Storia della chimica - Suore Salesiane dei Sacri Cuori

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Storia della chimica - Suore Salesiane dei Sacri Cuori
La storia della
chimica
La chimica è una disciplina scientifica il cui campo di ricerca è descrivibile in un ben
determinato dominio: è la scienza che studia le proprietà e le trasformazioni della
materia e interpreta i meccanismi di trasformazione.
I suoi confini si intersecano spesso con altre discipline: medicina, botanica, zoologia,
fisica e le varie discipline hanno trovato mutuo vantaggio da queste ricerche.
La lontana origine della chimica è dimostrata anche dalla etimologia del
termine khemeia che secondo alcuni deriva dalla parola egiziana Kham che significa
“nero”, con allusione al colore scuro del fertile suolo dell’Egitto, dal quale si
pensava provenissero le conoscenze naturali più remote: l’espressione potrebbe
quindi significare “arte della terra d’Egitto”.
Un’altra teoria afferma che khemeia deriva dall’Arabo al-Kimiya dove al ha la
funzione di articolo determinativo, mentre Kimiya dovrebbe intendersi come arte di
fare leghe metalliche o, in alternativa, arte di trattare i succhi vegetali.
Le prime sostanze utilizzate dall’uomo presumibilmente furono quelle presenti
nell’ambiente in cui egli viveva e cioè legno, ossa, pelli e pietre. Fra queste la più
durevole è la pietra e infatti non è un caso che proprio gli oggetti di pietra ci rechino
testimonianza dell’attività dell’uomo primitivo.
Per tale motivo si parla per l’appunto di età della pietra.
I nostri antenati impararono a scheggiare e a levigare la pietra per poterla utilizzare
come oggetto di lavoro o per fabbricare armi: si passò quindi dal paleolitico (o “età
antica della pietra”), attraverso il mesolitico, (o “età di mezzo della pietra”) al periodo
storico che prende il nome di neolitico (o “nuova età della pietra”).
Paleolitico
Mesolitico
Neolitico
(2 mln-10.000 a.C.)
(10.000 – 8.000 a.C.)
(8.000 – 3.000 a.C.)
Età del rame
Età del bronzo
Età del ferro
(3.000 – 2.000 a.C.)
(2.000 – 1.000 a.C.)
(1.000 a.C. - 0)
I primi tentativi di rielaborazione teorica delle
conoscenze attorno al mondo della natura vennero
operate dai pensatori greci del VI secolo avanti Cristo.
Colui che per primo propose una teoria in grado di
giustificare le trasformazioni della materia, fu Talete, un
filosofo che visse a cavallo fra il 600 e il 500 a.C.
Talete riteneva che tutto ciò che vi era di materiale
derivasse da un’unica realtà, che egli aveva individuato
nell’acqua.
L’idea che alla base di tutto vi fosse l’acqua discendeva dalle stesse proprietà di
questo elemento che quando evapora si trasforma in gas e quando gela diventa
un solido, e quindi nell’intuizione del pensatore greco presumibilmente esso
sarebbe stato in grado di trasformarsi anche in tutte le altre forme con cui si
presenta la materia.
Qualche interprete più tardo della dottrina di Talete aggiungeva che l’acqua è
origine della vita: infatti i semi degli animali e delle piante sono umidi.
A ciò si può aggiungere il fatto che il seme della pianta si sviluppa nella terra
umida e ci fa assistere ad una progressiva trasformazione dell’acqua nella materia
solida che costituisce il fusto dell’albero.
In seguito altri filosofi proposero altre sostanze come principio originario
dell’Universo: alcuni ad esempio suggerirono l’aria, altri il fuoco.
Alla fine venne trovata una soluzione di compromesso nella sintesi di tutti gli
elementi indicati e fu così che, con l’aggiunta della terra, nacque la dottrina dei
quattro elementi (fuoco, aria, acqua e terra). In realtà esistevano validi motivi per
ritenere che gli elementi stessi fossero interscambiabili: l’acqua ad esempio, come
aveva già fatto notare Talete, si trasformava in aria attraverso l’evaporazione e
l’aria ridiventava acqua sotto forma di pioggia. Inoltre, riscaldando il legno,
questo si trasformava in fuoco, in fumo (una specie di aria scura) e in cenere, cioè
in terra, e così via. Pareva quindi possibile produrre una trasformazione qualsiasi:
si trattava soltanto di trovare la tecnica adatta.
La teoria dei quattro elementi sostenuta da Empedocle, filosofo greco nato in
Sicilia circa nel 490 a.C., fu accettata e diffusa dal più grande dei filosofi greci,
Aristotele (384-322 a.C.).
Aria, acqua, terra e fuoco sono concetti primitivi
superati dalle nuove scoperte ma se li sostituiamo
rispettivamente con gas, liquido, solido ed energia
finiamo con l’esprimere concetti moderni perché i
gas se vengono raffreddati si convertono in liquidi
e se si abbassa ulteriormente la temperatura i
liquidi diventano solidi. Inoltre, il concetto di fuoco
come elemento fondamentale può essere
interpretato come “energia”: causa ed effetto essa
stessa delle trasformazioni della materia.
Frattanto veniva discusso un altro problema altrettanto importante: ossia quello
relativo alla divisibilità della materia.
Sembra che il filosofo Leucippo (450 a.C. circa) per primo abbia messo in
dubbio il fatto che un pezzetto di materia, per quanto piccolo, potesse essere
diviso in parti ancora più piccole. Il suo discepolo Democrito, accettò il
ragionamento del maestro e chiamò atomo la particella minima della materia.
ἄτομος = indivisibile
Egli riteneva che gli atomi di ciascun elemento fossero diversi per forma e
dimensioni e che proprio questa diversità spiegasse le differenti proprietà dei
corpi materiali.
Scopriamo quindi la natura e le caratteristiche di queste particelle.
Tratto da http://www.cosediscienza.it/chimica/17_storia_della_chimica.htm