Lezione 1
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Lezione 1
Chimica e certificazione degli alimenti: II parte Dott.ssa Arianna Calistri Dip. di Istologia, Microbiologia e Biotecnologie Mediche, sez. di Microbiologia e Virologia Via Gabelli 63, Padova Tel: 827-2341/2364 e-mail: [email protected] Programma del corso: lezioni in aula # I microrganismi negli alimenti: caratteri generali; fattori che influenzano la crescita negli alimenti; principali tecniche di trattamento termico degli alimenti; tecnologie emergenti per la sterilizzazione degli alimenti # Human microbiome # Contaminazioni biologiche: microrganismi degradativi (batteri e funghi) e patogeni. Infezioni, intossicazioni e tosso-infezioni alimentari causate da batteri o da tossine batteriche. Virus veicolati dagli alimenti. Virus dell’influenza aviaria. Principali micotossine # Il ruolo della produzione industriale nel garantire la qualità: HACCP # Aspetti legislativi legati alla qualità e igiene degli alimenti: Indicatori chimici, fisici e biologici del processo di lavorazione(l’esempio dell’acqua minerale) # La problematica della Denominazione d’Origine Controllata e della tracciabilità Programma del corso: lezioni in aula # Tecniche analitiche per l’analisi della salubrità degli alimenti # Impatto sulla salute umana dei contaminanti di origine chimica # Indicatori chimici, fisici e biologici del processo di lavorazione # Il problema degli alimenti OGM # Microrganismi protecnologici (batteri e funghi) e le tecniche per il loro miglioramento genetico: l’esempio del vino # Microrganismi probiotici e il loro impatto sulla salute umana Dove reperire materiale per la preparazione dell’esame • Slides delle lezioni • Articoli su argomenti specifici • Libri di testo: – “Microbiologia degli Alimenti” di Antonietta Galli, Casa Editrice Ambrosiana – Recenti sviluppi di igiene e microbiologia degli alimenti, Giordano De Felip, Tecniche nuove Esame • Esame scritto a risposte aperte • L’esame comprende anche la parte relativa alle esercitazioni di laboratorio • Il voto viene mediato con quello della parte del corso relativa alle lezioni di Chimica degli Alimenti Streptococcus thermophilus Quanti microrganismi ingeriamo con gli alimenti? Si ingeriscono anche vivi? Lactobacillus delbruecki bulgaricus Penicillium roqueforti Bifidobacterium bifidum Saccharomyces cerevisiae I MICRORGANISMI E GLI ALIMENTI Batteri • Hanno dimensioni intorno al micron • Al microscopio appaiono come bastoncini, sfere o spirali • Svolgono funzioni utili come la mineralizzazione delle sostanze organiche; nell’industria alimentare sono importanti nel settore dei prodotti fermentati (yogurt, formaggi, aceto) • Alcuni possono essere agenti eziologici di malattie infettive e/o tossinogene. E’ quindi necessario evitarne l’ingresso e/o moltiplicazione negli alimenti Forme caratteristiche dei batteri Forme caratteristiche dei batteri Eumiceti Muffe e lieviti Le muffe • Le muffe si presentano ad occhio nudo come macchie di aspetto cotonoso, colorate a tinte diverse. – Crescono sulla superficie degli alimenti sia in ambienti relativamente poveri di acqua libera (pane, marmellata), sia in ambienti molto umidi – Crescono a pH acido (succo di frutta, conserve di pomodoro) – Alcune sono contaminanti in grado di alterare gli alimenti – Alcune di esse producono sostanze tossiche (micotossine), con sospetta azione carcinogena – Possono essere utili (nella produzione di alcuni formaggi) Muffe Sono in tutto e per tutto funghi filamentosi le cui cellule, molto grosse e cilindriche, comunicano una con l’altra e costituiscono dei filamenti ramificati, detti ife Muffe L’insieme micelio. delle ife costituisce il La struttura della cellula è eucariotica Le ife subiscono, durante il ciclo vitale del fungo, processi di differenziamento in base alle funzioni che assumono. Muffe Le muffe si riproducono naturalmente per mezzo di spore Sono prive di clorofilla Il corpo è di solito filamentoso (∅ 5-10µm) e comunemente ramificato I filamenti hanno pareti che contengono chitina e/o cellulosa Muffe Sono immobili, sebbene possono avere cellule riproduttive mobili. Producono spore asessualmente. sessualmente o Muffe I miceli possono essere riproduttivi o vegetativi Quelli riproduttivi sono deputati alla produzione di spore e si protendono nell’aria dal substrato Quelli vegetativi penetrano nel substrato per procurare nutrimento. Fisiologia e nutrizione delle muffe Le muffe si adattano a stress più forti di quelli che possono sopportare la maggior parte dei microrganismi Sono più resistenti dei batteri alle pressioni osmotiche Le muffe possono tollerare ed accrescersi in concentrazioni relativamente alte di acidi. Fisiologia e nutrizione delle muffe Le muffe riescono a sopravvivere in ambienti disidratati che inibirebbero la maggior parte dei batteri Per accrescersi tutte le richiedono microelementi: fosforo, potassio, zinco, manganese e molibdeno; richiedono anche vitamine. specie ferro, rame, alcune Fisiologia e nutrizione delle muffe I funghi parassiti producono spesso speciali rami ifali chiamati austori, che penetrano nelle cellule ospiti per prelevare sostanze nutritizie dal citoplasma Le sostanze nutritizie passano dagli austori alle ife principali, che si accrescono fra le cellule dell’ospite. I lieviti • I lieviti si presentano al microscopio come cellule di qualche micron di diametro, di forma prevalentemente ovoidale. – Cresciuti in substrato solido danno colonie biancoavorio, di consistenza cremosa, dotate di un caratteristico odore. In liquidi zuccherini danno luogo a torbidità e depositi. – Fermentano gli zuccheri secondo lo schema di fermentazione alcolica. Generando alcol e CO2 e sostanze secondarie quali aldeidi, acidi, esteri. – Sono utili nella preparazione di molti alimenti (pane, vino, birra), ma possono far degenerare alcuni prodotti. – Sono in grado