sono invece temporanee e si attivano solo nelle fasi di piena della falda; esiste infatti uno stretto rapporto tra le portate defluenti dalle risorgive ed i livelli della falda a monte. Le risorgive costituiscono una risorsa importante nel bilancio idrogeologico della pianura vicentina, risultando inoltre degli indicatori dello stato di salute della falda e, più in generale, degli ecosistemi ad esse connessi, e come tali andrebbero monitorate in relazione allo stato ecologico, chimico e quantitativo Per le loro caratteristiche rappresentano elementi di vulnerabilità ed andrebbero pertanto adeguatamente tutelate, evitando tutti quegli interventi che potrebbero alterare il naturale equilibrio idrogeologico. Alcune delle emergenze si presentano come le caratteristiche “polle” (Fig. 5) in altri casi si tratta di venute d’acqua diffuse lungo i corsi d'acqua (Fig. 6); mentre le prime sono fisse, i secondi “migrano” in relazione al regime della falda. In altri casi, infine, i punti di emergenza sono costituiti da scarichi che drenano la falda subaffiorante dei campi, denominati "gatoli" (Fig. 7) oppure da tubi infissi ("fontanili") (Fg. 8). _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 17 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Figura 6 - Emergenza diffusa (loc.Via Sette) Figura 5 - Polla di risorgiva (loc. Braglio) Figura 7 - "Gatolo" (loc. Boschi) Figura 8 - "Fontanile" (loc. Molin Vecio) Per l'individuazione delle risorgive si è fatto innanzitutto riferimento alla documentazione del P.T.C.P. (Carta della Fragilità e studio a cura dell’A.A.T.O. Bacchiglione e Provincia di Vicenza "Tutela e valorizzazione delle risorgive della Provincia di Vicenza"); tali dati sono stati quindi verificati ed integrati con appositi rilievi di campagna. Nel riportare le risorgive nella Carta Idrogeologica, si è distinto tra: − sorgenti − perimetro di area interessata da risorgive Alcune delle risorgive indicate nel PTCP non sono riportate nell'Elaborato in oggetto in quanto estinte o intubate; in accordo con l'Amministrazione Provinciale, la loro ubicazione è stata comunque riportata nella Carta della Fragilità. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 18 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Altre risorgive indicate nel P.T.C.P. corrispondono in realtà ad emergenze diffuse lungo i corsi d'acqua; in questo caso sono state considerate come "area interessata da risorgive". • Sorgenti Sono state così classificate le emergenze "puntiformi" fisse, sia naturali (polle di risorgiva o capifonte) che di origine antropica (fontanili, "gatoli"). I capifonte più significativi dal punto di vista morfologico sono individuati come "nicchie di risorgiva" nell'Elaborato c0503 Carta Geomorfologica e sottoposte a vincolo ai sensi dell'art. 36 delle N.T.A. del P.T.C.P. (cfr. Carta dei Vincoli). Tali emergenze sono riportate anche nella Carta delle Fragilità, come "emergenze puntiformi". Per consentire un riferimento al Quadro Conoscitivo del P.T.C.P., ad ogni emergenza è stata attribuita una numerazione, mantenendo quella esistente nel caso delle risorgive segnalate nel P.T.C.P. ed attribuendo alle altre una nuova numerazione (cfr. Carta Geomorfologica e relativo data-base). • Perimetro di area interessata da risorgive Con questo tematismo si sono indicati: − ambiti più o meno estesi comprendenti emergenze ravvicinate, sia di tipo puntiforme che diffuso lungo i corsi d'acqua; − i singoli tratti di corso d'acqua con presenza di emergenze diffuse. I primi sono riportati nella Carta delle Fragilità tra le "aree soggette a dissesto idrogeologico" (aree di risorgiva) mentre le emergenze diffuse figurano tra le "altre componenti". Tra le aree di risorgiva si ricordano in particolare quelle: − in località Boschi, da cui trae origine la Roggia Menegatta; − in località Due Ponti (in gran parte in Comune di Dueville), che alimentano la Roggia Caldonazzo; − in località Rizzotti, che alimentano la Roggia Porto di Cresole; − nelle località Giaroni, Bergamini ovest e Rettorgole-ovest, che contribuiscono significativamente all'alimentazione della Roggia Feriana; − località Preazzi-Lattezzon, che contribuiscono all'alimentazione della Roggia Muzzana. Le aree di risorgiva particolarmente significative sotto il profilo idrogeologico-ambientale e paesaggistico sono state considerate come "invarianti". 4.1.3 - Condizioni idrogeologiche-idrauliche (I-SUP-15 e I-SUP-16) In relazione alla dinamica delle acque superficiali, anche in rapporto alle condizioni geologiche e morfologiche del territorio, si sono individuate e riportate: − le aree a deflusso difficoltoso; − le aree soggette ad inondazioni periodiche. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 19 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ • Aree a deflusso difficoltoso Si tratta di aree in cui le condizioni morfologiche (zone altimetricamente depresse) unitamente a quelle idrogeologiche (presenza in superficie di terreni a permeabilità da scarsa a nulla) e/o idrauliche (inadeguatezza della rete di scolo) comportano difficoltà di deflusso delle acque superficiali e fenomeni di ristagno idrico. Tra queste si segnalano in particolare le ex-aree di cava, in particolare se depresse rispetto al piano campagna circostante. • Aree soggette ad inondazioni periodiche Corrispondono all'incirca alla metà del territorio comunale e possono essere ricondotte essenzialmente a tre diverse dinamiche: − esondazione dei corsi d'acqua principali (Timonchio e Bacchiglione); − esondazione della rete di bonifica e di quella locale (rogge, fossati, scoli); − emergenza della falda acquifera. Le aree che figurano nella Carta Idrogeologica e la relativa perimetrazione (linea blu nelle figure sottostanti) rappresenta l'inviluppo delle diverse aree indicate nei seguenti elaborati: − Autorità di Bacino - Tavola 5 del P.A.I. "Perimetrazione e classificazione delle aree in relazione alla pericolosità - Pericolosità idraulica" (Fig. 9); − Provincia di Vicenza - Tavola 2-1-B del P.T.C.P. "Carta della Fragilità - Zona sud" (Fig. 10); − Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta "Aree a rischio idraulico"(Fig. 11). Fig.9 Fig.10 Fig.11 Il P.A.I. individua e classifica le aree a pericolosità idraulica per fenomeni derivanti dalla rete idrografica principale (Timonchio e Bacchiglione). La perimetrazione del P.A.I. fa riferimento in particolare alle aree allagate a seguito della rottura arginale avvenuta nell'argine destro del Timonchio, poco a valle di Capovilla, in occasione della piena del 1966 Nell'ambito del territorio comunale tali aree si collocano alle estremità orientale e meridionale, in prossimità del confine; in particolare: − nella classe P1 "Area a pericolosità moderata" (colore verde) - ricadono porzioni di _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 20 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ territorio comunale in fregio alla tratta terminale del Torrente Timonchio (a sud di Capovilla), quelle a ridosso o in fregio del Fiume Bacchiglione (comprendenti le località di Cresole, Ponte Marchese e Lobbia), nonché le aree a cavallo del Canale Industriale e del tratto inferiore della Roggia Muzzana. − nella classe P2 "Area a pericolosità media" (colore giallo) rientrano solo due aree estremamente limitate, a ridosso del confine orientale, in località Rizzotti; − come "Aree fluviali" - classe P4 " Area a pericolosità molto elevata" (colore azzurro) sono indicati il corso terminale del Torrente Timonchio, a partire dall'abitato di Capovilla, il Fiume Bacchiglione, il Canale Industriale, lo sbocco della Roggia Feriana e la tratta terminale della Roggia Muzzana. Il P.T.C.P., oltre alle aree derivate dal P.A.I., individua e classifica le aree a rischio idraulico per fenomeni legati alla rete idrografica di bonifica e minore risultanti dal Piano Provinciale di Emergenza (2007). Relativamente al territorio comunale: − nella classe R1 "rischio moderato" (colore verde) - ricadono ampie porzioni del settore nord (per lo più in corrispondenza delle aree di ex-cava) e centro meridionale (aree a ridosso dei corsi d'acqua principali della rete di bonifica); − nella classe R2 "rischio medio" (colore giallo) rientra una limitata porzione del territorio comunale, comprendente le località di Lobbia, Ponte Marchese e la porzione meridionale di Rettorgole. Il Consorzio individua e classifica le aree a rischio idraulico per fenomeni legati alla rete idrografica di bonifica. La suddivisione tra le diverse classi di rischio è basata essenzialmente sul tempo di ritorno dei fenomeni (B, Tr > 20 anni; A, Tr = 2 -5 anni) mentre il tirante idrico rimane inferiore al metro e, generalmente h ≤ 0.50m. Relativamente al territorio comunale: − nella classe B "rischio basso" (colore verde) - ricadono due aree: una stretta fascia a ridosso del confine nord-orientale, denominata "Villaverla, bacino Verlata", ed una zona più ampia, nel settore sud-occidentale, denominata "Costabissara - Vicenza"; − nella classe A "rischio alto" (colore arancio) rientra una limitata porzione del territorio comunale, sulla sinistra idrografica del Timonchio, denominata "Bosco di Novoledo" L'evento alluvionale del 1 Novembre 2010 ha interessato una porzione di territorio analoga a quella del 1966 in quanto i limiti dell'esondazione sono stati condizionati dall'assetto morfologico (Figg. 12 e 13). In entrambi i casi, le rotture si sono verificate per sormonto arginale, evidenziando così una condizione di "inadeguatezza" dell'argine, come riportato nella Relazione Tecnica del P.A.I. (cap.1.5 - Descrizione delle criticità). "I profili idrometrici calcolati con il modello propagatorio evidenziano una sensibile riduzione del franco arginale nel tratto compreso tra Caldogno e Cresole, con locali fenomeni di sormonto per eventi a frequenza più elevata, 50 o 100 anni." Per quanto riguarda più direttamente il comune di Caldogno, la rottura arginale più settentrionale si è verificata subito al di fuori del confine comunale (loc. Due Ponti) salvaguardando così la zona a sud-est di Capovilla. Il diverso grado di pericolosità/rischio idraulico ha costituito uno dei parametri principali nella zonizzazione della "compatibilità geologica" che figura nella Carta delle Fragilità. Le criticità idrauliche specifiche dei singoli corsi d'acqua ed i possibili interventi di mitigazione sono stati invece esaminati nella Valutazione di compatibilità idraulica. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 21 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Figura 12 - Stralcio della Tavola V "Carta degli allagamenti dell'evento alluvionale del Novembre 1966 redatta dall'Ufficio del Genio Civile di Vicenza". (Fonte: cartografia P.A.I.). Figura 13 - "Carta degli allagamenti dell'evento alluvionale del Novembre 2010". (Fonte: Comune di Caldogno). Fig. 13 Fig. 12 Al fine di mitigare la pericolosità idraulica derivante dalla rete idrografica principale (Timonchio e Bacchiglione) è prevista la realizzazione di un bacino di invaso sul torrente Timonchio, ubicato in sinistra idrografica, nel settore nord-orientale del territorio comunale di Caldogno, a confine con il Comune di Villaverla, in una zona con presenza di vecchie attività estrattive più o meno depresse rispetto al piano campagna originario. L'individuazione dell'area figura nella Tavola 4 del P.A.T. Carta della Trasformabilità. 4.2 - ACQUE SOTTERRANEE Lo studio delle acque sotterranee è stato finalizzato non solo alla conoscenza degli acquiferi, ma soprattutto alla definizione degli aspetti che possono risultare penalizzanti nell’utilizzo del territorio, in particolare ai fini edificatori. Tra i parametri che caratterizzano la circolazione idrica sotterranea, si sono definiti in particolare: _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 22 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ − l'andamento della falda idrica sotterranea, evidenziato dalle linee isofreatiche e dalla direzione di deflusso; − la profondità della superficie freatica/piezometrica dal piano campagna; − i pozzi, in particolare quelli utilizzati ai fini idropotabili; − il limite superiore della fascia delle risorgive. Dal punto di vista idrogeologico il Comune di Caldogno si colloca a cavallo della fascia delle risorgive, in una zona di transizione tra l'Alta e la Bassa Pianura alluvionale, caratterizzata dalla comparsa di livelli argillosi impermeabili sufficientemente continui ed estesi all’interno dei depositi permeabili. Questo contesto comporta una differenziazione tra l’acquifero indifferenziato dell’alta pianura, costituito dal materasso alluvionale ghiaioso/ghiaioso-sabbioso, contenente al suo interno una falda di tipo freatico ed il sistema multifalde, a sud della fascia delle risorgive, ad acquiferi sovrapposti e separati tra loro da orizzonti argillosi. Tale differenziazione inizia già qualche chilometro a monte della fascia delle risorgive per la presenza del livello argilloso posto a circa 35 m di profondità (Cfr. capitolo 3) che dà origine ad una fascia di transizione tra i due sistemi acquiferi. Si tratta comunque di un serbatoio idrico unitario, in cui la falda libera dell’alta pianura regola dal punto di vista idraulico le variazioni delle riserve idriche più a valle mentre le risorgive ne costituiscono lo sfioratore. La sua alimentazione deriva principalmente dalle dispersioni dei corsi d’acqua, naturali o artificiali, dagli apporti diretti dell’irrigazione e, subordinatamente, dalle precipitazioni. • Per quanto riguarda più direttamente il territorio comunale, è possibile distinguere due diverse situazioni. − Settore a nord del limite superiore della fascia delle risorgive. Si è in presenza essenzialmente di due acquiferi, di cui quello superficiale, costituito dal materasso granulare di natura ghiaioso-sabbiosa, è sede di una falda libera, in grado di oscillare in relazione alle diverse fasi del proprio regime. − Fascia delle risorgive e settore a sud. L'acquifero è differenziato in un sistema multifalde, con una falda freatica a debole profondità dal piano campagna (talora assente) cui seguono, verso il basso, più falde in pressione (risalienti o artesiane), alloggiate nei livelli più permeabili. Questo contesto è determinato dall’alternanza in senso verticale e da eteropie laterali tra terreni fini limoso-argillosi, a bassa conducibilità idraulica, e terreni granulari permeabili prevalentemente sabbioso-limosi, a tratti con ghiaia. Nella Carta idrogeologica figura il limite superiore della fascia delle risorgive mentre nella Carta delle Fragilità è individuata l'intera fascia. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 23 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 4.2.1 - Caratteristiche della circolazione idrica sotterranea - Acquifero indifferenziato (I-SOT-03, I-SOT-04, I-SOT-05, I-SOT-06) Andamento della falda freatica • . Per definire l'andamento della falda idrica sotterranea si è utilizzato un rilievo freatimetrico effettuato in data 26.03.2004 per conto dell'Amministrazione Comunale. Le misure relative ai singoli pozzi figurano in tabella 2; i pozzi utilizzati sono rappresentati nell'elaborato c0502 e le rispettive quote assolute della falda sono riportate neI data-base. Tabella 2 - Rilievi freatimetrici del 26.03.2004 n° pozzo Quota bocca pozzo (m s.l.m.) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 58,55 58,16 59,57 59,89 58,40 58,13 55,61 62,99 61,71 60,95 57,00 55,00 53,78 55,99 55,71 ---- Profondità da bocca pozzo (m) -3,15 -2,94 -4,08 -4,05 -3,44 -2,99 -2,11 -7,72 -6,51 -7,31 -4,56 -0,45 -2,21 -1,82 -0,33 ----- Quota assoluta (m s.l.m.) 55,40 55,22 55,49 55,84 54,96 55,14 53,50 55,27 55,20 53,64 52,44 54,55 51,57 54,17 55,38 53,08* * Valore fornito dal Centro Idrico di Novoledo Le misure sono state limitate ai soli pozzi freatici, ubicati a nord o immediatamente a ridosso del limite superiore della fascia delle risorgive; più a sud, infatti, tali misure sono poco significative in quanto molti dei pozzi esistenti attingono da acquiferi profondi, diversi e spesso da più acquiferi contemporaneamente, oppure si tratta di pozzi artesiani, con deflusso libero. In occasione dei rilievi, data l'assenza di punti quotati utilizzabili per l’elaborazione delle misure freatimetriche, è stata eseguita anche una livellazione topografica dei pozzi utilizzati per le misure (riferimento bocca pozzo); lo “zero” è stato posto sulla S.S. 349, in corrispondenza dell’incrocio con Via Pontaron (quota di riferimento 65.82 m s.l.m.). • Sulla base dei dati freatimetrici del 26.03.2004, si sono tracciate le linee isofreatiche. Il loro andamento individua una direzione generale di deflusso da NO verso SE, pur con variazioni legate a condizioni locali. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 24 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Dal confronto tra queste e le isofreatiche riportate in bibliografia risulta una sufficiente concordanza della configurazione morfologica areale della falda, pur con reti e periodi di misura molto diversi, fatto questo che indica una relativa costanza nell'andamento del deflusso sotterraneo. • Il gradiente risulta molto variabile e compreso tra 1.0%0 e 7.0%0, mentre la velocità, calcolata in corrispondenza di una sezione di deflusso localizzata in prossimità del limite settentrionale del territorio comunale, è compresa tra 13 e 28 m/giorno (Studio A.I.M.C.N.R.). • Le oscillazioni della superficie freatica risultano in stretta relazione con quelle dei corsi d'acqua principali che, con le loro dispersioni, rappresentano la principale fonte di alimentazione. Come per i corsi d'acqua, il regime della falda freatica è pertanto definito normalmente da due fasi di piena, una tardo primaverile ed una autunnale, e due fasi di magra, estiva ed autunnale, in ritardo di circa un mese rispetto alla culminazione del regime fluviale. In linea generale, le oscillazioni della superficie freatica tendono a decrescere progressivamente avvicinandosi al limite superiore della fascia delle risorgive. Per quantificare tali oscillazioni si sono utilizzati i dati gentilmente forniti dal Centro Idrico di Novoledo e relativi al pozzo ubicato all’estremità occidentale del Comune, in località C. Gelain (pozzo 27 del Centro Idrico di Novoledo, indicato nella tavola con il 16), monitorato a partire dal 1971, prima da A.I.M. e successivamente dal Centro stesso. I dati disponibili indicano una elevata variabilità del livello freatico, con oscillazioni generalmente comprese tra 2.0 ÷ 4.5 metri ma che possono raggiungere valori anche molto superiori nel caso di piene eccezionali della falda. Nonostante gli elevati valori di picco misurati saltuariamente, il trend del livello medio della falda individua un progressivo abbassamento, soprattutto a partire dal 1981, a cui si accompagna anche un progressivo impoverimento dei deflussi di risorgiva. 