Giugno 2011 - Insider Magazine
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Giugno 2011 - Insider Magazine
Insider 2 3 #SVOFMMP$VDJOFMMJ "3."/*$0--&;*0/*r#"--"/5:/&r#-"6&3r#36/&--0$6$*/&--*r$0"45r$:$-&r%0/%61r'":r'*03&/5*/*#",&3r(05*r(6/&9 )0("/r*/$05&9r*5"-*"*/%&1&/%&/5r+"$0#$0)&/r+&$,&340/r+6$$"r-"."35*/"r."630(3*'0/*r.0/$-&3r/0-*5"r1"6-4.*5) 1*/,0r10-03"-1)-"63&/r3&1&550r4&&#:$)-0°r50%4 1JB[[BMF'JMJQQPJM.BDFEPOFr$FOUSP$PNNFSDJBMFi-F5FSSB[[Fi 3PNB$BTBMQBMPDDPr5FMrGBY 7JB%BMNB[JBr$JBNQJOP3PNB r5FMrMMHTSM!ZBIPPJUrXXXCMVrCBTJDDPN Insider Insider 4 5 Editore Insider Srl Largo Messico, 15 - 00198 Roma +39 0698353089 direttore editoriale Mariela A. Gizzi [email protected] Insider SOMMARIO GI U GNO 2 0 1 1 direttore responsabile Francesca d’Aloja [email protected] Siamo lieti di presentarvi... AMMINISTRAZIONE Raimondo Cappa [email protected] redazione [email protected] Irene Cappa In copertina BMW 328 KAMM coupé replica 1939 A bordo la coppia tedesca Langen - Malmedie progetto grafico e impaginazione [email protected] [email protected] hanno collaborato Alberto M. Castagna Alessandra Vittoria Fanelli Angelo Troiani Antonella De Santis Aura Gnerucci Carlotta Miceli Picardi Chiara Calace Delfina Giannattasio Enrico Tonali Francesco Mantica Francesca Monzone Giovanni Manfroni Laura D’Ambrosio Laura Mocci Laura Pagnini Loriana Nei Luisa Espanet Maria Laura Perilli Monia Innocenti Paolo Brandimarte Valentina Falcinelli Vittoria Di Venosa la perla di vermeer illumina l’hilton Donna Camilla Savelli Hotel stefano masciarelli 6 intervista resort dimore storiche 14 20 stampa Amadeus Srl Ariccia (Roma) www.amadeus-spa.com invito al mare la corsa più bella del mondo A lezione di golf sport distribuzione Clodia Service +39 0695218700 [email protected] 24 38 42 il gioco dell’ingranaggio Fuori c’è aria di novità design 72 82 moda motorI La Signora Casa vi tratta con i guanti ANNO 3 - NUMERO 23 Periodicità mensile giugno 2011 Registrazione presso il Tribunale di Roma al n. 58/2009 del 25/2/2009 Iscrizione del marchio presso l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti è vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: INSIDER Srl piazza di siena sport per la tua pubblicità +39 3358023548 - +39 0698353089 [email protected] Relazioni esterne Carlo Calabrese [email protected] Paolo Carrazza [email protected] 48 arte Thanks to Roma, Corso Trieste Esclusivo attico con camino. Climatizzato. Terrazza con vista panoramica. Ottime rifiniture. Trattative riservate. Carlo Mondaini [email protected] www.vanni.it www.palombini.it Via Veneto, 125 - Roma Via Natale del Grande, 4 - Roma Formello - Zona Industriale Via Cassia, 1801 (La Storta) - Roma www.insidermagazine.it Corso Italia, 68 - Viterbo Via Angelo Messedaglia 56 | 00191 Roma | T +39 06 9412811 | F +39 06 98380710 | [email protected] | www.leicasa.it Piazza della Balduina, 10 - Roma Olgiata Verde Shopping Plaza www.caffeschenardi.com Insider Resort 6 Den Haag - Museo Mauritshuis living separata e di una esclusiva Royal Suite di oltre 135 metri quadrati con terrazza privata. Inoltre le Executive Studio, le Suite e la Royal Suite possono accedere alla Executive Lounge, situata all’ultimo piano con vista che domina la zona storica della città. Arredate con gusto contemporaneo tutte le camere sono dotate di televisori Lcd a 37 pollici, accesso wi-fi a internet e alcune anche di kitchenette per offrire agli ospiti il massimo conforto. L’hotel dispone, con accesso gratuito, anche di un centro fitness aperto 24 ore tutti i giorni. L’Hilton Hotel di Den Haag è particolarmente indicato per i Executive Lounge Terrace Gran Cafè Pearl LA PERLA DI VERMEER ILLUMINA L’HILTON HOTEL DI DEN HAAG S di Alessandra Vittoria Fanelli S ituato nel centro di Den Haag, (l’Aia) sede del Governo dello Stato olandese, all’incrocio con Zeestraat e Scheveningse, zona contrassegnata da gallerie d’arte, musei storici e dal famoso Panorama Mesdag che ospita la più grande opera olandese, l’Hilton Hotel è sorto su un edificio ‘vintage’ del 1952 che fu originariamente sede delle Poste. L’edificio fu completamente demolito e ricostruito dal gruppo Hilton, una delle più famose catene alberghiere del mondo, che ha mantenuto al suo interno solo le colonne centrali che contraddistinguono l’hall-reception, la lounge e il Grand Café Pearl. L’hotel dispone di 138 Guest room, 11 Deluxe, 34 Executive, 7 Executive Studio e 4 Suite di 60 metri quadrati con area businessmen grazie alle sue diverse sale convegni e meeting room particolarmente attrezzate per organizzare congressi o importanti eventi. Inoltre il grande salone Mesdag, situato al piano terra, è disponibile per ospitare esclusivi dinner gala e serate danzanti. Per rendere ancora più accogliente l’hotel, il management ha deciso di modificare alcune parti comuni incaricando l’architetto olandese Angelika Kok, dinamica designer che ha vissuto diverso tempo in Italia, principalmente a Roma, di connotare di un ‘segno’ molto olandese le aree da ristrutturare. Insider 8 Executive Lounge Terrace resort Resort Atrio Così è stato! E soprattutto è nel restyling effettuato al Grand Café Pearl, ristorante e cocktail bar, che la interior designer ha espresso lo stile e il fascino dell’Olanda con il celebre quadro ‘La ragazza con l’orecchino di perla’, dipinto dell’artista Johannes Vermeer, che, insieme a Rembrandt, ha fatto conoscere la pittura olandese del Seicento, detto anche ‘Secolo d’Oro’ in tutto il mondo. Aperto anche al pubblico non ospite dell’hotel, il Grand Café Pearl è stato così chiamato in omaggio a quadro ‘La ragazza con l’orecchino di perla’ qui riprodotto con tecnica innovativa su un grande pannello di vetro colorato e collocato alle spalle del bancone bar. Inoltre Angelika Kok, per sottolineare ancor più il contesto vermeeriano è anche intervenuta sul banconebar rivestendolo di piccole tessere di ceramica scomposte che riprendono la preziosa e inimitabile ceramica Delfts Blauw, il blu di Delft, città natale di Vermeer. Anche le colonne che delimitano i diversi spazi del Grand Café Pearl sono state ricoperte da un sottile rivestimento trasparente che riproduce i delicati merletti dell’arte seicentesca olandese. I grandi lampadari Palm, tipo chandelier, sottolineano anch’essi l’esprit olandese del Grand Café Pearl. Disegnati da Janne Kyttanen per Foc (Freedom of Creation), importante studio di architettura e design di Amsterdam, conferiscono a tutto l’ambiente un affascinante incrocio tra passato e futuro e tra design e tecnologia. L’Hilton di Den Haag, un cinque stelle lusso, grazie all’accurato restyling è ora un hotel di grande fascino, ideale per chi desidera trascorrere qualche giorno in questa città, residenza ufficiale dei reali olandesi il cui palazzo dista a soli cinque minuti dall’hotel. Reali che qualche volta si possono anche incontrare nella Scheveningse, la strada principale dello shopping di Den Haag, in bicicletta, come cittadini comuni. Elegante e discreta Den Haag si raggiunge facilmente dall’aeroporto di Schiphol di Amsterdam ben collegata con l’autostrada A4 che costeggia gli immensi prati coltivati a tulipani: una tavolozza di colori che insieme al Delfts Blauw (blu di Delft) rende particolarmente suggestiva questa città ◆ Lobby DESIGN ON AIR Dallo scorso marzo la compagnia di bandiera olandese KLM ha rinnovato sui voli europei la sua Business Class con un servizio di bordo più accurato. Si tratta principalmente del servizio di catering nuovo e adeguato alla durata e all’orario di volo. Sui voli KLM quindi, ogni mese, saranno disponibili quattro tipi di menu. Pasti e bevande saranno serviti su un set di porcellana disegnato da Marcel Wanders, eclettico e famoso designer olandese che collabora con le maggiore aziende di design del mondo, inclusa l’italiana Alessi. Un set esclusivo disegnato per KLM per garantire maggior comfort ai propri clienti. www.klm.it Paul Cayard - World Champion Sailor Acquafilette.it Quanti sono i giorni giusti per scoprire e capire Malta? In una settimana, girando nei pittoreschi Malta-bus o in auto (si noleggia comodamente all’aeroporto ma attenzione, la guida è a sinistra!) c’è il tempo per immergersi nella vita locale e coglierne alcuni aspetti caratteristici. Per esempio, ci si accorge subito che Malta è la più popolosa fra le isole che compongono l’arcipelago (le altre sono Gozo, Comino, Cominotto e Filfola ) e che ha un’atmosfera esotica, con palme e fichi d’india, costruzioni in arenite, strade sinuose MALTA, TRA MONDANITÀ E TRADIZIONE Trascorrere un lungo weekend ESTIVO all’insegna dell’arte, della moda, della storia e dello splendido paesaggio marino dell’arcipelago maltese L L a prima volta che ho fantasticato su Malta ero adolescente. Prima di allora, la consideravo una meta insolita per un viaggio, poco conosciuta, una terra appartenuta al misterioso ordine dei Cavalieri di Malta. Durante gli anni del liceo, invece, è balzata in vetta alle classifiche di gradimento di noi studenti, che abbiamo cominciato a immaginarla come destinazione ideale per gite di pochi giorni o di due settimane. Si era rivelata improvvisamente per quello che era: una località straniera facilmente raggiungibile (dista meno di 100 km dalla Sicilia), vivace, piena di divertimenti, bagnata da un mare fantastico e, elemento fondamentale per convincere gli adulti paganti, ricca di storia e cultura, dove si parla fluentemente l’inglese. Ma in realtà non sono solo i giovani ad apprezzare Malta. Il suo clima la rende appetibile in ogni stagione. E se i turisti di agosto sono perlopiù interessati alla movida e disinteressati al caldo africano, quelli di giugno hanno tutto da guadagnare: non c’è caos e possono raggiungere le numerose attrazioni senza affanni. La temperatura perfetta, poi, consente bagni piacevolissimi e tintarelle soft. Quest’anno, per la prima volta, a Malta si è tenuto un evento allettante: dal 16 al 21 maggio, infatti, si è svolta la prima edizione della Malta Fashion Week, un tourbillon di stile, mondanità ed eventi glamour organizzati in alcune location esclusive come il St.James Cavalier Centre For Creativity e il Manoel Theatre della capitale La Valletta. La settimana della moda (ideata da Adrian J. Mizzi, lo stesso che da 13 anni cura la Malta Fashion Awards) ha celebrato l’industria del fashion maltese attraverso un programma di appuntamenti articolato che è spaziato dalle sfilate, alle premiazioni, dalle mostre dedicate al design e alla fotografia, ai seminari e ai party. Occasioni ed esibizioni in larga parte aperte al pubblico (per info fashionweek.com.mt). Gozo che salgono e scendono, fortificazioni imponenti, torri, templi megalitici, statue di santi. La Valletta brulica di persone, negozi e chiese monumentali, fra queste, la Co-cattedrale di San Giovanni, dalla facciata sobria e gli interni raffinati, chiamata così perché ha la stessa rilevanza della Cattedrale di San Paolo a Mdina. Il Grandmaster’s Palace, oggi sede del Parlamento, è una della più grandi attrazioni turistiche dell’Europa Mediterranea, fedele rappresentante del governo maltese, in passato con i Cavalieri di San Giovanni di 13 Insider Itinerari La Valletta Waterfront ph Rene Rossignaud Ph E. Wonnacott ph Aldo Ellul Mdina Gerusalemme (Cavalieri di Malta), poi con gli inglesi ed ora con le massime cariche della Repubblica di Malta. La capitale ha un aspetto romantico (il grande porto, i giardini rigogliosi), colorato (i tipici balconi di legno dipinto), possente (le cinta calcaree che l’avvolgono). Ma il fascino dell’arcipelago è anche altrove, a Mdina, la vecchia capitale silenziosa, un delizioso borgo medievale che profuma di storia; a Gozo, la seconda isola per grandezza, a 20 minuti di traghetto da La Valletta, dominata da una natura selvaggia e dai templi megalitici dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO; a Blue Lagoon e Santa Maria, spettacolari baie nella piccola e disabitata Comino. Alcuni siti esclusivi Mdina la città del silenzio Mdina è l’antica capitale dell’isola di Malta, anche conosciuta come la “città del silenzio” per via della quiete che la pervade. Rappresenta uno straordinario esempio a livello europeo di città fortificata, oltre a combinare in maniera perfetta architettura medievale e barocca. Al di fuori delle mura di cinta, si riscontrano anche esempi dell’antica dominazione fenicia, risalenti a 3000 anni fa; per arrivare invece al cuore della città, bisogna superare le fortificazioni attraverso una delle due vecchie porte d’accesso, la Main Gate e la Greek’s Gate. Ai viaggiatori più esigenti basterà solo chiedere e gli sarà dato. Ecco una selezione di sistemazioni chic e hotel di lusso: - Xara Palace Relais e Chateaux: a Mdina, situato in un palazzo nobiliare del Seicento, il boutique hotel 5 stelle è dotato di 17 stanze lussuose e di una cucina impeccabile che si divide tra il ristorante de Mondion e la Trattoria AD 1530 (www.xarapalace.com.mt/it). - Hilton Malta Hotel: nella baia di St. Julian’s, vicinissimo a La Valletta, è un 5 stelle pluripremiato con una meravigliosa vista sulla marina di Portomaso e una delle più belle spa di Malta (www.hiltonmaltahotel.com). - Fortina Spa Resort: a Sliema, uno dei più nuovi 5 stelle di Malta, è il primo in Europa ad aver costruito delle Spa Bedrooms, che permettono ai clienti di usufruire dei migliori trattamenti spa nelle proprie camere (www.hotelfortina.com). - Kempinski San Lawrenz: l’hotel, nominato ai World Travel Awards 2010 “Miglior Spa Hotel di Malta e del Mediterraneo”, sorge a Gozo. È un complesso architettonico di pregio, perfettamente fuso nel contesto del territorio gozitano e la sua spa è specializzata in ayurveda, con personale medico e terapisti direttamente provenienti dall’India (www.kempinski.com). - Ta’ Cenc- Gozo: hotel di lusso e al contempo dedicato agli amanti dell’ecoturismo (www.tacenchotel.com). Da sapere - Volare da Roma a Malta richiede poco più di un’ora. Tutte le principali compagnie nazionali, internazionali e low cost, effettuano voli giornalieri per l’isola. - Malta è il più piccolo stato membro dell’Unione Europea (l’arcipelago è di 316 km²). - Le lingue ufficiali di Malta sono il maltese e l’inglese, molto diffuso è anche l’italiano ◆ F.T. 15 Insider Dimore Storiche Galleria delle Lunette Donna Camilla Savelli Hotel un soggiorno nella storia in un monastero del seicento nel cuore della capitale Un gioiello che porta la prestigiosa firma dell’architetto Francesco Borromini L L a storia risale al 1600, quando la fondatrice dell’istituto religioso, cui è intitolato l’hotel, commissionò a Borromini il monastero e la chiesa attigua. La facciata ne richiama indiscutibilmente lo stile, imponente e ricco di piani concavi e convessi, marchio di fabbrica del grande architetto. Tutt’ora la facciata è rimasta come allora, grazie a un attento restauro che ha riportato la struttura allo splendore originario. Oggi varcare la soglia di questo premiatissimo hotel (nella “top 100” dei migliori hotel al mondo secondo Traveller e segnalato dalla Louis Vuitton City Guide Roma 2010) è come tornare indietro nel tempo, in un momento della nostra storia fitto di arte e di bellezza, a partire dagli spazi esterni: con due chiostri perfettamente conservati. Uno è stato trasformato in un giardino incantato, che si sviluppa, curatissimo e rigoglioso, intorno a una fontana settecentesca. L’antico refettorio, oggi Gran Sala Borromini, è un ampio salone dove tele del rinascimento, sedute in noce del ’700 e un soffitto in legno a cassettoni restituiscono intatta l’atmosfera di una Roma di altri tempi. Gli ambienti riservati agli incontri di lavoro, meeting e conferenze, godono di spazi irripetibili: oltre alla Borromini, la più ampia, altre sale con capienza diversa si adattano alle varie esigenze, tra questi una grotta risalente all’epoca romana, in cui organizzare incontri davvero unici, immersi in un passato che risale a quasi duemila anni fa. Tutt’intorno al chiostro, un corridoio a volte conduce verso la scala in marmo, monumentale accesso ai piani superiori. Donna Camilla Savelli Hotel Terrazzo Savelli Grotta romana Scala monumentale borrominiana Anche qui, in ogni angolo, opere d’arte barocca e particolari esclusivi, dipinti antichi e volte a crociera permettono un dialogo tra elementi moderni e pezzi d’epoca: le stanze, tutte diverse, ricavate dalle celle che un tempo ospitavano le suore, sono impreziosite da mobili antichi e da moderne tecnologie, in un perfetto connubio che assicura il massimo comfort senza mai perdere la sensazione di godere di un lusso d’altri tempi, tra travi a vista e una vista meravigliosa, che guarda alla città eterna illuminata dalle luci della sera, come nella Première Suite che si pregia anche di un antico rosone e un grande terrazzo che domina il chiostro e il monastero. Due terrazze panoramiche permettono di organizzare cocktail, cene di gala e occasioni raffinate con una veduta spettacolare sulla Capitale. Basta uscire dall’hotel, inoltre, per trovarsi nel centro di Trastevere, fitto di vicoli e stradine pittoresche, che nascondono angoli di storia e tradizioni veraci ◆ Donna Camilla Savelli Hotel ★★★★L Via Garibaldi, 27 - tel. 06 588861 [email protected] - www.hotelsavelli.com Gaiole