storia delle memorie - "PARTHENOPE"
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storia delle memorie - "PARTHENOPE"
STORIA DELLE MEMORIE - SICSI 2005/2006 Indirizzo Tecnologico – Classe A042 Battiloro Raffaella D'Onofrio Florindo 1 Il nostro itinerario sulla memorizzazione dei dati Valvole - Tubo a vuoto Perforatore di schede Linee di ritardo acustico Tubi a raggi catodici Tamburo di memoria magnetica Nuclei di ferrite Nastri magnetici Floppy-disk Dischi magnetici CD-Rom DVD Memoria virtuale Semiconduttori ad accesso casuale Microprocessori EPROM Memorie flash 2 La memorizzazione e la elaborazione dei dati Quando il computer nacque negli Stati Uniti, nel 1940, probabilmente la memoria di massa più usata era rappresentata da "carta e matita" Più avanti, l’idea di sfruttare supporti già largamente sperimentati, portò all'introduzione di nastri perforati ed in seguito delle schede perforate 3 Nei primi elaboratori, la memoria è costituita da valvole, ognuna delle quali non può memorizzare che un solo bit. L’aumento della memoria si scontra quindi con il problema dell’affidabilità, a causa della propensione delle valvole a bruciarsi anche dopo poche ore di funzionamento continuo. 4 Tubo a vuoto Valvola Il tubo a vuoto, noto poi anche come “valvola”, è nella forma più semplice un'ampolla di vetro in cui è stato praticato il vuoto e che contiene i due capi di un circuito elettrico. A seconda della tensione applicata, il tubo consente o meno il passaggio degli impulsi elettrici, indicando così convenzionalmente i simboli 1 e 0. 5 Ogni istruzione introdotta nella memoria si compone di due parti: la prima serie di impulsi indica qual è l’operazione da compiere; la seconda parte indica invece la posizione della memoria in cui si trova il dato che è necessario all'operazione, cioè il suo “indirizzo”. I risultati dell’elaborazione vengono materialmente forniti dall’elaboratore attraverso le unità per l’emissione dei dati 6 Il più semplice di questi dispositivi è il perforatore di schede, che provvede a convertire i risultati. Dalla forma binaria in quella comprensibile all'uomo: una serie di punzoni mossi da opportuni impulsi inviati dall'unità centrale di elaborazione, trasforma i risultati in perforazioni su schede. 7 Macchina perforatrice Scheda perforata Perforatrice IBM 8 Gli svantaggi più evidenti di questi mezzi erano ovviamente l’ingombro, la scarsa sicurezza, la fragilità e la flessibilità praticamente nulla per modificare anche un solo dato occorreva riscrivere l'intero nastro rischiando il suo danneggiamento La vera evoluzione per l'archiviazione dati è iniziata con l’introduzione dei supporti magnetici: dapprima schede magnetizzate e nastri, come quelli dei registratori, il cui unico svantaggio è dato dalla lentezza di archiviazione e lettura, ed in seguito dai dischi 9 Il problema dell'affidabilità delle memorie viene in un primo momento aggirato con l’impiego di linee di ritardo acustico costituite da cilindri riempiti d’acqua o (soprattutto) di mercurio con alle estremità due cristalli piezoelettrici di quarzo. 10 I primi computer ad adottarlo, nel periodo 1949-53, sono l'Edsac , il Seac , l'Univac 1 e l'Edvac; in seguito anche il Binac e il Whirlwind. EDSAC 11 EDVAC 12 BINAC WHIRLWIND 13 UNIVAC 1 Tecnico al controllo di un'unità di memoria dell' UNIVAC 1 14 Un impulso che giunge ad uno dei cristalli viene trasformato in vibrazione meccanica, trasmessa come vibrazione acustica attraverso il mercurio all'altro cristallo e da questo ritrasformato in impulso elettrico. In tal modo il segnale giunge ritardato del tempo occorrente perché il segnale acustico attraversi il fluido; nel circuito è possibile trasmettere mille segnali al secondo e cioè memorizzare mille segnali binari purché gli impulsi che si ottengono all'uscita, deformati e attenuati, siano costantemente rigenerati (cioè «letti» e continuamente «riscritti»). 