audio physic sitara 25
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A udio Physic è un marchio tedesco nato attorno al 1985 grazie a Joachim Gerhard, un personaggio strano, nell’accezione positiva del termine. Burbero, ai limiti dello scostante, ma capace di diventare un’altra persona appena si iniziava a parlare di diffusori. E preparato, molto preparato, con le idee chiare ed una determinazione fuori dalla norma. Gerhard mise in piedi la Audio Physic partendo da pochi assunti fondamentali che si possono riassumere in: grande cura nella riproduzione del microdettaglio, costruzione accurata e solidissima del cabinet e livello qualitativo dei filtri crossover appena superiore alla qualità degli altoparlanti impiegati. Negli anni immediatamente successivi ho provato diversi diffusori prodotti dalla Audio Physic e l’impressione che ne ho avuto e che ho descritto era esattamente in linea con questa filosofia. Niente alchimie estetiche, niente configurazioni estreme e niente apparenza per vendere. D’altro canto occorre ricordare che verso la fine degli anni Ottanta era tutto un fiorire di soluzioni tecniche e di prestazioni eclatanti, con tutti i costruttori convinti che l’unico marketing possibile fosse quello di produrre buoni diffusori, se possibile migliori di quelli della concorrenza. Un parametro secondo me è rimasto impresso a chiare lettere nella filosofia progettuale dei prodotti di questo marchio: la pulizia ai bassi livelli ottenuta semplicemente eliminando tutte le forme possibili di colorazione del suono consegnato dall’amplificatore al diffusore. Per ottenere questo risultato è obbligatorio partire da altoparlanti estremamente lineari, con le non linearità di qualunque natura così basse da poter comunque e sempre far emergere i particolari della musica. Per molti anni il marchio si è affidato a costruttori di altoparlanti di chiara fama, costruttori come Seas e Scan-Speak, che hanno ottimizzato i loro componenti migliori per renderli adatti alle richieste di Audio Physic. Oggi le caratteristiche di base dei prodotti del costruttore tedesco sono più o meno le stesse di allora, col cabinet molto solido e sempre leggermente inclinato all’indietro, un crossover di qualità molto elevata e trasduttori molto lineari. Occorre comunque tenere conto che nel frattempo sono migliorati enormemente gli altoparlanti, con una resa del dettaglio incredibile ed una linearità molto maggiore rispetto a quelli costruiti soltanto una decina d’anni fa. Il modello in prova ricalca il disegno di altre realizzazioni del marchio sia passate che recenti lungo una evoluzione di dimensioni e numero degli altoparlanti, ma con le stesse caratteristiche musicali. SISTEMA DI ALTOPARLANTI AUDIO PHYSIC SITARA 25 Costruttore: Audio Physic GmbH, Almerfeldweg 38, 59929 Brilon, Germania. Tel. +49 2961 961 70 – www.audiophysic.de Distributore per l’Italia: Audio Reference, Via Abamonti 4, 20129 Milano. Tel. 02 29404989 - www.audioreference.it Prezzo: Euro 3220,00 (ciliegio) CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE Tipo: bass reflex da pavimento. Potenza consigliata: 20-120 watt rms. Sensibilità: 89 dB con 2,83 V ad 1 metro. Risposta in frequenza: 3640.000 Hz ±3 dB. Impedenza: 4 ohm. Numero delle vie: due e mezza. Tweeter: membrana-cupola da 39 millimetri. Midrange: da 150 mm. Woofer: da 150 mm. Dimensioni (LxAxP): 147x980x220 mm. Peso: 17 kg 68 La costruzione Abbiamo ripetuto molte volte che lo sforzo della ricerca effettuata da un costruttore per i suoi modelli di punta, quelli dal rapporto prezzo/prestazione poco definibile, poi finisce per ricadere sui modelli inferiori. L’operazione, del tutto naturale, è giustificata dal maggior numero di altoparlanti costruiti e venduti, una qualità che abbassa i prezzi come per incanto. In questo modo è possibile avere dei trasduttori molto sofisticati anche su diffusori di fascia media, se non mediobassa, a patto che i modelli di fascia alta incontrino un successo notevole. Visto il prezzo, vicino ad un sesto della Cardeas provata qualche tempo fa, è con una certa meraviglia che mi accorgo che i due midwoofer utilizzati sulla Sitara 25 sono praticamente gli stessi trasduttori. Il