4.2.2 - Profondità della falda dal piano campagna (I-STO-01) Nel settore a nord del limite superiore della fascia delle risorgive, per la definizione di questo parametro si è fatto riferimento all'andamento delle isofreatiche relativo alle misure del 2004, assumendo però come quote della falda quelle del febbraio 2009, corrispondenti ad una fase di massimo innalzamento relativo e mediamente superiori di 2 metri rispetto ai valori misurati. Come quota di riferimento si è utilizzata quella misurata al pozzo 27 del Centro Idrico di Novoledo (pozzo 16 nella Carta Idrogeologica). Nell'elaborazione del tematismo non si è tenuto conto delle anomalie costituite dalle ex-cave depresse, dato l'andamento molto irregolare del piano campagna, ed i valori di soggiacenza si riferiscono alle aree non scavate o a quelle ripristinate alla quota originaria. Nella porzione del territorio a valle del limite superiore della fascia delle risorgive, la profondità della falda è stata considerata inferiore a 2 m, ad eccezione della aree in corrispondenza del dosso fluviale, sulla base del contesto idrogeologico e dei valori medi di _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 25 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ soggiacenza ricavati dalle indagini geognostiche effettuate nell'area. Si sono così definite 3 classi di profondità, individuate nella tavola da: − aree con profondità della falda compresa tra 0 e 2 m dal p.c.; − aree con profondità della falda compresa tra 2 e 5 m dal p.c.; − aree con profondità della falda compresa tra 5 e 10 m dal p.c.; Dall'esame dell'Elaborato e dai dati disponibili emerge che su gran parte del territorio comunale la soggiacenza della falda risulta inferiore a 2 m, con frequenti condizioni di falda subaffiorante (p ≤ 0.50 m). Valori di soggiacenza superiori a 2 metri sono limitati al settore nord-occidentale, indicativamente a monte dell'allineamento tra le località Chiodo - Pomaroli - Case Graziani. In occasione di un sopralluogo, effettuato in data 15.01.2011, anche alcune aree ricadenti nella fascia di profondità 2 ÷ 5 m, sono risultate allagate per affioramento della falda idrica sotterranea. Si tratta di situazioni particolari, legate ad una fase di piena eccezionale della falda, di cui comunque si deve tener conto in una prospettiva di utilizzo ai fini urbanistici. 4.2.3 - Sistema multifalde - Acquiferi profondi (I-STO-07 e I-SOT-10) Per quanto riguarda gli acquiferi profondi, secondo quanto riportato nel già citato lavoro A.I.M.-C.N.R.-1987, risultano individuate almeno sei fasce preferenziali di attingimento sovrapposte, separate da livelli impermeabili o semipermeabili, di spessore variabile tra qualche metro e qualche decina di metri. Le principali falde acquifere sono localizzate all’incirca a profondità medie di 30, 50, 90, 120, 160 e 210 m; quelle sui 90, 120 e 160 m sono le più produttive nel vicentino. Per i pozzi più superficiali, i livelli acquiferi principali si collocano ad una profondità compresa tra 25 ÷ 35 m e 40 ÷ 50 dal p.c., con uno spessore compreso tra 4 e 8 m. I livelli produttivi più profondi, sfruttati dal pozzo comunale “Molinetto” sono tra 63 ÷ 65 m, 67 ÷ 78 m e 84 ÷ 95 m. Gli acquiferi più superficiali (30 e 50 m) sembrano essere in comunicazione idraulica tra loro attraverso strati semipermeabili, tra quelli più profondi la separazione sembra più netta. Le falde sono caratterizzate da una buona potenzialità e da esse attingono numerosi acquedotti sia privati che pubblici. Nella tavola sono riportati i 3 pozzi ad uso acquedottistico, di cui uno comunale (pozzo "Molinetto") e due ex-AMAG in loc. Fornaci, per i quali sono individuati i rispettivi limiti di rispetto delle opere di presa. Come si può osservare in figura 14, la maggior parte degli emungimenti avviene dalle falde superficiali, in particolare nel caso di pozzi privati, mentre i pozzi utilizzati come acquedotto pubblico attingono da falde più profonde. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 26 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Figura 14 - Distribuzione dei pozzi per profondità di attingimento (da: "Bacino del Bacchiglione: studi e ricerche idrogeologiche finalizzati alla messa a punto di modelli matematici per la tutela e la gestione delle risorse idriche sotterranee"). ¾ Per quanto riguarda l'aspetto quantitativo della risorsa idrica, il comune di Caldogno rientra nelle zone con elevata concentrazione di prelievi di acque sotterranee per uso idropotabile, denominate "Aree di produzione diffusa di importanza regionale", così come individuate in Tabella 3.22 dell'Allegato A2 al Piano di Tutela delle Acque "Indirizzi di Piano". Per le caratteristiche e l'importanza delle riserve idriche sotterranee, il Comune figura anche tra le "aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi", comprendenti i Comuni di cui alla Tab. 3.20 dell'All. A2 "Indirizzi di Piano" al Piano di tutela delle Acque. Per tali motivi risulta importante la salvaguardia delle caratteristiche qualitative e quantitative delle falde idriche sotterranee. E’ pertanto necessaria una corretta gestione di questa risorsa idrica che ne tuteli le caratteristiche qualitative e quantitative. 4.3 - Vulnerabilità degli acquiferi nei confronti dell'inquinamento Con il termine “vulnerabilità” si intende la "suscettibilità specifica dei sistemi acquiferi, nelle loro diverse parti componenti e nelle diverse situazioni geometriche ed idrodinamiche, di ingerire e diffondere un inquinante fluido o idroveicolato tale da produrre impatto sulla qualità delle acque sotterranee nello spazio e nel tempo” (Civita, 1987). Si tratta quindi di un parametro fortemente condizionato dall’assetto idrostrutturale, dipendendo dalla geometria delle strutture acquifere, dalla natura del suolo e della copertura, dalle modalità con cui si realizza la circolazione idrica sotterranea, nonché dai processi di interazione fisica ed idrogeochimica che determinano la qualità naturale dell'acqua sotterranea e la mitigazione di eventuali inquinanti che penetrano nel sistema. In linea generale, la falda indifferenziata e quella più superficiale sono quelle caratterizzate dalla maggiore vulnerabilità, in particolare nel caso di soggiacenza limitata. Come visualizzato nella "Carta del rischio risorse idropotabili" del Piano provinciale di Emergenza (Fig.15), che riprende in parte lo studio di A.I.M.-C.N.R., 1987, nell'ambito del territorio comunale si possono distinguere due diverse condizioni di vulnerabilità degli acquiferi in funzione della tipologia degli stessi. • L'acquifero indifferenziato, a monte del limite superiore della fascia delle risorgive, _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 27 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ presenta un grado di vulnerabilità "variabile", con: − zone a vulnerabilità bassa o quasi nulla in presenza dell’orizzonte superficiale argilloso-limoso; − zone a vulnerabilità molto elevata od elevata in corrispondenza dei tratti disperdenti dei corsi d’acqua (T. Timonchio) e delle aree di cava, specialmente se con falda affiorante. • L'acquifero in pressione, a valle, presenta un grado di vulnerabilità "basso"; la presenza degli orizzonti argillosi di separazione tra i diversi acquiferi comporta infatti una loro “salvaguardia” nei confronti di inquinanti immessi direttamente in superficie, ad eccezione dell’eventuale acquifero più superficiale, di tipo freatico. Esiste comunque sempre la possibilità di inquinamento, legato o ad inquinanti provenienti dalla falda libera presente a monte oppure a cattivo isolamento dei pozzi. Figura 15 - Stralcio da Tav. R.RIS 1/1 "Carta del rischio risorse idropotabili" - Individuazione di pozzi e sorgenti e attibuzione del grado di rischio (da: Piano Provinciale di Emergenza) Nel medesimo studio viene anche analizzato il grado di rischio per i pozzi di approvvigionamento idropotabile Ai tre pozzi presenti nel territorio comunale viene attribuito un grado di rischio "elevato". Le falde acquifere profonde sono infatti sufficientemente protette da episodi di inquinamento a carattere locale, grazie alla presenza degli orizzonti argillosi impermeabili, ma possono venire facilmente contaminate da inquinanti provenienti da monte. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 28 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 5 - Elaborato c0503 - CARTA GEOMORFOLOGICA Le caratteristiche morfologiche di un territorio sono il risultato di una serie di processi legati alla dinamica esogena ed endogena, nonché ad interazioni con la biosfera e l’antroposfera. Trattandosi di un territorio di pianura, le forme morfologiche risultano legate essenzialmente alle dinamiche fluviali ed all'intervento antropico. Nel rappresentare graficamente le diverse forme si è distinto tra: • forme strutturali • forme fluviali e fluvioglaciali • forme artificiali 5.1 - FORME STRUTTURALI (M-STR-18) Relativamente a questo aspetto si sono riportate le isoipse con quota in metri s.l.m. ed equidistanza di 1 m, che mettono in risalto l’andamento della superficie topografica. L'elaborazione è stata basata essenzialmente sulle quote ricavate dalla Carta Tecnica Regionale Numerica; nel settore meridionale (fogli Rettorgole, Cavazzale e Polegge) la C.T.R.N è stata integrata con rilievi quotati di dettaglio (ove esistenti) e con la cartografia regionale precedente al fine di ovviare a differenze ed anomalie tra le quote. Dall'andamento delle isoipse risulta evidenziata la decrescita altimetrica da nord-ovest verso sud-est, come pure la diminuzione del gradiente topografico. Si passa infatti da valori medi compresi tra 8÷7%o (con massimi anche superiori al 10 %o) a nord, a valori più ridotti (p = 7÷4%o) nel settore centrale fino a pendenze estremamente ridotte nel settore meridionale, indicativamente a sud dell’allineamento RodighieroPalazzina-Cresole nord-estremità orientale di via Rizzotti, con valori medi compresi tra 1÷3%o. Con analogo andamento NNO-SSE risultano individuate anche tre fasce depresse, subparallele, separate da due alti strutturali: il primo in corrispondenza del vecchio corso del torrente Timonchio, il secondo con direzione Capoluogo-Bergamin. 