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Voci dal Sud
Anno VI° nr. 9 Settembre 2010
w w w . s o s e d . eu
Voci dal sud
... ai quattro venti
Periodico di attualità, storia e cultura
Rassegna stampa dai mass media regionali
Anno VI° - n. 9 Settembre
2010
OMAGG IO
Euro 1,55
E’ morto il Senatore a Vita Francesco Cossiga - E’
stato il poù giovane Presidente della Repubblica oltre
che, prima, Ministro degli interni all’epoca del
rapimento Moro nonchè Presidente del Consiglio Per il suo modo di stigmatizzare tante storture della
vita politica italiana fu detto “Il Picconatore”.
Ha rappresentato un punto cardine, anche se per
molti “scomodo”, della prima e seconda Repubblica
Voci dal Sud
... ai quattro venti
Periodico indipendente di Attualità, Storia
e Cultura
Rassegna stampa dai mass media
Reg. Tribunale di Palmi
nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005
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Foro competente: Palmi
S o m m a r i o Sette mbre 2010
Editoriale:
di Franz Rodi Morabito
Pag 5 - Le occasioni perdute! Rosarno non ha il Museo dell’auto per
l’indifferenza delle Autorità!
Pag 6 - Saccomano ha deciso di ritornare in campo per guidare la
città: «Rosarno deve risorgere»
Pag 7 - Saccomanno denuncia la mancanza di servizi per i disabili alla
stazione FS cittadina
Pag 7 - L’Arci torna a Rosarno
Agricoltura
Pag 8 - Confagricoltura sul piede di guerra contro il Governo per
la Finanziaria
Pag 9 - Friuli: In una incursione di Greenpeace distrutto un campo
di mais Ogm
Pag 10 - L’olearia San Giorgio vince ancora “International
TerraOlivo Mediterranean Olive Oil Competition” di
Gerusalemme (Israele)
Pag 11 - “Gustonaturale”, una iniziativa della Regione Calabria,
dipartimento Agricoltura,Foreste e Forestazione
Pag 12 - Con graffiti cambiare il volto di Gioia Tauro
Pag 13 - Un museo nascerà a palazzo Baldari di Gioia Tauro?
Pag 13 - Porto ripresa evidente ma lontani dal 2008
Pag 14 - Le Ferrovie dello Stato (di tutta o di parte d’Italia?) abbandonano anche il Porto di Gioia Tauro!
Pag 15 - Traffico scorrevole sulla A3 , una vittoria di Pirro?
Pag 16 - Mostra di opere in pietra verde scoplite dalla mano di Carbone
Pag 16 - Una antica “arte”, i maestri liutai, tramandata da generazioni
Pag 17 - E’ morto il Senatore a Vita Francesco Cossiga, ex Presidente
della Repubblica
Pag 18 - Spesso il linguaggio delle donne è più incomprensibile del
“politichese”!
Energia pulita dalle maree
Pag 19 - SCOZIA : Presentata la turbina più grande del mondo
per ricavare energia dalle maree
Pag 20 - Ma a realizzare la prima turbina fu una società di Messina!
Pag 21 - Entrano in vigore per il weekend di Ferragosto le nuove norme del Codice della Strada
... Ridiamo insieme!
Pag 23 - Ciò che mi desti ... ecco ti rendo!
... la foto del giorno
... continua a pagina successiva
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AnnoVI° nr. 9 Settembre 2010
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Pag 24 - La Madonnina a Rosarno com’era, com’è come sarà?
Pag 25 - Burocazia assurda : Muore senza la sentenza di risarcimento chiesto 45 anni addietro!
Pag 26 - Muffa, acari e vernici: i pericoli ‘invisibili’ presenti nelle nostre case
Crisi, risparimare necesse est!
Pag 27 - Un aereo da 180 milioni di euro per Carla Bruni
Pag 27 - ‘Michelle come Maria Antonietta’, attacco Usa per vacanze da ‘regina’
Pag 28 - La Clerici torna a condurre “La prova del cuoco” e cuoce la gallina dalle uova d’oro!
Pag 29 - Sarkozy irrompe sul set di Carlà e fa una scenata
Pag 30 - Dopo l’abolizione in Catalogna della corrida, adesso rischia il
Palio di Siena?
Trenitalia
Pag 31 - Altra truce offesa alla cosiddetta “Italia del Sud”
Pag 31 - Milano-Roma 2 h 45 min , Roma- Reggio Calabria (stessa distanza in km) 7 ore!
La Storia
Pag 32 - La spedizione dei fratelli Bandiera! (1° episodio)
I Grandi Misteri italiani
Pag 34 - 2 Agosto 1980 “Strage alla stazione di Bologna”: sono
passati 30 anni ed è sempre un lungo grande mistero!
Pag 36 - La Strage della Stazione di Bologna
Medicina e chirurgia
Pag 38 - A 16 anni resta sfigurata da un colpo di fucile, a 27 le
viene ricostruito il volto
Pag 39 - Ricercatore italiano scopre medicina contro cancro al
cervello
Pag 40 - La salmonella “benigna” smaschera cellule tumorali
Pag 40 - Aggressivi e resistenti dalla Gran Bretagna l’allarme
superbatteri
Notizie in breve o curiose
Pag 41 - In Italia si curano amorevolmente ...
i morti!
Pag 41 - Uno strano caso quello di Alessandra nata ... in un altro
Mondo!
Pag 42 - Napoli, molti i truffatori fra i tassinari rissosi e scortesi
Pag 42 - In Australia inventati nuovi lavori: accalappiakoala e
raccogli escrementi di canguri
Pag 43 - Vacanze talpa per il 15% degli italiani che fingono essere
partiti
Arrivederci al prossimo mese
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Editoriale
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Le occasioni perdute! Rosarno
non ha il Museo dell’auto per
l’indifferenza delle Autorità!
Fr a n z R o d i - M o r a b i t o
Apprendiamo dalle veline d’agenzia che il Comune di Gioia Tauro sta per far nascere
un museo nello splendido Palazzo Baldari.
Leggiamo che a Sitizano si è aperto un museo della Carrozza con cinque pezzi pregiati
e della quale iniziativa si gloriano, come è giusto che sia, per cui non possiamo correre con la
mente a que lontani anni di fine secolo scorso nei quali mi era venuta in mente una iniziativa che
avrebbe portato lustro (lavoro e soldi) alla nostra Rosarno.
Poichè ho dedicato una intera vita (circa 40 anni, ad una mia passione, l’automobile d’epoca,
profittando del fatto che nella mia “carriera” fatta nell’ASI (Automobil Club Storico Italiano)
ero stato per due mandati Vice Presidente Nazionale durante i quali sono stato Socio Fondatore
di molti clubs italiani in tutta Italia (oltre che aver creato a Rosarno il primo club di tutta l’Italia
meridionale ed isole e successivamente un secondo club), poichè avevo diretto la Commissione
Manifestazioni Nazionali per quasi cinque anni per me sarebbe stato relativamente facile promuovere un Museo dell’Auto a Rosarno.
Mi sono un poco guardato in giro ed ho identificata una importante collezione italiana che
stava per essere dismessa oltre che una serie di “pezzi” di estremo interesse storico.
A questa iniziativa ho aggiunta l’idea di creare una “scuola di Restauro” e di arti e mestieri
(Lattoneria, verniciatura, tappezzeria, impianti elettrici ed altro) che avrebbe oltre che offerto
possibilità di lavoro anche per i giovani possibilità di specializzazione.
Se gli spazi lo avessero permesso altra possibilità sarebbe stata quella di fare rimessaggio per
le vetture dei collezionisti locali per cui loro si sarebbero sgravati dalle spese ed il Museo ne
avrebbe guadagnato arricchendosi di nuovi esemplari.
Senza contare questi ultimi avevo reperito una cinquantina di “pezzi unici e rarissimi” che
spaziavano dal 1908 agli anni ‘50/60.
Ne ho parlato con il nostro Sindaco pro tempore, Giuseppe Lavorato, che è subito dichiarato
entusiasta. Questo mi ha incoraggiato e mi sono recato presso la Regione Calabria parlando
con vari Onorevoli spalleggiato dall’Onorevole Pasquale Perfetti, mio compagno d’infanzia, e
tutti ne erano entusiasti.
Ma ... poi qualcosa è scattato nella mente di qualche rosarnese ... per cui essendo lui vicino a
Lavorato lo ha abbondantemente “raffreddato”.
Io tuttavia ho contniuato anche dopo la gestione Lavorato, ma la cosa è stata sempre trattata
con cuperficialità da tutti!
Ahhh! dimenticavo io offrivo la mia competenza e la mia collaborazione GRATUITAMENTE.
Morale della favola? invidie di personaggi minuscoli, correnti di pseudo-politici che dovevano
boicottare per partito preso e ragioni a me sconosciute (o quasi) hanno fatto naufragare il progetto!
La mia proposta di fare il Museo non è riportata a parole adesso ... ma è stata pubblicata, mi
pare nel 1999, su un numero de “La Città del Sole” che all’epoca editavamo a Rosarno assieme
all’avv. Saccomanno, al prof. Lacquaniti, all’arch. Virgiglio, alla dott.ssa Marrari.
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Alle prossime elezioni comunali
Saccomano ha deciso di ritornare in campo per
guidare la città: «Rosarno deve risorgere»
A dargli man forte è stato formato un comitato spontaneo per un “Patto di solidarietà”
Giuseppe Lacquaniti - Gazzetta del Sud
Rosarno - Prima candidatura a Sindaco per le
prossime elezioni comunali che dovrebbero tenersi a novembre prossimo.
È quella dell’avv. Giacomo Saccomanno, già
Sindaco della città dal luglio 2003 al settembre
2005.
A scendere in campo per dargli man forte è stato formato un Comitato spontaneo per un “Patto
di solidarietà” per la Città di Rosarno, a cui hanno
aderito giovani, donne ed uomini di diversa estrazione politica, che – come recita il comunicato diffuso per la circostanza - “avendo a cuore le sorti
della città”, hanno deciso di mettersi assieme per
realizzare un progetto che riqualifichi e faccia risorgere la cittadina pianigiana dalla terribile crisi in cui è
precipitata, attivando “un percorso democratico di
rinnovamento e di crescita collettiva”, nonché “di rigida ed estrema legalità” e “di rispetto delle regole
democratiche”.
Il Comitato rappresenterà il progetto ai cittadini in
una prossima assemblea pubblica e raccoglierà le
adesioni di tutti gli appartenenti alla società civile che
aspirano a “quel cambiamento essenziale, che la città desidera e merita” e che si potrà conseguire grazie al complesso delle scelte che dovranno essere
liberamente compiute “per consentire alla città di
essere rappresentata dalle migliori risorse umane,
avendo riguardo sia alla competenza professionale
che, maggiormente, alla caratura morale ed etica”.
”I motivi che stanno alla base della mia decisione – ci ha detto Saccomanno – sono da ricondurre essenzialmente alla necessità di fare uscire
la Città dalla terribile crisi in cui è precipitata
negli ultimi anni, tra cui lo scioglimento del consiglio comunale per condizionamenti mafiosi nell’ottobre 2008 e la rivolta degli immigrati africani del gennaio scorso.
Evento quest’ultimo devastante, che ha portato Rosarno alla ribalta nazionale ed internazionale, configurandola come esempio negativo
di aggregato urbano fortemente degradato sul
piano sociale e civile”.
Secondo Saccomanno, la Città può uscire dal tun-
nel in cui s’è cacciata per responsabilità di politici
locali e regionali incapaci, ma anche per gravi colpe
dei governi centrali, se riesce a mettere in moto il
volano delle intelligenze migliori di cui dispone.
Una catena umana formata da migliaia di cittadini
che, uniti in un “patto di solidarietà”, non si rassegnano a vivere in una cittadina ritenuta, a torto o a
ragione, emblema dell’illegalità diffusa e dominio incontrastato delle consorterie criminali.
“Quelli che aderiscono al Patto sono cittadini
che intendono reagire a questo stato di cose non
stando più impotenti a guardare, ma impegnandosi a partecipare con il coinvolgimento diretto
alla costruzione di una società migliore”.
L’assunto di Saccomanno è che “bisogna impedire che il Municipio cada nelle mani di gente
che intende trasformarlo in luogo di malaffare o
per la conquista di privilegi personali.
Esso invece deve diventare la Casa della Trasparenza, luogo d’eccellenza per progettare e
portare ad esecuzione la rinascita civile, sociale
ed economica di una delle Città più nobili della
Calabria per antichità e storia.
Rosarno deve risorgere! – conclude Saccomanno
– e deve avere in sé le risorse, le capacità, le qualità per portare a compimento una rivoluzione
pacifica che allontani per sempre i mali atavici
di cui soffre e per restituirle il ruolo che le è
congeniale di Città della legalità, del lavoro, dell’accoglienza e della solidarietà”.
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Saccomanno denuncia la mancanza di servizi
per i disabili alla stazione FS cittadina
Domenico Mammola - Calabria Ora
ROSARNO - La carenza di servizi dedicali ai diversamente abili nella stazione ferroviaria di Rosarno ha allarmato il
Comitato “Patto di solidarietà” e il suo fondatore Giacomo Saccomanno.
In una missiva ai vertici di Trenitalia ed al Governatore Giuseppe Scopelliti, Saccomanno spiega che «non può,
ancora, non rilevarsi che lo scalo di Rosarno, pur avendo un rilevante numero di passeggeri, non è servito da alcun
servizio per i portatori di handicap, con l’evidente impossibilità di utilizzo da parte di questa fascia di importanti
fruitori e che meritano, sicuramente, l’attenzione di tutti e, principalmente, dei servizi con carattere pubblico».
A questo proposito il candidato a Sindaco per le prossime comunali a Rosarno sollecita «un incontro con il Comitato,
che in questo momento sta difendendo gli interessi dei cittadini e della città, al fine di valutare con oggettiva serenità
quelle che sono le possibili integrazioni per rafforzare lo scalo ferroviario di Rosarno. Certo è, che appare vergognoso che non vi sia un servizio per assicurare ai disabili l’accesso ai binari ed ai treni».
Saccomanno ha citato anche il caso di un cittadino che non ha ricevuto l’assistenza richiesta, dovendo servirsi del
treno per andare a ricevere cure fuori sede.
«Al presidente della Regione si chiede un pronto intervento per la tutela dei disabili e per impedire che uno scalo
di tale importanza possa essere lentamente dismesso - si chiude la missiva - con evidenti danni per il territorio, i
cittadini, i passeggeri e lo stesso turismo della cosa tirrenica».
L’Arci torna a Rosarno
Dopo la rivolta, il presidente Beni incontra il circolo
Do.Ma. - Calabria Ora
L’Arci nazionale ritorna a Rosarno. Paolo Beni,
presidente della più grande realtà associativa della
sinistra, è ritornato nella città delle Piana, dopo tre
mesi dalla sua ultima visita in occasione della conferenza sul tema dei diritti dei migranti.
«Ritorno con piacere in questa città - ha riferito Beni, una volta varcato l’uscio della sede storica
della Casa del popolo - perché qui c’è un gruppo
di persone che lavora seriamente nella legalità
e per la legalità».
Ad accogliere Beni c’erano una decina di iscritti,
tra cui il presidente Giuseppe Scandinaro, il segretario Antonio Bottiglieri, Demetrio Caccamo, e l’ex
consigliere comunale di Sinistra Democratica Giuseppe Papasidero.
Beni è arrivato in compagnia di Giuseppe Fanti,
segretario provinciale dell’Arci e di un gruppo di
rappresentanti dell’Arci di Bolzano, Bologna e
Arezzo.
Il gruppo ha fatto tappa nella città medmea prima
di dirigersi a Riace e Pentedattilo per presenziare
alla manifestazione dei campi della legalità.
«A Rosarno l’Arci svolge un lavoro in trincea ha spiegato Scandinaro - in una realtà in cui si
avverte un vuoto politico e sociale, dove la criminalità imperversa, noi resistiamo e tentiamo
di dare una scossa con manifestazioni e numero-
se iniziative».
Il Presidente Nazionale ha incontrato anche i cronisti, chiarendo che proprio grazie agli iscritti dell’Arci
di Rosarno «ho potuto apprendere come sia realmente la questione degli immigrati, cogliere gli
aspetti critici sistemici e non considerare tutti i
cittadini alla stregua di razziati e criminali.
Per erodere il terreno alla mafia, non bisogna
indietreggiare sul piano dei diritti e della legalità».
nella foto: Da sinistra il presidente nazionale Paolo Beni,
quello provinciale Fanti, Scandinaro, Bottiglieri e
Papasidero
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Agricoltura .
Confagricoltura sul piede di
guerra contro il Governo per la
Finanziaria
fromor
L’intero mondo agricolo italiano è in subbuglio per le
pesanti penalizzazioni messe in essere dal Governo centrale
che sono un vero colpo alla nuca per olintero settore.
Manifestazioni di piazza sono state realizzate il 22 luglio
u.s. a Cremona per l’Otalia settentrionale ed il 26 luglio a
Napoli per il meridione ed isole.
Inoltre proprio in coincidenza con il giorno in cui si
sono svolte le votazioni in sede competenti che hanno
penalizzato il settore agricolo ignorandolo
completamente, si è tenuto a Roma in piazza
Montecitorio un sit-in di proptesta.
Nelle tre manifestazioni erano presenti i
vertici della Confagricoltura reggina nella
persona della dott.ssa Ilaria ampisi
Presidente di RC, il vice presidente Rocco
De Marco, il direttore Angelo Politi, iol
presidente Confagricoltura Calabria Nicola
Cilento oltre molti altri associati e gravitanti
intorno al mondo agricolo che rappresenta
una voce importante nell’economia della
Calabria e ben il 16% dell’intera economia
italiana.
Ormai i prezzi dei prodotti agricoli sono
in caduta libera mentre i costi di produzione
(salari per la mano d’opera, contibuti
previdenziali, acque di irrigazione ai Consorzi
di Bonifica, concimi, antiparassitari, Ilor,
gasolio agricolo e gasolio per autotrasporti
e quant’altro necessario per produrre e
trasportare i prodotti dai luoghi di
produzione ai mercati ed ai centri di di
distribuzione sono saliti, e continuano la loro folle corsa
verso il rincaro, enormemente ed alla velocità della luce.
La assoluta indifferenza da parte della compagine
governativa è dimostrata dai provvedimenti che vengono
assunti a livello centrale quale, ad esempio, la cessazione
della fiscalizzazione di parte dei Contributi Assicurativi che
l’INPS incassa.
La mancanza di una sollecitazione di ... tolleranza e
pazienza che l’Equitalia dovrebbe avere nella feroce opera
di esazione messa in essere contro i contribuenti onesti
che non vogliono barare, evadere e profittare, ma solamente
sono impossibilitati a pagare.
Da considerare inoltre che quando lo Stato deve
incassare diviene Caino ed un sol giorno di ritardo comporta
spese di mora, multe, interessi e via di seguito, mentre qundo
si deve incassare ... il tempo scorre molto lentamente, senza
fretta per cui un ritardo di mesi è pane quotidiano!