cestello è sdoppiato e costruito con due materiali diversi. La parte esterna infatti è realizzata in pressofusione di alluminio ed è fissata al complesso magnetico, a sua volta costruito con due anelli di neodimio. La parte interna su cui sono serrate tutte le parti in movimento è realizzata in plastica. Questo nuovo tipo di cestello sfrutta infatti sia la rigidità del metallo ed il suo eccellente smaltimento della temperatura che l’elevato smorzamento interno della plastica. AUDIOREVIEW n. 325 settembre 2011 A UDIO PHYSIC SITARA 25 Figura 1 Il condotto di accordo posteriore ha all’interno uno sviluppo a tronco di cono con un angolo di apertura poco inferiore ai tre gradi. Come spiegato nell’analisi della costruzione, questo condotto “carica” soltanto il midwoofer inferiore. L’anello di sospensione esterna e il centratore sono fissati al cestello plastico che smorza drasticamente la trasmissione delle vibrazioni sia al cestello esterno che di conseguenza alla struttura del cabinet, mentre lo smaltimento del calore è affidato all’azione efficace del cestello in alluminio e alle alette che contengono il complesso magnetico. Anche la membrana del midwoofer è realizzata in alluminio e grazie al doppio cestello ed all’elevato smorzamento dell’anello di sospensione riduce drasticamente le risonanze interne, ottenendo quindi una risposta non colorata. Chi ha avuto modo di trattare altoparlanti con la membrana in alluminio o in altri materiali estremamente rigidi e leggeri sa che la risonanza, per quanto alta in frequenza e lontana dalla probabile frequenza di incrocio, trova sempre il modo di farsi sentire, grazie al tempo impiegato per smaltire l’energia immagazzinata. Con questo tipo di cestello e di anello di sospensione il costruttore dichiara di aver minimizzato sul nascere sia la trasmissione di vibrazioni che le colorazioni dovute alla membrana. Un lungo rifasatore di alluminio anodizzato accortamente sagomato è fissato al polo centrale, ma al di là del controllo della dispersione credo che l’effetto maggiore sia costituito dal drastico abbassamento delle armoniche legate alla simmetria dell’emissione, ovvero alle armoniche pari. Va ricordato che questo particolare trasduttore è stato disegnato interamente dal progettista della Audio Physic, quel Manfred Diestertich che ha raccolto la pesante eredità lasciata da Joachim Gerhard, ed è stato “fisicamente realizzato” da una azienda, la Wavecor, che sta producendo altoparlanti di livello molto elevato compiendo studi abbastanza approfonditi sulla linearità ai bassi livelli di segnale. Anche il tweeter è un trasduttore particolare, costruito con un materiale simile a quello utilizzato per la membrana del midwoofer e dotato di una configurazione inusuale. Un disegno fornitoci dal costruttore e visibile in Figura 1 mostra la membrana costruita come un normale altoparlante a cui è incollata una cuffia parapolvere disegnata come se fosse emisferica. Con questa costruzione dell’equipaggio mobile, con uno studio attento nel disegno delle sospensioni e con diverse guarnizioni antivibrazione, il costruttore dichiara di aver ridotto al minimo possibile le colorazioni del tweeter che peraltro viene fatto lavorare in un piccolo volume totalmente sigillato in modo da evitare l’influenza dell’aria spostata da altri driver. I due midwoofer sono utilizzati nella configurazione della via e mezzo, ovvero con le emissioni praticamente in parallelo in tutta la gamma bassa ed un taglio differenziato in gamma media. Quello inferiore inizia infatti ad attenuare molto len- Il midwoofer realizzato per la Sitara 25 è realizzato con lo stesso principio di quelli utilizzati sulle Cardeas. Nella foto si vede il doppio cestello con la dissipazione termica affidata alla parte in alluminio e la membrana, il centratore e l’anello di sospensione esterna fissati alla parte in sorda plastica. Notare il lungo phase plug in alluminio anodizzato. Anche la membrana è in alluminio. AUDIOREVIEW n. 325 settembre 2011 69 A UDIO PHYSIC SITARA 25 Sistema di altoparlanti AUDIO PHYSIC SITARA 25. Matricola n. 050A CARATTERISTICHE RILEVATE 1 a risposta in frequenza della Sitara 25 assomiglia parecchio ad altri