Wonderful - VolterraTeatro
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Wonderful - VolterraTeatro
Compagnia Rodisio Wonderful corpo in gabbia, corpo di plastica, corpo poetico Seminario di formazione per attori Workshop condotto da: Davide Doro Non c’è riparo, dunque,nemmeno tra le mura domestiche, dove la furia oppressiva si trasforma, prende altre forme, si fa ironica, di un’ironia acre e dolorosa. Il seminario si sviluppa intorno alla ricerca teatrale che ha portato alla realizzazione dello spettacolo Wonderful – Volevano la vita eterna, Progetto Finalista Premio Scenario 2005. Non si direbbe morbido, ma nemmeno si potrebbe definire rigido, quel corpo. Le gambe sono leggermente divaricate, il piede destro appoggia per terra, solo la punta. Il braccio sinistro è lievemente sollevato ad indicare il nuovo splendido frigorifero. Il sorriso, gli occhi e i capelli sono come tutto il resto del corpo, immobili. Di un’immobilità agghiacciante. Non potresti definirlo morbido ma nemmeno rigido, quel corpo. È la sofferenza, quella magia indefinibile. C’è una sofferenza palpabile, schietta nella sua finzione, nel tentativo di non apparire. È proprio in questo tentativo, vano, commovente, talvolta disperato che il lavoro dell’attore si concentra. C’è una distanza da colmare, uno spazio da riempire, tra il corpo innaturale, compresso, costretto, e l’arrendevolezza di una voce che chiama: A tavola! È un vuoto che non ha fame di cibo, ma si nutre golosamente di dubbi, incertezze, dolore. All’attore viene chiesto di riempire questo vuoto. Il lavoro sul corpo si ispira all’iconografia delle pubblicità anni Cinquanta, simbolo di un boom economico, legato quasi in maniera assoluta allo stile imposto nell’immaginario dal sogno americano. Le immagini bidimensionali, tragicamente fisse, che ostentano la tranquillità di una vita familiare quasi sempre legata agli oggetti d’arredamento, sono lo spunto per un lavoro di resistenza fisica, dove il corpo dell’attore deve attraversare lo spazio tra vero e finto, disperatamente vero, disperatamente finto. Sono disperati i tentativi di placare la violenza che fugge al controllo del corpo di plastica, che solo un attimo prima sorrideva pacato. La casa si fa gabbia, la tavola da pranzo assiste immobile alla distruzione. I corpi vivono in uno stato di perenne meraviglia, direttamente proporzionale ad un meno consapevole stato di fragilità. Inzuppati in un blando pensare democratico. Poche le domande. Tutte le mattine i corpi si svegliano, fanno colazione e vanno a lavorare, in macchina. E poi ai corpi viene fame e allora mangiano. E sono fortunati perché vivono in un paese dove il cibo è accessibile a tutte le ore del giorno e della notte e chiede solo di essere addentato in ogni occasione. Sono corpi comodi, che non fanno fatica, si sentono attivi, idealisti, intellettuali, viziati, pessimisti, generosi, democratici, ubbidienti, sani, informati, romantici, sensibili, stressati, con molti interessi, annoiati, amano la tecnologia, rispettano le tradizioni, sono corpi credenti, ansiosi, ottimisti. Questi corpi vivono un tempo di passioni tristi, di opinioni in libertà, di caos non interpretato, mal interpretato, banalizzato. Hanno il privilegio dell’immobilità e di un’abbondanza di informazioni trasformate in sentito dire. Sono corpi soli, che fluttuano tutti con la stessa dolorosa leggerezza. Si sfiorano, si tollerano, gli uni con gli altri. Si negano al contatto. Bisognerà attendere una crepa, bisognerà resistere nell’attesa di una spaccatura, di un meccanismo che si inceppa. Allora i corpi, non più costretti alla sobrietà, non più compressi in un’immagine stampata, smetteranno di tollerarsi. Allora, verrà ripagata l’attesa, la sofferenza, la costrizione diventerà preludio alla loro libertà. Lo scarto tra la finzione imposta agli attori e la loro palese fatica, in un lavoro di resistenza fisica e concentrazione, diventa una poesia piccola, quasi impercettibile. Poesia i respiri ultimi, in cui si sbriciola una risata che durava da troppo tempo per essere vera. Si chiede fatica, si cerca fatica, si ambisce fatica. Wonderful nasce da una ricerca durata due anni, che ha attraversato alcune delle opere teatrali di Harold Pinter. In particolare tre testi, The Birthday Party, Celebration e Party Time, sono stati necessari per arrivare alla costruzione dello spettacolo. È il teatro di Pinter che, come lui stesso dice, rifiuta l’impegno come elemento di predeterminazione, che ci affascina e ci chiama. Il suo fastidio per qualunque preesistenza di una tesi, sia morale che politica, che condividiamo. Ed è proprio nell’intervallo che si estende tra il riconoscersi cittadini responsabili, contro qualunque attentato alla dignità umana, e la volontà di utilizzare lo strumento teatro per esibire il dissenso, che