maggio / giugno 2014

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maggio / giugno 2014
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n. 3
ANNO XVI
maggio / giugno 2014
Rivista bimestrale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari
San Giovanni R.
crocevia
di culture
e tradizioni
del mondo
www.fitp.org
Federazione
Italiana
Tradizioni
Popolari
Consulta
Scientifica
PRESIDENTE
Mario Atzori
VICEPRESIDENTE
Patrizia Resta
COMPONENTI
Leonardo Alario
Gian Luigi Bravo
Pino Gala
Ignazio Macchiarella
Vincenzo Spera
Consiglio
Nazionale
SEGRETERIA
PRESIDENZA NAZIONALE
Via San Nicola, 12
71013 San Giovanni Rotondo (FG)
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Cdp Service - San Severo (FG)
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MARCHE
Mario Borroni
MOLISE
PIEMONTE
FRIULI VENEZIA
GIULIA
Giampiero Crismani
PUGLIA
LAZIO
Ivo Di Matteo
Antonio Giuliani
Bernardo Beisso
Fedele Zurlo
Nino Agostino
SARDEGNA
Vittorio Fois
Mario Pau
Luigi Usai
Daniel Meloni
COORDINATORE
NAZIONALE
SICILIA
Maria L. De Dominicis
Antonella Castagna
Santo Gitto
Consiglieri
TOSCANA
ABRUZZO
Maria L. De Dominicis
BASILICATA
Pasquale Casaletto
CALABRIA
Carmine Gentile
Maria Teresa Portella
CAMPANIA
Fabio Del Mastro
Leonardo Bianco
EMILIA ROMAGNA
Sauro Casali
FRIULI VENEZIA
GIULIA
Mario Srebotuyak
LAZIO
Giuseppe d’Alessandro
LIGURIA
Luciano Della Costa
LOMBARDIA
Luigi Sara
Giovanni Bossetti
EMILIA ROMAGNA
Sauro Casali
(commissario)
Marco Fini
TRENTINO
ALTO ADIGE
Attilio Gasperotti
UMBRIA
Francesco Pilotti
Valle d’Aosta
Susi Lillaz
VENETO
Gianni Marini
Presidenti
Comitati Regionali
ABRUZZO
Fidio Bianchi
BASILICATA
Pietro Basile
CALABRIA
Michele Putrino
CAMPANIA
Francesco Coccaro
LIGURIA
Milena Medicina
LOMBARDIA
Fabrizio Nicola
MARCHE
Pamela Trisciani
MOLISE
Michele Castrilli
PIEMONTE
Andrea Flamini
PUGLIA
Tommaso Russo
SARDEGNA
Giommaria Garau
SICILIA
Alfio Russo
TOSCANA
Francesco Castelli
TRENTINO
ALTO ADIGE
Attilio Gasperotti
UMBRIA
Floriano Zangarelli
Valle d’Aosta
Susi Lillaz
(commissario
straordinario)
VENETO
Adriano Bissoli
IL FOLKLORE D’ITALIA
6
Seminario di Formazione
Gruppi a lezione con la tre giorni
sulla “Trasposizione in scena”
San Giovanni Rotondo
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IL FOLKLORE D’ITALIA
Bimestrale d‘informazione
Anno XVI n. 3 - MAGGIO / GIUGNO 2014
Registrazione al Tribunale di Foggia n. 9
dell’8 aprile 2008
DIRETTORE RESPONSABILE
Benito Ripoli
COORDINAMENTO RED.LE
Antonio d’Amico
Leo Conenno
Elvira La Porta
Rita Laguercia
FOTOGRAFIE
Ilaria Fioravanti
PROGETTO GRAFICO
Sinkronia studio
La sede mondiale dell’Igf per tutelare il folklore
e avviare scambi culturali
14
n. 03 / 2014
STAMPA
Grafiche Lucarelli - Ariano Irpino
FEDERAZIONE ITALIANA
TRADIZIONI POPOLARI
PRESIDENTE NAZIONALE
Benito Ripoli
VICE PRESIDENTI
Nino Indaimo, Luigi Scalas
La ricerca
Il mito di Mata e Grifone
Ecco la storia di Messina
20
Una festa pagana
La “turniata” per suggellare il legame
tra il pastore e le pecore
22
Lombardia, festa regionale
A Canzo canti e balli popolari
con la presenza di venti gruppi
ASSESSORI EFFETTIVI
Gerardo Bonifati, Fabrizio Cattaneo,
Enzo Cocca, Fabio Filippi,
Giuliano Ierardi, Gesualdo Pierangeli
ASSESSORI SUPPLENTI
Renata Soravito
SEGRETARIO GENERALE
Franco Megna
VICE SEGRETARIO GENERALE
Giancarlo Castagna
TESORIERE
Tobia Rinaldo
VICE TESORIERE
Adelio Gilardi
COLLEGIO SINDACI REVISORI
Francesco Fedele (presidente)
Giovanni Soro (vicepresidente)
Ancilla Cornali (membro effettivo)
Giampiero Cannas (membro supplente)
Francesco De Meo (membro supplente)
COLLEGIO PROBIVIRI
Gavino Fadda (membro effettivo)
Franco Folzi (membro effettivo)
Dionigi Garofoli (membro effettivo)
Sauro Casali (membro supplente)
Pietro Prencipe (membro supplente)
COMITATO D’ONORE FITP
Past President
Lillo Alessandro
Presidente Onorario
Luciano Della Costa
Comitato Dei Saggi
Luciano Della Costa
Aldo Secomandi
www.fitp.org
Staff del Presidente
Bruno Bordoni, Mario Borroni,
Monica Castrilli, Francesca Grella,
Ivo Polo, Concetta Masciale
Cerimoniere
Michele Putrino
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editoriale
Il soffio del vento
sul profumo
della poesia
di Benito Ripoli
Presidente Nazionale Fitp
4
“A Motta Visconti, vicino Milano,
un uomo l’altra sera ha fatto l’amore con la moglie, poi, mentre lei era
davanti al televisore, l’ha accoltellata. E’ salito al piano di sopra e ha
sgozzato i due figli: Giulia di cinque anni e Gabriele di venti mesi.
Si è ripulito dall’orrido sangue ed
è andato a vedere con gli amici la
partita della Nazionale di calcio. Al
ritorno ha finto il ritrovamento e il
dolore”.
Intento a scrivere gli ultimi appunti per la preparazione del grande evento “World Folklor Star” e
“Oscar mondiale del folklore”, arrivano alle mie orecchie le suddette
parole. Sono come un macigno e mi
fanno ripensare alla triste vicenda
accaduta all’incirca un mese fa. Resto di sasso, tralascio ogni mio da
fare e, famelicamente, entro nella
notizia e seguo con umana avidità
e costernazione tutto il servizio.
Sgomento e avvilito, ne apprendo
i dettagli e ripenso a quante volte,
ultimamente, sono stato “quasi costretto” a parlare di disamore per
la famiglia, di violenze sulle donne
e i bambini, di corruzione… Povere
mamme, poveri figli, non ci resta
che piangere. L’orrore per quanto appreso dà le vertigini e non ci
può essere nessuna motivazione
che sia razionalmente sostenibile.
E’ necessario fermarsi e riflettere
amici uomini, senza scrupoli e sen-
za morale…e voi mariti non usate
più violenze. Fermatevi.
Oggi siamo più figli del crepuscolo
che profeti dell’Avvento (Don Tonino Bello).
Immancabilmente, sui social network, le moderne piazze di paese,
è esplosa l’ira della gente. Ingiurie, anatemi, improbabili metodi
di espiazione: dai lavori forzati, al
carcere duro, alla “giustizia” sommaria degli altri detenuti. Immaginari castighi atroci, per liberarsi
dal senso di colpa e collocarsi su un
piano diverso da quello del padremarito-assassino. Perché è innanzitutto di questo che si ha bisogno,
di fronte al lungo e terribile elenco
delle stragi familiari. Le vittime
sono sempre le stesse: le mogli e,
fatto ancora più grave, i figli. Innocenti con la sola colpa d’essere nati
in una famiglia sbagliata. Carlo Lissi, un lucido criminale o un povero
pazzo, ossessionato da un amore
impossibile? La battaglia a colpi di
perizie, sarà lunga.
Il venir meno, ormai, della sua sacralità, sta riducendo la famiglia ad
una sorta di accessorio sociale: la
faccio, la rompo, la cambio, la cancello e via con tutte le possibili opzioni. Nel giro di poco tempo siamo
passati dalla famiglia unica e indissolubile a quella usa e getta. Due
estremi, due eccessi, due errori. Ma
allora, viene da chiedersi, in una so-
IL FOLKLORE D’ITALIA
Da sinistra, il presidente Benito Ripoli con alcune autorità in occasione di un incontro in Romania
cietà in cui i rapporti e i sentimenti
si fanno sempre più superficiali, in
cui si lascia e ci si prende come una
mutanda al supermercato, non sarebbe stato più semplice, per Lissi,
dire addio e basta? In apparenza si,
nella realtà no. E’ sempre difficile
gestire con maturità sensi di colpa , frustrazioni, rimorsi. Richiede
grande forza ammettere di aver
sbagliato e di subirne le conseguenze su tutti i piani: degli amici,
dei rapporti, addirittura della professione. Ai compagni di lavoro di
Lissi, l’azienda ha infatti ordinato di
tacere, di non parlare con i cronisti.