andamenti rilevati Ldovuto su diffusori Audio Physic già misurati. L’andamento in gamma bassa, in particolare, è sia alle scelte operate in fase di disegno del filtro crossover sia a causa della confi- gurazione adottata per caricare i due midwoofer. È facile ipotizzare che questo andamento sia stato realizzato per ottenere in ambiente una risposta regolare e relativamente priva di grosse oscillazioni. Detto questo, occorre annotare ancora due esitazioni a 400 e 4000 Hz, due avvallamenti di modesta entità che in ambiente non dovrebbero spostare più di tanto il bilanciamento timbrico. Va notata anche la gamma altissima, bene estesa fino all’estremo di questa misura con poche irregolarità nell’emissione polare. Una volta sistemato in ambiente, dopo qualche ascolto e successiva modifica della posizione rispetto alle pareti possiamo rilevare col rumore rosa una risposta che come previsto appare molto regolare in gamma bassa, con qualche esitazione in quella mediobassa ed una regolarità eccellente nella altissima, vista la pendenza che lascia intuire un comportamento dolce senza effetti speciali sulle armoniche degli strumenti. Va notata infatti l’assenza attorno ai 10 kHz di qualunque tipo di esitazione, quasi a garanzia di una gamma altissima non caratterizzata. Il modulo dell’impedenza potrebbe apparire strano e poco simmetrico attorno ai picchi, ma a 2 ben vedere rispecchia la relativa complessità del carico, per metà reflex e per metà cassa chiusa oltre alla via e mezzo ricavata tramite filtro crossover differenziato. Il secondo picco reflex infatti interagisce col picco di risonanza della cassa chiusa che, come sappiamo, è confinata soltanto dal materiale assorbente che aumenta discretamente le perdite ed abbassa ovviamente il picco di impedenza fino a renderlo appena visibile. Va notato però che ad una misura del solo modulo del midwoofer superiore, pur con il funzionamento contemporaneo di quello inferiore, non si nota la presenza del primo picco a bassa frequenza. Il modulo dell’impedenza non sembra risentire più di tanto del parallelo elettrico dei due trasduttori a bassissima frequenza. Per questo motivo non ci troviamo di fronte a valori critici della massima condizione di carico, trovata a 155,5 Hz e che vale 4,24 ohm. Il valore è contenuto grazie ad una fase che a 140 Hz scende in zona negativa pur senza le esagerazioni tipiche dei diffusori reflex con poche perdite. La risposta nel dominio del tempo è molto rapida a smaltire l’energia, con qualche microesitazione dovuta probabilmente alla 3 cupola rigida o ad una interazione di questa con la flangia del trasduttore. Invero nulla di preoccupante, solo qualche spike più del necessario a volerla guardare come una cupola morbida mentre è evidente che l’anello di sospensione esterna compie il miracolo della mancanza delle caratteristiche microesitazioni. Staremo a vedere la waterfall. Al banco delle misure dinamiche vediamo che la distorsione armonica parte da valori molto elevati a bassa frequenza, no5 nostante il parallelo che di fatto si instaura tra i due woofer al di sotto dei 150-200 Hz . Al di là di una discreta costruzione, dobbiamo notare che evidentemente l’escursione lineare dei due trasduttori non deve essere proprio spropositata. A 40 Hz nelle 4 vicinanze della frequenza di accordo la seconda armonica si mantiene prossima al 5% così come la terza, 6 che comunque si abbassa di ben 25 decibel nell’ottava successiva. La presenza di quarta e quinta armonica su valori blandi ma visibili fino a circa 70 Hz non fa che confermare. Oltre la gamma mediobassa, comunque, notiamo come tutte le armoniche oltre la seconda spariscano alla base del grafico con valori estremamente bassi, quasi a livello di elettronica di potenza. La seconda armonica ozia per tutta la gamma media su valori incredibilmente contenuti e poi risale fino 1) Risposta in ambiente: ai -50 dB solo in quella altissima. Si Vin=2,83 V rumore rosa vede bene nel grafico solo perché 2) Risposta in frequenza con 2,83 V / 1 m 7 non c’è niente altro da guardare. La 3) Distorsione di 2a, 3a, 4a, 5a armonica e alterazione MIL parte molto lentamente alle basdinamica a 90 dB spl se frequenze, meno di