Prove - MotoBar Club
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Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica NUMERO 253 12 LUGLIO 2016 101 PAGINE SBK: GP di Laguna Seca Rea piega la resistenza di Sykes e vince per l'ottava volta. Hayden terzo. Gara 1 catastrofica per le Ducati, che si rifanno in Gara 2 con il secondo e il terzo posto alle spalle di Sykes Prova Cross: Husky 2017 Aggiornamenti di rilievo per la gamma 4T: forcella ad aria e traction control elettronico. Tutta nuova la 250 2T, con la ciclistica delle sorelle e un motore da sballo Nico Cereghini "L'80 per 100 degli incidenti gravi" È provocato dall'uso improprio del cellulare alla guida. Lo ha dichiarato il ministro Delrio. Ci diranno che è solo un modo di dire, ma noi li vediamo | PROVA NAKED | KAWASAKI VULCAN 70 MR MARTINI da Pag. 02 a Pag. 13 All’interno News: BMW serie R 1200 2017, Ducati SuperSport 2017, Beta Enduro RR | Mercato: l'usato tira | Special: Yamaha XV 950 | M. Clarke: Sidecar da corsa: anni d'oro dei due tempi | SBK: a Laguna Seca dominano le Kawasaki, ma Ducati c'è | Trial: GP Andorra PREGI Look | Prestazioni DIFETTI Prezzo Prezzo 10.990 € PROVA NAKED KAWASAKI VULCAN 70 MR MARTINI Cosa succede se prendete una Kawasaki Vulcan S e la consegnate nelle abili mani di Mr Martini? Vulcan 70, una moto con fortissimi richiami a quella che fu un’icona degli anni settanta: la mitica e fumigante H1 500 Mach III. E' disponibile, in 100 esemplari, nelle concessionarie Kawasaki, a 10.990 euro di Francesco Paolillo 2 3 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove Media K awasaki Italia, sulla spinta di quella che molti dichiarano essere una moda passeggera, ma che in termini di numeri e vendite ha il suo bel perché, ha visto nella collaborazione con Mr Martini un modo per entrare nel settore della customizzazione. L’esperienza del vulcanico preparatore di Verona, che abbiamo avuto modo di apprezzare ammirando le sue “creature”, esposte nello showroom, che comprende anche un bar e annesso ristorante, si è materializzata questa volta nella Vulcan 70. Il nome tradisce chiaramente la derivazione di questa special, che infatti è derivata dalla Kawasaki Vulcan S: una custom di media cilindrata, che con poche e sapienti modifiche si trasforma in una sorta di Mach III 500 H1/D odierna. Il look, 4 infatti, ricorda la mitica "due tempi" a tre cilindri degli anni settanta, così come la verniciatura e le grafiche, questo grazie al kit che trasforma la pacifica Vulcan S in una moto dalla personalità e dalle prestazioni dinamiche ben differenti. Cosa cambia A Verona hanno approntato un kit, che senza il bisogno di saldare, tagliare o fresare alcunché, trasforma la moto di Akashi in qualcosa di diverso. Il look della Vulcan 70 prende forma grazie a un nuovo manubrio, montato su dei supporti specifici; il faro è inedito, così come i suoi attacchi e la piastra della strumentazione. Osservando la moto lateralmente si notano i nuovi fianchetti e le pedane, con relativi supporti, anch'esse di nuova fattura, con la sella - non più scavata, ma a sviluppo orizzontale - che termina con un codino molto seventies e relativo faro po5 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 6 Periodico elettronico di informazione motociclistica 7 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito steriore. Non sfuggono allo sguardo gli indicatori di direzione molto vintage nelle forme, e il terminale di scarico, sviluppato da Zard, che dona alla Vulcan 70 una voce decisamente più appagante di quella che di solito esce dalla gola del bicilindrico giapponese. Per chi volesse continuare nella personalizzazione sono disponibili anche altri accessori: pregiati cerchi a raggi Kineo, borsa serbatoio, parafango e specchi retrovisori cromati. Com'è fatta La meccanica e la ciclistica, quindi, rimangono quelle della cruiser giapponese: il motore bicilindrico parallelo, che viene montato anche sulle sorelle Versys ed Er-6n, è un otto valvole raffreddato a liquido che eroga 61 cv a 7.000 giri, con una coppia di 63 Nm a 6.600 giri. Motore piacevole e molto affidabile, che oltretutto consuma anche poco (in questo la Vulcan 70 è agli antipodi rispetto alla Mach III, che consu8 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove mava olio e benzina in quantità e necessitava di altrettanto abbondante manutenzione). Anche il telaio perimetrale in acciaio non cambia, così come le misure dei cerchi, rispettivamente di 18 e 17 pollici, che calzano pneumatici 120/70 e 160/60. l’impianto frenante è dotato di ABS, e prevede un disco da 300 mm davanti e un altro da 250 montato dietro. Come va A guardarle vicine, le due Vulcan, S e 70, sembrano davvero lontane parenti, e una volta montati in sella, neanche quello! La nuova sella, e soprattutto il manubrio e le pedane arretrati, permettono al guidatore un miglior controllo della moto, che si dimostra agile e stabile anche nell’angusto centro cittadino di Verona, ma, al contempo, permettono uno stile di guida spigliato e quasi sportivo, una volta raggiunte le colline intorno alla città veneta. Il confort offerto dalla sella, ampia e ben imbot9 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 10 Periodico elettronico di informazione motociclistica 11 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione motociclistica tita, anche per l’eventuale passeggero, è buono, così come la risposta delle sospensioni. I comandi sono morbidi, mentre le leve al manubrio regolabili permettono di trovare la giusta distanza. Duretto il cambio, che però è stato vittima del nuovo leveraggio, che lavorando non proprio in asse ha reso l’innesto delle marce difficoltoso. La precisione del preparatore, per non tirare in ballo quella dei giapponesi, ha previsto il montaggio di un alberino del cambio modificato, che risolverà tale inconveniente. Il temperamento del bicilindrico si sposa bene con le caratteristiche della Vulcan 70, sia grazie alla nuova “voce” che esce dal terminale Zard, sia per le caratteristiche di erogazione che vedono il motore giapponese girare basso e lineare, ma anche allungare con discreta personalità. La ciclistica sana e la buona resa dei freni chiudono il cerchio su una moto che di vintage, in effetti, ha solo l’estetica. Disponibile nelle concessionarie Kawasaki, la Vulcan 70 è prevista in una tiratura in soli 100 esemplari a un prezzo che, fino all’inizio del mese di settembre, sarà di 10.990 euro f.c. SCHEDA TECNICA KAWASAKI VULCAN 70 MR MARTINI 10.990 euro Cilindrata 649 cc Tempi 4 Cilindri 2 Raffreddamento a liquido Avviamento elettrico Alimentazione iniezione Depotenziata Sì Emissioni Euro 3 Capacità serbatoio 14 Lt Potenza 61 cv - 45 kw - 7.500 giri/min Coppia 6 kgm - 63 nm - 6.600 giri/min Pneumatico anteriore 120/70R18M/C 59H Pneumatico posteriore 160/60R17M/C 69H ABS Sì Peso in ordine di marcia N.D. Kg ABBIGLIAMENTO Giacca Hevik Londra Pantaloni Hevik Indigo Guanti Dainese Casco Caberg Jet Free Ride Commander 12 13 PREGI Accoppiamento sovrastrutture | Erogazione e potenza motori Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito DIFETTI Setting forcella WP morbido Periodico elettronico di informazione motociclistica PROVA GAMMA CROSS HUSQVARNA CROSS 2017 Aggiornamenti di rilievo per la gamma 4T: forcella ad aria e traction control elettronico. Tutta nuova la 250 2T, con la ciclistica delle sorelle e un motore da sballo di Aimone Dal Pozzo 14 15 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito L a pista di Ottobiano è il teatro del lancio stampa della nuova gamma Husqvarna Cross 2017, profondamente rinnovata con importanti innovazioni sulle quattro tempi e una nuova, esplosiva 250 a due tempi. Paolo Carrubba, Head of Media and PR del marchio, ci presenta le nuove cross: “il 2014, anno della ripartenza del marchio sotto la direzione Austriaca, segnava già un record di vendite per Husqvarna con più 16.000 moto vendute. A seguire i numeri sono stati ancora più impressionanti con un 2015 che ha chiuso con 21.500 unità vendute, indicatore che la nuova strada intrapresa è quella giusta.” Daniele Giacometti, direttore di Husqvarna Italia ci conferma il medesimo feeling sul mercato italiano: “Dal 1998 i risultati ottenuti con la nuova gestione sono sorprendenti. 16 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove In Italia abbiamo venduto più di 1.000 moto nel primo anno e siamo sempre in crescita, non vediamo l’ora dell’aumento della gamma per poter essere ancora più presenti e competitivi. Sul motocross avevamo tante domande in quanto Husqvarna è sempre stata abbinata prevalentemente all’enduro, ma stiamo avendo ottimi risultati anche sul fronte non targato. Ci aspettiamo di superare le 3.000 moto nei prossimi due anni e le prospettive di crescita sono più che attendibili.” La storica ditta di motociclette, la seconda più anziana a livello mondiale (come recita il loro claim: “Pioneering since 1903”) non si ferma ai risultati di mercato in quanto è ben consapevole dell’impatto positivo che portano i riconoscimenti in ambito competitivo. Infatti, già al secondo anno di reingresso nelle corse è sul podio del Supercross americano, uno dei campionati più impegnativi e mediatici del 17 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove mondo ad ulteriore conferma della validità ed efficacia del prodotto. Cosa c'è di nuovo? LE NOVITÀ COMUNI A TUTTA LA GAMMA SONO: L’introduzione della forcella ad aria: steli da 48mm aria da una parte, idraulica dall’altra. Ottime le opportunità di setting con pompa dell’aria fornita già di serie. La nuova forcella risparmia 1,66 kg di peso ed aumenta la corsa da 300 a 310mm. Claudio Benevelli, responsabile WP, ci spiega le caratteristiche specifiche del nuovo prodotto: “il prodotto deriva dal modello KTM ma con importanti sviluppi come il nuovo disegno del fodero che ottimizza le resistenze alle torsioni, viene modificato il pistone mid-valve che ora è in plastica.” Dal punto di vista del funzionamento è semplice ed intuitiva in quanto, con una valvola dell’aria posta sopra allo stelo sinistro, possiamo modificare il sostengo grazie ad un by-pass che equalizza la pressione. Sempre per la nuova gamma Husky, vengono introdotti nuovi setting personalizzati per ogni cilindrata. In caso di perdita dell’aria interna, è presente un sistema di sicurezza che ne previene la fuoriuscita e si percepisce che qualcosa non va se la forcella diventa più dura. Il problema può venire a verificarsi, ma ad