Scampoli del 16-05-2011 - Associazione SOS Abusi
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Scampoli del 16-05-2011 - Associazione SOS Abusi
GEAB N ° 55 è disponibile! Crisi sistemica globale - Alert maggiore per la seconda metà del 2011- GEAB pubblico n. 55 (15 maggio 2011) Per quasi un anno, LEAP/E2020 ha individuato nella seconda metà del 2011 un nuovo momento nella evoluzione della crisi sistemica globale. Proprio come la nostra anticipazione del mese di febbraio 2008 al settembre 2008 aveva previsto una scossa importante che incide sulla economia degli Stati Uniti, il nostro team conferma questo GEAB N ° 55 che tutte le condizioni sono ormai soddisfatte per la seconda metà del 2011 e testimonieranno la fusione esplosiva di due tendenze fondamentali alla base della crisi sistemica globale, vale a dire la dislocazione geopolitica globale, da un lato, e la crisi globale finanziaria ed economica, dall'altra. Per diversi mesi perché il mondo sta vivendo una successione quasi ininterrotta di scosse geopolitiche, economiche e finanziarie che sono sotto LEAP/E2020 i segni di un grande evento traumatico che analizziamo in questo numero GEAB. Nel frattempo il sistema internazionale ha ormai superato la fase di indebolimento strutturale per entrare in una fase di abbandono completo quando le alleanze vecchie stanno crollando mentre nuove comunità di interesse emergono molto rapidamente. Infine, ogni speranza di ripresa economica mondiale è ormai significativa e ormai scomparsa (1), mentre il pilastro occidentale del debito, in particolare gli Stati Uniti hanno raggiunto un livello critico senza precedenti nella storia moderna (2). Evoluzione comparata delle azioni del PNL mondiale degli Stati Uniti e Cina (20012016) (in parità di potere d'acquisto) - Fonte: FMI / MarketWatch, 04/2011 Il catalizzatore di questa fusione esplosiva sarà ovviamente il sistema monetario internazionale, o meglio, il caos monetario internazionale che si è ulteriormente aggravato dal disastro che ha colpito il Giappone lo scorso febbraio e per l'incapacità degli Stati Uniti ad affrontare l'esigenza di una riduzione immediata e significativa del suo deficit enorme.La fine di EQ 2, simbolo e il fattore di fusione esplosiva in fase di preparazione, rappresenta la fine di un'epoca, quella in cui il "dollaro era la valuta degli Stati Uniti e i problemi erano del resto del mondo": da luglio 2011 il dollaro US diventa apertamente la principale minaccia per il mondo e il problema cruciale degli Stati Uniti (3). L'Estate 2011 confermerà che la US Federal Reserve ha perso la sua scommessa: l'economia americana in realtà non ha mai lasciato la "grande depressione" (4), in cui è entrata nel 2008, nonostante le migliaia di miliardi di dollari iniettati (5), cosa nota anche alla stragrande maggioranza degli americani (6). Senza essere in grado di avviare una EQ3 (anche in modo informale, attraverso i suoi Operatori principali, come ha fatto in realtà prima che il mondo si interessasse troppo da vicino al mercato dei Buoni del Tesoro US), allora la Fed non potrà che assistere impotente agli aumenti dei tassi interesse, l'esplosione del costo del deficit degli Stati Uniti, tuffandosi in una recessione economica esacerbata dal crollo delle borse e del comportamento irregolare del dollaro USA tra alti e bassi, a seconda della influenza di questi fenomeni, prima di cadere bruscamente al 30% del suo valore come abbiamo anticipato nella GEAB N ° 54 (7).Nel frattempo, Eurolandia, BRICS e produttori di materie prime potranno rapidamente rafforzare la loro cooperazione, mentre lanceranno un ultimo tentativo per salvare le istituzioni internazionali di Bretton Woods e il mondo dominato dal duo di US / UK. Questo sarà l'ultimo atto perché è