La meditazione profonda luminosa
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La meditazione profonda luminosa
LEONARDO PICCARDI La Meditazione Profonda Luminosa Tecniche per imparare la pratica sacra e raggiungere la serenità interiore MANUALE E SAGGIO Presentazione Arriva un momento nel corso della nostra esistenza nel quale qualcosa ci spinge a fermarci, per riflettere su quello che stiamo facendo e su come stiamo vivendo, in pratica quel qualcosa vuol fare il bilancio della nostra vita. E soprattutto ci invita a riflettere sui i ritmi ossessivi che la società del consumismo, ha praticamente imposto nella nostra esistenza e se siamo d’accordo nel continuare la nostra preziosa vita in quel modo. E’ come se si prendesse la consapevolezza che forse esiste qualcosa di più prezioso rispetto al mondo esclusivamente materialista e razionale che stiamo seguendo ed inseguendo come automi. Ci si accorge allora con entusiasmo, ma anche con sgomento, che apparteniamo all’universo, a quell’immenso mondo meraviglioso pieno di mistero e di bellezze incredibili che la natura ci presenta ogni giorno, ma che presi come siamo dai nostri problemi, non riusciamo mai a gustare. E quando prendiamo coscienza di quanto tempo abbiamo sprecato correndo, cercando di accontentare le finte e superflue 2 esigenze di noi stessi e di coloro che ci circondano, ci assale anche una sensazione di rabbia. Ma è tutto normale. Sì, perché sembra che la maggioranza degli esseri umani, prima di accostarsi alla spiritualità e cioè al mondo della poesia, dell’armonia, della quiete e dell’amore, debba prima nausearsi del mondo materiale, o meglio, aver ricevuto molte delusioni da esso. Ed è il risveglio dell’anima e dello spirito, che non tollerano più tutte le sciocchezze che abbiamo fatto fino a quel momento. E quindi, finalmente, avvertiamo un grande desiderio di cambiamento, di rinascita interiore e di scoprire le vere meraviglie racchiuse dentro e non fuori di noi. Sentiamo la necessità di iniziare un percorso, un cammino che ci aiuti a migliorare, per ritrovare la serenità perduta, quella gioia, offuscata da tempo da mille pensieri e preoccupazioni. Quando giungiamo a questo punto significa che è arrivato il tempo di iniziare a percorrere un cammino spirituale, magari quello che sentiamo interiormente più affine alla nostra anima, ma significa anche, e soprattutto che siamo pronti per iniziare a praticare quella che da secoli è stata definita da tutti i movimenti religiosi di ogni tempo e cultura la preghiera più sacra; si tratta della meditazione. Dopo molti anni di pratica e di insegnamento, ho ritenuto opportuno riportare in un libro, il percorso che porta a provare le meravigliose sensazioni interiori, praticando quella che ho chiamato “La meditazione luminosa”. Pur mantenendo la sacralità e la ritualità della cultura orientale, la meditazione luminosa, per la sua semplicità, ben si adatta alle persone che comunque preferiscono mantenere i legami religiosi con il mondo occidentale, che in ogni caso non è certo privo di un grande patrimonio culturale spirituale. Pertanto questa semplice meditazione, racchiude in se stessa sia l’esperienza secolare orientale che quella occidentale, fon- 3 dendosi in un'unica pratica che potrebbe anche definirsi universale o “dell’uno”, dato che lo scopo ultimo di questa tecnica spirituale è quello di arrivare a sentire autenticamente nella nostra anima, che siamo parte non dissolubile dell’universo. Per questo ho scritto questo libro. Perché a volte non si crede come la serenità e la gioia siano così facilmente raggiungibili, se si inizia un nuovo cammino. Ma questo è inutile dirlo, perché solo provando certe sensazioni si può comprendere, altrimenti sono solo pure e semplici affermazioni. Invito però il lettore a leggere con molta concentrazione le pagine che seguono, perché anche se scritte con molta semplicità, queste richiedono comunque una lettura attenta. Per ultimo l’importante raccomandazione a praticare gli esercizi nell’ordine in cui vengano presentati, senza saltarne nessuno, perché tutta l’efficacia della meditazione luminosa è basata proprio sul progressivo crescendo delle difficoltà che di volta in volta vengono illustrate e sarebbe davvero un peccato non tenerne nella giusta considerazione. 4 Illustrazione del percorso alla meditazione come profondo atteggiamento sacro S e è vero che molti anni fa solo la parola “meditazione” incuteva fascino, perplessità e mistero, perché vi si associava l’esotico oriente, oggi quasi tutti, in modo o nell’altro, per un motivo o per l’altro, hanno avuto un approccio, anche se magari sporadico con la meditazione, o comunque, con almeno un tipo particolare di tecnica meditativa. Indubbiamente il merito e comunque la grande divulgazione di questa importantissima tecnica lo si deve ai vari movimenti, associazioni e scuole di sicura matrice ed ispirazione orientale. Che si tratti di Buddismo zen, piuttosto dello Yoga o del taoismo non è importante; quello che è assolutamente vero è che se non fosse stato appunto per la divulgazione nel mondo occidentale delle meravigliose risorse culturali del mondo orientale, di sicuro, per quanto ci riguarda, la meditazione sarebbe stata in Europa una esclusiva dei religiosi dediti al monachesimo più rigoroso, o dei terapeuti più evoluti. 5 Invece oggi, grazie alla facilità di spostamento tra una nazione e l’altra, anche gli scambi sono divenuti più semplici e questo ha permesso di far approdare anche in Occidente i misteriosi segreti orientali. Però in questo caso, cioè nel caso della meditazione, scopriremo con stupore, che se è vero che la sua applicazione più conosciuta si ritrova nella filosofia buddista che a sua volta l’aveva ereditata dall’induismo, è pur vero che quasi tutti gli altri movimenti religiosi, di ogni cultura e tempo, prevedono tra le loro discipline spirituali, anche la pratica della meditazione. E quindi anche il nostro più conosciuto e familiare cristianesimo non è esente dall’utilizzo di questa tecnica. Solo, che essendo stata da sempre considerata una pratica molto spirituale, la Chiesa ha preferito che la meditazione rimanesse tra le mura dei monasteri, in modo che non venisse praticata dalla gente comune. E questo esclusivamente per la paura, che un uso non corretto di questa pratica, magari senza la guida di un bravo maestro, potesse provocare o causare dei danni psichici al cosiddetto profano che decideva di intraprenderla da solo. Questo può far comprendere quanto ancora poco si conosca della meditazione e quanto ci sia ancora da fare perché questa pratica possa avere la sua giusta divulgazione. Sulla meditazione e sui vari tipi e tecniche sono stati scritti libri, manuali e prontuari, ma forse proprio questo proliferare di letteratura il più delle volte legata ad un pensiero religioso, forse ha creato un po’ di confusione e di perplessità. Innanzitutto va chiarito che se è vero che la meditazione nasce come pratica spirituale molto sacra, per raggiungere una serenità interiore paragonabile all’incontro con la divinità, è altrettanto vero che similarmente alla tradizionale meditazione sono nate e affiancate le più svariate discipline di rilassamento, 6 mirate esclusivamente a raggiungere uno stato di calma mentale e quindi di benessere psico-fisico. Pertanto, come si potrà comprendere, un conto è dedicarsi alla meditazione profonda definita come disciplina spirituale e quindi praticata da colui o colei che crede nel trascendente, ed un altro è praticare la “meditazione” esclusivamente per modificare e ricondurre alla calma uno stato psichico che si trova momentaneamente in uno stato di agitazione. Indubbiamente sono due cose completamente diverse. In questo libro verrà trattata la meditazione luminosa come pratica spirituale, assolutamente complementare ad ogni altra disciplina religiosa di qualsiasi cultura ed estrazione. Pertanto la persona che percepisce la propria presenza sulla terra come il meraviglioso progetto d’amore di un’entità superiore, che possiamo chiamare in modi diversi, è la persona più indicata all’approccio con la meditazione spirituale, perché è già mentalmente predisposta agli “incontri” con le cose eteree e sconosciute; incontri che possono manifestarsi proprio durante la meditazione. In ogni caso, anche coloro che non sono spiritualmente aperti nei confronti del mondo invisibile, potranno trarre beneficio dalla lettura di queste pagine, perché comunque possono apprendere delle nozioni che sicuramente si innescheranno nel loro profondo come piccoli semi, pronti un giorno a germogliare e dare i propri frutti. Ma torniamo alle perplessità elencate prima, di praticare la meditazione senza l’aiuto e la guida di un maestro. E’ vero che si può incorrere in pericoli di natura psichica? Occorre fare una precisazione assolutamente indispensabile. E’ noto che il corpo umano possegga un apparato nervoso assolutamente complesso. E’ pure noto che la nostra mente abbia un lato inconscio o non conscio, nel quale vengono “archi- 7 viati” ricordi, emozioni, sensazioni che non sempre, sono di natura gradevole. Come sappiamo, il nostro inconscio oltre a manifestarsi attraverso uno stato modificato della coscienza, come ad esempio attraverso i sogni o mediante irruzioni spontanee di immagini, può manifestarsi quando l’individuo è in un particolare stato di calma mentale. Per questo motivo, quando si pratica la meditazione che indipendentemente dalla particolare tecnica applicata, comunque richiede lo stare fermi ed in silenzio, può succedere che colui che non ha mai preso in considerazione il proprio inconscio, inteso come rielaborazione del passato e dei suoi contenuti rimossi, si possa trovare improvvisamente in condizioni di estrema fragilità per il sopraggiungere di emozioni improvvise che credeva ormai dimenticate. In pratica si può dire che lo stare in silenzio, con se stessi, e soprattutto in uno stato di assoluto isolamento dal mondo esterno, non sia assolutamente una cosa né semplice e né facile. E questo perché l’essere umano occidentale non è mai stato abituato a dedicare dei ritagli di tempo per stare da solo, in atteggiamento di introspezione, riflessione e contemplazione. Si capisce, allora, che la meditazione, soprattutto praticandola come disciplina spirituale e non come tecnica di rilassamento, possa indurre a dovere fare i conti con le parti più nascoste di se stessi; questo è in effetti l’unico rischio, se di rischio si può parlare. Infatti, in tutti i numerosissimi gruppi che ho condotto in molti anni di attività, pochissimi sono stati i casi, nei quali la persona è stata colta da malore, peraltro momentaneo, dovuto allo stare appunto fermi, in silenzio e nella penombra. In tutti quei casi, la persona si trovava già in condizioni psicologiche particolarmente fragili. E questo lo si può comprendere abbastanza chiaramente. 8 La persona che sta attraversando un momento di grande emotività, magari per un forte e recente dispiacere, deve prima lasciare il tempo alla propria psiche di ritrovare un minimo di serenità, prima di avvicinarsi per la prima volta alla meditazione, mentre quest’ultima può essere consigliata addirittura come terapia a coloro che l’hanno praticata abitualmente e già da molto tempo. Pertanto per evitare che l’approccio alla pratica spirituale comporti spiacevoli disagi, è opportuno che la persona si trovi in condizioni tali che possa gestire almeno le proprie emozioni, in modo che se, accidentalmente, dovesse capitare qualche incursione dall’inconscio, questa possa essere assolutamente contenuta ed accolta, senza che procuri dei danni. Fatta questa precisazione, assolutamente importante ed indispensabile, cercherò di fare un quadro abbastanza sintetico del percorso che andremo a fare praticando la meditazione luminosa, illustrandone le particolarità più salienti. La meditazione luminosa Per prima cosa occorre dare una definizione al termine di meditazione. A secondo della scuola di provenienza e della tecnica ad essa affiancata, il termine meditare subisce alcune differenze. Per molti la meditazione è uno stato di forte concentrazione in modo che la mente venga governata dalla coscienza superio- 9 re e quindi che quest’ultima abbia l’assoluto controllo delle emozioni, delle immagini e dei pensieri. Per altri, invece, la meditazione è una tecnica per consentire alla mente di riposare in se stessa, al fine di “uscire” dai propri pensieri e cercare di provocare una specie di vuoto interiore, accessibile solo a pensieri più elevati, più sottili di natura spirituale. In questo caso, la coscienza cede il controllo della propria psiche ad una entità superiore che possiamo chiamare super coscienza o divinità. In realtà ci sarebbero molte altre definizioni e tecniche di meditazione, ma queste che ho citato ritengo siano le più importanti e significative e alle quali in un modo o nell’altro tutte le diverse varianti comunque si ispirano. Quindi poiché risulta alquanto difficile definire in modo preciso che cosa si intende per meditazione, forse risulta più semplice, invece, parlare degli obiettivi e dei vantaggi che si possono ottenere praticando costantemente questa tecnica. E su questo punto bisogna essere molto chiari ed espliciti. L’essere umano è un frammento dell’infinito universo e possiede dentro di sé delle grandi capacità e potenzialità delle quali fa difficoltà a prenderne consapevolezza. Questo è abbastanza normale perché l’uomo, nel corso della propria vita, inevitabilmente fa l’incontro con la sofferenza. Anche se come vedremo nei capitoli successivi, tale incontro è l’inizio di una svolta, se si accetta il dolore, la sofferenza però causa delle “chiusure” psichiche che rendono più duro l’animo umano. In sostanza si può dire che l’essere umano, fatte le personali esperienze dolorose, rischia di chiudersi in un guscio a protezione degli avvenimenti esterni. Colpito da situazioni che gli hanno causato disagi e disarmonia, l’uomo perde la fiducia in se stesso e soprattutto negli 10 altri, attribuendo pertanto al mondo esterno tutte le colpe della propria sofferenza. In queste situazioni, molto comuni a tutti gli esseri umani, la persona riveste la propria mente e la propria anima di “veli”che non sono altro che piccoli ma resistenti strati di emozioni che si “incrostano” nella coscienza. Si possono definire rabbie, invidie, gelosie, rancori, desideri repressi, ed altro, ma in pratica sono come “contrazioni” che non lasciano più passare le sensazioni positive di serenità e di gioia. In questo stato particolarmente disarmonico, l’unica soluzione che può trovare l’uomo è quella di cominciare un cammino che gli consenta di ridurre queste contrazioni per ricominciare a riaprirsi al mondo esterno. Ovviamente prima deve rimuovere quelle incrostazioni che tutte le varie tensioni nervose hanno incollato nella coscienza. E qui interviene la meditazione. Pertanto meditare è l’atteggiamento consapevole di colui e colei che vuole ripulire il proprio stato mentale da tutte quelle informazioni che hanno creato solo negatività. Questo, perché una volta che la mente è stata ripulita dalle varie negatività, è pronta per poter far affiorare uno stato di incredibile serenità, che da sempre è collocato nella parte più nascosta ed oscura del nostro profondo io. E’ la nascita del sacro che esiste in ognuno di noi. Per questo motivo non riesco a parlare di meditazione senza fare correlazioni con una disciplina spirituale, perché la meta da raggiungere è alla fine la propria anima o se si vuole, la parte divina che ci collega a Dio stesso. Quindi per riassumere si parla di meditazione se il nostro scopo è quello di fare pulizia dentro di noi e di far nascere la nostra parte migliore, il nostro vero Sé. 11 E definisco luminosa quella particolare tecnica meditativa, che accelera questo processo di purificazione utilizzando regole e consigli che provengono dagli insegnamenti dei grandi maestri delle varie religioni e spiritualità. Allora in questo caso la meditazione non è da vedere come una tecnica per rilassare il proprio apparato nervoso e muscolare, ma bensì una disciplina che ha a che fare col sacro, al pari della preghiera e della contemplazione. Questo è molto importante, perché psicologicamente il nostro cervello e la nostra anima si predispongono in un ottica diversa. Si deve avere la consapevolezza che in qualsiasi stato emotivo noi ci troviamo in questo momento, possiamo applicarci al fine di poterci migliorare interiormente per raggiungere un livello superiore di coscienza, un piano più sottile di evoluzione che ci avvicini alla serenità spirituale del quale si parla in tutti i libri sacri. Si tratta di cercare ed ottenere una serenità diversa da quella che crediamo di conoscere. E’ la serenità profonda dell’anima che sa di essere parte del cosmo e di avere origini divine. E’ la serenità di chi conosce l’amore universale. Molti diranno che è una meta irraggiungibile. Non è così. Magari è una meta difficile da raggiungere, questo sicuramente, ma non certo irraggiungibile. Tutti i grandi Maestri dell’amore, a cominciare da Gesù, hanno affermato che tutti noi abbiamo la possibilità di diventare come il “Padre”, intendendo ovviamente la Divinità assoluta. Quindi non possiamo mettere in dubbio queste parole. Certo è che non basta la meditazione luminosa per raggiungere questo obiettivo, perché è necessario anche tutta una nuova impostazione della propria vita. Bisogna vivere nella purezza e nell’altruismo, seguendo la morale universale, sforzandoci ogni giorno di tenere a bada i nostri impulsi negativi ed egoistici, che, se pur naturali perché 12 parte di noi, necessitano di essere in un certo senso addomesticati e poi trasformati. Solo così si può dire di percorrere un cammino spirituale. Ed in questo percorso, trova la sua giusta ed indispensabile collocazione la meditazione luminosa. Se ho cercato di chiarire, anche se in modo alquanto breve, cosa intendo per meditazione, specificherò anche perché l’ho chiamata luminosa. Questo è molto semplice. Tutte le negatività vengono associate di solito a qualcosa di scuro e di tenebroso, perché da sempre, il male viene raffigurato col nero e con le tenebre. La stessa rappresentazione della morte e degli inferi rimanda alla profonda oscurità ed al buio della notte. Quindi, di contro, tutto quanto ha a che fare con la luce, rappresenta la serenità, la gioia, il positivo ed il bene. Infatti, se pensiamo ad un quadro artistico, lo stato di benessere e d’amore viene di solito rappresentato con colori vivaci e brillanti. Lo stesso possiamo verificarlo con un disegno di un bambino, che vuol raffigurare il suo stato d’animo. Quindi la luce è l’altra faccia della medaglia dell’amore. Pertanto un’attività spirituale, che miri al raggiungimento della luce interiore non può essere definita che luminosa, proprio per rafforzare la qualità intrinseca di volere cercare a tutti i costi l’energia benefica dell’amore. Ed il percorso che illustrerò mira proprio a questo. Cercare di sostituire dentro di noi, tutto quanto appartenga al regno “inferiore”, cioè negativo, con tutto quanto invece abbia a che fare col regno “superiore” o positivo. Siano pensieri, siano emozioni, siano sensazioni, immagini, fantasie ed altro, tutto deve essere luminoso, perché solo con la luce ci si avvicina all’Amore assoluto, a Dio. 13 Quindi con fiducia leggiamo queste pagine perché quanto vi è scritto può essere davvero un valido contributo per raggiungere quella serenità tanto sospirata. 