quanto il dia4) Modulo ed argomento dell’impedenza metro della superficie radiante lasci 5) MIL - livello massimo di ingresso (per distorsione di supporre e sale, con poca compresintermodulazione totale non superiore al 5%) sione in verità, fino a sfiorare i 100 6) MOL - livello massimo di uscita (per distorsione di watt a 125 Hz. Dopo questa frequenintermodulazione totale non superiore al 5%) za, quando ormai l’escursione degli 7) Risposta nel tempo altoparlanti si è ridotta, sale in manie- 70 AUDIOREVIEW n. 325 settembre 2011 Anche le due TND, quella rossa eseguita a 90 dB e quella con la curva blu dei 100 dB, non brillano affatto in gamma bassa almeno fino a 200 Hz. Alla pressione più elevata oltre quella frequenza si scende al di sotto del 20%, un valore che in questo caso e a questa pressione è da considerarsi elevato. Dopo questa frequenza ad entrambe le pressioni la curva scende velocemente, anche se sappiamo che emette uno solo dei due midwoofer comunque non limitato in basso. Si può notare infatti una certa difficoltà alle basse frequenze che si produce in alterazioni sin nella gamma media e medioalta. Il tappeto appare molto contenuto sin quasi ai limiti della misura, con lo 0,1% a 90 decibel e 0,2% a 100 decibel di pressione media. ra più decisa, fino a raggiungere i 500 watt e a mantenere questa potenza ai morsetti fino al limite della misura. Occorre aggiungere comunque che ad una compressione dinamica veramente contenuta si aggiunge in gamma media, nella porzione di frequenze ove il tweeter inizia ad emettere, una serie di armoniche di ordine elevato. La MOL si avvantaggia della minima compressione dinamica ma nonostante ciò a bassa frequenza non si raggiungono pressioni notevoli a causa della limitata linearità nell’escursione. Invero si tratta delle seconde armoniche dei due segnali di prova che limitano sia la MIL che la MOL, ma lo strumento di misura ovviamente non fa troppe distinzioni e si ferma al 5% di IMD. A 160 Hz comunque si raggiungono 110 decibel rms, con un valore medio che sale fino a 114 in gamma medioalta ed alta. G.P. Matarazzo Figura A tamente la sua emissione dopo i 150 Hz e quello superiore incrocia direttamente col tweeter ad una frequenza superiore ai 2800-3000 Hz. Il vantaggio teorico di questa configurazione è costituito dal notevole rinforzo in gamma bassa che può es- AUDIOREVIEW n. 325 settembre 2011 Figura 2 sere modulato da un’accorta scelta della frequenza di accordo, mentre lo svantaggio riguarda solo il mancato apporto di 6 decibel in gamma media. A complicare ulteriormente le cose, tanto per cambiare, interviene anche la configurazione di carico alle basse frequenze che non è la stessa per i due midwoofer. Quello superiore infatti, pur lavorando nello stesso volume di quello inferiore, è praticamente limitato da un ulteriore subvolume le cui pareti inferiore e superiore sono costituite da un materiale assorbente molto denso, simile al feltro, accuratamente incollato e tenuto in posizione sulle pareti laterali. Il vano di lavoro così ottenuto è riempito a sua volta di materiale acrilico solo leggermente pressato. Potreste mai pensare che si tratta di un volume che il midwoofer vede come totalmente chiuso? No, e nemmeno io ci ho creduto, ma è bastata una misura dell’impedenza per accorgermi che il midwoofer esibisce un solo picco di risonanza, certo non altissimo, senza l’influenza dell’altro trasduttore. Il midwoofer inferiore invece lavora nel volume rimanente a sua disposizione, accortamente rinforzato e coibentato, ed è accordato in bass reflex grazie ad un discreto condotto a sezione troncoconica che da 60 millimetri di diametro interno passa a 76 millimetri di diametro all’uscita, con 160 millimetri di lunghezza. L’idea della doppia configurazione reflex-sospensione, tutt’altro che banale, è stata ripresa in passato da diversi costruttori, e fu oggetto di un’attenta analisi nel corso della prova della Quad 22 di qualche anno fa. Volendo ridurre “tutto in numeri”, è possibile ipotizzare un modello come quello visibile in Figura 2. In questo disegno ho sistemato al centro il generatore (verde) che alimenta sia il woofer di sinistra che quello di destra, woofer