15 Un altro sistema inizialmente impiegato in funzione di memoria è quello ideato da Frederic Calland Williams (noto per i suoi studi sul radar) che utilizza tubi a raggi catodici e che registra le informazioni sui vari punti del fosforo che ricopre lo schermo. È la prima memoria ad accesso casuale. Con tale tecnica si memorizzano da mille a duemila cifre binarie con un tempo di accesso di 10-20 microsecondi rispetto ai 400 microsecondi delle linee di ritardo acustico. 16 II problema dei tubi di Williams è la scarsa affidabilità poiché sono molto sensibili ai disturbi elettromagnetici e perché lo strato di fosforo può avere dei «buchi». Nell'IBM 701 si ha mediamente un errore di lettura ogni 20 minuti. Anche la durata è molto limitata: 50-100 ore di funzionamento. I computer che utilizzano la memoria elettrostatica a tubi catodici sono una quindicina, tra cui quello costruito all'Istituto di studi avanzati (IAS) di Princeton da von Neumann e un gruppo di macchine che seguirono, costruite fra il 1950 e il 1956: Illiac dell'Università dell'Illinois, Ordvac (Aberdeen proving group), IBM 701-19, Sperry Rand 1103, Ferranti Mark 1 di Manchester e Whirlwind del MIT. MARK 1 17 MARK 1 (Lato sinistro) Primo programma memorizzato con Mark 1 18 Tamburo di memoria magnetica Nel 1947-1948 viene introdotto il tamburo di memoria magnetica, come dispositivo di memorizzazione dati nel computer (alternativa a nastro esterno). L'idea del tamburo magnetico viene avanzata per la prima volta nel 1946 da un gruppo di ricercatori di Princeton. 19 La prima realizzazione è del 1950 e si deve alla ERA, una piccola società sorta nel 1944 per realizzare una ventina di piccoli supercomputer Atlas ad alta velocità per uso militare. La versione commerciale ERA 1101 dispone di tamburi in grado di memorizzare fino a un milione di caratteri. 20 TAMBURO MAGNETICO 21 Come funziona un tamburo magnetico Una serie di testine magnetiche "scrive" i dati e le istruzioni sulla superficie cilindrica del tamburo in forma di punti magnetizzati e li "legge" poi in pochi millesimi di secondi. 22 Fra i primi computer ad utilizzare il tamburo magnetico, c'è il Mark 1 dell'Università di Manchester, dove il tamburo magnetico sostituirà i tubi catodici di Williams. A livello industriale, il tamburo magnetico sarà invece utilizzato per la prima volta dalla IBM per il modello 650. In questo computer, la velocità di rotazione del tamburo è spinta fino a 12.500 giri al minuto, almeno tre volte quella di analoghi dispositivi di macchine concorrenti, per ridurre ad un terzo il tempo di accesso alle informazioni registrate. 23 Nuclei di ferrite Nei primi anni '50, la memoria a tamburo viene sostituita da milioni di nuclei di materiale magnetico (ferrite) che consentono di registrare in poco spazio un numero molto maggiore di dati e di leggerli mille volte più rapidamente (un milionesimo di secondo) 24 I nuclei sono microscopici anellini di materiale magnetico, del diametro di pochi decimi di millimetro, attraversati da due fili elettrici fra loro perpendicolari: al passaggio degli impulsi provenienti dall'unità di immissione dei dati, ogni nucleo si può magnetizzare in due sensi opposti e può così registrare convenzionalmente l' 1 o lo 0. 25 Al passaggio degli impulsi provenienti dall'unità di immissione dei dati, sui due fili che si incrociano ad angolo retto nell'anellino si può registrare un «bit». II primo computer ad utilizzare sperimentalmente questo tipo di memoria è una macchina costruita nel 1953 al MIT e successivamente il Bizmac della RCA. 26 Un terzo filo elettrico è in grado di prelevare l'informazione registrata riconoscendo lo stato del nucleo e inviando un impulso corrispondente in pochi millesimi di secondo. L'esecuzione delle operazioni aritmetiche e logiche viene svolta all'interno dell'unità centrale mediante circuiti a tubi elettronici, il cui impiego costituisce la caratteristica tecnologica che contraddistingue gli elaboratori della "prima generazione". 