irrealistico immaginare Barack Obama, che non ha mostrato finora in campo internazionale manovre di grande rilievo, dimostrando una statura di statista, e quindi di assumere rischi politici a un anno dalle elezioni presidenziali. Evoluzione indice Shiller dei prezzi di vendita di case esistenti negli Stati Uniti (1890-2011) (rosso: proiezione) - Fonte: RJ Schiller / Steve Barry / Big Picture / New York Times, 01/2011 Barriere, protezioni, embarghi , la diversificazione di riserva, materie prime , l'aumento dell'inflazione in generale ... il mondo si sta preparando per un nuovo shock economico, sociale e geopolitico La Cina ha annunciato che interromperà tutte le esportazioni di diesel per cercare di fermare un aumento dei prezzi del carburante ha recentemente provocato una serie di scioperi da parte di trasportatori (8). i paesi asiatici che dipendevano da quelle esportazioni cinesi ce la faranno, tanto più che il Giappone ha fatto lo stesso a seguito del disastro dello scorso marzo! La Russia cessa come gli altri ad esportare prodotti petroliferi per ridurre le carenze e gli aumenti di prezzo interno (9), fermando l'esportazione di cereali in aggiunta a quanto dichiarato alcuni mesi fa. In tutto il mondo arabo, l'instabilità continua a prevalere sullo sfondo di prezzi più elevati per i prodotti di base (10), mentre le domande circa l'entità delle riserve e la capacità di produzione di Arabia Saudita torna in primo piano (11 ). Negli Stati Uniti, ogni evento atmosferico fuori dal comune provoca immediatamente il rischio di perdite dovute alla mancanza di ammortizzatori" del sistema di approvvigionamento degli Stati Uniti, se non per sfruttare le scorte strategiche (12) . Nel frattempo la popolazione ha ridotto la sua spesa per alimentari al fine di riempire il serbatoio della sua auto con un gallone di oltre $ 4 (13). In Europa, la diminuzione della coperture sociali e le misure di estrema austerità attuate nel Regno Unito, Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, ... fanno esplodere il numero dei poveri. Evoluzione della percentuale di maschi occupati nei sette principali economie occidentali (1970-2009) - Fonte: The Economist / OCSE 04/2011 L'Unione europea ha più o meno clandestinamente costruito il proprio arsenale doganale per resistere alle importazioni in particolare dall'Asia . In primo luogo, rivede tutto il suo apparato di misure tariffarie doganali per eliminare tutti i paesi emergenti, Cina, India e Brasile in testa. D'altra parte, ha superato discretamente alla fine del 2010 una misura per facilitare l'attuazione delle misure antidumping di salvaguardia, perché ora di fronte ad una maggioranza semplice sarà sufficiente per approvare una simile proposta della Commissione, quando era già a maggioranza qualificata, è spesso difficile da raccogliere (14). Nel frattempo, le banche centrali continuano a acquistare oro (15), ad annunciare più o meno chiaramente che stanno diversificando le loro riserve (16) mentre stanno compiendo passi sempre più incoerente e pericolosi, aumentando i tassi per contenere l'inflazione in un contesto di economie in recessione o deboli per contrastare l'afflusso di liquidità generata dalla politica della Federal Reserve di U.S. (17). Per parafrasare il titolo di un articolo di Andy Xie, pubblicato nella Caixin 22/04/2011, "La risalita delll'inflazione fa impazzire i banchieri centrali"(18). E dalla parte americana, siamo nel surrealismo più completo: mentre il paese ha raggiunto livelli di debito insostenibile, i dirigenti di Washington hanno fatto di questo argomento una questione elettorale, come dimostra la questione del tetto 'del debito federale che sarà verificato il 16 maggio (19). I paragoni abbondano sulla stampa americana e di finanza internazionale, con