in Chianti, il castello di Vertine di Aura Gnerucci I I l borgo di Vertine, a pochi chilometri da Gaiole in Chianti, sorge su un colle a ridosso di una serie di rilievi detti monti del Chianti; si trova in un’area particolarmente ricca di castelli, poiché corrispondente al territorio della medioevale Lega del Chianti, alleanza politico militare creata nel 1384 dalla Repubblica di Firenze. Questi castelli, per motivi strategici, sono collegati visivamente; così da Vertine è possibile traguardare i castelli di Barbischio, Meleto, Montegrossi e Brolio, che punteggiano il paesaggio collinare, tipico delle Toscana. La prima testimonianza sicura sul castello risale ad un documento privato del 1013, mentre è del 1202 la prima indicazione relativa all’insediamento a Vertine dei Ricasoli, che ne sarebbero stati i signori fino all’epoca moderna. Durante le guerre aragonesi (1452-1483) il castello fu un centro strategico di primaria importanza ed una delle residenze principali dei Ricasoli, allora commissari nel Chianti per la Repubblica. A metà del Cinquecento il borgo fu sottoposto ad un intervento di potenziamento delle fortificazioni, che però non ne stravolse l’assetto originario. Il castello non si è mai trovato al centro di eventi bellici importanti, è dunque giunto fino a noi senza subire distruzioni. Il borgo, in ottimo stato di conservazione, si articola secondo un impianto planimetrico ovale che all’esterno è espresso dall’andamento delle mura, mentre all’interno le costruzioni si dispongono attorno ad un anello di vicoli e slarghi, dando luogo a un tessuto urbano tipicamente medioevale. Il complesso è dominato da un massiccio torrione a pianta rettangolare, che svetta in altezza al disopra del borgo. Il paramento murario di questa torre, che è stata recentemente oggetto di un restauro integrativo, è in filarotto di alberese, pietra calcarea di colore chiaro, quasi bianco, tipica della Toscana. Sui quattro lati il torrione è caratterizzato ad ogni piano da finestre ad arco, nelle quali conci di alberese sono alternati a conci di arenaria scura. Il lato interno presenta una porta con stipiti di arenaria, con gli ultimi due conci foggiati a mensola a sorreggere un architrave in alberese, sul quale si appoggia un arco acuto in arenaria. A fianco del torrione si apre la porta settentrionale, dalla quale si accede ad una piccola piazzetta ed al minuto tessuto di vicoli del borgo; all’interno i materiali utilizzati sono gli stessi delle mura e del cassero, prevalgono dunque i toni chiari dell’alberese. Continuando a camminare per il borgo si giunge ad un’altra piccola piazza dove sorge la chiesa di San Bartolomeo coeva al castello. L’edificio ha subito numerosi interventi, la facciata neo-romanica è recente (1930 circa); la chiesa è nota soprattutto per il fatto che da qui proviene la splendida “Madonna della Misericordia” attribuita a Simone Martini, oggi custodita nella Pinacoteca Nazionale di Siena. A nord-ovest è possibile notare altri tratti delle mura, ed i resti di una torre semicircolare, con una feritoia ed una archibugiera alla base. A sud-est, al disotto delle case più esterne si trova un tratto di mura con scarpa. A meridione troviamo una struttura massiccia che incorpora un torrione, evidentemente rimaneggiato, ma che per la sua mole e per la sua esecuzione a filarotto, è paragonabile alla torre principale. Il Relais Castello Vertine, permette di godere della tranquillità e del clima del borgo; si compone di cinque camere situate nelle zone più caratteristiche del castello, tra cui la torre, dalla quale si può ammirare le suggestive colline del Chianti, ed il cottage, immerso nella natura. Le camere del Relais sono tutte finemente arredate, particolarmente interessante è l’unione tra gli ambienti del castello e gli arredi in ferro battuto opera della proprietaria artista Elena Albini Trissino dal Vello d’Oro. Fa parte del Relais Castello Vertine anche una piscina dalla forma organica ed irregolare, che dialoga con le colline circostanti coltivate a vigneti ed uliveti; nel giardino trovano loro collocazione naturale numerose sculture in pietra e in legno, sempre opera della proprietaria ◆ Insider Intervista 20 21 Stefano Masciarelli con Costantino Rocca - ph Patrizia Savarese “Il maestro Cilia…”- dice presentandomi un ragazzo in perfetto golf dress - “…e Romano Marini, responsabile della mia presenza qui!” L’amico, che ha un’incredibile nuvola di capelli bianchi intorno al viso giovane e abbronzato, fa un cenno di saluto con la mano. “La signora sul viale, invece, è Annamaria Teofili, Presidente del Circolo”. Ci accomodiamo a uno dei tavoli sotto il portico, che si affaccia sul green. Un luogo del genere, consente davvero di sgombrare la mente! - esclamo, spaziando con lo sguardo.“Sono d’accordo”. LA MIA ESTATE CON L’AUANAGANAGANAZZANBOY BIG BAND I di Carlotta Miceli Picardi I n una splendida giornata senza ombre e senza vento, attraverso in automobile un grande cancello che diventa il valico di frontiera tra due mondi diversi. Un confine tra il pianeta di asfalto alle mie spalle ed il paesaggio inatteso che appare oltre quel varco, come tracciato dal segno intenso ed espressionista di un pittore naif, di un Antonio Ligabue al massimo della propria ispirazione. Ciuffi di papaveri e margherite delimitano la strada che si inoltra in mezzo ai campi sconfinati, sui quali planano senza sosta gabbiani in cerca di nuove destinazioni. Piccoli appezzamenti di terreno, differentemente coltivati, vestono le colline circostanti secondo precise geometrie, in una composizione ordinata e variopinta. Le greggi dondolano in Indispensabile ritagliarsi un’area per la ‘decompressione psicologica’, vero? “Eh sì... in quest’epoca complessa, caotica, con equilibri precari, occorre. Non ti nascondo che vorrei staccarmi dai ruoli brillanti per interpretare una storia che racconti i problemi di oggi. Le difficoltà di coloro che si scontrano con la dura quotidianità, dove i sogni sono un lusso e si lotta per uno straccio di certezza. Per un lavoro qualunque. In passato potevi scegliere, cambiare. Io l’ho fatto varie volte”. La tua prima occupazione? “Bagnino! Bagnino al CRAL del Ministero di Grazia e Giustizia, sul litorale di Ostia. Avevo diciannove anni. Ricordo che, nello stabilimento accanto, si riunivano numerosi calciatori della Roma, che spesso giocavano a pallone in spiaggia, tra l’entusiasmo generale. Era il 1977”. E poi? “Poi mi sono dedicato alle investigazioni private”. una lenta coreografia sulla via del ritorno, mentre le mura dei casali agricoli si accendono d’arancio alla luce del tramonto. Anche le figure in lontananza, si inseriscono nell’armonia del contesto cromatico e della scena. Neppure un dettaglio fuori posto... Seguendo le indicazioni, raggiungo l’area di parcheggio del Circolo del Golf ‘Arco di Costantino’, quindi proseguo a piedi fino ad un edificio basso, dalle enormi vetrate, respirando a pieni polmoni il profumo intenso di fieno e di rosmarino che riempie l’aria. Stefano Masciarelli, attore, doppiatore, artista poliedrico ed estroso, mi viene incontro: “Eccomi!” Lo trovo in forma smagliante, notevolmente dimagrito. Le basette chiare, piuttosto lunghe, gli conferiscono l’aspetto di un gentiluomo britannico. Si intuisce che non ti sfugge niente dal modo in cui osservi le cose. Ti ci vedo nei panni di un abile Sherlock Holmes, ironico e garbato. La carriera di attore, invece, quando è iniziata? “Ai tempi dell’asilo! - ride - Amavo fare spettacolo già da allora. Gli altri bambini si aggrappavano alle mamme, disperati e io cercavo di attirare la loro attenzione: ‘Venite con me, datemi retta: so fare un sacco di cose buffe!’ Così riuscivo a distrarli”. ph Georges Adly Zaki Masciarini, bravo! Mi fa molto divertire, caro, lo sa?!” - Stefano parla con voce assolutamente identica a quella dell’Avvocato, calcando sull’inconfondibile erre moscia-. E tu? “Io, che ero emozionantissimo, sfoggiavo un magnifico sorriso di circostanza, pensando tra me e me:‘ ma come … Masciarini…, accidenti! Abbiamo un cognome con la stessa desinenza!’ Comunque, una bella soddisfazione! Ed un bel periodo…” Cosa rimpiangi di allora? “Le opportunità di costruirsi una strada con le proprie capacità, con un pizzico di talento, nell’ipotesi di un domani meno incerto. E la politica di una volta, nella quale gli scontri avvenivano sul piano della competenza e della cultura, tra protagonisti di indiscutibile livello. Capaci di misurarsi intellettualmente… Rimpiango addirittura la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista, figurati!” La tua filosofia attuale? “Vivi e lascia vivere, magari dando una mano a chi non ce la fa e combattendo le ingiustizie”. Quali sono le ingiustizie meno tollerabili? “La malattia, che ti coglie impreparato. La fame, che ti annienta, ma anche la tristezza, che ti lascia senza difese”. Esistono degli antidoti contro la tristezza? “Per quanto mi riguarda, i miei figli che, con le loro personalità e con le loro età diverse, non concedono spazi né alla malinconia, né alla noia. E la generosità, i progetti”. A proposito di progetti? “Intendo creare una fondazione per contribuire a sconfiggere la carestia. Conosco persone meravigliose, che si impegnano per alleviare le sofferenze delle popolazioni afflitte da troppe sciagure. Il dottor Domenico Scopelliti, per esempio, direttore scientifico della Operation Smile, che interviene sulle malformazioni infantili nelle zone di maggiore povertà. Per il resto, a breve inizierò il tour estivo con l’AUANAGANAGANAZZANBOY big band, che si compone di dodici elementi. Continuerò inoltre ad occuparmi con Gianluca Tumbarello della nostra società immobiliare e ad elaborare l’idea di un nuovo show”. Stefano Masciarelli La vera occasione? “Il provino per una trasmissione di Canale 5. Fui scelto da Gianna Tani ed ottenni un contratto con Terzoli e Vaime, grazie alla mia imitazione di Giovanni Agnelli, che in seguito avrei riproposto in tv. Lui la apprezzò e volle incontrarmi. Si complimentò, con tono paterno e indulgente: ‘Bravo, Nessuno spazio per la tristezza, dunque… “Nessuno!” ◆ Insider Intervista 23 Via Chiana 55a/55b • Roma • www.castaldigioielli.it Insider invito AL MARE di Luisa Espanet B Fisico Les Cpains - ph Daniele Guidetti Ferragamo B ikini o intero? Ogni estate il dilemma si ripropone. Secondo il sondaggio di qualche tempo fa in Inghilterra, il bikini dopo i 47 anni dovrebbe essere bandito. Non si sa perché i 47 anni e non i 46 o i 48. Sorvolando la stupidità dell’affermazione, ognuno dovrebbe decidere in base a primari canoni estetici, che più che gli anni riguardano i chili di troppo. Nel bikini da sempre è più importante il colore e la fantasia, mentre nell’intero la linea e il materiale è determinante quasi come in un abito. Accanto all’intero e al bikini continua a imperversare quell’ibrido che prevede un’unione tra i due pezzi di dimensioni variabili, a volte tali da renderlo meno coprente del più succinto bikini. Come uno dei modelli di punta di Pin up Stars con righe pastello e paillettes sul reggiseno. O i costumi di Fisico, in maculato bianco e nero o in colori vivacissimi stile Carioca. Tra gli ibridi interessante il modello di Magda Gomes con reggiseno a fascia e guépière, addirittura con stecche, che richiama la lingerie anni Quaranta. È in jersey bianco con grandi fiori sul rosa. Castigato anche l’ibrido di Miss Bikini, in una stampa che ricorda gli abiti delle squaw indiane, con mutanda a vita alta. Les Copains ha fatto sfilare revival del due pezzi con pantaloncino alto in vita e reggiseno coprente, nero, da portare sotto la tuta in rete dello stesso colore o a righe tortora, caramello e nero, abbinato al lungo spolverino. Negli stessi toni i pudicissimi costumi interi, che richiamano quelli da nuotatore primi Novecento. Ferragamo ha mandato in passerella un costume intero di camoscio senape, in alternativa a quelli di Lycra e a due bikini, uno in maglia verde petrolio all’uncinetto stile Sixties e l’altro in Lycra, con reggiseno a nodo, sotto alla camicia in camoscio della stessa nuance. Una prevalenza di interi anche da Kristina T: in cotone a fiorellini gialli, in maglia da ingenua maliziosa con roselline rosa, grigio da nuotatrice con il dettaglio di un traforo a cuore sullo scollo. Tutt’altro che castigato, anzi ipersexy, l’intero di Wolford con righe in tulle trasparente al centro. Inserto di tulle in vita anche per l’intero di La Perla, con profondo scollo a V. Sempre attuali nei costumi interi i dettagli gioiello, dall’inserto di paillettes al ricamo, all’applicazione di fibbie particolari. Come l’ovale di pietre sullo scollo del costume intero con spalline annodabili di Valery Prestige. Pin up Miss Bikini Luxe Inutile dire che sul bikini la scelta è molto più vasta e forse più appassionante. Si va da modelli più semplici, leggeri e capaci di asciugare in un attimo a quelli più strutturati Tra i primi, i bikini di Yamamay in tessuti e stampati di ispirazione etnica. Dalla serie con fiori stile Hawai, ai graffiti e le decorazioni afro dei modelli Zimbabwe e Malawi, alla rivisitazione dei batik dei Balinese Patch. Misure ridotte e forme che variano, per il top, dal triangolo alla fascia con nodo al centro. Tra i bikini “più complessi” quello di Ermanno Scervino con volant plissettato sul reggiseno. O quello di Wolford in tessuto con impercettibili plissettature rosso lava. O il bikini di Fisico verde oliva con maxipaillettes applicate. O quello di Pin up con ricamo dorato sul reggiseno e sul microgonnellino a portafoglio ◆ 29 S S e per i costumi della donna non ci sono grandi cambiamenti, è facile dedurre quanto minime siano le novità nel beachwear maschile. Sempre più protagonista e sempre meno contrastato il boxer. Piuttosto lungo, quasi un bermuda, da Calvin Klein che punta sul bianco e nero. Marina Yachting, fedele al DNA, continua a proporre il cotone rosso, blu o a righe bianche e blu per costumi con la gamba leggermente più corta. Red, la linea fashion della Rede, per i boxer di cotone, che rientrano nella tasca, sceglie le stesse microstampe delle calze: orologi, ochette, elefanti. Henri Lloyd preferisce fiori stilizzati. Avon Celli guru della maglieria, propone un costume in lana Tasmania, revival di modelli anni Venti, in limited edition ◆ Marina Yachting Red Henri Lloyd Avon Celli per lui Insider Fashion 31 Principesse Beatrice e Eugenie LIKA Spring Missy I LIKA Flower Miss Borsalino TANTO DI CAPPELLO I Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245 [email protected] - www.sartoria-al-corso.roma.it l gossip sui cappelli è stato uno dei preferiti del matrimonio del secolo, come ormai viene definito quello di William e Kate. In particolare hanno fatto parlare quelli delle cugine dello sposo, Eugenie e Beatrice, figlie del principe Andrea, già etichettate come le cuginastre Anastasia e Genoveffa. L’improbabile copricapo di Beatrice, da qualcuno paragonato a un copriwater, è andato in vendita a un’asta su internet a 81 mila sterline, circa 93 mila euro, destinate in beneficenza. Il cappello, come quello di molte invitate, era di Philip Treacy, il “cappellaio matto” adorato da nobildonne e star, tra cui la fashion victim americana Sarah Jessica Parker. Gli inglesi hanno una tradizione di cappelli audaci, basta pensare alle corse di Ascot. Non a caso la maison “Le spose di Giò” per l’apertura del negozio londinese ha ampliato la proposta di cappelli. In Italia, invece, per molte donne il matrimonio è spesso l’unica occasione per indossare un cappello con solo una funzione estetica. Quali sono i modelli del momento? Max Mara nella Bridal Collection propone cappelli-acconciature in linea con il suo tipo di sposa, mai teatrale e inserita nell’attualità. Ecco il cerchietto in satin con fiore in organza e tulle o quello decorato con una nuvola di tulle. O il pettinino bijoux con maxi fiocco in gros grain. Il cappello a tesa larga è un evergreen, reso più o meno classico dall’aggiunta di un fiore o di un fiocco. O di piume come quello in leggera paglia di Borsalino in alternativa alla cloche. Una cloche in paglia con nastro in seta ecrù la propone anche Superduperhats. Per le più audaci c’è il cilindro, come quello di Melegari o le capelline in plastica effetto cristallo disegnate da Lisa Cestaro per Lika. Ma i cappelli più bizzarri sono indossati dalle signore dell’entourage della sposa. Da quelli con intrecci di pizzo di Steven’s Hats alle toque con stilizzate piume di Uli Lerch, ai trionfi di fiori su paglia, come da Grevi o da Lika, ai giochi di piume e pieghettature di Nafi de Luca. Fino ai cappelli-scultura di Massimo Pieroni, cappellaio per cinema e teatro (ha lavorato per Gabriella Pescucci e Milena Canonero), in casi eccezionali prestato ai matrimoni ◆ Uli Lerch Insider Fashion L’ESTATE DELL’AUTOMOBILE I I Tutto ebbe inizio a Stoccarda dove nel 1886 Karl Benz e Gottlieb Dailmer inventarono il primo veicolo a motore. E quest’estate nel Baden-Württemberg si festeggia l’Automobile Summer 2011 per ricordare i 125 anni dell’automobile di Alessandra Vittoria Fanelli festeggiamenti per i 125 anni dell’automobile sono iniziati nel primo week-end di maggio a Stoccarda con l’importante mostra ‘Art & Stars & Cars’ allestita nello scenografico Mercedes-Benz Museum che ospita nei suoi nove livelli la storia dell’auto: dalle prime automobili al mondo, costruite da Karl Benz e Gottlieb Dailmer fra cui la prima Mercedes guidata da Karl Benz sino ai più recenti modelli e alle visioni futuristiche che hanno contribuito a creare il mito della Mercedes. La mostra ’Art & Stars & Cars’, che presenta alcune opere di Adolf Hölzel, Andy Warhol e Sylvie Fleury, tanto per citare alcuni dei più noti artisti di arte contemporanea, saranno in mostra fino al 10 settembre quando si chiuderà l’estate dedicata all’anniversario della nascita dell’automobile. Stoccarda, capitale del Baden-Württemberg, non è solo sede della Mercedes-Benz ma anche dell’altra icona dei tempi moderni: la Porsche, auto sportiva da sogno che si può ammirare nel ‘suo’ museo inaugurato nel 2009 che rende omaggio ai modelli classici come la mitica 911 ma anche al genio di Ferdinand Porsche che l’ha inventata dandole il suo nome. L’ingegnoso Porsche progettò anche il ‘maggiolino’ per la Volkswagen, altra automobile molto amata che segnò il passaggio storico della rinascita economica europea degli anni Sessanta. Il percorso nella storia dell’auto prosegue a Ladenburg, graziosa cittadina che dista una decina di chilometri da Mannheim, dove nacque Karl Benz, pioniere della prima auto brevettata e dove ora ha sede il Museo dell’Automobile a lui dedicato. Ricostruito sui vecchi capannoni delle Officine Benz, nel museo si possono ammirare le prime auto storiche a motori tra cui l’auto che Frau Bertha, (bisnonna di Jutta Benz, una gentile e affascinante signora incontrata durante la presentazione stampa di questo evento a Milano, nonché ultima erede dei Benz) nel 1888 guidò con i suoi due figli Eugen e Richard seduti di fianco, da Pforzheim a Mannheim e ritorno, per mostrare a tutti come funzionava l’automobile appena brevettata. La città divenne poi sede dell’industria automobilistica tedesca: infatti dall’incontro di Benz con Daimler nacque la Mercedes-Benz, auto che conquistò tutto il mondo. Il nome di Mercedes appartiene a Mercedes Jelinek della famiglia Daimler: da qui il nome Mercedes-Benz! Il viaggio nel tempo dell’auto prosegue a Neckarsulm dove ha sede l’Audi Forum, altro marchio di classe, che ospita l’intera collezione degli ultimi cent’anni di belle auto: un museo interattivo che percorre la storia dell’azienda e contemporaneamente ci tuffa nella tecnologia dei moderni impianti di produzione. Da non mancare, spostandosi poi in Baviera, la visita al centro BMW Welt, nuovo tempio dell’automobile (un’opera dello studio viennese Coop Himmelblau) e all’attiguo BMW Museo, avveniristico edificio (quest’ultimo progettato dalla archistar anglo-pachistana Zaha Hadid) che illustra la storia delle auto sportive e dei prototipi fino ai progetti futuribili. Un salto nel futuro e nella tecnica che lascia stupefatti. Un’occasione affascinante per gli amanti dell’automobile ma anche per chi desidera conoscere le città del BadenWürttemberg cariche di storia: Stoccarda, con la sua monumentale Karlsplatz e l’elegante festival ‘Sommerfest’ che si svolge dal 4 al 7 agosto nei giardini del Castello; Mannheim, fondata dalla dinastia degli Svevi e città natale del poeta e drammaturgo tedesco Friedrich Schiller e di Constanze, moglie di Mozart, nota per il grandioso castello che sovrasta la città; Karlsruhe, città dal disegno urbano che si apre a ventaglio attorno al castello. Infine per i più romantici ecco la Foresta Nera e la città termale di Baden Baden con i suoi suggestivi scorci panoramici. Un’estate all’insegna di sorprese: auto, storia, percorsi naturalistici, musica. Un viaggio che si conclude il 10 settembre con il grande concerto ‘AutoSymphonic’ che nella splendida cornice del castello di Mannheim chiuderà ufficialmente i festeggiamenti dei 125 anni dell’automobile ◆ Gioielleria Via Casal dei Pini, 8 - Le Rughe - 00060 Formello (RM) - T. 06 90128068 [email protected] - www.lerughegioielleria.com “Radicalmente Porsche”: lo spirito creativo investe la Cayman Terminato il concorso con cui si vogliono premiare i designer capaci di dare una mirabolante veste estetica alla Porsche Cayman. Tra progetti, disegni e nuove scoperte, i giovani di tutto il mondo hanno proposto la loro visione di uno dei modelli sportivi più famosi mai realizzati di Francesco Mantica “P “P orsche rappresenta l’eleganza tra le macchine sportive, ma anche un’idea di successo e divertimento, associata alla bellezza del design”. La frase è della giovane designer Hyoun Heen Na (Inghilterra), una dei quattro finalisti del concorso per giovani designer indetto da Porsche Italia, Radically Porsche, attraverso il portale Designboom, che ha visto protagonisti 1.153 giovani talenti in tutto il mondo, pronti a sfidarsi per decorare, secondo il loro spirito creativo, la Porsche Cayman. Ogni giovane ha messo estro e talento per definire quella che è la propria idea di Porsche: “Per me - ha spiegato l’iraniano Farrokh Maherani - una delle più importanti caratteristiche di questa macchina è l’intrinseco senso di velocità. Oltre, ovviamente all’originalità del concept”. Non a caso, la sua Porsche ha decorazioni tali da trasmettere un senso di movimento e di rapidità anche quando è immobile. Josè Chamorro Salas, grafico di Bogotà (Colombia) è stato il vincitore del concorso, con una decorazione esterna che richiama le forme di un caimano il quale, oltre a dare il nome alla macchina, è “un complesso e meraviglioso disegno della natura”. La Porsche Cayman, allo stesso modo, è secondo lui “uno shock per la vista che gioca con la percezione visiva delle persone che la osservano”. Il vincitore, già art director di diverse campagne di design nel settore automobilistico, si è così aggiudicato l’iscrizione al Master in “Visual design” presso la Scuola Politecnica di Design di Milano della durata di un anno. Le quattro versioni sono state presentate in anteprima al Just Cavalli Cafè di Milano, grazie alla collaborazione con Porsche Italia e Porsche Haus Milano. Sono stati invitati a iscriversi giovani designer provenienti da tutto il mondo, appassionati Porsche, che volessero esprimere la propria fantasia attraverso la realizzazione di una decorazione per la Porsche Cayman. L’obiettivo del concorso era quello di divertire e di esaltare in una modalità stimolante e nuova l’immagine appassionante, sportiva, agile e veloce del modello Cayman con una grafica che rappresentasse gli stessi valori e che sorprendesse e appassionasse valorizzando questi concetti. Le quattro Cayman finaliste sono state protagoniste fino al 30 marzo del Road Show nazionale che ha toccato diverse città tra cui Milano, Bologna e Roma per concludersi a Padova dove è stato eletto il vincitore, decretato sempre dagli utenti del sito Designboom ◆ SPEEDY CAR - VENDITA AUTO NUOVO E USATO Via Cassia, 2040 t 0630882400 t Via degli Olmetti, 18 (Zona Industriale Formello) t 0690400458 Massimiliano 3480628947 - 3481880090 t [email protected] 36 autica Insider Nautica Il giaguaro che corre veloce sulle onde del mare Nasce lo Strider 8 jaguar, un’imbarcazione di 8 metri capace di offrire, sempre in grande sicurezza e con il massimo del comfort, l’emozione delle velocità sul mare, proprio come ognuna delle vetture dalla gamma Jaguar I I di Francesco Mantica l bianco cristallino degli esterni e il legno degli interni delineano quella che è la vera e propria novità, in tema di imbarcazioni, per l’estate 2011: è lo Strider 8, il Rib griffato Jaguar prodotto da Sacs Marine, cantiere italiano leader internazionale nel settore dei gommoni di lusso, concepito e progettato da Christian Grande DesignWorks per la casa automobilistica inglese. Trattasi di un maxitender ridimensionato e rivisto, talmente curato e “nobile” che ben si adatterebbe a qualsiasi grande yacht di lusso. Le forme dolci, che culminano in una coda spiovente, evidente riferimento alle anglosassoni berline sportive, disegnano un gommone che è “molto più di un gommone”, una imbarcazione equilibrata e potente al contempo e dotata di ogni comfort. Lo Strider 8 si fa notare fin da subito per le sue peculiari caratteristiche, che riconducono immediatamente alla Jaguar automobile: la postazione di guida verticalizzata in una consolle altisonante che si mette subito in evidenza alla vista come “postazione di comando”, il raffinato cruscotto, le eleganti sellerie, il battitacco, le prese d’aria dinamiche d’acciaio, la sigla a poppa e soprattutto la mascherina sul frontale della console: tutti segni che richiamano il design delle vetture Jaguar. Inoltre, con i suoi 8 metri di lunghezza, offre tutto ciò che si può desiderare a bordo per trascorrere splendide giornate in mare o al lago: aree prendisole, living, tendalino a scomparsa e bar con frigo. Strider 8 “Jaguar” ha debuttato al Boat Show di Porto Rotondo e sarà commercializzato prima dell’estate ◆ La corsa più bella del mondo Conclusa la Mille Miglia 2011 Jaguar ha celebrato il 50° delle E-Type di Chiara Calace Ferrari 225 S Export Tuboscocca Spyder - 1952 - Driver Newson/TBA È È partita da viale Venezia a Brescia la prima delle 375 auto d’epoca che si sono sfidate sullo storico percorso Brescia-Roma-Brescia della Mille Miglia. Presenti sul palco, a salutare gli equipaggi che in tre giorni hanno condotto le “vecchie signore” in sette regioni d’Italia e a San Marino, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia, il sindaco di Brescia Adriano Paroli, il presidente della Mille Miglia Alessandro Casali, il vicepresidente Paolo Binelli e il Segretario Generale Sandro Binelli, insieme alla madrina della manifestazione 2011, Madalina Ghenea. A differenza degli anni precedenti a caratterizzare la partenza non è stata la pioggia, ma un raggio di sole che ha fatto splendere le carrozzerie fiammanti delle auto. Lungo il viale due ali di folla hanno incitato i piloti appena all’inizio di un’avventura che li ha tenuti 35 ore al volante per completare i circa 1.600 km del percorso. Durante la partenza c’è stato spazio anche per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia. L’omaggio è arrivato dall’equipaggio statunitense della seconda vettura in gara, una OM 665 Superba del ’29, con fumogeni tricolori emessi dal tubo di scarico. Dopo il successo dello scorso anno, anche l’edizione 2011 è stata anticipata dallo spettacolare Ferrari Tribute alla Mille Miglia, con 130 splendide Ferrari d’epoca e moderne che hanno preceduto le auto in gara sul percorso che ha attraversato alcuni dei luoghi più suggestivi d’Italia in quella che, come disse Enzo Ferrari, è ‘la corsa più bella del mondo’. Alla fine della prima tappa a Bologna, era in Aston Martin BMW 328 - 1938 - Driver Schneeweis/Wortmann testa l’equipaggio composto dagli argentini Claudio Scalise e Daniel Claramunt, a bordo di un’Alfa Romeo 6C 1500 GS del 1933 partita con il numero 57. Al secondo posto l’equipaggio bresciano Mozzi-Biacca sull’auto numero 49, una Aston Martin Le Mans del ’33. Giordano e Stefania, coppia nella vita e nelle corse, sono poi riusciti a conquistare il trionfo finale all’arrivo a Brescia. Tra i vip in gara si è segnalato il buon piazzamento dell’attore e comico britannico Rowan Atkinson, noto per essere l’interprete di Mr. Bean, codriver di una BMW 328 Mille Miglia Roadster con numero 87, che ha concluso la prima tappa al quarantasettesimo posto. Il motociclista 15 volte campione del mondo, Giacomo Agostini con Jochen Maas su Mercedes-Benz 710 SS del 1930, partiti col numero 45, in 349esima posizione; Mika Hakkinen, nel team McLaren-Mercedes, campione del mondo di Formula 1 Jaguar XK 120 OTS Gran Turismo - 1952- Driver Ricci/Ricci Alfa Romeo 6C 1500 GS - 1933 - Driver Scalise/Claramunt Healey Silverstone - 1950 - Driver Gnutti/Gnutti nel 1998 e 1999, e Juan Manuel Fangio 344esimi. Le 375 auto d’epoca, partite poi da Bologna, hanno puntato in direzione della Repubblica di San Marino per giungere quindi a Roma, sfilando davanti a Castel Sant’Angelo. Jaguar ha partecipato all’edizione 2011 della Mille Miglia continuando la celebrazione del 50° anniversario della E-type con vetture arrivate da tutto il mondo, tra cui XK120, C e D-type, supportate da Jaguar Cars e dallo Jaguar Heritage Trust. Questa significativa rappresentanza alla Mille Miglia 2011 sottolinea l’antico legame di Jaguar con la corsa. Nel 1950, Jaguar schierò una squadra ufficiale di quattro XK120, ed un giovane Stirling Moss fece il suo esordio al volante l’anno successivo. “La Mille Miglia è uno dei più grandi ed importanti eventi automobilistici del mondo, dove Jaguar si è sempre sentita a casa propria” ha detto Frank Klaas, Global Head of Communications, Jaguar Land Rover. “Il nostro legame risale agli anni Cinquanta, quando le XK120 e le XK140 erano regolarmente ai nastri di partenza e partecipavano alla gara persino le C-type e le D-type. Infatti, i primi dischi freno furono montati su una C-type in gara guidata da Stirling Moss e Norman Dewis nella Mille Miglia del 1952. Gli ufficiali di corsa furono così disorientati da questa nuova tecnologia che richiesero una dimostrazione per provare che erano effettivamente dei freni e non qualcosa d’illegale” ha aggiunto. “Nel 2011 cade il 50° anniversario della E-type, e cinquanta anni dell’integrità del design” ha spiegato Klaas. “Non potevamo pensare a niente di meglio per proseguire la nostra celebrazione della E-type. Come prefigurato dal suo designer, Malcolm Sayer, l’intento principale della E-type era quello di essere veloce. Infatti, raggiungendo una velocità massima di 240 km/h, fu la vettura di serie più veloce del mondo”. Ad accogliere tutte le vetture una platea di personaggi istituzionali fra cui Davide Bordoni, assessore capitolino alle Attività Produttive, Emmanuele Emanuele, presidente di Fondazione Roma, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e il prefetto Francesco Paolo Tronca, capo dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e difesa civile del Ministero degli interni, oltre al presidente Mille Miglia Alessandro Casali, giunto poco prima sul posto, che ha dato il suo benvenuto assieme alla madrina Madalina Ghenea. Dopo il saluto tutti gli invitati sono stati ospitati nella splendida terrazza di Castel Sant’Angelo per la cena di gala dove, oltre alle istituzioni, erano presenti Milli Carlucci, Tiberio Timperi, Kaspar Capparoni, Patrizia Mirigliani, figlia dello storico patron di Miss Italia Enzo Mirigliani e alcuni giornalisti fra cui il direttore del TG1 Augusto Minzolini ◆ FIAT AR 51 Campagnola cat. Turismo - 1951 - Driver Sperotto/Sperotto 1000 miglia Aston Martin Le Mans 1933 Mozzi-Biacca Insider Sport 42 A LEZIONE DI GOLF Venti piazzole, un putting green, un pitching green e due ampi bunker costituiscono il nuovo campo pratica del GOLF LA CASTELLUCCIA S ph Patrizia Savarese S abato 28 maggio alle ore 17,30, Padre Wladim del Collegio Santissimi Cirillo e Metodio, impartiva la sua benedizione al GOLF LA CASTELLUCCIA e sanciva così l’inizio di questa nuova avventura che va ad arricchire l’offerta delle strutture golfistiche della capitale. Venti piazzole, un putting green, un pitching green e due ampi bunker costituiscono il nuovo campo pratica di recentissima realizzazione, ubicato in un’area campestre di rara bellezza con all’orizzonte la linea del mare. La nuova realtà golfistica è il frutto degli sforzi congiunti dei dieci soci fondatori composti dalla famiglia Palenca proprietaria del Castello della Castelluccia e Fabrizio Prato presidente dell’associazione e dalla famiglia Di Muzio Giansanti con Marina Di Muzio vice presidente. Alla cerimonia inaugurale ha partecipato un foltissimo numero di appassionati e amici anche attratti dalla presenza di Costantino Rocca, leggenda del golf italiano che in nome della forte amicizia che lo lega a Fabrizio Prato neo presidente, non è voluto mancare all’evento. Tra gli ospiti intervenuti l’ex campione dello sci Michael Mair, Stefano Masciarelli, Georges Adly Zaki amministratore delegato della SWAN TOUR e appassionato golfista; il Cav. Angelo Matarazzo, direttore generale della Banca Popolare di Roma; Anna Maria Teofili e sua figlia Alessia in rappresentanza dell’Arco di Costantino; Mauro Guerini, direttore dell’Olgiata Golf Club e Riccardo Tirotti direttore del Country CLub Castelgandolfo; Cecilia Fiorucci e Giuseppe Santoni già sponsor di alcuni eventi golfistici importanti; Enzo Bosi della Franco Bosi Argenti; il dott. Domenico Bonifaci, noto immobiliarista capitolino e Marina Como, nota giornalista. Dopo la benedizione di Padre Wladim, Fabrizio Prato in qualità di Presidente del Golf La Castelluccia ha salutato e ringraziato tutti gli intervenuti e ha illustrato gli obbiettivi e i programmi futuri che prevedono Golf Clinic, Campus estivi, corsi propedeutici per principianti e amateur. Insider Sport 44 Costantino Rocca Costantino Rocca, Marina Di Muzio e Fabrizio Prato Anche Marina di Muzio ha voluto salutare gli ospiti e ha ricordato con commozione la figura del padre, Giovanni, a cui in sostanza va il merito di aver creato l’Azienda Agricola Di Muzio proprietaria del terreno che ospita il Golf La Castelluccia. Costantino Rocca ha infine salutato gli ospiti elogiando l’iniziativa