Intervento Gian Luca Gregori - Preside della Facoltà di Economia
Transcript
Intervento Gian Luca Gregori - Preside della Facoltà di Economia
Sezione Provinciale Alimentare CONFINDUSTRIA ANCONA WORKSHOP INDUSTRIA-G.D.O. –A. ASPETTI EVOLUTIVI DEI RAPPORTI INDUSTRIA-DISTRIBUZIONE: DALLA TRANSAZIONE ALLA RELAZIONE INTRODUZIONE ALLA TAVOLA ROTONDA Gian Luca Gregori 1 Ancona , 13 dicembre 2011 ARTICOLAZIONE DELL’INTERVENTO - Alcuni dati in premessa: lo stato dell’arte della distribuzione - Aspetti evolutivi dei rapporti industriadistribuzione - Progetti di category management - Possibili percorsi di collaborazione METODOLOGIA Approccio operativo - obiettivo: realizzazione di progetti 2 1. Alcuni dati in premessa: lo stato dell’arte della distribuzione La prospettiva internazionale La distribuzione in Italia Alcuni aspetti “qualitativi”: P.L., Processo di Internazionalizzazione “passivo” e Promozioni Incremento dei prezzi delle materie prime: chi lo sta assorbendo? 3 I PRINCIPALI PLAYER GLOBALI nel 2010 1 INSEGNA PAESE Wal – Mart Carrefour Tesco Metro Kroger Costco Target Seven & I. Aeon Edeka Auchan Rewe Leclerc Sears Intermarchè Safeway Ahold Casino U.S F UK D US US US J J D F D F US F UK NL F FATTURATO % FATT. NUM. PAESI NUM.PDV presidiati (mln di €) all’estero 16 316.018 26,1% 9.010 90.099 36 58,5% 15.937 71.028 13 32,7% 5.380 67.300 33 61,0% 2.131 61.996 1 0,0% 5.610 57.520 9 23,6% 585 49.623 1 0,0% 1.750 44.045 18 30,7% 39.000 43.846 9 5,4% 12.170 43.100 1 0,0% 12.000 (c.a) 42.492 14 54,0% 2.965 (1331 diretti) 39.750 13 30,2% 15.500 37.500 6 7,7% 1.648 32.681 3 11,1% 4.000 32.000 8 11,6% (2009) 3.800 30.964 3 15,3% 1.700 29.530 10 65,8% 2.970 29.078 9 38,0% 11.661 Fonte: Mark Up - Trade Lab; Corporate Annual Reports I PRINCIPALI PLAYER GLOBALI 2 CRESCITA NEL TRIENNIO 2007 – 2010 (var. % fatturato nella valuta di origine) -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 28,8 Tesco 21,4 Rewe 20,9 Costco 20,4 Edeka 18,6 Ahold 15,7 Auchan 15,0 Leclerc 12,1 Wal-Mart 9,7 Carrefour 7,8 Intermarchè 7,0 Target 4,8 Metro -11,0 -14,5 2010 16,4 Casino -2,9 2007 - 2010 17,0 Kroger -1,4 30 Aeon Safeway • Le performance 2009 – 2010 dei maggiori gruppi sono nel complesso buone e la loro crescita non è stata che parzialmente rallentata dalla recessione del 2008 – 2009. •. Seven & I Sears Fonte: Rapporto sulla GDA in Italia e confronti internazionali 2011 – Mark Up e Trade Lab I PRINCIPALI MOVIMENTI NEL RETAIL INTERNAZIONALE 2009 - 2011 RUSSIA Rewe, Metro, Kingfisher, Collective Brands, Apple, Victoria’s Secret, Fast Retailing, CANADA Victoria’s Secret, Brooks Brothers, Genesco Ikea, Carrefour POLONIA Guess, Tesco USA Tesco,Top Shop, Deisgual, All Saints CINA Esprit, Carrefour, Metro, Watson, H&M, New Balance, Polo Ralph Lauren, Lotte, GAP, Laox, Burberry, Wal Mart UCRAINA Metro Kingfisher, Giordana International, Mizuno ROMANIA Delhaize UK Wal Mart (Netto), Best Buy, Anthropologie, Banana Republic, REPUBBLICA DOMINICANA Ikea MESSICO Wal Mart, Lowe’s MAROCCO Carrefour DUBAI Collective brands, Louis Vitton Williams – Sonoma, Crate & Barrel, Bloomingdale’s SUD AMERICA Home Depot CILE Wal Mart BULGARIA Carrefour SUDAFRICA Wal Mart Fonte: adattamento da dati FOOD e Mark Up - Trade Lab EGITTO Metro VIETNAM Circle K, Lotte, Debenhams