Che dire poi delle importazioni selvagge di prodotti che
dovrebbero essere autoctoni ed invece vengo scopiazzati
da mezzo mondo?
Troviamo poi ... le mozzarelle blu, il latte blu o rosso, e
cose simili che sono un attentato alla salute dei cittadini
(quindi dei contribuenti italiani).
In una regione che è la seconda d’Italia per la produzione
di olii che malapena spuntano i 140 euro ql (base 5) subiamo
l’invasione di olii stranieri.
Il nostro ottimo olio extravergine spunta prezzi che
nemmeno raggiungono il livello delle spese di produzione,
ma nei supermarket troviamo una invasione di olio
extravergine provniente da i più sperduti paesi
extracomunitari (ma molto spesso solo “transitati” da paesi
comunitari) a prezzi stracciatissimi.
La domanda che l’italiano si pone è: chi ha autorizzato
l’importanzione di prodotti i cui omologhi (migliori
qualitativamente!) autoctoni sono invenduti?
Non ci si venga a dire che “scattaiolano fra le maglie
della legalità, perchè ci rifiutiamo di credere che decine,
centinai, migliai di autotreni ed autobotti sfuggano al
controllo della Guardia di Finanza, della Polizia, dei Ros.
Se così fosse si dovrebbe aprire una inchiesta per
accertare come mai questi Organi preposti ... dormano (ma
invece ci risulta che sono molto attivi, per cui non resta che
credere che ordini superiori impongano ... sonnellini).Non sappiamo se l’operazione messa in essere da
Confagricoltura e dalla Coldiretti porti ad un rinsavimento
da parte del Governo, ma se così non fosse, prepariamoci
ad assistere al funerale del settore con conseguente cauta
dei redditi, dell’occupazione, e di quantaltro ruota intorno
al varigato mondi dell’agricoltura.
Non si potrà certamente evitare di mangiare e ... i bulloni
sono duretti da masticare!
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Agricoltura .
Friuli: In una incursione di Greenpeace
distrutto un campo di mais Ogm
Blitz dei gruppi strano plauso del presidente della Regione Veneto
Zaia (ex Ministro Agricoltura) che dichiara
“Ristabilita la Legalità!”
Ansa
PORDENONE - Un campo piantato con mais
geneticamente modificato (Ogm) è stato distrutto
poco dopo mezzogiorno da una settantina di aderenti ai gruppi «no blobal» del Friuli-Venezia Giulia e
del Veneto a Vivaro (Pordenone).
I giovani in tuta bianca sono entrati nel campo e
hanno calpestato le piantine radendole al suolo.
Carabinieri e Polizia stanno identificando i partecipanti all’azione dimostrativa.
Luca Tornatore, un ricercatore veneziano che lavora all’universitá di Trieste e portavoce dei Centri
sociali del Nord Est e dell’Associazione Ya Basta, i
cui aderenti hanno calpestato il campo di mais Ogm:
ha specificato che «l’azione è rivolta contro la violenza che gli Ogm portano sull’ambiente e per
gli esseri umani.
La vita viene così messa a disposizione del
mercato e del profitto».
ZAIA: «BENE!» - Opposti i commenti da parte
di esponenti del centrodestra.
«È stata ripristinata la legalità, ha detto il Presidente della Regione Veneto ed ex Ministro delle
Politiche Agricole, Luca Zaia, non è possibile pensare di introdurre arbitrariamente organismi
geneticamente modificati in Italia senza che questo non inneschi le proteste, sacrosante, di tutti
coloro che hanno a cuore la nostra agricoltura e
la biodiversità, che ne è cardine fondamentale,
ha detto l’esponente leghista, ci sono regole che
vanno rispettate, e bisogna far capire alle multinazionali che nel nostro Paese non si possono
introdurre coltivazioni Frankenstein senza autorizzazione».
GALAN: «SQUADRISTI» - Opposto il parere di Giancarlo Galan, che con Zaia si è scambiato
la poltrona (al vertice del Ministero Agricoltura):
«Si è trattato di un’azione squadristica della
peggior specie, da condannare in ogni senso.
Ogni cittadino italiano, soprattutto in casi del
genere, è tenuto a rispettare leggi e regole pro-
prie di ogni civile convivenza».
BLITZ DA NAZICOMUNISTI - «Sono
nazicomunisti e i compagni di strada della
Coldiretti, ha commentato Giorgio Fidenato Presidente dell’Associazione Agricoltori Federati della
provincia di Pordenone e membro del Movimento
Libertario, l’imprenditore agricolo che nei mesi
scorsi aveva annunciato di seminare mais Ogm
nonostante in Italia sia proibito, ufficialmente quel
campo non è seminato con Ogm, ma con una
varietà perfettamente legale.
Se poi le analisi che sono state eseguite diranno che è Ogm, amen.
Presenteremo una denuncia di apologia di reato nei confronti di Zaia e di chi ha esaltato queste azioni.
Zaia ha dimostrato la sua natura di
nazicomunista.
È ora che le forze democratiche si rendano
conto chi è questa gente».
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Agricoltura .
L’olearia San Giorgio vince ancora
“International TerraOlivo Mediterranean Olive
Oil Competition” di Gerusalemme (Israele)
La prestigiosa azienda agricola dei f.lli Fazari nel piccolo comune calabrese
produce, imbottiglia e commercializza un ottimo olio di oliva extravergine che è
ormai divenuto in tutto il mondo sinonimo di ottima qualità e rappresenta un
imbattibile concorrente per tutti gli altri pur buoni olii mondiali!
dott. Rosario Franco - Funzionario ARSSA Calabria
Si è concluso con un successo tutto italiano il
primo ‘International TerraOlivo Mediterranean
Olive Oil Competition’ svoltosi a Gerusalemme
in Israele. Il primo premio assoluto è andato ad
una azienda calabrese, l’Olearia San Giorgio di
San Giorgio M. (RC), che con l’olio
“L’ Ottobratico “ ha primeggiato sulla nutrita
schiera composta degli oltre 180 campioni di olio
extravergine di oliva provenienti da ben 14 paesi.
La Calabria ancora una volta viene premiata per
le sue eccellenze produttive. Infatti, dopo il
prestigiosissimo magazine tedesco “Der
Feinschmecker” che ha assegnato a due dei
prodotti di punta dell’Olearia San Giorgio
“l’Aspromontano”
e
“l’Ottobratico”,
rispettivamente il primo e il secondo posto per
la categoria fruttato leggero, nell’ambito del
concorso mondiale “Olio AWARD 2010”, la
stessa azienda conferma il primo posto
nell’ambito “dell’’International TerraOlivo
Mediterranean Olive Oil Competition”.
La giuria (Spagna, Italia, Argentina, Uruguay
ed Israele, questi i paesi di provenienza dei
giudici, tutti pervasi da un amorevole rispetto
verso l’olio di oliva), di esperti internazionali di
analisi sensoriale, unitamente ad uno staff di
chef, ha testato circa 200 oli extra vergini di oliva
provenienti da ogni parte del pianeta emettendo
il risultato finale che ha registrato un vero trionfo
per l’Olearia San Giorgio dei Fratelli Fazari che
ancora una volta si conferma una delle artefici
della rinascita del settore olio in Calabria.
Dopo Amburgo anche Gerusalemme
riconosce e consolida la svolta sulla qualità
elevata nella produzione dell’olio extra vergine,
intrapresa dall’azienda olivicolo/olearia dei
Fratelli Fazari di San Giorgio Morgeto. Questa è
la motivazione del riconoscimento per
l’ottobratico: “mai come quest’anno, il delicato-
dolce, ma contemporaneamente fruttato olio
calabrese dell’Olearia San Giorgio è stato cosi
eccezionale con un grande carattere, con note
di mandorle dolci, fiori di zagara, mele mature
pomodori e aromi naturali come prezzemolo ed
altre erbe aromatiche. L’Olearia San Giorgio dei
Fratelli Fazari, si conferma quindi come una delle
prime aziende al mondo con un trend sempre più
incoraggiante non solo per la stessa azienda ma
per tutto i produttori olivicoli calabresi. L’Olearia
San Giorgio dei Fratelli Fazari per quanto sta
facendo a favore della terra di Calabra viene
molto apprezzata dalle Istituzioni, dagli Enti
Locali e Regionali e dalla gente comune. Per il
raggiungimento di questi straordinari obiettivi,
danno il loro contributo anche i Divulgatori
Agricoli dell’ARSSA che con la trasmissione agli
addetti del loro “sapere” permettono questi
significativi successi. Questo collaborazione e
questa filosofia aziendale si fondano sul
concetto del lavoro inteso come insieme di
sacrificio, amore per l’olivicoltura, rispetto per
l’ambiente e socialità nei rapporti umani. Grazie
a queste testimonianze, l’olivicoltura in Calabria
potrà costituire il motore del processo di sviluppo
economico e sociale ei territori in cui è
localizzata.
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Anno VI° nr. 9 Settembre 2010
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Agricoltura .
“Gustonaturale”, una iniziativa
della Regione Calabria,
dipartimento Agricoltura,Foreste
e Forestazione
Comunicato della Regione Calabria
Il Tour del Gusto, “Gustonaturale” è una iniziativa della Regione Calabria - Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione - si
tratta di un viaggio itinerante nelle più belle località turistiche della
Regione con la possibilità di gustare e scoprire i tesori gastronomici di questa terra. La tappa conclusiva si svolgerà lunedi’ 16
agosto 2010 a Gambarie di Santo Stefano d’Aspromonte, e porterà
in questa significativa località turistica molte delle aziende della
filiera agroalimentare calabrese con l’intento di far conoscere ed
apprezzare ai vacanzieri, che in questi giorni affollano questa località, le tante e a volte anche sconosciute realtà che
costituiscono l’essenza della produzione di qualità “tipica” della Regione. Il Tour del Gusto 2010, è finalizzata a divulgare
e promuovere le eccellenze agroalimentari regionali sia ai turisti che trascorrono in Calabria le vacanze per la stagione
estiva e sia ai calabresi stessi che molto spesso ignorano le peculiarità, la qualità ed il gusto delle produzioni di filiera
corta della propria terra.
Le ditte che hanno aderito alla manifestazione, sono state selezionate dal
Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione, in base a criteri di territorialità,
di rappresentatività dell’intero paniere agroalimentare regionale e di produzione di filiera corta. Per queste ci sarà la possibilità di far degustare e di
vendere i propri prodotti attraverso delle apposite aree dedicate ed appositamente allestite. Inoltre all’interno del villaggio del Tour del Gusto 2010 saranno previsti dei momenti ricreativi e di animazione rivolti ad attirare un maggior
numero di persone ed offrire così maggiore visibilità alle aziende partecipanti.
Con questi appuntamenti, ci sarà modo di presentare a tutti la Calabria
operosa, produttiva, ospitale e conviviale quella dalle tinte verdi e dai profumi
intensi che oggi e in modo naturale propongono al consumatore prodotti con
sapori particolari e attestano la forte integrazione fra le attività agricole, la
Michele Trematerra
natura e i residui storici della civiltà del passato che magistralmente viene
Assessore
Agricoltura
sintetizzata nei prodotti agro-alimentari tipici di qualità. I prodotti
Regione
Calabria
enogastronomici calabresi rappresentano quindi delle vere e proprie golosità,
dal sapore gustoso rimasto inalterato per millenni che viene tramandato da
intere generazioni.
E’ questo il principio che ci rende forti, consapevoli ma anche orgogliosi di proporre ai consumatori prodotti veramente diversi, altamente competitivi, visceralmente legati alla nostra storia e alla tradizione tipica della nostra Regione.
L’agricoltura di questa terra è da apprezzare nella ricchezza e nella varietà di una natura rigogliosa dove tutto il contesto
ambientale svolge un ruolo di primo piano abbinato alle antiche tradizioni che rappresentano il vero segreto e la
componente caratterizzante di questi straordinari sapori magistralmente racchiusi in questi prodotti unici ed inimitabili.
Con il Tour del Gusto – Gustonaturale – del 16 agosto 2010, si presenterà ai visitatori un paradiso verde al centro del
Mediterraneo, da ammirare in ogni stagione, capace di risvegliare in ognuno di noi il gusto e i tantissimi profumi e i sapori
più diversi. Saranno presentati i prodotti certificati DOP, IGP, DOC e IGT dell’intera Regione come olio extra vergine, vini,
formaggi, salumi unitamente ad altre significative prelibatezze allo scopo di far conoscere ed apprezzare a tutti la Calabria
sentitamente più vera ed originale.
Durante questa ultima tappa è prevista la consegna di alcuni attestati di riconoscimento e merito alle aziende calabresi:
Olearia San Giorgio di Fazari, F.lli Torchia e San Sebastiano di Romano che si sono contraddistinte in un concorso
internazionale svoltosi a Gerusalemme (Israele).
DR. ROSARIO FRANCO
DIPARTIMENTO AGRICOTURA
REGIONE CALABRIA
Voci dal Sud
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AnnoVI° nr. 9 Settembre 2010
Gioia Tauro
w w w . s o s e d . eu
Con graffiti cambiare il volto
di Gioia Tauro
Normalmente sono, a torto, ritenuti “insozzamenti”, ma invece, quasi
sempre, sono delle vere opere d’arte!
Pasquale Patamia - La Prima Pagina on line
Murales e graffiti per “cambiare i
connotati” alla città, usando i colori
delle bombolette spray e le forme dell’arte urbana.
Per rendere vivibile lo spazio cittadino, perché diventi un piacere anche
uscire di casa.
Sintetica, ma chiara la missione estetica alla base
del progetto lanciato dall’Amministrazione guidata
da Renato Bellofiore, che punta a riqualificare strade, muri, piazze, scuole, le aree comuni che appartengono a tutti e a nessuno sostituendo il grigio del
cemento con il colore, la creatività e un linguaggio
vicino a quello dei writers.
Con la benedizione delle istituzioni.
Hanno cominciato dal recupero “visivo” del campo da basket del Lungomare delle Palme, un piccolo ritrovo.
L’obiettivo è riavvicinare i luoghi pubblici alle persone che tutti i giorni li attraversano, trasformare
quegli spazi asettici in ambienti umani e vitali.
E lo strumento più appropriato è l’arte: quella Blu
e Etnik, con artistici che in occasione del Meaturia
Writers si sono ritrovati da Messina e Palmi a sviluppare un proprio linguaggio figurativo decorando
il campo sportivo, trasformandolo.
Sporchi di vernice, pennello alla mano, hanno lavorato, divertendosi, con colonna sonora ad hoc,
sotto gli occhi dei gioiesi e dei turisti.
A coordinare il progetto Raffaele Guerrasio, a
dipingere Carlo Ranuccio insieme a Riccardo Forte e Michele Cannata da Palmi per il trio Ant Crew
e per il duo Hp Crew Mauro Micciari ed Andrea
Garisti da Messina.
Per loro ci sarà una vera e propria cerimonia di
premiazione il primo agosto in occasione della prima edizione del Rock Festival quando sul lungomare di Gioia Tauro a partire dalle ore 21:00 si
ritroveranno gruppi musicali provenienti da tutta la
regione, una decina in tutto, tra cui i Plain Dark, i
Savant, the Furies, gli Elettric Floor, per l’appuntamento con la musica giovanile per eccellenza organizzato da Rocco Sciarrone.
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 9 Settembre 2010
Gioia Tauro
w w w . s o s e d . eu
Un museo nascerà
a palazzo Baldari?
Pasquale Patamia - Calabria Ora
Monica Della Vedova, attuale assessore alla cultura della
giunta Bellofiore, da anni insegue un sogno, che ora potrebbe materializzarsi.
Stiamo parlando dello storico Palazzo Baldari che pare, abbia tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio
museo.
Ad accreditare ciò, è stata una prima visita di Maria Jannelli,
responsabile per il territorio della Sopraintendenza, che ha
tenuto un sopralluogo del bellissimo edificio di Gioia Tauro; e
successivamente le visita della Soprintendente di Reggio Calabria, nonché direttrice del museo della Magna Grecia,
Simonetta Bonomi e dall’architetto Vincenzo Amendolia dell’ufficio tecnico del museo reggino che sono stati ricevuti dal
sindaco, dal vice sindaco Jacopo Rizzo e dello stesso assessore alla cultura.
La Bonomi ha espresso parere favorevole a far divenire il
palazzo un sito delle testimonianze antiche con i reperti provenienti dagli
scavi di Gioia Tauro, sorta sulle rovine della magno greca Metauria.
“Ma non sono pochi i problemi -precisa della Vedova- da affrontare. In
primis quello della sicurezza e poi va assicurata la disponibilità di personale qualificato per garantire la piena funzionalità. L’assessore regionale
alla cultura Mario Caligiuri proprio in giorni scorsi è stato in visita a Gioia Tauro ed è rimasto entusiasta di Palazzo
Baldari e si è impegnato ad aprire per ora una sezione locale del Museo della Magna Grecia che potrebbe diventare
realtà entro l’anno”.
Questo almeno l’auspicio!
Porto ripresa evidente ma lontani dal 2008
Alfonso Naso - Calabria Ora
L’Autorità portuale di Gioia Tauro esulta per l’incoraggiate incremento del 1596 della movimentazione di container nelluglio 2010. LaConfe-tra, Confederazione generale
italiana dei trasporti e della logistica è meno entusiasta per
l’andamento del porto gioiese.
Può essere riassunto così, all’indomani della riunione
del nuovo comitato portuale nel quale il Presidente dell’organismo di regolamentazione dello scalo Giovanni Grimaldi
ha sottolineato la ripresa del terminal, lo studio pubblicato
il 4 agosto sulla situazione generale del trasporto merci in
Italia nel 2010.
Dai dati sviscerati dallo studio si evince un doppio passo sull’andamento dei trasporti intercontinentali, impennato
perle rotte per l’Asia e il sud America, e più timido per quelli
europei. Lo studio testimonia una costante flessione per i
porti di Tranship-ment italiani quali Taranto e Gioia Tauro
nel primo semestre del 2010. Nello specifico
per lo scalo gioiese Confetra ha stimato un calo del 1796
rispetto allo steAsso periodo del 2008. Un risultato negativo per il terminal che però viene confrontato con l’annualità
2008 cioè l’ultima prima dell’inizio della fase congiunturale
dei trasporti merci con container; a maggio 2008 per esempio, il porto di Gioia ha registrato uno dei massimi picchi di
movimentazione merci che poi è andato via via
scemando, fino ai numeri impietosi dell’ultimo trimestre
2009 e il primo del 2010. Il provvedimento di abbattimento
delle tasse di ancoraggio sta obiettivamente dando i suoi
risultati rendicontati anche nell’incontro di mercoledì al
porto ma i numeri di movimenti permangono al di sotto
delle soglie pre-crisi. Non ci sarebbe, quindi, da essere tanto entusiasti visto anche il provvedimento sulle
tasse rimane temporaneo e occorrerà poi verificare la
tenuta dei volumi.
C’è da dire a questo proposito che osservando i dati di
crescita degli altri porti del Transhipment del Mediterraneo, lo scalo gioiese cresce ma rimane comunque ben distante da Tangeri che nei primi mesi di quest’anno è cresciuto quasi del 50%, oltre ai porti Cinesi che sono ritornati
ai numeri pre-crisi del 2008.
