N-3 Cineforum - Cinema Odeon
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N-3 Cineforum - Cinema Odeon
bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 Pagina 1 Cineforum 2010-11 NSocietà Generale di Mutuo Soccorso 3 gg ee nn nn aa ii oo ff ee bb bb rr aa ii oo Ore Ore 16 16 -- 18 18 -- 20 20 -- 22 22 ((SSaallvvoo ddiivveerrssaa iinnddiiccaazziioonnee))** 11/12/13 gennaio 2011 STANNO TUTTI BENE di Kirk Jones 18/19/20 gennaio 2011 THE SOCIAL NETWORK di David Fincher (15.30 - 17.45 - 20 - 22.10)* 25/26/27 gennaio 2011 BENVENUTI AL SUD di Luca Miniero 1/2/3 febbraio 2011 IL MIO NOME È KHAN di Karan Johar (15.30 - 18.00 - 20.30)* p. 2 p. 4 p. 6 p. 8 8/9/10 febbraio 2011 LA DONNA DELLA MIA VITA di Luca Lucini p. 10 15/16/17 febbraio 2011 INCONTRERAI L'UOMO DEI TUOI SOGNI di Woody Allen p. 12 22/23/24 febbraio 2011 LA BELLEZZA DEL SOMARO diSergio Castellitto p. 14 I BIGLIETTI SONO IN VENDITA TUTTI I GIORNI. Si prega di tenere spenti i cellulari in sala.Grazie. Si ricorda che non è consentito riservare più di un posto per gli amici ritardatari, e comunque non oltre dieci minuti dall’inizio dello spettacolo. IMPORTANTE: le tessere del Cineforum Odeon e del Filmstudio danno diritto al biglietto ridotto al Cinema Odeon. CON LE E.MAIL I PROGRAMMI DEL CINEMA ODEON A CASA VOSTRA. E’ sufficiente collegarsi al sito: www.odeonline.it w w w. o d e o n l i n e . i t . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 Pagina 2 Per la quarta volta Sono stati assegnati giovedì 2 dicembre 2010 a Sorrento, nella mattinata conclusiva delle Giornate Professionali, i Biglietti d’Oro ai cinema che hanno totalizzato più spettatori nell’anno. I cinema sono stati suddivisi in tre categorie: monosale, multisale da due a quattro schermi e multisale da cinque a sette schermi. Tra le monosale, per i comuni da 50mila a 200mila abitanti, è stato premiato l’Odeon di Vicenza. 11 - 12 - 13 gennaio (Ore 16 - 18 - 20 - 22) Regia: Kirk Jones Attori: Robert De Niro (Frank Goode), Drew Barrymore (Rosie), Kate Beckinsale (Amy), Sam Rockwell (Robert), Lucian Maisel (Jack), Damian Young (Jeff) Soggetto: Giuseppe Tornatore (sceneggiatura del 1989), Kirk Jones Sceneggiatura: Kirk Jones Fotografia: Henry Braham Musiche: Dario Marianelli, La canzone "(I Want To) Come Home" è di Paul McCartney. Montaggio: Andrew Mondshein Scenografia: Andrew Jackness Arredamento: Chryss Hionis Costumi: Aude Bronson-Howard Durata: 95 min. Origine: USA, 2009 Genere: COMMEDIA, DRAMMATICO Produzione: VITTORIO CECCHI GORI, TED FIELD, GLYNIS MURRAY, GIANNI NUNNARI PER MIRAMAX FILMS, HOLLYWOOD GANG PRODUCTIONS Distribuzione: MEDUSA (2010) Il regista Nato il 30 Novembre 1963 a Londra. Per GRAZIE A TUTTI I NOSTRI APPASSIONATI SPETTATORI Kirk Jones gli inizi di carriera sono fulminanti: vince la Gara nazionale per gli studenti di cinematografia e si laurea all'autorevole Newport Film School nel 1987. Lavora come assistente montatore per la BFCS londinese, e poi comincia a scrivere e dirigere varie pubblicità dopo due premi che fungono da consacrazione in questo campo (nel 1990 ai Creative Circe per lo spot di un test Mercedes, e poi uno per quello di Absolute vodka). Seguono lavori pubblicitari, tra i molti altri, per la Coca Cola e McDonalds e altre vittorie: ai Premi Televisivi Britannici, NABS e l'importante Leone d'argento a Cannes nel 1996. Nel 1998 un giovane esordiente fa capolino sulle affollate scene del cinema britannico (e non), scrivendo e dirigendo una commedia graffiante e originale, composta da un cast di attori poco conosciuti, Waking Ned. Il film è un immediato successo di critica e di pubblico. Abbigliamento donna Vicenza Viale Trieste, 18 - 0444.304800 P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 2 LA STORIA Frank Goode è sempre stato un gran lavoratore e ha dedicato tutta la sua vita alla famiglia. Tuttavia, rimasto vedovo e da poco in pensione, Frank si rende conto di aver trascorso troppo poco tempo con i suoi quattro figli - David, 'l'artista' che vive a New York; Amy, 'pezzo grosso della pubblicità' che sta a Chicago; Robert, 'direttore d'orchestra' di Denver; la piccola Rosie, 'ballerina in un locale di Las Vegas'-, perciò decide che è giunto il momento di recuperare il tempo perduto e organizza un barbecue per riunire la famiglia. Con l'avvicinarsi della data prevista, però, tutti gli ospiti presentano delle ottime e plausibili scuse per non partecipare all'evento. Frank, nonostante il divieto del medico, affronterà quindi la questione a modo suo: preparata una valigia partirà per un viaggio attraverso gli Stati Uniti con l'intenzione di fare una sorpresa ad ognuno dei suoi figli e vedere con i suoi occhi quello che sono diventati. LA CRITICA Curioso assai: bisogna entrare nei siti internet stranieri per 'scoprire' che 'Stanno tutti bene' è il remake di... Stanno tutti bene, film di Tornatore con Mastroianni risalente al 1990. Sono anni che la sceneggiatura originale (di Massimo De Rita CINEFORUM ODEON bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 Pagina 3 Società Generale Mutuo Soccorso Buone Feste AUGURI e Tonino Guerra, oltre che dello stesso Tornatore) gira per Hollywood assieme a quella di Nuovo cinema Paradis'. (...) Dire che De Niro è bravo è quasi superfluo, ma si rimpiange Marcello. Alberto Crespi, 'L'Unità', 12 novembre 2010 Non si possono immaginare due attori più diversi di Mastroianni, naturale e umanissimo, e De Niro, pura costruzione e perfezionismo maniacale. Per cui la prima idea è che Robert, in un ruolo pensato per Marcello, non se la potrà cavare. Soprattutto considerato la personalità del padre di famiglia di Stanno tutti bene, remake americano del film firmato nel '93 da Giuseppe Tornatore. (...) Garbato e non sdolcinato, il film resta esile, tuttavia questo De Niro sommesso e inedito si conferma quello che è: un grande. Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 12 novembre 2010 La regola secondo la quale i remake (soprattutto quelli made in Usa) sono inferiori agli originali abbisogna ogni tanto di un'eccezione. Questo Stanno tutti bene di Kirk Jones rappresenta l'eccezione. Pur seguendo piuttosto fedelmente la sceneggiatura del film di Tornatore, Jones riesce a offrirne una rilettura attuale. Grazie a un De Niro che sfugge periodicamente (e per nostra fortuna) alle commedie 'alimentari' che il suo agente gli propone per tirare fuori il suo lato migliore che non è stato indebolito dallo scorrere degli anni. Perché qui la tendenza degli script americani a ‘spiegare' assume valore quando all'inizio ci viene presentata la vita metodica di Frank, ex operaio con un milione di cavi messi in sicurezza alle spalle. Quel milione di cavi che gli ha consentito di pensare che i suoi figli avrebbero vissuto un American Dream diverso dal suo. Il Frank di De Niro esprime con gli occhi, che stanno diventando sempre più delle fessure, una convinzione che ha costruito con fatica dentro di sé sentendo però nel profondo di stare