INDIA Tesco, Wal Mart, Lotte, Sketchers, Mothersworks, Timberland, Zara Ikea Retailer in entrata / espansione Retailer in uscita / contrazione LA CONCENTRAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE 6 Quota di mercato cumulata dei 5 maggiori gruppi distributivi nel 2010 - % Fonte: elaborazioni Mark Up – Trade Lab su dati Kantar WorldPanel e Metro Group LA PRIVATE LABEL IN EUROPA 12 QUOTA PL RISPARMIO OFFERTO DALLA PL VS PRODOTTI DI MARCA 70% 62% 60% 50% 43% 38% 40% 33% 26% 30% 34% 32% 35% 31% 32% 27% 24% 24% 18% 16,4% 20% 10% 10% 0% Spagna Olanda Germania UK Fonte: SymphonyIRI Group Luglio 2010 e Gennaio 2011 Francia Italia Grecia USA VENDITE PER FORMATO a parità di rete 24 Nella prima parte del 2011, continua la flessione delle grandi superfici. In recupero gli altri formati, soprattutto il discount (+2,4). Variazione a valore vs anno precedente a rete costante Progr. Dicembre 2010 Iper > 4500 Iper > 4500 -2,2 Iper,Sup 400-4499 Libero Servizio Progr. Maggio 2011 0,1 Libero Servizio -1,5 Discount Fonte: Nielsen : Super + Iper + Libero Servizio Iper,Sup 400-4499 -0,4 Discount -2,4 1,0 1,0 2,4 LA CRISI DELL’IPERMERCATO 26 L’iper è cresciuto in superficie ma ha perso quote. Meglio hanno fatto i superstore e i piccoli supermercati. Superficie di vendita (mq): var % 2005 2009 Quota di mercato: var.% 2005 2009 Mq per 1% di quota di mercato: var. % 2005 - 2009 Superstore (>=2.500) Super 1.300 – 2.499 19,3 18,8 0,4 21,0 -0,4 21,5 Super 800 – 1.299 9,2 -5,2 15,1 Super 400 - 799 7,5 -1,7 9,3 Totale super 13,2 1,1 12,0 TOTALE IPER + SUPER 16,1 0,0 16,1 Formati Totale Ipermercati 26,0 - 3,1% 30,0 Fonte: Symphony IRI LA SATURAZIONE DELLA RETE DISTRIBUTIVA 28 Supermercati 1 Ipermercati %)( %'' !"# !"#$% &' !#$ !"()% &' %)$ %'( %&' !"#$! !"#$% &' !"%$& !"%)) !"!$$ !"#$# !"#$% &* !"()% &* !"#$% +& !"()% +& !"#$% ++ Discount !"%&' %"&'! %"&$( %"&() !"#$% &' !"()% &' !"#$% &* !"()% &* !"#$% +& !"()% +& !"#$% ++ Drugstore !"($( $"'') $")$( $"*)& $"*&! !"&'# !"&($ !"!!% !"!&# !"!$% !"#$% &* !"()% &* !"#$% +& Fonte: SIG Top Trade ‐ Gennaio 2011 (1) Incluso Superstore. !"()% +& !"#$% ++ !"#$% &' !"()% &' !"#$% &* !"()% &* !"#$% +& !"()% +& • I SUPERMERCATI diminuiscono in numerica su base annua, anche se l’offerta in termini di mq. cresce dello 0,8% rispetto al gennaio 2010. !"!)* !"#$% !"()% &' • La rete distributiva mostra crescenti livelli di saturazione : i tassi di sviluppo della rete, sia in numerica che in mq sono calanti o negativi. !"#$% +& •Diventano essenziali: •qualità delle nuove aperture •ristrutturazioni / riconversioni pdv •rapporto di sostituzione nuovo / vecchio pdv. LA PRIVATE LABEL: continua la crescita. 29 16,1 16,6 Private 27,6 27,1 31,6 25 31,3 Progressivo MAG Progressivo MAG 2010 2011 2008 2009 1,0 1,1 1,3 Totale PL Insegna LCC 11,7 12,5 13,1 Totale PL primo prezzo LCC 1,2 1,2 1,3 Totale PL Premium LCC Leader 24,7 Quota valore % Follower 2010 Fonte: Infoscan Census Altre Marche • La PL raggiunge un’incidenza tendenziale del 17% (LCC) a scapito dei leader e dei marchi minori. • La PL è vincente in ogni segmento di prezzo. Molto bene la performance del PREMIUM (+16,4% a valore 2010 vs 2009). Fonte: Nielsen Trade*Mis Iper+Super GD LA STRUTTURA TERRITORIALE DELLA GDA 31 Il Nord – Ovest è l’area