ogni modo non si incorre nel pericolo di avere una forcella che cede. Per quanto concerne il mono, al di là dell’estetica rivista, viene confermata la base del 2016, ma viene diminuita di 3 Newton la rigidità della molla. La piastra di sterzo superiore creata al tornio a controllo numerico: si abbina alla nuova forcella un piastra di sterzo ricavata dal pieno al fine di ottimizzare le sensazioni di guida e le rigidità torsionali. Essa ospita anche un nuovo sistema di fissaggio del manubrio che ora è a ponte. Nuovo selettore delle mappature e traction control: troviamo al manubrio una piccola pul18 Media 19 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito santiera nera che permette di gestire le mappe, il Lauch control ed il traction control, tutto da un unico punto. Mappa 1 è standard con led bianco, mappa 2 led arancione, dedicata a maggiore potenza. Il Launch control viene attivato a seguito di un riavvio, con il motore al minimo e cambio in folle, si premono entrambe i bottoni TC e MAP e si accende la spia FI dietro alla tabella portanumero anteriore. Il Traction Control infine, viene introdotto per la prima volta di serie sulla gamma 4T e riduce l’erogazione della potenza per garantire la migliore trazione. Il sistema elettronico tiene in memoria l’ultima impostazione selezionata e la ripropone al riavvio successivo. Supporti testata: Sui 4T vengono sostituiti i supporti che collegano la testata al telaio che diven20 tano in alluminio anziché acciaio. Questo aspetto ottimizza sia la rigidità del telaio che il peso complessivo delle moto. Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove Video Alimentazione due tempi: entrambe le due tempi ricevono il nuovo carburatore Mikuni TMX da 38mm che va a sostituire lo storico Kehnin. Questo a vantaggio di una maggiore precisone nella carburazione, unitamente ad una minor sensibilità alle temperature esterne. Risparmio di peso: tra le più leggere della categoria, le nuove Husky dimagriscono di ulteriori 1,5 kg medi e diventano ancora più agili e scattanti. Componentistica di pregio: confermati gli allestimenti di alto livello. Comando frizione di fornitura tedesca Magura, dischi freno GSK, manu21 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito brio Pro Taper, radiatori WP, cerchi marchiati DID in lega anodizzati con mozzi lavorati dal pieno e nuovi pneumatici sempre della casa Dunlop, ma gli MX-3S. Nuove grafiche: update minimal ed elegante su tutta la gamma per un look sempre più aggressivo. TC 250: la rivoluzione Già per il modelli 2016 c’è stata una completa ri22 voluzione, e mancava la TC 250 che ora è arrivata completamente rinnovata. I numeri in termini di vendite sono ridotti rispetto alla gamma 4T, ma la 250 a miscela resta nel cuore del pubblico e piace per la facilità di utilizzo e per l’economicità della manutenzione, davvero apprezzata dal pilota amatore. Il telaio viene completamente rinnovato ed eredita le medesime impostazioni della gamma 4T con un peso totale di 95,8 kg, quasi 2 kg di meno Prove Periodico elettronico di informazione motociclistica rispetto alla passata edizione. Obiettivo del progetto è stato quello di ottimizzare il bilanciamento delle masse e questo è stato pienamente raggiunto alzando l’albero motore di 19,5 mm e la frizione di 4mm. Viene inoltre introdotto un contralbero che riduce del 50% le vibrazioni ed una valvola di scarico con diverse molle di carico fornite già di serie. Sulle nuove TC 250 troviamo il carburatore Mikuni TMX da 38mm che permette un’ottimizzazio- ne e minor sensibilità della carburazione, nuovo cilindro, nuova testata e novo pistone (disponibile anche la versione da 300cc dal catalogo Husky Power). Linea mini Anche per il line up 2017 viene confermata la moto dedicata ai piccoli campioni, ovvero la TC 85, ruote già presentata lo scorso anno con un upgrade dal punto di vista grafico. 23 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione motociclistica Come vanno? La linea delle nuove Husky, benché filante, può sembrare un po’ ingombrante come primo impatto. In realtà, una volta che sali in sella, scopri che quelle fiancatine sono tutt’altro che ingombranti in quanto ti offrono un punto di contatto tra moto e pilota davvero unico. La superficie liscia delle fiancatine combacia e si rastrema perfettamente con i convogliatori laterali e la sella, per offrire al pilota uno spazio di manovra immenso e privo di sporgenze. Il nuovo pacchetto sospensioni torna verso un’impostazione più morbida rispetto allo scorso anno, tanto che al posteriore è stato diminuito il K della molla ed anche le nuove forcelle ad aria escono di serie settate più morbide. Con Claudio Benevelli di WP abbiamo provato, durante la giornata di test, ad aumentare progressivamente la pressione interna grazie alla pompa fornita di serie ed, in poco tempo, siamo arrivati ad un bilanciamento ottimale per la nostra statura e peso. Le quattro tempi FC 250 e 350: le performances di questi modelli sono già al top della categoria e le novità introdotte per il nuovo anno hanno aumentato ulteriormente la guidabilità. La forcella ad aria alleggerisce l’avantreno di oltre un chilo e mezzo e questo si sente notevolmente in inserimento e nei cambi di traiettoria. Il sostegno dell’aria è ottimo e può essere personalizzato a piacere con grande velocità, ma il grande vantaggio è che stanca meno le braccia e non te le fa diventare dure. Il mono ora risulta un po’ seduto, cosa che complica le percorrenze ad ampio raggio, ma ottimo per la guida in piedi carica sulle pedane. I motori sono sempre pieni, pronti a spingere ed anche la 250, che solitamente è meno corposa ai bassi, ora si difende egregiamente dalla sorella maggiore che al contrario, si avvicina sempre di più alle potenze della 450. Tanto è cresciuta la 250 quanto è diventata 24 25 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito mansueta la cilindrata più grossa tanto che ora la 350 appare quasi schiacciata, lì nel mezzo. Fantastica la semplicità d’utilizzo dell’elettronica in quanto si può passare da una mappatura all’altra anche in volo, si può inserire o togliere il traction control quando si vuole e l’insieme delle due cose permette una personalizzazione dell’erogazione millimetrica. Il TC infatti limita la derapata della ruota posteriore laddove riscontra un eccessivo pattinamento e, in particolare sui motori potenti, permette di essere estremamente precisi con il trasferimento della potenza a terra. FC 450: I 63 cavalli disponibili sono imbarazzanti se si pensa al dato assoluto, ma la modalità con la quale vengono distribuiti e trasmessi da questo 26 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove propulsore li rendono altamente efficaci. Si sente che la potenza c’è, altrettanto che il motore è più pesante, in particolare quando si vuole cambiare velocemente traiettoria, ma pennellando le curve a dovere e dando gas nei punti giusti, si raggiungono in poco spazio velocità sconvolgenti. Non ci si accorge di quanto si vada veloci, basta poco gas dato a dovere per saltare fuori dalle curve o buttarsi al di là di un panettone in un attimo. Le due tempi TC 125: La piccola 125 era già agile e leggera ed ora, con la forcella ad aria è ancora più reattiva. Certo, va fatta cantare e tenuta sempre su di giri, ma imparando a puntare il gas già all’inserimento si scopre anche un ottimo spunto nella prima 27 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito fase di coppia, che aiuta anche i meno esperti ad uscire dalle curve. Bisogna lavorare tanto con le marce in quanto il range di utilizzo è limitato, ma una volta presa la mano diventa un gesto automatico. TC 250: Tutta nuova la 250 due tempi, che riceve il telaio delle sorelle e dunque si allinea in termini di maneggevolezza e stabilità. Davvero notevole il propulsore che grazie alla ridistribuzione dei pesi ed alla riduzione importante delle vibrazioni ora ha un feeling ancora più leggero. Dai gas ed è subito pronta, non si riempie mai, quasi come se avesse la carburazione magra, senza diventare eccessivamente nervosa. Leggera come nessun’altra permette ancora una guida all’attacco senza stancare come una 28 Prove Periodico elettronico di informazione motociclistica quattro tempi e, per questo, è senza dubbio una delle più divertenti da guidare. Husqvarna dopo nemmeno un anno dalla presentazione di una gamma cross interamente rinnovata si migliora ulteriormente, con interventi di rilievo che rendono le Husky cross ancora più facili e divertenti da utilizzare. La nuova gamma motocross Husqvarna MY17 è già disponibile presso i rivenditori autorizzati. Prezzi: TC 85 € 5.480; TC 125 € 8.100; TC 250 € 8.460; FC 250 € 9.380; FC 350 € 9.700; FC 450 €10.020 ABBIGLIAMENTO Casco: Acerbis Occhiali : Ariete Maglia: Acerbis Pantaloni: Acerbis Guanti: Acerbis Stivali: Acerbis 29 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News SUZUKI RM-Z 2017 Estetica tutta nuova e qualche piccolo ritocco ad una gamma efficace e collaudata S quadra che vince non si cambia, recita l'antico adagio. Suzuki non avrà vinto (ma ci è andata vicino nel Supercross con Ken Roczen, e scusate se è poco), ma data la validità della sostanza ha pensato bene di limitare ad una revisione estetica e ad una limatura nella sostanza le modifiche alla gamma cross RM-Z per il 2017. Le novità infatti si limitano a nuove grafiche (la gamma non era stata rinnovata dal punto di vista estetico l'anno scorso, quando invece avevano debuttato diverse novità tecniche) e colori per la sella, nonché l'anodizzazione nera per i cerchi. Dal punto di vista tecnico 30 va segnalata soltanto la nuova piastra di sterzo, sia per 250 che 450. Resta invariato il propulsore monocilindrico (4 tempi DOHC con distribuzione plurivalvole ad iniezione elettronico) rispettivamente da 449 e 249 cc, con iniezione elettronica a funzionamento battery-less e mappature variabili, nonché Launch control S-HAC; stessa cosa per la ciclistica, con forcella Showa SFF-Air priva di molla, e monoammortizzatore a regolazioni separate per alte e basse velocità in compressione sulla 450, ed unità KYB sulla 250, con forcella PSF2, sempre con molla pneumatica, e mono completamente regolabile. 