mentendo a se stesso.La convinzione è quella di aver fatto il suo dovere di padre spingendo i figli a dare sempre di più e, soprattutto, a tenere il fiato sul collo a David il più refrattario e, al contempo, quello che si sentiva più in dovere di realizzare le aspettative paterne. Non si dimentica Mastroianni vedendolo in azione. Ci si accorge invece che quando una sceneggiatura valida viene rivisitata con rispetto e con un cast all'altezza (Rockwell e Barrymore in particolare) non si è fatta solo un'operazione commerciale ma le si è restituita la vitalità. Anche con quella molteplicità di finali che possono costituire il momento più commovente ma anche il più debole. Che qui viene abilmente marcato dall'ambiguità inserendolo nel contesto del Natale, ampiamente retoricizzato dal cinema americano. Giancarlo Zappoli, Mymovies.it, novembre 2010 Rilettura americana dell'omonimo film di Tornatore. (...) Solo De Niro poteva avere il carisma e la bravura di rifare il personaggio di Mastroianni senza cadere nei difetti tipici dei remake. Certo, il pubblico femminile ha il fazzoletto in mano ma per i padri in platea è un bell'esame di coscienza. Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 12 novembre 2010 NEI PRESSI DELL’OSPEDALE (150 M) Alloggi da due a quattro posti letto, tutti i confort. Possibilità di convenzioni aziendali. Piazza XX Settembre, 7 - Vicenza Tel. 0444 300.940 CINEFORUM ODEON Info 0444 566317 Via Medici, 70 - Vicenza SCONTI SPECIALI PER I FAMILIARI DEI DEGENTI DELL’OSPEDALE 3 bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 Pagina 4 18 - 19 - 20 gennaio (Ore 15.30 - 17.45 - 20 - 22.10) Regia: David Fincher Attori: Andrew Garfield (Eduardo Saverin), Jesse Eisenberg (Mark Zuckerberg), Joseph Mazzello (Dustin Moskovitz), Justin Timberlake (Sean Parker) Soggetto: Ben Mezrich (libro) Sceneggiatura: Aaron Sorkin Fotografia: Jeff Cronenweth Musiche: Trent Reznor, Atticus Ross Montaggio: Kirk Baxter, Angus Wall Scenografia: Donald Graham Burt Arredamento: Victor J. Zolfo Costumi: Jacqueline West Produzione: TRIGGER STREET PRODUCTIONS, SCOTT RUDIN PRODUCTIONS, MICHAEL DE LUCA PRODUCTIONS, RELATIVITY MEDIA Distribuzione: SONY PICTURES RELEASING ITALIA Durata: 120 min. Origine: USA, 2010 Genere: DRAMMATICO, STORICO Tratto da: libro "The Accidental Billionaires" di Ben Mezrich Il regista Nasce a DENVER, Colorado (USA) il 2808-1962. Appassionato di cinema sin dall'infanzia, dopo aver conseguito il diploma presso la Ashland High School, in Oregon, e un breve periodo di lavoro come assistente operatore presso una casa di produzione di cinema d'animazione, a diciotto anni va a lavorare per la Industrial Light and Magic di George Lucas dove rimane per quattro anni esercitando diverse mansioni. Lasciata la ILM inizia a dirigere spot commerciali per importanti aziende e video musicali per star come Madonna, Sting e Rolling Stones. Nel 1986 fonda con Dominc Sena, Greg Gold e Nigel Dick la casa di produzione Propaganda, e insieme lanciano un nuovo stile nella realizzazione dei videoclip musicali e pubblicitari. Nel 1992 debutta nella regia cinematografica con il terzo episodio della saga di Alien, "Alien?", che però non riceve i consensi sperati. Il successo arriva con il film successivo, il thriller "Seven" (1995) che lo mette in evidenza anche a livello internazionale. Nel 1999 realizza "Fight Club" che, dopo l'iniziale accoglienza non troppo calorosa da parte di pubblico e critica, con la distribuzione home video si è inserito tra i film di culto. In associazione con il produttore Art Linson e la New Line Cinemas ha fondato la casa di produzio- Abbigliamento donna Vicenza Viale Trieste, 18 - 0444.304800 P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 4 ne Indelible Pictures. LA STORIA Stati Uniti, Università di Harvard, 2003. Mark Zuckerberg, studente genio dell'informatica, attraverso lo studio peculiare di blog e linguaggi di programmazione ha un'idea folgorante e inventa una rete sociale globale che rivoluzionerà la comunicazione: Facebook. In pochissimi anni diventerà il più giovane miliardario della storia ma, come si sa, il grande successo comporta anche grandi dispiaceri e attira numerosi nemici... LA CRITICA La grande sorpresa è che un film passato da un festival riesca ad incassare. The Social Network, però, che racconta la genesi e, soprattutto, i problemi legali sorti con la nascita e lo sviluppo di Facebook, gli euro d'ingresso li merita tutti. Film che sconfina quasi nel documentario, asettico (non prende posizione a favore di uno o dell'altro socio) e con un messaggio C.so Palladio, 187 - VICENZA Tel. 3372689545 = [email protected] SEMPRE APERTO dal Lun. al Gio. 7.30 - 24.00 / Ven.Sab.Dam. 7.30 - 2.00 CINEFORUM ODEON bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 chiave: chi di amici virtuali ferisce, di amici reali perisce. La sceneggiatura è da Oscar e la recitazione dei due protagonisti è da far vedere e rivedere a tante nostre presunte starlette. Chapeau. Maurizio Acerbi, Il Giornale, 19 novembre 2010 La frase di lancio di uno dei film più attesi dell'anno è: 'Non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico'. Questa sarebbe, in poche parole, la parabola dell'inventore di Facebook. (...) David Fincher riesce bene in un film che si trasforma in una perfetta parabola sul capitalismo occidentale. Dario Zonta, 'L'Unità', 12 novembre 2010 Un'invenzione epocale, un successo mondiale, una battaglia legale. Diversa da tutte le altre battaglie legali perché combattuta da soggetti giovanissimi su un terreno in larga parte ignoto perfino ai contendenti. (...) The Social Network mette a fuoco subito almeno tre punti fondamentali grazie allo scintillante copione di Aaron Sorkin, a tutti gli effetti coautore del film diretto da David Fincher. Uno: si può diventare miliardari a vent'anni senza mai imparare a godersi la vita. Due: al tempo di Internet non conta chi ha avuto un'idea per primo, conta chi la sviluppa e soprattutto la condivide prima degli altri. Tre: non importa quanto colti, intelligenti o intraprendenti potete essere. Se avete superato i vent'anni non salirete facilmente sul treno in corsa dell'era digitale. Anzi è già tanto se lo vedete, quel treno. (...) Non era facile rievocare con tanta acutezza la nascita di Facebook imponendo al tempo stesso uno sguardo sul mondo che Facebook ha contribuito a creare. The Social Network è la prima foto ad alta definizione di un'epoca piuttosto Pagina 5 restia a mettersi in posa. Onore al merito. Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 12 novembre 2010 «Io non voglio amici». Fa un certo effetto sentire Mark Zuckerberg, l'inventore di Facebook, il sito che ha globalizzato l'idea delle amicizie on line, pronunciare questa frase. Eppure nella battuta c'è tutto il personaggio, almeno come lo racconta David Fincher nel film The Social Network, arrivato nelle sale italiane dopo essere passato, attesissimo, al Festival del cinema di Roma. (...) The Social Network non è un film su Facebook, ma paradossalmente una parabola sull'incomunicabilità, raccontata attraverso il cupo Zuckerberg (ottimamente interpretato da Jesse Eisenberg) e, implicitamente, sul successo e sul denaro. Limitandosi solo ad accennare l'impatto delle nuove tecnologie sulle persone e sul loro modo di comunicare se stesse agli altri, il regista indugia sul ritratto del giovane Mark, inquieto, ombroso e solitario, incapace di rapporti profondi e duraturi, persino di una vera e propria vita sociale. (...)È dunque per superare i personali limiti comunicativi che nel 2003 il brillante studente mette in piedi il suo sofisticato giocattolo informatico. Ma ben presto l'esclusività non è più un valore. Cominciano a girare soldi, sempre di più con l'aumentare degli utenti; si festeggerà il primo milione di iscritti, divenuti oggi mezzo miliardo per un'azienda valutata 25 miliardi di dollari. Soldi che non sembrano interessare l'ideatore, che appare più cinicamente VICENZA CENTRO STORICO Piazza Matteotti, 3 Tel. 0444 525779 CINEFORUM ODEON ambizioso che avido, ma che fanno gola a quanti gli ruotano intorno. Ed è il denaro che alla fine diventa il protagonista del film, muovendo i personaggi e incattivendoli. Come a dire che se sei spudoratamente ricco e influente non puoi non farti dei nemici. In tal senso (...)il film è anche la storia di un personale tradimento, quello di Zuckerberg nei confronti di Saverin, certo meno brillante ma sempre al suo fianco nella tradizionale solidarietà tra «nerd». È la vendetta della realtà sul virtuale. Il paradosso di un'amicizia vera che si rompe tra non poche recriminazioni e che fa rumore, perché è quella tra i due fondatori del sito che dell'amicizia fa la sua bandiera, abbattendo almeno nella rete le barriere sociali. (...) Fincher riesce con bravura a rendere questi contrasti personali. Ma soprattutto costruisce un film che racconta bene un'epoca, con i suoi eccessi, e il modo in cui forma la sua classe dirigente, o almeno una parte di essa, quella della net economy, certo non meno influente di quella politica o imprenditoriale più tradizionale, perché la sola che in un mondo globalizzato può manipolare centinaia di milioni di persone. E l'immagine che se ne ricava è tutt'altro che rassicurante. Gaetano Vallini, 'L'osservatore Romano', 27 novembre 2010 PARTICOLARI AGEVOLAZIONI per i Soci della Società Generale di Mutuo Soccorso, tess. Cineforum ODEON, FilmSTUDIO, Film in LINGUA 5 bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 25 - 26 - 27 gennaio (Ore 16 - 18 - 20 - 22) Regia: Luca Miniero Attori: Claudio Bisio (Alberto), Alessandro Siani (Mattia), Angela Finocchiaro (Silvia) Soggetto: Dany Boon (sceneggiatura 2009), Alexandre Charlot (sceneggiatura 2009), Franck Magnier (sceneggiatura 2009) Sceneggiatura: Massimo Gaudioso Fotografia: Paolo Carnera Musiche: Umberto Scipione Montaggio: Valentina Mariani Scenografia: Paola Comencini Costumi: Sonu Mishra Produzione: RICCARDO TOZZI, GIOVANNI STABILINI, MARCO CHIMENZ, FRANCESCA LONGARDI PER CATTLEYA, MEDUSA FILM Distribuzione: MEDUSA FILM Durata: 102 min. Origine: ITALIA, 2010 Genere: COMMEDIA Il regista Nasce a NAPOLI (Italia) nel 1966. Laureato in Lettere moderne, ha curato con Paolo Genovese diverse campagne pubblicitarie e alcune produzioni radiofoniche e televisive per la Rai, tra cui uno speciale sul musical "Jesus Christ Superstar". Dopo aver realizzato nel 1999 i corti "Piccole cose di valore non quantificabile" e "Scoperta di Walter", vincitori di numerosi premi nazionali e internazionali, nel 2001 hanno diretto il loro primo lungometraggio "Incantesimo napoletano", versione riveduta e corretta dell'omonimo corto che avevano girato nel 1998. LA STORIA Alberto è il responsabile dell'ufficio postale di una piccola cittadina della Brianza e per accontentare sua moglie Silvia, che vorrebbe trasferirsi a 6 Pagina 6 Milano, è disposto a tutto: anche a fingersi invalido per salire in graduatoria e ottenere un incarico nella grande metropoli. Il suo trucco però viene scoperto, e per punizione Alberto si ritrova a essere trasferito in una piccola filiale in Campania. Rassegnato al suo destino, Alberto parte da solo verso la sua nuova meta, aspettandosi soltanto degrado, strade invase dai rifiuti e colleghi scansafatiche. Così, quando si ritrova davanti persone meravigliose e disponibili e un nuovo amico, Mattia, che tenta in ogni modo di farlo sentire a proprio agio, ad Alberto sembra di vivere in un sogno. Come dirlo però a Silvia e agli amici che hanno iniziato a vederlo sotto una nuova luce? richiede, i pregiudizi, gli stereotipi, l'ignoranza, la diffidenza reciproca che separa Nord e Sud, è trattato su un tono leggero e farsesco che rende tutto esatto, pertinente, pungente e a volte irresistibile, ma anche stranamente risolto e inoffensivo. (...) Il film funziona benissimo e avrà un successo strepitoso, ma è la sfumatura che separa la grandezza dal semplice divertimento. Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 1 ottobre 2010 LA CRITICA Un giorno qualcuno rileggerà l'Italia del nuovo millennio attraverso il suo cinema e scoprirà di avere in mano una gran massa di informazioni purché sappia, come dire, decodificarle. Questo accadeva davvero, qui si allude a un fenome- Cercate su Google le immagini di no del quale c'è traccia in altri documen- Castellabate, il paesino del Cilento dove ti, questa battuta va letta così, là si rico- è ambientato Benvenuti al Sud, e capinosce l'eco ingentilita o la caricatura di rete perché il remake del film francese questo o quel conflitto. Come se certe Giù al Nord era, checché ne dicano a realtà si, potessero raccontare solo a Medusa e alla Cattleya, un'idea bizzardistanza o filtrandole attraverso regole ra. In Francia il Sud (la Costa Azzurra) è precise. A rischio di depotenziarle. bello e ricco e il Nord (il Pas de Calais) Come succede trasformando personag- è grigio e povero, e per trovare l'umanità gi reali in cartoons, che sono per defini- degli 'Ch'tis' - gli abitanti del Nord zione inalterabili, indistruttibili, imper- occorreva tutto l'impegno del protagonimeabili al dolore e alla morte. A differen- sta. In Italia, anche il più fesso dei leghiza dei personaggi delle vere commedie sti sa (forse...) che il Cilento è più bello di ogni epoca e paese. Ecco da Benvenuti al Sud si esce un po' con questa sensazione: di aver visto un esilarante film d'animazio- Ogni Venerdì Sabato e Domenica tutte le specialità alla ne recitato da attori brace. Pizze cotte con forno a legna anche d’asporto in carne e ossa. Un INFO E PRENOTAZIONI Tel. 0444 321916 in Contrà Ponte film dove tutto ciò Pusterla, 13 (di fronte al Patronato LEONE XIII) a Vicenza che il suo soggetto a 200 m. dal Cinema ODEON CINEFORUM ODEON bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 Pagina 7 della Brianza, e quindi il terrore del nordista Claudio Bisio, di fronte al trasferimento fra