14 L’ambiente, l’atmosfera e la postura nella meditazione luminosa L a caratteristica più significativa della meditazione luminosa è l’assoluta necessita di avere un ambiente consono per poterla praticare. Poiché come ho detto all’inizio, trattasi di una pratica spirituale, tutto deve essere attinente affinché si attuino le condizioni più favorevoli per facilitare e rendere più efficace tale tecnica. Non si tratta certo di isolarsi in un monastero, anche se certamente i ritiri in ambienti religiosi sono consigliabili, ma poiché conosco i ritmi che la vita moderna impone, bisogna fare in modo che si possa meditare anche nel proprio ambiente casalingo. Occorre però aver cura che certe particolari condizioni vengano rispettate e soddisfatte. Innanzitutto dobbiamo sempre tener presente, che quello che andremo a fare, è un qualcosa che penetrerà molto in profondità, sia nella psiche che nell’anima e anche se all’inizio non ne vedremo subito i risultati, fatto sta che stiamo comunque fa- 15 cendo una pratica sacra che ci coinvolgerà in tutto il nostro essere, e come tale va considerata e attuata. La meditazione non è certo né un passatempo e né uno svago, ma richiede molta serietà ed attenzione. Il fine è il contatto profondo con il divino e questo deve essere il nostro principale stimolo, anche se non deve diventare un accanimento. Allora, poiché ci accingiamo a fare una pratica sacra, è opportuno che dovremo avere molta cura nella scelta del posto dove andremo a praticarla. Ovviamente non si può pensare di avere una stanza tutta per noi, riservata solamente a questo scopo, perché anche se sarebbe molto bello ed auspicabile, cerchiamo di fare i conti con i reali spazi che abbiamo a disposizione nelle nostre normali case. Quindi scegliamo un angolo della nostra casa che possa essere il più tranquillo possibile e soprattutto che possa contenere o una comoda sedia o un tappetino sui quali sedersi. Nella scelta del posto teniamo presente che sarebbe meglio che poi sia quello definitivo, nel senso che non si continui a cambiare ambiente. Ogni cosa accumula energia e se decidiamo il luogo dove faremo la pratica meditativa, questi diventerà quello predisposto a tale scopo. Anche la nostra mente si abitua alle azioni e pertanto si troverà subito in sintonia quando ci siederemo sul tappetino o sulla sedia. Immediatamente collegherà quel movimento alla meditazione e, in un certo senso, si predisporrà a tale compito. L’angolo che sceglieremo, della sala o della camera, dovrà avere lo spazio sufficiente per un a sedia o per un tappetino sul quale posizioneremo alcuni cuscini. Anche in questo caso bisogna fare i conti con le abitudini e le predisposizioni degli occidentali. 16 Tutti abbiamo come immagine simbolica della meditazione un uomo o una donna seduti su di un tappeto con le gambe bene incrociate (posizione del loto dello Yoga), ma si tratta sempre di persone giovani o comunque molto allenate che ben si prestano per fare certe posture che richiedono agilità e resistenza. Poiché la prima cosa assolutamente indispensabile nella meditazione luminosa è lo stare comodi con il proprio corpo, consiglierei una posizione seduta su di una sedia con lo schienale abbastanza alto. Ovviamente se invece qualcuno è in grado, senza però soffrirne o sottoporsi a sforzi eccessivi, di eseguire la posizione del loto, va benissimo, magari aiutandosi con uno o due cuscini da mettere sotto il sedere per consentire un facile appoggio delle gambe sul pavimento. In ogni caso l’importante è che la postura sia corretta, nel senso che la schiena deve essere la più dritta possibile. Questo all’inizio, richiederà un piccolo sforzo, dato che siamo un po’ abituati a stare abbastanza “rilassati” con il busto, che col tempo tende ad incurvarsi. Mantenendoci invece nella posizione seduta con la schiena ben verticale, faremo anche un ottimo allenamento di rinforzo per le vertebre e per i muscoli sia delle spalle che della schiena. Col tempo poi questa postura diventerà comoda e ci verrà spontaneo eseguirla. Pertanto, la prima preparazione da dare prima di eseguire la meditazione luminosa è quella di assumere la giusta e corretta posizione seduta. La posizione sdraiata su di un materassino o sul letto, non è molto consigliata anche se non crea nessuna controindicazione; solo che lo stare sdraiati non consente all’energia interna del corpo di fluire verso l’alto attraverso la colonna vertebrale come invece accade nella postura seduta. 17 Per questo motivo meditare distesi va bene quando la posizione seduta ci causa sofferenza o quando non possiamo sederci per vari problemi fisici, o perché vogliamo praticare la meditazione prima di addormentarci. In questi casi è ovvio che dobbiamo optare per stare sdraiati, ma altrimenti la posizione abituale deve essere quella seduta e ripeto, con la schiena dritta. A questo punto dobbiamo, una volta collocata la sedia, che dovrà essere sempre la stessa od il tappetino, che pure quello dovrà essere sempre il solito, occorre dedicare un po’ di attenzione all’ambiente ed all’atmosfera. Innanzitutto dobbiamo essere sicuri che per tutto il tempo che praticheremo la meditazione, non saremmo distratti da nessuno e da nulla. Poiché in fondo ci stiamo ritagliando per noi solo venti minuti o al massimo mezz’ora, per quel tempo dobbiamo fare in modo di ottenere il maggior silenzio possibile. Quindi sarebbe consigliabile chiudere tutte le possibili fonti di disturbo come radio, televisione, telefono, cellulare e assolutamente, se possibile, essere da soli. Se sappiamo bene organizzarci, volendo, questo risulterà attuabile, anche se al momento sembra impossibile. Sappiate che difficilmente i familiari o gli amici, se non stanno facendo il vostro stesso percorso, vi comprenderanno, ma anzi, facilmente, poiché vi state avvicinando al mondo spirituale, farete scatenare in loro, sensazioni di fastidio che vi esterneranno in tutti i modi. Non dovete rimanerci male. E’del tutto naturale. L’essere umano è anche egocentrico e se nota che ponete attenzione e dedicate del tempo a voi stessi e non agli altri, quest’ultimi si sentiranno non amati o esclusi dalla vostra vita. Non date peso a questo. Poiché non è vero che state escludendo qualcuno, ma state solo cercando la vostra serenità, mi 18 raccomando di non mollare e andate avanti. I frutti verranno col tempo. E quando vi vedranno più sereno o più serena, gli altri potranno solo beneficiare del vostro stato d’animo e allora vi chiederanno come avete fatto. Ma per tutto il tempo, siate pronti al fatto che facilmente anche se in modo inconscio, non vi agevoleranno in questo percorso. Se siete in casa con qualcuno e gli chiedete per cortesia di non disturbarvi per mezz’ora perché dovete meditare nella vostra stanza, è molto probabile, salvo che abbiate qualcuno davvero comprensibile, che in un modo o nell’altro, verrete “chiamati” e “cercati” proprio in quel lasso di tempo. Quindi, per evitare qualsiasi tipo di interferenza esterna, cercate di organizzarvi, in modo da prendere il tempo necessario, “sicuri” che proprio nessuno vi potrà disturbare. Ovviamente, però a vostra volta, in nessun modo dovrete coinvolgere gli altri nella vostra nuova disciplina spirituale. Se volete parlatene con le persone più vicine a voi, ma non fate assolutamente nulla per convincerle a seguirvi. L’universo sa come muoversi e come muovere le persone, ma solo al momento giusto. Ognuno ha il suo cammino e questo è diverso per ciascuno di noi. Siate sereni voi. Per tutti gli altri non siate mai preoccupati perché ognuno, compreso quindi i vostri cari, è “sorvegliato” ed “aiutato” dall’Alto, sempre, in ogni momento ed in ogni circostanza. Quindi non preoccupatevi per loro ma invece mostrate i vostri miglioramenti senza assolutamente farli rimarcare. Perché se è vero che vi state impegnando in un cammino difficile e quindi ci state mettendo tutta la vostra buona volontà, è pur vero che se raggiungete dei miglioramenti dovete ringraziare il Cielo. 19 Quindi, una volta stabilito che dovete meditare da soli, senza essere disturbati per il tempo che vi prenderete, fate in modo, organizzandovi, che questo possiate farlo. Poi, scelto il luogo e il vostro angolo, dove avrete collocato il tappetino o la sedia, dovete pensare ad altri importanti particolari. Innanzitutto l’abbigliamento. Fate in modo che sia comodo, come una tuta o similare, senza che vi stringa in nessuna parte del corpo, soprattutto in vita, o vi impedisca nei movimenti. Quello che sceglierete, sarà poi sempre l’ abbigliamento che userete per la meditazione. Ovviamente, se lo ritenete, potrete averne due, in modo da avere sempre un ricambio. Però l’importante, sempre per un discorso di energie, è che l’abbigliamento sia sempre il medesimo, così quando indosserete la vostra tenuta, subito mentalmente vi predisporrete ad eseguire la meditazione. Oltre all’abbigliamento, vi dovrete preoccupare di fare sì che il vostro “angolo” sia particolare e caratteristico. E’ sufficiente che vi sia qualche oggetto sacro a voi molto caro, un manifesto dal contenuto spirituale, dei quadri o fotografie di paesaggi o di altre immagini comunque rilassanti. Il principio è sempre il solito. Le energie luminose attirano le forze positive e pertanto dobbiamo circondarci di ogni cosa che rimandi la nostra mente e quindi i nostri pensieri a contenuti di amore e di saggezza. I grandi Maestri spirituali sono soliti dire che le entità luminose hanno bisogno di essere attratte e richiamate da qualche manifestazione benevola. Pertanto tutto deve essere conforme a questo principio. L’abbigliamento, gli oggetti, le candele accese e se piace anche una musica sacra o di suoni gioiosi e rilassanti. Non sono grandi preparativi, perché se quanto illustrato non è sempre pronto, possiamo prendere una scatola e mettervi 20 dentro quei pochi oggetti che ho illustrato e che serviranno ogni qual volta andremo a meditare. Ci metteremo dentro delle candele, degli incensi, alcuni compact disc di musiche adatte e se vogliamo qualche statuetta raffigurante qualche cosa di sacro. Per l’angolo sarà sufficiente un posticino dove collocare una sedia o un tappetino, tutto qui. L’importante è che i preparativi non rappresentino una scusa per non prestarsi alla meditazione. Nulla deve rappresentare un ostacolo o peggio un sacrificio. Meditare deve essere una gioia perché compiamo un gesto importante per accedere alla parte più luminosa di noi. Pertanto dobbiamo essere allegri e ben predisposti. In ogni caso qualsiasi sia il nostro stato d’animo, mai per nessun motivo, dobbiamo rinunciare al momento che ci siamo fissati per la meditazione. E’ uno spazio per incontrare Dio e non dobbiamo rinunciarvi per un impegno qualsiasi. Solo un evento imprevisto di enorme gravità e che richiede la nostra presenza può distoglierci dal nostro rituale, altrimenti l’appuntamento va sempre rispettato. E l’appuntamento è consigliabile che sia almeno due volte al giorno. Uno la mattina presto e l’altro la sera prima di addormentarsi. Se fosse possibile, sarebbe auspicabile anche uno dopo pranzo. Ovviamente so benissimo che ci sono molte difficoltà ad attuarli. Incominciamo da quello della mattina. Se vivete da soli non ci sono problemi se non quello della volontà, mentre se avete famiglia o vivete con altre persone, bisogna avere la forza e la costanza di alzarsi mezz’ora prima del solito. Facendo così, infatti, indipendentemente dai vostri im- 21 pegni abituali, non arrecate disturbo a nessuno e, né tanto meno, gli altri possono disturbarvi. Anche se alzarsi prima può sembrare faticoso le prime volte, col tempo e con i vantaggi che acquisirete, sarete voi per primi a non volervi più rinunciare. E’ sufficiente iniziare, come per tutte le cose. Solo che praticando la meditazione, abbiamo anche l’aiuto del Cielo e credetemi, non è poco. La mattina, inoltre, ha un’energia particolare ed il nostro fisico pure. Dopo otto ore circa di sonno, la nostra mente deve ritornare ad una centratura della coscienza e la meditazione è proprio un toccasana per questo. Il corpo, poi, si ritempra e rigenera meditando, perché tutti i nostri centri nervosi si riattivano. Insomma meditare la mattina è proprio l’ideale. Se per forza non ce la fate ad eseguire due meditazioni giornaliere, piuttosto di quella mattutina, saltate quella serale, anche se per motivi diversi, anche quella risulta benefica. Di solito viene praticata sdraiati, prima di addormentarsi, proprio per la difficoltà, almeno per chi ha famiglia, di rimanere da soli. In questo caso sarebbe opportuno lasciare che tutti siano coricati ed addormentati per ritagliarsi quel lasso di tempo che ci serve. Alla fine dipende tutto dalla capacità di organizzarsi e di quanta importanza daremo a questa disciplina. Certo è che se non abbiamo il coraggio di porre alcuni piccoli cambiamenti nella nostra vita, a nulla valgono tutte queste raccomandazioni. Se cominciamo a dire di non avere tempo, che non ci riusciamo, che gli altri non lasciano spazi ed altre scuse che conosco bene, rimarremo sempre nella nostra situazione e non riu- 22 sciremo mai a prenderci dei momenti per noi e per la spiritualità. Ricordatevi sempre che se è vero che siamo importanti, è pure vero che non siamo indispensabili e che a volte dedicare del tempo per noi stessi, soprattutto quando è così limitato, è prendersi cura dell’essenza spirituale che ci abita. Non aspettiamo il crollo fisico e psichico per poi fermarsi, cominciamo prima. Si avvantaggeranno tutti, voi per primi e poi tutti coloro che vi sono vicini. L’importante è non cedere alle prime inevitabili difficoltà, ma andare avanti sempre con pazienza, costanza e fede. Se siete deboli vuol dire che è l’ora di rinforzare il carattere e di credere che il Cielo vuole non solo aiutarvi, ma e soprattutto vedervi sereni. Quindi, mi raccomando, organizzatevi come volete ma fate in modo di mantenere i vostri impegni. Vi accorgerete col tempo che avevo ragione, perché la meditazione è una pratica che apporta solo vantaggi psichici e virtù spirituali e mai controindicazioni ad eccezione se praticata in situazioni psicologiche momentaneamente difficili, come già illustrato prima. In ogni caso se avete qualche dubbio, per tranquillizzarvi, chiedete prima al vostro medico di fiducia, vedrete che vi confermerà che la meditazione, dal punto di vista fisico, migliora notevolmente l’apparato cardiocircolatorio e l’apparato respiratorio oltre a migliorare, dal punto di vista psichico, le capacità mnemoniche e di concentrazione. Pertanto, una volta risolti tutti questi problemi, siete pronti per incominciare la meditazione luminosa. Appurato che il vostro “angolo”possiede tutte quelle qualità che sono richieste e accertato che nessuno potrà disturbarvi, accendete un incenso dal profumo che più gradite e che ritenete 23 rilassante, accendete una candela e sedetevi o sul tappetino con le gambe incrociate o, come avverrà per la maggior parte delle persone, sulla sedia che avrete scelto con cura. La postura è molto importante e non va trascurata, perché a seconda della posizione che assumiamo, tutti i nostri apparati muscolari e nervosi, ci trasmettono dei segnali indicanti il fluire più o meno lineare della nostra energia interiore. Dobbiamo stare in una posizione comoda ma non completamente rilassata. La meditazione richiede attenzione, essere presenti, vigilanza e non certo distensione, sonnolenza e distrazione. Ma questo lo impareremo strada facendo. Adesso occupiamoci della schiena. Deve essere diritta, perpendicolare al pavimento e nel caso siate seduti sulla sedia, deve essere ben appoggiata allo schienale. Per chi preferisce la posizione del fior di loto, mantenersi dritti sarà più difficile, ma non dovete scoraggiarvi ed insistere. Se siete seduti sul tappeto, le gambe saranno incrociate, mentre se scegliete la sedia appoggerete i piedi per terra avendo cura di mantenere le gambe leggermente divaricate. Le braccia saranno appoggiate sulle cosce con i palmi rivolti verso il basso e cercando che siano rilassate. In alternativa si può mettere le mani sul grembo, con la sinistra sotto la destra, come se si tenesse una ciotola. Non ci devono essere tensioni, il corpo deve essere in uno stato rilassato ma presente, per non correre il rischio di addormentarsi; rischio quasi certezza se eseguiamo la meditazione in posizione sdraiata e di questo basta esserne consapevoli. A questo punto proveremo a stare nella posizione descritta per qualche minuto per prendere confidenza. All’inizio è normale non sentirsi a proprio agio, dato che la nostra muscolatura non è allenata a questa posizione, peraltro molto sana, ma col tempo non solo ci abitueremo, ma ci verrà 24 talmente naturale che staremo in quella postura anche in altri momenti. Si tratta di perseverare con costanza ma anche senza accanimento, verificando i propri limiti con saggezza. Se notiamo infatti che proprio non riusciamo a stare nella posizione descritta, perché abbiamo qualche problema con il nostro corpo e sentiamo alcuni dolori non sopportabili, è ovvio che possiamo cercare e trovare la postura più adatta affinché si possa meditare senza sofferenza. La meditazione deve apportare benedizione e non certo dolore, perché sarebbe proprio un paradosso. Quindi, un conto è abituarsi ad una posizione non comodissima e che richiede un minimo di allenamento, un conto è costringere il proprio corpo già dolorante, a stare in una postura che comporta notevoli disagi al nostro fisico. Cerchiamo di usare il buon senso, in tutte le circostanze e troveremo la soluzione più congeniale. 