31 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News BMW NOVITÀ GAMMA R 1200 Dal mese di agosto saranno ordinabili le BMW boxer edizione 2017. Rinnovate in alcuni dettagli tecnici (in funzione della normativa Euro 4) ed estetici. Si tratta delle R 1200 GS e Adventure, R 1200 R, R 1200 RT e R 1200 RS C ome da tradizione, BMW annuncia in anticipo i cambiamenti dei modelli attuali che saranno confermati per la stagione 2017, dando la possibilità ai propri clienti di poterli ordinare a partire dalla metà di agosto, quando saranno comunicati anche i prezzi di vendita. Nello specifico, i venduti modelli della serie boxer raffreddati a liquido sono stati oggetto di alcune variazioni in ottemperanza alle disposizioni omologative Euro 4 sulle emissioni, che hanno compreso anche l'introduzione di catarifrangenti laterali. Come l'ultima R 1200 GS Adventure, tutti i modelli boxer raffreddati a liquido saranno ora dotati di un dispositivo “judder damper” (praticamente un parastrappi) sull’albero di trasmissione. Nuovi elementi comprendono anche un attuatore del tamburo di selezione delle marce rivisitato, alberi di trasmissione e cuscinetti degli stessi. Una spia di segnalazione OBD (diagnostica di bordo e autodiagnosi) nel cruscotto è stata aggiunta per rispettare i regolamenti Euro 4. Vediamo il resto delle novità modello per modello R 1200 GS Il cruscotto ha un design aggiornato. La gamma di accessori opzionali comprende una nuova barra che consente il montaggio delle protezioni dei coperchi dei cilindri, disponibili come accessori . R 1200 GS Adventure Il color Ocean Blue metallizzato opaco non sarà più disponibile. R 1200 GS Adventure Triple Black La Triple Black si presenta con una finitura virtualmente all black. Il coperchio centrale del serbatoio, quello del compartimento bagagli ed il parafango anteriore nel colore Blackstorm metallizzato, insieme ai pannelli laterali del serbatoio in Dark Slate metallizzato, conferiscono un aspetto più grintoso. I telai anteriore e posteriore sono in Agate Grey, insieme al colore nero usato per il motore, la scatola del cambio ed il braccio oscillante. Completa il tutto una nuova sella nera con le lettere GS goffrate sulla porzione del passeggero. Media 32 R 1200 RT La R 1200 RT presenta con nuovi colori (Carbon Black metallizzato, Alpine White e il confermato Platinum Bronze metallizzato). Per migliorare la sicurezza della moto, la sua gamma di equipaggiamenti opzionali è ampliata per comprendere l’ABS Pro ottimizzato per le frenate a moto inclinata e la luce di frenata dinamica (entrambi in abbinamento all’opzione Riding Modes Pro). R 1200 R Come sulla RT arriva l’ABS Pro, ottimizzato per le frenate a moto inclinata, e la luce di frenata dinamica (entrambi in abbinamento all’opzione Riding Modes Pro). I colori: Racing Red, la precedente Style 1 diventa R 1200 R Sport nella combinazione di colori Light White/Cordoba Blue (nuovo colore per il telaio). Le finiture precedenti Cordoba Blue e Light White non sono più disponibili. R 1200 RS Identiche variazioni come RT ed R (compreso l’ABS Pro), i nuovi colori della R 1200 RS prevedono che la variante precedentemente indicata come Style 2 diventi R 1200 RS Sport nella combinazione di colori Light White metallizzato /Magellan Grey metallizzato opaco. La precedente finitura in Granite Grey metallizzato opaco (Style 2) non sarà più disponibile. 33 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito SVELATA AL WDW DUCATI SUPERSPORT 2017 diMaurizio Gissi | La bianca preview room nel paddock di Misano Adriatico ha mostrato l'inedita SuperSport che sarà presentata a Eicma. Una foto è però sfuggita ai controlli e racconta come sarà la sportiva Ducati: meno estrema, costosa e più confortevole rispetto alla serie Panigale L 'affollata platea dei ducatisti arrivati al WDW ha potuto ammirare la nuova serie speciale 1299 Panigale S Anniversario, edizione celebrativa dei 90 anni di vita del marchio bolognese, soltanto un gruppo più ridotto di appassionati ha potuto entrare nella speciale preview room. Ovvero uno spazio blindato a occhi indiscreti e vietato a fotocamere, cellulari e qualsiasi dispositivo atto a riprenderne l'interno, destinato ad accogliere la seconda anteprima, siglata al momento con il codice Project 1321. Due anni fa la stessa operazione era stata scelta da Ducati per dare un primo sguardo alla futura Scrambler. Di quella moto, da Misano non trapelò nessuna immagine, anche se diversi prototipi erano stati pizzicati nelle mani dei collaudatori nei mesi precedenti. Nel caso della novità di quest'anno è andata diversamente e una foto "vietata" è finita subito in rete, rilanciata in tutto il mondo. Poco male per la stessa Ducati, ci vien da dire, in fondo questa immagine e le notizie che ne sono seguite hanno acceso i fari attorno al nuovo progetto SuperSport e senza che questa sfuggita anteprima possa danneggiare il resto dei modelli in vendita. Visto che la SuperSport, se alla fine si chiamerà così, non cannibalizza le altre Ducati aprendo in34 Periodico elettronico di informazione motociclistica News Il telaio in traliccio d'acciaio riprende il disegno delle ultime Monster, layout della sospensione posteriore compreso, ma il forcellone è un monobraccio come sulle 1200 e non il bibraccio adottato dalle "piccole" 821, in attesa naturalmente di novità ad EICMA. Il resto si conoscerà più avanti, numeri e prezzo soprattutto, ma già le premesse paiono interessanti. Questa proposta non avrà l'impatto commerciale ottenuto dalla Scrambler, però servirà senz'altro ad attrarre un pubblico nuovo per Ducati. Prima di Eicma ne sapremo di più. vece a una nuova tipologia di moto. Claudio Domenicali, AD Ducati, parlando di questa moto nella conferenza stampa di apertura della manifestazione, aveva peraltro spiegato che la nuova sportiva avrà caratteristiche differenti rispetto alle più specialistiche Panigale, meno estreme, adatte a una guida maggiormente stradale e che avrà un motore inferiore al litro di cilindrata derivato dal bicilindrico di 937 cc della serie Hypermotard. Una sportiva che vuole offrire maggior comfort e un costo più contenuto, rinunciando a controlli elettronici nati per l'uso in pista ma senza per questo essere povera come altre proposte di compromesso già presenti sul mercato. La foto mostra una super sportiva ma con il manubrio più rialzato al posto dei semimanubri fissati ai foderi forcella e con le pedane non eccessivamente vicine alla sella che, da parte sua, conserva dimensioni contenute e termina in un codino che ricorda la Panigale 959. Il vetro del cupolino è regolabile, mentre la carenatura completa ha tratti distintivi della Panigale e la forma dei due fari, ma è totalmente diversa e si fonde alla copertura del serbatoio. La SuperSport sarà offerta in versione base e S; quella fotografata è la S e adotta sospensioni Ohlins e pinze radiali Brembo, mentre la base dovrebbe avere la classica accoppiata Showa e Sachs. 35 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News LE NOVITÀ IN ANTEPRIMA BETA ENDURO RR 2017 di Andrea Perfetti | Siamo stati a Siena per scoprire e provare le novità delle moto da enduro italiane. La Casa fiorentina è sempre più apprezzata nel mondo, vi raccontiamo i suoi numeri D i Beta c'è tanto da dire. E sono tutte cose belle. Le moto made in Italy (vicino a Firenze) sono sempre più apprezzate in Italia, ma anche e soprattutto nel resto del mondo. Pensate che la Beta ha chiuso il 2015 con un fatturato di 63,4 milioni di euro. Erano 50 nel 2014, 43 nel 2013. Tradotto in moto, la Casa italiana si appresta a chiudere il 2016 con 18.000 due ruote vendute. Un numero importante, che si traduce in nuovi posti di lavoro frutto degli investimenti della proprietà. Nel 2016 si punta a vendere 8.000 moto da enduro, 3.000 da trial e altre 7.000 tra Alp, 125 e 50 cc. Stefano Soldani (Responsabile Marketing di Beta) sottolinea la forte crescita in tutti i mercati. Su 100 moto prodotte, ben 87 vanno all'estero (in Francia, Germania, Austria, UK e Spagna. USA e Canada assorbono una quota pari al 20% della produzione). L'Italia si conferma un mercato di primaria importanza. Nel 2015 Beta ha conquistato 850 clienti (contro i 950 della leader KTM) e ha piazzato una sua moto al primo posto assoluto delle vendite: la RR 300 due tempi. Si tratta di un risultato incredibile, se pensiamo che Beta ha iniziato a produrre nuovamente moto da enduro nel 2005. Oggi Beta è un marchio riconosciuto e apprezzato dagli appassionati. E la stagione 2016 vede la Casa fiorentina primeggiare anche nelle corse, grazie a Steve Holcombe, attuale leader della Classe E3. Sempre Beta è inoltre prima nella classifica Costruttori. Cosa cambia nel 2017 Iniziamo col dirvi che non c'è la tanto discussa 125 2 tempi. Ma questo non significa che in futuro non arriverà. Le voci ci sono, staremo a vedere. La gamma 2017 RR non subisce stravolgimenti, anche perché andava e va veramente bene. Troviamo la nuova forcella Sachs con corsa aumentata di 5 mm. Viene adottato il nuovo olio Liqui Moly (viscosità 5), che ha migliori caratteristiche di tenuta alle alte temperature. 36 Sono rivisitati internamente i monoammortizzatori al fine di garantire regolazioni più distanziate tra basse e alte velocità. Sono nuove le piastre di sterzo. I cerchi a raggi sono in color alluminio, con raggi neri (Excel). E' nuovo il cruscotto digitale, che ora indica la carica della batteria (essenziale da sapere con i motori a iniezione). Tutte le moto, 2 e 4 tempi in configurazione stradale, sono ora Euro 4. Troviamo anche un nuovo tappo della benzina e grafiche riviste. Su 250 e 300 2 tempi è confermata la presenza del miscelatore separato, apprezzato dagli utenti. Sui 4 tempi (350, 390, 430, 480) ci sono diversi affinamenti, che comprendono nuovi assi a camme e nuove molle valvola al fine di avere un'erogazione ancora più lineare e meno freno motore. Gli ingranaggi dell'avviamento sono stati alleggeriti. Segnaliamo anche che i prezzi sono invariati rispetto al 2015. Solo la Xtrainer 300 2 tempi cresce di 100 euro e costa ora 6.690 euro. 37 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Attualità VENDITA MOTO USATE 2016 IN AUMENTO NEL PRIMO SEMESTRE di Maurizio Gissi | All'aumento delle nuove immatricolazioni si conferma quello dei passaggi di proprietà. Il mercato dell'usato (moto e scooter) nel primo semestre è cresciuto del 5%, valendo quasi tre volte quello del nuovo che è peraltro è salito del 16% C ome abbiamo scritto pochi giorni fa (vedi qui), il primo semestre di quest'anno ha visto le vendite di nuove moto e scooter in aumento del 16% (ovvero 116.424 immatricolazioni) rispetto allo stesso periodo del 2015. Le moto sono cresciute del 