maggio / giugno 2014
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FITP - Sede legale: Box 001 Centro Uffici (T) Viale Ammiraglio Del Bono, 20 - 00122 Roma Segreteria del Presidente nazionale: Via San Nicola, 12 - 71013 - S. Giovanni Rotondo - Tel. e fax 0882 441108 n. 3 ANNO XVI maggio / giugno 2014 Rivista bimestrale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari San Giovanni R. crocevia di culture e tradizioni del mondo www.fitp.org Federazione Italiana Tradizioni Popolari Consulta Scientifica PRESIDENTE Mario Atzori VICEPRESIDENTE Patrizia Resta COMPONENTI Leonardo Alario Gian Luigi Bravo Pino Gala Ignazio Macchiarella Vincenzo Spera Consiglio Nazionale SEGRETERIA PRESIDENZA NAZIONALE Via San Nicola, 12 71013 San Giovanni Rotondo (FG) Tel. e Fax: 0882.441108 [email protected] UFFICIO TESSERAMENTO Via San Sebastiano, 16/18 98122 Messina Tel. e Fax: 090.771398 tesseramento@fitp.org SEGRETARIO GENERALE Contrada Chiusa Lotto 4/b Loc. Simeri Mare Villaggio Santa Lucia 88050 Simeri Crichi (CZ) Tel.: 0961.881609 - 0961.794388 Fax: 0961.881491 [email protected] UFFICIO TESORERIA C.da Conca d’Oro, Garden Ville, 16 98168 Messina Tel.: 090.355604 [email protected] UFFICIO STAMPA Cdp Service - San Severo (FG) www.cdpservice.it Tel. e Fax: 0882 375761 ufficiostampa@fitp.org MARCHE Mario Borroni MOLISE PIEMONTE FRIULI VENEZIA GIULIA Giampiero Crismani PUGLIA LAZIO Ivo Di Matteo Antonio Giuliani Bernardo Beisso Fedele Zurlo Nino Agostino SARDEGNA Vittorio Fois Mario Pau Luigi Usai Daniel Meloni COORDINATORE NAZIONALE SICILIA Maria L. De Dominicis Antonella Castagna Santo Gitto Consiglieri TOSCANA ABRUZZO Maria L. De Dominicis BASILICATA Pasquale Casaletto CALABRIA Carmine Gentile Maria Teresa Portella CAMPANIA Fabio Del Mastro Leonardo Bianco EMILIA ROMAGNA Sauro Casali FRIULI VENEZIA GIULIA Mario Srebotuyak LAZIO Giuseppe d’Alessandro LIGURIA Luciano Della Costa LOMBARDIA Luigi Sara Giovanni Bossetti EMILIA ROMAGNA Sauro Casali (commissario) Marco Fini TRENTINO ALTO ADIGE Attilio Gasperotti UMBRIA Francesco Pilotti Valle d’Aosta Susi Lillaz VENETO Gianni Marini Presidenti Comitati Regionali ABRUZZO Fidio Bianchi BASILICATA Pietro Basile CALABRIA Michele Putrino CAMPANIA Francesco Coccaro LIGURIA Milena Medicina LOMBARDIA Fabrizio Nicola MARCHE Pamela Trisciani MOLISE Michele Castrilli PIEMONTE Andrea Flamini PUGLIA Tommaso Russo SARDEGNA Giommaria Garau SICILIA Alfio Russo TOSCANA Francesco Castelli TRENTINO ALTO ADIGE Attilio Gasperotti UMBRIA Floriano Zangarelli Valle d’Aosta Susi Lillaz (commissario straordinario) VENETO Adriano Bissoli IL FOLKLORE D’ITALIA 6 Seminario di Formazione Gruppi a lezione con la tre giorni sulla “Trasposizione in scena” San Giovanni Rotondo 10 IL FOLKLORE D’ITALIA Bimestrale d‘informazione Anno XVI n. 3 - MAGGIO / GIUGNO 2014 Registrazione al Tribunale di Foggia n. 9 dell’8 aprile 2008 DIRETTORE RESPONSABILE Benito Ripoli COORDINAMENTO RED.LE Antonio d’Amico Leo Conenno Elvira La Porta Rita Laguercia FOTOGRAFIE Ilaria Fioravanti PROGETTO GRAFICO Sinkronia studio La sede mondiale dell’Igf per tutelare il folklore e avviare scambi culturali 14 n. 03 / 2014 STAMPA Grafiche Lucarelli - Ariano Irpino FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI PRESIDENTE NAZIONALE Benito Ripoli VICE PRESIDENTI Nino Indaimo, Luigi Scalas La ricerca Il mito di Mata e Grifone Ecco la storia di Messina 20 Una festa pagana La “turniata” per suggellare il legame tra il pastore e le pecore 22 Lombardia, festa regionale A Canzo canti e balli popolari con la presenza di venti gruppi ASSESSORI EFFETTIVI Gerardo Bonifati, Fabrizio Cattaneo, Enzo Cocca, Fabio Filippi, Giuliano Ierardi, Gesualdo Pierangeli ASSESSORI SUPPLENTI Renata Soravito SEGRETARIO GENERALE Franco Megna VICE SEGRETARIO GENERALE Giancarlo Castagna TESORIERE Tobia Rinaldo VICE TESORIERE Adelio Gilardi COLLEGIO SINDACI REVISORI Francesco Fedele (presidente) Giovanni Soro (vicepresidente) Ancilla Cornali (membro effettivo) Giampiero Cannas (membro supplente) Francesco De Meo (membro supplente) COLLEGIO PROBIVIRI Gavino Fadda (membro effettivo) Franco Folzi (membro effettivo) Dionigi Garofoli (membro effettivo) Sauro Casali (membro supplente) Pietro Prencipe (membro supplente) COMITATO D’ONORE FITP Past President Lillo Alessandro Presidente Onorario Luciano Della Costa Comitato Dei Saggi Luciano Della Costa Aldo Secomandi www.fitp.org Staff del Presidente Bruno Bordoni, Mario Borroni, Monica Castrilli, Francesca Grella, Ivo Polo, Concetta Masciale Cerimoniere Michele Putrino 3 editoriale Il soffio del vento sul profumo della poesia di Benito Ripoli Presidente Nazionale Fitp 4 “A Motta Visconti, vicino Milano, un uomo l’altra sera ha fatto l’amore con la moglie, poi, mentre lei era davanti al televisore, l’ha accoltellata. E’ salito al piano di sopra e ha sgozzato i due figli: Giulia di cinque anni e Gabriele di venti mesi. Si è ripulito dall’orrido sangue ed è andato a vedere con gli amici la partita della Nazionale di calcio. Al ritorno ha finto il ritrovamento e il dolore”. Intento a scrivere gli ultimi appunti per la preparazione del grande evento “World Folklor Star” e “Oscar mondiale del folklore”, arrivano alle mie orecchie le suddette parole. Sono come un macigno e mi fanno ripensare alla triste vicenda accaduta all’incirca un mese fa. Resto di sasso, tralascio ogni mio da fare e, famelicamente, entro nella notizia e seguo con umana avidità e costernazione tutto il servizio. Sgomento e avvilito, ne apprendo i dettagli e ripenso a quante volte, ultimamente, sono stato “quasi costretto” a parlare di disamore per la famiglia, di violenze sulle donne e i bambini, di corruzione… Povere mamme, poveri figli, non ci resta che piangere. L’orrore per quanto appreso dà le vertigini e non ci può essere nessuna motivazione che sia razionalmente sostenibile. E’ necessario fermarsi e riflettere amici uomini, senza scrupoli e sen- za morale…e voi mariti non usate più violenze. Fermatevi. Oggi siamo più figli del crepuscolo che profeti dell’Avvento (Don Tonino Bello). Immancabilmente, sui social network, le moderne piazze di paese, è esplosa l’ira della gente. Ingiurie, anatemi, improbabili metodi di espiazione: dai lavori forzati, al carcere duro, alla “giustizia” sommaria degli altri detenuti. Immaginari castighi atroci, per liberarsi dal senso di colpa e collocarsi su un piano diverso da quello del padremarito-assassino. Perché è innanzitutto di questo che si ha bisogno, di fronte al lungo e terribile elenco delle stragi familiari. Le vittime sono sempre le stesse: le mogli e, fatto ancora più grave, i figli. Innocenti con la sola colpa d’essere nati in una famiglia sbagliata. Carlo Lissi, un lucido criminale o un povero pazzo, ossessionato da un amore impossibile? La battaglia a colpi di perizie, sarà lunga. Il venir meno, ormai, della sua sacralità, sta riducendo la famiglia ad una sorta di accessorio sociale: la faccio, la rompo, la cambio, la cancello e via con tutte le possibili opzioni. Nel giro di poco tempo siamo passati dalla famiglia unica e indissolubile a quella usa e getta. Due estremi, due eccessi, due errori. Ma allora, viene da chiedersi, in una so- IL FOLKLORE D’ITALIA Da sinistra, il presidente Benito Ripoli con alcune autorità in occasione di un incontro in Romania cietà in cui i rapporti e i sentimenti si fanno sempre più superficiali, in cui si lascia e ci si prende come una mutanda al supermercato, non sarebbe stato più semplice, per Lissi, dire addio e basta? In apparenza si, nella realtà no. E’ sempre difficile gestire con maturità sensi di colpa , frustrazioni, rimorsi. Richiede grande forza ammettere di aver sbagliato e di subirne le conseguenze su tutti i piani: degli amici, dei rapporti, addirittura della professione. Ai compagni di lavoro di Lissi, l’azienda ha infatti ordinato di tacere, di non parlare con i cronisti. Scelta forse anche saggia per difendere la memoria di tre persone che non ci sono più. Certo, nella società in cui ogni dettaglio di vita, anche il più intimo, deve essere dato in pasto ai media, e ai social network, è anacronistico parlare di valore della memoria. Ma forse la tragedia nella villetta