gli anni di Clinton, dove era sorto un problema simile senza conseguenze di rilievo. Ovviamente una parte importante delle élite statunitensi e finanziarie non ha integrato il fatto che, a differenza degli anni '90, gli Stati Uniti sono visti oggi come il 'malato del mondo "(20) dunque ogni segno di debolezza o incoerenza grave può scatenare grave panico incontrollato. I banchieri centrali nella follia, i leader mondiali senza tabella di marcia, in pericolo, l'aumento dell'inflazione, l'affondamento delle valute, materie prime in rialzo, debito occidentale incontrollato e disoccupazione in aumento, le imprese sotto stress ... Non c'è dubbio, che la fusione esplosiva di tutti questi fenomeni saranno gli eventi nella seconda metà del 2011! Esempi di inflazione dei salari in Cina (2011/2010 confronto) - Fonte: Standard Chartered Bank / Getty 05/2011 Traduzione ed adattamento effettuato da Bloggo Blogghino (ringraziamo Carmen per la gentile traduzione) Link originale: http://www.leap2020.eu/GEAB-N-55-est-disponible--Crise-systemiqueglobale-Confirmation-Alerte-Majeure-pour-le-second-semestre-2011-Fusion_a6506.html Crisi europea del debito Paga l'Italia Dal Riformista di martedì 3 maggio 2011 di Cesaratto Sergio - Turci Lanfranco A tutti è chiaro che Grecia, Irlanda e forse il Portogallo (i PIG) dovranno fare default sul loro debito estero. La questione aperta non è se, ma quando, come e, soprattutto, chi paga. Com'è anche a tutti noto, il debito estero greco consiste sin dall'origine sopratutto di debito pubblico; quello irlandese è di origine privata, dovuto ai crediti esteri che hanno finanziato un boom edilizio, ma è divenuto pubblico dopo che lo stato ha garantito i debiti esteri contratti dalle banche locali; quello lusitano è una via di mezzo. La scommessa apparentemente fatta sinora dai paesi europei che contano è che le rigide misure fiscali imposte a quei paesi in cambio del sostegno finanziario generino un surplus del bilancio pubblico, mentre al contempo la deflazione salariale determini una ripresa delle esportazioni che, con la caduta delle importazioni in seguito alla caduta dei livelli di attività interni, generi un parallelo avanzo commerciale e con esso la capacità di redimere il debito estero. La ripresa delle esportazioni modererebbe la caduta dei livelli di attività e quindi delle entrate fiscali. La scommessa è chiaramente persa poiché attuazione ed effetti di una selvaggia deflazione salariale sulla competitività, in particolare di Grecia e Portogallo, sono incerti e differiti nel tempo. Così i livelli del debito pubblico rispetto al Pil in questi paesi sono destinati nei prossimi anni a crescere inesorabilmente (di circa un terzo in pochi anni). E chi sono i creditori dei PIG? Fondamentalmente Francia, Inghilterra e, soprattutto, Germania (i FIG). Viene attribuita a Keynes la battuta che se tu devi 1 milione alla banca il problema è tuo, ma se ne devi 100 milioni il problema è loro. Apparentemente questi paesi sono stretti fra la Scilla del lasciar fallire i PIG e salvare direttamente i propri istituti bancari dal conseguente fallimento, e la Cariddi di continuare a foraggiare quei paesi sostenendo così, indirettamente, le proprie banche. Per la Germania risulta più conveniente continuare ancora per un po' con la seconda strada e questo perché a sovvenzionare i PIG (ovvero le banche dei FIG) attraverso i fondi europei creati nel maggio 2010 (e rafforzati quest'anno oltre il 2013 sotto nuova veste) non sono chiamati solo i contribuenti tedeschi, ma anche quelli di paesi che, come l'Italia, di crediti verso il PIG ne vantano pochi. L'operazione in corso può essere dunque così riassunta. Se i PIG fallissero ora, buona parte del loro debito sarebbe ancora in mano alle banche dei