Scelta forse anche saggia per difendere la memoria di tre persone che
non ci sono più. Certo, nella società
in cui ogni dettaglio di vita, anche
il più intimo, deve essere dato in
pasto ai media, e ai social network,
è anacronistico parlare di valore
della memoria. Ma forse la tragedia
nella villetta di Motta Visconti ha
le sue radici più lontane proprio lì:
nella persona che è ormai solo un
utente, un cliente, un follone, un ac-
quirente, un contribuente e mai un
uomo, una donna o un bambino. E
l’abisso della società contemporanea che non riusciamo a vedere.
Ci appare solo di riflesso in quei
corpi straziati. Certo sono notizie di
cui non vorresti mai occuparti, perché spalancano le porte sugli abissi
dell’animo umano. Mi sento, ormai,
inutile come quel contadino che
assiste impotente nel veder spiantato “l’ultimo ulivo”(il suo cuore,
la sua anima, la sua vita): l’albero centenario che, nel suo tronco,
spesso martoriato, riassume le antiche sofferenze e la tenace volontà
dell’umile gente di campagna. Alla
“rivisitazione” melanconica dei ricordi, degli affetti e delle passioni,
si assommano le incantate descrizioni delle bellezze naturali e della
genuina amabilità degli umili.
Pur se affranto da grande stato depressivo, ancora una volta, viene in
mio soccorso il sorriso disarmante
della mia nipotina, che è tutto un
inno alla vita e che mi fa ripensare
alla famiglia, al folklore e alla Fede-
n. 03 / 2014
razione. Sono le cose che mi ricordano che, nonostante tutto, bisogna andare avanti, guardare oltre il
dolore, ricucendo le ferite, pur conservando le cicatrici. E’ necessario
sedimentare il dolore e liberarsene
“vivendo”. Un atteggiamento che
sconfigge il protervo autolesionismo dell’uomo, che prende in giro
la morte, la sbeffeggia e ci ricama
sopra storie. E la storia più bella è
quella del folklore e gli interpreti
più veri sono i giovani che credono
in questo mondo.
Un soffio di fiducia, che si alimenta, dopo inevitabili viaggi lungo le
strade del dolore, verso un traguardo di speranza, alimentata da un
inestimabile anelito… Il soffio del
vento sul profumo della poesia.
Le liriche dei canti del popolo, cercano di ristabilire, nel mondo della
razionalità e nel suo dolore, una
vita di speranza e di affetti. La poesia e la fantasia degli antichi Padri,
sublima verità di fede alla ricerca
del sovrannaturale. La poesia, tutto un biglietto da visita. E’ poesia
di anima sognante, che fa vibrare il
cuore di chi scruta, legge e ricerca
nell’intima essenza del popolocontadino. Il canto del sognatore
(i nostri menestrelli folkloristi), si
ferma silenzioso nella notte, raggiunge le stelle e si tace.
Creando un’atmosfera surreale,
fatta di silenzi, come tra due innamorati, complici, che si guardano
negli occhi, assorti come due viole
dai loro sospiri. Questo mio ultimo pensiero non è semplicemente quello di volersi distrarre, di
dimenticare crisi, stragi, bollette e
tasse, quanto conoscere, riflettere,
pensare, guardare e, perché no, anche sognare.
“Anche con i sogni si può essere liberi” (F. Schiller).
www.fitp.org
5
formazione
Seminario, esame ok
Presto sarà itinerante
in tutte le regioni
di Antonio D’Amico
Redazione Fitp
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SAN GIOVANNI ROTONDO
(Foggia) - Una sacca in cui depositare tesori del sapere e attingere i
bisogni necessari per il lavoro di ricerca. Un momento di scambio ma
anche una osmosi necessaria per
formare responsabili dei gruppi
folklorici (e per favore non coinvolgeteci in un’inutile disquisizione se
chiamarli registi o direttori artistici
perché poco importa) affinché la
teatralità e la trasposizione scenica
non restino una occasione per pochi intimi. Il Seminario organizzato
dalla Federazione italiana tradizioni popolari va in questa direzione:
trasmettere regole artistiche comportamentali affinché sui palchi
e nelle piazze non si vivano più
situazioni di particolare antipatia
sotto l’aspetto del piacere visivo e
non. Collante indispensabile e fiorettista straordinario nel proporre
sunti provocazioni Mario Atzori,
presidente della Consulta scientifica Fitp.
Presto l’esperienza sarà itinerante e raggiungerà la periferia della
Federazione. «Siamo pienamente soddisfatti – commenta Benito
Ripoli, presidente nazionale della
Fitp – per quello che i nostri docenti hanno offerto a coloro che hanno
partecipato al Seminario. L’obiettivo era quello di dare una svolta alla
necessaria evoluzione su come allestire uno spettacolo, come muoversi, parlare sul palcoscenico o in
una piazza, su come affrontare le
emergenze e le sempre più scarse
disponibilità, su come far capire ai
nostri giovani e bambini che anche
le tradizioni popolari sono parte
integrante di un teatro che resta
culla di cultura. Era un momento
ormai necessario, indispensabile,
per crescere e continuare il nostro
lavoro già irto di mille difficoltà».
Aspetti finiti anche sui taccuini della dirigenza Fitp. «Una rivoluzione
per il nostro mondo – aggiunge
l’assessore Gerardo Bonifati, tra i
partecipanti più attivi alla “tre giorni” – perché stiamo facendo nostra
una nuova concezione dello spettacolo grazie a questo momento di
confronto e discussione. Ecco perché dobbiamo renderci disponibili
a diventare testimoni di esperienze». Sulla stessa falsariga il segretario generale Franco Megna che ha
rimarcato l’importanza di eventi di
tale portata.
In cattedra un’attrice, un musicologo, un coreuta, un ricercatore e
un docente universitario. Un pacchetto di esperienze a disposizione
di chi, da tutta Italia, ha voluto far
suo quanto di buono e interessante
è stato proposto sulla “montagna
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 03 / 2014
Nelle foto alcuni momenti
del Seminario svoltosi
a San Giovanni Rotondo
del sole”, terra di San Pio e strada
ideale dei pensieri e dei misteri
della fede. «Mi auguro che sia l’inizio di un secondo viaggio – rimarca
l’attrice Virginia Barrett -. In questo contesto ho trovato delle anime
particolari in cui vedo il futuro. Ho
scelto di conoscere le particolarità
di questo mondo praticando con
esso lo scambio della conoscenza.
Per questo sono e resto a disposizione del progetto di Ripoli anche
nel momento in cui diventerà itinerante in giro per l’Italia, pronta
a confrontarmi sull’argomento».
Vari momenti messi in sinergia
lungo un percorso ideale consumatosi in tre giorni di intensa attività seminariale. «Un impatto
sicuramente positivo – rimarca
Pino Gala, coreuta e componente
della Consulta scientifica della Fitp
- . Una occasione interessante che
non deve rimanere un momento a
se: bisogna fare in modo che i benefici e l’apporto tecnico ricadano
sui nostri gruppi. Solo ancora tanti
i repertori musicali territoriali da
individuare, recuperare e tutelare». A San Giovanni Rotondo hanno collaborato nella realizzazione
della “tre giorni” di formazione
anche ricercatori della Fitp come
il napoletano Nicola Di Lecce, il
garganico Franco Nasuti e anche
rappresentanti di mondi esterni al
folklore ma comunque molto vicini
come il regista teatrale Pietro Arrigoni. «E’ una risposta – sottolinea
Di Lecce – a chi continua ripetersi
su cosa si fa e non si fa all’interno
del nostro mondo. Abbiamo la responsabilità di una grande eredità
da trasmettere alle nuove generazioni affinché anch’esse ne diventino testimoni. Ecco perché si rende
necessario coinvolgere i bambini,
parlare con loro trasmettendo i
valori e l’importanza di questo
costruire». Anche per Nasuti «si è
trattato di un momento interessante, perché spesso mancano i luoghi
in cui i gruppi possano confrontarsi, studiarsi, e perché no,imitarsi
con l’intento di migliorare, affinare
le proprie capacità». Da Brescia
era sceso sul Gargano per curiosare, sfamare alla sua voglia di conoscere… «E invece torno a casa con
un bagaglio di ineguagliabile bellezza –racconta il regista Arrigoni –
che arricchisce la mia professionalità. Mi sono avvicinato al folklore
collaborando nella realizzazione di
uno spettacolo sulle maschere con
mondo. Così come è sempre più
necessario inserirsi e lavorare con
i Centri sociali per anziani: in quegli ambienti è ancora possibile fare
ricerca, attingere quelle fonti che
sono il pane quotidiano del nostro
lavoro. Bisogna scongiurare che il
sapere di queste persone anziane
venga perso. In un contesto simile,
questo progetto ha un grande valore educativo. La riscoperta e il valore della ricerca sono gli ingredienti
di un substrato in cui tutto si può
il Gruppo di Ancilla Cornali e mi
sono ritrovato in un contesto ricco
di situazioni e spunti interessanti.