25 L’essenza della meditazione luminosa: la respirazione U na volta accomodati sulla sedia o sul tappetino, con la postura che vi ho consigliato, adesso bisogna imparare la cosa che è il fulcro di ogni tipo di meditazione sia occidentale che orientale: la respirazione. Il respiro è talmente spontaneo e naturale che di solito non lo curiamo come dovremo. In effetti, nonostante rappresenti la vita stessa, il respiro, osannato in tutte le religioni, come l’alito divino o la scintilla di luce, non rappresenta per molti quell’oggetto di attenzione che invece dovrebbe. Basti riflettere che solo se un corpo umano respira si può dire che viva, altrimenti l’assenza di respirazione ne conferma la morte. Questo fa capire l’importante collegamento tra il respiro e la vita e a sua volta tra il respiro e la nostra spiritualità. Quindi non possiamo in alcun modo “trattare” male la respirazione, in quanto, se da essa dipende il perfetto funzionamento di molti organi importanti, è altrettanto vero che essa è 26 la traccia indelebile comprovante la presenza della divinità dentro di noi. Anche nella parola stessa troviamo una certa analogia: respiro, spirituale. Capirete adesso perché tutti i movimenti mistici, dedicano molto tempo agli esercizi spirituali che insegnano a regolare, controllare e modificare il modo di respirare. Perfino la scienza medica ufficiale, afferma, che molte malattie sono causate dal modo errato che le persone hanno nel modo di respirare. E veniamo a noi. Seduti nel modo che abbiamo visto e fermi nella postura che ormai conosciamo, cerchiamo ora di porre molta attenzione sul nostro respiro. Non c’è niente di difficile, come peraltro fino ad adesso. Contattare la nostra anima e percorrere un cammino spirituale non deve essere difficoltoso, proprio perché deve essere alla portata di tutti; necessita solo di un po’ di attenzione per certi dettagli, costanza, pazienza ma soprattutto disponibilità. Ponendo attenzione al nostro respiro, dobbiamo verificare se eseguiamo i movimenti corretti con il nostro addome. Quando inspiriamo, difatti, dobbiamo espandere la nostra pancia e quando espiriamo dobbiamo invece comprimerla. Non è proprio così istintivo. Molte persone sono abituate a fare proprio l’opposto, per un’abitudine non corretta. Ma proviamo ponendo una mano sul nostro addome, in modo che il palmo possa seguire l’esatto movimento. L’importante, come continuerò a ripetere sempre, è di non spazientirsi e soprattutto demoralizzarsi se tutto non avviene subito. Anche per questa apparente semplice operazione, vi accorgerete che ci vuole tempo. 27 Magari per anni abbiamo fatto in modo diverso, pertanto non pretendiamo dal nostro corpo e dalla nostra mente, variazioni immediate. Siamo comprensivi ma non per questo dobbiamo però rinunciarci. Ritorniamo al respiro. Inspiriamo lentamente e cerchiamo di osservare se la nostra mano si estende all’esterno assieme all’addome. Se questo non accade allora vediamo di “forzare”, senza esagerare questo movimento. Di contro quando espiriamo, cioè espelliamo l’aria, la nostra mano deve percepire lo sgonfiarsi dell’addome. Anche in questo caso, se ci accorgiamo che non eseguiamo correttamente questo movimento di contrazione, cercheremo di eseguirlo forzatamente, ma senza esagerare. Tutta la pratica della meditazione deve essere eseguita con naturalezza e semplicità. E’ solo la respirazione che richiede un po’ di esercizio e che è veramente importante eseguire correttamente. Vi accorgerete col tempo, che poi sarà molto più naturale e benefico respirando eseguendo i movimenti descritti. Non preoccupiamoci le prime volte di dovere eseguire perfettamente l’inspirazione e l’espirazione, ma tutti i primi approcci iniziali a meditare, saranno concentrati esclusivamente alla respirazione. Lo ripeto non può esserci una corretta meditazione se non eseguiamo un corretto modo di respirare. Quindi con costanza continueremo l’esercizio appena descritto. Lo possiamo fare sia con gli occhi aperti che con gli occhi chiusi, come preferiamo, poi invece quando ci applicheremo davvero alla meditazione sceglieremo di mantenere gli occhi chiusi, mettendo peraltro il nostro ambiente nella penombra. 28 Però se anche questo all’inizio ci crea disagio, possiamo mantenere la luce che desideriamo, cercando di diminuirne l’intensità nel tempo. Per chi ha già avuto qualche approccio con una particolare tecnica di meditazione, che sia la tibetana sciné o l’indiana vipassana, noterà che c’è una certa analogia con quello che stiamo facendo. E questo è ovvio. Non si inventa nulla, dato che i grandi saggi, da millenni hanno tramandato le ormai collaudate tradizioni meditative. Quello che ho cercato di fare, è stato quello di apportare alcune semplificazioni e correzioni, per rendere tali tecniche, applicate dai popoli orientali come rituali sacri, più accessibili ai nostri usi ed abitudini occidentali. Infatti, credo che impiegherete un po’ di tempo, prima che davvero vi rendiate conto che la meditazione è un atteggiamento sacro e che fa accedere al mondo spirituale. All’inizio, sembrerà solo una pratica di rilassamento. Per questo sto procedendo per gradi estremamente semplici, perché per esperienza, soprattutto con i gruppi, la gente non riesce subito ad accedere a quella spiritualità, che invece per gli orientali è scontata. Ma si tratta di cultura e di tradizione religiosa e non certo di essere migliori o peggiori. Per questo ho deciso di insegnare una meditazione che essendo stata anch’essa praticata e sperimentata per molti anni, pur essendo molto semplice, è assolutamente più indicata, come approccio con il sacro e lo spirituale, alle persone appartenenti al mondo occidentale. Ma torniamo alla respirazione. Eseguite per molte volte le inspirazioni ed espirazioni, ponendo attenzione all’espandersi ed al contrarsi dell’addome, fi- 29 no a quando avremo preso familiarità, adesso ci dedicheremo con molta pazienza all’osservazione del nostro respiro. Osservazione. Sarà un termine che userò spesso, dato che l’osservare senza giudicare od esprimere emozioni e sensazioni, sembra essere la cosa più difficile da fare. Ora si comincia ad intuire che cosa stiamo imparando. Avverrà col tempo, ma impareremo a controllare, senza reprimere, i nostri impulsi, i nostri pensieri e soprattutto i nostri giudizi. Ma perché dobbiamo imparare a fare una cosa simile? Che vantaggi comporta? E’ molto semplice, anche se un po’ difficile da applicare. Vediamo di spiegarlo nel modo più chiaro possibile. Dentro di noi, vi sono radicate ormai da anni, emozioni, sensazioni, ricordi, immagini, pensieri e quant’altro che occupano non solo la nostra memoria, ma soprattutto il nostro inconscio e la nostra coscienza. Tutti i nostri attuali atteggiamenti sono in pratica i riflessi e condizionamenti immagazzinati dentro di noi. Quindi per dirla in una sola parola noi siamo un contenitore “pieno”. E rimarremo tali fin quando non inizieremo a svuotare questo contenitore, in modo da alleggerirlo e soprattutto prepararlo per accogliere altri messaggi. In pratica se ci svuotiamo possiamo per prima cosa renderci conto di come è fatto il nostro contenitore, e già questo stato ci renderà più “leggeri” e più “liberi”, secondariamente ci prepariamo ad accogliere e riempire il nostro mondo interiore, di nuove e più benefiche sensazioni. Insomma in una parola ci illuminiamo. Ma tutto questo sarà possibile solo se sappiamo usare l’arte di “osservare”. Perché solo l’osservazione attenta ci consente di guardare tutto il mondo esteriore ed interiore ma senza lasciarci coinvol- 30 gere da quanto osserviamo, come se fossimo estranei a ciò che vediamo. In questo modo non saremmo mai “catturati” dagli avvenimenti e saremmo più obiettivi nell’affrontarli. Quindi per riuscire a svuotare il nostro contenitore, dobbiamo guardare il nostro contenuto con l’occhio dell’osservatore assolutamente distaccato, come se nulla ci appartenesse. In questa operazione, devo dire che gli orientali sono bravissimi, perché viene insegnato loro fin da quando sono piccoli. Noi siamo più passionali e ci lasciamo coinvolgere dalle emozioni e dagli eventi, diventando un tutt’uno con l’emozione stessa o con l’evento. Mantenere un atteggiamento distaccato però, non vuol dire diventare insensibili, ma guardare la realtà così com’è. In questo modo ci manteniamo sempre sereni, centrati e siamo più neutrali e concentrati nell’affrontare i problemi. Quindi non pensiamo che l’osservazione senza giudicare sia un fatto negativo. Ricordo che lo stesso Gesù invitava proprio a non giudicare, dato che nessuno è privo di peccato e possiede la verità. Questo, tra i vantaggi elencati prima, ci aiuta a renderci anche più umili e più predisposti all’indulgenza ed alla tolleranza. Ci aiuta in pratica a non sentirci sempre saccenti e narcisisti. E’ un importante passo verso la spiritualità interiore. Ritorniamo quindi ad osservare il respiro, perché ci serve proprio per imparare, successivamente, ad osservare i nostri pensieri e le nostre emozioni. Ma vediamo come dobbiamo fare. Seduti nella nostra postura, abbiamo trascorso per ora un po’ di tempo per imparare a respirare correttamente. Questo ci ha fatto fare un’amicizia più intima con il nostro respiro, ma soprattutto, anche se sembra la cosa più banale, ci ha ricordato che siamo vivi proprio perché respiriamo. 31 E’ una sensazione particolare perché abbiamo appreso per la prima volta la consapevolezza che in realtà noi non stiamo respirando, ma che è il nostro corpo che respira. Ovvero ci lasciamo respirare, dato che questo avviene senza che noi lo vogliamo. Possiamo dire allora che qualcosa dentro di noi, indipendentemente da noi, respira. E solo questo è un fatto miracoloso. Con questa consapevolezza ora seguiamo il nostro respiro, senza assolutamente fare commenti, ma esclusivamente osservando e prendendo atto. Inspiriamo, lentamente, senza forzare nulla e poniamo l’attenzione alla punta del nostro naso dove appunto entra l’aria. Seguiamone il percorso e cerchiamo di capire se siamo agitati, preoccupati, ansiosi, osservando il movimento e la velocità dell’aria che vi è entrata. Poi stiamo fermi un attimo nel momento che stiamo per espirare. Espiriamo, e anche in questo caso lentamente, seguendo sempre l’aria che esce dalle narici, mantenendo l’attenzione a come avviene il nostro respiro e continuiamo l’osservazione. Dobbiamo seguire l’alito divino che entra nel naso che pervade tutto il nostro corpo e che poi lentamente fuoriesce da dove è entrato. Ci siamo alimentati. Abbiamo apportato le sostanze vitali senza le quali in pochi attimi saremmo defunti. Con rispetto, devozione e gratitudine, continuiamo a respirare concentrando sempre la nostra attenzione sull’aria che entra e che esce dal naso, osservandone tutte le sfumature. Sono proprio queste sfumature del nostro respiro che ci forniscono le informazioni sul nostro mondo interiore e ci consentono di fare conoscenza con le parti più intime di noi, anche se come detto dobbiamo avere sempre un certo distacco. E questo avviene se cerchiamo di mantenere la respirazione la più naturale possibile. 32 Inspiriamo, respiriamo, con serenità, accettando con amore l’aria che ci tiene in vita, che ci regala la vita e che poi se ne va, avendoci purificato. E tutto questo in pochi attimi per tutto il giorno, per molti giorni, per molti anni. Nulla per la nostra esistenza è più importante della respirazione e di conseguenza niente è più indispensabile dell’aria. Ecco che cosa dobbiamo pensare ogni qual volta ci accostiamo alla meditazione, che non può esistere alcunché che possa distogliere da questa considerazione che non è altro che una lode al divino. Facendo così ci stiamo abituando a riconsiderare le nostre preoccupazioni, i nostri problemi ed i nostri dispiaceri. Con calma perché la nostra mente e la nostra personalità è radicata da anni in un certo modo di pensare e di vedere la vita. Pertanto non si può pretendere che la meditazione ci cambi da un momento all’altro. Non sarebbe neanche tanto positivo. Le trasformazioni, perché siano vere ed irreversibili, devono avvenire senza fretta, a tempo debito, proprio quando il cammino ha dato i suoi frutti. Se avvenissero prima, potrebbero essere temporanee dovute solo alla smania di raggiungere la serenità e di allontanare alla svelta la sofferenza che magari ci abita. Dopo poco svanirebbero e si tornerebbe a come eravamo prima. Insisto. Pazienza, costanza e senza forzature. Tutto avverrà da solo. Noi dobbiamo imparare a respirare, osservare, accogliere e ringraziare, l’universo penserà al resto. Siate fiduciosi. Ecco, la meditazione luminosa è iniziata. 33 La meditazione luminosa come strumento per contattare la nostra parte spirituale. A questo punto è importante cercare di spiegare perché con la meditazione luminosa riusciamo a contattare la nostra parte spirituale. Ovviamente non è facile. Conosciamo quasi tutto del corpo umano, ma molto se non addirittura quasi tutto, è ancora da scoprire per quanto riguarda la mente. La scienza medica ha fatto dei grandi passi in avanti, questo è vero, ma è ancora ferma ai concetti di coscienza, inconscio, subconscio, inconscio collettivo, supercoscienza ed altro. Non mi soffermerò certo su questi temi, per i quali demando a testi e persone di certo più competenti di me. Voglio solo sottolineare, dal punto di vista spirituale, che dalla medicina sarà molto difficile sentire parlare di anima o di spirito. Eppure sono parole che ricorrono un’infinità di volte in tutti i testi sacri delle varie culture religiose. 34 Non si può iniziare un cammino trascendente senza cercare di comprendere che l’anima è quella parte sottile, pura e luminosa che più si avvicina come sostanza alla fonte dalla quale discendiamo. Che sia invisibile, eterea, non dimostra certo che non esista, dato che anche i pensieri pur essendo invisibili, esistono eccome. Pertanto o ci rendiamo consapevoli che stiamo facendo di tutto per ritrovare e contattare la nostra parte veramente reale, o altrimenti non faremo molti progressi, con la meditazione luminosa. L’ho detto all’inizio. Non vi sto insegnando una tecnica per il rilassamento mentale, vi sto proponendo una pratica sacra per essere più vicino alla sorgente divina. E se vogliamo avere un’idea, che non sarà mai come la verità, di come potrebbe essere questa sorgente dalla quale sfocia solo amore, possiamo solo paragonarla alla luce solare, dato che la nostra mente conosce solo quella come massima espressione di potenza, di grandezza e di purezza. Certo, la divinità è ancora qualcosa di più luminoso e di infinito, ma per la nostra mente, per ora, è sufficiente paragonarla alla più grande fonte di luce, il sole appunto. Immaginando la luce solare, ci accorgiamo di come questa immagine, possieda un effetto benefico. Il sole, non a caso adorato come una divinità, da molti popoli del passato, possiede in effetti, la caratteristica di riscaldare non solo il corpo, ma anche la nostra anima. Infatti la luce ed il calore sono le principali virtù per combattere la tristezza ed il dolore ed infondono nel profondo quella particolare serenità e pace che ci rendono molto più affabili e cordiali. Questo a dimostrazione che la luce, possiede delle virtù realmente terapeutiche, che possono davvero in certi casi, infon- 35 dere all’essere umano quella consapevolezza di essere qualcosa di diverso rispetto al proprio corpo ed ai propri pensieri. L’uomo saggio, il maestro, l’iniziato sa di essere un’essenza luminosa che sta abitando, provvisoriamente un corpo che definisce il tempio momentaneo della divinità. Ora è chiaro che se siamo convinti di questa affermazione, la meditazione assume il valore di una particolare preghiera per contattare Dio. Non siamo il nostro corpo. E già questa considerazione nel nostro mondo occidentale dove la bellezza estetica assume un valore talmente importante da sfociare perfino in forme di malattie (anoressia, bulimia), sarà molto difficile da accettare. E questo è naturale se diamo importanza al giudizio di coloro che regolano la nostra vita, solamente perché fanno parte del potere dominante. Le donne e gli uomini non sanno più che fare, pur di piacere (fisicamente) alla massa, per ottenere fama e successo, giungendo perfino a rinnegare il normale processo di invecchiamento, con interventi assurdi di chirurgia plastica. Ma tutti questi comportamenti, che altro non sono che la dimostrazione del terrore di invecchiare e di morire, nascono esclusivamente perché si ha l’errata concezione che l’essere umano sia il corpo stesso. Lo stesso accade con i pensieri e con gli impulsi. Anche qui si fa difficoltà a scindere l’essere umano da ciò che pensa, perché anche in questo caso chi pensa è la mente e non l’essenza prima. Insomma le considerazioni sopra esposte, peraltro assolutamente note nell’induismo, nel taoismo e nel buddismo, portano a dire che l’essenza vera dell’essere umano, che noi chiamiamo anima, non è certo né il corpo umano e né la mente. E questo concetto non è né facile e né intuitivo. 