i «terùn», suona credibile fino a un certo punto. Ma queste sono considerazioni a priori. Qui e oggi, secondo noi è utile che questo film esista, e che esca pochi giorni dopo le idiozie di Bossi sui romani porci. Bisio e la Finocchiaro sono strepitosi come sempre, il regista Luca Miniero (autore con Paolo Genovese del geniale 'Incantesimo napoletano', nel 2001) è un esperto in stereotipi. Lo sceneggiatore, Massimo Gaudioso, era nella squadra che portò al cinema Gomorra. Tutte garanzie. Alberto Crespi, 'L'Unità', 1 ottobre 2010 Piacerà a coloro che da tempo reclamano per Claudio Bisio il grosso ruolo, la parte che deve tenere in piedi un intero film. Esame superato. Bisio è davvero in grado di correre da solo. Anche se è sempre un piacere vederlo (per la terza volta) in azione in tandem con Angela Finocchiaro (ideale come moglie bisbetica che pone sempre il bauscione sulla difensiva). Anche se il regista ha creduto bene di mettergli accanto una 'tinca' di classe. Alessando Siani ribadisce con verve inaspettata il luogo comune che un lombardo e un napoletano portati a contatto non possono non fare le scintille.(...) Giorgio Carbone, 'Libero', 1 ottobre 2010 Meglio copiare bene che esser originali male. Lo conferma Benvenuti al sud, ricalco di Giù al nord di Dany Boon, che si rivolge a chi non ha visto il film francese. (...) Come in Giù al nord, la prima parte è la migliore. Procedendo dall'incomprensione alla comprensione, il film diventa buonista. Miniero lo sa, ma deve tener conto che la cattiva tv ha deformato il gusto del pubblico. Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 1 ottobre 2010 Ecco un caso in cui il remake è meglio dell'originale. Benvenuti al Sud di Luca Miniero è il rifacimento del francese 'Giù al Nord', ed è più gradevole del suo predecessore. (...) Una CINEFORUM ODEON favoletta lieve e consolatoria in un momento in cui le tensioni Nord-Sud stanno diventando intollerabili. Paola Casella, 'Il Sole 24 ore', 1 ottobre 2010 pato per essere trasferito a Milano, e viene punito per la menzogna venendo scaraventato nella cilentina Castellabate, ci sia un bel po' di muffa: anche i luoghi comuni si fermano al massimo a una ventina d'anni fa, hanno un'ingenuità preleghista che purtroppo non esiste più. Un film del genere, insomma, forse voleva e di sicuro doveva essere più politicamente scorretto, e in alcuni rari momenti ci riesce. A divertirsi ci si diverte, ma sono più riflessi condizionati di un cinema e di un mondo già visto. Entrambi migliori, peraltro. Tozzi e Letta, però, hanno annunciato che un Benvenuti al nord non è idea peregrina e qui - sarebbe intelligente mantenere la stessa squadra - forse si giocherebbe la vera partita. Certo, una commedia non è neorealismo, ma per farci ridere davvero deve parlare della realtà. Quella vera, di un popolo incattivito e diviso, razzista e ottuso. Non come la sua classe dirigente, ma quasi. Boris Sollazzo, 'Liberazione', 1 ottobre 2010 E' un po' difficile giudicare film come Benvenuti al sud. Gradevole, in odore di sufficienza stiracchiata, con momenti di buona inventiva. Sembra di disegnare l'identikit dell'alunno svogliato ma intelligente, quello che può sempre 'dare di più'. Uno stereotipo come quelli che Miniero cerca di combattere con un sorriso sul viso e qualche trovata, tra pochi colpi di scena e qualche colpo... da scemo. (...) Ci teniamo subito a dire che Benvenuti al sud è meglio dell'originale. Meglio gli attori - Bisio, anche se un po' sottotono e Siani, che molti continuano a sottovalutare, sono una bella coppia -, meglio la scrittura (...), meglio la riuscita. Il problema, poi, è che l'originalità, che in un remake è già al minimo sindacale, viene definitivamente sacrificata al richiamarsi a un cinema amato, ma morto e sepolto. Quello della commedia italiana del dopoguerra, quella di 'Totò Peppino e la Malafemmena' o di Pane, Amore e..., quello delle Sofie Loren ancheggianti, dondolanti, ammiccanti. L'impressione, Abbigliamento donna insomma, è che in Vicenza questa storia di un Viale Trieste, 18 - 0444.304800 direttore delle poste P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 che si finge handicap- 7 bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 Pagina 8 1 - 2 - 3 febbraio (15.30 - 18.00 - 20.30) Regia: Karan JoharAttori: Shahrukh Khan (Shah Rukh Khan - Rizwan Khan), Christopher B. Duncan (Barack Obama), Kajol (Mandira), Steffany Huckaby (Kathy Baker), Carlo Marino (Vaughn), Douglas Tait (Sniper) Soggetto: Karan Johar Sceneggiatura: Karan Johar, Shibani Bathija, Niranjan Iyengar (dialoghi) Fotografia: Ravi K. Chandran Musiche: Shankar Mahadevan (Shankar Ehsaan Loy), Loy Mendonsa (Shankar Ehsaan Loy), Ehsaan Noorani (Shankar Ehsaan Loy) Montaggio: Deepa Bhatia Scenografia: Sharmishta Roy Costumi: Manish Malhotra, Shiraz Siddique Effetti: John C. Hartigan Produzione: HIROO YASH JOHAR, GAURI KHAN PER DHARMA PRODUCTIONS, IN COLLABORAZIONE CON RED CHILLIES ENTERTAINMENT PRODUCTION MUMBAI Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA Durata: 130 min. Origine: INDIA, 2010 Genere: DRAMMATICO Il regista Nato il 25 Maggio 1972 a Bombay (India). Ha acquistato grande popolarità grazie alla prospettiva fresca e moderna data al cinema commerciale indiano. Ha debuttato come regista nel 1998 a venticinque anni con Kuch Kuch Hota Hai, film di straordinario successo che si è affermato anche a livello internazionale. L'importante contributo dato a Dilwale Dulhaniya Le Jayenge di Aditya Chopra è stato fonte d'ispirazione per il giovane regista, che ha scritto il premiato Kuch Kuch Hota Hai. In questo periodo iniziale, Johar ha collaborato con il padre Yash Johar, impegnato nella produzione di Duplicate, oltre a partecipare a Dil To Pagal Hai di Yash Chopra come costumista del protagonista del film, niente meno che Shah Rukh Khan. Dopo il successo di cassetta di Kuch Kuch Hota Hai, Johar ha realizzato l'epico Kabhi Khushi Kabhie Gham nel 2001. Il film ha stabilito un nuovo record al box office sia in India sia all'estero, diventando il primo film indiano ad entrare nella Top 10 statunitense. Nel 2004 Johar ha scritto il successo Kal Ho Naa, dopodiché ha diretto nel 2006 Kabhie Alvida Naa Kehna. Con questo film, anch'esso un successo internazionale, il regista ha cambia- Abbigliamento donna Vicenza Viale Trieste, 18 - 0444.304800 P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 8 to direzione artistica, focalizzandosi sui temi del matrimonio, dell'impegno e dell'infedeltà. Tra i vari premi vinti da Johar figurano i prestigiosi Filmfare (regia, sceneggiatura e dialoghi), l'IIFA (soggetto), il Sansui Viewer's Choice (regia, sceneggiatura, soggetto) e gli Screen Award (regia, sceneggiatura e soggetto). Noto come uno degli artisti maggiormente influenti della sua generazione, Johar è stato incluso tra i 250 giovani leader globali in occasione del Forum economico mondiale svoltosi a Ginevra nel 2006. Quell'anno il regista, insieme ad altre