schematizzati col loro circuito RLC equivalente acustico (nero). Alle estremità notiamo a destra il modello acustico della sospensione pneumatica (blu) ed a sinistra quello del bass reflex (rosso) con l’induttanza Map e la resistenza Rap che simulano il condotto di accordo e le sue perdite. Quello che non dovrei dirvi è che all’epoca della stesura dell’articolo della Quad 22 avevo pur sistemato questo modello in un software “standard” per calcolare la risposta, l’im- 71 Il tweeter viene dichiarato essere un 39 millimetri, un diametro che può sembrare addirittura inusitato. Come visibile dalle foto si tratta di un tweeter a membrana di alluminio con al centro una cupola emisferica. Il particolare studio sulle sospensioni e la leggerezza dell’equipaggio mobile estendono di fatto la risposta fino ad oltre 40 kHz anche se con qualche esitazione. Il trasduttore insolitamente lavora in un piccolo volume totalmente sigillato. pedenza e l’escursione dell’insieme, software che ovviamente utilizzai all’epoca per le simulazioni e che oggi non mi ricordo nemmeno che nome avesse. Male che vada metterò in cantiere due giorni di fila di programmazione minima per riscrivere il tutto. Alla fine dell’analisi della costruzione andiamo a vedere come si comporta questo diffusore alla waterfall, che sembra spesso far intuire dall’esterno ciò che accade all’interno del diffusore. Come possiamo vedere dal grafico di Figura 3, l’andamento al cessare dello stimolo è ben smorzato in tutta la gamma media, con delle ampie zone di “quiete” fra i 1000 e i 3000 Hz. In basso notiamo un calo del livello coerente ed univoco senza eccessive riflessioni localizzate mentre in gamma alta un paio di risonanze, tra i 3500 ed i 5000 Hz, sembrano per- turbare appena la discesa verso il fondo. Vi faccio notare, perché molto visibile, la differenza di decadimento nei primi istanti tra il midwoofer superiore ed il tweeter, visibile perché situato ad una frequenza molto elevata. Possiamo rilevare come attorno ai 4500 Hz il tweeter attenua quasi bruscamente la sua emissione mentre il woofer impiega molto più tempo per far decadere la pressione emessa. L’ASCOLTO Oggi fa così caldo che non credo nemmeno ci sia bisogno di rodare gli altoparlanti o di portare a regime le elettroniche: fa caldo davvero, ed io come sempre in questi casi al posto di preparare i diffusori preparo la sala, chiudendola e mettendo a palla il condizionatore. Lascio pure un CD a suonare, ma giusto per abitudine. Torno dopo, molto dopo, giusto per rabbrividire appena e candidarmi ad un malanno per il passaggio brusco da sudato a quasi freddo. Spengo il condizionatore ed inizio immediatamente le danze. La prima impressione è quella di un diffusore stabile nel disegno della scena. Infatti la sensazione col coro di voci miste è la certezza delle posizioni dei vari esecutori. Di questo coro conosco tutto e mi ricordo, nonostante il tempo, anche la faccia degli esecutori. Bene, nella proposta della Sitara 25 il coro è fermo, con una dimensione orizzontale credibile ed un senso di profondità nella norma, senza gridare al miracolo ma senza compressioni sceniche apprezzabili. Altra primissima impressione per la gamma alta: pulitissima ed estesa senza forzature e senza durezze particolari. Insomma, la “esse” è morbida ed anche aumentando il volume non si irrigidisce. Solite voci di soliti artisti, bene. La gamma bassa è estesa, mediamente pastosa, non come un subwoofer ovviamente, ma si esprime bene, con una certa prontezza e con un buon senso di naturalezza. Potrebbe andare bene, e potrei rilassarmi ed ascoltare un po’ di musica solo per il gusto di ascoltarla… ed è proprio quello che faccio: poso il foglio degli appunti e la biro sul divano alla mia destra e mi deconcentro completamente. Sto cercando di imparare bene il disco di Cicogna ottenuto con “destrezza” e sorrisi ed alterno ascolti con i diffusori che mi capitano a tiro con ascolti in cuffia, tanto per scandire il suono così come è, anche se dopo un po’ la Stax non la sopporto più. Noto, giusto perché inusuale, la prontezza degli altoparlanti a salire sui transienti, senza perdita o compressione, ma viceversa con una prontezza notevole che sembra