21,6% e gli scooter da parte loro hanno conosciuto un incremento del 12%. Il mese di giugno è stato però meno vivace dei mesi che l'hanno preceduto, con un aumento delle immatricolazioni dei motocicli pari al 6,1% e con rispettivamente le moto (8.520 unità) a +10,5% e gli scooter (14.566) a +3,6%. I dati riportati nel bollettino mensile Auto Trend, diffuso dall'Automobile Club d'Italia, ci permettono di analizzare anche l'andamento del mercato dell'usato. Quello che negli anni della crisi ha tenuto viva non soltanto la passione dei motociclisti ma ha contribuito a tenere in piedi anche le concessionarie. Consideriamo nella nostra analisi i passaggi di proprietà netti, ovvero depurati dalle minivolture. Come è noto le minivolture sono le registrazione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) di un passaggio di proprietà di un veicolo a favore di un concessionario, ai fini della rivendita a terzi. Il dato netto è importante perché l'incidenza delle minivolture sul totale dei passaggi di proprietà è stato di circa il 10-11% nel primo semestre. Nel caso delle auto questo volume cresce di molto, tanto da arrivare al 42-44% a seconda dei 38 mesi. Allo stesso modo consideriamo le immatricolazioni soltanto per le prime iscrizioni al PRA di un veicolo nuovo di fabbrica, effettuato contestualmente al rilascio della Carta di circolazione. Per questo motivo ci sono discrepanze con i dati rilasciati dal Ministero dei Trasporti poiché ad esempio comprendono anche le re-immatricolazioni. Ad esempio i dati del ministro hanno dato a giugno un aumento del 6,1% nelle nuove immatricolazioni rispetto a giugno 2015, mentre l'ACI lo porta al 6,4%. Passando all'usato, i passaggi di proprietà dei motocicli (quindi moto e scooter oltre i 50 cc) nel primo semestre di quest'anno hanno raggiunto 304.836 unità, in aumento del 5% rispetto all'anno scorso. Da notare che mentre a febbraio si è registrato un picco di crescita del 26% (nello steso mese 39 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Attualità le prime immatricolazioni sono aumentate del 37,8%), a giugno i passaggi si sono stati in perdita con un -6,4% rispetto a un aumento delle immatricolazioni superiore al 6%. Il mercato dell'usato continua a essere importante per quanto riguarda i motocicli. Nel primo semestre 2016 per ogni 100 nuove moto ci sono stati infatti 265 usati. In leggero calo rispetto al primo semestre del 2015 (295 usati ogni 100 veicoli nuovi) e del 2014 (298 contro 100). Questo rapporto sta quindi calando leggermente, però meno rispetto alla crescita del nuovo. Per fare un paragone con il mercato automobilistico italiano, nei primi sei mesi di quest'anno il rapporto nuovo/usato è stato 100/143. Passando alle radiazioni dei motocicli, ricordiamo che le radiazioni sono le registrazioni al PRA per rottamazione, esportazione o altro (ad esempio veicoli abbandonati e rimossi dalle autorità), queste ultime sono calate del 2% (sono state 62.007). Ma l'anno scorso la riduzione era stata del 19% rispetto allo stesso periodo del 2014. Facendo sempre un parallelo con il settore automobilistico, il rapporto è stato 100 immatricolazioni per 71 radiazioni, un valore che nel caso dei motocicli scende a 53 radiazioni ogni 100 nuove immatricolazioni. GUARDA TUTTE LE STATISTICHE 40 41 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Special YAMAHA XV 950 SON OF TIME Una Yard Built realizzata dagli olandesi di Numbnut Motorcycles. Progettata in collaborazione con la casa orologiaia TW Steel, interpreta in chiave corsaiola la Sport Heritage di Iwata L' apertura alla preparazione da parte di Yamaha, che ha dato vita ai due filoni Hyper Modified e Yard Built, continua a dare i suoi frutti. Stavolta sono i ragazzi di Numbnut Motorcycles, preparatori di Amsterdam già firmatari della XJR 1300 “Botafogo-N”, a cimentarsi sulla bicilindrica a V dal sapore custom lanciata ormai tre anni fa dal marchio dei tre diapason. Un’operazione studiata in collaborazione con TW Steel, marchio di orologeria dei Paesi Bassi, che, come già accaduto ad esempio per la Pure Sports, declina la bobber di Iwata in chiave sportiva e la battezza, azzeccatamente, Son of Time, figlia del tempo, come uno dei modelli da polso della Maison olandese. Il telaio è stato tagliato ed allungato per cercare maggior stabilità alle alte velocità in rettilineo, modificando quindi la ciclistica in maniera piuttosto profonda. I cerchi sono Dymag in carbonio, mentre l’impianto frenante guadagna pinze monoblocco, dischi flottanti da 320 mm e pompa RCS 19, naturalmente tutto Brembo. Le gomme sono Diablo Supercorsa, mentre le Media 42 43 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Special sospensioni sono state riviste da K-Tech con un kit forcella/ammortizzatori completamente regolabili. Il motore, per contro, resta praticamente di serie: lo scarico viene sostituito con un’unità Nozem, che si porta dietro un’accordatura dell’aspirazione attraverso una centralina aggiuntiva Dynojet Power Commander, che si preoccupa anche di gestire il quickshifter. Completa il quadro il contagiri Motogadget Pro. Le (poche) sovrastrutture sono praticamente tutte realizzate su misura: se si fa eccezione per il faro anteriore a LED (Baja), tutto il resto è di provenienza artigianale. Cover motore, prese d’aria, sella e serbatoio sono tutti esemplari creati specificamente per questa moto. 44 45 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito SIDECAR DA CORSA: GLI ANNI D’ORO DEI DUE TEMPI di Massimo Clarke | La comparsa di strutture e di soluzioni costruttive inedite ha segnato l’inizio di una nuova era. Dai Konig ai vincenti Yamaha TZ, fino alla monoscocca della svizzera LCR La coppia Donati-Sonaglia in azione alla Alberi-Montaione del 1980. Per i sidecar, ormai tutti con motore a due tempi, è già in atto un profondo rinnovamento tecnico 46 Periodico elettronico di informazione motociclistica N ella seconda metà degli anni Settanta, dopo un lungo periodo di grande immobilismo, la tecnica dei sidecar da competizione ha subito un profondo rinnovamento. Come visto nel precedente servizio di questa serie, una autentica rivoluzione si è avuta con la definitiva consacrazione dei motori a due tempi che, grazie alla loro eccezionale potenza, abbinata a una grande compattezza e a un peso molto ridotto, hanno fatto rapidamente scomparire dalla scena i 4T. Inizialmente si trattava di unità motrici “prelevate” dal settore della nautica da competizione e Tecnica e Storia PEDRINI, DONATI E ZINI SONO STATI GRANDI PROTAGONISTI DELLA SCENA NAZIONALE, TANTO IN CIRCUITO QUANTO IN SALITA, TRA IL 1978 E I PRIMI ANNI OTTANTA In questa foto di un tipico sidecar dei primi anni Ottanta si possono notare gli elementi in lamiera scatolata, uniti per chiodatura, che formano la scocca e il pianale, e le varia maniglie per il passeggero (che si sporge ora posteriormente alla terza ruota) 47 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito debitamente adattate (Konig e Crescent). In seguito però, come era inevitabile, si sono affermati i quadricilindrici delle moto da corsa dotati della struttura più adatta ad impiego sidecarristico, ovvero gli Yamaha con architettura in linea trasversale (che erano anche reperibili senza difficoltà, vista la notevole diffusione delle TZ 750 e delle 500). Ciascuno di questi motori poteva essere considerato il risultato dell’unione di due bicilindrici e infatti era dotato di due alberi a gomiti, ciascuno dei quali era costituito da sei pezzi uniti per forzamento e poggiava su due cuscinetti di banco a sfere e due a rulli. Alla estremità di ognuno di Periodico elettronico di informazione motociclistica Tecnica e Storia questi due alberi, che giravano all’indietro (ossia in senso opposto rispetto alle ruote), vi era una ruota dentata; quest’ultima era in presa, unitamente a quella dell’altro albero a gomiti, con un unico ingranaggio centrale, montato su di un albero ausiliario che provvedeva a inviare il moto alla frizione per mezzo di due ingranaggi collocati sul lato destro. Nel motore di maggiore cilindrata, che aveva un alesaggio di 66 mm e una corsa di 54 mm, venivano impiegati due “blocchi” di due cilindri ciascuno; lo stesso avveniva per le teste, che erano due soltanto ma “servivano” quattro cilindri. Negli ultimi 500 (che avevano un alesaggio di 56 Sidecar da competizione con telaio Schmid e motore Yamaha fotografato al museo Poggi di Castenaso. È decisamente moderno ma prevede ancora che il passeggero compia ampi spostamenti, sporgendosi davanti alla terza ruota Questa sezione del motore Yamaha TZ 750 a quattro cilindri (largamente impiegato dai nostri piloti di punta) consente di osservare chiaramente le principali caratteristiche costruttive come i due alberi a gomiti di tipo composito in presa con l’ingranaggio dell’albero ausiliario, collocato centralmente, e gli otto cuscinetti di banco mm e una corsa di 50,5 mm e che erano del resto gli unici disponibili) si impiegavano invece teste e cilindri singoli. I quadricilindrici Yamaha hanno conquistato il primo mondiale nel 1977 con O’Dell, dopodiché le loro vittorie si sono susseguite al punto da dare luogo per lungo tempo a un dominio assoluto. Da noi la maggior parte dei sidecarristi è passata rapidamente a questi motori giapponesi, non appena sono diventati disponibili. Spiccano i nomi di Pedrini e di Donati, mentre Zini per qualche anno ancora ha continuato ad impiegare il Konig, del quale è stato l’ultimo paladino, prima di passare anche lui al quadricilindrico Yamaha. Questi tre piloti sono stati grandi protagonisti della scena nazionale, tanto in circuito quanto in salita, tra il 1978 e i primi anni Ottanta. 