FIG. Ma se si aspetta un po', il 2013-14, questo debito si sarà col tempo in gran parte europeizzato. Questo perché man mano che i titoli dei PIG scadono, non potendo essere ricollocati nel mercato, sono acquistati dai fondi europei. A quel punto i FIG avranno convenienza a far fallire quei paesi tanto le perdite (fra un terzo e metà dei crediti) cadranno per lo più sui fondi europei. Il nostro paese partecipa ai fondi europei di salvataggio con una quota di circa il un quinto (poco meno della Francia mentre la Germania mette poco più di un quarto); secondo alcuni calcoli l'Italia è addirittura il maggior contribuente. Così l'Italia sarà a chiamata a pagare per responsabilità che non ha! Invitiamo i lettori a guardarsi una tabella pubblicata da The Economist che è a tal riguardo impressionante. Questa operazione di prolungamento dei tempi del default ha costi enormi per i PIG a cui sarebbe conveniente ristrutturare ora il proprio debito senza vederlo crescere inesorabilmente. E per quale motivo l'Italia accetta tutto questo? Il ricatto è che un fallimento prematuro dei PIG, dunque delle banche dei FIG, porterebbe a un balzo verso l'alto dei tassi di interesse per gli altri paesi fortemente indebitati, Spagna e Italia, anche se per ora meno inguaiati. L'erogazione di decine di miliardi di Euro nei fondi di salvataggio, nei fatti alle banche dei FIG, aggraverà il debito pubblico ed estero del nostro paese. Non è un caso che all'Italia l'Europa intenda imporre misure di bilancio restrittive che, se attuate, sarebbero a dir poco devastanti ma che, si ritiene, consentirebbero l'urto del salvataggio delle banche tedesche. Come reagire? Le proposte non mancano (vedi Per una nuova politica economica in Europa): l'impegno della BCE a ridurre i tassi di interesse e lasciare un po' correre inflazione, salari e domanda interna in Germania, la stabilizzazione e non la riduzione dei debiti pubblici, una politica europea di rilancio degli investimenti pubblici su ambiente energia e infrastrutture, una tassa europea sulle transazioni fmanziarie, la re-industrializzazione del sud europeo. Sono temi che cominciano a circolare fra i partiti socialisti in Europa e nel PSE. Molto meno in Italia. Ciò che manca alla sinistra italiana non è tanto o solo la forza politica di farli avanzare per la sua parte, ma la consapevolezza che la posta in gioco è la sopravvivenza per il nostro paese in questa Europa. Cesaratto è professore ordinario di Economia a Siena. EUROPA: DEFAULT IN ARRIVO E SISTEMA CHE STA COLLASSANDO Sabato 14 Maggio 2011 13:07 | Ci sono notizie che i media di larga diffusione (tv e radio) evitano di dare. Il motivo? Evitare il panico ufficialmente, oppure nascondere lo stato reale della situazione economica europea, dello statalismo europeo. Su ticinolive.ch, invece, è possibile leggere quanto segue: “Stando ad un recente sondaggio di Bloomberg, l’85% degli investitori internazionali ritiene che a breve la Grecia cadrà in una condizione di default. Questa percentuale diventa del 59% per quanto riguarda il Portogallo e del 55% per quanto riguarda l’Irlanda. Nel complesso, è tutto un sistema che si avvia al collasso”. Lo stesso sondaggio, ci ricorda che a gennaio di quest’anno la percentuale di chi credeva in un default della Grecia era del 74%. Un segnale che la situazione sta peggiorando e che la fiducia del mercato sta subendo un notevole calo. Nonostante le manovre di austerità adottate dal govenro ellenico per tentare di risolvere il problema dei conti pubblici (e nonostante i 110 miliardi di euro conferiti da UE e FMI), la Grecia ha chiuso il 2010 con un rapporto deficit/Pil pari al 10,5%, il secondo più alto della regione dopo il 32% dell’Irlanda e prima del 9,1% del Portogallo. Quali sono i parametri che