Dato per Gioia preoccupante visto che la concorrenza di
questi scali rende la ripresa, che comunque c’è, ancora più
complessa. Ultima nota che emerge dallo studio è sicuramente l’intensificazione generalizzata dei traffici marittimi
di altri porti di destinazione quali Genova, La Spezia, Trieste, Livorno che hanno intensificato di parecchio il loro
volume, ma per Gioia ancora non è così anche se ci sono i
margini per recuperare il gap, che rimane molto ampio con i
porti di transhipment extracomunitari.
Voci dal Sud
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AnnoVI° nr. 9 Settembre 2010
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Le Ferrovie dello Stato (di tutta o di parte d’Italia?)
abbandonano anche
il Porto di Gioia Tauro!
Rfi e Cargo abbandonano l’’importante impianto - L’Autorità portuale sta già allestendo
i cancelli di sbarramento ai binari
Teresa Munari
ROMA - A partire da agosto il disimpegno di Fs verso la
Calabria imprenditoriale diventa totale: dopo aver smantellato i nodi merci di Lamezia e di Crotone, lasciando a Cosenza
l’unica possibilità di allestire carri singoli, RFI e Cargo mollano Gioia Tauro rescindendo, fra l’altro, una convenzione
stipulata, all’epoca del Governo Prodi e del Ministro dei
Trasporti Bianchi fra il presidente Loiero e gli Ad Moretti e
Soprano.
Un accordo che apparve epocale perchè vi si stabiliva
per RFI e Cargo l’uso del complesso ferrovario costruito
dall’Asi a San Ferdinando, l’affidamento diretto
dell’ammodernamento dello stesso e del fascio di binari
interessati a fronte di una spesa a carico della Regione di
circa 1 milione di euro attinti dall’Accordo di Programma
Quadro fatto per Gioia e con l’obbligo per RFI di una manutenzione ordinaria della tratta percorsa dai treni-blocco
che si sarebbero formati al porto, per la quale l’Ad Soprano pretese un contratto del valore di circa 700 mila euro
all’anno: il tutto al servizio dei containers che, facilitati nel
proseguimento della corsa “port to door” avrebbero ottenuto l’approdo a Gioia come destinazione finale con il
conseguente sdoganamento ed importanti introiti per l’economia del territorio.
Fonti attendibili riferiscono che la decisione di Fs non ha
nulla a che vedere con il traffico che continua a crescere
grazie ad Aponte che vi ha spostato altre due linee: Rfi
molla, e con essa costringe allo stesso destino tutte le società di treni merci che vi operano, perché è venuta meno la
gratuità dell’occupazione del suolo di cui godeva e dove
insistono i fasci di binari.
L’Autorità Portuale intendendo rimettere le cose in ordine ha chiesto un canone per l’occupazione di quel suolo
che è di circa 170mila euro all’anno.
Se si pensa, è una cifra irrisoria rispetto “al
posizionamento strategico per la gestione dell’ultimo miglio” tanto ambito finora dal capoazienda Moretti in altri
porti italiani, primo fra tutti Genova, Napoli, Taranto e Trieste.
Come e perchè siano fallite le altre esperienze alla
imprenditoria calabrese poco importa: c’è invece da chiedersi cosa pensano a questo proposito la GTS Rail , azienda qualificata nel trasporto merci Gioia-Bari e la Rail-Traction,
la società realizzata da un ingegnere delle Fs il villese Nino
Sciarrone, uno dei primi a credere nelle prospettive che si
schiudevano negli anni 90 con l’attivazione del porto di
Gioia Tauro , e che a fronte di ingenti investimenti privati è
riuscito a lavorare da Gioia a Salerno con diversi treni alla
settimana. Chiamati al telefono, i centralini automatici ti la-
sciano in linea sfinendoti, e siccome Rfi e Cargo stanno
smantellando la postazione, l ‘Autorità portuale sta già allestendo i cancelli di sbarramento anche perchè senza Rfi
che risponde delle tracce (binari ed elettricità) i treni non
potranno nè formarsi né essere instradati sulla direttrice
principale della tirrenica.
Del resto per le manovre occorre utilizzare fasci di binario che sono sul demanio marittimo e se l’Autorità portuale
ha deciso di esigere il dovuto corrispettivo, il porto morirà,
fra l’ignavia, strangolato dalla monofunzione del
transhipment.
Non è questo il contesto utile per parlare dei limiti che
Gioia Tauro evidenzia morendo giorno dopo giorno, nonostante i traffici via mare abbiano ripreso impulso in tutto il
mondo, compreso Cagliari e TangerMed (entrambe nel core
business della Contship, casa madre di Mct che è riuscita a
caricare sulle spalle dello Stato la spesa dei circa 300 addetti in cassa integrazione).
Né serve citare la boutade delle tasse di ancoraggio prima tolte, poi rimesse per una mancanza di comunicazione
appropriata fra il Ministro e i suoi tecnici, e quindi oggi di
nuovo in vigore.
Stiamo parlando di treni merci, il collegamento con la
terra ferma che fa la vera e unica vincente differenza fra
Gioia e Cagliari o TangerMed, ma per quell’ultimo miglio
una gara non c’è mai stata, anzi inermi assistiamo anche al
risveglio postumo delle Ferrovie della Calabria ... che ambirebbe competere, senza nè soldì, nè mezzi appropriati, persino su Gioia.
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 9 Settembre 2010
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Traffico scorrevole sulla A3 ,
una vittoria di Pirro?
Il tono soddisfatto e trionfalistico dell’Anas quando dichiara “nessun disagio,
positivo il bilancio di questo primo weekend del mese” ci sembra fuori luogo
fromor
Il tempo atmosferico ci ha messo lo zampino dal momenAbbiamo letto su Calabria Ora il proclama altisonante
diramato dall’Anas relativamente al fatto che quest’anno to che spesso e volentieri abbiamo avuto veri propri
non ci sono stati i soliti ingorghi sulla rete autostradale periodacci di tempesta.
Passiamo poi alla “tristemente famosa” A3 che da Salerno
della A3.
Ci è sembrato un asserto alquanto campanilistico che a Reggio Calabria per un un buon 70% è a doppio senso d
non ha tenuto conto di importantissimi fattori collaterali cirolazione su due corsie di marcia ridotte a poco più che
che hanno determinato in grande parte la “scorrevolezza” un tratturo da transumanza.
Il mare? per la maggior parte sporco, con depuratori covanata dall’Anas.
In primis la crisi che attanaglia la nostra Nazione ha de- stieri che non funzionano o funzionano male e sui si discuterminato un sensibile aumento di famiglie rimaste a casa e te da anni, ma senza che si prendano provvedimenti.
Anche la natura aggiunge il suo pizzico di sale ed ha
che hanno rinunzaito alle ferie.
In contraltare sono amentate le “vacanze fantasma” con riempito il basso tirreno di meduse che hanno reso insicure
famiglie che si sono tappate in casa fingendo di essere in le acque per bambini ed adulti.
Queste considerazioni non sono mie elucubrazioni, ma
villeggiatura!
Il fenomeno è stato anche determinato dagli altissimi prez- sono il sunto di quanto si sente fra gli operatori turistici :
zi dei carburanti e dei pedaggi autostradali che sono dive- quest’anno i turisti sono diminiuti ed ancora si attende che
“la stagione” parta; ma non è quasi finita? normalmente
nuti proibitivi.
Il costo degli alberghi non è diminuito, ma, anzi ha subìto dopo il 15 agosto ... tutti a casa!
piccoli ritocchi capaci comunque da fungere da deterrente.
... ed ecco il bollettino Anas della vittoria (di Pirro) dal quotidiano Calabria Ora
Domenica di agosto senza disagi sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Dopo il picco di traffico registrato nelle primissime ore del mattino di ieri nel tratto salernitano, la circolazione si è mantenuta intensa ma
ben distribuita nell’arco della giornata.
Anche ieri, insomma, come già venerdì e sabato, in una giornata da bollino rosso, la situazione del traffico
è stata scorrevole sull’intera A3, con normali tempi di percorrenza.
La sala operativa dell’Anas di Cosenza ha segnalato «solo qualche rallentamento in avvicinamento ai cantieri tra Padula e Lagonegro nord, dove le squadre dell’Anas e la polizia stradale, all’occorrenza, effettuano
manovre di alleggerimento e regolazione del traffico sul percorso alternativo della strada statale 19».
Circolazione in questi giorni favorita, come ricorda l’Anas, anche dal blocco dei mezzi pesanti disposto dal
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dalle 7 alle 24 di ieri.
«Il bilancio - è scritto nella nota dell’Anas - del primo weekend di agosto è positivo.
Il piano operativo messo in campo dall’Anas (rimozione dei cantieri amovibili; 330 risorse, 85 mezzi operativi, 20 presidi per gli interventi di assistenza agli utenti lungo il percorso, 9 nuclei di manutenzione lungo l’asse
autostradale per intervenire in tempo reale in caso di necessità, 3 postazioni di Info-point), realizzato in stretta
collaborazione con le Prefetture e le Forze dell’Ordine, e l’attività di comunicazione e di informazione all’utenza
hanno funzionato bene.
Inoltre il bollino nero, stabilito in accordo con il Centro di coordinamento nazionale per la viabilità, ha spinto
gli italiani a pianificare le partenze in modo scaglionato nei tre giorni».
Autostrade per l’Italia attribuisce il buon andamento del traffico al successo del piano di comunicazione
messo in atto assieme a quello operativo attuato in collaborazione con la polizia stradale.
Gli italiani, sottolinea Autostrade, hanno scaglionato le partenze e la circolazione è stata intensa ma ben
distribuita a partire dal pomeriggio di venerdì ed è andata avanti così per tutta la giornata di ieri.
Voci dal Sud
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AnnoVI° nr. 9 Settembre 2010
Delianuova
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Mostra di opere in pietra verde
scoplite dalla mano di Carbone
ANGELA STRANO - Calabria Ora.it
Sono state esposte all’interno di palazzo “Caminiti” le sculture in pietra verde opera dell’artista deliese
Pepe Carbone.
Proprio sulla pietra verde, materiale caratteristico del territorio deliese, Carbone, ingegnere di professione,
aveva, prima di cimentarsi nelle opere scultoree, pubblicato un
libro dal titolo “Pietra Verde: Delianuova tra portali, balconi
e fontane”.
Scoprendo in sé una vena artistica ha voluto accostarsi più
da vicino a questo materiale dando vita a quelli che alla fine si sono
rivelati degli splendidi lavori.
Lo studioso Saverio Italiano, osservando le opere, ha sottolineato «che
di esse ti colpisce la finezza con cui le figure si tagliano sulla pietra verde
ed essa sembra divenire morbida, malleabile alla mano e al pensiero dell’artista».
E ancora: «E’ il modo come scolpisce la dura pietra per piegarla alle sue
idee, senza rovinare il pezzo, che ti prende nell’osservarlo mentre lavora».
Vari i soggetti intagliati con martello e scalpellino che vanno dalle figure di
donna, alla flora, alla fauna, alle macchine, alla natura, ai nomi ecc.
«Questa poliedricità, ha spiegato Italiano, si snoda sotto i diversi aspetti che emergono da una mente aperta e
libera da costrizioni varie, non legato a stereotipi culturali di parte o di maniera».
Numerosi i visitatori che hanno potuto ammirare le opere esposte.
Una antica “arte”, i maestri liutai,
tramandat da generazioni
Marina Crisafi
Posta in una posizione privilegiata al centro della valle
del Duverso, protetta dalle montagne e dominante i boschi
d’ulivo della piana di Gioia, Delianuova, “porta
dell’Aspromonte”, deve la sua fama non solo alla pietra
verde, unica al mondo, che i maestri scalpellini hanno scolpito ricavando autentiche opere d’arte, ma anche alla tessitura e alla produzione degli strumenti musicali.
Diffusa in tutta la Calabria, quella degli strumenti musicali è un’arte che affonda le proprie radici nella tradizione
settecentesca e che si caratterizza per l’esclusività dei suoi
prodotti: veri e propri capolavori conosciuti ed apprezzati
in tutto il mondo e prescelti dai più grandi artisti, tra i quali,
si dice, anche Giuseppe Verdi.
Agli strumenti principe della ricca produzione musicale
calabrese, come le zampogne, i tamburelli, gli organetti, le
castagnette e l’antica lira, risalenti alla civiltà magnogreca,
si accompagnano i liuti e la chitarra battente a cinque corde
doppie che proprio a Delianuova trovano realizzazione.
Degna di nota, tramandata dall’antica scuola di liutai,
l’arte della costruzione e del restauro di strumenti a corda e
a pizzico dei maestri deliesi ha una lunga tradizione storica,
una delle poche a conservare quasi completamente
immutate le tecniche artigianali e la lavorazione manuale.
Il risultato è la produzione di strumenti di grandissimo
pregio, in grado di emettere suoni particolarmente dolci e
dalla caratteristica identità, dovuti all’utilizzo di legni di alta
qualità, alla scelta delle colle, delle vernici e delle giuste
proporzioni, capaci di rispondere alle richieste più esigenti
e specifiche,
contro i quali, la
produzione in
serie industriale non può assolutamente
competere.
Il vero segreto, però, è racchiuso nella
passione, nel
rapporto speciale che la
sapiente arte
del liutaio instaura con lo strumento creato, sentendolo
come proprio, come una parte di sé, e riuscendo a dar vita
alla sinergia necessaria per conferire emozioni veramente
uniche.
Ancora oggi, a Delianuova, la raffinata arte viene tramandata di padre in figlio e sopravvivono botteghe capaci
di produrre strumenti di eccellente fattura mantenendo la
qualificazione conseguita in un settore così affascinante
ed avvincente.
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 9 Settembre 2010
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E’ morto il Senatore a Vita Francesco
Cossiga, ex Presidente della
Repubblica
Yahoo News
Resterà famoso come il “picconatore”.
L’appellativo gli fu appioppato, e da lui orgogliosamente
rilanciato e rivendicato, nella fase finale del suo mandato
presidenziale quando iniziò a menare fendenti a destra e a
manca, senza risparmiare nessuno ed alcun tema, con foga
dissacrante e veemenza politica.
Francesco Cossiga (nato a Sassari il 26 luglio del 1928) è
stato un unicum nel panorama politico italiano: non solo
per essere stato il più giovane presidente della Repubblica
(dal 1985, a 56 anni, dopo essere stato il più giovane presidente del Senato dal 1983), ma per la quantità di scosse
date ad un ambiente sensibile alle dichiarazioni e rivelazioni.
Il suo nome resterà indelebilmente legato ai terribili 55
giorni del rapimento di Aldo Moro nella primavera del 1978
ad opera delle Brigate Rosse, conclusisi con l’assassinio
dell’uomo politico democristiano.
In quei giorni Cossiga era ministro dell’Interno e presiedette il comitato di crisi da lui stesso istituito presso il ministero e tutto composto (come si scoprì in seguito) da affiliati alla loggia massonica P2.
Uomo dei misteri e disvelatore degli stessi (fu il primo a
parlare di Gladio, organizzazione paramilitare filoamericana
istituita in Italia semiufficialmente in funzione
anticomunista), dalla fase terminale del suo mandato presidenziale in poi ha giocato il ruolo di destabilizzatore di equilibri politici e di anticonformista.
Ha vissuto gli ultimi decenni della vita politica italiana in
simbiosi con un altro leader democristiano di lunga carriera, Giulio Andreotti, rispetto al quale si è spesso trovato su
fronti opposti.
Orgogliosamente legato alla sua Sardegna, era cugino
dei Berlinguer, famiglia il cui esponente politico più noto,
Enrico, fu segretario del Pci.
Da un punto di vista internazionale, Cossiga è stato un
grande amico della Gran Bretagna, dell’Irlanda e dei Paesi
Baschi ed è stato un fiero oppositore di tutti i nemici dei
suoi “amici”.
E’ stato uno studioso di Rosmini e Tommaso Moro.
Come ministro dell’Interno, oltre che per il caso Moro
(alla cui conclusione si dimise dall’incarico), fu famoso per
la repressione delle lotte studentesche nella seconda parte
degli anni 70 e della riforma dei servizi segreti.
Fu accusato della “responsabilità morale” della morte
della studentessa Giorgiana Masi ad opera della Polizia nel
corso di scontri ad una manifestazione nei pressi di
Trastevere a Roma nel 1977; erano i tempi in cui graffitari
politici scrivevano il nome del ministro con la K ed il simbolo delle SS naziste.
E’ sempre stato un grande esperto ed appassionato dei
temi correlati alla intelligence ed alle tecnologie di trasmissione dati via etere, collezionando le trasmittenti più sofi-
sticate ed ogni tipo di telefono cellulare, oltre che
radioamatore.
In una incredibile intervista dell’ottobre 2008, bissata da
uno stupefacente intervento parlamentare, confermò di
avere infiltrato il movimento studentesco degli anni 70 con
agenti provocatori per cercare poi sostegno popolare alla
repressione poliziesca.
Del resto l’uomo ha sempre amato gesti eclatanti, clamorosi e anticonformisti come la scelta di dimettersi dal mandato presidenziale due mesi prima della scadenza (onde
evitare un “ingorgo istituzionale” con le elezioni politiche).
Da allora in poi la sua attività politica ha assunto le più
svariate tendenze: nel 1998 permise la nascita del governo
D’Alema (il primo governo in Italia presieduto da un esponente dell’ex Partito comunista) dando vita ad una nuova
formazione politica (l’Udr) che diede a questo governo in
Parlamento la maggioranza necessaria; negli anni successivi sostenne invece contestate iniziative del governo
Berlusconi con espliciti interventi.
E’ stato probabilmente il simbolo della difficile transizione italiana dagli anni dei governi democristiani a quelli del
bipolarismo.
(n.d.r. : è stato sepolto in forma strettamente privata,
secondo le sue ultime volontà, nel cimitero di Sassari,
nella tomba di famiglia accanto al Padre ed alla sorella.)
Voci dal Sud
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AnnoVI° nr. 9 Settembre 2010
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Impariamo a capire la lingua “femminese”
Spesso il linguaggio delle donne
è più incomprensibile del
“politichese”!
Il significato delle parole cambia completamente se alcune frasi
vengono pronunciate con non chalance da una donna
Domenico Messarini- Calabria Ora
E
’ vero, a volte le donne si sforzano a parlare una
lingua più incomprensibile dei Klingon di Star
Trek.
Niente paura, fa parte del loro essere strane.
E per evitarti brutti incidenti, non ci resta che offrirvi la
traduzione di qualche frase molto pericolose che il genere
femminile è solito pronunciare.
Occhio allora a ...: “Non ti assumi le tue responsabilità”
che tradotto equivale a: “Sei inutile ed inaffidabile”.
E’ la frase tipica con cui la donna cerca di farvi notare il
vostro disimpegno, la vostra tendenza a delegare o la vostra scarsa volontà di agire e prendere decisioni nella vita
quotidiana.
Si tratta, inoltre, di una frase molto tagliente e pericolosa
perché esprime una richiesta precisa.