di moltiplicarsi anche in ambiente acido ad elevate concentrazioni di zuccheri e sali Lieviti I lieviti, come le muffe, sono funghi, ma si distinguono dalle muffe perché la loro forma comune e dominante è unicellulare. La loro riproduzione vegetativa avviene di solito per gemmazione. Lieviti I lieviti non formano un gruppo tassonomico ben definito. Esistono circa 350 specie di lieviti, distinti in 39 generi. Ecologia dei lieviti I lieviti sono ampiamente distribuiti in natura e sono disseminati da insetti vettori e dalle correnti d’aria La maggior parte è saprofita, ma alcuni sono parassiti Molte differenti specie di lieviti si trovano nel suolo, altre in ambiente acquatici. Morfologia dei lieviti In generale le cellule dei lieviti sono più grandi della maggior parte dei batteri Hanno dimensioni di 1-5µm di larghezza e 530 µm di lunghezza Di solito sono ovoidali, ma alcuni sono allungati ed alcuni sferoidali I lieviti sono privi di flagelli o di altri organi di locomozione. Citologia dei lieviti: capsule Alcuni lieviti sono coperti da un materiale extracellulare mucoso, viscoso che costituisce la sostanza capsulare, formata da polisaccaridi, mannani e sostanze amiloidi. Citologia dei lieviti: parete cellulare La parete cellulare dei lieviti è sottile nelle cellule giovani e si ispessisce con l’età. I costituenti principali della parete cellulare di S.cerevisiae sono: glucano (2 polisaccaridi, 30-40%), mannano (Dmannosio, 30%), proteine (6-8%), lipidi (8,5-13,5%), chitina (Nacetilglucosamina 1-2%). Citologia dei lieviti: membrana citoplasmatica Funzionamento batterica. simile Presenta lipidi, polisaccaridi. alla proteine cellula e Citologia dei lieviti: costituenti protoplasmatici Ribosomi ricchi di RNA. Reticolo endoplasmatico. Citologia dei lieviti: nucleo Ben definito e delimitato da una membrana nucleare semipermeabile. Citologia dei lieviti: mitocondri Sono costituiti in gran parte da lipoproteine e da una piccola quantità di RNA e DNA. Citologia dei lieviti: vacuoli Ciascuna cellula di lievito contiene nel citoplasma uno o più vacuoli o “goccioline” trasparenti, composti da metafosfato, polifosfato o un lipide. Citologia dei lieviti: inclusioni varie Alcune specie di lieviti accumulano grandi quantità di lipidi, carboidrati o proteine e vitamine. Riproduzione dei lieviti I lieviti possono riprodursi per sporulazione, gemmazione o scissione, ma il processo più comune è la gemmazione. Importanza dei funghi nell’ambito della Microbiologia e Igiene alimentare Fenomeni patologici Micotossicosi: contaminazione delle derrate alimentari da parte di tossine prodotte da MUFFE Esempio: ERGOTISMO ANCHE LE SOSTANZE TOSSICHE PRODOTTE DAI FUNGHI SUPERIORI SONO CONSIDERATE UN ESEMPIO DI CONTAMINAZIONE BIOLOGICA Micetismo: avvelenamento da funghi (es: Amanita phalloides, muscaria). Funghi e muffe tossiche Producono tossine con conseguente danno per piante, animali, uomo. L’intossicazione avviene in seguito ad ingestione di funghi velenosi o cibi contaminati da muffi o funghi produttori di tossine Micotossine: tossine elaborate dai funghi Fitoalessine: sostanze prodotte dalle piante in risposta al fungo. Funghi tossici Le tossine possono agire sinergicamente causando i seguenti danni: nefrotossicità, danni al tessuto cutaneo, danni al tratto gastrointestinale, danni al sistema respiratorio Alcune tossine sono carcinogeni (aflatossine) potenti Funghi d’importanza industriale I funghi sono importanti per la fabbricazione di: vino, birra, pane, formaggi. Sono importanti anche per la produzione di antibiotici, la trasformazione degli steroidi e la produzione di insetticidi. Funghi d’importanza industriale: fabbricazione dei formaggi Pennicillium roqueforti (muffa aerobia): dopo l’inoculo delle spore fungine, si lascia riposare il formaggio a basse temperature (9°C), per scoraggiare lo sviluppo di altri microrganismi. Pennicillium camemberti: cresce in superficie, dirigendosi verso l’interno (caratteristica liquefazione). Funghi d’importanza industriale: produzione di antibiotici Benzilpennicillina (Pennicillina G). Cefalosporina C. Griseofulvina. Streptomicina. Funghi d’importanza industriale I funghi sono importanti per la produzione di vitamine, aminoacidi, acidi organici. I VIRUS • Virus: sono visibili solo al microscopio elettronico. • Sono parassiti obbligati di piante, animali, batteri The HIV Life Cycle MATURE VIRION CD4/CORECEPTOR BINDING RELEASE & MATURATION BUDDING UNCOATING MEMBRANE FUSION ASSEMBLY VIRAL RNA REVERSE TRANSCRIPTION ENV VIRAL DNA GAG PREINTEGRATION COMPLEX NUCLEAR IMPORT TRANSLATION TRANSCRIPTION INTEGRATED PROVIRUS NUCLEUS I virus di qualunque classe, nudi o dotati di envelope, a DNA o a RNA, utilizzano i pathways cellulari a loro vantaggio Virus come contaminanti degli alimenti • Tutti i virus contaminanti degli alimenti possono essere causa di malattia se per le loro caratteristiche sono in grado di superare le misure messe in atto per evitare il rischi e quindi le barriere fisiche e chimiche dell’organismo • La presenza o assenza di envelope virale può essere un importante fattore che rende un virus più o meno prono a determinare infezioni alimentari • Anche la distribuzione dello specifico recettore su determinate cellule è essenziale • Non vanno dimenticate gli specifici meccanismi PATOGENETICI • Un discorso a parte lo meritano i PRIONI I PARASSITI • Protozoi: sono organismi unicellulari che hanno scarsa importanza nel settore alimentare dei paesi a clima temperato. Sono invece importanti nei paesi tropicali dove possono essere responsabili di diverse gravi infezioni di origine alimentare (es amebiasi) • Anche gli Elminti possono essere trasmessi con gli alimenti (es taenia) Infine • Parassiti • Artropodi (insetti ed acari) • Roditori Sono una fonte importantissima di contaminazione degli alimenti Che cosa si intende per igiene degli alimenti e microbiologia alimentare? • Gli alimenti costituiscono un ambiente ideale per la sopravvivenza e crescita microbica • La presenza dei microrganismi negli alimenti può risultare in una precisa successione di modificazioni o può essere nociva per la salute umana • Fattori intrinseci (associati agli alimenti) ed estrinseci (ambientali) interagiscono con la comunità microbica Caratteristiche o cambiamenti chimico/fisici degli alimenti Endogeni Chimica degli alimenti Dovuti a microrganismi Microbiologia Biotecnologie alimentari Che cosa studia la microbiologia alimentare? 