48 La monoscocca grazie a LCR Nel frattempo la struttura dei sidecar da competizione stava cambiando notevolmente. Questa evoluzione è avvenuta in larga misura grazie alla svizzera LCR, che ha fatto il suo ingresso nel settore nel 1976, con un sidecar di aspetto ancora tradizionale ma già dotato di una struttura monoscocca, e ha vinto il suo primo Gran Premio nel 1978. La strada era indicata e rapidamente i telai in tubi hanno ceduto il passo a quelli in lamiera scatolata, che prevedevano un grosso elemento principale a sezione quadra, disposto lateralmente al motore, che collegava l’avantreno al retrotreno. Nel 1979 ormai c’era un notevole numero di sidecar con una struttura nettamente diversa da quella tradizionale, nei quali il passeggero in pra49 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito tica non si muoveva. La FIM ha quindi diviso il campionato in due categorie, una per i side dotati di struttura convenzionale e l’altro per i “prototipi”. Poi è tornata sui suoi passi. Alla fine si è stabilito che per gareggiare nei GP i sidecar dovevano essere realizzati in modo tale che in gara il passeggero non avesse un ruolo semplicemente passivo, ma partecipasse attivamente. rmai la scena era dominata dagli svizzeri LCR, che per diverso tempo hanno impiegato motori Yamaha. Poi, nella seconda metà degli anni Ottanta, sono apparsi i quadricilindrici Krauser, che si sono rapidamente rivelati vincenti. Periodico elettronico di informazione motociclistica Tecnica e Storia I più famosi piloti che hanno impiegato i sidecar LCR sono stati dapprima Biland e in seguito Webster, che hanno conquistato titoli mondiali a ripetizione e fra tutti e due hanno vinto oltre 100 Gran Premi. In Italia diversi piloti hanno utilizzato gli LCR, ma hanno ottenuto ottimi risultati pure i sidecar da competizione realizzati da Franco Donati (noti anche come “Donaska”). In quanto ai motori, quelli a due tempi hanno continuato ad essere impiegati a lungo, e si sono viste anche nuove interessanti realizzazioni come il V4 della Swissauto. Ma ormai erano arrivati gli anni Novanta e stavano per tornare i quattro tempi. Roberto Pedrini e Carlo Casanova sul loro side motorizzato Yamaha, assistito dalla famosa NCR di Bologna, nel 1982. Dotato di una straordinaria profilatura aerodinamica, ha ruote automobilistiche e una sospensione anteriore a braccio oscillante. Ormai i sidecar sono un’altra cosa, rispetto a pochi anni prima, ma non è ancora finita… 50 51 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito RIDE IN THE USA LA BAJA CALIFORNIA di Pietro Ambrosioni | Un brevissimo viaggio in Messico nel nord della Baja California. Luoghi meravigliosi a poche ore dal confine USA Q uando un paio di settimane fa sono andato a intervistare Bill Berroth di Motonation ho anche finalmente avuto occasione di fare un bel giro in moto in Baja California. Se avete avuto occasione di leggere il mio resoconto della gara che ho corso a Tecate in maggio (che ha anche coinciso con la mia prima esperienza in Messico), sapete anche che la piccola cittadina si trova esattamente su confine con gli USA, e sebbene l’atmosfera che si respira sia decisamente 52 Periodico elettronico di informazione motociclistica ro ora mi ero spinto fino a Trento: uno spettacolo, ma c’è sicuramente ancora moltissimo da vedere ed esplorare. La prima cosa che mi ha colpito entrando in Messico, questa volta dal valico di Tijuana, subito a sud di San Diego, è che al confine non ti guarda nessuno. La coda in uscita (o in entrata verso gli Stati Uniti se volete) è mostruosa, ma da questa parte non ti degnano nemmeno di uno sguardo. Meglio così. I primi chilometri sono per me uguali ogni volta che guido in un Paese diverso da quello dove vivo: super attento a prendere la direzione giusta, a rispettare la segnaletica e soprattutto a valutare chi mi sta attorno. Come guidano, se a loro volta rispettano la segnaletica e se soprattutto rispettano me e la mia moto. Solo dopo aver preso confidenza posso davvero iniziare a guardarmi attorno e godermi il pano- On The Road rama. All’andata la superstrada che contavo di prendere era chiusa per un incidente, per cui ho tagliato per Tijuana in un traffico micidiale ma scorrevole, fino a prendere la statale 1 e raggiungere l’oceano appena prima di Rosarito. Non so voi, ma per me vedere il mare è ogni volta come prendere un pugno nello stomaco. Non importa se sbuca da dietro una curva del Topanga Canyon a Malibu o se mi appare solo di sfuggita uscendo da un tunnel della Milano-Genova: per me il mare è magico, lo annuso prima ancora di vederlo e qualunque siano le condizioni meteo, inevitabilmente mi si stampa in faccia un sorriso. E il Pacifico in Baja California, persino qui dove tutto è ancora molto civilizzato, è davvero uno spettacolo. Di un blu profondo ma brillante, striato dalla schiuma delle onde che vanno ad infrangersi sulle rocce bianche e rosse, con i gabbiani diversa rispetto alla adiacente e “plasticosa” San Diego County, non si può nemmeno dire di aver davvero vissuto la Baja fino in fondo. Sarebbe come arrivare dall’Austria e fermarsi due chilometri dopo il Brennero e dire di aver visitato l’Italia… Questa volta mi sono spinto un po’ più a sud, anzi, un bel po’ più a sud. Salvo poi accorgermi che in realtà, dopo diverse ore di guida, mi ero avventurato nel cuore della penisola solo per 200 Km. Per tornare al paragone precedente, dal Brenne53 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito e i pellicani che planano tranquilli nonostante il vento che invece ti fa serpeggiare la moto. Rosarito è graziosa e pulita, ma oggi non ho tempo di fermarmi perché devo andare a casa di Bill per l’intervista, a Puerto Nuevo. La mattina dopo, verso le 8, inforco la Valorosa e mi lancio a sud: non ho un piano preciso ma voglio vedere fin dove riesco a spingermi sapendo che poi dovrò rientrare in albergo sempre a Puerto Nuevo. So che come minimo voglio arrivare ad Ensenada, ma non ho idea di come possa essere la strada e quali siano le condizioni del traffico. Purtroppo se vivi negli Stati Uniti finisci per credere un po’ a quelle leggende che parlano della Baja un po’ come fosse il Terzo Mondo: strade sterrate, tequila, putas, brutti ceffi e sparatorie… E invece… sorpresa! La maggior parte della gente qui lavora negli USA, dunque guadagna ottimi stipendi (il cam- Periodico elettronico di informazione motociclistica bio peso - dollaro è attualmente 18 a 1), si veste in modo del tutto normale e soprattutto sa di vivere in un paradiso e vuole mantenerlo tale. Certo, le regole sono molto più rilassate che negli USA, il parcheggio un po’ selvaggio e la segnaletica poco più che un cortese suggerimento… ma lo stesso vale per ogni Paese Latino, Italia compresa. Le strade sono lisce e ben asfaltate, la maggior parte delle automobili in circolazione sono recenti e ben tenute, non c’è in giro spazzatura e la sensazione è la stessa che si ha viaggiando nel sud Italia: gente che sa vivere bene e che si prende le sue dovute pause per gustare un caffè o, in questo caso, un taco servito da uno dei numerosi baracchini sul ciglio della strada. Dopo circa 35Km abbandono la costa e mi arrampico per le colline, entrando nella zona del vino. Qui è pieno di vigneti che stanno iniziando a crearsi una discreta reputazione, grazie all’aiuto e alla consulenza di maestri vinificatori italiani e francesi. La strada corre via liscia e tortuosa, con paesaggi bellissimi seppur arsi dal sole, e la temperatura inizia improvvisamente a salire. La sostenta brezza sulla costa mitiga la violenza del sole di fine giugno, ma appena passata la prima fila di colline, la canicola ti assale e inizi a sudare. A 60 km/h è come avere un asciugacapelli infilato nel colletto del giubbotto… Dopo altri 30 e passa chilometri ridiscendo verso il mare e raggiungo Ensenada, che dopo Tijuana è la città più grande della Baja California Norte: il traffico è intenso ma non impossibile, e le vie del porto sono intasate da venditori ambulanti e turisti che si affollano nei negozi di chincaglieria o nei bar che pompano musica ranchera. Sono tutti vestiti uguali, con camicie hawaiane, pantaloni corti e la pelle arancione bruciata dal sole, tanto vistosa da notarsi anche da dietro la visiera fumé del casco. 54 On The Road Si muovono in gruppo come una gigantesca mandria, e arrivano tutti dall’enorme porto turistico dove ogni anno centinaia di navi da crociera attraccano per l’ultima sosta prima di rientrare nelle acque statunitensi. Faccio un po’ di zig-zag per evitare turisti distratti, questuanti niente affatto distratti e poliziotti che a loro volta cercano di scacciare i suddetti questuanti. Mi divincolo rapidamente e riprendo la statale 1 verso sud. La strada si inoltra nuovamente verso l’interno e la temperatura sale di nuovo in modo quasi insopportabile: solo dopo scoprirò che i locali chiamano questo tratto “la valle del diavolo”. Sulla destra mi appare il cartello per “La Bufadora”, meta turistica famosa, dove si può assistere allo spettacolo di onde gigantesche che si infrangono a tutta forza contro gli scogli di una piccola baia. O almeno questo è quello che ho sentito 55 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica On The Road Media dire perché sinceramente, non voglio infilarmi in una simile trappola turistica, specialmente di venerdì. Sarà per la prossima volta. Proseguo per altri 20 km circa quando però devo assolutamente fermarmi in prossimità di uno scollinamento che sembra quasi uno dei nostri passi sull’Appennino. Il cartello dice “El Palomar” e il ristorante/locanda/minimarket sulla curva mi attira come un magnete. Mi compro una mappa locale, bevo una bibita gassata al pompelmo e mi godo la sfilata di camion, autobus e pick-up che qui si, iniziano ad essere un po’ sgangherati. Di fronte a me c’è persino un camping che attira i passanti con un bel cartello in stile Baja 1000. 56 Riparto e proseguo fino a San Tomàs, dove lascio la statale per dirigermi nuovamente ad ovest, verso il mare. La strada diventa più stretta e scivolosa, ogni tanto qualche animale mi attraversa davanti, ma tengo un passo tranquillo e mi godo il panorama. Durante la mia sosta ho deciso che la mia meta per oggi sarà Punta Cabras, dove ci si arriva da sud, passando per Erèndira. Sulla mappa un buon punto panoramico per qualche foto in riva all’oceano (a voi l’ardua sentenza). Ma soprattutto, grazie a una conversazione con il vecchio proprietario del minimarket, un po’ nel suo Spanglish e un po’ nel mio spagnolo maccheronico, ho scoperto che sia la Baja 1000 che la Baja 500 ogni tanto passano proprio sullo sterrato che porta alla punta. La Valorosa non è certo la moto ideale allo scopo ma… che diamine, vamos! Il Pacifico, come al solito, quando si mostra in tutta la sua selvaggia bellezza è sempre uno spettacolo mozzafiato. Mi fermo a fare qualche foto qua e là, ma so che è ora di tornare perché il traffico attorno a Ensenada diventa allucinante quando ci si avvicina a sera. E qui ci ficco dentro una bella riflessione personale, vi piaccia o meno: molta gente mi chiede cosa mi manchi di più dell’Italia, dopotutto sono quasi dieci anni che vivo negli Stati Uniti. Ovviamente mi manca la mi famiglia e mi mancano gli amici, mi manca il network delle cono- scenze, quella cosa per la quale ogni italiano è a una sola telefonata distanza da quasi tutto, sapete cosa intendo. L’amico dell’amico e così via. Ma quello che mi manca di più è la vitalità delle serate italiane. Quando arriva il tramonto in Italia inizia la vita: si chiude la giornata con una birra o con un bicchiere di vino, facendo l’aperitivo con gli amici e rilassandosi prima di rientrare a casa. Negli USA invece la gente fa un po’ come le galline: arriva il buio, rientrano a casa, mangiano qualcosa davanti alla TV e vanno a dormire. Domani sveglia alle 5 e si ricomincia. Stasera, ripassando da Ensenada e rientrando a Puerto Nuevo, ritrovo le stesse abitudini italiane. 