più “moderna”, caratterizzata da una maggiore densità della GD e una più ampia superficie media dei punti vendita. AREA REGIONE N. PDV mq TOTALI Mq x 1000 abit. ISS Grocery NORD - OVEST TOTALE 3.554 3.719.647 214 35,2 NORD-EST TOTALE 3.485 2.813.449 212 21,4 LAZIO 1.439 1.148.373 179 9,0 MARCHE 563 406.533 218 3,1 UMBRIA 330 226.305 222 1,7 CENTRO + SARDEGNA TOTALE 3.818 2.870.721 182 24,7 SUD TOTALE 5.509 3.542.610 149 18,7 ITALIA TOTALE 16.366 12.945.427 186 100,0 Fonte: Top Trade gennaio 2011 MQ MEDI Nord Ovest Nord Est 807 Centro Sud Totale Italia 1.046 752 643 791 L’ INTERNAZIONALIZZAZIONE PASSIVA 20 PRESENZA DI UN NUMERO CRESCENTE DI OPERATORI STRANIERI: FENOMENO DELLA internazionalizzazione passiva. LA QUOTA DI MERCATO DEI GRUPPI INTERNAZIONALI IN ITALIA (% sul totale giro d’affari grocery della distribuzione moderna) Gruppi distributivi 2004 2009 Gruppi internazionali 19,6% 19,5% Gruppi nazionali / regionali / locali 80,4% 80,5% Totale GDO 100,0% 100,0% Fonte: Symphony IRI Group I principali operatori esteri: Carrefour (Carrefour, Carrefour Market, Carrefour Express), Auchan – Sma (Auchan, Galleria Auchan, SMA, Punto SMA e Cityper), Rewe (Billa, Penny Market), Lidl, Metro Group (Metro), Leclerc. IL PESO DELLE PROMOZIONI 27 Particolarmente elevato per gli iper e i super di attrazione. Peso delle promozioni per formato di vendita – Anno 2010 Formato Valore (milioni €) % su tot. vendite Dicembre 10 vs dicembre 09 Iper =>6.500 mq 1.093 29,8% Iper < 6.500 mq 1.875 30,25 28,2% TOTALE IPER 2.968 30,1 28,4 Super 400 – 1.199 3.394 22,3 22,2 Super > 1.200 mq 4.288 26,4 27,2 TOTALE SUPER 7.682 24,4 24,9 Lsp (100 – 399 mq) 1.464 16,5 16,3 12.114 24,2 24,3 mq TOTALE ITALIA 28,8% Fonte: Symphony IRI Le promozioni ed il contesto di riferimento ALCUNE DOMANDE Quali promozioni hanno avuto più successo? Quali sono la tempistica e la durata più appropriate per le promozioni? La promozione ha sottratto vendite alla concorrenza o al mio portfolio di prodotti? La promozione ha avuto un impatto a lungo termine consentendo di acquisire e fidelizzare i consumatori? Quale è la resa dell'investimento per le promozioni e la pubblicità? In che proporzione le mie vendite promozionali sono incrementali? In che modo posso ottimizzare ulteriormente le promozioni? Quale processo viene utilizzato per pianificare le campagne promozionali? Quali iniziative vengono intraprese per analizzare, testare e monitorare le campagne promozionali? 16 Ma esistono modelli gestionali condivisi e diffusi? NO GRANDI AZIENDE ALIMENTARI STANNO SPERIMENTANDO MODELLI 17 Le promozioni: una sicurezza? • IL 50% DELLE PROMOZIONI E’ UN INSUCCESSO! • META’ DEI COSTI PROMOZIONALI E’ INUTILE! • LE RESTANTI PROMOZIONI HANNO PORTATO DEI BENEFICI? • COME FACCIO A DISTINGUERE LE ‘BUONE’ DALLE ‘CATTIVE’? Fonte: ditech 2009 18 I Know that half of my promotional budget is wasted. I just don’t know which half. Tra le diverse indagini sullo “spending”, una condotta da AC Nielsen evidenzia che solo il 32% delle imprese americane produttrici di CPG (consumer packaged goods) sviluppa profitti dalle attività promozionali; inoltre, solo il 13% delle differenti tipologie promozionali analizzate nell’indagine è riuscito ad incrementare la redditività operativa (ROI) dell’impresa. Un’altra indagine condotta da Booz Hallen Hamilton su un campione di imprese europee produttrici di CPG ha evidenziato: “..lose nearly one-third of the money put into trade promotions. Often sales teams sell volume at any costs, driving down profitability”. 