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Estratto da Il Fisioterapista 6-2012 BIOMEDICAL STATISTICS & CLINICAL EPIDEMIOLOGY Analisi dei risultati di uno studio sperimentale randomizzato e controllato Massimo Bitocchi Fisioterapista, Orthopaedic Manipulative Therapist – IFOMPT, Loreto (AN) Questa sezione è stata creata con lo scopo di fornire elementi di base in materia di epidemiologia e biostatistica. Molto si parla di evidence-based medicine e nel nostro caso di evidence-based physiotherapy ed evidence-based practice, ma questi temi si intersecano strettamente e non sarebbe possibile scinderli. Un professionista dedicato e coscienzioso dovrebbe possedere capacità critiche sufficienti in modo tale da poter filtrare efficientemente la letteratura biomedica esaminata. Dovrebbe riuscire a reperire in letteratura quale sia il test gold standard utilizzato per testare una determinata struttura fisica e valutare le potenzialità dello stesso in termini di sensibilità, specificità, valore predittivo eccetera; dovrebbe poter giudicare le conclusioni alle quali perviene uno studio così poi da poter arricchire la propria pratica clinica di trattamenti con provato effetto positivo sugli outcome di riferimento e vantaggiosi dal punto di vista costi-benefici. Per raggiungere tali obiettivi si cercherà di trattare sinteticamente e in maniera analitica gli studi primari e i principali studi secondari affrontando di volta in volta le loro caratteristiche di base e gli elementi statistici peculiari degli stessi. Attraverso questi approfondimenti si dovrebbero migliorare le proprietà interpretative degli operatori sanitari durante la lettura e le analisi degli studi biomedici disponibili in letteratura scientifica. N el precedente numero della rivista sono state analizzate la definizione e la valutazione critica della validità interna di uno studio sperimentale randomizzato e controllato; la validità interna accerta la qualità metodologica con la quale i ricercatori hanno condotto lo studio stesso. In questo numero viene analizzata la rilevanza clinica di un RCT (randomized controlled trial), cioè del fattore che per- Nel n. 1/2013 VARIABILI Variabili continue Per le variabili continue vengono definiti i range di escursione dei risultati che modificano gli outcome studiati, riportando le rispettive medie e mediane per meglio rappresentarne il valore. MEDIA E MEDIANA Si ricorda che la media è quell’indice di posizione per valori quantitativi che si ottiene dalla somma di tutti i valori osservati divisa per il numero delle osservazioni (n) x1 + x2 + ... + xn Media = ———————— n La mediana invece è quel valo- 6 – Novembre/Dicembre 2012 Come è stato definito per i risultati di uno studio osservazionale di coorte, anche per un RCT risulta opportuno individuare la natura delle variabili interessate; esse possono essere continue o dicotomiche. Le prime si riferiscono a fattori o componenti ai quali è possibile attribuire un valore numerico, come per esempio la glicemia, la temperatura corporea, la pressione arteriosa, la scala numerico-verbale VAS, la quantità dell’escursione articolare (range of motion). Le variabili dicotomiche invece rappresentano quel tipo di variabili a due modalità, dette anche variabili a modalità binaria. L’esempio più eclatante è fornito dal genere o sesso di un individuo che può essere del tipo maschio o femmina o da quelle condizioni tipo frattura/non frattura, caduta/non caduta, decesso/non decesso e via dicendo. Il Fisioterapista Studio al cross-section rsale) (studio trasve mette di percepire l’importanza ai fini clinici dei risultati ai quali lo studio perviene. 