1 Proliferazione microbica negli alimenti -Deterioramento -Miglioramento delle proprietà organolettiche, o del valore nutritivo o del valore edonistico dell’alimento a seconda dei microrganismi coinvolti e delle condizioni di conservazione 2 Alimenti contaminati possono determinare l’insorgenza di malattie La microbiologia degli alimenti • PROVENIENZA e SIGNIFICATO delle varie specie microbiche presenti nel prodotto alimentare • COMPORTAMENTO durante i differenti processi tecnologici cui il prodotto è sottoposto nel corso delle sue trasformazioni (INIDICI DI QUALITA’, DI SALUBRITA’, DI TIPICITA’) • INFLUENZA dei microrganismi endogeni e esogeni sulla conservazione dell’alimento - PROCESSI BIOCHIMICI che si manifestano nell’alimento stesso conseguenti al METABOLISMO microbico La microbiologia degli alimenti Studio di specifici gruppi microbici la cui presenza nell’alimento può determinare l’insorgenza di vere e proprie malattie infettive oppure di sindromi morbose note come “infezioni alimentari” Igiene degli alimenti • Insieme di tutti gli accorgimenti che vengono messi in atto per ottenere un prodotto sano, integro e ben conservabile • La produzione “igienica” è un requisito essenziale nella qualità di un alimento • Riguarda la MATERIA PRIMA, la sua LAVORAZIONE in TUTTE le fasi e la DISTRIBUZIONE del PRODOTTO FINITO Microrganismi protecnologici • Fermentazione del vino e della birra, lievitazione del pane, preparazione del burro e latti fermentati, processi di caseificazione presenza naturale negli alimenti, spesso trasferiti dalla lavorazione precedente alla successiva (madre) • Necessità di ottenere prodotti con caratteristiche organolettiche e qualitative costanti e ripetibili colture selezionate, preparate in laboratorio pure o in associazione per la produzione di alimenti a caratteristiche standardizzate (starter). Le colture selezionate possono venire preparate in grandi quantità e conservate STARTER UTILIZZATI NELL’INDUSTRIA • Batteri • Lieviti • Muffe • • Funghi superiori Alghe Microrganismo Settore alimentare Acetici Lattici Acetificazione Latti fermentati Burro Formaggi Vegetali fermentati Insaccati Prodotti da forno Formaggi (Emmental) Stagionatura insaccati Vino Birra Pane e prodotti da forno Latti fermentati acido alcolici Preparazione cibi orientali Propionici Micrococchi Saccaromiceti Mucor Ryzopus Penicillium Mrchella Kombu Erborinatura formaggi blu Aromi da fungo Alimenti orientali Microrganismi protecnologici • Naturalmente presenti: » Microrganismi dei latto-innesti e siero-innesti naturali » Microrganismi responsabili delle fermentazioni spontanee dei vegetali e salumi » Lieviti responsabili della fermentazione spontanea del mosto » Batteri acetici delle madri per aceto • Preparati e selezionati in laboratorio » » » » Colture da yogurt Colture da burro Ceppi batterici selezionati per formaggi e salumi Ceppi fungini selezionati per particolari tipi di formaggio Lieviti selezionati per la vinificazione La MICROBIOLOGIA ALIMENTARE può essere considerata una branca dell’ECOLOGIA MICROBICA Al fine di gestire al meglio le condizioni di crescita e le attività metaboliche dei microrganismi per l’ottenimento di alimenti sono necessarie una serie di informazioni inerenti a: • L’identità tassonomica, cioè il numero delle specie, e il grado di diversità biologica dei ceppi che colonizzano l’alimento in ogni stadio del processo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito; • Dati quantitativi che descrivono l’andamento delle popolazioni di specie e ceppi microbici durante le diversi fasi del processo produttivo; • Distribuzione spaziale delle specie microbiche nel prodotto; • Effetto dei fattori intrinseci e di processoconservazione che possono influenzare la crescita, la sopravvivenza e le attività metaboliche microbiche; La valutazione del grado di diversità biologica rimane sempre una stima della reale diversità microbica esistente sia per la difficoltà di recuperare le specie presenti a bassa concentrazione nel campione, sia per l’annoso problema delle specie non coltivabili. CARATTERIZZAZIONE GENETICA E FENOTIPICA DI MICRORGANISMI DI INTERESSE ALIMENTARE • L’ identità tassonomica e il grado di diversità biologica … Variabilità fenotipica tra ceppi che appartengono alla stessa specie Identificazione a livello di genere e specie, secondo un approccio POLIFASICO ovvero di un approccio basato su valutazioni fenotipiche e genotipiche. GENOTIPO (per identificare la specie) Analisi filogenetica basata sulla sequenza del gene 16S rRNA del ceppo isolato. L’ identificazione appropriata di una specie batterica avviene essenzialmente attraverso analisi molecolari … ma non è mai una pratica semplice e scontata ! … perché la definizione di specie batterica non ha “contorni definiti” ... perché non è così raro individuare ceppi batterici che appartengono a specie o generi non ancora descritti Ceppi Isolati in coltura pura 16S rRNA Specie D e E Specie B e C Specie A Potere di risoluzione ITS (16S-23S rRNA) Specie D e E Specie B Specie C Specie A RAPD, rep-PCR, etc. Specie D Specie E Specie B Specie C Specie A Specie A La CARATTERIZZAZIONE GENOTIPICA ottenuta a livello di CEPPO Mette in evidenza una VARIABILITA’ GENOTIPICA NON NECESSARIAMENTE CORRISPONDENTE ALLA VARIABILITA’ FISIOLOGICA e alle caratteristiche