19 LA SITUAZIONE NON E’ FACILE PER LE INSEGNE - Incremento delle dimensioni (in mq) non è stato controbilanciato dalla crescita del mercato (perdita di vendite a parità) - Politica di prezzo e promozionalità riducono i margini, senza incrementare la fidelizzazione - Difficoltà delle formule commerciali tradizionali a posizionarsi in maniera distintiva - La private label è ancora da sviluppare - Minore redditività, determinata anche dall’incremento dei costi di gestione In sostanza, si rilevano performance in decremento, con la necessità di differenziare, di 20 verificare la localizzazione, di innovazione. 2. Aspetti evolutivi dei rapporti industria-distribuzione Il ruolo delle pmi agro-alimentari L’avvento della GDO La relazione di dipendenza: come invertirla? 21 Il settore agroalimentare della nostra provincia è costituito prevalentemente da PMI, molte delle quali anche specializzate nella produzione di prodotti tipici (o che comunque possono essere percepiti come tali). Quali problematiche gestionali per le PMI In generale si riscontra una debolezza nella FUNZIONE COMMERCIALE Prevale un orientamento alla produzione: aspetti tecnico-produttivi su quelli commerciali Il ricorso alla marca: passare da prodotti anonimi, a prodotti differenziati (l’efficacia deriva dagli investimenti nelle attività di comunicazione). Il concetto diffuso di qualità oggettiva e l’innovazione di prodotto (anche in questo caso, la prevalenza di un approccio tecnico) LE IMPRESE COMMERCIALI: L’AVVENTO DELLA GDO Politica di marca Politica di prezzo Politica di comunicazione Promozione Il ricorso alla finanza (variabili di marketing che la GDO ha in parte sottratto alle imprese industriali). Ed inoltre, ricorso alla Fidelity card e al marketing relazionale Gestione dello spazio espositivo LE OPERAZIONI IMMOBOLIARI DEI CENTRI COMMERCIALI ED UN COMMERCIO CHE NON E’ PIU’ TALE!!! IL RAPPORTO CON LA GDO SI RISCONTRA UNA RELAZIONE DI DIPENDENZA DELLE PMI DALLA GDO Ogni anno i margini si riducono (differenti problematiche, di linguaggio, di competenze, di fornitura, ecc.) -Si tratta di adottare adeguate strategie di valorizzazione. Marketing esperienziale e marketing relazionale Le iniziative di “valorizzazione” spesso non possono essere svolte solo dalle singole imprese produttrici. 3. Progetti di Category Management UN PROGETTO DI CATEGORY MANAGEMENT Richiede innanzitutto il ricorso ad una nuova prospettiva: “lente” dell’impresa industriale “lente” dell’impresa commerciale (due visioni talvolta contrapposte) Un approccio omogeneo, che ha nel CONSUMATORE IL FATTORE AGGREGANTE. Il tradizionale legame fornitore-cliente R E T A I L E R Marketing Marketing Technologists Quality Control Supply Chain Buyer Account Manager Design Production Logistics S U P P L I E R L’impostazione di una nuova relazione R E T A I L E R Buyer Marketing Category Manager Account Manager Marketing Category Manager Technologists Design Quality Control Production Supply Chain S U P P L I E R Logistics Riprendendo il noto concetto di Catena del Valore 4. Possibili percorsi di collaborazione Quali possibili collaborazioni? Pensando ai consumatori marchigiani, ma non solo (anche ai turisti). Partendo comunque dal consumatore!!!! 