di Motta Visconti ha le sue radici più lontane proprio lì: nella persona che è ormai solo un utente, un cliente, un follone, un ac- quirente, un contribuente e mai un uomo, una donna o un bambino. E l’abisso della società contemporanea che non riusciamo a vedere. Ci appare solo di riflesso in quei corpi straziati. Certo sono notizie di cui non vorresti mai occuparti, perché spalancano le porte sugli abissi dell’animo umano. Mi sento, ormai, inutile come quel contadino che assiste impotente nel veder spiantato “l’ultimo ulivo”(il suo cuore, la sua anima, la sua vita): l’albero centenario che, nel suo tronco, spesso martoriato, riassume le antiche sofferenze e la tenace volontà dell’umile gente di campagna. Alla “rivisitazione” melanconica dei ricordi, degli affetti e delle passioni, si assommano le incantate descrizioni delle bellezze naturali e della genuina amabilità degli umili. Pur se affranto da grande stato depressivo, ancora una volta, viene in mio soccorso il sorriso disarmante della mia nipotina, che è tutto un inno alla vita e che mi fa ripensare alla famiglia, al folklore e alla Fede- n. 03 / 2014 razione. Sono le cose che mi ricordano che, nonostante tutto, bisogna andare avanti, guardare oltre il dolore, ricucendo le ferite, pur conservando le cicatrici. E’ necessario sedimentare il dolore e liberarsene “vivendo”. Un atteggiamento che sconfigge il protervo autolesionismo dell’uomo, che prende in giro la morte, la sbeffeggia e ci ricama sopra storie. E la storia più bella è quella del folklore e gli interpreti più veri sono i giovani che credono in questo mondo. Un soffio di fiducia, che si alimenta, dopo inevitabili viaggi lungo le strade del dolore, verso un traguardo di speranza, alimentata da un inestimabile anelito… Il soffio del vento sul profumo della poesia. Le liriche dei canti del popolo, cercano di ristabilire, nel mondo della razionalità e nel suo dolore, una vita di speranza e di affetti. La poesia e la fantasia degli antichi Padri, sublima verità di fede alla ricerca del sovrannaturale. La poesia, tutto un biglietto da visita. E’ poesia di anima sognante, che fa vibrare il cuore di chi scruta, legge e ricerca nell’intima essenza del popolocontadino. Il canto del sognatore (i nostri menestrelli folkloristi), si ferma silenzioso nella notte, raggiunge le stelle e si tace. Creando un’atmosfera surreale, fatta di silenzi, come tra due innamorati, complici, che si guardano negli occhi, assorti come due viole dai loro sospiri. Questo mio ultimo pensiero non è semplicemente quello di volersi distrarre, di dimenticare crisi, stragi, bollette e tasse, quanto conoscere, riflettere, pensare, guardare e, perché no, anche sognare. “Anche con i sogni si può essere liberi” (F. Schiller). www.fitp.org 5 formazione Seminario, esame ok Presto sarà itinerante in tutte le regioni di Antonio D’Amico Redazione Fitp 6 SAN GIOVANNI ROTONDO (Foggia) - Una sacca in cui depositare tesori del sapere e attingere i bisogni necessari per il lavoro di ricerca. Un momento di scambio ma anche una osmosi necessaria per formare responsabili dei gruppi folklorici (e per favore non coinvolgeteci in un’inutile disquisizione se chiamarli registi o direttori artistici perché poco importa) affinché la teatralità e la trasposizione scenica non restino una occasione per pochi intimi. Il Seminario organizzato dalla Federazione italiana tradizioni popolari va in questa direzione: trasmettere regole artistiche comportamentali affinché sui palchi e nelle piazze non si vivano più situazioni di particolare antipatia sotto l’aspetto del piacere visivo e non. Collante indispensabile e fiorettista straordinario nel proporre sunti provocazioni Mario Atzori, presidente della Consulta scientifica Fitp. Presto l’esperienza sarà itinerante e raggiungerà la periferia della Federazione. «Siamo pienamente soddisfatti – commenta Benito Ripoli, presidente nazionale della Fitp – per quello che i nostri docenti hanno offerto a coloro che hanno partecipato al Seminario. L’obiettivo era quello di dare una svolta alla necessaria evoluzione su come allestire uno spettacolo, come muoversi, parlare sul palcoscenico o in una piazza, su come affrontare le emergenze e le sempre più scarse disponibilità, su come far capire ai nostri giovani e bambini che anche le tradizioni popolari sono parte integrante di un teatro che resta culla di cultura. Era un momento ormai necessario, indispensabile, per crescere e continuare il nostro lavoro già irto di mille difficoltà». Aspetti finiti anche sui taccuini della dirigenza Fitp. «Una rivoluzione per il nostro mondo – aggiunge l’assessore Gerardo Bonifati, tra i partecipanti più attivi alla “tre giorni” – perché stiamo facendo nostra una nuova concezione dello spettacolo grazie a questo momento di confronto e discussione. Ecco perché dobbiamo renderci disponibili a diventare testimoni di esperienze». Sulla stessa falsariga il segretario generale Franco Megna che ha rimarcato l’importanza di eventi di tale portata. In cattedra un’attrice, un musicologo, un coreuta, un ricercatore e un docente universitario. Un pacchetto di esperienze a disposizione di chi, da tutta Italia, ha voluto far suo quanto di buono e interessante è stato proposto sulla “montagna IL FOLKLORE D’ITALIA n. 03 / 2014 Nelle foto alcuni momenti del Seminario svoltosi a San Giovanni Rotondo del sole”, terra di San Pio e strada ideale dei pensieri e dei misteri della fede. «Mi auguro che sia l’inizio di un secondo viaggio – rimarca l’attrice Virginia Barrett -. In questo contesto ho trovato delle anime particolari in cui vedo il futuro. Ho scelto di conoscere le particolarità di questo mondo praticando con esso lo scambio della conoscenza. Per questo sono e resto a disposizione del progetto di Ripoli anche nel momento in cui diventerà itinerante in giro per l’Italia, pronta a confrontarmi sull’argomento». Vari momenti messi in sinergia lungo un percorso ideale consumatosi in tre giorni di intensa attività seminariale. «Un impatto sicuramente positivo – rimarca Pino Gala, coreuta e componente della Consulta scientifica della Fitp - . Una occasione interessante che non deve rimanere un momento a se: bisogna fare in modo che i benefici e l’apporto tecnico ricadano sui nostri gruppi. Solo ancora tanti i repertori musicali territoriali da individuare, recuperare e tutelare». A San Giovanni Rotondo hanno collaborato nella realizzazione della “tre giorni” di formazione anche ricercatori della Fitp come il napoletano Nicola Di Lecce, il garganico Franco Nasuti e anche rappresentanti di mondi esterni al folklore ma comunque molto vicini come il regista teatrale Pietro Arrigoni. «E’ una risposta – sottolinea Di Lecce – a chi continua ripetersi su cosa si fa e non si fa all’interno del nostro mondo. Abbiamo la responsabilità di una grande eredità da trasmettere alle nuove generazioni affinché anch’esse ne diventino testimoni. Ecco perché si rende necessario coinvolgere i bambini, parlare con loro trasmettendo i valori e l’importanza di questo costruire». Anche per Nasuti «si è trattato di un momento interessante, perché spesso mancano i luoghi in cui i gruppi possano confrontarsi, studiarsi, e perché no,imitarsi con l’intento di migliorare, affinare le proprie capacità». Da Brescia era sceso sul Gargano per curiosare, sfamare alla sua voglia di conoscere… «E invece torno a casa con un bagaglio di ineguagliabile bellezza –racconta il regista Arrigoni – che arricchisce la mia professionalità. Mi sono avvicinato al folklore collaborando nella realizzazione di uno spettacolo sulle maschere con mondo. Così come è sempre più necessario inserirsi e lavorare con i Centri sociali per anziani: in quegli ambienti è ancora possibile fare ricerca, attingere quelle fonti che sono il pane quotidiano del nostro lavoro. Bisogna scongiurare che il sapere di queste persone anziane venga perso. In un contesto simile, questo progetto ha un grande valore educativo. La riscoperta e il valore della ricerca sono gli ingredienti di un substrato in cui tutto si può il Gruppo di Ancilla Cornali e mi sono ritrovato in un contesto ricco di situazioni e spunti interessanti. Penso sia necessario