Quale? Con questa frase la donna può alludere ad una
vasta gamma di responsabilità: vi sta accusando di non
portare fuori la spazzatura tutti i giorni o di non occuparvi
dei figli.
Per recuperare però, basta chiederle in che cosa crede
che voi siate poco responsabile o indecisi.
E ricordate, la condivisione delle scelte, piccole o grandi
che siano è il segreto per un buon rapporto.
Ed ancora: “Mi parli spesso dei tuoi amici, così ho
pensato di invitarli tutti a cena”. Vi sta dicendo: “Se non mi
presenti i tuoi amici, la nostra non è una storia seria”.
Ha preso l’iniziativa e cerca di consolidare il vostro rapporto e la sua situazione nel tuo mondo.
In una situazione come questa vi restano tre opzioni:
fuggire prima che sia troppo tardi, rispondere di sì se l’idea
vi garba oppure declinare l’invito in modo chiaro ma con
diplomazia: “E un’idea deliziosa, ma il mio branco maschile è veramente tremendo e non voglio darti in pasto
ai lupi”.
“Trovi sexy il mio nuovo tanga?”. Traduzione: “Trovi
sexy me o la mia costosa biancheria intima?”. La migliore
risposta è restare in silenzio e passare all’azione.
Quando una donna parla così, da un lato vi sta lanciando un invito, dall’altro esprime il chiaro desiderio di essere
amata e rassicurata.
Ed il temibile: “Vedi qualcuna delle tue ex?” equivale a:
“Hai chiuso veramente le tue vecchie storie o ti tenta ancora la minestra riscaldata?”.
La sua lingua è diabolica. Vuole capire se avete chiuso
fuori dalla vostra vita le altre donne con le quali hai avuto
una storia.
Il problema è che il passato non si chiude mai come una
porta, le donne amate, poco o tanto, restano un pezzo della
nostra vita ed è normale avere voglia di rivederle e scoprire
cosa fanno e come hanno dato una svolta alla loro ma, non
per questo i nostri intenti devono essere per forza maliziosi.
Perciò datele una risposta rassicurante e piuttosto evasiva, del tipo: “Adesso io sto con te”; poi però, bloccate
ogni suo tentativo di frugare nel passato. Dovrà rispettare
il vostro riserbo.
E poi, il temibile: “Trovi belle le mie amiche?”. E’ la
classica domanda che suona più o meno così: “Sono più
belle di me? Mi tradiresti con una di loro?”.
Il quesito risulta essere scivoloso come un pendìo ghiacciato.
Quando la sentirete pronunciare una domanda del genere i motivi sono due: o avete fatto la radiografia alle sue
amiche, e lei se n’è accorta oppure non sa fare a meno di
confrontarsi con le altre. Ebbene sì, la risposta strategicamente migliore è quella rassicurante: ‘Tesoro, le ho
guardate bene e tu resti sempre la più affascinante”.
E il suo: “Ma no che non sono arrabbiata?”, si traduce
con un: “Certo che lo sono, sono infuriata, inviperita
marcia”.
Di fronte a queste forme di comunicazione “a doppio
taglio” vale sempre la pena di cercare di capire verso chi o
cosa provano rabbia o risentimento.
Potete dirle: “Eppure mi sembri arrabbiata, parliamone, dimmi perché”. Farfinta di nulla non è un atteggiamento
produttivo per la coppia.
Ed il suo: “Ti vorrò sempre bene”? In realtà è un: “Non
ti amo più”. ‘Ti voglio bene” è una frase che si rivolge ad
un caro amico o ad un fratello.
Una donna innamorata non lo direbbe mai, tanto più che,
a differenza di molti uomini, sa esprimere il suo amore con
molta creatività e fantasia.
Quindi vi sta dicendo che non vi ama più e che il vostro
rapporto è agli sgoccioli, se non già finito.
Come replicare? Beh non c’è molto da dire. Non vi resta
che prendere atto di ciò che vi sta dicendo ed accettare che
non si senta più coinvolta.
Quanto all’idea di restare amici, rifletteteci prima di lanciarla!
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SCOZIA : Presentata la turbina più grande
del mondo per ricavare energia dalle maree
Nessuno però ricorda che nel 2006 una equipe realizzò nelle acque
dello Jonio una turbina, prima al mondo, che sfruttava le correni
marine nello Stretto di Messina
Elmar Burchia - www.corsera.it
MILANO - E’ la regina delle maree: in Scozia è stata presentata la AK1000, la turbina che
ricava energia dalle
maree più grande e
potente mai costruita
al
mondo.
Il
mastodontico impianto è alto 22,5
metri, pesa 130 tonnellate e può garantire energia sufficiente
per almeno un migliaio di abitazioni.
TURBINA DA
RECORD - I mari
sono in perenne movimento: onde, maree
e correnti oceaniche.
L’Atlantis Resources
Corporation, leader
mondiale nello sviluppo di tecnologie sostenibili per la produzione
di energia dal mare, prova a rubare un po’ di
energia a questi fluidi in movimento. A
Invergordon, in Scozia, è stata presentata in
questi giorni la turbina che sfrutta i flussi d’acqua generati dalle maree più grande e potente
mai realizzata: la AK1000. Entro l’estate verrà
installata sui fondali al largo delle coste scozzesi presso l’European Marine Energy Centre
(EMEC) di Orkney e infine collegata in rete.
La super-turbina è in grado di generare fino a
un 1 MW di energia elettrica ad una velocità
dell’acqua di 2,65 metri al secondo. Quanto
basta per garantire energia a mille abitazioni.
ENERGIA DALL’OCEANO - Non è solo
più teoria e nemmeno semplice
sperimentazione, ma quello che succede sulle
coste scozzesi: elettricità che arriva dalla potenza dell’oceano.
AK1000 è alta come
un palazzo di sette
piani ed è munita di
due serie di pale dal
diametro di 18 metri.
Queste compiono
appena sei-otto rotazioni al minuto il che
comporta un disturbo
minimo per la popolazione marina. E’
stata sviluppata appositamente per resistere a condizioni climatiche difficili, alle
onde impetuose e alle
maree imponenti che
di certo non mancano davanti a queste coste. Proprio il riflusso e
le onde delle maree saranno utilizzate dalla
mega-turbina.
NUOVA ERA - «La AK1000 non è solo per
la nostra compagnia un’importante pietra miliare, ma anche per l’industria elettrica marina
di tutto il Regno Unito», ha spiegato Timothy
Cornelius, a capo di Atlantis, nel corso della
presentazione. «E’ il culmine di un lavoro di
progettazione e costruzione durato dieci anni e
l’inizio di un nuovo boom industriale, come è
accaduto tempo fa con lo sviluppo dei giacimenti di petrolio e di gas nel Mare del Nord»,
ha sottolineato Cornelius.
Al solito
celebriamo
quanto si fa
all’estero e
tendiamo ad
ignorare i nostri
successi
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Ma a realizzare la prima fu una
società di Messina!
Kobold, la turbina brevettata dalla “Ponte d’Archimede spa” è stata collegata alla
rete Enel - Ecco l’articolo di Maria Pia Donati (Gazzetta del Sud) e da noi ripotato
nel maggio 2006
MESSINA – Per la prima volta al mondo, nella rete di
distribuzione elettrica nazionale, viene immessa energia elettrica prodotta grazie all’utilizzazione delle correnti marine.
Avviene a Messina, dove il prototipo della turbina ad
asse verticale brevettata Kobold dalla “Ponte di Archimede
SpA”, presieduta da Elio Matacena, dopo un periodo di
sperimentazione per ottimizzarne la resa, è stata collegata a
terra con la rete elettrica Enel, a cui fornirà un flusso costante di energia pulita e rinnovabile.
Per incrementare ulteriormente il rendimento della piattaforma ancorata al largo di Ganzirri, sotto la quale è stata
installata la turbina a tre pale, sul tetto sono stati posizionati 39 pannelli solari, che la rendono una vera e propria
icona dello sviluppo sostenibile in campo energetico.
«Si tratta di un progetto che offre un lusinghiero primato
all’Italia -afferma Elio Matacena - e sono lieto che Messina
possa diventare la prima città del pianeta la cui rete elettrica
riceve energia dal mare.
Le correnti marine dello Stretto che, nell’antichità, seminavano terrore e pericolo fra i naviganti, oggi costituiscono un giacimento inesauribile di energia.
L’allacciamento alla rete Enel costituisce un importante
traguardo per la nostra iniziativa la cui validità ha un significativo “garante”: l’Unido - United Nations Industrial
Development Organization che ha adottato la nostra tecnologia - sottolinea Elio Matacena - ritenendola la più efficiente fra quelle fin qui messe a punto e per diffonderla, in
via prototipale, negli Arcipelaghi della Repubblica Popolare Cinese, dell’Indonesia e delle Filippine.
Sono, inoltre, in corso passi concreti per avviare un trasferimento tecnologico in Asia, al fine di emancipare gli abitanti delle isole di queste tre Nazioni dalla
“schiavitù energetica” nei confronti di costosi ed inquinanti gruppi elettrogeni.»
E intanto Giakarta chiama Messina: nella città siciliana, il
Paese asiatico ha trovato una risposta alla “fame” di energia che si riscontra, specie nelle piccole isole, isolate, è il
caso di dirlo, dalla rete elettrica nazionale.
Dall’interesse espresso dal Governo indonesiano si è
già passati ad una fase più operativa.
Ieri, ad Horcynus Orca, ha avuto luogo un workshop fra
i vertici della “Ponte di Archimede” ed i massimi esponenti
della una Società indonesiana Walinusa Energj.
«Tre mesi fa - racconta il Presidente ed Amministratore
delegato della Walinusa Energj Emil Abeng - abbiamo incontrato il vicepresidente della PdA Ludovico Fulci a
Giakarta, dopo che due alti funzionari del Ministero della
Scienza e Tecnologia del Governo indonesiano, i professori
Andi Sakya ed Ardito Kodijat, avevano già da tempo studiato le potenzialità offerte dalla turbina Kobold e l’aveva-
no segnalata al vicepresidente per la Divisione Produzione
di Walinusa Energj Bambang Adhi.
Immediatamente abbiamo percepito che la tecnologia
proposta era
molto interessante per la situazione indonesiana”.
«L’Indonesia - afferma Abeng - si compone di 17mila
isole, di cui il 25%, circa 5.000, non sono abitate.
Fra le restanti 12.000 isole si suddivide la popolazione di
oltre 200milioni di persone.
Abbiamo un ricco patrimonio di risorse naturali, petrolio, carbone, gas.
Ma le risorse fossili sono soggette ad esaurirsi.
Bisogna quindi pensare ad un sistema energetico che
sia inesauribile.
Le correnti marine che la Kobold sfrutta per produrre
energia sono un altro tesoro naturale delle nostre isole e
sarebbe stolto non utilizzarle».
«Attualmente il 90% degli abitanti delle quasi 5.000 piccole isole che fanno parte della nostra Repubblica è priva
di elettricità e la gente usa ancora oggi per illuminare le
proprie case le candele o l’olio combustibile».
Ma è già allo studio un impianto-pilota che sarà probabilmente ubicato a Selayar - dice il presidente Abeng un’isola che conta 700.000 abitanti, già dotata di una centrale di produzione elettrica che serve, però, solo il 25%
della popolazione.
Il fabbisogno di energia per soddisfare le esigenze della
popolazione dell’isola corrisponde a 7mila kw; procederemo gradualmente, partendo da un impianto pilota con una
turbina ad asse verticale Kobold da 250 kw. Successivamente realizzeremo una “Fattoria Energetica”, per soddisfare
l’intero fabbisogno di corrente elettrica dell’isola».
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C o dice della
strada
Entrano in vigore per il weekend
di Ferragosto le nuove norme del
Codice della Strada
Molte le novità come le targhe personali e la “patente ad ore per chi si deve recare al lavoro
Dura stretta su alcool e droghe sopratutto per i conducenti di mezzi pubblici
da Yahoo News
(ASCA) - Roma - Cambiano le regole sulle strade italiane nell’esodo per il weekend di Ferragosto.
Entrano infatti in vigore oggi le nuove norme del
codice della strada contenute nel ddl
approvato dal Senato lo scorso 28
luglio.
Alcune novita’, quelle sulle sanzioni
legate alle bevande alcoliche, sono gia’
entrate a regime dal 30 luglio.
Ecco cosa cambia da oggi: ritiro
immediato della patente in caso di incidente stradale con feriti; accanto alle
professioni tradizionali dei tassisti e dei
conducenti di limousine trova posto
anche il conducente di sidecar per noleggio da conducente.
Arrivano le targhe personali: le targhe di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi diventano personali e sono trattenute dal titolare in caso di trasferimento
di proprieta’.
Previste sanzioni piu’ gravi per targhe non ben sistemate: sara’ sottoposto a fermo amministrativo per 3 mesi il veicolo la cui targa non e’
sistemata correttamente. Guida assistita per i
diciassettenni: coloro che hanno compiuto 17 anni
ed hanno la patente A, possono ottenere uno speciale foglio rosa che li abilita ad esercitarsi alla guida
per un anno, ma se l’autorizzato commette gravi violazioni, il foglio rosa e’ ritirato e deve aspettare 18
anni per prenderne un altro.
Viene elevato il limite di eta’ per la guida dei veicoli pesanti: e’ innalzata da 65 a 68 anni l’eta’ massima dei conducenti di mezzi pubblici, autocarri, autotreni ed autoarticolati di massa superiore a 20 tonnellate.
Chi ha compiuto 80 anni, per continuare a guidare, deve sottoporsi ogni 2 anni ad una visita medica
specialistica ed avere un certificato di idoneita’ alla
guida.
Viene introdotta la prova pratica di guida per ciclomotori e microcar e ci sono nuovi limiti per la
guida dei neopatentati: i titolari di patente di categorie B da meno di un anno possono condurre soltan-
to veicoli aventi rapporto potenza tara non superiore a 55 Kw/t, con il limite assoluto di 70 Kw/t. (era
previsto un limite di 50 Kw/t).
Nuove procedure anche per sostenere gli esami
di abilitazione alla guida.
La prova pratica non puo’ essere sostenuta prima
di 1 mese dal rilascio del foglio rosa e non puo’ essere sostenuta per piu’ di 2 volte per ogni foglio rosa.
Norme piu’ restrittive per le autoscuole, per l’apertura e per lo svolgimento della relativa attivita’ che
non puo’ essere iniziata prima che la provincia abbia
verificato la presenza dei requisiti e delle attrezzature dell’autoscuola.
Ed ancora: prova d’esame per recuperare i punti.
Il recupero dei punti persi sulla patente avviene al
termine di una prova d’esame da effettuarsi secondo le modalita’ stabilite da un decreto da emanare
entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge.
La tabella dei punteggi della patente e’ stata aggiornata e rimodulata per dare maggiore gradualita’
alla decurtazione prevista per le violazioni.
I corsi di guida sicura possono fare recuperare
punti (al massimo 5) a chi li ha persi per alcune
violazioni individuate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
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Per il rilascio di patenti o di certificati di abilitazione professionale, l’interessato deve esibire apposita
certificazione da cui risulti che non abusa di sostanze
alcoliche e il non uso di sostanze stupefacenti o
psicotrope, rilasciata sulla base di accertamenti clinico-tossicologici le cui modalita’ sono individuate
con decreto del Ministero della salute, di concerto
con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
La certificazione deve essere esibita anche in occasione del rinnovo delle patenti C, CE, D, DE (autocarri, autotreni, autobus, ecc), del Cfp (merci pericolose) e del Ka o Kb (taxi e noleggio con conducente).
Nuove regole anche per la revisione della patente
che, in alcuni casi, diventa obbligatoria: per esempio, e’ sempre disposta la revisione patente (deve
fare una visita di controllo) nei casi di coma di durata superiore a 48 ore e nei confronti del conducente
coinvolto in un incidente stradale che ha determinato lesioni gravi alle persone quando, in tale occasione, sia stata disposta la sospensione della patente
per una violazione che prevede tale sanzione amministrativa accessoria.
Limiti di velocita’ ed accertamento eccessi: per
poter elevare i limiti di velocita’ sulle autostrade da
130 km/h a 150 occorre la presenza sul tratto del
Tutor; dopo l’esame al Senato e’ tramontata l’ipotesi di elevarlo a 150 km/h su tutte le autostrade.
Rimane il limite a 130 Km/h con la possibilita’ delle
societa’ autostradali di consentire i 150 Km/h nei
tratti a tre corsie in cui tutor installati e solo con favorevoli condizioni meteorologiche.
Per chi corre di oltre 40 Km ma fino a 60 Km/h
oltre il limite, sono state riviste le sanzioni pecuniarie
incrementandone il valore (nel minimo passa euro
370 a euro 500) ma riducendo la durata della sospensione della patente di guida (a 3 mesi) e la
decurtazione dei punti (da 10 a 6).
Scompare la previsione del divieto di guida notturna per 3 mesi. E’ stata aumentata la sanzione pecuniaria per chi supera di oltre 60 km/h il limite (nel
minimo passa da 500 a 779 euro).
Ridotta pericolo di vita possono essere trasportati con veicoli dotati di dispositivi supplementari di
allarme che, quando sono in funzione, danno la
priorita’ su tutti gli altri veicoli.
Notifica dei verbali: i verbali di contestazione
delle violazioni al codice della strada devono essere
notificati entro 90 giorni (e non piu’ entro gli attuali
150 giorni).
Sono previsti, invece, 100 giorni per la notifica
dei verbali ai proprietari dei veicoli quando sono gia’
stati consegnati al trasgressore al momento dell’accertamento della violazione su strada.
Rateizzazione delle multe: per coloro che versino in disagiate condizioni economiche, c’e’ la
possibilita’ di effettuare il pagamento della sanzione
pecuniaria in rate mensili, con applicazione degli interessi.
E’ possibile pagare a rate le sanzioni di ammontare almeno di 200 euro.
Ne potra’ beneficiare chi ha un reddito fino a 15
mila euro.
I veicoli confiscati per guida in stato di ebbrezza o
sotto l’effetto di stupefacenti possono essere assegnati, a loro richiesta, agli organi di polizia stradale
che hanno effettuato l’accertamento.
E’ previsto un permesso di guida a ore in caso
di sospensione patente, ma per una sola volta, al
massimo di 3 ore giornaliere, per documentate ragioni di lavoro o per motivi sociali.
Il periodo di sospensione della patente viene pero’
aumentato delle ore, pari al doppio, nelle quali e’
stata consentita la guida.
Sospensione della patente piu’ pesante per i
neopatentati: i neopatentati (patente B da meno di 3
anni) che commettono violazioni per le quali e’ prevista la sospensione della patente, sono sottoposti
ad un periodo piu’ lungo di sospensione (1/3 in piu’
alla prima violazione e la meta’ per le successive) e
la condizione di neopatentato (con gli effetti
sopraindicati) e’ prolungata di diritto a 5 anni qualora il neopatentato commetta violazioni gravi nei primi 3 anni.
Licenziamento autisti ubriachi o tossicodipendenti: costituisce giusta causa di licenziamento dei
conducenti la revoca della patente disposta a seguito di guida sotto l’influsso di alcool o per effetto di
stupefacenti.