57 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica On The Road Vedo la gente che esce dal lavoro e passa dal bar a salutare gli amici o si ferma a bere una birra al baracchino di fianco alla fermata del bus. I ristornati si riempiono e le orchestrine di “mariachi” si affrettano per raggiungere la terrazza sull’oceano, dove un capannello di passanti si è fermato ad aspettare il tramonto. Finisco la serata con Bill e sua moglie Lucy davanti a una birretta e una tequila offerta dalla casa, in un baretto dove l’americano medio non avrebbe nemmeno il coraggio di guardare l’insegna: invece qui sono ovviamente tutti gentili e disponibili, e l’unico problema diventa respingere le eccessive attenzioni di una “chica” un po’ rotondetta e un po’ ubriaca. Il mattino dopo, sabato, devo rientrare: la tariffa per una stanza nel mio albergo arriva quasi a triplicare e sinceramente non mi piace nemmeno la masnada di americani chiassosi che è iniziata a riversarsi su Puerto Nuevo già da ieri sera. Bill mi porta in un posticino delizioso a far colazione alla messicana, con tanto di tortillas fatte a mano al momento e caffè alla cannella. Mi accompagna poi in moto fino quasi al confine per farmi vedere dove schivare le transenne e saltare quasi tutta la coda. Sono agli sgoccioli del mio breve viaggio messicano: riesco ad infilarmi tra le auto per un po’ ma alla fine rimango comunque bloccato e mi sorbisco circa 30 minuti di attesa. Non male affatto, visto che la media qui è tre ore! 58 59 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito NICO CEREGHINI “L'80 PER 100 DEGLI INCIDENTI GRAVI!” volete. L'abitudine sempre più diffusa di tenere in mano il cellulare mentre si guida l'auto -per chiacchierare, per messaggiare e per collegarsi ai social- sta trasformandosi in qualcosa di molto grave, è diventato ormai un vero vizio. Ed è una questione così insidiosa per noi da essere diventata in pochi anni, quasi senza che ne accorgessimo, un argomento fisso nelle nostre conversazioni più serie: quando ci raccontiamo le nostre strade e le moto e le curve, e raccomandiamo ai più giovani di stare attenti ai pericoli che ancora non conoscono. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha dichiarato pochi giorni fa - non al bar, ma in un incontro istituzionale- che "l'ottanta per cento degli incidenti gravi è provocato dall'u- È provocato dall'uso improprio del cellulare alla guida. Lo ha dichiarato il ministro Delrio. Adesso ci diranno che è solo un modo di dire, e magari le statistiche sono diverse, ma noi li vediamo quanti sono i telefonisti al volante. Sempre di più Media C iao a tutti! Le cronache dei giornali, come purtroppo capita nei mesi estivi, sono pesanti per noi motociclisti: dal nord al sud si registra anche quest'anno una terribile sequenza di incidenti stradali che ci coinvolge, troppo spesso con feriti gravi e con vittime. Leggiamo i giornali e rabbrividiamo, gli articoli sono quasi sempre scarni e neutri -perché naturalmente è del tutto scorretto attribuire delle responsabilità prima che si concludano le inda60 gini- ma per l'occhio esperto del motociclista molto spesso basta una foto, basta una riga di testo: si capisce subito che l'automobilista è uscito sulla statale senza guardare o ha svoltato senza attivare il lampeggiatore, il motociclista non ha potuto evitare l'ostacolo improvviso e ha avuto la peggio. Siamo scorretti e imprudenti anche noi, non vogliamo negarlo, ma nel novanta per cento dei casi le cose sono andate così. In questa stagione, lo verifichiamo tutti, si viaggia con poca disciplina e spesso anche a velocità eccessiva. Editoriale Periodico elettronico di informazione motociclistica Discorso che vale per chi sta al volante come per chi impugna il manubrio. Sarà l'estate con il suo clima vacanziero, sarà la voglia di divertirsi, la possibilità di far tardi la sera. Si beve un bicchiere in più con gli amici, cosa ti importa tanto domattina puoi dormire, si ride e si scherza, si lascia la compagnia più allegri. Il risultato è che si tende ad esagerare e non si sta attenti come si dovrebbe. E a peggiorare le cose, ogni anno più evidente, c'è il dispositivo mobile, il cellulare, il telefonino, chiamatelo come so improprio del cellulare alla guida dell'auto". Non ha precisato la sua fonte, e il dato è più alto di quanto sia ufficialmente emerso fino ad ora, ma Delrio è un ministro e una persona seria, avrà avuto le sue informazioni da funzionari attendibili e io sono portato a credergli sulla parola. E del resto noi motociclisti sappiamo quanti sono, li vediamo tutti i giorni i telefonisti al volante, quelli che se ne fregano di regole e sanzioni. Ma chi li becca? La loro è pura ricreazione, procedono a zig zag, rallentano e accelerano a capocchia, svoltano senza mettere la freccia, ignorano semafori e stop. Impegnati nella loro connessione permanente, circolano senza guardare né riflettere. Pochi giorni fa nel centro di Milano ho provato a riprendere una signora che, nel corso della sua conversazione telefonica, aveva ignorato uno stop ed era passata sulle strisce a tutta birra mentre una coppia provava ad attraversare. Al semaforo rosso l'ho raggiunta. "Non stavo mica telefonando!" ha protestato nascondendo il cellulare sotto la coscia. "Ma mi faccia il piacere!" ho insistito alla Totò. Lei ha capito che non avevo titolo, mi ha invitato a farmi i cavoli miei e mi ha mandato a quel paese. E non ha curato la forma. State attenti, amici! Non date nulla per scontato e andate piano. Soprattutto in questa stagione. L'ABITUDINE SEMPRE PIÙ DIFFUSA DI TENERE IN MANO IL CELLULARE MENTRE SI GUIDA L'AUTO -PER CHIACCHIERARE, PER MESSAGGIARE E PER COLLEGARSI AI SOCIAL- STA TRASFORMANDOSI IN QUALCOSA DI MOLTO GRAVE, È DIVENTATO ORMAI UN VERO VIZIO 61 SUPERBIKE GP LAGUNA SECA Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 62 Periodico elettronico di informazione motociclistica 63 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Superbike GP DI LAGUNA SECA REA VINCE GARA 1 E ROMPE IL TABÙ di Carlo Baldi | Rea piega la resistenza di Sykes e vince la sua ottava gara stagionale. Hayden terzo. Gara catastrofica per le Ducati con le cadute di Davies e Giugliano. Ottima gara di Savadori sesto R ea non aveva mai vinto a Laguna Seca, ma oggi è salito sul gradino più alto del podio ed ha impartito una lezione a tutti i suoi avversari, primo tra tutti al suo compagno di squadra, che si è ancora una volta dovuto arrendere al campione del mondo. Sykes era partito in testa, ma dopo quattro giri aveva dovuto lasciare la leadership a Rea, che l’ha mantenuta sino al diciassettesimo giro, quando ha sbagliato la curva del cavatappi e Tom lo ha superato. Nei tre giri successivi Sykes ha fatto da lepre, ma a sei giri dalla fine Rea ha rotto gli indugi, è tornato in testa ed ha definitivamente distanziato il suo compagno di squadra. Un’ennesima prova di forza, che assume un enor- me importanza per il campionato visto che il nordirlandese conquista 25 punti nella giornata nella quale Davies segna il suo terzo zero in classifica ed abbandona ogni speranza di conquistare il titolo mondiale. La delusione in casa Ducati è doppia, visto che dopo la caduta di Chaz, avvenuta nel corso del quinto giro, la squadra di Borgo Panigale ha dovuto assistere anche alla caduta di Davide Giugliano al tredicesimo passaggio, all’uscita del cavatappi. Nicky Hayden non vince, ma fa felici gli america64 ni salendo sul terzo gradino del podio, grazie alle cadute delle rosse ed alla sua abilità nel tenersi alle spalle un gruppetto di giovanotti inferociti, che sentivano l’odore del podio, ma non sono riusciti a stappargli la terza piazza. Lorenzo Savadori era uno di questi ed dalla fine porta a casa un ottimo sesto posto, dopo una gara nella quale ha lottato sino all’ultimo metro. Davanti a lui hanno concluso VdMark e Lowes, che a differenza di altre volte non hanno commesso errori. Settimo ed ottavo posto per i due spagnoli 65 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Superbike Fores e Torres. Il primo è sempre stato attorno alla sua settima posizione finale, mentre Jordi ha dovuto recuperare dopo una brutta partenza. Nonostante si corresse su di un circuito che mette a dura prova il fisico dei piloti, De Angelis, che come sappiamo non è al 100%, ha conquistato la nona posizione, proprio davanti ad un concreto Niccolò Canepa che centra la top ten. Peccato per De Rosa, scivolato senza conseguenze quando era in zona punti e per Vizziello, ritiratosi per problemi tecnici. Avranno entrambi modo di rifarsi nella gara di domani, che prenderà ancora il via alle 23,30 ora italiana. 