Penso sia necessario diffondere il
messaggio partito dal Seminario,
per cui ritengo che le schede su cui
abbiamo lavorato vengano diffuse e rese note anche a coloro che
non erano presenti, magari pubblicandole sul sito web della Fitp che
dovrebbe essere ampliato per contenere più informazioni su questo
genere di attività».
www.fitp.org
7
formazione
Tre giorni di messa
in scena teatrale
per formare gruppi
e responsabili
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SAN GIOVANNI ROTONDO
(Foggia) - Si è svolto a San Giovanni
Rotondo, il Seminario Nazionale di
Formazione della Fitp sulla “Trasposizione in scena delle Tradizioni Popolari”. Il progetto nasce con
l’obiettivo di arricchire la messa
in scena degli spettacoli folklorici
attraverso una maggior consapevolezza della teatralità, nella sua
completezza di musica, teatro e
danza.
L’apertura dei lavori è stata affidata al presidente nazionale Benito
Ripoli, che ha poi subito ceduto la
parola al prof Mario Atzori, presidente della Consulta scientifica
della Fitp e coordinatore scientifico del progetto, e a Franco Megna,
segretario nazionale Fitp.
Il “Battesimo del fuoco” è toccato,
invece, all’attrice, regista, musicista
Virginia Barrett, che ha coinvolto
l’uditorio, costituito dai rappresentanti di 11 regioni (Marche,
Umbria, Lazio, Abruzzo, Basilicata,
Campania, Sicilia, Sardegna, Toscana, Lombardia e Puglia con il maggior numero di presenti), in esempi
pratici di messa in scena. Molto interessante il dibattito scaturito dal
tentativo di risoluzione dei problemi di ogni gruppo diverso per usi,
costumi ed intenti scenici.
In serata la visione del noto documentario “La Taranta” di Ernesto
De Martino, ha preceduto l’esibizione del Gruppo folklorico “L’Eco
del Gargano”, guidato da un effervescente Ripoli. La danza rituale
e Daniela Martino. La giornata di
sabato è stata, invece, dedicata
all’esame dello spettacolo visto la
sera precedente, con particolare
attenzione alla risoluzione di certi
problemi della scena, mentre nel
pomeriggio il prof Pino Gala ha posto l’attenzione su certe coreografie folkloriche, mostrando riprese
video di danze storiche regionali
da lui stesso effettuate nel tempo.
Grande fascinazione ha, poi, avuto
sull’uditorio l’intervento di Nicola
Di Lecce che ha trasformato alcuni
degli artisti presenti in piccoli allie-
di una tarantata ha colpito molto
il pubblico, costituito anche da
clienti dell’Hotel e da ospiti esterni, che si sono poi sciolti nella delicatezza di una Serenata, magistralmente interpretata da Ripoli
vi, conducendoli in giochi musicali
e di consapevolezza dello spazio.
Finale la domenica mattina con un
esempio di danza gioco dell’Appennino bolognese suggerita sempre
da Gala, che ha coinvolto anche Vir-
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 03 / 2014
Partecipanti al Seminario
ginia Barrett in un esilarante cerchio femminile intorno ad un finto
morto (l’ironico assessore della
Fitp Fabio Filippi) la cui posizione
supina veniva continuamente modificata dalle donne che si divertivano a ridicolizzarlo.
La chiusura è stata affidata a Ripoli
e ad Atzori che hanno consegnato
gli attestati ai presenti dopo i saluti
dei docenti e di Gerardo Bonifati,
Francesco Nasuti, Fabrizio Cattaneo e di Pietro Arrigoni, regista
bresciano. Il progetto continua: il
Seminario potrebbe essere proposto in tutta Italia.
Inoria Bande
Antonino Merrino
Andrea Addolorato
Pasquale Casaletto
Tommaso Russo
Francesco Tortoriello
Maria Lidia De Dominicis
Ivo Di Matteo
Marta D’Atri
Elena Bartolomasi
Paola Polidori
Pietro Arrigoni
Carmen De Ronzo
Maria Maddalena Turco
Saverio Cota
Rolando Bonifaci
Franco Nasuti
Francesco De Luca
Antonio Pasquariello
Luigia Scimenes
Carmela De Luca
Leonardo Bianco
Antonio Gallo
Costantina Coco
Antonio Russo
Giovanni Raguso
Palma Coriglione
Silvia Bottaccio
Elio Paoloni
Felicia Di Donna
Nicola Di Lecce
Roberto Caciotti
Fabio Battisti
Maria Teresa Portella
Pamela Trisciani
Anna Canestrella
Ancilia Cornali
Remo Chiappetta
Sebastiana Mannu
Carmela Giagnorio
Celestina Russo
Giusy Greco
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Non erano i soli. Tra i banchi:
Franco Megna, segretario generale
Luigi Scalas, vicepresidente
Gerardo Bonifati, assessore
Fabrizio Cattaneo, assessore
Fabio Filippi, assessore
Tobia Rinaldo, tesoriere
Franco Fedele, revisore
Giovanni Soro, revisore
www.fitp.org
la scelta
San Giovanni
Rotondo
sede mondiale
del folklore
di Benito Ripoli
Presidente Nazionale Fitp
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BISTRITA (Romania) - «I colori
e i suoni del Gargano non hanno
eguali. Imitati, riconvertiti alle esigenze della globalizzazione, sempre più spesso oggetto di business.
Ma c’è un tradizione che non teme
confronti. E’ quella legata alla cultura del popolo garganico, fatta di
suoni, parole e melodie, che non
subiscono alcun tipo di minacce e
inquinamenti. La nostra città, con
questo riconoscimento, vede consolidare, anche a livello internazionale, il ruolo leader, che, ormai,
occupa, stabilmente, da tanti anni».
Il sindaco di San Giovanni Rotondo,
Luigi Pompilio, ha così commentato la notizia degli accordi siglati dalla delegazione della città di
San Pio con il presidente dell’Igf,
Dorel Cosma. Il sindaco, assente
alla trasferta rumena, per impegni
istituzionali, ha ringraziato la delegazione, formata dal presidente del
consiglio, Mauro Cappucci, e dai
consiglieri Mimmo Longo e Claudio Russo, per l’importante lavoro
svolto e il grande traguardo raggiunto.
Presto San Giovanni Rotondo ospiterà la sede dell’Igf, ovvero l’Unio-
ne mondiale del folklore, fino ad
un mese fa a Nizza, in Francia, e la
sede legale nazionale della Fitp. Il
tutto per la gioia del sottoscritto,
sangiovannese presidente della
nazionale della Federazione italiana tradizioni popolari, nonché
vicepresidente della stessa Igf. Rispetto a novembre scorso, quando
complice l’evento “Omaggio a Padre Pio” (manifestazione a cui hanno partecipato ben trentatre gruppi e quindici bande, provenienti
da tutta l’Italia), si ventilò, per la
prima volta l’ipotesi, oggi è arrivato, finalmente, il parere favorevole
e l’accordo di convenzione, dopo
la delibera della giunta comunale,
tra il Comune di San Giovanni Rotondo e l’Igf. «Abbiamo individuato – ha ricordato Mauro Cappucci,
presidente del consiglio comunale
- nella struttura “Largo delle Monache” la sede più idonea ad accogliere l’importante assise mondiale.
E’ un’ulteriore opportunità offerta
alla nostra città, perché diventi,
sempre più, riferimento mondiale
di spiritualità e di cultura. Attraverso la valorizzazione delle tradizioni
popolari e del folklore, si recupera
IL FOLKLORE D’ITALIA
così la memoria storica delle diverse realtà antropologiche e geografiche del mondo, come contributo alla fratellanza e convivenza
pacifica tra i popoli. Il sogno è che
largo delle monache diventi (e sarà
così nda) La cittadella e il faro della Cultura della nostra città… e del
mondo».
La delegazione comunale, integrata dalla presenza del presidente
nazionale Fitp, Benito Ripoli, si
è recata in quel di Bistrita, magnifica e moderna città rumena,
che ha dato i natali al presidente
mondiale, prof.. Dorel Cosma, per
sottoporre ai vertici mondiali Igf,
la convenzione di cessione della
struttura e firmare il relativo protocollo d’intesa, che permetterà
l’avvio ufficiale dell’attività. Alla
presenza del sindaco di Bistrita e
del governatore della Regione della Transilvania, rappresentante ufficiale del Ministero della cultura,
sono stati raggiunti gli accordi e
sono state apposte le firme sull’intesa. Gli accordi si concretizzeranno con la ratifica del consiglio comunale di San Giovanni Rotondo,
cui seguiranno gli adempimenti
legali e quindi il via della messa in
opera della struttura.
L’Igf ha prospettato: l’istituzione
di una emittente televisiva, che
trasmetterà, in digitale terrestre,
programmi esclusivamente culturali; studi di registrazione (per
CD - DVD - Produzioni di film etc.);
un Museo degli abiti tradizionali di
tutto il mondo; Museo di strumenti
e utensili tradizionali; Biblioteca e
poi fototeca e cineteca di tutto ciò
che profuma di tradizioni e di cultura in genere.
Ha programmato: Mostre varie
(abiti - strumenti tradizionali - pittura - fotografia), ogni mese una
nazione; convegni con illustri accademici mondiali; concerti ed
eventi nell’Auditorium, che sarà attrezzato; rappresentazioni teatrali;
Incontri con i rappresentanti delle
varie religioni, all’ombra del santo
taumaturgo del Gargano.