TECNOLOGICHE del ceppo Indispensabile una caratterizzazione FENOTIPICA Metabolismo Energetico Primario (Respirazione e/o Fermentazione). Questa informazione si può considerare acquisita contemporaneamente all’identificazione molecolare a livello di specie. Caratterizzazione delle attività metaboliche di interesse tecnologico. Spesso si tratta di caratteristiche dei singoli ceppi piuttosto che della “specie”. Potere di risoluzione I processi fermentativi • FERMENTAZIONE: processo che sfrutta i microrganismi, sia in condizioni di aerobiosi sia in anaerobiosi, come mezzo per produrre beni e servizi, in condizioni controllate I processi fermentativi • Si possono identificare due step: – Step di reazione, che comprende la fase di fermentazione o biotrasformazione (upstream) – Step di isolamento del prodotto, che comprende le fasi successive alla fermentazione (downstream) I processi fermentativi S X Substrato + Cellule Ingegneria di processo Fermentazione + recupero P Prodotto Cellule Metaboliti primari Metaboliti secondari Enzimi Prodotti di biotrasformazione I microrganismi nelle fermentazioni • Tradizionalmente venivano impiegate colture miste, presenti a livello delle materie prime o in ambienti particolari (alimenti, bevande) • L’isolamento dei microrganismi responsabili è relativamente recente • Processi fermentativi su larga scala basati sull’utilizzo di colture pure La variabilità genetica e la “biodiversità” esistenti nel mondo microbico consentono, nella maggior parte dei casi, di individuare il microrganismo (ceppo) più adatto ad un determinato processo produttivo … quando ciò non è possibile … la selezione di mutanti “naturali” rappresenta un ottimo strumento per ottenere il “nuovo” microrganismo con le caratteristiche desiderate … … in ogni caso la costruzione di microrganismi geneticamente modificati può aiutare (in laboratorio) a comprendere le funzioni di singoli geni o gruppi di geni nel metabolismo cellulare e il loro contributo “tecnologico” … … esistono tecnologie Food-Grade per ottenere microrganismi ricombinanti …ma non sono attualmente accettate dai consumatori perché … Ottenimento di colture pure di microrganismi fermentanti • Screening a partire dall’habitat naturale – Mutagenesi • Microrganismi ricombinanti – Norme legislative • Collezioni ufficiali – Circa 500 in 65 paesi microrganismi GRAS Metabolismo del LATTOSIO/Galattosio Sistema PROTEOLITICO Caratterizzazione delle attività metaboliche di interesse tecnologico. Caratteristiche dei singoli ceppi piuttosto che della “specie”. L’AUTOLISI La produzione di AROMI La sintesi di ESOPOLISACCARDI La produzione di MOLECOLE ad ATTIVITA’ ANTIBATTERICA La RESISTENZA AI BATTERIOFAGI Effetti diretti sulla velocità di acidificazione S. thermophilus non utilizza Metabolismo del LATTOSIO/Galattosio il galattosio derivato dall’idrolisi del lattosio e il suo accumulo nella matrice alimentare può facilitare lo sviluppo di microrganismi alterativi In alcuni casi si preferisce selezionare ceppi incapaci di utilizzare il lattosio (L. delbrueckii per produzione di yogurt) Effetti diretti sulla velocità di acidificazione Effetti indiretti sul processo di maturazione dei formaggi (endopeptidasi) Sistema PROTEOLITICO Modulare lo sviluppo di sapori amari dovuti alla formazione di peptidi conteneti amminoacidi idrofobici (Leu, Phe e Pro) Può determinare la formazione di peptidi BIOATTIVI a partire dall’idrolisi delle proteine del latte (Inibitori dell’ACE e casomorfine) L’AUTOLISI Effetti diretti sul processo di maturazione dei formaggi. Inoculi con ceppi selezionati autolitici riducono i tempi del processo di maturazione. La produzione di AROMI Effetti diretti sulle qualità organolettiche del prodotto finito. (Enzimi coinvolti nel catabolismo degli amminoacidi, glutammatodeidrogenasi, transaminasi, idrossimetiltransferasi) Diacetile, acetaldeide etc. La sintesi di ESOPOLISACCARDI Effetti diretti sulla texture del prodotto fermentato (Yogurt). Consente di ridurre la % di sostanza grassa. La produzione di MOLECOLE ad ATTIVITA’ ANTIBATTERICA Si tratta di molecole di sintesi proteica (batteriocine) e in grado di contrastare lo sviluppo di microrganismi alterativi o patogeni. Rappresentano un valore aggiunto nelle caratteristiche di una coltura starter. ceppo batterico pro-tecnologico batteri patogeni e/o alterativi La RESISTENZA AI BATTERIOFAGI Importante sia in fase produttiva di biomasse da utilizzare come starter che in fase di caseificazione In alcuni casi l’induzione di un ciclo litico viene sfruttato per accelerare il processo di maturazione dei formaggi Un aiuto dal sequenziamento dei genomi microbici genomi di piccole dimensioni (1,8 – 3 Mbp) il background culturale (biologia molecolare, genetica, biotecnologie) consente una loro “facile” annotazione … posso prevedere cosa “sa fare” un microrganismo sulla base della sequenza del suo genoma … attribuire a ciascun gene una “funzione” nel metabolismo cellulare Streptococcus thermophilus - genome Microrganismi GRAS (Generally Recognized As Safe) Batteri Prodotti/settore d’impiego Bacillus subtilis Pectina liasi/settore alimentare Bacillus lechiniformis Proteasi/ settore alimentare Lactococcus lactis Nisina/ settore alimentare Streptomyces griseus Vitamina B12 Lieviti Candida utilis Mangimistica Saccharomyces cerevisiae Lievito per la panificazione, estratti proteici Muffe Aspergillus niger Cellulasi per il trattamento di molluschi e crostacei Penicillium roqueforti Caseificazione Rhizopus Oryzae Amilasi per la produzione di destrosio da amido Collezioni di microrganismi Collezione Microrganismo Anerican Type Culture Collection (ATCC) tutti Deutsche Sammlung von Mickroorganismen und Zellkulturen (DSMZ) tutti Collection Nationale de Cultures de Microrganismes tutti CABI Bioscience Genetic Resource Collection tutti Culture Collection of the Institute for Fermentation (IFO) tutti Japan Collectio of Microorganisms (JCM) tutti Canadian Collection of Fungal Cultures muffe Collection de l’Institut Pasteur (CIP) batteri National Collection of Yeast Culture (NCYC) lieviti e muffe I microrganismi negli alimenti -indicatori di qualità -indicatori di processo -indicatori di salubrità -indicatori di tipicità? -PROBIOTICI INDICATORI DI QUALITA’ • Il loro # (g/ml) indica le caratteristiche di IGIENE e PULIZIA delle tecniche di manipolazione e conservazione che il prodotto ha subito • Caratterizzano la CONSERVABILITA’ e le caratteristiche ORGANOLETTICHE INDICATORI DI QUALITA’ • Vengono considerati indicatori della qualità la: – CARICA BATTERICA TOTALE (CBT) – I coliformi – Le muffe • Possono aumentare (alterazioni organolettiche), rimanere costanti (accettabilità) o diminuire (miglioramento della qualità) • Esempi di indicatori di qualità per alcuni alimenti: – – – – – – Impasto da pane Frutta in scatola Formaggi a pasta dura Vino Birra Burro Succhi di frutta Bacillus spp. Bissoclamys spp. Clostridi butirrici Batteri lattici e acetici Pseudomonas spp. Lieviti, muffe, batteri lattici • Esempi di alcuni metaboliti indicatori di qualità negli alimenti – Carne bovina sotto vuoto – Tonno in scatola – Burro, panna Cadaverina-putrescina Istamina Acidi grassi volatili • Indici di qualità sono TUTTI i microrganismi il cui # o i cui metaboliti possono essere utilizzati per una previsione della vita di scaffale del prodotto • Il loro valore è tanto più importante quanto più il prodotto è lontano dal consumo • Essi dovrebbero rispondere ai seguenti requisiti: – Essere rilevabili negli alimenti per i quali definiscono la qualità – Il loro # e il loro sviluppo deve avere una correlazione diretta negativa con la qualità del prodotto – Devono essere facilmente e rapidamente rilevabili LA QUALITA’ MICROBIOLOGICA DI ALIMENTI ufc/gr Prodotti Freschi <1.000 Cotti Ottima <10.000 Ottima Buona <100.000 Buona Discreta <500.000 Discreta Scadente <5.000.000 Scadente Cattiva >5.000.000 Cattiva Livelli microbiologici tali da garantire un prodotto finito di buona qualità (dati di letteratura): Carica microbica totale 104 ufc/g o ml Coliformi fecali 102 ufc/g o ml Stafilococchi coagulasi positivi 102 ufc/g o ml Regolamento (CE) n. 2073/2005 del 15 novembre 2005 sui criteri microbiologici degli alimenti Indicatori di processo Informano in merito alle procedure cui gli alimenti sono stati sottoposti Ad esempio: manipolazione, stato di conservazione,trattamenti termici, lavaggio, ecc. Indicatori di processo: carica mesofila aerobica, coliformi (gruppo), Enterobacteriaceae, stafilococchi coagulasi e termonucleasi positivi, batteriofagi Indici microbici di salubrità Informano in merito alla possibile presenza di germi patogeni Esempio: Staphylococcus aureus Escherichia coli INDICATORI DI SALUBRITA’ • Sono i microrganismi il cui #/g è un parametro di rischio per il consumatore • Sono PATOGENI e responsabili di INFEZIONI e INTOSSICAZIONI alimentari • La moltiplicazione nell’alimento aumenta il RISCHIO di malattia; la diminuzione migliora la SICUREZZA d’uso • Devono essere FACILMENTE e RAPIDAMENTE individuabili • Se non sono chiaramente patogeni, devono possederne i medesimi requisiti di crescita e sviluppo • Raramente gli indicatori di salubrità causano percettibili alterazioni delle caratteristiche organolettiche CONTAMINAZIONE DEGLI ALIMENTI TRASFERIMENTO DI MATERIALI INDESIDERATI NEL PRODOTTO FINITO ---------------------------------ORIGINE DELLA CONTAMINAZIONE: CHIMICA, FISICA, BIOLOGICA, MICROBIOLOGICA CONTAMINAZIONE FISICA Presenza di corpi estranei: sassolini, schegge metalliche, di vetro, di legno, frammenti di plastica, ecc. Originano da negligenze o da carente manutenzione degli impianti. CONTAMINAZIONE CHIMICA Presenza di metalli pesanti, pesticidi, solventi, antibiotici, ormoni, ecc. Originano dalla materia prima per effetto dell’inquinamento ambientale, dal contatto degli alimenti con gli imballaggi, dall’uso improprio di farmaci nell’allevamento del bestiame, ecc. AGENTI CHIMICI – Metalli • Antimonio, cobalto, cadmio, arsenico, cromo, stagno, mercurio, nichel, piombo – Pesticidi e loro metaboliti e prodotti di decomposizione • Bromuro di metile, ditiocarbamati, insetticidi organoclorurati e organofosforati – Radionuclidi • 137Cs, 90Sr, 131I – Altre sostanze • Amianto, policoricifenili e terfenili, cloruro di vinile monomero e altri composti organici ceduti da materiale di imballaggio, composti N-nitroso (comprese le nitrosamine), fluoruri, idrocarburi policiclici aromatici, nitrati, nitriti, selenio, sostanze utilizzate in zootecnia come antibiotici e ormoni CONTAMINAZIONE BIOLOGICA Origina dall’aggressione delle derrate alimentari da parte di agenti biologici quali insetti volanti o striscianti, larve di insetti, escrementi di roditori, ecc. CONTAMINAZIONE MICROBIOLOGICA Presenza di microrganismi patogeni e saprofiti che originano dalle materie prime, dai cicli di trasformazione o dal contatto con l’uomo. AGENTI BIOLOGICI – Batteri e tossine batteriche • Bacillus cereus, Brucella melitensis, Campylobacter, Clostridium botulinum (tossina), Clostridium perfringens, enterococchi, enterotossina stafilococcica, Escherichia coli enteropatogena, Yersinia enterocolitica, Listeria monocytogenes, Mycobacterium TBC, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella, Shigella, Vibrio colerae, Vibrio parahemoliticus – Eumiceti e micotossine • Aflatossine, Citrinina, Sterigmatocistine, Ocratossina A, Patulina, tossine provenienti dal genere Fusarium – Virus • Enterovirus, virus epatite A – Diversi tipi di parassiti • Amoeba histolitica, Cysticercus bovis, Echinooccus granulosus, Fasciola hepatica, Pasciola gigantica, Pargonimus westermani, Taenia saginata, Taenia solium, Trichinella spiralis MODALITA’ DI CONTAMINAZIONE DEI CIBI ENDOGENA: all’origine (materie prime) ESOGENA: a livello di lavorazione STOCCAGGIO: Depositi non idonei, Scarsa pulizia delle celle frigo, con promiscuità degli alimenti. DURANTE LA MANIPOLAZIONE: Attrezzature e superfici di lavoro contaminate; Promiscuità cotto/crudo, sporco/pulito; Inosservanza delle norme igieniche personali. DOPO LA PREPARAZIONE: Promiscuità cotto/crudo; Confezionamento in condizioni igieniche inadeguate. PRESENZA DI INSETTI e RODITORI. CONTAMINAZIONE DEGLI ALIMENTI Più i cibi sono manipolati e costituiti da molti ingredienti, più elevato è il numero di batteri che contengono di conseguenza Maggiore è il numero di microrganismi nel cibo, minore è la sicurezza igienica e la vita commerciale del prodotto. LA CONTAMINAZIONE CROCIATA Si verifica quando gli agenti infettanti vengono trasmessi da un alimento ad un altro attraverso: Effetti d’uso Superfici • coltelli • tavoli di lavoro • tritacarne • contenitori • attrezzature varie Mani del lavoratore Modalità di contaminazione degli alimenti da parte di un portatore sano i germi patogeni sono eliminati attraverso le feci, il naso, la cute trasferiti sulle mani entrano in contatto con gli alimenti qui sopravvivono e si moltiplicano se trovano condizioni favorevoli Ruolo degli alimenti nella trasmissione delle infezioni microbiche Semplice veicolo Substrato di intensa moltiplicazione FATTORI CHE COMPORTANO LA CONTAMINAZIONE DEGLI ALIMENTI Alimenti crudi inizialmente contaminati Alimentaristi portatori di agenti patogeni che toccano i cibi non destinati ad un successivo trattamento termico Contaminazione crociata tra cibi crudi e cotti Utilizzo di "avanzi" di cibo Approvvigionamento da fonti insicure (frutti di mare, latte crudo, conserve alimentari casalinghe) Conservazione in zone con condense o sgocciolamenti Utilizzo improprio di fitofarmaci Alimenti acidi a contatto con superfici contenenti metalli tossici (piombo, rame, ecc). In qualsiasi modo ed in qualsiasi fase avvenga la contaminazione microbica degli alimenti, la pericolosità dipende da: Temperatura di conservazione del cibo Tempo che trascorre tra la preparazione ed il consumo Deperibilità dell’alimento Fattori che influenzano lo sviluppo microbico negli alimenti Temperatura (mesofili, termofili, psicrofili) pH Tensione di ossigeno Attività dell’acqua (Aw) Concentazione salina Composizione dell’alimento 0-25°C LA TEMPERATURA I vari tipi di microrganismi prediligono temperature diverse per il proprio habitat ottimale Intervallo T. ottimale di crescita Psicrofili -5°C-20°C 10-12°C Mesofili 20-45°C 32-37°C Termofili 45-75°C 55°C 0-5°C-35°C 25-30°C Psicrotrofi Moltiplicazione dei batteri in condizioni favorevoli 69 miliardi Numero batteri Tempo indicativo di moltiplicazione: 4°C: 6 ore 10°C: 2 ore 21°C: 1 ora 1 32°C: 20’ miliardo 17 milioni 260000 1 ore 0 64 2 4000 4 6 8 10 12 LIVELLI SOGLIA PER L'INSORGENZA DI MALATTIA Agente causale Livello soglia Tossina stafilococcica > 10 - 13 µg Tossina botulinica > 1 µg Salmonella typhi > 102 u.f.c Salmonelle minori 102 - 104 u.f.c Sighella > 102 u.f.c E.coli "enteropatogeno" > 108 u.f.c Clostridium perfringens > 105 u.f.c/g di alimento Bacillus cereus > 106 u.f.c/g di alimento Campylobacter spp.: 500 (soggetti a rischio) - 106 u.f.c Listeria monocytogenes : 103 (soggetti a rischio) - 106 u.f.c Vibrio parahaemolyticus > 105 u.f.c Yersinia spp. > 109 u.f.c Giardia 10 - 100 cisti H.A.V 1 - 10 u.f.p Norwalk virus > 10 u.f.p Influenza della temperatura sullo sviluppo batterico VELOCITA' DI CRESCITA DI ALCUNI MICRORGANISMI A DIVERSE TEMPERATURE DI REFRIGERAZIONE Tempo di moltiplicazione in ore Microrganismi 10-13°C 4-5°C 0-1°C __________________________________________ Psicrofili veri 2-3 6 12 Y.enterocolitica 5-6 20 25 L.monocytogenes 5-9 13-25 62-131 A.hydrophila 4-6 9-14 > 49 Salmonelle sp. <8 > 30 ∞ Psicrotrofi: Enterobacteriaceae e contaminanti 2-4 8-12 16-20 TEMPERATURE MINIME E MASSIME 50° Yersinia e. Listeria m. St. aureus Salmonella 40° B. cereus C. perfringens 30° Campylobacter j. 20° 10° 0° Gli alimenti devono rimanere il minor tempo possibile a temperatura ambiente, in particolare nell’intervallo di temperatura che va da 10°C a 65°C TERMORESISTENZA DEI MICRORGANISMI 120° Distruzione delle spore in 10’-20’ 100° Distruzione rapida di tutte le forme vegetative 80° 60° 40° 20° 0° - 20° - 40° Zona termica di pastorizzazione Zona di massimo sviluppo per i batteri termofili Zona di massimo sviluppo per i batteri mesofili Sviluppo massimo psicrofili, attenuato dei mesofili Sviluppo attenuato degli psicrofili Cessazione progressiva dello sviluppo microbico Azione devitalizzante del congelamento Cisti di Trichinella spiralis: 6-10 giorni a –10°C Cisticerchi di Taenia solium e saginata: 5 giorni a –10 °C e 3 giorni a –18°C Toxoplasma gondii: Oocisti: 7 giorni a –10°C Cisti: 2 giorni a –20°C USO DELLE BASSE TEMPERATURE Il freddo non distrugge i microrganismi Più basse sono le temperature, maggiore è il rallentamento dell’attività microbica, consentendo un prolungamento dei tempi di conservazione Il sistema della conservazione con il freddo prevede il rigoroso rispetto della catena del freddo, pertanto la temperatura non può subire rialzi consistenti, neppure per breve tempo REFRIGERAZIONE REFRIGERAZIONE da 0°C a 4°C CONGELAMENTO CONGELAMENTO a temperatura inferiore a -15°C SURGELAZIONE SURGELAZIONE a temperatura inferiore a -18°C SURGELATO Si ottiene una forte inibizione della crescita dei microrganismi responsabili delle tossinfezioni Si ottiene il blocco pressoché totale della crescita microbica Si ottiene il blocco totale della crescita microbica si formano cristalli piccolissimi che non danneggiano l’alimento Alimento in confezione chiusa all’origine, sottoposto ad un abbassamento veloce della temperatura, fino a raggiungere in meno di 4 ore i -18°C, e conservato a tale temperatura. UTILIZZO CORRETTO DELLE CELLE FRIGORIFERO Assicurarsi che in ogni