59 27-68_Guide.indd 59 05/12/12 13:44 Estratto da Il Fisioterapista 6-2012 BIOMEDICAL STATISTICS & CLINICAL EPIDEMIOLOGY Analisi dei risultati di uno studio sperimentale randomizzato e controllato 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 9 8 8 4 3 2 1 1 2 3 4 5 6 9 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 7 8 8 4 3 2 1 1 2 3 4 5 6 7 a 45 + 57 mediana = ————— = 51 2 57 45 63 34 5 27 6 4 9 78 7 95 8 3 1 b 98 9 2 10 1 Figura 1 Rappresentazione della mediana: a, valore in posizione centrale a seguito di precedente ordinazione crescente con osservazioni in numero dispari; b, calcolo della media aritmetica dei due valori centrali con osservazioni in numero pari. re che si ottiene dopo aver disposto le osservazioni in ordine crescente o decrescente; esso occupa la posizione centrale o è la risultante della media aritmetica dei due valori centrali (figura 1). Variabili dicotomiche Il Fisioterapista 6 – Novembre/Dicembre 2012 Quando invece si prendono in considerazione le variabili dicotomiche risulterà opportuno tabulare i dati in tabelle di contingenza 2 × 2 (figura 2), in modo poi da estrapolare indici opportuni per stimare i benefici o meno riportati in seguito al trattamento sperimentale del caso. MISURE RELATIVE E ASSOLUTE Le prime misure da considerare sono le frequenze degli eventi verificatesi nei due gruppi, quello sperimentale e quello di controllo: – la EER (experimental event rate) rappresenta la frequenza dell’evento nel gruppo sperimentale EER = a/a+b; – la CER (control event rate) stima la frequenza dell’evento nel gruppo di controllo CER = c/c+d. Rapportando i due valori si avrà già una prima stima importante del trattamento rispetto al controllo che viene definita rischio relativo (RR, relative risk). OUTCOME SÌ positivi OUTCOME NO negativi Gruppo sperimentale A B Gruppo di controllo C D Figura 2 Tabella di contingenza di un RCT. RR = [a/(a+b)]/[c/(c+d)] = EER/CER Ciò che risulta importante capire del valore espresso dal rischio relativo (RR) è che trattandosi di un rapporto il suo valore uguale a 1 rappresenta l’ipotesi nulla, cioè in termini clinici la somministrazione del trattamento sperimentale non produce rischi maggiori o minori rispetto al controllo. Per interpretare risultati differenti da 1 si deve considerare il tipo di outcome che stiamo valutando perché con eventi sfavorevoli, come per esempio fratture, mortalità, infezioni, cadute, ..., un valore di RR maggiore di 1 definisce un fattore di rischio; quindi somministrando il trattamento sperimentale si avrà maggior rischio di produrre l’evento. Con valori di RR minori di 1 si avrà un fattore di protezione, quindi il trattamento risulta benefico per quell’outcome. Il contrario si verificherà in caso di eventi favorevoli. Un’altra misura di associazione importante in studi RCT è la riduzione del rischio assoluto 60 27-68_Guide.indd 60 05/12/12 13:45 Estratto da Il Fisioterapista 6-2012 Analisi dei risultati di uno studio sperimentale randomizzato e controllato Misure RR ARR OR BIOMEDICAL STATISTICS & CLINICAL EPIDEMIOLOGY Tabella 1 Analisi delle misure di associazione in RCT Outcome Ipotesi nulla 1 0 1 sfavorevoli favorevoli > 1 – Trattamento non valido K il rischio di produrre l’outcome > 1 – Trattamento valido K il rischio di produrre l’outcome < 1 – Trattamento valido L il rischio di produrre l’outcome < 1 – Trattamento non valido L il rischio di produrre l’outcome > 0 – Trattamento non valido > 0 – Trattamento valido < 0 – Trattamento valido < 0 – Trattamento non valido > 1 – Trattamento non valido K probabilità di produrre l’outcome > 1 – Trattamento valido K probabilità di produrre l’outcome < 1 – Trattamento valido L probabilità di produrre l’outcome < 1 – Trattamento non valido L probabilità di produrre l’outcome ARR, riduzione del rischio assoluto; OR, odds ratio; RR, rischio relativo (ARR, absolute risk reduction), che fornisce la percentuale di pazienti che sono risparmiati da outcome negativi come risultato per aver ricevuto una terapia sperimentale piuttosto che una terapia di controllo1. ARR = [a/(a+b)]-[c/(c+d)] = EER-CER NNT = 1/ARR Infine, un dato molto utile all’interpretazione delle situazioni cliniche quotidiane potrebbe essere definito dall’odds ratio, il quale rappresenta la probabilità di produrre un effetto positivo o meno con la somministrazione di un trattamento sperimentale. Esso rappresenta il rapporto delle probabilità dell’evento nel gruppo del trattamento con le probabilità dell’evento nel gruppo di controllo. OR = (a/b)/(c/d) = ad/bc Similarmente al “rischio relativo” (RR), in condizioni di outcome sfavorevoli, l’odds ratio incontra l’ipotesi nulla nel valore numerico 1. Per risultati minori di 1 rappresenta un trattamento valido, mentre con risultati maggiori di 1 aumenta la probabilità di produrre l’esito negativo. Anche in questo caso si invertiranno le condizioni per outcome favorevoli (tabella 1). INTERVALLO DI CONFIDENZA E P-VALUE I risultati forniti fin d’ora da formule per stimare rischi e probabilità di produrre un esito o meno con la somministrazione di un trattamento sperimentale non assumono valori significativi per la pratica clinica se non vengono 6 – Novembre/Dicembre 2012 L’NNT, reciproco di ARR, è un indicatore utile concepito in evidence-based medicine (EBM), il quale rappresenta quanti pazienti debbono essere trattati per prevenire un evento avverso con un trattamento sperimentale piuttosto che un trattamento di controllo2. Risulta difficile quantificare un valore medio per definire un NNT utile ed efficace in pratica clinica, poiché dipende molto dal tipo di outcome valutato, ma si potrebbe affermare che trequattro terapie somministrate per ottenere un beneficio potrebbero definire un trattamento valido. Inoltre, dal risultato dell’NNT si può calcolare il costo della terapia per ogni outcome addizionale e compararlo per differenti terapie3. Questo risulta molto utile per definire costibenefici di un trattamento sperimentale; infatti la maggior parte dei responsabili delle decisioni politico-sanitarie sarebbe più interessata all’ipotetica quantità di somministrazioni terapeutiche definite dall’NNT piuttosto che a un outcome di successo come valore medio4. ODDS RATIO Il Fisioterapista Per cercare di interpretare il risultato ottenibile da questa formula si deve considerare la sua natura; essendo una sottrazione, il numero che rappresenta l’ipotesi nulla è 0, quindi il trattamento non produce alcun effetto benefico o meno rispetto al controllo. Un valore minore di 0 rappresenta la somministrazione del trattamento come fattore protettivo (considerando outcome negativi), mentre un risultato maggiore di 0 esprime il trattamento come fattore di rischio. Dall’analisi delle misure d’associazione scaturisce che le misure relative valutano l’efficacia del trattamento, mentre quelle assolute verificano quanto il trattamento incide sulla popolazione in esame. Se volessimo essere più precisi la misura della riduzione dell’ARR è una misura assoluta, ma essendo un numero decimale non rappresenta bene l’importanza clinica dell’associazione tra il trattamento sperimentale e l’outcome, così nella maggioranza degli studi rando- mizzati e controllati viene espresso anche il valore del numero necessario di pazienti da trattare (NNT, number needed to treat). 61 27-68_Guide.indd 61 05/12/12 13:45 Estratto da Il Fisioterapista 6-2012 BIOMEDICAL STATISTICS & CLINICAL EPIDEMIOLOGY Analisi dei risultati di uno studio sperimentale randomizzato e controllato 2,5% 2,5% 95% Media Il limite più basso Figura 3 Il limite più alto Intervalli di confidenza: rappresentazione schematica. analizzati gli intervalli di confidenza e il p-value. Essi costituiscono elementi riferibili alla statistica inferenziale che si occupa di generalizzare dati ottenuti da un singolo studio, e quindi desunti da un piccolo campione, per riferirli poi alla popolazione. Il p-value descrive la probabilità