5.2 - FORME FLUVIALI E FLUVIOGLACIALI (M-FLU-06, M-FLU-07, M-FLU-16, M-FLU-17, MFLU-21, M-FLU-33 e M-FLU-35)) Relativamente a queste forme, nell'Elaborato in oggetto si sono riportate: − traccia di corso fluviale estinto, a livello di pianura o leggermente incassato; − traccia di corso fluviale estinto, a livello di pianura o leggermente incassato, incerto; − testata di incisione di risorgiva − orlo di scarpata di erosione fluviale o di terrazzo: altezza inferiore a 5 m; − alveo con recente tendenza all'erosione laterale; _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 29 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ − area depressa in pianura alluvionale; − dosso fluviale. • Alcune tra le forme considerate, ovvero: − traccia di corso fluviale estinto, a livello di pianura o leggermente incassato; − traccia di corso fluviale estinto, a livello di pianura o leggermente incassato, incerto; − dosso fluviale. riguardano dinamiche fluviali non più attive a seguito di interventi di deviazione o rettifica dell'andamento di alcuni corsi d'acqua. La loro definizione è stata effettuata sulla base della cartografia storica del catasto austroitaliano dei primi dell'800; nei casi in cui non è stato possibile un riscontro morfologico o individuare un riferimento con le mappe catastali attuali o con la C.T.R.N., tali forme sono state considerate "incerte". La maggior parte di queste forme è stata individuata nel settore centro-meridionale del territorio comunale, in relazione ad interventi sulla rete idrografica di risorgiva, ma la più significativa è quella relativa al T. Timonchio. "Paleoalveo" del Timonchio Corrisponde al vecchio alveo del Timonchio, abbandonato a seguito di un evento alluvionale verificatosi nei primi decenni del 1800, che si sviluppa subparallelamente all'attuale corso d'acqua toccando le località di Capovilla, Cresole e Rettorgole. Nella parte ancora sufficientemente conservata, costituisce un dosso fluviale che emerge di alcuni metri rispetto alla pianura circostante, costituendo un elemento di unicità geomorfologica e paesaggistica. Oltre ad una rilevante valenza morfologica, questo alto strutturale ha anche una importanza idraulica costituendo un limite fisico alle esondazioni dell'attuale corso d'acqua. • Per quanto riguarda le forme fluviali "attive", si sono riportati gli orli di scarpata di erosione fluviale in corrispondenza dei corsi d'acqua principali, evidenziando alcuni tratti di alveo con recente tendenza all'erosione laterale individuati sulla sponda destra del Timonchio (loc. Boschi) e della Roggia Caldonazzo (loc. Cresole) • Legate alle dinamiche fluviali ed in particolare alla diverse modalità di messa in posto dei depositi alluvionali sono le aree depresse in pianura alluvionale, spesso soggette a ristagni superficiali e/o a condizioni di elevata saturazione dei terreni a causa della presenza, in superficie, di litotipi prevalentemente limo-argillosi. Per individuare tali aree si è proceduto all’elaborazione dei punti quotati della carta tecnica regionale, tenendo conto, per quanto possibile, delle condizioni altimetriche locali (presenza di punti più rilevati quali argini o rilevati stradali). Come si può notare nella Tavola, la maggior parte di tali forme si localizza nel settore meridionale del territorio comunale, dove la pendenza della superficie topografica presenta una brusca diminuzione. • Come testate di incisione di risorgiva si sono riportate le emergenze "puntiformi" fisse (capifonte) più significative dal punto di vista morfologico, che rappresentano elementi _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 30 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ di vulnerabilità e, come tali, sono riportate anche nella Carta delle Fragilità. Alcune di esse corrispondono a quelle riportate nello studio a cura dell'A.A.T.O. Bacchiglione e della Provincia di Vicenza, altre derivano dai rilievi appositamente eseguiti. Per consentire un riferimento al Quadro Conoscitivo deP.T.C.P., ad ogni emergenza è stata attribuita una numerazione, mantenendo quella esistente nel caso delle risorgive segnalate nello studio sopra citato ed assegnando alle altre una nuova numerazione; tale numerazione figura nella Carta Geomorfologica e nel relativo data-base. Si tratta di elementi generatori di vincolo ai sensi dell'art. 36 delle N.T.A .del P.T.C.P. 2010 e come tali figurano anche nella Carta dei Vincoli. 5.3 - FORME ARTIFICIALI (M-ART-05, M-ART-06, M-ART-18, M-ART-21, M-ART-23, M-ART-24, M-ART-25, M-ART-26 e M-ART-32) Le forme artificiali possono essere ricondotte essenzialmente a due tipologie principali:: − forme legate all'attività estrattiva; − opere di difesa o di regimazione idraulica o inerenti la viabilità: 5.3.1 - Forme legate all'attività estrattiva (M-ART-05, M-ART-06, M-ART-18, e M-ART-32) Per la loro individuazione si sono utilizzati i dati forniti dalla Regione e quelli del P.T.C.P., confrontati con quelli del P.R.A.C., da altra documentazione reperita presso gli uffici della Provincia e del Comune, nonché quelli emersi nel corso dei rilievi di campagna. Sono localizzate soprattutto a monte del limite superiore della fascia delle risorgive, individuato indicativamente dall'allineamento Volpare – Capoluogo – Capovilla, ma alcuni siti sono state individuati anche più a sud (Via Sette, loc. Latezzon e loc. Maglio). Si tratta di attività legate all'estrazione di argilla per laterizi, che interessano i depositi più superficiali di natura limo-argillosa costituenti un orizzonte, di spessore mediamente pari a 3-4m, al tetto del materasso alluvionale ghiaioso-sabbioso. L’attività estrattiva, iniziata presumibilmente negli anni '40 - ''50, si protrae anche attualmente, seppure in modo più discontinuo. • Allo stato attuale sono segnalate come "attive" dalla Regione n. 3 cave, la “Scartesini”, la “Faresin” e la “Fontana”, ma nelle ultime due, al momento dei rilievi, l'attività non era ancora iniziata. Nella Carta Geomorfologica è pertanto indicata come cava attiva la sola cava "Scartesini" (cod. id. Regione 7836A), localizzata al confine con il Comune di Villaverla. • Per il resto si tratta di cave abbandonate o dismesse, per la maggior parte ripristinate all'uso agricolo, alcune alla quota del piano campagna originario, altre ad una quota inferiore. Si ricorda in proposito che la L.R. n.44/1982 definisce come cave “abbandonate” quelle in cui l’attività è cessata prima della L.R. n. 36/1975, come “dismesse” quelle in cui l’attività è cessata dopo l'entrata in vigore della medesima legge. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 31 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ In corrispondenza delle ex-cave depresse sono diffusi i fenomeni di allagamento e/o ristagno superficiale, data la limitata soggiacenza della falda idrica sotterranea e la mancanza di sistemi di scolo. Oltre alle problematiche di tipo idrogeologico ed idraulico, un aspetto particolarmente delicato riguarda la natura del materiale utilizzato per le ricomposizioni. Solo per alcune di esse esiste una documentazione relativa a tale materiale e, tra queste, sei risultano essere state adibite a discarica R.S.U. ed assimilabili o miste; la tipologia dei materiali è specificata nel data-base relativo. Due di questi siti figurano anche nella Carta della Fragilità del P.T.C.P., indicati come "aree degradate per la presenza storica di rifiuti". Si tratta di depositi di rifiuti realizzati anche dai singoli Comuni o da privati, prevalentemente prima degli anni '80, di vecchie discariche, non più utilizzate, non ripristinate e antecedenti la normativa di settore, nonché di situazioni ambientali in genere, potenzialmente in grado di creare od aggravare contaminazioni di suolo, sottosuolo ed acque sotterranee. E' ipotizzabile che i rifiuti siano stati depositati a diretto contatto con il terreno in posto, di natura essenzialmente sabbioso-ghiaiosa, permeabile, e spesso in falda acquifera. Le analisi chimiche effettuate, in alcuni siti, su campioni di terreno e di acqua hanno comunque evidenziato livelli di inquinamento in genere ridotti e comunque variabili in funzione del sito e della tipologia dei rifiuti, in prevalenza superiori nei terreni rispetto alle acque. Per regolamentare le procedure e verificare i possibili rischi connessi a queste situazioni, la Provincia di Vicenza ha recentemente emanato la Del.G.P. n. 335 del 05/10/2010 "Linee guida e criteri generali per la gestione di siti degradati dalla presenza di rifiuti depositati prima dell'entrata in vigore della relativa normativa di settore dislocati nel territorio della Provincia di Vicenza", a cui si rimanda. Di queste diverse condizioni si è tenuto conto nell'elaborazione della compatibilità geologica (Elaborato 03 Carta delle Fragilità). Le discariche per R.S.U. , R.S.A. e miste sono state classificate come "non idonee"; nel caso delle discariche per inerti e per terre da scavo, il materiale costituente il riempimento è stato considerato alla stregua del materiale di riporto utilizzato per gli altri riempimenti ed i siti sono stati classificati come "idonei a condizione". 5.3.2 - Opere di difesa o di regimazione idraulica o inerenti la viabilità (M-ART-21, MART-23, M-ART-24, M-ART-25 e M-ART-26) Comprendono: − alcuni alvei di corso d’acqua pensile, appartenenti alla rete idrografica di bonifica e localizzati nel settore nord-orientale del territorio comunale; − alcune briglie, talora associata a chiuse, individuate lungo i corsi d'acqua principali; − le opere di difesa fluviale rilevate; − gli argini principali, del torrente Timonchio e del fiume Bacchiglione; − i rilevati stradali; _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 32 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ I rilevati stradali, in particolare, possono dar luogo a condizioni di criticità idraulica ostacolando il deflusso delle acque superficiali, come accaduto nel caso dei rilevati dei ponti (stradale e pedonale) che attraversano il Bacchiglione a Cresole nell'evento alluvionale del novembre 2010. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 33 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 6 - Caratterizzazione sismica Con deliberazione n. 67 del 03.12.2003, recependo i criteri generali dell'Ordinanza P.C.M. n. 3274/2003, IL Consiglio Regionale del Veneto ha approvato la nuova classificazione sismica dei Comuni del Veneto. In base a tale classificazione, il Comune di Caldogno è classificato in zona sismica 3. Con deliberazione n. 71 del 22.01.2008 la Giunta Regionale, pur confermando per gli aspetti amministrativi la classificazione sismica dei Comuni di cui all'O.P.C.M. n. 3274/2003, recepisce i criteri generali di classificazione e la mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale allegati all'Ordinanza P.C.M. n. 3519/2006. Dall'analisi di tale mappa (redatta dall'Istituto di Geofisica e Vulcaanologia) nel 2004 si può dedurre che il territorio comunale ricade nella fascia di valori di accelerazione orizzontale massima al suolo, con probabilità di superamento del 10% in 50 anni, riferiti a suoli di categoria A (ag) compresi tra 0,150g e 0,175g. In realtà, il valore di accelerazione ag non può essere utilizzato direttamente per calcolare l'azione sismica in quanto il moto sismico risulta in stretta relazione con le caratteristiche topografiche, geotecniche ed idrogeologiche locali, fenomeno questo conosciuto come "risposta sismica locale" o "effetto sito". Alcune situazioni geologiche e/o idrogeologiche possono infatti amplificare il moto sismico, aumentando gli effetti dei terremoti; per una corretta valutazione dell'azione sismica è pertanto necessario che siano adeguatamente definite le condizioni geologiche, idrogeologiche e geotecniche dell'area di intervento. Le caratteristiche idrogeologiche del territorio comunale: − elevata eterogeneità e scadenti caratteristiche dei terreni di fondazione − ridotta profondità della falda dal piano campagna possono modificare il moto sismico atteso, con possibili fenomeni di amplificazione sismica legati alla eterogeneità dei depositi e fenomeni di liquefazione (presenza di terreni sabbiosi poco addensati e falda superficiale). _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 34 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 7 - Tavola 2 - CARTA DELLE INVARIANTI Le invarianti a carattere geologico che figurano nell'elaborato sono costituite da ambiti territoriali caratterizzati da particolari evidenze morfologiche ed idrogeologiche e che, come tali, devono essere oggetto di conservazione, tutela e valorizzazione, evitando interventi di trasformazione che esulino da tali finalità. Nel territorio comunale di Caldogno sono stati indicati come invarianti: − le aree di risorgiva più significative; − il dosso fluviale presente nel settore orientale, per la parte non ancora urbanizzata. Le aree di risorgiva corrispondono agli "ambiti" più significativi, sotto l'aspetto idrogeologico, ambientale e paesaggistico tra quelli individuati nella Carta idrogeologica e nella Carta delle Fragilità, comprendenti gruppi di emergenze ravvicinate, sia di tipo puntiforme che diffuso lungo i corsi d'acqua. Per l'elevata valenza idrogeologica, nonché paesaggistica ed ambientale, tali forme sono da sottoporre a specifiche forme di conservazione e tutela. Il dosso fluviale, per la parte non ancora urbanizzata, costituisce elemento caratterizzato da valenza ed unicità geomorfologica e paesaggistica e, come tale, da salvaguardare vietando soprattutto modifiche all'assetto morfologico. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 35 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 8 - Tavola 3 - CARTA DELLE FRAGILITA' Per quanto di competenza, questa tavola deriva da una valutazione incrociata degli aspetti riportati in dettaglio nelle tavole del Quadro Conoscitivo relativi alla Matrice 05 Suolo e Sottosuolo e costituiti da: − Carta Geolitologica (Elaborato c0501) − Carta Idrogeologica (Elaborato c0502) − Carta Geomorfologica (Elaborato c0503) e rappresenta la diversa "idoneità" del territorio a recepire le trasformazioni urbanistiche, ed in particolare quelle edificatorie, tramite la valutazione della "compatibilità geologica" e l'analisi dei fattori di criticità, tra cui le "aree a dissesto idrogeologico". L’uso del territorio, infatti, non è legato solamente alle caratteristiche geotecniche e geomeccaniche dei terreni direttamente interessati dalla trasformazione, ma risulta strettamente collegato alle condizioni morfologiche, idrogeologiche ed idrauliche, nonché agli interventi antropici effettuati. Si è cercato pertanto di analizzare il territorio e le sue realtà attraverso l'interdipendenza dei fattori fisici e degli equilibri naturali che lo regolano. I tematismi rappresentati nella tavola riguardano: − la compatibilità geologica ai fini urbanistici; − le aree soggette a dissesto idrogeologico; − altre componenti di fragilità. In funzione della compatibilità geologica il territorio comunale è stato suddiviso in: − aree idonee a condizione − aree non idonee Si sono quindi individuate e perimetrate le zone interessate da fattori morfologici, geologici, idrogeologici e/o idraulici tali da condizionare l'utilizzazione urbanistica del territorio individuando le seguenti aree a dissesto idrogeologico: − − − − area a ristagno idrico (IDR01); area esondabile (IDR02); area di risorgiva (RIS); area con presenza di una o più attività estrattive, in atto, dismesse o abbandonate (ALT). Tra le altre componenti di fragilità, nella Tavola sono state infine inserite: − le risorgive puntiformi attive (capifonte); − le risorgive puntiformi estinte o intubate; − le emergenze diffuse lungo i corsi d'acqua; − la fascia delle risorgive, individuata tramite il limite superiore e quello inferiore; che rappresentano altri elementi di vulnerabilità del territorio e, come tali, tendono a condizionarne in modo più o meno rilevante l'utilizzo. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 36 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Per ogni tipologia di "area" si sono quindi redatte specifiche norme tecniche nelle quali figurano i limiti e le indicazioni che ne regolano l'utilizzo. ¾ Al fine di una migliore comprensione delle problematiche alla base della Carta delle Fragilità, si ritiene utile riportare uno schema riassuntivo derivante dall'analisi comparata degli elaborati del Quadro Conoscitivo, illustrati nel dettaglio ai capitoli precedenti, relativamente all’utilizzo del territorio, non solo ai fini edificatori. - La presenza di ampie porzioni di territorio compromesse in modo più o meno rilevante dall’attività estrattiva prima e dal ripristino delle aree scavate poi, dà luogo a situazioni “delicate” e talora complesse, in particolare per quanto riguarda possibili fenomeni di contaminazione di suolo, sottosuolo ed acque sotterranee. - L’elevata variabilità nell’andamento spaziale, nello spessore e nelle caratteristiche geotecniche dei diversi litotipi, in particolare a valle del limite superiore della fascia delle risorgive, può comportare problematiche negli interventi di tipo edificatorio. - Le particolari condizioni idrogeologiche nei settori centrale e meridionale del territorio comunale, con presenza di falda freatica a profondità limitata dal piano campagna e talora subaffiorante o di falde superficiali confinate, in pressione, possono costituire elemento penalizzante nel caso di scavi e nella realizzazione di strutture interrate (ad esempio per venute d'acqua, instabilità dei fronti di scavo, fenomeni di sottospinta idraulica, ecc), con necessità di adottare accorgimenti particolari. − Le carenze che interessano le arginature sulla destra idrografica del T. Timonchio e del F. Bacchiglione (in Comune di Dueville) e le condizioni di sofferenza idraulica di gran parte dei principali ricettori delle acque di scorrimento superficiale (rete idrografica di bonifica) rappresentano elementi di criticità, talora anche rilevanti, nel contesto idrogeologico ed idrografico locale. Questo comporta la necessità di adeguate misure di manutenzione e di salvaguardia del reticolo idrografico e delle opere di regimazione e di difesa idraulica. 8.1 - COMPATIBILITA' GEOLOGICA AI FINI URBANISTICI La valutazione della compatibilità geologica, in accordo con il percorso metodologico suggerito dalla normativa regionale, è stata affrontata attraverso l'esame dei vari tematismi che compongono il Quadro Conoscitivo, in particolare: − condizioni di criticità di tipo idraulico legate a fenomeni di esondabilità; − esistenza di criticità di tipo idrogeologico quali aree soggette a ristagni superficiali e fenomeni di risorgiva; − presenza, tipologia e condizioni morfologiche di aree interessate dall'attività estrattiva; − soggiacenza della falda; − caratteristiche geotecniche dei terreni (granulometria e tessitura, grado di addensamento, consistenza, presenza di elevata eterogeneità); _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 37 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Sulla base dei diversi aspetti e della presenza o meno di criticità, il territorio comunale è stato quindi suddiviso nelle seguenti classi: • • aree idonee a condizione aree non idonee Qualunque sia il grado di idoneità dell'area in cui ricade l'intervento di trasformazione è necessario che siano adeguatamente definiti il modello geologico e la caratterizzazione geotecnica dei terreni, nonché le condizioni idrogeologiche ed idrauliche; questo al fine di valutarne la compatibilità con il contesto in cui l'intervento stesso si inserisce. Per qualsiasi intervento di trasformazione urbanistica (nuova costruzione, ampliamento, ristrutturazione, viabilità, ecc.) si dovrà fare riferimento alla normativa vigente, in particolare al D.M. 14.01.2008e s.m.i. e Circolare Ministero LL.PP. n. 617/2009. Per il sito di intervento e la progettazione delle opere si dovranno inoltre effettuare la caratterizzazione sismica, l'analisi dei possibili fenomeni di amplificazione, le verifiche prescritte e quanto altro richiesto dalla normativa vigente, con riferimento in particolare all'O.P.C.M. n. 3519/2006 ed alla successiva D.G.R. n. 71/2008 di recepimento. 