27 Le memorie magnetiche (ne vengono realizzate anche con un milione di anellini) permettono una grande affidabilità tanto da essere adottate dal 98 per cento dei computer dell'epoca. Prima della loro messa a punto, l'80 per cento delle macchine erano a memoria elettrostatica con tubi a raggi catodici. Le memorie con nuclei di ferrite sono comunque molto ingombranti: per memorizzare 4.096 byte è necessario il volume di un cubo di dieci centimetri di lato. 28 Tutti questi sistemi magnetici sono inamovibili dalla macchina e, una volta riempiti con i dati, per effettuare altre elaborazioni bisogna cancellare una parte di memoria. Verso la metà degli anni 50 le possibilità applicative degli elaboratori vengono notevolmente ampliate dall'impiego di memorie ausiliarie esterne. Le memorie ausiliarie esterne, come nastri e dischi magnetici, sono invece amovibili, consentendo così di immagazzinare un numero infinito di dati e di programmi. 29 Nastri magnetici 1950 UNIVAC 1 La Eckert&Mauchly Computer Corporation produce il primo calcolatore prodotto in serie, l'Univac-1. Questo computer è il primo ad utilizzare un'affidabile memoria esterna su nastro magnetico 30 Le unità a nastro possono registrare o leggere informazioni alla velocità di 15 mila caratteri (cifre, lettere o simboli) al secondo, cioè quasi 50 volte superiore a quella possibile con le schede perforate. Più unità a nastri possono essere collegate allo stesso elaboratore, permettendo così di immagazzinare milioni di informazioni. Le prime bobine erano grandi come una torta e potevano registrare alcuni milioni di caratteri 31 I nastri magnetici sono fettucce di plastica ricoperte di ossido metallico sulle quali le informazioni vengono memorizzate in forma di punti magnetizzati o non magnetizzati lungo piste parallele per rappresentare i simboli 1 e 0. Come avviene nei comuni registratori, i dati vengono registrati e letti da una testina magnetica su un nastro che scorre ad una velocità di quasi due metri al secondo. 32 Esistono due tipi di registratori magnetici: dedicati: sono realizzati per potere essere utilizzati solo grazie ad un computer, offre i vantaggi di una più semplice gestione e di una maggiore affidabilità dovuta soprattutto alla velocità (sempre uniforme) di avvolgimento del nastro non dedicati Nonostante il fatto che il registratore dedicato sia più affidabile vi sono alcuni problemi legati alle parti meccaniche del registratore e al trattamento vero e proprio dei file da memorizzare 33 Testina di lettura e scrittura di un disco rigido vicino a due testine per unità a nastro magnetico Unità di scrittura e lettura per nastri magnetici a bobina Nastro magnetico a bobina, utilizzato fino alla prima metà degli anni '80 per conservare informazioni 34 I nastri degli anni '90 avranno lo stesso formato delle cassette audio e conterranno una quantità di dati mille volte superiore. Nastro a cassetta 35 Dallo stesso principio nasceranno nel 1950 i floppy-disk e in seguito i dischetti con custodia rigida utilizzati nei personal computer. I floppydisk sono inventati (nella dimensione di 8 pollici) da Yoshiro Nakamats, un ricercatore dell'Università di Tokyo che vanta 2.360 brevetti nei più diversi campi, dal golf agli altoparlanti, e che per questa invenzione cederà i diritti alla IBM. 36 Unità di lettura e scrittura per floppy disk da 5".25 Vari tipi di floppy-disk di diverse dimensioni e capacità 37 I floppy-disk permetteranno una sempre maggiore densità di registrazione, passando: dai 180 mila caratteri su una sola facciata di un disco da 8 pollici (203,2 millimetri) della fine degli anni '70 al milione e mezzo del successivo standard da 5,25 pollici (133,35 millimetri; sviluppato da un team di ingegneri guidato da Alan Shugart nel 1978) quello da 3,5 pollici (88,9 millimetri) con custodia rigida, messo a punto dalla Sony nel 1982 e adottato inizialmente da Apple e Hewlett Packard. 