statistica che i risultati non rappresentino la realtà, ma siano attribuibili al caso. Se il suo valore è piccolo (p < 0,05) allora l’ipotesi nulla scaturita dal fatto che la sommi- nistrazione di un trattamento non produce benefici né danni può essere respinta ed è quindi possibile affermare che i risultati sono “statisticamente significativi”5; con p ≤ 0,05 il grado di associazione trattamento-outcome occorrerà nel caso solo 5 volte su 100. Nonostante il p-value sia utile per determinare l’affidabilità con la quale l’ipotesi nulla può essere rifiutata ed esprima quindi la forza dei risultati osservati, non fornisce informazioni riguardo alla precisione del risultato stesso6. Gli intervalli di confidenza invece stimano con più precisione i valori ottenuti dall’analisi di un campione di popolazione. Essi nel 95% dei casi infatti assicurano che i dati riscontrabili nella popolazione generale ricadano all’interno del loro range di valori definiti. Sarà opportuno poi verificare che l’ipotesi nulla di riferimento non occorra all’interno del range stesso poiché il risultato ottenuto non avrebbe significatività statistica e sarebbe quindi privo di considerazione per la pratica clinica (figura 3). STRUMENTI DI RILEVANZA Gli elementi sopra descritti rappresentano gli strumenti di uno studio randomizzato e controllato necessari per definire l’importanza dei risultati ai quali lo studio stesso perviene. Lo step successivo sarà quello d’identificare componenti essenziali per accomunare il nostro paziente al campione di popolazione studiato anche attraverso l’analisi dei criteri di inclusione ed esclusione adottati dallo studio stesso. BIBLIOGRAFIA 10 RACCOMANDAZIONI UTILI PER UNA MIGLIORE PRATICA CLINICA* 1. Il Fisioterapista 6 – Novembre/Dicembre 2012 Avere un approccio critico, e non passivo, nei confronti della letteratura scientifica Evitare di soffermarsi alla sola lettura dell’abstract di uno studio scientifico Conoscere i principali database biomedici dove poter effettuare la ricerca Possedere una certa dimestichezza dei termini medici specifici da utilizzare come keyword per una ricerca adeguata Conoscere quali sono i livelli di evidenza e i gold standard per i disegni degli studi scientifici (cfr. n. 1/2012) Riconoscere i principali bias di uno studio medico-scientifico Sapere interpretare i dati riportati in uno studio Rapportare correttamente il proprio paziente alla popolazione analizzata nello studio per ponderare adeguatamente le conclusioni Informare sempre il proprio paziente sulle evidenze scientifiche disponibili riferite alla sua condizione patologica Cercare sempre di adottare un programma di trattamento basato su “prove di efficacia” per il nostro paziente 2. 3. 4. 5. 6. JAESCHKE R, GUYATT G, SHANNON H, WALTER S, COOK D, HEDDLE N. Basic statistics for clinicians: 3. Assessing the effects of treatment: measures of association. CMAJ. 1995 Feb 1; 152(3): 351-7. L AUPACIS A, SACKETT DL, ROBERTS RS. An assessment of clinically useful measures of the consequences of treatment. N Engl J Med. 1988; 318: 1728-1733. SPITALNIC S. Risk Assessment 1: Relative Risk and Absolute Risk Reduction. Hospital Physician. 2005 Oct; 43-46. AINO H, YANAGISAWA S, K AMAE I. The number needed to treat needs an associated odds estimation. J Public Health (Oxf). 2004 Mar; 26(1): 84-7. GUPTA SK. The relevance of confidence interval and P-value in inferential statistics. Indian J Pharmacol. 2012 JanFeb; 44(1): 143-144. FLECHNER L, TSENG TY. Understanding results: P-values, confidence intervals, and number need to treat. Indian J Urol. 2011 Oct; 27(4): 532-5. Ulteriori Ult i i approfondimenti f di ti sono disponibili in *Questi aspetti sono stati e saranno affrontati e approfonditi all’interno degli articoli di questa sezione nei diversi numeri della rivista www.ilfisioterapista.it 62 27-68_Guide.indd 62 05/12/12 13:45