La visita della delegazione in terra
rumena ha vissuto momenti istituzionali di rilevante importanza
per il consolidamento di rapporti
tra due città che, probabilmente, si
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concretizzeranno in un futuro gemellaggio.
Il sindaco di Bistrita, difatti, convinto assertore europeista, ha accolto
gli illustri ospiti, con fare istituzionale, poi però, instauratosi un clima di grande cordialità, li ha fatti
sentire come a casa propria e ha
proposto e sperato di poter, quanto
prima, conoscere la cittadina garganica, con la speranza, appunto, di
intavolare, accordi per affratellare
le due popolazioni. Non sono mancate visite a monumenti, chiese,
musei ed, essendo in Transilvania,
non si poteva non visitare la dimora di “Dracula”.
Dopo sei lunghi giorni, la delegazione ha salutato e ringraziato gli
amici rumeni, per l’accoglienza e
la cordialità dimostrata, in ogni
frangente, ha dato appuntamento
ad autorità ed amici per la prima
settimana di agosto, quando, in
occasione dell’“Oscar del Folklore”
e del “World Folklor Star”, che si
terranno a San Giovanni Rotondo,
sarà inaugurata la sede mondiale
del folklore.
www.fitp.org
11
la scelta
Il Gargano
sarà un Centro
di ricerca
multietnica
A San Giovanni Rotondo
una struttura operativa e una Biblioteca
di Antonio D’Amico
Redazione Fitp
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SAN GIOVANNI ROTONDO
(Foggia) - Il Gargano presto sarà
l’ombellico nel mondo nel regno
del folklore. Troverà casa a San Giovanni Rotondo, centro religioso per
antonomasia della “montagna sacra”, la sede mondiale dell’Igf e della presidenza nazionale della Fitp.
Un riconoscimento di straordinaria importanza per la cittadina foggiana nota per aver ospitato Padre
Pio, il santo con le stimmate, di cui
restano le vestigia della sua straordinaria presenza. E così i suoni
e i colori della tradizione avranno
una sede ufficiale dove predisporre
le attività federali e tutte le iniziative promozionali e culturali nonché progettuali. Un vero e proprio
“Centro culturale multietnico” che
aprirà i battenti ad agosto. E’ il
frutto di una intesa tra l’Amministrazione comunale del centro garganico e i vertici della Fitp. Un percorso iniziato anni fa e che troverà
il suo passo conclusivo tra poche
settimane. «E’ un riconoscimento
al folklore della mia terra e dei tanti
gruppi che hanno permesso di raggiungere risultati importantissimi
– commenta Benito Ripoli, presidente nazionale della Federazione
italiana tradizioni popolari -. Il Gargano ha tutte le peculiarità perché
diventi la capitale di un movimento
culturale e scientifico che non ha
uguali. La Federazione mondiale
ma anche quella italiana avranno a
disposizione spazi importantissimi
dove partorire idee e attività di respiro mondiale».
La struttura troverà sede in un
vecchio sito religioso del ‘700 nel
cuore del centro storico di San Giovanni Rotondo, da poco restaurato e riportato alla sua antica luce.
«Sarà innanzitutto una cabina di
regia – riprende Ripoli – dove le
idee si confronteranno nel solco
di un impegno riconosciuto da
tutti. Non mancheranno gli apporti scientifici, con l’allestimento di
una Biblioteca multilingue dove i
nostri ragazzi ma anche ricercatori
e laureandi potranno attingere nozioni necessarie per i loro percorsi
didattici. Sono questi i presupposti
della prossima, importante sfida».
Nel cuore del roccioso e ancestrale
Gargano, San Giovanni Rotondo si
pone come un importante punto di
riferimento, dove avviare contatti
con i Paesi Balcanici, dirimpettai
naturali e altro ambito di straordinaria bellezza per gli appassionati
di ricerca. Da queste terre provengono molte contaminazioni di natura storica e folclorica. Influenze
che permetteranno di mettere in
moto progettualità interessanti
con un respro più europeo. Su questa iniziativa ci si è confrontati per
mesi ma alla fine il risultato è arrivato. Ora si potrà partire.
ITALIA E REGIONI
33ª edizione | Grottammare (Ascoli Piceno)
Si comunica che le quote di partecipazione alla manifestazione “Italia e Regioni”,
che avrà luogo a Grottammare (Ascoli Piceno) il 19, 20 e 21 settembre
2014, dovranno essere versate, esclusivamente, a mezzo bonifico bancario,
intestato alla Fitp (Federazione italiana tradizioni popolari).
Si precisa che la singola quota di partecipazione è di 100,00 Euro e che la
stessa garantisce l’ospitalità, il vitto e l’alloggio dal pranzo del 19, al pranzo del
21 settembre 2014, con bevanda inclusa, nella struttura alberghiera a tre stelle
“Orovacanze Club Le Terrazze”.
I Gruppi saranno sistemati in stanze a due, tre, quattro letti e, dove necessita, per
esigenze dei gruppi, a sei letti; per la richiesta di stanze singole, occorre comunicare
preventivamente, prevedendo un pagamento extra di 15,00 Euro al giorno.
I pagamenti vanno effettuati con bonifico, su C/C bancario intestato a:
Federazione Italiana Tradizioni Popolari, presso Banco Popolare Siciliano
codice IBAN: IT50Y0503482100000000000026
Causale: nome gruppo, quota Italia e Regioni 2014
Le adesioni e le copie dei bonifici dovranno giungere, inoltre, presso la
Segreteria del Presidente, in Via San Nicola,12 - 71013 S. Giovanni Rotondo (FG)
Tel. 368 31 27 515 - 392 44 69 426 - 0882 441 108, Email: [email protected]
Le modalità di pagamento sono le seguenti:
•• Prenotazione: Acconto: 20% sul totale dovuto, da versare con bonifico
bancario entro il 5 agosto 2014
•• Saldo del totale dovuto, da versare con bonifico bancario entro il 31 agosto 2014
Si specifica che le ricevute originali dei bonifici dovranno essere consegnate
all’arrivo nel luogo della manifestazione e prima della sistemazione nelle stanze,
all’Ufficio di Tesoreria della Fitp appositamente istituito, ai fini della registrazione
del gruppo e dei partecipanti.
Il Tesoriere Fitp
Tobia Rinaldo
“Mettiamoci in ballo…” per verificare l’importanza e il valore della nostra ricerca. A
Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno, sarà questo l’argomento su cui i gruppi
si cimenteranno scegliendo un tema che rispecchi le esigenze e le tradizioni del
proprio territorio. Nessun confronto o sfida su un tematismo indicato: sarà invece
un vero e proprio “laboratorio delle idee”, un confronto aperto a tutti e per tutti. Vi
aspettiamo a Grottammare, saremo felici di “metterci in ballo” insieme a voi.
la ricerca
Mata e Grifone
tra leggenda e realtà
di Tobia Rinaldo
Tesoriere Fitp
Le fonti da cui attingere notizie
su Mata e Grifone che la credenza
popolare ritiene mitici fondatori
di Messina non sono molte. Naturalmente la credenza popolare si
fonda sulla leggenda che è stata
tramandata e appartiene alla immaginosa letteratura che ha origini
fin dal Medioevo.
Poco dopo fondazione del Regno
di Sicilia s’inaspriva la polemica tra
Messina e Palermo in merito a qua-
le delle due città dovesse ritenersi
la capitale della Sicilia. Ambedue
vantavano titoli regi solidi e pressoché di eguale peso. La diatriba
si spostò allora sui titoli di nobiltà che a quel tempo erano dati in
modo predominante dall’anzianità
di fondazione. Messina, in questo
campo, pareva primeggiare potendo collocare la sua data di nascita
intorno al 730 a.C., se non addirittura molto prima ai tempi di Sicani
e Siculi. Palermo a tanto non arrivava e anche se poteva ricollegarsi
alla presenza fenicia o cartaginese
nell’isola; tuttavia, le date risultavano sempre meno antiche rispetto a quelle di Messina-Zancle.
Ora avvenne che, in quel tempo,
alcune leggi spagnole (tra cui il
decreto di Ferdinando II del 1492)
privarono del diritto di cittadinanza gli Ebrei che vennero espulsi dalla Sicilia. Anche Palermo fu costretta ad effettuare la loro espulsione;
gli Ebrei non volevano andar via e
cercarono in tutti i modi di ottenere il parere favorevole del Senato
palermitano. Così, dopo aver ben
pensato e riflettuto, questo decise
favorevolmente asserendo di avere
scoperto una lapide antichissima
recante una iscrizione Caldea1.
Se le cose stavano in questo modo,
allora Palermo poteva vantare un
diritto prioritario di fondazione e
quindi acquisire, per fatto storico, un titolo nobiliare superiore a
quello di Messina. Però, l’iscrizione
caldea alla fine risultò essere araba
e di un periodo compreso tra l’VIII
e il V sec. d.C.