e definendo il Golf La Castelluccia uno dei campi pratica più grandi d’Italia e promettendo di aderire alle future golf clinic che verranno organizzate. Dopo aver ricevuto da Fabrizio Prato e Marina Di Muzio la tessera d’argento di socio onorario, Costantino Rocca ha tirato il primo colpo ufficiale del campo pratica inaugurando così l’attività. Dopo di lui moltissimi ospiti hanno occupato le piazzole tirando palline fino a tarda sera. Una gran festa con tanti bei nomi intervenuti... Unico assente la Federazione ◆ golf Insider Eventi 46 S S Antonio Falanga e il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Valotto Il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Valotto e Rosaria Renna Banda dell’esercito diretta dal Mo vice-direttore Tenente Antonella Bona erata all’insegna del tricolore del 150° Anniversario dell’Unità Nazionale all’evento “Premio Margutta - La Via delle Arti 2011”, ideato e prodotto dal Fashion Producer Antonio Falanga e organizzata a Roma nel Complesso logistico Pio IX, oggi Sede del Circolo Ufficiali Esercito. Un susseguirsi di riferimenti scenografici e coreografici, di citazioni hanno caratterizzato la manifestazione, ideata con l’intento di promuovere e valorizzare il nostro del Made in Italy. L’ouverture della serata, è stata affidata alla Banda dell’Esercito diretta dal M° vice-direttore Tenente Antonella Bona, che ha eseguito il Canto degli italiani, prologo dell’entrata in scena di una elegantissima Rosaria Renna, madrina e conduttrice della manifestazione. Un parterre d’eccezione, ricco di personalità del mondo delle istituzioni, della cultura e dello spettacolo ha ricevuto il benvenuto alla serata, dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Valotto, al quale è stato conferito il “Premio alla Carriera”. Per la sezione “Istituzione” il premio è andato all’Ambasciatrice del Governo di Haiti Géri Benoit; per la sezione “Arte” ad Angelo Bucarelli; per la “Moda” ad Alviero Martini; per la “Letteratura” alla Gangemi Editore; per il “Giornalismo” a Monica Maggioni; per la “Musica” a Serena Autieri; per il “Cinema” a Giorgio Pasotti; per lo “Spettacolo” a Marisa Laurito; per la “Sezione Media” a Marco Liorni; per la “Fiction” a Brando Giorgi; per il “Teatro” a Cosimo Cinieri ed infine per la “Comunicazione” a Tiziana Rocca. Alla manifestazione che si è avvalsa degli autorevoli patrocini del Ministero della Difesa, della Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio, della Provincia di Roma, dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, della Presidenza della Commissione Turismo e Moda di Roma Capitale, di AltaRoma e di Confartigianato Imprese, hanno partecipato personalità delle istituzioni, della cultura e dello spettacolo: i Generali di C. A. Mauro Moscatelli e Domenico Rossi, l’On. Isabella Rauti, l’Assessore alle Politiche Culturali Dino Gasperini, l’Ambasciatore del Belize Nunzio Alfredo D’Angieri, la Dott. ssa Valeria Mangani Consigliera per le Relazioni Esterne del Sindaco di Roma - Vice Presidente di Altaroma e Sandro Di Castro Vice Presidente di Altaroma, le attrici Barbara Tabita e Alma Manera, la giornalista Cinzia Malvini, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi ◆ premio margutta SVENTOLA IL TRICOLORE Gran galà del made in Italy per il 150°anniversario dell’Unità di Laura Pagnini Collezione Alviero Martini Assessore Dino Gasperini ed Emilia Gangemi Roberta Loddo - ph Paolo Lanzi Collezione - Linea Esercito Italiano Insider Sport 48 49 Insider Sport ITALIA, SALTO IN AVANTI A Piazza di Siena, nel 79° Concorso Internazionale di Salto Ostacoli, l’Italia ha vinto 5 gare su dodici, compresa la spettacolare Potenza, ma ancora una volta gli sono sfuggite il Gran Premio Roma e la Coppa delle Nazioni (a tribune vuote, un problema da risolvere) Il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Federazione Italiana Sport Equestri premiano Hicksted ed Eric Lamaze vincitori del Gran Premio Roma 2011 (foto FISE) di Enrico Tonali Italic De Salines con in sella Emanuele Gaudiano supera il muro dei 2,25 (foto FISE) Eric Lamaze in sella a Hickstead (foto FISE) I I l dottor Jekyll e mr. Hyde hanno traslocato a Piazza di Siena. I due personaggi dello “strano caso” ideato dallo scrittore scozzese Robert Louis Stevenson si sono tramutati nella buona organizzazione e nel cattivo pubblico del 79° Concorso Ippico Internazionale-Snai Show Jumping tenutosi a fine maggio nel celebre ovale, voluto dal principe Marcantonio Borghese nella sua Villa fuori Porta Pinciana. Non è che gli spettatori abbiano insultato i concorrenti, tirato Il salto di un cavaliere della vincitrice Olanda uova marce o fatto atti vandalici; ma - come per il banchetto delle nozze evangelico - hanno messo mille scuse per non gremire le comode tribune, dare solo sguardi distratti agli stand commerciali, non far sentire il boato vivificatore del tifo a cavalli e cavalieri italiani nella Coppa delle Nazioni che l’Italia liscia dal 1985. Eccezionalmente per il Gran Premio Potenza (ma non è una novità, è la gara che piace di più ai romani) e per il Gran Premio Roma (finalmente, anche se - come aveva pronosticato Piero D’Inzeo - si è assistito all’ennesima mortificazione dei cavalieri italiani) gli spettatori hanno occupato le tribune, con chiazze di poltroncine vuote, ma forse è stato per il troppo sole su quegli spazi. Sollecitare i presidi a mandare a Piazza di Siena i propri studenti a costo zero, distribuire biglietti gratis ai Circoli Ippici, far acquistare ticket agli sponsor non basta. Come fanno certi ippodromi più lungimiranti, se vuoi il posto comodo e sicuro lo paghi, ma il prato va lasciato a ingresso libero. Anche perché Villa Borghese è comunale, un bene pubblico, di tutti. Su 12 gare gli italiani ne hanno vinte 5: la competizione d’apertura contro il tempo (Ornella, in sella Gianni Govoni che sempre Piero D’Inzeo - considera il miglior cavaliere italiano), il Trofeo Mercedes Benz (Loro Piana Chiclana con l’aviere capo Giulia Martinengo tornata a primeggiare dopo un appiedamento seguito da problemi alla bianca cavalla), il Trofeo Acqua Tutolo Rionero (Olea 0003 con l’altro aviere capo Emilio Bicocchi, atleta molto professionale e preparato ad ogni appuntamento), Il Trofeo Unicredit (Loro Piana Kelly De Fussigny con Francesca Arioldi, diciassettenne e più giovane vincitrice di tutti i tempi nel Concorso Internazionale romano e alla quale, con il padre Roberto, è stato assegnato il Premio Fair Play di HippoGroup Capannelle) e il Trofeo UNIRE per i giovani saltatori (Istrione Del Terriccio e bis di Bicocchi, tra i più attenti ad utilizzare l’allevamento italiano). Non sarebbe male come risultato complessivo, se non fosse che ci sono scappati due dei più importanti clou di Piazza di Siena: la Coppa delle Nazioni vinta dall’Olanda (con l’Italia ottava su nove Paesi in gara) e il Gran Premio Roma (ci sfugge dal 1994) spettacolarmente conquistato dal binomio d’oro ai Giochi Olimpici di Pechino/Hong Kong 2008 dei canadesi Hickstead ed Eric Lamaze, con Chiclana/Martinengo al dodicesimo posto. Sul piatto della bilancia possiamo mettere il successo “standing ovation”, da applausi a scena aperta, di Italic De Salines magistralmente montato dall’agente forestale Emanale Gaudiano nel Gran Premio Potenza Snai. Ma anche se il binomio-aquila ha superato i m 2,25 (a 7 cm dall’imbattuto record 2002) l’importanza della Coppa delle Nazioni (quella di Roma era la seconda tappa della FEI World Cup) e del Premio Roma (nato nel 1922) non permette nessun equilibrismo. Piazza di Siena (con la reale Windsor) è il parterre più scenografico del mondo, l’organizzazione Federazione Italiana Sport Equestri-Infront eccellente, essere premiati dal sindaco di Roma con la Lupa Capitolina mette i brividi, ma nel salto ostacoli internazionale siamo in Promotional League. Cioè in serie B. ◆ 51 Dott. Eugenio Rosselli, Medico Chirurgo Specialista Responsabile della Nutrizione Clinica e Dietologia applicata allo Sport di Villa Stuart. Servizio di Dietologia dello Sport ALIMENTAZIONE E SPORT: LA VITTORIA SI COSTRUISCE A TAVOLA Dietologia applicata allo sport: alimenti consigliati, idratazione e prima colazione. *M%PUU&VHFOJP3PTTFMMJTQFDJlDBh6OBUUFOUPQSPUPDPMMPOVUSJ[JPOBMFJODSFNFOUBMBRVBMJU¸EFMMFQSFTUB[JPOJTQPSUJWFv di Paolo Brandimarte Dott. Rosselli, che rapporto intercorre tra alimentazione e prestazioni sportive? “Una corretta alimentazione è in grado di influenzare positivamente la capacità di sostenere allenamenti quotidiani e programma fisico. Infatti, durante il processo digestivo, gli alimenti forniscono all’organismo l’energia necessaria per sopportare lo sforzo a cui è chiamato”. La dieta viene modulata sulla base della disciplina sportiva praticata? “In base all’intensità ed al dispendio calorico, la dieta dello sportivo sarà più o meno vincolante, specializzata e perfezionata. In questo modo viene ottimizzato il lavoro atletico ed al tempo stesso, si assiste ad un certo incremento della massa muscolare. Una dieta appropriata, infine, favorisce il reintegro delle risorse fisiche e mentali”. Quali comportamenti alimentari osservare prima della gara? “Il pasto prima della gara è fondamentale. Occorre assumere cibi facilmente digeribili, privilegiando alimenti ricchi di carboidrati ed a basso contenuto di lipidi e proteine”. Veniamo ai liquidi. Come deve idratarsi lo sportivo? “Nel corso dell’attività fisica, le elevate sudorazioni comportano perdita d’acqua e sali minerali, specie in condizioni di intenso carico muscolare e situazioni climatiche sfavorevoli (caldo, umido, scarsa ventilazione). Per questa ragione, occorre assumere bevande a bassa concentrazione di zuccheri e sali”. “Il mattino ha l’oro in bocca”. Regole per una buona colazione. “Ovviamente, una colazione consumata con calma e tranquillità è il modo più indicato per iniziare la giornata. Da questo punto di vista, è consigliato un pasto che comprenda tutti i nutrienti (carboidrati, grassi e proteine, ndr) e sia ricco di vitamine, calcio e fosforo”. www.villastuart.it Per info e appuntamenti: 06.35528369 Centralino 06.355281 Casa di Cura Villa Stuart - Via Trionfale, 5952 - 00136 Roma Insider Insider Sport 52 53 Al Rep (a sx, in sella Salvatore Sulas) vincitore del 104° Premio Parioli 2011 a Capannelle. Il galoppatore romano è stato acquistato da un team di Hong Kong - ph Grasso GALOPPO, CHE MUSICA Il Derby Italiano e le altre grandi corse della primavera di Capannelle hanno riportato il galoppo nel cuore dei romani che hanno affollato lo storico ippodromo di Via Appia Nuova Dal 17 giugno l’impianto ippico va in riposo ed ospita fino a luglio i concerti di “Rock in Roma” T di Enrico Tonali T Il palco della premiazione del 128° Derby Italiano Better a Capannelle ph Garofalo Estejo (con Umberto Rispoli in sella) vince a Capannelle il 56° Premio Presidente della Repubblica 2011 - ph Grasso ommaso Filippo Marinetti diceva che una locomotiva in piena velocità era più bella della Vittoria di Samotracia, la celebre statua ellenica. Se il guru del Futurismo si fosse fatto coinvolgere - dall’amico-rivale Gabriele D’Annunzio - nel mondo delle corse, avrebbe scoperto che un purosangue al galoppo può rivaleggiare con il Partenone. Certo è che quest’anno la primavera romana di Capannelle è riuscita a far rimettere piede sulle sue tribune a diecimila spettatori e a far breccia nel cuore degli amministratori del Campidoglio, se finalmente gli “inquilini” del Palazzo Senatorio si sono decisi a dare una mano alla gestione dell’ultracentenario Parco dell’ippodromo di Via Appia Nuova, sorto nel 1881 sui terreni un tempo proprietà di Luciano Bonaparte, fratello - più borghese e meno guerrafondaio - di Napoleone. Crackerjack King (montato da Fabio Branca) conquista a Roma il 128° Derby Italiano Better 2011 ph HippoGroup Un giovane campione capitolino in viaggio per l’Oriente, una miss del Lago Maggiore che ha vinto per la mamma, l’ultimo Crack di una famiglia che ha la fissa del Nastro Azzurro, un veterano tedesco dall’anima tricolore. Sono i quattro campioni che hanno riportato, nelle ultime settimane, il galoppo nel cuore dei capitolini. Lo storico ippodromo di Capannelle - che il 21 aprile ha festeggiato 85 anni dal “new deal” architettonico del 1926 ha vissuto una primavera da ippica italiana in ottima salute (quale tutti la sognano) e non con il futuro scritto sull’acqua (come purtroppo è in realtà). Dal 17 aprile al 15 maggio si sono tenuti, sulla pista di Via Appia Nuova, quattro appuntamenti - 104° Premio Parioli, 104° Premio Regina Elena, 128° Derby Italiano Better, 56° Premio Presidente della Repubblica GBI Racing - che hanno catalizzato l’attenzione del turf nazionale (ed estero, visto che il “pariolino” Al Rep è stato acquistato addirittura da un team di Hong Kong). Quattro corse di gruppo, un quartetto di vincitori di spessore, tutti italiani: il romano Al Rep (anni 3, scuderia Colle Papa, trainer Daniele Camuffo, in sella Salvatore Sulas) nel Parioli, Stay Alive (3, Vittadini, Bruno Grizzetti, Dario Vargiu) nell’Elena, Crackerjack King (3, EffeVi, Stefano Botti, Fabio Branca) nel Derby ed Estejo (7, Giovanni Martone, Ralf Rhone, Umberto Rispoli) nel Repubblica. “Il totale è positivo, abbiamo avuto un incremento - rispetto al 2010 - di spettatori (9.500 al Derby, l’anno scorso furono 7.000) e di scommesse sia sul campo (in ippodromo) che fuori” spiega Elio Pautasso, ingegnere meccanico torinese, 46 anni, gli ultimi 15 passati a dirigere Capannelle. “Pubblico e gioco sono in calo ovunque, nell’ippica, da noi però meno che altrove”. Tant’è che il “signor Sport” del Campidoglio, il delegato Alessandro Cochi, presente al Derby, ha trovato l’impianto in “ottima salute agonistica” e assicurato che la “fisiologica pendenza” con il Comune (proprietario dell’ippodromo) è in risoluzione. Un lusinghiero giudizio sul lavoro svolto dal gestore HippoGroup Roma (presidente Tomaso Grassi) che dovrebbe esprimere anche il Comitato Internazionale Pattern (in cui “british rule the waves”) il quale - nonostante le ottime prove after-Derby del dubaiano Mastery e del milanese Worthadd, vincitori del Nastro Azzurro 2009 e 2010 - seguita invece a tenere nel limbo del gruppo 2 l’appuntamento italiano più fascinoso, il Derby. Una discutibile sottovalutazione che come dicono le cifre - al pubblico non interessa affatto. “Capannelle rimarrà aperto fino a venerdì 17 giugno, una settimana in più del 2010, per consentire ai giovani purosangue più corse in un ippodromo importante come il nostro” conclude Putasso che al Derby ha sfoggiato come tradizione la bombetta “Poi lo stop estivo - anche per rigenerare le piste - fino ai primi di settembre e ai Premi del grande autunno romano”. Dal 18 giugno al 29 luglio l’impianto darà spazio alla musica, quest’anno ospitando 21 concerti serali di “Rock In Roma” ◆ Insider Sport C.O.N.I. F.I.S.E. Assegnati all’Italia i play-off europei dei Mondiali di Polo Si terranno in Toscana, a Villa a Sesta nella zona del Chianti Classico. Un avvenimento di notevole valore agonistico: giocheranno le migliori nazionali continentali. La Coppa del Mondo è stata esposta a Pitti Immagine a gennaio C.I. Casale San Nicola Società Sportiva Dilettantistica a R.L. B B Concorsi Ippici - Stage di Salto Ostacoli e Dressage con tecnici di eccellenza Scuola Pony-Cavalli e Pony Games a partire dai 4 anni con Istruttori Federali qualificati 2 campi coperti illuminati Via del Casale di San Nicola, 232 - 00123 RomatTel. 