personalità indiane, ha anche rappresentato la nazione al Wharton India Economic Forum a Philadelphia e al Leadership Summit organizzato dal Hindustan Times a Nuova Delhi. Nel 2008 Johar è stato invitato a tenere un discorso agli studenti della New York University ed è stato uno degli illustri oratori all'India@60 Charging Ahead nel 2008 alla Harvard Business School. Johar è membro del Consiglio di amministrazione della NDTV Imagine, società del gruppo NDTV operante nel mondo C.so Palladio, 187 - VICENZA Tel. 3372689545 = [email protected] SEMPRE APERTO dal Lun. al Gio. 7.30 - 24.00 / Ven.Sab.Dam. 7.30 - 2.00 CINEFORUM ODEON 10-12-2010 18:18 dello spettacolo, per la quale cura l'ideazione di nuovi 22 programmi. Desideroso di cimentarsi con nuove sfide, Johar è costantemente alla ricerca di mezzi espressivi innovativi per manifestare la sua creatività artistica e il suo stile. LA STORIA Rizvah Khan è un indiano di religione musulmana. E' un uomo onesto ed è affetto da una leggera forma di sindrome di Asperberger. Vive insieme alla sua famiglia negli Stati Uniti dove ha sposato Mandira, una splendida mamma single alla ricerca spasmodica di successo e riflettori puntati su di sé. L'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001, però, smembra la sua famiglia. Per riunirla, a Khan non resta che un viaggio attraverso l'America, i suoi paesaggi così diversi e le sue nuove paure di paese traumatizzato. LA CRITICA Molti festivalieri avevano occupato i posti più laterali della sala, quelli della grande fuga. Temevano che i 60 minuti di My Name is Khan dell'indiano Karan Johar, fossero eccessivi. Invece, davanti a questo bel film, non si è mosso nessuno. Il protagonista è Shah Rukh Khan (nella foto), la più grande star di Bollywood, una di quelle che in patria non può mettere il naso fuori di casa ma che in un aeroporto Usa viene arrestato (è accaduto lo scorso 14 agosto) perché sospettato di terrorismo. Un episodio che ha scatenato l'ira degli indiani spingendoli a bruciare bandiere americane e che rende ancora più attuale ciò di cui il film tratta. Alessandra De Luca, 'Avvenire', 13 febbraio 2010 L'America vista da Bollywood. Un Forrest Gump in salsa tandoori. Due superstar indiane per sfidare il cinema Usa in casa. My Name is Khan si presta allo slogan ma è anzitutto una fiaba, sfarzosa e gentile che chiede (e ottiene) lo CINEFORUM ODEON Pagina 9 sguardo ingenuo di una volta. Il soggetto sbandiera temi pesanti come il razzismo, l'intolleranza dell'America post-11 settembre (ma anche l'odio fra indù e musulmani), la forza dell'amore e della volontà. Sullo schermo però scintillano il sorriso della luminosa Kajol, la simpatia di Shah Rukh Khan e un gusto così sfacciato per la coreografia che perfino un taglio di capelli diventa una scena d'amore, cioè una scena da musical. Il resto lo fanno la passione impossibile ma molto fotogenica fra l'indiano musulmano affetto da autismo e la bella compatriota indù emigrata come lui in California. E naturalmente le mille battaglie combattute dall'ingenuo ma tenace e intelligentissimo Khan. Contro le proprie fobie, contro i pregiudizi, contro il razzismo spicciolo e meno spicciolo, contro i terroristi islamici annidati nel cuore dell'America (che esistono, ci mancherebbe). Gli spettatori del genere 'a-me-non-la-si-fa' alzeranno il sopracciglio. I cinici lo prenderanno come un anti-Borat. Gli altri si sentiranno liberi di divertirsi, e parecchio. Fabio Ferzetti, 'l Messaggero', 26 novembre 2010 modo, epocale. Alberto Crespi, 'L'Unità', 26 novembre 2010 Ancora l'onda del 'delitto globale', l'11 settembre nella vita di Khan, indiano con lieve autismo emigrato in Usa dove compone una famiglia (moglie bellissima, esalta il tragico...) e affronta tutto. Quasi, perché nel segno della differenza che lo distingue, l'America delle Torri non trova posto per un innocente sospettabile. Umiliazione e ingiustizia, matrimonio a pezzi, una coerente certezza di integrità, spingono l'eroe a cercare il Presidente, in un melò indiano che si apre al dramma costituzionale in Occidente: la libertà, il diritto, il rispetto della diversità. Ricordando la purezza dignitosa di Forrest Gump, al tutore massimo delle regole vorrebbe dire: 'Mi chiamo Khan, ma non sono un terrorista'. Troppo delicato e attuale il tema per non farsi prendere. Regia non banale. Silvio Danese, 'Nazione, Carlino, Giorno', 26 novembre 2010 Film da vedere, a condizione di sospendere l'incredulità e lasciare a casa lo snobismo: Il mio nome è Khan è pura Bollywood, l'industria indiana che sforna un migliaio di film all'anno, e da quelle parti non c'è limite alla fantasia. (...) Film fluviale, coloratissimo, esagerato: una risposta indiana a Forrest Gump, con la stessa aspirazione di usare l'handicap MUSICDRINKFOOD come metafora della condizione umana. In più, è una lettera dell'India all'America, invitandola a mettere da parte il pregiudizio. Film, a suo Contr àJ Vicen acopo Cab za - 0 444 3 ianca, 13 26168 bolettino 3:BOLLETTINO 5 9 bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 Pagina 10 programmi televisivi. Nel 2002 realizza il cortometraggio "Il sorriso di Diana", prodotto da Cattleya e Cinecittà Holding. Nel 2003 firma la regia del suo primo lungometraggio, "Tre metri sopra il cielo", tratto dall'omonimo romanzo di Federico Moccia. LA STORIA Leonardo e Giorgio sono due fratelli molto diversi tra loro ma che sono sempre stati uniti. Poi, un giorno, Giorgio scopre che Leonardo ha iniziato una storia d'amore con Sara, una ragazza con cui ha avuto una delle sue turbolente relazioni extraconiugali e in famiglia scoppia il caos. Sarà Alba, la madre dei due, a ripristinare l'ordine familiare con una serie di colpi di scena che provocheranno confusione e scompiglio. 8 - 9 - 10 febbraio (Ore 16 - 18 - 20 - 22) Regia: Luca Lucini Attori: Luca Argentero (Leonardo), Alessandro Gassman (Giorgio), Stefania Sandrelli (Alba), Valentina Lodovini (Sara), Giorgio Colangeli (Sandro), Sonia Bergamasco (Carolina), Lella Costa (Francesca), Gaia Bermani Amaral (Irene), Franco Branciaroli (Alberto) Soggetto: Cristina Comencini Sceneggiatura: Giulia Calenda, Teresa Ciabatti Fotografia: Alessandro Bolzoni Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia Montaggio: Fabrizio Rossetti Scenografia: Totoi Santoro Costumi: Gabriella Pescucci, Massimo Cantini Parrini Produzione: RICCARDO TOZZI, GIOVANNI STABILI- NI, MARCO CHIMENZ PER CATTLEYA IN COLLABORAZIONE CON UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY Durata: 96 min. Origine: ITALIA, 2010 Genere: COMMEDIA Il regista Nato a Milano nel 1967, dal 1993 al 1997 lavora come assistente alla produzione per un programma televisivo di Super Channel London. Nello stesso periodo realizza numerosi video musicali per molti artisti italiani. Seguono negli anni successivi la regia di spot pubblicitari e LA CRITICA Qualcosa si muove nel panorama della commedia italiana. Il genere portante del nostro cinema