I messinesi, comunque, appresa la
notizia si diedero subito da fare per
ritrovare anche loro un titolo di più
antica nobiltà. Nacque così il mito
del Gigante Nero e della Gigantessa Bianca, lui di nome Cam figlio
di Noè, da cui discendevano tutte
le genti d’Africa e lei di nome Rea2,
la magna mater greca degli dèi. Ma
anche la leggenda messinese messa su alla meno peggio appariva
posticcia e inattendibile. Si cercò
allora di attribuire al gigante anche
il nome di Zanclo primo re dei Siculi o di Saturno venuto a far pendere
la sua falce da quelle parti e la cui
orma avrebbe creato lo stupendo
arco falcato del porto peloritano. A
lei si diede il nome di Rea o Cibele,
la protettrice delle messi. Tuttavia,
c’è da precisare che la mitologia
non tramanda eponimi zanclei di
origine africana e di colore nero.
È da congetturare, quindi, che la
NOTE
1. I Caldei, narra la Bibbia, erano popoli vissuti molto tempo prima dei Calcidesi di Eubea ritenuti i colonizzatori-fondatori di Messina-Zancle.
2. L’unione del nome di Cam con quello di Rea potrebbe portare alle denominazioni delle odierne località messinesi di Camaro (in dialetto “Cammari”),
oppure di Antenna a mare (in dialetto “Ntinnammari”).
www.fitp.org
15
la ricerca
16
leggenda di Mata e Grifone3 possa
aver avuto origini molto più recenti e lo stesso colore della pelle del
gigante sia da ricondurre al periodo della dominazione araba della
Sicilia (827-1072).
Vuole quest’altra leggenda che un
gigantesco moro di nome Hassam
Ibn Hammar verso il 964 sbarcò vicino alla città con una cinquantina
di suoi compagni pirati, e subito
si diede a depredare tutt’intorno
e in particolare tra Camaro e Dinnammare (o Antennammare).
Nella storia esistono veramente
due personaggi di nome Hassam
Ibn Hammar.
Il primo fu il truce conquistatore
di Taormina, il secondo un suo
nipote che assediò Rometta ma
che non ebbe la ventura di vederla capitolare essendo morto poco
prima. Ma è improbabile che la
leggenda possa riguardare uno
di loro, non solo per le differenti
date in cui vissero rispetto al formarsi della tradizione, ma anche
perché non risulta nulla che possa far pensare ad un loro collegamento con il Grifone della leggenda
messinese.
Comunque siano andate le cose,
questo Hassam Ibn-Hammar di cui
si occupa la tradizione messinese,
era un impenitente predone e un
donnaiolo senza scrupoli. Un giorno, durante una delle sue scorrerie
nella valle del Camaro, egli vide
una leggiadra fanciulla di nome
Marta (in siciliano Mata) figlia di
Cosimo II di Castellaccio e se ne
innamorò follemente. Costei era di
nobile e ricca casata, di figura alta
NOTE
e forte, ma altrettanto virtuosa e
convinta cristiana. Hassam la chiese in sposa, ma ne ottenne un netto
rifiuto.
Assalito dalla collera si mise a depredare e a trucidare con una ferocia maggiore di prima, tanto da
decimare in poco tempo tutta la
popolazione che viveva in quei din-
padre della ragazza ottenendone la
mano.
Ma queste sono aggiunte fantasiose alla già fantasiosa leggenda.
Conquistata o sequestrata la ragazza, Hassam si mise a corteggiarla in
modo intenso. La condusse nel suo
castello arredato come una reggia,
le portò vestiti confezionati con la
torni. I genitori della ragazza, spaventati da tanto suo sanguinario
furore, raccolsero nottetempo un
po’ delle loro masserizie e corsero
a nascondere la figlia nei loro possedimenti poco fuori la città.
Hassam non si diede per vinto.
Arso d’amore, fuori di sé dalla rabbia, sguinzagliò i suoi sicari dappertutto; così un giorno finì per
scoprire il rifugio e la rapì. Alcuni
storici fanno menzione anche di
un inattendibile torneo o scontro
in cui Hassam vinse la contesa col
seta più pregiata (Messina era celebre anche allora per la produzione
della seta), le regalò ori e gioielli a
profusione. Mata, chiusa nel suo
mutismo, nulla accettava e nulla
concedeva.
Hassam era disperato. Ogni giorno si recava nelle stanze di Mata
e ora con furore ora con dolcezza,
ora ricolmandola di doni e ora privandola persino del necessario, faceva di tutto per farsi amare. Mata,
sorda agli allettamenti, insensibile
alle minacce, trovava forza e animo
3. Secondo La Corte Cailler, i nomi di Mata e Grifone furono dati ai giganti verso la fine del settecento. A tale proposito, vedasi anche G. C. Bonfiglio, città
nobilissima descritta, Venezia 1606.
IL FOLKLORE D’ITALIA
nelle preghiere e restava staccata
e gelida anche quando con la forza
e la prepotenza Hassam cercava di
approfittare della ragazza.
La leggenda non ci dice quanto
tempo Hassam adottò questo comportamento e assunse le minacce e
le profferte d’amore. Si sa solo che,
alla fine, lui crudele e predone, dal
cuore duro e disumano, sentì cambiarsi piano piano sino a divenire
placido e tranquillo.
Allora per amore di lei si fece cristia-
no, cambiò nome in Grifo (Grifone
per la sua alta statura); ricevette il
battesimo e appese la spada al chiodo, dedicandosi alla coltivazione dei
campi in armonia e in pace con tutti.
Mata, commossa e ammirata per
questo suo pentimento, fu presa
anch’essa da amore per lui (tra
l’altro era un bell’uomo, come si
vede dalla figura della statua opera
del Calamech4) e accettò di amarlo e sposarlo. Insieme fecero tante
cose, soprattutto tanti figli e tante
n. 03 / 2014
case, così numerose che la tradizione popolare finì per attribuire loro
la stessa fondazione della città5.
Da questa vicenda sono passati
tanti secoli. Ma Messina, sempre
attenta alle sue tradizioni e al suo
passato, non ha mai mandato in
soffitta la bella storia di Mata e Grifone e ogni anno, il 13 e 14 agosto,
in occasione del ferragosto e tra
le tante altre manifestazioni più
o meno sacre e più o meno profane, fa sfilare per la città queste
due enormi statue di cartapesta a
cavallo, in lenta cavalcata, per un
giro di visita ai loro possedimenti
urbani.
A proposito del grande affetto che i
messinesi nutrono per ‘u gilanti e ‘a
gilantissa6 il Pitrè così lo descrive:
“(…) Il Gigante e la Gigantessa sono
sempre per il buon popolo messinese due simpatiche figure, e del popolino due specie di geni tutelari:
l’una, la Gigantessa, la bella signora
del Camaro; l’altro, il gran Moro venuto dall’Africa, un feroce antropofago, cui essa addomestica”7.
Qualcuno sostiene che qualche volta il viso di Grifone, alla vista di tante brutture d’oggi, si corruccia e da
nero-pece diventi nero-rosso per la
rabbia.
Mata, invece, più dolce e materna,
s’indugia di più a guardare i suoi
figli che le girano intorno e soprattutto i ragazzini che le fanno festa e
che con la complicità dei genitori si
fanno volentieri fotografare seduti
ai piedi del suo cavallo8.
NOTE
4. Nella “Deliberazione per restauri della Vara e dei Giganti, para 6”, adottata dal Commissario del Comune di Messina, dott. Li Voti il 26 giugno 1926, è
detto che “Andrea Calamech (1524-1589) architetto e scultore la eseguì nel 1581”.
5. Cfr. T. Rinaldo, S. Greco, Storie e Leggende di Sicilia. Cfr. inoltre S. Greco, Sacro e Profano nella tradizione popolare messinese, Grafo Editor, Messina 1996.
6. [Il gigante e la gigantessa].
7. G. Pitrè, Feste Patronali in Sicilia, Palermo 1900.
8. T. Rinaldo, Cunti e canti siciliani, G.S.C.D. I Cariddi, Messina 2010.
www.fitp.org
17
l’iniziativa
Bergamo
Il folklore
in festa
Consensi e tanto pubblico
certificano la riuscita
dell’attesa Rassegna
di Ruggero Nani
Direttore Gruppo Folklorico
“Arlecchino Bergamasco”
18
BERGAMO - Tanti consensi per la
prima “Rassegna Folkorica Bergamasca”, organizzata dal Comitato
provinciale Fitp, presieduto da
Francesco Gatto, con la collaborazione di Fabrizio Cattaneo, assessore nazionale della Fitp, e del Comune di Bergamo. La manifestazione,
inserita nella programmazione di
“Bergamo Estate 2014”, si proponeva di far conoscere la cultura, le
tradizioni e la musica popolare attraverso canti e balli tipici.
Sette i gruppi che si sono succeduti
nelle due serate in programma nel
pieno centro cittadino, al quadriportico Piacentiniano della città
bassa. Entrambe le serate si sono
aperte con une breve ma coloratissima sfilata svoltasi dal palazzo municipale in piazza Matteotti
percorrendo il famoso “sentierone” fino al luogo dell’esibizione. In
scena, per la prima serata, “Baghèt
Band” di Ghisalba, sotto la guida di
Alfonso Carrara e Maurizio Pandolfi, che con il loro strumento tipico
hanno introdotto la serata e allietato il pubblico; presenti nel gruppo
anche alcuni bambini dai 6 agli 11
anni circa, che dopo soltanto pochi
mesi di corso, si sono esibiti per la
prima volta.