38 Visto dall'esterno il floppy disk si presenta come un dischetto di materiale sintetico inserito in una "busta" di plastica di protezione provvista di una serie di aperture: un foro centrale, un piccolo foro vicino alla corona interna, una tacca per l'attribuzione della scrittura, una finestra ovale Teoricamente sarebbe possibile usare tutta la superficie del disco per memorizzare dati In realtà il dispositivo di controllo (il drive) struttura il floppy disk in un insieme di tracce circolari concentriche ognuna delle quali viene poi suddivisa in un certo numero di settori Il numero di tracce e settori varia con la densità di informazioni che è possibile memorizzare 39 Contrariamente a quanto avviene per i dischi rigidi, nei floppy e minifloppy la testina è a contatto effettivo con la superficie del disco. Una particella di polvere può far saltare la testina e quindi il numero di errori del dispositivo è relativamente elevato, così come il consumo della superficie magnetizzata. I floppy non possono quindi ruotare ad alta velocità come nel caso degli hard disk. 40 Mentre per leggere un'informazione registrata su nastro è necessario svolgerlo dall'inizio fino al punto che interessa, i dischi magnetici sono invece unità di memoria ad accesso diretto che consentono di raggiungere istantaneamente qualsiasi dato registrato La memoria a dischi 41 1956 Nel primo numero dell' ‹‹IBM Journal›› si parla per la prima volta di un nuovo tipo di memoria di massa: il disco magnetico. Le unità Ramac 305 (Random Access Memory Accounting Computer) includono il sottosistema a dischi magnetici rotanti, consentendo l'accesso diretto ai dati registrati 42 Presentata per la prima volta nel 1956 sul Sistema IBM 305 Ramac, RANDOM ACCESS MEMORY ACCOUNTING COMPUTER, la memoria a dischi è simile al juke-box. 43 Hard disk Il primo disco magnetico rigido fu il RAMAC prodotto dall'IBM ed immesso sul mercato nel 1956 I dischi rigidi possono essere fissi montati quindi stabilmente sul computer mobili montati tramite un sistema di cartucce La necessità di una maggiore rapidità ed efficienza rispetto ad un floppy disk hanno portato ad un sistema di elaborazione a testine mobili o flottanti Questo è dovuto al fatto che il disco rigido è composto da diversi strati, la lettura e la scrittura deve essere eseguita da più testine che si muovono sulla superficie del disco a circa mezzo micron di distanza per diminuire il tempo di accesso 44 Nei primi sistemi a disco rigido non vi era un sistema di lettura/scrittura mobile. Queste operazioni era demandata ad una serie di testine fisse Ognuna di esse aveva sotto il proprio controllo una o più tracce del disco ed il settore interessato veniva individuato e raggiunto tramite la rotazione del disco che portava il settore stesso al di sotto della relativa testina Con la necessità di raggiungere sempre maggiori velocità di elaborazione si passò a meccanismi a dischi multipli dotati di più testine per ogni traccia del disco Il sistema delle testine flottanti venne introdotto in seguito aumentando la velocità di elaborazione dei dati ma anche la complessità di gestione e i costi di produzione. 