66 67 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 68 Periodico elettronico di informazione motociclistica LAGUNA SECA, GARA1 69 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito GP DI LAGUNA SECA, GARA2 SYKES SI IMPONE SU GIUGLIANO E DAVIES di Carlo Baldi | Sykes resiste a Giugliano e Davies e si aggiudica una gara bellissima. Rea costretto al ritiro. Fores ottimo quarto davanti ad Hayden. Ottavo posto per Canepa. Cade Savadori 70 Periodico elettronico di informazione motociclistica T om Sykes vince la gara più bella di questa stagione, resistendo alle due Ducati di Giugliano e Davies, che chiudono nell’ordine. Su tutti grava l’ombra del ritiro di Rea, quando Johnny era in testa alla corsa, a causa di un problema tecnico (probabile rottura del propulsore per la sua Ninja). Dopo il suo ritiro però lo spettacolo offerto da Sykes, Giugliano e Davies ci ha fatto dimenticare l’assenza del campione del mondo. La gara era stata interrotta con la bandiera rossa dopo soli cinque giri, a causa della caduta di Szkopek, con il pilota che restava fermo a brodo pista. Per fortuna nessuna grave conseguenza fisica per il polacco, che veniva trasportato in ospedale per ulteriori controlli. In quel momento al comando c’era un determinatissimo Davide Giugliano, che dava l’impressione di voler resistere con le unghie e con i denti Superbike alle due Kawasaki, che gli erano alle calcagna. La bandiera rossa però cancellava tutto e si ripartiva per una seconda manche di 21 giri. L’italiano della Ducati partiva come un forsennato e dopo poche curve si portava in testa, seguito da Sykes e Rea. Al terzo giro il cavatappi era teatro di un sorpasso memorabile da parte di Rea, che superava tutti e due i suoi avversari e si portava al comando, mentre Davide da primo si ritrovava terzo. Ma la supremazia di Johnny durava poco, perché nel giro seguente il nordirlandese era prima costretto ad uscire sulla sabbia ed in seguito a fermarsi con la moto spenta. Sykes si ritrovava in testa, con Giugliano alle sue spalle e Davies terzo, in piena rimonta. Negli ultimi giri Sykes tirava come un matto per tenersi alle spalle i due ducatisti che si superavano varie volte, senza però mai abbozzare un 71 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito sorpasso nei suoi confronti. Quinta vittoria stagionale per l’inglese della Kawasaki, che grazie a questa prima posizione ed al ritiro del suo compagno di squadra riapre il campionato, portandosi a soli 46 punti da Rea. Giugliano si conferma generoso e con tanta voglia di portare a casa il suo primo successo in Superbike, ma deve accontentarsi della seconda posizione, come era già successo a Donington e a Sepang. Fantastica la sua lotta con Davies nei 72 giri finali con l’italiano che riesce a rintuzzare gli attacchi del gallese, svegliatosi troppo tardi, e lo relega al terzo posto. Un’altra Ducati al quarto posto ed è quella del bravissimo Xavi Fores, che regola il padrone di casa Hayden ed il connazionale Torres. VdMark si conferma genio e sregolatezza.Va dritto al primo giro all’ingresso del cavatappi e per poco non fa una frittata, sfiorando l’incolpevole Lowes. Nella seconda manche parte ultimo e compie una Periodico elettronico di informazione motociclistica grande rimonta sino alla settima piazza. Canepa continua a migliorare le sue prestazioni sulla R1 ufficiale e termina all’ottavo posto nonostante Lowes gli cada davanti proprio all’ultima curva. Ma Niccolò è bravo a restare in sella e a tagliare il traguardo davanti a West e a Ramos, che chiudono la top ten. De Rosa che ieri era caduto, oggi finisce undicesimo e conquista così i suoi primi punti mondiali. Non raccoglie punti Vizziello, diciassettesimo. Superbike Savadori stava facendo un’ottima gara ed era sesto prima che venisse interrotta. E’ partito forte anche nella seconda manche, ma ha esagerato ed è caduto al secondo passaggio. Gara sfortunata per l’altro pilota Aprilia, De Angelis, che ha rotto il freno anteriore proprio in fondo al rettilineo dei box, al secondo giro della prima gara. Alex è riuscito a non cadere, ma è stato costretto al ritiro. Camier oggi ha percorso solo due giri, prima che la sua MV lo lasciasse a piedi. 73 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica LAGUNA SECA, GARA2 74 75 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito CLASSIFICA MONDIALE 2016 76 Periodico elettronico di informazione motociclistica 77 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Superbike GP DI LAGUNA SECA LE PAGELLE PREMIANO KAWASAKI di Carlo Baldi | Nove ai due ufficiali Kawasaki, 8 a Giugliano, a podio in Gara2. A Davies un 7 nonostante non sia al massimo della forma A ncora una volta la pista di Laguna Seca è stata teatro di gare avvincenti e combattute e quella di domenica è stata molto probabilmente la più bella di questa stagione 2016. Ma per renderla tale c’è voluto il ritiro di Rea. Da quando è passato alla Kawasaki questo è il secondo ritiro di Johnny in gara, ed entrambe le volte per un problema tecnico alla sua ZX-10R. Ritiro a parte, anche in America le Kawasaki han- no ribadito la loro netta superiorità, portando a casa due vittorie e mettendo in cassaforte non solo il titolo piloti, ma anche quello costruttori. Per la Ducati la giornata di sabato è stata troppo brutta per essere vera. Due cadute proprio quando ai piloti delle rosse si chiedeva di dimostrare di poter battere le moto della casa di Akashi. Per fortuna la Superbike offre subito la possibilità di rifarsi e la domenica Giugliano ha mostrato una grinta eccezionale, grazie alla quale la Pani- Video gale ha tenuto il passo di Sykes. Non ha vinto, ma ha lottato sino alla bandiera a scacchi. Ed è questo che si chiede alla casa di Borgo Panigale, perché se anche la Ducati alza bandiera bianca, la Kawasaki non ha rivali e le gare si tramutano in una lotta in famiglia tra Rea e Sykes, spesso con un finale scontato. La Honda ha un talento come VdMark ed un campione come Hayden, ma proprio Rea in passato ha dimostrato che con quella moto non si può vincere il campionato. La Yamaha è ancora acerba ed ha scelto il team sbagliato per sviluppare la nuova R1. La casa dei tre diapason sta già affilando le armi per il prossi78 mo anno, ma questa stagione è andata. La BMW può contare su di un velocissimo Torres, ma la S1000RR è un bruco che non diventa mai farfalla. L’Aprilia si coccola un sempre più sorprendente Lorenzo Savadori, ma se la casa di Noale non proseguirà nello sviluppo della sua RSV4 i piloti del team Iodaracing sono destinati a fare da comparse. Per quanto riguarda la MV, tenuta a galla da un eccezionale Leon Camier, non se ne conoscono i progetti futuri (ammesso ce ne siano). La Superbike ora va in vacanza e, a causa di un calendario assurdo, rivedremo in pista le derivate dalla serie solo a metà Settembre, sul circuito Eu79 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Superbike roSpeedway del Lausitzring in Germania. Buone vacanze. I VOTI JONATHAN REA – VOTO 9 Non aveva mai vinto sulla pista californiana ed in gara uno ha confermato di essere il più forte, sulla moto migliore. Non è colpa sua se domenica la Ninja lo ha tradito, proprio sul più bello, quando era in testa ed era deciso a conquistare un’altra doppietta. Un ritiro pesante perché ora l’unico pilota che lo può infastidire, (guarda caso l’altro pilota Kawasaki Tom Sykes) è a soli 46 punti, che in Superbike sono davvero pochi. Anche i ricchi piangono. TOM SYKES – VOTO 9 Mr.Superpole cede a Rea, ma non alle Ducati. Tom ora sa gestire le gomme e la gara, ed è un pilota molto diverso da quello dello scorso anno. Il dover combattere con il Cannibale lo ha portato ad eliminare quelli che erano i suoi difetti ed è indubbiamente più forte e completo. Chissà che non riesca a dargli del filo da torcere sino alla fine. Crederci sempre. DAVIDE GIUGLIANO – VOTO 8 Il Giugliano di Laguna Seca ci è piaciuto. Riesce a dimenticare quello che gli è successo qui lo scorso anno, ed in Superpole conquista la prima fila. Scivola in gara 1, ma lo fa anche il suo compagno di squadra, segno che sulla sua moto qualcosa non va. Domenica la Panigale è più stabile e lui getta in pista tutta la sua grinta e la sua voglia di vincere. Non si abbatte per l’interruzione quando era in testa, risponde per le rime a Davies, ed in alcune curve sembra voler tamponare Sykes. Non trova il punto giusto per superarlo ed il secondo posto gli va molto stretto. Il cuore oltre l’ostacolo. CHAZ DAVIES – VOTO 7 Il suo periodo difficile non accenna a concludersi. Negli ultimi tre round ha ottenuto 45 punti, contro i 135 di Sykes, i 111 di Rea e i 67 di Giugliano. Ora che il campionato è perso, non gli resta che 80 81 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 82 Periodico elettronico di informazione motociclistica 83 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito puntare al successo in gara, ma tra i primi quattro della classifica il gallese sembra quello meno in forma. Ridateci SuperChaz. NICKY HAYDEN – VOTO 7,5 Non si demoralizza e non getta mai la spugna, nemmeno quando a casa sua, davanti al suo pubblico, vorrebbe spaccare il mondo, ma la sua CBR non glielo permette. Sale sul podio in gara1, mentre domenica cede anche a Fores. Ma siamo certi che di più non poteva fare. Quando arriva la nuova CBR? MICHAEL VAN DER MARK – VOTO 6 Va male in Superpole dove è undicesimo, ma poi nella gara di sabato è quarto, subito dietro il suo compagno di squadra. Domenica viene miracola- Periodico elettronico di informazione motociclistica to quando si infila in mezzo al gruppo che si sta fiondando nel cavatappi, senza prendere nessuno. Parte ultimo nella seconda manche, per poi chiudere settimo dopo una rimonta che ha dell’incredibile, su di una pista dove superare è davvero difficile. Prima o poi troverà un equilibrio nelle prestazioni. XAVI FORES – VOTO 7,5 Seconda fila in Superpole, settimo e primo delle Ducati in gara1, quarto in gara2. Conquista risultati incredibili per un team privato e giovane come quello di Marco Barnabò. Dopo aver corso nei campionati di mezza Europa Xavi dimostra di aver trovato la sua piena maturità e di saper sfruttare al meglio una moto non facile come la Panigale. Sottovalutato. LORENZO SAVADORI – VOTO 6 In gara1 va vicino al suo primo podio in Superbike, ma gli manca ancora un po' di esperienza e una moto più performante. Bravo il sabato in Superpole e ancor di più in gara. Domenica la doppia partenza lo deconcentra, sbaglia e cade. Continuiamo a pensare che prima della fine del campionato riesca a salire sul podio. Il nuovo che avanza. NICCOLÒ CANEPA – VOTO 6,5 Scusate questo che campionato è? Prima di salire in moto forse Niccolò lo chiede al suo team, per non perdere il conto tra Mondiale Endurance, Superstock 1000, CIV Superbike e mondiale Superbike. Nelle prime tre competizioni ha vinto o è salito sul podio, ma nel mondiale Superbike deve fare i conti con una moto ancora da sviluppare. 84 Superbike Chiamato a sostituire Guintoli, Canepa svolge al meglio il suo compito, non commette errori e precede il suo compagno di squadra sia in Superpole che in gara2. Panchinaro di lusso. RAFFAELE DE ROSA – VOTO 6 Raffaele è ancora giovane, ma ha già corso in quasi tutti i campionati, dalla 125 alla 250, dalla Stock alla Supersport. Aveva anche corso una gara in Superbike anni fa, con un’improbabile Honda privata, ma quello di Laguna è stato il suo vero debutto in questa categoria. E non ha sfigurato. Scivolato in gara1, domenica ha conquistato un ottimo undicesimo posto, con una moto che non conosceva e su di una pista che non aveva mai visto dal vero. Giusto premio alla sua professionalità ed alla sua ottima stagione in Stock 1000. 