diffondere il messaggio partito dal Seminario, per cui ritengo che le schede su cui abbiamo lavorato vengano diffuse e rese note anche a coloro che non erano presenti, magari pubblicandole sul sito web della Fitp che dovrebbe essere ampliato per contenere più informazioni su questo genere di attività». www.fitp.org 7 formazione Tre giorni di messa in scena teatrale per formare gruppi e responsabili 8 SAN GIOVANNI ROTONDO (Foggia) - Si è svolto a San Giovanni Rotondo, il Seminario Nazionale di Formazione della Fitp sulla “Trasposizione in scena delle Tradizioni Popolari”. Il progetto nasce con l’obiettivo di arricchire la messa in scena degli spettacoli folklorici attraverso una maggior consapevolezza della teatralità, nella sua completezza di musica, teatro e danza. L’apertura dei lavori è stata affidata al presidente nazionale Benito Ripoli, che ha poi subito ceduto la parola al prof Mario Atzori, presidente della Consulta scientifica della Fitp e coordinatore scientifico del progetto, e a Franco Megna, segretario nazionale Fitp. Il “Battesimo del fuoco” è toccato, invece, all’attrice, regista, musicista Virginia Barrett, che ha coinvolto l’uditorio, costituito dai rappresentanti di 11 regioni (Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Campania, Sicilia, Sardegna, Toscana, Lombardia e Puglia con il maggior numero di presenti), in esempi pratici di messa in scena. Molto interessante il dibattito scaturito dal tentativo di risoluzione dei problemi di ogni gruppo diverso per usi, costumi ed intenti scenici. In serata la visione del noto documentario “La Taranta” di Ernesto De Martino, ha preceduto l’esibizione del Gruppo folklorico “L’Eco del Gargano”, guidato da un effervescente Ripoli. La danza rituale e Daniela Martino. La giornata di sabato è stata, invece, dedicata all’esame dello spettacolo visto la sera precedente, con particolare attenzione alla risoluzione di certi problemi della scena, mentre nel pomeriggio il prof Pino Gala ha posto l’attenzione su certe coreografie folkloriche, mostrando riprese video di danze storiche regionali da lui stesso effettuate nel tempo. Grande fascinazione ha, poi, avuto sull’uditorio l’intervento di Nicola Di Lecce che ha trasformato alcuni degli artisti presenti in piccoli allie- di una tarantata ha colpito molto il pubblico, costituito anche da clienti dell’Hotel e da ospiti esterni, che si sono poi sciolti nella delicatezza di una Serenata, magistralmente interpretata da Ripoli vi, conducendoli in giochi musicali e di consapevolezza dello spazio. Finale la domenica mattina con un esempio di danza gioco dell’Appennino bolognese suggerita sempre da Gala, che ha coinvolto anche Vir- IL FOLKLORE D’ITALIA n. 03 / 2014 Partecipanti al Seminario ginia Barrett in un esilarante cerchio femminile intorno ad un finto morto (l’ironico assessore della Fitp Fabio Filippi) la cui posizione supina veniva continuamente modificata dalle donne che si divertivano a ridicolizzarlo. La chiusura è stata affidata a Ripoli e ad Atzori che hanno consegnato gli attestati ai presenti dopo i saluti dei docenti e di Gerardo Bonifati, Francesco Nasuti, Fabrizio Cattaneo e di Pietro Arrigoni, regista bresciano. Il progetto continua: il Seminario potrebbe essere proposto in tutta Italia. Inoria Bande Antonino Merrino Andrea Addolorato Pasquale Casaletto Tommaso Russo Francesco Tortoriello Maria Lidia De Dominicis Ivo Di Matteo Marta D’Atri Elena Bartolomasi Paola Polidori Pietro Arrigoni Carmen De Ronzo Maria Maddalena Turco Saverio Cota Rolando Bonifaci Franco Nasuti Francesco De Luca Antonio Pasquariello Luigia Scimenes Carmela De Luca Leonardo Bianco Antonio Gallo Costantina Coco Antonio Russo Giovanni Raguso Palma Coriglione Silvia Bottaccio Elio Paoloni Felicia Di Donna Nicola Di Lecce Roberto Caciotti Fabio Battisti Maria Teresa Portella Pamela Trisciani Anna Canestrella Ancilia Cornali Remo Chiappetta Sebastiana Mannu Carmela Giagnorio Celestina Russo Giusy Greco 9 Non erano i soli. Tra i banchi: Franco Megna, segretario generale Luigi Scalas, vicepresidente Gerardo Bonifati, assessore Fabrizio Cattaneo, assessore Fabio Filippi, assessore Tobia Rinaldo, tesoriere Franco Fedele, revisore Giovanni Soro, revisore www.fitp.org la scelta San Giovanni Rotondo sede mondiale del folklore di Benito Ripoli Presidente Nazionale Fitp 10 BISTRITA (Romania) - «I colori e i suoni del Gargano non hanno eguali. Imitati, riconvertiti alle esigenze della globalizzazione, sempre più spesso oggetto di business. Ma c’è un tradizione che non teme confronti. E’ quella legata alla cultura del popolo garganico, fatta di suoni, parole e melodie, che non subiscono alcun tipo di minacce e inquinamenti. La nostra città, con questo riconoscimento, vede consolidare, anche a livello internazionale, il ruolo leader, che, ormai, occupa, stabilmente, da tanti anni». Il sindaco di San Giovanni Rotondo, Luigi Pompilio, ha così commentato la notizia degli accordi siglati dalla delegazione della città di San Pio con il presidente dell’Igf, Dorel Cosma. Il sindaco, assente alla trasferta rumena, per impegni istituzionali, ha ringraziato la delegazione, formata dal presidente del consiglio, Mauro Cappucci, e dai consiglieri Mimmo Longo e Claudio Russo, per l’importante lavoro svolto e il grande traguardo raggiunto. Presto San Giovanni Rotondo ospiterà la sede dell’Igf, ovvero l’Unio- ne mondiale del folklore, fino ad un mese fa a Nizza, in Francia, e la sede legale nazionale della Fitp. Il tutto per la gioia del sottoscritto, sangiovannese presidente della nazionale della Federazione italiana tradizioni popolari, nonché vicepresidente della stessa Igf. Rispetto a novembre scorso, quando complice l’evento “Omaggio a Padre Pio” (manifestazione a cui hanno partecipato ben trentatre gruppi e quindici bande, provenienti da tutta l’Italia), si ventilò, per la prima volta l’ipotesi, oggi è arrivato, finalmente, il parere favorevole e l’accordo di convenzione, dopo la delibera della giunta comunale, tra il Comune di San Giovanni Rotondo e l’Igf. «Abbiamo individuato – ha ricordato Mauro Cappucci, presidente del consiglio comunale - nella struttura “Largo delle Monache” la sede più idonea ad accogliere l’importante assise mondiale. E’ un’ulteriore opportunità offerta alla nostra città, perché diventi, sempre più, riferimento mondiale di spiritualità e di cultura. Attraverso la valorizzazione delle tradizioni popolari e del folklore, si recupera IL FOLKLORE D’ITALIA così la memoria storica delle diverse realtà antropologiche e geografiche del mondo, come contributo alla fratellanza e convivenza pacifica tra i popoli. Il sogno è che largo delle monache diventi (e sarà così nda) La cittadella e il faro della Cultura della nostra città… e del mondo». La delegazione comunale, integrata dalla presenza del presidente nazionale Fitp, Benito Ripoli, si è recata in quel di Bistrita, magnifica e moderna città rumena, che ha dato i natali al presidente mondiale, prof.. Dorel Cosma, per sottoporre ai vertici mondiali Igf, la convenzione di cessione della struttura e firmare il relativo protocollo d’intesa, che permetterà l’avvio ufficiale dell’attività. Alla presenza del sindaco di Bistrita e del governatore della Regione della Transilvania, rappresentante ufficiale del Ministero della cultura, sono stati raggiunti gli accordi e sono state apposte le firme sull’intesa. Gli accordi si concretizzeranno con la ratifica del consiglio comunale di San Giovanni Rotondo, cui seguiranno gli adempimenti legali e quindi il via della messa in opera della struttura. L’Igf ha prospettato: l’istituzione di una emittente televisiva, che trasmetterà, in digitale terrestre, programmi esclusivamente culturali; studi di registrazione (per CD - DVD - Produzioni di film etc.); un Museo degli abiti tradizionali di tutto il mondo; Museo di strumenti e utensili tradizionali; Biblioteca e poi fototeca e cineteca di tutto ciò che profuma di tradizioni e di cultura in genere. Ha programmato: Mostre varie (abiti - strumenti tradizionali - pittura - fotografia), ogni mese una nazione; convegni con illustri accademici mondiali; concerti ed eventi nell’Auditorium, che sarà