45 La memoria principale continua ad essere a tamburo magnetico. Una o più testine magnetiche penetra tra i dischi e provvede alla registrazione o alla lettura dei dati raggiunti in un tempo valutabile in millisecondi. L'unità di memoria di Ramac è costituita da una pila di 50 dischi metallici montati su un asse di rotazione verticale. Pila di dischi metallici 46 Una pila di dischi metallici ruotanti immagazzina le informazioni sulle proprie superfici lungo piste concentriche e in forma di punti magnetizzati La disponibilità dei dischi magnetici, capaci di individuare e aggiornare, in frazioni di secondo, informazioni sparse tra la gran massa di dati archiviati, fornisce grande impulso alle applicazioni degli elaboratori. 47 I dischi hanno un diametro di 24 pollici (circa 60 centimetri), uno spessore di circa 2,5 millimetri e sono distanziati di 7,5 millimetri. 48 Nel complesso la pila misura circa mezzo metro d'altezza. I dischi ruotano a 1200 giri al minuto e possono registrare complessivamente cinque milioni di caratteri, ognuno dei quali può essere letto in meno di un secondo. 49 I tempi di accesso dell'ordine dei secondi del Ramac 305 non sono brillanti e la densità di registrazione è sei mila volte inferiore a quella di un IBM 3380 del 1983. La disponibilità, però, dei dischi magnetici comunque dà un grande impulso alle applicazioni degli elaboratori. 50 La quantità di informazioni memorizzabili su un disco magnetico aumenterà notevolmente col tempo e in circa 25 anni crescerà di sei mila volte passando Dai 2000 byte per pollice quadrato dei primi IBM Ramac A 12 milioni sulle unità con tecnologia cosiddetta «thin film» (a film sottile) della classe 3380. Nell'IBM 3380, il più diffuso fra i maggiori computer dei primi anni '90, la distanza fra le piste dei dischi sarà di 12 micron e la densità di registrazione di 50 mila bit per millimetro quadrato, con un incremento di 36 mila volte in 30 anni e una riduzione di cento volte dell'ingombro della memoria a dischi. 51 Anche l'affidabilità raggiungerà livelli incredibili: su tali dischi si potrebbe scrivere e leggere per diecimila volte il contenuto di tutti i quotidiani pubblicati giornalmente in Italia senza sbagliare neppure un carattere. Nei laboratori di ricerca si sperimentano con successo densità 40 volte maggiori: 2 Megabyte per millimetro quadrato. 52 Un vecchio disco rigido di un sistema IBM 360 da 200 Mbyte da 14" Disco rigido aperto Disco rigido estraibile (prima metà degli anni '80). In realtà è costituito da una pila di dischi magnetici 53 I dischetti magnetici saranno superati in alcune applicazioni dai CD-Rom a lettura laser che possono immagazzinare su un unico dischetto una mole di dati pari all'intera Enciclopedia Britannica restituendo sul video non solo i testi, ma anche le figure e addirittura i suoni. CD-ROM e unità di lettura 54 Dischi ottici L'ultima generazione di supporti per l'archiviazione dati è quella dei dischi ottici suddivisibili in tre categorie: disco digitale audio (compact disc) disco digitale video (DVD) disco digitale come memoria di massa per computer (CDROM) La lettura e la scrittura (quest'ultima è possibile solo grazie ai masterizzatori) su questi dischi avviene tramite una testina laser che tramite l'angolo di riflessione della luce sulla parte metallica del disco individua e decodifica le informazioni incise 55 CD Rom Il CD-ROM nasce nel 1983 La sigla significa Compact Disk - Read Only Memory E' un mezzo di immagazzinamento dati che usa un laser ottico per leggere (a una velocità di 140cm/sec) dei microscopici avvallamenti Gli avvallamenti sono incisi con andamento di forme spirali dal centro verso l'esterno (a densità costante), su un disco argentato riflettente (il colore argentato viene da uno strato di alluminio che fa da supporto) Gli avvallamenti rappresentano i bit di informazione: la sua capacità è pari a 575 floppy disk da 1,44 Mbyte 56 Il termine CD-R sta in breve per CD-ROM registrabile e si riferisce ad un CD che non presenta avvallamenti sulla superficie e che quindi è vuoto Al posto dello strato di alluminio, il CD-R ha una pellicola