A seguire “Maschere di Rataplam”
di Bergamo, presieduto da Ancilla
Cornali, che si è espresso in una
rappresentazione folklorico-teatrale dal titolo “Gioppino, scarpe
grosse cervello fino”, imperniata
sulle maschere e alcuni personaggi tradizionali bergamaschi; simpatica anche la scenografia che
rappresentava un antica cucina
rurale bergamasca con l’immancabile stufa e la polenta. E’ stata poi
la volta del colorato gruppo cittadino “Arlecchino Bergamasco”, che
ha iniziato il suo intervento con un
monologo recitato dalla maschera
di Arlecchino, proseguendo poi lo
spettacolo con un inno alla città
di Bergamo, alcuni canti e danze
popolari e umoristici introdotti da
brevissimi sketch. In repertorio an-
IL FOLKLORE D’ITALIA
che “La cansù dell’Arlechì” scritta
dalla poetessa dialettale Carmen
Fumagalli Guariglia, presente alla
serata, e musicata dal compianto
maestro Tito Oprandi. E’ tornato
poi ancora protagonista il “Baghet”, cornamusa bergamasca di
antichissime origini, e per terminare il Gruppo “Brighella e la Torre
Campanaria” di Comun Nuovo, che
sotto la guida di Stefano Folzi si è
esibito con movimentatissimi balli
e allegri canti. Spettacolare il ballo
musiche e canti.
Folklore boliviano in terra bergamasca, è stato questo il commento
della presentatrice Tiziana Freguglia, giusto per sottolineare che le
tradizioni e lo spirito folklorico non
conoscono confini.
E’ stato poi il momento del Gruppo
folklorico “Orobico” di Bergamo,
guidato da Ottavia Secomandi, che
ha presentato un ricercato programma di balli tradizionali, spaziando nei secoli di storia berga-
della “Val Serina”, dove due bambini “ruotano appesi al collo” dei loro
partner ballerini con mirabili acrobazie. Durante la seconda serata si
è esibito per primo il Gruppo folklorico “Associazion Cultural Folklorico Bolivia” di Bergamo, diretto
da Clara Torrez che con costumi
di fattura molto ricercata, tipici
dell’altopiano andino boliviano,
nonché delle zone tropico orientali
della Bolivia, hanno omaggiato il
folklore orobico con una kermesse
di danze accompagnate da ritmate
masca, a cui si è aggiunto un canto
corale sacro eseguito con estrema
maestria e bravura. Molto bello e
coreografico il ballo-canto “Sic sac
de soc sec…”, cinque sacchi di ceppi
secchi…, celebre scioglilingua bergamasco appunto descritto in questo brano musicale.
Ultimo gruppo in programma “I
Gioppini di Bergamo”, diretti da
Fabrizio Cattaneo, accompagnati da una piccola orchestra dagli
strumenti più disparati; anche qui
balli e canti all’insegna delle più
n. 03 / 2014
genuine tradizioni bergamasche,
tutti molto apprezzati, tra cui è da
ricordare il pezzo “San Vele” canto e ballo che descrive una piccola
propaggine sulla collina della città
di Bergamo, S. Vigilio, da sempre
meta di innamorati della città.
Al termine di entrambe le serate è
intervento anche il neoeletto duca
di Piazza Pontida “Smiciatöt Ü”, al
secolo Mario Morotti, e il presidente provinciale della Fitp, Francesco
Gatto, che hanno consegnato gli attestati di partecipazione ai gruppi
intervenuti. Tutti molto applauditi
i gruppi partecipanti, che il folto
pubblico ha omaggiato senza esitare limitazioni.
Francesco Gatto, presidente Comitato provinciale Fitp - Bergamo
www.fitp.org
la ricerca
San Vito Martire
e la “Turniata”
20
di Francesco Tortoriello
Presidente Gruppo Folklorico
“Gregoriano”
SAN GREGORIO MAGNO
(Salerno) - Il programma liturgico
di questa festa s’intreccia e s’interseca con uno dei riti più antichi che
si conoscano: la “Turniata”. Di chiara origine pagana, ormai sopravvive solo a San Gregorio Magno
e a Ricigliano, centri entrambi in
provincia di Salerno. La “Turniata”
consiste in tre “turni” (giri) intorno alla chiesa di San Vito compiuti in senso antiorario sia dai fedeli
sia dagli animali accompagnati
dai loro padroni. Sono soprattutto
le modalità con le quali i pastori
guidano le loro mandrie e le loro
greggi che fanno di questo rito uno
spettacolo unico dal quale si evince
l’indissolubile legame che unisce
ogni animale al suo padrone.
Il pastore giunge con i suoi armenti, addobbati a festa, nella piazza
antistante alla chiesa a velocità sostenuta e la sua abilità consiste nel
guidare il montone affinché avvii il
suo primo “turno” alla conclusione
del quale si defila, si allontana lasciando che il montone prosegua
da solo trascinandosi dietro l’intero gregge per i successivi due “turni”. Terminata la “Turniata”, il pastore lancia un tradizionale grido al
montone per richiamare il gregge e
riportarlo fuori dal percorso.
Se durante i “turni” un capo di
bestiame entra in chiesa, è da
considerarsi proprietà del Santo
salvo il diritto del proprietario di
riscattarlo versando, per la celebrazione della festività, il cor-
IL FOLKLORE D’ITALIA
rispettivo valore in denaro. Durante il compimento dei “turni”
il sacerdote impartisce la “Benedictio sollemnis super animalia”
Il rito della “turniata” dura pochi
minuti ma per i pastori la preparazione del gregge inizia diversi giorni prima. Già a fine maggio, infatti,
si pratica la tosatura al fine di alleggerire e ripulire il vello per proseguire in prossimità dell’evento con
la sistemazione di vari addobbi
multicolori.
Le origini della “turniata” che i romani chiamavano “Circumambulatio” si fanno risalire addirittura
al periodo preistorico e pare che
tali usanze fossero legate al culto
del Dio Silvanus (dio delle selve,
dei boschi) adorato dai pastori
che, per conquistare i suoi favori e
come auspicio di salute e fecondità
del gregge, compivano questi giri.
Sul nostro territorio il culto del
martire lucano Vito (che visse tra
la fine del III e l’inizio del IV secolo
d.C.) pare si sia sviluppato presso
una zona adiacente alla foce del fiume Sele a pochi chilometri da Eboli
n. 03 / 2014
dove, così come vuole la tradizione,
era sepolto il suo corpo e quello di
Modesto e Crescenzia: il suo pedagogo e la sua nutrice.
Sembra plausibile, quindi, che questi antichi riti si siano continuati a
celebrare in quei luoghi anche nel
particolarissimo periodo storico
che segnava la fine del paganesimo
e l’inizio del cristianesimo fondendosi e magari sovrapponendosi ad
altri prettamente cristiani.
www.fitp.org
l’iniziativa
I colori e i suoni
della Lombardia
in vetrina
A Canzo la festa del folklore regionale
di Carmen F. Guariglia
Poetessa
22
CANZO (Como) - “Folclore e Tradizioni Lombarde in Festa”: è stato questo il festoso appuntamento che, nella cornice delle prealpi
comasche, ha riunito a Canzo i 20
gruppi folklorici lombardi aderenti alla Fitp e provenienti dalle
varie province. Venti gruppi che,
appassionati alle diverse anime
dell’arte folklorica, hanno colorato
e riempito di note musicali la città,
allietando con balli e canti popolari
tutta la popolazione presente.
Vari i momenti. La sfilata dei gruppi per le vie di Canzo, fino al piazzale della chiesa, dove alla presenza
del presidente del Comitato regionale della Fitp, Fabrizio Nicola
(nella foto a destra), delle autorità
cittadine, nella persona del sindaco
Fabrizio Turlo (con la sua giunta),
del sindaco di Sormano, Giuseppe
Gruppi partecipanti
Sormani, si è assistito alla messa,
celebrata da don Alfredo Cameroni, con l’offerta dei doni portati
all’altare da ogni gruppo al momento dell’offertorio. Coinvolgente e piena di valori anche la pausa
pranzo presso il parco Bernini.
Occasione per rinsaldare le amicizie e scoprire i tanti aspetti delle
tradizioni popolari. Spazio poi agli
spettacoli: scenari il parco Barni e
Villa Meda, situata nel centro storico di Canzo. Un susseguirsi di musica e colori che ha sortito un grande successo. Tra un gruppo e l’altro
e i tanti applausi, non è mancato
nemmeno il momento poetico,
con due poesie dialettali lette dalle autrici. La prima dalla poetessa
Mariuccia, componente del Gruppo “I Contadini della Brianza” di
Albavilla, mentre la seconda dalla
poetessa Carmen Fumagalli Guari-
glia del “Ducato di Piazza Pontida”
di Bergamo. Sono seguiti poi, gli interventi del presidente del comitato regionale lombardo, Nicola, che
ha dichiarato la sua soddisfazione
per essere riuscito a reperire per
questo raduno, sia una magnifica locazione, sia una importante
Associazione che, organizzando
la manifestazione ha potuto dare
vita a questa giornata denominata “ Folclore e Tradizioni Lombarde in Festa”. I ringraziamenti sono
andati a Oscar Masciardi, presidente dell’Associazione “Non Solo
Turismo” di Canzo. Presente anche Cristina Cappellini, l’assessore
alla cultura identità e autonomie
della Regione Lombardia, che al
microfono ha valorizzato il lavoro
“Gioppini di Bergamo”
“La Primavera”
“Baghet Band”
“Terra del Sole”
“I Picett del Grenta”
“I Tencitt”
“Arlecchino Bergamasco”
“I Brianzoli”
“Tsambal”
“Brighella”
“Renzo e Lucia”
“I Contadini della Brianza”
“Coro Ducato Piazza Pontida”
“Orobico”
“Taissine”
“Associazione culturale Bolivia”
“La Campagnola”
“Sem chi Inscì”
“Surmanei”
e l’impegno dei gruppi folklorici,
facendo presente come sia necessaria la continuità della tradizione
popolare, ricchezza culturale per
la vita dell’uomo che deve guidare
i suoi passi a non disperdere quanto lasciato dai nostri padri. Con un
omaggio a tutti i gruppi a ricordo
della manifestazione e un arrivederci, si è concluso così il festoso
appuntamento che ha cantato la
festa di ogni cuore.