attrezzato; rappresentazioni teatrali; Incontri con i rappresentanti delle varie religioni, all’ombra del santo taumaturgo del Gargano. La visita della delegazione in terra rumena ha vissuto momenti istituzionali di rilevante importanza per il consolidamento di rapporti tra due città che, probabilmente, si n. 03 / 2014 concretizzeranno in un futuro gemellaggio. Il sindaco di Bistrita, difatti, convinto assertore europeista, ha accolto gli illustri ospiti, con fare istituzionale, poi però, instauratosi un clima di grande cordialità, li ha fatti sentire come a casa propria e ha proposto e sperato di poter, quanto prima, conoscere la cittadina garganica, con la speranza, appunto, di intavolare, accordi per affratellare le due popolazioni. Non sono mancate visite a monumenti, chiese, musei ed, essendo in Transilvania, non si poteva non visitare la dimora di “Dracula”. Dopo sei lunghi giorni, la delegazione ha salutato e ringraziato gli amici rumeni, per l’accoglienza e la cordialità dimostrata, in ogni frangente, ha dato appuntamento ad autorità ed amici per la prima settimana di agosto, quando, in occasione dell’“Oscar del Folklore” e del “World Folklor Star”, che si terranno a San Giovanni Rotondo, sarà inaugurata la sede mondiale del folklore. www.fitp.org 11 la scelta Il Gargano sarà un Centro di ricerca multietnica A San Giovanni Rotondo una struttura operativa e una Biblioteca di Antonio D’Amico Redazione Fitp 12 SAN GIOVANNI ROTONDO (Foggia) - Il Gargano presto sarà l’ombellico nel mondo nel regno del folklore. Troverà casa a San Giovanni Rotondo, centro religioso per antonomasia della “montagna sacra”, la sede mondiale dell’Igf e della presidenza nazionale della Fitp. Un riconoscimento di straordinaria importanza per la cittadina foggiana nota per aver ospitato Padre Pio, il santo con le stimmate, di cui restano le vestigia della sua straordinaria presenza. E così i suoni e i colori della tradizione avranno una sede ufficiale dove predisporre le attività federali e tutte le iniziative promozionali e culturali nonché progettuali. Un vero e proprio “Centro culturale multietnico” che aprirà i battenti ad agosto. E’ il frutto di una intesa tra l’Amministrazione comunale del centro garganico e i vertici della Fitp. Un percorso iniziato anni fa e che troverà il suo passo conclusivo tra poche settimane. «E’ un riconoscimento al folklore della mia terra e dei tanti gruppi che hanno permesso di raggiungere risultati importantissimi – commenta Benito Ripoli, presidente nazionale della Federazione italiana tradizioni popolari -. Il Gargano ha tutte le peculiarità perché diventi la capitale di un movimento culturale e scientifico che non ha uguali. La Federazione mondiale ma anche quella italiana avranno a disposizione spazi importantissimi dove partorire idee e attività di respiro mondiale». La struttura troverà sede in un vecchio sito religioso del ‘700 nel cuore del centro storico di San Giovanni Rotondo, da poco restaurato e riportato alla sua antica luce. «Sarà innanzitutto una cabina di regia – riprende Ripoli – dove le idee si confronteranno nel solco di un impegno riconosciuto da tutti. Non mancheranno gli apporti scientifici, con l’allestimento di una Biblioteca multilingue dove i nostri ragazzi ma anche ricercatori e laureandi potranno attingere nozioni necessarie per i loro percorsi didattici. Sono questi i presupposti della prossima, importante sfida». Nel cuore del roccioso e ancestrale Gargano, San Giovanni Rotondo si pone come un importante punto di riferimento, dove avviare contatti con i Paesi Balcanici, dirimpettai naturali e altro ambito di straordinaria bellezza per gli appassionati di ricerca. Da queste terre provengono molte contaminazioni di natura storica e folclorica. Influenze che permetteranno di mettere in moto progettualità interessanti con un respro più europeo. Su questa iniziativa ci si è confrontati per mesi ma alla fine il risultato è arrivato. Ora si potrà partire. ITALIA E REGIONI 33ª edizione | Grottammare (Ascoli Piceno) Si comunica che le quote di partecipazione alla manifestazione “Italia e Regioni”, che avrà luogo a Grottammare (Ascoli Piceno) il 19, 20 e 21 settembre 2014, dovranno essere versate, esclusivamente, a mezzo bonifico bancario, intestato alla Fitp (Federazione italiana tradizioni popolari). Si precisa che la singola quota di partecipazione è di 100,00 Euro e che la stessa garantisce l’ospitalità, il vitto e l’alloggio dal pranzo del 19, al pranzo del 21 settembre 2014, con bevanda inclusa, nella struttura alberghiera a tre stelle “Orovacanze Club Le Terrazze”. I Gruppi saranno sistemati in stanze a due, tre, quattro letti e, dove necessita, per esigenze dei gruppi, a sei letti; per la richiesta di stanze singole, occorre comunicare preventivamente, prevedendo un pagamento extra di 15,00 Euro al giorno. I pagamenti vanno effettuati con bonifico, su C/C bancario intestato a: Federazione Italiana Tradizioni Popolari, presso Banco Popolare Siciliano codice IBAN: IT50Y0503482100000000000026 Causale: nome gruppo, quota Italia e Regioni 2014 Le adesioni e le copie dei bonifici dovranno giungere, inoltre, presso la Segreteria del Presidente, in Via San Nicola,12 - 71013 S. Giovanni Rotondo (FG) Tel. 368 31 27 515 - 392 44 69 426 - 0882 441 108, Email: [email protected] Le modalità di pagamento sono le seguenti: •• Prenotazione: Acconto: 20% sul totale dovuto, da versare con bonifico bancario entro il 5 agosto 2014 •• Saldo del totale dovuto, da versare con bonifico bancario entro il 31 agosto 2014 Si specifica che le ricevute originali dei bonifici dovranno essere consegnate all’arrivo nel luogo della manifestazione e prima della sistemazione nelle stanze, all’Ufficio di Tesoreria della Fitp appositamente istituito, ai fini della registrazione del gruppo e dei partecipanti. Il Tesoriere Fitp Tobia Rinaldo “Mettiamoci in ballo…” per verificare l’importanza e il valore della nostra ricerca. A Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno, sarà questo l’argomento su cui i gruppi si cimenteranno scegliendo un tema che rispecchi le esigenze e le tradizioni del proprio territorio. Nessun confronto o sfida su un tematismo indicato: sarà invece un vero e proprio “laboratorio delle idee”, un confronto aperto a tutti e per tutti. Vi aspettiamo a Grottammare, saremo felici di “metterci in ballo” insieme a voi. la ricerca Mata e Grifone tra leggenda e realtà di Tobia Rinaldo Tesoriere Fitp Le fonti da cui attingere notizie su Mata e Grifone che la credenza popolare ritiene mitici fondatori di Messina non sono molte. Naturalmente la credenza popolare si fonda sulla leggenda che è stata tramandata e appartiene alla immaginosa letteratura che ha origini fin dal Medioevo. Poco dopo fondazione del Regno di Sicilia s’inaspriva la polemica tra Messina e Palermo in merito a qua- le delle due città dovesse ritenersi la capitale della Sicilia. Ambedue vantavano titoli regi solidi e pressoché di eguale peso. La diatriba si spostò allora sui titoli di nobiltà che a quel tempo erano dati in modo predominante dall’anzianità di fondazione. Messina, in questo campo, pareva primeggiare potendo collocare la sua data di nascita intorno al 730 a.C., se non addirittura molto prima ai tempi di Sicani e Siculi. Palermo a tanto non arrivava e anche se poteva ricollegarsi alla presenza fenicia o cartaginese nell’isola; tuttavia, le date risultavano sempre meno antiche rispetto a quelle di Messina-Zancle. Ora avvenne che, in quel tempo, alcune leggi spagnole (tra cui il decreto di Ferdinando II del 1492) privarono del diritto di cittadinanza gli Ebrei che vennero espulsi dalla Sicilia. Anche Palermo fu costretta ad effettuare la loro espulsione; gli Ebrei non volevano andar via e cercarono in tutti i modi di ottenere il parere favorevole del Senato palermitano. Così, dopo aver ben pensato e riflettuto, questo decise favorevolmente asserendo di avere scoperto una lapide antichissima recante una iscrizione Caldea1. Se le cose stavano in questo modo, allora Palermo poteva vantare un diritto prioritario di fondazione e quindi acquisire, per fatto storico, un titolo nobiliare superiore a quello di Messina. Però, l’iscrizione caldea alla fine risultò essere araba e di un periodo compreso tra l’VIII e il V sec. d.C. I messinesi, comunque, appresa la notizia si diedero subito da fare per ritrovare anche loro un titolo di più antica nobiltà. Nacque così il mito del Gigante Nero e della Gigantessa Bianca, lui di nome Cam figlio di Noè, da cui discendevano tutte le genti d’Africa e lei di nome Rea2, la magna mater greca degli dèi. Ma anche la leggenda messinese messa su alla meno peggio appariva posticcia e inattendibile. Si cercò allora di attribuire al gigante anche il nome di Zanclo primo re dei Siculi o di Saturno venuto a far pendere la sua falce da quelle parti e la cui orma avrebbe creato lo stupendo arco falcato del porto peloritano. A lei si diede il nome di Rea o Cibele, la protettrice delle messi. Tuttavia, c’è da precisare che la mitologia non tramanda eponimi zanclei di origine africana e di colore nero. È da congetturare, quindi, che la NOTE 1. I Caldei, narra la Bibbia, erano popoli vissuti molto tempo prima dei Calcidesi di Eubea ritenuti i colonizzatori-fondatori di Messina-Zancle. 