Maastricht impone? Il limite imposto dall’Europa è del 3%. Ergo, siamo di fronte ad una pagliacciata generale. “L’inevitabile default della Grecia” è il titolo di un articolo apparso lo scorso 5 maggio sul New York Times – ricorda ancora Ticinolive – che fa sapere che il quotidiano newyorchese definisce “la ristrutturazione del debito” a cui la Grecia dovrà per forza di cose essere confrontata, un modo gentile per indicare che il paese è in default (come scritto dal sottoscritto solo qualche giorno fa su questo sito in merito all’uso della neolingua, ricordate?) e riporta le parole del ministro greco delle Finanze George Papaconstantinou: “Il costo che peserà sul paese sarà enorme, non vi sarà alcun beneficio. La Grecia sarà fuori dai mercati per 10, 15 anni.” Tombola. Nonostante i dati sulla “ripresa europea”, capeggiata dalla Germania, il Fondo Monetario Internazionale continua a ricordarci – anche se in burocratese – che restano rischi “tangibili” di contagio sul fronte del debito in altri Paesi dell’area euro dopo i “Pig”, ovvero Irlanda, Grecia e Portogallo. E la bufera dei bilanci pubblici potrebbe estendersi anche alla Spagna e, in prospettiva, all’Italia e alla new entry del Belgio (probabilmente, la crisi belga sarà la scintilla che innescherà definitivamente la separazione fra Fiamminghi e Valloni).Secondo il sussidiario.net “per il Fmi, con il deterioramento del settore bancario irlandese, «i rischi sovrani si sono intensificati di nuovo nei Paesi periferici della zona euro, espandendosi ad altri Paesi, inclusi Belgio e Italia». E tra molti analisti, l’Italia è a rischio tanto quanto se non più della Spagna, se non fosse che Tremonti ha già fatto sapere in Europa che è pronto ad aggredire i risparmi degli italiani, che ammontano a tre volte tanto il valore complessivo del debito pubblico.La dimostrazione di questa strategia a dir poco “criminale”, sono giunte anche le parole del ministro Sacconi che ha sostenuto: “Siamo al riparo dal contagio perché abbiamo una robusta disciplina di bilancio insieme con una grande ricchezza nazionale. Se malauguratamente ci fosse una crisi di governo e un’instabilità politica - ha avvertito - saremmo un Paese a rischio. Per fortuna c’è stabilità”. E’ quell’insieme a una grande ricchezza nazionale che fa gridare vendetta.Tornando all’articolo a firma di Mauro Bottarelli su sussidiario.net, val la pena riportare anche altre considerazioni. Felix Zulauf, presidente del Zulauf Asset Management, sostiene che il nostro Paese è il prossimo in lista d’attesa per un salvataggio da parte di Ue e Fmi poiché “in Italia sta dipanandosi una crisi bancaria al rallentatore”. Ancora: “Tutti quanti stanno guardando la Spagna ma io penso che la prossima nazione sarà l’Italia”, ha dichiarato Zulauf di fronte a una platea di delegati durante una conferenza ad Edinburgo. Di più “Ciò che noto – insiste Zalauf – è un tremendo flusso in uscita di depositi. È una crisi bancaria al rallentatore e il sistema bancario è il più grande acquirente di bond governativi italiani. Le banche hanno comprato tra il 60% e il 90% dei bond emessi negli anni recenti e visto lo sviluppo dei balance sheet del sistema bancario italiano, non saranno più in grado di farlo. A questo punto mi chiedo chi comprerà quei bonds”. Questo, sempre secondo Zulauf, creerà pressione sui redimenti dei bonds italiani e potrebbe rigettare l’Italia dentro una nuova recessione.Negli Usa, nel frattempo, frotte di americani hanno incamerato e stanno incamerando tonnellate di argento fisico. Il sistema bancario a stelle e strisce, dopo il crollo di Lehman Brothers è andato in grande sofferenza e solo il bail-out obamiano ha stoppato il peggio. Ma sempre più americani hanno perso fiducia negli istituti di credito. Ritorna