36 Per questo la meditazione non ha avuto una grande divulgazione nell’occidente, perché questa non può essere disgiunta dalla spiritualità, per la quale il mondo orientale è più incline. Ma se facciamo anche noi un piccolo sforzo per scrollarci di dosso tutte le errate concezioni e convinzioni del nostro modo di vivere, ritroveremo le nostre bellissime vere origini. Fatti a somiglianza di Dio. E se consideriamo che la divinità siamo anche noi, significa davvero che una briciola, un atomo, un granello dell’energia divina è racchiusa nel nostro profondo. Pertanto questo granello non è certo il nostro corpo, che invece ha solo il compito di racchiudere questa sostanza ed agire secondo la Sua e non la nostra, volontà. Quindi ricordiamoci che per quanto sia importante il corpo umano, questi è solo il contenitore del vero tesoro, e per quanto sia giusto e doveroso averne cura e fare di tutto per mantenerlo in salute, dobbiamo lasciare che viva, invecchi e muoia senza accanimento nei suoi confronti. Ci vorrà del tempo per accettare questo, ma è meglio iniziare fin da adesso. Gli esempi di persone che vivono angosciosamente la loro vecchiaia o le loro malattie sono infiniti e devono farci riflettere. Non accettare il ritmo naturale della vita e della morte è una caratteristica appartenente più al mondo occidentale che a quello orientale. D’altra parte come ho già detto, è importante vivere credendo e considerando la spiritualità estremamente importante senza lasciare che il materialismo prenda il sopravvento e ci renda suoi schiavi. Noi procederemo per gradi, consapevoli di queste lacune sulla spiritualità, che non devono certo essere considerate delle colpe, ma solo degli ostacoli che rallentano il nostro cammino verso il contatto divino, che vogliamo raggiungere attraverso la meditazione luminosa. Basta impegnarsi. 37 Completati gli esercizi sulla respirazione, avremo di sicuro fatto caso ad un particolare, che rappresenta un po’ il centro della meditazione. E cioè. Avremo notato che quando ponevamo la nostra attenzione sull’aria che entrava ed usciva dalle nostre narici, anche se magari per brevi attimi, ci sembrava di non avere pensieri. Appena ci fermavamo nell’esercizio o dopo un po’ di tempo, invece riecco il brulicare in testa di tutte le nostre opinioni e considerazioni. Non è così? La spiegazione è molto semplice. I pensieri, così come i nostri sentimenti ed emozioni, ci sono sempre, ma non è la nostra anima ad alimentarli, ma bensì la nostra mente. E la nostra mente non siamo noi, come abbiamo scoperto per il corpo ed agisce autonomamente. Possiamo affermare che la mente è una parte del nostro cervello che in base alla personalità di ciascuno, si comporta in un certo modo, invadendo o meno la nostra esistenza. Solo quando il nostro vero io, la coscienza superiore, prende il comando della vita e concentra seriamente la sua attenzione su qualcosa, tutto il resto perde di valore, altrimenti, la nostra mente si arroga sempre il diritto di assumere il comando della nostra vita. Quindi dobbiamo fare di tutto, oltre che attenzione, per fare in modo di confrontarci con la nostra mente, senza imporre nulla, perché in questo caso la mente stessa si ribellerebbe, scatenandoci tutti i possibili pensieri racchiusi dentro di essa. Così quando impariamo a concentrarci su qualcosa che la nostra anima riconosce importante, vitale e sacro come il respiro, lentamente, col tempo e sempre avendo pazienza, la mente si svuota dei pensieri per vari attimi, che si possono protrarre sempre di più con la pratica e la costanza. Mantenendo la nostra attenzione ed osservazione concentrate sempre sul movi- 38 mento dell’aria, i pensieri lentamente si allontanano e si dissolvono come se si fossero accorti di non essere considerati. Dissolvendosi i pensieri e le preoccupazioni, lentamente diveniamo un tutt’uno solo con il nostro respiro. In quel momento siamo il respiro. Tutto è rivolto ad esso, al suo ritmo, alla sua frequenza, al suo calore, alla sua penetrazione nel nostro corpo, alla sua forza, alla sua benevolenza, al suo amore. In questo stato di coscienza alterata e che avviene solo con una costante applicazione giornaliera per molto tempo, possiamo gustare il contatto con la nostra anima. In pratica raggiungiamo l’estasi. Ma ripeto, ci vuole pazienza, perché la sensazione descritta sarà frutto di un lungo cammino che vi sto illustrando. Però, se non altro, credo che ora cominciate a comprendere l’importanza della meditazione luminosa. E’ prestare attenzione all’essenziale che altro non è che la vita e la capacità di stare in armonia con tutto l’universo. In un certo senso possiamo anche dire che meditare è lasciare il superfluo e anche ciò che crediamo importante, per lasciar posto affinché quello che conta davvero si instauri dentro di noi. Ma riprendiamo e continuiamo gli esercizi col respiro, avendo ora maggior chiarezza su quello che stiamo facendo e che dobbiamo fare. Seduti nella nostra postura, avendo ormai acquisito il corretto modo di respirare, cerchiamo ora di utilizzare l’aria come veicolo apportatore di bene. Il pensiero quando è dominato dalla volontà, può possedere una forza incredibile. E pure l’immaginazione. Pertanto cerchiamo ora di dare all’aria, al soffio divino che inaliamo, la sua caratteristica spirituale. 39 E’ sufficiente pensare ed immaginare che quello che inspiriamo sia un vento sacro dai poteri di purificazione e di guarigione per compiere già un lavoro benefico. Ma non risulterà così facile. I pensieri, difatti, si insinueranno come le nuvole grigie nel cielo azzurro e ci accorgeremo di come si agitano nella nostra mente. E sono di tutti i tipi. Quelli che ci riportano al passato, quelli che ci fanno preoccupare per il futuro e i pensieri del momento attuale. Tutto ci distrae. Come stiamo concentrati sul respiro e sulla punta nel nostro naso per osservare il fluire dell’aria, nella mente cominciano a fluire tutti i pensieri che credevamo se ne stessero fermi e calmi oppure che addirittura non possedevamo. Ma come stiamo scoprendo, la mente è implacabile. Non sta mai ferma ed il proliferare dei pensieri fa parte del gioco che vuol fare su di noi per impedirci, come ho già detto, di prendere in mano la nostra volontà e quindi la nostra vita. Dobbiamo avere costanza e senza innervosirci, cominciare ad osservare i nostri pensieri. Da dove nascono, che cosa contengono, che cosa vogliono dirci, ma usando quel distacco che dovremo aver imparato. L’ho già detto, ma è sempre utile ripeterlo. I pensieri ci saranno sempre, ma se li osserviamo senza emozionarci o lasciarci prendere da sentimenti, questi lentamente perderanno importanza. Continuando la nostra meditazione luminosa per ora imperniata sull’attenzione del respiro e sulla purificazione che l’aria esercita nel nostro corpo, dobbiamo pertanto solo stare attenti ai pensieri che fluiscono nella nostra mente senza lasciarci coinvolgere. 40 E per imparare questo, dovremo esercitarci per molto tempo, senza lasciarci prendere dallo sconforto e ne dall’impazienza. Ovviamente ci vuole tempo ma i risultati verranno, perché la meditazione luminosa è già in attività fin dal primo momento che ci siamo seduti ed abbiamo iniziato con serietà. Le difficoltà dell’incontro con i propri pensieri sono normali, ma se manteniamo fermo il ritmo della respirazione e quando inspiriamo immaginiamo di insufflare dell’aria luminosa dai poteri di purificazione, allora tutto diventerà più facile. La meditazione luminosa è semplice perché mira fin da subito al risultato che si vuole ottenere; fare del nostro corpo e della nostra mente un tempio luminoso dove la nostra anima possa ritrovare la sua sacralità. E così se continuiamo costantemente, iniziando con una frequenza di dieci minuti per due volte al giorno, per arrivare a stare in meditazione per venti minuti o mezzora per tre volte al giorno, ci avviciniamo sempre di più al momento in cui avverrà il contatto con la nostra anima, che ho già descritto. Meditare è purificare la nostra mente, affinché si liberi di tutti i pensieri, le preoccupazioni e le tensioni, svuotandola completamente dalla nostra attenzione. Mantenendo la nostra postura, circondandoci di candele ed incensi, manifesti od immagini sacri, facciamo di tutto perché si richiamino le entità luminose, le quali vengono attirate solo se avvertono una sincera devozione e spiritualità. Ecco perché la meditazione luminosa può farci accedere a piani superiori e mondi sottili. Ma è importante che avalliamo di alcuni aiuti che sono semplici ed alla portata di tutti. Lo scopo principale della meditazione luminosa è cercare di ridurre la nostra parte più oscura ed incrementare la nostra parte lucente, per quanto inizialmente possa essere limitata. 41 Nella parte che ho chiamato volutamente oscura, per essere più semplice, trovano posto tutti i nostri impulsi negativi, come la rabbia, l’invidia, la gelosia, l’aggressività e tutti gli altri, che appartengono più al regno animale che a quello umano. La parte oscura ci rende completamente egoisti e fa di tutto per allontanarci dall’altruismo e dall’amore. E’ una parte che possediamo tutti e solo il superamento di essa ci aiuta a superare il mondo materialista del vizio e del piacere. L’altra parte chiamiamola chiara, possiede invece tutte le qualità positive ed anche le virtù. E’ la parte che ci rende altruisti e che ci spinge a percorrere un cammino spirituale per alimentare la nostra anima ed il nostro spirito. Ovviamente la meditazione luminosa, ci aiuta a contattare la parte chiara, ma non possiamo dimenticare che la parte oscura è sempre presente e pronta a disturbarci nel nostro cammino. Ecco perché ho detto che dobbiamo cercare degli aiuti. Perché si possa fare in modo di diminuire fino ad azzerare la nostra parte oscura, incrementando quella che ci rende luminosi e pieni d’amore. Certo, è un percorso di miglioramento individuale, che può essere fatto, cambiando stile di vita, frequentando ambienti più consoni, amici più cordiali, dedicandosi ad attività di volontariato, imparando delle arti come la musica, la poesia, la pittura, seguendo pratiche religiose, insomma facendo di tutto per alimentare la propria anima. Ma vi accorgerete che non basta. La meditazione, come la preghiera, richiede uno spazio di intimità assoluta con se stessi, e quindi con il divino e non vi potete astenere. Anche perché come detto, apporta dei benefici pari a tutte le attività benefiche che fate, messe assieme. 42 Credetemi. Io desidero solo che siate pieni d’amore per voi stessi e per gli altri e per questo mi permetto di essere insistente. Quindi ora, vedremo quali possono essere gli aiuti che possiamo avere per riuscire a purificare la nostra mente dai brulichii dei nostri pensieri e il nostro cuore dal fomentare delle passioni, in modo di avvicinarci sempre di più alla parte più luminosa e sacra presente in noi. 43 La potenza di luce della preghiera ripetitiva. Il Mantra N on esiste tradizione religiosa che non preveda la recitazione di un mantra. Il mantra, o mantram, come viene a volte chiamato, è una breve e potente formula spirituale che, se ripetuta in continuazione, ha la capacità di poter modificare il nostro momentaneo stato di coscienza e renderlo sereno. Ovviamente non c’è nulla di magico, ma solo il fatto che la breve preghiera che pronunciamo racchiude il più grande potere che siamo in grado di concepire, che si chiami, “Dio”, “Realtà ultima”, o “Sé interiore”. Qualunque nome vogliamo dare all’Assoluto, recitando il mantra stiamo richiamando ciò che c’è di meglio e di più profondo in noi stessi e pertanto stiamo attingendo alla Luce divina. La meditazione luminosa, con la recitazione di un mantra, viene assolutamente rafforzata, perché le parole che pronunciamo incrementano di luce la nostra parte chiara, quella positiva. 44 I mantra, sono tutti ispirati a parole d’amore nei riguardi della divinità e la loro forza e potenza nasce proprio dai suoni che pronunciamo nel recitare le brevi formule spirituali. Questo, perché quasi tutte le religioni, considerano la parola, il suono sacro, dal quale poi è nato l’intero universo. “Al principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio.”recita il passaggio dal Vangelo di San Giovanni, quasi identico al Rig Veda, una delle più antiche Scritture indù, che parla della natura divina non manifesta, detta Brahman: “Al principio era Brahman, presso cui era la Parola, e la Parola era in verità il supremo Brahman”. Pertanto, come si vede, pronunciare una parola che ci ricordi la divinità, assume davvero un’importanza fondamentale per qualsiasi percorso spirituale ma soprattutto per quello che stiamo facendo con la meditazione luminosa. La particolarità del mantra, tra l’altro, è che questo può essere recitato, anche quando non stiamo meditando, ma magaristiamo facendo altre cose che non devono impegnare la mente. Infatti pronunciare la breve preghiera può servire anche in tutte quelle occasioni, nelle quali la nostra parte oscura sta per prendere o prende il sopravvento. Ad esempio se ci accorgiamo che stiamo per essere succubi della rabbia o dell’ira, pronunciando subito il mantra ripetutamente, questi avrà il potere di placare i nostri impeti e di riportare la nostra coscienza in uno stato più equilibrato. Lo stesso dobbiamo fare in tutte le occasioni, che sembrano causarci delle negatività o, peggio nelle quali siamo noi ad essere negativi. Per la recitazione dei mantra non esistono certo controindicazioni. Anzi. Possono essere pronunciati in qualsiasi occasione sia con la voce alta che sottovoce o addirittura mentalmente. Per la meditazione luminosa, personalmente consiglio la recitazione mentalmente, perché va molto più in profondità. 45 Ma ora, anche per avere una conoscenza più vasta del significato del mantra vediamo quali sono quelli più usati nelle varie religioni del mondo e come possiamo impiegarli ed utilizzarli per la nostra meditazione. Ovviamente ne elencherò solo alcuni e peraltro i più noti dato che sono davvero numerosissimi. Per la tradizione cristiana il nome stesso di Gesù è un mantra potente e i cattolici usano anche Maranatha, che in aramaico significa “Vieni Signore” e Ave Maria rivolto ovviamente alla Madre divina. Nella tradizione ortodossa orientale è stato praticato a lungo un mantra cristiano conosciuto come Preghiera di Gesù: Signore Gesù Cristo figlio di Dio, abbi pietà di noi. Questa frase è talvolta abbreviata in solo Signore Gesù Cristo. La Preghiera di Gesù è stata tramandata, da generazione in generazione dai santi uomini che vivevano nel deserto del Sinai durante il III e IV secolo, conosciuti appunto come i Padri del Deserto. La Preghiera di Gesù viene utilizzata anche nella tradizione greco-ortodossa. La forma completa di questa preghiera, usata dai monaci del monte Athos, è Kyrie-emon, Iesou-Chiste,YieTheou, eleison-ymas, che significa “Nostro Signore, Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di noi”. Peraltro questo mantra può essere abbreviato nella formula Kyrie-eleison che significa “Signore abbi pietà”. Nella tradizione islamica e specialmente nel sufismo, Allah e Allahu-akbar che significa “Dio è grande”, sono considerati mantra particolarmente potenti e spirituali. Sempre islamico è il bellissimo mantra Bismillah-ir-rahman-irrahim che significa ”Nel nome di Allah misericordioso e compassionevole”. Anche la tradizione ebraica ha i suoi mantra e tra questi i più usati e noti sono, Barukh-attah-Adonai “Benedetto sia tu, o Signore” e Ribono-shel-olam “Signore dell’universo. 46 Nel misticismo indiano troviamo un’infinità di mantra di tutte le tradizioni. Quello più ripetuto da Mohandas Karamchand Gandhi divenuto poi il famoso Mahatma Ghandi era Rama-Rama-Rama cioè la ripetizione del nome santo Rama che significa “Colui che ci colma di durevole gioia”. Un altro mantra molto amato in India e conosciuto in Occidente, utilizza tre bei Nomi del Signore: Hare-Rama-Hare-Rama Rama-Rama-Hare-Hare Hare-Krishna-Hare-Krishna Krishna-Krishna-Hare-Hare. Come si può notare quasi tutti i mantra contengono nella frase il Nome della Divinità, proprio perché nelle tradizioni religiose pronunciare un nome o un appellativo di Dio, permette di entrare in collegamento e sintonia proprio col Signore. Tra i mantra più conosciuti non si può certo dimenticare l’Om, o Aum, come viene talvolta pronunciata, la breve sillaba ritenuta sacra sia per la tradizione induista che per quella buddista. Per queste tradizioni l’Om rappresenta l’origine di tutto, il contatto dell’essere umano con l’essere divino, con l’universo assoluto. Può essere pronunciata da sola o accompagnata ad una breve frase come ad esempio Om mani padme hum come dicono i buddisti, che significa “Gioiello che è nel loto del cuore”. Questo ‘Gioiello’ è il perenne tesoro di gioia e sicurezza nascosto nel profondo di noi stessi in attesa di essere scoperto. questo mantra assume per tutto il popolo indiano una sacralità molto elevata, con il quale arricchiscono la loro preghiera e meditazione. L’elenco potrebbe andare avanti all’infinito, ma per la nostra meditazione luminosa è già sufficiente. 