2. L’unione del nome di Cam con quello di Rea potrebbe portare alle denominazioni delle odierne località messinesi di Camaro (in dialetto “Cammari”), oppure di Antenna a mare (in dialetto “Ntinnammari”). www.fitp.org 15 la ricerca 16 leggenda di Mata e Grifone3 possa aver avuto origini molto più recenti e lo stesso colore della pelle del gigante sia da ricondurre al periodo della dominazione araba della Sicilia (827-1072). Vuole quest’altra leggenda che un gigantesco moro di nome Hassam Ibn Hammar verso il 964 sbarcò vicino alla città con una cinquantina di suoi compagni pirati, e subito si diede a depredare tutt’intorno e in particolare tra Camaro e Dinnammare (o Antennammare). Nella storia esistono veramente due personaggi di nome Hassam Ibn Hammar. Il primo fu il truce conquistatore di Taormina, il secondo un suo nipote che assediò Rometta ma che non ebbe la ventura di vederla capitolare essendo morto poco prima. Ma è improbabile che la leggenda possa riguardare uno di loro, non solo per le differenti date in cui vissero rispetto al formarsi della tradizione, ma anche perché non risulta nulla che possa far pensare ad un loro collegamento con il Grifone della leggenda messinese. Comunque siano andate le cose, questo Hassam Ibn-Hammar di cui si occupa la tradizione messinese, era un impenitente predone e un donnaiolo senza scrupoli. Un giorno, durante una delle sue scorrerie nella valle del Camaro, egli vide una leggiadra fanciulla di nome Marta (in siciliano Mata) figlia di Cosimo II di Castellaccio e se ne innamorò follemente. Costei era di nobile e ricca casata, di figura alta NOTE e forte, ma altrettanto virtuosa e convinta cristiana. Hassam la chiese in sposa, ma ne ottenne un netto rifiuto. Assalito dalla collera si mise a depredare e a trucidare con una ferocia maggiore di prima, tanto da decimare in poco tempo tutta la popolazione che viveva in quei din- padre della ragazza ottenendone la mano. Ma queste sono aggiunte fantasiose alla già fantasiosa leggenda. Conquistata o sequestrata la ragazza, Hassam si mise a corteggiarla in modo intenso. La condusse nel suo castello arredato come una reggia, le portò vestiti confezionati con la torni. I genitori della ragazza, spaventati da tanto suo sanguinario furore, raccolsero nottetempo un po’ delle loro masserizie e corsero a nascondere la figlia nei loro possedimenti poco fuori la città. Hassam non si diede per vinto. Arso d’amore, fuori di sé dalla rabbia, sguinzagliò i suoi sicari dappertutto; così un giorno finì per scoprire il rifugio e la rapì. Alcuni storici fanno menzione anche di un inattendibile torneo o scontro in cui Hassam vinse la contesa col seta più pregiata (Messina era celebre anche allora per la produzione della seta), le regalò ori e gioielli a profusione. Mata, chiusa nel suo mutismo, nulla accettava e nulla concedeva. Hassam era disperato. Ogni giorno si recava nelle stanze di Mata e ora con furore ora con dolcezza, ora ricolmandola di doni e ora privandola persino del necessario, faceva di tutto per farsi amare. Mata, sorda agli allettamenti, insensibile alle minacce, trovava forza e animo 3. Secondo La Corte Cailler, i nomi di Mata e Grifone furono dati ai giganti verso la fine del settecento. A tale proposito, vedasi anche G. C. Bonfiglio, città nobilissima descritta, Venezia 1606. IL FOLKLORE D’ITALIA nelle preghiere e restava staccata e gelida anche quando con la forza e la prepotenza Hassam cercava di approfittare della ragazza. La leggenda non ci dice quanto tempo Hassam adottò questo comportamento e assunse le minacce e le profferte d’amore. Si sa solo che, alla fine, lui crudele e predone, dal cuore duro e disumano, sentì cambiarsi piano piano sino a divenire placido e tranquillo. Allora per amore di lei si fece cristia- no, cambiò nome in Grifo (Grifone per la sua alta statura); ricevette il battesimo e appese la spada al chiodo, dedicandosi alla coltivazione dei campi in armonia e in pace con tutti. Mata, commossa e ammirata per questo suo pentimento, fu presa anch’essa da amore per lui (tra l’altro era un bell’uomo, come si vede dalla figura della statua opera del Calamech4) e accettò di amarlo e sposarlo. Insieme fecero tante cose, soprattutto tanti figli e tante n. 03 / 2014 case, così numerose che la tradizione popolare finì per attribuire loro la stessa fondazione della città5. Da questa vicenda sono passati tanti secoli. Ma Messina, sempre attenta alle sue tradizioni e al suo passato, non ha mai mandato in soffitta la bella storia di Mata e Grifone e ogni anno, il 13 e 14 agosto, in occasione del ferragosto e tra le tante altre manifestazioni più o meno sacre e più o meno profane, fa sfilare per la città queste due enormi statue di cartapesta a cavallo, in lenta cavalcata, per un giro di visita ai loro possedimenti urbani. A proposito del grande affetto che i messinesi nutrono per ‘u gilanti e ‘a gilantissa6 il Pitrè così lo descrive: “(…) Il Gigante e la Gigantessa sono sempre per il buon popolo messinese due simpatiche figure, e del popolino due specie di geni tutelari: l’una, la Gigantessa, la bella signora del Camaro; l’altro, il gran Moro venuto dall’Africa, un feroce antropofago, cui essa addomestica”7. Qualcuno sostiene che qualche volta il viso di Grifone, alla vista di tante brutture d’oggi, si corruccia e da nero-pece diventi nero-rosso per la rabbia. Mata, invece, più dolce e materna, s’indugia di più a guardare i suoi figli che le girano intorno e soprattutto i ragazzini che le fanno festa e che con la complicità dei genitori si fanno volentieri fotografare seduti ai piedi del suo cavallo8. NOTE 4. Nella “Deliberazione per restauri della Vara e dei Giganti, para 6”, adottata dal Commissario del Comune di Messina, dott. Li Voti il 26 giugno 1926, è detto che “Andrea Calamech (1524-1589) architetto e scultore la eseguì nel 1581”. 5. Cfr. T. Rinaldo, S. Greco, Storie e Leggende di Sicilia. Cfr. inoltre S. Greco, Sacro e Profano nella tradizione popolare messinese, Grafo Editor, Messina 1996. 6. [Il gigante e la gigantessa]. 7. G. Pitrè, Feste Patronali in Sicilia, Palermo 1900. 