la tempesta perfetta? http://diariodellacrisi.blogspot.com/2011/05/ritorna-la-tempesta-perfetta.html La crisi del debito di alcuni paesi dell’area euro sta determinando un cambiamento di visione al di qua e al di là dell’Oceano Atlantico, con cali degli indici azionari che si mischiano con un calo di oltre il 10 per cento del prezzo del greggio passato da oltre 114 dollari al barile a qualcosa meno di 100, una flessione determinata sia delle esagerazioni precedenti dettate dalla speculazione sia dalle crescente sensazione che la crescita statunitense sia meno forte del previsto. In tutto questo vi è stato un apprezzamento dell’1 per cento del dollaro nei confronti delle altre principali, un apprezzamento che non tiene conto dei problemi del debito anche in casa statunitense con un rapporto tra il deficit e il prodotto interno lordo vicino al 10 per cento e un debito pubblico che si avvicina al tetto fissato a 14,3 trilioni di dollari, un tetto che, secondo il ministro del Tesoro statunitense, sarà toccato e superato all’inizio di agosto.Come dicevo in una precedente puntata del Diario della crisi finanziaria, la crisi finanziaria è sostanzialmente una crisi del debito, aggravata dalle malefatte della finanza strutturata, è le prossime settimane e i prossimi mesi ci diranno se si aggraverà la tempesta perfetta iniziata quattro anni e nove mesi fa. ALLUCINAZIONI MONETARIE Lunedì 16 Maggio 2011 08:59 | http://www.movimentolibertario.it/index.php? option=com_content&view=article&id=14543:allucinazioni-monetarie&catid=1:latest-news di Matteo Corsini "L'impatto della grande trasformazione bancaria indotta dalla politica monetaria della Fed, che sta semplicemente accompagnando la trasformazione del capitalismo verso il suo nuovo punto di equilibrio sostenibile, suggerisce di comunicare bene e con continuità gli effetti del cambiamento in divenire. Ecco spiegato perché le apparizioni di Bernanke nel prossimo futuro non saranno limitate alle soli Commissioni parlamentari americane, ma si faranno più frequenti e innovative. La Fed ha tutto l'interesse a spiegare come la sua strategia sia connessa a una visione più ampia dell'economia di mercato e perché l'eccezionalità della politica monetaria adottata sia legata al conseguimento di un nuovo equilibrio." (E. Narduzzi) Lo scorso 27 aprile ho rinunciato a quasi tutto il primo tempo della semifinale di Champions League tra Barcellona e Real Madrid per vedere la prima conferenza stampa della storia tenuta da un presidente della Federal Reserve. Ben Bernanke ha tenuto un sermoncino, per poi dedicarsi alle domande di un gruppo selezionato di giornalisti. Non so dire se siano state più banali le domande o le risposte, ma tutto appariva talmente preconfezionato che in confronto i tortellini di Giovanni Rana sembrano quelli che fa mia madre. Bernanke doveva più che mai esercitare il suo ruolo di incantatore di serpenti, e pare che con Narduzzi sia riuscito alla perfezione nell'intento. Non solo costui ritiene che non ci sia nulla di censurabile nell'operato della Fed, ma si spinge per fino a parlare di “trasformazione del capitalismo verso il suo nuovo punto di equilibrio sostenibile” e di “visione più ampia dell'economia di mercato”, come se le parole di Bernanke avessero avuto su di lui l'effetto di un potente allucinogeno. E' chiaro che tutto il sistema monetario fiat e il sistema bancario a riserva frazionaria si basano sulla fiducia (o credulità?) nella loro solidità, ed è altrettanto chiaro che il primo a doversi preoccupare di mantenere alta la fiducia è proprio il presidente della banca centrale. Per questo, ancorché io critichi l'operato di Bernanke, capisco il suo comportamento. Quello che trovo deprimente, tuttavia, è che anche chi dovrebbe capire un minimo