47 Allora adesso che abbiamo compreso che cosa è un mantra si tratta ora di individuare quello che ciascuno di voi riterrà più in sintonia con le proprie abitudini religiose o solo magari che sente più consono a se stesso. La scelta del mantra individuale Come abbiamo visto le principali tradizioni religiose hanno diversi mantra, ma vi posso assicurare che anche qualsiasi altro movimento spirituale, che non ho riportato, sicuramente possiede nella sua disciplina spirituale le proprie formule sacre. Chi vuole, perché non si accontenta di quelli elencati, può fare una ricerca personale. Cosa che però sconsiglio, e vi spiego perché. I mantra sopra elencati sono senza dubbio, quelli che sono stati più recitati nel mondo. Hanno una storia più che millenaria e si può immaginare quante persone li abbiano pronunciati. Non è una cosa insignificante, perché come ci insegnano i maestri spirituali, tutto possiede energia e certe preghiere, proprio perché recitate da secoli e secoli, possiedo una forza mistica miracolosa. Il Cielo conosce questi mantra e sa perché li recitiamo. Questo non significa che non possiamo sceglierne uno diverso o addirittura inventarcene come vogliamo. Per il concetto dell’Amore Universale che equivale a Libertà Universale ovviamente tutto è fattibile, solo che in questo caso gli antichissimi mantra posseggono una storia, una tradizione, un vissuto particolare che li rende più carichi di sentimento e di amore. 48 Insomma è come dire che sono vecchi strumenti, ma già accordati da tempo con l’armonia del Cielo. E credetemi non sono da sottovalutare queste considerazioni. Detto questo, poi è giusto che ognuno si regoli come crede. L’importante però è che si usino brevi parole e tutte ricche di significato sacro e rivolto al Signore. Però evitate di cadere nel personalismo o nell’esotico, perché il mantra deve anche rispondere alla vostra tradizione religiosa e soprattutto al vostro cuore. Inoltre, e questa è una cosa importantissima, una volta scelto il proprio mantra, questo non lo si dovrà più dimenticare ed abbandonare, né tanto meno sostituire. Individuato il mantra personale, sarà quello per tutta la vostra vita. Quindi sceglietelo con cura e attenzione. Pronunciatene le sillabe prima a voce alta, poi più lentamente fino a dirle solo nella vostra mente. Sentite se vi sembrano armoniose, se le avvertite come intimamente vostre. Ripetetele in modo da comprendere a fondo il significato di quello che state dicendo. Sentitevi servitori del Divino, ma nello stesso tempo sentitevi anche parte di Esso. Non siete “cosa” estranea all’Universo, ne siete parte inscindibile e non separabile e recitare il vostro mantra è come riaccendere il vostro trasmettitore, magari che avete spento da tempo, per rimettervi in contatto con la Voce del cosmo. Vi state di nuovo sintonizzando con la vostra Origine, con Colui che vi ha creato e continuando a pronunciare la vostra breve preghiera ripetutamente, prima o poi comprenderete chi siete veramente. Quindi ripetetelo mentre state nella vostra postura, che avete scelto come la più comoda e continuate a recitare il vostro 49 mantra, seguendo se potete, il ritmo del vostro respiro. Non è difficile. Facciamo un esempio. Supponiamo che abbiate scelto come vostro mantra Signore Gesù Cristo figlio di Dio, abbi pietà di noi ; allora proverete a pronunciarlo in questo modo mentalmente. Inspirate e mentre fate entrare l’aria nel vostro corpo, molto lentamente pronuncerete: Signore Gesù Cristo figlio di Dio, poi se riuscite trattenete per pochi secondi il respiro, benissimo altrimenti espirate pure subito. Ma mentre espellete l’aria, sempre lentamente pronuncerete la seconda parte del mantra e cioè: Abbi pietà di noi. Lo stesso farete se avete scelto un mantra molto corto come ad esempio la sillaba Om. In tale caso poiché la pronuncia della O è una specie di AU, allora mentre farete l’inspirazione pronuncerete mentalmente AUM, allungando nel suono tutte le lettere ed in particolare la M e lo stesso farete nell’espirazione, cercando di fare uscire più aria possibile, ma senza sforzarvi. Se è vero che stiamo, tra l’altro, imparando a respirare correttamente ricordatevi dei vostri limiti fisici e soprattutto che non stiamo certo facendo un corso d’apnea. La nostra, non dimenticatelo mai, è una pratica spirituale. Ritornando al mantra, ribadisco l’importanza di pronunciare la breve preghiera in sintonia con il vostro modo di respirare. Ma prima di prendere il ritmo giusto, sappiate che dovrete provare per diverso tempo, quindi non scoraggiatevi, se le prime volte mantra e respiro non saranno in armonia. Perché in ogni caso se anche non doveste raggiungere il ritmo perfetto, l’importante è che il mantra venga sempre recitato per intero perché faccia il suo effetto. Per fare un esempio potremo definire il mantra come lo strumento più idoneo per allontanare tutti i pensieri e le preoc- 50 cupazioni, che è poi lo scopo per poter fare una proficua meditazione luminosa. E come avrete notato, per adesso non ci siamo messi ancora in silenzio a meditare, ma stiamo facendo tutti i preparativi e preliminari necessari. Infatti, per la mia esperienza, so benissimo che tutte le volte che viene proposta la pratica della meditazione alle persone che non hanno mai praticato tale disciplina spirituale, i risultati sono sempre estremamente negativi. Questo perché le persone non vengono prima avvisate delle varie difficoltà assolutamente normali che incontreranno. Tutti vengono assaliti da un senso di incapacità, perché si accorgono che la loro mente è non solo satura di pensieri, ma che questi vanno da tutte le parti, impedendo loro di star serenamente seduti in silenzio. Ecco perché stiamo cercando gli “aiuti” necessari per affrontare la mente con più forze, altrimenti questa avrebbe sempre il sopravvento. Pensate un po’ a quanti anni avete. Dove credete che siano tutte le sensazioni, emozioni, preoccupazioni, impulsi ed altro che avrete provato in tutto questo tempo? Nella vostra mente! E pensate che svuotarla sia così facile? No faremmo un grosso errore. Ma questo ve l’ho detto fin dall’inizio, con tutta sincerità. Certo, affermando ciò si può indurre le persone a mollare fin da subito, ma non importa, perché per nessun motivo si devono raccontare menzogne, soprattutto quando si parla di spiritualità. Ci sono cose facili ed altre meno, e si deve aver il coraggio di dire le cose come stanno, dato che chi ci racconta le secolari esperienze in materia, sono stati i grandi saggi, le grandi animi, i veri maestri spirituali. 51 Avendo appreso da loro, non posso non raccontare la mia esperienza. Ma questo non è un invito a lasciar perdere, tuttaltro. E’ invece una raccomandazione a non abbattersi se le prime volte tutto apparirà molto difficile, perché col tempo tutto diverrà più semplice. Quindi bisogna sempre perseverare e mai dichiararsi incapaci. Potrebbe essere una trappola della vostra mente e del vostro ego. Non cascateci ed andate avanti. E per quanto vi possa annoiare, ve lo ripeterò spesso, proprio come proficuamente fu detto a me. E torniamo alla potenza e al beneficio del mantra. Indubbiamente, e ve ne accorgerete abbastanza in fretta, la ripetizione della preghiera breve, può apportare ulteriori benefici se, oltre ad immaginare e visualizzare le parole che pronunciamo, mentalmente le rendiamo luminose, cioè piene di lampi, di luci, di colori. Mi spiegherò meglio. Le sillabe del mantra sono quasi sempre rivolte alla divinità e quindi hanno un contenuto sacro, spirituale e a volte trascendentale perché si collegano all’invisibile. E’ pertanto alquanto difficile tentare di “visualizzare” il significato delle parole che pronunciamo, in quanto la nostra mente non riesce ad associare delle immagini “adatte” alle sillabe sacre. Allora, considerando questo, diventa molto più facile, visualizzare nella mente tutta l’intera frase del mantra e attivare l’immaginazione per far si che le lettere diventino luminose, proprio come se fossero infuocate o illuminate dal sole. In pratica, tutto quello che riusciamo ad imprimere nella nostra coscienza, deve avere un contenuto di luce. Ma non è facile. La mente ci distrarrà sempre con i soliti pensieri e le immagini delle lettere del mantra luminose ci appariranno non nitide o addirittura non riusciremo a visualizzarle. 52 Anche in questo caso non arrendetevi, ma continuate con costanza. Dovete pensare che la nostra mente è più abituata alle cose scure, al buio, al nero e fa fatica a rendere la propria proiezione piena di luce. E poi certe immagini, se non facciamo esercizio, non rimangono a lungo visualizzate nella mente, ma tendono a deformarsi e a dileguarsi; come nel caso dei volti umani. Infatti se provate a visualizzare un volto di una persona a voi molto nota, constaterete come sia difficile immaginarla completamente nitida. Lo stesso vale se cercate di immaginare il vostro stesso viso. Questo dimostra la fluidità della mente e la difficoltà che abbiamo ad “imprimere” volontariamente una immagine. Pertanto cercando con tenacia e sempre con pazienza di “imporre” le nostre immagini delle parole luminose, compiamo un piccolo sforzo, affinché la mente cominci a comprendere di non essere sempre lei la padrona. Contemporaneamente, visualizzando la luce, i raggi luminosi ed altre immagini similari, facciamo arretrare di intensità la nostra parte oscura, aumentando contemporaneamente quella chiara e positiva. Il processo è semplice. E’ l’applicazione che deve essere costante, perché la mente è come un cavallo selvaggio e non si lascia addomesticare tanto facilmente. Stiamo in pratica cercando di svuotare di negatività la nostra mente, introducendo contemporaneamente con il mantra luminoso, qualcosa che ci migliora e che ci fa diventare più sereni. Ovviamente certi pensieri sono duri da cancellare e ritorneranno alla carica, ma a quel punto la recitazione del mantra luminoso, ergerà come una barriera infuocata che sarà molto difficile per i pensieri da oltrepassare. 53 Ed ogni volta che torneranno, avranno sempre meno forza, perché sanno che incontreranno qualcosa di luminoso e quindi di puro ad aspettarli. Tutto questo vi sembrerà incredibile, ma vi basterà sperimentarlo per constatarne la veridicità. I maestri spirituali non hanno mai insegnato cose complicate, perché il contatto col divino deve essere accessibile a chiunque. Pertanto guardatevi da chi vi propone, rituali strani, complicati e soprattutto…costosi. Nei libri sacri di tutte le tradizioni religiose si legge che Dio Lo si incontra dentro noi stessi nella nostra anima, facendo una vita moralmente corretta e praticando la preghiera e la meditazione e non certo percorrendo le strade dell’egoismo. Pertanto non demoralizzatevi mai, se ancora non vi riescono queste cose che vi ho appena illustrato. Vedrete che presto sarete voi ad insegnarle a chi ve le chiederà, perché vi sentirete talmente sereni che non riuscirete a farne a meno. Ma diamo tempo al tempo. 54 I colori dell’arcobaleno. La Luce D opo il mantra, che rappresenta senza dubbio l’aiuto più potente per la meditazione luminosa, possiamo utilizzare l’immaginazione forzata per visualizzare particolari immagini che hanno sempre lo scopo di “pulire” un po’ della nostra parte oscura. Abbiamo visto come sia difficile visualizzare, per adesso, immagini dai contorni ben delineati, pertanto è opportuno per il momento, concentrarci su figure più astratte, ma che abbiano sempre il potere di aiutarci a lasciar scorrere i pensieri e le preoccupazioni. Nei capitoli precedenti ho spiegato come la luce sia sinonimo della divinità e di come tutto quanto sia lucente, brillante, rappresenti sia la sacralità che la purezza. Ho detto inoltre che la miglior raffigurazione del Creatore per la nostra mente, che necessita di immagini riscontrabili nella realtà, sia proprio il sole. In effetti non c’è nulla, a noi noto, di più potente, grandioso, lucente ed irraggiungibile del meraviglioso astro. 55 Sappiamo che il sole era da molte antiche civiltà, considerato proprio come una divinità e per questo sarà per noi un modello importante come rappresentazione mentale dell’Assoluto. Ovviamente, sia ben chiaro il sole non è Dio, ma solo un ipotetica Sua rappresentazione che meglio descrive le Sue qualità. Pensare al sole, quindi, per la nostra mente, sarà come pensare a Dio e questo ci aiuterà moltissimo nella nostra meditazione come vedremo nell’esercizio seguente. Esercizio di immaginazione del sole Seduti nel nostro angolo di meditazione, ed assunta la corretta postura, ci predisponiamo con la mente a fare il seguente esercizio. Respireremo per qualche minuto, osservando il nostro respiro, in modo da renderlo fluido e continuo, ma senza sforzarci. Lasciamo, se possibile, scorrere via pensieri e preoccupazioni e poi, appena ci sentiremo pronti, cercheremo di immaginare il sole, quando è alto nel cielo e pieno di luce e di calore. Per aiutarci, potremo guardare per qualche attimo la fiamma di una candela che avremo acceso per la meditazione. Questo ci servirà moltissimo, perché la candela, oltre ad essere un segno di devozione per le entità celesti, ci offre la possibilità di osservare il brillare della sua luce che in qualche modo ci rimanda al sole. L’immagine dovrà essere portata proprio alla fronte in mezzo agli occhi (quello che per i buddisti ed induisti rappresenta il centro del terzo occhio), che dovranno stare chiusi, cercando di 56 mantenere l’immagine in quel punto il più possibile ferma senza oscillazioni. Poi, mentre il respiro sarà assolutamente naturale e non forzato, immagineremo di inspirare i raggi del sole che assieme all’aria entreranno nelle nostre narici. Faremo percorrere all’aria ed ai raggi tutto l’interno del nostro corpo, cercando di visualizzare la luce mentre purifica tutti i nostri organi e le nostre cellule, dalla testa fino ai piedi. Dobbiamo sentirci invasi da un leggero calore benefico, che riscalderà tutta la nostra pelle. Inspirata tutta l’aria luminosa, sempre mantenendo ferma al centro della fronte l’immagine del sole, tratterremmo il fiato per alcuni secondi (senza esagerare), pensando ai raggi benefici che stanno purificando tutto il nostro organismo. Successivamente espelleremo l’aria pensando che questa esca portandosi via tutte le nostre impurità. Lentamente, ma sempre in modo naturale, svuoteremo i polmoni, avendo cura di comprimere l’addome, come abbiamo ormai imparato. La luce che uscirà assieme all’aria sarà meno brillante dato che contiene alcune negatività delle quali ci siamo liberati. Ripeteremo più volte quanto descritto, fino a quando tutto non avverrà in modo spontaneo. Rammento che questo esercizio è molto efficace e potente, sempre se eseguito con convinzione e devozione. Ogni volta che ci risulterà difficile immaginare la luce del sole, potremo aprire gli occhi e guardare la fiamma della candela, per poi ritornare nella nostra meditazione. Si può iniziare per cinque minuti, fino a portare il tempo dell’esecuzione a venti, venticinque minuti. L’importante è procedere gradualmente, senza esagerare, perché altrimenti vengono vanificati tutti i nostri buoni propositi. 57 Esercizio di immaginazione dei colori dell’arcobaleno La luce solare, come noto, è formata da diversi colori. Quelli visibili all’occhio umano però sono solo sette e il fenomeno naturale che ci dimostra e conferma questa affermazione è l’arcobaleno, il bellissimo semicerchio che a volte si forma dopo un temporale. Si può notare la scissione della luce nei sette colori, anche quando questa attraversa un prisma, una superficie vetrata o semi trasparente. E per questo bellissimo fenomeno non possiamo far altro che stupirci e meravigliarci. Dal punto di vista fisico i sette colori, rosso arancione, giallo, verde, azzurro-blu, indaco e violetto, si propagano come onde elettromagnetiche la cui lunghezza è variabile. E’ proprio per questa caratteristica che alcuni fasci colorati riescono ad attraversare più facilmente la densa atmosfera rispetto ad altri colori. La fisica ha inoltre appurato che dal rosso al violetto si ha una lunghezza d’onda decrescente. Infatti la colorazione rossa avendo la lunghezza d’onda maggiore rispetto a quella delle altre colorazioni, è quella che all’ora del tramonto riesce a superare la barriera del pulviscolo atmosferico consentendo al cielo di colorarsi di rosso, regalandoci quel bellissimo quadro che tutti conosciamo quando il sole diventa infuocato. A parte, però, le considerazioni di carattere fisico, i colori dell’arcobaleno sono stati considerati da tutte le tradizioni religiose, come elementi fondamentali per la spiritualità. Se al sole veniva attribuita l’immagine di Dio, per la cabala ebraica e per molte altre tradizioni spirituali, ai sette colori dell’arcobaleno venivano e vengono associati i sette spiriti che 58 si trovano sotto il trono Divino e che rappresentano le sette sacre virtù che sono: Rosso – spirito dell’Amore della vita. Arancione – spirito della Santità. Giallo – spirito della Saggezza. Verde – spirito dell’Eternità. Azzurro-Blu – spirito della Verità Indaco – spirito della Forza. Violetto – spirito dell’Amore Divino del Sacrificio. Questo ci fa comprendere l’importanza dei colori nelle tradizioni religiose, dai paramenti dei monaci a quelli degli ambienti dedicati al culto, tutto possiede un particolare simbolismo che rimanda sempre a qualcosa di sacro. Anche per le tradizioni orientali i colori assumono notevole importanza. Basti pensare che per l’induismo e per il buddismo, ai sette punti energetici chiamati chakra che si trovano nell’essere umano, oltre al nome particolare che rivela la caratteristica energetica viene associato un colore. E guarda caso sono ancora i sette colori dell’arcobaleno. I chakra, che in sanscrito significa “ruota”, vengono così collocati nel corpo umano: Il rosso primo chakra è situato presso il coccige o osso sacro L’arancione secondo chakra è ubicato sotto l’obelico. Il giallo terzo chakra è collocato sotto lo sterno. Il verde quarto chakra sullo sterno dove c’è il cuore. L’azzurro-blu quinto chakra è ubicato dove c’è la gola. L’indaco sesto chakra si trova in mezzo agli occhi. Il violetto settimo chakra appena sopra la testa. Per i nostri fini non ci occuperemo in dettaglio delle tematiche energetiche dei chakra, anche perché non è argomento di questo libro, però è interessante osservare che la colorazione abbinata ad un punto di energia importante e vitale parte dal 59 rosso che è collocato più in basso e arriva fino al violetto in una scala ascendente. Proprio come le rispettive dimensioni della lunghezza d’onda, che partendo da quelle maggiori fino alle più piccole, si inizia dal rosso e si arriva al violetto nello proprio nello stesso ordine ascendente dei chakra. Questo a dimostrazione che alcune regole che valgono per la scienza, sono altrettanto significative per la simbologia spirituale e noi cercheremo di utilizzare le qualità positive e benefiche dei colori per continuare nel nostro percorso di meditazione con le immagini ai fini di ripulire la nostra mente dalle negatività e cercare di apportare energie positive. Potremo iniziare proprio dal rosso per giungere fino al colore violetto. Ma vediamo come dobbiamo fare. Innanzitutto, sarebbe opportuno procurarsi dei cartoncini colorati, che possiamo trovare in negozi specializzati, in modo che rappresentino i sette colori nella maniera più reale possibile. Questo perché soprattutto i colori fondamentali hanno una rappresentazione ben precisa e non dobbiamo avere colorazioni sbiadite o troppo marcate e cupe. Il colore deve essere correttamente rappresentato. Successivamente, si ritaglierà il cartoncino o il foglio colorato in modo da ottenere un cerchio, che avremo tracciato con un compasso, di almeno 15 cm di diametro. Ovviamente se non si ha il compasso è sufficiente prendere un piattino, capovolgerlo sul foglio o cartoncino e tracciare il contorno. La forma geometrica così ottenuta, possiede una valenza simbolica molto importante, ma di questo se ne parlerà nel prossimo capitolo, e pertanto dobbiamo tenere nella giusta considerazione i nostri sette dischi colorati che saranno i nostri oggetti sacri di meditazione. 