8.1.1 - Aree idonee a condizione Si tratta di aree in cui gli aspetti morfologici, geologici-geotecnici, idrogeologici ed idraulici, nonché gli interventi antropici effettuati tendono a condizionare in modo più o meno importante l'uso del territorio e possono richiedere interventi preventivi e/o di sistemazione. Comprendono la quasi totalità del territorio comunale, caratterizzato dalla presenza di uno o più dei seguenti elementi di criticità: − condizioni di pericolosità/rischio idraulico per fenomeni di allagamento legati ad esondazione dei corsi d'acqua e/o affioramento della falda idrica sotterranea e grado di pericolosità/rischio; − aree di cava, dismesse o abbandonate, depresse o ripristinate alla quota del piano campagna, spesso interessate da riporti di materiali eterogenei o di natura non nota; − limitata soggiacenza della falda idrica, inferiore a 2 metri su gran parte del territorio comunale; − alluvioni fortemente eterogenee, sia per quanto riguarda la natura litologica che la distribuzione spaziale, con caratteristiche geotecniche molto variabili, per lo più da mediocri a scadenti; − condizioni di drenaggio difficoltoso e/o saturazione dei terreni; − presenza di risorgive, puntiformi o diffuse; − presenza di paleoalvei; Per queste aree, agli artt. 22 e 22.1 delle NTA sono riportati gli indirizzi, i criteri e le prescrizioni da seguire per gli interventi urbanistici. Incrociando i dati relativi ai diversi tematismi sopra riportati, le aree idonee a condizione sono state suddivise in 17 "sottoclassi" contraddistinte da diversi ed in genere crescenti gradi di penalizzazione. Per ognuna delle 17 tipologie di "sottozona", all' art. 22.2 delle NTA sono riportati gli indirizzi, i criteri e le prescrizioni da seguire per gli interventi urbanistici. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 38 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Sotto classificazione delle aree idonee a condizione N° Fattori condizionanti Interventi proposti 1 - Presenza di coperture argillose potenti anche alcuni metri soprastanti le alluvioni ghiaiose. - Profondità della falda tra 5 e 10 m dal p.c.. - Possibile presenza di riporti legati all'attività estrattiva. - Caratteristiche geotecniche mediocri, localmente buone o scadenti. - Possibili locali eterogeneità litologiche per presenza di paleoalvei. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica dell'eventuale presenza di riporti legati all'attività estrattiva. - Per le strutture interrate, verifica di stabilità dei fronti di scavo. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. 2 - Profondità della falda tra 2 e 5 m dal p.c.. - Possibile presenza di riporti legati all'attività estrattiva. - Caratteristiche geotecniche mediocri (settore nord), da mediocri a scadenti (a sud). 3 - Rischio idraulico R1 – Basso. - Profondità della falda tra 5 e 10 m dal p.c.. - Caratteristiche geotecniche mediocri. - Possibili locali eterogeneità litologiche per presenza di paleoalvei. 4 - Pericolosità idraulica P1 - Rischio idraulico R1 – Basso. - Profondità della falda tra 2 e 5 m dal p.c.. - Caratteristiche geotecniche mediocri, localmente variabili da mediocri/ buone a scadenti. - Possibili locali eterogeneità litologiche per presenza di paleoalvei. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica dell'eventuale presenza di riporti legati all'attività estrattiva. - Verifiche di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo. - Eventuale impermeabilizzazione delle strutture interrate. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica delle condizioni idrauliche. - Interventi di mitigazione della criticità idraulica. - Salvaguardia della continuità e funzionalità della rete idrografica evitando interventi che interrompano o riducano il deflusso. - Divieto di realizzazione di interrati con accessi o aperture verso l'esterno. - Per le strutture interrate, verifica di stabilità dei fronti di scavo. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica delle condizioni idrauliche. - Interventi di mitigazione della criticità idraulica. - Salvaguardia della continuità e funzionalità della rete idrografica evitando interventi che interrompano o riducano il deflusso. - Divieto di realizzazione di interrati con accessi o aperture verso l'esterno. - Verifica di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 39 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 5 - Ex cava ricomposta a quota p.c. - Profondità della falda tra 2 e 5 m dal p.c.. - Caratteristiche geotecniche da accertare. 6 - Ex cava ricomposta a quota p.c. - Rischio idraulico R1 - Profondità della falda tra 5 e 10 m dal p.c.. - Caratteristiche geotecniche da accertare. 7 - Ex cava ricomposta a quota p.c. - Rischio idraulico R1 - Profondità della falda tra 2 e 5 m dal p.c.. - Caratteristiche geotecniche da accertare. - Eventuale impermeabilizzazione delle strutture interrate. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Verifica della natura e delle caratteristiche chimicofisiche del materiale usato per la ricomposizione. - Verifica della presenza di agenti inquinanti ed eventuale bonifica. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo. - Eventuale impermeabilizzazione delle strutture interrate. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Verifica della natura e delle caratteristiche chimicofisiche del materiale usato per la ricomposizione. - Verifica della presenza di agenti inquinanti ed eventuale bonifica. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica delle condizioni idrauliche. - Interventi di mitigazione della criticità idraulica. - Salvaguardia della continuità e funzionalità della rete idrografica evitando interventi che interrompano o riducano il deflusso. - Divieto di realizzazione di interrati con accessi o aperture verso l'esterno. - Per le strutture interrate, verifica di stabilità dei fronti di scavo. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Verifica della natura e delle caratteristiche chimicofisiche del materiale usato per la ricomposizione. - Verifica della presenza di agenti inquinanti ed eventuale bonifica. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica delle condizioni idrauliche. - Interventi di mitigazione della criticità idraulica. - Salvaguardia della continuità e funzionalità della rete idrografica evitando interventi che interrompano o riducano il deflusso. - Divieto di realizzazione di interrati con accessi o aperture verso l'esterno. - Verifica di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo. - Eventuale impermeabilizzazione delle strutture interrate. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 40 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 8 - Profondità della falda tra 0 e 2 m dal p.c.. - Locale presenza di risorgive. - Caratteristiche geotecniche da mediocri (settore nord-ovest) a generalmente scadenti (a sudest). - Possibili locali eterogeneità litologiche per presenza di paleoalvei. 9 - Profondità della falda tra 0 e 2 m dal p.c.. - Area depressa, con possibili ristagni superficiali. - Locale presenza di risorgive - Caratteristiche geotecniche da mediocri a scadenti. - Possibili locali eterogeneità litologiche per presenza di paleoalvei. 10 - Pericolosità idraulica P1 - Rischio idraulico R1 – Basso. - Profondità della falda tra 0 e 2 m dal p.c.. - Locale presenza di risorgive. - Caratteristiche geotecniche da mediocri a scadenti (tendono a peggiorare globalmente verso sud). - Possibili locali eterogeneità litologiche per presenza di paleoalvei. 11 - Pericolosità idraulica P1 - Rischio idraulico R1 – Basso. - Profondità della falda tra 0 e 2 m dal p.c.. - Possibili ristagni superficiali. - Presenza di risorgive. - Caratteristiche geotecniche per lo più scadenti, localmente mediocri. - Possibili locali eterogeneità litologiche per presenza di paleoalvei. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo. - Impermeabilizzazione delle strutture interrate. - Applicazione delle norme per la salvaguardia delle risorgive. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Interventi atti a favorire il deflusso delle acque e ad aumentare la permeabilità dei terreni superficiali. - Eventuale sopraelevazione del piano campagna. - Verifica di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo. - Impermeabilizzazione delle strutture interrate. - Applicazione delle norme per la salvaguardia delle risorgive. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica delle condizioni idrauliche. - Interventi di mitigazione della criticità idraulica. - Salvaguardia della continuità e funzionalità della rete idrografica evitando interventi che interrompano o riducano il deflusso. - Divieto di realizzazione di interrati con accessi o aperture verso l'esterno. - Verifica di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo - Impermeabilizzazione delle strutture interrate. - Applicazione delle norme per la salvaguardia delle risorgive. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica delle condizioni idrauliche. - Interventi di mitigazione della criticità idraulica ed idrogeologica. - Salvaguardia della continuità e funzionalità della rete idrografica evitando interventi che interrompano o riducano il deflusso. - Interventi atti a favorire il deflusso delle acque e ad aumentare la permeabilità dei terreni superficiali. - Eventuale sopraelevazione del piano campagna. - Divieto di realizzazione di interrati con accessi o aperture verso l'esterno. - Verifica di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 41 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 12 - Ex cava ricomposta a quota p.c. - Profondità della falda tra 0 e 2 m dal p.c.. - Caratteristiche geotecniche da accertare. 13 - Ex cava ricomposta a quota p.c. - Pericolosità idraulica P1- Rischio idraulico R1 – Basso. - Profondità della falda tra 0 e 2 m dal p.c.. - Caratteristiche geotecniche da accertare. 