Somministrazione e vendita di alcolici: i locali
che effettuano attività somministrazione di alcolici o
superalcolici devono cessare la somministrazione o
la vendita dopo le 3 e non possono riprenderla fino
alle 6; il divieto non vale nella notte di capodanno e
tra il 15 e il 16 agosto.
Se i locali sono aperti dopo le 24, devono mettere
a disposizione un apparecchio di rilevamento del tasso alcolemico per verificare volontariamente il proprio stato di idoneita’ alla guida.
Non occorre un etilometro omologato, ma basta
un precursore chimico, anche monouso.
Per alcuni locali tale previsione entra in vigore fra
tre mesi.
Per i trasgressori sono previste gravi sanzioni (da
5.000 a 20.000 euro e sospensione della licenza o
dell’autorizzazione in caso di recidiva biennale).
Divieto di vendita di alcolici in autostrada la notte.
In autostrada e’ sempre vietata la somministrazione
di superalcolici, mentre la somministrazione delle
bevande alcoliche e’ vietata dalle 2 alle 6; nelle stesse aree di servizio e’ altresi’ vietata la vendita per
asporto dei superalcolici dalle 22 alle 6; gravi sanzioni per i trasgressori (da euro 2.500 a 7.000 nel
caso di vendita per asporto, da euro 3.500 a euro
10.500 nell’ipotesi di somministrazione).
E’ inoltre prevista la sospensione della licenza da
parte del Prefetto nel caso di reiterazione delle violazioni in questione in un biennio. Infine, sul fronte
dei prodotti farmaceutici pericolosi per la guida: i
farmaci che hanno effetti negativi sulla guida devono
recare chiare indicazioni sulle confezioni anche con
l’uso di pittogrammi specifici.
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Fa c c i a m o c i u n a b e l l a r i s a t a !
Ciò che mi desti ... ecco ti rendo!
Riconfermato il principio che “chi semina vento raccoglie tempesta”
da Walanna - Germania
Un agricoltore in Germania si reca presso un
autosalone e compra una Mercedes modello Base.
Il giorno dopo viene informato dal direttore
dell’autosalone che ... la macchina da lui scelta non
è disponibile se non dopo 5/6 mesi, MA può fornirgliene un’altra immediatamente in giornata che però
ha degli “optional” per cui ci sono dei costi aggiuntivi.
L’agricoltore accetta e quando va a pagare ... il
prezzo è quadruplicato!
... il poveraccio per non sfigurare abbozza un sorriso, paga e va via con il suo gioiello.
Qualche tempo dopo il direttore dell’autosalone
decide di acquistare una mucca da tenere nella sua
casetta di campagna e si reca presso l’agricoltore.
Compra la mucca e ... guardate la fattura che
riceve:
Fattura
- 1 mucca (modello base)
- 2 Colori (bianco/nero)
- Fodera esterna in cuoio naturale
- Serbatorio latte litri 40
- Mammelle a 4 boccagli (120 x 4)
- 2 paraurti anteriori in corno (175 x 2)
- Scacciamosche semi automatico (in coda)
- Scarichi omologati per liquidi e solidi
- 4 zampe motrici
- Versione rialzata per fuoristrada
Euro
2400
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
750
1000
500
480
350
300
600
2000
1250
TOTALE FATTURA Euro 9630, 00
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... la foto del giorno
Rosarno : “La Madonnina” com’era
Rosarno : “La Madonnina” com’ è
? ? ?
Rosarno : “La Madonnina” come sarà?
Voci dal Sud
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Burocrazia
Muore senza la sentenza di
risarcimento chiesto 45 anni addietro!
www.laprimapagina.it
Tivoli (RM) - Aspettava un risarcimento dallo Stato per un processo da lei intentato 45 anni fa, ma mai
concluso, contro i suoi parenti.
E’ morta, a 94 anni, senza avere né una sentenza
definitiva, né il rimborso decretato dalla Corte di
Appello di Perugia.
La storia kafkiana riguarda un’anziana donna di
San Gregorio da Sassola, alle porte di Tivoli (RM).
Adesso sul caso la Procura generale della
Cassazione ha aperto un’indagine.
La storia a dir poco surreale comincia all’inizio
degli anni Settanta, quando la donna ha cinquant’anni e decide di presentare una causa civile contro i
suoi parenti per una ricca eredità materna.
La donna passa gli anni successivi tra carte bollate, udienze rinviate, giudici sostituiti, avvocati che
si avvicendano, codici e leggi che si susseguono negli
anni e cambiano le carte in tavola.
Senza una sentenza, una decisione, un pronunciamento dei magistrati che ponga la parola fine alla
vicenda giudiziaria.
A un certo punto, la donna si stanca di aspettare! Prende la decisione di intentare causa allo Stato
italiano.
Invoca l’applicazione dell’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, trasformata nella
legge 89 del 2001, che punisce pecuniariamente lo Stato per l’eccessiva durata di un processo.
Sembra che sia la mossa giusta perché la Corte di Appello di Perugia risponde in maniera esemplare e
veloce, arrivando subito a una decisione chiara.
Il ricorso della donna, patrocinato dagli avvocati Giacinto Canzona e Anna Orecchioni, viene accolto
immediatamente, e il ministero della Giustizia condannato a pagare all’anziana 8mila euro, oltre agli interessi legali.
La sentenza risale al 10 aprile del 2006. I legali dicono che il ministero della Giustizia era tenuto a
onorare all’istante il debito nei confronti della donna, che avrebbe potuto godersi da viva la meritata
vittoria.
Neanche questa ultima soddisfazione le è stata concessa!
Ed a nulla sono valsi gli atti di precetto contro l’Amministrazione Giudiziaria, alla quale sono state
pignorate pure le fotocopiatrici.
La donna infine è morta, in seguito a una lunga e invalidante malattia, poco prima di compiere 95 anni.
Ed è a questo punto la Procura Generale della Cassazione, appresa la vicenda dai mass media, ha
deciso di aprire un’indagine per accertare se sussistono responsabilità degli Uffici Giudiziari preposti
oppure del Ministero.
La Presidenza della Corte di Appello di Roma, concludono i legali, “si è immediatamente ed efficacemente attivata per fornire tutte le informazioni e la documentazione.
... forse, un po’ troppo tardi”!
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Muffa, acari e vernici: i pericoli
‘invisibili’ presenti nelle nostre case
La casa per ciascuno è sinonimo di sicurezza, ma per chi non fa
attenzione, al suo interno si annidano diversi potenziali pericoli.
Yahoo News
Per vivere tranquilli almeno tra le quattro mura domestiche, occorre sapere quali sono le fonti di rischio e come eliminarle
MUFFA - Se il bagno, il ripostiglio o il seminterrato mandano uno sgradevole odore di vecchio, la
colpa è delle spore di muffa. I punti in cui si annidano con maggiore facilità sono le macchie di umidità.
Le muffe sono inoltre ghiotte di polvere, legna, vernice, carta, cotone e olio, oltre ad altre cose. Tra i
consigli per sbarazzarsene, utilizzare un
deumidificatore e attivare il ventilatore nel bagno
dopo essersi fatta la doccia.
ACARI DELLA POLVERE - Non sono visibili
a occhio nudo, ma sono in grado di produrre effetti
nocivi per la salute. Gli acari della polvere hanno
bisogno a loro volta di umidità e si nutrono delle cellule morte della pelle che il corpo umano via via perde. E i posti in cui si annidano più volentieri sono
letti, cuscini, materassi e lenzuola. Uno dei metodi
migliori per tenerli lontani è lavare lenzuola e tappeti
nell’acqua calda (a 50 gradi) almeno una volta a settimana.
SOSTANZE CHIMICHE DEI TAPPETI Quando moquette e tappeti odorano di nuovo, di
solito diffondono una sostanza chimica chiamata 4PC, che si trova sul retro dei tessuti». E anche se
probabilmente l’odore se ne andrà entro pochi giorni, o qualche settimana, può causare temporanei mal
di testa e raucedine nelle persone sensibili alle sostanze chimiche.
NAFTALINA - Le palline profumate alla naftalina,
oltre a tenere lontane le tarme, emettono sostanze
chimiche che possono irritare le persone. Il consiglio degli esperti è quindi sostituire le palline di
naftalina con naturali repellenti delle tarme come
blocchetti di cedro o lavanda essiccata.
VERNICI - Tra i più dannosi c’è l’acetato di etile,
utilizzato per la preparazione di vernici a rapida
essicazione, che ha potere narcotico ed effetto irritante. Il più pericoloso dei solventi è però il benzolo.
Può causare gravi irritazioni delle mucose con
inalazioni prolungate, e si possono verificare cambiamenti nella composizione sanguigna, leucemia,
danni al fegato, ai reni e alla milza. E il consiglio in
questo caso è di utilizzare pitture ecologiche e naturali.
COLLE PER CARTA DA PARATI - Le carte
da parati viniliche emanano esalazioni pericolose
quando sono nuove, che mescolate a vernici sintetiche, vernici protettive dei pavimenti di legno e prodotti per la pulizia di moquette e tappeti producono
un cocktail molto nocivo per la salute. La soluzione
migliore è quindi ricorrere a colle ad acqua.
VERNICI DEI MOBILI - Le principali fonti di
aldeidi dannose per il sistema respiratorio e per gli
occhi sono i mobili in pannelli truciolari e di fibre, il
cui effetto per la salute è paragonabile a quello del
fumo della sigaretta. Le vernici più tossiche sono inoltre gli adesivi poliuretanici, l’antitarlo (comunemente
a base di petrolio) e molte cere. Esistono però molte altre vernici naturali che possono essere utilizzate
al loro posto, come l’«olio duro», l’impregnante ai
sali di boro, le resine vegetali all’acqua e la cera
d’api.
MONOSSIDO DI CARBONIO - Questo gas
inodore e incolore è tossico e può portare alla morte. E il rischio è di non rendersi nemmeno conto di
averlo nella propria casa. Il più comune tra gli accorgimenti salva-vita è acquistare dei segnalatori di
monossido di carbonio.
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E’ tempo di crisi mondiale e tutti i Capi di Governo invitano a
moderare le spese
Un aereo da 180 milioni di euro per
Carla Bruni
Yahoo News
Che sia uno scherzo o meno, in Francia sembra essersi aperto un dibattito che ha a che fare con Nicolas Sarkozy e con sua moglie
Carla Bruni. Un settimanale satirico, Le Canard Enchaine, ha infatti pubblicato un articolo secondo cui il presidente della Repubblica
si starebbe facendo costruire un aereo da sogno, ovviamente a spese dei contribuenti francesi.
Il velivolo, un Airbus A330 acquistato dalla Air Caraibes, è già stato ribattezzato
“Air Sarko One” e secondo Le Canard sarebbe provvisto di tantissimi optional e
confort (Clicca qui per approfondire) che Sarkozy avrebbe espressamente richiesto,
complicando la vita agli ingegneri, tra cui una vasca da bagno.
I posti a sedere saranno solo una sessantina, dopo che la Sabena Technics
ultimerà i lavori nell’hangar dell’aeroporto di Bordeaux-Merignac. Per tutte queste
opere, Le Canard ha scritto che verranno spesi circa 180 milioni di euro. Una somma
che in Francia ha suscitato vivaci proteste, visto che è stato lo stesso Sarkozy negli
ultimi mesi a imporre il rigore e a censurare gli sprechi di alcuni suoi ministri.
I portavoce del presidente hanno dichiarato di non avere dettagli precisi sul futuro
aereo presidenziale, anche se hanno detto che installare una camera da letto e una
doccia (cosa peraltro già compiuta su velivoli più piccoli) sarebbe una decisione di
buon senso in caso di lunghi viaggi di rappresentanza (Clicca qui per approfondire).
Di altro tenore le dichiarazioni del segretario dell’Ump, Dominique Paille che ha
ironicamente voluto rispondere al settimanale satirico, ricordando poi che non è
certamente il tipo di rivista su cui trovare notizie fondate e veritiere.
Una risposta che non ha soddisfatto i commentatori d’Oltralpe, che ricordano che
in Gran Bretagna il premier David Cameron ha volato di notte da Londra a Washington
su un volo di linea della British Airways, facendo così risparmiare 200mila sterline ai contribuenti inglesi.
‘Michelle come Maria Antonietta’,
attacco Usa per vacanze da ‘regina’
Yahoo News – ADN Kronos/ Ign
New York - Potrebbe rivelarsi un boomerang per le elezioni di mid-term di novembre la vacanza spagnola, l’ottava
quest’anno, della first lady americana Michelle. Mentre il presidente Barack
Obama continua a chiedere sacrifici e milioni di americani faticano ad arrivare
a fine mese, arrivano le critiche per le lussuose ferie di Michelle in Spagna e
non manca chi la paragona a Maria Antonietta di Francia.
“Michelle Obama sembra assomigliare di più a una moderna Maria
Antonietta che a una normale madre di due figli”, scrive Andrea Tantaros sul
‘The New York Daily News’. E sottolinea che mentre “tutti abbiamo bisogno
di tempo libero, compresa la ‘first family’, è lo sperpero del viaggio di Michelle
Obama e l’elegante destinazione, a fronte della demonizzazione dei ricchi del
presidente Obama, che sa di ipocrisia e perpetua lo scollamento tra il paese e
i suoi leader”.
L’hotel a cinque stelle in Costa del Sol non era probabilmente la prima
scelta della Casa Bianca per la gita di madre e figlia, ha rilevato Ruth Marcus
del ‘Washington Post’, “soprattutto perché comprendeva un gruppo di 40
amici della first lady ospiti di Villa Padierna, dove le stanze costano al minimo
330 dollari a notte”, il tutto guarnito con “foto di Michelle Obama a passeggio per Marbella con un abito di Jean Paul
Gaultier”.
Non manca poi chi elenca i diversi periodi di vacanza della first lady quest’anno. Dalla puntatina a New York con figlie
e mamma, Marian Robinson che vive alla Casa Bianca, durante le vacanze scolastiche nel marzo scorso, alla settimana
trascorsa con tutta la famiglia a Chicago, in coincidenza con il Memorial Day che cade l’ultimo lunedì di maggio. E poi
ancora in giugno, quando Michelle si è recata con madre e figlie a Los Angeles, e quando ha passato un fine settimana
con il presidente nella residenza ufficiale di Camp David. Quindi c’è stato il weekend nel Maine, con visita ai Parchi
nazionali, e il viaggio della intera ‘first family’ in Florida, minacciata dalla marea nera. Dopo il fine settimana del 14 agosto
sulle coste del Golfo, dal 19 al 29 del mese gli Obama saranno in vacanza tutti insieme nella esclusiva isola di Martha’s
Vineyard, come l’anno scorso.
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E’ tempo di crisi mondiale e tutti i Capi di Governo invitano a
moderare le spese
La Clerici torna a condurre
“La prova del cuoco” e cuoce
la gallina dalle uova d’oro!
Mariasole Dalmonte
Finalmente una lieta notizia nel mare di guai in
cui navighiamo gli italiani: Antonella Clerici pare
l’abbia spunata sulla collega rivale e si riappropria
della “sua” trasmissione “La Prova del Cuoco” in
onda a mezzo giorno su Rai 1.Ma lo fa solamente per amore verso il “suo”
pubblico che minacciava suicidi di massa tante le
è affezionato e per nussana altra ragione.
E non è finita qui dal momento che il sospiro
che tireremo fuori dai nostri toraci costipati potrà
essere completo visto che condurrà anche “Ti
Lascio una Canzone” con il nugolo di enfant
prodige che scopriamo pullilano nella nostra amata
Italia, terra di navigatori, poeti, scrittori e ...
cantanti.
Una lotta cruenta senza esclusione di colpi dal
momento che la conduttrice che l’ha sostituita
all’epoca della gravidanza, minacciava addirittura incatenarsi al cavallo rampante di viale Mazzini.
Un altro profondo sospiro di sollievo lo potremo trarre dedicandolo a quanto riguarda il cachet
che daranno alla Clerici (il timore è che con tutti
questi sospiri profondi si possa andare in pneumotorace
naturale).
La nostra brava conduttrice prenderà per l’anno SOLO
due milioni di euro (quattro miliardi delle vecchie amate lirette
italiane!) .
Ce ne dà notizia “Spicca Ciance” su Vanity Fair.Ripetiamo che tiriamo anche qui un sospiro di sollievo visto che abbiamo temuto che fosse costretta ad accettare i
miseri 1 milione 800 mila euro offerti da Mamma Rai (la mamma dalle grandi mammelle! ... fra loro si comprendono), ed
invece una sua giusta impuntatura pare abbia fatto cedere la
parsimoniosa Rai, sempre in deficit e sempre a chiedere contributi al Governo italiano.
Il timore era fondato dal momento che, pare che la metà
degli italiani sia sull’orlo del limite minimo di sopravvivenza
e quando si parla di erogare una pur modesta somma si discute sempre di pochssimi euro (10/20 o per le pensioni pare
non si possa andare oltre i 500 mila euro ... se non salterà
addirittura per le generazioni future).
Pare che la Clerici l’abbia spuntato minacciando i dirigenti
Rai di darsi al ... calcio ove gli stipendi annui sono sempre di
molti (tanti, troppi!) milioni e gli ingaggi sfondano facilmente i tetti dei cento milioni.
Chiaro che in fatto di tetti(e) la Clerici non teme rivali per
cui la sua minaccia è particolarmente pericolosa.
Risparmiate gente,
risparmiate, la
crisi è dura per
(quasi ) tutti
La Clerici pare
abbia “ceduto” per
soli UN milione ed
800 mila euoro per
amore verso il suo
pubblico!
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La gelosia non conosce confini!
Sarkozy irrompe sul set di Carlà
e fa una scenata
Giovanni Serafini - Gazzetta del Sud
PARIGI - Nicolas Sarkozy è nervoso, molto nervoso!
Lo dimostrano le ultime notizie dal set di
“Midnight in Paris”, il film che Woody Allen sta
girando a Parigi con Carla Bruni fra gli interpreti.
L’altra sera è successo il finimondo davanti al
Pantheon, nel cuore del Quartiere Latino.
Rosso di rabbia, camicia sbottonata sul petto, occhi
fulminanti, il presidente si è scagliato
contro i fotografi, poi
ha fatto una scenata
a Carlà e ha cercato
di portarla via dal
set, infine si è rifugiato in un ristorante
dove si è calmato
solo verso le quattro
del mattino.
Gelosia? Molto
probabile: i testimoni raccontano che
Carlita si stringeva un
po’ troppo alla star
del film, l’aitante
Owen Wilson: il bacio fra i due, previsto dal copione, risultava troppo voluttuoso agli occhi di
Sarkò.
Furibondo,
monsieur le Président se l’è presa con la moglie, che
non voleva abbandonare le riprese, mentre Woody
Allen, seccatissimo, minacciava di cacciarlo.
Il tout Paris ha assaporato ieri con delizia i dettagli
fotografici della scena, immortalati dal settimanale
VSD.