aggiungere pulizia ed emozione all’orchestra. L’attacco del violino od il pizzicato della chitarra sono notevoli e mi ritrovo a pensare che sono solo naturali e che spesso vengono modificati dalla minor prontezza degli altoparlanti. Non si tratta infatti di una prestazione del solo tweeter, visto che anche spesso lo sbilanciamento timbrico verso la gamma alta può facilmente assomigliare ad un maggiore dettaglio ed una maggiore resa dei particolari. Comunque mi piace, perché questa caratteristica porta con sé una dose accessoria di naturalezza che fa bene. Certo, possiamo disquisire su tutte queste caratteristiche che coinvolgono spes- 72 so e volentieri i bassissimi livelli di alcuni segnali, ma poi se la timbrica di base non è genuina il diffusore apparirà sempre un po’ monco. Non è il caso della Sitara, che suona in modo piacevole e pronto, e lo fa grazie soprattutto ad un buon bilanciamento timbrico. La voce maschile profonda non è all’altezza di quella femminile, ma le resta attaccata dietro come in un inseguimento da film, pur facendo percepire appena la distanza tra le due componenti. Anche la rifinitura della gamma altissima è notevole e soprattutto pulita. Come sto facendo spesso in questi ultimi ascolti mi alzo, spengo tutto e vado a rimisurare la gamma altissima ben oltre il limite classico dei 20.000 Hz per apprezzarne l’andamento in banda ultrasonica. Lo so, i 40 kHz non si sentono, e poi sono vecchio e non sento nemmeno i 10 kHz. Lo so benissimo, solo che queste non sono sinusoidi, sono armoniche di suoni reali e se le elimini la percezione dell’insieme cambia, anche a frequenze medioalte. In F ig u r a A possiamo vedere come vanno le cose da 2 a 40 kHz, e possiamo notare come la naturalezza in gamma altissima trovi un parziale riscontro nell’estensione notevole anche se appena accidentata ed in una pendenza praticamente inesistente. Per fare meglio ancora ed avere un’idea più chiara del comportamento delle altissime frequenze, mi ripropongo di effettuare una media pesata della dispersione del tweeter fino a 40 kHz. Tanto lo so che viene fuori quando un tweeter suona bene! Dopo una prestazione molto buona, inizio a testare i limiti del diffusore. Aumento il livello cercando di non distruggerlo, e anzi, non sembra proprio reagire in maniera scomposta. Annoto viceversa una scena ancora stabile e ben proposta, con la gamma bassa che segue a ruota, appena in affanno. Certo non fa i miracoli, almeno come tenuta in potenza, ma occorre ricordare che stiamo parlando di musica e non di segnali stazionari. Con la musica rock più cattiva in gamma mediobassa occorre aumentare ancora un po’ il volume del generoso amplificatore per vedere qualche segno di affanno sulle percussioni, che ora sono diventate più dure e che fanno agitare ben bene le membrane dei due midwoofer che vanno avanti ed indietro di buona lena. La grande orchestra ricalca ancora una volta un disegno della scena notevole, con una buona definizione degli strumentisti pur nell’amalgama della ripresa totale. È quello il posto che compete al primo violino o è stato messo lì dal fonico? Beh, con questo disco non lo saprò mai, ma lì il violino ci sta, si vede e suona pure bene. Ma che vuoi di più! G.P. M. AUDIOREVIEW n. 325 settembre 2011 A UDIO PHYSIC SITARA 25 Figura 3 Il filtro crossover, ampiamente spiegato nel box, è realizzato sdoppiando i componenti in serie all’altoparlante che poi vengono disposti sia sul polo caldo che tra la massa dell’amplificatore e quella dell’altoparlante. Notare le induttanze col filo cementato ed i condensatori Clarity Cap. Conclusioni Buon diffusore, ben costruito e ben progettato. E non poteva essere diversamente, visto lo spessore e la valenza tecnica del marchio. L’estetica rispecchia fedelmente altre realizzazioni di questo costruttore e devo ammettere che franca- mente a me non dispiace affatto. La ricerca effettuata sui modelli di dimensioni e costo maggiore anche in questo caso è ricaduta su un diffusore di dimensioni e prezzo minore e non c’è che da rallegrarsene. Magari un filo di escursione in più ai due midwoofer non avrebbe guastato, giusto per soddisfare maggiormente gli smanettoni da gamma bassa, ma