14 - Ex cava depressa rispetto al piano campagna, per lo più ripristinata all'uso agricolo. - Possibili allagamenti per risalita della falda idrica sotterranea. - Rischio idraulico R1 - Basso. - Diffusa presenza di ristagni superficiali. - Locali dissesti in corrispondenza dei fronti di scavo. - Caratteristiche geotecniche da accertare. - Possibili locali eterogeneità litologiche per presenza di paleoalvei. - Impermeabilizzazione delle strutture interrate. - Applicazione delle norme per la salvaguardia delle risorgive. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Verifica della natura e delle caratteristiche chimicofisiche del materiale usato per la ricomposizione. - Verifica della presenza di agenti inquinanti ed eventuale bonifica. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo. - Impermeabilizzazione delle strutture interrate. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Verifica della natura e delle caratteristiche chimicofisiche del materiale usato per la ricomposizione. - Verifica della presenza di agenti inquinanti ed eventuale bonifica. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica delle condizioni idrauliche. - Interventi di mitigazione della criticità idraulica. - Salvaguardia della continuità e funzionalità della rete idrografica evitando interventi che interrompano o riducano il deflusso. - Divieto di realizzazione di interrati con accessi o aperture verso l'esterno. - Verifica di stabilità ed opere di sostegno dei fronti di scavo. - Impermeabilizzazione delle strutture interrate. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Verifica della natura e delle caratteristiche chimicofisiche del materiale usato per la ricomposizione. - Verifica della presenza di agenti inquinanti ed eventuale bonifica. - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica delle condizioni idrauliche. - Opere di mitigazione della criticità idraulica ed idrogeologica. - Interventi atti a favorire il deflusso delle acque e ad aumentare la permeabilità dei terreni superficiali. - Ripristino del piano campagna ad una quota compatibile con le condizioni di pericolosità/rischio idraulico. - Divieto di realizzazione di interrati con accessi o aperture verso l'esterno. - Impermeabilizzazione delle strutture interrate. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 42 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 15 - Pericolosità idraulica P2 - Rischio idraulico R2 – Alto. - Profondità della falda tra 0 e 2 m dal p.c.. - Locale presenza di risorgive. - Possibili ristagni superficiali. - Caratteristiche geotecniche da mediocri a scadenti. - Possibili locali eterogeneità litologiche per presenza di paleoalvei. 16 - Cava attiva. 17 - Elevata pericolosità idraulica in relazione alla criticità arginale del Timonchio. - Divieto di nuove zone edificabili di espansione e di edifici pubblici o di pubblica utilità destinati ad accogliere persone (art. 11 del PAI). - Accertamento delle condizioni geologiche, idrogeologiche e verifiche sismiche ai sensi della normativa vigente. - Verifica delle condizioni idrauliche. - Salvaguardia della continuità e funzionalità della rete idrografica evitando interventi che interrompano o riducano il deflusso. - Interventi di mitigazione della criticità idraulica ed idrogeologica. - Divieto di realizzazione di interrati con accessi o aperture verso l'esterno. - Interventi atti a favorire il deflusso delle acque e ad aumentare la permeabilità dei terreni superficiali. - Applicazione delle norme per la salvaguardia delle risorgive. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - Allo stato attuale l'area non è utilizzabile ai fini edificatori e per essa vale l'art. 17 delle NTA. - L'utilizzo dell'area ai fini edificatori è condizionato alla cessazione dell'attività estrattiva ed alla realizzazione di un’adeguata ricomposizione ambientale. Ad integrazione e specifica di quanto sopra riportato valgono le norme di cui agli artt. 22 e 22.1 delle NTA. - L'utilizzo dell'area ai fini edificatori è condizionato alla realizzazione di opere di mitigazione della pericolosità idraulica del Timonchio: cassa di espansione e rinforzo dell'argine. - Allo stato attuale l'area è equiparabile alle aree P2 del PAI e per essa valgono le rispettive NTA del PAI stesso; in particolare vale il divieto di nuove zone edificabili di espansione e di edifici pubblici o di pubblica utilità destinati ad accogliere persone (art. 11 del PAI). 8.1.2 - Aree non idonee Si tratta di aree per le quali l'elevata criticità preclude un utilizzo che comporti incrementi del carico insediativo. Comprendono: • i corsi d'acqua principali (Timonchio e Bacchiglione) e le relative fasce di rispetto idraulico (10m dal ciglio fluviale o dal piede esterno dell'argine); questo allo scopo di salvaguardare la funzionalità idraulica della rete idrografica, non interferire con le opere di difesa spondale, non intaccare la stabilità degli argini e consentire gli interventi di manutenzione e rispristino; • le “aree fluviali", così come individuate dal P.A.I. e classificate a pericolosità idraulica molto elevata P4; _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 43 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ • la rete idrografica di competenza del Consorzio di bonifica e le relative fasce di rispetto idraulico, ancorché non rappresentate nella Tav. 3 del PAT; questo allo scopo di salvaguardare la funzionalità idraulica della rete idrografica, non interferire con le opere di difesa spondale e consentire gli interventi di manutenzione e rispristino; • le ex-cave adibite a discarica per RSU, assimilabili e miste; • le emergenze puntiformi (risorgenza e ripe) e la fascia di protezione primaria, nonché la fascia di protezione (5 m) delle altre emergenze e dei corsi d'acqua ricadenti all'interno delle "aree di risorgiva" di cui all'art. 23.2 delle presenti norme, ancorché non rappresentati nella Tav. 3 del P.A.T.; • i corsi d'acqua con presenza di emergenze diffuse di risorgiva, come rappresentati nella Tav. 3 del P.A.T., e relativa fascia di rispetto (5 m). Per queste aree, agli art. 22 e 22.3 delle NTA sono riportati gli indirizzi, i criteri e le prescrizioni da seguire per gli interventi urbanistici. In generale, sono ammissibili solo opere ed interventi volti alla riparazione e consolidamento dell’esistente, nonché alla tutela e gestione del territorio in genere ed in particolare alla mitigazione della pericolosità. Gli interventi consentiti sono comunque subordinati ad uno studio completo di fattibilità basato su indagini geologiche-geotecniche e studi idrogeologici ed idraulici approfonditi ed adeguatamente estesi alle aree contermini, nonché alla realizzazione di opere di mitigazione del rischio idrogeologico/idraulico. Nel caso delle ex-cave adibite a discarica per R.S.U., R.S.A. e miste,, la penalizzazione è relativa allo stato attuale; per un loro eventuale utilizzo ai fini urbanistici, ed in particolare edificatori, si dovrà fare riferimento a quanto previsto dalla normativa vigente, i particolare il D.Lgs.52 /2006 e la Del.G.P. 335/2010. 8.2 - AREE SOGGETTE A DISESTO IDROGEOLOGICO Al fine di visualizzare le principali condizioni di dissesto idraulico e/o idrogeologico e gli elementi di vulnerabilità che interferiscono con l'uso del territorio condizionandolo in modo più o meno importante, il PAT individua, nella tav. 3 Carta delle Fragilità, le seguenti aree: • area esondabile o a ristagno idrico • area di risorgiva • area con presenza di una o più attività estrattive, in atto, dismesse o abbandonate Per queste aree, agli art. 23, 23.1, 23.2 e 23.3 delle NTA sono riportati gli indirizzi, i criteri e le prescrizioni da seguire per gli interventi urbanistici. 8.2.1 - Aree esondabili o a ristagno idrico Si tratta di aree soggette ad allagamenti per esondazione dei corsi d'acqua o per risalita della falda idrica sotterranea e/o a fenomeni di ristagno idrico derivanti da particolari condizioni morfologiche (aree depresse, assenza di una rete di scolo) e/o litologiche (presenza in superficie di terreni impermeabili). Aree esondabili Le perimetrazioni definite nella Tavola 3 "Carta delle Fragilità" rappresentano l'inviluppo delle aree esondabili/soggette ad allagamento che figurano negli elaborati del PAI e del P.T.C.P. (queste ultime derivate dal Piano Provinciale di Emergenza), unitamente a quelle fornite dal _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 44 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta. Le perimetrazioni del PAI sono specificate nella Tav. 1 Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale, a cui si rimanda. La maggior parte delle aree esondabili sono classificate in condizioni di pericolosità/rischio idraulico moderato-basso: PAI = P1 (moderata), PTCP = R1 (moderato), Consorzio = rischio basso. Aree molto limitate (loc. Lobbia e zona "Bosco di Dueville") presentano un grado maggiore di criticità idraulica: PAI = P2 (medio), PTCP = R2 (medio), Consorzio = rischio alto. Si fa presente, al riguardo, che nel caso dei dati del Consorzio il tirante idrico previsto è comunque inferiore a 1,00 metri. Il PAI definisce ed individua infine le "aree fluviali", classificate come P4 - aree a pericolosità idraulica molto elevata. Le aree fluviali sono state classificate come non idonee, come pure le aree esondabili ricadenti all'interno delle discariche R.S.U., R.S.A. o miste; le altre aree esondabili sono state classificate come idonee a condizione con grado di penalizzazione in funzione del livello di pericolosità/rischio idraulico. Per i possibili interventi urbanistici si rimanda all'art.23.1 delle N.T.A.. Aree a ristagno idrico Si tratta di aree soggette a ristagni superficiali per difficoltà di deflusso in quanto depresse (sia per cause naturali che antropiche), prive di adeguata rete di scolo e con presenza, in superficie, di terreni poco o per nulla permeabili. Condizioni particolari si