sta arruolando delle nuove leve. Da due-tre anni non ci sono più solo i fratelli Vanzina, Giovanni Veronesi e i cine-panettoni di Neri Parenti. La ditta Brizzi-Martani, l'Umberto Carteni di Diverso da chi?, Massimo Venier e il Luca Miniero di Benvenuti al Sud (film che si avvia a battere il record di incassi di 'La vita è bella') sono tutte realtà delle quali tenere conto. Luca Lucini, ormai al sesto film, fa parte di questa squadra. (...) La donna della mia vita è titolo felicemente ambiguo. (...) Commedia borghese Abbigliamento donna Vicenza Viale Trieste, 18 - 0444.304800 P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 10 Piazza XX Settembre, 7 - Vicenza Tel. 0444 300.940 CINEFORUM ODEON bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:18 sulle identità sfumate, dove nessuno è ciò che appare, dove sotto sotto tutti mentono e recitano, La donna della mia vita è un film solo apparentemente 'leggero': in realtà il soggetto (di Cristina Comencini) ha un retrogusto amaro e disincantato. Attori tutti in gran forma, e benissimo diretti: oltre a quelli citati, da lodare Giorgio Colangeli (che fa un 'cumenda' milanese strepitoso) e Franco Branciaroli, in un divertente cammeo 'televisivo'. Alberto Crespi, 'L'Unità', 26 novembre 2010 Fratellastri innamorati e ingannati dalla stessa donna: la mamma. Quando è quella strega svagata di Stefania Sandrelli, tutto torna. E torna pure il cinema lounge di Luca Lucini, sofisticato e non agitato, che con La donna della mia vita recupera il tocco del suo gioiello L'uomo perfetto. (...) Quattro attori in stato di grazia come Argentero & Gassman (sempre più bravo) e Sandrelli & Colangeli (occhio, e orecchio, al suo perfetto accento brianzolo) dipingono una deliziosa borghesia italiana. Come Lady Eve di Preston Sturges, sembra tutto leggerissimo ma in realtà si parla di tradimenti, ruoli, tempo che passa, errori e soprattutto tolleranza. Senza urlare. La strega svagata Sandrelli (d-i-v-i-n-a) è il perno di un film che lei stessa racconta a un neonato (occhio all'inquadratura: siamo noi!). E se ci fregasse? Chissene. E' bellissimo perdersi in questo incantesimo. Francesco Alò, 'Il Messaggero', 26 novembre 2010 Da un soggetto di Cristina Comencini, una commedia degli equivoci basata sulla coppia - un tantino risaputa - dei Pagina 11 due fratelli diversi come il giorno e la notte. Leonardo è timido e insicuro quanto il suo fratellastro Giorgio è, invece, incostante e acchiappasottane. Fato vuole che il primo scelga come fidanzata Sara, la ragazza con cui il secondo ha avuto una delle sue relazioni extraconiugali. Un coniglio, però, può trasformarsi in leone. Arrivato quasi senza parere alla direzione del sesto film, Lucini conduce i giochi con una certa perizia. Ne esce una storiella famigliare con morale all' italiana: tutti gli uomini si comportano un po' da mascalzoni, ma quelle che decidono alla fine sono sempre le mamme. Roberto Nepoti, La Repubblica, 27 novembre 2010 Piacevole, spiritosa commedia sentimentale del collaudato Luca Lucini, su un copione visibilmente al femminile, non per nulla scritto da Cristina Comencini. A Milano il timido Luca Argentero s'innamora della bella violoncellista Valentina Lodovini, ignorando che è stata per due anni l'amante segreta dell'indimenticato fratellastro, sposato e playboy Alessandro Gassman. Tanti, forse troppi colpi di scena fanno da contorno alla storia, dove spicca mamma Stefania Sandrelli, un personaggio dolce e soave, dal passato non proprio irreprensibile. Massimo Bertarelli, Il Giornale, 26 novembre 2010 Ideata da Cristina Comencini e sceneggiata da Giulia Calenda e Teresa Ciabatta, questa commedia di attori lascia sullo sfondo il regista, Lucini, che si mette totalmente al loro servizio, un po' per scelta e un po' per forza, vista la natura teatrale del copione. In omaggio a Gassman padre ci sono una casa, una famiglia e Stefania Sandrelli, ma l'interno è tutt'altro che claustrofobico: figli e mariti escono e rientrano (chi dalla porta e chi dal televisore), fingendo smania di vivere, mentre la madre raccoglie confidenze in cucina per poi ordire senza scrupolo i destini di ognuno.(...) Marianna Cappi, Mymovies.it, novembre 2010 Ristorazione tipica vicentina Formule “Pausa pranzo” Buffet di laurea e altri eventi APERTO TUTTI I GIORNI Contrà Do Rode 20 a Vicenza tel. 0444.544085 CINEFORUM ODEON 11 bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:19 Pagina 12 15 - 16 - 17 febbraio (Ore 16 - 18 - 20 - 22) Regia: Woody Allen Attori: Antonio Banderas (Greg), Josh Brolin (Roy), Anthony Hopkins (Alfie), Gemma Jones (Helena), Freida Pinto (Dia), Lucy Punch (Charmaine), Naomi Watts (Sally), Anna Friel (Iris), Ewen Bremner (Henry), Neil Jackson (Alan) Soggetto: Woody Allen Sceneggiatura: Woody Allen Fotografia: Vilmos Zsigmond Montaggio: Alisa Lepselter Scenografia: Jim Clay Arredamento: John Bush Costumi: Beatrix Aruna Pasztor Durata: 98 min. Origine: USA, SPAGNA, 2010 Genere: ROMANTICO Produzione: DIPPERMOUTH, MEDIAPRO, VERSÁTIL CINEMA & GRAVIER PRODUCTIONS, ANTENNA 3 FILMS & ANTENNA 3 TV Distribuzione: MEDUSA (2011) Il regista Nasce a NEW YORK il 01-12-1935. Regista, attore, sceneggiatore, compositore. Nato a Flatbush, un rione di Brooklyn, da una famiglia ebraica di origine ungherese. A soli sedici anni decide di adottare il nome d'arte di Woody Allen e comincia a guadagnare i primi soldi vendendo le sue gag prima per strada e poi ai comici televisivi. Falliti gli studi sia alla New York University che al City College, inizia a lavorare come 'gang man' per alcuni spettacoli televisivi e come presentatore nei night clubs, alternando esibizioni I NOSTRI SERVIZI Trasferimenti con autovettura e pulmino 9 posti Trasferimenti da/per aeroporti Viaggi personali Servizi ausiliari ad aziende Fiere/Convention cene d’affari 12 Matrimoni/Feste Trasferimenti Hotel/discoteche Tour delle ville Venete Escursioni in città d’Arte Servizio spesa-Shopping comiche e musicali (suona il clarinetto dall'età di dodici anni). Prima di tentare la strada del cinema ottiene un grande successo a Broadway con le sue commedie: "Don't drink the Water" e "Play it again Sam". Nel 1965 debutta ad Hollywood come attore e sceneggiatore con "Ciao Pussycat" (What's new Pussycat) di Clive Donner. Il primo film lo dirige nel 1969: "Prendi i soldi e scappa" (Take the money and run). Nel corso della sua carriera ha ricevuto diciotto nominations all'Oscar vincendone tre: per la regia e la sceneggiatura originale di "Io & Annie" (Annie Hall) nel 1977 e per la sceneggiatura originale di "Hanna e le sue sorelle" (Hannah and her sisters). "Io & Annie" ha vinto anche l'Oscar come miglior film. Nel 1995, anno del centenario del cinema, riceve a Venezia il Leone d'oro alla carriera, ritirato in sua vece da Carlo Di Palma, che in quell'occasione dichiara "Ritirare premi al suo posto è diventato quasi un lavoro a tempo pieno, vista la sua idiosincrasia per le cerimonie pubbliche". LA STORIA Amore, sesso e tradimenti segnano le esistenze di un gruppo di persone le cui passioni, ambizioni e ansie sono il motore dell'azione. Dopo quarant'anni di matrimonio Alfie lascia la moglie Helena per iniziare una nuova vita. Depressa e disperata la donna decide di consultare una veggente con la speranza di farsi addolcire il futuro. Intanto la figlia pensa che possa esserci del tenero con il suo nuovo datore di lavoro, mentre il genero decide di lasciare il suo impiego d'autista per portare a termine il suo primo romanzo, aiutato dalla splendida musa ispiratrice Dia. Corso Base ADULTI - Corso Base SENIOR Corso Intermedio - Corso Avanzato Corso Base MAC Picasa - Excel - Power Point Corso Palladio 176 - Vicenza - Tel.0444.546078 email:[email protected] CINEFORUM ODEON bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:19 LA CRITICA Anche Incontrerai uno sconosciuto alto e bruno ferma la vita dei suoi personaggi senza risolverla, anche perché al centro c'è una tipica famiglia borghese benestante incasinata come tante. Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 16 maggio 2010 Woody Allen, con il corale You Will Meet a Tall Dark Stranger parte da Shakespeare. (...) Allen non ha visto Inside Job, potente e informatissimo documentario sulla bolla finanziaria diretto da Ferguson e narrato da Matt Damon, perché sul banco degli imputati finisce pure Obama: colpevole di aver scelto per i ruoli chiave dell'economia Usa gli ex CEO e dirigenti di Goldman Sachs, Lehman Brothers e altre banche d'affari. Sì, proprio quelle responsabili della crisi... Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 16 maggio 2010 Woody Allen è stato più ispirato in altre occasioni, ma l'età lo rende pungente, specie con i suoi coetanei. Non a caso Pagina 13 ha smesso di apparire nei suoi film, e tocca a Hopkins chiedere ancora tre minuti all'amante dopo aver preso il Viagra. Anche così si riesce a fare un film l'anno, senza sentirsi obbligati ogni volta al successo planetario. Ma è triste che spesso nel cinema libertà faccia rima con età. Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 16 maggio 2010 Sì, avete letto bene: 2 stelle. Quando ci vuole, ci vuole. Se Woody Allen ogni tanto sonnecchia, come Omero, non è colpa nostra, né di nessun altro. Anzi: è colpa dello stesso Woody, che dovrebbe prendersi una vacanza o una pausa di riflessione, invece di sfornare un film all'anno come se fosse stretto un patto con il diavolo. (...) Questo film si chiama in originale You Will Meet a Tall Dark Stranger, ovvero incontrerai uno sconosciuto alto e scuro. È un'immagine sinistra, che può riferirsi a vari snodi della trama - soprattutto all'incontro fra Naomi Watts e Antonio Banderas, che però è sì dark, ma non molto tall - e che allude a un C.so Palladio, 187 - VICENZA Tel. 3372689545 = [email protected] SEMPRE APERTO fato incombente, forse all'attesa della morte che è un tema ricorrente di Woody Allen in questo XXI secolo. 'Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni' è un titolo sbagliato e fuorviante, fa pensare ad un tono lieve che il film possiede solo a tratti. (...) Il meccanismo degli inganni e dei tradimenti è da pochade classica, abbastanza ben oliata ma pochissimo originale. Più che la trama, sono i personaggi - e, cosa incredibile per Allen, alcuni attori - a non convincere. (...) nel complesso il film gira a vuoto (...). Seduti al cinema si pregusta già il ritorno a casa, con un dvd di Io e Annie o di Crimini e misfatti pronto nel lettore. Alberto Crespi, 'L'Unità', 3 dicembre 2010 Se il titolo del nuovo film di Woody Allen dove lui non recita, Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, è la previsione di una chiromante ottimista, la battuta che dà il senso della storia è: 'Come si può andare avanti con tutte le incertezze della vita? A volte le illusioni funzionano meglio delle medicine'. (...) In 'Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni' non c'è nulla di realistico, vero o naturale: tutto, come nella vita, è al vertice dell'artificio,e tutto appare quindi attendibile. Forse non è il film più significativo di Woody Allen, ma è uno dei più appassionanti, intricati quanto l'esistenza, lievi e amari: nessuno dei personaggi conquista quanto desidera e vorrebbe, ma ciascuno sa consolarsi con l'illusione che prima o poi ci riuscirà. Bravissimi attori, che raggiungono tutti insieme una bella armonia. Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 3 dicembre 2010 Piazza XX Settembre, 7 - Vicenza Tel. 0444 300.940 dal Lun. al Gio. 7.30 - 24.00 / Ven.Sab.Dam. 7.30 - 2.00 CINEFORUM ODEON 13 bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:19 22 - 23 - 24 febbraio (Ore 16 - 18 - 20 - 22) Regia: Sergio Castellitto Attori: Sergio Castellitto (Marcello), Laura Morante (Marina), EnzoJannacci (Armando), Marco Giallini (Duccio), Barbora Bobulova (Lory), Gianfelice Imparato (Valentino), Nina Torresi (Rosa) Emanuela Grimalda Soggetto: Margaret Mazzantini Sceneggiatura: Margaret Mazzantini Fotografia: Gian Filippo (Corticelli) Musiche: Arturo Annecchino Montaggio: Francesca Calvelli Scenografia: Francesco Frigeri Costumi: Chiara Ferrantini Durata: 107 min. Origine: ITALIA, 2010 Genere: COMMEDIA Produzione: ROBERTO CICUTTO, LUIGI MUSINI E SERGIO CASTELLITTO PER CINEMAUNDICI, ALIEN PRODUZIONI Distribuzione: WARNER BROS. PICTURES ITALIA Il regista Nasce a ROMA (Italia) il 18-08-1953. La famiglia è originaria di Campobasso. Frequenta a Roma l'Accademia nazionale di Arte Drammatica "Silvio D'Amico", dove si diploma nel 1978. La sua carriera artistica inizia a teatro sotto la guida di registi come Luigi Squarzina e Aldo Trionfo. Debutto nel cinema nel 1982 con il film "Il generale dell'armata morta" di Luciano Tovoli, con Marcello Mastroianni. Seguono una serie di lavo- Ottica Signorini di G. Cegan Corso Fogazzaro, 71 ° 36100 Vicenza T 0444 322758 14 Pagina 14 ri cinematografici tra cui il riuscito "La famiglia" (1986) di Ettore Scola, accanto a Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli; "Tre colonne in cronaca" di Carlo Vanzina con cui vince il David di Donatello 1990 come attore non protagonista, mentre nel ruolo di uno psichiatra alle prese con una ragazza epilettica, in "Il grande cocomero" (1993) di Francesca Archibugi, vince il primo Nastro D'Argento come migliore attore protagonista. Con "L'uomo delle stelle" (1995) di Giuseppe Tornatore, ambientato nella Sicilia del dopoguerra e girato in gran parte nella barocca Ragusa Ibla, vince il secondo Nastro D'Argento. Sul piccolo schermo (ma è circolato anche in sala) è stato il giovane Rossini in "Rossini! Rossini!" (1991) di Mario Monicelli, Fausto Coppi nel film tv "Il grande Fausto" (1995) di Alberto Sironi e nel 2000, con grandissimo successo di critica e di pubblico, il santo di Pietralcina in "Padre Pio" di Carlo Carlei. Alterna la sua attività fra cinema, televisione e teatro dove debutta nella regia nel 1996 con "Manola", dirigendo Nancy