06 30892884 - Tel. e Fax 06 30892990 www.casalesannicola.com - [email protected] [email protected] - Tel. 348 6577889 Club House con piscina asterebbe un partitella di polo sul prato all’interno della pista per metter fine negli ippodromi a tanti sbadigli e ciondolamenti dalle tribune al bar durante gli intervalli delle corse. Ma anche per rilassare gli allievi dalle metodiche lezioni di salto ostacoli, qualche colpo di stecca a una palla di gomma si rivelerebbe utile e divertente. Il gioco ideato - o almeno codificato - dalla cavalleria persiana dell’imperatore Dario (quello sconfitto da Alessandro Magno) in Italia è cresciuto parecchio negli ultimi anni tanto che la passione e l’impegno di circoli (antesignano il Polo Club Roma all’Acqua Acetosa), organizzatori e Federazione Sport Equestri è stato premiato con l’assegnazione dei play-off (le eliminatorie) europei per i 9° Campionati del Mondo che si terranno in Argentina a fine ottobre nella città di San Luis. Quello che vedrà impegnate le migliori formazioni continentali (hanno già confermato la presenza con il proprio quartetto - oltre a quello azzurro che verrà definito a maggio - Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Olanda) sarà un torneo di alto livello - ad handicap 14 goal - che si disputerà, dal 22 settembre al 3 ottobre, in Toscana sui campi del Polo Club di Villa a Sesta, prestigiosa azienda vinicola (Chianti Classico) e alberghiera in Provincia di Arezzo. È stato il neo-presidente della Federazione Internazionale Polo (FIP) Uno spettacolare duello tra giocatori durante una partita di polo in Argentina dove si disputeranno i Mondiali 2011 l’argentino Eduardo Huergo - subentrato allo stlista francese Patrick Guerrand-Hermes - a comunicare ad Alessandro Giachetti (responsabile del Dipartimento Polo della Federazione Sport Equestri) la scelta dell’Italia come sede dei play-off continentali. Oltre a quelli in Europa, i play-off si svolgeranno in altre tre zone: America del Nord e Centrale; America del Sud; Africa, Asia e Oceania. Il vincitore delle gare iridate in Argentina riceverà la Coppa del Mondo (andata al Cile nell’edizione 2008) un magnifico trofeo in argento donato - nel 1987, in occasione del primo Mondiale a Buenos Aires alla FIP dal Maharaja di Jaipur, capitale dello stato indiano del Rajasthan, amante del polo (una sua squadra giocò a Roma nel 2005). A gennaio, durante Pitti Immagine - il salone dell’abbigliamento fiorentino - la Coppa è stata esposta nello stand de La Martina (sponsor tecnico della FIP anche per i Mondiali) grazie all’interessamento di Lando Simonetti - industriale italiano residente in Argentina e patron dell’azienda leader nel guardaroba, nell’equipaggiamento e nella promozione del polo - che l’ha portata a Firenze direttamente dal Cile ◆ E.T. Insider Sport 56 57 Djokovic, il nuovo Principe del Foro ph Mezzelani-GMT N Il tennista serbo, con il trionfo agli internazionali BNL di Roma, continua la sua ascesa nella classifica mondiale: ora l’obiettivo è diventare il numero 1 superando Nadal ph Mezzelani-GMT di Francesca Monzone N ovak è il nuovo Re di Roma. È il numero due del ranking mondiale ed ha da poco trionfato agli Internazionali BNL d’Italia al Foro Italico in un finale contro Re Nadal e ha infuocato il Centrale nonostante la pioggia. Novak Djokovic è nato a Belgrado 24 anni fa da una famiglia dove lo sport è sempre stato di casa ad alti livelli. Il papà Srdjan era bravo nello sci e nel calcio e per il figlio avrebbe voluto un futuro in queste discipline. Novak, però, sembrava essere predestinato per il tennis e già all’età di quattro anni si cimentava con una racchetta in mano. Una volta capite le sue potenzialità, la famiglia lo ha assecondato e incoraggiato. Così, a 12 anni, ha lasciato la Serbia per andare a perfezionarsi a Monaco di Baviera nella celebre accademia di Nicola Pilic. A sedici anni sono arrivati i primi successi nel circuito juniores e l’anno successivo ha fatto il suo ingresso tra i professionisti. Ha partecipato alla Coppa Davis ed è entrato tra i primi duecento della classifica ATP. Il 2005 è stato l’anno del suo ingresso nella gare importanti e ha debuttato nei quattro tornei del Grande Slam. La sua è una carriera in continua ascesa e ha cominciato così a scalare la classifica mondiale. Il 2007 è stata la stagione che lo ha consacrato al tennis. A Miami per la prima volta ha battuto Nadal e poi grazie alle due semifinali a Wimbledon La delusione di Nadal - ph Mezzelani-GMT e al Roland Garros si è piazzato al terzo posto del ranking mondiale. L’anno seguente, dopo aver vinto il suo primo Slam all’Australian Open, ha conquistato il bronzo olimpico a Pechino, un risultato che ogni atleta vorrebbe raggiungere. Il secondo posto della classifica ATP è arrivato nel 2010 anche se quella è stata una stagione che non era iniziata nel migliore dei modi. Alla fine ha vinto con la sua nazionale la Coppa Davis, quell’insalatiera cui i tennisti guardano con passione e amore. Quest’anno Djokovic ha iniziato nel migliore dei modi. Il trionfo agli Australian Open, vincendo così il suo secondo Slam, e in finale ha superato Andy Murray. Poi ha vinto per la terza volta a Dubai e ha continuato ad accumulare vittorie battendo per la prima volta in finale Rafa Nadal in occasione del primo Master 1000 a Indiana Wells. A Miami, subito dopo, è ancora una finale contro Nadal e anche questa volta il successo è stato del giocatore di Belgrado. A Madrid in finale c’era ancora Nadal e Djokovic nuovamente ha vinto. A Roma, agli Internazionali dove Djokovic è arrivato con 32 vittorie di fila, il serbo ha trovato nuovamente Nadal nell’ultimo atto del torneo e ancora una volta Novak ha vinto con uno spettacolare doppio 6-4 facendo sua la 39esima partita consecutiva. Una carriera fantastica quella del giovane Djokovic che presto potrebbe diventare il nuovo numero uno del ranking mondiale poiché per quattro volte di fila ha battuto re Nadal. La sua è una vita regolare, Djokovic segue una dieta ferrea studiata da un nutrizionista perché nel 2010 ha scoperto di essere affetto dal morbo celiaco. Allora ha dovuto eliminare gli alimenti a base di grano e sostituirli con farine integrali di altri cereali. Djokovic ha dimostrato anche di avere nervi saldi. Questa sua dote è arricchita anche da una buona dose di spavalderia che piace al pubblico. Adesso le sue potenzialità iniziano a far tremare lo spagnolo numero uno al mondo, Nadal, che durante le partite contro il serbo dà cenni di sofferenza. A Roma, la tensione tra i due tennisti è stata decisamente palpabile. Due i set. Nel primo lo spagnolo si è mostrato da subito nervoso con Nole che è passato presto al comando dimostrando di saper difendere ed attaccare nel modo giusto. Il pubblico romano è stato dalla parte di Nole e lo non lo ha tradito. Per Nadal, alla sesta finale al Foro, la sconfitta è arrivata nel secondo set quando è stato costretto a piegarsi ai colpi di racchetta di Djokovic, avversario davvero insuperabile che pure aveva raggiunto la finale battendo Murray in semifinale solo al tie-break del terzo set. Il serbo ha voluto ringraziare il “suo” pubblico che già lo aveva visto trionfare nella città eterna nel 2008 e lo ha fatto con un sorprendente italiano ◆ Insider Sport Insider Sport 58 59 Insider Sport Luca Migliaccio, allenatore del Circolo Canottieri Roma, mentre prepara il 4 di coppia per l’uscita di allenamento COS’È IL CANOTTAGGIO “È uno sport unico, o si ama o si odia. Quasi sempre scatta il colpo di fulmine. È uno sport duro, di resistenza e anche di sofferenza fisica e psicologica. Proprio per questo è uno sport completo come pochi, tanto che chiunque lo pratichi non ha problemi a confrontarsi con altre discipline. Lo stesso allenamento ti permette di variare tra palestra, barca, nuoto, bicicletta e corsa. Dico sempre che nel canottaggio ci sono 3 motori: gambe, tronco e braccia. Per questo chi pratica canottaggio ha un fisico completo e sviluppa tutti i muscoli più importante per la crescita di ogni individuo”. I GIOVANI E IL CANOTTAGGIO della Canottieri Roma, ci spiega i segreti del canottaggio, sport che entusiasma sin da piccoli: valori sani e benessere non solo fisico ma anche mentale, eleganza e precisione del gesto tecnico, stretto contatto con l’ambiente e la natura “Perché un ragazzo dovrebbe avvicinarsi a questo sport? Perchè ti insegna a stare al mondo. I ragazzi con il canottaggio imparano a vivere in squadra, il senso di responsabilità, il rispetto delle regole e dell’avversario. Tutte cose che si ritrovano nella vita di tutti i giorni. Il canottaggio ti insegna a essere concentrato, l’equilibrio e la forza di volontà. Il ‘non mollare mai’ che ti porti avanti durante tutta l’esistenza”. di Giovanni Manfroni QUANDO SI COMINCIA PURA PASSIONE Uno dei tecnici più titolati d’Italia, Luca Migliaccio Q Q “ uando sei sulla barca provi la sensazione di volare sull’acqua, una sensazione unica che il canottaggio ti regala ogni volta che scivoli lungo il fiume”. E Luca Migliaccio il canottaggio ce l’ha nel DNA. Cinquantuno anni e il fisico di un adolescente, Migliaccio è da 18 anni allenatore del Circolo Canottieri Roma, uno dei più titolati tecnici italiani. Papà ex canottiere, gli inizi con la canoa, poi a 13 anni le prime remate e una trafila obbligata prima negli allievi, poi i cadetti, i ragazzi e gli junior. Poi il salto tra gli agonisti. Come allenatore è ormai una specie di “guru”. Non a caso in Italia è uno dei pochi ad aver raggiunto il massimo livello di specializzazione, quarto livello federale, più in alto di qualche tecnico della nazionale. Quando andava in acqua, nel singolo, ha portato a casa 5 Campionati Italiani e un bronzo al Mondiale di Lucerna nel 1982, oltre a diversi titoli a livello internazionale e altre quattro partecipazioni alla rassegna iridata. Per lui il canottaggio non è solo uno sport ma “uno stile di vita perché ti insegna a stare al mondo”, dice con tono serio nascondendo quel sorriso che l’accompagna sempre. Chi meglio di lui può raccontare uno sport dal fascino indiscusso, che ti permette di vivere emozioni uniche spesso in luoghi che sembrano lontani dal mondo e fermati nel tempo. “L’età giusta ritengo sia dagli 11 anni. Va sicuramente presa in maniera ludica, per questo a me piace sempre scherzare quando sto soprattutto con i più piccoli. Bisogna subito essere messi in gruppo e così si forma lo spirito di squadra e di appartenenza. Si impara che si vince e si perde insieme, ovviamente a meno che on si gareggi nel singolo. Da piccoli si impara velocemente. Prima con una parte teorica fatta in vasca e poi in acqua per la pratica dopo una decina di giorni. Tutti possono praticare il canottaggio. Il fisico? Si dice che un canottiere, diciamo per arrivare a grandi livelli, deve essere molto alto e robusto ma non sempre è così. La dote più importante per un canottiere è la tenacia. La grinta è fondamentale, poi è ovvio che solo con la tenacia non si va avanti e ci vuole una componente fisica da cui non si può prescindere. Ci sono tanti esempi di atleti che si sono affermati nonostante non fossero dei giganti”. L’otto del Circolo Canottieri Firenze nella foto che ha vinto il concorso “Immagini in voga” del 2010 REMARE FERMANDO IL TEMPO “Quello che ti fa innamorare di questo sport è proprio la sensazione di volare sull’acqua che si ha la prima volta che si sale in barca. E che poi ti accompagna sempre. Quando si è in acqua sei lontano da tutto e da tutti e il mondo esterno sembra lontano. Hai la possibilità di ammirare, ad esempio, Roma come non l’hai mai vista. Vederla dal fiume è un’esperienza fantastica. Ti godi la città senza traffico e rumori e vedi cose che non avevi mai visto. Un po’ come fermare il tempo. Sono tanti i posti magnifici che il canottaggio ti permette di conoscere sotto un’altra luce: città come Torino, per dirne una tra tante, sono ancora più splendide contemplate dall’acqua. Così come i panorami che ti può regalare la Svizzera o lo stesso centro nazionale di Piediluco dove la calma e il silenzio dei boschi sono spezzati dal remo che si infrange sull’acqua. Diventa fondamentale anche il rapporto che il canottiere ha con l’ambiente. Ecco, il canottaggio ti insegna anche questo: il rispetto dell’ambiente. Non vedrai mai un canottiere che getta una carta o una bottiglia in acqua o su un prato”. Insider Sport 60 La gioia dei canottieri di Cambridge per la vittoria nel 2010 sui rivali di Oxford nella storica regata tra le due università inglesi LA SICUREZZA UNA SECONDA CASA “Inutile dire che la sicurezza è tutto. Da allenatore dico che noi abbiamo una responsabilità enorme verso le famiglie e i ragazzi che praticano questo sport. Prima di mettere un ragazzino su un singolo, devo essere sicuro che abbia già fatto la sua esperienza nel doppio o nell’8. Devo essere sicuro al 100%. Fondamentale, ovviamente, è che chi vuole avvicinarsi al canottaggio sappia nuotare. La paura più grande dei ragazzi? Ovviamente cadere in acqua. Il mio consiglio è quello di rimanere sempre attaccati alla barca quando ci si trova in mezzo al fiume e aspettare i soccorsi. Bisogna rimanere calmi ed evitare il panico”. “Il circolo per chi pratica il canottaggio diventa una seconda casa. Un luogo di aggregazione e socializzazione. Un luogo dove praticare sport ma anche di confronto e scambio. I genitori quando i loro figli sono al Circolo sanno che possono stare tranquilli e che i loro ragazzi stanno crescendo in un ambiente sano utile non solo per l’attività remiera, ma anche per quello che gli riserverà il domani. A Roma sono tanti i Circoli con una tradizione e una storia importante in cui i ragazzi si immedesimano. Tra i Circoli c’è una sana competizione che serve ad alimentare la passione per questo sport”. IL RUOLO DEL GENITORE QUANTO COSTA “Il genitore per prima cosa non deve caricare di responsabilità i propri figli. Io dico sempre che la prima cosa è divertirsi. Devo dire che negli ultimi anni i genitori in questo sono migliorati. Seguono i figli con grande entusiasmo ma senza opprimerli. Sanno che crescono in un ambiente sano, sono all’aria aperta e migliorano sia dal punto di vista fisico che mentale”. “Diciamo che per un bambino che comincia a remare si spende tra i 500 e i 600 euro l’anno per tre volte a settimana. In questa cifra ovviamente è compreso tutto il kit di allenamento (borsa, felpa, zaino, maglietta, ecc.). Poi, se si prosegue e si inizia l’attività agonistica, a quel punto non spende più nulla perché tutte le spese sono a carico del Circolo che investe sugli atleti migliori” ◆ IL RUOLO DELL’ALLENATORE “L’allenatore deve essere prima di tutto un educatore. I ragazzi non vanno esasperati. Si deve scherzare e ridere. Lo stare insieme deve essere un momento di gioia. Ovviamente quando si lavora si lavora ma ci deve sempre essere un sano agonismo e non la ricerca del successo a tutti costi. L’umiltà è fondamentale come il fatto di avere una propria vita. Non può e non deve esistere solo il canottaggio, questo a miei ragazzi lo dico fin da piccoli. Lo studio è la prima cosa, soprattutto per quelli che lo praticano a livello agonistico con un impegno maggiore in termini di tempo e sforzi. Prima di tutto bisogna studiare. Un canottiere ignorante non andrà mai avanti”. www.canottaggio.org Insider Sport 62 Fitness e benessere nel cuore di Roma I I l villaggio del Fitness e del Benessere, 30.000 m.q. dedicati allo sport nel cuore della capitale romana. Dall’8 giugno al 7 settembre: un appuntamento imperdibile per tutti coloro che amano stare bene. Mondofitness giunge alla sua XII edizione. Una delle manifestazioni sportive più lunghe (quasi 100 giorni!), diventata un fenomeno metropolitano ineguagliabile. Immerso nel verde del Parco Tor di Quinto, rappresenta un evento di alto profilo al quale partecipano i migliori presenter nazionali e internazionali e dove le aziende leader del settore propongono le principali innovazioni del fitness. Centinaia di migliaia di presenze attive ogni anno, 300 ISTRUTTORI, 105 attività sportive, 20 AREE, Master Class giornaliere, Convegni, Campus Estivi, spettacoli, intrattenimento e aree Relax: un’esperienza totale. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra le attività proposte. Uno staff che non necessita di presentazioni. 105 discipline che vanno dallo step coreografico all’aerobica, dal Group Cycling all’Hip Hop. Striding, Rowing, Arti Marziali, Pilates e Macumba. All’insegna dell’estate, 3 piscine dedicate allo sport e alla balneazione e l’area beach con 4 campi polifunzionali. Per il 2011, le grandi novità del fitness: il T-Bow e il Queennax, PoleXGym e il Body Fit... Gli street sport, con lezioni di Parkour e uno Skatepark. Una parete per il Free Climbing. Grande novità di quest’anno, ancora, i Campus Estivi Ciapà, dedicati a bambini e ragazzi dai 4 ai 15 anni ◆ Roma - Parco tor di quinto Aperto tutti i giorni, dalle 10:00 alle 24:00 Ingresso al villaggio gratuito Info line: 06 85866053 - 06 97600672 [email protected] - www.mondofitness-roma.it purché sia una bufala! di Antonella De Santis “U “U na delle dieci cose per cui vale la pena vivere”. Negli elenchi che hanno segnato il programma televisivo firmato da Fabio Fazio (Che tempo fa) e Saviano, quest’ultimo ha trovato un angolino anche per la mozzarella di bufala. E aldilà dei programmi televisivi e dei libri, probabilmente la mozzarella ha un posto di riguardo nel cuore gastronomico di molti. Bianca e morbida, la mozzarella di bufala campana ha ottenuto la Dop ed è soggetta al disciplinare del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che ne tutela la qualità regolamentandone la produzione, a partire dall’area di allevamento delle bufale da latte che deve essere all’interno della regione Campania. Appena avvenuta la mungitura, al massimo dopo 12 ore, inizia il processo che trasforma il latte in mozzarella. Il primo passo è il filtraggio, per eliminare eventuali impurità. Come vi abbiamo già raccontato nell’articolo sui formaggi di qualche mese fa, il latte si trasforma grazie all’aggiunta di caglio (in questo caso di vitello): inizia così la coagulazione che dà origine alla cagliata, la parte solida che viene separata dal siero, utilizzato per la ricotta. Parte allora il processo di acidificazione: una fase molto delicata in cui solo l’esperienza del casaro riesce a determinare con precisione il momento in cui passare alla fase successiva quando la pasta viene tagliata a fette sottili e fusa aggiungendo acqua bollente, poi tirata a mano (o meglio “filata”) fino a ottenere un impasto omogeneo e lucido. Solo ora si darà alle mozzarelle la caratteristica forma: tonda o a treccia, tagliata a mano grazie al lavoro di due persone che “mozzano” un pezzo di pasta filata dalla massa: quella striscia in rilievo indica proprio il punto in cui è stata staccata dall’impasto. A questo punto manca solo il passaggio in salamoia, per dare il giusto grado di sapidità a questo prodotto, con una percentuale che varia