8. T. Rinaldo, Cunti e canti siciliani, G.S.C.D. I Cariddi, Messina 2010. www.fitp.org 17 l’iniziativa Bergamo Il folklore in festa Consensi e tanto pubblico certificano la riuscita dell’attesa Rassegna di Ruggero Nani Direttore Gruppo Folklorico “Arlecchino Bergamasco” 18 BERGAMO - Tanti consensi per la prima “Rassegna Folkorica Bergamasca”, organizzata dal Comitato provinciale Fitp, presieduto da Francesco Gatto, con la collaborazione di Fabrizio Cattaneo, assessore nazionale della Fitp, e del Comune di Bergamo. La manifestazione, inserita nella programmazione di “Bergamo Estate 2014”, si proponeva di far conoscere la cultura, le tradizioni e la musica popolare attraverso canti e balli tipici. Sette i gruppi che si sono succeduti nelle due serate in programma nel pieno centro cittadino, al quadriportico Piacentiniano della città bassa. Entrambe le serate si sono aperte con une breve ma coloratissima sfilata svoltasi dal palazzo municipale in piazza Matteotti percorrendo il famoso “sentierone” fino al luogo dell’esibizione. In scena, per la prima serata, “Baghèt Band” di Ghisalba, sotto la guida di Alfonso Carrara e Maurizio Pandolfi, che con il loro strumento tipico hanno introdotto la serata e allietato il pubblico; presenti nel gruppo anche alcuni bambini dai 6 agli 11 anni circa, che dopo soltanto pochi mesi di corso, si sono esibiti per la prima volta. A seguire “Maschere di Rataplam” di Bergamo, presieduto da Ancilla Cornali, che si è espresso in una rappresentazione folklorico-teatrale dal titolo “Gioppino, scarpe grosse cervello fino”, imperniata sulle maschere e alcuni personaggi tradizionali bergamaschi; simpatica anche la scenografia che rappresentava un antica cucina rurale bergamasca con l’immancabile stufa e la polenta. E’ stata poi la volta del colorato gruppo cittadino “Arlecchino Bergamasco”, che ha iniziato il suo intervento con un monologo recitato dalla maschera di Arlecchino, proseguendo poi lo spettacolo con un inno alla città di Bergamo, alcuni canti e danze popolari e umoristici introdotti da brevissimi sketch. In repertorio an- IL FOLKLORE D’ITALIA che “La cansù dell’Arlechì” scritta dalla poetessa dialettale Carmen Fumagalli Guariglia, presente alla serata, e musicata dal compianto maestro Tito Oprandi. E’ tornato poi ancora protagonista il “Baghet”, cornamusa bergamasca di antichissime origini, e per terminare il Gruppo “Brighella e la Torre Campanaria” di Comun Nuovo, che sotto la guida di Stefano Folzi si è esibito con movimentatissimi balli e allegri canti. Spettacolare il ballo musiche e canti. Folklore boliviano in terra bergamasca, è stato questo il commento della presentatrice Tiziana Freguglia, giusto per sottolineare che le tradizioni e lo spirito folklorico non conoscono confini. E’ stato poi il momento del Gruppo folklorico “Orobico” di Bergamo, guidato da Ottavia Secomandi, che ha presentato un ricercato programma di balli tradizionali, spaziando nei secoli di storia berga- della “Val Serina”, dove due bambini “ruotano appesi al collo” dei loro partner ballerini con mirabili acrobazie. Durante la seconda serata si è esibito per primo il Gruppo folklorico “Associazion Cultural Folklorico Bolivia” di Bergamo, diretto da Clara Torrez che con costumi di fattura molto ricercata, tipici dell’altopiano andino boliviano, nonché delle zone tropico orientali della Bolivia, hanno omaggiato il folklore orobico con una kermesse di danze accompagnate da ritmate masca, a cui si è aggiunto un canto corale sacro eseguito con estrema maestria e bravura. Molto bello e coreografico il ballo-canto “Sic sac de soc sec…”, cinque sacchi di ceppi secchi…, celebre scioglilingua bergamasco appunto descritto in questo brano musicale. Ultimo gruppo in programma “I Gioppini di Bergamo”, diretti da Fabrizio Cattaneo, accompagnati da una piccola orchestra dagli strumenti più disparati; anche qui balli e canti all’insegna delle più n. 03 / 2014 genuine tradizioni bergamasche, tutti molto apprezzati, tra cui è da ricordare il pezzo “San Vele” canto e ballo che descrive una piccola propaggine sulla collina della città di Bergamo, S. Vigilio, da sempre meta di innamorati della città. Al termine di entrambe le serate è intervento anche il neoeletto duca di Piazza Pontida “Smiciatöt Ü”, al secolo Mario Morotti, e il presidente provinciale della Fitp, Francesco Gatto, che hanno consegnato gli attestati di partecipazione ai gruppi intervenuti. Tutti molto applauditi i gruppi partecipanti, che il folto pubblico ha omaggiato senza esitare limitazioni. Francesco Gatto, presidente Comitato provinciale Fitp - Bergamo www.fitp.org la ricerca San Vito Martire e la “Turniata” 20 di Francesco Tortoriello Presidente Gruppo Folklorico “Gregoriano” SAN GREGORIO MAGNO (Salerno) - Il programma liturgico di questa festa s’intreccia e s’interseca con uno dei riti più antichi che si conoscano: la “Turniata”. Di chiara origine pagana, ormai sopravvive solo a San Gregorio Magno e a Ricigliano, centri entrambi in provincia di Salerno. La “Turniata” consiste in tre “turni” (giri) intorno alla chiesa di San Vito compiuti in senso antiorario sia dai fedeli sia dagli animali accompagnati dai loro padroni. Sono soprattutto le modalità con le quali i pastori guidano le loro mandrie e le loro greggi che fanno di questo rito uno spettacolo unico dal quale si evince l’indissolubile legame che unisce ogni animale al suo padrone. Il pastore giunge con i suoi armenti, addobbati a festa, nella piazza antistante alla chiesa a velocità sostenuta e la sua abilità consiste nel guidare il montone affinché avvii il suo primo “turno” alla conclusione del quale si defila, si allontana lasciando che il montone prosegua da solo trascinandosi dietro l’intero gregge per i successivi due “turni”. Terminata la “Turniata”, il pastore lancia un tradizionale grido al montone per richiamare il gregge e riportarlo fuori dal percorso. Se durante i “turni” un capo di bestiame entra in chiesa, è da considerarsi proprietà del Santo salvo il diritto del proprietario di riscattarlo versando, per la celebrazione della festività, il cor- IL FOLKLORE D’ITALIA rispettivo valore in denaro. Durante il compimento dei “turni” il sacerdote impartisce la “Benedictio sollemnis super animalia” Il rito della “turniata” dura pochi minuti ma per i pastori la preparazione del gregge inizia diversi giorni prima. Già a fine maggio, infatti, si pratica la tosatura al fine di alleggerire e ripulire il vello per proseguire in prossimità dell’evento con la sistemazione di vari addobbi multicolori. Le origini della “turniata” che i romani chiamavano “Circumambulatio” si fanno risalire addirittura al periodo preistorico e pare che tali usanze fossero legate al culto del Dio Silvanus (dio delle selve, dei boschi) adorato dai pastori che, per conquistare i suoi favori e come auspicio di salute e fecondità del gregge, compivano questi giri. Sul nostro territorio il culto del martire lucano Vito (che visse tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C.) pare si sia sviluppato presso una zona adiacente alla foce del fiume Sele a pochi chilometri da Eboli n. 03 / 2014 dove, così come vuole la tradizione, era sepolto il suo corpo e quello di Modesto e Crescenzia: il suo pedagogo e la sua nutrice. Sembra plausibile, quindi, che questi antichi riti si siano continuati a celebrare in quei luoghi anche nel particolarissimo periodo storico che segnava la fine del paganesimo e l’inizio del cristianesimo fondendosi e magari sovrapponendosi ad altri prettamente cristiani. www.fitp.org l’iniziativa I colori e i suoni della Lombardia in vetrina A Canzo la festa del folklore regionale di Carmen F. Guariglia Poetessa 22 CANZO (Como) - “Folclore e Tradizioni Lombarde in Festa”: è stato questo il festoso appuntamento che, nella cornice delle prealpi comasche, ha riunito a Canzo i 20 gruppi folklorici lombardi aderenti alla Fitp e provenienti dalle varie province. Venti gruppi che, appassionati alle diverse anime dell’arte folklorica, hanno colorato e riempito di note musicali la città, allietando con balli e canti popolari tutta la popolazione presente. Vari i momenti. La sfilata dei gruppi per le vie di Canzo, fino al piazzale della chiesa, dove alla presenza del presidente del Comitato regionale della Fitp, Fabrizio Nicola (nella foto a destra), delle autorità cittadine, nella persona del sindaco Fabrizio Turlo (con la sua giunta), del sindaco di Sormano, Giuseppe Gruppi partecipanti Sormani, si è assistito alla messa, celebrata da don Alfredo Cameroni, con l’offerta dei doni portati all’altare da ogni gruppo al momento dell’offertorio. Coinvolgente e piena di valori anche la pausa pranzo presso il parco Bernini. Occasione per rinsaldare le amicizie e scoprire i tanti aspetti delle tradizioni popolari. Spazio poi agli spettacoli: scenari il parco Barni e Villa Meda, situata nel centro storico di Canzo. Un susseguirsi di musica e colori che ha sortito un grande successo. Tra un gruppo e l’altro e i tanti applausi, non è mancato nemmeno il momento poetico, con due poesie dialettali lette dalle autrici. La prima dalla poetessa Mariuccia, componente del Gruppo “I Contadini