scopriamo la libertà creativa di un teatro che si batte senza la costrizione di una definizione. Suggeriti da Pinter poniamo l’accento sulle pause, tra le parole, così che le parole stesse, poche ed essenziali, vengano influenzate dalle varie forme, dai vari significati dei silenzi che le ornano. Ci riconosciamo nell’affermazione dello scrittore inglese che vuole che i personaggi acquistino maggiore presenza proprio nei silenzi. Wonderful è la metafora di un solo meccanismo, quello della Violenza che insidia, minaccia, oltraggia l’individuo, a cui rimane la sola possibilità di nascondersi sotto le parvenze di una villana mansuetudine. BREVE CURRICULUM DI DAVIDE DORO Davide Doro è attore e regista. Studia al D.A.M.S. sezione teatro dell’Università degli Studi di Bologna. Si forma come attore con Letizia Quintavalla, Bruno Stori, Marco Baliani, Mamadou Dioume, attore di Peter Brook. Ha collaborato con la compagnia L’Impasto di Alessandro Berti e Michela Lucenti (Skankrèr, Trionfo Anonimo, L'Agenda di Seattle), con Liberamente di Davide Iodice, con Valentin Rossier e il Theatre du Loup di Ginevra. Nel 2000 partecipa alla Biennale d'Arte Contemporanea di Venezia con il progetto Ora Locale. Lavora con Christiane Camille Richard al Teatro Massalia di Marsiglia. Dal 1998 al 2001 ha ideato e condotto il progetto teatrale all’interno della comunità terapeutica L’Orizzonte di Parma. Dirige dal 2001 il progetto di formazione teatrale nel Liceo d’Arte P. Toschi di Parma. Attualmente collabora come regista ed attore con il Teatro delle Briciole ed il Teatro Europa di Parma. 2006 Il lupo e la capra – storia di due ribelli inconsapevoli e quindi di un’utopia testo e regia di Manuela Capece e Davide Doro coproduzione RODISIO e il Teatro delle Briciole di Parma Attualmente in tournee Sillabario progetto di formazione teatrale realizzato in collaborazione con il Teatro delle Briciole di Parma. La provincia di Parma, il comune di Parma. Progetto Pievi in Scena Prod. Teatro Europa di Parma, in collaborazione con la provincia di Parma 2005 a 9 anni salverò il mondo testo e regia di Manuela Capece e Davide Doro Prod. RODISIO in collaborazione con i movimenti Libertà e Giustizia, Salviamo la Costituzione e La carovana per la Costituzione (sezioni di Parma, Firenze, Como, Cagliari, Pisa). attualmente in tournee Senza Cuore testo e regia di Manuela Capece e Davide Doro produzione Teatro delle Briciole Parma attualmente in tournee Wonderful – volevano la vita eterna testo e regia di Manuela Capece e Davide Doro produzione RODISIO spettacolo finalista Premio Scenario 2005 attualmente in tournee Sillabario progetto di formazione teatrale realizzato in collaborazione con il Teatro delle Briciole di Parma, la provincia di Parma, il comune di Parma e Amref Italia. Con Letizia Quintavalla, Angelo Loy, e Alessandro Nidi. 2004 Il sole è un’iguana gialla di Marco Balani prod. Teatro delle Briciole (debutto festival Zona Franca) Parents perdu di Letizia Quintavalla coproduzione Teatro delle Briciole, Theatre du Loup di Ginevra, Massalia di Marsiglia Così d’amore da far pianto agli occhi Concerto spettacolo per piano, fisarmonica e voce Testo e regia di Davide Doro Con Yuri Vallara e Enrico Fava 2003 Papà perduto Di L. Quintavalla coproduzione Teatro delle Briciole, Theatre du Loup di Ginevra, Massalia di Marsiglia Caligola Di Yuri Piroddi Prod. Rossolevante Teatro 2002 Guarda che volo Di Camille C. Richard Prod. Tempestant di Marsiglia 2001 Il bulbo dal fiore rosso di Finalista Premio Scenario 2001 Gioventù senza Dio di Marco Balani prod. C.R.T. Teatro dell’arte Milano 2000 Skankrer di Alessandro Berti e Michela Lucenti – L’impasto prod. C.R.T. Teatro dell’arte Milano Trionfo Anonimo di Alessandro Berti e Michela Lucenti – L’impasto prod. C.R.T. Teatro dell’arte Milano Ora Locale Progetto d’arte ospitato alla 48° Biennale d’arte di Venezia 1999 Simourgh – Il poema delle moltitudini Di Davide Iodice e Alessandro Berti – Liberamente e la Compagnia L’impasto Prod. Festival di Santarcangelo dei Teatri 1998 I porti del mediterraneo progetto di formazione teatrale a cura di Marco Balani e Mamadou Dioume Theatre Tourky di Marsiglia 1997 progetto di formazione teatrale in Comunità tearapeutica per la tossicodipendenza C.E.I.S. A cura di Davide Doro 1996 il giardino, la pazzia di Ennio Trivelli prod. La Manica Tagliata 1995 Pinocchio Di L. Quintavalla Coproduzione Teatro delle Briciole, Offman Prod. San Francisco (U.S.A.) Mi sta a cuore, me ne importa di L. Quintavalla con Stefano Iotti prod. Drodesera Festival Date: dal 27 al 30 luglio A chi è rivolto: a tutti, non solo agli attori Quota di Iscrizione: 90 € (4 giornate di lavoro) Referente per i laboratori: Valentina Tarantino tel 0588.87529 fax 0588.90528 cell 347.9646404 [email protected] www.volterrateatro.it