29 Il comportamento del consumatore Come realizza il processo di acquisto? Quali informazioni ricerca? E’ in grado di acquisire informazioni? E’ effettivamente informato? Risulta adeguatamente tutelato? Il fenomeno secondo una ricerca • Solo il 19% di chi fa la spesa compra esclusivamente i prodotti scritti sulla lista. Tutti gli altri riempiono il carrello di prodotti a cui non avevano minimamente pensato. • I messaggi pubblicitari che arrivano attraverso tutte le fonti sono diventati davvero troppi (47% degli intervistati). • Per i miei acquisti riesco facilmente a reperire tutte le informazioni di cui ho bisogno (17% degli intervistati). La maggior parte dei consumatori matura la decisione d’acquisto nel punto vendita L'acquisto d'impulso è un acquisto non programmato, ovvero effettuato in funzione di uno stimolo improvviso che non tiene conto della convenienza e dell'utilità. Differenti tipologie di acquisto ad impulso 1) Acquisto ad impulso pianificato (ma la decisione dipende da sconti, promozioni) 2) Acquisto ad impulso rammentato (dalla vista del prodotto) 3) Acquisto ad impulso suggerito (vede il prodotto per la prima volta nel pdv) 4) Acquisto ad impulso puro Alimentazione bambini I bambini mangiano troppo e male. Quindici ragazzi su 100, in un’età critica come quella tra i 6 e i 14 anni, sono obesi. Purtroppo, non si tratta di semplice sovrappeso; non solo, il 30% dei bambini obesi già soffre di malattie che un tempo colpivano solo gli adulti come l’ipertensione e il colesterolo alto. Alcuni esempi di nuovi Prodotti • salutistici: dedicati a specifiche categorie di consumatori • biologici: caratterizzati dal rispetto di protocolli produttivi. • funzionali: rivolti a specifiche problematiche e quindi funzionali alla soluzione di queste. Non ci pensano solo le GRANDI IMPRESE (in alcuni casi solo operazioni di “bieco marketing”). Inoltre, il tema sicurezza alimentare. Che relazione esiste tra Marketing e Prodotti tipici e quale può essere il contributo di questi? Alcune riflessioni sulla TIPICITA’ e sulla TERRITORIALITA (due concetti differenti) A livello internazionale si assiste ad una progressiva integrazione dei mercati. I prodotti tipici riescono a sfuggire alla price competition. I prodotti tipici sono dei beni che possiedono un forte legame con il territorio. • Quali sono gli elementi che determinano tale legame? • A quali categorie merceologiche può essere riferito? • Qual è l’ampiezza del territorio d’origine? Gli elementi che concretizzano il legame con il territorio. DIMENSIONE STORICA DIMENSIONE GEOGRAFICA DIMENSIONE CULTURALE STRATEGIA DI RETAIL MARKETING E DI CONSUMER MARKETING CON L’OBIETTIVO DI PROMUOVERE PRESSO I CONSUMATORI I PRODOTTI “TIPICI”, IN MODO DA COLLEGARE SEMPRE PIU’ IL PRODOTTO AL TERRITORIO DI ORIGINE
Documenti analoghi
Usa: la crisi premia solo i discounter Ue: qualche
grafico allegato il titolo ha iniziato la sua discesa quando le vendite continuavano a salire a due cifre. Innanzitutto il titolo Whole
Foods ha un prezzo superiore alla media del comparto Gd e poi...