da zona a zona, addirittura da caseificio a caseificio. Così nasce una vera mozzarella di bufala campana, leggete con attenzione l’incarto, una vera e propria carta d’indentità, con il marchio Dop, indicazioni sulla provenienza e gli ingredienti e sappiate che la legge vieta la vendita di latticini sfusi. Perfetta da sola o in abbinamento a pomodori o prosciutto, sott’oli o verdure, la mozzarella ha un sapore inconfondibile: la dolcezza del latte, la punta sapida data dalla salamoia, il finale appena acido. Morbida ed elastica, con una buccia sottile e lucente di un bel bianco perla che nasconde una polpa morbida, è la regina delle tavole estive. Mai in frigo! La mozzarella si conserva imbustata nel suo siero a bagnomaria in acqua, oppure immersa nel suo liquido a temperatura ambiente, mai comunque al di sotto dei 12 gradi. La mozzarella è prodotta nelle tipiche forme tonde, dal bocconcino di 80-100 grammi alle forme di mezzo chilo e oltre; ma anche a treccia, fresca o affumicata, ma le ciliegine sono un prodotto esclusivamente industriale. Attenzione alla denominazione: “Mozzarella di bufala campana” è quella originale Dop, “Mozzarella di bufala” è prodotta in qualsiasi altra parte d’Italia, “Mozzarella con latte di bufala” contiene anche latte di mucca ◆ È stato per anni il ristorante di quartiere, dove le famiglie andavano insieme la domenica a pranzo: nonni, nipoti e genitori riuniti intorno a un tavolo. È nato così e così è rimasto per anni, fino a che le mode hanno premuto sull'acceleratore e le gestioni si sono avvicendate. Oggi, dopo anni di alti e bassi, dopo stagioni volte all'inseguimento delle tendenze gastronomiche, degli arredi minimalisti, Celestina celebra un ritorno alle origini. Torna indietro puntando a essere ancora una volta l'indirizzo di riferimento dei Parioli. Dismessi gli abiti modaioli di ristorante trendy, ha saputo, nei pochi mesi della nuova gestione, trovare la giusta misura tra tradizione e modernità. Confortevole, caldo luminoso, curato: con un'ampia veranda chiusa e cucina a vista, pareti dai toni chiari, soprattutto un fresco celeste e legno al pavimento, accoglie senza inutili formalità, invitando da subito a sentirsi a proprio agio ricreando l'atmosfera delle origini, di quel lontano 1926 in cui è nata la storia di questo locale e degli anni a seguire. Oggi come allora la cucina è semplice e genuina e per quanto alleggerita e adattata ai gusti attuali, è un susseguirsi di piatti classici romani, con qualche piccola novità, proprio per stupire sempre i propri clienti. Il ritorno della pizza offre ai giovani un'ottima alternativa per cene veloci. Celestina vi aspetta! CELESTINA AI PARIOLI - VIALE PARIOLI, 184 - TEL. 068078242 - WWW.RISTORANTECELESTINAAIPARIOLI.COM sempre aperto, anche dopo teatro percorsi del buon gusto Voglia di mare e sole, voglia di passeggiate e piccoli break sfiziosi. Ecco qui per voi un’altra proposta per sfruttare al massimo il bel tempo Voglia di Gelato Anche se in molti ormai mangiano gelati in ogni momento dell’anno, è proprio in questo periodo che inizia la sua stagione d’oro, quando il caldo inizia a farsi sentire e l’alimentazione si rivolge a cibi più freschi e golosi. Un gelato può sostituire il pasto, a patto che sia realizzato con materie prime d’eccellenza, prodotti freschi, nutrienti e sani. Ecco come un bel cono può essere un alimento gourmet. Da qualche anno trovare buoni prodotti a Roma non è impossibile, basta tenere gli occhi aperti e i sensi accesi. A noi piace Torcé. Schivo e riservato Claudio Torcé è un guru del gelato che ha fatto scuola a Roma: è il padre di quasi tutte le gelaterie di qualità in città. Tante sedi sono nate dalla prima all’Eur, la più grande e ricca di gusti dalla consistenza sempre perfetta, un centinaio divisi per genere: frutta, creme e frutta secca, zabaioni e varietà alla ricotta, cioccolato realizzato con pregiati cru di cacao e intensità diverse, puri o in abbinamenti fantasiosi. Perché la fantasia è un’altra delle caratteristiche dei suoi gelati: castagne e rosmarino, ricotta sambuca e caffè, sesamo nero, wasabi, cheese cake, zabaione con marsala o con malvasia puntinata e ancora un’ondata di creme, frutta secca, spezie, thé, sorbetti. Oltre a questo un’interessante produzione di gusti salati, che potrebbero sembrare arditi per un consumo da passeggio, ma assicurano un risultato stupefacente per dare un tocco di brio alla tavola. Pensateli come il tocco ice dei vostri piatti. Qualche esempio? Il peperone per contrastare un arroventato gambero alla piastra, il parmigiano insieme a un tortino tiepido o l’arachide accanto al campari, il sedano con... è il vostro turno! Il Gelato Viale dell’Aeronautica 105; Viale Aventino 59; Piazza Monte d’Oro; Via Stoccolma 7; Viale Prassilla 39 - Centro Le Terrazze Casal Palocco; Viale delle Repubbliche Marinare 101 (Roma Ostia); Centro Commerciale Roma Est Lunghezza Tricolore Un panino e via! Se vi sembra un pranzo triste significa che non siete mai stati da Tricolore, il forno-scuola-di-cucinapaninoteca che ha dato uno scossone alla ristorazione capitolina. Basti pensare che alla sua inaugurazione dietro ai fornelli, pronto a farcire i panini c’erano Paolo Parisi (vedi sotto, alla voce hamburger) e niente meno che Massimo Bottura da Modena, appena salito al quarto posto nella classifica dei 50 migliori chef del mondo. Niente male per un panino, no? L’idea è semplice (o almeno così pare): un localetto bianco, molto piacevole, fitto di piastre a induzione e forni a disposizione dei partecipanti alle lezioni, in uno dei quartieri trendy di Roma, Monti, dove fare corsi di cucina, soprattutto panificazione con la star dei lieviti Gabriele Bonci, e acquistare pane, panini, meravigliosi croissant francesi da una finestrella che affaccia su strada. La particolarità? Pane spettacolare con farine bio selezionatissime e lievitazione naturale, diverso per ogni panino, e una imbottitura haute cucine: pane di segale e mele con foie gras, per esempio, o pane al nero di seppia con salsiccia di ventresca di tonno, o ancora pane di sedano e carote con bollito e salsa verde, o il “semplice” panino con hamburger, dove la lunga lista di ingredienti firmati (leggi sottofiletto La Granda, maionese uova di gallina livornese Paolo Parisi, il meglio in circolazione, spesso sui tavoli dei grandissimi ristoranti) spiega l’eccezionalità di questo paradiso da asporto per gourmet. Poche le cose da bere, bottigliette di chinotto & affini, accanto a una lista di più di 10 panini, tutti da provare. Vi aspettiamo per il nostro aperitivo tutti i giorni dal lunedì alla domenica ... e inoltre una golosa proposta di piatti freschi e leggeri, perfetti per la stagione estiva, ma anche una varietà di gelati artigianali con solo prodotti naturali da gustare comodamente seduti nella nostra splendida piazzetta Via Urbana, 126 tel. 06.88976898 3PNB7JB.FSVMBOBt-BSHP-FPQBSEJ"5FMt'BY XXXQBOFMMBBSUFEFMQBOFJU "1&350-6/4"#"50&%0.&/*$" www.tricoloremonti.it A.D.S. Insider Vini 68 LE “RADICI” DI MASTROBERARDINO Vino e turismo enogastronomico nel nome della rivalutazione territoriale dell’Irpinia: la storica azienda campana contribuisce alla crescita del turismo enogastronomico grazie alle sue “Radici” G di Monia Innocenti G iugno, l’estate è davvero alle porte. E perché non passare quindi un weekend a sorseggiare un ottimo Fiano di Avellino in collina, godersi un’atmosfera magica immersi in sessanta ettari di vigneti, nell’area di produzione delle tre DOCG Irpine? Che ne pensate poi di mangiare al ristorante Morabianca, a quattrocento metri sul livello del mare, per godere di sapori autentici, presentati dallo chef Francesco Spagnuolo come il fiore di zucca ripieno di ricotta su purea di zucchine e soppressata di Venticano o del guanciale di vitello in crosta di pistacchi con crema di pera e riduzione al Taurasi? Tutto questo è possibile al Radici Resort, dell’azienda Mastroberardino, attualmente impegnata in un progetto per lo sviluppo del turismo enogastronomico in Irpinia. Il Resort di Mirabella Eclano (AV), nel cuore dell’area del Taurasi DOCG, rappresenta il risultato di questo progetto. Composto da 10 suites, offre la possibilità di godere del lusso dei dettagli in un ambiente naturale e confortevole. Le terrazze, da cui si gode un panorama mozzafiato, affacciano sui vigneti e sullo splendido parco che circonda il resort, dove gli ospiti possono rilassarsi nella piscina riscaldata con idromassaggio, nella beauty farm o nel music club “The Wine Cellar”. Anche gli appassionati di golf hanno il loro spazio: nove buche, par 31, 1.800 metri complessivi, omologato dalla Federazione Italiana Golf. Un percorso tra le colline dell’Irpinia, con terrazzamenti, ondulazioni, camminamenti davvero suggestivi. La Mastroberardino, storica cantina di Atripalda (AV), è da sempre conosciuta come una delle paladine dei vitigni autoctoni della Campania. Non è forse un caso che ritroviamo così spesso la parola Radici. Per l’azienda irpina, le radici sono proprio questi vitigni come Aglianico, Fiano, Piedirosso, Greco, Falanghina e Coda di Volpe, che danno la forza e l’unicità non solo al vino ma a tutto il territorio. Il vino più adatto ad accompagnare i nostri weekend estivi al Resort (ma anche a casa, magari ricordando e immaginando gli splendidi posti dove è nato) è senz’altro il Radici Fiano di Avellino DOCG, realizzato da un unico vigneto (S. Stefano del Sole) con grande cura nella scelte delle uve. Colore brillante, sapore raffinato, fresco e tipicamente minerale come vuole il territorio, ha una densità inusuale per un vino bianco che gli regala solidità e un certo spessore che restano a lungo in bocca. Il gusto è fruttato, abbinato ad un ricordo di miele e nocciola tostata. Indicato come aperitivo, accompagna facilmente frutti di mare e piatti di pesce di alta cucina ◆ Radici Resort: +39 0825 431293, [email protected], www.radiciresort.com Ristorante Morabianca: +39 0825 431537, [email protected], www.morabianca.com 71 LA SAGA DEGLI X-MEN ORA RIPARTE DACCAPO DALL’8 GIUGNO NEI CINEMA “X-MEN L’INIZIO” CHE RACCONTA GLI ANTEFATTI DELLA TRILOGIA DI SUCCESSO E LANCIA UN NUOVO, POSSIBILE EREDE DI HUGH JACKMAN CHE CON IL PERSONAGGIO DI WOLVERINE HA INIZIATO LA SUA FORTUNATA SCALATA AD HOLLYWOOD Q Q di Alberto M. Castagna uello dei film tratti dai fumetti è un genere che sembra non tramontare mai. Da qualche anno, anzi, è tornato più che mai in auge, con l’evoluzione degli effetti speciali e del make up che hanno reso possibili le trasformazioni sullo schermo di personaggi e situazioni che fino a qualche anno fa sembravano poter essere prerogativa solo degli albi disegnati. Una delle serie di maggior successo legate ad un celebre fumetto è senz’altro quella degli X-Men che ha già generato una trilogia di film, uno ‘spin off’ (una sorta di ‘costola’ del film principale) ed ora un ‘prequel’, ovvero il racconto degli antefatti di quanto veniva narrato nella trilogia. Quest’ultimo, molto atteso dai fans della serie, si intitola “X-Men l’inizio” ed esce in Italia l’8 giugno, cinque giorni dopo il debutto nelle sale americane. Pubblicato per la prima volta nel 1963 dalla Marvel Comics, il fumetto “The X-Men” è stato creato da Stan Lee e Jack Kirby, già artefici di “Hulk” e dei “Fantastici Quattro”. I protagonisti sono cinque giovani dotati di diversi, straordinari poteri che derivano loro da un’alterazione del DNA dovuta ad un gene chiamato “X” (da cui il nome del gruppo). Malvisti dalla popolazione “normale” e soprattutto dai governanti, gli X-Men sono mutanti ‘buoni’ (amorevolmente allenati da un anziano chiamato Professor X) che si contrappongono ai mutanti ‘cattivi’, capitanati da Magneto. La trilogia di film ispirati alle avventure degli “X-Men”, iniziata nel 2000, ha conquistato critica e pubblico grazie anche all’esperta regia di Bryan Singer (“I soliti sospetti”) e per un entusiasmante cast che annoverava, tra gli altri, gli ottimi Ian McKellen e Patrick Stewart e soprattutto Hugh Jackman che proprio grazie a “X-Men” è assurto a megastar del cinema internazionale, al servizio di grandi registi come Woody Allen e Baz Luhrmann, e che ha poi avuto il privilegio di un film dedicato esclusivamente al suo personaggio di Wolverine già interpretato nella trilogia. Gli esperti sostengono che un analogo destino a quello di Jackman potrebbe essere quello di uno dei giovani interpreti di “X-Men l’inizio”, ovvero Michael Fassbender, interprete del ruolo di Magneto che nella trilogia era interpretato dal grande Ian McKellen. Staremo a vedere ◆ Il (ri)ritorno di Superman Il più popolare tra i supereroi a fumetti, Superman, è stato anch’esso portato più volte sullo schermo. L’ultima volta nel 2006 (“Superman Returns”) con la regia di Bryan Singer che aveva già firmato i primi due, ottimi film della serie di “X-Men” ma che alla prese con il reporter dalla doppia identità non se l’è cavata altrettanto bene. Prima di allora, Superman era apparso al cinema quattro volte a partire dal 1978, sempre interpretato dal compianto Christopher Reeve. Ora la notizia che girava da qualche tempo ha trovato finalmente conferma: Superman sta per tornare per la sesta volta al cinema: il film si intitola “Man of Steel”, ha un nuovo interprete nel ruolo principale, tal Henry Cavill, è diretto dal regista di “300”, Zack Snyder, ma soprattutto è stato concepito e prodotto da Christopher Nolan, colui che ha letteralmente “resuscitato” il personaggio di Batman al cinema regalandogli nuove suggestioni dopo Tim Burton. Se tutto va bene lo vedremo a Natale 2012. Insider Cinema Insider Arte 72 73 In blu Miss Landmine Giorno bello Bolcato IL GIOCO DELL’INGRANAGGIO D di Maria Laura Perilli D iceva F. Schiller: “ L’uomo gioca soltanto quando è uomo; egli è interamente uomo soltanto quando gioca”. Il gioco è stato l’oggetto d’analisi di innumerevoli studiosi, tra questi quel J. Piaget a cui vanno riconosciute osservazioni sistematiche che si sono focalizzate dapprima sul linguaggio e il pensiero infantile per estendersi, successivamente, in modo graduale, a una analisi sistematica dell’intero “arco cognitivo, sociale e affettivo del bambino”. I passaggi analizzati in relazione all’età ci dicono che sino ai due anni il gioco è strettamente psicomotorio per poi divenire, dai due ai sei anni, fortemente simbolico e quindi tradursi, dai sei anni in poi, a cardine dell’accettazione delle leggi e dei principi. Il gioco, quindi, in sintonia con l’affermazione di Schiller, rappresenta la base formativa dell’uomo. Nei dipinti di Stefano Bolcato, al di là dei ricordi ludici dell’infanzia, il gioco è solo apparente e sottolinea, pertanto, la serietà e maturità dello “strumento gioco” laddove esso viene tradotto e utilizzato in termini di messaggio e stimolo all’interpretazione. Il processo costruttivo, tecnico, fondato sull’addizionalità di Toys quali i “LEGO”, diviene pretesto per raccontare “cronache, tematiche sociali, questioni di vita quotidiana a cui l’uomo, Rotopolis Avatar 03 sempre più chiuso in se stesso e nei propri egoismi, partecipa con distaccata indifferenza”. È allora che, da artista maturo, Bolcato usa il colore come strumento psicologico: ogni massa volumetrica, strutturata secondo Lego, sia che si tratta di oggetti che di personaggi, è esaltata con tinte forti, brillanti che agiscono sull’osservatore risvegliandone lo stato d’animo sopito e innescando in lui una partecipazione utile a stimolare un processo di auto significazione. Bolcato vuole dirci, cioè, che non siamo né possiamo essere estranei al gioco; dobbiamo capire, interpretare il messaggio trasmesso con il “gioco apparente” perché esso riguarda fatti ai quali nessuno di noi è o potrebbe essere totalmente estraneo. Non sono consentiti distacchi e distrazioni dal contesto. In ognuna delle scene proposte nei dipinti di Bolcato possiamo trovare qualcosa di noi in un instancabile gioco interpretativo. Mali, fatti, situazioni spiacevoli o non ci riguardano tutti! Qui è il caso di dire e ridire all’infinito con Seneca: “Nessuno è completamente immune dai mali; anche chi è stato a lungo felice avrà la sua parte di infelicità, sarà solo una proroga non un’esclusione”. Un serio invito al gioco della meditazione! I I Paolo e Francesca Toma l gioco dell’ingranaggio nei dipinti di Marcello Toma assume la forza di una metafora connessa a molteplici aspetti dell’odierno esistere. È metafora che interessa: “processi che possono essere smontati in attività non sovrapposte, togliendo valore a ogni approccio unitario alla vita e alla cultura” e le “difficoltà delle relazioni interpersonali”. In realtà, la visione parcellizzata del vivere e della cultura e le difficoltà relazionali, nell’uomo odierno camminano di pari passo; esse assumono il risultato di un processo che trova origine nella industrializzazione e sistematizzazione del meccanismo produttivo tipico della catena di montaggio. L’uomo presiede, così, a una funzione, a un momento della linea produttiva, ma non ha cognizione alcuna del risultato globale; non è a conoscenza, cioè, di quello che, ad esempio, nella psicologia della GESTALT analizza tutti gli stadi formanti della forma. Relegato a un lavoro parcellizzato, all’uomo sfugge la totalità del disegno, la