hanno nelle ex-aree di cava, in particolare se depresse rispetto al piano campagna circostante, nelle quali, oltre alla difficoltà di deflusso delle acque meteoriche, si hanno fenomeni di allagamento per affioramento della falda idrica sotterranea. Le aree a ristagno idrico ricadenti all'interno delle discariche R.S.U., R.S.A. o miste sono state classificate come non idonee; le altre aree a ristagno sono state classificate come idonee a condizione con diversi gradi di penalizzazione in relazione agli altri fattori di criticità presenti. Per i possibili interventi urbanistici si rimanda all'art.23.1 delle N.T.A.. 8.2.1 - Aree di risorgiva Sono individuati come "aree di risorgiva" ambiti comprendenti: • aree di risorgiva, comprendenti, al loro interno, emergenze ravvicinate, sia di tipo puntiforme che diffuso lungo i corsi d'acqua; • emergenze puntiformi (capifonte); • emergenze diffuse lungo i corsi d’acqua. Costituiscono contesti ad elevato valore idrogeologico, paesaggistico ed ambientale in quanto rappresentano elementi di grande rilevanza naturalistica e risorse idriche importanti. Si tratta pertanto di ambiti da tutelare e valorizzare ai fini della salvaguardia della risorsa. Per le loro caratteristiche, le risorgive risultano inoltre degli indicatori dello stato di salute della falda e, più in generale, degli ecosistemi ad esse connessi e come tali andrebbero monitorati in relazione allo stato ecologico, chimico e quantitativo. Le emergenze puntiformi (risorgenza e ripe) e la fascia di protezione primaria, nonché la fascia di protezione (5 m) delle altre emergenze e dei corsi d'acqua ricadenti all'interno delle _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 45 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ "aree di risorgiva" di cui all'art. 23.2 delle presenti norme, ancorché non rappresentati nella Tav. 3 del P.A.T. sono state classificate come non idonee, come pure i corsi d'acqua con presenza di emergenze diffuse di risorgiva, come rappresentati nella Tav. 3 del P.A.T., e relativa fascia di rispetto (5 m). Per il resto le aree di risorgiva sono state classificate come idonee a condizione, con diversi gradi di penalizzazione in relazione alle caratteristiche morfologiche, idrogeologiche ed idauliche del contesto in cui sono inserite. Per i possibili interventi urbanistici si rimanda all'art.23.2 delle N.T.A.. 8.2.1 - Aree con presenza di una o più attività estrattive, in atto, dismesse o abbandonate Le perimetrazioni che figurano nella Tav. 3 Carta delle Fragilità corrispondono a porzioni di territorio comprendenti al loro interno una o più attività estrattive e si riferiscono al totale delle cave (in atto, dismesse o abbandonate) individuate nel territorio comunale. Non sono invece state considerate le cave "in essere" (autorizzate) nelle quali i lavori di estrazione non erano iniziati al momento della stesura del PAT.; per l'individuazione di queste ultime si rimanda alla Tav 1 Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale. Le caratteristiche di questi ambiti sono esaminate nel dettaglio all'interno del Quadro Conoscitivo (Matrice c05 suolo-sottosuolo e relazione geologica). La maggior parte delle cave dismesse o abbandonate risulta ripristinata ai fini agricoli, alcune alla quota del piano campagna circostante, altre ad una quota inferiore; in corrispondenza di queste ultime sono diffusi fenomeni di allagamento o ristagno superficiale. Solo per alcune di esse esiste una documentazione sul materiale utilizzato per la ricomposizione e, tra queste, sei risultano essere state adibite a discarica R.S.U. ed assimilabili o miste. Di queste differenze si è tenuto conto nell'elaborazione della compatibilità geologica che figura in Tav. 3 Carta delle Fragilità ed in particolare nella perimetrazione delle diverse "sottozone" in cui è suddivisa l'area "idonea a condizione". Le ex-cave adibite a discariche R.S.U., R.S.A. e miste sono state classificate come non idonee, le altre sono state considerate idonee a condizione, con gradi diversi di penalizzazione in funzione delle condizioni morfologiche, idrogeologiche ed idrauliche. Per i possibili interventi urbanistici si rimanda all'art. 23.3 delle N.T.A.. Nelle cave abbandonate e dismesse, eventuali interventi di modificazione morfologica andranno conformati alle direttive ed agli indirizzi assunti al riguardo in via generale dalla Regione per le ricomposizioni della medesima fattispecie di cave, e comunque, alla pianificazione urbanistica ed ambientale al rispetto delle statuizioni stabilite dalle vigenti norme e dal P.T.R.C.. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 46 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ 8.3 - ALTRE COMPONENTI DI FRAGILITA' Nella Tavola 3, tra le altre componenti, sono riportate anche: − le risorgive puntiformi attive (capifonte); − le risorgive puntiformi estinte o intubate; − le emergenze diffuse lungo i corsi d'acqua; − la fascia delle risorgive, individuata tramite il limite superiore e quello inferiore; Per i possibili interventi urbanistici si rimanda all'art. 24 delle N.T.A.. Tra le risorgive puntiformi si sono individuati i capifonte con maggiore valenza morfologica, idrogeologica ed ambientale, che sono stati classificati sulla base dell'I.F.R. (indice di Funzionalità della Risorgiva) secondo le indicazioni del P.T.C.P. e normati separatamente in quanto sottoposti a vincolo specifico dalle N.T.A. del P.T.C.P. (art. 36). Nella Tav. 3 Carta delle Fragilità, in accordo con l'Amministrazione Provinciale, sono state indicate anche le risorgive rappresentate nella Carta della Fragilità del P.T.C.P. ma allo stato attuale estinte, intubate o corrispondenti nella realtà ad emergenze diffuse; tali elementi sono stati indicati come risorgive puntiformi "estinte" e per essi il P.A.T. non prevede indicazioni e normative specifiche. La fascia delle risorgive corrisponde alla porzione di territorio comunale in cui si verifica il particolare fenomeno idrogeologico delle "risorgive", ossia della venuta a giorno, naturale o indetta dall'intervento antropico, della falda freatica; tale fascia è delimitata da un limite superiore ed un limite inferiore. Le emergenze possono avere carattere diffuso, lungo un corso d'acqua, ovvero essere puntiformi ed in questo caso presentano talora caratteri morfologici ben definiti. Alcune di esse sono perenni mentre altre si attivano solo saltuariamente in corrispondenza di fasi di piena della falda idrica sotterranea. Attorno alle risorgive, sia puntuali che diffuse, si crea spesso un ambiente contraddistinto da peculiari caratteristiche di naturalità e biodiversità. Nel territorio comunale di Caldogno, tale fenomeno è molto diffuso e, talora, le emergenze sono difficilmente individuabili, in particolare se si tratta di emergenze diffuse. Per tale motivo si ritiene utile inserire tra le componenti di vulnerabilità del territorio non solo le emergenze individuate, ma l'intera porzione di territorio interessata dal fenomeno. Esso rappresenta, infatti, uno dei caratteri idrogeologici ed ambientali più tipici della Pianura Padana, di elevata valenza non solo idrogeologica, ma anche naturalistica, ambientale e paesaggistica, da tutelare adeguatamente al fine di arrestare i processi degenerativi in corso, tra cui l'interrimento e la chiusura artificiale di fossi e di emergenze). ¾ Da quanto sopra esposto risulta che la buona parte del territorio comunale presenta condizioni geologiche, idrogeologiche e/o idrauliche “delicate” e localmente “a rischio”; la progettazione di qualsiasi intervento dovrà pertanto essere effettuata sulla base di studi specifici, tenendo conto di quanto previsto dalla normativa vigente, in particolare: L. 02.02.1974, n. 64 - “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche”, in particolare art. 1 delle “Disposizioni generali”. _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 47 Dr. Geol. Emanuela Tescari – Via E. Morosini, 2 – 36100 Vicenza Tel. / fax 0444 570598 _________________________________________________________________________________ D.M. 11.03.1988 riguardanti le “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione” e successive istruzioni applicative (Circ. LL.PP. 24.09.1988, n. 30483). Circolare della Regione Veneto n. 9 del 05.04.2000 - “Indirizzi in materia di prescrizioni tecniche da osservare per la realizzazione di opere pubbliche e private. Obblighi derivanti dalla L. 2 Febbraio 1974, n. 64 e dal D.M. 11 Marzo 1988”. In essa si sottolinea come le relazioni geotecnica e geologica (ove prescritta) “devono essere presentate all’atto della richiesta delle concessioni/autorizzazioni edilizie in quanto parte integrante degli atti progettuali”. D.G.R. del Veneto n. 3637 del 13.12.2002 – “L. 3 agosto 1998, n. 267 – individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico e idrogeologico: Indicazioni per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”. Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20.03.2003 - “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” e successive modifiche ed integrazioni (Ordinanza PCM n. 3316 del 02.10.2003). In riferimento a tale ordinanza, si fa presente che il Comune di Caldogno è classificato in zona sismica 3 (ag = 0.15 g, dove ag = accelerazione orizzontale massima). Ordinanza P.C.M. n 3519 del 28.04.2006 - "Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone". D.M. 14.01.2008 - "Norme Tecniche per le costruzioni". Le prescrizioni relative all’uso del suolo in riferimento alla classe di compatibilità geologica (terreni idonei a condizione e terreni non idonei) dovranno essere recepite nelle Norme di Attuazione dei futuri strumenti urbanistici. Allegati All. 1 : Indagini geognostiche _____________________________________________________________________________________________________ PAT CALDOGNO - RELAZIONE GEOLOGICA (Febbraio 2011) 48