della Brianza” di Albavilla, mentre la seconda dalla poetessa Carmen Fumagalli Guari- glia del “Ducato di Piazza Pontida” di Bergamo. Sono seguiti poi, gli interventi del presidente del comitato regionale lombardo, Nicola, che ha dichiarato la sua soddisfazione per essere riuscito a reperire per questo raduno, sia una magnifica locazione, sia una importante Associazione che, organizzando la manifestazione ha potuto dare vita a questa giornata denominata “ Folclore e Tradizioni Lombarde in Festa”. I ringraziamenti sono andati a Oscar Masciardi, presidente dell’Associazione “Non Solo Turismo” di Canzo. Presente anche Cristina Cappellini, l’assessore alla cultura identità e autonomie della Regione Lombardia, che al microfono ha valorizzato il lavoro “Gioppini di Bergamo” “La Primavera” “Baghet Band” “Terra del Sole” “I Picett del Grenta” “I Tencitt” “Arlecchino Bergamasco” “I Brianzoli” “Tsambal” “Brighella” “Renzo e Lucia” “I Contadini della Brianza” “Coro Ducato Piazza Pontida” “Orobico” “Taissine” “Associazione culturale Bolivia” “La Campagnola” “Sem chi Inscì” “Surmanei” e l’impegno dei gruppi folklorici, facendo presente come sia necessaria la continuità della tradizione popolare, ricchezza culturale per la vita dell’uomo che deve guidare i suoi passi a non disperdere quanto lasciato dai nostri padri. Con un omaggio a tutti i gruppi a ricordo della manifestazione e un arrivederci, si è concluso così il festoso appuntamento che ha cantato la festa di ogni cuore. 23 www.fitp.org l’appuntamento Emozioni “mondiali” I gruppi della Fitp animano e colorano la partita Italia-Brasile di Francesca R. Grella Staff del Presidente Nazionale ROMA - I gruppi che si ritrovano nello “stadio dei Marmi”. Il tunnel che li conduce sulla pista e poi l’ingresso, con il cuore che batte forte, nel magnifico scenario dello stadio “Olimpico” di Roma. E’ sempre una grande emozione partecipare come ogni anno alla partita di beneficenza che si tiene nella Capitale. Quest’anno ancora più emozionante, visto i recenti dolorosi fatti ben noti, avvenuti proprio fuori lo stadio e che hanno portato alla morte del tifoso balli. Il tutto, quest’anno, accompagnato da un caldissimo sole romano, quasi estivo. La sfilata lungo la pista riempie di colori tutto lo stadio. Molti i gruppi presenti, anche quest’anno: “Sbandieratori e Corteo storico” di Portabonomini di Sulmona, Gruppo folk “Marcellina”, “Sbandieratori e musici dei 7 Rioni” di Carpineto Romano, Gruppo folklorico “Kaiatia” di Caiazzo, Gruppo folklorico “Murgantia” di Baselice, “Clown Band” partenopeo Ciro Esposito. Ci si aspetta di trovare un clima pesante, invece l’aria che si respira è quello della festa, delle grandi manifestazioni coreografiche, delle scuole calcio dei più piccoli e dei gruppi folklorici che sanno riempire l’attesa con i loro canti e e “S.Panfilo” di Sulmona, Gruppo folk “Pescosolido”, “Sbandieratori di Giove”, Gruppo folklorico “Norbanus”, “Folklandia” di Genzano di Roma, “Sbandieratori Draghi” di Castel Lariano, “Ente Palio” di Artena, Gruppo folk “Castelraimondo”, un raggruppamento di 24 IL FOLKLORE D’ITALIA rappresentanza della Federazione italiana sbandieratori. Il tutto, con grande orgoglio, coordinato dalla Fitp. Gruppi folk delle varie federazioni, le majorette, gli sbandieratori. Quest’anno nessuno è mancato all’appello. Prima del fischio d’inizio, davvero commovente è stato ascoltare tutto lo stadio, che all’unisono, ha intonato l’inno nazionale. Poi, il big match ha avuto finalmente luogo. Anche se la nostra Nazionale attori ha perso contro il forte Brasile di Zico, poco importa. La festa sugli spalti è stata grande. La tradizione crea spettacoli e così è stato. Mettere insieme due o più gruppi folk è sempre un “bellissimo rischio”, che deve essere corso. Durante la partita in- fatti, in tribuna “Tevere”, il Gruppo folk “Murgantia” e il Gruppo folk “Kaiatia” hanno dato vita ad un vero e proprio spettacolo nello spettacolo. n. 03 / 2014 Ancora una volta i gruppi folklorici della Fitp protagonisti allo stadio “Olimpico” di Roma: tante le emozioni prima, durante e dopo la partita mundial Ad un certo punto non sembravano neanche più appartenere a due distinti gruppi. Il calcio, ma soprattutto le tifoserie, in fin dei conti, ce lo insegnano i nostri gruppi, dovrebbe essere così: i nostri idoli calcistici che si battono sul campo e noi, che tifiamo insieme senza più violenze e senza più morti. Non si può morire per un partita. Si può solo tifare e divertirsi insieme. Presenti, inoltre, per la Fitp, l’assessore di giunta nazionale, Enzo Cocca e il presidente regionale del comitato Fitp Lazio, Ivo Di Matteo. www.fitp.org 25 nazionale fitp asucci g A a d Gia 26 di Francesco Tortoriello Presidente Gruppo Folklorico “Gregoriano” La Partita del Cuore Divertimento e tanti gol SAN GREGORIO MAGNO (Salerno) - La Nazionale Fitp è tornata, per la seconda volta, ad esibirsi, per beneficenza, nell’impianto sportivo di San Gregorio Magno. I festeggiamenti per San Vito, patrono della città, hanno offerto, al Comitato feste e al Gruppo folklorico “Gregoriano”, capitanato da Francesco Tortoriello, l’occasione per creare un prestigioso appuntamento goliardicosportivo, per fare beneficenza. Alla presenza di un folto pubblico il pre-partita ha visto sfilare ed esibirsi i piccoli del gruppo “Gregoriano” e le scuole calcio della città. Non sono mancati gli interventi canori dei ragazzi di “Amici” e quelli della banda cittadina, che ha accompagnato Giada Agasucci nell’esecuzione dell’Inno nazionale, con le squadre schierate al centro del campo. Un plauso incondizionato e un ringraziamento particolare è stato fatto, dal presidente nazionale, Benito Ripoli, e dal sindaco della città, Gerardo Malpede, a Francesco Tortoriello e a tutti i ragazzi del gruppo per l’impegno che hanno profuso nel curare i dettagli dell’organizzazione. I graditi ospiti (giovani “Amici” e calciatori Fitp), hanno goduto delle massime attenzioni e il loro soggiorno nella cittadina salernitana è stato familiare, ma di altissima qualità. Tutti si sono ripromessi di tornare, per offrire, ancora una volta, spettacolo e amicizia, all’in- IL FOLKLORE D’ITALIA n. 03 / 2014 La Nazionale Fitp IL TABELLINO segna della solidarietà e dell’amicizia verso i meno fortunati. La partita (calcio d’inizio fatto da Giada Agasucci) è stata un monologo della Nazionale Fitp. I giovani di “Amici” sono, certamente, bravissimi cantanti e ottimi professionisti, ma in campo, puramente calcistico, si sono rivelati un tantino… Hanno comunque deliziato la platea con gag ed estemporanee perFITP formance, non proprio calcistiche. C’è stata partita per soli quindici minuti, poi i bianchi della Fitp, hanno imposto la loro maggiore classe e la loro organizzazione di gioco. Il risultato finale è stato di 10-4. Ancora una volta la parte del leone l’ha fatta Antonio Ripoli, figlio del presidente nazionale, con ben quattro gol, che rimpingua il per- Apollare, Perrone, Minervini, Zito, D’Amato, Di Maggio, Cota, La Padula, De Cata, Latiano, Merla, Tortoriello, Gurgoglione, Ripoli A., Ripoli B. AMICI D’Aiello, Lo Presti, Carella, Ficicchia, Fiore, Polvere, Selimi, Del Moro, Salsetta, Marletta, Vincenco, Robertazzi, Del Toro. RETI (FITP): Ripoli A. (4), Minervini (2), Perrone, Zito, Latiano, D’Amato. (AMICI): Salsetta, Ficicchia, Marletta, Lo Presti. I giovani di “Amici” sonale carniere (nelle quindici partite finora disputate dalla Nazionale Fitp ha messo a segno 41 reti) e si rivela, sempre più, punto di riferimento della squadra. Comunque, anche in questa occasione, ha trionfato la solidarietà, che era poi il vero scopo della manifestazione e, ancora una volta, la Fitp ha dimostrato che tutta la sua attività è improntata su amicizia, fratellanza e condivisione per gli altri. MORMANNO (Cosenza) - Non conosce soste la Nazionale Fitp. Tante uscite nei vari angoli d’Italia. In Calabria e precisamente a Mormanno, in occasione della “Festa del Bocconotto”, il team del folklore ha sfidato e battuto col risultato di 3-0 la formazione Over 30 Calabria. Anche in questa partita a farla da padrone sono stati il divertimento e i momenti di amicizia. IL TABELLINO La Nazionale