strategia che porta al risultato finale. Subentra, così, una frattura tra particolare e totale che si riflette sulla coscienza e sul comportamento umano del singolo. Esso è sempre più prigioniero del suo essere, sempre più monade inutilizzabile per comunicare; laddove ciò viene meno, tra gli uomini si insinua, allora, quell’atteggiamento di distaccata indifferenza che si riflette sul mondo delle relazioni interpersonali, distorcendole. Quelli di Toma sono ingranaggi complessi che, esaltati da “colori metallici e tinte petrolio” ci rendono “un’atmosfera plumbea, glaciale, densa e vorticosa”. Sono ingranaggi sospesi, quasi fermi nelle loro visioni oscillanti tra i paradossi gestaltici di Escher, mondi ermeneutici, prospettive rimembranti, nel loro DNA, spaccati spaziali Piranesiani. Rotomatismi che incedono lentamente sottolineando il dramma dei tempi frazionati e imprigionati dell’odierno vivere; le energie che essi trasmettono rischiano, per troppa lentezza, di non ricucire quella totalità dell’essere che può trovare il suo significato solo nel tempo liberato; una dimensione, cioè, capace di consentire a ogni uomo l’interconnessione consapevole di ogni suo gesto vitale legato sia alla quotidianità che al grande progetto di vita ◆ Info: www.triphe.it Insider Arte 75 I SUGGESTIVI scatti di patrizia savarese Fotografie affascinanti ispirate dai grandi elementi naturali, Acqua e Terra sofitel rome villa borghese Fino a fine luglio Acqua e Terra, i fondamentali elementi della nostra esistenza, primigeni e contraddittori, si fondono negli onirici lavori della fotografa Patrizia Savarese, “Viaggio Acquatico” e “Panorami Innaturali”, esposti dal 20 aprile negli eleganti ambienti del Sofitel Rome Villa Borghese di Roma. Convivono in questa straordinaria esposizione, la bellezza e la fluidità della vita, rese possibili dalla Madre Acqua, e l’inquietudine, la denuncia del progressivo deterioramento e dell’incerto futuro del nostro ambiente naturale, la Madre Terra. L’artista romana Patrizia Savarese si è affermata negli anni Ottanta, documentando spettacoli e concerti rock in tutta Europa e ritraendo famose rockstar della scena internazionale. Si è dedicata poi anche al mondo della moda e della pubblicità. “Le mie donne acquatiche appartengono a un mondo capovolto, dove la vita si sposta sott’acqua” dichiara l’artista “e i miei “Panorami Innaturali” sono una visione di terre e cieli bruciati dai cambiamenti climatici, due visioni dello stesso problema”. Precisa volontà dell’autrice colpire l’osservatore, scuoterne la coscienza e provocare una profonda riflessione su quello che, un domani, potrebbe diventare ciò che crediamo immutabile. www.patriziasavarese.com MOSTRE di Laura M o c ci RASSEGNA INTERNAZIONALE DI SCULTURA DI ROMA 2011 Casina Valadier - Villa Torlonia fino al 31 luglio Monumentali chiocciole di plastica arancioni, supereroi che si confrontano e una sorta di Wonderwoman in posa michelangiolesca, grandi fiori metallici, biciclette e guerrieri di oggetti riciclati, sono solo alcune delle opere ospitate nei giardini della Casina Valadier e nel parco di Villa Torlonia in occasione della Rassegna Internazionale di Scultura di Roma. Ideata da Gloria Porcella e da Lamberto Petrecca l’esposizione raccoglie opere di grandi maestri del Novecento da Dalì a De Chirico, da Manzù a Moore, e lavori di artisti contemporanei italiani e stranieri tra cui Britto, Johnson, Maylor, Palosuo, Perrucchetti, Rogers, Lorenzo Quinn, Ancilotto, Bombardieri, Calesini, Cracking Art Group, Gelmi, Orrico, Gonzales, Rapetti, Reggioli, Slis. La rassegna, che comprende anche una selezione di lavori di scultori legati all’Associazione Romana Gallerie Arte Moderna, sarà visitabile fino al 31 luglio. PUNTI VENDITA SUPERCOSE Via Cassia, 2019 - Tel. 0630884600/9 Via A. G. Bragaglia, 100 (zona Olgiata) - Tel. 0630888390/3 www.supercose.it Insider Mostre Insider Mostre 76 77 IL DECORO A TAVOLA FORME E COLORI DI GUIDO ANDLOVIZ Milano, Museo Bagatti Valsecchi fino al 4 luglio 2011 Il Museo Bagatti Valsecchi dedica al designer e ceramista Guido Andloviz (1900 - 1971) un’esposizione a cura di Anty Pansera e Mariateresa Chirico, che intende mettere a fuoco la straordinaria produzione di questo progettista per la decorazione della tavola. Friulano di nascita, ma formatosi al Politecnico e all’Accademia di Brera di Milano, Guido Andloviz si afferma dagli anni Venti con una produzione di terraglia forte, poi di maioliche e porcellane dalle forme pulite e lineari: le sue opere si caratterizzano per decori brillanti e per un linguaggio felicemente eclettico. Nei suggestivi ambienti della casa museo Bagatti Valsecchi sono presentati, valorizzati dall’elegante scenografia di Andrea e Roberto Comotti, i pezzi di raffinata serie e i prestigiosi pezzi unici provenienti da selezionate raccolte private: oggetti, questi, che racconteranno la “tavola” di Guido Andloviz nelle sue diverse decorazioni e nelle infinite varianti cromatiche in cui il progettista era solito declinare le forme proposte. www.museobagattivalsecchi.org MOSTRE di Alessa n dra Vitto ria Fanell i TERRE VULNERABILI 4/4 Milano, Fondazione HangarBicocca fino al 17 luglio 2011 Termina con la mostra ‘L’anello più debole della catena è anche il più forte perché può romperla’ (frase-manifesto di Stanislaw J. Lec) la quarta e ultima fase del progetto Terre Vulnerabili sotto la direzione artistica di Chiara Bertola all’HangarBicocca, contrassegnata dal tema della vulnerabilità. Un progetto fortemente innovativo, sia nel suo farsi - le mostre hanno preso man mano forma attraverso vari incontri tra gli artisti, ciascuno dei quali ha modulato il proprio lavoro accordandolo a quello degli altri - sia nella modalità di esposizione: quattro mostre per un periodo di nove mesi, in quattro fasi come quelle lunari per un totale di trentuno artisti internazionali ed altrettante opere che sono via via cresciute e si sono modificate negli spazi. L’ultima mostra vede la presenza di quattro nuovi artisti, tutti nomi noti come gli artisti internazionali Roman Ondák, Pascale Marthine Tayou, Nari Ward e l’italiano Alberto Tadiello. www.hangarbicocca.it ANISH KAPOOR MILANO Milano, Rotonda di via Besana fino al 9 ottobre 2011 Milano, Fabbrica del Vapore fino all’8 gennaio 2012 Milano dedica ad Anish Kapoor, scultore universalmente riconosciuto come uno tra i più significativi artisti contemporanei, due straordinari appuntamenti. Dal 31 maggio nelle due diverse sedi espositive della Rotonda di via Besana e della Fabbrica del Vapore sono state inaugurate le mostre a lui dedicate, curate da Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni, promosse e prodotte dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Assessorato Sport e Tempo libero con la società di produzione artistica Madeinart. Realizzate prevalentemente in metallo o cera, quest’ultima sempre con la caratteristica tonalità di “rosso Kapoor”, le sculture sono state concepite in relazione con lo spazio che le accoglie. Nella Fabbrica del Vapore Kapoor ha infatti realizzato un’installazione site-specific che occupa interamente lo spazio della “Cattedrale”. L’installazione è costituita da un grosso volume in acciaio lungo 60 metri e alto 8 all’interno del quale i visitatori possono entrare. L’ingresso si apre a calice e la superficie, sia esterna che interna, è circolare con un appoggio minimo al suolo. L’opera verrà coperta progressivamente da una montagna di terra rossa di circa 160 metri cubi. www.anishkapoormilano.com Insider I GELSOMINI I di Angelo Troiani I l genere jasminum appartiene alla famiglia delle Oleacee, conta circa 250 specie di arbusti da fiore, spesso rampicanti, ricadenti o prostrati, con fiori di colore bianco, giallo o biancorosato, spesso intensamente profumati. La gran parte ha origine asiatica, 10-15 specie sono coltivate nelle zone centro-meridionali della nostra penisola, alcune di esse possono essere messe a dimora anche al nord, in taluni casi necessitano di un ricovero invernale. In genere sono arbusti di facile coltivazione che si sviluppano bene sia in terra che in contenitore, preferiscono posizioni soleggiate, riparate dai venti, sopportano senza problemi la siccità, ma le migliori fioriture si ottengono con regolari annaffiature, lasciando ben asciugare il terreno tra un annaffiatura e l’altra. Tra tutte le specie di gelsomino esistenti la più coltivata è il plyanthum, pianta semirustica, sempreverde, rampicante, teme il freddo e possiede piccoli fiori bianchi molto profumati che sbocciano in primavera e dai quali si ricava un olio essenziale utilizzato in profumeria. Altro gelsomino molto diffuso nei nostri giardini è il jasminum nudiflorum, chiamato anche gelsomino di S. Giuseppe, ha un portamento compatto con alcuni fusti ricadenti o rampicanti, ha le foglie caduche, all’inizio della primavera, prima della comparsa delle piccole foglie ovali, produce una profusione di fiori a stella di colore giallo oro privi di profumo. I gelsomini coltivabili nei nostri giardini sono molti, tra questi una decina sono facilmente reperibili nei vivai. Jasminum floridum è un arbusto sempreverde abbastanza compatto, si sviluppa fino a 2 metri. Con portamento eretto e arrotondato, ha una fioritura poco abbondante ma si protrae da maggio ad agosto. Il jasminum sambac è un arbusto sempreverde, alto fini a tre metri, con fiori doppi o stradoppi di colore bianco e molto profumati, teme il gelo e quindi in inverno va protetto. Il jasminum multiflorum è un arbusto molto vigoroso che produce fiori a grappoli leggermente profumati. Il jasminum fruticans fiorisce in primavera con fiori giallo oro e non teme il freddo. Tra le piante chiamate gelsomino, alcune molto diffuse e coltivate non appartengono al genere Jasminum. Il più presente nei giardini è il trachelospermum jasminoide (rhincospermum): si tratta di un rampicante molto vigoroso, a crescita rapida e molto profumato. E poi il cestrum nocturnum, gelsomino notturno che produce piccoli fiori bianchi che rilasciano una profumazione molto intensa di notte, da qui il nome. Quest’ultimo attualmente è introvabile in quanto ne è vietata la vendita e la produzione perché portatore di una virosi molto nociva per le piante ◆ Leggiamo in dolce relax 79 Amiche in alto mare Divertente e ironico, il primo romanzo di Ambra Gaudenzi è un inno alle donne, alla loro voglia di vita e di avventure, e al potere inarrestabile dell’amicizia vera. Una vacanza in barca di un gruppo di amiche che ogni anno si ritrovano per qualche giorno dedicato solo a loro, al parlare d’amore e di trucco, di cucina e di uomini… veleggiando tra Ponza e l’Elba fa venir voglia di partire!!! Autrice: Ambra Gaudenzi Editore: Sperling & Kupfer Il meglio dell’europa in moto Il meglio dell’Europa in moto presenta 40 itinerari ideati appositamente per i motociclisti, andando dalle curve dei passi alpini, alla Costiera amalfitana fino alle pendici dell’Etna o scegliendo, in Francia, i castelli della Loira e il divertimento offerto dalle strade della Provenza. Dall’estremo Sud dell’Italia fino alle strade solitarie della Scozia e della Norvegia, ogni itinerario ha ottime indicazioni… le tappe, i punti di assistenza, le distanze, la durata del tragitto. Editore: Mondadori Guida insolita Ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità del Tevere Il Tevere è all’origine di Roma, ma il suo corso si sviluppa dall’ultima striscia territoriale della Romagna, tocca la Toscana, attraversa le valli umbre e termina nel Lazio. In questo suo lungo percorso, il Tevere accarezza una varietà paesaggistica unica: colline, valli, pianure, vitigni, pinete e querceti, paludi, laghi, cascate... Ripercorrendo tale tragitto, fino all’Agro Romano, ovviamente, con uno sguardo particolare sulla Capitale, le sue strutture urbanistiche e la sua storia: da ponte a ponte, tra muraglioni e lungotevere, monumenti e ambienti che hanno fatto e fanno la storia del fiume e della città. Autrice: Claudio Rendina Editore: Tradizioni Italiane Newton Margherita Margherita. Puttana o intellettuale? Assassina o angelo vendicatore? Il cammino di questa donna, la sua crescita, le sue motivazioni così urgenti e severe trascinano il lettore in una dimensione squisitamente terrena dove ogni personaggio, ogni luogo rappresentano opportunità, pretesti per crescere, capire e riscattarsi. Il racconto, sotto forma di diario, nasce tra le mura di un carcere ma la detenzione per Margherita è rinascita e riflessione: la morte, la vita, l’amore sono forze irrinunciabili ed insistenti con cui la protagonista si confronta con coraggio e prepotenza. Margherita uccide per vivere. Uccide per necessità, per giustizia. È un libro sulle conseguenze e sulla responsabilità, sulla presa d’atto e sui mille aspetti del dolore che, se vissuti al femminile, si trasformano in superamento ed equilibrio. Autrice: Laura Martusciello Editore: Albatros, collana Nuove Voci Laura D’Ambrosio Insider Libri Insider Design 80 Iara Kalì 12 La luce delle stelle U U n elemento d’arredo in grado di creare atmosfere e ambienti unici, diversi secondo le esigenze e i gusti di ognuno, versatili e modellabili. Questa la caratteristica inimitabile dell’illuminazione a Led, e questa l’ispirazione di Stella design, che non si limita alla produzione di lampade, ma propone quanto di più evoluto in termini di design e tecnologia, funzionalità ed estetica. Partiamo dall’inizio: dopo tre generazioni nel campo della meccanica di precisione, circa ottanta anni di esperienza, dedizione e professionalità costante nel costruire in diversi settori della meccanica, la decisione di rivolgere questa lunga esperienza all’illuminazione a Led da interni, un ambito di grande fascino e possibilità di evoluzione. L’innovazione introdotta dal sistema di illuminazione a Led è stata enorme: un risparmio energetico che arriva fino all’80%, la mancanza quasi totale di manutenzione e la lunghissima vita della fonte luminosa, che sfiora i venti anni di intensa attività senza perdere le caratteristiche originarie. Un prodotto rivoluzionario, anche per la caratteristica di “lavorare a freddo” ovvero senza generare calore, a differenza delle altre lampadine, elemento che implica un grande risparmio di spese altrimenti necessarie per la climatizzazione degli ambienti fortemente illuminati. FEBE 6080 e JUNO 120100 Un progetto decisamente ambizioso, perché unisce alle alte tecnologie, la massima qualità dei materiali e dei prodotti, un importante risparmio energetico e, soprattutto, la possibilità di puntare su un design d’eccezione, perché non ci sono elementi prodotti in serie, ma si lavora in collaborazione con architetti e progettisti, per raggiungere un risultato ottimale, personalizzato e unico. La scelta del tipo di luce si adatta a qualsiasi tipo di ambiente, dall’uso domestico a quello pubblico, grazie a uno studio accurato di esigenze tecniche, industriali ed estetiche. Questa flessibilità permette effetti sino a ora impensabili, sia statici che dinamici. Con la possibilità di creare ambienti di grande impatto in cui, volendo, il colore varia secondo le ore della giornata, oppure con un’intensità luminosa variabile, che può essere gestita anche da lontano, attraverso cellulare o computer, puntando su effetti più morbidi e avvolgenti o algidi e lineari, per un’illuminazione in grado di trasformarsi in elemento d’arredo ◆ FEBE Via del Gallaccino 28, Casteldelpiano Grosseto - tel. 0564.973013 www.stelladesign.org I Signori del Barbecue - Dancook Driade - Cape by Ludovica + Roberto Palomba ABITARE ALL’APERTO I Vivere e sognare con disinvoltura gli spazi outdoor di Alessandra Vittoria Fanelli I l 21 giugno alle ore 17.16 si entra ufficialmente nel Solstizio d’estate cioè quando il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva di estate boreale. Quindi tutti fuori a godere della notte più lunga dell’anno in giardino, in terrazzo, nei lounge bar in un trionfo di cocktail di profumi e tavolozze di colori e atmosfere. In estate il piacere di vivere all’aperto fa esplodere anche il desiderio di cucinare al barbecue, rilassarsi in comode chaise longue in giardino, diventare esperti giardinieri per rendere più colorati i nostri terrazzi. Ed ecco per cucinare all’aperto il barbecue Dankook prodotto in Danimarca e distribuito in Italia da I Signori del Barbecue (divisione di Athos Guizzardi) progettato con particolare attenzione al design e realizzato in pregiato materiale di altissima qualità così da ottenere i migliori risultati di cottura o il più pratico e divertente vaso-barbecue in ceramica per aromi Hot-Pot bbq realizzato da Moroni Gomma. Hot- design Tao Esterno, altra azienda specializzata per arredi a forte vocazione esterna, propone con Zerodieci una intera collezione completa di tavoli, sgabelli, sedie, poltrone e lettini per arredare con raffinata eleganza gli spazi all’aperto. Più adatta ai grandi giardini l’esclusiva linea Cape West by Ludovica + Roberta Palomba di Driade che aiuta a sognare ed essere ‘altrove’. Una collezione che intrecciando sapientemente un filo di fibra sintetica fino a nascondere completamente la struttura, suggerisce ed evoca storie di luoghi lontani così come l’irriverente progetto Nemo firmato da