Anche nel giorno d’inizio delle riprese di “Midnight
in Paris” l’arrivo a sorpresa di Sarkozy aveva creato agitazione, soprattutto quando si era messo a dare
consigli a Woody Allen su come utilizzare Carlà (che
appariva piuttosto mediocre, tanto che il regista ha
dovuto farle ripetere la stessa scena ben trentacinque
volte).
«Colpa del marito: il suo arrivo l’ha turbata»,
ha commentato il partner cinematografico della Bruni.
Martedì sera è andata ancora peggio: Sarkò si è
presentato nel momento in cui le cineprese entravano in funzione.
Visti i paparazzi, ha gridato ai suoi gorilla: «Butta-
teli fuori».
Apriti cielo! Proteste, spintoni, calci, collera di
Woody Allen...
Alla fine, con le aggraziate moine e le carezze di
Carlà, il presidente s’è calmato.
Ma quando l’ha vista baciare con passione Wilson,
ha ricominciato a smaniare.
Carlà, abile come sempre, è riuscita a rimetterlo a
posto.
Dopo avere ripetuto la scena del bacio trenta volte (è proprio un vizio!), è tornata a casa buona buona col marito sottobraccio.
Da ieri Sarkozy è in vacanza con Carlà in Costa
Azzurra, nella sontuosa proprietà della Bruni a Cap
Nègre.
Ha pedalato per ore furiosamente in bicicletta per
scaricare i nervi.
Ne ha bisogno: gli scandali a ripetizione in seno al
governo e il brutale calo di popolarità rischiano di
fargli perdere la bussola.
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Dopo l’abolizione in Catalogna della
corrida, adesso rischia il Palio di Siena?
Il ministro Brambilla contro il Palio di Siena? A fine giornata la puntualizzazione:
non voglio abolirlo, ma solo avviare una riflessione
Giuseppe Giannini - Gazzetta del Sud
ROMA - La Catalogna fa tendenza anche in Italia.
Sulla scia dell’abolizione nella regione iberica della
corrida, il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla
ipotizza qualcosa del genere per i palii nostrani.
«Se la Catalogna – ha detto il ministro – ha rinunciato
alla corrida anche noi possiamo rinunciare a qualche
corsa o palio.
Il Palio di Siena è la manifestazione di questo tipo più
famosa, ma ci sono altre iniziative che prevedono l’uso di
cavalli, asini e che spesso sono crudeli con questi animali e ormai non hanno certamente più senso.
E di cui anzi – ha osservato – potremmo volentieri fare
a meno».
Parole che hanno sollevato una bufera. A cominciare dai
Sindaci di Siena e di Feltre, in provincia di Belluno, dove si
tengono due noti palii.
Entrambi i Sindaci hanno attaccato duramente il ministro.
Sostegno invece dagli ambientalisti.
«Il Comune di Siena – ha affermato Maurizio Cenni (Pd)
- adirà le vie legali se risulteranno confermate le affermazioni del ministro Brambilla sul maltrattamento e sfruttamento degli animali collegate al Palio di Siena.
Chi segue il turismo si dovrebbe preoccupare di conoscere il Palio e di capire quanto questa manifestazione
sia davvero veicolo di promozione del nostro paese.
È davvero incredibile che un Ministro italiano rilasci
dichiarazioni come questa, mai era accaduto».
Il sindaco di Feltre, Gianvittore Vaccari, che è anche senatore della Lega, ha osservato: «Rimango sorpreso dalle
dichiarazioni di Brambilla.
La Lega non accetterà mai e poi mai che le tradizioni
culturali di millenaria memoria del nostro Paese siano
abrogate.
Non mi sembra – ha proseguito il senatore - che l’immagine dell’Italia, come afferma il Ministro, ne esce male
per colpa del Palio di Siena, del Palio di Feltre o della
Giostra della Quintana, tutt’altro».
Il Sindaco di Feltre ha quindi invitato il Ministro Brambilla
a partecipare al palio che si terrà la prossima domenica in
modo da «guardare quanti turisti da tutto il mondo sono
estasiati da queste kermesse che riportano indietro nel
tempo».
Un invito per il Ministro arriva anche da Foligno a settembre si terrà la Giostra della Quintana.
«Invitiamo Brambilla alla Giostra – ha detto Domenico
Metelli, il presidente dell’ente che organizza la manifestazione - per verificare di persona l’attenzione alla salute
dei cavalli che ha la Quintana.
Qui da noi c’è tolleranza zero per doping e infortuni.
In 2 mila e 300
giri di campo
corsi in dieci
anni abbiamo
registrato l’infortunio di un
solo cavallo».
D’accordo
con il ministro invece è il presidente
degli
Animalisti italiani, Walter Caporale: «Stiamo con
il ministro Brambilla, che riceve la nostra piena solidarietà».
«Il ministro Brambilla ha perfettamente ragione» ha
fatto eco il responsabile dell’osservatorio nazionale
zoomafia della Lav, Ciro Troiano.
Un’altra associazione, “Fare Ambiente”, invece la pensa
diversamente perchè non si possono paragonare corse di
cavalli con la corrida che sacrifica il toro.
«Bisogna sanzionare tutti coloro che maltrattano gli
animali o chi li abbandona» ha sottolineato Piergiorgio
Benvenuti di “Fare Ambiente Lazio”.
A fine giornata arriva la puntualizzazione del ministro:
«Non ho proposto l’abolizione di alcuna manifestazione,
nè tantomeno del palio di Siena, tradizione molto celebrata e sulla quale non ho espresso alcun giudizio».
In una nota, la Brambilla precisa di avere invece «annunciato un’analisi approfondita del panorama delle feste popolari che hanno luogo nel nostro paese e che coinvolgono gli animali per valutare se esse siano tutte portatrici di positivi benefici della nostra immagine all’estero o se per alcune di esse prevalgano gli effetti negativi
legati allo sfruttamento degli animali».
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Trenitalia : Altra truce offesa alla
cosiddetta “Italia del Sud”
Le Ferrovie dello Stato per il centro-nord rinnovano e migliorano
sia le linee che il materiale rotabile, per il meridione d’Italia (ma è
ancora Italia?) si stringono i cordoni della borsa
www.laprimapagina.it
L’alta velocità su rotaie sta per infliggere un nuovo “colpo” alle compagnie aeree.
Una gara d’appalto indetta da Trenitalia per la produzione di nuovi treni superveloci per la tratta Milano - Roma ha
visto la vittoria dell’Ansald-Breda, che ha battuto l’Alstom e si è aggiudicata una commessa da 1 miliardo e 540 milioni.
Entro il 2013, 50 convogli “V300 Zefiro” potranno collegare le 2 città in 2 ore e 40/45 minuti, raggiungendo una velocità
massima di 400 km all’ora.
E se non fosse per i limiti imposti da una rete vecchia tra Firenze e Roma, le distanze sarebbero ancora più ridotte.
Il treno “V300 Zefiro”, che sarà pronto entro 1 anno, avrà motori distribuiti lungo tutto il convoglio, sarà lungo 200
metri e potrà ospitare fino a 600 passeggeri, con la possibilità di arrivare a 1.200 se ad esso sarà unito un altro treno
analogo.
In più, i nuovi convogli saranno adatti alla circolazione in 8 diversi paesi, portando Trenitalia ad essere competitiva sui
mercati europei, quando la liberalizzazione a livello continentale sarà conclusa.
L’azienda vincitrice ha superato le concorrenti, non soltanto sul piano tecnico, ma anche su quello del prezzo, con
l’offerta di un servizio migliore ad una spesa di 30,8 milioni per treno, contro i 35 di Alstom.
E se la competizione tra il trasporto su rotaie e quello aereo si fa sempre più accanita, si spera che la gara si giochi
anche sul piano dei prezzi per i passeggeri.
Milano-Roma 2 h 45 min , Roma- Reggio
Calabria (stessa distanza in km) 7 ore!
Mariasole aalmonte
Sempre più figli e figliastri! L’italia si divide sempre più e
lo fa proprio mentre son i soldi di tutti gli italiani (nord,
centro e sud) si celebrano 150 anni di Unità d’Italia!
Una vera e propria presa per i fondelli!
Tutti gli sforzi tendono a migliorare i collegamenti fra
Roma ed il Nord Italia, ma nessuno si preoccupa di rendere
quantomeno accettabili nei limiti minimi della decenza e della
sicurezza le linee al sud Italia.
Le carrozze che sono impegnate sulle linee del sud sono
ormai al limite della resistenza e ci si domanda come la “stanchezza dei metalli” non abbia dato i sui frutti e prodotto i
suoi disastri.
Non esiste nessuna sicurezza sui convogli le cui porte
sono bloccate per cui un eventuale incidente costringerebbe i passeggeri (pardon ... adesso sono i clienti! per cui
pare sia caduto il rapporto generato dal contratto di trasporto previsto dal codice civile).
I sedili sono sfondati e sedersi significa poi dover fare
ricorso ad un estrattore per uscire dal buco in cui ci si è
cacciati.
Pulci, cimici e zecche sono i padroni di casa nelle vetture.
I bagni sono al limite del colera per cui quasi sempre
vengono chiusi e resi inagibili.
Su un eurostar (circolano ancora i 450 ed i 480 , cioè la
prima generazione di eurostar e la seconda generazione) su
7 carrozze, quindi 12 bagni ogni giorno ne sono in funzione
solo quattro o cinque, ma lo sono per i primi km, massimo
fino a Salerno, perchè dopo la mancanza dell’acqua e della
carta li rendono inutilizzabili.
Non è raro che le tazze dei WC non scarichino per cui
sono piene fino all’orlo di liquami, cartacce e ... gallegianti!
Un solo treno pare si stia salvando, la Freccia d’Argento, ma diciamo pare perchè in Calabria parte da Reggio
Calabria, si ferma dopo 12 km a Villa San Giovanni per raccogliere i passeggeri di Messina e poi una corsa fino a
Lametia Terme, dopodicchè breve sosta a Paola e fine della
Calabria e ci rivediamo alla prossima fermata di Salerno.
I passeggeri da Messina potrebbero confluire a Reggio
dal momento che esiste anche il servizio rapido MetroMare
si eviterebbe di effettuare una fermata dopo soli 13 minuti
dalla partenza e la fermata potrebbe essere spostata sulla
Piana a Rosarno o Gioia Tauro servendo così un vastissimo retroterra che include anche la costa jonica che raggiunge Rosarno con la superstrada a scorrimento veloce
Gioiosa -Jonica-Rosarno.
Invece si pensa di penalizzare la Calabria anche per il
trasporto merci per cui cesserà il collegamento con il Porto
Internazionale di Gioia Tauro dal momento che Trenitalia
non è disposta a pagare all’Ente Porto la misera somma di
170 mila euro all’anno!
Francamente se continua così credo si festeggera la disgregazione dell’Italia e non l’Unità!
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L a nostra storia
La spedizione dei fratelli Bandiera!
1° episodio
Il 25 luglio 1844, nel Vallone di Rovito venivano fuci
lati i fratelli veneziani Attilio ed Emilio Bandiera, ufficiali disertori della marina austriaca, Domenico Moro,
anch’egli veneziano e ufficiale disertore della marina
austriaca, Nicola Ricciotti, di Frosinone, mazziniano,
perseguitato politico, già ufficiale dell’esercito liberale
spagnolo, Anacarsi Nardi di Apella di Licciana (oggi
Licciana Nardi provincia di Massa Carrara), giurista,
Francesco Berti di Lugo di Romagna in provincia di
Ravenna, incisore, Domenico Lupatelli di Perugia,
muratore, Giacomo Rocca e Giovanni Venerucci di
Rimini, quest’ultimo fabbro.
Pochi giorni prima, l’11 luglio, erano stati fucilati
cinque cosentini, i capi del tentativo insurrezionale del
15 marzo 1844 che, alla testa di poco più di un centinaio di uomini, avevano tentato di impadronirsi del Palazzo dell’Intendenza della città.
Si chiamavano Pietro Villacci, nato a Napoli ma
residente da anni a Cosenza, Giuseppe Franzese di
Cerzeto, Nicola Corigliano di Cosenza, Santo Cesareo
di San Fili e Raffaele Camodeca di Castroregio.
Un sesto condannato a morte, Antonio Raho di
Cosenza, si era tolto la vita col veleno la sera prima.
Si concludeva così tragicamente con il sacrificio di
tanti uomini, per lo più giovani (molti di loro non superavano la trentina), quello che Lucio Villari ha definito
«una delle storie più struggenti del patriottismo
italiano».
Il tentativo rivoluzionario del 1844 cosentino ebbe
un eco internazionale assai ampio (si pensi che Giuseppe Garibaldi, in esilio nella lontana Montevideo, chiamò il suo quarto figlio Ricciotti proprio in onore del
martire fucilato a Cosenza) e causò anche forti polemiche nei confronti di Giuseppe Mazzini (che, a dire il
vero, non aveva incoraggiato l’azione dei Bandiera) e
dei suoi metodi rivoluzionari considerati come la causa della morte di tante giovani energie mandate allo
sbaraglio in imprese disperate.
Ma come accadde che Attilio ed Emilio Bandiera
ed i loro compagni finirono davanti al plotone di esecu-
zione in una piccola città del sud come Cosenza?
Attilio ed Emilio Bandiera erano nati a Venezia rispettivamente il 24 maggio 1810 e il 20 giugno 1819.
Erano figli di Francesco Bandiera, contrammiraglio
della marina austriaca, e di Anna Marsich, una
nobildonna di origine bosniaca proveniente da una ricchissima famiglia anch’essa di uomini di mare.
Sia Francesco Bandiera che Anna Marsich erano
assai devoti all’Imperatore ed al Governo austriaco
ed orgogliosi della loro condizione sociale.
Nella madre il legittimismo era, se vogliamo, ancora più spinto, tanto da assumere il ruolo di custode
severa delle tradizioni e della rispettabilità della famiglia.
Nonostante ciò la loro formazione militare (frequentarono entrambi il Collegio di Marina di S. Anna
a Venezia) li portò a contatto con ambienti carbonari
e indipendentisti assai diffusi in alcune delle forze armate europee dopo la fine dell’età napoleonica.
In particolare la Marina Austriaca, nata dalla marina dell’antica Repubblica di Venezia che Napoleone
aveva annesso al Regno d’Italia e che, dopo il Congresso di Vienna era diventata parte dei domini austriaci, conservava un forte legame con la tradizione
millenaria di indipendenza della repubblica lagunare e
quindi costituiva un terreno assai fertile per la diffusione delle idee risorgimentali. La Marina Asburgica
aveva infatti conservato i simboli dell’antica marina
veneta, come il Leone di San Marco e persino la denominazione.
Durante il dominio napoleonico era diventata per la
prima volta la marina italiana e molti quadri si erano
formati proprio in quel periodo, compreso il padre dei
Bandiera.
E’ molto probabile che Attilio si sia iscritto assai
precocemente alla Carboneria per poi “ fondare una
propria società segreta, l’Esperia che proprio alla
Carboneria si ispirava.
Decisivi per la scelta cospirativa di Attilio furono
due episodi: il primo risale al 1831, quando, imbarcato
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agli ordini del padre, partecipò all’operazione di inter- verso qualche porto italiano e suscitarvi la rivoluziocettazione dell’Isotta, la nave che da Ancona avreb- ne, ma il colpo fallì per l’imprevista partenza della nave
be dovuto portare in salvo gli insorti di Bologna agli ammiraglia.
Nel 1843, tuttavia, Attilio ebbe sentore di una delaordini del Generale Carlo Zucchi dopo i moti scaturiti
dal tentativo insurrezionale di Ciro Menotti a Mode- zione ad opera di un certo Tito Vespasiano Micciarelli,
un esule degli Stati Pontifici che lo aveva avvicinato
na.
mesi prima e che era
Attilio assistette alla
prontamente andato a deresa di Zucchi e dei suoi
nunciare l’Esperia all’amcompagni e alla consebasciatore austriaco a
gna della spada del GeCostantinopoli. Temendo
nerale al Comandante
di essere arrestato avverFrancesco Bandiera, una
tì il fratello e fuggì a
spada che recava incise
Corfù, a quel tempo prole parole: «Viva la
tettorato inglese.
Repubblica Italiana. ViInsieme ai due fratelli
vere libero o morire».
disertarono anche un alL’episodio suscitò intro ufficiale veneziano,
dignazione in tutta EuroDomenico Moro e il
pa, costringendo la Francannoniere
Paolo
cia di Luigi Filippo ad inMariani, l’attendente di
tercedere presso il goAttilio.
verno austriaco affinché
Qui li raggiunse la mala pena di morte inflitta
dre, Anna Marsich, in un
all’anziano generale fosdisperato tentativo di conse commutata in carcevincerli a tornare sulle loro
re duro; e dovette restadecisioni, verso la quale
re impresso anche nella
Emilio ebbe parole ferme,
mente del giovane Attilio,
come descrive m una letcommosso dalla dignità e
tera
a
Mazzini:
dal contegno del Zucchi
«L’Arciduca Ranieri,
e dei suoi compagni di
Viceré del Lombardosventura.
Veneto, mandò uno dei
Il secondo dovrebbe
suoi a mia madre a dirdatarsi attorno al 1834,
Il ceppo della Stragola nei
le che ov’essa potesse
con durante un viaggio a
pressi di San Giovanni in Fiore
da Corfù ricondurmi a
New York, con Piero
Venezia coll’autorità di
Maroncelli, il compagno
ove furono catturati i fratelli
una genitrice deve sadi carcere di Silvio PelBandiera ed i loro compagni
per conservare sopra
lico, protagonisti dei moti
un figlio, egli impegnecarbonari del 1820 a Mirebbe la sacra sua parola che io sarei non solo
lano.
Una lettera di Attilio a Maroncelli del 1836 testimo- assolto, ma tornato al mio grado, alla mia nobilnia già l’avvenuta scelta di dedicare la propria vita tà, a’miei onori. (... Mia madre crede, spera, parte
all’istante, e giunge qui dove vi lascio considerare quali
alla causa della libertà italiana.
Frattanto Emilio aveva seguito anch’egli la carriera assalti, quali scene debba io sostenere.
Invano io le dico che il dovere mi comanda di restamilitare e aveva abbracciato le scelte politiche del fratello a cui lo legavano sentimenti di profondo affetto e re qui, che la patria mi è desideratissma, ma che
allorquando mi muoverò per rivederla non sarà per
devozione.
L’Esperia si diffuse così soprattutto tra gli ufficiali andarmene a vivere di ignominiosa vita, ma a morire
e i quadri della marina austriaca, con un programma di gloriosa morte; che il salvacondotto mio in Italia sta
assai generico (dal punto di vista istituzionale era ormai sulla punta della mia spada, che nessuna affemonarchico-costituzionale, nel senso che propugnava zione mi potrà strappare dall’insegna che ho abbracla necessità di unire l’Italia con capitale Roma sotto ciato, e che l’insegna d’un Re si deve abbandonare,
un unico sovrano ed istituzioni liberali) quando entrò quella della patria non mai.
Mia madre agitata, acciecata dalla passione, non
in contatto con Giuseppe Mazzini, a quel tempo esule
m’intende, mi chiama empio, uno snaturato, un assasa Londra.