cella ci sia un termometro e controllare giornalmente la temperatura Evitare lo stivaggio eccessivo: all’interno della cella frigorifero deve circolare aria Recipienti di metallo o vetro devono essere posti nella parte inferiore, in modo da evitare sgocciolamenti Coprire i recipienti, per impedire contaminazioni Non appoggiare direttamente a terra le derrate Conservare separatamente cibi cotti e cibi crudi Non mettere mai cibi caldi nel frigorifero per non causare innalzamenti della temperatura L’ABBATTIMENTO DELLA TEMPERATURA II cibi cibi già già cotti cotti ed ed ancora ancora caldi caldi non non devono devono essere essere mantenuti mantenuti aa lungo lungo aa temperatura temperatura ambiente ambiente per per evitare evitare la la crescita crescita dei dei germi germi contaminanti. contaminanti. E’ indispensabile refrigerarli, seguendo due regole: raffreddarli nel più breve tempo possibile prima di metterli in cella non mettere mai in cella alimenti in grandi pentole ancora calde Abbattimento della temperatura raffreddamento troppo lento aumenta la temperatura della cella frigorifera L’ABBATTIMENTO DELLA TEMPERATURA Tramite apparecchiature apposite, dette “abbattitori di temperatura” Modalità di abbattimento Con sistemi “casalinghi: raffreddamento dei contenitori sotto acqua corrente fredda o in “bagno” di ghiaccio (da non utilizzare nella ristorazione collettiva) TEMPERATURE DI CONSERVAZIONE carni fresche pollame, conigli, frattaglie salumi, insaccati prodotti cotti da consumarsi freddi prodotti surgelati 0°/ +4°C 0°/ +3°C +6°C +4°C -18°C REGOLE PER LA CONSERVAZIONE DELLE CARNI conservare conservare in in celle celle separate separate carni rosse pollame Impedire Impedire qualsiasi qualsiasi contatto contatto tra tra carni carni imballate imballate ee carni carni non non protette protette se non si dispone di celle diverse, creare spazi separati salumi uova verdure Se si devono depositare nella stessa cella carni confezionate e carni non protette, separarle e proteggere le carni sfuse Depositare Depositare gli gli scarti scarti in in un un contenitore contenitore chiuso chiuso Organizzare Organizzare una una efficace efficace rotazione rotazione del del magazzino, magazzino, tenendo tenendo comunque comunque conto conto della della data data di di scadenza scadenza SCONGELAMENTO I prodotti congelati, una volta scongelati, devono essere conservati in frigorifero e consumati entro 24 ore. Non scongelare mai a temperatura ambiente: i batteri possono moltiplicarsi dopo lo scongelamento. Gli alimenti già scongelati non devono essere ricongelati MODALITA’ DI SCONGELAMENTO Vegetali Prodotti ittici in filetti Carni immersione diretta nell’acqua di cottura in ebollizione cottura diretta del prodotto in acqua fredda corrente (*) deve essere effettuato in frigorifero (*) (*) in caso di emergenza, a livello domestico, iniziare lo scongelamento all’esterno del frigorifero (max alcune ore) per poi completarlo a temperatura di refrigerazione IMPIEGO DEL CALORE Sottoponendo un alimento ad una temperatura superiore a 75°C in modo uniforme in tutti i suoi punti per 8-10’, i batteri patogeni asporigeni vengono eliminati. Più Più la la temperatura temperatura èè alta, alta, maggiore maggiore èè la la possibilità possibilità di di distruzione distruzione pastorizzazione pastorizzazione ebollizione ebollizione sterilizzazione sterilizzazione 65°C-80°C per 5 minuti vengono distrutti i patogeni asporigeni si ottiene la distruzione degli asporigeni; molte spore e alcune tossine possono resistere. si ha la distruzione anche delle spore CALORE Utilizzato per bonificare alimenti (uccidere i microrganismi patogeni): Pastorizzazione 65°C per 30’ – 72°C per 15’ Ebollizione 100°C per 5’-10’ Sterilizzazione 121°C per 15’ FREDDO Utilizzato per la conservazione degli alimenti: Refrigerazione: 0 + 4°C Congelamento: • Rapido: raggiungimento di –18°C all’interno dell’alimento in meno di 4 ore (surgelazione) • Lento: raggiungimento di –18°C all’interno dell’alimento in molte ore FATTORI CHE INFLUENZANO LO SVILUPPO MICROBICO Mantenimento dei cibi a temperatura ambiente Mantenimento al caldo ad una temperatura non sufficientemente elevata tale da impedire lo sviluppo microbico Raffreddamento insufficiente (celle frigorifero non perfettamente funzionanti, conservazione in frigorifero di cibi caldi e in "grossi" contenitori) Preparazione anticipata degli alimenti rispetto al consumo, senza l'adozione di adeguati sistemi di conservazione Trasporto dei cibi a temperature inadeguate Inadeguati valori di Aw e di pH FATTORI CHE INFLUENZANO LA SOPRAVVIVENZA MICROBICA Alimenti contaminati e trattati con il calore per tempi e/o temperature insufficienti Riscaldamento dei cibi cotti per tempi e/o temperature insufficienti Conservazione a basse temperature (refrigerazione, congelamento, surgelazione) Scongelamento non completo prima del trattamento termico degli alimenti Acidificazione insufficiente RESPIRAZIONE BATTERICA I microrganismi si suddividono in: Aerobi Aerobi si riproducono solo in presenza di O2 Anaerobi Anaerobi si riproducono solo in assenza di O2 Aerobi Aerobi oo Anaerobi Anaerobi facoltativ facoltativ ii si riproducono sia in presenza che in assenza di O2 Microaerofili Microaerofili si riproducono in presenza di tracce di O2 ACQUA LIBERA (Aw - activity water) I microrganismi necessitano di acqua per il loro metabolismo Ogni substrato per consentire la crescita microbica deve presentare una fase acquosa che funge da solvente per le sostanze nutritive L’acqua libera rappresenta la quota d’acqua del substrato che i microrganismi possono utilizzare per il loro metabolismo Aw = p/p0 p = tensione di vapore dell’acqua del substrato p0 = tensione di vapore dell’acqua pura Nell’acqua pura p = p0 e quindi AW = 1 L’aggiunta di uno o più soluti abbassa la tensione di vapore dell’acqua del substrato e quindi AW