colorata speciale su cui si possono incidere gli avvallamenti con il calore cioè dando al laser che normalmente legge soltanto gli avvallamenti una potenza maggiore, in modo che bruci la superficie. È un'azione che si può fare solo una volta su ogni CD-R Si possono però lasciare delle aree vuote e scriverle in seguito, creando un cosiddetto CD multisessione 57 58 CD-Rom 59 Masterizzatori 60 DVD Il DVD acronimo di Digital Versatile Disk rappresenta il naturale miglioramento della tecnologia CD-ROM Utilizza una tecnologia di memorizzazione digitale su dischi ottici, il DVD è in grado di sostituire gli attuali CD audio, CD-ROM, PHOTO CD e VHS La sua capacità di memorizzare dati è pari a 4,7 gigabyte (Gb), garantendo una piena compatibilità in lettura con i maggiori dispositivi di archiviazione ottica Il suo supporto può essere cancellato e riscritto come su un disco fisso grazie ad una particolare tecnologia chiamata "Phase Change" ideata dalla Panasonic nel 1996 I dati risiedono su un supporto trasparente nel quale è inserita una superficie riflettente costituita da una lega che varia il proprio stato quando è riscaldata dal raggio laser del DVD 61 Durante la scrittura, il raggio laser ad alta temperatura incide la lega del supporto creando una struttura amorfa con un punto poco riflettente che equivale ad un bit pari a 1 La cancellazione dei dati dalla matrice si effettua utilizzando il raggio laser con una temperatura leggermente inferiore, che riporta il punto ad un aspetto cristallino che viene interpretato come un bit pari a 0. Per la lettura dei dati, il raggio laser colpisce la superficie del disco ad una debole potenza, interpretando le aree più o meno riflettenti come 1 e 0 62 Un tipico DVD 63 Esistono vari tipi di DVD, tra cui: DVD-ROM: sono i supporti che si possono solo leggere (Read Only Memory) DVD-RAM: sono i supporti riscrivibili Caratteristiche tecniche: Tempo di lettura: la velocità di trasferimento dati raggiunge i 2700 Kbyte/sec. per la lettura di un DVD e 3600 Kbyte/sec. nella lettura di un CD-ROM Tempo di accesso: i valori si aggirano intorno ai 110 millisecondi in lettura CD e 150 millesecondi con i supporti DVD 64 1953 La IBM annuncia il Sistema 370, un elaboratore di grandi dimensioni, con una memoria di tre milioni di caratteri e capace di eseguire in un secondo dodici milioni e mezzo di operazioni elementari. L' elaboratore dispone della cosiddetta "memoria virtuale" 65 Ogni programma, per essere eseguito, deve essere portato nella memoria principale dell' elaboratore. La macchina, quindi, può svolgere solo programmi la cui ampiezza complessiva non superi la capacità ella memoria principale. Per superare questa limitazione, è stata messa a punto la tecnica nota come "memoria virtuale". 66 Il programma da svolgere è registrato sulla memoria ausiliaria a dischi, molto più ampia ed economica di quella principale, e suddiviso in tante piccole parti, o pagine. Ad ogni istante viene trasferita nella memoria principale solo la pagina necessaria in quel momento, che viene riportata sul disco mentre un'altra la sostituisce nella memoria principale e cosi via. 67 Con questo metodo, l' elaboratore opera come se disponesse di una memoria principale molto più ampia di quella reale. Nel modello 145 del Sistema 370, la IBM adotterà per la prima volta una memoria centrale composta di circuiti a semiconduttori,in sostituzione della memoria a nuclei magnetici. 68 1964 Elaboratore tipico della ‹‹terza generazione››, l'IBM Sistema/360 è proposto in 12 modelli che si differenziano per la velocità operativa (da 30 mila a 20 milioni di operazioni al secondo) e per la capacità di memoria principale (da 4 mila a 4 milioni di caratteri). 