Fabio Novembre, sempre di Driade, che con questa testaseduta per esterni a figura ‘umana’ dalle sembianze classiche mitizza l’arte greca dei suoi eroi. Più essenziale la collezione di sedute pieghevoli per esterno Orson di Roda disegnate da Gordon Guillaumier che ha rivisitato in chiave contemporanea la classica sedia da regista. Il progetto completo di questa nuova linea fresca e innovativa, composto da poltroncina pranzo, poltrona lounge e pouf, segue la tradizione pratica dei mobili per esterno di Roda che alla fine della stagione estiva vengono, essendo, appunto, pieghevoli, riposti con facilità. Pircher listone Tali e linea arredo esterni Pot bbq sembra un vaso ma all’interno contiene un vero e proprio barbecue: il coperchio serve per far crescere le piante aromatiche per insaporire i cibi che si cuoceranno sul grill. Di piacevole aspetto è ideale per balconi e piccole terrazze. In terrazza poi possiamo divertirci e improvvisarci giardinieri con la linea Hortus di Garbarini firmata da Danilo Premoli, architetto e designer specializzato in prodotti eco per vivere en plein air gli spazi verdi. Infatti la parete Hortus, a basso impatto ambientale, si è ora arricchita di nuovi accessori come fioriere pensili, griglie per rampicanti, mensole, porta candele, modulo luce e irrigazione pensati per unire la funzionalità all’estetica e per personalizzare il proprio terrazzo lasciando un’assoluta libertà compositiva. Per vivere il giardino o gli spazi aperti in modo creativo ecco la linea outdoor di Pircher dove la qualità dei suoi pavimenti per outdecking Tali ben si abbina alla versatile collezione di tavoli e sedie realizzate con legni pregiati provenienti prevalentemente dal Sudamerica. Moroni - Hot pot bbq Roda - Orson Insider Design 84 Outstanding Contract al Sun di Rimini Horm - Ripples by Toyo Ito design Prandina lampada per esterno Equilibre L’utilizzo di legno a basso impatto ambientale si trova anche nella panca-zen Ripples che il grande architetto giapponese Toy Ito ha firmato per Horm ricevendo nel 2004 anche il Compasso d’Oro. Ora Ripples cambia veste diventando una seduta per esterno grazie all’utilizzo del legno okurné: un oggetto icona che plasmato con maestria artigianale trasmette tutta la poesia sempre più delicata di Toyo Ito. Per illuminare discretamente gli spazi open air ecco Equilibre di Prandina, una lampada per esterno da terra a luce indiretta con diffusore in polietilene opalino che rende gli ambienti ovattati effetto cocooning. Infine sempre per godere comodamente rilassati le notti stellate ecco le chaise-longue di Verbmobil, qui rappresentate in un raffinato allestimento realizzato con figure volanti (un progetto ideato dall’interior designer Marco Lucchi e realizzato da Afa Arredamenti) e posizionate davanti a una grande swimming pool di Italiana Piscine per un’eventuale tuffo di mezzanotte quando il Solstizio raggiunge il suo apice ◆ Misterlegno Srl Via degli Olmetti, 46 A2 - Formello (Roma) Tel. 069075723 - Fax 0662276250 [email protected] - www.misterlegno.it Insider Design 86 87 Convivialità in giardino di Loriana Nei PER PROFESSIONISTI DELLA BRACE La nuova proposta per l’estate di Radius Design, azienda tedesca distribuita in esclusiva per l’Italia da Atmos, si chiama Fireplate e fa parte della collezione Grill & Garden. Pratico e funzionale, è costituito da una base in acciaio verniciato nero predisposta per accogliere il fuoco ed è sovrastata da una griglia movibile per cuocere sopra il calore. È resistente agli agenti atmosferici e può rimanere posizionato all’esterno anche dopo il suo utilizzo. www.atmos-italia.com Fireplate di Radius Design COMFORT NATURALE Nata da un progetto “a quattro mani” fra Sergio Borella e Supra Design Associati, la chaise longue per esterni Gass è estremamente comoda e caratterizzata da un’ergonomia hitech. Il nome nasce da un meccanismo a gas inserito alla base dello schienale che regola l’inclinazione in modo automatico. Restando tranquillamente disteso, l’utilizzatore può scegliere la posizione più confortevole, adattandola alle diverse esigenze. La struttura del telaio in alluminio, a sezione ogivale, aggiunge al progetto una seconda caratteristica fondamentale: la leggerezza quasi aerea (...gass...osa!) di una seduta robustissima e indistruttibile. www.borelladesign.com MULTI PERSONALITÀ Un oggetto dall’identità mutevole. Crash può avere usi inaspettati, basta solo usare la creatività e trasformare un ‘semplice’ contenitore in porta legna, in vaso, in portariviste, in cesto per giocattoli... Ogni pezzo è fatto a mano con materiali di recupero. www.ak47space.com V V ivere gli spazi aperti con qualità e piacere. Rilassarsi in giardino, cucinare per la famiglia o per gli amici, organizzare feste outdoor rallegrate dalla gioia di un barbecue. E non lasciare scontento nessuno grazie a prodotti di vero lusso. Perché per realizzare un’ottima grigliata non occorre essere grandi chef, l’importante è utilizzare gli strumenti giusti. Rondo Chaise longue per esterni Gass di Sergio Borella e Supra Design Associati Ph. M.Zagnoli Crash UNA LINEA MAESTOSA IL FUOCO IN MOVIMENTO Un elegante focolare a legna per esterno con struttura portante in acciaio e seduta circolare in pietra. Rondo è culla del fuoco e dolce ristoro: il metallo accoglie le fiamme, la pietra i suoi spettatori. www.ak47space.com UNA SEDUTA DI GRAN CLASSE Curioso e dinamico, Discolo è un focolare per esterni che non ama starsene fermo. Così, si “siede” sulla roccia, si distende sulla sabbia, si innalza sul suo piedistallo. Una perfetta combinazione di semplicità ed efficienza, per portare il fuoco (e il grill) ovunque si desideri. www.ak47space.com Sorseggiare un drink e leggere un libro, nell’ombra molle e lieve del proprio spazio verde. Il tutto seduti su una poltroncina dallo stile lineare e raffinato. La particolarità della linea Kora risiede nella struttura reticolare, realizzata in ferro zincato e verniciato a polveri nei colori bianco, grafite, bronzo e sabbia. www.unopiu.it Di dimensioni ridotte e maneggevole, il focolare Mangiafuoco porta fiamme e calore in ogni ambiente. La legna viene racchiusa nel suo involucro circolare, dove è possibile posizionare anche il grill per spuntini veloci e prelibati. www.ak47space.com PICCOLO GRANDE FIREPLACE Mangiafuoco Discolo Insider Design PEZZO SCULTOREO Dalle forme geometriche ed armoniose, Mikadofocus è un esempio perfetto di arte al servizio della convivialità. Il modello è composto da una struttura portante in acciaio arrugginito che racchiude l’ampia superficie di lavoro, da griglia triangolare regolabile su tre altezze e da carti strumenti per il barbecue. www.focus-creation.com Sigmafocus Mikadofocus IL BARBECUE APPESO Ingombro minino e massima funzionalità sono la caratteristiche principali di Sigmafocus, barbecue da muro composto da una vasca ribaltabile in acciaio del diametro di soli 75 centimetri. Una volta chiuso, questo modello occupa uno spazio molto ridotto, adattandosi facilmente anche ai piccoli ambienti. www.focus-creation.com UN MAGICO COMPAGNO Zen non è solo un focolare, ma anche un elemento d’arredo. Il focolare a legna è provvisto di corona circolare in acciaio e bracere incorporato. Pietra, ghiaia, lapillo vulcanico e sabbia sono solo alcuni degli elementi naturali che possono essere utilizzati per completarlo. www.ak47space.com Zen IL BARBECUE IN HOTEL Un barbecue in terrazza, fragrante scorcio di un’estate romana. Il Visconti Palace e l’Hotel Capo d’Africa servono pietanze alla griglia tutte le sere, dalle 19 alle 22,30, a clienti ed esterni. Un barbecue appetitoso da gustare insieme alla vista dei tetti e delle meraviglie della capitale soffiate dal ponentino serale. Il menu prevede grigliate di carni bianche e rosse o di pesce selezionato, serviti con ortaggi e verdure di stagione. Il prezzo parte da 26,00 euro a persona. Per info e prenotazioni, Visconti Palace Hotel tel. 06/3684 www.viscontipalace.com Hotel Capo d’Africa 06/772801 www.hotelcapodafrica.com Insider Design 90 LEVIATHAN, VIBRAZIONI DI COLORE L’opera del grande artista Anish Kapoor realizzata per Monumenta nella navata del Grand Palais, suscita emozioni forti Leviathan di Delfina Giannattasio M M onumenta invita ogni anno un artista di fama internazionale a investire i 13.500 mq e i 35 metri di altezza della navata del Grand Palais di Parigi con un’opera inedita, concepita appositamente per questo spazio. Quest’anno è stato proposto ad Anish Kapoor, uno dei più importanti e rilevanti artisti della sua generazione: il suo lavoro sarà aperto al pubblico fino al 23 giugno 2011. Kapoor, nato a Bombay nel 1954, vive a Londra dagli inizi degli anni ‘70; è considerato come uno dei più grandi scultori viventi. Il suo lavoro ha profondamente rinnovato l’estensione di possibilità della scultura contemporanea, sia per la padronanza della scala monumentale sia per la sensualità colorata e l’apparente semplicità delle sue opere. Leviathan è l’opera che Anish Kapoor presenta per Monumenta 2011, così descritta dall’artista: “un solo oggetto, una sola forma, un solo colore” aggiunge: “ La mia ambizione è quella di creare uno spazio che risponda all’altezza e alla luce della navata del Grand Palais. Il visitatore è invitato ad entrare nell’opera, ad immergersi nel colore, e sarà, lo spero, un’esperienza contemplativa e poetica”. Ed è realmente un’esperienza unica e di forti emozioni quella di varcare la porta girevole nera e ritrovarsi all’interno di Leviathan. La porta non aprendosi direttamente sull’opera costituisce un momento contemplativo di transizione in cui il visitatore non sa cosa aspettarsi, e viene guidato dal movimento della porta in uno spazio sorprendente. Le pareti curve di colore rosso filtrano la luce, ogni movimento o minimo rumore rimbomba facendo vibrare l’involucro. Le ombre della struttura della navata in vetro del Grand Palais si disegnano sull’opera diventandone parte integrante. Leviathan cambia di continuo con il variare della luce, durante le diverse ore del giorno, con il casuale passare di una nuvola. Il rosso è più o meno intenso, più o meno scuro, le ombre sono più o meno visibili. Nella seconda parte della visita si esce dall’opera per visitarla dall’esterno. Una riscoperta di Leviathan, della sua struttura incredibile e gigantesca all’interno della navata del Grand Palais che si impone nello spazio, le nozioni di scala e dimensione entrano nella percezione del visitatore. L’opera non è solo un oggetto da vedere ma un’esperienza da vivere al suo interno, al suo esterno, da sopra da sotto, da lontano da vicino... Leviathan è una vibrazione totale di colore, di suoni, di emozioni ◆ Insider Design 92 93 La calla di ferro Una seduta dall’aspetto unico e inconfondibile che riprende la forma della calla, fiore che le dà il nome. Calla Steel, come il pouf Moofushi, è una creazione firmata Dolce Far Niente ed è un prodotto di design di grande raffinatezza ed eleganza. Nella versione per esterni, Calla Steel è realizzata in ferro ed è disponibile in diverse finiture di colore. Sito: www.dolcefarniente.com L’amaca di design Le sedute must have di questa primavera/estate Originali, colorate ma sempre raffinate: sedie, pouf, divani e amache d’autore I design I l sole fa venir voglia di vivere all’aperto, di tornare all’aria fresca dopo un lungo inverno. Perché quindi non iniziare a sentirsi in vacanza già da casa, già da adesso? Per portare un pizzico di clima vacanziero nella propria abitazione, che sia in giardino, nel patio, nel solarium o nel terrazzo, basta poco. Con le sedute che vi proponiamo in questo numero, l’estate si farà sentire subito. Colori accesi, forme morbide e avvolgenti, comodità e originalità: queste le caratteristiche delle sedute must have di questa bella stagione. Vogliamo scoprirle insieme? Moofushi, il pouf gigante Quando si parla di pouf, di solito si pensa subito a un complemento dalle dimensioni ridotte. Moofushi è l’eccezione che conferma la regola. Prodotto dal brand italiano Dolce Far Niente, Moofushi è un pouf dalle dimensioni insolite, dotato di due accessori: due schienali regolabili in varie configurazioni, un piccolo tavolino o un supporto multi-uso. Moofushi rappresenta un’alternativa divertente per l’outdoor living. La versione accessoriata comprende un braccetto flessibile con luce LED per la lettura. Sito: www.dolcefarniente.com di Valentina Falcinelli Atollo, il pouf luminoso Un’idea brillante -letteralmente - per aggiungere un tocco di design in lounge cafè, stabilimenti, ristoranti, pool bar, giardini. È Atollo, un piccolo tavolo con luce da poter usare anche come pouf. Dotato di cuscino amovibile, sfoderabile e lavabile in lycra, diffusore in polietilene e metallo con base in alluminio verniciata. Atollo è un progetto di Paolo Grasselli per Modo Luce. Colori disponibili bianco, vinaccia e grigio scuro. Sito: www.modoluce.com Mi piacciono le amache, ma ho sempre paura di cadere e farmi male. Pinar Yar e Tugrul Govsa hanno disegnato un modello di amaca, la Leaf Hammock, capace di rassicurare persino una fifona come me. La Leaf, infatti, è un amaca in versione “luxury”, realizzata con bordi di supporto in materiale plastico sicuri e comodi. Niente più paura di cadere rovinosamente in terra: quest’amaca è il massimo del comfort e della sicurezza. Usala sia fuori, che dentro casa e sceglila nel colore che preferisci tra tuchese, marrone, beige, bianco, rosso, blu, verde lime, nero e bianco. Sito: www.gaeaforms.com Insider Design PERGOLE E STRUTTURE PER ESTERNI Via di Santa Cornelia, 5 - Zona Industriale Formello (RM) Tel. 06 90400430 - Fax 06 90405016 [email protected] - www.sunshop2.it Un sofà componibile? Rolbloc di Joli esign Per il tuo terrazzo o per il giardino, scegli il meglio. Rolbloc, un divano componibile firmato dal brand Joli è sinonimo di grande qualità e confort estremo. Joli ha infatti pensato a un prodotto versatile e componibile, collocato all’interno di una collezione omonima di tavoli e sedie, che potesse essere tanto piacevole a guardarsi quanto a viversi. Questo divano si trasforma e sposta con facilità; è rivestito con un particolare materiale per esterni, sfoderabile e lavabile. Sito: www.joli.be Crinoline alla moda Cerchi un prodotto outdoor di grande eleganza? Non vuoi rinunciare a ricreare ambienti di classe, anche nel tuo patio o nel giardino? La soluzione alla tua voglia di alto design è Crinoline, la poltrona per esterni di B&B Italia. Si tratta di una particolarissima seduta dallo stile vintage firmata Patricia Urquiola. Particolarità di questa poltrona sono le trame tridimensionali della texture, in polietilene, e i giochi di trasparenze. Lo schienale è in cordoncino naturale lavorato in modo da ricreare un pattern floreale, mentre la struttura è disponibile nelle varianti cromatiche bianco e nero, bronzo e nero, base naturale o bronzo, con un cuscino imbottito specifico per gli esterni. Sito: www.bebitalia.it rivenditore autorizzato La ditta Sun Shop dal 1987 opera nel settore delle tende da sole, strutture per esterno in legno, ferro e alluminio, tende tecniche e arredo per esterni. Maturata grande esperienza, sempre alla ricerca di soluzioni innovative, è oggi in grado di proporre e consigliare i migliori prodotti del mercato, in quanto affianca all’alta qualità, la sicurezza e la durata nel tempo. Valutando le vostre esigenze e le dimensioni degli ambienti da proteggere, riesce a trovare la soluzione più soddisfacente, tenendo conto che alla cura dei rapporti esterni è addetto personale qualificato. Granaio PREMIO INTERNAZIONALE CARLO SCARPA PER IL GIARDINO di Vittoria di Venosa L L Granaio a ventiduesima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino promosso dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche che annualmente pone l’attenzione verso un luogo particolarmente denso di valori di natura, di memoria e di invenzione, è stato assegnato al Taneka Beri, un villaggio dell’Atakora situato nel Benin nell’Africa. Con l’assegnazione del Premio a questo villaggio dell’Africa sub sahariana occidentale, scoperto da un antropologo italiano Marco Aime, sparso tra i bacini del Volta, del Niger, e dell’Ouémé, fiume che percorre il paese da nord a sud fino al Golfo di Guinea, che include una serie di villaggi che hanno origine nel XVIII secolo come rifugi dai razziatori di schiavi provenienti dal sud, si è voluto valorizzare un luogo, la sua forma e la sua vita con il suo patrimonio di idee e di cose, il senso del tempo e dello spazio, la custodia della memoria, la trasmissione della conoscenze, di arti e di mestieri, il governo dei beni comuni e le cure della casa, il concetto di natura e le figure del sacro. Il Premio, dedicato alla memoria dell’architetto Carlo Scarpa, uno dei più importanti maestri della seconda metà del Novecento e grande sostenitore della ‘cultura del paesaggio’ è, infatti, finalizzato a contribuire e diffondere la cultura atta a governare le modificazioni dei luoghi per salvaguardare e valorizzare i patrimoni autentici della natura e della memoria. A.V.F. www.fbsr.it Scopri l’eleganza di un luogo magico dedicato al divertimento Via Cassia, 2040 - 00123 Roma Olgiata
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