I due fratelli abbracciarono con entusiasmo le idee sino, e le sue lagrime mi straziano il cuore, i suoi rimmazziniane e cominciarono a considerare l’Esperia proveri, quantunque non meritati, mi sono come punte
una organizzazione sorella della Giovine Italia, e con- di pugnale; ma la desolazione non mi toglie il senno; io
tatti organizzativi furono stretti con un mazziniano esule so che quelle lacrime e quello sdegno spettano ai tiranni.
a Malta, Nicola Fabrizi.
(l. continua)
Pensarono quindi di suscitare un ammutinamento
di navi austriache nel porto di Beirut per poi navigare
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ed i G r a n d i M i s t e r i italiani
2 Agosto 1980 “Strage alla stazione di
Bologna”: sono passati 30 anni ed è
sempre un lungo grande mistero!
Gilberto Dondi - Quotidiano.net
Yahoo News
Bologna, 1° agosto 2010.
Ha gli occhi lucidi, mentre guarda la foto delle sei
colleghe che non ce l’hanno fatta.
Alle sue spalle c’è Gianluca, il figlio di 16 anni che
le sta appiccicato e non la lascia un attimo.
Marina Gamberini è diventata, suo malgrado, il simbolo della strage alla stazione.
Il 2 agosto 1980 lavorava in un ufficio al piano di
sopra rispetto alla sala d’aspetto sventrata dalla bomba che spazzò via 85 persone e ne ferì 200.
Lei incredibilmente si salvò, le altre impiegate no.
La sua foto mentre viene portata via in barella dai
soccorritori è divenuta appunto il simbolo della tragedia: nello scatto Ansa Simona urla, un grido straziante di paura e di rabbia, gli occhi sbarrati che cercano qualcosa senza trovarlo.
Quella foto ha fatto il giro del mondo e l’ha perseguitata per trent’anni.
«Oggi il mio obiettivo l’ho raggiunto, dice a
voce bassa, finalmente non sono io ad avere importanza, ma le mie sei colleghe. Loro in tutti
questi anni non hanno mai avuto voce, oggi ce
l’hanno».
E si commuove di nuovo, guardando i visi sorridenti di Katia, Mirella, Euridia, Nilla, Franca e Rita.
La loro immagine è contenuta nella mostra “Io
sono testimonianza”, progettata da Isrebo, allestita in Sala Borsa e inaugurata ieri alla presenza di
Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime, del sub commissario Maria
Antonietta Dionisi, dell’assessore provinciale allo
Sport Marco Pondrelli, del quasi’ candidato sindaco
Maurizio Cevenini.
Il fotografo, Martino Lombezzi, ha ritratto i sopravvissuti oggi, accostando a ognuno di essi l’immagine
di un oggetto o di altre persone legate al giorno della
strage.
Un cappello da capostazione, uno skateboard, un
borsello, vicino
alle immagini dei
proprietari: un
ferroviere, un
ragazzino, un
cuoco.
Accanto alla
foto di Marina
Gamberini, ci
sono le sei ragazze scomparse: «Io, sopravvissuta, mi sono sempre sentita in
colpa racconta.
Loro erano morte, io no!
E’ stata la ferita più grande. Questo per me non
era giusto.
E poi c’era quella foto, la foto simbolo, che mi
perseguitava.
Non riuscivo a guardarla, mi faceva rivivere quei
momenti.
La gente mi riconosceva per strada e io mi sentivo morire.
Solo adesso, dopo tanti anni, sono riuscita con
fatica ad accettarla, quella foto, anche se non mi
piace.
Così come sono riuscita ad accettare il mio destino».
Per Marina è stata dura: la ferita al cranio («sono
rimasta seppellita dalle macerie»), ma soprattutto le
crisi di panico, la depressione, i momenti di buio.
«Ho fatto mille terapie dice le ho fatte davvero
tutte.
E’ stata dura.
Dove ho trovato la forza per andare avanti? Non
lo so, ci sono momenti in cui pensi di non farcela».
Al suo fianco c’è Gianluca, vorrebbe suggerirle qualche risposta: «Taci tu lo rimprovera sorridendo ,
che sei minorenne».
Poi lo guarda: «Avere mio figlio è stata un’impresa, nelle mie condizioni. Ma è stata la più importante».
Ora Marina chiede solo una cosa, la stessa che chiedono tutti i sopravvissuti: la verità.
«Sapere il nome dei mandanti e il perché servirebbe a pacificarci», conclude.
Alla mostra ci sono altri sopravvissuti.
C’è Sonia Zanotti, che all’epoca aveva 11 anni.
E’ di Bressanone, voleva fare la sciatrice: «Invece
sono pensionata precaria dice perché forse mi toglieranno la pensione.
Di quel giorno ricordo ogni cosa. Ero nella sala
d’attesa quando scoppiò la bomba, ricordo le urla,
le macerie. Era l’inferno.
La mia vita è cambiata, ho perso l’adolescenza
e tante altre cose.
La nascita dei miei due figli è ciò che mi ha fatto
ripartire.
Oggi combatto per conservare la memoria, mentre dal Governo abbiamo avuto solo vane promesse».
Ruggero Sarcina è tornato a Bologna dopo tanti
anni: «Noi siamo i custodi della memoria, finché
resistiamo».
Era capostazione, allora. Oggi vive a Bari con la
moglie.
«Le ferite fisiche sono passate in 15 giorni, ma
le ferite vere te le porti dentro.
L’odore acre della polvere, il ronzio nelle orecchie.
Quelli sono rimasti. A dispetto degli psichiatri.
La strage ti resta dentro, non se ne va».
Voci dal Sud
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Nella foto si notano i due
tronconi della Stazione
Ferroviaria con al centro un
ampio spazio che era
occupato dal fabbricato
polverizzato dall’esplosione
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Il corpo senza vita di un passeggero
scagliato dall’onda d’urto
dell’esplosione sotto i vagoni del
treno per Chiasso che era in sosta sul
primo binario
L’autobus urbano della
linea 37 che divenne
infermeria-ambulanza
facendo a spola fra la
stazione ferroviaria ed i vari
presidi ospedalieri ove
portava i feriti coadiuvando
le auto ambulanze dal
numero insufficente.
Oggi è nel museo annesso
alla Stazione con lorologio
famoso che segna ancora le
10,24
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La Strage della Stazione di Bologna
Il fatto, i processi, i depistaggi ...
L’esplosione e la reazione della città
Alle 10:25, nella sala d’aspetto di 2ª classe della
Stazione di Bologna Centrale, affollata di turisti e di
persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata,
esplose, causando il crollo dell’ala ovest dell’edificio.
L’esplosivo, di fabbricazione militare, era posto nella
valigia, sistemata a circa 50 centimetri d’altezza su di
un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell’ala
ovest, allo scopo di aumentarne l’effetto; l’onda d’urto, insieme ai detriti provocati dallo scoppio, investì
anche il treno Ancona-Chiasso, che al momento si
trovava in sosta sul primo binario, distruggendo circa
30 metri di pensilina, ed il parcheggio dei taxi antistante l’edificio.
L’esplosione causò la morte di 85 persone ed il
ferimento o la mutilazione di oltre 200.
La città reagì con orgoglio e prontezza: molti cittadini, insieme ai viaggiatori presenti, prestarono i primi
soccorsi alle vittime e contribuirono ad estrarre le
persone sepolte dalle macerie; immediatamente dopo
l’esplosione la corsia di destra dei viali di circonvallazione che circondano il centro storico di Bologna, e su
cui si trova la stazione, fu riservata alle ambulanze ed
ai mezzi di soccorso e, dato il grande numero di feriti,
non essendo tali mezzi sufficienti al loro trasporto verso gli ospedali cittadini, vennero impiegati anche autobus, in particolare quello della linea 37, divenuto, insieme all’orologio fermo alle 10:25, uno
dei simboli della strage, auto private e taxi ed, al
fine di prestare le cure alle vittime dell’attentato, i
medici ed il personale ospedaliero fecero ritorno dalle
ferie, così come i reparti, chiusi per le festività estive,
furono riaperti per consentire il ricovero di tutti i pazienti.
Nei giorni successivi la centrale Piazza Maggiore
ospitò imponenti manifestazioni di sdegno e di protesta da parte della popolazione e non furono risparmiate accese critiche e proteste rivolte ai rappresentanti
del Governo, intervenuti il giorno 6 ai funerali delle
vittime celebrati nella Basilica di San Petronio; gli unici
applausi furono riservati al presidente Sandro Pertini,
giunto immediatamente con un elicottero a Bologna
alle 17.30 del giorno della strage, che in lacrime pronunciò di fronte ai giornalisti queste brevi parole: «non
ho parole, siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia».
Struttura dell’ordigno
La bomba era composta da 23 kg di esplosivo, una
miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta “Compound B”,
potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina ad uso
civile).
Indagini giudiziarie
Subito dopo l’attentato, il Governo Italiano, presieduto da Francesco Cossiga, e le forze di Polizia attribuirono lo scoppio a cause fortuite, ovvero all’esplosione di una caldaia nel sotterraneo della stazione.
(n.d.r.: una conclusione assolutamente affrettata dal momento che non era stato assolutamente
possibile stanti i termini temporali ridottissimi
esperire serie indagini per cui se il Governo ita-
liano si fosse astenuto dal fornire questa soluzione semplicistica e chiaramente di comodo ... avrebbe guadagnato una bella figura in luogo di una
figuraccia come è avvenuto).
Non appena apparvero più chiare le dinamiche e fu
palese una matrice terrorista, attribuirono la responsabilità della strage al terrorismo nero.
Già il 26 agosto 1980 la Procura della Repubblica di
Bologna emise ventotto ordini di cattura nei confronti
di militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari: Roberto Fiore e Massimo Morsello (futuri
fondatori di Forza Nuova), Gabriele Adinolfi, Francesca Mambro, Elio Giallombardo, Amedeo De
Francisci, Massimiliano Fachini, Roberto Rinani, Giuseppe Valerio Fioravanti, Claudio Mutti, Mario Corsi,
Paolo Pizzonia, Ulderico Sica, Francesco Bianco, Alessandro Pucci, Marcello Iannilli, Paolo Signorelli,
PierLuigi Scarano, Francesco Furlotti, Aldo Semerari,
Guido Zappavigna, GianLuigi Napoli, Fabio De Felice, Maurizio Neri. Vengono subito interrogati a Ferrara,
Roma, Padova e Parma. Tutti saranno scarcerati nel
1981.
Depistaggi e disinformazione
Vi furono svariati episodi di depistaggio, organizzati
per far terminare le indagini, dei quali il più grave è
quello ordito da parte di alcuni vertici dei servizi segreti del SISMI, tra i quali Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, che fecero porre in un treno a Bologna, da un sottufficiale dei Carabinieri, una valigia piena
di esplosivo, dello stesso tipo che fece esplodere la
stazione, contenente oggetti personali di due estremisti di destra, un francese e un tedesco.
Musumeci produsse anche un dossier fasullo, denominato “Terrore sui treni”, in cui riportava gli intenti stragisti dei due terroristi internazionali in relazione con altri esponenti dell’eversione neofascista,
tutti legati allo spontaneismo armato, senza legami
politici, quindi autori e allo stesso tempo mandanti della strage.
Francesco Cossiga, il 15 marzo 1991, al tempo della
sua presidenza della Repubblica, affermò di essersi
sbagliato a definire “fascista” la strage alla stazione
di Bologna e di e di essere stato mal indicato dai servizi segreti. Attorno a questa strage, come era già
avvenuto per la Strage di piazza Fontana nel 1969, si
sviluppò un cumulo di affermazioni, controaffermazioni,
piste vere e false, tipiche di altri tragici avvenimenti
della cosiddetta strategia della tensione.
Condanne
Lentamente e con fatica, attraverso una complicata e discussa vicenda politica e giudiziaria, e grazie
alla spinta civile dell’ ”Associazione tra i familiari
delle vittime della strage alla stazione di Bologna
del 2 agosto 1980”, si giunse ad una sentenza definitiva della Corte di Cassazione il 23 novembre 1995.
Vennero condannati all’ergastolo, quali esecutori dell’attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio
Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre
dichiarati innocenti, mentre l’ex capo della P2 Licio
Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli
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ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci
e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il
depistaggio delle indagini.
Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: 9 anni di reclusione per Massimo Carminati, estremista di destra, e
quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci
Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e Ivano
Bongiovanni, delinquente comune legato alla destra
extraparlamentare.
Ultimo imputato per la strage è Luigi Ciavardini,
con condanna a 30 anni confermata nel 2007.
Anche lui continua a dichiararsi innocente.
Eventuali mandanti della strage non sono mai
stati scoperti.
Ipotesi alternative
A causa del protrarsi negli anni delle vicende
giudiziarie e dei numerosi comprovati depistaggi, intorno ai veri esecutori e ai mandanti dell’attentato si
sono sempre sviluppate numerose ipotesi e
strumentalizzazioni politiche divergenti dai fatti
processuali che hanno portato alle condanne definitive dei presunti esecutori materiali della strage.
· Stando quanto riportato dai media nel 2004 e
ripreso nel 2007, Francesco Cossiga, in una lettera
indirizzata a Enzo Fragalà, capogruppo di Alleanza Nazionale nella commissione Mitrokhin, ipotizza un
coinvolgimento palestinese (per mano del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e del gruppo
Separat di Iliz Ramirez Sanchez, noto come “comandante Carlos”) dietro l’attentato.
Inoltre, nel 2008 Cossiga ha rilasciato un’intervista
al Corriere della Sera in cui ribadiva la sua convinzione secondo cui la strage non sia da imputarsi al terrorismo nero, ma ad un “incidente” di gruppi della resistenza palestinese operanti in Italia.
Si dichiara altresì convinto dell’innocenza di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti.
Dalla sua cella, a Parigi, il terrorista rosso Ilic
Ramirez Sanchez afferma che «la commissione
Mitrokhin cerca di falsificare la storia e che a
Bologna a colpire furono CIA e Mossad», con l’intento di punire e ammonire l’Italia per i suoi rapporti
di fiducia reciproca con l’OLP, che si era segretamente impegnato a non colpire l’Italia in cambio di
una certa protezione.
Nel maggio 2007 il figlio di Massimo Sparti (malvivente legato alla banda della Magliana e principale
accusatore di Fioravanti) dichiara «mio padre nella
storia del processo di Bologna ha sempre mentito».
· In un allegato pubblicato in fascicoli del settimanale di destra L’Italia Settimanale nel corso del
1994 intitolato “Storia della prima Repubblica” viene fornita una particolare ipotesi sulla strage; viene
accomunata alla strage di Ustica (ne viene definita
letteralmente il “bis”); poi viene paragonata al caso di
Enrico Mattei e al caso Moro.
Il testo prosegue con « L’Italia dalla nascita della prima Repubblica è stata, come tutti sanno, un
paese a sovranità limitata (...) ora, nel momento
in cui, per questioni contingenti (...) ha fatto - raramente - scelte che si sono rivelate in contrasto
con le alleanze di cui vi dicevo, ha compiuto, detto in termini politico-mafioso-diplomatici, uno
“sgarro”.
E come nella mafia quando un picciotto sbaglia
finisce in qualche pilone di cemento o viene privato di qualche parente (in gergo si chiama “vendetta trasversale”), così è fra gli Stati: quando
qualche paese sbaglia, non gli si dichiara guerra; ma gli si manda un “avvertimento”, sotto forma di bomba, che esplode in una piazza, su di un
treno, su una nave, ecc ecc »
Senza contestare le sentenze giudiziarie che hanno
riconosciuto gli esecutori materiali, il testo vuole indicare i mandanti.
In memoria della strage
Nella sala d’attesa di 2a Classe, ricostruita campeggia ancora il foro nel pavimento provocato dalla
bomba, sito al di sotto della lapide contenente i nomi
delle vittime posta sullo spezzone di parete non crollato.
Il 2 agosto è considerata la giornata in memoria di
tutte le stragi, e la città di Bologna con l’Associazione
tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di
Bologna del 2 agosto 1980 organizzano ogni anno un
concorso internazionale di composizione musicale con
concerto in Piazza Maggiore.
Per ricordare la strage, nella ricostruzione dell’ala
della stazione distrutta è stato creato uno squarcio nella
muratura.
All’interno, nella sala d’aspetto, è stata mantenuta
la pavimentazione originale nel punto dello scoppio.
Il settore ricostruito presenta l’intonaco esterno liscio e non “bugnato” come tutto il resto del fabbricato, in modo che sia immediatamente riconoscibile e
più visibile.
È stato mantenuto intatto uno degli orologi nel piazzale antistante la stazione ferroviaria, quello che si
fermò alle 10:25; qualche tempo dopo la strage l’orologio venne rimesso in funzione, ma di fronte a decise
rimostranze le Ferrovie convennero sull’opportunità
che quelle lancette rimanessero ferme a perenne ricordo.
Il cippo commemorativo nella stazione di Bologna
contiene l’elenco delle “vittime del terrorismo fascista”.
Durante il mandato di Giorgio Guazzaloca, sindaco
di Bologna dal 1999 al 2004, l’esponente locale di Alleanza Nazionale Massimiliano Mazzanti propose al
sindaco di non citare più la “matrice fascista” della
strage nella commemorazione ufficiale del 2 agosto,
anche se confermata con le condanne del 1995.
Nonostante le critiche dell’opposizione, il Sindaco,
pur non ammettendo di aver accolto l’invito che veniva da una parte della sua maggioranza, così fece per
tutte e quattro le prime celebrazioni che lo videro protagonista.
Dal 2004, invece il nuovo sindaco, Sergio Cofferati,
è tornato a scandire la vecchia formula durante la manifestazione ufficiale.
Il 2 agosto 2010, giorno del trentennale della
strage, per la prima volta nessun rappresentante del governo è stato presente alla commemorazione svoltasi dapprima in Comune e successivamente nel piazzale antistante la stazione.
Solo rappresentante per lo Stato è stato il Prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia: un vero scandalo !
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M e d i c i n a & C h ir u r g i a
A 16 anni resta sfigurata da un colpo di
fucile, a 27 le viene ricostruito il volto
Protesi facciale, occhi bionici e arti «militari»: quando la medicina supera di gran
lunga la fantascienza !
Una protesi facciale ha restituito il volto a una donna
americana sfigurata da un colpo di fucile da caccia.
E’ l’incredibile storia di Chrissy Steltz, residente a
Milwaukie in Oregon.
A 16 anni la ragazza, che oggi ne ha 27, è rimasta
vittima di un terribile incidente.
Durante una festa un amico ubriaco
le ha sparato accidentalmente un colpo dritto in viso distruggendole occhi,
naso e parti del cranio.
E’ sopravvissuta per miracolo.
«Non vorrei più che la gente mi
fissasse», ha detto Chrissy Steltz alla
rete ABC News. Anche se ha perso
completamente la vista, riesce a percepire gli sguardi delle persone che ha
di fronte.
Chrissy è rimasta senza naso, senza
occhi e con una profonda cavità in mezzo al viso, che finora ha cercato di nascondere con
una mascherina da notte nera.
Ma dopo quel tragico incidente undici anni fa ha
imparato a leggere il braille; in una scuola per ciechi
ha conosciuto il suo ragazzo e la scorsa estate ha
dato alla luce un bambino.