diventa inferiore a 1. Esiste un optimum di Aw per la crescita microbica Via via che l’Aw si abbassa diminuisce la possibilità di sviluppo microbico fino ad un livello di Aw al quale si ha il blocco della moltiplicazione Valori minimi approssimativi di Aw per la crescita dei microrganismi Aw Attività dell’acqua o Acqua libera Batteri Lieviti Muffe Batteri alofili Muffe xerofile Lieviti osmofili 0.91 0.88 0.80 0.75 0.65 0.60 Xerofilo: capace di vivere a basse Aw e ad alte conc. saline Alofilo: capace di vivere ad alte concentrazioni saline Osmofilo: capace di vivere ad alte concentrazioni di zuccheri Valori medi approssimativi di Aw per alcuni alimenti Frutta e verdura Uova Carni 0.95 – 0-97 Formaggi freschi Formaggi 0.87 – 0.93 Salumi stagionati Marmellate 0.82 – 0.93 Legumi secchi Latte concentrato zuccherato 0.80 – 0.87 Farina, Riso Frutta secca 0.72 Uova in polvere 0.40 Biscotti 0.30 Latte in polvere 0.20 Valori minimi e massimi di pH per lo sviluppo dei microrganismi Microrganismi (esempi) Micrococcus sp. Pseudomonas aeruginosa Bacillus stearothermophilus Minimo pH Massimo pH Acido-resistenza 5,6 5,6 5,2 8,1 8,0 9,2 Bassa acidoresistenza pH min > 5,0 Clostridium botulinum Tipo E Clostridium sporogens Bacillus cereus Vibrio Parahaemolyticus Clostridium botulinum Tipo A, B Staphylococcus aureus Salmonelle Escherichia coli Proteus vulgaris Streptococcus lactis Becillus cereus 5,0-5,2 5,0 4,9 4,8 4,5 4,0 4,0-4,5 4,4 4,4 4,3-4,8 4,3-4,9 9,8 8-9,6 9,0 9,2 9,2 Lactobacillus spp. Acetobacter acidophilus Saccharomices cerevisiae Penicillium italicum Aspergillus oryzae 3,8-4,4 2,6 2,3 1,9 1,6 7,2 4,3 8,6 9,3 9,3 9,0 9,3 11,0 8,5 Media acidoresistenza pH min 5,0-4,0 Forte acidoresistenza pH min 4,0 NUTRIMENTO Per vivere e moltiplicarsi, i batteri hanno bisogno di alimentarsi Gli alimenti preferiti dai batteri, e spesso all’origine di tossinfezioni, sono quelli ricchi di proteine ed acqua Arrosti, polpettoni, rollè, insalate di pollo, maionese, tiramisù, creme, panna. DETERSIONE E DISINFEZIONE OBIETTIVI detersione disinfezione rimozione dello sporco eliminazione dei microrganismi patogeni La disinfezione sarà tanto più efficace quanto più accurata sarà stata la detersione PROCEDURA DI PULIZIA E DISINFEZIONE Documentazione da tenere agli atti •Planimetria dell’impianto •Procedura di pulizia e disinfezione •Check-list di sorveglianza •Scheda tecnica dei prodotti •Risultati della verifica microbiologica delle superfici •Documentazione sulla formazione del personale •Documentazione sulla risoluzione delle non conformità PROCEDURA DI PULIZIA E DISINFEZIONE •aree •attrezzature •prodotti da utilizzare Devono essere identificati •modalità di impiego •frequenza •responsabile SUCCESSIONE DELLE OPERAZIONI pulizia preliminare con acqua calda (45-50°C) applicazione di una soluzione detergente riscaldata (45-50°C) lavaggio intermedio a caldo (45-50°C) disinfezione risciacquo finale per eliminare lo sporco più evidente elimina i residui di sporco per asportare la soluzione detergente e il sudiciume per uccidere i microrganismi rimasti per eliminare ogni traccia di disinfettante LE ATTREZZATURE Le attrezzature devono essere costruite in modo da consentire una facile, rapida e completa pulizia. Devono quindi essere “visibili”, cioè ispezionabili in ogni loro parte, per verificare la presenza di sporco. Devono essere costruite in materiale idoneo, non poroso, soprattutto nelle parti che vengono in contatto con l’alimento. Requisiti delle attrezzature facilmente ispezionabili facilmente smontabili REGOLE PER UNA CORRETTA PULIZIA Rispettare sempre le scadenze previste dal programma di pulizia Non utilizzare spugne, strofinacci o altri materiali facilmente inquinabili per le operazioni di lavaggio delle superfici che vengono a contatto con gli alimenti Attrezzi per le pulizie, i detergenti e i disinfettanti devono essere tenuti separati dagli alimenti in un locale apposito o in un armadio PRINCIPALI ERRORI NELLA PRATICA DI PULIZIA E DI DISINFEZIONE Pulizia insufficiente prima dell’applicazione del disinfettante Esecuzione affrettata delle operazioni Utilizzo di acqua a temperatura insufficiente Uso di prodotti non idonei Sottodosaggio o sovradosaggio del prodotto chimico Tempo di contatto troppo breve tra disinfettante e superficie LA MANUTENZIONE DELLE ATTREZZATURE E DELL’AMBIENTE Prendere subito adeguati provvedimenti in caso di guasti e malfunzionamenti degli impianti frigorifero. Eliminare la presenza di acqua di condensazione nelle celle e evitare sgocciolii sugli alimenti Riparare rapidamente guasti/malfunzionamenti al lavabo o allo sterilizzatore dei coltelli Evitare qualsiasi deterioramento delle attrezzature. Riparare rapidamente scrostature/rotture alle pareti, al soffitto, ai pavimenti. Tipologia dei controlli da applicare sulle superfici Verifica visiva Bioluminescenza documentata tramite check-list valida la verifica visiva con risultato immediato. Il test misura la quantità di ATP batterico attraverso l’enzima “luciferasi” che catalizza la formazione di luce dall’ATP, misurata poi con il luminometro valida i risultati dei controlli visivi Tamponi di superficie e della bioluminescenza ma offre risultati più tardivi CAMPIONAMENTO Piano di campionamento Vi sono due modelli fondamentali: “a due classi” “a tre classi” Piano “a due classi” E’ un piano che viene adottato quando si prendono in esame i microrganismi patogeni Si considerano soltanto due classi di risultati possibili: PRESENZA ASSENZA Piano “a tre classi” n: n°di unità campionarie da sottoporre ad analisi m: valore limite del n°di batteri considerato soddisfacente (VG) M: valore massimo consentito del n°di batteri c: n°di unità campionarie che può essere compreso tra “m” e “M” Pertanto 1°) Qualità ottimale per valori < “m” 2°) Qualità marginale, ma ancora accettabile per valori >”m” ed <“M” 3°) Assenza di qualità per valori >”M”