60 Inizieremo col rosso, appoggiando il relativo cerchio di fronte a noi, in modo che sia chiaramente visibile. Poi, appena siamo pronti nella nostra consueta postura per meditare, cominceremo. Dobbiamo sapere come è stata elencato prima, che a ciascun colore corrisponde una qualità sacra che cercheremo di utilizzare per i nostri fini purificativi. Il rosso, poiché rappresenta lo spirito dell’Amore della Vita, ovviamente possiederà le qualità annesse proprio alla vitalità, all’entusiasmo, alla voglia di vivere, alla voglia di amare e queste sono quelle che noi dobbiamo inspirare assieme all’aria e fare in modo che penetrino in tutto il nostro corpo. Come al solito ci fermeremo qualche istante e poi espireremo eliminando le negatività, che in questo caso saranno la pigrizia, la tristezza e l’apatia. Continueremo questo esercizio per dieci quindici minuti. Ovviamente utilizzando gli altri dischi colorati, faremo le stesse operazioni cambiando le qualità e quindi le negatività di volta in volta a secondo del colore oggetto della nostra meditazione. Utilizzeremo l’arancione quando vogliamo cercare qualcosa di molto elevato che ci riporta alla santità, quindi alla bontà e all’altruismo, eliminando tutto ciò che appartiene al materiale e all’egoismo. Con il giallo mediteremo sulla saggezza, sull’equilibrio, sulla capacità di rimanere centrati, eliminando gli impulsi, la troppa spontaneità e lo squilibrio. Il verde, invece, rappresentando l’eternità, ci invita a meditare su ciò che è eterno, compreso la nostra anima e quindi a non avere paura della vecchiaia e della morte, paure queste che cercheremo di eliminare. 61 L’azzurro-blu è un colore particolarmente importante per i nostri esercizi. Rappresenta la verità e quindi la meditazione sarà molto profonda dato il tema. La verità invita all’onestà, alla sincerità, all’ammissione delle proprie responsabilità e dei propri limiti. Invita alla riflessione sul nostro comportamento nei confronti degli altri e a prendere le giuste decisioni. Cercheremo di apportare al nostro essere le straordinarie qualità che appartengono a colui che è sempre nella verità e allontaneremo tutte le parti ostili a questo modo di essere. Con l’indaco mediteremo sulla forza, che non è solo quella fisica ma soprattutto quella interiore. La forza di volere essere se stesso e percorrere il cammino verso la divinità senza avere paura di nulla. La forza del coraggio di chi sa di essere protetto. Ovviamente con questo colore bisogna espellere la paura in tutte le sue forme. Poi c’è il violetto. Questo è il colore dell’Amore Divino del Sacrificio che apporta la qualità suprema di colui che è illuminato. Meditare su questo colore permette di assorbire l’amore totale verso il prossimo, senza limiti. Per questo che dovremo allontanare le impurità dovute all’attaccamento, alla voglia di possesso, agli impulsi di discriminazione, alle pulsioni di avversità nei confronti dei diversi ed alla nostra abituale intolleranza verso coloro che la pensano in modo differente da noi. Come si noterà sono tutte possibilità che abbiamo di migliorare la nostra coscienza, il nostro essere. E con i colori e le loro qualità intrinseche, riusciamo a far visualizzare la mente su qualche cosa di concreto (la colorazione) che comunque è associato a qualcosa di invisibile (le virtù e qualità). Raccomando solo di meditare su di un colore per volta, in modo da consentire alla mente di lavorare in profondità con efficacia. 62 L’importanza delle immagini e geometrie sacre O ltre alla luce e ad i colori dell’arcobaleno, abbiamo la possibilità di aiutare la nostra coscienza, visualizzando immagini e geometrie sacre, che da sempre nelle varie tradizioni religiose, sono state oggetto di culto e devozione. Anche in questo caso, dobbiamo sapere che le varie raffigurazioni tramandate da generazione in generazione e venerate dai devoti, altro non sono che immagini che in qualche modo associano la figura o la rappresentazione al concetto di Dio. Essendo l’Assoluto, ovviamente difficile da rappresentare (ricordo che per alcune religioni, come l’islamismo, non è neanche consentito), tutte le spiritualità hanno cercato in qualche modo di simboleggiare la Divinità, raffigurando Santi, scene di vita di grandi anime, figure geometriche particolari, mandala ed altro. Anche se in qualche caso, come nella religione cristiana, Dio è stato simboleggiato in alcuni affreschi come un vecchio saggio con la barba bianca, in genere il Creatore di tutto l’universo, 63 proprio perché ineffabile, difficilmente trova riscontro in qualche rappresentazione grafica o murale. Però in ogni caso tutte le rappresentazioni sacre in un modo o nell’altro riportano a Lui ed alle Sue qualità. Per questo motivo osservando tali raffigurazioni, la nostra mente si sente “trasportare” in un mondo diverso, o meglio, in uno stato di coscienza più elevato. La spiritualità d’altronde fa questo effetto, perché ci porta in un piano più sottile dove le emozioni e sensazioni diventano più morbide o addirittura si trasformano. Se tutto quanto ci circonda ci rimanda al sacro, ovviamente la nostra meditazione e la nostra anima se ne avvantaggiano. Ma non sempre possiamo frequentare per molto tempo chiese o altri luoghi sacri e pertanto è sufficiente che la nostra mente sappia creare le immagini più appropriate per poterle poi portare alla coscienza e beneficiare della energia positiva che queste emanano. Lo stesso come abbiamo fatto per la luce e per i sette colori dell’arcobaleno. Ovviamente le immagini raffiguranti persone sono più difficili da visualizzare perché sono piene di contorni e di sfumature. Però possiamo provarci iniziando da qualche cosa di più semplice, come il volto di un grande Maestro o di un Santo, al quale siamo molto legati e del quale abbiamo la possibilità di avere un disegno, una pittura, un quadro o addirittura una fotografia. Insomma dobbiamo cercare una o più immagini sacre che ci diano forza, speranza, gioia ed alle quali siamo davvero devoti. E faremo lo stesso esercizio che ormai abbiamo imparato. Cambia solo la raffigurazione. 64 Esercizio di immaginazione di figure mistiche L’immagine sacra che rappresenta un personaggio spirituale deve essere visualizzata sempre al centro della fronte. Mentre inspireremo l’aria, però, dobbiamo immaginare che colui o colei che abbiamo scelto, ci sorrida e ci benedica. Questo perché l’atto di inspirazione lo dobbiamo sempre associare ad un atto di purificazione e a seconda dell’oggetto visualizzato, faremo fare a questi, la funzione che benevolmente può compiere. I raggi del sole ed i colori dell’arcobaleno, difatti ci illuminavano, pertanto i grandi personaggi spirituali ci benediranno. E questo può accadere se lo decidiamo davvero. In tal caso la potenza dell’immaginazione è infinita e la nostra mente se ben governata ci ubbidirà senza fiatare. Nell’immaginare la benedizione dei nostri Santi o Maestri ci potremo sentire un po’ indegni o non meritevoli. E’ il senso di colpa che inevitabilmente comincia ad affiorare, proprio perché stiamo facendo questo percorso spirituale. E’ legato all’ego ed è del tutto normale. Tranquillizzatevi e ripetetevi che Dio vi ama così come siete, proprio come un figlio e che vi accetta con amore infinito, assieme ai vostri errori che sono tali solo per voi. Le vostre colpe scompaiono nel momento in cui inspirando l’aria e prendendo nel vostro corpo la benedizione della vostra raffigurazione sacra, vi lasciate purificare e trasformare. Perché quello che voi immaginate che accada, accade realmente nella vostra mente, che di conseguenza attiverà la sensazione annessa di benessere e beatitudine. 65 Dopo aver inspirato gonfiando l’addome, trattenete l’aria per qualche attimo ed immaginate anche l’odore di incenso (meglio se ne state davvero bruciando un po’) che accompagna l’acqua santa benedetta che avrete visualizzato. In quel momento le figure mistiche che avete voluto visualizzare vi sorrideranno serenamente. Se questo però le prime volte non succede, non dovete drammatizzare, perché col tempo sarete voi inconsciamente a far agire i personaggi sacri in modo che vi diano energie benefiche. Poi, una volta trattenuta l’aria per qualche secondo, espirate lentamente (non ripeterò più come deve essere il movimento dell’addome perché lo considero ormai come acquisito) ed immaginate la figura mistica da voi visualizzata che vi aiuta a far uscire dal vostro corpo tutte le energie negative, disperdendole nel nulla. Così facendo, nella prima fase, cioè durante la inspirazione, ricevete benedizioni che vi apporteranno energie di tonicità e nella seconda fase, cioè nell’espirazione, verranno neutralizzati tutti gli elementi che vi disturbano, come gli impulsi, i rancori, le rabbie ed altro, in modo che avvertirete le energie che apportano rilassamento psichico. All’inizio questo esercizio appare un po’ complicato, perché dobbiamo stare molto concentrati sia col corpo che con la mente, ma poi, con la pratica, diventerà semplice e ne noterete tutti i vantaggi. Alcune varianti personali possono essere apportate alle figure mistiche, facendo fare loro, con l’immaginazione, delle azioni che vi tranquillizzino e vi facciano sentire protetti, come un abbraccio, prendervi per mano o camminare assieme, senza che questo faccia perdere l’efficacia. Però non complicate troppo l’esercizio, altrimenti vi demoralizzerete e tralascerete la meditazione. 66 Meglio seguire le indicazioni base. Esercizio di immaginazione di geometrie sacre Ogni essere sulla terra, ma direi nell’universo, sia questo appartenente al regno animale che a quello vegetale e minerale, possiede una particolare energia che emana verso l’esterno. Si tratta di una particolare vibrazione, che rende tutti gli individui, animali, piante e cose, unici ed irripetibili. Questa affermazione, confermata dalla fisica quantistica e quindi ritenuta vera per la scienza ufficiale, era già nota agli antichi maestri e saggi anche se l’energia in questione, veniva allora considerata come luce spirituale. Concettualmente si può dire che in questo caso, anche se per aspetti diversi, scienza e spiritualità si trovano concordi. Detto questo, che possiamo considerarlo come un assioma appurato a tutti gli effetti, si comprenderà perché nelle tradizioni religiose, tutto quanto che in qualche modo, ci rimanda al mondo divino, assume un’importanza notevole. Sia questo un oggetto sacro, una raffigurazione come abbiamo già visto, sia una preghiera o il mondo stessa della natura. Tutto quanto ci riporti col pensiero e con l’anima alla purezza, alla serenità, alla bellezza, alla poesia, all’arte, alla musica, insomma a tutto ciò che appartiene ai piani sottili luminosi ed armoniosi dello spirito, ci porta inevitabilmente ad incontrare le entità di luce e di amore; in una parola: ci permette di metterci in sintonia ed in contatto col Divino. Anche se questo concetto in qualche altro modo era stato illustrato è sempre molto importante ribadirlo, perché è solo a- 67 vendo ben compreso come può notevolmente influire il mondo esterno sulla nostra coscienza, che possiamo regolare e migliorare la nostra parte interiore. Abbiamo già visto negli esercizi precedenti, la positiva influenza della luce e delle rappresentazioni mistiche, ora vedremo come possono esserci di molto aiuto le raffigurazioni delle geometrie così dette sacre. Dalle antiche tradizioni religiose scopriamo che molti segni e disegni, altro non sono che la rappresentazione di un simbolismo che vuol comunicare ed esprimere qualcosa di più complesso ed importante. Dal cerchio che rappresenta il tutto o l’universo o il divino, al triangolo, simbolo della trinità, esistono moltissimi disegni che rimandano ad un profondo significato spirituale. Basti pensare alla croce, alla stella a cinque punte, alla stella a sei punti, all’ottagono e così via, per comprendere quanti siano i simboli utilizzati dalle civiltà religiose. Non solo, ma pensando anche alla cabala ebraica, possiamo annoverare, oltre ad una miriade di immagini geometriche, anche i moltissimi numeri che hanno per la trazione giudaica e non solo, una estrema importanza per il loro contenuto intrinseco sacro. I numeri appartengono al mondo dei principi, ed è scendendo nel piano fisico che diventano poi figure geometriche. Per esempio il 4 è il quadrato, 5 il pentagono, 3 il triangolo, 2 l’angolo, 1 il punto o la linea, ecc. Ovviamente ai fini della meditazione luminosa, prenderemo in considerazione solo i simboli più noti ed utilizzati dalle tradizioni religiose, sempre per lo stesso motivo per il quale abbiamo considerato solo i mantra più antichi ed usati. Chi fosse però interessato ad approfondire l’argomento sulle figure e geometrie sacre, può consultare dei testi più specifici in materia. 68 A questo punto possiamo iniziare la nostra meditazione su di una figura geometrica o su di un numero, che avremo scelto e disegnato su un foglio, tenendo sempre conto che la fase di inspirazione è quella di purificazione e che quella di espirazione, invece, rappresenta la trasformazione o l’allontanamento di tutte le nostre impurità. Il principio è sempre lo stesso, qualunque sia la figura che vogliamo visualizzare, perché durante l’inspirazione facciamo entrare dentro di noi, oltre all’aria, le qualità intrinseche della figura rappresentata, che apportano benessere e luminosità, mentre durante l’espirazione, movimento che fa uscire l’aria, espelleremo sempre col pensiero le negatività opposte alle qualità delle quali ci siamo inondati. Il procedimento, proprio perché semplice possiede una grande efficacia. L’importante è eseguirlo, sempre nel nostro ambiente riservato a tale scopo, seduti con la giusta postura, indossando la nostra comoda tuta e avendo acceso una candela e dell’incenso. In silenzio, con gli occhi chiusi, ripeteremo varie volte tale esercizio, fino a quando avremo preso la giusta padronanza. Senza andare a cercare figure molto complesse, che si possono raffigurare solo dopo molto tempo che si pratica la meditazione, vi consiglierei invece di disegnare o rappresentare su un foglio le figure geometriche ed i numeri che vi elenco, dato che oltre ad essere i più rappresentati e noti, risultano anche i più semplici e facili ad essere immaginati dalla nostra mente. Il cerchio con un punto in mezzo. Rappresenta Dio e l’universo. Il punto dal quale ha avuto origine tutta la creazione. Le qualità da attingere solo la creatività, la bontà e l’energia vitale. Da eliminare quelle opposte, come la pigrizia, l’accidia e la cattiveria. 69 Il triangolo equilatero. Simbolicamente raffigura la trinità, ovvero l’insieme delle potenze divine, il tutto. E’ il simbolo che rappresenta la sacralità per eccellenza. Pertanto si devono attingere le qualità superiori, quelle spirituali che portano ad essere come la divinità, appunto. Dalla perfezione, all’amore assoluto. Si dovranno eliminare le sensazioni di limitatezza, di inutilità e di incapacità. La stella a cinque punte. Nato come un simbolo spirituale e sacro è stato usato anche da movimenti di natura rivoluzionaria. Rappresenta le cinque virtù dell’uomo-Dio Gesù e quindi vuol simboleggiare anche l’uomo perfetto. Nella stella a cinque punte si può inscrivere un uomo con la braccia aperte e le gambe divaricate a dimostrazione che egli è un pentagramma vivente. Ciò è vero nel piano fisico, ma è vero anche nel piano spirituale dato che egli possiede e manifesta le cinque virtù: amore, saggezza, verità, giustizia e bontà. Quindi quando immagineremo questo simbolo, dobbiamo imprimere le qualità elencate dentro di noi attraverso l’aria che inspiriamo ed espellere ovviamente quelle opposte, durante la fase di espirazione. La stella a sei punte. Rappresenta l’equilibrio universale. Infatti è l’intersezione di due triangoli che a sua volta rappresentano il principio maschile (il triangolo con la punta verso il basso) ed il principio femminile (triangolo con la punta verso l’alto). Poiché dalla spiritualità esoterica sappiamo che il principio maschile corrisponde allo spirito e che quello femminile corrisponde alla materia, il simbolo rappresenta il desiderio e l’auspicio che la materia venga spiritualizzata, ovvero si possa fare il Regno di Dio sulla 70 terra. E’ un simbolo antichissimo che da sempre ha identificato la religione ebraica. Poiché le qualità intrinseche sono quelle di elevarsi verso la spiritualità, ovviamente il lavoro sulle negatività sarà quello di cercare di eliminare il nostro attaccamento alle cose materiali. 