85 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 86 Periodico elettronico di informazione motociclistica 87 TRIAL GP DI ANDORRA Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 88 Periodico elettronico di informazione motociclistica 89 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Trial MONDIALE TRIAL GRAN PREMIO DI ANDORRA di Andrea Buschi | Il maltempo e una malagestione della direzione gara hanno pesantemente condizionato la tappa pirenaica A quindici giorni di distanza dal GP di Germania, il Circus Trial si ritrova, come ormai tradizione decennale, ad Andorra, in quello che pare essere un vero e proprio paradiso per la nostra disciplina. In questa magnifica località pirenaica, infatti, oltre ad essere un rinomato paradiso fiscale, esiste una legislazione che permette la libera circolazione fuoristrada per tutti i mezzi a motore, permettendo di fatto ai numerosi cata- lani di venire ad allenarsi su queste montagne in tutta libertà. A tal proposito occorre ricordare come il campione del mondo Toni Bou abbia recentemente preso residenza qui. Il GP di Andorra per tradizione offre due percorsi distinti che, pur condividendo la stessa località di partenza, Santa Julia de Loria, si differenziano in modo sostanziale per la diversa morfologia del terreno. Immaginate una vallata abbastanza stretta, divi- sa da un impetuoso torrente, che risalendo il versante destro si presenta molto ripida con roccia friabile e terra particolarmente sabbiosa, mentre dal lato sinistro la montagna sale meno ripida, con rocce e terreno più consistenti. La differenza tra i due percorsi nasce quindi dalla tipologia di terreno e dalla lunghezza del trasferimento, che nel primo caso, quello scelto quest’anno, si dipana per venti impegnativi km e consente due soli giri per 18 zone, ed il secondo più corto circa dodici km, che consente lo sviluppo di dodici zone per tre giri. Il GP, abitualmente organizzato nel mese di giugno per trovare le migliori condizioni meteo, ha in questa occasione trovato un tempo pessimo che ne ha in parte condizionato la perfetta riuscita. Come da previsioni a lungo termine, che oramai non sbagliano più, il venerdì soleggiato ma freddo ha consentito la visita alle zone in tutta 90 tranquillità, fino alla sera, quando una pioggia insistente ha gravato sul percorso condizionandone pesantemente le difficoltà: un sabato di gara, quindi, con nubi basse, freddo e pioggia a tratti, mentre la domenica le cose andavano migliorando, con una temperatura estiva ed un timido sole che riportava il percorso a condizioni di buona aderenza. Questo assetto, come detto facilmente prevedibile, ha indotto ad un clamoroso doppio passo falso della commissione FIM, composta dal Race Director Dave Rodgers e dal Section Advisor Jordi Pascuet, che in entrambe le giornate non hanno compreso le reali problematiche che il meteo stava causando al percorso. Di fatto il risultato è stato quello di avere una gara molto difficile il sabato, con un tempo molto tirato per compiere i due giri, e la domenica invece all’opposto: una gara troppo facile perché forte91 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 92 Periodico elettronico di informazione motociclistica 93 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito mente alleggerita nelle difficoltà, nonostante il terreno andasse asciugando sempre più. Gara 1, in particolare, ha messo in evidenza un'eccessiva superficialità nella valutazione del percorso: zone realmente molto lunghe in forte pendenza, con un trasferimento impegnativo ed a tratti molto pericoloso, che aveva spinto i delegati delle federazioni nazionali di Italia, Spagna ed Inghilterra a prendere posizione su un auspicabile incremento del tempo di gara: istanza andata purtroppo inascoltata, proprio per una certa supponenza della direzione di gara. Di gara 2 abbiamo già accennato ed in sostanza ha palesato un certo limite di competenza del duo FIM. Un altro aspetto critico che fino ad ora continua a condizionare la buona applicazione della regola no-stop è la tracciatura ed il livello di giudizio dei commissari di zona; se nel primo caso continuiamo a trovare zone disegnate con ancora troppi punti pericolosi, almeno per la Trial GP, nel caso dei giudici è sempre più evidente la difficoltà di valutare in modo oggettivo e, come in questo caso, condizionato da individui a volte un po’ suggestionati dai big, ed altre volte un po’ troppo di parte. Periodico elettronico di informazione motociclistica GARA 1 La classe 125 , con otto classificati, ha visto il ritorno alla vittoria del capoclassifica Jack Peace, che si lascia alle spalle il tedesco Max Faude e lo spagnolo Miguel Eric, tutti con punteggi molto alti. La Classe Trial 2 ha visto, purtroppo per noi italiani, una battaglia tra inglesi e francesi, con Jack Price vincitore su Gael Chatagno e Pierre Sauvage davanti a Roberts, Peace, Bullock, Farrè e il terzetto italiano con Locca, Petrella e Giarba nell’ordine. Trial Anche in questa categoria i punteggi sono stati sostanzialmente alti, e quasi tutti i piloti hanno pagato punti di tempo, in particolare il nostro Petrella, che ha visto sfumare una quarta posizione certa. La classe Trial GP è quella che maggiormente ha sofferto le caratteristiche del percorso e le scelte della direzioni di gara: nonostante l'ennesima limpida vittoria del favorito Bou su Fujinami e Raga, si sono registrati punteggi altissimi anche per i big, e soprattutto il tempo tirato ha costretto tutti a delle vere e proprie corse a rotta di collo, Media 94 95 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica tarola non ingrana e termina al quindicesimo posto, suo peggior risultato dell’anno. Radio Paddock e curiosità Come sempre il tracciatore della gara è il portoghese Rui Castro, che come si è visto predilige zone molto lunghe e non particolarmente impegnative, se il terreno è asciutto… La località di partenza, come oramai accade dal 2013, è la centralissima piazza di Santa Julia de Loria, in luogo del Parco di Naturlandia posizionato in alto a 1.500 mt, e sede delle precedenti manifestazioni. Pubblico discretamente numeroso: l’organizzatore ha parlato di tremila persone nelle due giornate. In questo caso non si pagava nessun bigliet- con numerosissimi rischi presi sul trasferimento di per sé già pericoloso; da segnalare che tutti i piloti, tranne il nostro Grattarola, oggi sottotono, hanno saltato al primo giro le zone 14/15/16 per poter evitare il fuori tempo massimo! GARA 2 125 Class. Finalmente si afferma il tedesco Faude che, grazie ad un buon primo giro, riesce a contenere la rimonta del leader Peace mentre giunge staccato lo spagnolo Miguel. Da segnalare che la giornata odierna ha visto ridurre di un terzo le penalità del sabato, diventando una gara troppo facile. Trial 2. Anche in questo caso la gara alleggerita nelle difficoltà assume tratti eccessivamente ba96 to, e l’accesso al percorso di gara era consentito solo agli aventi diritto. Significativa la prestazione di Giarba, che ha corso senza problemi di sorta le due giornate di gara sprovvisto di assistente. Ancora in gare le due elettriche di Electric Motion, un po’ in difficoltà con la durata delle batterie su un percorso così lungo, abbiamo visto infatti effettuare ben tre cambi di batteria dopo la zona 2, 8 e 18, segnale che c’è ancora molto da lavorare in questo senso. Le nuove regole 2016 FIM sulla gestione di gara, tolgono di fatto potere decisionale al Direttore di gara locale in favore della figura del Race Director FIM, il quale, insieme al Section Advisor, diventa il nali, e vede salire sul gradino più alto del podio lo spagnolo Arnau Farrè; seguono Price e nuovamente il giovane transalpino Sauvage. Purtroppo per i nostri colori c’è solo un piccolo miglioramento, non sufficiente a far salire Petrella oltre il settimo posto davanti a Giarba, mentre Locca va in crisi per un cinque ingiustamente assegnatogli, e termina decimo. Trial GP. Le zone facilitate, ed un terreno che va via via asciugando, spianano il terreno agli spagnoli ,che con l’aderenza sono imbattibili: quindi Bou si conferma al primo posto, con Raga nuovamente secondo e terzo un rinato Fajardo; ciò che fa ancora una volta impressione sono i sette catalani nei primi dieci. Anche in questa seconda giornata il nostro Grat97 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito vero ago della bilancia in tutte le decisioni importanti della gara. Un incarico importante di grande responsabilità e competenza, che purtroppo in questa manifestazione ha mostrato dei grossi limiti proprio in questo senso, non ascoltando istanze importanti presentate dai Delegati Nazionali, che avrebbero reso la gara meno caotica di quanto poi è stato. Giudici di zona, con tutto il rispetto che portiamo per delle persone che prestano il loro servizio per pura passione, non possiamo non sottolineare 98 Periodico elettronico di informazione motociclistica come una certa omogeneità debba essere il minimo comune denominatore: purtroppo ad Andorra si è visto tutto e il contrario di tutto. Alla zona 10 il pilota veniva freddato con degli stop realmente immaginari, all’opposto in zona 14 dovevi sdraiarti e spegnere il motore per prendere la massima penalità, ma anche questo, come detto, più volte è il limite del No-stop. 99 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. Iva 11921100159 RESPONSABILE EDITORIALE Ippolito Fassati RESPONSABILE SVILUPPO EDITORIALE Andrea Perfetti CAPO REDATTORE Edoardo Licciardello REDAZIONE Maurizio Gissi Maurizio Tanca Cristina Bacchetti Marco Berti Quattrini Aimone Dal Pozzo Francesco Paolillo COLLABORATORI Nico Cereghini Giovanni Zamagni Carlo Baldi Massimo Zanzani Piero Batini Antonio Gola Enrico De Vita Ottorino Piccinato Antonio Privitera Alfonso Rago Massimo Clarke Marco Delmastro Max Morri Federico Iozzi Andrea Buschi Pietro Ambrosioni GRAFICA Camilla Pellegatta COPYRIGHT Tutto il materiale contenuto in Moto.it Magazine è oggetto di diritti esclusivi di CRM S.r.l. con sede in Milano, Via Melzo 9. Ne è vietata quindi ogni riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta di CRM S.r.l. MOTO.IT Via Melzo 9- 20129 Milano Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003 Capitale Sociale Euro 10.000 i.v. Email: [email protected] 100 101
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