le faccende monetarie chiuda gli occhi davanti ai fatti (non solo recenti) e pur di giustificare l'inflazionismo della Fed parli di una visione più ampia dell'economia di mercato, che grazie all'eccezionalità della politica monetaria sarebbe incamminata verso un nuovo punto di equilibrio sostenibile. Ma se stampare denaro e tenere i tassi di interesse a livelli anormalmente bassi non ha portato a nessun equilibrio (concetto peraltro discutibile) quando era fatto con meno spudoratezza di adesso, per quale motivo questa volta dovremmo essere in marcia verso un equilibrio sostenibile invece che verso un nuovo burrone? Cronaca Italia La cedolare secca conviene? http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/cedolare-secca-conviene-affitti-casa-856915/ ROMA – La cedolare secca sugli affitti conviene a chi ha un reddito alto e non a chi invece ha entrate più ridotte. Questo finora è il ragionamento che ha accompagnato la nuova norma. Si paga solo 21% se la casa è affittata a mercato libero o il 19% se si tratta di un canone “concordato”, al posto dell’Irpef e dell’imposta di registro. Ma ci sono tanti fattori da considerare, come spiega una tabella del Sole 24 Ore. Istat. Il padrone di casa che sceglie la cedolare secca non potrà chiedere adeguamenti Istat all’inquilino. Spiega il Sole: “Nessuno può prevedere l’inflazione ma l’andamento di questi ultimi anni fanno sperare male e un’ipotesi del 2% annuo sembra probabile. Il che vuol dire, su un affitto da 600 euro a mese, 144 euro all’anno che oltretutto entrano a far parte del canone, quindi si tratta di una specie di “interesse composto” che funziona come l’anatocismo: l’anno seguente l’Istat si calcola non su 7.200 ma su 7344 euro annui e va a 147 euro. E così via”. Aumenti periodici. Il divieto di aumentare il canone per il periodo della cedolare è assoluto, quindi niente revisioni dell’affitto basati, per esempio, su un accordo con l’inquilino che a sue spese fa alcuni lavori in casa.Addizionale regionale. Ogni Regione ha la sua, ma dato che la cedolare la assorbe, dove è più alta è più vantaggiosa. Addizionale comunale. c’è anche questo aspetto da considerare: alcuni comuni neanche l’hanno applicata con il risultato che a Milano (dove non c’è) la cedolare non convince molto, a Roma invece (dove è allo 0,9) i proprietari sono più interessati. Burocrazia. Per i nuovi contratti va fatta una speciale denuncia online (sono pochi i casi nei quali si usa il vecchio modello 69). Bisogna accreditarsi e si riceve il pincode. Poi arriverà una nuova imposta e adempimenti separati dall’Irpef: se l’importo a vantaggio della cedolare è minimo (100200 euro) forse i nuovi impegni burocratici non valgono la candela. Affitti in nero. La cedolare dovrebbe spingere chi finora non ha registrato il contratto e pagato le tasse a mettersi in regola. In Italia sono circa 500mila gli immobili in nero. Non è solo questione di vantaggio fiscale: l’inquilino infatti per legge può provvedere direttamente alla registrazione e facendo così otterrebbe un canone pari al triplo della rendita catastale (poche centinaia di euro all’anno, in media) per quattro anni. Ma non è detto che la cedolare convenga al padrone di casa. Infatti questi dovrebbe registrare il contratto come se iniziasse in quel momento, “dimenticando” il periodo precedente in nero e sperando che il Fisco non faccia controlli altrimenti scatterebbero le sanzioni previste. In secondo luogo l’inquilino che volesse mettersi in regola avrebbe qualche difficoltà: molti uffici delle Entrate vogliono una copia del contratto e i dati catastali, che spesso mancano.Senza contare che nei piccoli centri spesso i contratti in nero sono a favore di parenti o amici, che non farebbero uno sgarbo al padrone di casa. La cosa però