Brilli e Margaret Mazzantini, che ha sposato e con la quale ha quattro figli. Nel 1999, scegliendo come interpreti principali se stesso, la moglie Margaret e Michel Piccoli, esordisce come regista cinematografico con "Libero Burro" che viene presentato nella sezione cinema del presente alla Mostra di Venezia. Nel 2002 è protagonista del film di Marco Bellocchio, "L'ora di religione", in concorso a Cannes. Nel 2004 torna dietro la macchina da presa per dirigere "Non ti muovere", tratto dall'omonimo romanzo scritto dalla moglie e da lui interpretato a fianco di Penelope Cruz, in questa prova resa sgraziata e quasi irri- conoscibile. Il film, presentato al 57. Festival di Cannes (2004) nella sezione "Un certain regard", è acclamato da critica e pubblico, e riceve numerosi premi - tra cui il David di Donatello a Penélope Cruz e a lui come miglior attore, il Nastro d'Argento per la migliore sceneggiatura (Castellitto e Mazzantini), il Globo d'oro 2005 come miglior film e 5 Nastri d'argento 2005: sceneggiatura, montaggio, scenografia e miglior canzone. Nel 2005 torna a lavorare con Bellocchio per "Il regista di matrimoni", presentato l'anno successivo al 59. Festival di Cannes nella sezione "Un certain regard". Nel 2006 per la prima volta è sul set di Gianni Amelio nel molto apprezzato "La stella che non c'è". Nel 2008 ha partecipato anche alla megaproduzione cinematografica statunitense "Le cronache di Narnia: Il princi- VICENZA Via Lamarmora (ang. Via S.Martino, 45) Tel. 0444 924480 Servizio a Domicilio: Via Medici, 66 Tel. 0444 920601 SPECIALITA’ PESCE CINEFORUM ODEON bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:19 pe Caspian", secondo capitolo della fortunata serie fantastica per ragazzi. Una nota curiosa è che Castellitto ha davvero vissuto nel comune di Narni in Umbria, antica Narnia dei romani a cui si è ispirato Clive Staples Lewis, l'autore dell'omonimo romanzo da cui è tratto il film. Nel 2008 fa parte della giuria del 61. Festival di Cannes. Nel 2009 è alla Mostra del Cinema di Venezia con "Tris di donne & abiti nuziali" di Vincenzo Terracciano. LA STORIA Marcello e Marina - lui architetto, lei psicologa - sono una coppia molto affiatata, dall'indole moderna e dinamica, sensibile nei confronti della salvaguardia dell'ambiente, con molti amici e una spiccata tolleranza verso tutti. I due hanno una figlia, la diciassettenne Rosa, lievemente dispotica ma brava a scuola e affezionata ai genitori. L'unico neo: il suo fidanzato, Luca, coetaneo carino e figlio di amici di famiglia, ma somaro a scuola, nervosetto e rimbambito dalle 'canne'. Marcello e Marina si sentiranno quindi sollevati alla scoperta della crisi della giovane coppia, ma durante uno spensierato fine settimana con gli amici nella loro casa immersa nella campagna toscana, faranno conoscenza del nuovo amore della figlia Rosa: Armando... LA CRITICA SEZIONE CRITICA RIDOTTA: ILI FILM E’ IN USCITA NAZIONALE VENERDI’ 17 DICEMBRE La storia inizia con una crisi sentimentale proprio tra Rosa e Luca che si consuma durante la festa dei cinquant’anni di Marcello. Gli amici brindano, cantano al karaoke La Miniera dei New Trolls. Luca fa un’improvvisata nella festa degli adulti. Rosa non c’è. Quando ritorna vestita Pagina 15 da collegiale svizzera con il kilt e il cerchietto nei capelli in compagnia del guerriero Aldo, litigano perché lei gli ha mentito. Si lasciano. Poi salta fuori l’altro. Rosa confida a Marina che sì, un altro fidanzatino c’è ma…..Ha paura di venir giudicata dai suoi genitori. I genitori discreti, rispettosi, non chiedono, però friggono di curiosità. Siamo a novembre, weekend del ponte dei morti. I Sinibaldi si trasferiscono nella casa di campagna in Toscana con gli amici. Rosa ha accettato di invitare il nuovo fidanzato. Sul grande pratone davanti al casale sbarcano ad uno ad uno gli ospiti. Marina ha invitato anche sua mamma (Erica Blanc) che non perde occasione per mortificarla, e due affezionati pazienti, di quelli a rischio, che non possono essere lasciati soli proprio nel ponte dei morti: Lory, una burrosa animatrice d’infanzia che soffre di manie di persecuzione, e Ettore Maria, un vero persecutore, ossessionato dall’idea della morte, che ha portato con sé il dvd del Settimo Sigillo di Ingmar Bergman. Marcello allarga le braccia, sorride alla moglie, accoglie i matti con amicizia. Loro sono accoglienti, amano questa grande famiglia allargata. Poi ecco i ragazzi. Una City car sgomma sul ghiaino. Scende Nicolò, un ragazzino nero, Franci Palla gli salta al collo. Poi succede qualcosa….l’assurdo si materializza: dalla City car è sceso un altro ospite: ”Papà…lui è Armando.” Ha settant’anni, non li nasconde, è gentile, affidabile, è un vecchio, il vero tabù di questa nostra epoca energetica, competitiva, antiossidante. In due giorni salteranno ad uno ad uno i pezzi del puzzle politically correct che è stata la vita di questa generazione di cinquantenni “troppo giovanili”. Si troveranno, in una esilarante commedia degli equivoci, a fare i conti con se stessi, i loro figli e l’epoca in cui viviamo. Marcello e Marina perdono i pezzi, di colpo si sentono inadeguati, le convinzioni cominciano a vacillare, gli amici infingardi vacillano con loro. In realtà il vecchio è un virus buono che si è infilato in casa per ricordare a tutti che la vecchiaia esiste e prima o poi, speriamo, arriva per tutti. Nell’epilogo tragicomico, il castello di sabbia di questa generazione frana definitivamente. Marcello insulta il vecchio, dà un ceffone alla figlia per la prima volta in vita sua. Marina assiste incredula all’improvviso deragliamento del marito…. Ma ci sarà tempo per una riconciliazione in un finale docile e misterioso. Il vecchio fidanzato della giovane figlia se ne va lasciando un languore e una riflessione sulla vecchiaia, sulla giovinezza e su questa faticosa età di mezzo. Mymovies.it, novembre 2010 CORSI DI LINGUA COLLETTIVI E INDIVIDUALI INGLESE - SPAGNOLO - TEDESCO - FRANCESE PORTOGHESE - GIAPPONESE - CINESE RUSSO - ARABO - GRECO MODERNO ITALIANO PER STRANIERI Per tutte le età Mattutini - pomeridiani - serali Con insegnanti di madre lingua e laureati Monte ore personalizzato secondo necessità Informazioni: Società Generale di Mutuo Soccorso - VI Tel.0444/546078 E-mail:[email protected] CINEFORUM ODEON 15 bolettino 3:BOLLETTINO 5 10-12-2010 18:19 Pagina 16 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni ARCUGNANO (VI) - Via Adige, 44 Tel. e Fax 0444.288697 Cell. 333.2039973 Cucina Casalinga Spunciotti & Bocconcini Vin Bon & Aperitivi 10% Sconto ai soci Cineforum Contrà Ponte San Paolo, 2 Vicenza - T.3483981678 SI ACCETTANO BUONI PASTO Emporio Biologico Alimenti Biologici - Alimenti per intolleranze - Detersivi ecologici alla spina ORARIO CONTINUATO 9:00 - 19:30 - Mercoledì CHIUSO Pomeriggio Vicenza C.trà S.Marco, 8 - Tel.0444.327267 - E-mail: [email protected] CINEFORUM ODEON CINEFORUM ODEON
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