71 L’aiuto potente del mondo della natura A questo punto del nostro percorso dovremmo essere pronti per usufruire delle meraviglie del mondo della natura, per continuare la nostra operazione di purificazione interiore. Dopo un po’ di tempo, trascorso applicandoci alla recitazione del mantra personale, all’immaginazione attiva sulla luce e sui colori dell’arcobaleno e visualizzando figure e geometrie sacre, la nostra mente è pronta ora per affrontare un mondo più reale. Questo mondo è fatto delle cose più semplici e quindi più stupefacenti che la natura ci regala. E’ noto a tutti come la classica passeggiata sia portatrice di benessere. Sia questa in campagna, al mare, in montagna, al lago o comunque in qualche altro posto, la passeggiata ci permette di stare vicino alla natura e questa incredibilmente ci ripaga col farci sentire bene. E non è solo perché ci stiamo svagando e distraendo, che comunque questo di sicuro apporta rilassamento, ma è dovuto principalmente al fatto che il mondo naturale emette un’energia 72 (ne abbiamo già parlato) assolutamente forte, potente e benefica. Se stiamo vicino ad un ruscello, ad una cascata d’acqua, ad un lago, o in riva al mare, sentiamo proprio il nostro corpo invaso da onde elettromagnetiche apportatrici di salute sia per il fisico, che per la mente e soprattutto per l’anima. Lo stesso accade se siamo in un bosco, o sulla neve, o mentre osserviamo un bel prato fiorito. Insomma immersi nel mondo naturale, il contatto col divino diventa più facile. E questo ci rimanda a tutte le cose semplici. Perché quando siamo nella semplicità siamo con gli esseri di luce. E se stiamo facendo una passeggiata nella natura, inevitabilmente cerchiamo la semplicità, la purezza. Ci sentiamo meglio, respiriamo meglio e tutto il nostro essere diventa parte della natura stessa. Se ci pensiamo bene questo è davvero un miracolo sorprendente. Ma proprio perché siamo consapevoli di questo che dobbiamo utilizzare gli elementi più efficaci del mondo naturale per la nostra meditazione luminosa. E lo possiamo fare in modo molto semplice, cercando di applicare il principio valido per tutta le meditazione. Esercizio di immaginazione di una fonte d’acqua Prendiamo come riferimento una sorgente di acqua, che può essere una fonte, un ruscello od una cascata di montagna, che conosciamo molto bene perché l’abbiamo visitata spesso, e co- 73 me al solito, poniamo la sua visione in mezzo alla nostra fronte, sul terzo occhio, mentre come sempre, saremo seduti nella nostra solita postura, nel posto riservatoci per la meditazione. Avendo bene in mente l’immagine che avremo scelto ci concentriamo ora sul nostro respiro. Nella fase d’inspirazione, mentre sentiamo entrare l’aria da entrambi le narici, cercheremo di assorbire contemporaneamente tutte le qualità dell’acqua introducendole nel nostro organismo e cercando di farle rimanere il più a lungo possibile dentro di noi. Eseguiremo questo movimento lentamente, con dolcezza e pazienza, perché stiamo “prelevando” dal liquido trasparente, le sue virtù più rilevanti. La leggerezza, la trasparenza, la freschezza, la capacità di adattamento, la piacevolezza ed altre ancora, saranno le qualità che dall’acqua faremo transitare nel nostro fisico. Poi, mentre tratteniamo per qualche secondo il respiro, immagineremo l’acqua che, una volta penetrata dappertutto, pulisce tutti i nostri organi, portandosi via tutte le impurità. Durante la fase di espirazione le negatività che abbiamo immaginato asportate dall’acqua le faremo confluire in una massa del liquido molto più grande, come un fiume, un lago o addirittura il mare (dipende dalla sorgente che abbiamo scelto) e lì verranno lavate, trattate e trasformate, per poi ritornare, una volta purificate, di nuovo in circolo. In questo modo la nostra meditazione con l’immaginazione dell’acqua sarà molto efficace, perché ci permette di fare una pulizia interiore molto profonda e una rigenerazione energetica. Vale la pena, pertanto, di ripetere più volte questo esercizio, dato che la visualizzazione della fonte d’acqua, apporta una notevole quantità di energia benefica, con degli effetti positivi che si possono riscontrare quasi subito, dopo poche meditazioni. 74 Esercizio di immaginazione con le piante, alberi e fiori Sempre per rimanere a contatto col mondo della natura, che nasconde delle risorse benefiche inimmaginabili soprattutto per l’essere umano, questa volta cercheremo di utilizzare per le nostre meditazioni con immaginazione, il mondo vegetale. Ormai abbiamo compreso che dall’oggetto della nostra visualizzazione, dobbiamo cercare di attingere con l’inspirazione le sue qualità predominanti positive per poi lasciare andare con l’aria espirata le negatività opposte. Per continuare con questa purificazione interiore, dato che stiamo cercando aiuti positivi da dove è possibile, ora cercheremo di comprendere come possiamo utilizzare il ricchissimo e straordinario mondo delle piante e dei fiori. E’ molto semplice. Se pensiamo ad una pianta, un albero o ad un fiore che amiamo in particolare, ci accorgeremo che questi ci piace così tanto perché per noi possiede qualcosa di caratteristico che ci rimanda al mondo della bellezza, delle favole, della poesia. Non voglio volutamente entrare nel complicato linguaggio dei fiori, perché richiederebbe un trattato a sé e non è questa la sede più opportuna, però, è noto a tutti che sia i fiori che le piante e gli alberi possiedono tutti un linguaggio simbolico che li caratterizza. Però per i nostri fini non c’è bisogno di essere né dei botanici e né degli esperti. E’ sufficiente conoscere alcune piante ed alcuni fiori. Questo lo dico solo ai fini della meditazione e non certo per distogliere qualcuno dallo studio e dall’amore verso le piante 75 ed i fiori che rappresentano un mondo meraviglioso che varrebbe la pena di essere scoperto. Ma per applicare la immaginazione del mondo vegetale alla nostra meditazione è utile avere in mente solo qualche fiore e qualche pianta che conosciamo molto bene e che non facciamo fatica ad immaginare. Il fiore, l’albero o la pianta che visualizzeremo, sarà quello che ci apporta più gioia di tutti gli altri, anche se magari non sappiamo esattamente perché. Magari è la forma, il colore, il profumo, le dimensioni, non importa, l’importante che sappiamo con precisione che ci piace e molto. E’ sufficiente questo per la nostra meditazione perché una volta visualizzato il fiore, l’albero o la pianta durante la fase di inspirazione, non dovremo fare altro che chiedere a questi di regalarci le sue stupende qualità. Non dobbiamo elencarle, perché a parte la bellezza e la delicatezza che le hanno tutti, le altre ci saranno donate segretamente come un autentico e spontaneo regalo. Gli alberi ad esempio sono generosissimi ed aspettano solo che qualcuno chieda loro un dono per poterlo accontentare. E prendo l’occasione per ricordare che gli esercizi di immaginazione col mondo della natura, possono essere eseguiti mentre si passeggia tranquillamente in mezzo ad essa, ricordandoci però di ringraziare sempre per i doni che ci vengono elargiti. Ritornando all’esercizio, dopo l’inspirazione, staremo fermi trattenendo il respiro per alcuni secondi (come avrete notato non dico mai di trattenere l’aria per molto tempo, perché è assolutamente controindicato) durante i quali dall’immagine continuerà a giungerci le qualità proprie del fiore, della pianta o dell’albero e poi espireremo lentamente immaginando l’aria di colore leggermente grigiastro, come se fosse un po’ sporca. 76 Ecco così facendo, abbiamo sperimentato un altro potente esercizio di arricchimento energetico e di successiva pulizia interiore. 77 La meditazione luminosa guidata G li esercizi di visualizzazione illustrati fino ad adesso, avevano come riferimento per la meditazione luminosa una sola immagine; una volta il sole, i colori dell’arcobaleno, le figure mistiche, le geometrie sacre, il mondo delle piante e dei fiori. Ho cercato di illustrare come fosse importante l’immagine visualizzata, ai fini di estrarre da essa tutte le qualità più alineti per arricchire la nostra mente, il nostro cuore e la nostra anima. E questo, con l’esperienza e quindi con il ripetuto allenamento, ci conduce in una nuova dimensione, dove finalmente siamo capaci di stabilire con fermezza le nostre visualizzazioni, senza che ci lasciamo turbare da pensieri ed emozioni. Ho sempre detto che la meditazione è semplice, solo se si percorre passo dopo passo tutte le tappe, senza voler correre. La nostra mente è troppo abituata al comando e bisogna essere astuti e pazienti se si vuole fare in modo che lasci lo scettro del potere. 78 Detto questo ora è venuto il momento di provare una meditazione guidata, che prevede molte più immagini. Il termine “guidata”significa praticamente che l’oggetto o gli oggetti da visualizzare vengono imposti in una successione già stabilita. Di norma ci vorrebbe un conduttore esterno che guidasse questa meditazione, perché così ci si può lasciare andare all’ascolto e di conseguenza all’immaginazione attiva, però si può fare anche imparando prima tutto ciò che avrebbe suggerito, magari con voce attenuata, la persona esterna e conduttrice. L’esercizio che segue può essere appreso rileggendolo più volte, in modo da percorrere tutte le fasi, prendendo nota poi di ciò che si è visualizzato. Se invece avete la possibilità di meditare in gruppo, allora è opportuno che ci sia una guida che può variare di volta in volta, in modo da darsi il cambio. Esercizio di immaginazione del”Giardino dorato” Seduti nel nostro solito posto dedito alla meditazione e con la postura corretta, accendiamo una o più candele ed un incenso dal profumo che riteniamo a noi gradevole. Staremo con gli occhi chiusi qualche minuto, in modo che il nostro respiro diventi calmo e regolare. L’inspirazione e l’espirazione devono essere ritmiche e profonde. Dopo che abbiamo raggiunto una certa serenità interiore iniziamo questa sequenza di visualizzazioni. 79 Tutte le immagini che verranno richieste devono apparire alla mente in modo spontaneo e non forzate. Sono proprio le visioni così naturali che possono fornire a colui che immagina alcune informazioni sul proprio inconscio e regolarsi di conseguenza. Ovviamente ci vuole una certa conoscenza di se stessi, ma comunque ripetendo più volte questo esercizio, tutto quanto diventerà sempre più chiaro. Ma veniamo all’esercizio. Dobbiamo immaginare di essere da soli nella casa dei nostri sogni e ci troviamo al primo piano in una stanza piena di mobili e di oggetti a noi molto cari. E’ giorno e siamo in primavera. Ci guardiamo attorno e ripensiamo ai nostri trascorsi osservando tutto il mobilio che ci ricorda tante cose. Poi come se ci fossimo ricordati improvvisamente di qualcosa di molto importante, ci accingiamo a scendere la scala a chiocciola che conduce al piano terra. Noi scendiamo le scale ed una volta arrivati al piano apriamo la porta che da verso il grande giardino della casa. Ecco siamo ora giunti nel giardino e gustiamo la bellezza delle piante, degli alberi e dei fiori coloratissimi. Osserviamo con stupore gli schizzi d’acqua di una fontana e ci rallegriamo. Poi percorriamo con passo tranquillo il sentiero di ghiaia per arrivare all’estremità del giardino dove c’è un grande cancello dorato. Camminiamo, osservando sempre le bellezze presenti nel nostro giardino e rendendoci conto che dal grande cancello esce una fortissima luce dai bagliori dorati ed intensi. 80 Ci sentiamo presi dalla curiosità perché immaginiamo che al di là del cancello ci sia comunque qualcosa che dobbiamo conoscere. Ora siamo arrivati davanti al cancello e tendiamo la mano verso la maniglia mentre i raggi luminosi ci irradiano. Apriamo il cancello e l’oltrepassiamo entrando nel bagliore dei raggi dorati. La luce è accecante, ma si riesce a percepire l’immagine di qualcuno o di qualcosa che ci sta aspettando. Ci avviciniamo a quell’ombra scura che diventa sempre più nitida. Ecco, la riconosciamo. Stiamo in silenzio perché dobbiamo comprendere che cosa ci vuole comunicare. Non abbiamo paura. Assolutamente, perché stiamo ricevendo una informazione che ci riguarda. Ascoltiamo e prendiamo distanza. Poi quando l’ombra ha terminato e si allontana fino a scomparire, ritorniamo verso il cancello che riapriamo. Stiamo ritornando in casa. Ripercorriamo il sentiero ghiaioso e sorridiamo a tutte le piante, i fiori e gli alberi. Guardiamo di nuovo l’acqua della fontana e ci accingiamo verso l’abitazione dei nostri sogni. Apriamo la porta, saliamo la scala a chiocciola e ritorniamo nella stanza dove eravamo prima. Ritroviamo i nostri mobili ed i nostri oggetti. Poi, ci avviciniamo alla nostra comoda poltrona e ci sediamo, chiudendo gli occhi, stando in quella posizione per qualche minuto a riflettere su quanto abbiamo visto ed udito. Possiamo ora con calma, riaprire gli occhi. 81 Sicuramente dopo questa particolare esperienza, vi sarete resi conto, come la mente controlli le nostre immagini e di come sia difficile lasciarsi andare. Avrete poi notato, che non sempre la visualizzazione corrispondeva alle indicazioni dell’esercizio. Ma è tutto normale. Una parte di voi, si “opponeva” alle visioni suggerite, perché nell’inconscio c’erano altre informazioni che dovevano essere visualizzate. E ciò che avete visto, ha significato solo per voi. La casa, i mobili, gli oggetti, la forma della scala, il giardino, le piante, la fontana, il cancello erano tutte parti di voi che già dovreste conoscere. La figura nell’ombra, invece, dovrebbe rappresentare qualcosa di ancora non noto e che vuole comunicarvi qualcosa. Però è da sottolineare che questo esercizio, non vuole essere certo un introspezione psicologica, ma solamente un esempio di visualizzazione guidata per riuscire col tempo, ad associare la giusta immagine al pensiero che facciamo. Se vorremo visualizzare un immagine, continuando a ripetere questo esercizio, col tempo ci diventerà facile col vantaggio, quindi, di ottenere un vero potere decisionale nei confronti della nostra mente. E questo è il primo obiettivo della meditazione luminosa. Quindi non mollate e ne arrendetevi, se non vedete subito dei miglioramenti, perché questi prima o poi arriveranno. Pensate a quanti anni ci avete messo per diventare quello che siete adesso, allora come potete supporre che in poco tempo la vostra mente si liberi di tutte le sue negatività? Non fate l’errore di molti, che lasciano perdere se nel giro di pochi giorni non vedono dei risultati eclatanti, perché allora vi dico subito, che non potrà essere così. L’impazienza è il peggior nemico in un percorso spirituale. 82 E questa dipende solo da voi e dalle vostre capacità di frenare e tenere a bada questo impulso. E’ umano volere immediatamente la serenità interiore, soprattutto se magari è molto tempo che non siamo equilibrati. Questo lo so bene. Ma noi non stiamo parlando di curare il corpo con dei farmaci che fanno subito effetto, stiamo imparando a controllare la mente e tutto il suo contenuto per decidere che cosa eliminare e che cosa tenere. E per fare questo abbiamo visto ed imparato diversi esercizi di immaginazione, che cercheremo di mettere in pratica per un po’ di tempo. Pertanto nessuna fretta, ma bensì costanza e fiducia. Un altro esercizio molto efficace sempre per “alleggerire” la mente da pensieri e preoccupazioni, ed abituarsi ad osservarci dall’esterno è quello dell’immaginazione extracorporea. Esercizio di immaginazione extracorporea Lo scopo principale che si propone questo esercizio è quello di imparare ad avere un certo “distacco” dagli avvenimenti che ci accadono. Bisogna fare in modo che le emozioni e quindi gli stati emotivi, non ci mettano in difficoltà, coinvolgendoci completamente. Lo stato di equilibrio deve essere mantenuto in ogni circostanza, ma per fare questo occorre essere capaci di governare l’emotività, nello stesso modo che dobbiamo governare i pensieri. E questo, considerando che ogni individuo è un caso unico e quindi particolare, è possibile se riusciamo a metterci nell’ottica 83 che l’avvenimento esterno ed il suo relativo stato emotivo che ci coinvolge, sono solo piccole cose e piccoli problemi nella vera realtà dell’universo. In pratica dobbiamo renderci consapevoli che nulla è importante e che tutto è importante. Cioè tutto è sempre relativo. Un problema che ora ci sembra insormontabile, dopo un po’ si affloscia come neve al sole. Un avvenimento che ci crea dolore, magari passa in breve tempo. Insomma la vera realtà è solo nella nostra anima e quella sola deve restare limpida e luminosa, priva da tensioni e preoccupazioni inutili. Staccarci dalle cose materiali, evitare di stare “incollati” agli affetti, che non si significa non amarli, anzi, significa volere il loro bene lasciandoli andare, liberi. Ogni voglia che stringiamo qualcuno o qualcosa nella morsa del possesso, questo prima o poi o scappa o soccombe. E’ una legge universale. E ci dobbiamo attenere. Ma poiché non è facile dato che siamo stati abituati diversamente nei confronti delle persone, degli affetti e delle emozioni, bisognerà con pazienza incominciare ad imparare appunto il “distacco”. L’esercizio che segue ha proprio questa funzione quella di lasciare andare i pensieri ed i problemi, allontanandosi dalla propria mente e dal proprio corpo. Inoltre anche questo esercizio può essere praticato con la presenza di una persona che guidi la visualizzazione. Seduti nella nostra ormai abituale postura e dopo aver adempiuto al solito rituale delle candele e dell’incenso, ci prendiamo qualche momento per trovare la giusta concentrazione. Dopo aver verificato che nulla e nessuno possano disturbarci, cominciamo la meditazione ponendo l’attenzione sul respiro. Lasciamo scorrere i pensieri, le immagini, le tensioni e stiamo semplicemente ad osservare tutte le nostre emozioni. 