23
www.fitp.org
l’appuntamento
Emozioni “mondiali”
I gruppi della Fitp animano e colorano la partita Italia-Brasile
di Francesca R. Grella
Staff del Presidente Nazionale
ROMA - I gruppi che si ritrovano
nello “stadio dei Marmi”. Il tunnel
che li conduce sulla pista e poi
l’ingresso, con il cuore che batte forte, nel magnifico scenario
dello stadio “Olimpico” di Roma.
E’ sempre una grande emozione
partecipare come ogni anno alla
partita di beneficenza che si tiene
nella Capitale. Quest’anno ancora
più emozionante, visto i recenti
dolorosi fatti ben noti, avvenuti
proprio fuori lo stadio e che hanno portato alla morte del tifoso
balli. Il tutto, quest’anno, accompagnato da un caldissimo sole romano, quasi estivo.
La sfilata lungo la pista riempie di
colori tutto lo stadio.
Molti i gruppi presenti, anche
quest’anno: “Sbandieratori e Corteo storico” di Portabonomini di
Sulmona, Gruppo folk “Marcellina”, “Sbandieratori e musici dei
7 Rioni” di Carpineto Romano,
Gruppo folklorico “Kaiatia” di
Caiazzo, Gruppo folklorico “Murgantia” di Baselice, “Clown Band”
partenopeo Ciro Esposito.
Ci si aspetta di trovare un clima
pesante, invece l’aria che si respira è quello della festa, delle grandi manifestazioni coreografiche,
delle scuole calcio dei più piccoli
e dei gruppi folklorici che sanno
riempire l’attesa con i loro canti e
e “S.Panfilo” di Sulmona, Gruppo
folk “Pescosolido”, “Sbandieratori
di Giove”, Gruppo folklorico “Norbanus”, “Folklandia” di Genzano
di Roma, “Sbandieratori Draghi”
di Castel Lariano, “Ente Palio” di
Artena, Gruppo folk “Castelraimondo”, un raggruppamento di
24
IL FOLKLORE D’ITALIA
rappresentanza della Federazione italiana sbandieratori. Il tutto,
con grande orgoglio, coordinato
dalla Fitp.
Gruppi folk delle varie federazioni, le majorette, gli sbandieratori.
Quest’anno nessuno è mancato all’appello. Prima del fischio
d’inizio, davvero commovente è
stato ascoltare tutto lo stadio, che
all’unisono, ha intonato l’inno nazionale.
Poi, il big match ha avuto finalmente luogo. Anche se la nostra
Nazionale attori ha perso contro
il forte Brasile di Zico, poco importa.
La festa sugli spalti è stata grande. La tradizione crea spettacoli
e così è stato. Mettere insieme
due o più gruppi folk è sempre un
“bellissimo rischio”, che deve essere corso. Durante la partita in-
fatti, in tribuna “Tevere”, il Gruppo folk “Murgantia” e il Gruppo
folk “Kaiatia” hanno dato vita ad
un vero e proprio spettacolo nello spettacolo.
n. 03 / 2014
Ancora una volta
i gruppi folklorici
della Fitp
protagonisti allo stadio
“Olimpico” di Roma:
tante le emozioni
prima, durante e dopo
la partita mundial
Ad un certo punto non sembravano neanche più appartenere a
due distinti gruppi. Il calcio, ma
soprattutto le tifoserie, in fin dei
conti, ce lo insegnano i nostri
gruppi, dovrebbe essere così: i
nostri idoli calcistici che si battono sul campo e noi, che tifiamo
insieme senza più violenze e senza più morti. Non si può morire
per un partita. Si può solo tifare
e divertirsi insieme. Presenti,
inoltre, per la Fitp, l’assessore di
giunta nazionale, Enzo Cocca e il
presidente regionale del comitato Fitp Lazio, Ivo Di Matteo.
www.fitp.org
25
nazionale fitp
asucci
g
A
a
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Gia
26
di Francesco Tortoriello
Presidente Gruppo Folklorico
“Gregoriano”
La Partita
del Cuore
Divertimento
e tanti gol
SAN GREGORIO MAGNO (Salerno) - La Nazionale Fitp è tornata,
per la seconda volta, ad esibirsi,
per beneficenza, nell’impianto
sportivo di San Gregorio Magno.
I festeggiamenti per San Vito,
patrono della città, hanno offerto, al Comitato feste e al Gruppo
folklorico “Gregoriano”, capitanato da Francesco Tortoriello,
l’occasione per creare un prestigioso appuntamento goliardicosportivo, per fare beneficenza.
Alla presenza di un folto pubblico
il pre-partita ha visto sfilare ed
esibirsi i piccoli del gruppo “Gregoriano” e le scuole calcio della
città. Non sono mancati gli interventi canori dei ragazzi di “Amici”
e quelli della banda cittadina, che
ha accompagnato Giada Agasucci
nell’esecuzione dell’Inno nazionale, con le squadre schierate al
centro del campo. Un plauso incondizionato e un ringraziamento
particolare è stato fatto, dal presidente nazionale, Benito Ripoli,
e dal sindaco della città, Gerardo
Malpede, a Francesco Tortoriello e
a tutti i ragazzi del gruppo per l’impegno che hanno profuso nel curare i dettagli dell’organizzazione.
I graditi ospiti (giovani “Amici” e
calciatori Fitp), hanno goduto delle massime attenzioni e il loro soggiorno nella cittadina salernitana
è stato familiare, ma di altissima
qualità. Tutti si sono ripromessi
di tornare, per offrire, ancora una
volta, spettacolo e amicizia, all’in-
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 03 / 2014
La Nazionale Fitp
IL TABELLINO
segna della solidarietà e dell’amicizia verso i meno fortunati.
La partita (calcio d’inizio fatto da
Giada Agasucci) è stata un monologo della Nazionale Fitp. I giovani
di “Amici” sono, certamente, bravissimi cantanti e ottimi professionisti, ma in campo, puramente calcistico, si sono rivelati un tantino…
Hanno comunque deliziato la platea con gag ed estemporanee perFITP
formance, non proprio calcistiche.
C’è stata partita per soli quindici minuti, poi i bianchi della Fitp,
hanno imposto la loro maggiore
classe e la loro organizzazione di
gioco.
Il risultato finale è stato di 10-4.
Ancora una volta la parte del leone l’ha fatta Antonio Ripoli, figlio
del presidente nazionale, con ben
quattro gol, che rimpingua il per-
Apollare, Perrone, Minervini, Zito, D’Amato, Di Maggio, Cota, La Padula,
De Cata, Latiano, Merla, Tortoriello, Gurgoglione, Ripoli A., Ripoli B.
AMICI
D’Aiello, Lo Presti, Carella, Ficicchia, Fiore, Polvere, Selimi, Del Moro,
Salsetta, Marletta, Vincenco, Robertazzi, Del Toro.
RETI
(FITP): Ripoli A. (4), Minervini (2), Perrone, Zito, Latiano, D’Amato.
(AMICI): Salsetta, Ficicchia, Marletta, Lo Presti.
I giovani di “Amici”
sonale carniere (nelle quindici
partite finora disputate dalla Nazionale Fitp ha messo a segno 41
reti) e si rivela, sempre più, punto di riferimento della squadra.
Comunque, anche in questa occasione, ha trionfato la solidarietà,
che era poi il vero scopo della manifestazione e, ancora una volta,
la Fitp ha dimostrato che tutta la
sua attività è improntata su amicizia, fratellanza e condivisione per
gli altri.
MORMANNO (Cosenza) - Non conosce soste la Nazionale Fitp. Tante
uscite nei vari angoli d’Italia.
In Calabria e precisamente a Mormanno, in occasione della “Festa
del Bocconotto”, il team del folklore ha sfidato e battuto col risultato di 3-0 la formazione Over 30
Calabria. Anche in questa partita a
farla da padrone sono stati il divertimento e i momenti di amicizia.
IL TABELLINO
La Nazionale Fitp
sempre in campo
in giro per l’Italia
FITP
Apollaro, Alberti, Perrone M., Perrone F., Pappaterra, Morsiglio, Caputo,
Minervini, Zito, Di Maggio, De Cata, Gurgoglione, Tortoriello, Ripoli A., Ripoli B.