Fitp sempre in campo in giro per l’Italia FITP Apollaro, Alberti, Perrone M., Perrone F., Pappaterra, Morsiglio, Caputo, Minervini, Zito, Di Maggio, De Cata, Gurgoglione, Tortoriello, Ripoli A., Ripoli B. OVER 30 Blotta, Colli A., Colli G., Morosei, Perrone G.D., Bloise, Spanò, Armentoro G., Armentoro C., Armento, Sala, Cerosimo, Perrone V., Chiarelli, Regina. RETI (FITP): Tortoriello, Minervini, Perrone M. vita dei gruppi “A Lanterna” festeggia le nozze d’argento di Giuseppe Cellura LICATA (Agrigento) - Il 25.mo anniversario del Gruppo folklorico “A Lanterna”, diretto da Gigi Burgio, è denso di appuntamenti per un’associazione che si sta ponendo come punto di riferimento per il folk cittadino. Per festeggiare al meglio le nozze d’argento, il sodalizio ha deciso di organizzare numerosi eventi coinvolgendo la città che ha risposto sempre con grande partecipazione. Lo start è stato rappresentato dalla realizzazione di un presepe vivente nelle vie dell’antico quartiere San Paolo che ha richiamato un numero di visitatori andato ben oltre le più rosee aspettative. Per questo scopo è stato recuperato una notevole quantità di materiale etnografico (oltre mille pezzi) che altrimenti sarebbe andato definitivamente perduto e con il quale si spera adesso di realizzare un museo etnografico. “A Lanterna” è stata poi presente al mandorlo in fiore di Agrigento e in numerose altre sagre in giro per la Sicilia. Da segnalare lo spettacolo “U cuntu di Sant’Angilu”, riadattamento della vita del santo patrono portato in scena al Teatro “Re” e in occasione del quale è stata presentata la più giovane iscritta italiana alla Federazione italiana tradizioni popolari: Aurora Zimmile (nella foto in basso) di soli tre mesi. Durante lo spettacolo sono state intonate due canzoni scritte da Gigi Burgio e Lorenzo Alario: “Sant’Angelo” e “Sant’Angiluzzu”. Il prossimo appuntamento del Gruppo è il 46.mo Festival internazionale del folklore, che verrà ospitato dalla cittadina polacca di Zakopane nel mese di agosto. Da quest’anno il gruppo ha anche ripreso l’attività con i più piccoli (età compresa tra i 4 ai 12 anni) con più di trenta iscritti. Il neo presidente Andrea Burgio si è detto soddisfatto del lavoro del proprio gruppo, grazie all’impegno e alla disponibilità tutti i ragazzi. “A Lanterna” è proiettata anche sul futuro e l’obiettivo è quello di riuscire a riorganizzare, dopo diversi anni, il premio Rosa Balistreri (cantante folk licatese) che premia personaggi che portano avanti il nome della città di Licata. Il gruppo, da sempre impegnato nel tramandare e nel divulgare le antiche tradizioni della Sicilia e di Licata, per anni ha inoltre organizzato il Festival internazionale del folklore “Insieme” che si spera di poter tornare ad ospitare in tempi brevi. IL FOLKLORE D’ITALIA n. 03 02 / 2014 “Città di Tempio” canta e balla in Indonesia TEMPIO PAUSANIA - Un’altra perla alla sua collana artistica: l’Accademia tradizioni popolari “Città di Tempio” è stata protagonista del Erau International Folk and Art Festival, svoltosi nel’isola del Borneo – East Kalimantan – nello Stato dell’Indonesia. Notevole il successo: tante e festanti le persone presenti agli spettacoli con richieste di foto e anche autografi. L’Accademia ha proposto come consuetudine il proprio folklore, rappresentato dalle danze galluresi (Baddu Cantatu, Dui in Tre, Danza, Passu Trincatu) e i canti della tradizione gallurese e sarda come la Filugnana, Non Potho Reposare, Assandira, Muttetti. Il gruppo, unico rappresentante italiano e sardo, ha condiviso le emozioni esibendosi in quattro differenti location con altri dieci gruppi provenienti dalle Filippine, Bangladesh, Corea del Sud, Colombia, Olanda, Lituania, Russia, Ungheria, Croazia, Egitto e ad una ventina di gruppi etnici locali rappresentanti delle culture “Dayak” (più conosciuti nel mondo come “Tagliatori di teste”). Inoltre ha partecipato ad altre manifestazioni collaterali come “Erau Custom Ceremonies” nella casa del Sultano – il “Beseprah” una colazione tipica con menu del Kutai alla quale partecipa tutta la popolazione (in una location lunga un chilometro tutta ricoperta di pietanze e seduti per terra) – “Green Tenggarong” dove tutti i partecipanti del festival contribuiscono a mettere a dimora piante endemiche – “Indonesia Crossculture Parade” una parata di maschere e gruppi tradizionali dell’intera regione del Borneo. flettere sull’importanza comunicativa e l’abbattimento delle barriere razziali che hanno questo tipo di scambi culturali, che portano una rappresentanza locale come quella italiana ha far conoscere la nostra cultura in luoghi lontani dove è quasi impossibile vedere o incontrare turismo europeo e/o americano». “Città di Tempio” è stato ricevuto anche dal sultano a Kedaton, dalla governatrice del Kutai Kartanegara e dall’Ufficio della cultura del Kutai Kartanegara. Il gruppo ha offerto anche una festa italiana, proponendo lezioni di danza e nella parte culinaria pasta e pizza per tutti, oltre ad un assaggio di formaggi e salumi nostrani. «Un’esperienza sicuramente positiva - sostengono dal sodalizio tempiese - che ti fa ri- La delegazione tempiese era composta da venti persone tra ballerini e musici: Gabriele Addis, Mariella Addis, Alessandro Brundu, Andrea Brandano, Paolo Bellu, Lorenzo Cossu, Luigi Gana, Elena Favini, Ilenia Favini, Giorgia Murrucciu, Alessandro Melis, Stefano Pes, Giammario Pintus, Silvia Sanna, Emilia Scolafurru, Giusi Spano, Valentina Spano, Antonella Sechi, Veronica Simone, Alessandro Zizi. vita dei gruppi “Motl la Fnodd” con Vasco Rossi “Ittiri Cannedu” spegne 40 candeline 30 Un dvd e un incontro per celebrare i 40 anni dell’Associazione dell’Associazione culturale e foklorica “Ittiri Cannedu”. Nell’ambito del Festival internazionale “Ittiri Folk Festa” che si aprirà il 17 luglio ad Alghero (Sassari) per trasferirsi poi il 18 a Ittiri (sempre in provincia di Sassari), sarà la giornata del 21 quella dedicata in modo particolare ai festeggiamenti del quarantennale del sodalizio sardo. Piazza Umberto ospiterà, con un ballo tondo, il raduno di tutti i vecchi componenti dell’Associazione per un gioioso momento di incontro. Verrà pure proiettato un dvd sui 40 anni del Gruppo. La serata verrà completata con i piatti tradizionali e le musiche dei gruppi stranieri. Da segnalare la collaborazione straordinaria con l’Associazione “Bacco Rock Club” che ha deciso di trasformare un tradizionale appuntamento di inizio estate dedicato all’abbinamento del vino con il rock e la moda, in un happening speciale che coniuga vino e folklore. Una foto con una delle star più amate della musica italiana e internazionale: Vasco Rossi. E’ l’esperienza vissuta dal Gruppo folk “Motl la Fnodd” di Mottola (Taranto), presieduto da Maria Lattarulo. Alcuni componenti del sodalizio pugliese, tra questi il direttore artistico Piero Palagiano, hanno avuto l’onore di farsi fotografare con il mitico “Blasco” a Castellenata Marina in un momento di vacanza e relax dell’artista emiliano. Un momento da ricordare per il Gruppo folklorico di Mottola. Una foto da mettere nell’archivio e da tenere bene in vista. Infatti, non capita tutti i giorni incontrare personaggi famosi e tanto meno “strappare” una foto-ricordo. Folklore e fio ri d’arancio «Una storia d’ amore meraviglio sa. Di quelle vere sione. Ma anche , pure e ricche di coinvolgente e te pasnera soprattutto pe vista crescere co r chi, come me, l’h n il salterello, il a ballo del cortegg giamento che si iamento. Un corte è ripetuto nelle pr gove e negli spetta certo, anche nella coli come, e ne so vita di tutti i giorni no co n un solo gesto, Ora quella storia un solo sguardo. , quel sogno, è di ventato realtà e tu nostri più affettuos tti no i vogliamo fare i i auguri agli spos i”. Il presidente de “La Mannola” di l Gr uppo folklorico Amandola (Ferm o), Giuliano Ciat d’arancio arrivati toni, saluta così nel sodalizio. I ba i fiori llerini Serena Mer si sono uniti in m curi e Fabio Ottavi atrimonio, corona ani ndo nel migliore cresciuto al suon dei modi un amor o dell’organetto e che accompagna tipico del centro il saltarello, il ba Italia e in partico llo lare delle March e.