84 Cerchiamo di guardarle come se non ci appartenessero. Con distacco. Ripetiamoci che non sono importanti e che l’universo si sta occupando di ben altro. Ripetiamo più volte questa frase, fino a quando decideremo di conoscere davvero l’universo. Allora ci prepariamo alla partenza. Iniziamo immaginando che usciamo dal nostro corpo ed osserviamo da fuori la nostra persona, che se ne sta seduta sulla sedia con gli occhi chiusi. Possiamo guardare il nostro corpo ma non ci sentiamo più di essere quel corpo. Come se non ci appartenesse. Continuiamo ad ascendere uscendo dalla casa dove ci troviamo. Osserviamo dall’alto il tetto e le case limitrofe. Ma andiamo sempre più in alto fino a vedere il paese o la città dove abitiamo, come se fossimo sopra di un aereo. Riconosciamo gli edifici ed i luoghi più familiari, la chiesa, il duomo, la torre, il castello, la collina, il fiume e ci sentiamo sereni e gioiosi. Stiamo salendo. Il nostro corpo è là, ancora seduto dove lo abbiamo lasciato e noi stiamo volando sempre più in alto. Ora scorgiamo l’intera regione e ne riconosciamo i confini e le aree e poi ancora più su fino a vedere la sagoma della nostra nazione. Come le immagini che siamo abituati a vedere dai satelliti sul piccolo schermo, quello che vediamo è proprio la realtà. Ma saliamo ancora fino a scorgere la sfera della nostra amata terra. Riconosciamo le nazioni, gli oceani, le catene montuose, i laghi, i fiumi e tutto ci pare così familiare. Noi siamo parte dell’universo, siamo l’universo, questo immenso ed infinito mistero. Saliamo ancora fino a raggiungere il sole. Siamo eterei pertanto non ci scottiamo e possiamo godere della luce, del fuoco e del calore. 85 Possiamo se vogliamo, non sentire il dolore ma solo gioia. Siamo liberi, senza vincoli, senza problemi, senza preoccupazioni, siamo l’infinito amore divino. Come potremmo essere addolorati?Quali problemi potrebbero essere più importanti del compito che ci ha assegnato l’universo?Voliamo dove vogliamo. Nel vuoto, su di un pianeta, su di un satellite o su una stella. Tutto è immensamente immenso. Inspiriamo questa sensazione e riempiamo tutto il nostro essere. E ripetiamo “Sono divino, sono unico, sono!” e mentre cominciamo la discesa per tornare in quel corpo che provvisoriamente abitiamo, ripetiamo anche “Nessun problema terreno è importante, tutto si può risolvere, basta ascoltare Lui”. Lentamente ritorniamo verso casa. Ci avviciniamo. Vediamo la terra, la nazione, la regione, la nostra città o il nostro paese, il nostro quartiere, la nostra abitazione. Ecco, siamo tornati. Dal soffitto rivediamo il nostro corpo, ancora seduto, fermo con gli occhi chiusi e siamo felici perché possiamo portargli un po’ di serenità. Entriamo nel corpo e riprendiamo possesso. Dopo qualche minuto possiamo riaprire gli occhi. L’esercizio è terminato. Sappiate che questo esercizio è potentissimo e dopo alcune volte che viene eseguito rispettando tutte le fasi, ne avvertirete subito i benefici. Anche se preferibilmente questa meditazione dovrebbe essere guidata e fatta molto lentamente, anche da soli si possono ottenere buoni risultati. 86 Il tema e l’insegnamento è quello di riuscire a comprendere che noi non siamo i nostri pensieri e che non siamo nemmeno il nostro corpo. Noi “abitiamo” in un contenitore ed i pensieri, come le emozioni, sono solo frutto della mente. Nella realtà vera non esistono. Se riusciamo a comprendere questo, facciamo davvero un salto di qualità, perché allora cominciamo a sgomberare il nostro cervello da inutili tensioni negative che ci procurano solo danni psichici e fisici. Allontanando gli elementi di disturbo, automaticamente compaiono quelli piacevoli. Ma quando intendo piacevoli mi riferisco non per il nostro ego, ma bensì per la nostra anima. Ricordiamoci che siamo alla ricerca delle virtù e delle qualità divine e non delle soddisfazioni personali. Non dimenticatelo mai, altrimenti si ritorna nella trappola della mente. 87 La ricerca del silenzio interiore e ascolto del nostro profondo I l percorso che abbiamo fatto fino a qui, ci ha permesso di apprendere alcune nozioni molto importanti ed utili. Prima di tutto abbiamo visto come è potente e a volte autonoma la nostra mente che ci spinge quasi sempre verso atteggiamenti egoistici, poi abbiamo compreso quanto sia importante, anche se molto difficile, cercare di zittire il brulichio dei pensieri e delle emozioni che corrono dietro le nostre preoccupazioni, ed infine abbiamo imparato a conoscere gli strumenti da utilizzare per l’immaginazione che possono esserci di grande aiuto per pulire la nostra coscienza proprio da tutte le preoccupazioni e sensazioni sgradevoli che abbiamo accumulato nella mente. Stiamo facendo in pratica un percorso evolutivo utilizzando la meditazione luminosa come una tecnica spirituale. E adesso continueremo il nostro cammino cercando di raggiungere livelli di serenità interiore sempre più intensi. 88 Spingersi verso l’alto, nel senso di andare verso i piani sottili della spiritualità o entrare in profondità di noi stessi per cercare la luce, possiedono lo stesso significato. Pertanto ci accingiamo ad oltrepassare tutti quegli ostacoli che momentaneamente ci tengono “imprigionati” nel nostro “io” piccolo e limitato, per scoprire il nostro “Sé” immenso ed infinito. Il Sé, per chiarirci, è lo stato superiore e luminoso della nostra coscienza e possiamo raggiungere questa condizione, solo quando tutto dentro di noi ha raggiunto la sensazione di benessere oppure, per usare altri termini, quando siamo riusciti ad instaurare nel nostro profondo un totale silenzio interiore. Per questo obiettivo, dobbiamo metterci più impegno. Non è una meta qualsiasi, è la nostra più appagante felicità, è raggiungere la nostra scintilla luminosa, è il contatto col Divino, è sentire la nostra profonda essenza di esseri universali. Pertanto non possiamo certo rinunciarvi. Allora dobbiamo prepararci a stare in ascolto della nostra parte luminosa. Le entità e le energie di luce non fanno mai chiasso. Hanno l’abitudine di bisbigliare, con dolcezza, con tenerezza, sottovoce, con la massima educazione per non disturbare. Se non le percepiamo è solamente perché non siamo capaci di fare un assoluto silenzio. Abbiamo il vizio di parlare troppo e troppo forte. Impariamo ad ascoltare non facendo rumore. Certamente non dobbiamo piombare nel mutismo totale e soprattutto per molto tempo, perché non siamo né asceti e né eremiti, però cominciare a soppesare le parole è davvero molto importante, se vogliamo coltivare la saggezza. Molto dello stress di oggi, tra le tante cose, è dovuto al nostro modo di comunicare, usando toni alti e sovrapponendo le frasi l’un l’altro spesso anche con rabbia ed aggressività. 89 Senza contare poi delle miriadi fonti di rumore dalle quali siamo circondati, tanto che si sta parlando di inquinamento acustico. Certamente il nostro udito ne risente, ma il danno principale è al sistema nervoso e quindi al nostro cervello. Di conseguenza la nostra anima rimane seppellita sotto il peso delle nostre nevrosi e dei nostri isterismi, al punto che non sappiamo nemmeno di possederla. Ma nonostante questo pensiamo che il problema sia irrisolvibile e pertanto ci lasciamo “manipolare” e “strumentalizzare” dal mondo esterno con la scusa che tanto non si può cambiare nulla. Forse è così. Magari non si può proprio cambiare nulla. Ma davvero dovrebbero modificarsi le cose perché si possa essere sereni? Siamo proprio convinti che se tutto quanto noi desiderassimo si avverasse, allora saremmo le persone più gioiose del mondo? Questo è quanto crede la nostra mente. Questo è il motivo per il quale siamo eternamente insoddisfatti. Perché siamo convinti che la vita non proceda secondo il nostro volere. E quindi, di conseguenza, crediamo di non essere ascoltati. Allora ci sentiamo dell’eterne vittime e cadiamo nella trappola dell’ aggressività che porta solo rabbia e frustrazione. Bisogna ritornare al silenzio profondo, che significa riuscire a far tacere quelle voci che ci istigano agli impulsi ed ai desideri. La vita umana è una grande avventura solo se comprendiamo chi è il regista della nostra storia. E per udire, ascoltare, comprendere occorre la più completa tranquillità. Quando si entra in un luogo sacro, una chiesa, un monastero o un eremo, si avverte una pace particolare, dovuta proprio al 90 silenzio. Viene spontaneo stare in raccoglimento, perché vogliamo ascoltare solo le vibrazioni degli angeli e del divino. Ci mettiamo in ascolto con la speranza di udire delle voci, di sentire qualche parola che provenga dal cielo. E se questo è l’atteggiamento corretto che dobbiamo assumere quando entriamo in un luogo sacro, lo stesso dobbiamo fare quando pratichiamo la meditazione profonda luminosa. Senza volere niente e senza dire nulla, dobbiamo assumere la nostra solita posizione e cercare di mettere silenzio nei nostri pensieri e nelle nostre voci interiori. Se con gli esercizi che abbiamo imparato, abbiamo compreso come purificare ed allontanare i nostri veleni che ci feriscono il cuore e l’anima, adesso dobbiamo apprendere la capacità di stare fermi, come una montagna, non permettendo a nulla e a nessuno di distrarci. L’immagine che può raffigurare quello che sto dicendo può essere quella di un uomo (o una donna) seduto per terra, impassibile, nonostante ci sia un vento impetuoso che cerca di infastidirlo. Imperturbabile l’uomo è ben saldo nel terreno e contempla le bellezze del cielo. Non si lascia né distrarre e né tentare da nulla, perché niente può essere più prezioso per appagare il suo cuore del silenzio interiore. E tutto quanto sia presente nella coscienza o nell’inconscio, in ogni caso si fa vivo. Pensieri, immagini, emozioni positive o negative, sensazioni, impulsi, istinti, tutto affiora con una certa intensità che in un modo o nell’altro tendono a distrarci. Infatti è difficile rimanere imperturbabili di fronte alle preoccupazioni o a certi pensieri che ci disturbano, come è difficile rimanere impassibili quando compaiono immagini ed istinti che non avremmo mai creduto di avere. Ma dobbiamo ricordarci che nel nostro contenitore interiore c’è di tutto ed il nostro compito è quello di fare pulizia per ren- 91 dere tutti questi pensieri meno dannosi per il nostro corpo, per la nostra mente e per la nostra anima. L’atto di rimanere immobili davanti allo scorrere di tutti questi ricordi o proiezioni, non è facile, ma ci aiuta a consolidare delle qualità importanti come la fermezza, il coraggio e l’accettazione senza giudicare. Se impariamo a fare questo con noi stessi, col tempo riusciremo ad attuarlo anche con gli altri. In fondo i pensieri sono solo immagini, che nella realtà non esistono, ma che nella nostra mente e quindi sul nostro fisico, possono agire a volte in modo deleterio. Tutti i nostri istinti più bassi come la rabbia, l’invidia, l’aggressività, la lussuria, esistono nella nostra natura di esseri umani, ma se rimaniamo fermi in silenzio, in un atteggiamento sacro e di rispetto, questi perdono forza e si sciolgono lentamente. Però i pensieri sono scaltri e cercheranno sempre di distrarci. In quel caso riportiamo con molta calma la nostra attenzione sul silenzio, anche se il brulichio continua. Non posiamo zittire la mente da un giorno con l’altro, perché per molti anni ha comandato ed imperato. Possiamo invece iniziare con convinzione ad esercitarci perché col tempo questo avvenga. Ecco perché dobbiamo armarci di pazienza perché non possiamo fare altro. La meditazione profonda luminosa è l’unica soluzione efficace per permetterci di mettere un po’ d’ordine nella nostra mente. Ma veniamo a mettere in pratica un esercizio che ci aiuti proprio a fare questo. 92 Esercizio per la ricerca del silenzio interiore 1 Per questo esercizio è indispensabile riuscire a trovare per una mezzora uno spazio assolutamente tranquillo dove siamo certi che nessuno ci disturba. Inoltre sarebbe auspicabile che non ci fosse nessuna fonte di rumore proveniente dall’esterno, oppure, che è più facile, che l’angolo che scegliamo sia ben protetto e riparato. Queste indicazioni varrebbero sempre, ma poiché con il ritmo di oggi e con le case poco isolate che abitiamo, non sempre queste condizioni sono possibili. Ma per la meditazione silenziosa, sono requisiti fondamentali ed un minimo di attenzione è davvero necessaria. Trovato l’ambiente opportuno, accendiamo sette piccoli ceri che collocheremo per terra disponendoli in cerchio. Poi ne accenderemo altri tre, magari un po’ più grandi che metteremo sempre per terra all’interno del cerchio formato dai sette piccoli ceri. Così facendo abbiamo simboleggiato la divina trinità con i sette spiriti (virtù) che stanno in adorazione. Accendere queste candele vuol essere un segno di devozione e di ringraziamento oltre che di richiamo per le entità luminose. Sarebbe poi molto utile, accendere dell’incenso vero, in modo da propagare per tutto l’ambiente quel gradevole profumo che richiama la spiritualità e tutto quanto abbia a che fare con il sacro. Eseguiti questi riti di devozione alla divinità, ci sediamo con la nostra postura abituale. Poi, lentamente, cerchiamo di calmare il nostro respiro, rallentandolo e facendolo scorrere in modo più fluido. Osserviamo l’aria che entra ed esce e cerchiamo di concentrarci solo su di essa. 93 I pensieri faranno la loro comparsa, ma cercheremo di non prestare loro nessuna attenzione. Lo stesso faremo per immagini, emozioni e sensazioni, nessun ascolto. Dobbiamo avere la sensazione che stiamo per entrare in un luogo sacro, anche se difficilmente accessibile. Per farlo dobbiamo avere solo la gioia di proseguire fino al traguardo. Ci stiamo calando in profondità, o al centro del nostro essere, dove regna l’assoluto silenzio. Stiamo così per tutto il tempo necessario, avendo cura di mantenere l’attenzione solo sul luogo sacro dove ci stiamo recando. E come Ulisse, non dobbiamo prestare ascolto a nessuna sirena, perché sono i tranelli della nostra mente. Noi dobbiamo andare a Casa e ce la faremo. Continuiamo a respirare lentamente prolungando al massimo l’inspirazione e l’espirazione e facendo una pausa tra una fase e l’altra. Questa volta trattenendo il respiro, magari senza esagerare, ma molto di più rispetto alle altre meditazioni. Stiamo basando tutto sulla capacità del respiro di aprirci la strada. Ogni barriera ed ogni ostacolo deve essere superato senza forza ma solo con determinazione. Ormai conosciamo i trucchi della nostra mente e sappiamo dove di solito vorrebbe portarci. Ebbene non diamole ascolto e stiamo in silenzio. Dobbiamo assumere la determinazione di un guerriero che vuole a tutti i costi tornare dal suo Re. Può darsi che nonostante tutte le meditazioni praticate, la mente non si arrenda e voglia a tutti costi essere ascoltata. Questo è un momento delicato perché dobbiamo fare una scelta e questa deve essere fatta in tutta coscienza. 94 Se pensiamo che la mente abbia troppi argomenti che ci distraggono, allora ripartiamo da capo, ovvero faremo una meditazione col mantra. Ma se invece pensiamo che ce la possiamo fare, allora non demordiamo e andiamo avanti. Questo significa avanzare nella profondità della nostra coscienza e del nostro inconscio, senza paura e senza indugi. Lasciamoci alle spalle tutto quanto si faccia avanti: pensieri, immagini, ricordi, tutto. Facciamo che sia il vento immaginario che creeremo nella nostra mente a spazzare via tutto. Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare. Il silenzio interiore ci sta aspettando, quindi non perdiamo la calma e non scoraggiamoci se ancora ogni tanto i pensieri fanno la loro incursione. Aspettiamo con fiducia mentre stiamo penetrando sempre più in profondità. Inspirare sempre più lentamente e a lungo. Trattenere il respiro fino a che è possibile, poi espirare sempre lentamente espellendo tutta l’aria, in modo da svuotaci completamente. Ripetiamo questo movimento almeno una decina di volte. Interrompiamo solo se avvertiamo una leggera sensazione di svenimento che può essere dovuta ad una iper ventilazione. In questo caso dobbiamo fermarci e forse se è il caso anche sdraiarci, in attesa che tutto passi. Dopo però è più salutare non proseguire con la respirazione lenta e lunga. Se invece dopo le dieci ventilazioni, tutto va bene, allora accompagnare il respiro in modo che diventi sempre più fluido e naturale. A questo punto dovremmo avvisare una sensazione di beatitudine, che non avevamo mai provata prima. 95 La mente sembrerà svuotata e percepiremo un sentore di leggerezza su tutto il corpo. Rimanendo fermi e impassibili tutto il nostro corpo vibrerà all’unisono con il silenzio della nostra anima. Avremo così raggiunto la parte più sacra di noi. Rimaniamo a gustare e a beneficiare di questa meravigliosa emozione che ci viene donata come premio per i nostri sforzi, per la nostra pazienza e per la nostra costanza. 96
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