probabilmente si sarebbe perso, per contropartita, qualcosa nel dettaglio e nell’articolazione ed alla fine devo ammettere che personalmente sta bene così. La costruzione è sobria e l’utilizzo notevole. Il prezzo rapportato alle prestazioni non è male e magari un piccolo sconto in questi periodi non felicissimi il negoziante è pure disposto a concederlo. Gian Piero Matarazzo Il filtro crossover senza massa Il diffusore che stiamo provando è dichiarato dal costruttore essere un due vie e mezzo, motivo per il quale mi aspetto un filtro passabasso sul midwoofer inferiore dalla pendenza molto blanda, un passa-basso sul midwoofer superiore dalla pendenza magari più decisa ed infine un passa-alto simile per pendenza acustica sul tweeter. Rimuovere “elegantemente” il crossover senza provocare danni non è stata impresa da poco, ed una volta ben sistemati sul banco, con la luce, il saldatore ben caldo ed il ponte RLC acceso mi sono dato da fare per fargli declamare tutte le generalità. Ho notato quasi subito la particolare configurazione speculare sul ramo negativo, una caratteristica conosciuta ed apprezzata già sulla Cardeas provata oltre un anno fa. Come possiamo vedere dallo schema riportato in F igu r a 4 il progettista ha sistemato le varie induttanze e condensatori sia sul ramo positivo, come di consueto, che quello negativo, di modo che nessuno dei tre altoparlanti abbia il negativo connesso alla massa di ingresso. A guardare indietro nel tempo tra tutti i crossover smontati posso ricordare di qualche costruttore che ha utilizzato Figura 4 configurazioni simili. Mi vengono in mente diversi francesi che sui filtri passa-basso spostavano gli elementi in serie all’altoparlante sul ramo negativo o le varie release dei filtri disegnati per la AR 3A che prevedeva per midrange e tweeter la regolazione del livello verso il positivo. Dal punto di vista analitico non cambia assolutamente nulla. Gli elementi posti in serie si sommano secondo le proprie caratteristiche. Prendiamo ad esempio la cella passa-basso disegnata per il midwoofer inferiore: le due induttanze da 2,35 millihenry poste in serie al segnale assieme al condensatore da appena 2,2 microfarad forniscono una risposta identica ad una cella tradizionale ottenuta con una induttanza da 4,7 millihenry e lo stesso conden- AUDIOREVIEW n. 325 settembre 2011 satore. Probabilmente il costruttore ritiene che in questa disposizione alcune caratteristiche indesiderate che un’induttanza si porta dietro si possano in qualche modo annullare e che il percorso verso massa non debba necessariamente essere diretto, dall’amplificatore al trasduttore sotto filtro. Comunque sia, con questa configurazione che potremmo definire impropriamente bilanciata e quella tradizionale equivalente si ottiene esattamente la stessa risposta, sia in modulo che in fase. Il progettista avrà ritenuto prioritario questo leggero upgrade se si è sobbarcato l’onere di raddoppiare induttanze ed i condensatori non proprio economicissimi dell’inglese Clarity Cap. A proposito del filtro vero e proprio vi faccio notare come nella cella del midwoofer inferiore sia piccolo il valore del condensatore da 2,2 microfarad rispetto a quello delle due induttanze in serie e come questa scelta verifichi una legge non scritta che vuole la “mezza via” del basso ad una pendenza estremamente contenuta per potersi ben amalgamare con l’altro midwoofer senza avere una propria emissione slegata dall’altro trasduttore. Il midwoofer superiore utilizza una circuitazione simile a quello inferiore, ma a ben vedere il condensatore è stato sostituito con una rete RC con la piccola resistenza che smorza appena il condensatore per ammorbidire la risposta alla frequenza di incrocio con il tweeter, frequenza di incrocio invero abbastanza elevata. Il passa-alto del tweeter reca due condensatori in serie che possiamo notare essere diversi di valore per una risultante di quattro microfarad. Evidentemente fare quattro microfarad con due condensatori da 8,2 microfarad in serie deve avere delle controindicazioni che al momento mi sfuggono, ma probabilmente deve essere così. G.P. Matarazzo 73
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