andrebbe a vantaggio degli inquilini delle grandi città, spesso incattiviti da anni di affitto in nero e con canoni altissimi Il nuovo volto del processo telematico http://www.leggioggi.it/2011/05/16/il-nuovo-volto-del-processo-telematico/ Le regole tecniche in vigore dal 18 maggio, D.M. 44 del 2011 Dal 18 maggio diventano efficaci le novità per l’informatizzazione del processo sia civile che penale, ed in particolar modo per il processo telematico, introdotte dal Decreto del Ministero della Giustizia del 21 febbraio 2011 n. 44, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 aprile. Sono le nuove regole tecniche per l’adozione nel processo civile e nel processo penale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in esecuzione dell’articolo 4 comma 1 del decreto legge 29 dicembre 2009 n. 193 (convertito nella legge 22 febbraio 2010 n. 24), recante “Interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario” ed in attuazione del decreto legislativo 7 marzo 2005 n. 82, recante “Codice dell’amministrazione digitale”. Si tratta di un regolamento avente rilevanza particolare, perchè rimane l’unica disposizione valida ed operante nel delicato settore della digitalizzazione della giustizia. Com’è noto, un primo passo verso la realizzazione del processo telematico era stato ottenuto con il Decreto del Ministero della Giustizia n. 123 del 13 febbraio 2001 e, successivamente, del 17 luglio 2008.Ora, i due D.M., a partire dal prossimo 18 maggio, vengono abrogati dal decreto del 21 febbraio, che intende porsi in linea di stretta continuità con i nuovi progetti del Governo di informatizzazione della Giustizia che prevedono la digitalizzazione e riorganizzazione degli uffici giudiziari, la dematerializzazione dei procedimenti e la messa in rete dei principali servizi ai cittadini. In particolar modo, con il D.M. n. 44/2011 si disciplina con maggiore attenzione l’invio delle comunicazioni e delle notifiche in via telematica dagli uffici giudiziari agli avvocati e agli ausiliari del giudice (artt. 16, 17 e 18), nel processo civile, in attuazione dell’art. 51 della Legge 6 agosto 2008, n. 133. Lo stesso art. 4 del decreto prevede che il Ministero della giustizia si avvale di un proprio servizio di posta elettronica certificata conforme a quanto previsto dal codice dell’amministrazione digitale. Il D.M. realizza ulteriori funzionalità a completamento del nuovo “processo civile telematico”, per facilitare il colloquio con gli utenti della Giustizia. La notificazione telematica, in particolar modo, faciliterà la costituzione del fascicolo elettronico dei Giudici e l’archiviazione informatica dei documenti. In altri termini, l’ossatura del processo telematico rimane quella già delineata dai precedenti provvedimenti ed è contraddistinta dalla creazione di una rete informatica che colleghi studi professionali e cancellerie degli uffici giudiziari, trasformando l’attuale fascicolo cartaceo in un fascicolo virtuale inserito in rete, nonché la creazione di un accesso autorizzato alla rete telematica giudiziaria per ogni operatore di diritto (magistrati, avvocati, personale di cancelleria, ufficiali giudiziari) con diversi gradi di abilità (creazione dell’atto, trasmissione, lettura) e di un indirizzo di casella di posta elettronica certificata cui il programma potrebbe inviare gli avvisi sui depositi eseguiti nel fascicolo virtuale, segnalando altresì le eventuali scadenze per il compimento di atti processuali.Infine, altra novità di rilievo è rappresentata dai pagamenti telematici (capo V) del contributo unificato e degli altri diritti e spese nonché dei diritti di copia, delle spese di registrazione, trascrizione e voltura atti, dei diritti di notifica.
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