E per dimostrare che ce la poteva fare come gli
altri, ha terminato gli studi con il massimo dei voti.
Una procedura all’avanguardia, riferisce l’equipe
guidata da Eric Dierks.
L’impianto di protesi è in silicone, fissato con speciali magneti in titanio alle ossa facciali.
Oltre a ciò, la protesi può essere tolta e riaggiustata
in ogni momento.
La nuova faccia è costata 80mila dollari, una spesa che l’assicurazione sanitaria non ha voluto
accollarsi visto che per loro si trattava di
un’«operazione di bellezza».
In soccorso è arrivato il team di medici che ha
deciso di regalarle la protesi.
E Crissy oggi è al settimo cielo: «Dopo undici
anni ho di nuovo un viso e la gente, ma soprat«Non mi vedono piu’ come un mostro»
tutto mio figlio, non mi vedono più come un moTuttavia, Chrissy Steltz aveva un sogno: un viso stro».
affinché suo figlio potesse guardarla.
E grazie ai chirurghi e alle nuove straordinarie possibilità in campo medico ora ha un nuovo volto.
Gli specialisti di chirurgia maxillo-facciale di Eugene
hanno infatti utilizzato alcune vecchie foto di Steltz,
risalenti a quando aveva 16 anni, e hanno realizzato
una protesi che è stata adattata alla sua età attuale.
Completa di occhi azzurri, naso e sopracciglia artificiali.
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Ricercatore italiano scopre medicina
contro cancro al cervello
Entro il 2013 un nuovo farmaco antitumorale a base di zuccheri
Patrizia Lenzarini - Gazzetta del Sud
BRUXELLES - L’Europa lascia la parola ad un giovane scienziato italiano per annunciare nuove speranze a chi soffre di un tumore celebrale.
«Se il nostro lavoro porterà i frutti previsti, i nuovi farmaci antitumorali potrebbero essere pronti
per il 2013, dice Milo Malanga, 33
anni, bolognese, che proprio grazie ai
finanziamenti Ue del programma di
ricerca Marie Curie, partecipa allo
sviluppo di una terapia innovativa.
Il giovane ricercatore, dopo la laurea in chimica e tecnologia farmaceutica a Bologna, alle proposte italiane ha
preferito di andare vedere cosa succede all’estero, grazie ad una borsa di
dottorato europea particolarmente allettante: « ...pagata quasi tre volte
quello che avrei ricevuto in Italia».
Ora lavora ad un progetto comune a
nove paesi, sostenuto dall’Europa, a Budapest (Ungheria) nel più grande laboratorio al mondo per questo
tipo di ricerche, il Cyclolab,
Racconta i primi risultati di quei lavori, «particolarmente promettenti» che illustrerà a Torino, alla Conferenza Marie Curie.
L’obiettivo: un nuovo farmaco a base di zuccheri, i cui profili si stanno precisando, che potrebbe rappresentare una valida cura per la lotta contro il tumore celebrale, che spesso non può essere rimosso
chirurgicamente.
«L’idea – spiega Malanga – è di creare dei veicoli per trasportare farmaci antitumorali, o addirittura veicoli fatti di farmaci antitumorali, che colpiscono le cellule malate e non quelle sane».
Altra caratteristica, aggiunge, «il farmaco è a base di ciclodestine, zuccheri che si possono estrarre
dall’amido, quello delle patate o dal riso: sono sostanze biocompatibili, non tossiche ed economiche quindi possono essere prodotte a livello industriale a basso costo».
La ricerca in corso punta quindi a sviluppare questi “veicoli” abbastanza piccoli da superare le barriere
che proteggono il cervello e contro cui i farmaci di oggi sono inefficaci.
Insomma, «proprio grazie ai nostri migliori talenti – commenta fiduciosa la commissaria Ue all’istruzione Androulla Vassiliou – si potrebbe salvare milioni di vite».
Prospettive per il futuro? “Finirò il dottorato a Budapest dove lavorano in modo eccezionale – dice
Malanga – poi probabilmente presenterò richiesta per ottenere fondi per un mio progetto.
Ho delle idee in mente, nello sviluppo di farmaci non solo antitumorali ma anche antivirali;
penso che siano buone».
Allora sarà il ritorno di un talento?
«Lavorare in Italia, perchè no, ma sono pronto a ripartire dove posso realizzare il mio progetto».
Non le mancherà il suo paese?
«Vuole una risposta sincera, a Bologna ho lasciato solo il cuore»!
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La salmonella “benigna” smaschera cellule tumorali
Si potrebbe arrivare a un nuovo trattamento immunoterapico
Gazzetta del Sud
Londra - Inoculando i bacilli della salmonella – in una forma innocua che non provoca la malattia – si riesce a segnalare
le cellule tumorali al sistema immunitario che è così in grado di individuarle e ucciderle. Questa tecnica innovativa è stata
messa a punto in uno studio italo-statunitense coordinato da Maria Rescigno, dell’Istituto europeo di Oncologia di
Milano di Umberto Veronesi, pubblicato sulla rivista “Science Translational Medicine”.
La ricerca potrebbe portare a creare un nuovo trattamento antitumorale immunoterapico o a un vaccino terapeutico.
Finora i test sono stati effettuati con successo sui topi e sulle cellule tumorali in vitro.
«Ora siamo pronti a procedere sull’uomo ma stiamo attendendo le autorizzazioni», ha spiegato la Rescigno. Il
fattore marcatore chiave è la “connessina 43”, una proteina che forma piccoli canali di comunicazioni tra diversi tipi di
cellule. Frammenti di proteine tumorali, chiamati peptidi, riescono a fuoriuscire attraverso questi canali. Così facendo
entrano nelle cellule immunitarie e agiscono come una sorta di “bandierine rosse” per innescare una specifica risposta
immunitaria contro il tumore. Normalmente le cellule tumorali riescono a proliferare diventando invisibili alle cellule
immunitarie perchè non sviluppano naturalmente sufficiente “connessina 43”. Iniettando la salmonella depotenziata le
“bandierine rosse” si attivano maggiormente.
L’équipe di Rescigno finora si è concentrata sul melanoma, la forma più letale del cancro della pelle, iniettando la
salmonella innocua in queste cellule.
Aumentando la quantità di “connessina 43” . In questo modo si formano nuovi canali di comunicazione e il sistema
immunitario si attiva uccidendo le cellule cancerogene. Si è notato che la tecnica ha protetto le cavie da laboratorio dal
proliferare di altre forme tumorali: un potenziale “effetto vaccino”.
Aggressivi e resistenti dalla Gran Bretagna l’allarme
superbatteri
Marzia Rosati - Gazzetta del Sud
ROMA - Che in circolazione ci fossero già superbatteri resistenti agli antibiotici si sapeva, ma ora stanno arrivando
anche quelli “potenziati”. L’allarme viene dai ricercatori dell’università di Cardiff: microrganismi portatori di un gene
particolare, chiamato Ndm-1, che conferisce ancora maggiore resistenza, sono già sbarcati in Gran Bretagna da India e
Pakistan a causa soprattutto del “turismo della salute”, la pratica sempre più diffusa di andare a cercarsi trattamenti low
cost in luoghi sempre più lontani. Lo studio, pubblicato da “Lancet Infectious Diseases”, ha esaminato 37 casi di
infezioni da batteri portatori di Ndm-1 emersi in Gran Bretagna, più diversi campioni di questi batteri prelevati in India e
Pakistan. Dei casi inglesi molti riguardavano persone che erano state in Asia per sottoporsi a qualche trattamento
medico, soprattutto di chirurgia estetica. I pazienti, spiegano gli autori, sono stati trattati con un cocktail di farmaci, ma
in almeno un caso il batterio “rinforzato” si è mostrato resistente a tutti gli antibiotici, e in molti altri non hanno
funzionato neanche i carbapenemi, l’ultima generazione dei farmaci di questo tipo.
«Questo gene produce un enzima che distrugge penicilline e cefalosporine – spiega Antonio Cassone, ex direttore del
dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità – ma la cosa più importante è che è capace di saltare
facilmente da un batterio all’altro, diffondendosi rapidamente. Già anche in Italia sono numerosi i ceppi di batteri
resistenti agli antibiotici, se si aggiunge anche il gene rischiamo di trovarci a corto di “armi” contro le infezioni. Purtroppo
casi simili hanno dimostrato che in queste condizioni è molto probabile che batteri di questo tipo si diffondano in tutto
il mondo».
Secondo l’esperto l’insorgenza di batteri resistenti è dovuta a un cattivo uso degli antibiotici esistenti, ma anche alla
mancanza di nuove molecole: «Servono nuovi antibiotici, in questo periodo se ne sviluppano troppo pochi – continua
Cassone - inoltre non si fa abbastanza ricerca sui vaccini, che sarebbero un’arma formidabile».
Nel nostro Paese, il terzo in Europa per uso di antibiotici, tra i batteri più a rischio ci sono l’Escherichia coli (responsabile di infezioni urinarie e sepsi; in Italia la resistenza di tale batterio agli antibiotici è aumentata dal 21 al 35% in 5 anni)
e lo Staphylococcus aureus (agente di infezioni ospedaliere; in Italia la resistenza è del 30-40%). L’ultimo rapporto della
sorveglianza europea sull’antibioticoresistenza, inoltre, mostra che anche la velocità con cui peggiorano le resistenze
non era mai stata osservata prima.
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Notizie in breve o curiose
Uno strano caso quello di Alessandra nata ... in un
altro Mondo!
Ci si chiede se sarà considerata la prima extraterrestre documentata del Mondo!
di Mariasole Dalmonte
Era il 21 luglio scorso quando la piccola Alessandra
decide assieme a “mamma Natura” di affacciarsi su
questa Terra.
Ma essendo un tantino eccentrica decide che non
vuole nascere banalmente in un ospedale, o in un appartamento privato e tampoco su un aereo di linea (considerato dalla legge italiana Territorio italiano).
Si lambicca un tantino il cervellino pronto a nascere
e decide che anche nascere su un’automobile che porta la sua amata Mamma in ospedale è di una banalità
folle.
Ed allora? ecco fatto, la decisione è presa e decide
che sarebbe nata a bordo di una eliambulaza chiamata
dai genitori per trasportare la sua Mamma e lei stessa
presso l’Ospedale di Alessandria.
Aveva però taciuto a tutti, finanche alla sua mammina che la portava amorevolmente in grembo da ben
nove mesi, che aveva deciso di fare una sorpresa e
sarebbe nata mentre l’eliambulanza era in volo nei cieli
della città.
E qui ... si scatena putiferio burocratico e ... nasce il caso!
Non essendo nata in terra, in luogo riconosciuto territorio italiano, non essendo stata stabilita con certezza l’ora della
sua venuta alla luce ... la piccola Alessandra non può essere considerata nata per le Leggi vigenti italiane!
Una miriade di cavilli si oppongono acchè la piccola Alessandra venga iscritta ad un anagrafe!
Alessandra comincia (ahimè!) troppo presto a scontrarsi con le Leggi italiane e la burocrazia, ma siamo sicuri che un
escamotage verrà fuori o ... sarà ufficialmente la prima cittadina extraterrestre caduta dal cielo!
Un popolo civile ha cura e rispetto dei propri defunti!
In Italia si curano amorevolmente ...
i morti!
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Taranto - Morti a carico dell’Asl, circa quattromila persone decedute da
anni risultavano ancora in carico all’Asl di Taranto e concorrevano regolarmente alla quantificazione delle retribuzioni dei rispettivi medici di base convenzionati: la scoperta è stata fatta da militari del Comando Provinciale della
Guardia di Finanza a conclusione di indagini che hanno comparato i dati
delle anagrafi comunali con gli elenchi degli iscritti all’Asl nel periodo compreso fra il 2004 e il 2008.
Nel registro degli indagati sono stati scritti dalla Procura i Direttori Generali pro-tempore dell’Azienda sanitaria locale.
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari, firmato dal PM Remo
Epifani, è stato notificato all’ex direttore generale Marco Urago, all’ex commissario straordinario dell’Asl Carlo Sessa e
all’attuale direttore generale Angelo Domenico Colasanto.
L’ipotesi di reato è abuso d’ufficio. I dirigenti sono indagati “per aver omesso, nell’ambito delle competenze attribuite loro dalla normativa regionale e nazionale nel comparto della spesa sanitaria, di dare corso agli adempimenti
procedurali di aggiornamento dell’anagrafe assistiti e per avere arrecato un ingiusto profitto ai medici di base,
derivante dagli emolumenti non spettanti”.
Il Servizio sanitario nazionale corrisponde ai medici di famiglia poco più di 38 euro lordi all’anno per ogni paziente, per
un massimo di 1500 assistiti.
A questa cifra va aggiunto un assegno individuale, non riassorbibile, che viene riconosciuto al medico per anzianità
di laurea e carico assistenziale.
Le indagini dei finanzieri del gruppo di Taranto, diretti dal tenente colonnello Cosimo D’Elia, rientrano in un piano di
azione disposto dal comando generale di Roma per monitorare la spesa sanitaria.
Voci dal Sud
42
AnnoVI° nr. 9 Settembre 2010
w w w . s o s e d . eu
Notizie in breve o curiose
Napoli, molti i truffatori fra i
tassinari rissosi e scortesi
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In 300 su 2300 sono già stati sanzionati, per altri 70 è scattata la diffida.
I tassisti napoletani non sono certo
un modello.
Anzi. In molti hanno addirittura
seri problemi di alcool e droga.
Il Comune sta correndo ai ripari
così da applicare finalmente un regolamento varato più di un lustro fa
dall’allora assessore Luca Esposito
ma mai andato in vigore perché persosi nel fuoco incrociato delle fazioni politiche del Consiglio comunale.
Agostino Nuzzolo, l’attuale assessore lo ha rispolverato.
Di cosa si tratta? Sostanzialmente
a ciascuna infrazione viene assegnato un punteggio, chi arriva a 100 punti perde la licenza e fare il tassista a
Napoli per lui sarà impossibile.
Al momento col vecchio regolamento sono state comminate già 100 sospensioni da 15 giorni, 40 da 30, 10 da 5 giorni e 5 da 60 giorni.
Un numero molto elevato che testimonia quanto una cospicua parte dei tassisti napoletani sia almeno poco incline alle
regole.
Un’avventura prendere il taxi a Napoli e spesso rappresenta un pericolo.
Soprattutto in questo periodo estivo, dopo tutto Ferragosto non è tanto lontano.
In una città già abbastanza vuota tra chi parte e chi arriva, chi cerca e chi non trova, si arrangi chi può.
E i tassisti lo fanno alla grande ai danni di chi deve spostarsi.
Il tenente Sabato Caputo della Polizia turistica è con i suoi uomini e donne deputato a tutelare dai tassisti truffaldini e
rissosi napoletani e turisti.
Il quadro che delinea non è incoraggiante: “Il problema c’è ed è abbastanza diffuso - racconta - purtroppo questi
signori sono tanti e tutti i giorni siamo costretti ad entrare in azione con blitz e sequestri”.
In Australia inventati nuovi lavori:
accalappiakoala e raccogli escrementi di canguri
Siete stanchi dell’Italia e volete cambiare aria? Avete in mente di trasferirvi in Australia, terra
di koala e canguri, ma non sapete quali prospettive di lavoro ci sono lì?
Niente paura, daEa lontana Oceania ci arrivano delle offerte di lavoro decisamente interessanti, se siete intenzionati a conoscere la natura australiana e vivere pienamente colori e sapori
di queste terre.
Lo Stato dellAustralia Meridionale, infatti, ha inviato delle offerte di lavoro decisamente curiose: accalappiakoala oppure raccoglitore di escrementi di canguro.
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 9 Settembre 2010
w w w . s o s e d . eu
Notizie in breve o curiose
‘Vacanze talpa’ per il 15% degli italiani, chiusi
in casa fingono di essere partiti
Yahoo News - (Adnkronos/Adnkronos Salute)
Roma - Vacanze barricati in casa, o ‘nascosti’ in
abitazioni non troppo distanti dalla propria, per non
confessare la rinuncia alla ferie per
colpa della crisi.
Sono aumentati gli italiani, concentrati soprattutto in provincia, che scelgono, complici le difficoltà economiche, le ‘vacanze talpa’: se negli anni
scorsi rappresentavano poco più del
5% “oggi sono il 10-15%”, secondo
Antonio Lo Iacono, presidente della
Societa’ italiana di psicologia.
L’esperto spiega come questo fenomeno riguardi soprattutto gli ambienti dove il controllo sociale è elevato: le persone che hanno un forte
bisogno di apparire ‘vincenti’, perciò,
nascondono le proprie difficoltà anche a caro prezzo.
“Si tratta di persone - spiega Lo
Iacono - che non riescono a mostrare le proprie povertà, la propria crisi.
Questo soprattutto in provincia e nelle classi
sociali medie o medio alte che si sono impoverite”.
Così raccontano vacanze a cinque stelle mentre
invece vanno da parenti o amici fuori dal giro delle
normali frequentazioni, o tornano nella casa paterna
e magari fanno qualche lampada abbronzante per
mostrare un aspetto ‘da vacanza’.
“Con la crisi - continua Lo Iacono - è più che
raddoppiata la percentuale delle persone che
entra nel gioco delle ‘vacanze talpa’, in particolare tra chi sente il bisogno di ‘salvare la faccia’
in ambienti dove ciò che si mostra è più importante di tutto il resto.
E il fatto che ci siano tante persone che rinunciano alle ferie non cambia la loro prospettiva”.
E’ sicuramente un segno di disagio amplificato dalla
città che si svuota e dagli amici che in vacanza ci
vanno davvero.
A dover rinunciare alle ferie ‘per crisi’, però, ci
sono anche tanti italiani che non sentono nessun bisogno di ‘nascondere’ la loro scelta obbligata.
“Anche in questi casi - spiega Lo Iacono - non
mancano i disagi psicologici.
Si aggrava sicuramente la percezione della
precarietà, delle difficoltà economiche, delle paure per il futuro”.
Insomma la crisi si fa sentire al suo massimo livello.
Ma lo psicologo invita a cogliere anche le opportunità ‘nascoste’ di questa situazione.
“La parola crisi - dice - ha una doppia valenza.
Significa difficoltà ma anche opportunità”.
E, in questo senso, chi resta a casa può cogliere
comunque l’occasione di una ‘vacanza alternativa’,
per recuperare energie.
Semplicemente cambiando abitudini. “In primo
luogo rallentando i ritmi. Ciò permette di sentire
anche di più se stessi”.
Poi bisogna puntare a riscoprire il territorio e le
risorse della propria città o del proprio paese o le
località più vicine.
In Italia ci sono tantissime ‘offerte’ estive anche a
casa propria.
Ci si può organizzare, inoltre, con cose semplici,
visitare la biblioteca se si ama la lettura, fare una gita
in un parco o in località vicine.
Utile anche inventarsi attività fisiche - dalla camminata alla passeggiata in bicicletta - che aiutano:
perché chi non fa niente entra in agitazione, si sente
stupido e si intristisce, conclude Lo Iacono.