69 Il ‹‹360›› opera a velocità di nanosecondi (miliardesimo di secondo), ha una memoria in grado di adattarsi a programmi scientifici o commerciali, è articolabile in base alle esigenze del committente. Nel 1968, in una sua nuova versione (il Modello 85), sarà inserita una memoria di transito ad alta velocità, cosiddetta "cache". 70 Nello stesso anno 1964, oltre al Sistema/360, la IBM realizza Hypertape, una unità di memoria a nastro magnetico con una velocità di scrittura e lettura di 340 mila caratteri al secondo: una rapidità che resterà insuperata per un decennio. 71 1970 La Intel produce la prima RAM (RandomAccess Memory), la memoria a semiconduttori ad accesso casuale da 1Kbyte, che verrà adottata immediatamente nella costruzione di nuovi computer al posto delle memorie a nuclei magnetici di ferrite. Nel 1973, la capacità della RAM sarà portata a 4 K e nel 1975 a 16 K. 72 1971 Quest' anno vede l'inizio della rivoluzione industriale e il suo motore è costituito dalla straordinaria invenzione del microprocessore o MPU (MicroProcessing Unit), ad opera di tre ingegneri elettronici della Intel di Santa Clara che riescono a concentrare su una piastrina di 4 millimetri per 3 un "supercircuito integrato". 73 Esso contiene ben 2.250 transistor che costituiscono tutti i componenti di una unità centrale di elaborazione: "cervello", memoria di entrata e di uscita. La realizzazione elettronica dello schema porta alla realizzazione del primo microprocessore: l'Intel 4004. Processore Intel 4004 74 Il microprocessore, sia pure allo stato embrionale, riunisce in un circuito integrato relativamente semplice, ma dall'architettura già matura e predisposta per ulteriori sviluppi, tutti gli elementi aritmetici, logici e di controllo indispensabili per un elaboratore. 75 Una nuova versione del microprocessore, la Intel I-4040, troverà immediata applicazione in un impianto per il controllo dei semafori lungo le grandi arterie cittadine, dimostrando come il microprocessore sia destinato ad una serie imprevedibile di applicazioni. 76 I circuiti integrati saranno utilizzati non solo nelle unità logiche, aritmetiche e di controllo, ma anche nella memoria principale. Le informazioni saranno cioè immagazzinate nei circuiti elettronici sotto forma di presenza o assenza di tensione elettrica. In questo modo è possibile ridurre praticamente della metà lo spazio necessario alla memoria, aumentare la velocità operativa per la maggior vicinanza tra i circuiti e diminuire la possibilità di guasti attraverso l'eliminazione di molte connessioni circuitali qui ricavate sulle piastrine stesse di silicio. 77 Il primo computer ad utilizzare una memoria centrale interamente composta di circuiti a semiconduttori in sostituzione della memoria a nuclei magnetici sarà, nel 1971, il Sistema IBM 370 Modello 145. 78 79 Nel 1971, alla Intel, viene realizzata la EPROM (Erasable Programmable Read Only Memory,memoria di sola lettura cancellabile) La prima EPROM commercializzata al mondo è la Intel1702. L' inventore è Dov Frohman, che la concepisce come mezzo economico per immagazzinare programmi per microprocessori. La EPROM è un particolare componente elettronico in grado di memorizzare migliaia di dati; di essa esistono diversi modelli, ciascuno con una capacità di memoria differente; la caratteristica della EPROM è che può essere cancellata e riprogrammata un gran numero di volte. 80 La cancellazione dei dati memorizzati in un chip EPROM avviene esponendolo alla luce ultravioletta. Se il contenitore è impermeabile ai raggi ultravioletti, la EPROM non è cancellabile e viene chiamata OTP (One Time Programmable). 81 Un esempio di Software applicativo per Programmatore di Eprom Centraline di Iniezione/Accensione Eprom Le centraline sono dei dispositivi elettronici in grado di rilevare le condizioni di esercizio del motore e di modificare il funzionamento degli organi interessati. Esse governano tutte le funzioni vitali del motore, dall'iniezione del carburante nei cilindri, alla corretta fase della scintilla nella camera di scoppio, ai sistemi antislittamento in frenata ( ABS ), ai sistemi di controllo della trazione. 