OVER 30
Blotta, Colli A., Colli G., Morosei, Perrone G.D., Bloise, Spanò, Armentoro
G., Armentoro C., Armento, Sala, Cerosimo, Perrone V., Chiarelli, Regina.
RETI
(FITP): Tortoriello, Minervini, Perrone M.
vita dei gruppi
“A Lanterna”
festeggia
le nozze d’argento
di Giuseppe Cellura
LICATA (Agrigento) - Il 25.mo anniversario del Gruppo folklorico
“A Lanterna”, diretto da Gigi Burgio, è denso di appuntamenti per
un’associazione che si sta ponendo come punto di riferimento per
il folk cittadino. Per festeggiare al
meglio le nozze d’argento, il sodalizio ha deciso di organizzare numerosi eventi coinvolgendo la città
che ha risposto sempre con grande partecipazione. Lo start è stato
rappresentato dalla realizzazione di un presepe vivente nelle vie
dell’antico quartiere San Paolo che
ha richiamato un numero di visitatori andato ben oltre le più rosee
aspettative. Per questo scopo è stato recuperato una notevole quantità di materiale etnografico (oltre
mille pezzi) che altrimenti sarebbe
andato definitivamente perduto e
con il quale si spera adesso di realizzare un museo etnografico. “A
Lanterna” è stata poi presente al
mandorlo in fiore di Agrigento e in
numerose altre sagre in giro per la
Sicilia. Da segnalare lo spettacolo
“U cuntu di Sant’Angilu”, riadattamento della vita del santo patrono portato in scena al Teatro “Re”
e in occasione del quale è stata
presentata la più giovane iscritta
italiana alla Federazione italiana
tradizioni popolari: Aurora Zimmile (nella foto in basso) di soli tre
mesi. Durante lo spettacolo sono
state intonate due canzoni scritte
da Gigi Burgio e Lorenzo Alario:
“Sant’Angelo” e “Sant’Angiluzzu”.
Il prossimo appuntamento del
Gruppo è il 46.mo Festival internazionale del folklore, che verrà
ospitato dalla cittadina polacca
di Zakopane nel mese di agosto.
Da quest’anno il gruppo ha anche
ripreso l’attività con i più piccoli
(età compresa tra i 4 ai 12 anni)
con più di trenta iscritti. Il neo presidente Andrea Burgio si è detto
soddisfatto del lavoro del proprio
gruppo, grazie all’impegno e alla
disponibilità tutti i ragazzi. “A Lanterna” è proiettata anche sul futuro e l’obiettivo è quello di riuscire
a riorganizzare, dopo diversi anni,
il premio Rosa Balistreri (cantante
folk licatese) che premia personaggi che portano avanti il nome della
città di Licata. Il gruppo, da sempre impegnato nel tramandare e
nel divulgare le antiche tradizioni
della Sicilia e di Licata, per anni ha
inoltre organizzato il Festival internazionale del folklore “Insieme”
che si spera di poter tornare ad
ospitare in tempi brevi.
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 03
02 / 2014
“Città di Tempio”
canta e balla in Indonesia
TEMPIO PAUSANIA - Un’altra perla alla sua collana artistica: l’Accademia tradizioni popolari “Città
di Tempio” è stata protagonista
del Erau International Folk and
Art Festival, svoltosi nel’isola del
Borneo – East Kalimantan – nello
Stato dell’Indonesia. Notevole il
successo: tante e festanti le persone presenti agli spettacoli con
richieste di foto e anche autografi.
L’Accademia ha proposto come
consuetudine il proprio folklore,
rappresentato dalle danze galluresi (Baddu Cantatu, Dui in Tre, Danza, Passu Trincatu) e i canti della
tradizione gallurese e sarda come
la Filugnana, Non Potho Reposare,
Assandira, Muttetti.
Il gruppo, unico rappresentante
italiano e sardo, ha condiviso le
emozioni esibendosi in quattro
differenti location con altri dieci
gruppi provenienti dalle Filippine,
Bangladesh, Corea del Sud, Colombia, Olanda, Lituania, Russia,
Ungheria, Croazia, Egitto e ad una
ventina di gruppi etnici locali rappresentanti delle culture “Dayak”
(più conosciuti nel mondo come
“Tagliatori di teste”).
Inoltre ha partecipato ad altre manifestazioni collaterali come “Erau
Custom Ceremonies” nella casa del
Sultano – il “Beseprah” una colazione tipica con menu del Kutai alla
quale partecipa tutta la popolazione (in una location lunga un chilometro tutta ricoperta di pietanze e
seduti per terra) – “Green Tenggarong” dove tutti i partecipanti del
festival contribuiscono a mettere a
dimora piante endemiche – “Indonesia Crossculture Parade” una parata di maschere e gruppi tradizionali dell’intera regione del Borneo.
flettere sull’importanza comunicativa e l’abbattimento delle barriere
razziali che hanno questo tipo di
scambi culturali, che portano una
rappresentanza locale come quella
italiana ha far conoscere la nostra
cultura in luoghi lontani dove è
quasi impossibile vedere o incontrare turismo europeo e/o americano».
“Città di Tempio” è stato ricevuto
anche dal sultano a Kedaton, dalla
governatrice del Kutai Kartanegara
e dall’Ufficio della cultura del Kutai
Kartanegara. Il gruppo ha offerto
anche una festa italiana, proponendo lezioni di danza e nella parte culinaria pasta e pizza per tutti,
oltre ad un assaggio di formaggi e
salumi nostrani. «Un’esperienza
sicuramente positiva - sostengono
dal sodalizio tempiese - che ti fa ri-
La delegazione tempiese era composta da venti persone tra ballerini
e musici: Gabriele Addis, Mariella
Addis, Alessandro Brundu, Andrea
Brandano, Paolo Bellu, Lorenzo
Cossu, Luigi Gana, Elena Favini, Ilenia Favini, Giorgia Murrucciu, Alessandro Melis, Stefano Pes, Giammario Pintus, Silvia Sanna, Emilia
Scolafurru, Giusi Spano, Valentina
Spano, Antonella Sechi, Veronica
Simone, Alessandro Zizi.
vita dei gruppi
“Motl la Fnodd” con Vasco Rossi
“Ittiri Cannedu”
spegne 40 candeline
30
Un dvd e un incontro per celebrare i 40
anni dell’Associazione dell’Associazione culturale e foklorica “Ittiri Cannedu”.
Nell’ambito del Festival internazionale “Ittiri Folk Festa” che si aprirà il 17 luglio ad
Alghero (Sassari) per trasferirsi poi il 18 a
Ittiri (sempre in provincia di Sassari), sarà
la giornata del 21 quella dedicata in modo
particolare ai festeggiamenti del quarantennale del sodalizio sardo. Piazza Umberto ospiterà, con un ballo tondo, il raduno
di tutti i vecchi componenti dell’Associazione per un gioioso momento di incontro.
Verrà pure proiettato un dvd sui 40 anni del
Gruppo. La serata verrà completata con i
piatti tradizionali e le musiche dei gruppi
stranieri. Da segnalare la collaborazione
straordinaria con l’Associazione “Bacco
Rock Club” che ha deciso di trasformare un
tradizionale appuntamento di inizio estate
dedicato all’abbinamento del vino con il
rock e la moda, in un happening speciale
che coniuga vino e folklore.
Una foto con una delle star più amate della musica italiana e internazionale:
Vasco Rossi. E’ l’esperienza vissuta dal Gruppo folk “Motl la Fnodd” di
Mottola (Taranto), presieduto da Maria Lattarulo. Alcuni componenti del
sodalizio pugliese, tra questi il direttore artistico Piero Palagiano, hanno avuto l’onore di farsi fotografare con il mitico “Blasco” a Castellenata
Marina in un momento di vacanza e relax dell’artista emiliano. Un momento da ricordare per il Gruppo folklorico di Mottola. Una foto da mettere nell’archivio e da tenere bene in vista. Infatti, non capita tutti i giorni
incontrare personaggi famosi e tanto meno “strappare” una foto-ricordo.
Folklore e fio
ri d’arancio
«Una storia d’
amore meraviglio
sa. Di quelle vere
sione. Ma anche
, pure e ricche di
coinvolgente e te
pasnera soprattutto pe
vista crescere co
r chi, come me, l’h
n il salterello, il
a
ballo del cortegg
giamento che si
iamento. Un corte
è ripetuto nelle pr
gove e negli spetta
certo, anche nella
coli come, e ne so
vita di tutti i giorni
no
co
n un solo gesto,
Ora quella storia
un solo sguardo.
, quel sogno, è di
ventato realtà e tu
nostri più affettuos
tti
no
i vogliamo fare i
i auguri agli spos
i”. Il presidente de
“La Mannola” di
l
Gr
uppo folklorico
Amandola (Ferm
o), Giuliano Ciat
d’arancio arrivati
toni, saluta così
nel sodalizio. I ba
i fiori
llerini Serena Mer
si sono uniti in m
curi e Fabio Ottavi
atrimonio, corona
ani
ndo nel migliore
cresciuto al suon
dei modi un amor
o dell’organetto
e
che accompagna
tipico del centro
il saltarello, il ba
Italia e in partico
llo
lare delle March
e.