82 Le EPROM riprogrammabili, le più diffuse, sono dette anche REPROM (Reprogrammable Read Only Memory) e EEPROM (Electronically Erasable Programmable Read Only Memory). Nel 1991 la Intel abbandonerà le ricerche sulle EPROM a favore di quelle per le cosiddette "memorie flash". 83 1986 La Toshiba annuncia la produzione della "flash memory". Si tratta dell'innovazione più rivoluzionaria nel settore e forse la prima invenzione giapponese perfezionata da un'industria statunitense, la Intel, che per un ventennio ha ideato le innovazioni poi adottate dalle industrie giapponesi. 84 Dal 1986, le EPROM e altri dispositivi di memoria cominceranno ad essere sostituiti dalle cosiddette «flash memory card» che dispongono di circuiti integrati su una scheda grande come una carta di credito (cosiddetta PCMCIA, Personal Computer Memory Card International Association). 85 Le schede sono più leggere (circa 30 grammi), richiedono meno elettricità (circa 3 Volt) e consumano venti volte meno di un hard disk, non hanno parti meccaniche in movimento e non cancellano le informazioni quando viene interrotta la corrente, come avviene invece nei chip di memoria ad accesso casuale (RAM). La capacità di memoria può arrivare ad oltre 40 Megabyte. Oltre alle espansioni di memoria, le schede PCMCIA possono essere utilizzate come fax-modem e ethernet-lan per inserire un computer portatile in una rete locale. 86 Uno degli svantaggi di una compact flash memory card è la loro limitata capacità di memoria. Una soluzione è l'alta velocità e l'alta capacità dei dispositivi dell'hard disk. Fino a poco tempo fa questi dispositivi erano troppo grandi e costosi per essere montati sulle "camere", ma il problema si è risolto con l'introduzione da parte dell' IBM di dispositivi Microdrive dell'hard disk. 87 Questi dispositivi sono più piccoli nel volume e più leggeri da poter essere montati in uno CompactFlash slot su una camera digitale o un lettore di flash card. Essi sono diventati di largo consumo nelle "camere" di molti consumatori. 88 Le più moderne macchine digitali usano una memoria rimovibile, di solito la flash memory card, ma anche piccoli hard disks, o Cdrom, o qualche variazione di floppy disks. Qualunque esso sia, un dispositivo di memoria removibile consente di rimuoverlo quando diventa pieno e di sostituirlo con un altro. Il numero di immagini è limitato al numero di dispositivi a disposizione e alla capacità di ciascuno. 89 Le "camere" supportano una grande varietà di flash memory cards, che si differenziano tra loro per la capacità la risoluzione con cui vengono assimilate le immagini la modalità di compressione utilizzata Tutte hanno il vantaggio di essere cancellabili e riutilizzabili essere rimosse possono essere ricollocate nei computer o nelle stampanti per acquisire le immagini 90 I VARI TIPI DI FLASH MEMORY PC Cards PC Cards hanno una capacità molto alta ma la loro dimensione molto grande ha portato a farle utilizzare solo in "camere" digitali professionali CompactFlash CompactFlash cards sono i dispositivi più avanzati per le "camere" digitali al livello dei consumatori. 91 SmartMedia SmartMedia cards sono più piccole delle CompactFlash cards e non hanno una capacità di memoria molto elevata. Sony MemorySticks Sony memory sticks sono principalmente usate nei prodotti Sony 92 xD-Picture Cards The xD-Picture Card™ è la più piccola delle memory cards ed è usata in "camere" molto piccole. E' stata sviluppata unitamente da Fuji e Olympus per sostituire la SmartMedia card. 93 Conclusioni "… tutto si crea, tutto si trasforma e nulla si distrugge… " 94